Unicusano focus 170815

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Università degli Studi Niccolò Cusano - Telematica Roma I.P. A CURA DELL’UNIVERSITà NICCOLò CUSANO e di SpoRTNETWORK

ALLEGATO AL NUMERO ODIERNO DEL

Settimanale di Scienza, Industria e Sport a cura della Cusano

Sicurezza alimentare Le regole dell’igiene nell’uso del ghiaccio

Amici Unicusano Un’opportunità per i neolaureati

> A PAGINA IV

Racing Line La sfida ecosostenibile dell’Unicusano Lab > A pagina VII

> A PAGINA VI

manila nazzaro «Sogno di condurre un programma sportivo ma mi piacerebbe anche riprendere gli studi universitari che lasciai per Miss Italia»

ritorno al futuro ternana unicusano

Dietro le quinte dello staff rossoverde PROGETTO DELL’UNIVERSITÀ NICCOLÒ CUSANO PER LA DIVULGAZIONE SCIENTIFICA. DISEGNI E TESTI DI TONINO RISULEO.

martedì 15 agosto 2017 www.corrieredellosport.it

> A PAGINA X-XI

il punto

Il turismo, risorsa decisiva per il Paese

I

nnanzitutto Buon Ferragosto a Tutti Voi, lettori di Unicusano Focus; oggi un argomento che suscita buonumore, accattivante, divertente, importante e in piena armonia col calendario. Il buongiorno si vede dal mattino e le premesse c’erano tutte. I dati del 2016, contenuti nel rapporto dell’Osservatorio Nazionale del turismo dell’Enit pubblicato il 12 maggio scorso, hanno evidenziato un numero di visitatori stranieri in Italia pari a 52,6 milioni - con un incremento del 3,7% rispetto al 2015 (50,7 milioni) - che ha confermato le tendenze del 2015 in cui si era registrato un aumento del 4,4% sul 2014 (48,6 milioni). In termini di presenze, il 2016 si è chiuso con circa 397,8 milioni con un incremento dell’1,3% sull’anno precedente. Il World Travel and Tourism Council nella sua analisi - segnalata nel Rapporto sul Turismo 2017 realizzato da Unicredit e Touring club italiano - riguardante l’Italia, evidenzia che la nostra industria del turismo sviluppa un prodotto pari a 70,2 miliardi di euro (4,2% del Pil) che sale a 172,8 miliardi (10,3% del Pil) considerando l’indotto che ne deriva; 2,7 milioni i lavoratori che, a vario titolo, risultano occupati nel settore; siamo il quinto Paese più visitato al mondo, con differenziazioni notevoli tra Nord e Sud che paga lo scotto, nonostante la bellezze naturali e artistiche, della sua arretratezza in termini di infrastrutture. Prof. Fabio Fortuna Magnifico Rettore Università Niccolò Cusano SEGUE A PAGINA III


cultura

II UNICUSANO FOCUS CORRIERE DELLO SPORT / STADIO

nel 1999

la carriera

Il successo a Miss Italia

Fra teatro e televisione

Manila Nazzaro venne eletta Miss Italia nel settembre del 1999: a “incoronarla” fu il grande Alberto Sordi, presidente della giuria artistica di quella edizione del concorso.

Lanciata dal successo a Miss Italia, Manila si è sempre divisa fra teatro e televisione. Negli ultimi anni è stata prima inviata e poi conduttrice di “Mezzogiorno in famiglia” su Rai 2.

MANILA NAZZARO tanta voglia di ricominciare

martedì 15 agosto 2017

Manila Nazzaro è una grande appassionata di sport

Tra l’amore per i figli, la tv e lo sport si fa strada l’idea di riprendere gli studi: «Una passione mai dimenticata» Al primo posto c’è la mamma, impegnata a crescere i suoi bambini di 11 e 5 anni Francesco Pio e Nicolas, nati dal matrimonio con l’ex calciatore Francesco Cozza, attuale allenatore del Taranto. Poi c’è la donna di spettacolo, alle prese con gli inviti dell’estate e i programmi in cantiere per l’autunno. In terzo luogo, c’è una brillante studentessa universitaria che, dopo aver interrotto gli studi per inseguire i suoi sogni, avrebbe tanta voglia di ricominciare da dove aveva lasciato. Come tante donne di oggi, Manila Nazzaro, è «tante donne in una», come dice lei stessa. Poco importa avere un passato da Miss Italia: come per tante altre donne, le priorità di oggi sono i figli, il lavoro e, perché no, la voglia di rimettersi in gioco sui libri. Manila, come stai trascor-

Per segnalazioni, commenti, informazioni, domande alla redazione dei contenuti del settimanale Unicusano Focus – Sport & Ricerca, potete scrivere all’indirizzo: gianluca.fabi@ unicusano.it

La conduttrice televisiva Manila Nazzaro

rendo le vacanze? «È un’estate serena ma un po’ particolare perché è la prima dopo la separazione da Francesco. Faccio base a Pescara, dove trascorro il tempo con i miei figli, ma mi sposto per lavoro e per partecipare a tanti eventi». Tra questi anche la presentazione del Foggia nella tua città natale. Come vedi i Satanelli in questa serie B? «È stata una grandissima emozione tenere a battesimo la squadra per me che ho vissuto il periodo d’oro del Foggia di Zeman. Abitavo vicino allo stadio, ricordo la ristrutturazione, i derby e quel momento magico per la città. Vedere oggi Stroppa al timone mi fa un certo effetto. Mi sembra che la società sia seria e abbia voglia di investire. È chiaro che tutti sognano di rivedere il Foggia in serie A, ma prima di pensare a questo bisogna capire e studiare la serie B facendo dei piccoli passi».

Tu che rapporto hai con lo sport? «Lo amo follemente. Nella mia vita non ho mai avuto vizi, non ho mai fumato né bevuto. Lo sport è la mia unica “droga”. Gli anni di basket nella Virtus Foggia e i tanti anni di palestra hanno permesso al mio corpo di riprendersi in tempi brevi dopo la malattia. È come se il fisico avesse una “memoria” e che questa si attivi appena necessario». Quali sono invece i tuoi progetti per l’autunno? «Si era parlato di me per “I fatti vostri”, ma preferisco lavorare a qualcosa che sia più nelle mie corde, magari riguardante moda e nuove tendenze. C’è un progetto in cantiere. Non nascondo che prima o poi mi piacerebbe anche condurre un programma sportivo. Stando tanti anni vicino a un calciatore, mi sento parte di quel mondo. E poi conosco bene anche tanti altri sport, a partire dalla pallacanestro».

