Unicusano focus 170711

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Università degli Studi Niccolò Cusano - Telematica Roma I.P. A CURA DELL’UNIVERSITà NICCOLò CUSANO e di SpoRTNETWORK

ALLEGATO AL NUMERO ODIERNO DEL

Settimanale di Scienza, Industria e Sport a cura della Cusano

Cultura Storia controversa del boom economico > A PAGINA III

martedì 11 luglio 2017 www.corrieredellosport.it

Legge elettorale Riconoscimenti L’Italia chiede Il marmo che... premia la spinta decisiva quante star in Versilia > A pagina XIV

> A PAGINA XI

roberto giacobbo

> A PAGINA II

il punto

Siamo messi male

«L’

«è giusto celebrare le opere e le imprese leggendarie dei grandi italiani: con Voyager riviviamo la storia»

viaggio nei miti campioni

Bebe Vio: «Lo sport è il motore della vita» > A PAGINA V

edificio era messo male». Il sindaco di Torre Annunziata ha commentato così il crollo della palazzina nella cittadina in provincia di Napoli. Ci consegna quindi un’ovvietà senza significato. Un ossimoro amministrativo, poiché, se si sapeva, bisognava intervenire. Ma lasciamo ad altre sedi, solitamente le Procure, l’indagine sulle responsabilità. Soffermiamoci sulla precarietà di questo paese che sta messo veramente male, ma non solo per l’imperizia, la negligenza, che generano incidenti come questi, ma per la complicità incosciente degli stessi italiani che cercano nell’anarchia normativa, nelle complicità a basso costo le fondamenta per erigere i propri fragili castelli di carta. Non è facile resistere alle tentazioni di un’illegalità messa in vetrina a volte dallo stesso Stato o dai tanti stati paralleli organizzati in modo criminale. Possiamo costruirci un futuro senza scorciatoie, sicuramente più difficile, ma certamente più resistente ai crolli, voltando le spalle all’abuso, al condono, a chi cerca di farci ignorare le regole. Una regola tra tante è quella del fascicolo di fabbricato ampiamente prevista in tante leggi regionali, ma la sua applicazione è affidata ai Comuni: questi ultimi, denunciano gli esperti, spesso vanificano presupposti ed effetti per mancanza di risorse finanziarie, ma anche perché preferiscono non assumere la paternità di una misura che comporta spese per i cittadini e l’emersione di situazioni di abusivismo o irregolarità. Ecco perché, siamo messi davvero male. Gianluca Fabi Direttore Radio Cusano Campus


II UNICUSANO FOCUS CORRIERE DELLO SPORT / STADIO

cultura

i numeri

il suo pubblico

Troupe in viaggio da 14 anni

Giovani e social gli spettatori

In 14 anni la troupe di Voyager ha viaggiato per 4 continenti, intervistato 950 esperti tra cui due premi Nobel, coinvolto più di 130 università di tutto il mondo, ha prodotto 50 dvd e 30 libri.

Il 50% degli spettatori ha meno di 50 anni, con un picco nella fascia 40-44 e un alto gradimento registrato tra i millenianl grazie anche all’interesse registrato sui social.

martedì 11 luglio 2017

roberto giacobbo e ora vi racconto i grandi italiani

Roberto Giacobbo, 55 anni, conduttore di Voyager

«La genialità degli studiosi del passato è un patrimonio mondiale: a Voyager le opere e le imprese leggendarie» “Voyager, ai confini della conoscenza”, la fortunata trasmissione di Roberto Giacobbo, è tornata. E lo ha fatto sfoggiando l’abito elegante, quello adatto alla prima serata di Raidue: otto nuove puntate tutte da vivere, fino al 4 settembre. Un affascinante percorso attraverso storie, misteri e verità nascoste. Quella partita ieri è la 31esima edizione di un programma interamente prodotto dalla Rai. Un fiore all’occhiello per la seconda Rete, che continua a farne il programma di punta della divulgazione, forte dell’alto appeal che riscuote fra il pubblico più giovane. Il conduttore Roberto Giacobbo ci guida alla presentazione della nuova stagione del suo programma. Il ritorno di Voyager è stato all’insegna di grandi novità: luoghi del mistero ma anche grandi per-

Per segnalazioni, commenti, informazioni, domande alla redazione dei contenuti del settimanale Unicusano Focus – Sport & Ricerca, potete scrivere all’indirizzo: gianluca.fabi@ unicusano.it

sonaggi del passato. Per- na parigina protagonista ché avete deciso di foca- de “La Traviata” di Giuseplizzare l’attenzione su pe Verdi. Poi Belle, la protagrandi figure della storia? gonista della fiaba “La Bel«Perché ci sembrava giusto la e la Bestia”. Ci sarà inoltributare un omaggio alla tre un servizio che parlerà storia e soprattutto ai gran- di Villa Adriana a Tivoli, e di italiani. Volevamo far ca- da lì racconteremo l’Impepire ai nostri telespettato- ro romano nel massimo del r i, ragazsuo splenzi in partidore, con colare, che Ospite dell’Università: un inconla geniali- «Sono rimasto colpito tro immatà italiana è dalla professionalità ginario con patrimonio l’Imperatodi Radio Cusano della creare Adriano. tività mon- Campus e dell’Ateneo» Poi si pardiale. Perlerà dell’actanto era importante sot- quedotto romano che si trotolineare come certe sco- va in Provenza e che è raffiperte, opere e imprese gurato sulle banconote da leggendarie non arrivas- 5 euro. Sarà un piacere ilsero da lontano, ma fosse- lustrare ai nostri telespettaro patrimonio del nostro tori anche la figura di Elepaese». na Lucrezia Corner Piscopia, la prima donna laureQuali saranno i personag- ata della storia. Anche lei gi di cui tratterete? era italiana». «Archimede, l’arcivescovo Anselmo di Canterbury, Voyager propone un racDon Vincenzo Mirabella. E conto non convenzioancora Violetta, cortigia- nale, che sperimenta un

linguaggio moderno. È un po’ questo, oltre all’utilizzo di tecnologie d’avanguardia, il segreto del suo successo? «Penso proprio di sì. E poi abbiamo successo perché raccontiamo i fatti in modo diretto, immediato, senza artefatti e facendo cronaca. Pensi che una signora, qualche tempo fa, mentre stavamo facendo le riprese per la trasmissione a Napoli davanti alla Cattedrale, riconoscendomi, mi fermò e mi disse: “Dottore, quando vedo Voyager in tv, pagare il canone mi scoccia di meno”». Il programma si evolve di anno in anno, riuscendo sempre a sorprendere il telespettatore. «Esattamente. E le novità non finiranno qui, perché noi siamo anche amanti dello sport. Stiamo portando avanti una rubrica, all’interno della trasmissione, che si chiama Rigori dal

La trasmissione di Rai Due è alla sua 31esima edizione

Mondo: una bellissima raccolta di istantanee e immagini dai luoghi più belli del pianeta. Ne faremo un calendario che verrà venduto per beneficenza». Otto nuove puntate che avranno la ciliegina sulla

torta finale: uno speciale su Madre Teresa di Calcutta nel ventennale della sua morte che andrà in onda il 4 settembre. Può anticiparci qualcosa? «Sarà un grande evento. Andremo nei luoghi dove ha vissuto Madre Teresa, in India ma anche a Roma, in una piccola cella dove la religiosa era solita pregare durante i suoi soggiorni romani. E poi, da non perdere, una meravigliosa testimonianza di Cardinal Angelo Comastri, che molto bene conosceva Madre Teresa».

