UNICUSANO FOCUS Università degli Studi Niccolò Cusano - Telematica Roma
ALLEGATO AL NUMERO ODIERNO DEL
I.P. A CURA DELL’UNIVERSITà NICCOLò CUSANO e di SpoRTNETWORK martedì 7 marzo 2017 www.corrieredellosport.it
Settimanale di Scienza, Industria e Sport a cura della Cusano
Cultura Job Placement “Il visconte dimezzato” Domani all’Ateneo fra letteratura e scienza seminario sul lavoro > A PAGINA III
In Parlamento Il ddl sul fine vita all’esame dell’Aula
> A PAGINA VI
> A pagina V
anna valle
Il ritorno in tv con i misteri della fiction “Sorelle”: «Sul set e nella quotidianità non si può rinunciare ai sentimenti»
l’amore si colora di giallo
> A PAGINA II
LA VIGNETTA
amici unicusano
Occupazione e ricerca: fare rete è decisivo > A PAGINA VI
il punto
Sistema tributario e redditi degli italiani
I
principi generali del nostro sistema tributario, com’è noto, sono stabiliti dall’art.53 della Costituzione che testualmente recita: «Tutti i cittadini sono tenuti a concorrere alla spesa pubblica in ragione della loro capacità contributiva. Il sistema tributario è informato a criteri di progressività». Questa norma evidenzia due concetti fondamentali. La capacità contributiva esprime la differente capacità di ciascun cittadino di contribuire alla spesa pubblica a seconda della ricchezza di cui dispone; all’incremento di quest’ultima deve corrispondere una maggiore partecipazione alla spesa pubblica. È ovvio che un soggetto che ha redditi pari a euro 100 mila euro debba contribuire in misura maggiore rispetto a un altro che complessivamente possiede redditi pari a 50 mila euro. La progressività, sancita dal comma 2, introduce un principio altrettanto opportuno: colui che ha redditi più elevati non soltanto deve partecipare in misura maggiore alla spesa pubblica - come stabilito dal comma 1 - ma il prelievo da parte dello Stato deve crescere in modo più che proporzionale rispetto all’aumento del reddito. L’imposizione fiscale si realizza attraverso i tributi che - impropriamente indicati nel linguaggio comune col termine tasse - costituiscono le principali entrate dello Stato e si suddividono in imposte, tasse e contributi. L’imposta è un prelievo coattivo esercitato dallo Stato per avere i mezzi finanziari necessari per offrire alla collettività i servizi generali di cui ha bisogno (istruzione, sanità, giustizia, ecc.). Nel caso delle imposte, quindi non esiste una corrispondenza diretta tra il tributo pagato dal cittadino e il servizio reso dallo Stato; ciò vuol dire che il contribuente non ha dallo Stato una controprestazione immediata e singolarmente individuabile. La tassa, invece, è pagata in corrispondenza di uno specifico servizio reso dallo Stato o dalla Pubblica Amministrazione (ad esempio, tasse scolastiche e universitarie per iscrizione e frequenza di istituzioni statali). I contributi, infine, sono pagati dai soggetti che traggono un vantaggio particolare dalla fornitura di un servizio pubblico generale (ad esempio, nel caso della realizzazione di una strada da cui un proprietario di fabbricati trae un particolare beneficio). Prof. Fabio Fortuna Magnifico Rettore Università Niccolò Cusano SEGUE A PAGINA III
II UNICUSANO FOCUS CORRIERE DELLO SPORT / STADIO
martedì 7 marzo 2017
cultura
musica
il seminario
Bussoletti da record con “Selvaggia Lucarelli”
Il 10 marzo al Campus appuntamento con Ipazia
Il videoclip di “Selvaggia Lucarelli” (https://youtu. be/PMn6nSV6BYM), singolo che anticipa l’uscita del nuovo lavoro discografico di Bussoletti, sta macinando numeri da record su Youtube: più di un milione le visualizzazioni sulla piattaforma web.
Pubblicato lo scorso 20 gennaio da 8 Beat, il videoclip è stato girato a Parigi e diretto da Tom Corbe e Buck Bukenot. Protagonista, l’attrice Alice Bouhet. Un successo anche su Spotify, visto che il brano ha superato i 100 mila streaming.
Il prossimo 10 marzo, nell’aula Magna della sede romana dell’Università Niccolò Cusano (in via Don Carlo Gnocchi 3) si terrà il terzo workshop sugli studi di genere organizzato da Ipazia, osservatorio scientifico che si occupa proprio di gender issue. Il
convegno si articola in due momenti distinti: la presentazione al pubblico dell’attività di Ipazia e quella dei lavori dei ricercatori e professori impegnati in studi di genere. Entrambe le sessioni saranno guidate dalla professoressa Paola Paoloni, direttrice di Ipazia.
anna valle forza e passione sul set e nella vita Nella fiction “Sorelle” interpreta una donna in carriera costretta a fare i conti con i sentimenti: «Tenerli lontani non è possibile» Sono passati 22 anni da quando Anna Valle ha vinto il concorso di Miss Italia. Bella, anzi bellissima, lo è ancora oggi che è mamma di Ginevra e Leonardo ed è uno dei volti più amati del piccolo schermo. Negli ultimi anni è stata protagonista di numerose serie tv: da “Commesse”, fiction del 1999 con Sabrina Ferilli e Nancy Brilli, a “Questo nostro amore” al fianco di Neri Marcorè, l’attrice ha collezionato successi e consensi. L’abbiamo apprezzata in “Soraya”, “Le stagioni del cuore”, “Callas e Onassis”, “Atelier Fontana” e ora la vedremo in “Sorelle” accanto a Ana Caterina Morariu e
che non si aspettava di avere. Cinzia è dura sul set ma nel modo giusto. È una persona che pretende molto ma che sa anche divertirsi insieme a noi. Per me sono stati sei mesi molto impegnativi ma anche molto stimolanti. È una regista che riesce a stimolarti in un modo estremamente costruttivo». La serie è ambientata a Matera. «Una città che ci ha accolto a braccia aperte. Sono stati attenti, ospitali, premurosi: un affetto inaspettato. Ho pernottato lì e ho scoperto un posto stupendo: ho fatto lunghe passeggiate, specie la sera dopo il lavoro, in un silenzio surreale e di altri tempi. Mi sono goduta la città e il mistero delle grotte di notte. Oltre a fare lunghe passeggiate ha anche mangiato tanto e bene. Vino e cibo a Matera non sono affatto mancati».