Fra i tuoi progetti c’è anche un ritorno all’università… «Quando ho vinto Miss Italia è passato un treno sul quale non potevo non salire. Prima di allora, però, avevo superato 35 esami di Medicina all’Università di Chieti e la mia passione è continuata a esserci. Purtroppo, lavorare nello spettacolo, così giovane, era incompatibile con la frequenza dei corsi e con la preparazione degli esami. È come se mi fosse rimasta un po’ la sensazione di aver lasciato qualcosa di incompiuto. Mi piacerebbe ricominciare, magari in una branchia della psicologia con la possibilità di vedere riconosciuto qualcuno degli esami superati all’epoca, per non buttare all’aria tanti anni di studio e ottenere “quel” foglio di carta». Ti sei mai pentita delle tue scelte? « No, mai, perché in me, già da

bambina, convivevano due anime: da una parte la sognatrice che cantava in giro per la casa, dall’altra l’alunna amante degli studi scientifici. La vita, facendomi vincere Miss Italia, ha scelto per me. Anche se molto giovane, sapevo bene a cosa andavo incontro». E quali sono stati i pro e i contro di questa scelta? «Oggi, posso dire di avere la fortuna di fare un lavoro molto bello che ti dà tanto. Purtroppo, allo stesso tempo, questo lavoro ti toglie tanto, perché spesso ti costringe a stare lontano dalle persone amate. Ora, immagino un futuro che mi consenta ampliare il raggio d’azione, non necessariamente davanti alle telecamere. Una delle cose più belle che potrei immaginare di fare è la direttrice di un’azienda di moda». © Copyright Università Niccolò Cusano


cultura

martedì 15 agosto 2017

UNICUSANO FOCUS III CORRIERE DELLO SPORT / STADIO

turismo, LA NOSTRA LEVA per tornare a crescere I dati sull’affluenza ci ricordano che le meraviglie dell’Italia sono una risorsa da sfruttare SEGUE DA PAGINA I

Il 2017 si prospetta come il miglior anno da un decennio; lo afferma l’analisi di Coldiretti pubblicata nel mese di luglio nella quale emergono dati interessanti sulle capacità attrattive del nostro Paese, per due terzi degli stranieri concentrate su cultura e cibo, per il 54% degli italiani su questi ultimi e sull’ambiente. In ogni caso, l’indagine in discorso - come qualsiasi altra - testimonia le potenzialità eccezionali ma non pienamente sfruttate. Le spese alimentari di italiani e stranieri rappresentano un terzo delle risorse da loro impiegate durante il periodo di vacanza, con grandi benefici per il nostro settore enogastronomico. È indubbio che negli ultimi due anni i fattori geopolitici - riconducibili in sintesi agli atti di terrorismo verificatisi e potenziali - hanno favorito la maggiore af-

fluenza ma è necessario che si investa notevolmente per rendere il settore turistico sempre più efficien-

Ma lo Stato deve investire di più nelle infrastrutture e dare sostegno agli operatori del settore te e foriero di grandi risultati; ciò soprattutto per accogliere il giusto invito del World Economic Forum a eliminare o, quantomeno, ad attenuare inefficienze e appesantimenti burocratici. Anche Confesercenti nella sua analisi ha individuato il 2017 come anno record per il turismo, con 400 milioni di presenze, un valore del settore pari all’11% del Pil e circa 3 milioni di persone occupate. Qualche giorno fa poi è stata pubblicata l’inda-

gine previsionale di Federalberghi, affidata all’Istituto Acs Marketing Solutions e realizzata su un campione di 1.200 persone: 34,4 milioni di italiani in vacanza da giugno a settembre, con un incremento del 3,2% rispetto al 2016 e un giro d’affari che si attesterà intorno ai 22 miliardi di euro. Aumenta ancora il numero di italiani che rimarranno in Italia, circa il 78,6%, con preferenza assoluta per il mare che incontra il consenso di circa il 68,3%, mentre il 10% sceglierà la montagna, il 5,8% città d’arte, il 3,2% i laghi, il 2,1% terme e centri benessere, ecc. Le sistemazioni alberghiere rimangono le preferite con una percentuale del 27,6% del campione e agosto rimane il mese maggiormente scelto con il 68,4% di consensi. Abbiamo fatto riferimento a dati pre-

visionali ma esistono anche quelli consuntivi relativi al primo semestre: presenze incrementate del 4,8%, per il 4,1% per effetto della componente nazionale e per il 5,4% di quella straniera. Germania nostro principale cliente, seguita da Stati Uniti e Francia. Tra i temi collegati, spunta quello dell’imposta di soggiorno - lasciata alla discrezionalità dei comuni - che per effetto della manovra correttiva è rimasta fuori dal blocco degli aumenti relativi ai tributi previsto per il 2016 ed esteso al 2017; ciò ha consentito di aumentarne l’entità o di introdurla a partire dal 24 giugno 2017. Uno studio della Uil rivela che per l’imposta di soggiorno nel 2016

si è avuto un gettito di 437 milioni in 639 comuni, con Roma in testa con 126 milioni seguita da Milano e Firenze; si ipotizza che tale ammontare possa incrementarsi nel 2017. IL PIANO STRATEGICO. La novità assoluta di quest’anno è la presa di coscienza dell’esigenza di programmare e sistematizzare le scelte relative al turismo, attraverso un vero e proprio piano strategico che è stato presentato il 20 giugno 2017 alla Farnesina. In sostanza, ci si è resi finalmente conto che il turismo deve essere al centro delle politiche nazionali per l’attuale rilevanza del settore e, soprattutto, per rilanciarlo al fine di fargli assumere un ruolo decisivo per la crescita del Paese. Il Pst - che abbraccia l’arco di tempo 2017-2012 e sarà monito-

rato con periodicità annuale per eventuali correzioni di rotta e/o potenziamento delle scelte già effettuate - è il frutto della collaborazione e del confronto realizzati tra istituzioni pubbliche, operatori del settore, stakeholders e Direzione generale del Mibact che ha coordinato il progetto. L’obiettivo fondamentale è la competitività a livello europeo e internazionale che deve concretizzarsi attraverso un adeguato mix di sostenibilità, innovazione e accessibilità. Alle destinazioni tradizionalmente richieste e d’indiscusso successo dovranno essere abbinate altre emergenti, come città d’arte e borghi di cui l’Italia è particolarmente ricca. Ampio spazio dovrà poi essere destinato a nuove forme attrattive, come, ad esempio, cicloturismo, itinerari enogastronomici, cammini storici, itinerari culturali, musicali e letterari; ciò consentirà di diversificare ulteriormente la già ampia offerta turistica, senza pregiudicare in alcun modo le mete marittime, montane, lacustri, termali, ecc. d’indubbia insostituibilità. Altro elemento da tenere assolutamente in considerazione è l’estensione dei periodi di vacanza, potenziando, ad esempio, attraverso adeguate offerte competitive il turismo congressuale e attenuando la stagionalità che, pur non essendo eliminabile, può essere ridimensionata con strategie mirate e specifiche. CONCLUSIONI. Le analisi

sinteticamente riportate testimoniano un buono stato di salute del turismo italiano, ma in realtà si potrebbe fare molto di più. Spesso le straordinarie bellezze naturali, artistiche e la ricchezza di alternative per le scelte dei potenziali turisti non sono sufficienti a esercitare una capacità attrattiva di livello equivalente. L’Italia ha tutte le carte in regola per andare nella giusta direzione a condizione che lo Stato investa nelle infrastrutture necessarie per esaltare le innate caratteristiche del nostro meraviglioso Paese e aiuti in modo adeguato gli operatori del settore; questi ultimi, infatti, devono sempre essere pronti a soddisfare le punte massime di domanda che però si hanno solo in periodi particolari. Questa è la via da seguire per far sì che il turismo possa assurgere a primaria risorsa per la crescita e lo sviluppo, contribuendo in modo rilevante all’incremento del PIL nei prossimi anni. Come nel 2016, lo sviluppo del settore nel terzo trimestre dell’anno potrebbe dare grandi soddisfazioni in termini di incremento del Pil nel 2017. Andiamo avanti allora, confidando in risultati in linea o superiori alle aspettative, prendendo atto della previsione del tutto esaurito di Ferragosto e auspicando per il futuro effetti formidabili dal Piano 2017-2022. Fabio Fortuna Magnifico Rettore Università degli Studi Niccolò Cusano


