Unicusano ternana 20170706

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UNICUSANO

giovedì 6 luglio 2017

TERNANA la squadra della ricerca scientifica italiana

Informazione a cura di Sport Network

Il patron Stefano Bandecchi detta la linea: «Idee chiare e programmazione: solo così si può avere successo nel calcio. La ricerca sempre al primo posto»

il futuro è iniziato Due parole su tutte: idee e progetto, nel segno della serietà e della continuità con la missione che ha imposto la Cusano sulla ribalta nazionale. Il patron dell’Unicusano Ternana, Stefano Bandecchi, ieri si è ufficialmente presentato in una lunga conferenza stampa a Terni nella quale ha tracciato le linee guida della nuova avventura dell’Ateneo romano. Il cammino non poteva partire meglio: chiarezza di intenti, il nobile scopo di coniugare il calcio e la ricerca scientifica come solo la Cusano ha dimostrato di voler (e saper) fare, poche chiacchiere e uno sguardo ben puntato verso il futuro. Ogni domani radioso, si sa, comincia oggi: non a caso l’Unicusano Ternana ha piazzato un colpo da novanta, aggiudicandosi il prestito dal Milan di Alessandro Plizzari, baby portiere fenomeno (è un 2000) che molti volevano già al posto di Donnarumma alla guardia della difesa rossonera. Dopo il blocco di acquisti dei giorni scorsi, è l’ennesimo segnale di quanto la società stia investendo in termini di denaro e programmazione.

«Serie A in due anni, in che modo? Lavoro, lavoro, lavoro. E Terni è il posto ideale»

Il patron dell’Unicusano Ternana Stefano Bandecchi, a sinistra, insieme al tecnico Sandro Pochesci Gianluca VANNICELLI/Agenzia PRIMO PIANO

sario. Ma fuori dal campo siamo pronti a collaborare con tutti, nell’interesse di un bene comune. I ternani si impegnano nei propri obiettivi e cercano di raggiungerli nell’assoluto ri-

mercato: che colpo, preso il baby portiere plizzari dal milan

il progetto prevede un modulo di gioco unico dalle giovanili alla prima squadra Un momento della conferenza stampa di ieri a Terni Gianluca VANNICELLI/Agenzia PRIMO PIANO

PROGETTI. Ma torniamo alla giornata di ieri, che è stata difatti il primo vero contatto tra la proprietà e l’ambiente di Terni. «Vorrei portare la Ternana in Serie A nel giro di due anni» è stato il primo messaggio di Bandecchi. E per tutti, una volta ascoltate le sue parole, la sua visione imprenditoriale e la sua de-

terminazione nelle scelte, questa promessa è sembrata tutt’altro che un’utopia. «Arriviamo a Terni con un grande progetto – ha spiegato - occuparci di calcio e sponsorizzare la ricerca scientifica, biomedica, chimica: è un’operazione che stiamo facendo da diversi anni e i risultati sono sot-

to gli occhi di tutti. Abbiamo cominciato con l’aiuto dato agli sport minori, quelli paralimpici: abbiamo avviato questo percorso a Fondi e sta andando avanti con grandi risultati. Il calcio ha una cassa di risonanza enorme, va utilizzato per portare messaggi utili».

SIMILITUDINI. Il rapporto con Terni sembra già ben consolidato: «È una città piena di orgoglio, dove c’è un insieme sociale giusto, con imprenditori validi e, nel calcio, una tifoseria stupenda. Il nostro pensiero è simile: in campo i giocatori della Ternana sono Fere, pronte a “sbranare” l’avver-

spetto delle regole. È esattamente il mio modo di pensare». Inevitabile un passaggio anche sulla volontà di rilanciare il calcio italiano, che il patron ha sempre posto come obiettivo sportivo. «Troppe squadre italiane hanno solo argentini

Fondazione Niccolò Cusano racconta tutti i passi in avanti della ricerca

CUORE

TUMORI

Misurare l’ossigeno nel sangue del bebè appena nato per scovare eventuali cardiopatie congenite: sarà possibile con un nuovo test semplicissimo e non invasivo con il pulsossimetro.

Oltre 600 pazienti solo nel Lazio sottoposte a un test molecolare in grado di predire, dopo l’intervento per tumore del seno, l’efficacia della chemioterapia e un’eventuale ricaduta dopo 10 anni.

e brasiliani, ma dovremmo ricordarci che anche gli italiani sanno giocare a calcio. La nostra economia è ambigua, chiudono migliaia di aziende in tutta Italia. Ecco perché il calcio italiano va rifondato, perché non esiste più: io voglio far giocare gli italiani, puntare sul loro talento». A partire chiaramente dai giovani, che Bandecchi definisce «futuro e cassaforte per le società di calcio». E da qui l’importanza del progetto: «Nella mia vita sono riuscito ad avere grandi risultati a livello imprenditoriale non tanto con i soldi ma con i programmi e con i progetti. Le aziende nascono da un’idea e devono essere ben programmate: chiunque fa impresa solo con i soldi non avrà successo. Lo avrà chi par-

te con un’idea forte e avrà analizzato la situazione e studiato con attenzione le mosse da fare». È esattamente il caso dell’Unicusano Ternana: «L’Ateneo finora si è impegnato nel calcio in campionati di D e Lega Pro: in quell’avventura di calcio “minore” abbiamo investito circa 12 milioni di euro, una cifra ingente. La Serie B è talmente più agevolata e visibile che a livello economico non avremo mai problemi. Quest’anno spero che lotteremo già per entrare nei play off o addirittura per il secondo posto; di certo non siamo tra quelli che partono con la sola salvezza come obiettivo». Idee chiare, un progetto con obiettivi precisi e tanta voglia di vincere: il futuro dell’Unicusano Ternana è già iniziato.

La grinta del nuovo tecnico: «Siamo pronti a partire, non vi deluderemo»

pochesci si presenta ai tifosi «le pressioni non mi spaventano» Cinquecento panchine, partendo dai campi “disastrati” della prima categoria fino alla Serie B: ora viene il bello per Sandro Pochesci, nuovo allenatore dell’Unicusano Ternana. Il patron Stefano Bandecchi punta a occhi chiusi su di lui, tanto da avergli fatto firmare un quinquennale. Per Pochesci è

un palcoscenico nuovo, ma il desiderio di sfondare è grande: «Ai tifosi dico: aspettate, fatemi lavorare e poi mi giudicherete – ha detto ieri nella conferenza stampa di presentazione – Questa occasione me la sono guadagnata sul campo. Sono un allenatore passionale, mi piace caricare la squa-

dra. E penso che a Terni potrò avere il mio sogno: una tifoseria pronta a trascinarci, a credere in noi. Alleno da 19 anni, le pressioni non mi spaventano: i conti li faremo con i risultati, se non saranno positivo non ci sarà contratto che tenga. Perché il mio giudice unico sono i tifosi».

Pochesci insieme al presidente rossoverde Stefano Ranucci Gianluca VANNICELLI/Agenzia PRIMO PIANO


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