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UNICUSANO

mercoledì 29 novembre 2017

TERNANA la squadra della ricerca scientifica italiana

La crescita del vivaio dell’Unicusano Ternana prosegue nel segno della collaborazione tra tutte le formazioni rossoverdi

Informazione a cura di Sport Network

giovani “con vista” sulla prima squadra Il mister della Primavera Ferruccio Mariani: «L’obiettivo è far maturare i talenti Sarebbe un gran risultato portare i migliori a entrare nell’orbita della serie B» guriamo tutti che la prima squadra faccia ottimi risultati, perché è il fattore trainante del club. Se a fine stagione un paio di ragazzi riuscissero a entrare nell’orbita della prima squadra sarebbe un grande risultato. Sarebbe il frutto di un buon lavoro sul vivaio, che diventa un capitale per il club, che a quel punto può sfruttarlo tra i professionisti o fare mercato». La presenza della società è un vantaggio in più per i giovani: «Sentono quanto il club punta e investe su di loro. E tutto ciò ha effetto sulla crescita».

La formazione della Primavera dell’Unicusano Ternana

Il bilancio della Primavera dell’Unicusano Ternana non può che essere positivo: la crescita dei ragazzi è esponenziale, il gruppo sta trovando un’identità forte e il lavoro di base (quello sui vivai) procede a ritmo spedito. Nonostante un ko nell’ultimo impegno contro l’Ascoli, Ferruccio Mariani, tecnico della Primavera rossoverde, evidenzia facilmente quali sono i dati positivi della prima parte della sua avventura. «È un peccato perché abbiamo giocato un’ottima partita, una prestazione eccezionale contro l’Ascoli. Troppi errori in fase di attacco e questo alla fine pesa sul risultato: ci era già successo anche col Perugia, purtroppo. Sotto il profilo dell’impegno, però, non posso dire nulla ai ragazzi: stanno crescendo bene,

si applicano e migliorano giorno dopo giorno». crescita. Bisogna infatti ricordare che la squadra è partita tardi con i lavori: «I risultati, alla luce di questo sono davvero positivi». In generale, spiega Mariani, il gruppo sta maturando. I ragazzi classe ’99 hanno un anno in più d’esperienza e lo dimostrano sul campo: «Hanno ottime prospettive. Ce ne sono diversi interessanti, tra loro Andrea Tinti, Francesco Buono, Giuseppe Argento, Leonardo Pinsaglia e il portiere Tommaso Vitali. Crescono bene anche i 2000, anche se un anno in meno fa la differenza. Ho un gruppo di 18 ragazzi del 2000, che stanno lavorando con ottimi risultati». settore giovanile. A fun-

zionare è comunque tutto il settore giovanile e anche la sinergia che si è venuta a creare tra le varie squadre. «I miei collaboratori mi aiutano molto e vorrei ringraziarli per il lavoro che svolgiamo insieme – sottolinea Mariano – Il settore è ben gestito da Paolucci, c’è ovunque un buon rapporto con i ragazzi, che è alla base del lavoro. Perché è vero che loro devono imparare da noi, ma allo stesso tempo noi tecnici impariamo come rapportarci con i giovani». serietà. C’è poi un valore in più nell’Unicusano Ternana, che è nel dna della proprietà: la considerazione per la persona. «Da quando lavoro con l’Unicusano ho sempre sentito innanzitutto l’umanità e una grande fiducia nei miei confronti.

Come uomo, ancor prima che come professionista. Questo è un aspetto fondamentale del club e del Patron Stefano Bandecchi, una persona vera che crede fortemente nella serietà e nell’impegno sul lavoro. Senza queste caratteristiche i risultati non arrivano». L’obiettivo della Cusano è fornire un valore aggiunto al club, facendo crescere dei talenti da portare in prima squadra. «È il primo anno di B per questa proprietà, ci stiamo ambientando. Ci au-

Fondazione Niccolò Cusano racconta tutti i passi in avanti della ricerca DISLESSIA

virologia

Solo il deficit specifico nella lettura può distinguere i dislessici. In assenza, definire dislessica una persona disturbi dell’apprendimento o in difficoltà nei compiti di tipo motorio può portare a errori nella diagnosi e nella scelta delle terapie.

Più di un ragazzo su dieci pensa che l’Hiv si possa contrarre con un bacio. è quanto emerge dal Lila Report 2017, una ricerca effettuata dalla Lega italiana per la lotta contro l’Aids tra studenti con un’età compresa tra i 16 e i 18 anni.

demenza

CELLULE

Il matrimonio potrebbe aiutare a tenere a bada la demenza: single e vedove, o vedovi, sono più a rischio di ammalarsi a lungo termine. Lo rivela una ricerca pubblicata su The Journal of Neurology Neurosurgery & Psychiatry.

Spegnere il cancro come le luci di una smart house grazie alla domotica: l’obiettivo di una nuova classe di interruttori molecolari, che bloccano i meccanismi di riparazione del Dna cruciali per la sopravvivenza delle cellule tumorali.

l’intervista a radio cusano campus

Carolina Morace, volto storico del calcio femminile italiano, è intervenuta alla trasmissione radiofonica “Sport Academy”, in onda dal lunedì al venerdì sulle frequenze di Radio Cusano Campus. Il commento dell’ex azzurra è partito dall’analisi del derby tra Unicusano Ternana e Perugia, finito in parità, per arrivare all’attuale figura del tecnico. «È importante, oltre al risultato, costruire un percorso – ha detto la Morace - L’allenatore si giudica secondo me più dal gioco che dai risultati. Anche se a volte bastano un buon portiere e un centravan-

Carolina Morace e l’identikit dell’allenatore: «Deve essere leader e sempre aggiornato»

«Valutiamo i tecnici dal gioco» ti che segna per fare bene, soprattutto nelle categorie minori». La Morace, che ha guidato in passato anche la Viterbese maschile, spiega che per allenare servono «tante componenti: la prima è quella di avere una leadership naturale, la seconda è la competenza, sulla quale non ci si può adagiare perché il calcio è in evolu-

zione». Secondo la calciatrice anche «gli opinionisti tv, soprattutto i non-calciatori, dovrebbero aggiornarsi; oggi in campo ci sono molte variabili rispetto al passato, anche nei movimenti delle linee e nei tipi di marcature più classiche. In Italia poi ci sono tanti allenatori e molti sono bravi quindi c’è sempre da imparare».

non solo calcio. In attesa

della prossima avventura calcistica, Carolina Morace si è laureata ed è diventata avvocato. Un percorso, spiega, che deve soprattutto alla sua famiglia: «Mio padre mi ha spinto allo sport, mia madre a studiare. Per me era un percorso naturale e famigliare: sono contenta di averlo

fatto». Sul calcio, mai nessun dubbio da parte dei genitori: «Ero molto forte, non potevano dirmi di non giocare perché sarebbe stato un peccato». Infine una promessa: «Verrò a vedere una partita dell’Unicusano Ternana, così l’analisi la faremo insieme agli ascoltatori di Radio Cusano Campus».

Carolina Morace, 105 reti con la maglia della Nazionale


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