IV UNICUSANO FOCUS CORRIERE DELLO SPORT / STADIO

ricerca e cultura

martedì 15 agosto 2017

alla prova del ghiaccio

Il dottor Atzori spiega come prevenire le contaminazioni Considerato l’alleato numero uno contro il caldo estivo, il ghiaccio è a tutti gli effetti un alimento che, in quanto tale, deve rispondere ad alcuni accorgimenti per evitare che lo stesso possa contaminarsi o provenire da acque poco sicure. Ne ha parlato il dottor Luciano Atzori, esperto di sicurezza alimentare e responsabile Studio ABR, intervenuto ai microfoni di Radio Cusano Campus nel corso del programma Genetica Oggi condotto da Andrea Lupoli. Dott. Atzori, il ghiaccio alimentare è ancora la prima scelta per trovare un po’ di ristoro dal caldo nel periodo estivo? «Certo, specialmente in cocktail o per raffreddare le bevande. Il problema di quando si usa del ghiaccio in casa è che le vaschette non sono mai completamente sigillate e quindi possono essere contaminate. Se per esempio nel frigo ho un alimen-

to con della muffa, quella muffa la troverò anche nel ghiaccio. Non abbiamo una proliferazione batterica a tutti gli effetti, abbiamo microorganismi “a riposo” che tornano attivi nel momento in cui usiamo quel ghiaccio in una bevanda. Pensare che le basse temperature uccidano i microorganismi è un grosso errore fatto dalle persone. Il freddo non li uccide, li blocca solo per mesi in attesa di tornare attivi». Capitolo a parte per il ghiaccio nei locali pubblici. «Nei locali pubblici può esserci una situazione dove, anche se si hanno delle apposite macchine per il ghiaccio, non si ha una sanificazione di queste macchine e/o non si ha una corretta formazione degli addetti che lo contaminano magari con le loro mani o perché viene mal conservato. In buona sostanza non viene considerato un alimento a rischio ed è

questo il problema. Ogni volta che si fa un’analisi sul ghiaccio, in otto casi su dieci si riscontra la presenza di microorganismi e questo la dice lunga. Inoltre, questo ghiaccio deve essere prodotto da acqua potabile conforme al D.Lgs. 31/2001 quindi provenire dalla rete idrica pubblica. A questo proposito va detto che il gestore locale di quest’acqua la garantisce sino al punto di consegna che spesso coincide con il contatore dell’acqua: di conseguenza questo rappresenta la linea di demarcazione dell’eventuale responsabilità tra il gestore e il titolare dell’impresa alimentare (esempio, del bar). Questo aspetto è molto importante in quanto quando capita che il ghiaccio prodotto risulta contaminato il titolare dell’attività cerca di scaricare le colpe sul gestore il quale raramente ha delle mancanze». Ma quali microorganismi pos-

siamo trovare nel ghiaccio? «Nel ghiaccio alimentare da autoconsumo, quando contaminato, possono essere presenti diverse forme batteriche patogene e patogene opportuniste (enterococchi, coliformi, pseudomonas, bacillus, agrobacterium, ecc.), lieviti (pichia e candida) e muffe (penicillum spp, ecc.). Una recente indagine effettuata dalla BBC nel Regno Unito ha evidenziato che in alcuni cubetti di ghiaccio (prelevati dai bicchieri delle bevande preparate in caffetterie facenti parte di note catene internazionali) vi erano addirittura dei batteri fecali (microrganismi indicatori della scarsissima igiene del personale alimentarista e delle macchine usate per la produzione del ghiaccio) che non La trasmissione “Genetica Oggi”, condotta da Andrea Lupoli, va in onda dovrebbero essere asdal lunedì al venerdì su Radio Cusano Campus (89.1 in Fm a Roma e nel solutamente presenti».

genetica oggi, in onda su radio cusano campus

© Copyright Università

Lazio, in streaming su www.radiocusanocampus.it) dalle ore 12 alle 13.

Niccolò Cusano

Violenza sulle donne: l’infografica

Il monito di Mattarella “fotografato” dalla Cusano Se il Presidente della Repubblica Mattarella dichiara che il femminicidio in Italia è una «una piaga devastante che costituisce un oltraggio alla dignità umana» e che va estirpata. È evidente che la fotografia di questo fenomeno di criminalità sia a tinte fosche. Le colonne della cronaca nera, d’altronde, sono piene di queste storie ma ora il paese ha voglia di invertire il trend agendo sulla cultura dei nostri figli per inserire il rispetto delle donne tra i valori più importanti di ogni individuo. Sarebbe già dovuto essere così ma è chiaro che non lo sia stato. Per essere fattivi e non moralizzatori, quindi, preferiamo concentrarci nel fornirvi una mini-guida sul tema che dia numeri e i contorni del fenomeno al 2017 ma che sappia anche contestualizzare il problema a livello mondiale con l’idea di aumentare sempre più la consapevolezza del tema a più persone possibili. Ecco quello che c’è da sapere a una prima lettura. I NUMERI. Il femminicidio in

Italia? Una piaga. Non lo dice a caso il nostro Presidente Mattarella ma corroborato da numeri di omicidi femminili spaventosi. Secondo i dati dell’Istat, oltre 6 milioni di donne hanno subito almeno una volta nella loro vita una violenza fisica o sessuale. Il 31,5% di queste vittime ha un’età compresa tra i 16 e i 61 anni e il 12% di esse non ha avuto il coraggio di denunciare il

torto subito. La lista delle “angherie” a cui sono state più frequentemente sottoposte fa davvero paura: minacciata di essere colpita fisicamente; colpita con un oggetto o tirato qualcosa; spinta/afferrata/strattonata/ storto un braccio/tirato capelli; schiaffeggiata, presa a calci o pugni, morsa; tentato di strangolarla, soffocarla, ustionarla.

siamo più ciechi a riguardo. In termini assoluti, infatti, negli ultimi anni si è registrata una progressiva riduzione di femminicidi, passati dai 124 del 2011 ai 111 del 2016 (-11%). Il calo è avvenuto principalmente nei primi cinque mesi dell’anno, dove ci sono stati 29 casi (-40% rispetto allo stesso periodo del 2016).

