BEAUTY
L’universo racchiuso in una goccia Un invito all’esplorazione sensoriale
Due nuove fragranze irrompono sullo scacchiere dell’Haute Couture Armani/Privé: Bleu Turquoise e Bleu Lazuli. Quintessenza di stile, riflettono in forma olfattiva la libertà della creazione assoluta e si raccontano attraverso le parole dei propri ideatori Aurélien Guichard e Pascal Gaurin
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a Collezione des Terres Précieuses incarna il desiderio di viaggiare di Giorgio Armani, espresso da una collezione di preziose fragranze che esplorano culture e terre diverse, viste attraverso il suo sguardo. Lanciata con due odi alle vaste e magnifiche terre della Russia come Vert Malachite e Rouge Malachite, oggi si volge all’India, alla sua ricca cultura, alla sua storia e alle sue leggende, e trae ispirazione dal richiamo mistico del continente sudorientale. Gli abiti indiani hanno spesso ispirato la moda Armani, riscoperti dallo stilista durante i suoi viaggi a Jaipur, Bombay e Delhi. Una particolare tonalità di blu, cosiddetto indigo, è il colore distintivo della penisola, tra le divinità indù e le feste sacre, il fiume Gange e le sere d’estate. Affascinato dalla spiritualità di questo paesaggio, Giorgio Armani dedica all’India un duo di fragranze inedite che catturano la sua visione. Bleu Turquoise e Bleu Lazuli si ispirano ai vasti orizzonti prefigurati dal colore blu, allegoria dell’universo e sinonimo di vita. Qui è rappresentato 124
da due pietre preziose originarie del Paese: il turchese, sospeso tra mare e cielo, e il lapislazzuli, esotico e splendente. Strettamente connessi, Bleu Turquoise e Bleu Lazuli esprimono due aspetti, ricchi e legnosi, della stessa terra. Per capirne più a fondo le sfaccettature è stato indispensabile incontrare le menti da cui tutto ha avuto origine, quelle dei maître parfumeur Aurélien Guichard e Pascal Gaurin. Li abbiamo incontrati in un pomeriggio d’inverno all’Armani Hotel di Milano, orgogliosi della propria responsabilità e affascinanti nella loro compostezza. Il linguaggio dei profumi è la prima lingua di Aurélien che ha acquisito da suo padre, celebre creatore, dai suoi nonni, produttori di fiori, e da amici di famiglia con i quali ama fare grandi chiacchierate appassionate sui profumi. Ottava generazione di una famiglia di profumieri di Grasse, non è però mai stato spinto a scegliere questa carriera alla quale si è naturalmente avvicinato. Quando parla del suo lavoro, Aurélien insiste sull’importanza dell’intuizione piuttosto che dell’ispirazione.
Interview
Pascal Gaurin Maître parfumeur di Bleu Lazuli La storia di Bleu Lazuli è allegoria di un intimo viaggio. Qual è stato l’approdo?
L’intera Collection des Terres Précieuses è emblema del viaggio visto con gli occhi del Sig. Armani. Così come Rouge Malachite sintetizzava la visione Armani della donna russa, adesso è il momento dell’India con Bleu Lazuli, una fragranza che rappresenta il senso dell’universo, la spiritualità, l’immensità dell’orizzonte. La connotazione mistica predomina. Attorno a questa visione ho creato la mia storia. Tra gli accordi di questa narrazione olfattiva, ce ne sono alcuni che richiamano il concetto di italianità, identitario della Maison?
Ho voluto illuminare l’oscurità del tabacco con la luce delle foglie del tè matè, associandole al fiore di osmanto per dare profondità e ricchezza. L’italianità alla Giorgio Armani si esprime attraverso nuances di bergamotto, l’agrume che preferisco, e pepe rosa. Oltre al bergamotto, un altro ingrediente che non manca mai nelle mie formule è l’iris. Non è un fiore coltivato esclusivamente in Italia, anche il Marocco ne è un grande esportatore, ma le qualità di iris più accreditate nella profumeria contemporanea continuano a essere quelle italiane.
Aurélien Guichard Maître parfumeur di Bleu Turquoise Ha dichiarato di credere in una distinzione tra intuizione e ispirazione. Cosa intendeva?
L’ispirazione si materializza in valore assoluto quando si crea per se stessi e per nessun altro. Creare per qualcuno invece significa saper intuire, e quindi comprendere, ciò che viene richiesto. Ispirazione è dunque slancio artistico, sponteneaità nella creatività. L’intuizione un metodo di comprensione dell’altro. Qual è allora l’intuizione che sottende Bleu Turquoise?
Sono stato invitato a creare un profumo sul viaggio, sul blu e sull’India. In un attimo mi sono tornati alla mente i molteplici ricordi di un mio precedente viaggio su un’isola dell’Oceano Indiano dove rimasi affascinato da una particolare nota di vaniglia salata. La giusta intuizione è stata credere che sarebbe piaciuta a Monsieur Armani.
Ritiene che l’esperienza del viaggio possa contaminare la totalità della vicenda creativa?
Come parfumeur il mio compito è quello di scrivere una storia olfattiva originale, ma inevitabilmente le esperienze personali così come le emozioni entrano nella creazione. Sono nato e cresciuto a Parigi, ma non ho mai lavorato in Francia, ho iniziato in Asia e poi mi sono trasferito negli Stati Uniti. Pur non rendendomene conto consciamente, la mia vita ha avuto un impatto totale sulla mia sensibilità. Se dovesse sottilineare tre caratteristiche che consacrano il lusso di questa fragranza?
L’alta qualità delle materie prime, l’artigianlità, il tempo dedicato (tre anni, ndr). Tutti questi elementi sono indissociabili dal concetto di lusso, indipendentemente dal settore.
A quella memoria olfattiva se ne sono aggiunte poi altre?
Lungo il mio percorso creativo si sono avvicendate interazioni di note “luminose” e “oscure”. La vaniglia nera si è lasciata trascinare da accenti di sale bianco, come a rievocare l’incontro tra cielo e oceano. In che modo la memoria olfattiva in sé riesce a fondersi con la ricerca delle materie prime?
