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Visionaries
E € 6 – P € 7 / F, B, L € 7.5 – NL € 8.5 D, A € 9 – CH Chf 7.50 / UK £ 6.5 – S Sek 75
RISCRIVI LE REGOLE DELLA FOTOGRAFIA No. 2 /2019
BARACUTA.COM
19 22 SEPTEMBER 2019 THURSDAY SUNDAY PADIGLIONE VISCONTI VIA TORTONA 58 MILANO PITTI WOMEN’S FASHION FAIR PITTIMMAGINE.COM
FASHION
WINTER SELECTION: LA MODA DELL’INVERNO ECO FASHION SOSTENIBILE È BELLO CREATIVE
IED, NABA, MARANGONI, ACCADEMIA DI COSTUME E MODA, ACCADEMIA DEL LUSSO, IUAV: ALLA SCOPERTA DEL PROPRIO FUTURO
KULT MEETS ANDREA ROSATI IL GIOVANE DIETRO IL SUCCESSO DELLA JAGUAR I-PACE
I CONTEST DEDICATI AI GIOVANI TALENTI ART
5O ANNI DI ARLES: CON KERING SOSTIENE LA FOTOGRAFIA FEMMINILE
MUSIC
KULT MEETS LOST FREQUENCIES L’HYPE PIÙ HOT E I TORMENTONI DELL’ESTATE VISIONARY PEOPLE: DUSTIN PHIL I TROPEA TIGGY THORN SOAP&SKIN BANGTAN BOYS WE ARE VISIONARIES
UNA FOTO DEL PROGETTO ECOSOSTENIBILE “BELIFE” DI PEPE JEANS LONDON PER LA COLLEZIONE SS2019
M77 GALLERY: UN NUOVO APPUNTAMENTO A MILANO
K u l t
M a g a z i n e
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VANGUARD TALENTS CREATIVITY DESIGN FASHION MUSIC ART EXHIBITION VISIONARY
Editorial Director Enrico Cammarota Editor-at-Large Luisa Micaletti Design Anna Casotti Music Ciro Cacciola Art Alessandro Riva Lifestyle Alessandro Iacolucci, Marco Torcasio Collaborators Antonella Tereo, Marinella Cammarota, Gaetano La Peruta, Maurizio Bertera International Collaborators Anna Casotti – New York Fausto Colombo – Zurigo Alessandra Fanari – Parigi Graphic Design Stefania Di Bello Kult Magazine is published quarterly by Unique Media Srl Marzia Ciccola (Editor-in-chief) Registration at Court of Milan n. 412 of 11/06/1998 ©Unique Media Srl. All right are reserved Reproduction in whole or in part without written permission is strictly reserved Worldwide Distribution: Australia, Belgium, Brazil, South Korea, United Arab Emirates, Finland, Great Britain, Hong Kong, Israel, Lithuania, Malta, Holland, Singapore, Hungary Unique Media Srl Viale Sabotino 19/2 – 20137 Milano ph. +39 0249542850 adv@uniquemedia.it (advertising) segreteria@uniquemedia.it
In cover: HUAWEI X KULT MAGAZINE
Printed by Arti Grafiche Boccia Spa Distribution SO.DI.P. “Angelo Patuzzi Spa” Via Bettola, 18 – 20092 Cinisello Balsamo
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K U LT
C O NT ENT S
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VISIONARIES 16 Dustin Phil, I Tropea, Tiggy Thorn, Soap&Skin, Bangtan Boys: gli artisti di questo numero 22 Alla scoperta degli influencer virtuali 24 KULT meets LOST FREQUENCIES 26 Gli hype dell’estate e le novità internazionali
TALENTS 30 Music States 34 KULT ha selezionato le creative call per i giovani talenti 38 M77 Gallery e la personale di Braco Dimitrijević 40 Intervista al giovane Chef visionario Davide Caranchini 42 Philippe Di Méo racconta la sua profumeria artistica 44 Andrea Rosati: il giovane dietro il successo di Jaguar I-PACE
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FASHION 48 ANNAKIKI for HUAWEI 52 GUEST NATION CHINA i talenti di Pitti Immagine Uomo 96 56 La moda del prossimo inverno 66 Eco-fashion: sostenibile è bello 74 Best of School: è il momento di scegliere il trienno giusto
CREATIVITY 92 KULT a Napoli per la stagione estiva
94 Checkpoint Charly: a Bologna un nuovo polo artistico e culturale
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Dustin Phil I Tropea Tiggy Thorn Soap&Skin Bangtan Boys
VISIONARY PEOPLE MUSICA, ARTE, PERFORMANCE... SEMPLICEMENTE ESPRESSIONE. ECCO I VISIONARI DI QUESTO NUMERO!
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Graffiante
energia
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D U ST I N P H I L
L’abbiamo incontrato all’evento organizzato da POSH magazine insieme a YSL Beauté e PISA Orologeria, sull’avveniristica terrazza della Katara Royal Suite dell’Excelsior Hotel Gallia di Milano dove ha letteralmente infuocato l’atmosfera. Dustin Phil con quell’aspetto di chi ha musica che scorre nelle vene, dalla dark alla techno dal passo deciso, traccia dopo traccia, è in grado di creare sempre un ottimo dancefloor. Dustin oltre ad essere il Resident Dj del celebre VOLT di Milano, il club di Sir. Claudio Antonioli in Via Molino delle Armi, è co-fondatore di Shamana records, l’etichetta discografica di musica elettronica, il genere per cui è famoso. Dustin, in breve tempo afferma la sua posizione nella scena underground italiana. Le sue performances hanno incuriosito molti dei migliori locali ed eventi di musica elettronica, dove ha condiviso console con celebri artisti come: Ame, Damian Lazarus, Kolch, Loco Dice, Chris Liebing, Black coffee, Peggy Gou, Honey Dijon, Lauren Garnier e tantissimi altri.
17 PH: MATTEO SALA
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Milanese
mood. International vision
I TROPEA
I Tropea sono Pietro, Mimmo, Piso e il Claudio e sono una delle giovani pop band italiane tra le più promettenti, formatasi a Milano nel 2016. Amanti di quel mood malinconico che loro stessi definiscono “Sad mp3” che non è solo “un file solitario che viaggia triste da un dispositivo elettronico all’altro” ma anche “l’ultimo brano inedito di Sad Reacc Only, il nostro primo EP”. Lo scrivono i Tropea sulla loro pagina Facebook. 4 ragazzi, studenti di musica, usciti direttamente dagli anni Sessanta, poco tecnologici, ma con un appeal che graffia. Mettono su le camicette colorate da cascate di ananas e le felpe anni Ottanta, gli occhiali cut-eye e cantano. Dove ascoltarli? Su Spotify. Il loro sound? Un mix di genialità internazionale unito allo spirito d’unione di una sagra verace, testi in inglese e carica emotiva a palla. I Tropea, così naïf e groove paiono uscire da un quadro bohémien nell’approccio alla musica italiana composta da chi canta di cuore, senza paura di sembrare fragile.Le influenze della loro musica spaziano dal postpunk di inizi anni ’80 al synthwave degli anni 2000 al beat rock degli anni ’60.
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Queer
culture
revolution T I G GY T H O R N
Torna a Parigi il re-shaping dell’atmosfera Club Kid newyorkese degli anni 80. Tiggy Thorn è il venticinquenne e artista francese che tramite foto in 3D, maschere scenografiche di ispirazione Kawaii e makeup teatrali mixa culture e costumi all’insegna della libertà di espressione e del rispetto totale. Il rispetto della cultura della notte, della sessualità e delle persone in quanto esseri umani è la colonna portante di “Kinderkarten”, la serata queer di cui Thorn è direttore artistico e che sta conquistando la Ville Lumiere sia per spettacolarità che novità nel mondo gay. Tiggy Thorn è un personaggio mistico che dall’arte della performance, dai costumi, dalle icone del panorama artistico contemporaneo come Björk e quelli dell’arte come Murakami o Miró, ha appreso e fatto tesoro dei segreti del divertimento e del concetto di bellezza reinterpretato e proiettato per e su una community che vede nelle drag una bandiera di fiera libertà d’essere.
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Audace come la
musica
elettronica austriaca S OA P & S K I N
All’anagrafe Anja Franziska Plaschg, Soap&Skin è la musicista e cantautrice di origini austriache di impronta elettronica ma dal sound dark che ha conquistato l’Europa nel 2009 con il lancio del suo primo album intitolato “Lovetune for Vacuum”, entrando subito nella Top 10 in Germania, Belgio e Francia, conquistando sia l’Amadeus Austrian Music Award nel 2009 per la categoria “Alternative/Rock” che la premiazione agli European Border Breakers Award (EBBA) del 2010. Nei suoi brani la Plaschg racconta le sue esperienze e il suo vissuto come in Vater, il singolo parte di una raccolta del secondo lavoro discografico del 2012, in cui dedica ampio spazio al rapporto col padre morto prematuramente. I
suoi testi sono un tour nella crescita personale che passa da un tragico trauma alla consapevolezza della vita, che scorre però all’insegna di una serie di sfortunati eventi. Un percorso musicale che non si è mai interrotto, anche quando l’artista ha deciso di dedicarsi al teatro e al cinema (ricevendo tra l’altro una nomination per la colonna sonora del film Sicilian Ghost Story ai David di Donatello), percorso che oggi l’ha portata a Milano, alla Santeria Social Club, per la presentazione italiana del nuovo disco “From Gas to Solid / You Are my Friend”. Il prossimo appuntamento italiano con il live di Soap&Skin sarà il 25 giugno a Ferrara Sotto Le Stelle.
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I BTS da Seul, conquistano la Billboard 2019
Esponenti mondiali della K-music e insigniti del merito di esportare la cultura coreana nel mondo conferito dal Presidente della Corea del Sud, sono il gruppo musicale dei 7 ragazzi che stanno catturando l’America e il Giappone. Loro sono RM, Jin, Suga, J-Hope, Park Ji-min, V e Jeon Jung-kook, ossia i BTS (Bangtan Boys) che, dal debutto del 2013, hanno venduto un totale di oltre 10 milioni di dischi, raggiungendo quest’anno il record mai ottenuto da un gruppo coreano cioè l’ingresso nella “Billboard 200” la classifica dei nuovi album discografici ed EP più venduti negli Stati Uniti grazie al loro sesto album intitolato “Love Yourself:Tear”. La ragione del loro successo? I BTS scrivono e interpretano la maggior parte dei loro pezzi che hanno presa sul pubblico giovane perché toccano le intime corde delle fragilità adolescenziali che vanno dalle ansie scolastiche all’amore, fino ad affrontare temi molto più complessi come i disturbi mentali e la fine dell’esistenza, in sostanza la depressione. Traggono la loro ispirazione musicale oltre che dal Rap e Trap americano, anche dalla letteratura e dalla filosofia.
music generation BA N GTA N B OYS
PH. BILLBOARD SHOW 2019 WWW.BILLBOARD.COM
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INFLUENCER VIRTUALI
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W EB
Di ispirazione manga e con molecole di chip, sembrano più reali delle colleghe in carne ed ossa e piacciono anche di più. Perché?
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arà capitato anche a voi di sentir parlare degli influencer virtuali. I nuovi personaggi di ispirazione manga giapponese che dal Sol Levante hanno conquistato Instagram con le loro vite artificiali e tantissimi contratti di collaborazione per la sponsorizzazione di prodotti sui social. Sono i nuovi imprenditori digitali che ufficialmente dopo tre anni dalla loro creazione iniziano a svettare nelle classifiche dei MIV, i Media Impact Value che le
NOONOOURI
NOONOOURI, LIL MIQUELA, SHUDU GRAM, HATSUNE MIKU, IL COLONNELLO SANDERS, ERICA, ECCO CHI SONO I PROTAGONISTI DELLA NUOVA FRONTIERA DELL’INFLUENCER MARKETING E NUOVI CATALIZZATORI DI MODELLI DI UNA VITA DESIDERABILE. PERSONAGGI VIRTUALI CHE RISPETTO AI REALI SONO PIÙ GESTIBILI, CONTROLLABILI E TALVOLTA CONSIDERATI PIÙ AFFIDABILI. UN FENOMENO NATO TRE ANNI FA MA CHE VEDE I SUOI ANTENATI NEI PROTAGONISTI DEI VIDEOGAME
aziende dal food al fashion, usano per controllare l’andamento del ritorno economico del loro investimento nelle sponsorship social. Sono creature con una vita para-umana ancora più desiderabile di quella da favola di Ferragni & friends. Hanno conquistato il pubblico non solo per i loro post gestiti ovviamente da interi team di ingegneri esperti in intelligenza artificiale (tenuti ben protetti dalle aziende che li sviluppano) e che hanno conferito a queste creature la capacità di riuscire ad entrare in empatia con gli esseri umani visto che rilasciano interviste, vanno a lavoro, hanno un fidanzato proprio come Lil Miquela e il suo Blawko22 (anche lui fashion virtual influencer) e che insieme sembrano i “Vezzagnil” del web, hanno amici con cui fanno reunion, e sono tutti seguitissimi
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e imitati, soprattutto nei consumi. Il pubblico o il mercato di riferimento maggiormente attratto dai virtual influencer è sicuramente quello orientale, non solo perché sono stati creati, sviluppati e perfezionati lì, ma perché rispetto al pubblico italiano l’hashtag “#advertising” non è considerato opera di mercenari ma un utile consiglio d’acquisto. C’è inoltre da tenere presente l’alto tasso di gradimento che le aziende nutrono verso di loro in quanto sono personalità più facili da gestire e da controllare, non c’è possibilità che incappino in qualche scandalo pubblico e allora di doversi dissociare da un determinato comportamento dell’influencer con cui sta collaborando. I dati dell’impatto sull’audicence sono reali ed elaborati da team predisposti e non magicamente pompati, anche i target sono più
coerenti visto che il riferimento è una nicchia appassionata. Ma come si è sviluppato questo trend? In principio fu Lightning, l’eroina del videogame Final Fantasy venne scelta nel 2015 da Nicolas Ghesquière, Direttore Creativo di Louis Vuitton, come testimonial delle Series per le campagne adv. Ancora prima della diva dei nerd dai capelli rosa c’è stata la digital icon Hatsune Miku creata nel 2007 di sana pianta da Crypton Future Media l’azienda che si è occupata dell’immissione sul mercato di VOCALOID2 il software musicale di Yamaha Corporation. La Crypton diede vita a questo avatar virtuale dai lunghi capelli verdi per la comunicazione commerciale del prodotto che ebbe un successo immediato con vendite stellari, tanto che Hatsune Miku divenne
LIL MIQUELA COLONNELLO SANDERS KFC
NOONOOURI
Un’altra virtual influencer dalle fattezze umane è Lil Miquela, una fashion icon e modella di origini spagnole e brasiliane di Los Angeles, creata con investimenti ultra milionari nel 2016 da Brud in collaborazione con gli artisti Trevor McFedries e Sara Decou. La sua vita si divide tra i set domestici delle campagne di Chanel, Prada, Proenza Schouler, Vetements e tanti altri mo-
Blawko22 non è l’unico uomo del web, recentemente KFC (la catena di fast food di pollo fritto tra le più famose al mondo, create da Harland Sanders) ha lanciato la versione avatar di un giovane e affascinante dandy eretto su immagine e somiglianza proprio del colonnello Sanders dei fried chicken. Non solo viaggia su jet privati e incontra star al parco o posa per servizi fotografici ma sponsorizza prodotti per la cura della barba. Non ultimo Koffi Gram, il digital supermodel realizzato in 3D che sul suo profilo IG ha posato
al fianco di Shudu, lei è la prima top model virtuale creata nel 2017 dal fotografo inglese Cameron-James Wilson che si è ispirato alla top model (reale) Duckie Thot. Le sue caratteristiche? Una pelle mogano, luminosa e due occhi penetranti. Shudu è arrivata agli albori della cronaca quando un post pubblicato dall’Instagram di Fenty Beauty (il marchio di makeup lanciato dalla pop star Rihanna) ha fatto discutere gli utenti sulla sua reale umanità. Ovviamente Shudu non è reale ma i suoi lineamenti ammalianti hanno fatto impazzire il web, scatenando il “wanna be” dei fans. Come non parlare di Noonoouri, l’ospite speciale della sfilata Cruise 2019 di Dior di cui la maison ha detto in una nota: “Ha 18 anni, è alta 1 metro e 50 cm, e vive a Parigi. Si interessa di bellezza, moda, lusso, lifestyle, viaggi, cultura, arte e problematiche sociali. Ha un grande
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Ma tra cinque anni quale sarà la situazione? Quello che dovrebbe sbalordirci non è tanto il fatto che i virtual influencer (a cui si applicano le stesse identiche normative di trasparenza di quelli reali), stiano in qualche modo prendendo la poltrona agli influencer umani, ma forse dovremmo riflettere sulla nostra capacità di saperci affezionare o voler emulare la vita di un robot o di un avatar. Siamo davvero così sentimentalmente disorientati? Se ad oggi il must è modificare il proprio corpo a immagine e somiglianza di Kim Kardashian, come si reagisce di fronte alla perfezione irreale di un avatar? Nel frattempo cambiano i valori di affezione ai brand e alla percezione della marca, cambiano i consumatori e la Generazione Z non si lascia intimidire dai robot, anzi li emula. Zepeto è una delle ultime applicazioni social creata dalla software house sudcoreana Snow. Scaricando Zepeto dal proprio store gli utenti possono entrare in contatto con persone che vivono dall’altra parte del mondo e socializzare con i propri amici. La differenza rispetto a Facebook e Instagram è la modalità di funzionamento: per iscriversi bisogna scattare un selfie e Zepeto creerà un avatar 3D partendo dal proprio viso. Il personaggio virtuale potrà essere personalizzato in ogni suo aspetto, partendo dai vestiti e dai mobili presenti nella propria stanza digitale (tutto acquistabile dallo store online).
SHUDU GRAM
La Cina è il luogo che dalla nascita del fenomeno ha saputo dare vita ad alcune varianti molto particolari e più sviluppate delle “rudimentali” animation giapponesi. Ne è un esempio AI Erica, un robot creato con Intelligenza Artificale dall’Intelligent Robotics Laboratory di Osaka e partorita dall’idea del suo direttore Hiroshi Ishiguro. Erica tramite un sintetizzatore vocale è in grado di parlare ed è inoltre dotata di mimica facciale che le permette di esprimersi come un essere umano. Erica è stata la testimonial di Gucci che ha permesso al brand di poter avviare la prima campagna di virtual marketing in Cina su WeChat. Erica è il perfetto esempio di come la tecnologia riesca a rendere impercettibile la differenza tra uomo e robot.
menti passati insieme al suo amato sex symbol mascherato Blawko22. La giovane robot californiana nei suoi post incontra e intervista gli influencer e i personaggi del jetset mondiale, va al super mercato, festeggia il compleanno e supporta tante cause umanitarie e ha anche una speciale amica dal cuore di latta che è Bermudaisbae.
LIL MIQUELA
un fenomeno di marketing dalle smisurate potenzialità, la sua immagine venne utilizzata per le sponsorizzazioni del SuperGT e di marchi giapponesi come Toyota e Yamaha ma anche per Coca Cola, Domino’s Pizza e Google. Arrivando a collaborare anche con la moda.
cuore, fa sentire volentieri la sua voce per supportare chi voce non ha. Di recente Maria Grazia Chiuri l’ha incontrata e l’ha invitata al nostro fashion show”. Noonoouri nei suoi post ha posato con Bella Hadid per il B.zero 1 di Bulgari, e per le #adv di Jean Paul Gaultier o di Florenc Amber di Cavalli.
HATSUNE MIKU
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INT ER V IEW
KULT Meets LOST FREQUENCIES DOPO IL TOUR NEGLI USA E IN CINA, L’ASTRO NASCENTE DELL’ELETTRONICA FA TAPPA IN ITALIA SUONANDO ALLA SERATA BLINDATA ORGANIZZATA DA LUIGI MONTI ARDUINI DI DELIGHTS ENTERTAINMENT AL MARRIOTT HOTEL DI MILANO, DOVE LO ABBIAMO INCONTRATO
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All’anagrafe Felix Safran De Laet, ma famoso col nome d’arte di Lost Frequencies che come il suo lavoro discografico fa rivivere le traccie dimenticate in remix dal sound adrenalinico. Classe 1993 è uno dei giovanissimi artisti d’origine belga che sta conquistando la scena della musica elettronica internazionale. Il giovane e promettente talento ha suonato a Milano all’evento privato organizzato dal manager della musica Luigi Monti Arduini dove l’abbiamo incontrato.