IN CALO. La buona notizia di que-

mondiale dei femminicidi non è affatto migliore. Oltre il 35% del-

sto disastro culturale è che non

A LIVELLO GLOBALE. La situazione

le donne ha subito almeno una volta nella sua esistenza atti violenti con due terzi dei casi che si consumano all’interno delle quattro mura domestiche. Non solo. Il 38% di morti avviene per mano del partner, secondo quanto certificato dall’Oms che, per l’occasione, ha collaborato con la London School of Hygiene & Tropical Medicine di Londra e il South African Medical Research Council. Il paese con maggiori casi di as-

sassini femminili è l’India. Basti pensare che Delhi è denominata “la capitale degli stupri”, contando più di 630 casi di violenza nell’anno scorso. In questo paese il fenomeno delle spose bambine è in cima all’agenda delle principali Ong del mondo, con Amnesty International su tutti. L’Afghanistan, però, detiene un

primato altrettanto macabro: è il posto al mondo più pericoloso per le donne. Non aiuta la guerra in corso e non aiutano i trent’anni precedenti di guerra civile ma grande peso hanno anche le tradizioni e gli usi locali spesso connessi con vere o presunte motivazioni religiose. © Copyright Università Niccolò Cusano


università

martedì 15 agosto 2017

UNICUSANO FOCUS V CORRIERE DELLO SPORT / STADIO

stage, la guida per gli studenti

Vademecum della Cusano: la motivazione è fondamentale Lo stage è spesso al centro di dibattiti tra gli studenti universitari: oltre allo studio teorico, infatti, è importante tener conto dell’aspetto pratico, sviluppabile proprio grazie al tirocinio. Sulla base di ciò, il percorso da stagista è fondamentale per acquisire solide conoscenze e competenze da sfruttare nel tuo futuro professionale. Trovare lo stage curriculare perfetto non è semplice ed è per questo che l’Università Niccolò Cusano ha diffuso la propria guida con tutte le informazioni finalizzate a rendere questa impresa più accessibile agli studenti. STAGE FORMATIVI. Iniziamo con una domanda di base: che cos’è lo stage formativo? Per stage intendiamo un periodo di formazione direttamente sul campo, svolto presso un ente o un’azienda, con l’obiettivo di acquisire

conoscenze pratiche applicabili nel contesto professionale in cui vorresti operare. Si tratta di un primo approccio al mondo del lavoro, in cui i giovani laureandi o neolaureati hanno la possibilità di interagire direttamente con la realtà aziendale, andando oltre le conoscenze teoriche acquisite negli anni di studio universitario. Ecco gli obiettivi: acquisire maggior consapevolezza delle proprie capacità, misurarsi con altre persone e avere a che

fare con un ambiente professionale darà più sicurezza, perché sa ranno assegnate delle mansioni da svolgere e dei compiti da portare a termine; sviluppare nuove conoscenze e affinare quelle di cui già si è in possesso, mettendole finalmente in pratica. Inoltre, grazie all’osservazione e agli insegnamenti di chi ha più esperienza, si possono acquisire nuove e interes-

santi skills che rafforzeranno la propria immagine professionale; trovare lavoro più facilmente: lo stage costituisce un’esperienza lavorativa a tutti gli effetti, da inserire nel curriculum vitae. Grazie a una buona referenza, si potrà trovare lavoro più facilmente o, in alcuni casi, essere assunti direttamente dall’azienda in cui si è svolto lo stage formativo. NORMATIVA. Parlando di leggi e normative che regolano lo stage, citiamo in prima battuta l’articolo 18 della Legge 196/97 (Pacchetto Treu) e il Decreto del ministero del Lavoro 142 del 25/3/98. Inoltre, il dl 138/2011 (Manovra finanziaria di Ferragosto) ha aggiunto nuove linee guida in materia di stage. Nella fattispecie, la normativa vigente prevede che lo stage sia realizzato tramite una convenzione tra ente promoto-

re, impresa ospitante e stagista; oppure attraverso convenzioni-quadro con le associazioni dei datori di lavoro. Per poter attivare e promuovere uno stage deve esserci necessariamente un soggetto promotore che funge da intermediario fra stagista e azienda/ente ospitante. Tra i soggetti promotori possono figurare Centri per l’Impiego, Università, agenzie del lavoro e soggetti in possesso di specifici requisiti determinati dalle normative regionali. COME E DOVE. Cercare uno stage

può sembrare un’impresa titanica, ma grazie a un po’ di impegno e organizzazione si riuscirà a trovare quello giusto. Ci sono poi diverse risorse che possono accorrere in aiuto per questa ricerca: l’Università Niccolò Cusano mette a disposizione dei suoi laureati il servizio “Stage e Job Placement“, grazie al quale trovare facilmente il tirocinio adatto alle proprie esigenze. Se si è

iscritti a uno dei corsi di laurea dell’Ateneo a Roma, non si dovrà fare altro che consultare la sezione “Stage” nell’area riservata agli studenti: qui si possono verificare le offerte di stage e lavoro provenienti da aziende e istituzioni in Italia e all’estero e candidarsi inviando il CV attraverso un form. Per trovare ulteriori offerte di stage a Roma, si può dare un’occhiata a siti web come Indeed, Linkedin e Monster. In ogni caso, la cosa fondamentale è la volontà: se si desidera davvero fare questa esperienza e si è motivati, si riuscirà sicuramente a trasmettere la propria voglia di fare all’azienda in cui lo stage si terrà. Il consiglio è preparare un buon curriculum vitae, che racchiuda dati personali, contatti, esperienze formative e professionali. Inoltre, è buona prassi allegare al CV una lettera di presentazione, dove raccontare qualcosa in più, comprese passioni e ambizioni. © Copyright Università Niccolò Cusano

università niccolò cusano: il master

La tutela di chi lavora è anche psicologica L’Università degli Studi Niccolò Cusano ha attivato, per l’anno accademico 2017/2018, il Master di II livello in “Psicologia della Salute Organizzativa: teorie, strumenti e metodologie per la valutazione del rischio Stress Lavoro Correlato”, afferente alla facoltà di Psicologia, di durata complessiva pari a 1500 h. Il Master è rivolto a medici, psicologi, psicoterapeuti, laureati in scienze della formazione, scienze politiche e sociologia. MODALITÀ. La struttura modulare del Master porterà i partecipanti, in modo graduale, all’acquisizione di conoscenze e competenze interdisciplinari e specifiche nell’ambito della Psicologia della salute organizzativa e della valutazione e dell’intervento nel rischio stress lavoro correlato. Gli obiettivi del Master sono quindi contestualizzati all’interno della attuale normativa di tutela della salute e sicurezza sul lavoro. L’Unione Europea, fin dall’emanazione della “direttiva madre” n. 89/391/CE, ha tentato di affrontare gli effetti delle trasformazioni del mercato economico e del mondo del lavoro sulla sicurezza e salute dei lavoratori, prevedendo l’obbligo per il datore di lavoro di «assicurare la sicurezza e la salute dei lavoratori in tutti gli aspetti legati al lavoro» e di «adattare il lavoro all’uomo». Con la firma, nel 2004, dell’Accordo quadro europeo sullo stress nei luoghi di lavoro viene “ufficializzato” che lo

stress lavoro-correlato, in quanto possibile fattore di rischio per i lavoratori alla stregua di altri eventi nocivi, va adeguatamente valutato da parte del datore di lavoro e, se presente, gestito, al fine di preservare la salute del lavoratore. In tal modo, a livello europeo, la salute del lavoratore viene tutelata nella sua definizione più ampia istituita dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, quale «stato di completo benessere fisico, mentale e sociale, non consistente solo in un’assenza di malattia o d’infermità». Recentemente è cresciuto l’interesse per le patologie stress-correlate e per le implicazioni che queste presentano sia sul versante clinico, biologico e psichico, sia sul versante socio-economico, per i costi sociali e lavorativi.

