WE ARE VISIONARIES P R O TA G O N I S T S
INTERVIEW
CAROLINE HIRT E CHRISTIAN ETTER RACCONTANO IL FUTURO DELLA DIGITAL ART
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Visionaries
LA MODA E LE PROPOSTE DA INDOSSARE MODE SWISS LA NUOVA CULLA DEL TALENTO PLACES
E € 6 – P € 7 / F, B, L € 7.5 – NL € 8.5 D, A € 9 – CH Chf 7.50 / UK £ 6.5 – S Sek 75
KULT ALLA SCOPERTA DEI FUTURI LEADER
MILANO BOLOGNA NAPOLI I LUOGHI DELLA CREATIVITÀ TV
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No. 3 /2019
Unique Media srl – Trimestrale 30/09/2019 sett./ott./nov.
DA NETFLIX LE SERIE TV PIÙ COOL
THE NEW EAU DE TOILETTE INTENSE
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Per informazioni, numero verde 800-922259.
THE NEW EAU DE TOILETTE INTENSE
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VANGUARD TALENTS CREATIVITY DESIGN FASHION MUSIC ART EXHIBITION VISIONARY
Editorial Director Enrico Cammarota Editor-at-Large Luisa Micaletti Design Anna Casotti Music Ciro Cacciola Art Alessandro Riva Lifestyle Alessandro Iacolucci, Marco Torcasio Collaborators Antonella Tereo, Marinella Cammarota, Guido Tortorella International Collaborators Anna Casotti – New York Fausto Colombo – Zurigo Alessandra Fanari – Parigi Graphic Design Stefania Di Bello Kult Magazine is published quarterly by Unique Media Srl Marzia Ciccola (Editor-in-chief) Registration at Court of Milan n. 412 of 11/06/1998 ©Unique Media Srl. All right are reserved Reproduction in whole or in part without written permission is strictly reserved Worldwide Distribution: Australia, Belgium, Brazil, South Korea, United Arab Emirates, Finland, Great Britain, Hong Kong, Israel, Lithuania, Malta, Holland, Singapore, Hungary
In cover: Starring MATTIA GIORDANO Art Direction ALESSANDRO IACOLUCCI / Fotografo ZAK ANDREA ZACCONE / Assistente fotografo PATRIZIA BAZZANI / Stylist ANGELINA LEPPER/ Assistente stylist JESSICA MARIUZ / Makeup & hair GIMMY AREVALO LOCATION TE DISTRICT (Via Tertulliano 68 Milano). Un ringraziamento speciale va a: Accademia09 accademia di Cinema, Musica e Comunicazione dei Media / DanceHaus Susanna Beltrami - Dance School/ HangarQ Cooking Lab&Lounge Mattia indossa Felpa in cotone e patch logo ricamata, pantaloni in tricot rovesciato con coulisse in vita. Tutto FRED PERRY
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Unique Media Srl Viale Sabotino 19/2 – 20137 Milano ph. +39 0249542850 adv@uniquemedia.it (advertising) segreteria@uniquemedia.it Printed by Arti Grafiche Boccia Spa Distribution SO.DI.P. “Angelo Patuzzi Spa” Via Bettola, 18 – 20092 Cinisello Balsamo
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RUBRICHE 12
News social: Sofia Sole e Enzo Asuni raccontano TitTok e 21buttons
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iPhone XI Pro
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NETFLIX e le sue serie TV top
VISIONARIES
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Luciano Spinelli, Zendaya, EXO_CY, Daniel Lismore, Miwa Komatsu. KULT alla scoperta dei nuovi leaders
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Musica: il ritorno di Chali XCX
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Young Talent: intervista a Mattia Giordano
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Il MUDA di Zurigo e i nuovi scenari della digitar art
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FASHION 48
I talenti di MODE SWISS
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A new fashion story
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I brand e le campagne che raccontano l’inclusivitĂ
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Sneakers trend
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Testimonial: Dua Lipa, RKOMI, Cara Delevingne, Rita Ora, Rejjie Snow, Odessa Young, Hero Fiennes-Tiffin
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I nuovi orologi by MIDO
CITY
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Slam tra mecenatismo e radici
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Gli appuntamenti artistici di Milano
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La prima Biennale di Bologna
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I contest creativi
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Napoli creativa
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DIVERTIMENTO CREATIVITÀ ESPRESSIONE D
opo il passato successo di Facebook e Instagram è la volta di TikTok e 21buttons. A dirci cosa sono, come si usano e perché li
amano sono gli utenti stessi: protagonisti la giovane cantante di The Voice of Italy Sofia Sole e l’influencer di origini sarde Enzo Asuni
SOFIA SOLE Di Milano 17 anni Giovane talento della musica @sofiaasole
PH. BY YURI CATANIA
Un viaggio alla scoperta dei nuovi social usati dalla generazione Z per esprimere il proprio talento e farsi notare. TikTok e 21buttons sono ora le app di riferimento per chi ama condividere i propri pensieri e le proprie passioni col resto del mondo. Per utilizzarle basta scaricarle dal proprio store e creare l’account, ma come funzionano e perché li amano ce lo raccontano due protagonisti speciali.
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Da un lato Sofia Sole giovane talento della musica made in Milan, tra le sue ultime avventure contiamo la partecipazione a The Voice of Italy nel team capitanato da Gigi D’Alessio. Dall’altro lato invece Enzo Asuni, influencer di origini sarde con la passione per la moda. Lui è uno tra gli 80 ambassador selezionati da 21buttons.
Sardo 27 anni Talent digital 21buttons.com/enzoasuni
PH. MARCUS COOPER ©
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Scopriamoli insieme nelle pagine seguenti...
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T I K TO K La piattaforma più usata al mondo dagli appassionati dei video brevi. La mission di TikTok, come spiega l’azienda in una nota, è: “far sì che chiunque nel mondo possa dare libera espressione alla propria immaginazione e conoscenza nei modi e tempi ritenuti più opportuni. La piattaforma ospita lavori creativi in forma di video che contribuiscono a donare un’esperienza genuina, ispirante e divertente”. Sofia raccontaci la tua esperienza su TikTok. Ho iniziato ad usare il social grazie a Vine, un’applicazione in cui i ragazzi cantavano, ballano, recitavano e soprattutto si divertivano e una volta chiusa l’app ho scoperto Musical.ly la quale si è poi trasformata in Tik Tok. Nonostante Tik Tok avesse il solo scopo di innovare la vecchia app, adesso è un format completamente nuovo. I ragazzi, dai 12 ai 20 anni principalmente, posso mostrare le loro capacità comiche ma soprattutto il loro talento, in particolare canto e ballo. Si può scaricare l’app dal proprio telefono e creare l’account. Qual è il segreto per avere successo su TikTok? TikTok è una piattaforma di intrattenimento ma anche un’applicazione che ha lo scopo di far emergere il talento, diversa dalle altre applicazioni. Il segreto per diventare un Tik Toker di successo (così si chiamano i ragazzi della community di Tik Tok), è seguire sempre le nuove tendenze. Ogni girono ci sono nuove challenge, nuovi trend da scoprire e nuovi sound con cui divertirsi! Al contrario di altri social media, i TikToker diventano popolari non grazie alle views ma bensì per l’originalità che viene espressa nei loro video, più i video vengono ricondivisi più si diventa popolari. Cosa ami condividere? Io sono una cantante quindi adoro poter condividere con tanti Tik Toker il mio talento. Faccio molte cover e sono felice che vengano apprezzate. Da utente, la cosa che invece mi diverte di più è vedere i diversi balli che diventano virali, li trovo esilaranti e coinvolgenti. Devo ammettere che anche io come altre persone ho provato a farli e mi sono sempre divertita tantissimo. Mi piacciono anche i video comici, specialmente quando si parla di scuola o di ragazzi dato che mi immedesimo molto in quello che fanno e in quello che dicono.
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pagina internet del capo che sta indossando, attraverso pochissimi click. Nella “HOME” è possibile vedere gli outfit proposti dai buttoner che si seguono. In “SCOPRI” si trovano prettamente look di ultima tendenza ed è possibile scoprire i profili dei nostri influencer preferiti. In tutte le foto ci sono dei puntini colorati (o bottoni), cliccandoci sopra sarà possibile scoprire il brand di una T-Shirt, una gonna, un pantalone e quant’altro e si avrà eventualmente la possibilità di acquistarlo attraverso pochi passi, in quanto ogni pallino è collegato al sito e-commerce di un determinato marchio. È possibile salvare i nostri capi preferiti all’interno di cartelle che possiamo decidere di rendere pubbliche o private e magari comprarli in un secondo momento. Una funzione che mi piace molto è senza dubbio quella denominata “ABBINA” in quanto permette di vedere come altri buttoner hanno abbinato un determinato capo d’abbigliamento. Ogni volta che i nostri followers compreranno qualcosa da una nostra immagine, noi guadagneremo una somma pari al 4% o al 6% a seconda del brand che abbiamo taggato. Una domanda che spesso mi viene posta è se sia possibile taggare anche marchi economici e non per forza sfoggiare grandi firme. La risposta è Sì. Si può taggare qualsiasi marchio che abbia un sito e-commerce.
21B U T TON S Il primo social network per gli amanti della moda, composto da una community che ama condividere i propri look ma anche scoprirne di nuovi, comprare, salvare e abbinare i must have di stagione e guadagnare grazie al proprio stile. Raccontaci cos’è e come si usa 21buttons. Con questa app, facilmente scaricabile su Apple Store e Google Play, è possibile trarre ispirazione per i propri outfit e anche guadagnare condividendoli. L’interfaccia è simile a quella di Instagram e questo rende l’applicazione abbastanza intuitiva. Emergono reazioni quali like e commenti e, anche in questo caso, i protagonisti principali sono i followers. Un utente che scarica 21buttons viene definito BUTTONER e quando carica le foto dei propri outfit può taggare il brand, scrivere una caption per quanto riguarda il look e, rimandare direttamente gli altri utenti alla
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Come sei diventato ambassador di 21buttons? Una collaboratrice di questa startup mi contattò tramite direct su Instagram, era rimasta piacevolmente colpita dal mio stile. Mi notò attraverso gli hashtag che inserisco e mi propose di entrare a far parte della loro community di Brand Ambassador. Resto perennemente in contatto con l’azienda tramite e-mail o Whatsapp e spesso propone nuovi aggiornamenti e campagne molto interessanti a cui è possibile prendere parte. Delle volte noi ambassador siamo i primi a poter beneficiare di nuovi aggiornamenti e questo è molto divertente. Qual è il messaggio che vuoi comunicare e condividere con chi ti segue su 21buttons? A differenza del mio profilo Instagram, in cui condivido anche foto di Lifestyle e viaggi, su 21buttons condivido i miei look invernali, estivi, primaverili e autunnali. Una vetrina che spesso uso anche per lanciare dei messaggi importanti per esempio sull’ecosostenibilità o invitando i follower ad aderire a campagne in favore della ricerca contro il cancro proposte dal team di 21buttons che ci ha fornito delle nozioni veramente suggestive sull’argomento. Grazie alla piattaforma, come ambassador, ho cercato di sensibilizzare i miei followers invitandoli a cliccare su un tasto di colore lilla presente sulle mie foto, in questo modo chi vuole può donare 3€ a favore della causa, senza che io ne tragga alcun beneficio personale a livello patrimoniale.
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Siamo stati all’ Apple Store Liberty di Milano per provare il nuovo iPhone XI Pro. La sensazione è semplicemente straordinaria Due formati, quattro colori, 3 capacita di archiviazione insieme a uno dei processori più veloci in assoluto creati dalla mela… È arrivato il top di gamma della famiglia Apple: iPhone XI con IOS 13 Bionic che nella versione Pro presenta il primo sistema a tripla fotocamera in grado di realizzare un’inquadratura fino a quattro volte più ampia grazie a teleobiettivo, grandangolo e ultra grandangolo, oltre a poter registrare filmati in 4K. iPhone XI Pro con il suo display Super Retina XDR garantisce in modo automatico la giusta dose di luminosità e nitidezza ai tuoi scatti. Inoltre, il sistema Smart HDR di nuova generazione usa algoritmi evoluti per affinare i dettagli nelle parti sovrailluminate o in ombra, e grazie all’apprendimento automatico riconosce i volti delle persone inquadrate e ne migliora l’illuminazione in modo intelligente.
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Con il nuovo iPhone anticipi le mode e dal selfie passi allo slofie grazie alla nuova fotocamera TrueDepth da 12MP che permette di realizzare un divertente videoselfie in slow-motion a 120 fps, o registrare video 4K a 60 fps. Apple garantisce che iPhone XI Pro sia il suo device più veloce in assoluto grazie anche alla CPU che integra due nuovi acceleratori per l’apprendimento automatico in grado di eseguire calcoli matematici fino a sei volte più velocemente, e di elaborare più di mille miliardi di operazioni al secondo. Anche la trasmissione dati è più veloce, infatti, per scambiare i file con un altro iPhone via airdrop basta avvicinare i dispositivi e il gioco è fatto.
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L’unico limite è la tua immaginazione. Viale Sabotino 19/2, Milano www.mydomotic.it info@mydomotic.it
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CHE COSA CI GUARDIAMO STASERA? VADEMECUM PER LO SPETTATORE COOL.
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ell’era delle recensioni su qualsiasi cosa, un nostro attento sguardo alle serie tv che
che, in un mondo dove internet privilegia durate brevissime, ci sia un intero popolo di telespettatori disposto a passare circa otto ore di fila davanti ad un teleschermo per seguire la trama di un singolo show.
hanno fatto il grande successo di Netflix,
la principale piattaforma a livello mondiale dello stre-
aming online. Stranger Things, Black Mirror, La Casa Di Carta… se ne avete sentito parlare in giro ma non avete mai approfondito, ecco l’articolo che fa per voi. BY G U I D O TO RTO R E L L A
Si è soliti sentir dire che dalla nascita di YouTube in poi la soglia d’attenzione dei telespettatori sia diminuita drasticamente. Le stesse fasce di età che negli anni 70 e 80 erano disposte di buon grado a passare quattro, cinque ore davanti ad un impegnativo film d’autore, prediligono oggi la brevissima durata, l’emozione immediata che i video in pillola del web sono in grado di procurare. I social, se non bastasse, non hanno fatto altro che amplificare questo fenomeno in corso: Instagram e Twitter, ad esempio, impongono da anni il tempo massimo di un minuto ai contributi caricabili sui loro canali. Eppure, proprio nell’epoca della fruibilità istantanea, del “tutto e subito”, si inserisce un interessante fenomeno in netta controtendenza che è quello delle serie tv. Il 4 luglio 2019 migliaia di adolescenti americani hanno organizzato una maratona per l’uscita della terza stagione di Stranger Things, l’attesissima serie ideata dai fratelli Matt e Ross Duffer, che nell’anno di esordio aveva fatto incetta di Primetime Emmys; è dunque curioso
Il merito va attribuito in parte alla bravura degli sceneggiatori, in grado di infiocchettare delle trame che tengono incollati allo schermo, dando luogo al cosiddetto fenomeno dell’effetto pac man, ovvero la tendenza a “consumare” una puntata dietro l’altra senza preoccuparsi del tempo che scorre, ma anche all’intelligenza di piattaforme online come Netflix, che su un’abbondante proposta di film, documentari e serie tv ci ha costruito il suo successo. Fondata da Reed Hastings e Mark Randolph nel lontano 1997 e nata originariamente come attività di noleggio DVD, Netflix ha vissuto soltanto nel 2014 il suo vero e proprio boom superando i 50 milioni di abbonati in tutto il mondo. A distanza di appena cinque anni da quel notevole exploit le proposte sono diventate innumerevoli, tanto che il più grande rischio è diventato quello di navigare nell’indecisione, passando l’intera serata a sfogliare il catalogo sul proprio smart tv. Per fortuna viviamo nella società delle recensioni, un mondo dove si può contare sul giudizio di centinaia di consumatori per l’acquisto di un qualsiasi ammennicolo sul quale si abbia messo gli occhi. Ma non è tutto, Netflix ne ha veramente per ogni gusto: piccolo gioiello imperdibile è Russian Doll, che narra di una donna intrappolata nella stessa giornata; per chi ama la commedia c’è Glow, incentrato sulla lega femminile di wrestling degli anni ottanta e se infine vi piacciono le trame adolescenziali ci sono gli ottimi Tredici, The End Of The F***ing World e Come Vendere Droga Online (In Fretta). Detto questo… che si spengano le luci e che lo spettacolo cominci! Benvenuti nel cinema del futuro.
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Stranger Things
La Casa Di Carta
Narcos
Poteri paranormali, passione per i giochi da tavolo e fascino dei primi videogame, il tutto condito da una nostalgia mai fine a se stessa e un intelligente rispolvero dell’immaginario nerd anni ‘80. Lo show vede protagonista un gruppo di quattro amici sull’orlo dell’adolescenza, che vive nella fittizia città di Hawkins e che si trova improvvisamente alle prese con la sparizione di uno di loro, Will Byers. Si viene presto a scoprire che la responsabilità è del laboratorio Hawkins, a causa degli starni esperimenti è stato aperto un varco con un’altra dimensione, il cosiddetto mondo del “sottosopra”. La fortuna dei tre amici è l’incontro con Undici, una loro coetanea, utilizzata per anni come cavia e appena scappata dal laboratorio che aiuterà i suoi nuovi amici nella ricerca di Will.
