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UNICUSANO FOCUS Università degli Studi Niccolò Cusano - Telematica Roma

ALLEGATO AL NUMERO ODIERNO DEL

I.P. A CURA DELL’UNIVERSITà NICCOLò CUSANO e di SpoRTNETWORK martedì 16 maggio 2017 www.corrieredellosport.it

Settimanale di Scienza, Industria e Sport a cura della Cusano

L’analisi Dibattito su Tredici Amici Unicusano Genesi dei movimenti La serie tv sui suicidi vista Quando il Campus dai docenti di psicologia contrari all’Europa fa la differenza > A pagina V

> A PAGINA IV

> A PAGINA VI

il punto

La centralità dello studente

L’

«Il talento non basta: ai miei allievi dico sempre che la cultura è fondamentale», assicura Verdone

attività didattica è fondamentale per lo sviluppo di qualsiasi università ed è destinata a costituirne sempre più fattore di successo. È necessario recuperarne la piena considerazione e darle dignità pari a quella di ricerca che continua, ovviamente, a essere al centro dell’attenzione in ogni ateneo. Sono fermamente convinto che, in un periodo così complesso per la vita del Paese, soltanto un’efficace azione di recupero del vero significato e della rilevanza della funzione docente unita alla convinzione dell’assoluta centralità degli studenti e delle loro esigenze, possa significativamente contribuire all’innalzamento della qualità media delle Università italiane e a un deciso miglioramento della preparazione dei discenti. Le università, come le scuole primarie e secondarie, non esisterebbero se non ci fossero gli studenti: è un’affermazione scontata, assolutamente incontestabile, ma spesso ci si dimentica di tenerne conto. Teniamo sempre bene a mente questo concetto. Il docente universitario deve qualificarsi non soltanto in base alla sua attività scientifica ma anche in relazione alle sue capacità didattiche e, soprattutto in momenti difficili come quelli che stiamo attraversando, deve costituire per gli studenti un punto di riferimento costante che va ben oltre la natura di semplice veicolo di trasmissione delle conoscenze e competenze disciplinari. Fabio Fortuna Magnifico Rettore Università degli Studi Niccolò Cusano

a lezione da carlo

> A PAGINA II

special olympics

La sindrome di Down “non è come sui libri” > A PAGINA V

SEGUE A PAGINA III


II UNICUSANO FOCUS CORRIERE DELLO SPORT / STADIO

martedì 16 maggio 2017

cultura e università

“un sacco bello”

da interprete

Nel 1980 debutto con David

All’Oscar insieme a Sorrentino

L’esordio sul grande schermo di Verdone è stato nel 1980 con “Un sacco bello”. Il film, scritto insieme a Piero De Bernanrdi e Leonardo Benvenuti, fu un successo al botteghino e vinse un David speciale.

Carlo Verdone è tra i protagonisti di “La grande bellezza”, film di Paolo Sorrentino vincitore del premio Oscar 2014 nella categoria Miglior film straniero. Per la sua interpretazione, ha vinto anche un Ciak d’Oro.

carlo verdone quando il destino si chiama cinema L’attore e regista ha da poco festeggiato i quarant’anni di carriera «Non smetterò mai di ringraziare il pubblico: è stato il mio turbo» Carlo Verdone non ha bisogna di presentazioni. Attore e regista che ha saputo dare nuova linfa alla commedia italiana, ha da poco festeggiato i 40 anni di carriera. Per fare un punto su questa cifra tonda, è intervenuto ai microfoni di Radio Cusano Campus, l’emittente dell’Università degli Studi Niccolò Cusano, nel corso della diretta di “ECG”, il programma condotto da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio. Carlo, quarant’anni di carriera e di successi. Che periodo è questo? «È il momento più difficile e complicato per creare e inventare, perché è come un Medioevo senza orizzonti. Viviamo in un ipotetico benessere, ma in realtà non ho mai visto un periodo con così tanta miseria, povertà e disperazione. Dopo la seconda guerra mondiale tutto doveva andare meglio in qualche modo. Invece, stranamente, non c’è la guerra mondiale ma c’è una tensione continua, con un sistema economico che è imploso, la ricchezza si è spostata da al-

«La vita ha scelto la mia strada Oggi ai ragazzi dico che la cultura è fondamentale» tre parti e soprattutto per i giovani oggi è tutto molto complicato. È difficile scrivere in un periodo molto fragile, con un futuro minaccioso. Però il compito di chi fa commedie è anche quello di raccontare il presente, di raccontare l’attuale, cercando di far sorridere ma anche riflettere sui temi che riguardano il momento attuale, altrimenti la commedia non serve a niente». Com’è cambiata la società mentre tu la raccontavi con i tuoi film e con i tuoi personaggi? «Nel 1979 iniziai a prepara-

re “Un Sacco Bello” e c’erano ancora dei frammenti di una certa Italia e di una certa Roma. La città ancora sopravviveva nei suoi abitanti di quartiere, esisteva ancora qualche superstite tipo Sora Lella e un caratterista come Mario Brega. Poi, improvvisamente, è cambiato tutto: la vita, la fisionomia della città. Questa fisionomia la puoi riscoprire soltanto in alcuni film, romanzi o racconti. La puoi riscoprire in Pasolini, in Moravia, nei film in bianco e nero della commedia italiana. Poi dopo si è andato tutto quanto un po’ trasformando». Se non fossi diventato il Carlo Verdone che oggi tutti conosciamo, quale strada avresti preso? «I miei studi erano degli studi storico-religiosi, la mia laurea l’avevo già definita: era in Storia delle religioni. Poi Roberto Rossellini mi prese al centro sperimentale di cinematografia e a quel punto ho cambiato la tesi di laurea, parlando dell’influenza della letteratura italiana nel cinema muto italiano. Una tesi indicata anche da mio padre, ovvio, ma di cinema muto ne sapevo abbastanza. Io praticamente ho fatto quel che non pensavo di fare, e quel che pensavo di fare non l’ho fatto. In realtà la vita ha scelto per me». Hai un rapporto splendido con il pubblico. «E non finirò mai di ringraziarlo. Io posso essere anche stato bravo in alcuni film ad aver consegnato un periodo, battute, personaggi, tic, gestualità, ma il pubblico mi ha dato la spinta più forte, è stato il mio turbo, mi ha aiutato

dalle 8 alle 11 appuntamento con ecg regione lazio Ecg Regione Lazio è l’appuntamento radiofonico con la cronaca, l’attualità e la politica al cardiopalma: dalle 8 alle 11, tutti i giorni, dal lunedì al venerdì, su Radio Cusano Campus, Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio presentano inchieste esclusive e interviste pungenti con irriverenza e ironia.