Lei conosce bene la realtà dell’Università Niccolò Cusano, un Ateneo che da anni affianca l’attività didattica con la promozione della ricerca scientifica. «Faccio un sincero plauso all’Unicusano. L’Università è la culla del sapere. Bello che esista un Ateneo che si occupa anche di ricerca scientifica. Sono stato ospite di Radio Cusano Campus, rimanendo molto colpito dalla professionalità che ho incontrato in quella struttura». © Copyright Università Niccolò Cusano


cultura

martedì 11 LUGLIO 2017

UNICUSANO FOCUS III CORRIERE DELLO SPORT / STADIO

GLI ASPETTI CONTROVERSI DEL BOOM ECONOMICO Tra il 1955 e il 1963 l’Italia conobbe un periodo di crescita, spostando il baricentro dall’agricoltura all’industria. Ma lo sviluppo fu diseguale e diversi fattori si ripercuotono sulla realtà attuale Quest’anno, agli esami di maturità, una delle tracce dei temi della prova scritta di italiano è stata sulla ricostruzione e il miracolo economico degli anni ‘50 e ‘60. Tra il 1955 e il 1963 l’Italia conobbe infatti un periodo di grande crescita. L’economia spostò il suo baricentro dall’agricoltura all’industria, raggiungendo livelli paragonabili a quelli di altri Paesi occidentali. Il reddito medio delle famiglie aumentò improvvisamente, consumi un tempo inimmaginabili diventarono accessibili a tutti o quasi. Vespe, Lambrette, utilitarie, televisione, elettrodomestici, supermercati e tanto altro diventarono oggetti e luoghi del quotidiano, contribuendo a cambiare stili di vita, costumi e aspirazioni. Del “boom” si è parlato negli ultimi giorni a Radio Cusano Campus in una puntata de “La Storia Oscura”, trasmissione curata e condotta da Fabio Camillacci. Tra gli altri, è intervenuto il professor Giuliano Caroli, docente di Storia delle Relazioni Internazionali all’Università Niccolò Cusano. Il dibattito è entrato nel vivo prendendo spunto da una coincidenza importante: la Fiat 500, auto simbolo del boom economico italiano e dell’intero processo di industrializzazione che stava attraversando il nostro

Paese in quella fase storica, nasce nel 1957, cioè proprio nello stesso anno della firma dei Trattati di Roma per l’Europa unita, 60 anni fa. Si può dire che il miracolo economico italiano fu favorito anche dal processo che portò alla nascita della CEE?

ropa come quella di oggi, però un’Europa che andava avanti sulla strada delle Comunità sovranazionali in determinati campi. Dal 1951, di queste ne era rimasta in piedi una sola, ovvero la CECA, la Comunità Europea del Carbone e dell’Acciaio, due risorse simbolo della ricostruzione italiana ed europea dopo la fine della Seconda

smo fu proprio il dramma della ricostruzione collettiva. L’abolizione delle tariffe doganali, la nascita del mercato unico, aiutarono molto l’economia italiana a inserirsi in un quadro più vasto; ci furono pertanto effetti positivi per il processo di industrializzazione e complessivamente per il forte sviluppo del Belpaese negli anni ‘50 e ‘60». Ovviamente quella prima Europa unita, come accade ancora oggi, era un’Europa a più velocità in relazione allo sviluppo dei singoli Stati nella ricostruzione dopo la Seconda Guerra Mondiale: «Certo, l’Italia, pur in fase di sviluppo, non aveva il motore di Francia, Gran Bretagna e Germania Federale. Quest’ultima in particolare aveva dovuto recuperare parecchio terreno alla luce delle macerie lasciate dal conflitto voluto da Hitler. Ma del resto l’Italia si portava dietro delle eredità abbastanza pesanti, a partire dalla crisi

del Mezzogiorno, e qui dobbiamo anche sottolineare che la stessa Italia era a due velocità con differenze nette tra il Sud e il Nord col conseguente esodo di molti meridionali costretti a trasferirsi o addirittura a emigrare all’estero per cercare lavoro: in Germania, Francia e Belgio soprattutto. In questo contesto bisogna sottolineare che la forbice si allargò a proposito della capacità politica di gestire questo sviluppo. Uno sviluppo che prese un po’ in contropiede la classe politica ancora basata su vecchi schemi. È il periodo del cosiddetto “centrismo degasperiano” con la Dc al centro del sistema, sostenuta dai suoi alleati laici: una formula politica che pur avendo raggiunto alcuni risultati sembrava sempre più inadeguata a gestire questa nuova Italia. Tanto è vero che proprio in quegli anni furono gettate le basi della famosa svolta a sinistra, pensando che questa avrebbe potuto svecchiare il modo di fare politica: ovvero, il ritorno del partito socialista di Nenni nell’area di governo dopo l’uscita dall’esecutivo avvenuta nel 1947, alla luce della scelta di cam-

po fatta dall’Italia in clima di guerra fredda USA-URSS. La conseguente rottura tra socialisti e comunisti iniziata con la crisi d’Ungheria del 1956 riportò il Psi a Palazzo Chigi. Un processo che però fu lungo, basti pensare che per il primo centrosinistra organico bisognò aspettare la fine del 1963». I PROBLEMI. E l’americanizzazione quanto incise sul boom economico? Cioè, quanto fu importante il ruolo degli Stati Uniti per la ripresa dell’Europa e dell’Italia dopo il disastro del secondo conflitto mondiale? Il professor Caroli ha risposto alla domanda partendo da un assunto generale: «Il boom economico avviene in un momento in cui dagli USA giunge qualche incertezza. Oltre la cortina di ferro, alla guida dell’URSS dopo la morte di Stalin c’era Nikita Kruscev che partì agguerritissimo nella guerra di propaganda vantando la bellezza del suo regime e dicendo chiaramente a capi di Stato e mass media, “tra vent’anni tutti vivranno sotto il comunismo”. Quindi, una sfida forte tra le due superpotenze dell’epo-

Raccontare la storia per capire l’attualità

L’ANALISI. «Natural-

mente -ha risposto il professor Caroli- un’Europa funzionale, non ancora l’Eu-

Guerra Mondiale. Possiamo certamente dire che il primo sintomo dell’europei-

La “Storia Oscura” in onda dal lunedi al venerdi dalle 13.00 alle 15.00 di Fabio Camillacci. Un programma nato per raccontare, analizzare e approfondire i fatti del passato: dalle origini ai giorni nostri. Obiettivo: far luce su fatti ed eventi storici avvolti nel mistero. D’altronde, la ricerca della verità è sempre stato il desiderio principale di Niccolò Cusano.

ca, quando negli Stati Uniti al potere c’è la gestione conservatrice del presidente Eisenhower. Mentre una sorta di ripresa di unificazione tra il verbo che viene da oltre Atlantico e lo sviluppo dell’Italia si ha quando sale al potere Kennedy. Non a caso l’amministrazione di JFK appoggiò la svolta politica del centrosinistra. Un sostegno indiretto, senza pressioni indebite. Il ritorno dei socialisti al governo però deluse le attese, cioè non contribuì affatto a uno sviluppo ulteriore dell’Italia. Anzi, possiamo dire che quello fu l’inizio di tanti problemi che ci portiamo dietro ancora oggi, perché erano troppe le discordanze tra le forze del centrosinistra; soprattutto tra gli stessi socialisti». Pertanto, non ci furono solo aspetti positivi negli anni del boom. In controluce, emersero problemi di cui si vedono ancora le conseguenze. La crescita fu forte, ma diseguale. Non raggiunse tutte le classi sociali, non intaccò antichi privilegi, e non modificò consolidati rapporti di genere che volevano ad esempio la donna subordinata. Il miracolo economico provocò anche inurbamento selvaggio e spopolamento delle campagne, danneggiando il paesaggio e l’ambiente in un sistema di valori in cui l’ecologia non aveva ancora un posto. Furono però le prove di una modernizzazione che era ormai ineludibile e che ancora oggi l’Italia attende di perfezionare. © Copyright Università Niccolò Cusano


ricerca

IV UNICUSANO FOCUS CORRIERE DELLO SPORT / STADIO

martedì 11 luglio 2017

anche in italia nuovi farmaci contro la sla L’Edaravone ammesso in commercio su richiesta di Aisla Il presidente Mauro: «Credere nella ricerca è un diritto» Nuove speranze per i malati di Sla. L’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa) ha approvato l’introduzione in Italia del Radicut, nome commerciale dell’edaravone, un nuovo farmaco contro la Sclerosi laterale amiotrofica. Aifa ha dato così riscontro positivo alla richiesta formale avanzata da Aisla, Associazione Italiana Sclerosi Laterale Amiotrofica, attestando il nostro Paese come il primo in Europa ad avere un nuovo farmaco sulla Sla in commercio dopo più di vent’anni.

pazienti. Il Radicut risulta essere in grado di rallentare moderatamente la degenerazione motoria causata della malattia. Il Radicut, inizialmente messo a punto in Giappone per il trattamento degli ictus, è stato oggetto negli anni di ripetuti studi sulla SLA. I primi risultati non furono incoraggianti: non registravano, di fatto, alcuna differenza significativa tra i pazienti trattati con l’edaravone e quelli trattati con il placebo. In altri casi, addirittura, si sono verificati importanti effetti collaterali. Analizzando i dati, tut-