Di produzione spagnola e indiscutibile successo ha accattivato il pubblico grazie ad un sapiente miscuglio delle tematiche tipiche dei film sulle rapine bancarie. Otto criminali che non hanno niente da perdere, vengono reclutati dal “Professore”, figura carismatica, gentile e geniale, per il colpo del secolo: svaligiare la zecca di stato. La genialità degli sceneggiatori sta nel prendere spunto da idee preesistenti e riproporle con la freschezza di una sceneggiatura originale. Già in Inside Man di Spike Lee i rapinatori vestivano gli ostaggi con le loro stesse divise, già in V Per Vendetta il cosiddetto villain conquistava la simpatia dello spettatore lottando contro un sistema impreciso e pieno di lacune, ma questo non ha impedito alla Casa Di Carta di appassionare il mondo.
Per gli appassionati del genere crime e della lotta al narcotraffico, consigliamo la splendida serie incentrata principalmente sull’ascesa e dominio di Pablo Escobar, il più grande narcotrafficante sudamericano degli anni ottanta. Anche in questo caso, come in House Of Cards, la grande fortuna dello show è dovuta alla magistrale interpretazione che l’attore Wagner Moura dà del protagonista. Quando, alla fine della seconda stagione Escobar muore (non è un grave spoiler, dal momento che Narcos si basa sulla realtà), pare che un’enorme fetta di fan abbia abbandonato la visione dello show, che da quel momento in poi si concentra sui cartelli del narcotraffico entrati nella mira dell’agenzia federale antidroga statunitense dopo la caduta di El Patron.
Black Mirror
Sherlock
House Of Cards
Lo show ideato dal geniale Charlie Brooker nel 2011 prende spunto dai vecchi episodi della serie tv “Ai confini della realtà”, infatti ogni puntata è una storia a se stante basata sul domani che è già oggi. La malinconia regna sovrana soprattutto perché, come suggerisce il titolo, Black Mirror non è altro che uno specchio leggermente deformato sulla società di oggi: senza alcuna pietà ci vengono mostrati i rischi relativi all’utilizzo improprio delle nuove tecnologie. Nella serie il lieto fine non esiste, anche quando una trama sembra finire bene c’è sempre l’eventualità che se non stiamo attenti ci potrebbe andare anche peggio.
Cosa succederebbe se il più geniale detective della storia vivesse nella Londra di oggi e godesse della fama di una vera e propria rockstar a livello mondiale? È la domanda che si sono posti i due eccellenti sceneggiatori Steven Moffat e Mark Gatiss quando hanno buttato giù le prime righe del pilota di questa sensazionale serie tv, che ha lanciato due attori pazzeschi come Benedict Cumberbatch e Martin Freeman. I personaggi e la trama si ispirano agli scritti di Doyle, tanto che ne prendono dichiaratamente spunto a partire dai titoli, ma il talento degli sceneggiatori è quello di inventarsi dei raffinatissimi enigmi mettendo alla prova i più accaniti giallisti.
Nel lontano 2011 Netflix, fino ad allora semplice piattaforma di streaming online, decise di comprare per la stratosferica cifra di 100 milioni di dollari, i diritti di una miniserie BBC del 1990 sugli intrighi di potere, dal titolo House Of Cards. Riambientato negli Stati Uniti di oggi, lo show ideato da Beau Willimon narra dell’ascesa politica del deputato Francis Underwood e di sua moglie Claire, magistralmente interpretati da Kevin Spacey e Robin Wright, fino al loro ingresso alla Casa Bianca in qualità di presidente e first lady. I metodi di Frank sono brutali e privi di scrupoli, al punto che non si tira indietro nemmeno quando deve uccidere a mani nude una giornalista.
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NEW LEADERS
PR OTAG O N I ST S
Giovani personalità e icone influenti nel panorama artistico e culturale che, dai social fino alle esposizioni museali e alle performance live, catturano l’attenzione di un pubblico sempre più attento alla forma e al contenuto piuttosto che alla mercificazione dell’immagine.
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LUCIANO SPINELLI La star del web
CON 7 MILIONI DI FOLLOWER SU TIK TOK È IL PIÙ SEGUITO IN ITALIA E A LIVELLO MONDIALE. A SOLI 19 ANNI PUBBLICA IL SUO SECONDO LIBRO Sono tanti i numeri di questa giovane star. Nato a Monza nel luglio del 2000, diventa popolare grazie al suo canale YouTube lanciato nel 2015 con il video “Mi presento”, canale che oggi vanta quasi 600.000 iscritti. L’obiettivo di Luciano? Esprimere la sua fantasia e strappare un sorriso alle persone. Nel 2017 viene proclamato Muser of the Year e nello stesso periodo pubblica “Insieme. Il mio diario nelle vostre mani”, un quaderno segreto in cui Luciano parla di sé senza filtri e con il quale lascia che tutte le sue fan e i suoi follower possono accostarsi al suo mondo in maniera più profonda. Oggi Luciano oltre ad essere stato nominato Kid’s Choice Awards come webstar italiana preferita e aver raggiungo 1.5 milioni di follower su Instagram e 126k su 21buttons, ha prestato la voce al piccolo Pugsley nel nuovo film animato de “La Famiglia Addams” (Eagle Pictures) che uscirà nelle sale italiane ad Halloween, mentre è prevista nel Gennaio 2020 l’uscita della serie “Cabin 12006” che Msc ha realizzato in collaborazione con Nickelodeon, in cui reciterà un ruolo da protagonista. Luciano è appena stato scelto come testimonial della campagna 2019/2020 di Amnesty International contro il cyber bullismo, tema a lui da sempre molto caro. Ma quello che veramente sta mandando in delirio il pubblico è il suo secondo libro intitolato “Per sempre”. Un’intima lettera ai sui fan per farsi conoscere limpidamente. Una raccolta di suoi disegni inediti, realizzati nel tempo, accompagnati dai pensieri che li hanno ispirati, trasformatisi in questa pubblicazione, in vere e proprie poesie.
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PARK CHAN-YEOL aka EXO_CY
COURTESY OF ACQUA DI PARMA
ECCO CHI È IL GIOVANE RAPPER SUD COREANO CHE STA FACENDO IMPAZZIRE GLI AMANTI DEL K POP
Lo abbiamo visto a Milano durante l’ultima Fashion Week e all’opening della nuova boutique di Acqua di Parma in vi Gesù 1, dove ha siglato alcuni cofanetti per i suoi fan. Classe 1992, Chan-yeol si è appassionato alla musica sin dalla scuola elementare, complice il film “School of Rock” che ha avuto su di lui un’influenza non indifferente, tanto da ispirarlo nel suonare la batteria. Durante le scuole medie è stato alle prese con la sua prima band gli “Heavy Noise” mentre nel 2008 fa il suo ingresso nel complesso scolastico dei “Seiren”. Nel 2012 arriva la
fama, Chan-yeol diventa il dodicesimo e ultimo membro degli EXO e del sottogruppo EXO K, la loro musica comprende un’ampia gamma di generi come pop, hip hop e R&B, oltre che generi legati alla EDM quali house, trap e synth pop con pubblicazioni in coreano, mandarino e giapponese. Gli EXO si sono classificati nella top 5 delle celebrità più influenti nella lista Forbes Korea Power Celebrity dal 2014 fino al 2018. Il loro quarto album The War (uscito nel 2017) è diventato un best-seller toccando vendite per oltre 1,6 milioni di copie solo in Corea del Sud.
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Z E N DAYA Become a leader
È LA PROTAGONISTA DI EUPHORIA, LA SERIE TV CHE STA SCANDALIZZANDO GLI STATES. CANTANTE ATTRICE E MODELLA, ORA VESTE I PANNI DI UN’ADOLESCENTE ALLE PRESE CON SESSO, DROGA E SOCIAL MEDIA
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COURTESY OF LANCÔME
Euphoria dovrebbe rappresentare lo specchio della generazione Z e di quanto sia difficile crescere nel contesto iper-connesso… questa l’idea che sta alla base della serie televisiva statunitense creata da Sam Levinson per il network HBO, forse uno dei canali più estremi della tv americana. L’emittente aveva considerato gli effetti shock che avrebbe potuto procurare la serie, senza però mette in conto una possibile censura per gli innumerevoli scandali legati all’opinione pubblica a causa degli argomenti trattati, troppo scottanti da affrontare in ogni famiglia. Euphoria racconta infatti una storia di ragazzi adolescenti alle prese con sesso e sessualità, droga e social media. Possibile che ancora oggi il confronto famiglia-figli su tematiche del genere faccia così paura? Nel cast insieme agli attori Hunter Schafer, Jacob Elordi, Algee Smith, Sydney Sweeney, Eric Dane, Storm Reid, Barbie Ferreira, Alexa Demie, Maude Apatow c’è anche l’intraprendente Zendaya che, nonostante la giovane età, affronta inaspettatamente bene le tematiche trattate passando da piccola star della Disney, attrice, cantante, ballerina e modella di Oakland a una leader che mostra una sensibilità e una consapevolezza non comuni per una ragazza di 23 anni che insieme alle collaborazioni con Tommy Hilfiger conquista anche Lancôme, diventando testimonial della nuova fragranza Idôle. La stessa Zendaya ha dichiarato su Euphoria al New York Times: “Non trovo la serie così scioccante. La gente si scandalizzerà ma, che piaccia o no, si sta raccontando la storia reale di qualcuno. È difficile per me parlare di dipendenza perché non è qualcosa con cui ho avuto a che fare direttamente, ma ho avuto amici a cui è capitato, e dovevo aiutarli a uscirne”.
DANIEL LISMORE L’arte della scultura vivente
IL COSTUME DESIGNER TRA I PIÙ INFLUENTI DEL SETTORE ARRIVA IN MOSTRA ALLA ENGLISH NATIONAL OPERA DI LONDRA PER LO SPETTACOLO “THE MASK OF ORPHEUS” Daniel Lismore ha iniziato la sua carriera come fotografo prima di passare davanti all’obiettivo e diventare un modello. È stato fotografato e ha lavorato come consulente creativo per alcuni dei fotografi tra i più famosi al mondo tra cui Mert & Marcus, Steven Klein, David LaChapelle ed Ellen von Unwerth. Daniel è una vera icona del cambiamento e del trasformismo che sono poi i temi portanti del suo estro, basato sul vestirsi come metafora e monito dell’agire. Famoso per le sue complesse, elaborate e stravaganti combinazioni che mixano grandi repertori dell’alta moda ai tessuti vintage ma anche a oggetti trovati, gioielli etnici, modisteria e altro, in eccentrica energia creativa. Daniel è stato selezionato come uno dei “Out 100” dalla Pride Power List del Guardian. È amico e collaboratore di alcune delle celebrità più influenti nel panorama artistico e musicale come Stephen Fry, Debbie Harry, Boy George e Edward Enninful, tutti personaggi che hanno contribuito alla creazione del suo primo libro: “Be Yourself, Everyone Else Is Already Taken” dove ha condiviso 32 sculture 3D della sua prima mostra museale negli Stati Uniti curata dal Savannah College of Art and Design e che è stata successivamente esposta al Miami Art Basel. Dopo aver curato lo spettacolo alla Harpa Hall in Islanda durante il Reykjavik Arts Festival a cui hanno partecipato artisti del calibro di Björk e dopo l’ianugurazione al Pan Museum di Napoli a luglio 2019 la mostra di Daniel da novembre 2019 sarà alla English National Opera di Londra per lo spettacolo “The Mask of Orpheus”. Daniel è un tipo veramente instancabile… è un attivista impegnato anche in cause ambientali tanto da essere stato scelto come volto della campagna di H&M Close the Loop per incoraggiare il riciclaggio dei vestiti, è ambasciatore dell’organizzazione benefica per il cambiamento climatico Cool Earth e ha lavorato a stretto contatto con Vivienne Westwood nei suoi progetti di rivoluzione climatica. Ha anche intrapreso attività di volontariato per l’organizzazione benefica Icross e NWI in Kenya. PHOTO BY COLIN DOUGLAS GRAY, FT. IN “DANIEL LISMORE: BE YOURSELF, EVERYONE ELSE IS ALREADY TAKEN”, RIZZOLI INTERNATIONAL EDITIONS
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MIWA KO M AT S U L’ interprete della performance art giapponese
lavori di pittura che lasciano trasparire il suo amore per la natura e la mitologia, è infatti spesso presente la figura del dragone: “Nei miei dipinti ci sono sempre delle figure che rappresentano spiriti divini e creature antiche che nella cultura giapponese vengono pregate per la pace delle famiglie e delle persone care. La nostra cultura ci insegna ad apprezzare tutto quello che ci viene messo a disposizione partendo dalla vita stessa, agli oggetti materiali che possediamo, alle esperienze che ci vengono concesse”.
GIÀ AMBASCIATRICE PER LA PACE DI MAISON DIOR, RAPPRESENTA LA NUOVA GENERAZIONE DI ARTISTI CHE TRAMITE LA PERFORMANCE ESPRIME LA PROPRIA ANIMA Nata a Nagano un piccolo paesino immerso tra le montagne del Giappone nel 1984, Miwa ha da sempre sviluppato un forte legame con le figure mitologiche che caratterizzano la sua cultura. L’artista è convinta che tutto l’universo sia in costante legame tramite un congiungimento simbolico, che lei riesce ad alimentare tramite la meditazione. Un rituale che le consente di affacciarsi ad una realtà parallela, composta da spiriti non visibili all’occhio umano ma che la sostengono nella realizzazione delle sue performance artistiche. Partecipare ad una delle sue esibizione non lascia indifferenti. Tutto parte da un rituale di preghiera in cui Miwa carpisce tutte le energie possibili. Sarebbero poi queste energie a guidarla nella realizzazione dell’opera. Un personaggio puro e gentile chiamato alla corte di Maison Dior che l’ha scelta come Ambasciatrice per la Pace supportandola in rappresentazioni artistiche di alto valore. Ora Miwa è arrivata per la terza volta in Italia ed è in esposizione al Karuizawa New Art Museum di Venezia nella collettiva “Diversity for Peace” realizzata con lo scopo di riconsiderare le diversità culturali come ponte per la pace, in questa mostra è possibile vedere i numerosi
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AVANT-GARDE, EXPERIMENTAL AND QUEER
Da teenage raver della campagna inglese a pop star internazionale amata dai post Millennial... Charli XCX torna con il suo terzo disco BY M A R C O TO R CAS I O
PH. MARCUS COOPER ©
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CHARLI XCX
Essere una pop star non convenzionale ha i suoi vantaggi...
...Poter dare pieno sfogo ai propri flussi di coscienza, anche quelli più evanescenti, nei testi delle canzoni. Poter camminare in equilibrio tra melodie radiofoniche, synth e sferragliate metalliche senza finire nella black list della critica affezionata ai beat più catchy. Potersi vantare di un appeal poco mainstream per guadagnarsi il plauso dei cool hunter. Ma ha anche i suoi contro. Non balzare in cima a tutte le classifiche. Non vedere i propri poster nelle camerette dei teenager di mezzo mondo. Non potersi fregiare di vendite milionarie. Charlotte Aitchison, al secolo Charli XCX, lo sa bene, in quanto personificazione contemporanea della pop star non convenzionale per eccellenza. Non è passato molto tempo da quando la giovane artista pubblicava i suoi primi mixtape su MySpace, eppure sembrano lontanissimi gli anni in cui partecipava come vocalist ad alcuni rave illegali della campagna britannica (accompagnata dai suoi genitori vista la minore età, tranquilli). Anche se poi i riconoscimenti sono arrivati grazie a hit autenticamente commerciali come “Boom Clap” e “I Love It” in co-writing con le Icona Pop,
Charli ha confezionato un genere musicale tutto suo, una sorta di bolla sperimentale riempita con tanto autotune, spinte EDM e k-pop, rotondità r’n’b e venature elettroniche. La sua forza sta nella capacità di andare oltre gli stereotipi, fuori e dentro la sala di registrazione. E la sua fanbase la adora esattamente per questo. Il singolo “Boys” ne dà dimostrazione con un video che gioca proprio a ribaltare certi paradigmi, in questo caso quelli di genere, attraverso il coinvolgimento di tutta una serie di artisti di sesso maschile acchiappa-like (Diplo, Joe Jonas, Flume, Mark Ronson, Stormzy, Mac DeMarco, Wiz Khalifa, Ty Dolla $ign, Charlie Puth , Vance Joy, Kaytranada, Chromeo, Jack Antonoff, G-Eazy e Will.I.Am). Il 2018 è stato un anno di passaggio trascinato dal singolo citazionita “1999” con Troye Sivan (tra i migliori video dell’anno). Il 2019 è stato invece improntato al lancio del nuovo album, tanto atteso quanto più volte rimandato. Si intitola semplicemente “Charli”, come a voler decretare l’avvio di una fase meno partygirl e più introspettiva, ma in realtà toglie il piede da quell’accelerazione che l’aveva portata in alto, rivelandosi niente di così memorabile. Traccia dopo traccia si susseguono collaborazioni con molti artisti (Haim, Lizzo, Christine and the Queens, Sky Ferrera, Big Freedia, Troye Sivan), tutti in qualche modo legati al mondo di Charli XCX e al suo universo sonoro di riferimento, che continua a essere un mix tra avant-pop e elettropop. La miscela finale forse è troppo futurista per essere compresa appieno qui e ora, ma quando si nasce “unconventional” non si può morire hitmaker.