Carlo Verdone, 66 anni

a proseguire. Senza pubblico non vai da nessuna parte». Come sono stati i tuoi esordi nel mondo dello spettacolo? «Facevo tutto l’esatto contrario che il mio agente voleva che facessi. Tutte le mie decisioni erano giuste, tutte le sue decisioni erano sbagliate. Mi sono sempre amministrato nel migliore dei modi, ho dato retta al mio buonsenso anziché alle intuizioni del mio agente. Se avessi accettato un altro produttore al posto di Sergio Leone, sareb-

be andato tutto in maniera diversa. Io dopo “Non stop” ebbi la telefonata di tutto il cinema italiano che voleva fare un film con me ma dicevo sempre di no. Soltanto Sergio Leone, quando mi chiese di scrivere e dirigere un film, mi convinse. Questo fatto che un grande personaggio come lui abbia puntato su un giovane all’epoca fu molto importante. Era un grande produttore ma soprattutto un grande regista. Me lo sono cercato, ho atteso, sono andato avanti dicendo più no che sì».

Hai un consiglio da dare ai giovani? «Possono avere tutto il talento che vogliono, ma si devono amministrare bene. E poi mi spaventa una cosa dei giovani: non hanno memoria storica. È mai possibile che io chieda a uno studente che sta facendo una scuola d’eccellenza di cinema se ha visto i film di Ugo Tognazzi e lui mi risponda che i fratelli sono due e poi mi fa scena muta? Con quel ragazzo sono stato molto antipatico, ma è inaccettabile non sapere chi sia Ugo Tognazzi. È follia. Questo significa memoria storica zero e ignoranza enorme. Se io ho fatto quello che ho fatto, lo devo anche alla lezione dei grandi padri della commedia. Io frequentavo i cineclub con una tesserina che mi ha regalato mio padre e andavo cinque giorni su sette al film studio di Roma, l’ho fatto per tre anni. Ho visto di tutto. Alla fine una piccola cultura cinematografica ce l’ho avuta, me la sono fatta. Quindi ai ragazzi dico che la cultura è fondamentale». Regalaci qualche “chicca” sui tuoi capolavori: “Un sacco bello”? «Enzo e l’amico di Martucci non arriveranno mai a Cracovia. Il bullo mette in macchina l’amico di Martucci, partono,

La didattica dell’Università niccolò cusano

Tourism Management un settore in crescita Qual è la portata economica del turismo nel nostro Paese? Il 2015 si è chiuso con un consolidamento dell’incoming: i dati Istat provvisori mostrano infatti una crescita del 6,6% degli arrivi e del 3,1% dei pernottamenti rispetto al 2014. Numeri che confermano come sia sempre alta la domanda di professionisti del settore. A questi ultimi si rivolge il Master di I livello attivato dall’Università Niccolò Cusano in “Tourism Management”, afferente alla facoltà di Economia per l’Anno Accademico 2016/2017, di durata pari a 1.500 ore, corrispondenti a 60 crediti formativi universitari. Sarà rogato in modalità e-learning con piattaforma accessibile 24h/24, con workshop e seminari di approfondimento tematico oltre a case history e incontri con testimonials e professionisti del settore. OBIETTIVI. Dal punto di vista professionale, il mercato richiede figure specializzate nella governance e nel management delle imprese e delle destinazioni turistiche, naziona-

ma c’è una chiazza d’olio sotto l’automobile. La macchina perdeva l’olio, quelli arrivano a Orte e si fermano. Non arriveranno mai a Cracovia». E su “Compagni di Scuola”? «Io ho sempre pensato che a rubare i soldi a Finocchiaro fosse stata la padrona di casa, interpretata da Nancy Brilli. E anche Finocchiaro a un certo punto parlando con De Sica gli dice che è stata lei. Alla fine lei è stata cacciata via di casa, non ha una lira, l’amante la sta mandando via. Quindi per me la ladra è Nancy Brilli, la padrona di casa». Che rapporto hai con i social? «Sono su Facebook, sono stato quasi obbligato ad aprire una pagina. Alcuni miei fan si spacciavano per me, pubblicavano foto anche private prese dal mio sito. A quel punto ho deciso di sbarcare su Facebook e devo dire che la mia è una pagina molto pacata, non mi va di aprire polemiche, perché ne siamo talmente pieni di chi fa discussioni anche in maniera violenta. E a me questo non interessa. Finora devo ammettere che è gradevole, regalo sempre qualche curiosità, qualche racconto, qualche aneddoto». © Copyright Università Niccolò Cusano

Per segnalazioni, commenti, informazioni, domande alla redazione dei contenuti del settimanale Unicusano Focus – Sport & Ricerca, potete scrivere all’indirizzo: gianluca.fabi@ unicusano.it

li e internazionali come imprese alberghiere, tour operator, agenzie di viaggi, imprese di ristorazione e tutte le altre tipologie di imprese operanti nel sistema turistico. Lo studente, quindi, acquisirà e svilupperà in particolare competenze manageriali ideali per la valorizzazione e lo sviluppo sostenibile delle risorse culturali. INFO. Per maggiori informazioni: infomaster@unicusano.it © Copyright Università Niccolò Cusano


martedì 16 MAGGIO 2017

Unicusano FOCUS III CORRIERE DELLO SPORT / STADIO

CULTURa

LA DELICATA ATTIVITà del docente Il rettore Fabio Fortuna analizza doveri e responsabilità dell’insegnante nel percorso formativo dello studente compito di incoraggiarli, mettendo al loro servizio le nostre conoscenze e competenze e offrendo ampia disponibilità per aiutarli nel perseguimento dei loro obiettivi.

SEGUE DA PAGINA I

L’insegnamento non è un lavoro come gli altri perché condiziona, a tutti i livelli d’istruzione, le possibilità di realizzazione personale e professionale nella vita sociale da parte dei singoli. Quello universitario contribuisce in modo decisivo, se impartito con passione o, quantomeno, con dignità professionale, alla formazione delle future classi dirigenti e/o di professionalità comunque fondamentali per la vita del nostro Paese. Un buon professore, quindi, deve avere passione per ciò che fa e deve essere capace di trasmetterla ai discenti. Non deve mai ergersi a giudice implacabile dello studente. Al contrario, deve aiutarlo nel suo percorso e mettere al suo servizio l’esperienza maturata nel corso del tempo per fargli superare qualsiasi difficoltà. Ciò non vuol dire e non va confuso, ovviamente, con un atteggiamento troppo morbido ed eccessivamente indulgente: va tradotto in un comportamento di piena disponibilità e aiuto.