Come sta andando il tuo nuovo tour? Sta andando bene, grazie! Sono da poco tornato dal Messico per l’EDC: è stato molto divertente. Ho suonato negli USA e in Cina e per la prima volta al Tomorrowland Winter nelle Alpi francesi, pazzesco. Mi diverto sempre a suonare in posti nuovi, nei festival, dove ci sono grandi folle, anche se mi diverto molto anche a suonare per set più intimi e profondi come nei club e in piccoli locali. Era il 2014 e hai conquistato il mondo con “Are You With Me”. Quale sarà il tuo prossimo successo? Su cosa stai lavorando? Haha grazie! Ho appena pubblicato l’ultimo singolo sulla mia etichetta Found Foundations ‘Recognize’ realizzato con il vocalist irlandese Flynn. Il pezzo è elettronico ma incontra l’indie ed è quasi pervaso da un’atmosfera country, ma è anche molto pop. Abbiamo annunciato il mio primo Live Tour previsto a ottobre quest’anno! Abbiamo lavorato allo show con una prospettiva completamente nuova, con molti elementi e produzioni entusiasmanti. Abbiamo un nuovo spettacolo dal vivo per voi ragazzi e potete vedere tutte le date sui miei social media! Dopo gli stage di Coachella, Lollapalooza e Tomorrowland, dove vorresti arrivare? Quelle tre sono state senza dubbio alcune delle mie esperienze preferite, in particolare Tomorrowland! Essere parte di quella famiglia è stata una conquista strabiliante, essere in grado di curare la mia arena e anche suonare il mainstage è qualcosa che apprezzo e mi diverte moltissimo! Mi piacerebbe suonare a Glastonbury nel Regno Unito. A luglio suonerai all’EXIT Festival. Sei eccitato? Si Molto! EXIT è incredibile, l’organizzazione è così buona e le formazioni sono sensazionali! Ho suonato sul mainstage nel 2017, quindi sono entusiasta di tornare con della nuova musica per tutti voi! Hai solo 26 anni e sei già un affermato produttore e DJ. Qual è stato il tuo percorso? Ho prodotto per alcuni anni, il mio primo singolo è stato ‘Are You With Me’, tutto è decollato da lì. Ho incontrato la mia etichetta, la mia direzione e il mio team. Dietro c’è stato tanto duro lavoro. La pratica e la determinazione sono importanti. Cerco costantemente di imparare qualcosa di nuovo sia quando sono in viaggio che in studio, è importante per me spingere sempre me stesso oltre i confini e cercare di dare sempre il massimo sia come produttore e come performer.
Con chi ti piacerebbe lavorare? Vorrei lavorare con Flume! Il Dj e produttore discografico australiano. Come vedi il futuro della musica elettronica? Grintoso! Ci sono così tanti generi diversi che vengono rappresentati e persino interi festival che ospitano questi generi particolari, come hardstyle e techno, il che è davvero fantastico. Sei venuto a suonare a Milano. Come ti sembra l’approccio del pubblico italiano alla tua musica? Gli italiani sono sempre molto accoglienti, mi piace visitare l’Italia e adoro la pizza. Quali sono le tue altre passioni oltre alla musica? Sono un grande fan di wakeboarding, lo sci d’acqua. Se dovessi ringraziare qualcuno che ti ha sostenuto, chi sarebbe stato? Sicuramente la mia famiglia per tutto il loro supporto. Il lavoro che ti ha dato più soddisfazioni? Ricevo soddisfazione e orgoglio per tutto il mio lavoro, ma il singolo di debutto, con cui tutto è iniziato, rappresenta qualcosa di speciale. Un consiglio per un giovane artista? Dare sempre il massimo, mettersi alla prova e non mollare! Non tutti saranno fan o apprezzeranno quello che stai cercando di fare, come qualsiasi cosa nella vita, quindi credi solo in te stesso e in quello che stai facendo.
Da dove proviene il tuo nome d’arte? Ottima domanda! Quando ho iniziato a sperimentare la produzione, stavo creando remix e versioni di brani che ritenevo sottovalutati o dimenticati. Come ‘Are You With Me’, ho preso la voce da una traccia country con il mio giro per una versione originale; quindi stavo portando avanti le “frequenze perse” per essere notato. Hai collaborato con James Blunt, cosa ricordi di quell’occasione? È stato davvero molto divertente e anche molto professionale, il nostro servizio di riprese video a Londra ha rappresentato un giorno fantastico e mi piace molto lavorare con artisti al di fuori della musica dance. Lui è stato disponibile e ha lavorato sulla traccia in maniera super cool, prestandosi apertamente alla creatività che volevamo raggiungere.
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NELLA FOTO: LUIGI MONTI ARDUINI CON LOST FREQUENCIES ALL’EVENTO ORGANIZZATO AL MARRIOTT HOTEL DI MILANO
Summer Vibes BY C I R O CAC C I O L A
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Che musica ascolteremo quest’estate?
CASE DISCOGRAFICHE, TOUR MANAGER, PROGRAMMATORI E DJ STANNO GIÀ FACENDO DEL LORO MEGLIO PER SPINGERE NELLE NOSTRE TESTE LE RIME E I BEAT CHE SI TRASFORMERANNO NEI PROSSIMI, INELUTTABILI “TORMENTONI” Stiamo parlando di quelle canzoni che le radio fanno girare a manetta, senza un vero perché, ma con il (retro)gusto di farle canticchiare anche quando le odi con tutto te stesso. Te le ritrovi maledettamente ovunque, anche in testa, e allora non puoi far altro che arrenderti, odiarle e cantarle contemporaneamente, magari, ma sì! Tra la dura realtà e i vecchi incubi restano allora le nuove speranze: quelle degli artisti emergenti, appassionati, visionari di default, non ancora incalliti, che sperano di mettere a segno un gol, e quelle di chi, forse non più giovane anagraficamente ma pur sempre e irrimediabilmente visionario “dentro”, ricerca e riesce ancora a divertirsi, magari stringendo patti con i nuovi diavoletti del pop. La differenza allora è tra “che musica ascolteremo questa estate?” e “che musica ci piacerebbe ascoltare quest’estate?”. I nostri sono consigli per gli ascolti, gli streaming e magari gli eventuali acquisti. Ci sono canzoni “estive”, di quelle che escono a ridosso dell’estate e sembrano fatte apposta per le vite in vacanza, che sono così piene di gioia immantinente che addirittura vorresti viverci dentro, felice e contento. Magri pure abbronzato (un po’). Ecco, i Parcels, australiani amici dei Daft Punk dal lontano 2016, sembrano fatti apposta per regalare canzoni come queste. I loro brani suonano bene sempre, ma d’estate fanno davvero la loro p**** figura,
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Pinguini Tattici Nucleari
PARCELS
accidenti. Come “Tape”, ultimo estratto da quel disco davvero interessantissimo che porta semplicemente il loro nome, “Parcels”, specie di lucida follia fatta di dodici brani che sono la sintesi del pop contemporaneo: le chitarre surf dei Beach Boys, il funk ‘60s e l’ipnosi disco dei ‘70s. Ricetta micidiale che ha portato la band a conquistare l’olimpo di tutta la critica internazionale. Il recente remix di “Lightenup” firmato dal produttore britannico Alex Metric, capace di creare un vero e proprio discotrip sulle note del brano, ha dato ulteriormente prova dello spessore artistico della band. Che, leggete attentamente, potremo vedere dal vivo in Italia il prossimo 25 agosto, sul palco del TOdays Festival, a Torino. Proprio i festival sono un bel volano per ascoltare buona musica, nuova soprattutto, fuori dagli schemi dei “top 30 airplay” cui siamo costretti e ridotti ogni giorno dai network nazionali. Come il Pinewood Festival, che, a dispetto del nome, si tiene a L’Aquila i prossimi 28 e 29 giugno in una terza edizione destinata a confermarlo come uno degli eventi musicali più importanti del centro Italia, con i live di artisti davvero giovani, visionari e “freschi” come, tra gli altri, Giorgio Poi, Pinguini Tattici Nucleari e Populous. Per chi ancora non li conoscesse, Giorgio Poi, dopo il successo del suo primo album solista, “Fa Niente”, ha aperto le date a Milano, Parigi, New York e Los Angeles dei Phoenix, completamente innamorati della sua musica, e da poco ha pubblicato il suo secondo lavoro, “Smog”, che lui stesso definisce “il mio secondo primo disco”, con brani capaci di mettere in equilibrio contaminazioni provenienti dalla grande tradizione cantautorale italiana, interventi psichedelici e ritornelli memorabili. Populous è invece da anni tra i dj e producer nostrani più esportati: la sua è un’elettronica internazionale di qualità, ma capace anche di mettersi in discussione e di sperimentare, come ben dimostrano le sue collaborazioni con Myss Keta (per i brani “Clique” e “Pazzeska”) e con Splendore. I Pinguini Tattici Nucleari sono una band di giovanissimi (la media è 24 anni) con all’attivo tre dischi, 20 milioni di streaming e oltre 7 milioni di views su Youtube, in questo momento in tour con i brani del nuovo album, “Fuori dall’Hype”, a proposito del quale dicono: “Per un artista, generare hype significa creare ‘grande attesa per il proprio prodotto’.
L’Hype non si spiega, non ha regole: capita, o non capita. Molti artisti passano la vita a inseguire la chimera dell’Hype. Spesso l’Hype si posa proprio su quegli altri artisti che stanno fermi, immobili,e non lo desiderano, come una farfalla. Vola dove la porta il vento, e poi se ne va di nuovo. Chi è fuori dall’Hype vive dove il vento non porta farfalle.”
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l’odissea del quotidiano ricordandoci di “respirare”. E di rallentare tutto, almeno per un momento. Altro artista da tenere d’occhio, quasi un diamante allo stato grezzo, non per la sua rarità ma per la sua totale unicità, è Fil Bo Riva, italo-tedesco dall’animo nobile, non a caso scelto dagli Imagine Dragons come special guest per l’unica data europea, fuori con l’album “Beautiful Sadness”, di pura bellezza. Naturalmente anche la scena internazionale riserva belle sorprese, soprattutto a chi ha voglia di ascoltare ad orecchie aperte il bellebbuono che arriva. Melodie raffinate ed emozioni profonde sono racchiuse nei solchi di “Permanent way”, il nuovo album del songwriter britannico Chris Cunningham, conterraneo della mirabile rivelazione Yola che, con il suo album di debutto “Walk trough fire”, prodotto da Dan Auerbach dei Black Keys (a proposito, anche loro in uscita a fine giugno con il nuovo disco, “Let’s Rock”), ammalia ed incanta con la sua incredibile voce, che ricorda quella di Darlene Love
Fortunatamente negli ultimi tempi la musica italiana continua a regalarci belle sorprese, anche in fatto di cantautorato femminile. Così, dopo aver fondato Il Genio con Gianluca de Rubertis (ricordate la hit “Pop Porno”?), adesso va per la sua strada, ancora tutta da costruire, Contini, cantautrice pugliese che si fa chiamare semplicemente con il suo cognome: il suo nuovo album, “Continentale”, caratterizzato da escursioni ritmiche e sonore, racconta la quotidianità resa statica e dilatata per ritrovare il più profondo sé, lontano da tutto ciò che è impersonale (basta ascoltare “Complimenti”, primo estratto, tra elettronica e atmosfere retrò, liberatorio e sincero: racconta l’ansia di emergere e di apparire che strozza ogni tipo di ricerca verso un’autenticità tanto utopica quanto agognata, per poi lasciare spazio a un ritornello quasi disinteressato, che suggerisce l’idea del fermare
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e che si rifà in pieno alla tradizione roots rock, ai dischi di Aretha Franklin, dei Byrds e di The Band, consegnandoci in pieno 2019 nuovi classici dal sapore country, canzoni senza tempo e senza divagazioni inutili. Atteso dai fan l’album postumo di Avicii, “Tim”, che porta il suo nome di battesimo e si avvale di numerose collaborazioni e della voce di Aloe Blacc nella prima hit già consacrata, “SOS”. “Quarter Past Midnight” e “Joy” sono, con tutta probabilità, i due nuovi brani di punta ad opera dei Bastille, dal nuovo album “Doom Days”, mentre Mark Ronson è già prontissimo a sfoderare una manciata di video con tutte la star (Lykke Li, Camila Cabelo, Alicia Keys…) coinvolte nel nuovo album ispirato – ipse dixit – al suo recente divorzio. Ma forse le maggiori soprese sono tutte concentrate nei nuovi lavori discografici di due grandi icone degli Anni Ottanta, Madonna e Bruce Springsteen, the Queen & The Boss, in uscita nello stesso venerdì di giugno. “Western Stars”, diciannovesimo album in studio del veterano del rock, lanciato dal singolo “Hello Happiness”, è stato descritto dallo stesso Springsteen come “una scatola di gioielli”. I temi dell’album spaziano dalle autostrade e dagli spazi deserti ai sentimenti di isolamento e speranza, nel solco della migliore tradizione dell’autore di “Born in the USA”. Infine, last but not least, anticipato dal singolo “Medellin”, un
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MADONNA
tranquillo cha cha cha 2.0 piuttosto che una incursione stilosa nel reggaeton in duetto con la sexy star colombiana Maluma, è “Madame X” il nuovo album di Madonna, 14mo in studio della sua ormai lunghissima carriera, prequel di un nuovo tour mondiale. Vivere a Lisbona negli ultimi anni ha influenzato creativamente l’artista e le nuove canzoni celebrano la lunga relazione che La Ciccone ha avuto durante la sua carriera con la musica e con la cultura latina (avviata con “La Isla Bonita” e con “Who’s That Girl?” e culminata nel recente viaggio/documentario a Cuba). Cantate in portoghese, spagnolo e inglese, le tracce forti dell’album sono “I Rise”, la dancehall giamaicana “Future” realizzata con Quavo e l’innovativa “Dark Ballet” scritta a quattro mani con Mirwais, il produttore francese che ha collaborato nei suoi precedenti album “Music” e “Confessions on a Dancefloor”. Registrato in 18 mesi tra Portogallo, Londra, New York e Los Angeles, per la realizzazione di “Madame X”, soprannome che le fu attribuito dalla grande coreografa Martha Graham ai tempi dei suoi studi di danza nella New York dei primissimi 80’s, Madonna ha collaborato con altri artisti “world” come le brasiliane Anitta e Karla Rodrigues e con produttori come Swae Lee, Mike Dean e Diplo. “Il mio disco è nato a Lisbona” - ha dichiarato Madonna - “Lì ho trovato la mia tribù e un magico mondo di incredibili musicisti che hanno rafforzato la mia convinzione che la musica di tutto il mondo sia veramente connessa e che sia l’anima dell’universo”. A conferma del fatto che. ..
...Music makes the people come together.
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United Stories M U S IC
MUSTACHE HEAR THE MUSIC WEST HOLLYWOOD CALIFORNIA
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MUSTACHE HEAR THE MUSIC NEW ORLEANS LOUISIANA
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MUSTACHE HEAR THE MUSIC MIAMI_FLORIDA
DA DETROIT A WEST HOLLYWOOD, VISIT THE USA ACCENDE I RIFLETTORI SULLE IMPERDIBILI DESTINAZIONI AMERICANE DELLA NUOVA CAMPAGNA HEAR THE MUSIC, PER UN VIAGGIO LEGGENDARIO ATTRAVERSO LE DIECI CITTÀ DEGLI STATES CHE HANNO FATTO LA STORIA DELLA MUSICA Rock, Motown, Blues e tanto altro: gli Stati Uniti vantano una leggendaria storia musicale. Dall’assolata città di Miami, alle feste in strada di New Orleans, passando per una sessione di bluegrass e bourbon a Owensboro in Kentucky, gli States sono da sempre la patria di chi vive e respira buona musica. La nuova campagna “Hear The Music” di Visit The USA accende i riflettori sulla grande varietà di esperienze musicali che è possibile vivere negli States, e scaricando l’app i viaggiatori possono consultare contenuti multimediali autentici e on-demand per scoprire in anteprima le persone e i luoghi che animano le città musicali americane, ripercorrendo la storia dei generi musicali nei musei interattivi o guardando gli artisti emergenti esibirsi dal vivo nei bar.
MUSTACHE HEAR THE MUSIC CHICAGO ILLINOIS
EURONEWS NOTES FROM THE USA DETROIT MICHIGAN
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MUSTACHE HEAR THE MUSIC NEW ORLEANS LOUISIANA
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States Austin, Texas
MUSTACHE HEAR THE MUSIC CHICAGO ILLINOIS
Non sorprende che la città ospitante il famoso South by Southwest Music and Film Festival e l’Austin City Limits, uno dei festival musicali più popolari al mondo, sia la patria di alcune delle esperienze musicali più cool degli Stati Uniti. Durante un viaggio a Austin, gli appassionati di musica possono visitare alcuni dei 270 luoghi in cui ascoltare buona musica, tra cui spicca il Continental Club, una vera istituzione per la musica dal vivo sulla cresta dell’onda da 60 anni. Qui leggende locali come Dale Watson and his Lone Stars si esibiscono ogni lunedì sera; chi arriva da fuori città può comprare il biglietto all’ingresso e godersi una serata indimenticabile. Durante il giorno da non perdere una passeggiata lungo il fiume Colorado, dove è possibile fotografare la statua della leggenda della chitarra blues Stevie Ray Vaughan per poi dirigersi verso il Ginny’s Little Longhorn Saloon per unirsi alla vita delle taverne e bere birra ghiacciata. Anche il White Horse è un locale country iconico: qui le persone del posto aiutano i turisti a migliorare il loro twostep texano con lezioni di ballo gratuite, accompagnati dalle band che si esibiscono dal vivo.
Chicago, Illinois La città in cui è nato moderno blues ha moltissimo da offrire agli amanti della musica, sia per chi è in cerca di posti per ascoltare musica dal vivo sia per chi preferisce una passeggiata nei musei. La Chicago Blues Experience, la cui apertura è prevista nel 2020, accompagnerà i visitatori alla scoperta dei pionieri della musica blues che hanno influenzato l’intero genere, con una passeggiata tra display interattivi e cimeli. Per vivere un’esperienza più attuale, i viaggiatori non possono perdersi una visita ai tanti club blues della città. Il Chicago Blues è uno stile musicale che si è sviluppato a partire dalle migrazioni degli afroamericani dalle zone del Sud al Midwest: al Blue Chicago è possibile ascoltarlo dal vivo sette sere a settimana, mentre al Buddy Guy’s Legends, un bar rumoroso e vivace, gli abitanti del posto e gli artisti internazionali si esibiscono di fronte agli amanti del genere. Per un po’ di divertimento musicale diurno, fino al 28 luglio 2019 la mostra Bronzeville Echoes: Faces and Places of Chicago’s African American Music approfondisce l’eredità musicale di Chicago attraverso il ragtime, il jazz e il blues.
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Jackson, Mississippi
Detroit, Michigan
Con un citazione come “City of Soul”, non è una sorpresa che Jackson, in Mississippi, sia una delle destinazioni musicali più famose degli Stati Uniti. Gli abitanti della città hanno una grande passione per la musica dal vivo e i visitatori occasionali non possono perdere l’occasione di unirsi a loro al Frank Jones Club, dove ogni venerdì e sabato viene suonato live blues e servito cibo fino alle 4 del mattino, per mantenere il pubblico carico. Per un viaggio ispirato al blues, gli amanti del genere possono saltare in macchina in direzione Blue Front Cafe in Bentoni: nel suo periodo di massimo splendore il locale era famoso per il buffalo fish, il blues e il whiskey moonshine, mentre oggi è un posto un po’ diroccato, perfetto per ascoltare l’autentico blues. Ritornando in città, il quartiere di Fondren è il posto perfetto per scoprire la musica degli artisti emergenti o visitare boutique indipendenti, coffee shop e bar.