GLI STUDI. L’unico farmaco approvato per la SLA, nel 1995, era stato il Rilutek (Riluzolo) che ha dimostrato una modesta efficacia nel prolungare di pochi mesi la sopravvivenza dei

tavia, i ricercatori hanno notato che una determinata popolazione esaminata mostrava una risposta interessante al farmaco ed è su questa specifica tipologia di pazienti che si sono concentrate le sperimentazioni successive. Il recente studio condotto negli Stati Uniti su 137 pazienti affetti da SLA e pubblicato su Lancet Neurology a maggio di quest’anno, lo ha confermato. Il Radicut induce un lieve rallentamento nel peggioramento dello stato funzionale in pazienti con specifiche caratteristiche quali: la comparsa della malattia da non oltre due anni, una disabilità moderata e, infine, una buona funzionalità respiratoria. Per tale ragione il farmaco potrà essere prescritto dal neurologo di riferimento esclusivamente alle persone con questo specifico quadro clinico. IL COMMENTO. In Ita-

lia, su una popolazione di circa 6.000 persone affette da SLA, si stima che i pazienti inizialmente ido-

nei siano circa 1.600. L’ex calciatore Massimo Mauro, presidente di Aisla, ha commentato: «Siamo felici che Aifa abbia accolto la nostra richiesta di portare in Italia il Radicut e di poter dare una risposta positiva alle persone con Sla che da tempo

chiedevano di poter accedere a questo farmaco innovativo. Aisla si attiverà sempre per mettere a disposizione dei malati italiani i farmaci e le sperimentazioni cliniche più avanzate che rappresentano una speranza per tante famiglie, oltre che un loro diritto». © Copyright Università Niccolò Cusano

Il presidente di Aisla Massimo Mauro, da sempre vicino ai malati di Sla

osteoporosi

Nuove cure e prevenzione, le fratture si fermano così In futuro le terapie sull’osteoporosi saranno ancora più mirate: da poco l’Fda, l’ente statunitense che controlla il mercato dei farmaci, ha approvato l’abaloparatide, un analogo del PTH (l’ormone paratiroideo implicato nella regolazione del metabolismo del calcio e del fosfato a livello osseo) che si è dimostrato in grado di ridurre l’incidenza delle fratture; inoltre sono in avanzata sperimentazione due anticorpi monoclonali anti sclerostina, una proteina che ostacola la neoformazione ossea. PREVENZIONE. La promessa

di farmaci più efficaci non

deve però distogliere l’attenzione dai fondamenti della prevenzione, sia primaria che secondaria: «La regolare attività fisica è un importante fattore protettivo per l’osteoporosi e un

adeguato programma riabilitativo è in grado di ridurre il rischio di fratturarsi, migliorare il recupero e ridurre le complicanze dopo una frattura» precisa il professor Giovanni Iola-

scon, membro del Consiglio direttivo della Simfer, aggiungendo che «un allenamento costante basato su esercizi personalizzati di rinforzo muscolare e di rieducazione all’equilibrio e alla deambulazione è in grado di diminuire negli anziani sia il rischio di caduta che di traumi correlati». Strategici per tutti i pazienti sono l’approccio nutrizionale corretto e l’abolizione dei cosiddetti fattori di rischio modificabili come fumo e alcol, scelte inerenti lo stile di vita che trovano nel medico di famiglia un punto di riferimento importante. © Copyright Università Niccolò Cusano


sport e disabilità

martedì 11 luglio 2017

UNICUSANO FOCUS V CORRIERE DELLO SPORT / STADIO

BEBE VIO l’importanza dello sport «è il motore che ci spinge a reagire e ad amare la vita» A novembre i Mondiali di Scherma Paralimpica a Roma «Più che lanciare messaggi di speranza, noi atleti paralimpici vogliamo dire che lo sport è bello, perché ti fa reagire, ti fa ripartire e ti dà tante motivazioni per svegliarti la mattina, metterti le gambe e andare in palestra. Lo sport è il motore che spinge in avanti tutti gli atleti, che siano olimpici o paralimpici non è importante. Noi non siamo “poverini”, siamo atleti». Bebe Vio è il simbolo dello sport paralimpico italiano: la sua forza vitale, la sua energia, la lucidità nell’affrontare l’handicap con la consapevolezza di doverci vivere insieme e di renderlo – anzi – una parte caratteristica della propria vita, l’hanno giustamente imposta all’attenzione mondiale. Poi ci sono i successi, tanti, in ogni competizione. Ora che Roma ospiterà i Campionati del Mondo di Scherma Paralimpica dal 6 al 12 novembre c’è da giurarci che ne arriveranno altri. Nel frattempo Bebe non perde occasione per mandare messaggi positivi e per far capire – più di chiunque altro –

Alex Zanardi e Bebe Vio e il presidente del Comitato Italiano Paralimpico, Luca Pancalli

cosa vuol dire la disabilità e qual è il giusto approccio che i normodotati devono avere nei confronti di chi ha un handicap. A ROMA. «La bellezza dello sport è quella di fare qualcosa di importante a prescindere da quello che sei. Farlo a casa, di fronte alle persone che ti vogliono bene, è il sogno di ogni sportivo» spiega Bebe parlando proprio del grande evento capitolino del prossimo autunno. Certo, la capitale avrebbe potuto essere teatro di ben altre competizioni: «Io crede-

vo moltissimo nelle Paralimpiadi di Roma 2024 così come tutti gli atleti, tra l’altro era stata la tesina della mia maturità, quindi ci tenevo veramente tanto. Non poterle disputare è stata una grande delusione. Ma anche se qualcuno non le ha volute – continua - incoraggia sapere che tutto il mondo dello sport lotta per organizzare eventi come questo, dove soprattutto noi atleti paralimpici possiamo essere un esempio per tutti». IN TV. Per Bebe Vio si sono

aperte anche le porte del-

la televisione: sarà interessante ascoltare da lei storie di atleti, così incredibili e allo stesso tempo altrettanto normali. «Da ottobre inizio un’avventura televisiva dove mi occuperò di sport paralimpico, ma non solo. Racconterò le storie di atleti ma anche di persone normali. Lo scopo è quello di riuscire a dare degli esempi, gli stessi esempi con cui sono cresciuta io, dalla Vezzali a Zanardi», ha detto. E noi non vediamo l’ora di seguirla. © Copyright Università Niccolò Cusano

parla ileana argentin

Disabili e sessualità, è necessaria una legge Una legge a tutela della sessualità dei disabili. L’onorevole Ileana Argentin, protagonista dello spazio radiofonico di Radio Cusano Campus “Mezzora con l’H”,

La deputata PD: «Per tutta la vita ci credono degli asessuati: è un problema di diritti» ha parlato di un tema tanto delicato quanto importante, spiegando la condizione dei portatori di handicap e delle possibili soluzioni per evitare di violare i loro diritti umani. «La gente pensa che i disabili siano asessuati – afferma - Per tutta la vita veniamo definiti “ragazzi” come se non avessimo una sessualità: nessuno ci immagina da quel punto di vista. In un mondo come quello attuale è sem-

pre più difficile relazionarci. I disabili sono abituati a fare gli amici e non i compagni e questo rende ancor più difficile l’approccio sessuale e il gestire il corpo dell’altro. Quella sessuale è una difficoltà enorme per tanti disabili. L’uomo ha un percorso sessuale diverso, quasi come se fosse “dovuto” mentre per le donne disabili il sesso praticamente non esiste, c’è una penalizzazione al quadrato». LA LEGGE. Da qui la neces-

sità di una legge, spiega Argentin: «Ho deciso di fare una legge per i diritti sessuali dei disabili che spesso vengono ignorati. Ricordiamo che la violazione dei diritti sessuali è una violazione dei diritti umani. Con la mia legge voglio cercare di garantire questo diritto a vivere a pieno la propria vita, ma anche dare più strumenti per le famiglie che non hanno la forza di gestire questo aspetto del proprio figlio. Ecco perché bisogna

legalizzare la figura dell’assistente sessuale, dando la possibilità di non commettere un illecito». «Nei paesi del Nord Europa – prosegue la parlamentare Pd - la professione del love giver esiste, come negli Usa. Se non riusciamo a garantire l’eliminazione delle barriere architettoniche, figuriamoci cosa accade con il sesso. La nostra cultura purtroppo ha un’idea fatta solo di assistenzialismo e affetto». © Copyright Università Niccolò Cusano

appuntamento con “Mezz’ora con l’H Pensieri e parole sulla disabilità” Su Radio Cusano Campus, ogni lunedì dalle 16.15 alle 16.45, per quattro appuntamenti, Gianluca Fabi, Livia Ventimiglia e Ileana Argentin vi condurranno in un viaggio all’interno del mondo delle persone disabili, tra gioia, rabbia e problemi da risolvere: lavoro, sessualità e “dopo di noi”, saranno le questioni affrontate anche con i radioascoltatori dell’emittente dell’Ateneo.