OBIETTIVI. Nell’ambito del Master verranno trattate le principali aree tematiche della psicologia della salute organizzativa e le competenze metodologiche necessarie per valutare i rischi dello stress da lavoro-correlato. Inoltre saranno prese in considerazione le principali metodologie e competenze per intervenire al fine di ridurre e prevenire tali tipologie di rischio. Tali competenze sono rilevanti anche per l’ambito giudiziario del diritto del lavoro, del diritto civile, del diritto penale e in altri ambiti d’intervento della magistratura amministrativa o in attività di consulenza e di redazione di pareri extra-processuali. INFO. infomaster@unicusano.it © Copyright Università Niccolò Cusano


VI UNICUSANO FOCUS CORRIERE DELLO SPORT / STADIO

industria

martedì 15 agosto 2017

università

martedì 15 agosto 2017

UNICUSANO FOCUS VII CORRIERE DELLO SPORT / STADIO

le auto elettriche tra vantaggi e limiti Lo studente di Ingegneria Edoardo Bachis nella rubrica Racing Line: «Il futuro va in quella direzione ma bisogna ridurre l’inquinamento legato alla produzione»

con amici unicusano lauerati al lavoro

La OPV Solutions inserirà nel proprio organico un neoingegnere dell’Ateneo L’amministratore Olivieri: «Dimostrazione tangibile che la sinergia funziona» La Rete Amici Unicusano comincia a dare i suoi primi frutti, con l’inserimento di un neolaureato in ingegneria nella OPV Solutions, una giovane società che opera nel settore della consulenza in ambito ingegneristico, industriale, energetico e gestionale. Il network Amici Unicusano, l’alleanza fra imprese e università, rappresenta infatti sia un trampolino di lancio per studenti e laureati dell’Ateneo romano sia, per le aziende che ne

fanno parte, un’opportunità di “pescare” figure competenti e preparate dal serbatoio della Cusano, come racconta Paolo Olivieri, amministratore di OPV Solutions. Dottor Olivieri, quando è entrato in contatto la prima volta con l’Università Niccolò Cusano? «Praticamente da subito. La nostra società si è costituita nel 2013 lavorando fin dalla sua fondazione all’acquisizione di com-

messe nell’ambito della ricerca e dello sviluppo. Da qui, inevitabilmente, nasce l’interesse a entrare in contatto con l’Università Niccolò Cusano, con la quale si sono instaurate importanti sinergie operative in ambito ingegneristico». L’adesione ad Amici Unicusano è quindi una sorta di “upgrade” di questa partnership? «OPV Solutions vede nella realtà rappresentata da Amici Unicusano un’ini-

ziativa estremamente importante, perché lanciata da un attore di primo piano nel mondo accademico e un interprete delle esigenze imprenditoriali. Trovare un legame, per creare una sinergia, con realtà sensibili a queste esigenze è molto interessante». Quali sono i profili che vi interessano? «Dal nostro punto di vista sono interessanti i profili dei nuovi ingegneri meccanici ed elettronici. Ne ap-

profitto per dire che proprio in questi giorni siamo in attesa di una importante commessa che ci consentirà l’Inserimento nell’organico aziendale di un neolaureato in ingegneria dell’Università Niccolò Cusano. Lo trovo un elemento tangibile di questa reciproca conoscenza che va avanti da diverso tempo». Amici Unicusano permette anche di fare rete con altre realtà imprenditoriali dello stesso settore.

Ha avuto qualche esperienza in merito? «Noi siamo sempre stati molto attenti agli eventi congressuali che vengono organizzati. Perché li consideriamo un momento importante per entrare in contatto con realtà imprenditoriali difficili da raggiungere con gli strumenti tradizionali. Sicuramente l’iniziativa Amici Unicusano è andata ad accrescere le possibilità di creare nessi operativi con altri attori». © Copyright Università Niccolò Cusano

Nelle scorse settimane su Radio Cusano Campus, all’interno della rubrica “Racing Line” del programma “Open Day”, Edoardo Bachis, studente al terzo anno di ingegneria meccanica, e il conduttore Alessio Moriggi hanno raccontato la genesi del go kart Unicusano, e di come è nata l’idea di realizzarlo, dal primo incontro con il presidente Stefano Ranucci e la definizione del budget, dalla scelta di telaio e motore al trasferimento in laboratorio. In questa terza puntata, il racconto di Bachis prosegue allargando però il discorso al futuro sostenibile, ecologicamente ed economicamente, dell’automobile. Edoardo, arrivati in laboratorio che cosa è successo? «Abbiamo trovato due banchi lavoro fantastici, con trapani a colonne, morse, frollini e tutto il necessario. Mancava soltanto una cosa: la saldatrice. Ho scelto prendere una mig elettrodo da 200 ampere, perché maggiore è l’amperaggio maggiore è lo spessore che si può saldare.

Sono riuscito a trovare una saldatrice di ottima fattura e ho scelto una bombola di Argon esterna. L’Università mi ha dato carta bianca anche su questo». A ogni pezzo che hai costruito corrisponde uno strumento specifico che hai utilizzato per realizzarlo come lo volevi. «Per costruire un prototipo del genere bisogna capire cosa comprare e dove. Una competenza in più che mi ha dato questo progetto è il saper parlare con i fornitori, come trattare sui prezzi e come ottenere ciò che si vuole. Se l’Università non avesse investito su uno studente come me non avrei potuto beneficiare di questo tipo di formazione. Per uno studente è uno step in più». In pratica è come fare un’esperienza lavorativa. «Avevamo un budget e dei tempi per realizzare il progetto. Dipendeva da noi ed è stato questo il bello. I professori ovviamente monitoravano il lavoro passo dopo passo. Ho seguito, elaborandoli per sviluppare la mia idea, i

quello di una Tesla, sicuramente più complicato da trovare».

Il progetto del go kart targato Unicusano è partito nel settembre del 2016

consigli del professor Pancirolli e del professor Giannini. È stata un’esperienza “extrascolastica” fantastica. Mi sono sentito un po’ manager, sempre al telefono, con un budget e dei tempi da rispettare». Come è andata con la saldatrice? «All’inizio non è facile da usare ma con un po’ di pratica ci siamo riusciti. All’interno della squadra ho Fabio che si è rivelato bravissimo all’elettrodo e ci ha aiutato anche il signor Volpecina, che ha una mano incredibile. Mi emoziono sempre quando vedo

le cose “meccanicamente giuste”». Il go kart Unicusano risponde alla sfida di realizzare un prodotto ecologicamente ed economicamente sostenibile. Approfitto della tua presenza per chiederti un giudizio sulle auto elettriche. «L’auto elettrica è sicuramente il futuro dell’automobile: lo si evince dai vari costruttori che stanno creando la loro gamma. Ma quando si parla di inquinamento bisogna considerare che l’inquinamento riguarda anche la produ-

zione. Non viene considerato il fatto che la corrente elettrica viene generata per lo più da fonti fossili e che l’auto elettrica ha senso quando vengono risolti questi parametri sull’inquinamento. Interessante è quello che stanno facendo alcune aziende, tentando di convertire auto comuni in auto elettriche, smontando motore e cambio a fine vita e montando l’unità elettrica. Questo sistema permette di ridurre l’inquinamento legato alla produzione. Questo “retrofit” ha un altro vantaggio: una cosa è sostituire il paraurti di una 500, una cosa

Open Day è on air dalle 18 alle 20 Di università e ricerca si parla a “Open Day”, il programma di Radio Cusano Campus condotto da Misa Urbano e Alessio Moriggi, in diretta dal lunedì al venerdì nella fascia oraria 18-20 sull’emittente dell’Ateneo (89.1 Fm a Roma e nel Lazio, in streaming su www.radiocusanocampus.it). Open Day tratta le tematiche principali dell’istituzione universitaria: l’offerta formativa, i servizi, le convenzioni, l’orientamento e gli eventi, accademici e non, organizzati dall’ateneo di via Don Carlo Gnocchi.