Nella nuova serie sarà la figlia di Loretta Goggi: «Lavorare con lei è stato un regalo» Loretta Goggi. Quello che si annuncia un nuovo successo targato Rai1 prenderà il via giovedì 9 marzo in prima serata. Sei puntate per una fiction che mette insieme più generi: “Sorelle” è, infatti, una dramedy dei sentimenti che fonde le tonalità del melò, del rosa contemporaneo, con quelle del mistery e del giallo. Concedendosi anche venature paranormali. La regia di è Cinzia TH Torrini. Anna, raccontaci del tuo personaggio. «Chiara è un brillante avvocato, single, che vive a Roma dopo aver chiuso i contatti con la città dov’è cresciuta, Matera, a causa di gravi incomprensioni con la sorella Elena (Ana Caterina Morariu), separata con tre figli, e con la madre Antonia (Loretta Goggi). È una donna che ha lasciato il sentimento fuori dalla porta di casa perché è stata ferita. Una donna che ha deciso che la razionalità è la risposta giusta per non essere più ferite. La misteriosa sparizione di Elena costringe però Chiara a tornare a Matera, dove ha sofferto e vissuto momenti felici, per mettere ordine nella vita dei nipoti e non solo. Si ritroverà, infatti, a fare i conti con una storia che aveva messo da parte. Il sentimento però ritorna nella vita di Chiara come è scontato che sia: nessuno di noi riesce a tenerlo lontano dalla propria vita a lun-
Ana Caterina Morariu, Giorgio Marchese e Anna Valle, fra i protagonisti di “Sorelle”, in onda da giovedì su Rai 1
Loretta Goggi interpreta tua madre Antonia. «Lavorare con lei è stato un grande regalo per me. Lavorare con tante donne è stato bello. Ho instaurato un bel rapporto con Ana Caterina Morariu, che è una grande professionista, e con Irene
Sei sempre in splendida forma, però. «Cerco di seguire un’alimentazione corretta e di fare un’attività fisica costante. E poi è merito del fatto che sono una mamma e con due figli si corre spesso. C’è sempre tanto da fare».
Ferri: con lei è nato un rapporto di amicizia vero». “Sorelle” è la storia di una rinascita al femminile. «Sì, è questo quello che Cinzia ha voluto raccontare: il percorso di una donna che riuscirà a trovare una vita
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la lettera
Elisa D’Ospina e le Veline ci scrive Striscia la notizia
Anna Valle interpreta Chiara nella nuova fiction di Rai 1
go. Chiara si ritroverà così a chiudere un cerchio attraverso un perdono. Ma prima attraverserà un percorso, a volte anche doloroso». Tu che sorella sei? «Siamo in tre. Ho una so-
rella più piccola, Antonella, con cui ho un rapporto molto bello e molto stretto, e un fratello maggiore. Anche con lui ho un rapporto splendido. Ha tre figli e sono anche plurizia! E poi io sono anche una mamma. Io e il perso-
naggio di Chiara in questo siamo molto distanti». E in cosa vi somigliate? «Nel modo cui Chiara affronta le cose: con forza e passione. Questo mi appartiene di più».
Riceviamo e pubblichiamo la precisazione del programma “Striscia La Notizia” in merito alle dichiarazioni rilasciate da Elisa D’Ospina. Un contributo da parte di una realtà televisiva molto importante a un settimanale di successo, che ci permette di evidenziare ulteriormente ai tanti lettori di Unicusano Focus, in una settimana importante come questa, il ruolo della bellezza femminile, che deve essere intesa con un significato più ampio e non limitato all’estetica del corpo. Gianluca Fabi Direttore Radio Cusano Campus Nell’inserto del Corriere dello Sport uscito oggi (lo scor-
so 1 marzo, ndr), la modella Elisa D’Ospina dice di voler sfidare prototipi e stereotipi, ma in realtà è vittima proprio di prototipi e stereotipi. Come è noto a chiunque veda “Striscia la notizia”, le Veline parlano eccome: ogni sera è affidato a loro il fondamentale spazio della telepromozione. Inoltre, le Veline Elisabetta Canalis e Maddalena Corvaglia hanno condotto alcune puntate di Striscia nel 2004; Federica Nargi e Costanza Caracciolo, mentre erano Veline, hanno presentato “Le Nuove Mostre”, show andato in onda su La5 nel 2010 e nel 2011. E come loro molte ex Veline, terminato il loro percorso a Striscia, hanno avu-
to carriere e ruoli che richiedevano abilità non solo nella danza. Certo, è difficile parlare mentre si balla, che sia per degli stacchetti o per un balletto classico: nessuno ha mai visto Carla Fracci parlare durante “Il lago dei cigni”. E probabilmente se Elisa D’Ospina si mettesse a concionare mentre è impegnata in un défilé, il suo stilista non ne sarebbe entusiasta. Un’ultima precisazione per l’autore dell’intervista: nella stagione 2004-2005 di Striscia, c’è stata eccome una velina curvy, la bravissima e simpaticissima Emanuela Aurizi, tornata come ospite nella stagione passata. L’ufficio stampa di “Striscia la notizia”
Per segnalazioni, commenti, informazioni, domande alla redazione dei contenuti del settimanale Unicusano Focus – Sport & Ricerca, potete scrivere all’indirizzo: gianluca.fabi@ unicusano.it
martedì 7 marzo 2017
università e cultura
i Redditi irpef e il bonus 80 euro
Unicusano FOCUS III CORRIERE DELLO SPORT / STADIO
Maternità surrogata
La sentenza di Trento non basta
L’analisi del rettore Fortuna sull’imposizione fiscale in Italia euro annui (80 al mese), a condizione che l’imposta sia maggiore delle detrazioni per lavoro dipendente e il reddito complessivo non sia
to parzialmente, per un totale pari a circa 1,7 milioni. SOTTO I 7.500 EURO. Rimane
forte il dissenso per i 438 mila soggetti che, avendo conseguito e dichiarato redditi inferiori a 7.500 euro, hanno dovuto restituire allo Stato il bonus visto che, non
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L’Irpef (Imposta sul reddito delle Persone fisiche) rappresenta il classico esempio di appropriata applicazione dei due principi sanciti dall’art.53 della Costituzione. Si tratta, infatti, di un’imposta progressiva per scaglioni di reddito che prevede aliquote crescenti all’aumentare del reddito; si parte da un’aliquota minima del 23% per giungere alla massima pari al 43%. Il 28 febbraio, con un mese d’anticipo rispetto all’anno precedente, il Dipartimento delle Finanze del MEF, ha pubblicato i dati relativi ai redditi delle persone fisiche riportati nelle dichiarazioni presentate entro il 30 settembre 2016 in riferimento al periodo d’imposta 2015. Per una corretta interpretazione dei dati, è opportuno tener conto di due fondamentali dati macroeconomici elaborati dall’Istat: la crescita del Pil pari allo 0,7% in termini reali - 1,4% in termini nominali - e il tasso d’inflazione pari allo 0,5%. REDDITO MEDIO. Il numero dei
contribuenti che hanno assolto l’obbligo di dichiarazione nelle varie forme - Modello Unico, 730 e Certificazione unica - è pari a 40,8 milioni circa (+0,1% rispetto all’an-