cultura

martedì 11 luglio 2017

UNICUSANO FOCUS VII CORRIERE DELLO SPORT / STADIO

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Giura che non lo dici a nessuno

i 13

I risvolti psicologici nella fortunata serie tv «Prima regola del Fight Club: non parlate mai del Fight Club. Seconda regola del Fight Club: non dovete parlare mai del Fight Club». Verrebbe da chiedersi come mai un personaggio forte e risoluto come Tyler Durden, protagonista della pellicola di David Fincher, abbia perso tempo a ribadire per ben due volte una regola di segretezza in un ambiente, quello del Fight Club appunto, già di per sé segreto e clandestino. La risposta forse risiede nell’importanza delle regole o, per meglio dire, dell’importanza che le regole hanno per mantenere la stabilità di un gruppo. ALL’INTERNO. Il gruppo, per de-

finizione ha delle regole interne che devono essere seguite e condivise da tutti coloro che vi appartengono. Queste regole, giuste o sbagliate che siano, assumono le caratteristiche di un vero e proprio statuto che ogni appartenente al gruppo accetta e sottoscrive. Non sono regole scritte ma non per questo meno importanti, anzi. Cosa significhi far parte di un gruppo, o viceversa esserne fuori, viene ben descritto in “13 Reason Why”. Il gruppo è, in gran parte, formato da adolescenti che erano già fortemente legati tra di loro a cui si aggiungono altri, come ad esempio Alex, che sembrano avere poco in comune. Nella serie si osserva come il suicidio di Hannah Baker, anzi le cassette che lei lascia, uniscano gli altri protagonisti che si ritrovano, per scelta o per caso, a far parte di un gruppo che condivide l’essere presente nel racconto di Hannah. Tutto questo determina paura e preoccupa-

zione e, come conseguenza, la comparsa di una serie di regole ben precise, che devono essere seguite e rispettate a prescindere dal fatto che vengano o meno esplicitate e chiarite a tutti. IL SEGRETO. In “13 Reason Why”

la prima regola è che non si deve parlare di quanto è raccontato nelle cassette, nè con gli adulti, nè con i genitori di Hannah e, in generale, se ne deve parlare poco anche tra gli appartenenti al gruppo. Il parlarne spaventa mentre, viceversa, il non parlarne sembra rendere meno reale e grave quanto è accaduto. Tutti coloro che sono citati nelle cassette hanno commesso qualcosa che, direttamente o indirettamente, ha portato alla decisione di Hannah di togliersi la vita. La prima reazione dei protagonisti di fronte a questo evento è la negazione, tutti affermano che il racconto di Hannah è falso, o quantomeno esagerato. Il processo di negazione permette ai componenti di questo pseudo gruppo, creato ad hoc per gestire il tragico evento che li ha coinvolti tutti,

di limitare e ridimensionare la propria responsabilità personale: se non se ne parla il fatto non sussiste. La maturità che mostrano però alcuni personaggi, e citiamo quello di Alex ma soprattutto Clay, e la loro volontà di assumere la propria parte di responsabilità destabilizza enormemente il gruppo, perché introduce una nuova regola, che parla della possibilità di non voler più reggere il peso del gruppo a favore di una visione se vogliamo più colpevolizzante ma quanto meno autentica. Del resto la terza regola del Fight Club parla chiaro: «Se qualcuno si accascia, è spompato, grida basta, fine del combattimento». Prof.ssa Caterina D’Ardia Neuropsichiatra infantile Docente di Psicologia dello Sviluppo Facoltà di Psicologia Università Niccolò Cusano Dott.ssa Nicoletta Vegni Psicologa Psicoterapeuta Docente di Psicologia Clinica Facoltà di Psicologia

ateneo verde

La matita ultraecologica Si chiama Sprout, in inglese vuol dire “germoglio”. È una matita ecologica destinata a far impazzire di gioia gli amanti del verde. Dopo essere stata usata, infatti, non va buttata, ma pian-

Si chiama Sprout e, una volta usata, si può piantare e far germogliare: ecco come funziona tata. E la vedremo germogliare. Sprout dunque è fatta di cedro ed è una sorta di matita magica, come scrive il sito Ateneo Verde dell’Università Niccolò Cusano. Prima si può usare come tutte le altre matite per scrivere, disegnare, prendere appunti. Poi, quando è diventata troppo corta per il suo uso abituale, non va gettata ma piantata in mezzo alla terra. Perché germoglierà e diventerà una piccola piantina destinata, poi, a crescere nel tempo. COSA E’. La classica gommina da cancellare che accompagna le matite normali, in questo caso è stata sostituita da una capsula che quando giunge a contatto con l’acqua si scioglie, rilasciando

dei semi destinati a germogliare dopo qualche giorno. Il progetto è stato interamente finanziato su internet, con una piattaforma di crowdfunding. Al momento esistono matite con diverse tipologie di semi al proprio interno. Si va dal basilico alla menta, dal rosmarino alla salvia, passando per il timo, l’origano e il girasole. Presto, c’è da scommetterci, ne arriveranno nuovi modelli. IL FUNZIONAMENTO. Per usarla è

sufficiente rimediare un po’ di

terriccio di buona qualità e un vaso. Poi si dovrà inserire la matita nella terra dal lato della capsula verde fino al bordo della stessa. Per veder germogliare la nostra piantina non ci resterà che aspettare qualche giorno. Ricordandoci, ovviamente, di annaffiarla regolarmente. Una volta piantata, Sprout si può lasciare nel vasetto come un’etichetta. Potremo rimuoverla col passare del tempo, visto che la capsula è biodegradabile. © Copyright Università Niccolò Cusano


VIII UNICUSANO FOCUS CORRIERE DELLO SPORT / STADIO

industria

martedì 11 luglio 2017

università

martedì 11 luglio 2017

UNICUSANO FOCUS IX CORRIERE DELLO SPORT / STADIO

innovare nella p.a. strategie da studiare

In un Master di primo livello gli strumenti necessari all’analisi e all’interpretazione dei fenomeni sociali che interessano enti pubblici, aziende private e altre realtà

scatti di valore con amici unicusano L’esperienza di Luciano Gagliardi, fotografo e partner del progetto dell’Università: «Prima c’era più poesia, ma il digitale ha moltiplicato le opportunità di comunicare» Un tratto distintivo del network di Amici Unicusano è sicuramente l’eterogeneità delle imprese che ne fanno parte. Difficilmente se ne trovano anche solo un paio che si occupino dello stesso business. Con la Luciano Gagliardi Comunicazione entriamo nel mondo della fotografia: arte e passione che diventano impresa e che regalano emozioni come solo una foto sa fare. Luciano Gagliardi, come nasce la sua necessità di fotografare? «La mia passione per la fotografia nasce in giovane età e quasi per caso. Sono stato letteralmente folgorato dalla magia della stampa fotografica. Ero un appassionato di natura e di biologia e mi è venuto quasi spontaneo dedicarmi a ritrarla con la macchina fotografica.

E quando la passione si è trasformata in un lavoro «è successo nel 1979, quando ho cominciato ad imparare i segreti del mestiere guardando il lavoro che si svolgeva in un’agenzia giornalistica. Ho potuto apprendere tutto ciò che ruota intorno all’immagine e in seguito ho fatto anche dei servizi di cronaca bianca. Poi mi sono staccato e messo in proprio». Perché nel nome della sua impresa c’è anche la parola “comunicazione”? «Parliamo di comunicazione perché con il digitale tutto è cambiato e ha assunto una dimensione diversa. Quindi abbiamo

aggiunto più grafica e coperto tutti gli aspetti della nuova comunicazione. Sicuramente il lavoro è cambiato ma bisogna adeguarsi ai tempi»

Dal 1979 a oggi lei ha attraversato un enorme cambiamento della fotografia con l’avvento del digitale: si è perso qualcosa oppure ogni foto e ogni tecnica hanno il proprio tempo? «Beh, prima era diverso, c’era più mestiere. Anzi, c’era più poesia: dalle lastre allo sviluppo delle foto. E poi c’era quell’emozione di arrivare nella camera oscura e vedere se lo scatto era riuscito o no. Adesso, ovviamente, non è più così visto che la possibilità di scattare è infinita». Ovunque andiamo ci sono centinaia di cel-

lulari che scattano foto… «Si sentono tutti grandi fotografi, praticamente chiunque può scattare ad alta risoluzione. Però si vedono in giro cose inguardabili». Lei fa già parte della “famiglia”, occupandosi dei servizi fotografici per i nostri laureati con gli scatti durante le sessioni. Al di là di questo rapporto, cosa la ha spinta ad aderire ad Amici Unicusano? «Nel mio caso, visto che collaboro con la Cusano dal 2008, il termine amicizia è davvero appropriato. Ho seguito tutta la crescita incredibile di questa realtà e si è stabilito un profondo rapporto. Anche tra le imprese è importante l’amicizia, è una parola che ha ancora un grande valore». © Copyright Università wNiccolò Cusano

La macchina burocratica italiana ha bisogno di idee e nuove formule. L’Università degli Studi Niccolò Cusano attiva il Master di I livello in “Strategie di innovazione nella Pubblica Amministrazione” afferente alle Facoltà di Scienze Politiche e Giurisprudenza di durata pari a 1500 ore. Agli iscritti che avranno superato le eventuali prove di verifica intermedie e la prova finale verrà rilasciato il Diploma di Master di I livello in “Strategie d’innovazione nella Pubblica Amministrazione”.