Cosa pensi delle auto ibride? «Non mi piacciono perché rispecchiano il volere dei grandi marchi per puntare al guadagno. Questa operazione non ha l’obiettivo di “salvare il pianeta” ma di attirare clientela nuova e sta funzionando, visto il fatturato stellare garantito dalle auto ibride». Un’ultima nota sulle prestazioni delle auto elettriche. «Il motore elettrico ha un rendimento quasi del 100%, mentre il motore endotermico rende il 30%, spendendo tutto il resto in calore. Già a bassi giri, nell’auto elettrica, si nota la coppia. Secondo me, l’auto elettrica è destinata a prevalere nell’uso quotidiano. Le useremo in città nei giorni lavorativi, mentre nel weekend useremo le nostre cabrio a benzina come fa Jay Leno, grande collezionista di auto d’epoca, con la sua auto a vapore». © Copyright Università Niccolò Cusano



cultura, sport e disabilità

martedì 15 agosto 2017

UNICUSANO FOCUS IX CORRIERE DELLO SPORT / STADIO

IL GONFALONE DI ARPINO viaggio nelle tradizioni tra folklore e ricerca

Mestieri, gastronomia, usanze popolari: la manifestazione nell’antico centro della Ciociaria è come un salto nel passato In questi giorni si svolge ad Arpino la 47esima edizione del Gonfalone, un’iniziativa promossa nell’estate del 1970 dall’allora fondatore e presidente della Pro Loco arpinate , il senatore Massimo Struffi, che così sintetizza gli obiettivi dell’iniziativa: «In quegli anni in Ciociaria c’erano prevalentemente feste e manifestazioni di tipo religioso. Io ero un appassionato del Palio di Siena e cercai di trasferire ad Arpino lo spirito di quell’iniziativa, coniugando le competizioni alle tradizioni locali. La corsa con gli asini e la carriola, ma pure la ricerca di ricette della cucina popolare e delle tradizioni contadine e artigianali». Gare popolari e antiche ricette.

La formula è rimasta la stessa anche nelle edizioni successive, come quella in corso che vedrà il suo apice venerdì 18 agosto, con l’esposizione nel centro storico degli “Angoli caratteristici e antichi mestieri”, mentre sabato 19 agosto, a partire dalle 16.00, ci sarà l’evento più importante e la conclusione del Gonfalone, con le gare tra i vari quartieri: la corsa degli asini, il tiro alla fune, la corsa con la carriola, con i sacchi e poi la staffetta. La gara più caratteristica è sicuramente quella con la cannata, l’unica riservata alle donne e che utilizza un recipiente di terra cotta che le donne usavano per attingere l’acqua dalle fontane pubbliche. Le concorrenti, che calzano le ciocie, carat-

Il drappo del Gonfalone di Arpino e l’avvocato Renato Rea

teristiche calzature di cuoio con le punte rialzate, devono correre con la cannata, che pesa circa 15 kg, posta sul capo, su un panno arrotolato a forma di ciambella. Il Gonfalone vive sul confronto trai vari quartieri, del centro storico e delle contrade di campagna, e la rievocazione delle antiche tradizioni: dall’abbigliamento alla cucina, dai mestieri del passato alle pratiche contadine. Tra gli eventi più popolari ci sono le varie sagre, con piatti tipici fatti prevalentemente con la pasta all’uovo, come le pappardelle al cinghiale o le fettuccine variamente condite, senza dimenticare i fini fini al pomodoro o le sagnette (maltagliati fatti con farina ed acqua) con i fagioli ed i “ruschi” (asparagi di campo). Ogni quartiere, grazie ai volontari, ne prepara uno che si consuma in piazza

e che coinvolge centinaia e centinaia di persone, anche grazie ai prezzi popolari. Il lavoro come arte e inventiva.

Sabato prossimo, nelle vie di Arpino saranno allestiti una serie di angoli caratteristici che rappresenteranno vecchi mestieri, pratiche popolari e modi di vita che hanno coinvolto per secoli decine di generazioni. Ad esempio la contrada Collecarino riprodurrà la “scartocciata sull’aia” (in dialetto “ara”), uno spiazzo circolare di fronte alla casa contadina dove si lavorava e ci si riuniva. In questo caso alcune donne faranno vedere come si sgusciavano le pannocchie di grano, separando i semi dai gusci e riutilizzando questi ultimi per fare materassi, secondo un uso diffuso nelle famiglie di campagna. «Nella cultura

contadina ancora fino agli anni sessanta- mi dice l’ingegner Sardellitti, una sorta di informale vicesindaco locale - esisteva un’interazione complessa con la natura, che non era solo una realtà da sfruttare, ma pure un partner e il contesto dove si svolgeva l’esistenza dei singoli e della comunità». Un personaggio capace di interagire con la natura, soprattutto con il legno, è sicuramente Emidio Di Folco che nella sua casa di Colle Magnavino si muove con disinvoltura tra gli strumenti che lui stesso ha costruito e che saranno esibiti nello spazio del quartiere Arco. Attrezzi come lo “stringone”, per stroncare gli alberi, lo “streppatore”, per estirpare l’erba, “gli rampieglie”, per rastrellare il fieno, il “masto”, la sella dell’asino. «Ancora oggi – mi dice Mastro Emidio – i contadini usano attrezzi fatti artigianalmente come una scala o una “matriciana” (sega a due). Il nostro lavoro

Donne in costume ciociaro

sta a metà strada fra il falegname e il fabbro ferraio; eravamo chiamati “Mastro Giacobbe” e i nostri clienti erano i contadini che ci ripagavano con i loro prodotti, come grano, olio, formaggio…». Mastro Emidio mi ha promesso una bella scala in legno, che sarà esposta al Gonfalone, in cambio di qualche bottiglia di buon rosso della mia cantina. Anche gli altri quartieri sono molto attivi: Civita Falconara, ad esempio, ricostruirà le botteghe artigianali del quartiere, mentre il quartiere Ponte, che ha i gloriosi colori della Capitale, allestirà la bottega del tabacco, per mostrare le fasi della crescita e della lavorazione di una pianta ancora diffusa nel basso Lazio. Imparare dal proprio passato.

Mastro Emidio Di Folco al lavoro

«Giochi, gastronomia e usanze popolari sono alla base del Gonfalone, in un insieme che è divertimento, buona cucina e ricerca etnografica, ma anche una lezione di vita per chi voglia leggere l’insegnamento che ci viene da quanti ci hanno preceduto e hanno creato le premesse del nostro discreto benessere: l’attenzione verso il nostro passato, più o meno recen-

te, ci deve far riflettere sul cammino e le conquiste dei nostri padri e dei nostri antenati, su quanto ci hanno lasciato e che noi, come quelli che ci hanno preceduto, dobbiamo innanzitutto conservare e poi incrementare, per lasciare ai nostri figli e alle future generazioni non solo un maggior benessere materiale, ma un esempio di impegno e perseveranza che è l’insegnamento profondo che ci viene dal nostro passato». Sono le considerazioni dell’avvocato Renato Rea, capace e dinamico sindaco di Arpino, una realtà che con i suoi 2800 anni di storia, guarda con fiducia al suo futuro dall’alto della sua lunga storia, rinvigorita semmai da un generoso piatto di sagne e fagioli, che fanno parte di una vicenda più popolare, ma non per questo meno significativa. Prof. Enrico Ferri, docente di Filosofia del diritto e Storia dei Paesi islamici Università Niccolò Cusano Si ringraziano per la collaborazione l’Assessorato alla Cultura e la Pro Loco di Arpino.

