Università degli Studi Niccolò Cusano - Telematica Roma I.P. A CURA DELL’UNIVERSITà NICCOLò CUSANO e di SpoRTNETWORK
ALLEGATO AL NUMERO ODIERNO DEL
Settimanale di Scienza, Industria e Sport a cura della Cusano
Incidenti Quanto è cambiata la gestione del rischio
martedì 25 luglio 2017 www.corrieredellosport.it
Nuoto Accademia Urbani Unicusano Aurelia Il luogo dove il tartufo è cultura un oro mondiale
> A PAGINA III
cesare bocci
> A pagina XI
> A PAGINA IV
il punto
> A PAGINA II
La rinascita parte da un calcio al pallone
L’attore che ha interpretato Borsellino nel film “Adesso tocca a me”: «Ha risvegliato le nostre coscienze»
S
iamo arrivati in questa terra in punta di piedi ma con tanto entusiasmo. Lo stesso che abbiamo percepito dal popolo umbro e in particolare dalla città di Terni. Purtroppo conoscevamo bene quali effetti drammatici ha prodotto il terremoto, non solo per aver visto le immagini in tv, ma anche perché il Lazio con Amatrice è stato duramente colpito. Non potevamo quindi non rivolgere un pensiero a Norcia, non potevamo non rispondere all’appello del sindaco Alemanno per dare un segnale concreto a questa bella città con la nostra presenza in ritiro. La ricostruzione di Norcia e di tutti i comuni, grandi e piccoli colpiti dal sisma, si può ottenere stando uniti per la ricostruzione della comunità, e qui lo sport può avere un ruolo importante, ma si può conseguire anche attraverso la ricostruzione economica, e qui il valore del nostro piccolo gesto potrà essere utile a riportare a Norcia tanti turisti. Il calcio e la sua popolarità con l’Unicusano Ternana stanno riportando sotto i riflettori questa gente e la bellezza di questa terra, lo testimoniano i numerosi giornalisti presenti e le tv che sapranno raccontare ancora questa città. Ma con l’iniziativa “Il Calcio in piazza” i protagonisti sono stati i bambini. Uno spettacolo osservarli giocare. Se si trovano in un parco, in un oratorio, o sul campo della loro squadra. La loro genuina passione è troppo bella per passare inosservata, come le emozioni che ci hanno dato a Norcia, perché quella palla con cui hanno giocato e la possibilità di passarla a un giocatore professionista continua a farli sognare di poter diventare grandi giocatori. In ultimo, la cosa più importante: dimenticare i momenti drammatici che hanno vissuto. Norcia, Terni, l’Umbria e l’Unicusano Ternana hanno vinto la loro prima partita. Gianluca Fabi Direttore Radio Cusano Campus
nel nome di paolo unicusano ternana
Giovani e pro: come nascono i talenti > A PAGINA XIV-XV
cultura
II UNICUSANO FOCUS CORRIERE DELLO SPORT / STADIO
IL SUCCESSO
IL CASt
Oltre tre milioni di spettatori
Quanti nomi d’eccezione
La docu-fiction sulla vita del magistrato è stata vista da 3 milioni e mezzo di spettatori. Lo share, ovvero la percentuale di spettatori sul totale platea di Rai 1, ha raggiunto il 19%
Girato tra Palermo e Roma, il film tv ha visto nel cast anche Ninni Bruschetta, Giulio Corso e Anna Ammirati per una felice coproduzione Rai Fiction e Aurora Tv.
martedì 25 luglio 2017
borsellino ha risvegliato una coscienza collettiva Cesare Bocci interpreta il magistrato nel film tv “Adesso tocca a me”: «Se gli assomigliassi un decimo per la sua moralità sarei felice» Lo scorso 19 luglio è tornato alla mente di tutti quel tragico momento in cui le televisioni e le radio di 25 anni fa diedero la notizia dell’attentato di via D’Amelio, a Palermo, dove persero la vita il magistrato Paolo Borsellino e cinque dei suoi agenti di scorta, Agostino Catalano, Emanuela Loi (prima donna in questo ruolo),
«Sentivo una grande responsabilità, mi ha aiutato vedere le sue foto sorridenti con la famiglia» Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina. Un colpo durissimo inflitto dalla mafia allo Stato a poco meno di due mesi dalla strage di Capaci, fatale al giudice Giovanni Falcone, a sua moglie Francesca Morvillo e a tre agenti della scorta, Vito Schifani, Roc-
innegabile timore. Abbiamo cercato di cogliere gli aspetti del viso di Borsellino che ci avrebbero aiutato. Ma non è stata tanto la mia trasformazione fisica, quanto piuttosto la ricostruzione, il mixare documenti reali e fiction in maniera puntuale e magistrale, a fare la differenza. Poi se anche gli assomigliassi un decimo per la sua moralità sarei l’uomo più felice al mondo».
Cesare Bocci in una scena del film tv. A destra con Anna Ammirati
co Dicillo, Antonio Montinaro. Per ricordare Borsellino, uomo di Stato andato incontro a morte certa pur di proseguire il proprio lavoro nella lotta a Cosa Nostra, proprio il 19 luglio scorso la Rai ha mandato in onda la docu-fiction dal titolo “Adesso tocca a me”. Diretta da Francesco
Miccichè, raccoglie testimonianze dell’epoca, interviste e una ricostruzione della vita del magistrato incentrate sui 57 giorni che separarono Capaci e via D’Amelio. Il ruolo di Borsellino è stato affidato a Cesare Bocci, protagonista raffinato della parte di fiction.
Cesare, ha sentito la responsabilità di questa interpretazione? «Quando ci si confronta con personaggi reali si sente sempre una grossa responsabilità. In questo caso, la mia faccia viene messa direttamente a confronto con quella di Paolo Borsellino: avevo un
Ricorda dove si trovava quel 19 luglio? «Credo che fossi proprio in Sicilia, preparando una tournée estiva. Ora però non ricordo se fosse con Mietta o Ron. In quel momento, stavo facendo le prove». In che modo ha costruito la sua interpretazione di Borsellino, che appare incredibilmente realistica? «I tanti filmati d’epoca disponibili mi hanno aiutato. Poi grande merito va alla sceneggiatura puntualissima, come
credo si evinca dal film. Le interviste fatte a Borsellino mi hanno dato un quadro del magistrato in veste istituzionale. Ma mi mancava la “quadra”, perché non conoscevo il Borsellino privato. Quindi ho cercato di lavorare anche su quello, aiutandomi con le foto di famiglia in cui sorride e scherza. Noi tutti ci ricordiamo sempre il magistrato distrutto dal dolore per la morte di Falcone
ma ogni tanto sul suo viso si apriva un sorriso straordinario. E ti domandavi da dove provenisse. L’ho capito guardando appunto le sue foto di famiglia». Falcone e Borsellino sono ancora oggi il simbolo della lotta alle mafie. In che modo il loro sacrificio è arrivato fino a noi e ancora resiste nella memoria collettiva? «Grazie al risveglio che suscitarono nelle coscienze di tanti giovani, e non sono siciliani. Quel tipo di mafia lì, ha perso». © Copyright Università Niccolò Cusano
Per segnalazioni, commenti, informazioni, domande alla redazione dei contenuti del settimanale Unicusano Focus – Sport & Ricerca, potete scrivere all’indirizzo: gianluca.fabi@ unicusano.it
cultura
martedì 25 LUGLIO 2017
UNICUSANO FOCUS III CORRIERE DELLO SPORT / STADIO
la gestione del rischio per ridurre gli errori Sicurezza e organizzazione del lavoro: il professor Pisanti della Cusano partecipa al dibattito Lo scorso 12 luglio, l’incidente accaduto nella stazione Termini della Metro B di Roma, con una donna rimasta incastrata tra le portiere del convoglio e trascinata per diversi metri, è finito sulle pagine di tutti i giornali del mondo. Il caso è all’esame della magistratura, il conducente della metropolitana è stato sospeso e
con responsabilità oggettive del singolo operatore, a una visione organizzativa dove l’errore è in realtà esito finale di una interazione tra sbagli individuali che non sono stati ben gestiti in termini organizzativi. Vale a dire un malfunzionamento individuale che è riuscito a passare le barriere protettive che, in qualche maniera, non hanno funzionato».
verso, con conseguenze di pericolo».
co di Roma, ma anche in linea generale».