Il Master ha durata annuale pari a 1500 ore di impegno complessivo per ogni corsista OBIETTIVI. Il Master si pone come obiettivo quello di fornire una iniziale conoscenza degli strumenti necessari per l’attività di analisi e per l’interpretazione dei fenomeni sociali oltre che per applicare correttamente le acquisite conoscenze interdisciplinari, nei set-

tori di interesse che spaziano dalla P.A. agli enti, alle aziende, sia pubbliche che private, dove l’attività internazionale assume carattere rilevante e in cui si necessita di una cospicua attività di programmazione. Particolare settore di interesse sarà posto sull’importanza strategica dell’attività previsionale e anche sull’attività relazionale attraverso la Programmazione neurolinguistica. Da una parte, quindi, una attenzione specifica verso le dinamiche attuali e l’attività, mutevole, che caratterizza il mondo odierno, dall’altra la necessità di preparare persone in grado di cogliere il sorgere e, per quanto possibile, prevedere l’evoluzione dei fenomeni contemporanei. Il voler indirizzare specificamente questa attività verso le P.A. e le aziende, pubbliche e private, è dettato dalla necessità che i soggetti operanti all’interno di questi, si trovano spesso, prima di altri, a dover contemporaneamente far fronte a situazioni di par-

ticolare complessità che richiedono grandi capacità del soggetto interessato. NORME. L’attività di studio, analisi, progettazione e strutturazione delle attività, richiede l’individuazione di possibili settori di crisi e l’utilizzo di strumenti a livello normativo e operativo attraverso una attività di simulazione che consenta di ridurre notevolmente i rischi connessi all’attività di programmazione su eventi futuri. Spesso, saper correttamente gestire l’esatto anticipo sui tempi, consente la riuscita di progetti di estrema difficoltà, anche quando il numero degli attori aumenta di molto la complessità del sistema previsionale, a tutto vantaggio dell’individuo o della collettività. Gli ambiti politici, economici, sociali e relazionali sono di pertinenza delle fi-

nalità tecnico-operativa di questo Master di I Livello. L’importanza di condurre studi giuridico – economico - sociali di carattere comparato, sottolinea la vocazione internazionale del Master e la presenza dei seminari di PNL consente di apprendere la corretta conduzione di una attività relazionale secondo gli schemi intenzionali desiderati. DESTINATARI. Il Master si ri-

volge al personale appartenente alla P.A. in generale, ivi compresi i soggetti appartenenti agli enti territoriali e alle forze armate; alle aziende, specie quelli che aspirano ad attività che possiedono un indirizzo internazionale o sono interessati a conoscere le dinamiche internazionali; ai soggetti che per il tipo di attività lavorativa che svolgo-

no, necessitano di un bagaglio culturale e conoscitivo, multidisciplinare, adatto e fruibile in situazioni diverse. In generale, è consigliato a chi ha desidera possedere gli strumenti per effettuare programmazioni di diverso carattere a breve, medio e lungo termine. A chi ha necessità di conoscere e individuare gli elementi di mutazione e saperli reinterpretare al fine di utilizzarli nella propria attività.

Il Master è articolato in: lezioni video e materiale fad appositamente predisposto; congruo numero di ore destinate all’auto-apprendimento, allo studio individuale e domestico; eventuali verifiche per ogni materia. Sono disponibili anche lezioni in presenza, teleconferenza e simulazioni di situazioni, che si svolgeranno presso la sede dell’UniCusano, per un periodo di 35 ore complessive.

ORGANIZZAZIONE. Il Ma-

Per ulteriori informazioni scrivere all’indirizzo infomaster@unicusano.it.

ster ha durata annuale pari a 1500 ore di impegno complessivo per il corsista, corrispondenti a 60 cfu. Il Master si svolgerà in modalità e-learning con piattaforma accessibile 24 h\24h.

© Copyright Università Niccolò Cusano


X UNICUSANO FOCUS CORRIERE DELLO SPORT / STADIO

Sport e disabilità

martedì 11 luglio 2017

special olympics unione e cultura

I Giochi Nazionali Estivi hanno confermato il valore delle iniziative del movimento: inclusione, divertimento e grandi opportunità Alessio, Rubina e Luca sono atleti di Special Olympics, sono emblemi, sono storie di percorsi, sportivi e umani non facili, che per la loro rivalsa meritano di essere raccontati. Sono tre di circa 1500 atleti con di-

Lotti, ministro dello Sport: «Siete un esempio per tutti per dignità e rispetto» sabilità intellettiva che hanno gareggiato a Biella dal 3 all’8 luglio ai Giochi Nazionali Estivi Special Olympics. Erano otto le discipline sportive: bocce, bowling, equitazione, nuoto, nuoto in acque aperte e pallavolo, quelle ufficiali, rugby e vela le dimostrative.

Gli atleti sono arrivati da 14 regioni italiane con delegazioni straniere da Austria, Canada, Cipro, Finlandia, Germania, Portogallo e Repubblica di San Marino. La cerimonia di chiusura presso lo Stadio Lamarmora Pozzo ha siglato il passaggio della bandiera di Special Olympics al Comitato Organizzatore locale di Montecatini, sede dei Giochi Nazionali Estivi nel 2018. Non si mancherà di onorare anche l’ultimo atleta che ha tagliato il traguardo purché abbia profuso impegno e determinazione con “tutte le sue forze” così come recita il Giuramento dell’atleta Special Olympics. La filosofia del Movimento offre infatti una prospettiva diversa da cui

guardare allo sport che si spoglia dell’agonismo più puro per abbracciare l’opportunità, aperta a tutti, di gareggiare nelle adeguate condizioni per vincere la sfida più importante, quella verso se stessi.

L’atleta Special Olympics è sempre messo nella condizione ideale per migliorare e per aumentare la pro-

pria autostima, la propria autonomia, ma non solo. Special Olympics utilizza lo sport unificato per fare cultura : credendo fortemente nel po-

tere di un pallone gettato in mezzo al campo, mette insieme, nella stessa squadra, atleti con e senza disabilità intellettiva. A giovarne, alla fine della partita, sono entrambi, l’atleta Special Olympics ma soprattutto l’atleta partner, cosiddetto normodotato, che diverrà estraneo, d’ora in poi, ad ogni stereotipo e pregiudizio nei confronti delle persone con disabilità intellettiva. Lo sa bene, ad esempio, Cecilia Zandalasini, cestista della Nazionale Italiana che, proprio a Biella lo scorso 4 luglio, è voluta entrare in campo per giocare insieme agli

atleti Special Olympics, è dello stesso parere anche l’olimpionica Margherita Granbassi intervenuta alla cerimonia di apertura dell’evento presso lo Stadio Lamarmora Pozzo nella serata dello stesso giorno: «Lo scambio non deve durare un momento ma diventare un modo di essere di chiunque, la normalità». Lo ha ribadito anche il ministro dello Sport Luca Lotti in un messaggio recapitato in occasione della stessa: «Special Olympics offre un’occasione straordinaria per uscire dalle proprie chiusure, mettersi alla prova per scoprire nuovi orizzonti. Non vince chi esclude l’avversario, ma chi gareggia con dignità e rispetto. Siete un esempio per tutti». © Copyright Università Niccolò Cusano

ALESSIO CARPENEDO

Affetto e nuoto: così si “riparte” Alessio Carpenedo, classe 1991, nasce in Bulgaria, in un paesino sperduto del nord del paese che si chiama Montana e vive la sua infanzia e fanciullezza in orfanotrofio. Poi la voglia di avere una mamma e un papà lo inducono a “spedire la sua foto in Italia”, ed ecco il miracolo: mamma Maria e papà Costantino, accompagnati dalla figlia Valentina, decidono senza perdere tempo di andare a prendere questo bambino. Era l’anno 1998 e precisamente il 28 febbraio, giorno in cui Alessio atterrava al Marco Polo di Venezia con mamma, papà e la sorella. Un giorno sentirono parlare della Polisportiva Terraglio e delle sue iniziative per i ragazzi speciali come Alessio. La mamma andò a parlare con la dirigente, Betti Pusiol, e fu così che venne introdotto nel gruppo: all’epoca Alessio aveva 10 anni. Da quel giorno l’acqua diventò il suo mondo. Oggi è un atleta che gareggia in acque libere.