special olympics

Sport e amore per i cavalli: la rinascita di Stefano «Stefano parla poco e sorride ancora meno, ma quando è il momento di salire su un cavallo si accende; cavalca con una straordinaria abilità innata e poi torna silenziosamente al suo tablet. Una luce che per Stefano significa tanto e rappresenta – racconta sua sorella Loredana – una rinascita, una vittoria; per tutti noi. Una passione che dà coraggio e permette di alzare la testa, aprirsi alla vita e al mondo. Stefano che sembra assente, perso in pensieri lontani “parla ai cavalli”; con loro è riuscito a creare un legame meraviglioso. Ci vuole un altro sguardo allora, un altro sentire; un altro viaggio». La storia. Stefano Capo-

ne, 39 anni, vive a Pollenza, piccolo paese della campa-

gna maceratese; abita con il papà Vincenzo, ex militare dell’Aeronautica, la mamma Teresa, ex impiegata di banca, e la sorella Loredana, di due anni più grande, veterinaria per cavalli. «Stefano – ricorda Loredana – all’età di 9 mesi ebbe le prime crisi epilettiche. Fino ai sei anni, malgrado prendesse farmaci, non destava preoccupazioni, era un bambino molto vivace. Poi la situazione iniziò a precipitare. La scuola – prosegue la sorella – ha evidenziato un’estrema difficoltà nell’apprendimento e spesso è stato vittima di bullismo; l’aspetto più triste è sempre stata la poca empatia dimostrata da tutti gli insegnanti». metodo Doman. «Stefano –

ricorda Loredana - ha pra-

ticato sport fin da piccolo, ma durante l’adolescenza il peggiorare della malattia e i vari tentativi infruttuosi di trovare una cura con diversi farmaci antiepilettici lo portarono a una situazione di grave sovrappeso e conseguente difficoltà a praticare attività fisica. I nostri genitori si rivolsero allora al dottor Doman, specializzato in riabilitazione neurologica e grazie al suo metodo, fatto di stimolazioni motorie e sensitive continue, anche quattro ore al giorno di ginnastica a terra e corsa all’aperto, le condizioni fisiche di Stefano migliorarono riportandolo a un peso corporeo normale, che gli ha permesso di riprendere a fare sport e una vita attiva». Inclusione. L’incontro con

Stefano Capone, 39 anni, impegnato in una gara a cavallo

il maestro di karate Renato Fratini è decisivo. Stefano si appassiona a questo nuovo sport fino a diventare cintura nera, 2° dan ma soprattutto, per la prima volta, integrato in un gruppo di ragazzi della sua età. Dopo numerose ricerche, rivelatesi infruttuose, l’attenzione dei genitori si tramutò nell’ospitare, all’interno della propria proprietà, un maneggio. Stefano accudisce con cura i cavalli, ha la gestione delle scuderie; un rapporto intenso che fa crescere l’amore e la passione per l’equitazione. A gennaio di quest’anno – racconta la sorella – insieme al mio collega veterinario Stefano e Alessia, con grandi sacrifici, abbiamo rilevato l’intera struttura e tutti i cavalli fondando l’Associa-

zione Sportiva Dilettantistica la Brigata degli Unicorni, Team Special Olympics. Insieme ad altri due tecnici equestri, Mauro e Francesca, seguiamo diversi atleti, con e senza disabilità intellettive, una grande famiglia nel segno dell’inclusione e del rispetto di ognuno, a livello umano e sportivo. In tutto questo percorso il punto di riferimento è sempre stato Stefano. Oggi percepiamo la meraviglia negli occhi di chi lo guarda salire a cavallo. A Biella, in occasione degli ultimi Giochi Nazionali Estivi Special Olympics, Stefano ha conquistato, nel working trail e pole bending, due medaglie d’oro; gli ultimi riconoscimenti di una vittoria nasce dalla fiducia. © Copyright Università Niccolò Cusano


la cusano e il calcio

X UNICUSANO FOCUS CORRIERE DELLO SPORT / STADIO

martedì 15 agosto 2017

terni, il calcio femminile è una questione di valori

Il responsabile del settore giovanile Damiano Basile: «I programmi della nuova proprietà sono ambiziosi, la Scuola Calcio seguirà un percorso innovativo sulla formazione tecnica» Ternana Unicusano, non solo calcio al maschile. Uno dei fiori all’occhiello della nuova società è anche rappresentato dal settore giovanile femminile. A conferma della serietà e della professionalità con le quali si lavora a Terni per garantire un presente e un futuro di prestigio a questa società. Un impegno a 360 gradi, senza lesinare entusiasmo e risorse. E così, in questi giorni, sta prendendo il via l’attività del calcio femminile della società rossoverde per la stagione 2017-18, con apertura alle giovani atlete nate tra il 2002 e il 2012. Una grande opportunità che questa società offre a molte bambine e ragazze di coronare il loro sogno di imporsi nello sport, vestendo la maglia della squadra della quale sono sempre state tifose. Perché al settore giovanile femminile della Ternana Unicusano si è anche portatori di sani valori sportivi. Attività fisica, divertimento, amicizia e socializzazione: ecco alcuni dei capisaldi di questa nobile filosofia, che ha portato negli anni la Ternana a diventare una delle società all’avanguardia in Italia e che maggiormente incoraggiano e promuovono il calcio femminile ad ogni livello. Un vero e proprio esempio da seguire.

Il responsabile del settore giovanile femminile Damiano Basile

campagna abbonamenti • Prosegue la campagna abbonamenti della Ternana Unicusano per la stagione 2017-18, con lo slogan “Unico Amore“. Da lunedì 24 luglio è iniziata la vendita libera con chiusura al 22 agosto. • I prezzi sono rimasti invariati rispetto alla passata stagione e anzi, nel pacchetto totale, è stato di nuovo inserito il derby. L’abbonamento “Feramascotte” (sempre a 30 euro) passa da 5 a 16 anni non compiuti. Sono attivi anche l’abbonamento donna a 60 euro per tutti i settori. Un altro elemento di novità è rappresentato dalla possibilità di rateizzare l’acquisto attraverso il “Pagodil” della “Cofidis” per importi superiori ai 300 euro, a tasso zero.