Detroit è la patria di due tipi di musica: il Motown e la Techno. Quest’anno ricorre il 60esimo anniversario della fondazione dell’etichetta discografica Motown Records, ora sede del Motown Museum. Per tutti i fan dei grandi performer come The Temptations, Diana Ross e The Supremes, solo per citarne qualcuno, una passeggiata tra pezzi rari e oggetti memorabili è un modo divertente per ripercorrere la storia della musica e l’ascesa delle grandi star. MUSTACHE HEAR THE MUSIC DETROIT MICHIGAN
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States Las Vegas, Nevada
MUSTACHE HEAR THE MUSIC MIAMI FLORIDA
MUSTACHE HEAR THE MUSIC MIAMI FLORIDA
Las Vegas è in grado di soddisfare ogni desiderio musicale, sia che i visitatori vogliano ascoltare Celine Dion esibirsi in una canzone dietro l’altra al Caesars Palace, sia che preferiscano vedere i più grandi DJ del mondo, come Calvin Harris e David Guetta, scatenarsi per tutto il giorno ad una festa in piscina. Oltre alle immense luci e agli hotel, il centro di Las Vegas ospita anche alcuni dei più celebri santuari americani del rock, tra cui il Double Down Saloon, un bar per appassionati di rock e punk, e il Beauty Bar, dove gli Imagine Dragons suonavano ai loro esordi. Per apprezzare la ricca e affascinante storia di Las Vegas, quando negli anni Cinquanta artisti del calibro di Frank Sinatra e Dean Martin cantavano nei locali della Strip, una tappa imperdibile è la Golden Steer steakhouse, dove Sinatra aveva un tavolo fisso, o il Tropicana, dove Rat Pack era un habituè.
Miami, Florida
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Miami offre tutto l’indispensabile per una tipica vacanza americana sotto il segno del sole e della gioia di vivere, ma oltre alla spiaggia, c’è di più: è una città con un incredibile ambiente musicale latino, dove gli abitanti del posto ballano la salsa e la samba tutta la notte. Merita sicuramente una visita Little Havana’s Ball & Chain, un’antica music hall che negli anni Cinquanta ha visto esibirsi artisti del calibro di Count Basie e Billie Holiday. Oggi è un posto sofisticato in cui viene servito mojito e i DJ suonano musica latina, salsa e jazz. Nelle vicinanze di Hoy Como Ayer, è possibile ascoltare di tutto, dai cantanti soul ai complessi di sette elementi, con tanto di salsa e rumba. Per un autentico assaggio della musica di Miami, i visitatori non possono perdersi il funk latino del giovedì sera, che prosegue fino alle prime ore del mattino. Per un più energico club rock, il Churchill’s Pub è l’indirizzo da segnare in agenda, che detiene il record mondiale di numero di performance ospitate in un’unica sede.
Minneapolis, Minnesota L’ambiente di Minneapolis, la capitale del Minnesota, è caratterizzato da rumorosi bar di musica rock e gente locale molto rilassata. Se in città ci sono tantissimi locali per intrattenere gli appassionati di musica durante un long weekend – dal Cedar Cultural Center all’affollatissimo Cabooze – nessuna visita è completa se non si seguono le tracce dell’eroe della città di Minneapolis, Prince. Un buon punto di partenza è un giro intorno al Paisley Park, la casa dell’artista. All’interno dell’enorme edificio di 65.000 metri quadrati, i visitatori possono esplorare la sua prima abitazione, con tanto di nightclub e studi di registrazione. Nella città gemellata di St. Paul, il 4 maggio 2019 è in programma l’apertura della mostra del Minnesota History Center intitolata First Avenue: Stories of Minnesota’s Mainroom, dedicata alla celebre First Avenue. L’ex discoteca, costruita all’interno del terminal degli autobus di Greyhound, è diventata un luogo di fama internazionale quando Prince ci ha registrato Purple Rain. La mostra presenta la storia del locale e include un completo originale indossato da Prince durante le registrazioni. Per aggiungere un tocco in più alla visita, è disponibile un tour degli studi di registrazione o tra le birrerie della città, che servono birra artigianale rigorosamente accompagnata da musica dal vivo.
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New Orleans, Louisiana Musica, cibo e storia si incontrano nella più grande città del Sud, New Orleans. Qui, dove è nato il jazz, un must per i turisti è il New Orleans Jazz Museum, che celebra la storia della musica in tutte le sue forme e propone anche lezioni di yoga e jazz nella sua galleria. In alternativa è possibile approfondire le pietre miliari del genere musicale con un Jazz History Tour. Al di là della storia, gran parte del piacere di un viaggio da queste parti risiede semplicemente nel passeggiare per le strade, dove bande di ottoni si riuniscono per regalare ai pedoni concerti improvvisati, o divertirsi in uno dei bar famosi in tutto il mondo, come l’affascinante Spotted Cat. Qualunque siano le proprie preferenze musicali, la piacevole atmosfera musicale di New Orleans farà sentire a casa tutti i viaggiatori.
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Owensboro, Kentucky
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Per una esaltante combinazione di barbecue, bourbon e bluegrass, chi ha in programma un viaggio negli Stati Uniti non può perdere Owensboro, una città sul fiume situata nel Kentucky a circa 100 miglia a sud-ovest di Louisville. La destinazione fuori dai soliti itinerari, vive e respira bluegrass e come dicono i The Wooks, un gruppo di questa zona, “la musica bluegrass è più di un semplice genere: è uno stile di vita, una comunità, una famiglia”. Per vedere in azione banjos, violini e mandolini, i visitatori sono invitati a visitare il più grande raduno di bluegrass dello Stato, il Romp Festival, in programma dal 26 al 29 giugno o ascoltare musica mentre si guarda il tramonto al Friday After 5, una serie di concerti estivi che si svolgeranno dal 17 al 30 maggio. Nel frattempo, la nuovissima Bluegrass Music Hall of Fame & Museum rende omaggio a Bill Monroe, il padre del Bluegrass cresciuto nella vicina frazione di Rosine.
West Hollywood, California Per decenni gli aspiranti musicisti si sono trasferiti a West Hollywood in California, un quartiere che ha visto alcune delle più grandi star del mondo passeggiare per le sue strade ed è sede di alcuni dei santuari della musica in America. I visitatori possono rivivere l’atmosfera del luogo con un tour Rock ‘N Walk & Jogging, un’occasione per conoscere la zona con Jon D’Amico, una ex rock star residente a Sunset Strip. Successivamente è possibile andare alla scoperta dei famosi locali di musica di West Hollywood: The Troubadour, dove Elton John ha calcato il palco ai suoi esordi, Whiskey A Go Go, che ha ospitato i The Doors, Janis Joplin e i Led Zeppelin, The Roxy, un luogo intimo dove i visitatori possono ascoltare gli artisti emergenti e avvistare celebrità, la Viper Room, il locale cupo e vibrante che ha ospitato tutti i grandi, dagli Oasis a Tom Petty e gli Heartbreakers. Per la notte è consigliata una tappa nel vicino Andaz West Hollywood, il primo hotel sulla Sunset Strip che è stato per tanto tempo la scelta preferita di musicisti rock leggendari.
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C R EA T IV E C O NT ES T
IL FUTURO SI CREA BY M A R I N E L L A CA M M A R OTA
LA KULT SELECTION DEI NUOVI CONTEST PIÙ INTERESSANTI NEL PANORAMA NAZIONALE E INTERNAZIONALE CHE POSSONO TRACCIARE UNA STRADA PER LA REALIZZAZIONE DEL SOGNO DI UNA VITA CREATIVA, ALL’INSEGNA DEL MIGLIORAMENTO E DELLA BELLEZZA, VALORE FONDAMENTALE DA PERSEGUIRE E FONTE DI ISPIRAZIONE PER OGNI STILE DI VITA.
VDW LUCE 7177 ZAVA CA D ORO
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Moho Art Prize 2019 International award
MOHO ART PRIZE è un noto e importante riconoscimento assegnato ai migliori talenti internazionali dell’arte contemporanea. Tra le categorie premiate troviamo: pittura, scultura e installazione, fotografia, new media (video, digitale, performance, altro). Le adesioni sono riservate agli artisti con meno di 50 anni e sono aperte agli artisti di qualsiasi nazionalità. Il premio assegnato è di 30.000,00 € fondato e gestito dall’organizzazione MOHO che negli anni ha instaurato collaborazioni e partnership con gallerie, fondazioni, istituzioni pubbliche e private. Collaborazioni che proseguono nel tempo e alle quali si aggiungono costantemente nuove e stimolanti realtà artistiche. MOHO programma e gestisce ogni anno mostre collettive e personali, sparse in diverse città europee e non solo. Realizza nuove opportunità di collaborazione per gli artisti e stimolanti progetti di lavoro per i curatori e gli spazi d’arte. mohoprize.com Scadenza per l’invio delle richieste di adesione 12 Luglio 2019
MOHO EXHIBITION - VILNIUS LT - ROOSTER GALLERY © MOHO PRIZE
Arteam Cup 2019 V edizione
nova che darà a una rosa di artisti selezionati la possibilità di esporre mostre personali in gallerie/associazioni per un progetto condiviso e congiunto nella città di Genova. Premio speciale Gagliardi e Domke Contemporary, Torino: che prevbede una mostra personale nella Galleria Gagliardi & Domke di Torino di almeno 25 giorni, nel corso del 2020. Premio speciale Parma 360 con in palio una personale per un artista nell’ambito di PARMA 360 Festival della creatività contemporanea, V edizione, che si terrà nella primavera del 2020, nell’anno che vede Parma Capitale italiana della Cultura 2020. Premio speciale Castel Negrino Arte, Aicurzio (MB)con una personale nella galleria Castel Negrino Arte di Aicurzio di almeno 1 mese, nel corsodel 2020. Premio speciale Specchio41, Brescia per poter esporre nello spazio-studio d’artista SPECCHIO41 di Brescia di almeno 1 mese, nel corso del 2020, riservata ad un artista Under 35. Premio acquisto fondazione Dino Zoli dove l’artista vincitore verrà scelto da Dino Zoli Group per l’acquisto dell’opera realizzata che entrerà a far parte della collezione della Fondazione Dino Zoli. La scelta dell’opera verrà effettuata privilegiando quelle che rientrino negli ambiti del core business del Gruppo: la Luce e il Tessuto.
Arteam Cup è il premio d’arte contemporanea nato da Arteam, associazione culturale che opera nel settore della cultura e delle arti visive dal 2001. Arteam Cup nasce nel 2015 e sceglie come città d’esordio Venezia durante la Biennale Arte. L’edizione 2019 di Arteam Cup si terrà a Villa Nobel a Sanremo dal 14 settembre al 27 ottobre. La Villa, situata di fronte alla nota Villa Ormond, prende il nome dal suo inquilino più celebre, lo scienziato svedese Alfred Nobel – a cui si deve l’invenzione nel 1877 della dinamite e che dispose per testamento che quasi tutta la sua fortuna fosse destinata alla fondazione di 5 premi annui: il “Premio Nobel” destinato a coloro che hanno reso i maggiori servigi all’umanità nel campo della fisica, della chimica, della fisiologia e medicina, delle lettere e della pace. Il vincitore assoluto di Arteam Cup 2019 si aggiudica una mostra personale da realizzarsi nell’anno 2020 a CUBO Condividere Cultura, il museo d’impresa del Gruppo Unipol a Bologna. Sono molti altri i premi in palio, tra i quali: Arteam Cup Focus Ge-
arteamcup.it Deadline iscrizioni: 15 Luglio 2019
ARTEAM CUP 2018, VEDUTA DELLA MOSTRA FINALE, FONDAZIONE DINO ZOLI, FORLÌ PH. CRISTINA PATUELLI
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Luce Arte Colore 2019
temporali in alcune esposizioni della Venice Design Week. La partecipazione è aperta a: 1)‘Categoria Professionisti’: progettisti italiani e/o stranieri quali designer, architetti o ingegneri iscritti ai relativi albi, indipendenti o interni ad aziende se autorizzati da quest’ultime.2) ‘Categoria Studenti’: studenti delle scuole di design, architettura e ingegneria. Per entrambe le categorie è ammessa anche la partecipazione di gruppi di progettisti, e dovrà essere nominato un capogruppo che sarà l’unico responsabile e referente, che si interfaccerà con l’organizzazione della Venice Design Week. Info e dettagli: Venicedesignweek.com Deadline iscrizioni: 26 luglio 2019
Nuovi concorsi su Desall.com la piattaforma open innovation dedicata al mondo del design e dell’innovazione, che offre alle aziende uno strumento di sviluppo partecipativo per coinvolgere nel processo creativo una community internazionale proveniente da tutto il mondo. Abbiamo selezionato i contest:
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CROCIFERI, PH. GINO GABRIELLI
Un concorso promosso da Venice Design Week che bandisce un contest per la progettazione di corpi illuminanti ed impianti luminosi dove una delle sezione viene dedicata all’architettura e all’interior design con l’integrazione nell’ambiente tramite sistemi di domotica. Questo concorso è finalizzato all’esposizione di prototipi di illuminazione e alla divulgazione dei progetti selezionati per la prossima edizione di Venice Design Week, che si terrà dal 12 al 20 ottobre 2019. I designer dovrebbero ispirarsi alla luce che a Venezia è particolare e all’arte che caratterizza questa città per la progettazione per i vincitori c’è in palio la possibilità di esporre durante i giorni della manifestazione di ottobre. Inoltre le esposizioni dei progetti e dei prototipi selezionati potranno venire estese in termini
Eco Park MetaFin, (holding di un gruppo di aziende che da 40 anni operano nel settore del commercio, logistica e trasporto di prodotti ittici surgelati e molto attenti alla salvaguardia dell’ambiente, gestiscono infatti piattaforme e magazzini frigoriferi automatizzati con utilizzo prevalente di energia derivante da fonti rinnovabili ), propone un nuovo concept per un’area ricreativa verde che dovrebbe essere costruita nel prossimo futuro, concepita come uno spazio di aggregazione per famiglie, un parco giochi per bambini, un’area dedicata a sport, cultura, attività associative ed eventi. L’area assegnata per il progetto si trova all’interno del comune di Marcon , nella provincia di Venezia (Italia) e si estende su un’area di circa 20.000 mq , parte della quale sarà riservata per il parcheggio. L’area sarà aperta tutto l’anno. Oltre a svolgere la funzione principale di un’area ricreativa e di aggregazione per famiglie e bambini, ospiterà an-
che eventi , mostre , spettacoli che si svolgeranno nell’anfiteatro e in altri spazi dedicati, anche la sera. A questo scopo, l’area disporrà anche di alcuni spazi liberi da qualsiasi installazione o struttura, per consentire in futuro nuove opere strutturali finalizzate all’organizzazione di eventi o mostre. Obiettivo del concorso: proporre concetti per il design dell’area, presentandolo sotto ogni aspetto, specificando anche passerelle e altri elementi di arredo o funzionali (luci, cassonetti, panchine, ecc.) che devono essere inclusi in base all’ idea di progetto. Oltre a includere gli elementi obbligatori specificati si è liberi di proporre altri elementi a discrezione . Awards totali: € 5.000 Deadline 9 settembre 2019
Interior décor radiators Nuovo contest di Product design. IRSAP ( gruppo con più di mille dipendenti, oggi uno dei maggiori gruppi italiani protagonista nel settore del riscaldamento in Europa ) invita a progettare una famiglia di radiatori elettrici, dal design moderno e minimale, che possano essere percepiti come elementi di arredo all’interno degli ambienti in cui sono presenti con un particolare focus su design, estetica ed eventuali funzionalità aggiuntive. In Particolare i progetti devono riguardare due radiatori elettrici ad uso domestico, pensati rispettivamente per la zona bagno e per la zona living, che pur condividendo lo stesso family feeling abbiano una serie di elementi caratterizzanti che li rendano differenti in base alle funzioni specifiche e alla loro destinazione d’uso; dovranno svolgere primariamente la funzione di riscaldare l’ambiente in cui sono installati e costituire al contempo degli elementi di arredo che contribuiscano a valorizzare l’estetica dell’ambiente, al pari di altri complementi di arredo. I Partecipanti sono liberi di esplorare le forme che più si adattino all’idea progettuale, tenendo in considerazione le dimensioni massime fornite e la primaria funzione di riscaldamento che andranno a svolgere. I due radiatori dovranno
avere un linguaggio estetico comune e alcuni elementi di distinzione, in modo da dare personalità propria a ciascun radiatore in base all’ambiente a cui è dedicato e alle funzioni che dovrà svolgere. In particolare, è possibile prevedere una cover o altri accessori (es. fessura per inserire salviette, ecc.) al fine di differenziare i due prodotti. Potranno essere realizzati in acciaio, alluminio o eventualmente in altri materiali idonei. Non è consentito l’utilizzo di vetro, legno o pietra.I progetti dovranno essere pensati in ottica di industrializzazione e possibilmente con un’attenzione anche alla facilità di installazione.La partecipazione è gratuita e aperta a talenti creativi di qualsiasi nazionalità, di età uguale o maggiore ai 18 anni. I partecipanti potranno presentare uno o più progetti, ma saranno accettati solo i progetti pubblicati sul sito www.desall.com, dalla pagina di upload relativa a “Interior décor radiators”sulla quale trovare ogni altra indicazione di partecipazione. Primo premio: € 5.000 Deadline 04 luglio 2019
Future Cap Challenge Fondata a Bologna nel 1939 come “Ditta Angelo Pelliconi”, l’azienda, specializzata nella produzione di tappi a corona,ed oggi leader mondiale nel settore delle chiusure in metallo e plastica per il Food & Beverage con cinque stabilimenti in 4 continenti, invita a proporre concept innovativi per un nuovo tappo easy-open, curato nel design e attento all’esperienza d’uso, con l’obiettivo di creare un prodotto interattivo e divertente.Pelliconi è in particolare alla ricerca di concept innovativi per un nuovo tappo easy-open da lanciare sul mercato, facile da aprire e dotato di una grande cura per il design e l’esperienza utente, con l’obiettivo di creare un prodotto divertente. Il cappuccio da suggerire nel progetto deve consentire una facile apertura(tappo “easy-open”), senza richiedere l’uso di un
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apribottiglie e verrà utilizzato per flaconi di dimensioni standard e oltre a svolgere la sua funzione, deve suscitare curiosità nel consumatore, prestando molta attenzione all’esperienza dell’utente che deve essere in grado di rimuovere facilmente il tappo, attraverso una leva-off gesto. I monomateriali o multi-materiali sono a discrezione, tenendo in considerazione l’uso di materiali eco-sostenibili e in vista della riciclabilità del prodotto. Il cappuccio è destinato a diversi marchi e bevande, pertanto è opportuno suggerire un design innovativo e altamente estetico. Per ogni altra indicazione e modalità di iscrizione: www. Desall.com Primo premio: € 4.000 Deadline 2 luglio 2019
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M77 GALLERY DI MILANO PRESENTA LA PERSONALE DELL’ARTISTA BOSNIACO BRACO DIMITRIJEVIĆ. UN NUOVO PERCORSO DISSACRANTE CHE AFFRONTA IL RAPPORTO TRA CASUALITÀ E CREATIVITÀ CON DUE GRANDI OPERE INEDITE CHE METTONO IN DISCUSSIONE L’IDEA STESSA DI OPERA D’ARTE E IL CONCETTO DI ARTISTA
Braco Dimitrijević, l’artista originario di Sarajevo con opere conservate nelle collezioni della Tate Gallery, del Centre Pompidou e nella collezione “Terrae Motus” alla Reggia di Caserta. Dopo l’esperienza del 2015 in cui veniva presentato nell’ambito dell’importante collettiva “Arts & Foods” di Germano Celant in Triennale in occasione dell’Expo, torna a Milano per M77 Gallery dove ha sviluppato il concetto di “Post Storia”. “La causalità in realtà è il determinismo nascosto perché non c’è nulla di casuale, tutto va visto in una prospettiva cosmica” - spiega l’artista. “Lo dimostrano i tanti errori della storia che mette ai margini persone come se fossero ‘passanti’ e poi li ripropone come eroi. Basti pensare a Kafka, El Greco dimenticato per 300 anni, Van Gogh e tanti altri. Io racconto questa storia”.La nuova mostra organizzata da M77 Gallery e curata da Danilo Eccher con la personale dei Braco Dimitrijević, si inserisce nel filone dei rendez-vous realizzati per interagire e dialogare liberamente con gli spazi della galleria, che ogni volta danno vita a veri
progetti site specific. Ispirandosi alla sua produzione degli anni ‘70, Dimitrijević affronta il tema di un’estetica relazionale, riferendosi al ruolo dell’artista come a quello di un “arrangiatore” che dispone una situazione iniziale di cui il pubblico è co-autore e il cui risultato finale è imprevedibile. Varcando gli spazi della galleria il visitatore è accolto da un’imponente installazione che vede protagoniste due barche, le cui vele ritraggono i volti di artisti e intellettuali quali Tesla, Modigliani Malevic e Gončarova, accomunati da vicende critiche alternanti e che hanno visto la propria fama essere riconosciuta solo molti anni dopo aver prodotto le opere per cui sono considerati dei maestri. In queste opere Dimitrijević pone l’accento anche sulla natura e sulla sua capacità di riequilibrare le forze in campo. Il percorso prosegue con due serie di lavori dell’artista, articolate intorno alla grande installazione Heralds of Post History, l’opera già presentata in Arts and Foods: si tratta delle fotografie appartenenti alla serie Balkan Walzer con i ritratti di famosi compositori
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VICTOR MASSE
“sfregiati” dai picconi i quali rompono la superficie del vetro e rimangono incastonati nell’opera, dove un peperoncino rosso rievoca un rivolo di sangue. Questa serie introduce altri temi cari all’artista, come per esempio la continua commistione tra natura e artificio, il ricorrere a personaggi della Storia per lui particolarmente significativi, da onorare, o stigmatizzare, esprimendo in questo modo giudizi etici ed estetici sulla Cultura, sull’Arte e il ruolo dell’artista. La seconda selezione di lavori è dedicata invece a un altro importante corpus nella produzione del Dimitrijević che consiste in installazioni che creano incontri stranianti tra animali selvatici e opere d’arte. Dialoghi silenziosi in cui la natura e la cultura si fronteggiano in una dimensione sospesa.