GARANZIA. Nelle giornate de-

responsabilità. L’attività del docente, infatti, è importante per tutti ma risulta fondamentale e vitale per quelli meno capaci. In questi casi, caratterizzati da evidenti difficoltà di apprendimento ma nel contempo da serietà, impegno e volontà d’imparare, è opportuno mettersi al loro fianco per dare consigli e guidarli in modo adeguato. I docenti e, più in generale gli adulti, hanno il dovere e la responsabilità di porsi su un piano di attenta considerazione delle condizioni di vita dei giovani, senza pensare, come spesso avvie-

ne, di essere più bravi di loro. Le nuove generazioni, infatti, non sono migliori o peggiori delle precedenti ma semplicemente differenti e inserite in un contesto condizionato dal sempre più rapido progresso tecnologico, da estremo dinamismo e notevole complessità. È indispensabile dar loro la possibilità di sprigionare le potenzialità acquisite nel proprio percorso formativo, senza dover necessariamente allontanarsi e cercare fortuna all’estero. La ripresa del Paese passa attraverso il successo dei giovani e a tutti noi spetta il

CONVEGNO

dicate all’orientamento degli studenti delle scuole secondarie superiori, non mi stanco mai di ripetere quanto sia importante continuare gli studi e, possibilmente, avere risultati brillanti che sono garanzia di successo nella vita. Certo, aggiungo, lo studio comporta grande fatica - molto più del lavoro, dico sempre - e ha l’inconveniente di dare frutti veri e propri soltanto nel lungo periodo. Al di là della soddisfazione legata al voto più o meno elevato conseguito nelle prove d’esame, infatti, studiare con costanza, serietà e impegno consente di elevare la propria condizione culturale, umana e, in prospettiva, professionale. Non implica la rinuncia al divertimento, allo sport e alle altre attività: la giornata è fatta di 24 ore e c’è tempo per tutto, a condizione che ci si sacrifichi e ci si sappia organizzare.

DIREZIONE. Noi docenti dob-

biamo ricordare sempre tutto ciò agli studenti - soprattutto a quelli più esposti ai negativi luoghi comuni che tendono a sminuire l’importanza di questi discorsi - per evitare che si scoraggino nel portare avanti il sano sacrificio quotidiano che li accompagna sicuramente nella giusta direzione. Solo in questo modo il nostro Paese potrà continuare a mostrare segnali di ripresa e risollevarsi dalla difficile situazione in cui ancora si trova. Le considerazioni sinteticamente esposte, frutto dell’esperienza maturata prima come studente e poi come professore, lasciano

intuire quali responsabilità gravino sui docenti per la buona riuscita del percorso formativo dei discenti non soltanto in relazione al ristretto campo disciplinare ma, più in generale, in riferimento alla loro crescita umana e culturale. L’ESPERIENZA UNICUSANO.

Nell’Università Niccolò Cusano, questi concetti devono e sono tenuti ben presenti dai professori e dai ricercatori che hanno incarichi d’insegnamento e, più in gene-

rale, da coloro che sono responsabili della didattica. Non a caso utilizzo questa espressione perché, oltre a quelle già richiamate, esistono altre figure che contribuiscono in modo rilevante alla formazione degli studenti: mi riferisco ai tutor e ai consulenti didattici che rappresentano l’anello di congiunzione tra docenti e studenti. La combinazione tra

attività dei responsabili della didattica, lezioni registrate, in presenza e in videoconferenza con possibile interattività, garantisce un supporto completo e agevolmente fruibile; slides, e-books, test di valutazione per l’autoverifica e manuali consigliati completano e arricchiscono gli strumenti di apprendimento. I risultati conseguiti in questi anni ci confortano in merito alla validità delle metodologie utilizzate che continuiamo ad affinare in virtù dell’esperienza acquisita; ovviamente, il successo dei singoli dipende poi dal loro serio impegno che costituisce requisito necessario per portare a termine nel modo migliore il percorso intrapreso. Fabio Fortuna Magnifico Rettore Università degli Studi Niccolò Cusano

18 Maggio

Giovedì al Campus della Cusano si parla di Sindone

Giornata di studio - ore 9,00 -17,00 Aula Magna - Università Niccolò Cusano Via don Carlo Gnocchi, 3 - Roma

a Roma canta uno speaker di radio cusano Campus

In diretta streaming sulla pagina Facebook della Cusano

Giovedì 18 maggio, nell’Aula Magna del Campus dell’Università Niccolò Cusano di Roma (in via don Carlo Gnocchi 3) si terrà una giornata di studio dal titolo “La Sindone – Un mosaico di indagini e ricerca”. Dalle 9 alle 17, appunto sul tema del lenzuolo di lino conservato nel Duomo di Torino che si suppone sia stato utilizzato per avvolgere il corpo di Cristo nel sepolcro. I saluti istituzionali saranno affidati al rettore dell’università, il professor Fabio Fortuna e a Monsignor Lorenzo Leuzzi, vescovo ausiliare di Roma Delegato Pastorale Universitaria. Tra gli altri, interverrà anche don Domenico Repice, teologo e cappellano dell’Università Niccolò Cusano.

© Copyright Università Niccolò Cusano

09,00

Iscrizioni partecipanti

09,30

Saluti istituzionali Prof. Fabio FORTUNA - Rettore - Università Niccolò Cusano Sua Ecc.za Mons. Lorenzo LEUZZI - Vescovo ausiliare di Roma Delegato Pastorale Universitaria

09,40 09,50

Introduzione alla Giornata di Studio Prof. Francesco MATTIOLI - Sociologo - Sapienza Università di Roma

10,00

Crocifissione, Morte e sepoltura di Gesù nei vangeli canonici Don Domenico REPICE - Teologo - Cappellano UniCusano In Novitate Radix – Amici romani della Sindone

10,30

La Fisica e la Sindone Prof. Paolo DI LAZZARO - Vice direttore del Centro Internazionale di Sindonologia - Fisico ENEA di Frascati

11,00

Pausa caffè

11,30

Update su Sindone e Medicina Dott.ssa Monica PERSIANI - Medico Chirurgo

12,00

Dibattito Prof. Francesco MATTIOLI - Sociologo - Sapienza Università di Roma

13,00

Pausa Pranzo

14,30

Tracce della Sindone nella Storia antica Prof. Emanuela MARINELLI - Dott. Scienze Geologiche e Scienze Naturali - Collegamento pro Sindone

15,00

Gli Studi Radiativi della Sindone a Frascati Prof. Giuseppe BALDACCHINI - Fisico già all’Enea

15,30

La datazione dei materiali cellulosici a partire dal problema della Sindone: il contributo della Chimica Prof. Luigi CAMPANELLA - Chimico - Sapienza Università di Roma

16,00

Dibattito Prof. Francesco MATTIOLI

Diretta Facebook sulla pagina dell’Università Niccolò Cusano

Mostra sulla Sindone 17-18-19 Maggio 2017 In collaborazione con

Bussoletti live il 18 maggio all’Auditorium Parco della Musica Un concerto tra passato, presente e il prossimo futuro quello che Bussoletti terrà all’Auditorium Parco della Musica di Roma giovedì 18 maggio alle ore 21. Per l’occasione, il cantautore – tra