Sono due cose distinte. La prima è un esercizio dell’immaginazione. Le seconde sono lo strumento che mi consente di realizzare quanto visualizzato dalle note olfattive. Sono il colore sulla tela.
Quando è scaturito il desiderio in lei di consacrarsi all’arte della creazione?
Sono molto fortunato perché circondato da persone che amo. Mi sono laureato in Economia ma sentivo crescere sempre più forte l’ammirazione nei confronti delle persone che attorno a me si occupavano di quest’arte. Non era, però, ancora chiara in me la risoluzione di voler diventare creatore. Il giorno in cui sono entrato in Accademia è stato come se tutta la mia vita si sublimasse. Oggi sono giunto alla consapevolezza che amare la creazione di un profumo significhi, di conseguenza, amare gli altri.
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POSH
TOYS
TIME IS FUSION INTERVISTA AL CEO HUBLOT RICARDO GUADALUPE
ALLA COSTANTE RICERCA DI NUOVE SFIDE DA INTRAPRENDERE, IL BRAND SVIZZERO PRESENTA BIG BANG SUGAR SKULL, UNA CAPSULE COLLECTION DI OROLOGI IN COLLABORAZIONE CON AK SKI DOVE L’ICONICO TESCHIO È ADDOLCITO DAL PIZZO DI SAN GALLO di Alessia Ferri
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o sguardo fiero e sereno di chi possiede la consapevolezza di essere alla guida di un grande gruppo, che fa dell’eccellenza il proprio marchio di fabbrica e dell’esclusività il punto più alto da perseguire. Ricardo Guadalupe, 51 anni, è l’attuale CEO di Hublot, brand svizzero di alta orologeria dall’expertise unica, fondato quarant’anni fa grazie all’intuizione di Carlo Crocco che volle dar vita ad un marchio in grado di distinguersi vestendo un’identità nuova e ben chiara. Musa ispiratrice quella ricerca del bello e del mai visto che uscendo da canoni classici conduce a un’innovazione sussurrata, delicata ma allo stesso tempo incisiva, che passa attraverso l’arte della fusione, la combinazione di materiali diversi tra loro, come oro e gomma naturale. Una tecnica generatrice di orologi che uniscono tradizione e innovazione e misurano il tempo scandendolo, dando ad esso il ritmo della contemporaneità. Un cammino che corre veloce, sempre pronto ad intraprendere nuove sfide a fianco di generazioni vincenti di uomini e donne con qualcosa in più. Come Ricardo Guadalupe, guida energica ed energizzante di un team sempre in movimento, che dalle innevate vette svizzere presenta un nuovo progetto dove l’esclusività degli orologi Hublot si sposa con la perfezione tecnica degli sci AK SKI.
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The glad and proud look of who is aware of being the leader of a great group, making the brand of factory as excellence and the highest point to reach as exclusivity. Ricardo Guadalupe, 51 years old, is the present CEO of Hublot, Swiss brand of high watch-making of unique expertise, founded forty years ago thanks to the intuition of Carlo Crocco, who wanted to produce a brand distinguishable through a new and clear identity. The source of inspiration was the reserach for beauty and unusual, which out of the classical principles leads to a whispered innovation, delicate but at the same time incisive, passing through the art of fusion, the combination of different materials, such as gold and natural rubber. A technique to make watches, which could unify tradition and innovation and measure time by marking it, giving it the rhythm of contemporaneity. A route running fast, always ready to take up new challenges at the side of winning generations of men and women with something more. Just like Ricardo Guadalupe, strong and energizing leader of a team in steady movement, who from the white Swiss tops presents a new project where the exclusivity of HUBLOT watches matches the technical perfection of AK SKI skis.
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RICARDO GUADALUPE BY FRED MERZ
COME È NATA LA COLLABORAZIONE CON AK SKI?
Francesca Kuonen e suo fratello Marco, titolari di un’azienda che produce sci d’alto livello e dal design unico, tempo fa hanno acquistato alcuni nostri orologi ed essendosene innamorati hanno iniziato a cullare l’idea di collaborare con Hublot, così si sono messi in contatto con noi. Alla loro chiamata abbiamo risposto con interesse perché le nuove opportunità ci entusiasmano sempre e una volta conosciuti non abbiamo avuto il minimo dubbio sulla possibilità di intraprendere un percorso comune. Quelli che ci siamo trovati davanti, infatti, sono giovani imprenditori, dinamici ed energici con una gran voglia di fare. Non è stata un’operazione di marketing studiata, dunque a portarci a questo risultato, ma un’iniziale semplice casualità tramutatasi in realtà dopo aver notato in loro uno spirito che si rispecchia nel nostro. CHI SONO GLI UOMINI E LE DONNE HUBLOT?
Sono giovani desiderosi di farsi largo nella vita, che sognano libertà e indipendenza. La nostra clientela si compone per circa l’ottanta per cento di persone dai 30 ai 50 anni, tutte portatrici di storie diverse ma accumunate dalla dinamicità e dalla freschezza di spirito. Certo, si tratta di uomini e donne dalla disponibilità economica rilevante ma non appartenenti alla cerchia elitaria di un tempo, composta da banchieri o professionisti arroccati nel loro mondo e nelle loro stesse ricchezze. Sono, invece, in buona parte imprenditori moderni, spesso partiti da zero, alla ricerca di qualcosa di originale e amanti di design, moda, auto e accessori ricercati ed esclusivi. 126
H ow was the cooperation with AK SKI created ? Francesca Kuonen and her brother Marco, owners of the company producing skis of high level and of unique design, time ago acquired some of our watches and, as they loved them, they desired to cooperate with Hublot and so they contacted us. At their call we answererd with interest, as new chances always excite us and once we met we had no doubt about the possibility to follow a common route. We had in front of us, in fact, young, strong and dynamic entrepreneurs with a great will of action. It was not a studied marketing operation, to take us to this result, but a simple initial casualness changed into reality, after catching in them a spirit reflected into ours. W ho are H ublot men and women ? They are young who want to live their life with a dream of freedom and independence. Our guests are about 80% people from 30 to 50 years old, all with different stories but with a common dynamism and freshness of spirit. Of course they are men and women with good economic possibility, but not belonging to the elite circle of once, composed of professionals and bankers closed in their world and wealth. Instead they are mostly modern entrepreneurs, often starting from zero, searching for something original and creative, lovers of design, fashion, cars and precious and exclusive accessories.