Come si evita tutto ciò? «Innanzitutto, allontanando la cultura fatalistica dell’errore, perché anche un sistema perfetto ha delle falle. Bisogna quindi evitare quella che viene definita la normalizzazione della devianza, ovvero considerare normale uno sbaglio».
«Negli ultimi anni le responsabilità individuali vengono valutate come parte di un insieme»
È come se ci fossero delle maglie larghe attraverso le quali l’errore del singolo riesce a passare. «Queste maglie larghe sono anche chiamate “modello del formaggio svizzero”, quello classico con i buchi: i buchi, in questo caso, sono niente altro che dei break organizzativi e possono arrivare da mancata formazione, bassa tecnologia, scarsa manutenzione o messaggi discordanti. Quando questi buchi si allineano tra di loro, e vi è un errore umano, allora c’è il rischio che avvenga un esito av-
La ricerca del capro espiatorio, dunque, è anch’essa uno sbaglio? «Fa sempre comodo, ma in realtà dobbiamo sempre entrare nell’ottica di idee che la manutenzione, la prevenzione e la formazione sono qualcosa di serio, al di là dell’evento specifi-
Il problema si risolve analizzando i processi? «Le cito un caso esempio, quello della Nasa: ci fu un grave incidente nel 1986, dal quale emersero importanti violazioni procedurali. Culturalmente, in quel periodo, si accettava il fatto che i lanci avessero livello di rischio molto alto. Dopo un processo di adeguato esame e ristrutturazione organizzativa, però, si è lavorato sulla cultura dell’errore, prendendo in considerazione anche i cosiddetti “quasi errori”, gli incidenti che sta-
la notizia ha riacceso il dibattito intorno alla sicurezza e all’organizzazione del lavoro. Radio Cusano Campus ha analizzato quest’ultimo aspetto intervistando Renato Pisanti, professore di Psicologia del lavoro e delle organizzazioni all’Università Niccolò Cusano. Professore, come classifica l’incidente della stazione Termini? «L’incidente accaduto a
Roma rientra nell’ampio filone di ricerca, che va sotto il nome di “risk management”, ovvero gestione del rischio. Si studia, dunque, come le organizzazioni possano ridurre i problemi legati alla sicurezza di dipendenti e utenti; va ricordato che le organizzazioni sono
sistemi complessi, dove interagiscono diversi portatori di interesse, dai sindacati agli operatori ai manager». È cambiato qualcosa negli anni in questo senso? «È stato spostato il baricentro da una visione individualistica dell’errore, cioè
vano per accadere o sono accaduti senza conseguenze fatali. Si è cominciato a pensare alla sicurezza come qualcosa di maggiormente condiviso a tutti i livelli. Così l’organizzazione ha condiviso dei principi di intervento: con tanti menti allerta, dai dirigenti ai livelli inferiori, si sono ridotti i margini di errore e le conseguenze gravi». © Copyright Università Niccolò Cusano
IV UNICUSANO FOCUS CORRIERE DELLO SPORT / STADIO
LA CUSANO E LO SPORT
martedì 25 luglio 2017
unicusano aurelia nuoto una felicità “mondiale”
Impresa storica per Manila Flamini e Giorgio Minisini, medaglia d’oro nel sincro ai campionati di Budapest: la coppia azzurra milita nella società sportiva che porta il nome dell’Ateneo È oro. Il duo misto del sincronizzato Manila Flamini e Giorgio Minisini nei giorni scorsi ha regalato il primo oro all’Italia nei Campionati mondiali di nuoto. E lassù, sul gradino più alto del podio, c’è anche un po’ di Cusano grazie a questi due atleti, compagni con la nazionale azzurra, l’Unicusano Aurelia Nuoto e le Fiamme Oro. Flamini-Minisini hanno raggiunto il gradino più alto del podio con 90.2979 punti precedendo la coppia russa Kalancha e Maltsev che totalizzato 90.2639. Al terzo posto si è classificato il duo statunitense Spendlove e May (87.6682). È una medaglia storica quella conquistata da Minisini e Flamini, rispettivamente classe 1986 e 1987, già medagliati ai mondiali di Kazan e finalmente ora sul tetto del mondo. Mai il nostro sincro aveva vinto una medaglia d’oro in una competizione mondiale e mai nessun azzurro era riuscito a raggiungere un punteggio di 90 punti. LA ROUTINE. L’esercizio pro-
posto Manila e Giorgio è incentrato su un tema di grande attualità e intensità, “A scream from Lampedusa”. Fotografa il dramma, l’amore e la speranza di tante famiglie che ogni giorno fuggono dall’odio della guerra, dalla piaga della fame e dalla persecuzione politica e religiosa. Un’esibizione struggente che ha lasciato tutti senza fiato. Inizia con un urlo di Giorgio, un urlo di dolore nel vedere fra le sue braccia Manila che non è sopravvissuta. I due atleti dell’Unicusano Aurelia Nuoto hanno interpretato un tema quanto mai attuale: il dramma, la paura, la speranza di tante persone e famiglie che ogni giorno fuggono dall’odio della guerra, dalla persecuzione razziale, politica e religiosa, e così sulle note di “A scream from Lampedusa”, musica curata da Michele Braga, si tuffano in acqua e iniziano a danzare. Eseguono alla perfezione tutti i gli esercizi obbligatori e completano l’esibizione con una coreografia di Anastasija Ermakova, che ripercorre gli ultimi giorni della loro storia d’amore lasciando senza fiato il pubblico di Budapest, pubblico che sul fini-
re della musica esplode in delirio mentre i nostri Giorgio e Manila si stringono in un abbraccio profondo. MERITO. La grande soddisfazione per questo risultato storico è merito anche delle loro famiglie, che hanno accomp a g nat o i due atleti verso questo sogno; a tutto lo staff
Momenti d’oro per Flamini e Minisini: ecco alcuni scatti indimenticabili
del nuoto sincronizzato che li ha seguiti e ha creduto in loro, in particolar modo a Roberta Farinelli e Rossella Pibiri, che hanno svolto un lavoro straordinario portando il sincro italiano e romano sul podio davanti a nazioni come Russia e Stati Uniti. L’IDEA. Intervistato ad Agorà Estate, Giorgio Mi-
nisini ha poi raccontato la genesi della routine che è valsa l’oro: «L’idea è nata perché quest’anno volevamo portare al Mondiale qualcosa che non fosse solo un bell’ esercizio. Abbiamo scelto il tema dell’immigrazione, di grande attualità nel nostro Paese. Un tema spesso dimenticato, non tanto l’immigrazione e il numero di sbarchi, quan-
to la sofferenza che chi affronta certi viaggi deve sopportare. La reazione sul nostro esercizio è sempre stata positiva, abbiamo portato un’evoluzione nel nuoto sincronizzato: da una esibizione carina, con trucchi e paillettes, a qualcosa di più profondo, che ha cercato di mandare un messaggio importante». © Copyright Università Niccolò Cusano
cultura e università
martedì 25 luglio 2017
UNICUSANO FOCUS V CORRIERE DELLO SPORT / STADIO
11 d
Le nuove forme del bullismo
i 13
Il fenomeno è centrale in “13 Reasons Why”: ecco le sue evoluzioni La serie “13 Reasons Why” parla di adolescenza, parla di adulti, ma soprattutto racconta il suicidio della protagonista e delle motivazioni che l’hanno portata a decidere di togliersi la vita. Sin dalla prima puntata lo spettatore si accorge della complessità della storia e di come aleggi sullo sfondo lo spettro di un tema che spaventa molto, sia gli adulti sia gli adolescenti: il bullismo. I giornali, le televisioni ma anche altri mezzi di comunicazione a cadenza regolare riportano storie di bullismo che coinvolgono ormai anche bambini delle scuole elementari. I diversi esperti si interrogano sul perché avvengano questi episodi e su come affrontarli in modo efficace, e pochi mesi in Italia fa è stata approvata la legge che tutela chi è vittima di bullismo e stabilisce quali sono le misure necessarie che le istituzioni devono attivare.