Con il cantautore sul palco ci saranno anche Cecile, Dalise, Eusebio Martinelli e Marco Ligabue gli speaker di Radio Cusano Campus - ripercorrerà il suo repertorio, tra cui diversi i brani tratti dal disco “Pop Therapy”, che due anni fa entrò nella Top10 della classifica vendite Fimi, e i singoli “Correre” e “Selvaggia Lucarelli” (quest’ultima ha fatto

registrare numeri da record su YouTube) contenuti nel nuovo progetto discografico di prossima uscita. GLI OSPITI. In programma nel-

la Sala Petrassi dell’Auditorium Parco della Musica, il live vedrà la partecipazione di Marco Ligabue, Cecile, Dalise ed Eusebio Martinelli. «Sono molto felice di tornare all’Auditorium dopo il sold out fatto registrare l’anno scorso - spiega il cantautore. Ho invitato amici e colleghi che stimo per condividere il palco e regalare al pubblico emozioni inattese. La bravissima Dalise che l’Italia ha conosciuto col primo X Factor e che ha vinto il Festival di Castrocaro. Ci sarà Cecile, che mi colpì al Festival di Sanremo dello scorso anno. Con Eusebio Martinel-

li duetterò in un brano inedito. Avrò anche l’onore di dividere il palco con Marco Ligabue, che ho conosciuto giocando insieme nella Nazionale Cantanti, e con cui canterò “Correre”». Sul palco Bussoletti sarà accom-

pagnato da Giuseppe “The Peps” Mangiaracina al basso e al microkorg, Max Bossi alle chitarre, Maurizio Piacente alle tastiere e alle programmazioni e Andrea Nicolè alla batteria. © Copyright Università Niccolò Cusano


IV UNICUSANO FOCUS CORRIERE DELLO SPORT / STADIO

MARTedì 16 maggio 2017

università E CULTURA

tredici, la serie choc che parla del suicidio

1 di

13

Due docenti della Cusano analizzano in 13 articoli il caso televisivo Hannah Baker è un’adolescente comune, frequenta la scuola superiore in una cittadina come tante, proviene da una famiglia non particolarmente problematica, ha interessi e sogni. Hannah Baker si suicida e, cosa fondamentale, decide di raccontare le 13 motivazioni del suo gesto registrando delle audiocassette. Già da questo lo spettatore si rende conto di come la scelta di affidare la narrazione a un mezzo desueto sia fortemente in contrasto con protagonisti che vivono ai tempi nostri e, di conseguenza, sono nati e cresciuti in un mondo in cui le cassette sono scomparse o al massimo fanno parte dei racconti degli adulti. Questo è, so-

stanzialmente, il punto di partenza di una serie, che sta facendo molto discutere, uscita il 31 marzo 2017. Molte sono le questioni affrontate, a volte con delicatezza altre volte con brutalità ma sempre in modo onesto. Lo spettatore, sia adulto sia adolescente, rimane colpito e alla fine di ogni episodio sembra dover rispondere alla domanda «In che altro modo si sarebbe potuto fare?» e, soprattutto, sembra essere messo di fronte al dubbio di come si sarebbe comportato in una situazione analoga. IL TEMA. Il suicidio è all’ap-

parenza il tema centrale ma, mano a mano che la storia viene raccontata, o ascoltata, Una scena della serie. A destra la protagonista Hannah Baker interpretata da Katherine Langford

ci si accorge come ve ne siano molti altri. È una serie che parla di adolescenza e delle difficoltà a essa connesse. Allo stesso tempo, affronta il tema del bullismo, o forse sarebbe meglio dire, di una versione più attuale e diffusa di tale comportamento. Ci racconta la difficoltà per chi ri-

mane, non solo di elaborare il lutto (sempre che sia possibile) ma di continuare a vivere con l’assenza della persona da un lato e la costante, e invadente, presenza del senso di colpa e delle mille domande rimaste senza risposta. Sottolinea come adolescenti e adulti, sia che siano in conflitto sia che non lo siano, continuano ad avere difficoltà a incontrarsi. Gli adulti sembrano aver perso di vista il loro ruolo e oscillano tra il voler essere amici dei figli e l’essere dei buoni educatori, seguendo metodi appresi dai propri genitori o dai libri. Parla del paradosso dei nostri tempi, ovvero dell’essere sempre connessi (tramite social, chat. etc...) ma che, troppo spesso, non corrisponde a una reale condivisione e comunicazione. Inoltre, mostra le fragilità di chi si è suicidato, ma anche di chi non lo ha fatto, e si interroga sul perché alcuni decidono di togliersi la vita e altri, con esistenze altrettanto difficili, non lo fanno. Il suicidio spaventa tutti, gli adulti

ma anche gli adolescenti, perché è un atto estremo, definitivo che coinvolge in modo drammatico il mondo di chi ha deciso di compiere il gesto. TREDICI ARTICOLI. Questa

serie è stata pensata, scritta e diretta magistralmente riuscendo a tracciare, in modo estremamente chiaro, alcuni temi che saranno lo spunto di una serie di articoli che verranno pubblicati per le prossime 13 settimane. Quindi, parafrasando Hannah Baker, «se volete sapere come continua… ascoltate il prossimo nastro». Prof.ssa Caterina D’Ardia Neuropsichiatra infantile Docente di Psicologia dello sviluppo Università Niccolò Cusano Dott.ssa Nicoletta Vegni Psicologa Psicoterapeuta Docente di Psicologia clinica Università Niccolò Cusano

studenti made in cusano

Specializzarsi nel mondo della finanza

L’Università Niccolò Cusano lancia il corso di preparazione al concorso per Allievi Agenti della Polizia di Stato. La didattica include video-lezioni e approfondimenti, nonché la simulazione di prove concorsuali. Per gli idonei programma di allenamento gratuito. Per ulteriori informazioni 06.45678363, infomaster@unicusano.it e www.unicusano.it

Katia Bona, laureata in Scienze politiche presso l’Università Niccolò Cusano e attualmente Finance & Administration Manager, ci racconta il suo percorso formativo e professionale: «Mi sono diplomata in ragioneria, e dopo un anno alla facoltà di Lingue e letterature straniere ho lasciato l’università e ho intrapreso la mia carriera lavorativa. Dal 1997 al 2010 sono stata in un’azienda di stampaggio plastica inizialmente come responsabile commerciale e approvvigionamenti e successivamente nel reparto amministrazione/risorse umane. Durante questi dodici anni ho proseguito la mia formazione seguendo corsi di lingua e corsi di sviluppo professionale. Dal 2010 lavoro in una società

multinazionale del settore “Marine”, nella quale ho raggiunto il livello di Quadro e ricopro il ruolo di Finance & Administration Manager». LA SCELTA. Katia spiega i mo-

tivi che l’hanno spinta ad avvicinarsi a Unicusano: «Da sempre interessata alle relazioni internazionali, quando ho deciso di provare a ricominciare a studiare ho vagliato tutte le università telematiche italiane. La mia scelta è ricaduta su Unicusano per l’offerta formativa, la presenza di una sede d’esame a solo un’ora di distanza da dove vivo, gli innumerevoli appelli, le recensioni positive che ho avuto modo di leggere nonché il costo ragionevole. Il conseguimento della laurea, insieme agli esami sostenuti nel triennio,

