uniCUSANO LAB - INGEGNERIA e ricerca
I.P. A CURA DELL’UNIVERSITà NICCOLò CUSANO e di SpoRTNETWORK
così LE SOSPENSIONI diventano INTELLIGENTI I laboratori di ingegneria dell’Università Niccolò Cusano analizzano l’evoluzione delle tecnologie che oggi garantiscono maggiore stabilità
I
n campo motociclistico, l’introduzione dell’elettronica per la gestione delle sospensioni, è avvenuta con diversi anni di ritardo rispetto al mondo dell’auto, forse per la maggiore difficoltà di modellazione dei veicoli a due ruote rispetto a quelli a quattro. Le prime versioni di sospensioni elettroniche, installate sulle moto di serie, erano dotate di dispositivi che si limitavano a fornire una scelta tra diverse configurazioni, sostituendo l’intervento manuale sui registri idraulici degli ammortizzatori, con una semplice azione su un pulsante, in questo caso l’elettronica applicata si limitava all’attuazione per via elettrica di registri, la cui attivazione era decisa esclusivamente dall’utente. Si trattava quindi di sistemi “passivi” assistiti elettronicamente che non permettevano di modificare la risposta della sospensione in tempo reale, ma rispondevano più lentamente del fenomeno da controllare. Il controllo semi-attivo delle sospensioni, cioè l’adattamento automatico degli elementi sospensivi alle differenti condizioni di utilizzo della moto, per esempio alle variazioni del fondo stradale o alle manovre di guida, è stato il passo logico successivo allo sviluppo dei sistemi elettronici di taratura degli ammortizzatori, e ha rappresentato, senza mezzi termini, una vera e propria rivoluzione. Un esempio di sistema di sospensioni semi-attive, diffuso nel mercato, è il DDC (Dynamic Damping Control) messo a punto dalla BMW, in grado di garantire al pilota una maggiore
stabilità del veicolo. Esso tiene conto delle informazioni provenienti dai sensori e dagli altri dispositivi elettronici presenti a bordo del veicolo, con i quali si interfaccia attraverso la rete CAN-BUS, e adatta lo smorzamento delle sospensioni alle condizioni di marcia, attraverso la regolazione elettronica delle valvole ad orifizio variabile, che mettono in comunicazione le due camere di ciascun smorzatore. Se poi si vuole parlare davvero di sospensioni intelligenti, allora non si possono dimenticare quelle magnetoreologiche che hanno al loro interno non un olio classico, ma un fluido con particelle di metallo disperse in esso, tali che al generarsi di un
campo magnetico esterno, possono aumentarne o diminuirne la fluidità con tempi di reazione contenuti nell’ordine dei centesimi di secondo, quindi più rapidamente di almeno un ordine di grandezza rispetto ai sistemi con attuatori meccanici. Queste sospensioni hanno già riscosso un notevole successo nelle auto di altissima gamma e molto recentemente la MUPO ha portato questa tecnologia anche nelle moto, lanciando nel mercato il kit Mupo Magneto. Negli ultimi anni, la tecnologia delle sospensioni semi-attive ha lasciato sicuramente un segno profondo ed è destinata a tenere banco ancora a lungo, probabilmente il prossimo step evolutivo sarà lo sviluppo di sospensioni completamente attive. Mirco Uras dottorando in Ingegneria meccanica Università Niccolò Cusano