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LIVE L’album (Charli, Atlantic Records) è supportato da un tour mondiale partito da Atlanta. Charli farà tappa anche al Fabrique di Milano, il prossimo 18 novembre, per la sua unica data italiana.
Charli Tracklist 1. Next Level Charli 2. Gone (feat. Christine and the Queens) 3. Cross You Out (feat. Sky Ferreira) 4. 1999 (feat. Troye Sivan) 5. Click (feat. Kim Petras and Tommy Cash) 6. Warm (feat. HAIM) 7. Thoughts 8. Blame It On Your Love (feat. Lizzo) 9. White Mercedes 10. Silver Cross 11. I Don’t Wanna Know 12. Official 13. Shake It (feat. Big Freedia, CupcakKe, Brooke Candy and Pabllo Vittar) 14. February 2017 (feat. Clairo and Yaeji) 15. 2099 (feat. Troye Sivan)
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FUTURE IS NOW UNA NUOVA GENERAZIONE DI TALENTI CRESCE ESIBENDOSI TRA ARTE, VIDEO E FOTOGRAFIA. VI PRESENTIAMO
MATTIA GIORDANO,
TALENTO DEL 1995, CON LE SUE LIVE PERFORMANCES
AL ZSEB DI BUDAPEST, AL MAZE FESTIVAL DI TORINO O AL GT22 MARIBOR IN SLOVENIA E LE SUE COLLABORAZIONI CON MTV E CON I BRAND DI MODA COME FRED PERRY, È FRA GLI INTERPRETI DELLA
NEXT CREATIVE GENERATION.
UN PROGETTO DI UNIQUE MEDIA Starring MATTIA GIORDANO Art Direction ALESSANDRO IACOLUCCI / Fotografo ZAK ANDREA ZACCONE / Assistente fotografo PATRIZIA BAZZANI / Stylist ANGELINA LEPPER/ Assistente stylist JESSICA MARIUZ / Makeup & hair GIMMY AREVALO LOCATION TE DISTRICT (Via Tertulliano 68 Milano). Ex spazio industriale della storica “Milano delle fabbriche”, ora un vasto compound riqualificato di fabbricati utilizzati per le più svariate attività. Attualmente sono presenti nel complesso comparti moda, food & beverage, arte e spettacolo. Un ringraziamento speciale va a Accademia09 - accademia di Cinema, Musica e Comunicazione dei Media DanceHaus Susanna Beltrami - Dance School HangarQ - Cooking Lab&Lounge
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Mattia indossa Felpa in cotone e patch logo ricamata. pantaloni in cotone Tutto FRED PERRY
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La nuova avanguardia creativa è già qui Nato a Torino nel ’95 Mattia Giordano è un ragazzo minuto e profondo. Sembra aver trovato il suo posto nel mondo dopo aver attraversato qualche periodo buio illuminato poi dall’arte e dalla passione per i viaggi, ma soprattutto dalla voglia di scoprire il mondo e ogni individuo che lo abita. Capire l’essere umano è forse la pratica più complessa in assoluto ma Mattia cerca di coglierne le diverse sfumature mettendosi in gioco in prima persona. Ne sono un esempio i murales realizzati in diverse collettive di street artist, delle emoticon che a ogni esibizione hanno richiamato il suo stato d’animo oppure le fotografie, intime, scattate per catturare il sorriso di chi ha incontrato in metro, in tram, tra una corsa e l’altra in città. Oggi Mattia, nonostante la giovane età, collabora con realtà internazionali tra cui MTV, Warner, Vice, Gucci, Nike, Fred Perry e Lomography. Proprio grazie a Fred Perry, abbiamo avuto la possibilità di incontrarlo a Milano, in uno di quei luoghi simbolo di una città che cresce, italiana ma europea al cento per cento, in un ex polo industriale, storica facciata della Milano delle fabbriche, oggi riconvertito a compound creativo dedicato alle arti e alla coltivazione del talento, chiamato Te District. Come ti sei avvicinato all’arte? Da bambino non andavo mai in giro senza la mia macchina fotografica usa e getta. Volevo catturare ogni istante. Non c’è stato esattamente un momento in cui ho deciso di diventare un artista. C’è sempre stata in me la volontà di esprimermi in maniera diversa rispetto agli altri. La mia famiglia è molto inquadrata nella società e sperava per me un avvenire diverso dal settore artistico, non l’hanno mai ritenuto un vero lavoro, ma in realtà mi dà da vivere bene e mi consente di conoscere nuovi posti e confrontarmi con nuove persone. Ho viaggiato tanto grazie ai progetti di formazione istituiti dalla Commissione Europea e così ho tenuto workshop sulla fotografia e in ambito creativo in giro per l’Europa. Qual è stato il tuo percorso? Ho studiato fotografia pubblicitaria all’istituto superiore Albe Steiner di Torino ma ho lasciato al terzo anno e ho iniziato a lavorare. Per il mio modo di essere e di pensare il sistema scolastico funzionava troppo lentamente, avevo voglia di scoprire il mondo e avevo altre necessità di esprimere me stesso. Si creò l’opportunità di entrare nel team di MTV… Ricordo di aver visto una pubblicità su un nuovo programma molto avventuroso e di reportage dei bei luoghi che l’Italia ha e di chi la abita. Allora decisi di candidarmi come film-maker non aspettandomi che dopo qualche giorno avrei ricevuto una chiamata dal producer del programma. Con loro ho girato l’Italia per un mese intero. Ho comunque continuato a studiare ma da autodidatta. Cosa ti appassiona? Mi piacciono le persone, mi piace cogliere le loro sfumature, i loro volti e le loro espressioni. Scatto molto quando sono in strada, sono fotografie intime e non le pubblico, le tengo per lo più come mio archivio. Mi piace la pittura, dell’Ottocento in
TRA LE SUE PASSIONI LA MUSICA JAZZ DI CHET BAKER. L’ARTE DI REMBRANDT E QUELLA DI MODIGLIANI
Mattia indossa polo in piquet di cotone, pantaloni in cotone, zaino in nylon e sneakers in pelle con suola in gomma. Tutto FRED PERRY
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Mattia indossa Polo M12 Black/Champagne/ Champagne in piquet di cotone e pantaloni in cotone. Sneakers in pelle con dettagli in suede e suola in gomma. Tutto FRED PERRY
particolare. Amo Modigliani. Anche la musica è uno di quei fattori da cui traggo ispirazione, il jazz è il mio ritmo preferito e Chet Baker la mia icona. Ho però anche una passione sfrenata per Rembrandt e il suo uso del nero. Il mio dipinto preferito è “Il vecchio dormiente”, questa figura ha intorno a sé una grande quantità d’ombra eppure è ben illuminato. La prima volta che l’ho visto dal vivo sono rimasto a fissarlo per un’ora intera, mi affascina molto. È davvero emotivo. Un sogno nel cassetto? Mi piacerebbe specializzarmi nel reportage, immortalare la storia personale di ogni individuo. Portare in risalto la connessione tra il mondo reale e il costruito delle campagne pubblicitarie. Sarebbe grandioso per me entrare nella cerchia della Magnum Photos ed essere rappresentato dall’agenzia per cui scattano Martin Parr e Bruce Gilden, alcuni tra i miei fotografi di riferimento. Parlaci delle tue esposizioni… Ho tenuto mostre in giro per l’Europa e l’Italia. Allora disegnavo smile, ognuna di quelle faccine rappresentava una sintesi del mio stato d’animo, se le vedessimo serigrafate tutte in
fila, vedremo che in ogni momento affrontavo un’emozione diversa che rimane impressa in ogni luogo. Era un periodo di confusione e analizzandole bene si percepisce una fase di transizione. Analogico o digitale? L’analogico è la mia pratica ideale, per ovvie ragioni commerciali devo però usare anche il digitale. Quando si scattano le campagne i tempi per la consegna dei materiali sono davvero molto stretti e in questo la fotografia digitale è d’aiuto rispetto allo sviluppo della pellicola. L’analogico mi ha aiutato a non scattare infinite quantità di foto di un singolo soggetto per poi dover fare una selezione esagerata dello “scatto buono”. Un fotografo sà quando ha colto l’attimo e catturato la sensazione giusta. Un incontro fortunato? Ero in mostra al MAZE Festival di Torino. In quell’occasione c’era anche uno stand di Fred Perry. Amo il marchio, rappresenta il mio stile e in modo molto naturale mi sono avvicinato a loro per vedere cosa stessero proponendo. Nacque una bella sintonia con i responsabili e rimanemmo in
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Nella foto in alto Mattia indossa felpa in cotone con inserto tartan e logo ricamato, polo in piquet di cotone, pantaloni in cotone.Tutto FRED PERRY Mocassini in pelle con nappine Fred Perry X George Cox In mano Mattia tiene il poster raffigurativo del murales interattivo Fred Perry, situato nel cuore del Naviglio Grande a Milano per celebrare la polo M12 Black/Champagne/ Champagne. Il murales è realizzato dallo street-artist milanese Mate e sarà visibile fino al 15 Ottobre. Nella foto in basso Mattia indossa T-shirt in cotone con branded tape, pantaloni in cotone e l’icona Barrel bag in pelle. Tutto FRED PERRY
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Due opere di Mattia Giordano A sinistra “She’s lazy” dipinto in tecnica mista su tela. A destra “yesNO” dipinto in tecnica mista su tela
contatto per diverso tempo fin quando mi proposero di essere il primo italiano (e per ora unico) intervistato per il loro blog per il progetto Subculture. Ora sono diventato un loro ambassador. La cosa bella di Fred Perry è il reciproco scambio di lavori culturali. Non è fondamentale essere famosi, modelli o influencer, perché il brand supporta gli artisti in cui crede e in cui si rispecchia, dando molto valore all’attitudine delle persone con cui collabora. Oggi ognuno di noi grazie al cellulare può essere un fotografo. Cosa ne pensi? Il digital ci ha aperto infinite porte, ma l’essere umano non è in grado di contenersi. Le persone tendono a pubblicare qualsiasi istante della loro vita senza censura. Producono una quantità di contenuti smisurata senza che però abbiano il minimo senso e questo solo perché possono farlo. In pochissimi si concentrano sulla qualità di quello che vogliono comunicare. Io stesso fino a un paio di anni fa ne ero condizionato poi mi sono chiesto, che tipo di valore avessero per me quei contenuti. Alla fine ho cancellato molti dei miei account social e oggi condivido solo quello che vale la pena far vedere, post per cui qualcun altro possa fare delle riflessioni. Ora ti sei trasferito a Milano. Un luogo che apprezzi particolarmente? Mi piacciono molto le Gallerie d’Italia a Piazza della Scala. Un luogo contemporaneo e moderno. Inoltre lì a fianco c’è la casa di Manzoni. All’interno delle Gallerie ci sono dei dipinti bellissimi, anche dei de Chirico.
A sinistra lo scatto fotografico di Mattia Giordano: “12 grams ” A destra l’opera “A real gentleman”. Dipinto in tecnica mista su tela da Mattia Giordano.
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Mattia indossa Felpa in cotone con zip, polo in piquet di cotone, pantaloni in tricot rovesciato con logo ricamato e sneakers in pelle con suola in gomma. Tutto FRED PERRY
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I NUOVI ORIZZONTI DELL’ARTE DIGITALE
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usei come spazi immersivi. Immagini e racconti numerici. Algoritmi incaricati di selezionare artisti. Al MuDA di Zurigo viene esposta l’avanguardia creativa digita-
le. Caroline Hirt e Christian Etter, il dinamico due che lo dirige ci racconta un’avventura impavida e visionaria, culminante con l’attuale mostra dedicata a Vera Molnár, la “grande dame” della digital art
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CAROLINE HIRT e CHRISTIAN ETTER non sono né storici dell’arte né necessariamente esperti nella conservazione del patrimonio. Lei, etnologa di formazione, lavora da circa dieci anni sul rapporto interattivo tra uomo e macchina. Lui, graphic designer, è proprietario di una piccola società di sviluppo di computer games estremamente originali. Insieme hanno deciso di colmare un vuoto culturale creando il primo museo europeo dedicato interamente all’arte digitale, dove le esposizioni sono curate da un algoritmo che individua le opere e gli artisti più interessanti su Internet, lavorando in base a prerequisiti neutri, evitando così che i pregiudizi legati a nazionalità, età o genere, possano influenzare la scelta finale. Ma il Museum of Digital Art è molto più di uno spazio espositivo: è soprattutto un luogo d’incontro dove si esplora l’arte dei numeri e le connessioni fra algoritmi, dati e società, permettendo ai visitatori di riflettere sull’impatto della tecnologia nella loro vita quotidiana. Oltre alle opere che utilizzano tecnologie digitali, vengono mostrate anche pratiche artistiche che rispecchiano i cambiamenti tecnologici. E a volte è l’analogico a esibirsi per parlare di digitale, come i dipinti algoritmici disegnati a mano e al computer da Vera Molnár, a cui è dedicata l’eccezionale esposizione che rimarrà aperta fino al 9 febbraio 2020. Volutamente casuale e parametricamente spiritosa, della musa di intere generazioni di artisti vengono presentate
opere che vanno dagli anni Sessanta a oggi, alcune delle quali esposte per la prima volta in pubblico ___________ Cosa vi ha spinto a creare il primo museo europeo dedicato all’arte digitale? Christian Etter (CE). Un mix di passione e frustrazione. La passione deriva dalla sorprendente varietà di cose che si possono creare con algoritmi e sistemi informatici, e dalla poesia, bellezza e persino magia che si ottengono quando le cose possono “comportarsi” in modi inaspettati o quasi incredibili. La frustrazione nasce invece dal fatto di vedere l’arte digitale presentata in eventi, performance, festival o simposi organizzati in tanti paesi e sapere che non c’è uno spazio permanente dedicato a questa questa forma d’arte. Quali sono state le sfide che avete dovuto affrontare? CE Sicuramente quelle più banali, ma pur sempre complicate, come l’ottenimento di finanziamenti o dei permessi di costruzione all’interno di un edificio storicamente significativo. Ma la sfida più ardua è stata quella di spiegare cosa fosse l’arte digitale, ottenendo risposte tipo “è arte?” oppure “non è solo copiare, incollare, codificare e poi premere un pulsante?”. Sono i medesimi pregiudizi sollevati quando la fotografia si stava evolvendo:
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si può chiamare arte quando si mette una macchina fotografica davanti a qualcosa e si preme un pulsante? Ma lottando, insistendo e ripetendo fino all’infinito perché l’arte digitale è arte e perché merita uno spazio espositivo, siamo ora considerati dei pionieri in questo campo, riuscendo a stabilire regole su come l’arte digitale possa essere esposta in uno spazio museale dedicato. Caroline Hirt (CH) Muda non è solo l’acronimo di Museum of Digital Art, ma è anche un vocabolo giapponese il cui significato si può riassumere in “attività umane inefficienti”, ovvero attività senza scopo economico e dispendiose; un pò come l’arte digitale che ancora non ha acquisito un valore monetario paragonabile a quello prodotto dall’arte contemporanea. Piuttosto che per un ritorno economico gli artisti creano opere per il loro significato e che noi pensiamo valga la pena di celebrare. Concentrandoci sul contenuto di questi lavori e contrapponendoci alle tendenze in voga o alle convenzioni popolari, riusciamo a costruire un mondo d’arte digitale che avremmo sempre voluto vedere. Come siete riusciti a ottenere il piano terreno della sede storica della Migros, il più grande conglomerato aziendale svizzero? CE La città di Zurigo ci ha messo in contatto con il proprietario dell’edificio, già in fase di trasformazione, che non aveva ancora idee
DAILY SKETCHES (2016 -2019), ZACH LIEBERMAN © DIGITAL ARTS ASSOCIATION
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STARFIELD (2012 – 2016), CYRIL DIAGNE E TOBIAS MUTHESIUS – LAB212 © DIGITAL ARTS ASSOCIATION
ENVOL (2016), BÉATRICE LARTIGUE, SÉBASTIEN COURVOISIER E LOUIS WARYNSKI – LAB212 © DIGITAL ARTS ASSOCIATION
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concrete su cosa includere nei locali. Quando ci hanno mostrato lo spazio ce ne siamo innamorati, sapendo però di non potercelo permettere. Fortunatamente il loro consiglio di amministrazione ha apprezzato il nostro concetto e ci ha proposto un’offerta allettante. A fronte di un affitto relativamente basso ci siamo accollati tutti i costi di ristrutturazione che abbiamo avuto la fortuna di poter gestire personalmente, creando così lo spazio dei nostri desideri. Si tratta di un edificio davvero interessante: è qui che la Migros tanti anni fa immagazzinava e lasciava maturare le banane prima di commercializzarle sul territorio elvetico. Il che è in sintonia con la nostra missione di collezionare arte digitale da tutto il mondo, lasciandola qui maturare per poi ridistribuirla nel mondo. CH Il fatto che questo edificio sia stato per molti anni il più alto grattacielo svizzero aggiunge ulteriore interesse. Unico per la sua epoca, ora è circondato da palazzi anche molto più alti, situati in un quartiere vibrante e in piena espansione. Noi interpretiamo questa evoluzione come un auspicio: forse l’arte digitale considerata ora unica diventerà onnipresente grazie anche ai nostri sforzi. Come si manifesta l’arte digitale nella vita quotidiana? CE In molteplici forme tutte differenti fra loro. Può essere un GIF che all’improvviso s’inserisce in un feed dei tuoi social media. Oppure può apparire quando, di fronte a te, i segnali stradali di un incrocio inaspettatamente diventano tutti verdi. O ancora la disposizione naturale dei petali di un fiore. L’arte digitale non è l’arte degli schermi ma l’arte dei numeri. E se la si osserva con sufficiente attenzione, il suo aspetto magico può essere individuato ovunque e in qualsiasi momento. Quali sono gli artisti digitali contemporanei da tenere d’occhio? CH È una domanda a cui è difficile rispondere. È come chiedere a un genitore qual è il figlio che preferisce. In generale ci piacciono tutti gli artisti che amano sperimentare, che utilizzano la tecnologia digitale come espressione ludica, non per la novità intrinseca. Fra questi sicuramente possiamo segnalare il canadese Vincent Morisset, il newyorkese Zach Lieberman, il duo svizzero Andreas Gysin e Sidi Vanetti, il zurighese Pe Lang, il giapponese Kazumasa Teshigawara alias Qubibi... È affascinante sapere che gli artisti esposti al MuDA siano stati scelti da un algoritmo chiamato Hal 101. Chi vorreste vedere esposto se il vostro personale in-