LA DEFINIZIONE. Il bullismo per definizione fa riferimento a comportamenti reiterati nel tempo di tipo violento e/o oppressivo e/o intimidatorio che sono rivolti a un singolo o a gruppi di persone. L’aver dato un nome a questi comportamenti ha permesso di dare una connotazione ben definita a situazioni gravi e spesso destabilizzanti per chi li subisce ma, soprattutto, ha sottolineato come vi sia una differenza significati-
va tra essere vittima di un singolo episodio violento e di episodi ripetuti nel tempo. Il bullismo nel corso dei decenni si è evoluto di pari passo con la tecnologia fino a rendere necessario l’introduzione di un termine specifico, quello di cyberbullismo, per identificare tutti quei casi in cui i comportamenti violenti, oppressivi e intimidatori avvengono attraverso il web e, soprattutto, i social.
Troviamo la descrizione di chi sono le vittime di bullismo e di chi sono i bulli. Soprattutto, si viene messi di fronte a un aspetto centrale e fondamentale se si vuole comprendere meglio questo fenomeno e affrontarlo in modo efficace, ovvero che tutti possono essere vittima e bulli e, quindi, è prioritario eliminare le immagini stereotipate che molti film hanno proposto.
Le tipologie. In “13 Rea-
IL BULLO E LA VITTIMA. Il bul-
sons Why” viene ben descritto tutto questo e lo spettatore si trova di fronte ai diversi aspetti del bullismo. Troviamo le forme di bullismo “classico” e le sue “nuove” forme. Troviamo gli adulti che non riescono a comprendere, fino in fondo, cosa voglia dire essere vittima per un adolescente ma, ancora di più, a pensare che i propri figli possano essere gli artefici di questi comportamenti.
lo può essere cresciuto in un’ambiente degradato (ed essere stato anche lui vittima) così come in una famiglia borghese e benestante. Il bullo può essere maschio o femmina e può sentirsi forte dall’agire in gruppo così come da solo. Il bullo può essere consapevole di quanto sta facendo, ma avere difficoltà a controllarsi, o può non provare nessuna empatia con la vittima e con il dolore che de-
termina. La vittima, d’altro canto, non per forza deve essere una persona debole fisicamente, strana e con caratteristiche fisiche che la rendono facile preda di scherzi. Uscire dagli stereotipi è fondamentale per poter comprendere la complessità e la portata di questo fenomeno ma, soprattutto, per poter prevenire e imparare a gestire tutte le forme di bullismo, nei tempi e nei modi più idonei, senza doverne per forza parlare quando è troppo tardi e sono stati creati danni irreparabili. Dott.ssa Nicoletta Vegni Psicologa Psicoterapeuta Docente di Psicologia Clinica Facoltà di Psicologia Università Niccolò Cusano Prof.ssa Caterina D’Ardia Neuropsichiatra infantile Docente di Psicologia dello Sviluppo Facoltà di Psicologia Università Niccolò Cusano
La didattica dell’università niccolò cusano
Political Marketing, impariamo a comunicare L’Università degli Studi Niccolò Cusano ha attivato il Master di I livello in “Political Marketing” afferente alla Facoltà di Economia e Scienze politiche,
Il Master proposto dall’Ateneo si rivolge a consulenti, addetti stampa e portavoce delle istituzioni per l’Anno Accademico 2016-2017, di durata pari a 1.500. Il Master ha l’obiettivo di sviluppare e aggiornare competenze e professionalità legate al settore del marketing applicato alla politica e alle relazioni istituzionali. Si rivolge
sia a laureati in discipline umanistiche ed economico-giuridiche interessati ad acquisire competenze e professionalità nel marketing politico, sia ad addetti del settore, quali consulenti politici, responsabili della comunicazione politica, portavoce, responsabili delle relazioni istituzionali e del Public Affairs, desiderosi di accrescere e aggiornare le proprie competenze professionali e riqualificare la propria posizione lavorativa. Il Master sarà articolato in video lezioni (fruibili 24h/24h), dispense scaricabili dalla piattaforma e-learning, eventuali seminari di aggiornamento e approfondimento tematico.
GLI OBIETTIVI. Al termine
del percorso, i discenti saranno in grado di: strutturare strategie di interventi per la promozione politica; impostare e gestire correttamente una campagna elettorale; creare una campagna di web marketing efficace ed in linea con il tipo di promozione politica richiesta; gestire il management dei social media; impiegare le nuove forme di comunicazione visiva e off-line per garantire un posizionamento vincente sul mercato politico-elettorale; pianificare e realizzare un evento politico; realizzare campagne di fundraising; gestire e coordinare l’ufficio stampa politico; curare e gestire le relazioni isti-
tuzionali per le organizzazioni pubbliche e/o private. LE TEMATICHE. Il percorso
di studi, della durata di un anno accademico, tratterà le seguenti aree tematiche: il sistema politico e i mass media; il marketing politico-elettorale; la comunicazione nella campagna elettorale; web e social media per la politica; gestione della campagna elettorale; organizzazione di eventi; ufficio stampa politico e/o istituzionale; tecniche di public speaking; conferenza stampa; tecniche di fundraising. INFO. infomaster@unicusano.it © Copyright Università Niccolò Cusano
ricerca e cultura
martedì 25 LUGLIO 2017
Vaccini capaci di “immunizzare” contro i tumori come quelli di vescica, rene, testa-collo, polmone. Una ricerca appena pubblicata su Nature ne ha descritto tutte le possibilità e i passi ancora da compiere. Nel corso del programma “Genetica Oggi”, condotto da Andrea Lupoli su Radio Cusano Campus, ne ha parlato nel dettaglio il professor Gennaro Ciliberto, direttore scientifico dell’Istituto Nazionale Tumori Regina Elena di Roma, tra i soci fondatori di Alleanza Contro il Cancro, la prima rete di ricerca oncologica italiana fondata nel 2002 dal Ministero della Salute.
UNICUSANO FOCUS VII CORRIERE DELLO SPORT / STADIO
tumori, un vaccino per contrastarli?
Una ricerca appena pubblicata su Nature ha descritto questa possibilità nel caso in cui la malattia colpisca vescica, rene, testa-collo e polmoni
Professore, di che ricerca parliamo? Ci aiuti a capirne di più. «Riguarda la prima dimostrazione di efficacia di un vaccino antitumorale terapeutico personalizzato. C’è la possibilità di creare un vaccino individuale, in base al tumore sviluppato dal paziente, e somministrarlo allo stesso dal momento in cui il tumore è stato analizzato. Dal punto di vista teorico è applicabile a ogni tipo di tumore ma nella pratica finora è stato applicato, in due studi diversi, uno tedesco e uno americano, al melanoma».
tentativi di sfuggire alle terapie. Voglio però sottolineare che la lotta ai tumori non la vinceremo se non saremo anche caQuesti vaccini possono dun- paci di sviluppare strategie per que rappresentare il futuro prevenirli. Conta molto la terain termini di terapia onco- pia ma anche tanto la prevenlogica? zione. L’effetto combinato di «Assolutamente, diciamo che una terapia sempre più avani tumori sono molto eteroge- zata con una capacità diagnonei da paziente a stica anch’essa paziente ma anavanzata e una che nello stesso Il professor Gennaro forte prevenzione di base ci paziente vanno Ciliberto: «Si tratta permetteranno incontro a una della prima sempre di più di loro evoluziodimostrazione ne temporale. controllare questa malattia deNuove tecnolo- di efficacia» gie e nuove posvastante». sibilità come la genomica e lo sviluppo di vaccini personaliz- Professore, cosa è Alleanza zati permettono di seguire l’e- Contro il Cancro? voluzione del tumore e adatta- «È una rete costituita da circa re le terapie sulla base di queste 21 istituti italiani, che apparevoluzioni. È come se seguissi- tengono agli istituti di ricovemo sempre il percorso del tu- ro e cura a carattere scientifimore e cercassimo di combat- co, ospedali totalmente o parterlo quando sviluppa nuovi zialmente dedicati all’onco-
genetica oggi, in onda su radio cusano campus La trasmissione “Genetica Oggi”, condotta da Andrea Lupoli, va in onda dal lunedì al venerdì su Radio Cusano Campus (89.1 in Fm a Roma e nel Lazio, in streaming su www.radiocusanocampus.it) dalle ore 12 alle 13.