COME I NUOVI BIG BANG SUGAR SKULL
L ike the new B ig B ang S ugar S kulls Right. Thought for him and her, they have skull as theme, one of the most recurring symbols in the history, which often comes back, as it is appreciated in every declination. In this case, still keeping its peculiarities, we decided to sweeten lightly it by matching it to fine blue or hot pink San Gallo lace from the Swiss maison Bischoff, worked in patterns inspired to the arabesque footprints of the skiers. The man cobalt blue version is made of fifty watches with 44 mm watchcase in opaque black ceramic with mechanical chronographic movement and automatic charge. The skull is designed on the face and its patterns are engraved on the bezel and set in relief on the bracelet in calf leather sewn on natural rubber. In the chronograph, small seconds and minutes evoke artfully the skull’s look. In the hot pink watch, in fifty samples too, the craft masters realized embroidery in silk organza. Overlapped layers of fiber fixed by clear resin on a base of carbon material give the illusion of depth and the fine texture to keep the skull in San Gallo lace, which from the heart of the face spreads to the bezel in ceramic and to the bracelet in pink natural rubber. In the 41 mm watchcase time is marked by twelve hands of black diamonds.
CHI ACQUISTA QUESTI MODELLI SI ASSICURA UN’ESPERIENZA
W ho acquires these models gains an experience Sure, who decides to acquire a Big Bang Sugar Skull gets also a pair of AK SKI skis, which take the same design on the surface. This brand revolutionized the world of winter sports, as the first producer to use
Esatto. Pensati per lui e per lei, hanno come tema il teschio, uno dei simboli più ricorrenti nella storia, che ritorna spesso perché apprezzato sotto ogni declinazione. In questo caso, pur mantenendone le caratteristiche, abbiamo deciso di addolcirlo leggermente abbinandolo al fine merletto di San Gallo blu o fluo pink della maison svizzera Bischoff, lavorato con motivi che si ispirano alle orme arabesche lasciate dagli sciatori. La versione blu cobalto da uomo si compone di cinquanta orologi con cassa 44mm in ceramica nera opaca che ospita un movimento cronografico meccanico a carica automatica. Il teschio è disegnato sul quadrante e i suoi motivi sono incisi sulla lunetta e impressi a rilievo sul cinturino in pelle di vitello cucito su caucciù. Nel cronografo, secondi e minuti evocano maliziosamente lo sguardo del teschio. Sull’orologio hot pink, anch’esso in cinquanta esemplari, i maestri artigiani hanno realizzato i ricami in organza di seta. Strati sovrapposti di fibra fissati con resina trasparente su una base di tessuto di carbonio donano l’illusione della profondità e la finezza necessaria per accogliere il teschio in pizzo di San Gallo che dal cuore del quadrante si estende fino alla lunetta in ceramica e al cinturino in caucciù rosa. Nella cassa di 41mm il tempo è scandito da dodici indici di diamanti neri. Sì, chi decide di regalarsi un Big Bang Sugar Skull riceve anche un paio di sci AK SKI che riportano sulla superficie la stessa fantasia. Questo brand ha rivoluzionato il mondo degli sport invernali in quanto primo
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produttore a usare il caucciù per gli sci, un materiale che è anche parte dello spirito pioneristico di Hublot e che unisce idealmente il destino di queste due maison divenute ormai partner. Tuttavia il nostro mestiere è vendere orologi, non accessori per la montagna, per questo abbiamo deciso di non dividere i due oggetti ma di proporli in un’unica soluzione. Una modalità di vendita che abbiamo utilizzato anche altre volte, ad esempio associando agli occhiali di Italia Independent l’orologio Big Bang Unico Italia Independent. IL LANCIO DI QUESTI OROLOGI È AVVENUTO A ZERMAT. SI TRATTA DI UN’OPERAZIONE FORTEMENTE LEGATA ALLA MONTAGNA, PERCHÉ QUESTA SCELTA?
Oltre alla presentazione ad alta quota, la capsule collection è in vendita esclusivamente nelle boutique Hublot di location ricercate come Gstaad, Courchevel e Zermatt, proprio perchè vogliamo rimarcare ancora di più la validità della collaborazione con AK SKI e sottolineare la nostra vocazione sportiva. Con un Big Bang Sugar Skull al polso e gli sci ai piedi si possono raggiungere le vette prendendo gli impianti di risalita di Zermatt sponsorizzati da Hublot e l’Hublot Express per le piste di Gant – Blauherd, oppure passeggiare tra le boutique chalet. NEGLI ANNI AVETE COLLABORATO SPESSO CON IL MONDO DELLO SPORT. TRA GLI ALTRI, SIETE STATI PARTNER UFFICIALI DEGLI EUROPEI DI CALCIO 2016 E SIETE ATTUALMENTE OFFICIAL TIMEKEE128
natural rubber for the skis, a material which is also part of Hublot’s pioneering spirit and unifies ideally the destiny of these two maison become by now partners. Anyway our trade is to sell watches, not mountain accessories, so we decided not to divide the two items but to propose them in a unique solution. A mode of selling we used also other times, for example matching to the Italia Independent glasses the Big Bang Unico Italia Independent watch. T hese
watches were launched at Z ermat . I t is an operation strictly based on the mountain , why this choice ?
Beyond the presentation at high top, the capsule collection is for sale exclusively in the Hublot boutique of fine locations such as Gstaad, Courchevel, Zermatt, just as we want to highlight even more the validity of the cooperation with AK SKI and our sport vocation. With a Big Bang Sugar Skull at the wrist and the skis at the feet we can reach the tops by taking the climbing facilities of Zermatt, sponsored by Hublot, and the Hublot Express for the Gant - Blauherd slopes, or we could walk through the chalet boutique. I n the years you often cooperated with sport world . A mong the others you were official partners of the E uropean football championship 2016 and you are now O fficial T imekeeper of J uventus and N ew Y ork G iants . T herefore
PER DI JUVENTUS E NEW YORK GIANTS. SI TRATTA DI UNA STRATEGIA BEN PRECISA DUNQUE.