put fosse permesso? CE In realtà pensiamo che Hal 101 stia facendo già un ottimo lavoro garantendo equità ed escludendo pregiudizi. Certo ci piacerebbe essere in grado di presentare artisti che Hal non riesce a individuare a causa della totale mancanza di dati pubblicati in rete relativi alle loro opere. Tenuto conto inoltre che Internet è dominato dalla lingua inglese, vorremmo tanto poter trovare artisti provenienti da culture non anglofone. Forse potremmo migliorare in futuro la sua programmazione aggiungendo parametri linguistici alle sue ricerche. CH Gli esseri umani creano algoritmi e possono adattarli come e quando si reputi necessario. Hal ci avverte se un artista abbia creato qualcosa di nuovo, sta poi a noi valutare se ci sia materiale sufficiente per realizzare un’intera mostra. Hal ci rende comunque consapevoli di novità di non saremmo venuti a conoscenza da soli: collaborare con un algoritmo può essere un metodo di lavoro estremamente gratificante. Come mai avete scelto di dedicare la decima mostra a Vera Molnár? CE Anche la scelta di Vera Molnár è imputabile a Hal 101. È considerata una dei pionieri delle arti informatiche e algoritmiche, avendo creato dipinti numerici prima ancora che i computer fossero in circolazione. Di origini ungheresi si è formata come artista tradizionale studiando storia dell’arte ed estetica presso il Budapest College of Fine Arts. Trasferitasi definitivamente a Parigi nel dopoguerra, ha iniziato a reiterare immagini combinatoriali fin dal 1959. Dieci anni dopo, i primi computer le hanno permesso di creare dipinti algoritmici basati su semplici forme geometriche. Stimolante e molto spiritosa l’abbiamo incontrata nella sua casa parigina quando mesi fa siamo andati a trovarla per proporle l’idea di questa mostra che, in collaborazione con la galleria d’arte La Ligne di Zurigo, ci ha permesso di esporre alcuni dei suoi pezzi mai presentati prima in pubblico. A 95 anni e 8 mesi, per essere precisi, Vera Molnár, ci ha confidato che ogni nuovo giorno rappresenta la celebrazione della vita, e per tutto il tempo che le resta da vivere continuerà a creare arte. CH Col suo lavoro ha ispirato, continuando a farlo, molti artisti digitali e la sua produzione ha influito fortemente sul mondo dell’arte. Si è trovata sempre al posto giusto nel momento giusto, ovvero quando le novità accadevano, non ha mai smesso di esplorare nuove tecniche e metodi di espressione ed è sempre rimasta uno spirito libero. Vera Molnár è il mo-
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TUTTE LE IMMAGINI: COURTESY MUDA SI RINGRAZIA PER LA COLLABORAZIONE: CHRISTOPHER HUX
dello perfetto per una mostra al MuDA: i suoi lavori offrono l’esperienza tangibile di un concetto digitale. È stata una delle prime artiste a impiegare un computer per la sua produzione artistica, creando e sviluppando i propri algoritmi ancor prima che i computer fossero così onnipresenti. Tutto ciò è davvero stimolante, poiché non è la tecnologia utilizzata in un’opera d’arte a essere importante, a contare piuttosto è il contenuto (le regole, i numeri, il gioco) espresso attraverso il lavoro artistico. Il suo rapporto con la macchina è mutevole: a volte lascia il computer lavorare per ore, a volte lo blocca perché soddisfatta di quel determinato output; si lascia sempre sorprendere dal risultato finale, decidendo solo in seguito il grado del suo successo. Penso che questo sia un modo molto bello di dimostrare il nostro rapporto con gli algoritmi: la collaborazione, il senso di giocosità, i risultati finali di un esperimento, come le cose possono evolvere e svilupparsi. Vera Molnár ama anche rivisitare i suoi progetti precedenti, rielaborare digitalmente alcuni dei suoi lavori eseguiti prima dell’avvento dei computer. Il pubblico è più interessato alla tecnologia utilizzata nell’installazione o al contenuto espresso dall’opera? CE Nella maggior parte delle opere che presentiamo l’aspetto tecnologico non è immediatamente evidente, le persone reagiscono emotivamente e sono attratte da ciò che stanno vivendo senza essere consapevoli della tecnologia utilizzata per creare quella particolare esperienza. Il “come funziona” rappresenta il passo successivo e crea meraviglia, curiosità, ispirazione, fino a scaturire in una discussione e a volte trasformandosi in un workshop. CH Molti dei visitatori che entrano per la prima volta al MuDA si aspettano di vedere schermi di computer o d’indossare caschi per la realtà virtuale, rimanendo poi esterrefatti dalla varietà dei lavori artistici effettivamente presentati. Dedichiamo molto tempo ai nostri visitatori che, dopo essere stati attratti dalla tecnologia, spesso ritornano una seconda volta per approfondire il contenuto. In che modo credete che l’arte digitale possa svilupparsi in futuro come disciplina all’interno di istituzioni formative? CE Le così dette scuole d’arte sono sempre degli ossimori, spero che queste istituzioni
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possano insegnare ai loro studenti il mestiere della tecnologia digitale perché è ciò che attualmente manca. Come programmare i codici o analizzare i dati, perché queste sono competenze richieste dal mercato. CH Le scuole d’arte che conosco offrono un flusso didattivo che includono design interattivo, game design e fashion design. Prevedo che in futuro l’uso delle tecniche digitali e dei media, man mano che le persone impareranno a usarle come strumento, s’integrerà maggiormente nelle altre attività artistiche, invece di rimanere circoscritte a un settore specialistico. Offrite programmi educativi per ogni fascia d’età. Che riscontro avete avuto? CH Il programma educativo si è evoluto con il pubblico. Abbiamo iniziato con i bambini piccoli, che a loro volta hanno portato i fratelli più grandi e così via fino ad accogliere i loro genitori e insegnanti che ci hanno permesso di ampliare l’offerta educativa anche agli adulti. Ogni fascia di età è effettivamente coinvolta nello sviluppo del programma a loro dedicato attraverso la nostra interazione nei laboratori. Il nostro desiderio era di offrire un workshop dedicato anche ai pensionati. Ricordo un visitatore di 70 anni che sulla soglia del MuDA ci ha chiesto se fosse il caso che lui entrasse perché non era sicuro di poter comprendere ciò che avrebbe visto. In quel periodo era esposta l’installazione Starfield realizzata dal Lab212, un collettivo d’arte digitale fondato a Parigi. Entrambi abbiamo guardato l’altalena e gli ho chiesto se fosse in grado di utilizzarla, lui ha risposto affermativamente e a quel punto gli ho raccontato ciò che era importante conoscere per godersi quell’opera. Ha dondolato molto tempo sull’altalena ed è stato entusiasta di quell’esperienza, andandosene poi con un sorriso e un rapporto con l’arte digitale completamente inedito. È stato un momento fantastico per me. È naturale che anche i pensionati possano essere inclusi nelle nostre attività, non solo partecipano e imparano qualcosa, ma offrono anche suggerimenti che modellano la nostra offerta e contribuiscono alla formazione e allo sviluppo di queste tecnologie. CE Questo è un punto fondamentale. L’arte da sola non può cambiare il mondo, nonostante possa essere uno stimolo e un’ispirazione. Per andare oltre il concetto di consumo passivo della tecnologia digitale serve l’educazione. Solo in questo modo lo strumento digitale potrà essere utilizzato dalla società per soddisfare le proprie esigenze, siano esse ludiche, come un gioco per computer, o vitali,
come un’applicazione che rammenti l’assunzione di farmaci. L’educazione si rivela in questo caso responsabilizzante. Sul sito Internet è possibile accedere alla “Collezione Virtuale” del MuDA. Come ha risposto il pubblico alla possibilità di ammirare le opere che esponete nel museo? CH La “Collezione Virtuale” ha ottenuto un riscontro incredibile e i nostri visitatori online hanno espresso entusiasmo, passione e gratitudine per questo genere di offerta, che consente, a chi non può fisicamente venire a trovarci, di fruire le opere presentate durante le nostre mostre. CE Abbiamo pensato anche d’integrarla con un negozio online, ma prima dobbiamo imparare il funzionamento dell’e-commerce, che riteniamo abbia il potenziale per diventare in futuro una parte importante delle nostre entrate, attualmente basate esclusivamente sul biglietto d’ingresso al museo e alle nostre altre attività. A proposito di online, quali piattaforme utilizzate per pubblicizzare il vostro museo? CH Affinché la presenza online sulle varie piattaforme, ognuna delle quali necessita di un linguaggio proprio, sia efficace deve essere costantemente aggiornata. Ciò richiede tempo e risorse che al momento non disponiamo; forse dovrei creare un algoritmo per gestire in futuro i nostri social media! CE Un’attività che in parte viene realizzata “gratuitamente” da molti dei nostri visitatori che, condividendo sui rispettivi social media, le loro esperienze al MuDA, creano contenuti più pertinenti e autentici di quelli che al momento potremmo produrre noi stessi. Questi bellissimi post pubblicati su Instagram sono utili anche agli artisti per avere un immediato riscontro sull’impatto delle loro creazioni anche dopo il cerimoniale del vernissage. Siete stati invitati al Meet the Media Guru, il centro internazionale per la Cultura Digitale di Milano; come è andata? CI L’incontro è stato molto interessante. Sedersi a un tavolo assieme a persone impegnate e appassionate di arte digitale non capita tutti i giorni. È stato un privilegio discutere delle nostre sfide comuni, di come collaborare e di come realizzare iniziative per coinvolgere un pubblico più ampio. CE Abbiamo discusso di come gli algoritmi possono avere così tanti impatti sulla nostra vita quotidiana, determinando i risultati elet-
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torali, manipolando le persone, ridistribuendo la ricchezza. Abbiamo migliaia d’anni di esperienza con le guerre e con l’arte, ma nessuna con gli algoritmi e le loro conseguenze. MuDA, MEET e le altre organizzazioni sono in prima linea nel promuovere l’utilizzo della tecnologia per sostenere i valori fondamentali dell’umanità e risolvere le problematiche ambientali piuttosto che impiegarla solo per un mero guadagno economico o politico. Il MuDA ha 3 anni, quali sono stati i momenti salienti e quali saranno i progetti futuri? CH Il fatto che siamo ancora qui, dopo tre anni, è sicuramente il punto più rilevante, mi rende molto felice e mi sprona ad andare avanti. La quotidianità è ricca di momenti clou: osservare una particolare reazione di un visitatore di fronte a un opera digitale, il feedback che riceviamo costantemente dal nostro pubblico, registrare l’aumento della presenza femminile nei nostri workshop colmando il divario di genere in questo campo tecnico. CE Oltre all’inaugurazione, pervasa da un sentimento di eccitazione ma anche di timore per cosa sarebbe successo il giorno dopo, i miei momenti indimenticabili sono legati all’installazione di ogni nuova mostra. È in quelle occasioni che trasformiamo lo spazio vuoto del nostro museo in qualcosa di completamente nuovo; vedere mesi di preparazione prendere forma e trascorrere del tempo con gli artisti è qualcosa di magico. Il MuDA è ormai un’istituzione consolidata e riconosciuta, continueremo perciò sulla strada che abbiamo iniziato a percorrere tre anni fa e potenzieremo il settore educativo continuando a collaborare con scuole di Zurigo. CH Stiamo inoltre sviluppando una serie di conferenze su come la tecnologia digitale sia in grado di cambiare la società e di come quest’ultima possa esserne influenzata. A questo proposito abbiamo organizzato per il 29 ottobre l’evento Brexit Special: a due giorni dalla fatidica data in cui il Regno Unito dovrebbe lasciare definitivamente la Comunità Europea, interverrà la scrittrice e stratega digitale Ella Fitzsimmons che ci parlerà del rapporto tra algoritmi e politica britannica. Vera Molnár Fino al 9 febbraio 2020 MuDA – Museum of Digital Art Pfingstweidstrasse 101 8005 Zürich www.muda.co
APPEL D’AIR (2012), TOBIAS MUTHESIUS E PIERRE THIRION – LAB212 © DIGITAL ARTS ASSOCIATION
INSTALLAZIONE DI PE LANG © DIGITAL ARTS ASSOCIATION
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on solo banche, orologi e cioccolato. Agli stereotipi che contraddistinguono l’immaginario svizzero si contrappongono settori creativi fra i più vivaci d’Europa. Mode
Suisse ci aiuta a conoscerne uno: il fashion design.Per questo incontriamo Yannick Aellen, fondatore e direttore dell’organizzazione che ha come obiettivo dichiarato quello d’individuare gli stilisti emergenti e accompagnarli nelle loro carriere BY FAU STO C O LO M B O
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Nonostante Zurigo sia una delle mete preferite per lo shopping del lusso, i nuovi fashion designer svizzeri faticano a farsi un nome nel mercato interno e internazionale. Parigi e Milano, le capitali mondiali della moda raggiungibili in sole quattro ore di treno, intimidiscono, mentre il percorso per emergere in una nazione così piccola ma densa di contrasti è alquanto tortuoso. Eppure la creatività non ha mai smesso di prosperare. Anche nel settore della moda, dove il potenziale è enorme. Ne sa qualcosa YANNICK AELLEN, fondatore e direttore di Mode Suisse, organizzazione che ha come obiettivo dichiarato quello d’individuare gli stilisti emergenti rossocrociati e accompagnarli nelle loro carriere, offrendo quegli strumenti utili per emergere nel rutilante mondo della moda. Lo abbiamo incontrato a Zurigo, all’indomani dell’edizione numero 16 dedicata alle collezioni PE-2020. Prima d’intraprendere un tour che lo porterà alle settimane della moda di New York e Parigi, accompagnato da alcuni dei più BRILLANTI GIOVANI FASHION DESIGNER CHE KULT PRESENTA IN ANTEPRIMA AI LETTORI ITALIANI. Qual è il concetto di Mode Suisse? È essenzialmente una piattaforma che quotidianamente incoraggia e commenta il fashion svizzero permettendo l’interazione fra stilisti, scuole di moda, l’industria del tessile, il mer-
cato al dettaglio, i media e altri professionisti del settore. Trasformandosi in un happening semestrale dove convivono sfilate, showroom, party e cocktail, senza dimenticare workshop e talk, dedicati in questa edizione alle strutture e alle organizzazioni europee a supporto dei fashion designer indipendenti. Eventi non solo rivolti principalmente a un pubblico esperto, ma anche a tutti gli amanti della moda, a cui è espressamente dedicato “Sélection Mode Suisse chez”, particolare vendita al dettaglio ospitata nello shop del Landesmuseum di Zurigo. Mode Suisse lavora inoltre come consulente per gli stilisti svizzeri e per coloro che con essi desiderano collaborare, aprendo le porte alle fashion week internazionali. Formati che, in collaborazione con l’Austrian Fashion Association e il Berlin Showroom, includono il DACH Showroom Paris, durante le kermesse parigine, oppure il Swiss Touch Presents che porta per la prima volta Mode Suisse alla New York Fashion Week. Come vengono selezionati i partecipanti? Due volte l’anno i candidati possono inviare il loro dossier da sottoporre all’esame di una giuria composta da stilisti, proprietari di concept store, giornalisti. Selezionati una prima volta, i fashion designer non hanno più bisogno di competere nuovamente e il loro nome verrà tenuto in considerazione come “key designer” per gli eventi futuri. Ma la moda è volubile, capita così che alcuni di loro cessino di produrre o si prendano un anno sabbatico, o addirittura riscontrino un successo tale da rendere superfluo il nostro supporto. Per questi motivi siamo sempre alla ricerca di due o tre nuovi creativi che completino la lista dei dieci partecipanti scelti per lo show stagionale. Qual è il rapporto tra gli svizzeri e la moda? Va detto che il cliente svizzero è piuttosto complicato, soprattutto quello zurighese, non certo il più temerario quando si tratta di moda e design. L’austera eredità riformista calvinista aleggia ancora; qui società e cultura non sono state influenzate dall’opulenza e dalla fastosità della corte di Luigi XIV come è avve-
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nuto in Francia. Fortunatamente le cose stanno lentamente cambiando e la nuova generazione è più consapevole e avventurosa. Brand glamour come Mourjjan, Amorphose e Julia Heuer sono felici eccezioni che, introducendo una prospettiva più femminile ed elegante nel mercato elvetico, non sfigurerebbero affatto sulle passerelle di Milano. Come reagisce il commercio al dettaglio alle piccole etichette svizzere presentate a Mode Suisse? Elvetici o internazionali, gli acquirenti negli show-room, prima e dopo la sfilata, non mancano e ciò dimostra un interesse tangibile per le firme svizzere. Purtroppo sono ancora poche le collezioni presentate a Mode Suisse che, a parte un gruppo illuminato e lungimirante di boutique e concept store, possano poi trovare il proprio corner nei grandi magazzini. Per cui il settore del commercio al dettaglio, che a mio parere offre grandi opportunità, rimane ancora tutto da conquistare. Credo che i department store debbano mostrare più coraggio e ricorrere anche a prodotti di nicchia per poter offrire alla clientela un mix ricercato. A mio parere, nulla uccide il commercio più della monotonia! Le accademie svizzere di arte e design, come l’HEAD di Ginevra e l’HGK FHNW di Basilea, sfornano ogni anno laureati in procinto di intraprendere una carriera nel campo della moda; quali consigli daresti loro? Ovviamente è necessario avere talento, coraggio e volontà d’impegnarsi. Oltre a queste qualità occorre essere al 100% sicuri di se stessi per convincere gli altri della validità delle proprie idee. Inoltre dissuaderei chiunque a intraprendere questa carriera se lo scopo principale sia quello di ottenere un successo immediato destinato poi a dissolversi dopo solo un paio di stagioni. L’obiettivo è quello di durare il più a lungo possibile. Consiglio d’iniziare con un numero limitato di pezzi, magari una capsule collection o, ad esempio, con un solo maglione che tutti vorrebbero indossare. Insomma costruire con poco usando cervello, cuore, anima e pancia.