logia collegati e finanziati dal Ministero della Salute. Dal punto di vista della ricerca, lavoriamo molto in rete sviluppando tecnologie avanzate per la caratterizzazione dei tumori e la personalizzazione delle cure oncologiche. La nostra convinzione è che da soli non si possa andare da nessuna parte. Se non si lavora in sinergia, non si può impattare su niente. La nostra rete, per esempio, collabora con uno dei più grandi centri oncologici al mondo che si trova negli Stati Uniti e ci ha permesso di dare vita a progetti molto interessanti. Si cerca di essere sempre all’avanguardia. La nostra rete dispone di tecnologie sofisticate di sequenziamento del dna e di competenze bioinformatiche che permetteranno in tempi rapidi un’analisi approfondita dei tumori e la veloce identificazione dei neoantigeni tumorali». © Copyright Università Niccolò Cusano
Premio d’angiò
Avezzano, la cultura diventa protagonista Si è conclusa la dodicesima edizione Premio Internazionale Carlo I D’Angio. La kermesse di spettacolo, di cultura e di musica è dedicata all’evento storico di cui protagonista Re Carlo I D’Angiò, condottiero della dinastia angioina che nel 1268 cambiò per sempre le sorti del Centro-Sud Italia. Il 6 e il 7 luglio scorsi, ad Avezzano, 21 illustri ospiti d’arte, immersi nella magica notte di Piazza Risorgimento, hanno abbracciato il prestigioso riconoscimento ideato e diretto dall’architetto Lorenzo Fallocco, presidente del Centro Studi d’Angiò. Alla manifestazione ha partecipato anche Fabio Fortuna, rettore dell’Università Niccolò Cusano, vincitore del premio nella categoria “Cultura e Ricerca” nel 2014. I VINCITORI. In questa edizioni
Il rettore Fabio Fortuna premia Marco Fratini di La7
sono stati premiati: la presentatrice Maria Giovanna Elmi, il regista Walter Garibaldi, il presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine dei Giornalisti Nicola Marini, l’attore Flavio Bucci, l’attore Lando Buzzanca, la musicista e cantante Tiziana Rivale, il comico Antonio Fiorillo, il regista a sfondo sociale Modestino Di Nenna, l’esperto di gastronomia Alessandro Circiello, il cabarettista Antonio Giuliani, il re-
gista Pierfrancesco Pingitore, il giornalista Marco Fratini, la cantante Donata Lombardi, il compositore e direttore d’orchestra Vince Tempera, l’attrice televisiva Maria Rosaria Omaggio e, infine, Cesare Lanza e il medievalista Paolo Grillo (assenti alla premiazione per motivi personali). Le due notti dedicate a storia e cultura sono state condotte da Luca Di Nicola e Serena Gray. © Copyright Università Niccolò Cusano
VIII UNICUSANO FOCUS CORRIERE DELLO SPORT / STADIO
industria
martedì 25 luglio 2017
università
martedì 25 luglio 2017
UNICUSANO FOCUS IX CORRIERE DELLO SPORT / STADIO
il go kart unicusano è pronto per la pista
Il veicolo progettato dallo studente Edoardo Bachis nel laboratorio di Ingegneria dell’Ateneo è vicino al debutto: «Siamo al 98%, manca solamente il fine tuning»
quando il viaggio è questione di dna
La passione per il turismo della Nilook da una parte, la vocazione internazionale dell’Ateneo dall’altra: Amici Unicusano presenta un altro partner del suo network Ci sono viaggi che si fanno con un unico bagaglio: il cuore. Con questo claim la Nilook Viaggi srl si presenta ai suoi clienti, proponendo esperienze indimenticabili in Italia e nel mondo. Il viaggio è un tema che fa parte anche del dna dell’università: basti pensare all’Erasmus e a
Il titolare Nicola Caterino spiega: «Oggi gli italiani preferiscono restare nei confini nazionali» quanto i giovani imparino a conoscere il mondo proprio durante il corso degli studi. Il legame tra la Cusano e Nilook nasce dunque da un terreno comune: ecco perché l’agenzia di viaggi diretta da Nicola
Caterino ha deciso quasi naturalmente di far parte della rete Amici Unicusano, il network che promuove sinergie tra le imprese e con l’Ateneo stesso. Caterino, come nasce questa sua passione? «Nasce dall’amore per i viaggi, sono sempre stato un grande viaggiatore e ho trasformato questa mia continua voglia di vacanza nel desiderio di realizzare i sogni di tante persone. Per me si tratta di una passione anche ereditata da mio padre: sono oltre trenta anni che operiamo nel settore turismo». Qual è l’errore tipico del viaggiatore dei nostri giorni? «Internet è una risorsa immensa e lo è anche per noi agenzie di viaggi. Spesso
il viaggiatore sbaglia nel non considerare che affidandosi a una agenzia di viaggi come la nostra si paga lo stesso prezzo che può trovare sul web, con in più la nostra garanzia. E può voler dire tanto, perché siamo noi a fare da garanti in caso di situazioni spiacevoli o imprevisti. Se un cliente prenota tramite noi sa che ci sarà il massimo impegno. Spesso invece facendo da soli si corrono dei rischi e si paga la stessa cifra». In questo periodo di tensioni internazionali e terrorismo i viaggiatori sono più preoccupati? «Molto, sì. L’estero costa meno dell’Italia, che è decisamente troppo cara. Però l’attuale situazione internazionale preoccupa i viaggiatori italiani: basta
pensare a una meta come Sharm, che un tempo si vendeva tantissimo e ora per niente. Quindi i viaggiatori preferiscono restare nei confini nazionali. Questo è un vantaggio per il turismo e qualcuno lo sta capendo e sta adeguando i prezzi rendendoli meno alti». Quali sono le mete italiane più richiesta in estate? «La Puglia e la Sardegna, sicuramente». Perché avete deciso di entrare a far parte della rete Amici Unicusano? «Conosciamo bene il valore dell’ateneo, abbiamo
visto il progetto e abbiamo deciso di farne parte. È importante fare squadra e puntare sulle sinergie tra imprese. Insomma è un viaggio nel quale non potevamo mancare». © Copyright Università Niccolò Cusano
All’interno di Open Day è partita su Radio Cusano Campus la nuova rubrica interamente dedicata ai motori “Racing Line”. Edoardo Bachis, studente al terzo anno di ingegneria meccanica, è uno degli artefici del go kart Unicusano, che ha emesso i primi “vagiti” la scorsa settimana. Con lui il conduttore Alessio Moriggi ha voluto parlare proprio del go kart e di come è nata l’idea di realizzarlo. Edoardo, le prime impressioni dopo il “battesimo” del go kart Unicusano? «Abbiamo dovuto sistemare la carburazione e poi abbiamo fatto il primo test: devo dire che va veramente forte, soprattutto se consideriamo che il motore è ancora in rodaggio. Sono molto soddisfatto perché è come me lo aspettavo: ha la compostezza dell’assetto, la giusta precisione dello sterzo e un moto-
Il secondo passo quale è stato? «Abbiamo fatto i primi acquisti, telaio e motore. Per il primo ho scelto un KZ da Mondiale, uno zanardi del 2010 che ho preso a Viterbo. Per il motore invece abbiamo scelto un 185, ma abbiamo sostituito i piattelli delle valvole mettendoli in ergal per garantire affidabilità».
re con le caratteristiche che lo rendono davvero godibile da guidare» A che punto siamo, dunque? «Il go kart ormai è completo al 98 per cento, manca di fatto solamente il fine tuning per la pista. E tutto è partito da quel power point
Il progetto del go kart targato Unicusano è partito nel settembre del 2016
che portai, sul quale avevo stilato il mio progetto…». Ricordaci qualcosa della genesi del go kart Unicusano. «Dobbiamo tornare a settembre 2016, alla partenza del progetto. Siamo andati a parlare con il dottor Ranucci e ricordo che gli chiesi se si intendeva di motori e di corse. Non rispose, ma mi indicò una foto in cui, qualche anno prima, era ritratto mentre correva con le Megane Sport negli anni 90. Lì ho capito che avrei avuto un interlocutore competente: infatti hanno subito approvato il budget, ritoccandolo addirittura in alto».