no precedente). Il reddito complessivamente dichiarato ammonta a 833 miliardi di euro per un valore medio di 20.690 euro (+1,3% rispetto al 2014). Nell’ambito del territorio nazionale si spazia dal reddito medio più elevato della Lombardia pari a 24.520 euro a quello più basso di euro 14.780 della Calabria; in generale, anche nel 2015 il reddito medio nelle regioni del Sud e del Centro è cresciuto in misura minore rispetto alla media nazionale. Continua a esistere, quindi, la tendenza del Centro e, soprattutto del Sud e delle isole, a crescere meno rispetto al Nord e risulta difficile pensare a un rilevante ridimensionamento dello storico divario nel breve termine. LE TIPOLOGIE. L’analisi con-
dotta consente di disporre dei dati differenziati per tipologia di reddito. In questo senso, si richiama l’attenzione sul fatto che i redditi da lavoro dipendente e da pensione ammontano rispettivamente circa al 52% (reddito medio euro 20.660) e al 30% (reddito medio euro 16.870); ai lavoratori autonomi spetta il primato con
un reddito medio pari a euro 38.290, con un interessante incremento rispetto al 2014 (euro 35.570). Completano il quadro i dati relativi a imprenditori - euro 19.990 risultante dalla media tra quelli in contabilità semplificata (euro 18.570) e in contabilità ordinaria (euro 35.740) - e a redditi da partecipazione in società di persone (euro 17.020). In sintesi, i dati disaggregati evidenziano una crescita significativa rispetto al 2014 - per imprenditori in contabilità ordinaria (circa il 14%), imprenditori in contabilità semplificata (circa l’8,5%) e lavoratori autonomi (circa il 7,5%); si registra un leggero decremento per i redditi da lavoro dipendente (da 20.705 a 20.660 euro) e un lieve incremento per quelli da pensione (da euro 16.700 a 16.870). Tutto ciò lascia ben sperare per crescita e sviluppo, perché la maggiore disponibilità di redditi delle prime tre categorie evidenziate, anche se comporta un maggior peso fiscale per gli interessati, potrebbe originare, qualora continuasse la tendenza, benefici per l’intera collettività con ricadute anche in termini occupazionali.
LE CLASSI. In riferimento alle classi di reddito, si sottolinea che il 45% dei contribuenti dichiara redditi superiori ai 15 mila euro con un apporto di circa il 4,5% rispetto all’IRPEF totale; il 49% dichiara redditi tra 15 mila e 50 mila euro (incremento di 65 mila soggetti rispetto al 2014), versando circa il 57% dell’IRPEF totale e solo il 5,2% dichiara più di 50 mila euro, versando il 38% del totale che registra nel 2015 un aumento di 1,9 miliardi rispetto al 2014. I super ricchi con redditi superiori ai 300 mila euro sono circa 34 mila, pari allo 0,1% del totale dei soggetti analizzati. BONUS 80 EURO. Altra anali-
si interessante in riferimento al 2015, riguarda il famoso Bonus di 80 euro, introdotto nel 2014 e ora permanente, che consente - per i redditi di lavoro dipendente e altri assimilati - di detrarre dall’IRPEF un totale di 960
superiore a 26 mila euro. Il numero globale dei beneficiari nel 2015 è stato di 11,2 milioni, per un ammontare di circa 9 miliardi di euro e una media di 800 euro per soggetto; il datore di lavoro calcola mensilmente il credito in busta paga. Il lavoratore, in sede di dichiarazione, deve procedere al ricalcolo del credito considerando tutti i redditi conseguiti e dichiarati; quindi, è possibile che si debba procedere alla restituzione della parte eccedente del bonus erogato rispetto a quella a cui si ha diritto, oppure al contrario che si possa avere un’integrazione nel caso in cui il datore di lavoro lo abbia calcolato in misura minore. Nelle dichiarazioni presentate nel 2016 è emerso che tra gli 11,9 milioni di soggetti che avevano ottenuto il Bonus, circa 966 mila hanno dovuto restituirlo integralmente e circa 765 mila lo hanno fat-
versando Irpef per effetto delle detrazioni, non avevano la possibilità di portarlo a riduzione dell’imposta dovuta. La domanda è ovvia: è giusto non concedere nulla a chi ha maggior bisogno? La risposta dovrebbe essere negativa, ma le modalità d’applicazione del Bonus non ne consentono l’applicazione e, quindi, se si voleva prestare attenzione alle fasce meno abbienti, sarebbe stato necessario prevedere altre modalità d’intervento. Prof. Fabio Fortuna Magnifico Rettore Università Niccolò Cusano
«Il riconoscimento giuridico permette di ovviare a una serie di passaggi burocratici bloccati dal mancato riconoscimento giuridico. Se non c’è riconoscimento giuridico non possono essere concesse informazioni mediche o andare a riprendere i bambini a scuola. Questa è una sentenza storica per il riconoscimento giuridico, ma che si scontra con un problema culturale che appunto la sentenza non risolve». A sostenerlo Nicoletta Vegni, docente di Psicologia familiare dell’Università Niccolò Cusano, commentando la notizia della Corte d’Appello di Trento che ha riconosciuto, per la prima volta, il legame tra i figli e il padre non genetico. È stata infatti riconosciuta la genitorialità a una coppia formata da due papà, padri di due bambini nati negli Stati Uniti con la maternità surrogata. OLTRE LA SENTENZA. «C’è un
problema di integrazione rispetto alle differenti forme di famiglia - continua la docente dell’Unicusano - Ricordiamoci che 40 anni fa essere figli di genitori separati differenziava i bambini dalla maggioranza. Rispetto a oggi le separazioni e i divorzi erano meno frequenti». Una sentenza che non risolve, quindi, il problema culturale, forse agli operatori del settore andrebbero dati strumenti che ancora non hanno: «Dietro la sentenza bisogna attivare dei percorsi che possano sollevare
e sollecitare il passaggio culturale - ha detto ancora - Il sistema culturale è più lento di quello normativo. Nel 1975 c’è stata la riforma del diritto di famiglia e lentamente il sistema culturale si è adeguato. Le sentenze aprono culturalmente una porta in più ma poi il sistema sociale deve fare il suo». Importante è fornire agli insegnanti, e non solo strumenti giusti: «Vediamo per esempio che ci sono sempre più bambini disabili o figli di immigrati. Bisogna fornire agli adulti gli strumenti per essere di sostengo ai bambini» continua Nicoletta Vegni, docente di Psicologia familiare dell’Università Niccolò Cusano. Una sentenza, quella di Trento, che aprirà probabilmente la strada ad altre simili: «Le leggi sono aggiornate nel momento in cui la società lo richiede. Vediamo la legge sullo stalking, ad esempio. Ci sono quindi possibilità di vedere sentenze simili a questa. Ma la società chiede anche altro. È triste che le persone debbano chiedere il permesso vivere la propria vita. Ci si affida sempre al buon senso, ma è meglio un corso di formazione su cose che possono apparire ovvie. A scuola – conclude la Vegni - possono sempre verificarsi episodi di discriminazione e bullismo. La scuola sia aiutata, altrimenti è un po’ difficile». STRADA TRACCIATA.