TUTTE LE IMMAGINI: COURTESY MODE SUISSE SI RINGRAZIA PER LA COLLABORAZIONE: PR/ TICULAR (LUCY TALLO E GABRIELA MARTINOVIC) E CHRISTOPHER HUX ALL PHOTOS BEHIND THE SCENES © TINO KONINO
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I N T ERV I E W
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THE SHOW Musei, edifici industriali, sale congressi, teatri... Le location dei catwalk zurighesi di Mode Suisse si distinguono per la loro originalità. Non fa eccezione quella scelta per far sfilare le dieci collezioni Primavera-Estate 2020. Sulla terrazza dell’ABZ, la scuola professionale di Zurigo situata in un complesso di edifici modernisti che ospita anche il Museo del Design della città, si sono alternati i dieci fashion designer selezionati per l’edizione numero 16. Sotto un cielo colorato di tonalità blu e viola con vista sulle Alpi, Yannick Aellen e i suoi affiatati collaboratori sono riusciti in un’impresa quasi impossibile: fondere in uno spettacolo organico segmenti completamente diversi fra loro. Questo è ciò che abbiamo visto, in rigoroso ordine d’apparizione. _____Best Plissé: JULIA HEUER Se i motivi di Issey Miyake dovessero fonder-
si coi colori di Missoni, il risultato sarebbe la vivace collezione di Julia Heuer. Ancor prima di creare la propria linea di abbigliamento la stilista aveva già riscontrato un notevole successo all’estero grazie alla realizzazione di stampe destinante a nomi altisonanti come Dior o Comme des Garçons .I suoi abiti fioriti e colorati non lasciano mai intatto l’animo dello spettatore. La tecnica giapponese Arashi, che utilizza in quasi tutti i suoi disegni, consiste nel realizzare a mano alcune parti dei tessuti di seta che vengono poi plissettati ad arte. Pur richiedendo una manutenzione estremamente ridotta, ogni pezzo ha il pregio di mantenere la sua atmosfera originale e la sua vibrazione colorata. _____Best Paillettes: MOURJJAN Una maestosa femminilità, accompagnata anche una forte personalità grafica, s’irradia dai pezzi del marchio zurighese Mourjjan. Con il titolo “Circus of Life” la collezione realizzata dal duo maschile formato da Roland Rahals e Michael Muntingas gioca col glamour ispirandosi niente di meno che a Yves Saint Laurent. Senza lesinare su paillettes, boa di piume e scollature profonde, lo stile disinvolto porta
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direttamente nel mondo dell’inatteso, dove il vecchio incontra il nuovo e l’ordinario diventa straordinario. E che loro definiscono: “fashion with a soul”. _____Best Upcycling: FORBIDDEN DENIMERIES In questa collezione Mikael Vilchez racconta del suo viaggio a Pantelleria, attraverso look realizzati in denim upcycled azzurro cielo che sembrano sbiaditi dal mare e dal sole. Sfidando i codici di genere, il pluripremiato designer propone capi disinibiti e sostenibili, ispirati a riferimenti che spaziano dalle figure femminili a quelle maschili, dalla cultura popolare a quella classica, tutti declinati con un vocabolario denim. Catturando l’estetica del lusso e della couture, più che una rivoluzione, Forbidden Denimeries offre un’evoluzione verso l’uguaglianza di genere, suggerendo uno stile sexy e strutturato. _____Best Newcomer: HEAD GENÈVE Fresche di diploma, Anika Marincek & Lora Sonney, selezionate per rappresentare l’alta scuola delle arti di Ginevra, hanno dato prova del loro talento presentando 12 sguardi con-
vincenti. Ai pezzi monocromatici dalle vivaci tinte neon si alternano quelli più audaci e surreali. Come la multicolore e imbottita giacca oversize o il lungo cappotto optical sormontato da un altissimo cappello, liberamente ispirato al film La montagna sacra, il capolavoro psichedelico di Alejandro Jodorowsky datato 1971. Accanto, alcuni abiti più tenui ma altrettanto impressionanti, che confermano come le due ragazze abbiano tutte le carte in regola per essere invitate alla prossima edizione di Mode Suisse con le loro personali etichette. ____Best Knitting: AFTER WORK STUDIO AWS è acronimo di una moda che non segue le stagioni commerciali. Spinti dalla loro convinzione estetica nel combinare l’eleganza femminile con elementi sportivi e classici, garantendo la funzionalità, Karin Wüthrich e Matthias Fürst sviluppano collezioni organizzate in una limitata serie di capi che sfociano, una dopo l’altra, in a una sorta di flusso continuo. Con particolare riguardo alla sostenibilità e alla produzione locale: “Vogliamo riportare l’industria tessile in Svizzera perché la produzione di maglieria tradizionale sta via via scomparendo”. Ai preziosi capi in maglia, esportati fino in Asia, si sono aggiunti innovativi abiti e cappotti in lino, alternando colori lavanda a quelli più infuocati.
... Le location dei catwalk zurighesi di Mode Suisse si distinguono per la loro originalità.
_____Best Fluid: JACQUELINE LOEKITO Basandosi interamente sul motto “Love Unites Us”, la stilista di Basilea, nata da madre inglese e padre indonesiano, ha mostrato una collezione omogenea dai colori pastello con dolci accessori a forma di cuore. Ispirata al dipinto Acrobata e giovane arlecchino disegnato da Pablo Picasso, l’intera natura dei look sottolinea il dibattito contemporaneo attorno alla necessità di rompere con le linee guida eteronormative di genere. Prevedendo un futuro audace molto prossimo, dove il guardaroba possa essere facilmente condiviso da entrambi i sessi. Highlight della sfilata sono stati i due corpi avvolti in un unico pezzo rosa, a simboleggiare una maggiore coesione, empatia e amore per la persona con cui condividere la vita. _____Best Minimal: NINA YUUN Affascinata dal concetto di terra natia, l’Heimat che da il titolo al suo show, Nina Yuun è sinonimo di ispirazione, sostenibilità ed eleganza estetica. Con la sua accattivante combinazione di tagli puliti e colori raffinati, la stilista cresciuta a Seul prima di trasferirsi in Svizzera incarna un dialogo continuo con gli stereotipi comuni nella nostra società, sia in termini di contenuti che di stile. Raggiungendo, con questa più recente collezione che ospita i gioielli di Hana Kim, l’impossibile: ve-
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stiti sì da mostrare ma anche da comprare e indossare. _____Best Italian Way: AMORPHOSE Una collezione che ha incantato il pubblico, caratterizzata da raffinatezza, ricerca dell’eleganza e attenzione al dettaglio. Volumi, forme geometriche e sapiente sartoria sono i cardini su cui ruota Amorphose, marchio ticinese creato da Giancarlo Bello, designer dall’eccezionale talento e dalla visione squisitamente estetica. Da sempre riconosciuto e rispettato dai consumatori costantemente alla ricerca di qualcosa di straordinario e originale. _____Best School: HGK FHNW BASEL Combattere l’irragionevole uniformità creando moda profondamente impegnata. È il motto col quale i 23 gli studenti del corso di Fashion Design Institute di Basilea hanno presentato le loro collezioni pre-diploma, coadiuvati dal supporto produttivo, artistico e coreografico di Priska Morger, Nils Amadeus Lange ed Eva Buehler. Accomunati dal coraggio di sperimentare, i designer non si sono sottratti a palette di colori sgargianti e tagli ampi, propoendo pezzi unici per indurre gli spettatori a riflettere sulle proprie utopie. Perché, secondo loro: “solo quando il reale inizia a vacillare, il sogno ad occhi aperti può prendere forma”. Attenderemo curiosi lo sviluppo di questi promettenti artigiani in una delle prossime edizioni di Mode Suisse. _____Best Road traffic safety: MADE VISIBLE® X ARCHIVES™ Timore di non essere visti per strada? Rendersi visibile è il rimedio più semplice e farlo con stile è la mission di MADE VISIBLE®, linea di abbigliamento che coniuga moda e visibilità. Al collettivo Archives™, formato da tre talentuosi designer ginevrini (Tiffanie Bellenot, Justin Person e Victor Prieux), ha commissionato una capsule collection da indossare mentre si va al lavoro, nel tempo libero, quando si pratica sport o la sera. Pratici capi e accessori alla moda realizzati con tessuti per l’outdoor Schoeller e Rotofil. www.modesuisse.com
LE MONDE EST GRIS, MON COEUR EST BLEU.
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Piumino MONCLER X PALM ANGELS Sopra, al nodo, la giacca AHIRAIN Berretto BENETTON Pantalone BERWICH
Dall’alto. Giacca NAPAPIJRI Maglione e pantalone UNO CASHMERE Al centro. Giacca NAPAPIJRI Pantalone NORTH SAILS In basso. Giacca STONE ISLAND Occhiali: PUGNALE
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A sinistra. Giacca C. P. COMPANY Fascia 5PREVIEW Maglia UNDER ARMOUR Al centro. Giacca COLMAR A destra. Piumino PATRIZIA PEPE Cappotto OOF Maglia 5PREVIEW
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In alto a destra. Giacca TATRAS Al centro. Body OROBLU In basso a destra. Giacca STONE ISLAND
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L’uomo a sinistra. Giacca COLMAR Maglia PEROFIL Jeans BENETTON Calze PEROFIL Scarpe SISLEY La donna a destra. Giacca NORTH SAILS Pantalone BIMBA Y LOLA Scarpe MANGO Calze PEROFIL
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Giacca e cappuccio LACOSTE Maglia UNDER ARMOUR Scarpe MONCLER X PALM ANGELS Calze PEROFIL
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A sinistra. Piumino LACOSTE Maglia UNDER ARMOUR Pantalone LACOSTE Al centro. Total look LACOSTE Orologio MIDO A sinistra. Giacca ICEBERG Maglia UNDER ARMOUR Pantalone ICEBERG
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Giacca e berretto, tutto NAPAPIJRI
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In alto a sinistra. Giacca COLMAR Al centro. Giacca COLMAR In basso a sinistra. T-shirt LACOSTE
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Da sinista. Piumini by NAPAPIJRI, STONE ISLAND, BENETTON, AHIRAIN NORTH SAILS Marsupi LACOSTE Cintura con borchie MONCLER X PALM ANGELS A sinistra. Pantalone BENETTON A destra. Pantalone LACOSTE Scarpe SISLEY
Photographer UMBERTO GORRA Stylist ANGELINA LEPPER @STUDIOB16 Stylist assistants JESSICA MARIUZ, LORENZO CHIARA Makeup DARIA BOSCARELLI Hair RENOS POLITIS Models FEMKE BLOEM @WANDER WALL JUHAN LEE @WANDER WALL ALEKSA @BRAVE
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IS AN ATTITUDE Artisti e direttori creativi uniscono le idee per una moda che lascia il segno. Non solo must have invernali ma storie da indossare per esprimere se stessi. Una nuova selezione di capi e brand che in questo Autunno Inverno 2019/20 non passano inosservati, parlano di inclusività e sovvertono le regole di una monodia che aggiunge valore al contenuto. BY A L E S SA N D R O I AC O LU C C I
(R)EVOLUTION Il nuovo manifesto firmato Desigual «Un cambio immagine è il risultato di un cambio di mentalità.
inizialmente può sentirsi strano, fuori luogo, ed è perfino possibile
Oggi siamo pronti a condividere il nostro cambiamento con il
che incontri rifiuto e incomprensione. Il progetto di Desigual ha
mondo, sotto forma di manifesto.» È Guillem Gallego, Chief
visto protagoniste due prestigiose agenzie: l’olandese “We are Pi” e
Marketing Officer di Desigual a dare forza alle menti illogiche
la produttrice spagnola “Sauvage”, e un incredibile elenco di artisti,
che secondo il fashion brand rappresentano “le vere forze
tra cui le attrici Marina Ontanaya e Princesonga, i ballerini Adnan
motrici del cambiamento”. Un invito aperto e universale a guardare
Souilah e Omar F, la body painter Claudia Sahuquillo e i modelli
le cose da un altro punto di vista, qualcosa che Desigual traduce
Mouchette Bell e Ricc Dominguez. Un mix di talento esplosivo,
in “Backward Thinking”: il manifesto di un metodo creativo e di
che si sposa con il modo di lavorare multidisciplinare e co-creativo.
lavoro all’avanguardia, basato sulla logica dell’illogico. Capovolgere
La campagna, filmata tutta a Barcellona e diretta dalla giovane
determinate situazioni tramite la creatività innata e l’esplorazione
Lisa Boostani, è un invito a capovolgere le cose e ad applicare il
di nuovi punti di vista e approcci diversi. Avere fiducia in se stessi e
cosiddetto “backward thinking”. Secondo Desigual, per trasmettere
sentirsi liberti sono per prima cosa l’arma vincente per raggiungere
questo messaggio, non c’era modo migliore di una sequenza di
i propri obiettivi, puntando sempre a un miglioramento costante e
scene evocative e inizialmente incomprensibili che si succedono
all’evoluzione positiva delle circostanze. Chi pratica questa ideologia
interamente al contrario.
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T REND
BORN ROMANTIC Be Free, Be Blumarine Potrebbe sembrare quasi un nuovo adattamento dell’iconico brano “I’m Free” dei Rolling Stones, ma totalmente sviluppato con tessuti. L’animo della collezione di Blumarine è ruggente e parla di forza e individualità, ma soprattutto di una sofisticata libertà raccontata tramite un’ironia moderna e romantica grazie a influenze bohémienne, stampe, patchwork, decori preziosi e colori gioiosi, celebrando una femminilità dinamica, che si reinventa ogni giorno seguendo il ritmo veloce della vita metropolitana.
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Why be extraordinary when you can be yourself?
ESSERE UNICI, COME LA PROPRIA IMPERFEZIONE Etnia Barcelona lancia I’MPERFERCT “Puntiamo all’unicità, che implica l’imperfezione. Tutti noi siamo imperfetti. È solo quando smetti di cercare la perfezione che scopri chi sei veramente. Quindi difendi sempre la tua
loro unicità e si mostrano senza complessi, rivendicando la propria
identità camminando a testa alta”. Etnia Barcelona sceglie di dare
personalità. La diversità è un elemento che si respira anche nella
voce a tutti quelli che la maggior parte delle persone penserebbero
nuova collezione di eyewear di Etnia Barcelona ispirata al Glam anni
siano sbagliate. Liliya, Kokie, Pau, Kaine, Xueli e Jordi, attraverso
’70. Ogni paio di occhiali è un pezzo diverso da quello precedente.
lo sguardo del fotografo Biel Capllonch, interpretano il bellissimo
Texture e colori unici ottenuti grazie al processo artigianale e al know-
messaggio di inclusività del marchio. Modelli imperfetti che non
how dei collaboratori Mazzucchelli, che crea un acetato naturale, e
rispondono ai canoni di bellezza convenzionali. Persone che hanno
Barberini, che sviluppa lenti minerali.
qualcosa da raccontarci. Storie reali, imeprfette, come capita a tutti (purché si sia disposti ad ammetterlo). Persone che, invece di cercare di rientrare negli stereotipi, si sentono a proprio agio con la
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K
T REND
“SEMPRE, OVUNQUE, PER TUTTI” American Vintage invita gli uomini ad affrontare il mondo con un twist di originalità creando i propri outfit e vivere esperienze uniche, esplorando i luoghi che si amano con energia e personalità. Essenziale, senza tempo e universale. Tre caratteristiche chiave
alle forme XL dei pull in pile, passando alla fluidità di un completo in
del guardaroba maschile firmato American Vintage. Influenzato
tela o in denim. Che sia per un caffè a Londra, un appuntamento sui
dalla diversità del mondo che lo circonda, il marchio made in France
marciapiedi in Rue de Rivoli a Parigi o una cena in spiaggia a Dinard,
propone un mix&match di pezzi moderni e grandi classici.