Poi si passa al laboratorio. «Lo abbiamo sistemato, allestendo un’ala apposita per la quale sono stato interpellato in prima persona. Mi hanno chiesto come volevo la disposizione del laboratorio: un onore per me, studente alle prime armi. Ho potuto allestire il mio mondo e questo si è rivelato fondamentale. Nella prima fase abbiamo portato qui il go kart, suscitando curiosità negli altri studenti, e abbiamo appoggiato il motore. Lo abbiamo fatto con molta paura che le misure non coincidessero, invece è entrato a pennello ed è stata una grande gioia: voleva dire aver calcolato bene gli spazi nel progetto. A quel punto è cominciata la vera fase di progettazione. Il professor Panciroli ci ha proposto di fare un carter modulabile, una struttura adattabile, creando un sistema di piastre imbullonate. È stata una bella sfida». © Copyright Università Niccolò Cusano
Open Day è on air dalle 18 alle 20 Di università e ricerca si parla a “Open Day”, il programma di Radio Cusano Campus condotto da Misa Urbano e Alessio Moriggi, in diretta dal lunedì al venerdì nella fascia oraria 18-20 sull’emittente dell’Ateneo (89.1 Fm a Roma e nel Lazio, in streaming su www.radiocusanocampus.it). Open Day tratta le tematiche principali dell’istituzione universitaria: l’offerta formativa, i servizi, le convenzioni, l’orientamento e gli eventi, accademici e non, organizzati dall’ateneo di via Don Carlo Gnocchi.
cultura
X UNICUSANO FOCUS CORRIERE DELLO SPORT / STADIO
martedì 25 luglio 2017
TRA ARTE E PEDAGOGIA con CALVIN & HOBBES
Il 18 novembre 1985 apparve per la prima volta la brillante striscia ideata e disegnata da Bill Watterson che ha come protagonisti un bambino di sei anni e la sua tigre di pezza Il 18 novembre del 1985 appariva la prima striscia a fumetti di “Calvin & Hobbes”, la geniale serie scritta e disegnata da Bill Watterson con protagonisti un bambino e la sua tigre di pezza. “Calvin & Hobbes” è andata avanti per dieci anni fino al 31 dicembre 1995, quando Watterson ha annunciato di volersi de-
La critica di settore la definisce l’ultimo grande fumetto pubblicato sui quotidiani dicare ad altro. I nomi dei due protagonisti sono un riferimento al teologo francese del Cinquecento Giovanni Calvino, tra i principali esponenti della riforma protestante della Chiesa, e il filosofo inglese del Seicento Thomas Hobbes. «È Watterson
stesso nelle sue varie pubblicazioni a raccontare la genesi dei nomi che ha messo ai due piccoli eroi - spiega Andrea Del Monte, coordinatore editoriale Comix che in Italia pubblica Calvin & Hobbes, ai microfoni di Radio Cusano Campus nel corso del programma “Giochi a Fumetti” – Ma c’è un altro dettaglio molto bello dietro ai due personaggi ed è di carattere autobiografico. Watterson si sente saggio come era Hobbes ma anche anarchico, fantasioso e antisistema come Calvin. In realtà, quindi, c’è un riferimento alto a queste due personalità ma soprattutto uno sdoppiamento che deriva dalla natura schizofrenica del meraviglioso Watterson». I DUE PROTAGONISTI. Calvin è un
bambino di sei anni, figlio unico, che vive con i suoi genitori in una città degli Stati Uniti im-
precisata. Calvin ha un migliore amico, Hobbes, una tigre di peluche che soltanto lui vede come una tigre vivente, antropomorfa e parlante: è raffigurata come un peluche inanimato soltanto nelle vignette in cui Calvin è insieme a qualche altro personaggio umano. «Watterson – racconta Del Monte ha fatto un’altra grande invenzione con Calvin & Hobbes: per la prima volta noi lettori riusciamo attraverso il fumetto a riconoscere e a riconoscerci nei pensieri di un bambino di quell’età che avrà tra i cinque e gli otto anni, perché tutti gli altri fumetti anche quelli che sembrano parlare di bambini mettono nella testa e in bocca ai personaggi dei pensieri da adulti. Watterson porta per la prima volta sulle strisce internazionali i pensieri dei bambini, i loro mondi fatti di dinosauri e di viaggi spaziali, discussio-
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ni su cose che sembrano non far parte della loro quotidianità e che invece lo sono a tutti gli effetti. Io credo che Calvin sia un personaggio molto identitario per tutti noi perché ci ritroviamo tutti in quella dinamica, ed è
son non ha mai consentito che i suoi personaggi diventassero icone a corredo ed ornamento di oggetti, dalle tazze ai peluche, lui ha sempre detto: disegno tutto io, mi invento tutto io questo è il personaggio più maturo della mia creatività e non voglio che venga mani-
sto non ha a che fare con lui. Così ha rinunciato a miliardi e miliardi, potete immaginare quante magliette si sarebbero potute vendere. Tra l’altro lui è ferocissimo, appena scopre dei falsi li denuncia. In questi aspetti Bill Watterson è veramente un artista a tutto tondo, un artista che decide di voler vivere solamente con le regole della sua espressione artistica, senza contaminarsi con altri mondi che sono quelli del business. Secondo me questo è un posizionamento interessante soprattutto in un mondo fatto di gente che vuole esclusivamente guadagnare di più». NOVITÀ. Comix sta dedican-
anche molto importante per un genitore. Se vogliamo capire cosa pensano i nostri figli, leggendo Calvin secondo me ci avviciniamo molto alla realtà. Bill Watterson è un artista straordinario dal punto di vista grafico ma quello per cui è passato alla storia, secondo me, è il suo essere veramente un pedagogo. Se vogliamo avvicinarci al mondo dei bambini, alle loro fantasie sterminate, a quello che li fa arrabbiare. Forse darò una lettura meno entusiasmante di quella che ci si può aspettare, ma la sua vera forza è stata quella di aver spalancato le porte di un mondo che nessuno aveva spalancato fino a quel momento con quella forza e quella capacità di analisi e di divertimento».