Traveling to Post History Braco Dimitrijević Fino al 28 settembre 2019 M77 Gallery (via Mecenate 77, Milano)
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INT ER V IEW
C H E F DAV I D E CA R A N C H I N I
Il mondo non si ferma a Cernobbio
UN TALENTO INNATO, UN’APPLICAZIONE IMPLACABILE, UNA PASSIONE SMISURATA. PASSATO, PRESENTE E FUTURO DI DAVIDE CARANCHINI, L’UNDER 30 PIÙ PROVOCATORE DELLA CUCINA ITALIANA. LO HA SEGNALATO ANCHE FORBES MA SONO I PIATTI DEL SUO MATERIA, GIÀ STELLA MICHELIN, A NARRARE UNA STORIA INTENSA MA APPENA INIZIATA. SIAMO ANDATI A TROVARLO. BY M AU R I Z I O B E RT E R A
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Fino allo scorso novembre – quando ha ricevuto a Parma la stella Michelin – Davide Caranchini era noto solo a due categorie: i gourmet (quasi) di professione e i lettori di Forbes, magazine, cult della finanzia internazionale. I primi avevano già apprezzato il talento del giovane comasco nei locali della zona e nel primo ristorante di proprietà, il Materia a Cernobbio. I secondi se lo sono ritrovati in una di quelle seguitissime classifiche, a partire da quella dei multimiliardari. Caranchini si è trovato invece tra i 30 under 30 europei del 2018 ‘con il desiderio ardente di cambiare il mondo’: undici erano italiani, due di loro cuochi ossia lui e la leccese Isabella Potì. Sul talento (e la storia) per ora, il match pende a favore di Davide mentre sulle cover e la fama resta in netto vantaggio la fascinosa Isabella. A parte questo, lo chef patron di Materia è un illuminante esempio su come a un ventenne italiano convegna quasi sempre prendere la valigia, partire e tornare a casa. “La mia fissazione per la cucina è nata quando ho incominciato a frequentare l’Istituto alberghiero Gianni Brera di Como –racconta - nel frattempo ho iniziato a lavorare nei weekend e durante le vacanze estive in diversi ristoranti della mia zona. Una volta conseguito il diploma di maturità non ho perso tempo e ho iniziato i viaggi”.
TROTA SALMONATA MARINATA RAFANO CILIEGIE IN CONSERVA E BRODO FREDDO DI MELA
Un percorso durissimo, ma utilissimo. Prima esperienza stellata da Semplice a Londra, la capitale della cucina europea dove si ferma un po’: tra gli “infernali” fornelli di Gordon Ramsay, poi Maze, Le Gavroche, dove fa lo chef-de-partie degli antipasti, Apsleys e Galvin at Windows, per intensificare la conoscenza della cucina asiatica. Infine — medaglia da appuntare sul petto— eccolo al Noma di Copenaghen, con il genio René Redzepi, che dell’approccio innovativo nell’impiego di piante spontanee - come elemento identitario della cucina nordica - ha fatto il suo marchio di fabbrica. Non c’è da stupirsi se oggi, accanto a Materia, c’è una serra con decine di varietà di piante, più o meno rare, selvatiche, in molti casi recuperate da tradizioni alpine o lacustri. “Ogni chef con cui ho avuto l’onore di lavorare è stato in grado di trasmettermi qualcosa di importante. Ma se dovessi pensare ad uno in particolare, non ho dubbi: solo Redzepi è riuscito a cambiare il mio pensiero e il mio approccio alla cucina” sottolinea.
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Aprire il suo locale quello che aveva sempre sognato, ed esserci riuscito, è stato sicuramente un salto nel vuoto: quattro ragazzi under 30 in una provincia difficile per la ristorazione come quella di Como. Ma in soli tre anni, è diventata meta gourmet “Materia è stata la realizzazione di un’idea che mi frullava in testa da diverso tempo e ha subito ricevuto l’appoggio di Ambra, compagna nel lavoro e nella vita. Parlando di questo progetto, abbiamo attirato anche l’attenzione di Marco e Luca, rispettivamente fratello e cugino di Ambra, che hanno sposato l’idea e si sono aggiunti a noi nell’impresa – prosegue Caranchini – volevamo proporre una cucina legata a ciò che le tradizioni e la natura offrono a queste latitudini, ma concepite da una mentalità molto più aperta, frutto soprattutto di quanto appreso nei viaggi per il mondo”. Il risultato è un menu d’autore capace di muoversi tra influenze nordiche, fermentazioni, estrazioni, acidità e gusti amari. Un mondo davvero complesso, nella preparazione, ma che al tavolo arriva in versione spesso essenziale, e dove l’immediatezza la fa da padrone. Anche con una visione provocatoria – perché Davide dietro l’apparenza tranquilla, quasi paciosa non teme nulla e nessuno - su quello che potrebbe diventare la cucina italiana in un futuro prossimo. Giocata su contaminazioni azzeccate, rivisitazioni di prodotti locali e la valorizzazione degli orti di proprietà. Il bello di Materia è che sembra un ‘work in progress’ continuo, dove i piatti nascono, si modificano e rivivono seguendo i ritmi delle stagioni e i dettami di un cuoco alla ricerca di un perfezionismo progressivo. E lo spartano ambiente da osteria moderna o ancor più da locale d’impronta scandinava è importante nel concentrare maggiormente l’attenzione sulla cucina e la cantina. Il piatto più rappresentativo? “L’Insalata di cavolo rosso sott’aceto, midollo affumicato, latte di mandorle amare e caviale ma anche le Linguine, garum di agoni e genziana. E cito pure due dessert come Banksy e Verza, patate e orzo” risponde Davide. Ma non siamo d’accordo: non per forza sono tutti fenomenali, ma non esiste piatto di Materia che sia banale, tirato via, smaccatamente copiato (invece ispirarsi ai maestri resta la base per un cuoco). Di Caranchini è la diversità (naturale, non cercata) che conquista. INSALATA DI CAVOLO ROSSO, MIDOLLO AFF UMICATO E CAVIALE
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F R A G R A NC E
La bellezza del Diavolo
- P H I L I P P E D I M ÉO -
BEAUTÉ DU DIABLE È UN INNO ALLA PROVOCAZIONE: “SARESTI DISPOSTO A VENDERE L’ANIMA AL DIAVOLO PER INDOSSARE IL SUO MAGNETICO ED IRRIPRODUCIBILE PROFUMO?”
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Artigiano dell’edonismo, Philippe Di Méo fa del suo lavoro di designer un know-how che collega l’utile, il bello e il piacevole. Autore di nuovi gesti, concepisce l’oggetto come il frutto di una storia che lui stesso scrive. Dall’immaginario al materiale, trasforma e modella un estetismo padroneggiato al servizio del piacere. Attaccato al lusso dalla sua passione per i materiali nobili e l’attrazione per sfide impegnative, Philippe è particolarmente appassionato di champagne e liquori. I suoi Liquides Imaginaires nascono da un design olfattivo scaturito dalla sua mostra del 2011 presso la Maison des Centraliens. Se il profumo, nell’antichità, era un mezzo per comunicare con gli dei attraverso il fumo (da latino “per fumum”), la sua incarnazione oggi si esprime nel simbolismo: per consentire ancora il passaggio dal materiale all’immateriale, dal solido al liquido, dal visibile all’invisibile delle emozioni. Oltre alla funzione come accessorio di bellezza, i Liquides Imaginaires trasmettono la loro bellezza nella libertà delle loro creazioni. Ci offrono un mondo immaginario a portata di mano, aperto alla fuga di un linguaggio invisibile. La trilogia Eaux de l’Âme invita un artista ad associare il suo spirito creativo (ciò che anima le sue passioni) all’universo dei liquidi immaginari che lo incarnano in profumo. Ma per saperne di più lo incontriamo a Milano per la presentazione della prima creazione della trilogia Eaux de l’Ame: l’affascinante Eau de Parfum Beauté du Diable. Un mezzo per dissetare lo spirito, dedicato ai cultori dei profumi, inteso come rito. Le creazioni del suo brand Liquides Imaginaires d’altronde sono un mezzo per abbandonare il mondo materiale e addentrarsi nel regno dell’immaginario. «La trilogia Eaux de l’Âme rappresenta lo spirito creativo degli artisti… I vapori alcolici e vibranti si miscelano agli odori della notte» ci spiega. Un assenzio rude ma essenziale ci viene offerto in un calice infuocato di gin. E poi, diaboliche mani stritolano un succulento arancio e lo spremono su fette frizzanti di limone italiano. L’impronta aromatica è l’esuberanza pungente del coriandolo, un tocco potente per un cocktail destinato a mandare in estasi i sensi.
CATE UNDERWOOD
Nel momento in cui cediamo, ecco arrivare un tocco di garofano conficcato al posto di un cuore che da secoli non batte più.... Il fiore vibra cupamente con afflati odorosi affilati da lievi variegature di geranio, mentre un’ombra di cipresso evoca scenari d’oltretomba, la fredda calura degli inferi. Il tocco diabolico per vincere definitivamente le nostre resistenze è la magica comparsa di un morbido ylang ylang che smorrza la durezza delle note di testa trasportandoci in un fondo legnoso/resinoso, dove un brillante vetiver si accende sul legno di guaiaco morendo su perle di cisto.
BEAUTÉ DU DIABLE, CREATRICE LOUISE TURNER
Per il racconto iconografico di questa storia di luci e ombre Philippe ha scelto le opere di Harry Clarke. Molte delle sue illustrazioni hanno un gusto onirico, non privo di una certa inquietudine di fondo: il tenore delle immagini oscilla costantemente fra il sessuale, il grottesco e scelte molto audaci. Nato a Dublino nel 1889, Clarke è diventato famoso per le illustrazioni delle opere di Hans Christian Andersen e di Edgar Allan Poe, tra gli altri. Il suo lavoro sul Faust di Goethe rappresenta l’ultimo libro illustrato, oltre che il più fantastico. Da qui trae infatti origne la frase emblematica che fa da claim al lancio della fragranza Beauté du Diable «Concedi i tuoi favori a chi ti possiede». A Cate Underwood spetta invece il compito di interpretare il latto più patinato del racconto. Modella, madre, dj per passione e it-girl eclettica è la donna che ha ispirato la fragranza, di lei Philippe racconta «Cate è molto elegante e al tempo stesso enigmatica. Oggi è la mia musa perché la sua personalità è perfetta sintesi di fascino e forza».
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C’È UN ‘RAGAZZO DEL POLITECNICO’ DIETRO IL SUCCESSO DELLA I-PACE, PRIMO MODELLO A EMISSIONI ZERO DI JAGUAR. ANDREA ROSATI – UNO DEI DESIGN MANAGER DELLA CASA INGLESE – RACCONTA A KULT LA VISIONE DELL’AUTOMOTIVE E DELLO STILE. DOVE CORAGGIO CREATIVO E INNOVAZIONE CONSAPEVOLE SONO LA BASE DI UN PROGETTO, MA LA CULTURA ITALIANA REGALA ANCORA IL TOCCO IN PIÙ. BY M AU R I Z I O B E RT E R A
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Lo abbiamo incontrato all’ultima Milano Design Week che per quanto riguarda l’automotive è ormai l’esposizione per eccellenza legata allo stile. Andrea Rosati era molto felice, comprensibilmente e non solo per l’installazione di Jaguar: il 35enne designer milanese raccontava di come si fosse impegnato per fare della I-Pace l’auto dell’anno 2019. Non è la prima vettura full electric (né sarà l’ultima, sicuramente) a vincere il concorso europeo più prestigioso in assoluto per i modelli di serie. Ma è importante per due ragioni: la Casa inglese non aveva mai portato un modello al trionfo (e neanche sul podio) e si è trattato di un risultato consapevole e non di sola immagine, visto che sia le SUV sia le auto elettriche sono realtà e non esercizi per il futuro. “Per me I-Pace è un esempio di bellezza ragionata. Un’architettura resiliente, capace di adattarsi bene alle disposizioni meccaniche della propulsione elettrica, sfruttandone al massimo i vantaggi – spiegava Rosati che è il Design Manager Jaguar Advanced Colour & Materials - la sua forma a cabina avanzata è resa possibile dall’assenza del motore termico e dal pacco batterie appiattito sul pianale. Questo ha consentito di ottenere non solo un’aerodinamica eccellente, ma anche una piú elevata posizione di guida, senza rinunciare ad una linea da vera supercar. Per questo funziona: I-Pace è innovazione consapevole”. Andrea ha una storia apparentemente normale: si è laureato nel 2010 al Politecnico di Milano in Industrial Design, ha lavorato per siti e aziende dell’automotive, ha insegnato all’Università e nel 2015 è andato a Coventry, sede di Jaguar. Scelta decisiva per ora, visti il ruolo e il successo. È un grande sostenitore del ‘coraggio creativo’ come lo definisce lui. “È vero che senza la propulsione elettrica, non sarebbe potuta essere la stessa auto – prosegue - ma il gradimento di critica e pubblico è il frutto della visione aperta con cui abbiamo affrontato il progetto e dal risultato ottenuto in qualitá ed estetica. I-Pace dimostra la capacitá di rimanere fedeli a noi stessi pur offrendo un prodotto mai visto prima. Per noi è la missione quotidiana: onorare la nostra tradizione, guidando il cambiamento”. Detto questo, il designer milanese è uno dei protagonisti dell’ottimo momento per la Casa britannica: ogni nuovo modello conquista. “Credo sempre nella bellezza cosciente, nella ricerca di profondi valori progettuali e culturali in
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ogni elemento dei nostri prodotti. La bellezza che ne deriva è di una forza straordinaria: leviga ogni dettaglio superfluo, lasciando intatta la poesia. Dal disegno della carrozzeria alla scelta dei materiali ci sono armonia e coerenza totale, ed una immediatezza che conquista”, sottolinea con evidente soddisfazione. E non immaginava che la I-Pace un paio di mesi dopo – al Salone di New York – sarebbe stata premiata tre volte al World Car Awards 2019. Un trionfo: World Car of the Year (ossia la migliore auto in assoluto del premio), World Car Design e World Green Car. Nei quindici anni del concorso, nessun modello aveva mai ottenuto tre riconoscimenti nella stessa edizione. Vista la scelta di lavorare per una Casa straniera, viene facile chiedergli se – in un periodo dove il gruppo nazionale non è più dominante come un tempo - la ‘scuola’ italiana’ sia sempre valida per il design? “Assolutamente, anche al di lá dell’automotive. L’aspetto che mi ha sempre affascinato della “scuola italiana” è rappresentato dalla capacitá di arricchirsi e arricchire. C’é una grande apertura: possiamo parlare di scuola italiana nell’intuizione di nostri brand di affidarsi a talenti stranieri come Patricia Urquiola per produrre oggetti meravigliosamente italiani. Così come scuola italiana per me è l’opera di Riccardo Tisci nel saper rendere Burberry globale e contemporanea, senza perdere nulla dell’essenza british. I maestri italiani – industriali o designers che siano – hanno ereditato la capacità di adattamento dalla nostra storia, fatta di commistioni ed influenze culturali, dominazioni storiche diverse, e tantissima arte”. Rosati che lavora alla corte di un genio come Ian Callum - il capo del design Jaguar-Land Rover - è orgoglioso dell’eco internazionale di Milano. “Amo la mia città fin dal primo giorno, vederla crescere negli ultimi anni ed essere stato parte mi rende felice. E la Design Week rappresenta la più perfetta celebrazione di questa rinascita, perché va oltre il concetto dell’hub europeo di design e di avanguardia, come lo definiscono gli stranieri. È un evento che sa dare voce ai contenuti, così come agli spazi che li ospitano. I distretti di Cinque Vie, Brera o Lambrate, sono luoghi stupendi. Si respira cultura, estetica, industria. Si scopre design, architettura e tradizione allo stesso tempo. Bellissimo”.
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Technology “FASHION FLAIR” è il nuovo progetto sperimentale firmato da Huawei e ANNAKIKI con il quale l’azienda della super telefonia mette l’esclusiva tecnologia della famiglia HUAWEI P30 a servizio della moda
HUAWEI FASHION FLAIR FRAME, IN MEZZO ANNA YANG ANNAKIKI CREATIVE DIRECTOR
Un software realizzato in esclusiva
per i device Huawei P30 e Huawei P30 Pro che consente ai fashion designer di trarre maggiore ispirazione per le nuove proposte di outfit? Oggi c’è e si chiama “FASHION FLAIR”, un progetto sperimentale e innovativo che per il suo lancio ha visto protagonista non solo l’azienda cinese leader mondiale nella produzione e commercializzazione di prodotti d’avanguardia ma anche ANNAKIKI, il marchio di moda fondato dalla creative director Anna Yang che ha realizzato una collezione di 20 capi venduta in esclusiva su luisaviaroma. com co-creati con l’intelligenza artificiale di uno smartphone. Fashion Flair è un nuovo capitolo di “Humanly Possible”, una narrazione in cui la tecnologia è a supporto del talento, dell’ispirazione e della creatività umana per cercare di rendere l’impossibile umanamente realizzabile. I desideri, i sogni e le necessità delle persone vengono messe al centro del sistema e la tecnologia diventa l’abilitatore. Come commentato da Sofia Gnoli, storica della moda, docente universitaria e giornalista: “Se è vero che algoritmi, neuroscienza e cibernetica sempre più spesso fanno parte della moda, è il cortocircuito della creatività che, fuso con una tecnologia sempre più avanzata, dà luogo a un nuovo ideale di bellezza”. La collezione di ANNAKIKI, presentata al Superstudio Group di Milano con un evento fondato sul valore
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ECCO LA PRIMA COLLEZIONE DI MODA CO-CREATA DALL’INTELLIGENZA ARTIFICIALE DI UNO SMARTPHONE dell’experience digitale e accompagnato dalla performance dei Clean Bandit e il Dj set di Matteo Ceccarini, ha visto protagonista l’applicazione Fashion Flair (realizzata da Huawei insieme ad un’equipe di sviluppatori italiani). Fashion Flair è addestrata con decine di migliaia di iconiche immagini di moda degli ultimi 100 anni e uno specifico set di scatti tratti dalle ultime collezioni di ANNAKIKI. L’applicazione, utilizzando la doppia unità di calcolo neurale (NPU) presente all’interno dei dispositivi, è così in grado di creare una proposta di outfit seguendo gli input e i filtri impostati dal designer. Una volta rielaborate queste informazioni, Fashion Flair restituisce una serie di proposte di outfit potenzialmente infinite, che rappresentano un punto di partenza da cui iniziare il disegno di un capo, uno spunto ulteriore per il processo creativo dell’artista, che lo completerà poi con il suo inimitabile tocco.