Sì perché crediamo che lo sport rappresenti uno dei veicoli in grado di mandare i migliori messaggi. Riuscire ad essere sempre a fianco dei campioni del momento per noi è un prestigioso traguardo. UNA DELLE PARTNERSHIP PIÙ IMPORTANTI ALL’ATTIVO È QUELLA CON IL MARCHIO FERRARI, PERCHÈ AVETE DECISO DI ACCOSTARVI A QUESTA ECCELLENZA ITALIANA?
Ferrari e il nome più forte nel mondo nel lusso a qualunque latitudine, tutti i bambini conoscono le auto Ferrari e sognano un giorno di poterne guidare una. Esserne al fianco ci conferisce prestigio e valore ed è un ottimo modo per farci conoscere e indurre la gente a pensare a Hublot come a un brand altrettanto vincente. Questa collaborazione ci ha permesso di portare avanti diverse iniziative di successo come la realizzazione degli orologi Big Bang Ferrari Unico che hanno avuto un ottimo riscontro in termini di vendite. COSA C’È NELL’AGENDA 2017 DI HUBLOT?
Il lancio di nuovi prodotti e l’allestimento di prestigiose iniziative tra le quali un grande evento in occasione proprio del settantesimo anniversario del marchio. Ferrari. Il resto è top secret.
it ’ s a precise strategy .
Sure, as we think that sport represents one of the vehicles which can send the best messages. To always be at the side of present champions is a great aim to us. O ne of the most important active partnership is the one with F errari brand , why did you decide to approach this I talian excellence ? Ferrari is the strongest brand in luxury world at any latitude, all children know Ferrari cars and dream to drive one of them. To be close to this brand gives us prestige and value and it is a great way to become notorious and induce people to consider HUBLOT as a winning brand as well. This cooperation allowed us to take on different successful initiatives, as the realization of the Big Bang Ferrari Unico watches, which had a good sale income. W hat is planned in the 2017 HUBLOT diary ? The launch of new products and the organization of prestigious initiatives, among which a great event just in the occasion of the seventieth anniversary of Ferrari brand. The rest is top secret.
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THE CLUB MAN
SELF MADE
MEN MARCO FANTINI E LUCA VEZIL
Photographer: Yuri Catania Stylist: Federica Meacci MUA: Elisa Rampi Assistant: Arianna Esposito Si ringrazia Penelope a Casa Milano a cura di Luisa Micaletti
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Orologio Montblanc 1858 Geosphere
PER MONTBLANC EXPLORER
prendere una vera spedizione per scoprirne le essenze più preziose: Explorer è un’avventura che si tinge delle sfumature di ognuno dei tre nasi che hanno contribuito a questo progetto di collaborazione, infondendolo della propria conoscenza di un particolare ingrediente e la personale esperienza emotiva, sia come esperto che come viaggiatore, mixando bergamotto italiano, vetiver di Haiti e patchouli indonesiano.
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Giacca Timberland
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arco e Luca interpretano “explorer” il magnifico nuovo viaggio firmato Montblanc. Explorer esalta la storia di un viaggio tramite il racconto olfattivo di tre eccezionali talenti di Givaudan: Jordi Fernandez, Antoine Maisondieu e Olivier Pescheux. Una fragranza elegante e carismatica contraddistinta da un’originale piramide olfattiva che invita a intra-
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THE MAN CLUB di Anna Casotti
IL MAESTRO DELLA
LEGGEREZZA Tra architettura, design e arte, Gio Ponti incanta Parigi
PER LA PRIMA VOLTA IN FRANCIA UNA GRANDE RETROSPETTIVA CELEBRA UNO DEI PROTAGONISTI DEL NOVECENTO, TRA I PIÙ RICERCATI DAI COLLEZIONISTI. LA PUREZZA FORMALE DI GIO PONTI È IN SCENA A PARIGI,TRA ARCHITETTURE, ARREDI, DISEGNI, FOTOGRAFIE E FILM D’EPOCA. IN UN VIAGGIO CHE RIPERCORRE LA GOLDEN AGE DEL MADE IN ITALY
considerato uno degli architetti e designer più influenti del Novecento, Gio Ponti, il Maestro del modernismo, dell’architettura e del design, profondamente affascinato dalla produzione industriale e dall’artigianato, maitre di un nuovo stile di vita e di un’art de vivre all’avanguardia. Il simbolo della modernità si racconta attraverso capolavori del design sperimentali e innovativi come la sedia Superleggera da sollevare con un solo dito, lampade che manifestano un gioco di chiaroscuri come Fato per Artemide, innovative produzioni per Richard-Ginori - di cui l’architet-
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Non è il cemento, non è il legno, non è la pietra, non è l’acciaio, non è il vetro l’elemento più resistente. Il materiale più resistente nell’edilizia è l’arte. GIO PONTI
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to milanese fu direttore artistico dal 1923 - opere di arte vetraria per Venini e Christofle plasmate con squisita delicatezza... E poi l’architettura con edifici e interior in stile neoclassico - come le sue dimore milanesi di via Randaccio e via Dezza – e successivamente emblemi di quel modernismo che ha caratterizzato tutta la sua attività creativa, dalla Torre Pirelli di Milano ai rivestimenti in ceramica scelti per le pareti dell’Hotel Parco dei Principi di Sorrento. Un’attività poliedrica scandita da molteplici espressioni artistiche che sfociano negli anni Quaranta nella produzione di affreschi monumentali per il Palazzo del Bo dell’Università di Padova, nella pittura a olio, nella passione per la scrittura, per l’opera e per il cinema, e nella realizzazione di sceneggiature e costumi per la Scala di Milano. Un protagonista della cultura del XX sec. oggi celebrato per la prima volta in Francia dal MAD-Museé des Arts Décoratifs di Parigi in un’ampia retrospettiva sostenuta da Molteni&C, brand italiano che da anni riedita i pezzi più significativi del Padre del design made in Italy. “Tutto Ponti. Gio Ponti Archi-Designer” è un viaggio nel mondo del Maestro attraverso oltre 500 pièces, alcune inedite e mai uscite dalle abitazioni private. Un percorso multidisciplinare realizzato in collaborazione con “Gio Ponti Archives” e curato da Olivier Ga-
A sinistra: GIO PONTI E GIULIA PONTI, Chiesa di Via Dezza, 1957. Sopra: GIO PONTI, scaffale, tavolino e poltrona. Sotto: GIO PONTI, Service de table, Édition Franco Pozzi 1967.