polato da altre persone per andare a corredare altri prodotti. Questa è una cosa assolutamente clamorosa, soprattutto se pensiamo ai Peanuts o in Italia a Lupo Alberto. Watterson spiega che è una questione di rigore artistico e dice una cosa secondo me assolutamente rivoluzionaria: il fumetto è un mondo compiuto in sé, è un mondo che ha bisogno semplicemente di una storia e di un lettore che sappia leggerla: tutto il re-
do recentemente nuova attenzione a Calvin & Hobbes: «I volumi – conclude Del Monte - sono stati ritoccati in due aspetti. Il lettering è stato uniformato tra tutti i volumi, in più abbiamo sostanzialmente ripreso in mano le introduzioni i e le traduzioni aggiornando alcuni passaggi che inevitabilmente pagavano lo scorrere del tempo. Abbiamo, pur nel massimo rispetto elle parole di Bill Watterson, tolto o smussato alcuni elementi e abbiamo uniformato il lettering su tutti i dieci titoli a catalogo in modo che il collezionista troverà un prodotto con un’uniformità grafica molto bella e che prima non aveva». © Copyright Università Niccolò Cusano
LE OPINIONI. Il cartoonist statu-
nitense è famoso nell’ambiente per la nettezza delle sue opinioni: per Watterson il fumetto è arte e quindi non può e non deve essere svilito con il merchandising né adattato ad altri media. «Anatema! Merchandising è una parola che non vuole neanche sentir nominare contro la quale ha combattuto tra l’altro vanificando probabilmente diversi punti di Pil dell’economia americana e mondiale. Watterson – aggiunge Del Monte - ha fatto due cose clamorose in termini di comportamento rispetto al business e l’arte del fumetto. La prima è stata quella di decidere di portare avanti il fumetto solo per dieci anni. Infatti nel 1985 è stato di parola e non tutti gli artisti hanno questo rigore che è stato ancora più clamoroso nel rinunciare a una montagna di denaro. Watter-
GIOCHI A FUMETTI IN ONDA SU RADIO CUSANO CAMPUS Condotta da Andrea Di Ciancio e Andrea Lupoli, la trasmissione radiofonica “Giochi a Fumetti”, dedicata al mondo dell’arte sequenziale e al gaming, va in onda su Radio Cusano Campus (89.1 in Fm a Roma e nel Lazio, in streaming su www. radiocusanocampus.it) tutti i sabati dalle 11 alle 12.
INDUSTRIA
martedì 25 luglio 2017
UNICUSANO FOCUS XI CORRIERE DELLO SPORT / STADIO
nell’Accademia dove il Tartufo è “cultura”
Alla scoperta dell’Accademia del Tartufo Urbani il centro d’eccellenza gastronomica in Umbria Eventi culinari internazionali, cucina del tartufo come arte, vernissage culturali, scuola del tartufo. Abitano qui lo spirito fresco e dinamico, la curiosità di chef appassionati, eterogenei e creativi. L’Accademia del Tartufo Urbani, centro tecnologico gastronomico dedicato alla cultura gastronomica, dove ogni giorno chef, esperti, giornalisti, scuole universitarie da tutto il mondo si riuniscono per condividere le loro conoscenze. LE IDEE. Che si tratti di nuove
ricette, nuovi prodotti, nuovi progetti o nuove idee, l’obiettivo resta sempre lo stesso: valorizzare il mondo dei tartufi e dei funghi. Una vera e propria fucina di idee creative, innovative e di successo a livello internazionale.L’Accademia del Tartufo Urbani è il luogo ideale per tutti coloro che desiderano conoscere a fondo la storia del prezioso tubero e la sua varietà di impiego in cucina, perché qui la ricerca è ancora di più, sperimentazione di accostamenti, mix di gusti, scoperta di sapori, aromi, colori, profumi, che catturano il palato. Lo scambio, l’accrescimento delle idee e della conoscenza sul tartufo sono il fulcro dell’Accademia del Tartufo Urbani, che ormai è diventata una vera e propria scuola di cucina e anche scuola di cultura del vivere bene, protendendo gli obiettivi ad una più alta qualità non solo del cibo, ma anche del tempo da trascorrere. LA LOCATION. A Scheggino, in Umbria, nella sede centrale della Urbani Tartufi, si erge un edificio di vetro, aperto
verso l’esterno, una struttura architettonica di trasparenza, aperta agli sguardi di chi sta “fuori”,un veicolo d’ informazioni rivolto a tutti. È un susseguirsi di vetrate, aperte, inserti trasparenti dove la terra del tartufo da qui si può toccare. Un luogo che spinge all’unione, la cui funzione è definitiva non dagli architetti ma da chi, di volta in volta, “affettivamente” li usa, a cominciare dagli chef, esperti, amatori, ma soprattutto studenti. Il risultato è una fluidità dello spazio, che finisce per diffondere la cultura del tartufo quasi fosse il suo profumo. È qui che nascono le innovazioni, qui l’impulso per i nuovi prodotti, qui l’esame attento e vigile dei mercati, dei mutamenti, delle esigenze. L’Accademia del Tartufo di Urbani è luogo dove si elabora il gusto di mangiare non fine a se stesso, ma dedicato all’arricchimento del palato, del sapere e della cultura. Ambiziosi progetti di collaborazione nazionale e internazionale con Università di alto livello sono all’ordine del giorno nelle programmazione annuali dell’Accademia del Tartufo Urbani. Esempio è il progetto “Culinary Contest in memoria di Paolo Urbani”, organizzato in collaborazione con l’Università dei Sapori di Perugia, che ha impegnato studenti di College americani nella creazione di ricette al tartufo nuove e originali. Gli studenti americani, insieme ai loro professori, sono stati ospiti dell’Accademia del Tartufo, per immergersi nel mondo del tartufo e studiare a fondo le sue caratteristiche organolettiche e gastronomiche. Un altro progetto ha visto la creazione di
Contest, seminari, incontri: l’Accademia del Tartufo Urbani è uno spazio polifunzionale
un nuovo prodotto a base di tartufo per un concorso indetto dal Goethe Institut che prevedeva la creazione di un prodotto per il mercato tedesco. I ragazzi del Liceo Linguistico di Spoleto, hanno scelto il settore food lavorando insieme ad Urbani Tartufi per la realizzazione di alcune novità, una linea di prodotti chiamata Truffle Tag : “marmellata al tartufo”, “salsa rosa al tartufo” e “misto funghi tartufato” seguendo un iter che ha visto i ragazzi confrontarsi nelle aule della scuola, presso l’Accademia del Tartufo Urbani e ad Amburgo dove i ragazzi hanno potuto incontrare un buyer per proporre la vendita reale del prodotto, in uno dei supermercati più importanti della Germania. Ogni anno sono ospiti dell’Accademia professori universitari da molti paesi, tra cui Messico, Brasile, New York, Spagna, Russia, Asia, Giappone. Nel 2016 le porte dell’Accademia del Tartufo Urbani sono aperte alla “Grande Mela”. Urbani ha così creato un seducen-
te luogo d’incontro dell’alta cucina “The Urbani Truffle LAB”, a Manhattan, nella sede di New York, uno spazio d’ispirazione per Chef di fama internazionale, per gli amanti del tartufo e per tutti gli appassionati dell’eccellenze culinarie. Sarà possibile gustare, esplorare e conoscere il tartufo e il mondo che lo circonda in un ambiente interattivo che non ha precedenti, una grande soddisfazione per gli Urbani, sempre attenta alla crescita e all’innovazione. Un’esperienza in cui cibo e sapere si incontrano in un gourmet dall’alto valore culturale, un’avventura che guarda al mondo e al futuro del tartufo con la passione che da sempre contraddistingue la Urbani Tartufi. Da quando il tartufo si è elevato a rango di eccellenza culinaria anche in America, continente che all’inizio ebbe alcune difficoltà nel “capire “ il prodotto, la strada verso lo studio della tradizione e l’innovazione nell’arte culinaria che vede il diamante della terra come protago-
nista, non ha più avuto fine. Sono molti gli chef di fama mondiale che si cimentano in piatti al tartufo di altissimo livello. Il Truffle-Lab nasce proprio per racchiudere questo mondo in un’esperienza multi-sensoriale, portando l’eccellenza del tartufo nel cuore della Grande Mela e creando un punto di incontro in cui gli Chef possano presentare al mondo nuove tecniche e far conoscere la propria creatività. È uno spazio bellissimo anche per tutte le aziende prestigiose di Manhattan che vogliono organizzare un evento mai visto e di altissimo livello. Sempre tutto profumato di tartufo. L’Accademia Urbani, insieme al Truffle Lab, porta un coefficiente inedito di alta ristorazione del tartufo. Introduce un fattore esponenziale, oltrepassa la cucina tradizionale, inaugura una proporzione tra gusto, tartufo e passione. Zone poliedriche in costante trasformazione animate da “mise en place” originali, oppure da meeting e convention di settore. Perché ogni volta L’Accademia del Tartufo Urbani e il Truffle LAB saranno un luogo da scoprire. © Copyright Università Niccolò Cusano
sport e disabilità
martedì 25 luglio 2017
UNICUSANO FOCUS XIII CORRIERE DELLO SPORT / STADIO
per special olympics una scommessa vinta Quarantanove anni fa i primi Giochi Internazionali dedicati alle persone con disabilità intellettiva. Il presidente Tim Shriver: «Quando siamo in dubbio, scegliamo di includere» I primi Giochi Internazionali di Special Olympics si tennero al Soldier Field di Chicago, Illinois nel 20 luglio del 1968. Sono passati, da pochi giorni, 49 anni e tutto il mondo, a distanza di tanto tempo, continua a ricordare la fondatrice Eunice Kennedy Shriver. Lei per prima si accorse di quanto la pratica sportiva potesse mettere le persone con disabilità intellettive nelle condizioni ideali per dimostrare le loro capacità. è molto difficile far competere le persone con disabilità intellettiva in prove di matematica o geografia - ripeteva spesso- ma, se a queste stesse persone gli si da l’opportunità di praticare sport, possono diventare formidabili. Oggi Special Olympics è presente in 170 paesi, persegue la sua Mission con grinta e determinazione, con positività e grande gioia, puntando sempre i riflettori su ciò che questi atleti sono in grado di fare e non sulla loro disabilità. Il figlio di Eunice Kennedy, Tim Shriver Presidente Internazionale di Special Olympics, lo scorso 13 luglio ha ricevuto, da Michelle Obama, il the Arthur Ashe Courage Award ESPYS.