American Vintage ha l’intento di farti sentire CONFIDENT in ogni
La collezione autunno inverno si divide in capi essenziali ed eclettici:
luogo, chiunque tu sia.
dalla felpa cosy da portare da sola o coordinata con pantaloni abbinati
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L A C R E AT I V I TÀ C O M E A M M U T I N A M E N TO Cinque influencer interpretano il manifesto anticonformista di Maison Margiela “L’ammutinamento è nell’aria. Quando le regole vengono infrante da
Nadia Lee Cohen aka @nadialeelee è una fotografa d’arte,
un collettivo, la comunità si trasforma in una famiglia. La creatività non
filmmaker e artista britannica, che s’ispira al cinema british e
conosce nazionalità, genere o credo. Il suo è un linguaggio universale.
americano degli anni ’50-’60-’70.
Creativity is our mutiny”. Autenticità, ridefinizione e sovversione: i
Giunge alla notorietà grazie alla sua presenza su Instagram, in cui
valori fondanti di Maison Margiela sono da sempre una voce ribelle
la sua immagine spesso si sostituisce a quella dei protagonisti della
contro l’establishment del mondo della moda ma anche di una nuova
fotografia.
generazione sprezzante e coraggiosa. In collaborazione con lo
Corianna e Brianna Dotson aka Coco and Breezy @cocoandbreezy
studio 3RDSOL di Los Angeles Margiela ha scelto cinque artisti che
sono due sorelle gemelle del Minnesota, trasferitesi da teenagers a
incarnano i valori di diversità e individualità, invitandoli a diventare
New York.
protagonisti di cinque video, in cui ognuno di loro potesse esprimere
Dopo grandi difficoltà economiche, diventano imprenditrici e genio
cosa voglia dire essere “mutinist”. Lontano dai brand content, i
creativo dietro l’omonima linea di eyewear dal design ecclettico,
cinque video sono il risultato dell’iniziativa di un gruppo di artisti che,
audace e inclusivo. Le due sono anche riconosciute come icone di
identificatisi nei valori espressi dal manifesto Mutiny, hanno deciso di
stile, producers e DJs.
reinterpretarli liberamente seguendo la propria creatività. Il risultato
River Gallo aka @rivergallo è un filmmaker, attore, scrittore e
è un rivoluzionario desiderio di autenticità.
modello salvadoreño-americano, sostenitore dei diritti intersex.
Jazzelle Zanaughtti aka @uglyworldwide artista modella e
Il suo short film Ponyboi entra nella storia come il primo scritto e
influencer originaria di Detroit, grazie alla sue performance è
interpretato da una persona intersex.
divenuta presenza fissa sulla scena dei club LGBTQIA+ di Chicago.
MX aka @1010_mx è un artista e scrittore colombiano che si ispira
Scoperta grazie a Instagram dal leggendario Nick Knight, Jazzelle
per genere, sessualità e identità ad artisti come David Bowie e G
viene catapultata sulla scena internazionale, fotografata per i
Dragon. Attualmente basato a Los Angeles, MX continua a scrivere
più importanti magazine di moda e protagonista di campagne
basandosi sulle sue esperienze di vita tra Colombia, Stati Uniti e
pubblicitarie globali.
Giappone.
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T R EN D
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DON’T BE SHY Jil Sander tra forza e vulnerabilità
“Siamo lieti che queste immagini mostrino l’ambivalente sensazione che infonde forza e vulnerabilità. Le collezioni erano volutamente protettive e forti, ma hanno una delicatezza altrettanto importante. Le immagini di Nigel hanno profondità e risonanza e trasmettono l’emozione e il sentimento che volevamo infondere“... Così Lucie e Luke Meier, i direttori creativi di Jil Sander commentano il risultato della nuova campagna dedicata alla collezione Fall Winter 2019. Entrambi hanno cercato di esaltare la fragilità personale che, come capiamo bene, non è affatto un segno di debolezza! Realizzata dal fotografo Nigel Shafran, le immagini esprimono il potere travolgente degli ambienti scozzesi in ritratti quasi familiari, intimi e spontanei.
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FEEL FREEDOM GCDS, young, wild & free
GCDS presenta la sua campagna Autunno/Inverno 2019 attraverso scenari invernali da Capri. Immagini che ironizzano sui clichè delle cartoline estive come se fossero ricordi nostalgici. Un pò di sole italiano per rallegrare una giornata grigia! La fotografa newyorchese Renell Medrano ha realizzato la campagna del marchio con il suo stile unico, intrecciando atmosfere strabilianti. Alton Mason, Jazelle (UglyWorldwide), Teddy Quinlivan e Sasha Trautvein (didn’t wake up) sono stati invitati alla Villa GCDS di Capri, un luogo caro a Giuliano Calza (direttore creativo e co-founder del marchio) dove è cresciuto e dove ha fatto bellissime feste, per essere immortalati in momenti di assoluta libertà.
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TAKE YOUR SNEAKERS
i dice che la Nike Air Force 1 progettata da Bruce Kilgore e lanciata
nel
1982
sia
un’icona
inaffondabile e una delle scarpe più vendute di sempre. Un modello intramontabile che ha fatto la storia dell’industria grazie anche alle collaborazioni con artisti e direttori creativi dal calibro di Riccardo Tisci o Virgil
I MODELLI DELL’AUTUNNO INVERNO
Ablho o etichette discografiche come Shady Records. La scarpa più amata in assoluto si arricchisce di una nuova collaborazione con Levi’s®… Scopriamo dunque i modelli di punta della stagione invernale, protagonisti: Palm Angels, Lumberjack, Lyle&Scott x Diadora, Veja, Mizuno, Marni, Birkenstock e FILA.
By Palm Angels
BLACK RECOVERY SNEAKERS La pelle scamosciata si veste di mesh in nero, viola e grigio. La nuova scarpa di Palm Angels dalla punta rotonda e chiusura con lacci, presenta il collo imbottito e una suola in gomma nera scolpita.
Mizuno Fresh Pack
ODE AI ‘90 Fresh pack è un autentico tributo agli anni ‘90, un’esplosione di colori e geometrie sintetizzate nei modelli iconici Mizuno: Wave Rider e Sky Medal. Queste due silhouette senza tempo si trasformano, abbracciando in una scarpa l’iconicità pop tipica del periodo. La collezione, parte dell’Origami Pack, è dedicata ai più esclusivi e selezionati sneakers store in Europa.
Hype Lumberjack
LA NUOVA LINEA CHE UNISCE SPORTSWEAR E FASHION Caratterizzata da una suola molto voluminosa ma leggerissima, realizzata in Phylon con battistrada in gomma che, unito a uno stabilizer in TPU, garantisce un grip perfetto con un lato estetico accattivante. Le silhouette in Memory Foam supportano perfettamente l’arco plantare e rendono piacevole la camminata.
Birkenstock
IDEALI PER IL CASUAL CITY Non saranno delle sneakers ma sono ideali per la città. Comode e pratiche, ottime per i look casual invernali. Le polacchine in suede con interno in shearling, plantare anatomico in sughero e suola in EVA.
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FILA Grant Hill II
UNA NUOVA SPECIALE RIEDIZIONE
Veja
LA SOSTENIBILITÀ AI PIEDI
FILA riedita il celebre modello realizzato in collaborazione col giocatore di basket Grant Hill nel 1996. Caratterizzata da un’estetica classica da basket con tomaia in pelle di prima qualità, presenta rifiniture in vernice e un trattamento con logo esclusivo sulla suola.
La nuova sneaker “Venturi” con suola spessa beneficia delle tecnologie del progetto running sviluppato da VEJA. Il cuscino LFOAM è realizzato in gomma naturale al 50% e protegge dalle vibrazioni mentre la suola è realizzata in gomma selvatica proveniente dalla foresta amazzonica. Flessibile ed ergonomico, il modello è disponibile in pelle, pelle scamosciata o rete realizzata con bottiglie di plastica riciclata. VEJA STUDIO
Lyle & Scott x Diadora
UNA CAPSULE SPECIALE DEDICATA AL CALCIO Lyle & Scott e Diadora collaborano per la prima volta a una collezione che celebra l’inclusività. La capsule rievoca la tradizione scozzese di Lyle & Scott unita al kit dello Scotland FC creato da Diadora nel 2009 reinterpretato in chiave streetwear. Spiccano le sneakers Diadora Action, completate dall’iconica aquila Lyle & Scott sul retro. Disponibili in due palette di colori, in edizione limitata presso selezionati stores.
MARNI
LA SCARPA ISPIRATA ALLA POP ART La nuova Marni Banana sneaker evoca una banana ispirata alla Pop Art combinando una struttura in maglia tecnica, stretch dal design minimalista e una distintiva suola amplificata che offre comfort. Disponibile nelle varianti stringata o slip on, e in una vibrante combinazione di colori su marni.com, nelle boutique Marni e in selezionati distributori nel mondo.
NIKE BY Levi’s®
UNA NUOVA COLLABORAZIONE Air Force 1 High e Air Force 1 Low vengono proposte nelle colorazioni rosa e indaco e sono disponibili nei Levi’s® store di Parigi, Berlino e Londra. Un progetto basato sulla tecnologia e sulla personalizzazione. Tramite LEVI’S® BY YOU e la linea di esclusivi tessuti in pelle, denim, velluto a coste e Sherpa, gli utenti possono personalizzare il modello esclusivamente su Nike.com/LevisByYou.
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T EST I M O N I A L
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FASHION LOVES RESOURCEFULNESS
CARA DELEVINGNE / RKOMI / DUA LIPA / REJJIE SNOW / RITA ORA / ODESSA YOUNG / HERO FIENNES-TIFFIN /
Protagonisti delle nuove collezioni moda conquistano il pubblico grazie alla loro verve e ai messaggi positivi che comunicano tramite il loro lavoro
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È PUMA WOMEN
IL CARATTERE, L’ATTIVISMO, LA SUA CAPACITÀ DI GUARDARE OLTRE I CONFINI HANNO CATTURATO ANCHE PUMA CHE LA SCEGLIE PER IL LANCIO DELLE NUOVE CELL STELLAR NEON. Attrice e attivista britannica, nota per essere una donna coraggiosa, capace di infrangere le regole, con il suo stile audace ed elegante incoraggia da sempre le donne ad aggiungere una sfumatura cool alla propria vita e osare anche nella scelta del look. Cara, già da tempo volto iconico di PUMA Women, la ritroviamo oggi protagonista della campagna per il lancio delle nuove CELL Stellar Neon del marchio. Presentate per la prima volta negli anni Novanta le sneakers fecero breccia nel cuore dei consumatori grazie alle speciali celle esagonali poste nell’intersuola in grado di offrire un’ammortizzazione unica e che ora tornano protagoniste nelle strade. La nuova versione è caratterizzate dalla tomaia in una vibrante colorway neon pink, dal mix di materiali freschi e dalla tecnologia unica. Le nuove CELL Stellar Neon presentano inoltre dettagli color crema sul tallone e sulla punta, l’intersuola bianca a contrasto e il colletto basso che offre innumerevoli opportunità di stile.
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ON STAGE CON BERSHKA IL “POETA 2.0” REALIZZA UNA COLLEZIONE SVILUPPATA PER CELEBRARE IL PROGETTO MUSICALE DI BERSHKA. Si chiama On Stage ed è il progetto musicale firmato Bershka che vede sul palco del live RKOMI. Dopo i concerti a Londra, Barcellona e Berlino, Bershka On Stage offre ai fan di Milano, Parigi e Bruxelles la possibilità di vedere i nomi della loro musica preferita live e in esclusiva. Per l’Italia il marchio ha scelto Rkomi, artista venticinquenne originario di Calvairate, quartiere alla periferia est di Milano, famoso per le sue liriche intricate, ricche di doppi sensi, associazioni di idee e significati nascosti, amato dai giovani per le sue rime in di grande potenza evocativa. Per celebrare il concerto On Stage di Milano RKOMI ha collaborato con Bershka ad una nuova collezione con grafiche sci-fi e denim sbiancato. La linea di RKOMI è stata sviluppata seguendo la sua passione a sperimentare cose sempre diverse. Il doppio denim viene quindi rivisitato, il logo di RKOMI si tinge di tonalità più fresh, e persino la camicia a quadri viene remixata con un effetto dip-dye, aggiungendo un carattere completamente nuovo a un capo classico. Rkomi ha recentemente pubblicato “DOVE GLI OCCHI NON ARRIVANO”, album che ha raggiunto subito la vetta delle classifiche di vendita, dove si distacca dal classico metodo di produzione trap e hip hop abbracciando una musicalità più sfaccettata e multiforme.
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X PEPE JEANS LA POP STAR GIÀ VOLTO DEL MARCHIO LONDINESE DISEGNA LA SUA PRIMA CAPSULE COLLECTION PER PEPE JEANS LONDON. “Sono entusiasta e felice di essere qui e di vedere le persone che si divertono e apprezzano la collezione”, ha commentato Dua Lipa durante il lancio della sua collezione al Victoria House Basement, nel centro di Londra, allestito per l’occasione da tante bancarelle per rievocare quelle storiche del mercato di Portobello, luogo nativo di Pepe Jeans London. La collezione Dua Lipa x Pepe Jeans London si ispira al clubbing grunge e allo stile che correva tra gli anni ’90 e 2000. La capsule rispecchia anche lo stile della vincitrice di tre Brit Awards e di due Grammy, che si trova a reinterpretare i classici denim del marchio. Nata a Londra, ma Kossovara di origine, Dua Lipa è entrata nella storia dei Brit Awards nel 2018, diventando la prima artista femminile a ricevere ben cinque nomination conquistando due premi come “miglior artista solista femminile britannica” e “miglior artista esordiente inglese”. Negli ultimi due anni, Dua Lipa è stata anche l’artista femminile più ascoltata in streaming al globo. Ad oggi ha venduto oltre 40 milioni di singoli e oltre 3.4 milioni di album in tutto il mondo. Si è annoverata anche due Grammy Awards come “miglior artista emergente” e “miglior registrazione dance” per il singolo “Electricity”, realizzato insieme a Silk City featuring Diplo & Mark Ronson. Una giovane donna attenta al sociale che tramite la sua fondazione benefica Sunny Hill si occupa di rilanciare culturalmente e turisticamente il Kosovo, appunto il suo paese d’origine.
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X C.P. COMPANY UN NUOVO CAPITOLO DI EYES ON THE CITY, IL PROGETTO CULTURALE IN COLLABORAZIONE CON L’ARTISTA IRLANDESE REJJIE SNOW. Il rapper di origini irlandesi Rejjie Snow collabora al secondo capitolo di Eyes on the city di C.P. Company che racconta in maniera inedita lo scorcio underground di una capitale europea. Se prima era la volta di Dublino ora, insieme a Rejjie, davanti l’obiettivo di Joshua Gordon (che dirige anche questo secondo filmato) ci sono le strade di una Parigi meno conosciuta, lontana dalla Tour Eiffel e dai classici stereotipi ad essa legati. Intitolato “Paris Mon Amour” mostra un punto di vista più autentico e realistico della Ville Lumiere, un tour tra le banlieues e i graffiti che racconta l’importanza della street art nel percorso artistico del rapper. La capitale francese rivive all’interno della musica di Rejjie. “Andare a Parigi negli anni della mia formazione, ha segnato davvero molto la mia comprensione del mondo femminile” dice l’artista. “Le donne di Parigi sono così forti e decise. Durante la mia prima volta nella capitale, ho visto donne dipingere graffiti e guidare autobus in modi che non avevo mai visto prima”. ‘Mon Amour’, il duetto con la cantante parigina Milena Leblanc, è l’ode per eccellenza alla Città delle Luci. Una versione della città che rimane off-limits per i turisti, lontana dagli stereotipi, perseguitata e prigioniera del passato. È una Parigi che sente sua, che sta ancora esplorando ma nella quale dice di voler essere sepolto, anche se è solo a nord di Dublino che si sentirà sempre a casa. “Questo viaggio con C.P.Company è stato grandioso” afferma Rejjie “Per me in questo momento è tutto basato sui ricordi e sicuramente questo resterà un grandissimo ricordo”.
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L’ENERGIA, LA FORZA E L’INTRAPRENDENZA DELL’INTERPETE DI “PHYNIX” VENGONO IMPRESSE NELLA NUOVA COLLEZIONE DI SCARPE BY DEICHMANN. Ankle boot, lace up e modelli dallo stile androgino con borchie e fibbie da rock star assicurano un mood individuale e creativo. Rita Ora presenta insieme a Deichmann 40 modelli selezionati che esprimono totalmente la sua creatività e il suo senso della moda. “Il mio stile rispecchia sempre il mio modo di essere. Come mi vesto esprime come mi sento quel giorno” afferma Rita. Ogni stile della collezione è sinonimo di un’attitudine o di un sentimento come libertà, creatività, curiosità, coraggio o forza ed è stato ideato per ispirare le persone a manifestare la propria individualità attraverso uno stile personale. Rita Ora, già protagonista di 50 Sfumature di Rosso e del live action Detective Pikachu, cantante, attrice e modella britannica di origine kosovara (come la colega Dua Lipa), dall’inizio della carriera discografica è stata per ben tredici volte nella Top 10 british dei singoli più ascoltati e quattro prime posizioni, vendendo più di 18 milioni di singoli in tutto il mondo. Premiata come Best Female Artist ai Silver Clef Award del 2015, ha vinto un MTV Europe Music Awards, un MTV Video Music Awards e ricevuto cinque nomine ai BRIT Award.