bet, Dominique Forest, Sophie Bouilhet-Dumas e Salvatore Licitra, in cui il mobile, l’architettura, l’artigianato, l’editoria, l’arte vetraria, l’oreficeria e il textile design si intersecano e si intrecciano nel linguaggio poetico di Ponti. Una figura leggendaria che ha creato per La Rinascente di Milano mobili dalle forme semplici e a prezzi modesti affinché le arti decorative fossero accessibili a più persone possibili; che promuoveva i nuovi talenti nelle esposizioni organizzate alla Biennale di Monza o attraverso la rivista Domus da lui fondata nel 1928, punto di riferimento nella cultura del progetto. Ed è negli anni Trenta che Gio Ponti inizia la sua svolta modernista con la costruzione a Milano delle Case Tipiche, degli uffici della ditta Montecatini, di lampade per Fontana Arte, posate per Krupp, tessuti per De Angeli-Frua e Ferrari, mobili per Casa e Giardino, fino a giungere alla fine degli anni Quaranta epoca in cui Ponti fa conoscere il Made in Italy all’estero. «L’architettura è un cristallo» amava ripetere ai suoi studenti ed è nella leggerezza, nella trasparenza, nella purezza, nel colore e nella semplicità che si possono riassumere i suoi codici progettuali. Elementi che si rivelano e si percepiscono in ogni creazione: dalla Villa Planchart a Caracas alla Torre Pirelli di Milano - realizzate tra gli anni Cinquanta e Sessanta - al tavolo luminoso per Lumi, la poltro-
na Distex per Cassina (rilasciata dal 2012 da Molteni&C) a uno dei suoi capolavori intramontabili: la Superleggera, la sedia più leggera al mondo. Una lunga carriera – dal 1921 al 1978 – ripercorsa nelle sale del MAD attraverso disegni, modelli, fotografie e film d’epoca tra mobili, progetti di architettura, ceramiche, illuminazione, vetri, riviste, tessuti. Nel segno di quel principio sempre difeso da Gio Ponti della “casa italiana” come massima espressione di autentica civiltà moderna e internazionale. Avvolti in una scenografia immaginata dallo studio Wilmotte & Associés, dal progetto grafico di Italo Lupi e da alcuni mobili originali provenienti dalla collezione del Molteni Museum di Molteni&C da sempre attenta alla valorizzazione dei protagonisti dell’architettura e del design italiano. Torna alla mente lo slogan di Ernesto Nathan Rogers “Dal cucchiaio alla città” e Gio Ponti ne è la perfetta incarnazione, nella sua esplorazione di territori inediti, dall’infinitamente grande all’infinatamente piccolo.
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TUTTO PONTI, GIO PONTI, ARCHI-DESIGNER, MAD-Museé des Arts Décoratifs - Parigi Fino al 10 febbraio 2019, Mostra a cura di Olivier Gabet, Dominique Forest, Sophie Bouilhet-Dumas e Salvatore Licitra, www.madparis.fr
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// WATCHES
TIME. WHAT ELSE
NELL’ERA DELLA TECNOLOGIA, DELLE COMPLICAZIONI,
DELLE DIMOSTRAZIONI PIÙ ARDITE DI SAVOIR-FAIRE, NELL’OROLOGERIA SPESSO SI DIMENTICA CHE LA FUNZIONE PRIMARIA DEL SEGNATEMPO È QUELLA D’INDICARE L’ORA. L’OROLOGIO PIÙ CLASSICO SI LIMITA A QUESTA INFORMAZIONE, MA SOTTO IL PROFILO ESTETICO IL SOLOTEMPO SI PRESTA A ESERCIZI DI PURA ELEGANZA ED È TERRITORIO DI RICERCA DELLA PRECISIONE ASSOLUTA DI FABRIZIO RINVERSI
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l funzionamento del sistema meccanico fondamentale che permette, in un orologio, l’indicazione di ore, minuti e secondi, ossia la cosiddetta base tempo, è semplice e, per certi versi, intuitivo. In estrema sintesi, muovendo dal bariletto e dalla relativa molla di carica, ossia dall’organo che conferisce energia a tutto il movimento, quando l’orologio è carico, la molla tende a srotolarsi dall’asse del bariletto, trascinando con sé quest’ultimo. Dal bariletto si dipana il “treno del tempo”, costituito da tre componenti fondamentali: ruota di centro (o dei minuti), ruota mediana e ruota dei secondi. Ognuno di essi è formato da una ruota dentata e da un pignone solidali tra loro: il pignone è un ingranaggio dal diametro molto piccolo, con un numero di denti (chiamati “ali”) limitato. Dunque, la dentatura esterna del bariletto ingrana con il pignone della ruota di centro (che quando compie un giro in un’ora, viene anche detta “dei minuti”), la quale, a sua volta, si collega con il pignone della ruota mediana, la cui funzione è di trasferire il moto il moto all’ingranaggio successivo, quello dei secondi (effettua un giro in un minuto). A questo punto “interviene” l’organo regolatore dell’orologio, ossia il sistema bilanciere-scappamento. Infatti, la ruota dei secondi interagisce con il pignone della ruota di scappamento, la cui velocità di rotazione è “controllata”, mediante l’ancora, dalle oscillazioni del bilanciere: ad ogni semi-oscillazione il bilanciere aziona l’ancora, che funge, alternativamente, da freno della ruota di scappamento ed elemento motore del bilanciere stesso, ossia mezzo attraverso il quale lo scappamento trasmette l’energia erogata dalla molla di carica al bilanciere, sotto forma di impulsi. La ruota di scappamento è il ruotismo che si muove più velocemente all’interno di un
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POSH MAGAZINE
orologio: i rapporti di trasmissione tra gli ingranaggi sono tali che, durante tutta la durata della carica, il bariletto compie, in media, circa otto giri in tutto (l’attuale ricerca verso l’ottimizzazione dell’erogazione di energia, funzionale alla precisione dell’orologio, ha portato a definire bariletti a rotazione veloce, fino a più di venti giri in corso di carica), mentre è la frequenza di oscillazione del bilanciere a determinare la velocità di rotazione dello scappamento e, dal numero di denti della relativa ruota, si può calcolare il tempo che essa impiega a compiere un giro sul suo asse. Ecco, quindi, che attraverso determinati rapporti di trasmissione tra i ruotismi dell’orologio, che comprendono anche elementi esterni al treno del tempo, si ottiene che una ruota giri in 60 secondi (ruota dei secondi), una seconda in 60 minuti (ruota dei minuti) ed una terza in 12 ore (ruota delle ore): su queste tre ruote vengono, perciò, calettate le lancette, le tre indicazioni fondamentali dell’orologio solotempo. Questa è una configurazione che potremmo definire normale, naturale, o, ancora meglio, classica e tradizionale, perché la visualizzazione sul quadrante dei tre elementi sostanziali dell’indicazione del tempo oggi non costituisce più una regola assoluta, ma presenta diverse eccezioni. Ciò non toglie che l’eleganza, la pulizia estetica e la raffinatezza stilistica di un solotempo con piccoli secondi (l’espressione più naturale visto quanto esposto relativamente al treno del tempo) o secondi centrali o indiretti, o ancora assenza dell’indicazione dei secondi, sia difficilmente raggiungibile da altre soluzioni, seppur affascinanti e creative.