per queste persone. Questo Movimento non è più solo un Movimento per persone con disabilità intellettive. È un Movimento che parte da loro. Sono loro che ci invitano a vedere il mondo attraverso i loro occhi. Togliamo gli ostacoli, la paura e gli stereotipi. Guardiamo l’altro, l’altro di cui abbiamo paura. Accogliamo. Volgiamo il nostro sguardo alle persone che ci fanno arrabbiare. Accogliamo questi atleti che oltrepassano la linea del traguardo. Uniamoci. Se volete mettere fine alla discriminazione e alla paura e siete sostenitori di questi atleti, allora siete voi i promotori di questo cambiamento. Voi avete il potere. Loro hanno il potere. Loro sono perso-
Un momento dell’evento dello scorso 13 luglio
ta essere un atleta. Dato che era una donna non poteva essere una leader – toccava ai suoi fratelli fare i leader. Dato che era una donna non doveva essere così aggressiva. Lei non doveva combattere per le persone con disabilità
intellettive. Lei doveva avere pazienza. No, no e assolutamente no! Mia madre sapeva sapeva che gli atleti Special Olympics hanno la stessa passione, impegno e coraggio di qualsiasi altro atleta e meritano di
competere in questo paese o in qualsiasi altra parte del mondo. Non posso far altro che rattristarmi per il fatto che non sia qui adesso. Noi siamo qui, ed in un certo senso, anche lei. Mia madre è nei cuori di milioni di atleti Special Olympics, in 170 paesi, comuni-
IL DISCORSO. Queste le di-
chiarazioni che Tim Shriver ha rilasciato per l’occasione: «Qualsiasi persona che conosceva mia madre sapeva che non le piaceva solamente gareggiare - Amava vincere! E le dicevano che dato che era una donna, non sarebbe mai potu-
ne forti con un messaggio importante. Possono unire le nostre scuole e comunità. Riescono a mostrarci come superare le paure che affliggono il nostro paese. Per questo motivo questo è il loro tempo. Questo è il nostro tempo. Seguiamo gli atleti Special Olympics. Seguiamo il loro esempio. Includiamo tutti. Quando siamo in dubbio, scegliamo di includere. Giochiamo insieme. Impariamo da queste persone eccezionali, creiamo un futuro di giustizia e gioia. Se pensate che lo sport non riesca a fare tutto ciò, per favore non ditelo a Eunice Shriver. Ha scommesso la propria vita sullo sport, ed ha vinto». © Copyright Università Niccolò Cusano
tà, città e paesini: sulla pista, giocando a basket, sciando giù per le montagne. Mia madre è qui nei cuori e nelle menti di tutti coloro che credono nell’inclusione e che hanno voglia di fare qualcosa. Lei è qui con tutti quelli che dicono “giochiamo e viviamo uniti. Questo Movimento che mia madre ha creato circa 50 anni fa non ha ancora raggiunto l’obiettivo. Le persone con disabilità intellettive continuano ad essere nascoste, escluse, derise e umiliate. I genitori lo sanno. Tutti su questo palco lo sanno. Abbiamo ancora tanto da fare per l’uguaglianza e per 250 milioni di persone che hanno disabilità intellettive. E non ci fermeremo finché non raggiungeremo l’uguaglianza
parla il personal trainer roberto tedeschi
Lo sport è il vero riscatto: l’esempio di Valerio Un incidente in motorino e un baratro che si spalanca davanti alla vita di un giovane. La disabilità, però, si può combattere grazie alla forza di volontà: è il caso di Valerio, che grazie allo sport ha saputo ritrovare autonomia e affacciarsi al professionismo nella pesistica paralimpica. Un merito che va in parte diviso con il suo personal trainer, che
è anche, insegnate di educazione fisica, Roberto Tedeschi. A lui Radio Cusano Campus ha chiesto di raccontare la storia di Valerio e di come lo sport possa diventare cruciale nel rialzare la testa dopo un incidente.
quasi autonoma. Lavoriamo sulla forza delle gambe anche perché Valerio è un webmaster e passa molto tempo seduto al computer. Lavorando in palestra sugli arti inferiori compensiamo la sua staticità».
Roberto, qual è il tuo lavoro con Valerio? «L’ho conosciuto 12 anni
I risultati ti avranno dato una grande soddisfazione. «Sono contento che abbia avuto questi benefici, e ciò si deve soprattutto alla sua buona volontà. Con me lavora due volte a settimana, altri due giorni fa potenziamento muscolare. In palestra riusciamo a dedicarci a esercizi per riacquisire l’equilibro originario che è stato compromesso dall’incidente».
“Il mattino ha la cultura in bocca” La trasmissione “Il mattino ha la cultura in bocca”, condotta da Misa Urbano, va in onda dal lunedì al venerdì su Radio Cusano Campus dalle ore 7 alle 8: le notizie più interessanti della notte e i trend del giorno.
fa, veniva da un lungo periodo di riabilitazione in centri specializzati, poi si è accostato all’attività fisica
per cercare di riacquistare una vita normale. L’ho seguito individualmente e abbiamo avuti gros-
si risultati: è passato dalla necessità di muoversi con l’ausilio di due tripodi a camminare in maniera
Si è avvicinato alla pesistica paralimpica? «Sta facendo delle gare: nell’ambito della federazione italiana vengono accolti ragazzi con disabilità in questa disciplina. Senz’altro lo sport lo ha aiutato a recuperare: sono 4-5 anni che si interessa alla parte agonistica e si allena con carichi notevoli». Sogna la maglia azzurra? «Di sicuro è un suo sogno: è approdato a questa attività forse un po’ tardi ma i suoi risultati li ha avuti e migliorerà ulteriormente. Anche grazie al lavoro che sta facendo con la campionessa italiana Antonietta Orsini; con lei lavoriamo in tandem». © Copyright Università Niccolò Cusano
XIV UNICUSANO FOCUS CORRIERE DELLO SPORT / STADIO
la cusano e il calcio
martedì 25 luglio 2017
i rossoverdi vanno già di corsa
Il preparatore atletico rossoverde Matteo Basile
La parte atletica dell’Unicusano Ternana è affidata al lavoro di Matteo Basile: ecco i suoi segreti Prosegue a ritmi serrati la preparazione dell’Unicusano Ternana in vista dei primi impegni della nuova stagione. Gli umbri sono a Norcia e lavorano gli allenamenti agli ordini di mister Sandro Pochesci. La squadra rimarrà nella località della provincia di Perugia fino al 5 agosto. La parte della preparazione atletica è affidata a Matteo Basile. Il professore ci guida alla scoperta di tutti i segreti della preparazione rossoverde. Professor Basile, qual è il suo campo di intervento specifico? «Sono il responsabile della preparazione atletica della prima squadra. Il nostro è un lavoro di equipe molto attento e meticoloso, dove ciascuno coltiva il proprio ambito di competenza relazionandosi con gli altri professionisti per garantire ai ragazzi dell’Unicusano Ternana il giusto supporto fisico-atletico e tecnico-tattico».