Katia Bona, laureata all’Università Niccolò Cusano

oltre ad arricchirmi a livello personale danno al mio curriculum una marcia in più. Economia politica e politica economica riguardano il mio lavoro quotidiano, così come l’esame di spagnolo e

tutti quelli di diritto. Senza contare che mi si apriranno maggiori opportunità nell’eventualità di dover vagliare altre esperienze lavorative». PUNTI CHIAVE. Katia, molto

appassionata del suo lavoro, indica in particolare i tre punti chiave che la motivano ogni giorno: «La multinazionalità, mi interfaccio ogni giorno con colleghi di ogni parte del mondo, aprendo la mente alla multiculturalità, che mi affascina molto, sia a livello personale che lavorativo; il lavoro in team: da sempre amo lavorare e relazionarmi con gli altri; il controllo di gestione: da buona ragioniera, budget e analisi dei costi mi appassionano ancora». E poi le competenze che secondo lei non possono mancare per chi vuole ricoprire un ruolo analogo al suo: «Una buona conoscenza delle principali lingue straniere, una profonda conoscenza della contabilità e una conoscenza delle principali questio-

ni in materia di gestione del personale». Katia indirizza anche un consiglio a coloro che stanno frequentando un corso di laurea in Scienze politiche: «Non mollare mai e crederci, i sacrifici saranno ricompensati». Chiare le idee sul futuro: «Al momento non sono interessata a un avanzamento di carriera, che nel mio caso significherebbe passare al ruolo dirigenziale. I miei figli sono ancora piccoli e preferirei dedicare loro ancora un po’ del mio tempo. Se il lavoro me lo permetterà, tra non molto vorrei riprendere gli studi all’Unicusano per il conseguimento della laurea magistrale in Relazioni internazionali. Questo mi offrirebbe sicuramente ulteriori sbocchi occupazionali». © Copyright Università Niccolò Cusano


martedì 16 MAGGIO 2017

cultura, sport e disabilità

PRIMA PARTE

la crisi dell’europa e il tempo delle scelte I movimenti anti UE sono in crescita: si rischia un ritorno al passato? In questi giorni si ricorda e si celebra, non senza una sfumatura di tristezza per la recente uscita della Gran Bretagna dall’UE, un anniversario: nel 1957, sei paesi europei (Italia, Francia, Repubblica Federale Tedesca, Paesi Bassi e Lussemburgo) ratificavano a Roma la costituzione della CEE (Comunità Economica Europea), che era lo sviluppo di una precedente intesa del 1951, sul libero mercato del carbone e dell’acciaio (CECA). Nel 1992 il nome venne cambiato in Unione Europea e nel corso degli anni i sei stati iniziali sono diventati 28, attratti non solo dal libero mercato di quasi mezzo miliardo di persone, che ha per simbolo una moneta unica, l’euro, entrata in vigore il primo gennaio del 2002. Ha avuto un ruolo importante anche l’appeal rappresentato da un’unione quasi continentale che ha garantito la libera circolazione delle persone, l’integrazione sul piano culturale, la possibilità di giocare un ruolo da protagonisti su scala mondiale e che si è presentata come l’Europa dei diritti. Questi sono alcuni degli elementi che hanno favorito la continua crescita dell’Unione Europea nel corso degli anni e le richieste di adesione provenienti da paesi diversi, addirittura esterni

Unicusano FOCUS V CORRIERE DELLO SPORT / STADIO

alla geografia europea, come la Turchia. I MOVIMENTI ANTI UE. Accanto a

queste dinamiche di sviluppo e di crescita, negli ultimi anni e nel cuore stesso dell’Unione Europea, addirittura in paesi come l’Italia e la Francia che fondarono l’Unione, hanno acquistato rilievo politico, presenza nella società e nel dibattito culturale, partiti e movimenti che hanno fatto dell’uscita dall’Unione o dall’euro uno dei loro punti programmatici. Non c’è elezione politica in Europa dove non venga posto al centro del dibattito la questione della permanenza o dell’uscita dall’Europa, come le recenti consultazioni in Francia confermano. Non sono in pochi a ritenere che l’Unione non rappresenti più un volano per lo sviluppo e la crescita degli stati aderenti. Nel dibattito politico spesso ricorre la parola crisi, per indicare l’incertezza sul presente e il futuro dell’Europa. La crisi dell’Europa. Da che

cosa è determinata questa crisi? La risposta appare scontata se consideriamo le sue manifestazioni: stati come l’Inghilterra sono usciti, altri stati come la Grecia, ma vale in parte pure per l’Italia e la Spa-

gna, non sembrano sempre in grado di rispettare i severi parametri economici, soprattutto in fatto di controllo del debito pubblico, stabiliti per i membri dell’Unione. Più complessa la spiegazione della crisi se cerchiamo di definirne le cause. La principale va individuata nella recente crisi economica, che ha più o meno interessato tutti i paesi dell’Europa, e la lentezza con la quale se ne sta uscendo, soprattutto in paesi come l’Italia. Più difficile definire le altre cause, che forse si possono riassumere nella

considerazione che l’Europa non sembra riuscita a divenire la patria comune e riconosciuta di tutti gli europei, una casa e un destino con cui identificarsi, per cui sacrificarsi, da difendere e promuovere. L’Unione sembra piuttosto essere vista dai singoli stati come una specie di veicolo, un autobus da prendere fino a quando funziona, da abbandonare quando non è più in grado di svolgere una funzione trainante. Ritorno al passato.

Ma il ritorno al passato, alla realtà degli stati e delle monete nazionali, agli accordi fra i sin-

goli stati, ai limiti e ai controlli della libera circolazione delle persone, possono essere una risposta alla crisi che da qualche anno coinvolge l’Europa? Uno stato nazionale come la Francia o l’Italia che peso geografico può avere nel contesto dell’economia globalizzata? Che peso demografico può avere una nazione di 60 o 70 milioni di persone in un mondo interconnesso di sette miliardi e trecento milioni di abitanti? Praticamente nullo. Un sistema militare nazionale, locale, che ruolo potrebbe giocare nel contesto internazionale, nelle aree geografiche di crisi, ammesso - come molti credono - che sia necessaria una presenza in tali contesti? Un paese come l’Italia, con qualche migliaio di chilometri di coste e confini, come potrebbe gestire flussi migratori che provengono dalla stessa Europa, dall’Asia e dall’Africa? Se si accetta la logica del “piccolo è bello”, o quella di “indipendenza” ed “essere padroni del proprio destino”, dovremmo ritenere accettabile non solo l’uscita della Gran Bretagna dall’UE, ma pure la richiesta di indipendenza della Scoziadal Regno Unito. Così, considerando la realtà italiana, potremmo immaginare un’uscita dell’Italia dall’UE e poi della Padania dall’Italia, con la camicie verdi, la guardia padana a difendere i confini del Nord e a erigere muri per respingere l’invasione dei poveri della terra?