Patek Philippe Calatrava, ref. 5296. Versione in oro rosa da 38 mm con quadrante grigio soleil, realizzata in edizione limitata di 50 esemplari per celebrare l’inaugurazione della boutique della Maison a Roma e i 225 anni di Hausmann & Co., prestigioso retailer di livello internazionale chiamato a gestire in partnership detta boutique. Calibro automatico di manifattura 324 SC (insignito del Sigillo di Patek Philippe), indici applicati a barretta e, al 12, numero romano, realizzato con una inedita forma concava, studiata dalla Casa quale omaggio alla città di Roma.
POSH 157 POSH MAGAZINE MAGAZINE 123
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Breguet Classique Modello 5177 Email Blue “Grand Feu”, in oro bianco da 38 mm, carrure cannelé e anse rettilinee; quadrante smaltato blu profondo, con lancette Pomme a contrasto, cifre arabe/stelle/ losanghe/i fiori di giglio della minuteria/cifre del datario eseguite in argento e in volume (firma segreta Breguet, sempre in smalto, al 6). Automatico, calibro 777Q, con scappamento e spirale in silicio.
Bulgari Octo Finissimo Automatico Sabbiato da 40 mm (5,15 mm di spessore), in acciaio a finitura “sandblasted”, con bracciale rastremato. Quadrante grigio, “ton sur ton”, con piccoli secondi al 7. Calibro di manifattura BVL 138 Finissimo, di soli 2,23 mm di altezza, con microrotore in platino.
Avviando questo excursus dalla variazione più morbida, ossia la disposizione del piccolo quadrantino dei secondi in posizioni diverse dal 6 o dal 9, potremmo citare l’Octo Finissimo Automatico Sabbiato di Bulgari, da 40 mm, che lo presenta al 7, su quadrante grigio, ton sur ton con cassa e bracciale rastremato: la finitura “sandblasted” su acciaio di questi ultimi, complicata dai moltissimi tagli, spigoli e scalinature, avviene dopo un’accurata e complessa rodiatura, ottenuta per trattamento galvanico. Unici, in questo caso, sono la sensazione tattile, l’indosso al polso, il calore emanato dal sablage, a suo modo luminoso ma non abbagliante, degradante verso l’effetto seta; questo Octo Finissimo, da 5,15 mm di spessore, impiega il calibro di manifattura BVL 138 Finissimo, di soli 2,23 mm di altezza, con microrotore in platino.
Passando ora alla visualizzazione solotempo con secondi centrali (e data al 3), è d’obbligo iniziare dalla moderna interpretazione della celeberrima ref. 96 di Patek Philippe, risalente al 1932 e denominata Calatrava, ossia la ref. 5296 di Patek Philippe. La illustriamo nella versione in oro rosa da 38 mm con quadrante grigio soleil, realizzata in edizione limitata di 50 esemplari per celebrare l’inaugurazione della boutique della Maison a Roma e i 225 anni di Hausmann & Co., prestigioso retailer di livello internazionale chiamato a gestire in partnership la boutique. L’orologio è animato dal collaudatissimo calibro automatico di manifattura 324 SC (insignito del Sigillo di Patek Philippe) e si caratterizza perché, oltre a recare sul fondello in cristallo di zaffiro l’incisione “Hausmann & Co. 1794-2019”, sul quadrante, ad accompagnare gli indici applicati a barretta, al 12 vi è il numero romano, realizzato con un’inedita forma concava, studiata dalla Casa quale omaggio alla città di Roma. In quanto a connotazione, è straordinariamente chiara anche quella del Classique di Breguet, con la sua carrure cannelé e le sue anse rettilinee; nella variante 5177 Email Blue “Grand Feu” (automatico, calibro 777Q, con scappamento e spirale in silicio), in oro bianco da 38 mm, il quadrante smaltato blu profondo, con lancette Pomme a contrasto, prevede cifre arabe, stelle, losanghe, fiori di giglio della minuteria, nonché le cifre del datario eseguite in argento e in volume (la firma segreta Breguet, sempre in smalto, appare al 6); va sottolineato che, per tutti i segnatempo dotati di un quadrante smaltato, la Maison utilizza la stessa “calligrafia” disegnata da Abraham-Louis Breguet nei suoi celeberrimi modelli.