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“Con questo progetto ho sperimentato qualcosa mai fatto prima: trarre ispirazione dall’AI. Huawei P30 Pro, con la sua Intelligenza Artificiale è diventato un’ulteriore fonte di ispirazione, sempre disponibile, che mi ha permesso di lavorare in un modo totalmente alternativo. È stato un partner straordinario, che mi ha offerto nuove ispirazioni e infiniti spunti di lavoro. Co-creare insieme è stato per me estremamente stimolante e sono certa che in futuro la tecnologia giocherà un ruolo sempre più distintivo anche nel mondo della moda, aprendo scenari completamente nuovi che oggi possiamo solo immaginare”, ha dichiarato Anna Yang, ANNAKIKI Creative Director, che ha aggiunto “Dalla contaminazione e dalle diversità nascono ricchezza, innovazione, nuove mode e stili che possono interpretare e raccontare il futuro. Perché non lasciarsi contaminare anche da ciò che può fare una macchina e incorporare la proposta dell’Intelligenza Artificiale all’interno del processo creativo che porta alla definizione di un look? Questa capsule collection è solo un esempio di ciò che sarà possibile realizzare in futuro”. Per la sua collezione Anna Yang ha inoltre scelto di trarre ispirazione anche dalla gamma colore dei device
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della famiglia HUAWEI P30: alcuni dei modelli più rappresentativi della collezione, infatti, richiamano i cangianti colori dei nuovi prodotti Huawei come Amber Sunrise, Breathing Crystal, Aurora e Black che riflettono gli spettacoli naturali più affascinanti. Dai caldi colori dell’alba, a quelli più intensi e rilassanti dell’aurora, dalle lucenti e delicate saline senza fine che si protendono verso il cielo, fino ad arrivare all’oscurità della notte.
ISABELLA LAZZINI E ANNA YANG
“In Huawei lavoriamo ogni giorno per creare progetti che uniscano tecnologia e talento umano, per andare oltre i confini di ciò che è umanamente possibile. L’espressione artistica è frutto di un intenso lavoro di ricerca, di studio e di osservazione e ogni designer combina poi questi fattori in maniera unica e distintiva.” Afferma Isabella Lazzini, Marketing & Retail Director Huawei
CBG Italia. “Fornendo i parametri base per la realizzazione di un abito, come colore, lunghezza, volume e texture, l’Intelligenza Artificiale è ora in grado di fornire uno spunto creativo ai designer da cui partire per poi realizzare le loro creazioni. La tecnologia e gli smartphone sono parte delle nostre vite, perché quindi non farli diventare un’ulteriore fonte di ispirazione? Noi, con il progetto “Fashion Flair” ci siamo riusciti e ne siamo entusiasti.” Parte dei proventi della vendita della collezione ANNAKIKI for Huawei saranno utilizzati per finanziare un progetto speciale
HUAWEI FASHION FLAIR
HUAWEI FASHION FLAIR DETTAGLI ABITI
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“CON QUESTO PROGETTO HO SPERIMENTATO QUALCOSA MAI FATTO PRIMA: TRARRE ISPIRAZIONE DALL’AI. HUAWEI P30 PRO, CON LA SUA INTELLIGENZA ARTIFICIALE È DIVENTATO UN’ULTERIORE FONTE DI ISPIRAZIONE, SEMPRE DISPONIBILE, CHE MI HA PERMESSO DI LAVORARE IN UN MODO TOTALMENTE ALTERNATIVO. È STATO UN PARTNER STRAORDINARIO, CHE MI HA OFFERTO NUOVE ISPIRAZIONI E INFINITI SPUNTI DI LAVORO”
Come funziona l’app? Ecco i 6 step principali.
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HUAWEI FASHION FLAIR SFILATA
a supporto dei giovani talenti di una delle principali accademie di Fashion Design italiane: Huawei promuoverà l’incontro fra moda e tecnologia mettendo Fashion Flair a disposizione degli studenti, che potranno trarre ispirazione dagli output dell’applicazione e co-creare outfit originali ed inediti. La magia di Fashion Flair sarà disponibile e a portata di mano di tutti i clienti Huawei con cover esclusive ispirate al mondo della moda, acquistabili presso Huawei Experience Store di Milano Citylife e online sul sito shop.huaweiexperiencestore.com. I temi di Fashion Flair saranno scaricabili gratuitamente nell’App Temi, un’applicazione nativa sviluppata da Huawei all’interno dell’ecosistema di servizi mobile volti a migliorare l’esperienza dell’utente.
GALLERY IMMAGINI Quando si accede all’APP si visualizza una gallery di immagini generate dall’AI e classificate per rispondere all’applicazione dei 4 filtri. APPLICAZIONE FILTRI I filtri rappresentano i parametri utilizzati per classificare gli output dell’AI e sono modulabili a seconda dei desideri degli utenti: COLORE, muovendosi sulla barra RGB, gli utenti potranno visualizzare gli abiti del relativo colore. VOLUME, l’utente ha la possibilità di scegliere il volume variando da outfit aderenti ad ampi. LUNGHEZZA, verranno visualizzati degli abiti di diverse lunghezze, da corti a lunghi. TEXTURE, da color block a proposte a trama fitta. I filtri sono applicabili uno alla volta. Ciascun utente potrà, muovendosi con il cursore lungo la barra di direzione, determinare il parametro desiderato. La gallery cambierà in funzione dell’impostazione scelta: ad esempio, posizionando il cursore sul rosso, andrà a mostrare una selezione di abiti di questo colore. SELEZIONE IMMAGINE L’utente può selezionare una delle immagini proposte nella gallery per ciascun filtro. Per selezionare l’immagine è sufficiente cliccare su quest’ultima 2 volte. Al termine del processo di applicazione del filtro e di selezione, saranno visualizzate le 4 immagini. ELABORAZIONE AI Le 4 immagini saranno elaborate dall’AI che creerà delle nuove proposte di output in funzione delle immagini selezionate.. RISULTATI Gli output generati dall’AI saranno visualizzati in una gallery dedicata e navigabile. Gli utenti potranno scegliere quale immagine salvare nell’applicazione o direttamente sul proprio dispositivo. LIBRARY MY CREATIONS Un raccoglitore che consente di rivedere le immagini generate dall’intelligenza artificiale.
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GUEST NATION CHINA ALLA SCOPERTA DEI BRAND PROTAGONISTI DELLO SPECIALE HUB DI PITTI 96 CHE HA PORTATO IN ITALIA I TALENTI CINESI DANDOGLI L’OPPORTUNITÀ DI FAR CONOSCERE AL PUBBLICO I LORO PROGETTI TRAMITE UNO SHOWCASE ALLA FORTEZZA DA BASSO
NELLA FOTO IN ALTO, PRONOUNCE AW19 INTERACTIVEVISUALPROJECT
Lo sguardo internazionale di Pitti Immagine Uomo 96
Alcuni tra i nomi più promettenti della nuova scena creativa cinese sono stati protagonisti dello speciale progetto GUEST NATION CHINA promosso da Fondazione Pitti Immagine Discovery in collaborazione con Shanghai Fashion Week e curato da Labelhood, l’incubatore di designer emergenti e tra i più innovativi retailer in Cina, organizzato in collaborazione con V/Collective, powered by TMALL, con il supporto di Florentia Village, GXG, Huili, Hong Mian, Neos e IED Istituto Europeo di Design. 11 tra designer e brand sono stati i protagonisti di questo nuovo accordo di collaborazione, uno speciale hub che porta in Italia i talenti cinesi dando loro l’opportunità di far conoscere al pubblico i loro progetti tramite uno showcase alla Fortezza da Basso, nella location delle Grotte. I nomi di GUEST NATION CHINA sono: 8ON8, Danshan, Ffixxed Studios, Percy Lau, Private Policy, PRONOUNCE, Samuel Guì Yang, Staffonly, The Flocks, Untitlab, Junwei Lin. Non è mancato il fashion show del duo cinese PRONOUNCE - il fashion brand di ricerca fondato da Yushan Li e Jun Zhou, che ha mandato in passerella anche una versione decostruita delle scar-
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pe Converse Jack Purcell. “Il progetto Guest Nation è una delle iniziative di punta della Fondazione Pitti Immagine Discovery per esplorare i nuovi scenari ad alto coefficiente di creatività della moda oggi. - dice Lapo Cianchi, segretario generale della Fondazione e direttore comunicazione ed eventi speciali di Pitti Immagine – La Cina è diventata uno dei territori più fertili e dinamici a livello globale per la sperimentazione nel fashion: per questo assieme ai partner prestigiosi che ci accompagnano in questo progetto abbiamo deciso di presentare, alla nostra platea di buyer e stampa internazionale, undici tra i più innovativi brand cinesi. Nella selezione che sarà protagonista in esclusiva a Pitti Uomo ci sono designer giovani e brand affermati, tutti capaci di sviluppare in modo personale una visione creativa fortemente contemporanea, spesso in aperta contaminazione tra Oriente e Occidente. Guest Nation China sarà un’iniziativa sfaccettata e un’esperienza ricca di spunti tra moda e arte, anche grazie alla mostra fotografica di un nome di punta come Leslie Zhang e la sfilata evento-speciale di Pronounce, brand che conosciamo per le sue partecipazioni a Firenze, per la sua cifra design inconfondibile. E sarà la prima volta che un brand cinese di ricerca salirà in passerella a Pitti Uomo”.
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I talenti di Guest Nation China
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________________8ON8 Si tratta del brand fondato dallo stilista Gong Li, già vincitore del premio Grand Prix LVMH Scholarship e formatosi al London Fashion Institute. Arrivato alla ribalda grazie alla partecipazione alla London Fashion Week dove la sua collezione AW17 ottene l’apprezzamento unanime di nomi come Sarah Mower e testate come BoF. Nello stesso anno si aggiudica il premio al design 2017 indetto da Lane Crawford e inizia a vendere negli store di Hong Kong, Shanghai, Chengdu e online. Sempre nel 2017, Gong Li lancia il menswear brand 8ON8, basandolo sulla passione per il tailoring di grande tradizione unita a una visione personale e alla cultura giovanile. Il marchio combina sapientemente savoir-faire artigianale e interpretazione moderna, in un
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continuo intreccio di classico maschile, streetwear quotidiano e abbigliamento outdoor. ________________DANSHAN Brand emergente dedicato alla sfera maschile, trae il proprio nome dalla stilista cinese Dan e dal designer Shan di Hong Kong, entrambi diplomati nel 2012 alla Central Saint Martins. Danshan si presenta come una personale esplorazione sull’evoluzione delle dinamiche di genere e sul loro relazionarsi con la moda. ________________FFIXXED STUDIOS Nato nel 2010 dall’ispirazione dei direttori creativi Fiona Lau e Kain Picken, è il brand che realizza abiti e oggetti che rispondono, si adattano
GUEST NATION CHINA PRONOUNCE_JAN 2019 PH. AL DE PEREZ
e ispirano alle mutevoli condizioni di vita contemporanea. Il ready-to-wear si evolve stagionalmente insieme a una varietà di altri progetti e collaborazioni che caratterizzano il marchio impostato su un ideale di semplice rilassatezza e da un’estetica fluida ed eclettica. Le collezioni vanno in scena durante le settimane della moda di Tokyo, Parigi e Shanghai e sono disponibili presso rivenditori selezionati a livello internazionale.
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________________PERCY LAU Il marchio eyewear fondato a Hong Kong nel 2013 dalla più giovane vincitrice dell’International Talent Support YKK Award 2013. Gli occhiali di Percy Lau prendono ispirazione dall’esistenza delle cose e l’invenzione è semplicemente un accumulo di ciò che già si trova nel creato.
GUEST NATION CHINA KEY VISUAL PHOTO BY LESLIE ZHANG
________________PRIVATE POLICY Fondato a New York da Haoran Li e Siying Qu, per le sue creazioni il brand guarda alla cultura giovanile di NYC e si ispira agli eventi del contemporaneo dove i temi sociali sono presenti e dibattuti in ogni parte delle collezioni: forme, tessuti, dettagli, campagne, show design. Il marchio attribuisce al contenuto moda il ruolo di attivare scambi e riflessioni delle persone sull’attualità. ________________PRONOUNCE PRONOUNCE è un brand fondato nel 2016 con sede a Milano e Shanghai da Yushan Li (laureato al MA Fashion of Central Saint Martins nel 2015 che poi si è fatto le ossa lavorando da YEEZY) e Jun Zhou che si è formato da Ermenegildo Zegna prima di laurearsi al London College of Fashion e all’Istituto Marangoni. Entrambi i designer sono esperti di menswear e condividono la stessa estetica, concentrandosi sullo sviluppo di un’eredità artigianale che riflette sul guardaroba moderno, combinando Oriente e Occidente, per un concetto di stile che si ispira al “Gender Sharing”. PRONOUNCE è stato candidato al Woolmark Prize International del 2017, finalista di “GQ Presents” nel 2017 e vincitore di “The Latest Fashion Buzz” in occasione di Pitti Uomo 91. Entrambi i fondatori sono anche nella lista di Forbes “30 UNDER 30” 2017 e 2018. Stanno presentando le loro nuove collezioni nel programma ufficiale della settimana della moda uomo di Londra. ________________SAMUEL Guì YANG Originario della Cina ma dal 2006 nel Regno Unito, ha creato uno studio di design multidisciplinare con sede a Londra, Yang inizia a studiare alla Central Saint Martins nel 2009 e riceve un MA in Fashion nell’aprile del 2015. Il suo interesse per la moda si sviluppa a partire da un background nelle belle arti. ________________STAFFONLY Shimo Zhou e Une Yea fondano il marchio Staffonly dopo la laurea nel 2015. L’uomo cui Staffonly è sempre curioso e ricco di senso dell’umorismo, ma soprattutto non teme di superare
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i confini ed esplorare la parte sconosciuta del mondo. Il marchio si impegna nella creazione di collezioni basate su concetti taglienti e materiali innovativi. Gli stilisti puntano ad avvicinare nuove atmosfere geek e poetiche, per arrivare ad un nuovo atteggiamento e ad una rivoluzione dell’abbigliamento maschile tradizionale. ________________THE FLOCKS Nato nel 2016 dall’idea della designer e promotrice del design cinese Nan Lang, realizza abiti dedicati a un gruppo di giovani che perseguono una vita semplice e pura insieme ad accessori e oggetti destinati a persone che condividono gli stessi ideali. Ogni stagione si ispira all’attitudine dei giovani verso la vita, coinvolgendo sempre più designer emergenti. ________________untitlab® Piattaforma creativa dedicata alle calzature e agli accessori moda, untitlab ® è fondata dallo shoe designer Sans in collaborazione con il designer di arti visive Tian Cai e il direttore delle operazioni commerciali Justin Zen. Con un concetto di core design tratto dal background e dalla sensibilità del fondatore, il brand guarda alle fasi intermedie del processo creativo, superando i confini e ottenendo un’unità organica attraverso la sperimentazione di materiali e silhouette. Tutto ciò con l’idea di offrire nuove possibilità nel contesto tra moda e opzioni di consumo. Il brand prende il nome da artisti che non danno un titolo alle loro opere e invita il pubblico a partecipare attivamente alla definizione di scenari di utilizzo individuali. Untitlab è dedicato a fornire un riferimento d’uso organico e versatile attraverso la pratica del design. ________________JUNWEI LIN Con una laurea al London College of Fashion e un master conseguito alla Parsons di New York, il lavoro di Junwei Lin risponde alla ricerca dell’ideale romantico: è sensibile alle emozioni umane e ai fenomeni sociali. Attraverso la decostruzione e la rivisitazione dell’abbigliamento maschile tradizionale, ma adottando un approccio femminile, la designer punta ad elaborare una definizione più sfumata e sottile del menswear.
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Winter Selection La moda da indossare il prossimo inverno Un guardaroba che riscopre e reinterpreta la sua storia, si tinge di colori forti e ama osare andando a sperimentare la narrazione d’avventura come veicolo immaginifico di un mondo fatto di tessuti. Il coraggio è il valore che ci trasmettono le nuove collezioni invernali che esplorano contesti diversi, rivisitano le icone e si lasciano contaminare da sentimenti primordiali. BY A L E S SA N D R O I AC O LU C C I
Givenchy LIKE A CLUBBER. LA NUOVA PRE-FALL CHE SI ILLUMINA AL BUIO Clare Waight Keller, la direttrice creativa di maison Givenchy, esplora il concetto di dualismo attraverso la speciale capsule collection dedicata alla pre-fall 2019 composta da capi da indossare nell’intero arco della giornata ma che di notte, magari in un club ,assumono tutt’altro sapore. Perché? Abiti e accessori si illuminano al buio, diventando verde fluo. La collezione è composta dalla reinterpretazione di alcune creazioni iconiche realizzate della designer per Givenchy che vanno da T-shirt e felpe uomo e donna contraddistinte dal nuovo logo in bianco, da sneaker arricchite con dettagli giallo pallido e logo a contrasto, lo stesso che si ripete anche sulla fascia della visiera, sulla tasca dello zaino nero in nylon con bordi in pelle e sulla pochette con cerniera.
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Diesel GRAFFIANTE, ROCK E SUPER COOL Feel confident, sembra proprio questo il messaggio dietro la nuova collezione invernale di DIESEL, del resto il suo claim è da sempre “Only the brave”. Coraggiosa e grintosa la collezione reinterpreta nei capi il look dei motociclisti che si sentono anche un pò rock star, e che del denim e delle sue infinite varietà di lavo-
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BRAND razione davvero non possono farne a meno. È proprio il celebre tessuto del marchio ad essere protagonista nelle sue varianti chiare, pulite, neutri anche se spesso alterna colori più vibranti. Nuances e tagli che esaltano allo stesso tempo anche l’atmosfera sportiva con elementi chiave come un bomber o una giacca a vento, tutto sotto l’impronta del relaxed fit che incentiva in qualche modo a vivere il quotidiano senza paura di varcare le barriere.
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Fall Winter 19-20
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Moose Knuckles MAN AGAINST THE ELEMENTS. PERFORMANCE E TECNOLOGIA APRONO LA VIA DELL’AVVENTURA Il concept scelto dal brand canadese di luxury outerwear per la nuova stagione Fall Winter 19-20 parla di avventure nautiche. La collezione di Moose Knuckles realizzata dal designer Tu Ly è un omaggio alle celebri avventure di Moby Dick, ma anche al più recente docu-reality statunitense The Deadliest Catch – in onda su Discovery Channel, che ritrae la vita reale a bordo dei pescherecci nel Mare di Bering in Alaska e reinterpreta un guardaroba utile a vivere esperienze incredibili. Capi casual e funzionali realizzati con materiali resistenti in grado di proteggere chi li indossa da ogni condizione climatica. Spiccano capi realizzati senza pelliccia, come la Lusmsden Jacket nella versione maschile e femminile, Westlock Bomber, per lui, e il Marquis Parka, per lei. Giacche con cappucci removibili e con fodera interna realizzata in shearling, come la Churchbridge Jacket da donna e St Boniface Jacket, dedicata all’uomo, e capispalla in Bengalina con un rivestimento esterno idrorepellente e personalizzato da patches nautiche. Con questa nuova collezione ispirata dal mare arrivano anche due nuove nuances: Abyss e Waxie, rispettivamente viola e kaki – declinati nei capispalla iconici del brand come lo Stirling Parka, la 3Q Jacket e il Ballistic Bomber (Debbie Bomber per la donna). La classica fantasia camouflage, disponibile sia in verde fluo che in viola, distingue la Romieu Jacket (per l’uomo) e la versione femminile Blissfield Jacket.
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North Sails FROM THE COAST TO THE CITY: THE COOLEST ECOFRIENDLY FASHION
North Sails guarda all’heritage per la nuova collezione che reinterpreta due iconici mood, da un lato lo street style degli anni ’90 e dall’altro l’activewear avanzato. L’iconico marchio di ispirazione velica rilegge il suo knowhow costituito da un patrimonio sportivo di oltre 60 anni di storia, per presentare una collezione che celebra lo street style. Largo spazio al colore, non potevano di certo mancare nuances forti, grafiche bold e loghi. North Sails pensa sempre alle prestazioni e alla versatilità, due elementi chiave che tornano a più riprese nella collezione, il tema del resto è “From the Coast to the City” e l’impiego di tecnologia avanzata deve dare la carica giusta a chi indossa i suoi capi per resistere alle sfide climatiche. Abiti che si adattano anche ad un ambiente più urbano, contraddistinti da trattamenti impermeabili e dettagli riflettenti che colmano il divario tra la tipica prestazione di un abbigliamento tecnico e uno stile urban-active. North Sails non si separa mai dalle tematiche sulla sostenibilità e, in particolare, la salvaguardia degli oceani. La filosofia di conservazione degli oceani di North Sails, infatti, sottolinea il concetto RE-USE: riciclare il tessuto delle vele per riutilizzarlo attraverso nuovi tessuti e imbottiture; USE LESS: utilizzare meno plastica - selezionando solo fibre naturali - e usare meno energia, acqua e prodotti chimici, attraverso metodi di tintura più eco-sostenibili.