Ridefinire il progetto di Europa. I vari partiti sovranisti e

indipendentisti, nostalgici di un passato fatto di confini, di guerre e di protezionismo economico, pensano che dall’interno dei loro piccoli paesi potranno cambiare, influenzare o sottrarsi alle leggi dell’economia globalizzata, modificare i flussi migratori che coinvolgono centinaia di milioni di persone a livello mondiale, pacificare le aree di crisi nel Medio Oriente o nell’Africa sub Sahariana, magari chiudendo i confini , impedendo agli stranieri di entrare e ai propri cittadini di uscire? Un ritorno al passato, all’Europa delle politiche e delle economie nazionalistiche, quelle che hanno prodotto in un secolo due guerre mondiali, è questa la risposta all’attuale crisi dell’Europa? Se crisi significa trasformazione, questa trasformazione non può essere immaginata come un ritorno al passato, incapace di promuovere pace e benessere, ma solo facendo tesoro degli errori fatti e ridefinendo il progetto di un’Europa diversa, un’Europa dei cittadini, più solidale, capace di fondarsi su ideali e prassi politiche condivise, capace di promuovere una nuova idea di comunità che riformuli l’idea di sovranità nazionale. Prof Enrico Ferri, Unicusano, Roma Prof. Francisco Javier Ansuátegui, Univ. Carlo III, Madrid

psicologia pediatrica

Come sostenere l’età evolutiva Quando si ha l’occasione di vivere l’esperienza della visita a un bambino ricoverato in ospedale, magari venendo a contatto con le ansie dei genitori e le frustrazioni dei parenti più prossimi, ci si rende immediatamente conto della dimensione operativa della psicologia pediatrica. Il faticoso emergere della sua evidenza e il complesso evolversi della sua denominazione disciplinare, testimoniano e riscontrano come, in ambito professionale, un ampio dibattito riguardo gli effetti sulla salute e sul benessere del bambino e della sua famiglia da parte della psicologia pediatrica sia ancora in atto.

L’Università Niccolò Cusano ha attivato il Master di II livello per appronfondire il delicato tema IL RUOLO. La figura dello psi-

cologo pediatrico nasce sulla spinta di necessità pratiche connesse alle esigenze legate ai diversi e molteplici quadri clinici, che si presentano giornalmente in ambulatori, cliniche e ospedali pediatrici e che testimoniano di problemi non risolvibili all’interno del solo ambito medico-biologico. Diversi studi hanno indicato che circa il 50% delle prestazioni pediatriche implica problemi psicologici e neurocomportamentali, rispetto ai quali i pediatri, pur consapevoli, non hanno un’adeguata preparazione. Il progredire delle conoscenze in ambito psicologico pediatrico ha inoltre reso sempre più evidente il rischio psicopatologico in età pediatrica, legato alla sofferenza psicologica causata da malattie organiche e soprattutto l’utilità e l’effica-

cia dell’attività di prevenzione e di sostegno psicologico ai bambini durante il trattamento di molte patologie di natura organica. IL MASTER. Alla luce del qua-

dro appena tratteggiato, l’Università Niccolò Cusano istituisce il Master di II livello in “Psicologia pediatrica”, che ha come fine ultimo quello di formare psicologi esperti in Psicologia pediatrica in possesso delle competenze necessarie volte ad attuare interventi di valutazione mirati e supporto psicologico in età evolutiva secondo un approccio multidisciplinare e integrato. Al termine del percorso formativo i partecipanti saranno in grado di valutare, trattare e prevenire i disordini dello sviluppo, le alterazioni comportamentali e la co-morbilità psicopatologica legata alle condizioni di malattia in età pediatrica. Gli sbocchi professionali più comuni riconducono alle aree occupazionali legate ai Servizi Sanitari Pubblici e Privati (Ospedali, Cliniche, ASL), agli Ambulatori Pediatrici e ai Servizi Specialistici di Riabilitazione. INFO. Per ulteriori dettagli

scrivi a infomaster@unicusano.it © Copyright Università Niccolò Cusano

special olympics

Non basta un manuale di medicina per capire la sindrome di Down motorie del proprio figlio e di conoscere altre famiglie. Con queste famiglie hanno fondato due associazioni e dato vita a un programma di riabilitazione fondato anche sull’attività motoria, “Gocce nell’oceano” e “Gocce Special Team”. Al mondo Special Olympics, invece, Vittorio ci è arrivato inaspettatamente nel 2014 ha partecipato ai Giochi Nazionali Special Olympics di nuoto.

Vittorio Calò è un bambino di 12 anni con la sindrome di Down, sindrome diagnosticata prima della nascita e portata a conoscenza di Enza e Nunzio, rispettivamente una mamma pediatra e un papà responsabile di un ufficio disabili in un ente locale del barese. Motivo per cui entrambi i genitori hanno accettato da subito, senza remore, l’arrivo di Vittorio. In modo semplice e spontaneo, cercando di offrirgli il meglio. In modo anche coraggioso, direbbero in tanti.

I GIOCHI NAZIONALI. Agli ul-

IL LIBRO. A distanza di qual-

che tempo la storia di questa famiglia è stata raccontata in un libro dal titolo: “Non è come sui libri”, in cui papà Nunzio ha cercato di raccontare la nascita di suo figlio: «Il libro - affermano i genitori - è nato quasi come una reazione, un’esigenza dopo aver ascoltato la frase pronunciata da un noto scienziato britannico “Abort it and try again. It would be immoral to bring it into the world if you have the choice”, che tradotta in italiano significa “Abortisci e riprova ancora. Sarebbe immorale metterlo al mondo se puoi scegliere”. La sintesi delle argomentazioni è che la sindrome di Down non è come la descrivono sui libri e che solo chi non ha mai vissuto con un bambino con questa condizione, e magari si è accontentato della lettura dei manuali di medicina, può consigliare a una mamma in at-

Vittorio Calò, Atleta di Special Olympics

tesa di abortire». LA SCOPERTA DEL NUOTO. I primi anni

Vittorio li ha trascorsi nelle corsie di vari ospedali a causa di alcuni problemi fisici. Affrontati e risolti, i genitori hanno iniziato a occuparsi della sua riabilitazione, facendo particolare attenzione a quella che si stava rivelando un’attitudine preziosa: il nuoto. Iniziarono così, a poco più di tre anni, le prime lezioni in acqua con un istruttore. La lungimiranza di una tirocinante del centro di riabilitazione diede poi la possibilità ai genitori di Vittorio di ampliare il ventaglio delle attività

timi Giochi nazionali estivi Special Olympics, tenuti nei giorni scorsi a Terni e Narni, c’era anche Vittorio, che è riuscito a vincere la medaglia d’oro nei 15 metri non assistiti di stile libero, oltre a una di partecipazione nei 25 metri. Special Olympics è entrato così anche nel mondo “su misura” di Vittorio, che oggi è diventato un atleta e lo si comprende anche dal fatto che, prima di entrare in vasca, recita sempre fiero il giuramento dell’atleta Special Olympics. Vittorio ha vinto, lo dimostra certamente la medaglia d’oro conquistata ai Giochi Nazionali ma altrettanto e di più fa il suo bel sorriso, segno di una nuova fiducia in se stesso pronto com’è a tuffarsi ancora nel prossimo evento. © Copyright Università Niccolò Cusano