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Nel Clifton Baumatic di Baume & Mercier, in oro rosa, il classicissimo quadrante bianco “effetto porcellana” con lancette index e indici trapezoidali applicati in oro rosa nasconde il vero plus dell’orologio, ossia il calibro automatico di manifattura Baumatic BM13, certificato cronometro COSC e dotato di peculiarità d’eccellenza quali: riserva di carica di cinque giorni, resistenza ai campi magnetici generati da tablet o cellulari, interventi di manutenzione previsti ogni sette anni data l’elevata affidabilità. Dopo la configurazione di ore/minuti/secondi e data, ecco quella più essenziale in assoluto, ossia semplicemente ore e minuti, scelta da Chopard, Cartier, Blancpain e Piaget. La prima, la sintetizza nel nuovo L.U.C XP, in acciaio da 40 mm, con quadrante blu satinato verticalmente, sul quale indici applicati (numeri arabi ai quarti) e lancette Dauphine Fusée sono rivestiti in oro rosa. Con cinturino in lana merino intrecciato e tinto di blu intenso, dispone del calibro automatico di manifattura, L.U.C 96.53-L, con tecnologia Twin (due bariletti sovrapposti) abbinata ad un microrotore in tungsteno, ad assicurare 58 ore di riserva di carica. Cartier non poteva che riportarsi alla naturale raffinatezza del suo iconico Santos per proporre un solotempo ore/minuti dal tratto intramontabile. Il nuovo Santos-Dumont, declinato – su due misure - in oro rosa, con quadrante argenté, numeri romani radiali serigrafati neri e lancette a gladio azzurrate, ripresenta in veste contemporanea quel modello che Louis Cartier disegnò nel 1904 per accogliere le pionieristiche richieste “aviatorie” del suo amico Alberto Santos-Dumont, dandy e miliardario brasiliano. Chiari gli stilemi della nascente Art Déco, ossia cassa carré con angoli arrotondati prolungati a sagomare il contorno esterno delle anse, lunetta quadrata fissata alla carrure da 8 piccole viti, ad incorniciare il quadrante, e corona perlée con zaffiro cabochon. Per incrementare l’ergonomia al polso e contenere lo spessore, la Maison parigina ha optato per un movimento al quarzo ad alta efficienza con un’autonomia di circa 6 anni, due volte più lunga di quella dei calibri tradizionali.
Baume & Mercier Clifton Baumatic in oro rosa. Quadrante bianco “effetto porcellana” con lancette index e indici trapezoidali applicati in oro rosa. Calibro automatico di manifattura Baumatic BM13, certificato cronometro COSC, dotato di riserva di carica di cinque giorni, resistente ai campi magnetici generati da tablet o cellulari.
Blancpain Villeret Extra-Plate, in acciaio da 40 mm, dallo spessore limitato a 7,40 mm. Quadrante bianco opalino, indici a numeri romani sinuosi percorsi da sfere a foglia allungate. Calibro manuale di manifattura 11A4B, con autonomia di 4 giorni, alimentato da due bariletti montati in serie (riserva di carica indicata lato fondello).
Cartier Santos-Dumont, declinato – su due misure in oro rosa, con quadrante argenté, numeri romani radiali serigrafati neri e lancette a gladio azzurrate. Cassa carré con angoli arrotondati prolungati a sagomare il contorno esterno delle anse, lunetta quadrata fissata alla carrure da 8 piccole viti, corona perlée con zaffiro cabochon. Movimento al quarzo ad alta efficienza con un’autonomia di circa 6 anni.
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OTTO SECOLI FA CON LE PRIME COMPARSE DEI QUADRANTI, LA LANCETTA ERA SOLO UNA, RIFERITA ALLE ORE. POI, NEL TEMPO, SI SONO AGGIUNTE QUELLA DEI MINUTI E DEI SECONDI Blancpain estremizza l’essenzialità nel suo Villeret Extra-Plate, in acciaio da 40 mm, dallo spessore limitato a 7,40 mm, in virtù dell’impiego del calibro manuale di manifattura 11A4B, con autonomia di 4 giorni, alimentato da due bariletti montati in serie. Questa è favorita anche dalla collocazione dell’indicazione della riserva di marcia sul fronte posteriore della platina, visibile lato fondello: il quadrante bianco opalino, così, si libera di tutto il superfluo, con una corona d’indici a numeri romani sinuosi percorsa da sfere a foglia sapientemente allungate. Infine, ecco l’Altiplano di Piaget, storica Maison che ha fatto del movimento ultrapiatto il proprio cavallo di battaglia (presentazione del calibro manuale 9P nel 1957 da 2 mm di altezza e, nel 1960, del 12P, il più sottile automatico al mondo, all’epoca, con i suoi 2,3 mm di spessore). Un classico assoluto che illustriamo nella versione in oro rosa da 40 mm con originalissimi quadranti in meteorite color oro (serie limitata a 50 esemplari) o grigio (edizione limitata a 300 pezzi) dall’espressività grezza con indici e lancette a filo. Il movimento di manifattura, evidentemente ultrapiatto, a carica automatica, calibro 1203P è compreso in soli 3 mm di spessore, visualizza la data al 3 e prevede una riserva di carica di 44 ore. “…AVENDO PRESO PRATICA CON CERTE PERSONE STUDIOSE, COMINCIÒ A ENTRARE COLLA FANTASIA NELLE COSE DE’ TEMPI, DE’ PESI E DELLE RUOTE, COME SI POSSON FAR GIRARE E DA CHE SI MUOVONO; E COSÌ LAVORÒ DI SUA MANO ALCUNI ORIUOLI BUONISSIMI E BELLISSIMI.” Purtroppo non c’è più traccia di questi esemplari “buonissimi e bellissimi”, ma questa esperienza è confermata nella “Vita di Filippo di Ser Brunellesco”, scritta da Antonio Manenti, suo contemporaneo: “ED ESSENDOSI DILETTATO PEL PASSATO E FATTO ALCUNO ORIUOLO E DESTATOIO, DOVE SONO VARIE E DIVERSE GENERAZIONI DI MOLLE E DA VARIE MOLTITUDINI D’INGEGNI MULTIPLICATE, CHÉ TUTTE O LA MAGGIOR PARTE AVEVA VEDUTE, GLI DETTONO GRANDISSIMO AIUTO AL POTERE IMMAGINARE DIVERSE MACCHINE DA PORTARE E DA LEVARE E DA TIRARE.” L’orologio è un’opera d’arte nel suo DNA e forse non serviranno ulteriori dimostrazioni, da “pescare” nel suo luminoso e pionieristico passato.