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Scienza e letteratura
Calvino 2.0 e l’eterna lotta tra il bene e il male “Il visconte dimezzato” può servire da metafora per raccontare il mondo della chimica di oggi All’inizio degli anni ’50 usciva nelle librerie uno dei capolavori di Italo Calvino, intitolato “Il visconte dimezzato”. In questo romanzo viene evidenziato il problema dell’uomo contemporaneo, dimezzato, cioè diviso a metà. La metafora si presenta nel corpo, o sarebbe più appropriato scrivere nei corpi, del visconte Medardo di Terralba, il quale viene letteralmente “dimezzato” dopo essere stato colpito da una palla di cannone durante una battaglia. Dimezzato è il termine corretto, infatti da qui in poi esisteranno due metà del visconte: una malvagia e una buona. Immerse nelle loro nuove prospettive, le due metà evidenzieranno l’importanza delle
loro esistenze nuove. «Ero bontà, cioè apparentemente intero e tutte le cose erano non dissimile da quello ch’eper me naturali e confuse‚ ra prima di esser dimezzato». stupide come l’aria; credevo di veder tutto e non era IN CHIMICA. Tuttavia, il dubche la scorza», esternava la bio tra “buono” e “cattivo” ha parte malvagia. Secondo la sempre accompagnato l’essere umano. metà buona, In particoinvece «io lare, queero intero e Tutte le scoperte sto dilemnon capivo, scientifiche ma ha spese mi muovevo sordo e corrono il rischio so riguardaincomunica- di essere utilizzate to gli utilizzi bile tra i do- per scopi malvagi dell’ingegno lori e le ferie delle nuote seminati ve tecnoloovunque, là dove meno da gie. Lo stesso scetticismo acintero uno osa credere». Sep- compagna da sempre la chipur entrambe le metà si sco- mica. Il superamento dello prono arricchite e migliori, stato dell’arte non sempre è alla fine il visconte tornerà visto come “buono” per l’uintero «né cattivo né buono, manità, perché il rischio che un miscuglio di cattiveria e una nuova scoperta venga
utilizzata per finalità “cattive” è sempre dietro l’angolo, e ancor di più, l’opinione pubblica può rappresentare una cassa di risonanza per questo presentimento. Senza contare poi, come l’aggettivo “chimico” riesca a distorcere questa percezione. Ecco allora come il progresso scientifico raggiunto grazie a scienziati del calibro di Alfred Nobel, inventore della dinamite, sia stato soppiantato dai terribili sviluppi bellici. L’accezione negativa che caratterizza la parola chimica, dovrebbe essere rimossa. Dovremmo ricordarci che tutto ciò che ci circonda, compresi noi stessi, è Chimica, e che «non ci sono molecole cattive: ci sono solo uo-
mini malvagi», come diceva Roald Hoffmann, Nobel nel 1981. Il progresso delle scienze chimiche ha come obiettivo quello di migliorare la vita dell’uomo, attraverso la scoperta di farmaci con azione antitumorale, di pesticidi che permettano di eliminare i parassiti, dei conservanti che migliorino lo stato degli alimenti, di procedure che riescano a rendere l’acqua potabile, di sbiancatori per la pulizia del bucato, di materiali riciclabili, di processi che riducano le emissioni inquinanti, e chi più ne ha ne metta. IL DILEMMA. Allo stesso modo di come scrisse Italo Calvino, la chimica rappresenta un visconte dimezzato con-
temporaneo. Rappresenta il continuo dilemma che ci avvolge. Proprio come il celebre romanzo, la chimica non può esistere in due metà distinte. Quello che possiamo fare noi per apprezzare il suo lato “buono” è ricercare l’informazione scientifica, senza tralasciare anche quegli epiloghi “cattivi” come insegna la storia: seppur Fritz Haber produsse un pesticida per la disinfestazione di pidocchi e altri parassiti, questo fu poi utilizzato per uccidere i prigionieri dei campi di sterminio nazisti. Tutto è chimica, noi siamo chimica. Occorre solo rendersene conto. Prof. Stefano Cinti Docente di Chimica generale Università Niccolò Cusano
UNICUSANO FOCUS VI CORRIERE DELLO SPORT / STADIO
martedì 7 marzo 2017
università e industria
la cultura comune di amici unicusano Il nuovo progetto dell’Università Niccolò Cusano crea opportunità per le imprese e gli studenti con risvolti sociali e occupazionali Sostegno alla ricerca scientifica e rete che fa sistema: questo è Amici Unicusano. Le aziende che decidono di far parte di questo progetto investono nella ricerca. E l’Ateneo dà la possibilità ai suoi “amici” di entrare in contatto con gli studenti con stage pre e post laurea, perché l’elemento primario per la crescita di un’impresa è proprio il capitale umano. A tutti gli
amici dell’Unicusano vengono inoltre proposte diverse iniziative per entrare in contatto con molteplici settori economici a livello internazionale, già parte integrante dell’attività dell’Ateneo: dimensioni di mercato e imprese da varie parti del mondo, dall’Europa alla Russia passando per il Canada. Amici Unicusano è anche una rete di scambio e di condizione: le imprese che ne fanno parte sono al centro di un grande scambio di idee, per lo sviluppo sinergico di scelte commerciali tra realtà imprenditoriali diverse. Fanno parte e faranno parte della rete degli Amici Unicusano aziende piccole, grandi multinazionali, aziende familiari e grandi realtà imprenditoriali. Le reti d’impresa costituiscono il futuro dell’economia italiana. In un articolo apparso su Il Giornale, Riccardo Cervelli le definisce come «possibili forme di partnership, utili per aumentare le masse critiche e
L’Ad di Teleskill Emanuele Pucci: «Con l’Ateneo scambio proficuo di esperienze»
permettere l’accesso alle risorse necessarie per perseguire i progetti di innovazione, tra i quali quelli riassunti nel concetto di “Industry 4.0”, la quarta rivoluzione industriale dopo quelle innescate dal vapore, dall’elettricità e dal petrolio, e dall’automazione». NUOVO progetto. Amici della