VI Unicusano FOCUS CORRIERE DELLO SPORT / STADIO

Martedì 16 MAGGIO 2017

INDUSTRIA e università

uniamo idee e forze con amici unicusano Il dottor Campanile e l’impegno di Servizio Pubblico per le imprese: «Al Campus ho constatato di persona il valore di questo progetto» La famiglia di Amici Unicusano continua ad allargarsi. Il progetto dell’Ateneo costruisce una rete per le imprese, mette queste in contatto con gli studenti e con un polo universitario e permette alle aziende di dare un contribuito alla ricerca scientifica. La possibilità di incontrare altre realtà importanti ha fatto breccia nei in Servizio Pubblico, un’azienda che affianca a 360 gradi le imprese nell’affrontare le sfide che, purtroppo, la burocrazia pone ogni giorno. Come spiega uno dei suoi soci, il dottor Campanile.

Dottor Campanile, perché avete sposato questo progetto? «Per la bontà del progetto stesso, come ho avuto modo di constatare di persona recandomi presso il Campus dell’Università. Ci si scorge il futuro ed è un futuro roseo». Quanto reputa importante in questo momento storico la possibilità di fare gruppo tra imprenditori? «È fondamentale. Noi siamo proiettati verso il futuro e oggi il futuro è partecipazione: unire le forze, le idee e le competenze questo rende più forti. Rimanere chiusi nel proprio ambito non ha senso». La storia di Servizio Pubblico ha le sue origini negli anni ’80. Ci rac-

Commercio, Agenzia delle entrate. Rispetto al passato ci siamo arricchiti di tanta esperienza: i nostro collaboratori, crescendo, sono diventati stimati professionisti, commercialisti, consulenti del lavoro, legali, notai. Oltre all’evasione delle pratiche comuni possiamo dunque fornire un’assistenza a 360 gradi alle imprese che si rivolgono a noi». conti gli inizi. «Nel 1986 decidemmo, primi a Roma, di mettere insieme le competenze di vari professionisti per dedicarci, nel vero senso della parola, al Servizio Pubblico. In un’epoca ancora non informatizzata ci siamo messi a disposizione delle imprese per affrontare la giungla degli uffici. All’epoca, con 24 dipendenti, curavamo le gare d’appalto per snellire la bu-

rocrazia che gravava, e che grava ancora, sulle aziende. Abbiamo fatto in modo che in unico ufficio si racchiudessero tutte le competenze». Qual è stato il segreto della vostra riuscita? «La volontà di un gruppo di persone che ha saputo anticipare il futuro». Qual è il problema vero della burocrazia italiana? «L’eccessiva settorialità, la divi-

sione delle competenze, il far sì che un ente non legga quello che fa un altro e che la mano destra non sappia cosa fa la sinistra, la frammentazione della documentazione. Questo fa sì che il nostro paese non cresca come dovrebbe». La storia di Servizio Pubblico come prosegue? «Con gli stessi identici schemi di una volta e con la stessa visione. Abbiamo un ufficio che si occupa di tutte le pratiche amministrative e copriamo ogni settore: Tribunali, Camere di

Oltre alle difficoltà “classiche”, legate alla crisi economica, quali sono gli altri problemi che le imprese si trovano ad affrontare oggi, dottor Campanile? «Purtroppo, soprattutto nei più giovani, c’è molta sfiducia. Noi cerchiamo di dare il nostro contributo offrendo certezze, accogliendo le loro richieste con molta umanità: il cliente diventa un nostro amico, noi cerchiamo di stare vicino alle persone più che al cliente». © Copyright Università Niccolò Cusano

libri: parla un docente della cusano

Il dialogo religioso non è solo teologia Ha sempre un occhio vigile sull’attualità Edicusano, la casa editrice dell’Università Niccolò Cusano. E di certo è scottante l’argomento trattato dal libro “La libertà religiosa tra pluralismo ed integrazione” a cura del professor Francesco Ricciardi Celsi, docente di Diritto ecclesiastico, e di Cristina Gazzetta, ricercatrice di Diritto pubblico comparato. Che sia vero

tri. È lo stesso professor Ricciardi Celsi a chiarire la natura di questo lavoro.

Il professor Ricciardi Celsi: «Serve una legge per arginare chi fa proseliti» o meno, la maggior parte dei conflitti nel mondo hanno matrice religiosa. Proprio per evitare che la questione venga usata come scudo per tutelare altri interessi, è bene comune capire il prima possibile quanto sia importante la tolleranza e la conoscenza dei costumi al-

Perché partire dall’importanza della religione? «Perché è un tema talmente centrale nel nostro pa-

ese da essere presente fin dai primi venti articoli della nostra Costituzione. Il 3, il 7 e l’8 e il 19, infatti, parlano molto chiaro. Il dialogo religioso, per questo, non deve essere solo teologico ma anche con le istituzioni. Solo così potremmo conoscerci tra noi». Perché le problematiche spesso sorgono con gli islamici? «Di certo, come spiegato prima, c ’è u na n o n conoscenza dei reciproci mondi ma non solo. C’è poi un generale bisogno di armonizzarsi con chi sta già sul territorio senza portare contrasti e questo è un passaggio più complesso». C’è un problema sugli edifici di culto?

«Registriamo un proliferare di luoghi di culto. Dobbiamo sapere cosa accade là dentro. Diamo per scontato che si preghi e si faccia attività di beneficenza ma bisogna stare attenti che non diventino posti in cui si svolgano attività che con la religione non hanno nulla a che vedere».

C’è un vuoto legislativo sulla religione che andrebbe colmato? «Esiste, manca una legge specifica sulla libertà religiosa. Oggi si agisce attraverso le “intese” che sono regolamentate dall’articolo 8 della Costituzione. Chi non ha intese, poi, si

muove ancora sotto la legge n.1159 del 1929 che è un po’ limitativa. È dal 1990 che si cerca di riunificare il tutto. Se ci riuscisse, ci sarebbe modo di arginare una zona grigia e pericolosa in cui fa proseliti il terrorismo». © Copyright Università Niccolò Cusano


martedì 16 MAGGIO 2017

la cusano e il calcio

unicusano focus VII CORRIERE DELLO SPORT / STADIO

sorpresa lucchese con lopez al timone il cammino continua Under 17, colpo

Il vivaio dell’UnicusanoFondi

Il tecnico arrivato a fine marzo ha risollevato le sorti della squadra e superato il primo turno dei play off: «Adesso contano gli stimoli» Miracoli ne ha già fatti, specialmente da calciatore. Col Vicenza di Guidolin approdò in serie A e nel 1996-97 alzò addirittura al cielo la Coppa Italia con i biancorossi. Giovanni Lopez, ora sulla panchina della Lucchese, ha compiuto una vera e propria impresa nei play off di Lega Pro eliminando la co-

la Lucchese: «Sono arrivato a sette gare dalla fine. La Lucchese ha dovuto vendere Forte e Terrani nel mercato invernale e dare via altri giocatori perché si faceva fatica con il bilancio. C’erano dei debiti da saldare. A un certo punto c’è stato un calo e sono stato chiamato io sulla panchina. Mi avevano chiesto una tranquilla salvezza. Questi ragazzi, invece, sono stati talmente bravi da entrare nei play off».