la a certe intensità, convinti come siamo che l’aspetto tecnico sia sempre posto ad un gradino superiore rispetto a quello fisico e atletico. La preparazione che stiamo svolgendo in questi giorni deve essere di supporto al patrimonio tecnico che i calciatori hanno e che devono costantemente sviluppare». Come sviluppate il vostro lavoro quotidiano? «Ci riuniamo il giorno prima per pianificare il lavoro per il giorno successivo: io porto alcuni dati riguardanti la parte atletica, il resto del nostro staff fornisce ulteriori elementi, come analisi video e osservazioni statistiche. è dall’utilizzo di tutti questi elementi che esce la strategia alla quale ci rapportiamo».
Che valutazione dà del progetto dell’Unicusano per la Ternana? «Patron Bandecchi è una persona molto ambiziosa. Ci tiene a fare bene ogni cosa che fa. Con lui abbiamo imparato a pensare in grande, tanto che il nostro obiettivo è quello di
Come si interfaccia con mister Pochesci? Com’è lavorare con lui? «Conosco il mister dai tempi dell’Ostiamare. Con lui abbiamo tutti un ottimo rapporto, c’è stima e rispetto reciproco. E anche una grandissima intesa». Professore, quali sono i suoi metodi di allenamento? Ha alcuni capisaldi o punti fermi ai quali si ispira? «A noi piace lavorare con la pal-
Stefano Principi
Stefano Principi
essere tra le formazioni più accreditate del prossimo campionato. Io devo pensare a far correre bene questi ragazzi. Perché l’importante non è che corrano tanto, ma che corrano bene». Lo staff dell’Unicusano Ternana è composto da tutti professionisti di chiara fama. Matteo Basile viene coadiuvato da Francesco Guicciardini, che si occupa nello specifico di prevenzione e recupero dagli infortuni e di postura degli atleti. La parte dedicata all’organizzazione e alla cura degli esercizi tecnici è il terreno prediletto di Stefano Furlan e Fabrizio Durante, mentre Paolo Gobattoni è l’allenatore dei portieri. Per la parte tattica, a collaborare con Sandro Pochesci, ci sono i suoi vice Emilio Coraggio e Daniele Persico. Quest’ultimo è anche il match analyst. Infine, una curiosità: la preparazione di Pochesci e del professor Basile prevede anche l’utilizzo di un drone, che permette di monitorare tutti i movimenti tattici della squadra. © Copyright Università Niccolò Cusano
un voucher da sette gare Al fine di agevolare la presenza dei sostenitori rossoverdi al Libero Liberati per la stagione calcistica 2017-18, l’Unicusano Ternana ha comunicato che a partire da lunedì 24 luglio sarà possibile sottoscrivere, oltre al classico abbonamento da 21 partite, anche un voucher da sette gare. La “Voucher Card” permetterà ai tifosi delle Fere di acquistare le gare della stagione in corso in tre tranche da sette partite ciascuna, ma non consentirà l’acquisto dei biglietti per le gare in trasferta. Per sottoscrivere la prima tranche sarà necessario presentare copia di un documento d’identità ed una fototessera. Settori e prezzi • Curve: intero 55 euro, ridotto 30 euro • Curve tribune: intero 62 euro, ridotto 40 euro • Distinti: intero 80 euro, ridotto 55 euro • Tribuna B centrale: intero 135 euro, ridotto 80 euro • Donne: 20 euro
martedì 25 luglio 2017
la cusano e il calcio
UNICUSANO FOCUS XV CORRIERE DELLO SPORT / STADIO
stefano principi
una guida esperta per i giovani talenti Parla Fabrizio Fabris, bandiera rossoverde e responsabile della scuola calcio dell’Unicusano Ternana: «Un progetto ambizioso» Nell’Unicusano Ternana che si appresta a vivere la nuova stagione 2017-18 da autentica protagonista, c’è anche spazio per grandi “bandiere” del passato. È il caso di Fa b r i z i o Fabris, 48 anni, una vita trascorsa sui campi di calcio a grandi livelli: da Napoli a Terni, attraverso una prestigiosa carriera che lo ha visto nascere nel settore giovanile partenopeo al fianco dei grandi nomi azzurri del
stefano principi
«La nostra missione è insegnare ai ragazzi correttezza, rispetto ed educazione. Poi viene il calcio» Fabrizio Fabris, qui in azione con la maglia rossoverde che ha vestito dal 1997 al 2002
passato. Ma non è tutto: Fabris è anche stato centrocampista e storico capitano delle Fere nei cinque anni di onorata militanza rossoverde (dal 1997 al 2002). Si può dire, dunque, che ora Fabris sia tornato a casa: ricopre da questa stagione, infatti, il delicato ruolo di responsabile della Scuola calcio dell’Unicusano Ternana, una sfida affascinante che mister Fabris ha intrapreso con grande entusiasmo.
stefano principi
Fabris, cosa vuol dire per lei, che è stato uno dei simboli da calciatore della Ternana, torna-
re a lavorare per questa società? «Torno in un ambiente che conosco bene e all’interno
di un settore, quello giovanile, dove ero già stato in un recente passato. Trovo tutto ciò stimolante, motivante e molto gratificante. Ora ho anche un’esperienza diversa, frutto dei tanti anni trascorsi a grandi livelli, anche nel settore giovanile del Napoli».
si, attraverso insegnamenti che vanno dalla corretta alimentazione fino al modo di stare in campo. Questo è quello che ho imparato frequentando settori giovanili a grandi livelli, questo è quello che sto cercando di insegnare ai nostri ragazzi».
Qual è il segreto del suo lavoro? «Mi aggiorno tantissimo. E poi quello di lavorare con entusiasmo, per regalare a questi ragazzi un sogno, supportandoli dall’inizio alla fine con molta attenzione e impartendo loro insegnamenti sia a livello comportamentale che tecnico-tattico. Io amo dire che noi dobbiamo “forgiare” questi ragazzi. Quindi dico sempre a loro che è come se andassimo tutti in falegnameria, modellando così il pezzo di legno in modo perfetto. I ragazzi sorridono ma capiscono bene cosa io voglio intendere».
Quali saranno le linee guida del progetto del settore giovanile? Come siete radicati sul territorio? «La nostra mission sarà quella di fornire alle giovani leve rossoverdi quelli che sono i capisaldi dell’Unicusano Ternana: correttezza, educazione e affinamento delle qualità tecniche e aerobiche di base. E poi la passione, che per questi ragazzi deve essere fondamentale. La Ternana è una squadra seguitissima in tutta la regione, abbiamo calciatori che provengono da varie parti dell’Umbria».
All’Unicusano Ternana avete deciso di puntare sulla “linea verde”, per un settore giovanile sempre più forte. «Senza dubbio è così. C’è un progetto molto ambizioso, i nostri iscritti hanno dai 6 ai 18 anni. A loro dedichiamo tutti noi stes-
Qual è il suo parere sulla nuova proprietà? «I dirigenti di Unicusano stanno facendo le cose in grande. Il progetto è ampio e ambizioso. Ci sono idee chiare. E anche, per certi versi, rivoluzionarie. Ben vengano questi progetti, che spetta poi a noi trasferire sul campo, seguendo i principi di questo sport». © Copyright Università Niccolò Cusano