IL NUOVO PERCORSO. Questa ope-

ra di sensibilizzazione giunge anche attraverso l’impegno costante di professionisti di primo livello, come Damiano Basile, responsabile del settore giovanile femminile della Ternana Unicusano: «Sono onestamente gratificato da come la società e il presidente Ranucci stiano appoggiando i programmi fatti – dichiara Basile - Abbiamo una base di Giovanissime 2003-04 molto interessante e la Scuola Calcio seguirà un percorso innovativo mirato alla formazione tecnica delle singole bambine. Sono convinto che il calcio femminile a Terni possa essere un fiore all’occhiello su cui puntare e io sto lavorando per rendere tutto ciò una bella realtà». PROGRAMMI. Non è un caso che anche il settore del Calcio a 5 femminile sia uno degli elementi di vanto della società rossoverde, con le “Ferelle” (questo l’appellativo che viene dato alle ragazze che scendono in campo con la maglia rossoverde) che sono da anni ai vertici del campionato di Serie A Elite, anche con uno scudetto conquistato nella stagione 2014-15 e molti altri sfiorati davvero per un soffio. Alle spalle, una tifoseria eccezionale e appassionata, capace di coreografie mozzafiato e di spettacoli che non hanno eguali in Italia. Tornando a un discorso generale sul femminile, Basile svela anche quali sono i programmi del settore giovanile per l’immediato futuro: «Posso garantire che i programmi della società rossoverde con la nuova proprietà sono ambiziosi e terranno in considerazione il femminile come poche società professionistiche fanno in Italia. Lavoreremo sodo insieme ai vari mister e dirigenti per dare una formazione tecnico sportivo di primissimo livello a tutte le bambine, perché per arrivare ai traguardi prefissati bisogna partire da basi solide». Parole chiare, massima serietà e tanto lavoro: il futuro del calcio femminile, a Terni, non è mai stato così rosa. © Copyright Università Niccolò Cusano

• Sarà possibile sottoscrivere gli abbonamenti presso l’ufficio biglietteria sotto la Curva Sud dello stadio Liberati nei seguenti orari: lunedì, martedì, giovedì e venerdì dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 19; mercoledì dalle 16 alle 19. Le informazioni complete sono disponibili anche sulle pagine Facebook (Ternana Calcio S.p.A.) e Twitter (@TernanaOfficial).

Foto Luca Pagliaricci


martedì 15 agosto 2017

la cusano e il calcio

UNICUSANO FOCUS XI CORRIERE DELLO SPORT / STADIO

«grinta e divertimento per una grande serie b»

Emilio Coraggio, vice di Pochesci, racconta la marcia di avvicinamento all’esordio in campionato: «Alla Ternana Unicusano crediamo nella cultura del lavoro, ma senza dimenticare mai l’allegria» Emilio Coraggio, 49 anni, è il vice di Sandro Pochesci alla Ternana Unicusano. Una lunga e prestigiosa carriera da granitico difensore, soprattutto come bandiera di un mitico Sora anni ’90, squadra capace di sfiorare anche i playoff per la promozione in B. L’alter ego del mister rossoverde si confessa a Unicusano Focus, a dieci giorni dall’inizio del campionato.

dubbio. E poi, visto che ho un cognome così, spero proprio di trovarmi a mio agio! Battute a parte, io credo che per affrontare un campionato come quello cadetto serviranno anche tanto entusiasmo e tanta voglia di divertirsi. Forse vi stupirò, ma io credo che ogni cosa vada affrontata con allegria, divertimento, perché il calcio deve essere innanzitutto passione».

Mister Coraggio, ci consentirà innanzitutto di partire con una battuta: come dice il suo cognome, ci vorrà molto “coraggio” per affrontare questo campionato di serie B? «Questo senza

Quali altri aspetti cura in maniera particolare? «Credo che per i calciatori della Ternana Unicusano siano importanti anche la professionalità e la cultura del lavoro. Questo è quello che mister Pochesci ha cercato di trasmettere a tutti, questo è quello che cerco di realizzare anche io, assieme a questi ragazzi». Emilio Coraggio vice di Pochesci alla Ternana Unicusano

A proposito di Sandro Pochesci: tra di voi sembra esserci grande feeling. «Senza dubbio è così. Conosco Sandro da più di vent’anni, abbiamo giocato insieme nel Sora. Sono poi tre anni che lavoro con lui, dopo gli anni bellissimi di Fondi. Lo ringrazio per la fiducia che mi sta accordando, così come ringrazio l’Unicusano per l’opportunità che mi ha concesso. Spero di ripagare tutti con un lavoro attento e puntuale». Quali sono, durante la settimana, i compiti di un vice allenatore? «Collaborare assieme allo staff per supportare il mister e i ragazzi nel migliore dei modi. Alla Ternana Unicusano abbiamo uno staff che opera in totale sinergia: io svolgo una funzione di raccordo per il lavoro sul campo, soprattutto da un punto di vista tecnico e tattico». E durante la gara? «Durante la gara cerco di essere di supporto a Sandro Pochesci. Poi, assieme a Stefano Furlan, mi occupo della fase difensiva, cercando anche di collaborare col mister per la definizione delle disposizioni su palle inattive e posizioni in campo».

Sono quelli dei momenti della partita molto particolari, immaginiamo… «Sì, indubbiamente quando si effettuano delle sostituzioni c’è bisogno dell’impegno di tutti per far subito comprendere ai calciatori, nel più breve tempo possibile, quali siano le nuove caratteristiche tattiche che la squadra deve assumere. In questo, mister Pochesci è bravissimo. Io cerco solo di aiutarlo». Oltre all’aspetto tecnico-tattico, cosa state insegnando, ai calciatori della Ternana Unicusano? «Io e Pochesci veniamo dalla scuola di mister Claudio Di Pucchio. Sappiamo dunque quanto sia importante trasmettere ai ragazzi la cultura del lavoro. E come occorra sempre uscire dal campo con la consapevolezza di aver fatto tutto il massimo per vincere le partite. Non deve mai accadere di avere dei rimorsi: l’importante è sempre dare il 100%, non lasciare nulla di intentato». Mister Coraggio, dopo un mese di lavoro, che sensazioni ha? Dove può arrivare la Ternana Unicusano? «Questo sarà il campo a dirlo. Ora stiamo lavorando e lo stia-

mo facendo nel migliore dei modi. Per avere successo in un campionato come quello di serie B, dovremo rasentare la perfezione. Anzi, a me piace usare un’altra frase: dovremo “raschiare il fondo del barile”, per trovare la grinta e la determinazione giusta per fare delle grandissime cose». L’esperienza come vice allenatore alla Ternana Unicusano potrebbe essere per lei un trampolino di lancio. E’ una sua aspirazione quella, un giorno, di poter lavorare a così alti livelli anche come primo allenatore? «Non metto limiti alla provvidenza ma, credetemi, al momento questo proprio non rientra nei miei pensieri. Rimango con i piedi per terra. Per me questa è una grande opportunità, che spero di cogliere al volo per il bene della Ternana Unicusano. Sapete qual è, in questo momento, la mia più grande soddisfazione?». Ci dica, quale? «Quella di lavorare al fianco di un grande allenatore come Sandro Pochesci. E con i colori di questa società così gloriosa e ambiziosa. Non potevo certo chiedere di meglio». © Copyright Università Niccolò Cusano

un voucher da sette gare Al fine di agevolare la presenza dei sostenitori rossoverdi al Libero Liberati per la stagione calcistica 2017-18, la Ternana Unicusano ha comunicato che dallo scorso 24 luglio è possibile sottoscrivere, oltre al classico abbonamento da 21 partite, anche un voucher da sette gare. La “Voucher

Card” permetterà ai tifosi Settori e prezzi delle Fere di acquistare • Curve: intero 55 euro, le gare della stagione in ridotto 30 euro corso in tre tranche da sette partite ciascuna, ma • Curve tribune: intero 62 euro, ridotto 40 euro non consentirà l’acquisto dei biglietti per le gare in • Distinti: intero 80 euro, trasferta. Per sottoscrivere ridotto 55 euro la prima tranche sarà necessario presentare copia • Tribuna B centrale: intero 135 euro, ridotto 80 euro di un documento d’identità e una fototessera. • Donne: 20 euro



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