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Luxurious Streetwer STONE ISLAND, UNA RICERCA CONTINUA
e resinato all’interno per ottenere una leggera resistenza all’acqua e al vento. Il capo finito ha poi subito un elaborato processo di doppia tintura che dona tonalità, intensità e coloriture diverse a fibre e accessori tessili del capo. Sviluppato su tutte le famiglie di prodotto, anche in versione DOWN-TC, imbottito con le migliori piume specificamente trattate per resistere al processo di doppia tintura. Gli elementi chiave della collezione guardano da un lato all’heritage e dall’altro alla voglia di voler comunicare l’infinita libertà di utilizzo di un guardaroba all’avanguardia ma pur sempre razionale e rapportato alla vita reale come l’evoluzione della capsule ispirata all’archivio che vede al centro dell’idea il tessuto di cotone grezzo ad armatura panama, impregnata da speciali resine pigmentate. Un consistente lavaggio a capo finito ad alte temperature slega il tessuto dalla rigidità conferitogli dalle resine... Enjoy to discover.
Con la nuova collezione dell’Autunno Inverno 2019/20 Stone Island sperimenta nuove espressioni del lusso, per uno sportswear che trova nuovi punti di giunzione funzionali tra fashion, necessità di protezione e comfort, lavorando su materiali e colori. Le interpretazioni dello stile sono tante e tutte vedono impiegata la tecnologia alla forma ma soprattutto alla sostanza, un elemento testimoniato magari dalla tecnologia Multi Layer Fusion in grado di garantire impermeabilità e traspirabilità superiori alle usuali tecniche di laminazione. Oppure dai capi della linea Nylon Metal, estremamente cangiante e dall’aspetto metallico è uno dei tessuti più versatili messo a punto dalla ricerca tessile Stone Island, realizzata con un’armatura micro rip stop
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GCDS IL VALORE DELLE NUOVE ICONE
Giuliano Calza, co-fondatore e direttore creativo di GCDS, prende ispirazione da elementi che vanno dal cinema noir alle playhouses, dalla concezione di magia a quella della realtà dei fatti vissuta dai ragazzi di oggi. Per GCDS tutto assume il sapore di un gioco che sa di mistero, una caratteristica proiettata sui capi con colori forti e modelli energici. Spiccano le stampe all-over come sempre caratterizzate da quel mood irriverente che piace tanto a Calza e che ogni volta offre una nuova chiave di lettura del mondo delle icone degli anni ‘90 rendendo protagoniste stavolta Jessica Rabbit e Polly Pocket. La bambola tra le più famose d’America, per la prima volta in 30 anni, diviene oggetto di una capsule collection che nella visione del designer rappresenta la forza del fanciullino. E, last but not least, il lancio della nuova collezione invernale è anche l’occasione giusta per annunciare la collaborazione con Barilla, altra icona del food, con cui GCDS lavora a uno sbalorditivo rebranding della iper-riconoscibile scatola blu, oltre a una collezione e una nuova campagna, entrambe pronte per Natale 2019. “Quando Barilla è venuto da noi per chiederci come collaborare, ho immediatamente immaginato la scatola fucsia, un colore che ho introdotto nel mio streetwear da quando ho iniziato”, ha dichiarato Giuliano Calza. “Oggi la famiglia non è solo il luogo in cui sei nato: famiglia è chi scegli, con chi cresci attraverso esperienze. Ho messo questa scatola di pasta fucsia sul tavolo e ho chiesto a tutti di gustarla fuori dagli schemi, nel modo in cui loro amano farlo”.
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Woolrich TRE CAPITOLI PER LA SCOPERTA DI UN NUOVO VIAGGIO ESTETICO La prima storia di questo viaggio vede Woolrich andare alla scoperta di nuovi orizzonti estetici reinterpretando l’iconico pattern Buffalo Check usato ora per delineare il profilo del nuovo logo, insieme a capi che prendono ispirazione dalla marina e dalle forze armate dove a spiccare sono l’impiego del rosso scarlatto, i volumi da uniforme e le lavorazioni tipiche del periodo bellico. La seconda parte del racconto è incentrata sul filone di ‘Garments with a purpose’ con abiti ideali per affrontare le condizioni climatiche più estreme: capi versatili, scomponibili, che non temono la pioggia grazie alle termosaldature interne. La terza tappa che chiude il cerchio del nuovo immaginario contemporaneo narrato in tre capitoli è rappresentata dall’heritage di Woolrich dove i celebri codici stilistici vengono reinterpretati in chiave streetwear. A spuntarla è la componente ecologica: l’intramontabile parka, per rimanere al passo con l’attualità, si affida a pellicce sintetiche accompagnate dal montone. Sono tante le sfumature della contaminazione creativa che Woolrich lascia respirare in questa ricca collezione e se sul piano dell’innovazione collabora con Gore-Tex e Loro Piana per conferire ai suoi tessuti performance ed eleganza, dall’altro lato rilancia la terza edizione della capsule in collaborazione con Griffin Studio, volta a responsabilizzare il consumatore e le sue abitudini: tre percorsi creativi proposti dal designer inglese Jeff Griffin che saranno parte integrante del nuovo corso aziendale, incentrato su tre valori fondamentali: trasparenza, innovazione e consapevolezza.
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Palm Angels LO STREETWEAR SARTORIALE DI FRANCESCO RAGAZZI Un capitolo autobiografico impresso dal designer che mixa stili e culture dell’America più autentica, che non ha paura di mostrare il suo lato sensibile.
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La nuova collezione dedicata all’autunno inverno di Palm Angels mette in mostra i lati più intimi di Francesco Ragazzi, fondatore e designer del marchio, raccontando passioni e ossessioni personali, rimodellati tramite diversi codici vestimentari che vanno a creare iconografie distorte ma pur sempre fedeli al Dna del brand. Nel perfetto e azzeccato mood di una imperante riscoperta del guardaroba formale (che ha quasi il sapore di una ribellione nei confronti dei trend precedenti), è la componente sartoriale a definire le linee guida di tutte le nuove audaci creazioni che Ragazzi sembra realizzare guardando a un giovane borghese con l’appeal di Marilyn Manson.
BRAND
Fall Winter
Un sartoriale che strizza l’occhio alle subculture e si compone di tessuti cangianti, giacche squadrate, pantaloni a tubo e camicette con volant in sangallo ispirate agli anni Sessanta. Lo styling, curato alla perfezione, accentua i nuovi modi di indossare gli accessori, richiamando la rilettura di tanti mondi che spaziano dalla pesca alla caccia fino allo sci, dove spiccano gilet multiuso con tasche a rete, cinture per attrezzi e pantaloni snodati. Stesso discorso per le stampe che vanno a reinterpretare i motivi camo caccia, acidate tie-dye ed eleganti scene equestri.
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Lacoste UNA NUOVA ICONOGRAFIA Louise Trotter presenta la sua collezione d’esordio per Lacoste al Tennis Club de Paris e rende omaggio alla vita e all’epoca di René Lacoste. I capi realizzati dal designer prendono forma testando l’ingegnerizzazione e reinterpretando l’heritage. Trotter sviluppa una nuova iconografia, rivisitando l’eleganza sportiva d’antan e la sua rilevanza nella società contemporanea. Due elementi fondamentali sono il movimento del corpo e il movimento sul corpo che vanno a costituire la base di partenza per la ricerca e lo sviluppo di forme e fabbricazioni. Nella collezione invernale l’iconica polo viene decostruita con colletti in maglia a righe, sovrapposta a twinset a collo alto, o ingrandita in grafiche forme jersey. La maglieria cubista over-
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size lavorata a mano prosegue il tema, reinterpretando il tradizionale maglioncino da tennis come un collage materico. Anche la scarpa da tennis viene remixata, intinta in gomma vulcanizzata. Il vocabolario del brand si arricchisce con nuovi elementi di design modulare rappresentati per esempio dagli spezzati sportif con tasche chiuse da zip e ampi trench con coulisse, mentre il gonnellino da tennis viene tradotto in tuniche plissettate e forme a grembiule. L’emblematico coccodrillo Lacoste, disegnato nel 1927 da Robert George, un po’ come vale per gli status symbol della Pop Art, viene trattato con irriverenza e humour in una molteplicità di forme con ricami tono su tono e stampe all-over e patchwork.
Colmar A.G.E. L’ULTIMO ATTO DI SHAYNE OLIVER La collezione FW 19/20 realizzata da Shayne Oliver è il terzo e ultimo atto creativo realizzato dallo stilista newyorkese per Colmar A.G.E. (Advance Garment Innovation), il progetto nonché piattaforma hyper-contemporary dedicata all’innovazione e alla reinterpretazione artistica del DNA Colmar. Per quest’ultima avventura Oliver realizza capi che rimangono fedeli al progetto iniziale e quindi con le sole due taglie S/M e L/XL. Meno estrema delle precedenti ma decisamente underground, urban e a-gender il cui protagonista è il tessuto catarifrangente, applicato sia come dettaglio sia come parte vera e propria degli abiti. Spiccano il parka over trapuntato in versione lunga e corta, il bomber con lavorazioni elasticizzate e giacche rigirate con le cuciture a vista. Tutto elaborato secondo una gamma colori essenziale: nero, rosso fuoco e blu cina. Thank you Shayne.
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Ecofriendly è bello ALCUNI DEGLI ULTIMI PROGETTI REALIZZATI DAI BRAND DI MODA IN FAVORE DI UN SISTEMA PIÙ PULITO E RESPONSABILE BY A L E S SA N D R O I AC O LU C C I
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nche Prada annuncia di voler eliminare dalla produzione la pelliccia di origine animale in favore della salvaguardia dell’ambiente. Certo quello delle pellicce ecologiche è un discorso dibattuto da tempo, c’è chi come Mark Oaten, CEO dell’International Fur Federation (IFF), che in merito alla scelta fur free di Prada, commenta in una nota stampa: “Sono sorpreso che un marchio attento alla sostenibilità metta al bando un prodotto naturale come la pelliccia. Ora i clienti Prada avranno come unica alternativa la pelliccia in plastica, che è dannosa per l’ambiente”. Oaten vorrebbe invitare Prada a ripensare alla scelta presa proponendo allo stesso tempo un sistema che veda nel reuse delle pellicce vere una nuova vita. Mentre questa scelta fa discutere il mondo, andiamo alla scoperta dei nuovi progetti green fashion.
Sono tanti i marchi della couture, del prêt-àporter e anche del fast fashion che propongono nella moda etica un contenuto originale e tante iniziative volte a coinvolgere il consumatore in prima persona, per esempio American Vintage, il brand fondato a Marsiglia, in Francia, da Michaël Azoulay, per la produzione dei capi in denim che solitamente necessitano di una grande quantità d’acqua e di energia (la maggiore del settore tessile), si impegna in una produzione responsabile operando in una fabbrica speciale dove realizza una selezione della sua gamma di jeans. Questa fabbrica high-tech, fondata nel 1989 a Bizerte, in Tunisia, dal 2005 è il riferimento mondiale per una produzione di denim sostenibile. Inoltre in
IN ALTO, SARAH MEI HERMAN PER AMERICAN VINTAGE A FIANCO, AMERICAN VINTAGE LOOK
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American Vintage
,AMERICAN VINTAGE LOOK
occasione della 34ma edizione del Festival International de la Mode et de la Photographie di Hyères, American Vintage in partnership con l’azienda francese Whole ha creato uno spazio dedicato alla tintura vegetale e un’edizione limitata di t -shirt e di canottiere venduta nei giorni del festival in una selezione di boutique American Vintage e sul suo e-commerce. Molti altri progetti si rinnovano e continuano nella missione pratica di dare un contributo effettivo alla salvaguardia ambientale come il caso della collaborazione tra Armata di Mare e KLM che insieme consolidano la partnership inaugurata lo scorso anno, non solo arricchendo la capsule collection precedentemente realizzata in co-branding e ispirata ai leitmotive di cielo e mare, ma si inseriscono nel contesto del progetto PlasticLess (per un mare più pulito) creato da Lifegate per la consegna del primo seabin realizzato insieme al partner tecnico Poralu Marine (produttore dei seabin del progetto LifeGate PlasticLess), presso il Porticciolo del Molosiglio. Un progetto che si è avvalso anche del supporto dell’Associazione Assomorosini che, con il programma su scala nazionale “Golfo Pulito”, ha promosso il
Armata di Mare A FIANCO, MASSIMILIANO ROSOLINO PER ARMATA DI MARE
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prelievo e l’analisi dei rifiuti lungo la costa campana grazie alla sottoscrizione di un Protocollo d’intesa tra ASDP SEPN (società preposta alla raccolta e allo smaltimento dei rifiuti a Napoli) e DistarManas (Dipartimento di Scienze della Terra e delle Risorse dell’Università di Napoli Federico II e il relativo Gruppo di ricerca). In questo grande contesto KLM e Armata di Mare hanno abbracciato il concetto di eco-sostenibilità contribuendo alla pulizia del Golfo di Napoli tramite l’efficace dispositivo che raccoglie i rifiuti plastici presenti nell’acqua. Secondo lo studio condotto dalla Ellen Mac Arthur Foundation si è stimato che la
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NELLA PAGINA A FIANCO , H&M CONSCIOUS EXCLUSIVE 2019 CAMPAIGN.IN QUESTA PAGINA, H&M CONSCIOUS EXCLUISVE 2019 INSTALLATION
plastica nei mari e negli oceani supererà, entro il 2050, la quantità in peso dei pesci che vi nuotano. Il Seabin consegnato da Armata di Mare e KLM è in grado di raccogliere, in un anno, oltre 500kg di rifiuti plastici presenti nel mare comprese le microplastiche e le microfibre. In questa occasione che tra l’altro ha visto il sostegno del nuotatore olimpico Massimiliano Rosolino, KLM ha lanciato il progetto social #perunmarepulito in collaborazione con Armata di Mare. Per chi volesse partecipare alla call to action basterà pubblicare un breve post corredato da uno scatto dello scorcio di mare preferito e pubblicarlo sui propri profili Instagram o Twitter (o entrambi) o, ancora, direttamente sul sito www.klm.perunmarepulito.it con l’hashtag #perunmarepulito. Partecipando all’iniziativa entro il 30 settembre 2019 sarà possibile vincere 2 biglietti per Los Angeles. 1, 2 biglietti a/r KLM con destinazione Amsterdam, 1 e-bike (biciclette a pedalata assistita) e altre 2 biciclette tutte griffate KLM. 10 Set Capsule Collection KLM-Armata di Mare2 e moltissimi, divertenti ed ecosostenibili gadget firmati KLM. Altro grande brand coinvolto nella tematica della sostenibilità è H&M, il marchio tramite una nota dell’azienda ci fa sapere che ritiene di avere la responsabilità di promuovere il miglioramento sociale e di ridurre l’impatto ambientale relativo al ciclo di vita dei suoi prodotti. I clienti devono poter essere sempre sicuri che i capi acquistati negli store H&M siano stati realizzati nel massimo rispetto delle persone e dell’ambiente. È anche per questo che a partire dal 23 aprile di quest’anno ha introdotto sul sito hm.com dettagli e informazioni riguardanti i propri capi, che consentiranno ai clienti di fare scelte più consapevoli. Gli utenti possono accedere a queste informazioni anche nei negozi fisici utilizzando l’app H&M per scansionare il cartellino del prezzo di un prodotto e visualizzarne i dettagli. I capi che H&M realizza tramite l’impiego di cotone biologico o materiali sostenibili sono facilmente riconoscibili perché contrassegnati da un’etichetta verde e dal logo H&M Conscious. Ogni anno vengono realizzate anche delle collezioni speciali e delle capsule come la Conscious Exclusive e la Conscious Collection. Per la prima collezione vengono usati materiali innovativi come per esempio Piñatex® una pel-
H&M le naturale a base di fibre di cellulosa estratte da foglie di ananas. BLOOM™ Foam una schiuma flessibile a base vegetale che utilizza biomassa di alghe da fonti d’acqua dolce ad alto rischio di proliferazione algale e Orange Fiber il tessuto di cellulosa simile alla seta composta da sottoprodotti del succo degli agrumi. La seconda collezione invece vede protgonisti il cotone organico al 100%, il Tencel o il poliestere riciclato. Già dal 2013 il colosso del fast fashion è impegnato in un progetto di raccolta globale di abiti usati in tutti i mercati in cui è presente, Italia inclusa. L’iniziativa ambientale ha due obiettivi fondamentali: a breve termine intende evitare gli sprechi e ridurre al minimo i rifiuti che vanno in discarica mentre, nel lungo periodo, l’azienda intende trovare una soluzione per il recupero di tutte le fibre tessili ed un loro nuovo utilizzo. Tutti noi possiamo portare nei negozi H&M sia gli abiti dismessi
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Pepe Jeans London
ma anche tessili per la casa, indipendentemente dalla marca e dalla condizione, contribuendo al loro successivo riutilizzo e riciclo. H&M conta che da quando è stata lanciata l’iniziativa siano state raccolte in tutto il mondo oltre 80.000 tonnellate di abiti usati. Non è mancato anche l’esempio di Pepe Jeans London che per la collezione Spring Summer 2019 continua la sua evoluzione ecosostenibile con il programma TRU-BLU®, lanciando una collezione che include capi e accessori realizzati interamente con fibre riciclate. Una capsule di giacche, jeans, t-shirt, felpe, sneakers in tela e borse, realizzata con tessuti riciclati e contraddistinta dallo slogan “Be Life”. Enti come Global Recycle Standard®, Organic Content Standard® e il Better Cotton Initiative® hanno certificato questa collezione, appoggiando ufficialmente l’iniziativa del marchio londinese. Insomma il primo tassello di un impegno a lungo termine che continuerà a crescere, come fa sapere il marchio, stagione dopo stagione. Non ultimi i produttori di casa nostra, Berwich per esempio ha realizzato “Morello” il nuovo modello di pantalone “eko-friendly” caratterizza-
PEPE JEANS BELIFE
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to da un tessuto in gabardina di cotone completamente tinto con processi di produzione a basso impatto ambientale, creato in collaborazione con il cotonificio italiano Duca Visconti di Modrone, un’eccellenza tessile italiana dal 1865. Morello è stato realizzato mediante un ciclo produttivo che dimezza il consumo dell’acqua, restituendola all’ambiente perfettamente purificata e in grado di ridurre al minimo il consumo di ausiliari chimici, garantendo un minore impatto ambientale e un notevole risparmio energetico.
Brand
C’è poi Yatay il brand di calzature nato nel 2018 dall’idea di Umberto De Marco (esponente di una nuova generazione di giovani imprenditori e Presidente di Coronet). Yatay è un marchio 100% sostenibile, vegano, che mira a dimostrare come stile, alta qualità e un approccio ecosotenibile al prodotto possano coesistere dando vita a capi piacevoli e durevoli. Una filosofia e un modo di agire che l’hanno portato alla vittoria del premio BORN (che incoraggia le nuove generazioni di designer e quelle già affermate a conversare tra
PEPE JEANS BELIFE
loro, favorendo le connessioni e le collaborazioni) alla nona edizione dei Land Rover and BORN Awards nella categoria Fashion and Accessories. I giudici hanno concordato all’unanimità che Umberto De Marco è un “talento emergente da seguire nella ricerca di un mondo più sostenibile”. L’ultima creazione del marchio è NEVEN una sneaker unisex dall’appeal minimal adatta alle svariate esigenze del quotidiano. Questa scarpa è prodotta a mano in Italia ed è composta da soli
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elementi non impattanti sull’ecosistema. Yatay ha anche fatto squadra con ONETREEPLANTED, l’organizzazione no-profit impegnata a livello globale in pratiche di riforestazione, e vedrà appunto Yatay impegnato nel piantare un albero in una zona del mondo flagellata dalle pratiche di deforestazione per ogni paio di scarpe venduto. Sempre nell’universo delle eco-sneakers arriva dal Brasile Veja, il marchio fondato nel 2004 da Sébastien Kopp e Ghislain Morillion
fashion
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Berwich
BERWICH EKO
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Ya t ay
UMBERTO DE MARCO
con l’obiettivo di creare una catena virtuosa dal produttore al consumatore. Ora Veja insieme a Bleu de Paname (il marchio parigino impegnato ne rigenerare il know-how tessile e le tradizioni dimenticate attraverso l’approccio di un lavoratore moderno), ha realizzato una capsule con l’impiego del tessuto tecnico Hexamesh fatto al 70% con cotone organico e al 30% con plastica riciclata.