X DEICHMANN
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IL LOOKBOOK, SCATTATO DA DANIEL SHEA E AMBIENTATO NEL CELEBRE FLUSHING MEADOWS PARK NEL QUEENS A NEW YORK, VEDE I DUE ATTORI INTERPRETARE LA STORIA WOOLRICH IN UN VIAGGIO VERSO IL FUTURO CHE PARTE DALLA TRADIZIONE DEL PASSATO. Woolrich ha scelto l’attore e modello Hero Fiennes-Tiffin e l’attrice Odessa Young. I due giovani artisti hanno recitato nei film After e The Professor dimostrando talento e grande consapevolezza. Hero - interprete di Lord Voldemort in Harry Potter e il principe mezzosangue - ha scelto di posare per Woolrich con la Zipper Buffalo Jacket e un dolcevita in lana merino per un layering elegante ed essenziale, mentre Odessa Young indossa l’Heritage Gauze Dress e il Blanket Coat. In altri scatti, l’attrice di Assassination Nation veste la Buffalo Jacket nei toni del crema e rosso, e il Reversible Parka, adatto ai mesi più freddi. Inoltre, in concomitanza con la stagione invernale Woolrich lancia un completo rebranding al cui interno si colloca il nuovo logo, una reinterpretazione grafica dello storico “Red and Black Buffalo Check”, un progetto intenso e innovativo sviluppato da Pentagram, il design studio indipendente fondato nel 1972 da un collettivo di creativi a Londra. Il pattern venne originariamente creato nel 1850 da un designer di Woolrich per supportare graficamente la realizzazione delle prime Woolen Shirt. Il nuovo logo Woolrich, che dalla Fall 19 sarà presente su tutti i capi sia come label interna che come badge esterno e tramite personalizzazioni sui capi, rappresenta il delicato equilibrio tra heritage, expertise e dinamismo verso il futuro e la materializzazione visiva della continua evoluzione del marchio.
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X WOOLRICH
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SWISS MADE OCEAN TWIST A BILBAO CON MIDO PER IL LANCIO DELLA NUOVA VERSIONE DELL’ICONICO OROLOGIO SUBACQUEO CHE SEGNA IL 75° ANNIVERSARIO DELLA COLLEZIONE OCEAN STAR
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a 75 anni la collezione Ocean Star è sinonimo di impermeabilità. Nella sua costante ricerca di innovazione Mido ha sempre sviluppato tecnologie nuove e spesso all’avanguardia, al fine di offrire orologi impermeabili e affidabili. Quale luogo migliore della città di Bilbao, affacciata sull’oceano e famosa per il suo monumentale Guggenheim Museum, per rendere omaggio a questa collezione acquatica e alla filosofia Mido: “inspired by architecture”
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MIDO OCEAN STAR TRIBUTE: UN OMAGGIO A UNA COLLEZIONE ICONICA 75 anni dopo il suo primo Ocean Star, Mido presenta un’edizione speciale per rendere omaggio a questa iconica collezione. Due modelli superbi che presentano molti richiami agli orologi subacquei degli anni ‘60. I loro bellissimi quadranti, azzurro mediterraneo o nero intenso, sono protetti da vetro zaffiro tipo “box” e sono esaltati da una lunetta girevole dello stesso colore.
ROMINA AMATO RED BULL CONTENT POOL ALESSANDRO DE ROSE
È FRANZ LINDER, IL PRESIDENTE DI MIDO a introdurre la speciale edizione Ocean Star Tribute che rende omaggio alla sua iconica collezione di orologi subacquei. L’OCCASIONE? La finale della RED BULL CLIFF DIVING WORLD SERIES 2019 DI BILBAO, di cui Mido è Official Performance Partner. Uno spettacolo affascinante dove 14 tuffatori si sono lanciati dal ponte La Salve, da una piattaforma 27 metri al di sopra del fiume, davanti allo spettacolare GUGGENHEIM MUSEUM. Già negli anni ‘30 MIDO ha inventato il rivoluzionario sistema Aquadura, una tradizione che si perpetua oggi con l’Ocean Star Diver 600, impermeabile fino a 60 bar (600 m/1,968 ft) e dotato di valvola per la fuoriuscita dell’elio. I nuovi Ocean Star Tribute sono dotati del CALIBRO 80, un movimento automatico all’avanguardia che garantisce una riserva di carica fino a 80 ore. Le casse rotonde da 40,5 mm di diametro e i flessibili e comodissimi bracciali in acciaio a più maglie conferiscono quel MAGNIFICO LOOK RÉTRO che ha decretato il successo dei modelli originali. Il tocco finale, che non mancherà di accattivare gli amanti dei dettagli, È LA STELLA MARINA, STORICO SIMBOLO DELL’OCEAN STAR, CHE DECORA IL FONDELLO. Ognuna di queste edizioni speciali è presentata in una apposita scatola e corredata da un cinturino supplementare.
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G EN OVA
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SLAM
NATURA MORTA CON VASO DI MAIOLICA, FIORI E FRUTTI, OLIO SU TELA, CM 81 X 110, COLLEZIONE POLETTI
TRA APPARTENENZA E MECENATISMO Dopo “I Am Genova” il celebre fashion brand legato alla vela è sponsor della mostra dedicata a Bernardo Strozzi. Slam fortifica così il suo legame con Genova che non solo ha dato i natali al marchio ma lo ha da sempre ispirato nella ricerca creativa
LUCA BECCE, AD SLAM - PH: SETTIMIO BENEDUSI
SAN GIOVANNINO, OLIO SU TAVOLA, DIAMETRO 16,5, COLLEZIONE PRIVATA
Con l’esposizione “Bernardo Strozzi 1582-1644. La conquista del colore” a Palazzo Nicolosio Lomellino, Slam omaggia uno dei pittori genovesi più illustri e rappresentativi del ‘600. La mostra, in calendario fino al 12 gennaio 2020, esalta la ricchezza e i minuziosi dettagli della natura rappresentata nelle opere di Strozzi che immediatamente riportano alla mente i broccati, fiore all’occhiello della tradizione manifatturiera genovese dell’epoca. Un’occasione speciale per Slam che, da sempre legato alla città portuale, rinnova il suo amore verso il luogo nativo e le persone che lo abitano. Un nuovo omaggio che si aggiunge alla recente celebrazione del suo 40° anniversario dove ha dedicato il progetto fotografico “I Am Genova”, curato da Settimio Benedusi a Palazzo Ducale, con cui Slam ha voluto donare alla propria città la possibilità di essere al tempo stesso artefice, protagonista e spettatrice.
Come spiega Luca Becce, AD di Slam: “Vogliamo crescere valorizzando e rispettando le nostre radici. Genova resta la sede della nostra casa, il quartier generale dove lavoriamo”. Inoltre, con l’occasione della nuova mostra dedicata a Bernardo Strozzi, Slam contribuirà in modo attivo alla realizzazione del progetto installazione “Il grande Slam del colore. Estro cromatico da tela a tessuto”, curato da Casana Architettura Paesaggio e Strada Nuova Rivestimenti & Interior Design: ottantadue petali basculanti sorretti da un’esile struttura in acciaio saranno realizzati in parte in tessuti pregiati come damaschi e velluti e in parte in tessuti tecnici Slam. La comunione cromatica di queste tele irradieranno di luci e riflessi gli spazi monumentali del Palazzo.
NELLA FOTO A FIANCO, AFFRESCO, BERNARDO STROZZI, SALA DELL’ALLEGORIA DELLA FEDE CHE GIUNGE NEL NUOVO MONDO, PARTICOLARE CON GLI INDIOS, GENOVA, PALAZZO NICOLOSIO LOMELLINO, PRIMO PIANO NOBILE.
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OSSERVATORIO FONDAZIONE PRADA - TRAINING HUMANS KATE CRAWFORD E TREVOR PAGLEN
LIVING MILANO
GLI APPUNTAMENTI ARTISTICI DELLA STAGIONE
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’Osservatorio di Fondazione Prada fa il punto sulla ricerca e l’evoluzione dell’Artificial Intelligence con l’esposizione “Training Humans”. Con Estasi Marina Abramovich arri-
va alla Biblioteca Ambrosiana dove, con tre video, si relaziona a una delle più importanti figure del cattolicesimo. Il MUDEC, tramite il coinvolgente progetto di Elliott Erwitt e il suo “censimento per immagini”, affronta la percezione del concetto di “famiglia” nel 2019. Mentre Pirelli HangarBicocca presenta “.... the Illuminating Gas” la più grande esposizione mai realizzata da Cerith Wyn Evans pensata come una composizione armonica in cui luce, energia e suono offrono ai visitatori un’esperienza sinestetica unica.
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Fondazione Prada presenta “Training Humans” Fino al 24 febbraio 2020 Kate Crawford, professoressa e studiosa nell’ambito dell’intelligenza artificiale, e Trevor Paglen, artista e ricercatore, organizzano nella sede dell’Osservatorio di Fondazione Prada (Corso Vittorio Emanuele II a Milano) la prima grande mostra fotografica dedicata a immagini di training dagli anni Sessanta a oggi. Si tratta di repertori di fotografie utilizzate dagli scienziati per insegnare ai sistemi di intelligenza artificiale come “vedere” e classificare il mondo. “Training Humans” è dunque una ricerca che evidenzia come soggetti pubblici e privati impiegano le immagini personali condivise online come materia prima per la classificazione e la sorveglianza degli individui. Il pubblico ha l’opportunità di osservare dall’interno le tecnologie di intelligenza artificiale che si sono diffuse nella nostra società come il riconoscimento facciale e dell’andatura, la sorveglianza biometrica e anche la mappatura delle emozioni. “Training Humans” affronta i preconcetti, le supposizioni, gli errori e le posizioni ideologiche all’interno di queste tecnologie. Rivelando come i sistemi di intelligenza artificiale sono stati concepiti negli
Marina Abramović arriva alla Biblioteca Ambrosiana
Fino al 31 Dicembre 2019
OSSERVATORIO FONDAZIONE PRADA - TRAINING HUMANS
ultimi sessant’anni e come gli attuali strumenti continuano pratiche di classificazione sociale, sorveglianza e segmentazione e come queste riecheggiano la frenologia e l’eugenetica del passato. Come afferma Trevor Paglen, “quando abbiamo iniziato a elaborare l’idea della mostra, oltre due anni fa, volevamo raccontare la storia delle immagini utilizzate per il ‘riconoscimento’ di esseri umani nel settore della computer vision e dei sistemi di intelligenza artificiale. Non ci interessavano né la versione inflazionata dell’IA applicata al marketing né le favole distopiche sui robot del futuro”. “Volevamo trattare direttamente le immagini che formano i sistemi di intelligenza artificiale e prenderle sul serio come parte di una cultura in rapida evoluzione. Questi materiali visivi rappresentano la nuova fotografia vernacolare che guida la visione artificiale. Per verificare il loro funzionamento, abbiamo analizzato centinaia di set di immagini di training per capire i processi interni di questi ‘motori del vedere’”, aggiunge Kate Crawford. In particolare “Training Humans” esplora due tematiche chiave: la rappresentazione, l’interpretazione e la codificazione degli esseri umani attraverso dataset di training e le modalità con cui i sistemi tecnologici raccol-
gono, etichettano e utilizzano questi materiali. Esaminando le immagini di questa raccolta e i criteri con cui le fotografie personali sono state classificate, ci si confronta con due interrogativi essenziali: quali sono i confini tra scienza, storia, politica, pregiudizio e ideologia nell’intelligenza artificiale? Chi ha il potere di costruire questi sistemi e di trarne benefici? Come sottolinea Paglen, “il progetto mostra come queste immagini facciano parte di una lunga tradizione che consiste nel raccogliere immagini delle persone senza il loro consenso, al fine di classificarle, segmentarle e spesso ricondurle a stereotipi attraverso modalità che evocano il passato coloniale”. Crawford conclude: ‘’un’asimmetria di potere è propria di questi strumenti. La nostra speranza è che Training Humans segni il punto di partenza per iniziare a ripensare questi sistemi e per comprendere in modo scientifico come ci vedono e ci classificano”. La mostra è accompagnata da una pubblicazione illustrata della serie “Quaderni”, pubblicata da Fondazione Prada, che include una conversazione tra Kate Crawford e Trevor Paglen sui complessi temi affrontati nel loro progetto. fondazioneprada.org/visit/milano-osservatorio/
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L’artista che ha rivoluzionato il mondo della performance art arriva a Milano con “Estasi”, protagonista “The Kitchen. Homage to Saint Therese”, un’opera nella quale l’artista si relaziona con una delle più importanti figure del cattolicesimo, Santa Teresa d’Avila. L’opera si compone di tre video, che documentano altrettante performance tenute nel 2009 dall’artista nell’ex convento di La Laboral a Gijón, in Spagna. «“Estasi” è un titolo che si ricollega allo straordinario precedente della Santa Teresa di Gian Lorenzo Bernini», spiega il curatore della mostra Giuseppe Frangi. «Marina Abramovic giocandosi in prima persona e usando un linguaggio contemporaneo con queste sue opere infatti rinnova e vivifica un grande tema della tradizione». L’allestimento condurrà il visitatore a compiere un “cammino” progressivo attraverso la visione delle tre opere. Curata da Casa Testori e prodotta da Vanitas Club (parte di Gruppo MilanoCard), in collaborazione con la Veneranda Biblioteca e Pinacoteca Ambrosiana, la mostra sarà parte del percorso di visita che porterà a rivedere la Cripta di San Sepolcro, da poco riportata a pieno splendore grazie ai grandi lavori di restauro che la hanno interessata. vanitasclub.org
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“Elliott Erwitt. Family” al MUDEC Fino al 15 marzo 2020 Il MUDEC - Museo delle Culture di Milano ospita per l’autunno 2019 “Elliott Erwitt. Family”. 60 scatti che per il grande fotografo americano hanno descritto nella sua lunghissima carriera tutte le sfaccettature di un concetto così inesprimibile e totalizzante come quello della famiglia. La collezione selezionata per Mudec Photo da Erwitt e da Biba Giacchetti la curatrice della mostra, alterna immagini ironiche a spaccati sociali, matrimoni nudisti, famiglie allargate o molto singolari, metafore e finali ‘aperti’, come la famosissima fotografia del matrimonio di Bratsk. L’esposizione, promossa dal Comune di Milano-Cultura e da 24 ORE Cultura-Gruppo 24 ORE, che ne è anche il produttore, è in collaborazione con SUDEST57 e vede il contributo di Lavazza, main sponsor dello spazio Mudec Photo, di cui sposa in pieno la mission, impegnata nel mondo della fotografia fin dal 1993 attraverso il “Calendario Lavazza”, in cui racconta le storie e descrive la società globale attraverso gli occhi dei più grandi maestri contemporanei dell’arte della fotografia. In particolare, per questo nuovo progetto di Mudec Photo, Lavazza diventa parte attiva e porta in mostra due scatti di Elliott Erwitt tratti dal suo Calendario 2000, un’edizione speciale che aprì le porte al nuovo millennio e che si intitolava
“Families. Ritratti intorno al caffè”. In questa mostra Erwitt “conduce il suo racconto per immagini senza tesi, in totale sospensione di giudizio”, spiega Biba Giacchetti. “Ci racconta i grandi eventi che hanno fatto la storia e i piccoli accidenti della quotidianità, ci ricorda che possiamo essere la famiglia che scegliamo: quella americana, ingessata e rigida che posa sul sofà negli anni Sessanta, o quella che infrange la barriera della solitudine eleggendo a membro l’animale prediletto. Famiglie diverse, in cui riconoscersi, o da cui prendere le distanze con un sorriso.” mudec.it/ita/
CERITH WYN EVANS MOBIUS STRIP, 2006 VEDUTA DELL’INSTALLAZIONE TAKA ISHII GALLERY, TOKYO © CERITH WYN EVANS. COURTESY WHITE CUBEFOTO: STEPHEN WHITE
SOPRA, AUTORE: ELLIOTT ERWITT PARIGI, FRANCIA, 1989 © ELLIOTT ERWITT A FIANCO A SINISTRA, AUTORE: ELLIOTT ERWITT VALENCIA, SPAGNA, 1952 © ELLIOTT ERWITT
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Pirelli HangarBicocca presenta “...the Illuminating Gas” Fino al 23 febbraio 2020 La più grande esposizione mai realizzata da Cerith Wyn Evans, a cura di Roberta Tenconi e Vicente Todolí con venticinque lavori, tra sculture storiche, complesse installazioni monumentali e nuove produzioni che occupano in tutto il suo volume gli oltre cinquemila metri quadrati delle Navate e del Cubo di Pirelli HangarBicocca. A partire dagli anni Novanta l’artista si dedica alla realizzazione di sculture, installazioni, fotografie e interventi site-specific o performativi. La sua ricerca si focalizza sul linguaggio e sulla percezione e si caratterizza per l’utilizzo di elementi effimeri quali la luce e il suono, per l’uso del montaggio come tecnica compositiva e del potenziale immaginativo della parola, oltre che per la centralità della dimensione temporale e del concetto di durata nella fruizione di un’opera. I lavori attingono a una complessità di riferimenti e citazioni – letteratura, musica, filosofia, fotografia, poesia, storia dell’arte, astronomia e scienza – che trasmettono la cultura del ventesimo e ventunesimo secolo come un sistema dinamico da decifrare, mettendo in discussione la nostra nozione di realtà. Attraverso un’indagine sulla percezione, sul linguaggio e sulla comunicazione Wyn Evans mette in luce il potere evocativo dell’arte e la sua capacità di creare collisioni tra significati differenti, interrogandosi spesso sul confine tra il visibile e ciò che non è possibile vedere a occhio nudo, tra materiale e immateriale. pirellihangarbicocca.org/
CERITH WYN EVANS THE ILLUMINATING GAS... (AFTER OCULIST WITNESSES), 2015 © CERITH WYN EVANS. COURTESY WHITE CUBE FOTO: GEORGE DARREL
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EDWARD BURTYNSKY ANTHROPOCENE - FONDAZIONE MAST TETRAPODS #1, DONGYING, CHINA 2016. PHOTO(S) © EDWARD BURTYNSKY, COURTESY ADMIRA PHOTOGRAPHY, MILAN / NICHOLAS METIVIER GALLERY, TORONTO *
MEN AT WORK
A BOLOGNA LA PRIMA BIENNALE AL MONDO DEDICATA ALLA FOTOGRAFIA DELL’INDUSTRIA E DEL LAVORO Una grande esposizione che indaga la tecnosfera attraverso lo sguardo degli artisti internazionali e 10 mostre che offrono una panoramica su questo nuovo strato artificiale che l’uomo ha costruito nel tempo e si sta sviluppando a velocità vertiginosa
La Fondazione MAST presenta la quarta edizione di FOTO/ INDUSTRIA curata da Francesco Zanot con 10 mostre in sedi storiche del centro cittadino bolognese e una al MAST, co-curata da Urs Stahel. Un appuntamento unico con i grandi nomi della fotografia e i giovani autori della scena internazionale per comprendere, tramite le parole del curatore: “La vastità dell’intervento dell’uomo sull’ambiente e su ogni cosa che lo circonda”.Il tema del costruire, azione radicata nella natura umana, viene esplorata a tutto tondo, dalle sue radici storiche e filosofiche agli inevitabili risvolti scientifici.