Unicusano, il nuovo progetto dell’Università Niccolò Cusano, rappresenta, con la sua rete, un’opportunità in più a disposizione delle imprese e dei professionisti. Obiettivo della neonata associazione è quello di rispondere alle nuove sfide dettate dall’economia globale, in cui c’è bisogno di un cambiamento culturale e organizzativo ma anche di disporre di forme di aggregazione flessibili e innovative, in grado di aumentare la competitività. Ricerca e sviluppo sono oggi più che mai elementi cruciali di differenziazione e distinzione nel mondo del business e, proprio per questo motivo, Amici della Unicusano mette a disposizione delle aziende il supporto di cui hanno bisogno, usu-
fruendo dei risultati derivanti dall’attività sviluppata dai ricercatori. L’iniziativa ha, inoltre, un importante risvolto sociale: grazie alla ricerca si potrà investire nel futuro delle aziende stesse e dei giovani che nei faranno parte e che un giorno si collocheranno nel mondo del lavoro, dando il loro contributo, quindi, a un Paese migliore. «Sono impegnato da moltissimo tempo – dichiara Emanuele Pucci, amministratore delegato Teleskill – nella diffusione di una cultura digitale collaborativa, nella condivisione di esperienze, nell’accre-
scere le competenze collettive con tutti gli strumenti immaginabili. Uno degli obiettivi di questo blog è proprio questo, fare cultura comune su temi interessanti e attuali per tutti. Per questo ho colto con favore l’invito della Fondazione Università Niccolò Cusano, certo che potrà essere l’occasione per incontri, confronti, scambio proficuo di conoscenze e esperienze». DIGITALIZZAZIONE. In linea con
il pensiero di Emanuele Pucci è Antonello Montante, presidente di RetImpresa, l’agenzia di Confindustria che promuove e coordina lo sviluppo di questo tipo di accordi tra aziende. «Le reti – afferma Montante – rappresentano un’importante opportuni-
tà che le nostre imprese non possono perdere. In particolare, la digitalizzazione delle imprese, Industria 4.0, è uno degli ambiti in cui ritengo che la collaborazione in rete possa avere i suoi effetti migliori soprattutto per il nostro sistema produttivo. Il panorama imprenditoriale italiano è infatti costituito da piccole e micro imprese, e c’è il rischio di andare incontro a una digitalizzazione poco coordinata e non efficiente, mentre con la rete si potrebbe digitalizzare in un’ottica di sistema l’intera filiera». © Copyright Università Niccolò Cusano
domani seminario alla cusano
«Lavoro, la motivazione conta più dei contenuti» “Come entrare nel mondo del lavoro”. Il titolo del seminario in programma domani alle 15.30 presso il Campus dell’Università Niccolò Cusano è già un messaggio di speranza per chi non vuole rassegnarsi alle difficoltà vissute dal nostro Paese sotto il profilo occupazionale. Fra i relatori dell’incontro ci sarà lo psicologo e saggista Alessandro Amadori, vicepresidente dell’Istituto Piepoli, che ha in parte anticipato i temi principali del seminario intervenendo ieri ai microfoni della trasmissione “Ho scelto Cusano”. Dottor Amadori, perché non bisogna rassegnarsi e continuare a cercare lavoro in Italia? «Innanzitutto perché il nostro paese resta una grande potenza economica, industriale e manifatturiera. Purtroppo, il sistema Paese non è organizzato per far emergere spontaneamente queste po-
tenzialità rispetto alle realtà di Gran Bretagna, Francia e Germania, dove i canali di reclutamento sono più consolidati e diffusi. In Germania, per esempio, c’è una forte collaborazione tra il sistema delle imprese e il sistema scolastico: sono le aziende stesse a favorire l’inserimento dei giovani nel mercato del lavoro, mentre in Italia dobbiamo arrangiarci con modi più originali e intraprendenti. Il lavoro c’è ma non si vede». Il seminario si tiene l’8 marzo. Come si presenta oggi il mondo del lavoro per le donne? «Il nostro Paese sconta un ritardo storico, ma negli ultimi 4-5 anni c’è stato un incremento molto forte dell’occupazione femminile. Milano è una città guida, dove la partecipazione femminile sta crescendo molto rapidamente. Rimane tuttavia un gap che va superato».
Mettiamoci dalla parte di chi offre un posto di lavoro. Che cosa cercano le aziende? «Le aziende cercano due cose: le motivazioni e le competenze. L’atteggiamento conta più dei contenuti: le aziende cercano persone motivate, pronte a sacrificarsi per accedere alle opportunità che il datore di lavoro offre. Avere competenze specifiche è importante, ma, nel matching fra domanda e offerta, contano soprattutto le motivazioni. Ogni azienda ha una sua cultura e un suo sistema organizzativo: consapevoli della dissociazione cronica tra mondo del lavoro e sistema formativo, le imprese cercano candidati compatibili con le loro caratteristiche. L’atteggiamento ricettivo e le potenzialità vengono giudicate molto importanti ancor prima del set di competenze». © Copyright Università Niccolò Cusano
“ho scelto cusano” on air su radio cusano campus “Ho scelto Cusano” è l’approfondimento di Radio Cusano Campus (89.1 in Fm a Roma e nel Lazio, in streaming su www.radiocusanocampus.it) sui fatti politici ed economici. Condotto da Gianluca Fabi e Livia Ventimiglia, è in onda dalle 15 alle 17 dal lunedì al venerdì.
IV UNICUSANO FOCUS CORRIERE DELLO SPORT / STADIO
martedì 7 marzo 2017
cultura, sport e disabilità
viaggio nell’ironia con topo ban-doc Unicusano Focus ospita in prima pagina le vignette di Tonino Risuleo: «Racconteremo la realtà ai lettori» stato negli anni ’70 con il fumetto hardcore. Ero molto giovane e disegnavo le scenografie in curiose prospettive tipiche del fumetto che a volte reinventano la realtà. Questo saper disegnare storie sequenziali, anche in modo molto rapido, mi ha portato anche ad affrontare il tema dello storyboard, la sceneggiatura disegnata. Quello è stato il modo per entrare nel rutilante mondo della pubblicità fino a diventare art director proprio in questo settore».