Rubina Morovich

La pallavolo è uno sport per grandi motivatori Rubina Morovich ha 21 anni e pratica sport da quando ne aveva 13. La sua disabilità non è ben definita. I suoi genitori si sono resi conto di alcune difficoltà durante la crescita, perché alcune tappe non venivano rispettate. Al termine di una visita dalla logopedista, Rubina esce dallo studio e inizia a correre. La dottoressa, stupita, chiede a Nadia: «Avete mai pensato a Special Olympics?» La famiglia non sa nulla di quella realtà, ma decide di bussare alla porta dell’associazione sportiva Rosa Blu di Vercelli. Oggi Rubina è una pallavolista piena di entusiasmo, è soprannominata “La Roccia” dal momento che è diventata una vera e propria motivatrice per tutta la sua squadra.

luca colosio

Gli urti della vita non scalfiscono un rugbista Luca Colosio ha subito 17 interventi agli occhi, il primo a tre mesi, nell’arco dei primi 8 anni di vita. Luca ama correre ma anche mettersi alla prova, per questo, dopo aver coronato il grande sogno di partecipare alla Maratona di New York, si è cimentato per la prima volta in uno sport di squadra: il rugby. Spalle larghe in modo da estendere al meglio il torace, busto eretto per favorire un ampio movimento delle anche e una falcata più aperta e lunga, con la palla ovale sottobraccio e con lo sguardo diretto sempre in avanti. è per questo che Luca la sua “meta” l’ha già fatta.


cultura e ricerca

martedì 11 LUGLIO 2017

La legge elettorale individua in buona sostanza il meccanismo per la trasformazione dei voti in seggi, ovverosia reca le regole in forza delle quali si vengono a comporre le Camere rappresentative del popolo sovrano. Com’è noto, gli elettori tramite il referendum del 4 dicembre 2016 hanno respinto la riforma costituzionale approvata dal Parlamento, con cui si intendeva superare il tuttora vigente bicameralismo perfetto in ragione di una ridefinizione complessiva del ruolo e delle funzioni del Senato della Repubblica e anche della procedura di elezione dei suoi membri. Va precisato che la Corte costituzionale con sentenza n. 1/2014 ha dichiarato l’illegittimità in parte qua della legge n. 270/2005 (c.d. “Porcellum”), che regolava appunto l’elezione di Camera e Senato. In seguito a questa decisione è stata approvata la legge n. 52/2015 (c.d. “Italicum”), valevole però per la sola Camera dei Deputati poiché la si è predisposta contando sulla prossima entrata in vigore della riforma costituzionale, che invece, come detto, non ha trovato il necessario consenso popolare. Anche questa legge è stata colpita da declaratoria d’incostituzionalità (sentenza n. 35/2017). La normativa attuale è quella conseguente alle due citate sentenze della Corte costituzionale. Per il Senato, quindi, opera

UNICUSANO FOCUS XI CORRIERE DELLO SPORT / STADIO

legge elettorale il tempo è scaduto L’esame dovrebbe riprendere a settembre, quando le Camere saranno impegnate nell’approvazione della legge di bilancio. Una cosa è certa: il Paese non può attendere

L’analisi stilata dal professor Girelli della Cusano sul sistema attuale in Italia

Regole specifiche sono dettate per la Valle d’Aosta, il Trentino-Alto Adige e per la circoscrizione Estero. Allo stato quin-

un sistema elettorale di tipo proporzionale con soglie di sbarramento differenziate da calcolarsi su base regionale, mentre alla Camera un modello sì di impianto proporzionale, ma con premio di maggioranza per la lista che raggiungesse il 40% e con soglia di sbarramento unica a livello nazionale fissata al 3 %.

di sono in vigore due leggi elettorali molto diverse per Camera e Senato in regime di bicameralismo perfetto: l’anomalia è evidente.

tare, i sistemi adottati, pur se differenti, non ostacolino, all’esito delle elezioni, la formazione di maggioranze parlamentari omogenee».

Circa la necessità di almeno armonizzare i due sistemi, basti ricordare quanto statuito dalla Corte costituzionale nella sentenza n. 35/2017: «La Costituzione, se non impone al legislatore di introdurre, per i due rami del Parlamento, sistemi elettorali identici, tuttavia esige che, al fine di non compromettere il corretto funzionamento della forma di governo parlamen-

È attualmente all’esame della Camera dei deputati un progetto di legge elettorale di impianto proporzionale (AC 2352, XVII Legislatura, “Modifiche al testo unico di cui al decreto del Presidente della Repubblica 30 marzo 1957, n. 361, in materia di elezione della Camera dei deputati, e al testo unico di cui al decreto legislativo 20 dicembre 1993, n. 533, in mate-

ria di elezione del Senato della Repubblica”). Così come per il sistema elettorale introdotto con la legge n. 270/2005 e per quello previsto dalla legge n. 52/2015 anche per il modello delineato in questo progetto di legge è stato trovato un soprannome: “Tedesco”. Va detto, però, che è così intriso di italici elementi che, al limite, credo lo si possa denominare “Alemagna”. I lavori però si sono arenati, poiché è andato perso quello che, in fondo, era il principale pregio di que-

sta proposta di legge ossia l’essere oggetto di un ampio consenso parlamentare. L’esame dovrebbe riprendere a settembre: le Camere saranno impegnate nella approvazione della legge di bilancio e la legislatura sarà vicina alla conclusione. A fronte delle molte variabili che quindi potranno presentarsi nell’iter di approvazione della legge elettorale, una cosa è certa: il Paese non può (più) attendere. Federico Girelli Docente di Diritto Costituzionale Università Niccolò Cusano

un nuovo coordinatore “made in italy”

Il CERN di Ginevra parla sempre più la nostra lingua È l’italiano Giovanni Passaleva il nuovo coordinatore (spokesperson) della collaborazione internazionale LHCb, uno dei quattro grandi esperimenti di LHC, il superacceleratore del CERN, a Ginevra. Passaleva è entrato in carica il 1° luglio, alla scadenza del mandato di Guy Wilkinson. In passato un altro italiano era stato alla guida di LHCb, Pierluigi Campana, attualmente direttore dei Laboratori Nazionali di Frascati dell’INFN. Oggi l’Italia conta così due connazionali spokesperson dei grandi esperimenti di LHC: oltre a Passaleva, Federico Antinori che coordina la collaborazione dell’esperimento ALICE. UPGRADE. «La collabora-