Dalle città alle industrie, dalle reti energetiche a quelle infrastrutturali, dai sistemi di comunicazione alle reti digitali, la Biennale bolognese intende indagare il complesso sistema dinamico del fare che caratterizza la presenza dell’uomo sul pianeta. Tra i protagonisti di FOTO/INDUSTRIA 2019: Albert RengerPatzsch (Pinacoteca Nazionale) e André Kertész (Fondazione Carisbo – Casa Saraceni), Luigi Ghirri (Palazzo Bentivoglio), Lisetta Carmi (Genus Bononiae - Santa Maria della Vita), Armin Linke
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ANDRÉ KERTÉSZ – FONDAZIONE CARISBO - CASA SARACENI AMERICAN VISCOSE CORPORATION, MARCUS HOOK, PENNSYLVANIA, 1944 DONATION ANDRÉ KERTÉSZ, MINISTÈRE DE LA CULTURE (FRANCE), MÉDIATHÈQUE DE L’ARCHITECTURE ET DU PATRIMOINE, DIFFUSION RMN-GP
LISETTA CARMI– SANTA MARIA DELLA VITA PORTO DI GENOVA. LO SCARICO DEI FOSFATI 1964 © LISETTA CARMI. COURTESY OF MARTINI & RONCHETTI, GENOVA
(Biblioteca Universitaria di Bologna - BUB) e David Claerbout (Spazio Carbonesi – Palazzo Zambeccari). Tra i giovani autori affermati sulla scena internazionale che alternano tecniche che vanno dagli usi più puri e tradizionali della fotografia alle sperimentazioni più innovative, troviamo Matthieu Gafsou (Palazzo Pepoli Campogrande), Stephanie Syjuco (MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna), Yosuke Bandai (Museo Internazionale e Biblioteca della Musica) e Delio Jasse (Fondazione del Monte – Palazzo Paltroni).
LUIGI GHIRRI - PALAZZO BENTIVOGLIO FERRARI, MARANELLO,1985-88 © EREDI DI LUIGI GHIRRI
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ARTE LAGUNA PRIZE PHOTO MAILA BERTOLI
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dedicati all’arte e al design che possono dare ai gio-
APERTE LE ISCRIZIONI ALLA 14^ EDIZIONE DI ARTE LAGUNA PRIZE
vani partecipanti la possibilità non solo di esprimere
Oltre alla mostra a Venezia in Arsenale, il concorso
l futuro si crea! KULT ha selezionato alcuni concorsi
la propria idea creativa ma mettersi in gioco nel mondo del lavoro e vincere montepremi utili a investire su se stessi. Dal Laguna Art Prize che quest’anno stringe una partnership con il MOMMMA di Mosca allo sviluppo di idee dedicate alla robotica per Pharmathek, passando per le ingegnose collezioni dedicate ai neonati di Chic-
co fino ai progetti di home decor per 3M. BY M A R I N E L L A CA M M A R OTA
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sbarca a Mosca e crescono i premi in denaro Arte Laguna Prize è uno dei concorsi tra i più influenti e longevi dedicati ad artisti e designer emergenti. Quest’anno il concorso stringe una nuova importante partnership con il MMOMA - Moscow Museum of Modern Art, portando a Mosca nel 2021 una selezione di oltre cento opere. Con quattordici anni di storia, il premio organizzato da MoCA (Modern Contemporary Art), offre agli artisti l’opportunità di unirsi all’enorme rete di collaborazioni in tutto il mondo, esporre nei suggestivi spazi dell’Arsenale di Venezia vincere premi in denaro per un importo totale di 40.000 euro. Altra novità è Arte Laguna World (artelaguna.world/) la piattaforma di arte contemporanea che connette artisti a collezionisti e addetti ai lavori. Inoltre, la nuova edizione di Arte Laguna Prize rinnova la sezione dedicata al design dandone una nuova chiave di lettura più orientata all’arte sostenuta da Assarredo / FederlegnoArredo. La giuria internazionale, guidata da Igor Zanti, curatore del Premio dalla sua prima edizione e direttore di IED Firenze, selezionerà le migliori candidature tra le dieci discipline in concorso, che andranno in mostra all’Arsenale
ARTE LAGUNA PRIZE FOTO NICOLA D’ORTA
ARTE LAGUNA PRIZE
Nord di Venezia dal 21 marzo al 13 aprile 2020. Tra le opere esposte la giuria individuerà quattro vincitori assoluti che si aggiudicheranno i premi in denaro ciascuno di 10.000 euro. Al concorso possono partecipare artisti e designer da tutto il mondo senza alcuna limitazione. Tra le categorie di premi:
Premi Artist in Residence
vinceranno ciascuno un premio di 1000 € e trascorreranno un periodo di permanenza di un mese presso la struttura turistico-ricettiva di Outofblue a La Palma - Isole Canarie, dove avranno il compito di valorizzare gli spazi con interventi site specific.
Si tratta di un programma di residenze d’arte in Italia e all’estero per permettere un’esperienza artistica di crescita a contatto con un nuovo ambiente o una nuova cultura, creare nuove opere e partecipare a nuove attività in un ambiente multiculturale. Le residenze vengono assegnate a sei artisti e sono: Fabrica a Treviso, Gridchinhall a Mosca, Espronceda a Barcellona, Basu Foundation for the Arts a Calcutta, Farm Cultural Park a Favara in Sicilia, Maradiva Cultural Residency a Mauritius.
Premi Artist in Gallery
Premi Business for Art
Premio Sostenibilità e Arte dedicato all’alluminio
Collaborazioni con aziende allo scopo di connettere gli artisti con gli imprenditori che vedono nella creatività una forma di comunicazione e slancio produttivo. Quest’anno un artista Under25 della sezione pittura vincerà un premio di 2.500 € e una collaborazione con l’azienda veneziana Majer; tre artisti
Realizzazione di due mostre in Gallerie d’Arte internazionali comprensive di allestimento, inaugurazione e catalogo. Gli spazi sono: Galerie Isabelle Lesmeister a Regensburg, Germania e Jonathan Ferrara Gallery a New Orleans, Stati Uniti. Partecipazioni a Festival e Mostre collettive Selezione di undici artisti per la partecipazione ad eventi collettivi in Slovenia presso il Festival Art Stays e a Pechino con gli eventi organizzati da Art Nova 100.
Il premio speciale con il consorzio CIAL e Ca’ Foscari che premia con 3.000 euro la migliore idea di Riuso, Riduco, Riciclo degli imballaggi in alluminio. Deadline candidature: 27 novembre 2019 Per maggiori informazioni e bando di concorso visita: premioartelaguna.it
ARTE LAGUNA PRIZE FOTO NICOLA D’ORTA
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ARTE LAGUNA PRIZE PHOTO GIACOMO DI LILLO
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3M FOR DESIGN Un contest internazionale rivolto a designer, architetti, studenti e progettisti di tutto il mondo, allo scopo di ricercare nuove soluzioni di arredo realizzate grazie ai sistemi adesivi 3M, al posto dei tradizionali metodi di fissaggio meccanici In particolare, il contest 3M for Design si concentrerà su tre aree progettuali: Illuminazione (lampade, da interno, da esterno, ecc.) Arredamento (sedie, tavoli, armadi, ecc.) Homeware & Interiors (oggettistica per decorazione di interni, accessori per l’arredo ecc.) Come di consueto la partecipazione è libera e aperta a ogni nazionalità. 3M ricerca soluzioni innovative e creative ma che mantengano un carattere di reale fattibilità e si affida alla community internazionale di designers per esplorare nuovi progetti che prevedano l’utilizzo esclusivo dei suoi sistemi adesivi al posto dei tradizionali fissaggi come viti, rivetti, saldatura. Per maggiori informazioni: bit.ly/3MforDesign Fase di upload: fino al 25 novembre 2019
ROBOTIC STORAGE DESIGN Il nuovo contest di product design su Desall.com ideato per disegnare la nuova scocca del magazzino robotizzato Sintesi dedicato al mondo della farmacia Pharmathek è alla ricerca del nuovo design per la scocca del magazzino robotizzato Sintesi e del caricatore automatico Pharmaload installati all’interno delle farmacie e sviluppati per agevolare il farmacista e i suoi collaboratori nella gestione quotidiana dei medicinali e dei loro dati. L’oggetto del concorso è il “caso”, ovvero l’involucro esterno che copre i componenti interni del magazzino robotizzato e del caricatore automatico. Una caratteristica peculiare del magazzino robotizzato è la sua struttura modulare che consente di adattarlo ai vari contesti di installazione grazie ai suoi moduli e alle sue dimensioni personalizzabili. Per maggiori informazioni visita: bit.ly/PharmathekContest Deadline: 4 novembre 2019
IT’S TEETHING TIME!” Arriva il nuovo contest internazionale di design promosso da Chicco sulla piattaforma di innovazione del Gruppo Artsana Il contest, “It’s Teething Time!” di Chicco è finalizzato allo sviluppo di una nuova collezione di massaggiagengive ispirata a stili e temi diversi (Learn to Eat, Save the Ocean, Discover the Space, Protect the Amazon, Travel the World, ecc.) e in grado di accompagnare il bambino lungo tutte le fasi della dentizione. Chicco invita i creativi a immergersi nel mondo dell’infanzia per sviluppare una nuova collezione di massaggiagengive per neonati da 0 ai 6 mesi costituita da 5 linee in grado di offrire la giusta soluzione per ogni momento a seconda della fascia d’età. Le linee dovranno avere lo stesso moodboard e dovranno essere caratterizzate da uno stile unico e distintivo. Il contest è aperto a qualsiasi tipologia di partecipante, designer, architetto, studente. Per maggiori informazioni: bit.ly/ItsTeethingTime Fase di upload: fino al 9 dicembre 2019
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ARTE LAGUNA PRIZE FOTO NICOLA D’ORTA
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ALLA SCOPERTA DI NAPOLI CREATIVA Spazio Nea, Nabilah, Made in Closter. Tre luoghi di Napoli in cui l’arte è protagonista indiscussa. BY M A R I N E L L A CA M M A R OTA BOA SORTE 80X120 TECNICA MISTA E COMBUSTIONE 2019
SPAZIO NEA PRESENTA GLI ARTISTI DI OGNI NAZIONALITÀ
NABILAH - SHELL BY EUGENIO TIBALDI - © DANILO DONZELLI
IL RESTYLING DI NABILAH BY EUGENIO TIBALDI
Nabilah, noto locale sulle rive del mare di Bacoli a Napoli presenta Shell il progetto che l’artista Eugenio Tibaldi ha realizzato sulla ‘Spiaggia Romana’. Una narrazione unica e strettamente legata al territorio che evoca la forma di una conchiglia tipica del litorale flegreo. “Shell è un luogo sospeso in cui i materiali e le forme si confondono in un continuo gioco di rimandi e sovrapposizioni”, spiega l’artista. Shell è uno spazio concettuale indefinibile, che sfugge alle classificazioni, dall’impatto fortemente emozionale; un luogo da vivere, da abitare per una sera. Acciaio, legno, vetro e PVC sono i materiali utilizzati nella realizzazione dell’opera. I volumi sono sottolineati attraverso una lamiera stirata dalla finitura in bronzo in grado di unire luce ed ombra, di ridefinire le linee di orizzonte e disegnare nuovi scenari. Gli interni svelano materiali naturali e colori caldi: tre alberi (una Sterlizia Nicolai detta Semi di Uccello del Paradiso, un Ficus Benjamin, una Dracaena Drago) abitano lo spazio insieme agli elementi. Tutto realizzato dai disegni di Tibaldi. NABILAH - Exclusive Beach Club. Via Spiaggia Romana, 15 - 80070 Bacoli
BUDDHA’S FOOTPRINTS - “NATEE UTARIT. DÉJÀ VU”
Un luogo di cultura vivace, moderno e all’avanguardia immerso nella storica e affascinante Piazza Bellini tra i locali intellettuali dal gusto bohemienne. Arricchito da un bistrot interno con libri e oggetti di design, e uno spazio esterno racchiuso tra due enormi scalinate barocche che conducono al bellissimo ex convento di Sant’Antoniello a Portalba (ora sede della BRAU, la Biblioteca Universitaria), la galleria d’arte Spazio Nea presenta artisti contemporanei di respiro internazionale. Il prossimo appuntamento in calendario, fino a fine ottobre è dedicato alla personale di Matteo Bultrini dal titolo “Breathless” realizzata con una serie di acrilici su tela e mdf, in tecnica mista e combustione, di medio e grande formato.Nel proprio lavoro Bultrini si abbandona completamente al colore che utilizza, ne diventa il suo portavoce segreto, il suo alter ego silenzioso. Nelle sue opere c’è un invito alla memoria, alla ricerca nei nostri più intimi percorsi dell’anima, uno sguardo alle nostre debolezze ed emozioni. L’artista trova elementi di ispirazione nel linguaggio dei suoi lavori dai grandi maestri moderni e contemporanei, Modigliani, Burri, Pollock, Rauschenberg. Il linguaggio scelto per trasferire le prime esperienze giovanili nella pittura è l’informale. La pittura astratta diventa il mezzo per esprimere tutte le sue sensazioni ed emozioni. Grande importanza riveste la scelta dei materiali: l’MDF diventa il supporto base delle sue creazioni acquisendo la consapevolezza che possono essere utilizzati tutti i tipi di materiali, dai riciclati a quelli di scarto. La ricerca sul colore e lo studio di Alberto Burri lo portano a sperimentare l‘uso della combustione delle plastiche. SPAZIO NEA. Via Santa Maria di Costantinopoli, 53 Napoli
NATEE UTARIT ‘DÈJÀ VU’. BUDDHA IN VIAGGIO A NAPOLI
Un lungo e suggestivo attraversamento spazio temporale che diventa sincretismo, intercultura, sovrapposizione di senso, storia e mito. Déjà vu, la mostra dell’artista thailandese Natee Utarit, curata da Demetrio Paparoni ed esposta nel chiostro cinquecentesco di Santa Caterina a Formiello, sede della Fondazione Made in Cloister, è un omaggio consapevole e riconoscente all’arte come forma espressiva totale, in Oriente come in Occidente, nell’antichità come nella contemporaneità. Il Buddha realizzato interamente in cartapesta bianca campeggia nel cortile del chiostro mentre sembra avvicinarsi, con un gesto augurale, verso una figura speculare nello stesso materiale e colore, che raffigura il Doriforo di Policleto, che riproduce la copia romana conservata al Museo archeologico di Napoli. L’incontro del Doriforo e del Buddha, che dà il titolo al progetto espositivo è l’espressione di una riflessione dell’artista che, nel riconoscere le influenze tra cultura classica e cultura orientale, ci suggerisce non siano mai ‘pure’ ma sempre e inevitabilmente ibridate, aperte, attraversate. Il passaggio del Buddha è sottolineato da due mosaici in stile pompeiano, intitolati Buddha is here, dove sono raffigurate le sue impronte dei piedi. “Natee Utarit. Déjà Vu”. Fino al 5 gennaio 2020. Piazza Enrico de Nicola, 48 Napoli
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