YATAY WINNERS OF THE BORN AWARDS IN ITALY 2019
emergenti di tutto il mondo nel creare un look esclusivo che celebri l’artigianalità e il design italiano coniugandoli con il rispetto dei più alti valori sociali e umani e che nelle due precedenti edizioni ha visto spiccare Tiziano Guardini e Gilberto Calzolari rispettivamente nel 2017 e 2018. Per questa terza edizione, e per la prima volta, la call di selezione per partecipare al contest apre anche ai designer di accessori. I quattro finalisti selezionati nella prima fase di “Competition”, saranno invitati a partecipare ai Green Carpet Fashion Awards 2019, come di consueto al Teatro alla Scala il prossimo 22 settembre 2019, dove sarà annunciato il vincitore del Franca Sozzani GCC Awards for Best Emerging Designer.
VEJA RIOBRANCO HEXAMESH SWEDISH-BLUE LATERAL
In questo contesto si avvicina anche la nuova edizione del Green Carpet Fashion Awards Italia, il progetto di Camera Nazionale della Moda Italiana (CNMI), in collaborazione con Eco-Age, e con il supporto del Ministero dello Sviluppo Economico ed ICE Agenzia che, oltre ad avere l’obiettivo di supportare il talento e i designer
Vej a 73
Scholarship guidelines LA SCELTA DEL PERCORSO FORMATIVO NON È MAI COSA SEMPLICE. TRA DESIGN, FASHION STYLING E BUSINESS ECCO UNA GUIDA AI CORSI PIÙ GETTONATI TRA CUI SCEGLIERE, PROPOSTI DALLE MIGLIORI ACCADEMIE E DAGLI ISTITUTI PIÙ AUTOREVOLI
BY A L E S SA N D R O I AC O LU C C I
What “are going
“
with
future?
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S C H O O L P R O JEC T NELLA FOTO: FASHION AT IUAV 2016. PH: FARMA 28, MARCO FORLIN
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li anni del liceo giungono al termine e se per tanto tempo avete sognato di non sentire più quel suono stridulo della campanella che annunciava l’inizio della prima ora è il momento di fare chiarezza e puntare l’università, l’accademia o l’istituto giusto per dar forma al proprio sogno che spesso coincide con il desiderio di intraprendere un percorso creativo tra moda, design e arte. Settori dove ogni anno si registra un incremento sia di offerta che di domanda e soprattutto, per quanto riguarda la moda, una evaluetion della
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formazione sempre in costante aumento. Già nel 2017 Deloitte in occasione del primo Fashion Education Market Monitor Summit (organizzato a Milano in collaborazione con Istituto Marangoni), stimava che il mercato della fashion education italiana valesse circa 75 milioni di euro. Mettevi comodi e appuntate, noi di KULT abbiamo stilato un elenco dell’offerta formativa che inaugura il nuovo anno accademico 2019/2020 con i post diploma in partenza da settembre tra Milano, Roma, Rimini e Venezia.
FOYER IM MILANO DESIGN
Istituto Marangoni Milano, Firenze, Parigi, Londra, Shanghai, Shenzhen, Mumbai, Miami.
IM LONDRA OPEN SPACE
In un concetto di “cross school” Istituto Marangoni Milano offre agli studenti dei corsi triennali in Fashion Design, Fashion Business e Fashion Styling, l’opportunità di un’esperienza unica: un percorso accademico internazionale che consente di iscriversi nel capoluogo lombardo (I anno) e proseguire gli studi (II o III anno) presso le scuole di Londra o Parigi. Istituto Marangoni mette in palio ogni anno borse di studio per oltre un milione di euro dedicate agli studenti più talentuosi. Il progetto di scholarship ha come obiettivo proprio il sostegno al talento ed è rivolto ai candidati per i programmi Undergraduate e Postgraduate. Per avere ulteriori informazioni si può scrivere all’indirizzo: scholarships@istitutomarangoni.com
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Tra i corsi triennali di Istituto Marangoni:
Tra le novità dei corsi undergraduated in partenza da ottobre 2019 troviamo invece:
Fashion Business Communication & Media.
Interior Design.
Il corso si focalizza su competenze editoriali per attività di PR e stampa inclusi il fashion writing e il copyediting, ma anche pianificazione media, direzione creativa e shooting fotografici di moda. Attraverso lo studio della semiotica, i partecipanti analizzeranno il mondo della comunicazione verbale e non verbale, imparando a trasformare semplici gesti in conversazioni promozionali efficaci.
Il corso intende fornire allo studente la capacità di interpretare lo spazio e valorizzare il modo in cui oggi viviamo utilizzando colore, layout, acustica, luci, arredamento e tessuti. Gli interior designer progettano lo spazio tenendo conto della sua ‘Identità’, considerando allo stesso tempo le necessità di benessere fisico e le necessità di performance dello spazio in questione. I partecipanti impareranno come creare una storia nelle principali aree dei lifestyle interior contemporanei: residenze, negozi, spazi pubblici e fiere. Svilupperanno progetti che appartengono al ‘mondo reale’ in collaborazione con aziende del settore, portando le loro idee dal concept alla presentazione finale, fino alla ‘firma’ dello spazio una volta completato il lavoro.
Fashion Design & Marketing. Partendo dalle tecniche fondamentali e concettuali del disegno a mano libera, gli studenti inizieranno a sviluppare modelli e impareranno a portare avanti le proprie idee di design a partire dalla ricerca creativa. A tutti loro verrà mostrato come esaminare argomenti salienti degli ambienti commerciali della moda e dell’abbigliamento, incluse sostenibilità e questione ambientale; saranno inoltre introdotti alle tecnologie esistenti ed emergenti utilizzate nel fashion design.
Fashion Styling & Visual Merchandising.
I ragazzi che decideranno di iscriversi a questo corso di studi comprenderanno il ruolo e le responsabilità del visual merchandiser e del fashion stylist attraverso uno studio approfondito del mercato del fashion retail, osservando tutti gli aspetti della vendita, del posizionamento del brand e di tutti i canali di comunicazione e vendita, affrontando anche tematiche relative alle tecniche creative ed alle nuove pratiche utilizzate all’interno del settore.
Product Design. Il corso triennale affronta un mix di competenze sul disegno manuale, tecnico e digitale insieme ad un approccio olistico al viaggio verso la nascita di un progetto di design. Gli iscritti acquisiranno conoscenza dei principi basilari dei processi industriali e della loro organizzazione, e diventeranno esperti in merito alle proprietà dei materiali, imparando come sfruttare e utilizzare quelli già esistenti in modo efficace e innovativo. Mentre particolare attenzione sarà data alla sostenibilità del prodotto, agli aspetti ergonomici e alla consapevolezza dell’utente, ma sarà fornita anche una preparazione nell’ambito dei linguaggi del design e comunicazione, offrendo un approccio professionale alla pianificazione, negoziazione e presentazione delle idee.
Visual Design. Analizza la comunicazione visuale, lavorando su idee innovative nell’ambito del graphic design e dei nuovi media per tutti i settori della creatività e attraverso lo studio di un mix complesso di competenze di design tecnico riguardo alle più importanti aree dei software digitali, al disegno e agli elementi di design della tipografia e del lettering, ma anche a colore, stampa, composizione del layout e gerarchie visuali, packaging e segnaletica, i partecipanti di questo corso triennale affronteranno anche le teorie della percezione e della Gestalt, realtà contemporanee e scenari socioculturali, creando progetti significativi in un mondo carico di tecnologia ed emozioni. Per saperne di più www.istitutomarangoni.com/it/
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IED Milano
ART
DESIGN FASHION
Arti Visive, Moda, Design e Comunicazione sono le macro aree tra cui individuare il proprio percorso formativo allo IED di Milano. Fondato nel 1966 da Francesco Morelli, l’Istituto Europeo di Design oggi conta sedi in Italia, Spagna e Brasile ed eroga circa 30 diversi corsi triennali, post-diploma, in 5 lingue diverse: inglese, italiano, spagnolo, cinese e portoghese, oltre a corsi stagionali o master post-laurea, contando tra l’altro 120.000 diplomati dalla sua apertura. Tutti i corsi del triennio sono rivolti a chi è in possesso di un diploma di scuola media superiore e mirano a fornire competenze culturali e tecniche su discipline specifiche, con programmi legati alle esigenze del mondo del lavoro e delle professioni creative. L’obiettivo di IED è formare giovani professionisti che, grazie a un’approfondita capacità progettuale, sappiano applicare nel lavoro, in maniera concreta, quanto appreso durante gli studi. Arrivato al termine del proprio percorso lo studente consegue il titolo di Diploma Accademico di I Livello, legalmente riconosciuto dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca nel comparto dell’Alta Formazione Artistica. L’istituto è privato ma offre una serie di agevolazioni: la retta annuale è prima di tutto elaborata in base al reddito famigliare di ogni singolo studente. Inoltre IED mette a disposizione una serie di borse di studio a cui è possibile accedere tramite la presentazione di progetti realizzati ad hoc. Anche per l’anno accademico 2019/2020 IED Istituto Europeo di Design e Accademia di Belle Arti “Aldo Galli” mettono in palio 105 Borse di Studio a copertura totale e parziale della retta di frequenza dei corsi Triennali e Professional Training Program delle sedi di Milano, Cagliari, Firenze, Roma, Torino, Venezia e presso l’Accademia Galli di Como.
IED MILANO
Il metodo didattico “learning by doing” di IED Istituto Europeo di Design permette agli studenti di apprendere lavorando direttamente su progetti realizzati dagli alunni con la guida dei docenti.
MODA
La Scuola di Moda ha come obiettivo di insegnare un metodo e non solo una compagine di nozioni. Il metodo di apprendimento si fonda sulla compartecipazione fra studente e docente-professionista il cui fine è insegnare la reale cultura del progetto che, legata alle competenze artigianali e espressive, la lega indissolubilmente alla tradizione del Made in Italy.
DESIGN
Per IED la qualità principale di un designer “è quella di pensare di poter cambiare le cose che ci circondano, di poter migliorare la vita delle persone, di pensare oltre e diverso”. Un percorso multidisciplinare che dà agli studenti l’opportunità di acquisire sia competenze specifiche sia competenze manageriali che gli consentano di poter valutare strategicamente il posizionamento aziendale, fare ricerca e analisi dei comportamenti delle persone, analizzare i trend, analizzare i processi di produzione e materiali colori finiture, design thinking, pensiero e sviluppo progettuale, service design, team working, lavoro interdisciplinare, interazione con le aziende.
COMUNICAZIONE
Il corso in Design della Comunicazione di IED Milano ha una doppia anima: la prima strategica, con le specializzazioni in Communication Management, Event and P.R; la seconda creativa con le specializzazioni in Art Direction, Copywriting and Content. È progettato sull’analisi delle attuali e delle sorgenti esigenze dei mercati, su una richiesta di professionalità ampie e trasversali e formate alla capacità di generare - in autonomia anche operativa - contenuti pertinenti, condivisibili, utili e rilevanti per le marche e soggetti differenti.
ARTI VISIVE
La Scuola di Arti visive raggruppa sette corsi divisi tra gli storici Graphic Design, Fotografia e Illustrazione e Animazione; e gli altri quattro fondati sulle recenti richieste del mercato e che coincidono con: CG Animation, interaction/media design, video design e sound design, tutti nati grazie all’evoluzione inarrestabile delle nuove tecnologie digitali. Il modello formativo alterna la didattica frontale tradizionale ad attività di laboratorio e di sperimentazione pratica attraverso progetti individuali o di gruppo.
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Per saperne di piĂš www.ied.it IED Design / Arti Visive / Comunicazione via A. Sciesa, 4 20135 Milano IED Moda Via Pompeo Leoni, 3 20141 Milano IED Moda Via Pompeo Leoni, 3 20141 Milano IED MILANO
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NABA NABA, Nuova Accademia di Belle Arti è la prima accademia ad aver conseguito nel 1980 il riconoscimento ufficiale del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (MIUR) e offre titoli accademici equipollenti alla laurea universitaria di primo e secondo livello nei campi del design, fashion design, graphic design, arti multimediali, comunicazione, arti visive e scenografia.
Styling and Communication). Media Design E Arti Multimediali (Filmmaking, Animazione Digitale, Game Design). Creative Technologies (Motion Graphics and VFX, Progettazione e Animazione 3D, Game Development). Scenografia (Teatro e Opera, Media ed Eventi). Uno degli ultimi progetti che ha coinvolto gli studenti della NABA è la partecipazione dell’accademia come love supporter al Festival dell’Amore, sviluppata attraverso un corso interdisciplinare a cui hanno preso parte circa 150 studenti dell’ultimo anno dei trienni in Fashion Design e Design. Gli studenti, suddivisi in gruppi, sono stati chiamati a riflettere attorno al concetto
Per saperne di più www.naba.it Via Carlo Darwin, 20 Milano
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dell’amore nella contemporaneità, inteso come motore e intensità di relazione che trova la sua espressione in legami aperti, volti a valorizzare i fondamenti più profondi e liberi per matrimoni del terzo millennio, sviluppando così temi e tipologie di prodotti differenti per un totale di 72 abiti, 13 bouquet, 87 accessori (tra cappelli, anelli, cravatte, spille e molto altro) e 45 prodotti (come centrotavola, vasi, stoviglie e quant’altro possa servire per allestire un matrimonio). In particolare, il lavoro degli studenti si è focalizzato nell’allestimento dello spazio “Liberi Matrimoni”, situato all’interno di “Riti d’Amore”, una delle tre macro-aree del Festival.
PROGETTO NABA MATRIMONIO NON CONVENZIONALE
Il campus si estende su una superficie di circa 17.000 mq e comprende una parte appena rinnovata con 3.000 mq adibiti a biblioteca e spazi per gli studenti. L’offerta formativa di NABA è suddivisa nel dipartimento di Arti Visive e nel dipartimento di Progettazione e Arti Applicate, che coprono sei principali aree tematiche: Comunicazione e Graphic Design, Design, Fashion Design, Arti Multimediali, Scenografia, Arti Visive. Tra i corsi triennali erogati da NABA, in lingua italiana e inglese, nelle sedi di Milano e Roma, ci sono: Graphic Design E Art Direction (Brand Design, Creative Direction, Visual Design). Fashion Design (Fashion Design, Fashion
BATTITO PRIMORDIALE
Fondata a Milano dagli artisti e critici d’arte Ausonio Zappa, Guido Ballo e Gianni Colombo, con l’obiettivo di mettere in discussione la rigida tradizione accademica e introdurre visioni e linguaggi più vicini all’attività artistica contemporanea e al sistema delle professioni creative. Ha da poco inaugurato una nuova sede a Roma in zona Garbatella, nell’area Sud-Ovest della zona centrale della Capitale. Quello di NABA è un approccio alla didattica multidisciplinare, “learning by doing”, e prevede un profondo coinvolgimento nella vita culturale, artistica e del design. Sono tante anche le collaborazioni con aziende e istituzioni italiane e internazionali che offrono agli studenti opportunità di lavoro sul campo per sviluppare pensiero critico, capacità di problem solving e competenze pratiche di design. Il campus di Milano si trova in zona Navigli, uno dei quartieri più vivaci della città.
Accademia del Lusso Nata nel 2005 all’interno della storica sede in via Monte Napoleone a Milano, Accademia del Lusso si è imposta nel tempo come l’indirizzo per giovani talenti che intendono intraprendere la loro carriera nel sistema della moda e del lusso in Italia e all’estero offrendo tre diversi livelli di formazione, sia in italiano sia in inglese proponendo corsi Master annuali, corsi Post Diploma triennali, corsi intensivi One year e corsi Professional, tutti caratterizzati da un approccio “tailor made” col fine di seguire al meglio ogni studente.
Tra i corsi nell’area moda che consentono il
raggiungimento del Diploma Accademico di I livello ci sono:
Fashion Brand Management.
Un percorso improntato sullo studio e sul valore della marca e sulla funzione di trasmette l’identità del prodotto associato. Il corso mira a formare una figura professionale che sia in grado di analizzare le tendenze del mercato, influenzare i desideri dei consumatori finali attraverso analisi dettagliate dei dati del venduto, analisi qualitative e quantitative, analisi di soddisfazione dei clienti. SHOOTING ACCADEMIA DEL LUSSO
Fashion Design.
Gli obiettivi principali del corso mirano a illustrare agli studenti il sistema moda con i suoi sottili e precisi meccanismi e tempistiche per imparare a veicolare in maniera efficiente la propria creatività; la creazione di un portfolio da poter presentare ad aziende, studi stilistiche di consulenza e ricerca grazie all’attività di realizzazione di collezioni uomo, donna, bambino, beachwear e sportswear ed accessori durante il percorso formativo.
Fashion Styling & Communication. L’obiettivo finale del corso è quello di fornire le conoscenze necessarie alla formazione della figura professionale del Fashion Stylist, ovvero colui che ha il compito di valorizzare la collezione e di comunicarne i contenuti in occasione di sfilate, eventi di presentazione o campagne pubblicitarie. In queste occasioni lo Stylist affianca lo stilista nella definizione del mood, abbina gli accessori, sceglie pettinature e trucco oltre agli accostamenti ad effetto. Il corso mira ad insegnare l’importante compito di interpretare in modo creativo, ma soprattutto commerciale, il concept di una collezione caratterizzandone l’immagine. Per saperne di più www.accademiadellusso.com Via Monte Napoleone, 5 Milano
ADL INAUGURAZIONE SEDE DI ROMA 2018
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CM TALENTS 2019 - LUCA RAO - vincitore ACMTALENTS2019
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ACM TALENTS 2019 - ANTONINO BARRACO
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Accademia Costume & Moda Istituita a Roma nel 1964 dalla visione di Rosanna Pistolese, storica della moda e del costume, stilista e costumista, l’Accademia Costume & Moda nel 2017 è stata inserita da The Business of Fashion (BOF) nella classifica internazionale delle scuole di moda migliori al mondo “Global School Rankings 2017”, dove è risultata essere l’ 11 a livello globale e seconda miglior scuola in Italia.