«Contro l’Arezzo abbiamo giocato senza paura Avremmo potuto anche fare più gol» razzata Arezzo. Alla vigilia, la squadra di bomber Moscardelli era nettamente favorita, non solo per il fattore campo ma anche perché aveva a disposizione due risultati su tre. Sotto di un gol, la Lucchese è riuscita nell’impresa di superare il turno: «Ho detto alla mia squadra di giocare senza

VERSO LA B. Il prossimo avver-

sario sarà l’Albinoleffe, un’altra sorpresa di questi spareggi promozione, capace di battere il Padova a domicilio: «Vale lo stesso discorso fatto per noi. Bisogna sempre vedere come ci si arriva ai play off, gli stimoli sono fondamentali. L’Albinoleffe corre molto, ricorda molto le nostre caratteristiche. Probabilmente le altre che erano già sicure dei play off non hanno approcciato al meglio questa fase della stagione». EUFORIA. L’exploit con la Luc-

Giovanni Lopez con la maglia del Vicenza

paura – afferma Lopez – Il primo tempo è stato abbastanza buono, abbiamo tenuto la palla più di loro. Abbiamo creato qualcosa ma non troppo. Nel secondo tempo non

c’è stata gara, avremmo potuto fare anche più gol. I ragazzi hanno interpretato al meglio il match». Un grande risultato, specialmente se si tiene conto delle premesse stagionali del-

chese è l’ennesimo passo in avanti nella carriera di Lopez: «Avevo allenato la Cisco e avevamo fatto bene. Poi sono stato a Vicenza dopo l’esperienza in serie A come vice di Reja con la Lazio. Ho fatto risultati anche lì ma poi l’avventura è finita. Me ne andai da

Triathlon

© Copyright Università Niccolò Cusano

La famiglia sportiva dell’Ateneo cresce con l’Unicusano Posillipo La famiglia sportiva dell’Università Niccolò Cusano si allarga con una nuova partnership e una nuova disciplina, sempre con l’obiettivo di unire l’attività fisica e lo stare insieme alla sensibilizzazione nei confronti della ricercata scientifica. «Noi siamo la parte nuova e più particolare dell’Unicusano Posillipo – racconta Nel MacLeod, referente della sezione di triathlon – Pratichiamo uno sport multidisciplinare, e lo facciamo in una cornice incredibile a Napoli, cioè il Circolo Posillipo. La nostra è una disciplina unica, costituta da tre sport da affrontare consecutivamente: nuoto, bicicletta e

corsa». Una società molto legata al territorio e che si muove principalmente intorno alla pallanuoto: «Possiamo dire che sia la regina nella nostra società. Ma il nostro è un circolo polisportivo e quindi siamo attenti su tanti fronti. Il triathlon, la disciplina di cui mi occupo, si adatta a tutte le situazioni in cui la natura permette di praticare sport all’aria aperta. E Napoli è una località perfetta per fare questo». In bocca al lupo all’Università Niccolò Cusano e all’Unicusano Posillipo per questa nuova avventura insieme.

una società che era quasi fallita in Lega Pro e l’ho lasciata in serie B. Per quanto riguarda Lucca, sono stato qui anche lo scorso anno ma diedi le dimissioni, rinunciando a quattro mesi di stipendio, per problemi con il presidente e il diesse. Quest’anno la minoranza ha rilevato il pacchetto di maggioranza e sono tornato ben volentieri». E il suo ritorno è stato accolto con favore dalla tifoseria: «Credo perché avevo lasciato un buon ricordo. Tutto mi si può dire tranne che non avessi fatto punti alla mia prima esperienza. Se la Lucchese se si è salvata, è stato grazie alla media punti nelle mie 15 partite. Quando venivo a giocare a Lucca con il Vicenza, era sempre una bolgia e portare via il risultato era difficilissimo. Stiamo riaccendendo l’entusiasmo in città. A parte i 400 tifosi che ci hanno seguito contro l’Arezzo, domenica abbiamo trovato un centinaio di tifosi alle due di notte a aspettare il pullman con la squadra. Questi ragazzi dando nuova vita a un ambiente reduce da ben tre fallimenti societari».

con il Venezia Ora c’è il Padova È la stella dell’Under 17 a brillare nel cielo del settore giovanile dell’UnicusanoFondi. La formazione Allievi ha infatti compiuto l’impresa di superare il primo turno dei play off di categoria, superando i pari categoria del Venezia in una partita difficile e complicata, ma al tempo stesso bellissima, che ha visto i giovanotti rossoblù ribaltare l’iniziale risultato avverso e poi vincere anche in inferiorità numerica. «Uno splendido successo per un traguardo eccezionale - ha commentato il tecnico universitario Danilo Ligori - Raccogliamo i meritati frutti del lavoro fatto sinora e ci apprestiamo alla prossima sfida». Senza dubbio prestigiosa, visto che ci sarà da affrontare il Padova: «Un grande avversario - conferma l’allenatore - ma ce la giocheremo come sempre». LE ALTRE. Una qualificazione

importante, e che ha dato lustro a un fine settimana altrimenti poco felice per i colori dell’ateneo. Infatti, il weekend era iniziato con la sconfitta

della Berretti, battuta nettamente dalla Fidelis Andria e costretta all’eliminazione al primo turno delle finali tricolore, e proseguito domenica mattina con la sfortunatissima trasferta dell’Under 15 sul campo del Catania. I ragazzi di Dino Di Iulio, a un passo dalla qualificazione, hanno subito la rete dei siciliani proprio all’ultimo minuto di gara, venendo estromessi in maniera del tutto immeritata. E anche in campo regionale e provinciale l’attività ufficiale è ormai alle battute conclusive. Gli Allievi regionali Fascia B hanno vinto la loro ultima partita chiudendo la stagione al terzo posto, mentre i Giovanissimi regionali Fascia B giocheranno domenica contro il Sermoneta il match conclusivo del torneo. Gli Allievi provinciali, invece, termineranno oggi pomeriggio la loro corsa ospitando a Madonna degli Angeli il Lenola. Per molti di questi ragazzi, tra qualche giorno inizierà invece l’impegno nei tanti tornei di fine stagione. © Copyright Università Niccolò Cusano

LA VIGNETTA

Giovanni Lopez, 49 anni Prodotto da “L’ Arte nel Cuore”, Testi di Andrea Giovalè, Disegni di Vincenzo Lomanto. www.fourenergyheroes.it



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