C’è una novità per i lettori di Unicusano Focus. Da questa settimana, infatti, conosceranno il “Topo Ban-Doc”. Un topo di laboratorio che, ormai libero, commenta a modo suo i fatti provenienti dall’attualità alla scienza in compagnia del suo amico “Microboh”. Attraverso delle accattivanti vignette in prima pagina il lettore potrà sorridere e riflettere su tanti aspetti della nostra società. Ne ha parlato il suo autore, l’artista poliedrico Tonino Risuleo durante il programma “Giochi a Fumetti”, in onda su Radio Cusano Campus. Prima di scoprire chi è Topo Ban-Doc, vogliamo scoprire chi è Tonino Risuleo. Se dovessi disegnarti, come lo faresti? «Come scritto nella home page del mio sito sono un “pupazzaro”. Questa definizione riassume nella maniera più precisa chi sono, non posso nascondermi dietro matite o pennarelli. Il saper disegnare è legato però a tante cose. Il mio “battesimo del fuoco” è
Tonino Risuleo si definisce con grande ironia un “pupazzaro”
Chi sono Topo Ban-Doc e Microboh? «Sono i due personaggi che accompagneranno, chi vorrà, a scoprire delle storie un po’ curiose. Il topolino è molto vicino alla scienza visto che frequenta i laboratori, anche suo malgrado. In questo caso è un topo che ha frequentato i laboratori di ricerca come cavia ma adesso si è affrancato da quella realtà ed è diventato lui stesso uno scienziato, così bravo che ha anche un assistente che ha trovato in un elemento an-
che lui presentissimo nei laboratori di tutto il mondo: un microbo (Microboh). Sono personaggi nuovi che chissà come evolveranno, ma le loro storie si muoveranno fra scienza e fantascienza, sullo sport o anche sugli accadimenti del quotidiano. Sarà Topo Ban-Doc a raccontare il tutto ai suoi lettori».
GIOCHI A FUMETTI IN ONDA SU RADIO CUSANO CAMPUS Condotta da Andrea Di Ciancio e Andrea Lupoli, la trasmissione radiofonica “Giochi a Fumetti”, dedicata al mondo dell’arte sequenziale e al gaming, va in onda su Radio Cusano Campus (89.1 in Fm a Roma e nel Lazio, in streaming su www.radiocusanocampus.it) tutti i sabati dalle 11 alle 12.
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oggi al coni la presentazione
Giochi Mondiali Invernali: gli Special Olympics in pista È prevista per questa mattina alle 10.30, presso la Sala Giunta del CONI in Piazza Lauro De Bosis 15 a Roma, la conferenza stampa di presentazione dei Giochi Mondiali Invernali Special Olympics in programma in Austria dal 14 al 25 marzo, alla presenza del presidente Giovanni Malagò, del presidente del CIP, Luca Pancalli, e del presidente di Special Olympics Italia, Maurizio Romiti. Saranno 2.700 gli atleti provenienti da 107 paesi; 34 gli atleti azzurri che porteranno alti i colori dell’Italia, gareggiando in quattro discipline sportive. Attraverso la corsa con le racchette da neve, lo
sci nordico, lo sci alpino e lo snowboard metteranno sotto i riflettori le proprie abilità. Gli oltre 20.000 spettatori avranno così l’opportunità di cogliere dal vivo la straordinarietà di questo evento, un traguardo per gli atleti e le loro famiglie, per le 2.700 storie di vita iniziate con difficoltà importanti e affrontate con un coraggio tale da meritare che il traguardo raggiunto sia anche un nuovo punto di partenza per il futuro. La storia di un atleta del Team Italia, di una famiglia, merita senz’altro di essere raccontata oggi, proprio perché emblematiPROTAGONISTI.
ca rispetto alle difficoltà, al coraggio delle proprie scelte e all’importanza di trovare sempre una motivazione per vincere sui propri limiti: Raffaele Boscolo, 34 anni, in Austria ai Giochi Mondiali Special Olympics gareggerà nello sci alpino. Per lui lo sport, come racconta la madre Elisa, è un’opporRaffaele Boscolo tunità di socializzare con altri ragazzi e genitori, di mettersi alla prova divertendosi e senza ansia, di godere delle
bellezze naturali con nuovi amici, di valorizzare ogni piccolo passo avanti nella realizzazione della propria autonomia, di sentirsi realmente protagonisti in una realtà accogliente e inclusiva. «La generosità di tutti i volontari coinvolti negli eventi ci colpisce e rafforza in noi la Mission
che la realtà Special Olympics porta avanti nel promuovere una società solidale ed accogliente per chi, come i ragazzi con disabilità intellettiva, chiede una vita vera e non relegata – spiega ancora la madre – Quanti ricordi indimenticabili fin dai primi Giochi sul Passo della Mendola fino a Merano, Entraque, Livigno, Pinzolo, La Thuile, Bormio». IL PROGETTO. A Padova, la cit-
tà di Raffaele, è attivo il Progetto Bombardino all’interno della Associazione Down DADI: una settimana sugli sci ogni stagione nelle più belle località delle Alpi. Ogni anno nuovi ragazzi hanno la possi-
bilità di imparare a sciare e per molti di loro l’obiettivo diventa quello di riuscire a partecipare ai Giochi invernali Special Olympics! «Non importa se sei ancora novizio o se riesci a gareggiare con gli avanzati, non importa se la medaglia sarà d’oro o solo di partecipazione. L’importante è esserci! – continua Elisa – Avercela messa tutta rispettando le regole! Festeggiare il podio di un amico come se fosse il tuo! Raccontarsi alla sera le emozioni della giornata aspettando la successiva! Abbracciarsi prima di partire per ritornare alle proprie città». Raffaele è dentro questa storia. © Copyright Università Niccolò Cusano
martedì 7 marzo 2017
cultura, sport e disabilità
Unicusano FOCUS V CORRIERE DELLO SPORT / STADIO
DIGNITÀ NELLA VITA DIGNITÀ NELLA MORTE Il drammatico caso di Dj Fabo è al centro del dibattito culturale e il 13 marzo la Camera discuterà il ddl sul testamento biologico La questione dell’eutanasia e del testamento biologico sono al centro del dibattito politico e culturale, anche grazie alla vicenda di Fabiano Antoniani (Dj Fabo) e
Il testo unificato che sarà posto all’esame dell’Aula è composto da cinque articoli per la scadenza del 13 marzo, quando andrà in discussione alla Camera un’iniziativa di legge sul testamento biologico, “Norme in materia di con-
senso informato e di dichiarazioni di volontà anticipate nei trattamenti sanitari”. Tale legge dovrebbe permettere, a chi lo volesse, di scegliere i trattamenti a cui essere sottoposto in caso di perdita della capacità di intendere, di volere e di esprimere la propria volontà sulle cure a cui essere sottoposto, anche nelle fasi terminali della propria vita. Testamento biologico ed eutanasia sono due questioni diverse, che però rinviano ad una stessa tematica di fondo: «Quando è lecito porre fine alla propria esistenza e a chi spetta decidere su quest’eventualità?». Si tratta della questione del “finis vitae” o
della “dolce morte”, dell’eutanasia. PRO E CONTRO. Quando par-
liamo di eutanasia ci riferiamo all’opportunità di mettere fine alla propria esistenza quando intervengono condizioni di vita invivibili, soprattutto a causa di malattie traumatiche e molto dolorose, totalmente disabilitanti e senza speranza di cure. In tali casi si dovrebbe parlare non tanto di interventi che determinano la fine della vita, ma piuttosto la fine della sofferenza. Le due posizioni di fondo sull’eutanasia sono quelle di chi sostiene il “diritto alla vita”, il diritto a tutelare la vita
umana in tutte le sue fasi (dal concepimento alla morte), a prescindere dalle condizioni in cui si svolge e dalla volontà degli individui. Accanto a questa c’è la tesi di quanti pensano che spetti all’individuo decidere sulla propria
esistenza, soprattutto quando quest’ultima si riduce a un tormento senza fine e senza speranza di miglioramenti significativi e duraturi. PROSPETTIVE DIVERSE. La pri-
ma tesi è quella sostenuta soprattutto negli ambienti cattolici, con l’argomento che la vita umana è un dono di Dio e che in nessun caso rientra nella disponibilità dell’uomo decidere se e quando porre fine alla propria esistenza. La questione principale è quella di definire cosa si debba intendere con
