Unicusano ternana 20180118

Page 1

UNICUSANO

giovedì 18 gennaio 2018

TERNANA la squadra della ricerca scientifica italiana

Informazione a cura di Sport Network

Radio Cusano Campus sbarca anche a Terni: ai microfoni dell’emittente è intervenuto il tecnico rossoverde parlando del suo passato e promettendo il massimo per il club

«I VALORI PIÙ SANI DEL CALCIO POPOLARE» Pochesci: «In periferia ho imparato quanto questo sport può aiutare la gente La mia missione? Salvare l'Unicusano Ternana e questa piazza, che è unica»

Lo sbarco di Radio Cusano Campus a Terni e Provincia è stato “festeggiato” ieri dall’emittente dell’Ateneo con una lunga intervista al tecnico dell’Unicusano Ternana Sandro Pochesci. Ai microfoni del direttore della radio, Gianluca Fabi, Pochesci ha parlato della sua storia, della sua nuova esperienza in B e delle sue radici calcistiche. Ma soprattutto ha ribadito una sua promessa: fare di tutto per rilanciare la stagione delle Fere che fin qui hanno raccolto meno di quanto avrebbero meritato, incassando molti complimenti ma ancora pochi punti in classifica per guardare all’imminente futuro con tranquillità. Dopo questo girone, in cui hai stretto la mano a tutti gli allenatori di serie B, c’è qualcuno che ti ha colpito particolarmente dal punto di vista umano? «Pippo Inzaghi mi ha detto cose che rimarranno per sempre dentro di me. È un mio idolo, sono milanista, e mi ha davvero confortato in un momento complesso. Con la sua umiltà diven-

terà un grande allenatore, così come è stato un giocatore che ha fatto la storia del nostro calcio. Poi mi ha colpito eleganza di Tedino del Palermo: da lui ho ricevuto un saluto semplice ma fatto con il cuore». Sei stato faccia a faccia anche con alcuni dei tuoi punti di riferimento, come Novellino o Zeman. «Anche se ero squalificato, ho incontrato Zeman negli spogliatoi e mi ha detto che qualsiasi squadra in vantaggio come lo eravamo noi si sarebbe accontentata e difesa. Invece abbiamo attaccato e secondo Zeman avremmo meritato di vincere. Sono parole che mi fanno capire che stiamo facendo un buon lavoro. Ma ora serve la nostra crescita, anche la mia, perché ho fatto degli errori di comunicazione e sono apparso a volte troppo spavaldo. Non lo sono, ma non accetto di partire sconfitto prima di giocare. Non dobbiamo capire che siamo da serie B dopo la partita, con i rimpianti per il risultato. Ci serve determinazione e spero che le prime 21 par-

tite ce l’abbiano data». Il calcio è un veicolo sociale importante, lo dimostra anche la scuola calcio dell’Unicusano Academy. «Tor Bella Monaca, il quartiere dove si trova la scuola calcio presenta diverse problematiche di carattere sociale. E il calcio può fare tanto e lo sta facendo. Dal Patron Bandecchi abbiamo avuto un sostegno importante per la scuola calcio: i primi anni ci proibì di far pagare le famiglie del quartiere, il suo sostegno è stato fondamentale

Il tecnico dell'Unicusano Ternana, Sandro Pochesci FOTO PRINCIPI

Presentato il nuovo acquisto, che proviene dal Cosenza: «Il ruolo? Ho molte possibilità»

la nuova sfida di statella: volevo fortemente le fere È ufficiale: Giuseppe Statella è rossoverde, proviene dal Cosenza e si è legato all’Unicusano Ternana fino al 30 giugno 2020. Classe ’88, l’attaccante calabrese è stato presentato ieri alla stampa e ha subito dimostrato di avere le idee chiare in merito ai suoi obiettivi a Terni. «Volevo fortemente questa opportunità e ringrazio il Cosenza e la presidenza dell’Unicusano Ternana per aver trovato l’accordo» ha detto Statella, già a disposizione del tecnico delle Fere. Conosce il gioco di Pochesci («Mi colpisce il modo e la calma con cui osserva gli allenamenti») e si propone per essere utilizzato su tutto il fronte offensivo: «Posso giocare come esterno d’attacco, anche più basso e meno offensivo. Ma posso anche fare il quinto, il quarto, o il terzo d'attac-

na è andata a fare i playout» ricorda Statella che in passato ha vestito anche le maglie di Pavia, Benevento, Pro Vercelli, Grosseto, Salernitana, Torino e Bari.

Il presidente Ranucci con il neoacquisto Statella

co perché mi sono sempre adattato: l’importante è essere utili alla causa e fare ciò che chiede il tecnico». Quella con l’Unicusano Ternana è una vera sfida per Statella, ma lui stesso ammette di essere un amante del rischio: «Anche quando sono andato a Cosenza eravamo messi male e poi ce la sia-

mo cavata alla grande. Mi piacciono le sfide» spiega. In attacco ha già un amico: con Mirko Carretta segnò alla Ternana condannandola ai playout (poi alla retrocessione) il 15 maggio 2011, quando entrambi giocavano con l’Andria in Lega Pro. «Abbiamo fatto due gol, noi ci siamo salvati e la Terna-

LAVORO. La squadra si è allenata ieri pomeriggio all’antistadio per proseguire nella preparazione alla ripresa del campionato ad Empoli: con Marco Bleve fermo hanno svolto lavoro differenziato in palestra e terapie Albadoro (in ripresa dopo l’influenza), Rigione (contusione al polpaccio destro) e Valjent (affaticamento muscolare); lavoro atletico personalizzato in campo per Alessandro Favalli; è tornato in gruppo il capitano Marino Defendi. Oggi pomeriggio, sempre al Taddei, le Fere si alleneranno ancora a partire dalle ore 15.00.

Che tipo di quartiere è Tor Bella Monaca? «È il classico quartiere di Roma che negli anni Ottanta era tranquillo. La crescita delle Torri ha raccolto molta gente, spesso con problemi economici. Ma il calcio in queste zone aiuta tantissimo. E dico una cosa: le migliori famiglie con cui ho avuto a che fare da allenatore dei ragazzi sono proprio quelle con situazioni difficili, perché sono di un'educazione unica e accettano da noi istruttori consigli

e guide per i figli. I genitori ci affidano i ragazzi da un punto di vista educativo e ci chiedono anche severità. In situazioni più facili, a volte, il figlio viene messo al di sopra di tutto. E questo non è educativo». Quando ti è venuta l'idea di allenare? «Quando giocavo ero sempre una sorta di allenatore in campo, come capitano e leader. Non volevo fare il tecnico, poi proprio a Tor Bella Monaca mi fu affidata una squadra in crisi, che io riuscii a salvare portandola a un punto dai playoff. E l'anno dopo vincemmo il campionato». Osservavi i tecnici con i quali lavoravi “rubando” i segreti del mestiere? «È normale, anche se da giocatore non ho mai avuto l’opportunità di essere tra i professionisti. E spesso sono le opportunità a fare grandi i giocatori. Nel calcio, da tecnico, l'esame per arrivare al top è proprio la serie B. E devo per forza salvare la Ternana, perché Terni è una piazza di calcio. Questa è la mia missione».


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.