Giovanni Passaleva

zione LHCb affronterà nei prossimi anni un periodo cruciale – spiega Giovanni Passaleva – perché stiamo raccogliendo i frutti dei dati raccolti finora, che ci stanno permettendo di pubblicare risultati di assoluto rilievo scientifico». «Contemporaneamente – prosegue Passaleva – stiamo costruendo

un nuovo LHCb completamente aggiornato e potenziato, che sostituirà l’attuale esperimento e verrà installato durante il mio mandato, tra il 2019 e il 2020. Questo upgrade di LHCb ci consentirà di raccogliere un campione di dati circa 10 volte più grande di quello raccolto finora, e ci permetterà di esplorare con precisione ancora più estrema fenomeni che potrebbero aprire la strada a nuove scoperte. Saranno quindi anni molto impegnativi per la nostra collaborazione ma rappresenteranno una grande opportunità per i più giovani: in LHCb cerchiamo, infatti, con grande attenzione e impegno di costruire un ambiente lavorativo che favorisca il fiorire di nuo-

ve idee e lo sviluppo scientifico e professionale delle colleghe e dei colleghi più giovani», conclude il nuovo spokesperson della collaborazione. CHI È. Giovanni Passaleva, 52 anni, si è laureato a Firenze nel 1990 con una tesi sulla ricerca del bosone di Higgs all’esperimento L3 al LEP, l’acceleratore del CERN che ha preceduto LHC. Dal 2014 al 2017 è stato coordinatore dell’upgrade di LHCb. È stato referee di vari esperimenti, tra cui ATLAS e CMS. LHCb è un esperimento progettato per misurare le differenze di comportamento tra materia e antimateria all’energia di LHC. © Copyright Università Niccolò Cusano



cultura

martedì 11 LUGLIO 2017

UNICUSANO FOCUS XIII CORRIERE DELLO SPORT / STADIO

diritti umani il rispetto altrui questione vitale

Dalla vicenda di Charlie alle continue polemiche sui migranti si ripete il film di un’umanità che ha già sbagliato in passato Fare l’amore con la propria moglie vergine testé sposata era una complicazione per il signore appena maritatosi. Infatti, preferiva affidare il compito di usare per la prima volta la pulzella ad uno schiavo. Il frutto probabile di tale operazione poteva infastidire il pater familias al punto che egli aveva il pieno diritto di prendere in braccio il nascente oppure di farlo uccidere. Adesso tale compito è affidato alle Corti di Giustizia talora nazionali, talora multilaterali, come il caso che sta occorrendo al piccolo Charlie Gard sopprimendo il consenso non solo del pater familias, ma anche della mater, quest’ultima semper certa.

NUOVO SANGUE. La tradizio-

ne romana di accoglienza capace di trasformare gli schiavi di qualsiasi provenienza e origine in liberti, rappresentava la maniera per arricchire con nuovo sangue la linfa romana rappresentata per altro dalla fortissima personalità delle matrone romane. È a causa di una donna infatti, Virginia, con tutto il rispetto dovuto alla sindaca Raggi, che l’attentato alle sue virtù determinò la cacciata dei Re Etruschi da Roma ed è Aurora la madre di Caio Giulio Cesare (il padre valeva poco o niente se non per il fatto di avere consentito il matrimonio di una sua congiunta con l’uomo nuovo Caio Ma-

I genitori del piccolo Charlie Gard. Sotto, l’arrivo dei migranti

rio che salvatore di Roma e che chiamava la moglie “Meus Mel”), amica e non amante di Silla che consente al giovane Giulio, diretto discendente dalla Dea Venere, di fare rapida carriera fin quasi a sfiorare la ricostituzione del regno, che sotto forma di principato riuscirà al nipote Ottaviano. Lo stesso per porre fine a un po’ di anni di stragi civili, sposò Livia (imparentata per matrimonio con Marcantonio e quindi capace di conciliare in sé gli opposti) consentendole di esercitare l’Impero in forma diretta e facendola assumere la veste di Dea che da quale momento in poi qualificherà tutte le successive imperatrici.

DIBATTITO. Alla stessa ma-

niera, lo Ius vitae ac necis occupa il dibattito europeo sulle migrazioni in corso da vari continenti verso determinate aree, per quanto ci riguarda dalla Libia verso l’Italia e in senso lato l’Europa. A correggere lo Ius vitae ac necis, che gli Stati possono determinare nell’ambito dei soccorsi in mare, viene la riflessione del presidente dell’Inps Tito Boeri il quale positivamente chiarisce che, senza l’apporto degli immigrati, sulla base delle statistiche e dei risultati fin qui acquisiti, l’equilibrio dei conti dell’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale verrebbe definitivamente violato determinando in tal modo un buco di almeno, allo stato delle cose di 38 miliardi di euro. ACCOGLIENZA. Roma

non aveva paura dei migranti dal momento che era stata fondata da un migrante avente titolo all’accoglienza, visto che proveniva da una zona di guerra guerreggiata, come oggi si direbbe (scontro fra Achei e Troiani). Tuttavia anche all’epoca fu accolto malamente talché, per riuscire a sistemarsi con Lavinia dopo aver dovuto abbandonare per dovere della Dea Madre la splendida Regina Didone, dovette fare a lungo a botte con il valoroso Turno; peccato per lui che era inviso agli Dei come oggi lo sarebbe al dottor Boeri ed Enea riuscì nel suo intento grazie anche al coraggio di Eurialo e Niso che fecero miracoli nei vari campi.

Tito Boeri, economista e presidente dell’Inps

INTEGRAZIONE. Per uscire dagli equivoci e per provvedere all’integrazione delle risorse dell’erario e del fisco romano, provvide a estendere la cittadinanza di Roma a tutti i sudditi dell’impero (tramite i siciliani) senza problemi di razza, religione, età, posizione sociale, sesso. Con ciò consentendo l’avvento di futuri imperatori libici, siriaci, illirici e quant’altro. Peraltro, le numerose leggi antiadulterine emanate a Roma non ebbero mai concreto effetto, diversamente da Sparta che, dopo aver vinto Atene e i suoi confederati, sparì dalla terra perché le leggi antiadulterine a Sparta venivano osservate. RINUNCIA. L’avventura

del piccolo Charlie è tipica dell’umanità: una nascita che si avverte come infausta sulla scorta delle analisi fatte sul corpicino, ma appare evidente che la rinuncia per soffocamento attraverso l’estrazione della spina, rappresenta la rinuncia a fare ricerca e sperimentazione anche attraverso eventuali interventi chirurgici per la costruzione di un sistema capace di consentire da una parte la nutrizione del cervello e dall’altra parte la nutrizione della restante parte del corpo, attraverso la creazione di canali di alimentazione artificiali, di cui è sicura pratica all’Ospedale Bambin Gesù – per espe-

rienza diretta – e come pare in taluni centri di ricerca e sperimentazione ospedaliera statunitensi. Non va trascurata l’ipotesi che la giurisprudenza che si è uniformata attorno al piccolo Charlie sia figlia del concetto messo in pratica durante il periodo nazista in Germania attraverso il Progetto della divisione Lebensborn, che mirava alla creazione di rappresentanti della pura razza ariana. Proseguendo su tale scia non è un caso che la comunità turca presente in Germania sia estremamente numerosa e non perché i turchi siano discendenti dai romani o dai greci, bensì perché diretti discendenti dai mongoli dell’Orda d’oro, sicuramente di sana razza ariana. RIFUGIATI. Alla stessa ma-

niera, si pone il problema della distinzione più volte richiamata dall’Unione Europea fra rifugiati economici e rifugiati politici o da aree di guerra. Premesso che i rifugiati economici dopo essere stati in vario modo martirizzati durante il trasferimento dai vari continenti da cui provengono –come Sri Lanka, Pakistan, Afghanistan, Siria, Somalia, Etiopia, Burkina Faso, Nigeria, Ghana e quant’altro – sono potenzialmente una classe dirigente. A casa loro l’origine pur non avendo per ragioni tribali una dignitas spendibile sul piano di un cursus honorum perché è questa la ragione per la quale si

trasferiscono, hanno la dignitas della risorsa economica, atta a consentire la realizzazione del viaggio prima per terra e poi per mare verso l’Europa che tecnicamente potremmo dire alla maniera napoleonica «nello zaino di ciascun soldato è conservato il bastone di Maresciallo di Francia». Gli immigrati economici che conoscono bene la storia immaginano che qualcuno dei loro successori possa divenire cancelliere tedesco oppure presidente della Repubblica Francese alla stregua del figlio di un immigrato polacco che divenne presidente di Francia – peraltro già il Conte Walewska, sicuramente polacco, ma nato da lombi imperiali, era già stato ministro degli Esteri con il terzo Napoleone. LA SFIDA. Ciò stante, essen-

do i migranti politici o viaggianti per effetto di guerra in numero limitato, la ricchezza evocata da Boeri non può non fare riferimento alla migrazione economica ed è da notare il coraggio non tanto degli uomini migranti quanto delle donne migranti che, pur spesso sottoposte a violenze sessuali, accolgono e mantengono in vita i frutti alla maniera romana degli stupri subiti e cioè anche la spiegazione dei tanti minori che arrivano sulle nostre coste non accompagnati. È un lancio e una sfida verso il futuro perché memori delle procedure di adozione presenti nella

Roma cessata, sperano che un qualsiasi Senatore della Repubblica, diretto discendente degli antichi romani, si ricordi di adottarne uno, alla maniera di Quinto Ario che salvato in battaglia navale dallo schiavo Ben-Hur, lo adottò consegnandogli l’anello di famiglia, come ci ricorda il magnifico film di William Wyler. RISPETTO. Purtroppo, per tali fanciulli il problema è serio: nel Senato della Repubblica Italiana non siede alcun diretto discendente dai senatori imperiali o repubblicani. Ne possiamo trovare numerosi nella Camera dei Lord in Inghilterra, ne cito uno per tutti Lord Cardo diretto discendente da qualche senatore romano rimasto in Inghilterra dopo la ritirata da Londra. Ma il viaggio dall’Italia a Londra, stante l’attuale congerie di problemi che attraversa l’Europa, è alquanto complicata. Ciò nonostante le due situazioni, quella del giovane Charlie e quella dei migranti, fra l’altro spesso notevolmente giovani e istruiti rispetto ai nostri giovani, che non sono più istruiti se non che in funzione della prospettiva di un lavoro, laddove istruzione significa educazione ed educazione significa il rispetto dell’altrui diritto di Volteriana memoria.