“vita”. Da una prospettiva religiosa ci si aspetterebbe che soprattutto l’aspetto spirituale della vita fosse considerato e valorizzato, come la sensibilità e la coscienza che, ad esempio, un individuo con un encefalogramma piatto non possiede. Al contrario, in tale prospettiva, si considera vita anche una condizione di perdita completa e definitiva della coscienza, della percezione, di attività anche minime di movimento, di comprensione e di elaborazione. In tal caso, il “diritto alla vita” può trasformarsi di fatto in un “dovere” di vivere e di soffrire, senza tener conto della volontà del singolo. Nella prospettiva laica è il singolo che in ultima istanza deve decidere su se stesso, anche se la decisione deve essere ponderata e sostenuta da riscontri oggettivi e confermati dalla medicina, come ad esempio l’ineluttabilità di un processo degenerativo. Nella prospettiva di matrice religiosa, la volontà dell’individuo non viene ritenuta determinante, almeno non viene ritenuta degna di ascolto la volontà di chi – come nel recente caso del Dj Fabo - chiede di poter porre termine alle proprie sof-
ferenze. In nome del “diritto alla vita”, di fatto si afferma un “dovere di soffrire”. DIRITTO ALLA VITA. Nella cul-
tura cristiana il dolore ha una sua dignità e una sua funzione redentrice; nella prospettiva laica la scelta estrema dell’eutanasia è una possibilità per chi ne vuole far uso, scelta che lascia libero chi la pensa diversamente di fare come meglio crede. Un argomento sostenuto da alcuni giuristi cattolici è che “non esiste un diritto a morire”, affermazione corretta, ma fuorviante. Avere un diritto, attraverso una norma che lo riconosca, una norma come quella che dice che «ogni uomo ha diritto ad un’esistenza dignitosa», significherebbe avere una pretesa che può essere riconosciuta o negata. Non si può avere il “diritto a morire” perché non si può evitare di morire, come non si può avere il diritto a respirare, perché non si può vivere senza l’ossigeno. Ma si può rivendicare un diritto a respirare aria pulita, come si può rivendicare, anche nella malattia, per chi lo voglia, il diritto di vivere dignitosamente e a non dover sopportare, in nome del-
la “vita”, un’esistenza ridotta allo strazio di una tortura permanente ed umiliante, senza pace e senza speranza, che abbia in prospettiva solo altra sofferenza e altro strazio. LE RAGIONI. Riconoscere le ra-
gioni di chi soffre, di chi non vuole percorrere sino un fondo un percorso debilitante ed invalidante che lo porterebbe a un’esistenza priva di coscienza e di sensibilità o ad uno stato permanente ed irreversibile di sofferenza, non significherebbe negare le ragioni della vita, ma avere una forma di vicinanza e di pietà per chi soffre e rispettare il suo diritto di accomiatarsi da un’esistenza nella quale non trova più nessuna ragione. Il rispetto della sofferenza materiale e spirituale dell’individuo, il rispetto della sua autodeterminazione, il rispetto della dignità umana nella vita e nel “finis vitae”, fanno parte non del diritto a morire, ma del diritto a una vita che sia una condizione di cui liberamente gioire e da cui liberamente accomiatarsi. Prof. Enrico Ferri Filosofia del Diritto e Storia dei Paesi islamici Università Niccolò Cusano
inclusione
Anche le barriere sociali ostacolano la disabilità Quando facciamo un discorso contro la discriminazione o trattiamo situazioni di vulnerabilità o diversità, spesso e volentieri facciamo una distinzione tra condizione, situazione e posizione. La prima è una dimensione individuale, mentre la seconda e la terza sono dimensioni sociali. La condizione ha a che fare con le caratteristiche che servono per identificare una persona, la situazione si riferisce al luogo in cui ci ha collocato la società e la posizione invece al grado di potere sociale (o organizzativo) che si possiede. BARRIERE. Nel caso di per-
sone con disabilità, di solito, la condizione è legata alla diversità (per qualcuno è di deficienza). Invece, la situazione normalmente ha a Martina Caironi alle Paralimpiadi di Rio de Janeiro nell’estate del 2016 che fare con l’idea di barriera, barriere sociali; ad esem- della posizione. Nel campo delle persone con disabilità combattere contro l’esistenpio, la definizione di perso- della disabilità, parliamo di di partecipare in forma pie- za di spazi speciali che posna disabile che usa la Con- posizione per fare riferimen- na ed efficace alla condu- sono finire per diventare veri venzione dei diritti delle to al potenziamento o, se si zione degli affari pubblici, e propri ghetti. Questo, nelpersone con disabilità, uni- vuole, al fatto che le persone senza discriminazioni e in lo sport, significa promuosce entrambe le dimensio- con disabilità possano par- condizione di uguaglianza vere la presenza di persone ni, come si verifica nell’arti- tecipare alle decisioni che li con gli altri. con disabilità nelle federacolo 2 comma 1: «Le perso- riguardano. zioni sportive in generale e ne con disabilità includono PARTECIPAZIONE. Lo sport non solo in quelle “speciali”. quanti hanno minorazio- INCLUSIONE. “Niente su di non può essere indifferen- Sicuramente questo si poni fisiche, mentali, intellet- noi senza di noi” è stato il te a questo e infatti non lo trebbe ottenere, facendo in tuali o sensoriali a lungo motto del movimento è; non c’è da stupirsi quan- modo che le federazioni si termine che in interaper i diritti delle per- do troviamo delle persone differenzino per la specializione con varie barsone con disabili- con disabilità nelle federa- tà sportiva e non per le perriere possono imtà, che ha permes- zioni sportive di sport desti- sone che praticano lo sport. pedire la loro pieso in alcuni ambi- nati specificatamente a loro, In ogni caso, finché ci saranna ed effettiva parti (ancora pochi) o nei Comitati Paraolimpi- no tali federazioni, sarebbe tecipazione nella che le persone ci. Questa realtà è qualco- anche necessario promuosocietà, su una base con disabilità siano sa che dovrebbe essere in- vere la presenza nella loro di eguaglianza con ascoltate e addirit- coraggiata e che permette- organizzazione di persone gli altri». Tuttavia, Rafael de Asís tura possano parte- rebbe un migliore sviluppo che non si trovino in situacipare agli organi di nelle pratiche sportive. Tut- zioni di disabilità. esiste una terza dimensione che non è presen- potere delle organizzazioni tavia, l’idea di inclusione sote in questa definizione, indi- e delle istituzioni. La stessa ciale va oltre, generalmenProf.Rafael de Asís pendentemente dal fatto che Convenzione si riferisce in te si tratta di avere l’oppor- Università Carlo III - Madrid alcuni la considerino par- diversi articoli a questa ne- tunità di partecipazione in Traduzione dal castigliano te della situazione; si tratta cessità, ricordando il diritto qualsiasi campo e anche di dell’Avv. Katerine Solorzano
martedì 7 marzo 2017
unicusano focus VII CORRIERE DELLO SPORT / STADIO
LA CUSANO E il calcio
con coralli La reggina ha fatto gol L’attaccante è il capitano e trascinatore degli amaranto «Avevo sempre sognato di giocare in una piazza così»
Dieci reti in campionato per Claudio Coralli con la maglia della Reggina credit Reggina 1914
È il trascinatore indiscusso della squadra, l’uomo dal quale tutti prendono esempio. In poco tempo il suo cuore è diventato granata e anche i tifosi hanno ormai capito che la Reggina, lì davanti, ha molto più in un centravanti. Claudio Coralli, classe 1983, non riesce a non dare tutto per la maglia che veste. Un giocatore ancora romantico, che voleva a tutti i
«La nostra rosa è molto giovane ma ricca di talenti Su tutti Porcino e Di Francesco» costi misurarsi con una piazza come quella di Reggio Calabria. «Sono cresciuto nelle giovanili dell’Empoli, avevo 12 anni quando sono arrivato lì – racconta Coralli - Fino ai 19 anni ho militato in Primavera e poi ho cominciato a girare l’Italia».