ACM - COMUNICAZIONE DI MODA - INDUSTRY PROJECT WOOLRICH WOOLMARK
Il percorso accademico vede le materie culturali come base dell’apprendimento, dello sviluppo progettuale e di prodotto, accompagnato dall’innovazione tecnologica, dalla sperimentazione e dal trasferimento di competenza e di conoscenza, utili per rispondere alle esigenze del Sistema Moda e dello Spettacolo. I corsi organizzati da Accademia Costume & Moda sono di tipo Biennale, Master, Alta Formazione e Triennale che in particolare sono riconosciuti dal MIUR. I corsi in partenza da ottobre 2019 sono 3: il Diploma Accademico di I Livello in Costume e Moda che prepara alle professioni di Fashion Designer, Designer di Accessori e Costume Designer, tramite una formazione teorica / culturale / progettuale stilistica e pratica / laboratoriale. Il secondo è il Diploma Accademico di I Livello in Comunicazione di Moda dove si interagisce con le tecniche e le conoscenze nei campi dell’editoria, dello stytling e della comunicazione, garantendo allo studente un’adeguata formazione culturale e di ricerca, oltre che progettuale, stilistica e di storytelling. Il terzo è il Diploma Accademico di I Livello in Cinema e Filmmaking: Media Design & Arti Multimediali. Alternando discipline teoriche ad attività pratico-laboratoriali, il triennio permette agli studenti di collaborare con docenti e professionisti altamente specializzati. Al termine degli studi sarà possibile entrare nel mondo delle produzioni audio-video o produrre un prodotto proprio operando una personale ricerca stilistica nel mondo dei media e dell’arte visiva. Per saperne di più www.accademiacostumeemoda.it Via della Rondinella 2, Roma
ACM - SKETCHBOOK STUDENTI .JPG
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IN ALTO, ARMANI SILOS - ABOUT FUTURE PHOTOCREDIT PIERCARLO QUECCHIA A FIANCO, ABOUT FUTURE - CITY ALESSIA BARZAGHI, JESSIKA RONCHI
Il ponte scuola - lavoro Sono tante anche le iniziative promosse dai colossi del fashion in grado di garantire agli studenti l’esperienza sul campo come il caso Politecnico di Milano e Armani/ Silos che fino al 28 luglio 2019 hanno programmato l’esposizione “About Future: Architecture, Cities, Environment. Models and Visions”. Una mostra collettiva realizzata in concomitanza della Milano Arch Week 2019 con circa cinquanta dei modelli più significativi dei lavori realizzati per l’esame di laurea degli studenti e giovani laureati dei Corsi di Laurea in Architettura che analizzano la complessità della trasformazione delle città, dei paesaggi, le nuove condizioni dell’abitare, la ricerca di nuovi
e sostenibili equilibri tra artificio e natura. Dopo le iniziative che hanno dato spazio ai giovani nell’ambito della moda, del cinema e della fotografia, Giorgio Armani rivolge ora la sua attenzione all’architettura e afferma in una nota: “Ho concepito il Silos come un luogo che promuovesse la creatività e che fosse uno stimolo per nuove idee, incoraggiando i giovani a esprimersi. Sono felice di dare spazio agli studenti di architettura del Politecnico per questa mostra così ricca di significato, che fa riflettere su temi importanti come la sostenibilità e l’innovazione. Mi ha colpito la capacità di questi giovani di guardare al futuro, senza dimenticare le origini. In questo
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momento il Silos ospita le opere di un grande architetto, Tadao Ando, spero che il suo esempio sia di ispirazione per questi ragazzi ai quali auguro un brillante futuro”. About Future: Architecture, Cities, Environment. Models and Visions Un progetto della Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni Politecnico di Milano A cura di Stefano Guidarini, Filippo Orsini, Orsina Simona Pierini Fino al 28 luglio 2019 Armani/Silos Via Bergognone 40, Milano
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Sapienza Università di Roma Inserito all’interno del Dipartimento di Storia Antropologia Religioni Arte Spettacolo, il Corso di Laurea in Scienze della Moda e del Costume della Sapienza propone un piano di studi interdisciplinare con una sintesi di fattori umanistici, storici, artistici culturali e di fattori economico-tecnologici-gestionali proponendo un percorso incentrato sulla scoperta e l’approfondimento delle diverse sfaccettature del settore moda ma anche di tutto l’universo che la circonda, come peculiarità culturale e economica del sistema Italia. Durante il primo anno lo studente seguirà un percorso che gli consentirà di definire una panoramica generale e una formazione introduttiva alle tematiche portanti del corso di laurea. Durante il secondo anno sarà possibile una specificazione dei percorsi, in particolare con riferimento alle materie di carattere economico manageriale o di ideazione e produzione. Durante il terzo anno, all’attività didattica tradizionale si affiancano le attività di preparazione dell’elaborato finale e di tirocinio o stage. Per saperne di più corsidilaurea.uniroma1.it/
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Università di Bologna. Campus di Rimini La Laurea triennale in Culture e Pratiche della Moda dell’Università di Bologna ma erogata nel Campus di Rimini, prepara gli studenti ad affrontare le principali questioni poste oggi dal settore della moda, offrendo loro ampie conoscenze teoriche e una prima dotazione pratica. Al primo anno lo studente consolida le conoscenze di base in ambito letterario, artistico, storico, estetico e sociologico, al fine di conoscerne adeguatamente gli aspetti metodologico-operativi ed essere capace di utilizzare tali competenze per interpretare e descrivere i fenomeni della moda. Nei due anni successivi vengono invece formate competenze più specifiche, guidando lo studente in un processo di apprendimento e approfondimento di metodi e strumenti fondamentali relativi alle tematiche principali della Moda. Oltre alle tradizionali lezioni in aula, la didattica si articola anche in attività laboratoriali (seminari e lavori di gruppo) nelle quali lo studente può mettere in pratica e verificare le competenze acquisite. L’eventuale tirocinio formativo, e l’elaborato finale, svolti molto spesso presso aziende del territorio, facilitano lo sbocco occupazionale ai laureati che non intendono proseguire gli studi. Per saperne di più corsi.unibo.it/laurea/CultureTecnicheModa/le-novita-del-corso
BACKSTAGE, FASHION AT IUAV 2017
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IUAV Lo IUAV di Venezia è una tra le più importanti realtà accademiche europee nella formazione dei designer e negli studi sulla moda.
MARIANO BARRIENTOS - FARMA282
Il Corso di Laurea triennale in Design della moda e arti multimediali, coordinato dalla lungimirante Maria Luisa Frisa, critico e fashion curator, fornisce un’appropriata preparazione di base per la progettazione della moda, delle arti visive e della multimedialità. La didattica integra insegnamenti a carattere laboratoriale con un’intensa programmazione di eventi: incontri con professionisti del settore, workshop, mostre, partecipazioni a contest internazionali e a progetti editoriali. La didattica è articolata in laboratori guidati da docenti e professionisti di respiro internazionale, a contatto diretto con la straordinaria eccellenza di tecnici, artigiani e industrie che rendono il “sistema moda” italiano famoso nel mondo. La laurea triennale forma figure che potranno inserirsi in uffici stile come designer, dedicarsi alla comunicazione e all’editoria di settore, lavorare in gallerie, archivi e musei della moda. Dopo il triennio è possibile specializzarsi con il corso di laurea magistrale.
Numerose realtà del sistema moda hanno chiamato a collaborare studenti e laureandi Iuav. I lavori degli studenti sono stati pubblicati su riviste specialistiche e hanno ricevuto numerose segnalazioni e premi. Tra le aziende e le istituzioni con le quali gli studenti hanno collaborato figurano: Acne Studios, Armani, Balenciaga, Bonotto, Bottega Veneta, Andrea Cammarosano, Judith Clark Costume Gallery, Gruppo Coin, Giles Deacon, Fondazione Gianfranco Ferré, Craig Green, Leitmotiv, Mary Katrantzou, L’Officiel Italia, Marni, Marques Almeida, Marvielab, ModeMuseum Anversa, Moncler, Pier, Archivio Rubelli, Safilo, Proenza Schouler, Raf Simons, Staff International, Lucio Vanotti, Victoria and Albert Museum Londra, Zegna.
Per saperne di più www.iuav.it/Didattica1/lauree/TRIENNALI/Design-del/
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OF A WONDERFUL HUMAN ADVENTURE
AD ARLES IL NUOVO APPUNTAMENTO CON IL FESTIVAL DELLA FOTOGRAFIA TRA I PIÙ CELEBRI DEL MONDO
IL RENDEZ-VOUS ANNUALE COMPIE 50 ANNI E FINO A SETTEMBRE SI PREPARA A METTERE IN SCENA UN CALENDARIO RICCO DI EVENTI E INSIEME A KERING RENDE OMAGGIO ALLA CREATIVITÀ FEMMINILE ESTENDENDO IL PROGETTO “WOMEN IN MOTION” ANCHE ALLA FOTOGRAFIA
Le nove sezioni portanti e le cinquanta mostre allocate nei punti nevralgici e storici di Arles sono incentrate sul ruolo del corpo come mezzo, sulla costruzione dell’immagine, sui modi di vivere, gli spazi domestici e sul senso di appartenenza ma anche sulle attualissime tematiche che vanno dal riscaldamento globale, ai conflitti, alla visione del futuro. Visto che si tratta di una vera celebrazione non manca la sezione “Happy Birthday” interamente dedicata al ruolo che il Festival ha svolto nelle vite degli appassionati di fotografia. La nuova edizione 2019 di Les Rencontres De La Photographie è un omaggio ai suoi fondatori: Lucien Clergue,
Michel Tournier e Jean-Maurice Rouquette e alla loro visione creativa e di condivisione artistica, impegnati sin dal 1970 (anno in cui i tre organizzarono la prima edizione all’interno del municipio della città), nel sostegno attivo ai fotografi, alla fotografia d’avanguardia e ai talenti emergenti che dal 1 luglio al 22 settembre 2019 vuole rendere unico e ancora più magico il percorso dei prossimi cinquant’anni. I Rencontres d’Arles 2019, guidati per la sesta edizione continuativa dall’art director Sam Stourdzé, vedono protagonista la fotografia femminile grazie al supporto del colosso della moda Kering che, tramite la partnership
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HEY! WHAT’S GOING ON? SHINJI NAGABE, COLLECTIF LANDÉ.
PIXY LIAO - EXPERIMENTAL RELATIONSHIP PIXY LIAO, IT’S NEVER BEEN EASY TO CARRY YOU, FROM THE EXPERIMENTAL RELATIONSHIP SERIES, 2013. COURTESY OF THE ARTIST.
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stretta con il Festival, estende il programma “Women in Motion” (un progetto inaugurato da Kering già nel 2015 in occasione del Festival del Cinema di Cannes in supporto delle donne che lavorano nel settore cinematografico ma anche nell’arte e nella letteratura con l’impegno di promuovere l’uguaglianza di genere) alle fotografe di tutto il mondo stanziando anche un premio di 25 mila euro e istituendo al contempo il LAB di Women in Motion con lo scopo di sostenere la ricerca fotografica. Un appuntamento che infine non solo coincide con il cinquantesimo anno di attività e con il supporto alle artiste, ma anche con la presentazione del nuovo edificio dell’ École Nationale Supérieure de la Photographie progettato da Marc Barani, un luogo di conoscenza e trasmissione dedicato ai fotografi di domani.
A FIANCO, IN ALTO SHINJI NAGABE, HOMEM-BOMBA [SUICIDE BOMBER], PARIS, 2018
A FIANCO, IN BASSO GUNDULA SCHULZE ELDOWY, BERLIN, 1987, FROM THE BERLIN ON A DOG’S NIGHT SERIES. COURTESY OF THE ARTIST.
“Estendendo Women in Motion alla fotografia, attraverso una partnership con questo festival di fama mondiale, abbiamo intrapreso un nuovo, fondamentale passaggio nella nostra azione per l’uguaglianza di genere. Kering sta sottolineando il suo impegno per le donne nell’arte, nella cultura e nella creatività, puntando i riflettori sul lavoro di fotografe talentuose, che stanno offrendo alle persone la loro visione del mondo e che stanno aiutando a cambiare le percezioni delle persone. Stiamo fornendo a queste donne una piattaforma e un supporto tangibile come parte di tale impegno”. François-Henri Pinault, Chief Executive Officer of Kering.
Les Rencontres De La Photographie Arles Dal 1 luglio al 22 settembre 2019 CLAUDE MARTIN-RAINAUD, VEDUTA SUR L’INSTALLATION DE LA FÊTE DE SAN PIETRO, TELLE QUE PEINTE PAR CANALETTO À L’AIDE DE SA CAMERA OBSCURA, VENISE, ITALIE, 2013. TEMPS DE POSE : 2 MIN 11 S.
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www.rencontres-arles.com
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IMMA VILLA FOTO FRANCA CENTARO FEDRA
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R-Estate nel Golfo Festival, teatro, concerti, mostre… e notti di musica per ballare fino all’alba. Tra rinascita culturale e mondanità, si viaggia nel Golfo di Napoli, tra isole, tramonti mozzafiato e notti on the rocks
TITOLO: TELLING THE PASSION OF ART AND CHRIST ANNO: 1978 MATERIALE: MATITA HB E SANGUE SU CARTA DIMENSIONI: 21 X 29,7 CM
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JAN FABRE TITOLO: THE DEVILISH LOVE FOR DEATH - ANNO: 2019 - MATERIALE: CORALLO ROSSO “DEEP SEA”, PIGMENTO, POLIMERO - DIMENSIONI: 24,8 X 16,9 X 20,6 CM
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mmirare by night il sito archeologico più imponente e famoso al mondo e, al tempo stesso, assistere ad uno spettacolo di teatro che, nei canoni del contemporaneo, fa rivivere un classico dell’antichità: è Pompeii Theatrum Mundi, il festival che, dal 4 al 6 luglio, nel Teatro Grande di Pompei, mette in scena l’irresistibile “Satyricon” di Petronio Arbitro, maestro di buon gusto alla corte di Nerone, noto al grande pubblico soprattutto per la geniale (e libera) rilettura di Fellini. Un mix di sorprendenti brandelli narrativi, tra sesso, strani riti, naufragi, risse, speculazioni d’arte, truffe ben congegnate e licantropi, tra i quali spicca qualche porzione più ampia come la celeberrima, scintillante Cena di Trimalchione. Il regista Andrea De Rosa lo attualizza affidandosi alla penna di Francesco Piccolo che così descrive il suo approccio alla riscrittura: “La decadenza di Roma, l’opulenza disperata, la corruzione, il mecenatismo un po’ burino. Le feste, le cene. Tutto questo, usando i tic linguistici della mondanità decadente di oggi, è sia elettrizzante sia in qualche modo naturale”. Insomma, una sorta di “Grande Bellezza” ante litteram. Il confronto tra avanguardia e classici senza tempo è anche il fil rouge della mostra, in corso fino a settembre, “Jan Fabre. Oro Rosso. Sculture d’oro e corallo, disegni di sangue”. Il controverso artista belga di fama mondiale torna a Napoli con un nuovo progetto che coinvolge quattro luoghi di grande pre-
DJ CERCHIETTO AL MUSIC ON THE ROCKS
stigio: il Museo e Real Bosco di Capodimonte, la chiesa del Pio Monte della Misericordia, il Museo Madre e la galleria Studio Trisorio. A Capodimonte l’artista espone un gruppo di lavori in dialogo con opere provenienti dalla collezione permanente del museo: sculture in oro e disegni di sangue creati dall’artista dagli anni Settanta ad oggi, oltre a una serie inedita e sorprendente di sculture in corallo rosso, realizzate ex novo. Nel Pio Monte, in dialogo diretto con il capolavoro di Caravaggio Sette opere di Misericordia (1606-1607), è posta la scultura The Man Who Bears the Cross (2015). Il cortile d’onore del Madre ospita invece l’iconica scultura The Man who Measures the Clouds (2018). Fino al 14 luglio 2019 si susseguono oltre 100 eventi, in 40 diverse location, per la dodicesima edizione del Napoli Teatro Festival Italia, ricca kermesse che si declina tra teatro, danza, letteratura, cinema, video/performance, musica, mostre e laboratori, sede principale il Palazzo Reale, e soprattutto biglietti a prezzi super popolari (da 8 a 5 euro). Grandi nomi internazionali e nazionali si avvicendano, tra i quali Robert Lepage, Ariane Mnouchkine, Martin Zimmerman, Wael Ali, Wael Kadour, Daniel Pennac, Mohamed El Khatib, Liz Aggiss, Teatro de los Sentidos, Alice Rippol, Ali Charour, Roberto De Simone. Con le quinte a strapiombo sul mare della Costiera Amalfitana, il mitico Ravello Festival, alla sua 67esima edizione, propone fino a tutto settembre un programma musicale articolato in varie sezioni tra cui “Orche-
JAN FABRE - TITOLO: THE RED GOLD PASSION - ANNO: 2019 - MATERIALE: CORALLO ROSSO “DEEP SEA”, PIGMENTO, POLIMERO - DIMENSIONI: 30,9 X 24,6 X 24,7 CM
TEATRO GRANDE POMPEI
stra Italia”, omaggio a compositori e orchestre del Bel Paese, sul Belvedere di Villa Rufolo, in collaborazione con il Teatro di San Carlo, e “La meglio gioventù”, con solisti, cori e orchestre dei conservatori italiani. Ed è ancora la musica – pop, elettronica, latina, house classic, magari anche un po’ italiana, a seconda della one night e del dj di turno – a fare da attrattore principale delle notti più divertenti, visionarie e creative nel golfo: per non sbagliare, la scelta migliore cade sul nuovo format “live and dance” del Post Aperitiv Club a Coroglio, sul leggendario Music On The Rocks a Positano (parterre in arrivo da ogni parte del mondo e ospiti a sorpresa del calibro di Lenny Kravitz, Jennifer Lopez e Richard Gere), sugli eventi al tramonto rosso rosa meraviglioso del Nabilah (sulla spiaggia romana del Fusaro a Bacoli) e, last but not least, sulle serate sempre più dinamiche del VVClub a Capri, amato dal pubblico internazionale... Perché a Napoli la musica… non finisce mai.
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Nabilah
Ravello Festival
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Checkpoint Charly
A Bologna, una realtà emergente che libera creatività, adotta spazi urbani e sceglie percorsi inediti, lasciando esprimere le sfumature di varie forme d’arte contemporanea BY A N TO N E L L A T E R EO
La voglia di coalizzare una libertà espressiva urbana sta facendo crescere la forza di Checkpoint Charly, oggi racchiuso fra le mura di un ex-magazzino sartoriale nel cuore di Bologna. Sita al civico 7 di via del Rosaspina – area Bolognina – si è estesa grazie ai suoi “artisti uniti dal bisogno primario di spazi di ricerca, espressione, condivisione” conquistando, nell’ultimo paio d’anni, anche un altro stabile sulla stessa strada. Il laboratorio artistico condiviso ha preso forma lentamente. Elena,
NELLA FOTO IN ALTO, UNO SPAZIO DEL LABORATORIO ARTISTICO
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Charlotte, Mattia, MarieClaire, Francesca sono solo alcuni dei protagonisti di tale esperimento di successo urbano. In tutto sono ad oggi 32 i giovani artisti visivi, fra falegnami, fumettisti, ceramisti, serigrafi e stampatori che ogni giorno sono di casa in “sede”. Per formazione, esperienze e debutti, i ragazzi che vi si sono insediati arrivano da realtà diverse, così come da varie zone d’Italia, ma trovano l’ospitalità migliore nel contesto creativo bolognese. Un angolo cucina privato su un soppalco dello
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stabile rivela la dedizione dei suoi fruitori ad un luogo che non è solo di rapido passaggio ma di forte impegno professionale, emotivo ed esperienziale. Al piano terra, invece, uno spazio aperto ad eventi fino a seguire, quasi in un backstage, verso i corner che ospitano utensili, tempere, ritagli, materiali metallici e, in fondo, persino una camera oscura non così improvvisata. Si intersecano così storie di progetti nella pittura, nella fotografia, nell’animazione tridimensionale, nella scultura applicata, nella stampa calcografica, nei fumetti o nell’incisione. Una realtà che in tutto questo mostra un’intraprendenza e una libertà espressiva spontanea in netta ascesa. Anche grazie ad una rete di fornitori per le materie prime che, per le opere prodotte, offre come risorse scarti industriali o plastiche fuse che vengono riciclate, rintroducendo in un ciclo virtuoso e artistico inedito materiali che si trasformano in progetti e istallazioni secondo l’artista.
“È uno spazio di ricerca personale e di sviluppo delle commissioni personali, un co-working creativo. Poi c’è tutta una parte associativa, per cui noi sviluppiamo progetti vari insieme, a nome Charly” – ci confida Elena Guidolin, fumettista. “Abbiamo vinto quest’anno il bando sul tema della rigenerazione degli spazi per il progetto “Incredibol” [INnovazione CREativa DI BOLogna, nato nel 2010 per sostenere la crescita del settore culturale e creativo, n.d.R.] indetto dalla Regione e da fine giugno – continua Elena - ci darà modo di procedere sui progetti che abbiamo in mente proprio per l’estate e oltre, in fase di lavorazione”.
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LAB STAMPA
Dopo la recente esposizione di 11 tra i più interessanti illustratori cileni contemporanei, si rinnoverà poi anche quest’anno a giugno il solido rapporto con il festival BAUM – Bolognina Arti Urbane in Movimento, da cui è nato solo qualche anno fa il progetto Cartoline dalla Bolognina, un esperimento di cartografia emozionale, in cui il pubblico-cittadinanza ha segnalato aneddoti e sensazioni, nonché storie (più di 200) nella memoria di vicoli e angoli del quartiere degli operai. La voce di Charly è venuta fuori a conclusione di questo percorso, con la realizzazione di illustrazioni a forma di cartolina, persino ironiche. Un esempio fra tanti, oltre a allestimenti e mostre temporanee in cui anche sound performances e live painting fanno la loro parte in questo atelier dove le sperimentazioni artistiche sono sempre in continuo divenire.
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Visionaries
E € 6 – P € 7 / F, B, L € 7.5 – NL € 8.5 D, A € 9 – CH Chf 7.50 / UK £ 6.5 – S Sek 75
RISCRIVI LE REGOLE DELLA FOTOGRAFIA No. 2 /2019