Vincenzo Porcasi Docente di Politica europea di vicinato e prossimità Università Niccolò Cusano


XIV UNICUSANO FOCUS CORRIERE DELLO SPORT / STADIO

sport e solidarietà

martedì 11 luglio 2017

a carrara un premio che “pesa” La Cusano e Basketartisti per il Pallone di Marmo: riconoscimento anche a Buffon, Acerbi e Ilaria D’Amico Sport, valori condivisi, solidarietà. Simone e Barbara Barazzotto di Basketartisti Unicusano hanno messo insieme questi ingredienti e ideato il premio Pallone di marmo, che ha coinvolto grandi nomi del calcio e dello spettacolo grazie anche al sostegno dell’Università Niccolò Cusano. La prima edizione è stata

La prima edizione ha ottenuto un grande successo Premiato anche Bernardeschi un successo. Il prestigioso riconoscimento è stato assegnato da una giuria di giornalisti ed esperti di calcio ad alcuni personaggi dello sport che si sono distinti per varie azioni durante l’anno. Tra i premiati, durante la cerimonia dello scorso 30 giugno all’Hotel Stella della Versilia di Massa, il numero 1 della Juventus e della Nazionale Gigi Buffon, la giornalista di Sky Ilaria D’Amico, l’allenatore della Spal neopromossa in serie A Leonardo Semplici, il centrocampista della Fiorentina Federico Bernardeschi (premio ritirato dalla sorella Gaia) e il difensore del Sassuolo Francesco Acerbi. Premi speciali alla Nazionale Cantanti (ritirato dal rapper Moreno), alla Gialap-

pa’s Band e al bomber della Roma anni ‘80 Roberto Pruzzo. AMICHEVOLE. La cerimonia

di consegna è stata preceduta da una partita benefica allo Stadio dei Marmi di Carrara, dove sono intervenuti tantissimi ospiti tra cui Fabrizio Frizzi, Piero Pelù, Dj Ringo, Jimmy Ghione, il portiere della Lazio, Federico Marchetti, il volto più celebre della Nazionale Italiana di Rugby, Andrea Lo Cicero e la nuova conduttrice della Vita in Diretta, Francesca Fialdini in qualità di madrina.

SOSTENITORI. Insie-

me con l’Università Niccolò Cusano, sponsor dei due eventi sono stati un pool di aziende del Marmo di Carrara (fra le quali Sagevan Marmi, Gemignani e Vanelli, Il Fiorino, Santucci Marmi, Fb Cave), Salumificio Fratelli Beretta, Cà d’Or Vini, Isomed Beauty Clinic, Freshello, Nikki Beach Versilia e Generelle Industrielle. © Copyright Università Niccolò Cusano

Alcuni momenti della cerimonia di premiazione


la cusano e il calcio

martedì 11 LUGLIO 2017

UNICUSANO FOCUS XV CORRIERE DELLO SPORT / STADIO

storia, natura e arte nel cuore dell’italia

Dal sito archeologico di Carsulae alle Cascate delle Marmore, tra le più alte d’Europa, fino all’architettura gotica del Duomo di Orvieto: in viaggio nella provincia di Terni intitolati a Papa Pio VI, allo studioso ternano Torquato Secci, padre di Sergio (tra le vittime della strage di Bologna), e al disegnatore, pittore e incisore tedesco Wilhelm Friedrich Gmelin. Ma in questo sito famoso nel mondo si praticano anche sport come rafting, hydrospeed, canoa kayak, torrentismo e river walking. Lo sport è presente anche nel sovra-citato Lago di Piediluco, secondo bacino lacustre naturale umbro con un perimetro di circa 13 chilometri e con una profondità massima intorno ai 19 metri. Sulle sue sponde si trova il principale centro federale italiano di canottaggio, capace di ospitare per molti anni gli allenamenti dei fratelli Abbagnale e di organizzare svariati eventi di carattere nazionale e internazionale, nonché i campionati mondiali juniores del 1982. Ma il vero fiore all’occhiello è rappresentato dal memorial Paolo D’Aloja, intitolato al presidente storico della federazione italiana di canottaggio.

Le Cascate delle Marmore presentano un dislivello di 165 metri suddiviso in tre salti

La provincia ternana viene visitata ogni anno da migliaia di turisti italiani e stranieri per i suoi importanti siti archeologici e per le sue straordinarie bellezze naturali e paesaggistiche. A pochi chilometri da Terni, al confine con il Comu-

CITTÀ IDEALE. In provincia di

Terni, in particolare a Montegiove, frazione del comune di Montegabbione di Orvieto, si trova anche “la città ideale”. O meglio la città

Il Duomo di Orvieto, autentico capolavoro gotico

ideale , Scarzuola, concepita e costruita tra il 1958 e il 1978 sul concetto di città-teatro dall’architetto milanese Tomaso Buzi (progetto lasciato volutamente incompiuto e completato dopo la sua scomparsa dall’erede Marco Solari). Si tratta di un agglomerato perfetto, equivalente a una gigantesca scenografia teatrale. Un asse verticale conduce, attraverso un sistema di terrazzamenti, dalla statua del Pegaso all’anfiteatro, oltre il quale si trovano il teatro erboso, il teatro delle api e l’acropoli. E attraverso labirinti, scale, cammi-

A pochi chilometri dalla città si possono ammirare scenari di rara bellezza e interesse culturale ne di San Gemini, si trovano i resti di Carsulae, antica città di epoca pre-romana con una storia che si snoda dal IX secolo a.C. (primi insediamenti pastorali) al IV secolo d.C (declino del ramo occidentale della via Flaminia, assedi barbarici e distruzione causata da un terribile terremoto). Sebbene parte di questo municipio romano non sia ancora stato riportato alla

I resti di Carsulae, nel comune di San Gemini

luce, sono visibili la zona del Foro con i resti della basilica e di due templi gemelli, il teatro e l’anfiteatro e l’arco di San Damiano. Inoltre accanto al Foro si trova la splendida chiesa medioevale di San Damiano. Altra meta turistica di assoluto livello è il sito paleontologico della Foresta fossile di Dunarobba, tra Montecastrilli e Avigliano Umbro, con i resti di una cinquantina di tronchi di gigantesche conifere, testimo-

nianza di essenze vegetali risalenti al periodo geologico noto come Pliocene. BELVEDERE. Nel comune di

Terni, ad appena 6 chilometri dalla periferia urbana, si trovano le Cascate delle Marmore, tra le più alte in Europa con un dislivello di 165 metri suddiviso in tre salti. Sono formate dalle acque del Velino, che defluisce dal Lago di Piediluco e si tuffa nella gola del Nera, e richiamano ogni anno mi-

gliaia di turisti italiani e stranieri, rapiti dalla loro bellezza. Bellezza celebrata da George Gordon Byron (1817, “… impareggiabili cateratta, orribilmente bella… vista che supera ogni cosa…”). Al celebre poeta romantico inglese è intitolato un suggestivo belvedere del salto, dotato di illuminazione notturna per le molteplici iniziative culturali e musicali organizzate durante la stagione estiva. Gli altri belvedere sono

Scarzuola, la città ideale costruita tra il 1958 e il 1978

namenti a spirale, torri e colonnati si snodano immagini ed emozioni che tolgono il fiato. Proprio come quelle evocate dal Duomo di Orvieto, o Cattedrale di Santa Maria Assunta, capolavoro dell’architettura gotica costruito in larga parte tra il 1290 e il 1356 (la Cappella di San Brizio viene completata soltanto nel 1444 e in seguito viene arricchita dagli affreschi del Beato Angelico, di Benozzo Gozzoli e di Luca Signorelli mentre le guglie della facciata vengono costruite tra il 1571 e il 1591 da Ippolito Scaglia). © Copyright Università Niccolò Cusano



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