Prima stagione in Calabria per Coralli credit Reggina 1914 A REGGIO. Tivoli, Meda, Pizzi-
ghettone, Lucca: Coralli andava in giro a farsi le ossa: «Sono stato bene ovunque. A Meda ero giovane e vivevo benissimo, una società splendida che lanciava i giovani. Sono maturato molto prima di andare a Pizzighettone e Lucca. Sono poi tornato a Empoli per sei mesi in serie A. Mister Cagni mi disse di andare a giocare al Cittadella e così feci. Poi, purtroppo, due gravi infortuni mi hanno penalizzato». Una nuova partenza, quindi, di nuovo dal Cittadella: «Sto-
no stato lì altri tre anni fino a quando la società non ha fatto scelte diverse. La Reggina mi ha dato una grande possibilità. Avevo detto alla mia famiglia che sarei andato al Sud solo alla Reggina. Quando avevo giocato al Granillo da avversario sognavo di far parte di una piazza del genere». MISTER ZEMAN. In amaran-
to Coralli ha trovato Karel Zeman, figlio di Zdenek, in panchina: «Col mister
mi trovo benissimo. All’inizio le cose sono andate così e così. Conoscendoci reciprocamente abbiamo costruito un rapporto bellissimo. Sono molto contento, è un bravissimo allenatore e un bravo ragazzo. Ha fatto 40 anni da poco, è molto giovane, per me è una specie di fratello. Anche la squadra molto giovane con dei giocatori di prospettiva. Abbiamo alcuni elementi che forse sono i più bravi del girone C, Porcino e De Francesco ad esempio stanno facendo un campionato strepitoso. Bisogna lottare fino in fondo per questa salvezza che è molto dura». I TIFOSI. Anche il rapporto con i tifosi è in continuo divenire: «Ho cominciato a conoscere Reggio Calabria e i tifosi. Se gli dai loro ti danno. Domenica siamo andati sotto la curva perché deve tornare entusiasmo. Lo avevamo perso a Caserta, facendo un 2-2 incredibile quando dovevamo vincere con quattro gol di scarto. Siamo andati in calo e le ultime gare erano state veramente brutte. Volevo far capire alla gente che ci serve entusiasmo». Nessun rammarico in carriera per Coralli: «Sono stato bene in tutte le città dove sono andato, ho sempre dato il cuore per la maglia. Essendo di Firenze, pensavo di chiudere la carriera a Empoli. Poi pensavo di chiuderla a Cittadella. Ovviamente ora non dico che voglio chiudere qui la carriera. Vediamo, nel calcio non decido ma qui sto benissimo e spero di rimanere più a lungo possibile». © Copyright Università Niccolò Cusano
Il vivaio dell’UnicusanoFondi
Doppio successo per Giovanissimi e Allievi regionali Pur in un weekend nuovamente a passo ridotto per via dei turni di riposo previsti per i principali campionati nazionali, nel settore giovanile dell’UnicusanoFondi non sono mancate importanti note positive. Sono quelle che provengono dalle due squadre partecipanti ai campionati regionali fascia B, che hanno portato a casa due vittorie. REGIONALI FASCIA B. Gli Allie-
vi hanno vinto a spese dei romani del Dabliu tornando così a sorridere dopo due pareggi consecutivi, confermando una striscia positiva che dura da ben undici giornate e che vale la terza posizione in classifica. I Giovanissimi hanno saputo vince-
re sul campo del S.S. Michele e Donato, incamerando la vittoria stagionale numero dodici. Successo che permette di conservare il secondo posto e di preparare nel modo migliore il rush finale nel quale tentare il tutto per tutto. E nei rispettivi tornei, le due compagini sono inoltre accomunate dal fatto di poter vantare la seconda miglior difesa dell’intera categoria: altro motivo di ampia soddisfazione. IL PROSSIMO TURNO. Nel pros-
simo fine settimana toccherà nuovamente alla Berretti e alle squadre Under 15 e 17, che corrono per importanti obiettivi. A sei giornate dalla fine, i ragazzi di Alessandro Parisella attendono al Puri-
ficato la visita del Francavilla con l’obiettivo di cementare la prima posizione e di lanciarsi dritti verso i playoff. Allievi e Giovanissimi sono invece alla vigilia del quintultimo turno di regular season, e saranno chiamati ad affrontare il Melfi in un duplice confronto che si annuncia alla portata di entrambe le formazioni. I più grandi sembrano camminare ormai spediti verso la seconda fase, e attendono solamente la certezza matematica di una qualificazione praticamente in tasca; i piccoli vivono invece un momento non facile, e un successo potrebbe dar loro nuovo slancio per la lotta play off che si è fatta decisamente complicata. © Copyright Università Niccolò Cusano
LA VIGNETTA
Prodotto da “L’ Arte nel Cuore”, Testi di Andrea Giovalè, Disegni di Vincenzo Lomanto. www.fourenergyheroes.it