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Cosa aggiungere ancora, se non rimarcare che il solotempo è la chiave d’entrata dell’orologio nel ristretto olimpo delle opere d’arte, sia per il fatto di costituire un esempio d’ingegneria micro-meccanica d’assoluto rilievo, sia per l’obiettivo finale che si propone il raggiungimento della precisione nella misurazione del tempo, attraverso soluzioni tecnologiche e tecniche talvolta neppure pensabili. Filippo Brunelleschi, in epoca rinascimentale, realizzò un capolavoro di una bellezza e di una perfezione da lasciar senza fiato ancora oggi: la cupola di S. Maria del Fiore a Firenze, nella quale un’ossatura gotica appare per la prima volta mitigata da una dolcezza nuova. Ѐ opportuno ricordare che l’infallibilità del calcolo e l’esperienza meccanica vennero al Brunelleschi dai suoi studi nel campo dell’orologeria. All’epoca, infatti, si perveniva all’architettura, alla pittura e ai mestieri affini attraverso la frequentazione delle botteghe degli orefici, ove s’imparava principalmente il disegno, ritenuto punto di partenza di tutte le arti: e gli orefici si occupavano spesso di piccola orologeria. Brunelleschi frequentò una di queste botteghe, come ricorda il Vasari nella Vita, dedicata al grande artista di Firenze: «…avendo preso pratica con certe persone studiose, cominciò a entrare colla fantasia nelle cose de’ tempi, de’ pesi e delle ruote, come si posson far girare e da che si muovono; e così lavorò di sua mano alcuni oriuoli buonissimi e bellissimi». Purtroppo non c’è più traccia di questi esemplari “buonissimi e bellissimi”, ma questa esperienza è confermata nella “Vita di Filippo di Ser Brunellesco”, scritta da Antonio Manenti, suo contemporaneo: «Ed essendosi dilettato pel passato e fatto alcuno oriuolo e destatoio, dove sono varie e diverse generazioni di molle e da varie moltitudini d’ingegni multiplicate, ché tutte o la maggior parte aveva vedute, gli dettono grandissimo aiuto al potere immaginare diverse macchine da portare e da levare e da tirare». L’orologio è un’opera d’arte nel suo DNA e forse non serviranno ulteriori dimostrazioni, da “pescare” nel suo luminoso e pionieristico passato.
Chopard L.U.C XP, in acciaio da 40 mm, con quadrante blu satinato verticalmente, sul quale indici applicati (numeri arabi ai quarti) e lancette Dauphine FusĂŠe sono rivestiti in oro rosa. Calibro automatico di manifattura, L.U.C 96.53L, con tecnologia Twin (due bariletti sovrapposti) abbinata ad un microrotore in tungsteno, ad assicurare 58 ore di riserva di carica.
Piaget Altiplano in oro rosa da 40 mm con originalissimi quadranti in meteorite color oro (serie limitata a 50 esemplari) o grigio (edizione limitata a 300 pezzi) dall’espressività grezza con indici e lancette a filo. Movimento di manifattura ultrapiatto, a carica automatica, calibro 1203P, da 3 mm di spessore, a visualizzare anche la data al 3.
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// WATCHES UR-111C di Urwerk, in acciaio “gunmetal”, in serie limitata a 25 pezzi. I minuti sono mostrati in due modi diversi: linearmente (ad andamento retrogrado) e digitalmente per una lettura più immediata e accurata; le ore sono saltanti, mentre i secondi, sempre digitali, fruiscono di due piccole ruote a 6 braccia a rotazione intersecata. Una reca le cifre 10, 20, 30, 40, 50 e 60, mentre l’altra i numeri dispari 5, 15, 25, 35, 45 e 55. Il loro moto rotatorio è portato in primo piano grazie ad una soluzione permessa da un sistema di fibre ottiche collocato appena un decimo di millimetro sopra i suddetti numeri.
IL RITMO DI ELVIS AL POLSO
LA CREATIVITÀ HA CONSENTITO DI SUPERARE I CONFINI IMPOSTI DALLA TRADIZIONE ESTETICA ED ESPRESSIVA DEL SEGNATEMPO, COSÌ COME PENSATO. L’INDICAZIONE DI ORE E MINUTI È STATA INVESTITA
DA INTERPRETAZIONI DINAMICHE, ORIGINALI, MOVIMENTATE, ACCOMPAGNATE DA CONTRAPPUNTI CROMATICI INEDITI, NELLE QUALI IL RITMO DELLE LANCETTE, SEMBRA SEGUIRE UN’IMMAGINARIA SONORITÀ GOVERNATA DA BATTERIA E CHITARRA ELETTRICA
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DI FABRIZIO RIVERSI
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DESIGN // AUTO WATCHES Hublot Big Bang Sang Bleu II da 45 mm, cronografo disponibile in 100 esemplari, su cassa tonneau in King Gold, ispirata dal genio creativo del tatuatore di fama mondiale Maxime Plescia-Buchi. Automatico di manifattura, calibro HUB1240, denominato Unico.
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Zenith Defy El Primero 21 da 44 mm, in fibra di carbonio, con quadrante squelette. Doppio scappamento, uno destinato alla base tempo meccanica automatica (36.000 alternanze/ora) e l’altro funzionale alla misurazione crono a 1/100 di secondo (graduazione espressa sul rehaut percorso dalla lancetta centrale), con bilanciere oscillante a 360.000 alternanze/ora.
D
efinire il rock, come genere musicale, non è cosa facile. Ci troviamo negli anni ’50 e ’60, e mettendo insieme rhythm & blues, country e un pizzico di folk, ci pensano chitarra e basso elettrici e batteria, a dar vita a sonorità non sincopate in 4/4, tendenzialmente ripetitive fino a progressioni dissonanti. Nel tempo il rock è divenuto anche fenomeno sociale grazie alle interpretazioni punk, psichedelico, glam, heavy metal, hard, per citarne alcune. Certamente si tratta di un concept di rottura, fortemente generazionale, che ha informato la cultura della musica fruibile dalle masse fino ai giorni nostri. ED È IN QUESTO SENSO CHE PUÒ ESSERE ADATTATO AD UN’IDEA DI SEGNATEMPO IN DISCONTINUITÀ CON L’IMPOSTAZIONE TRADIZIONALE, NON NEGATA MA REIMPOSTATA SECONDO SCHEMI CREATIVI FIGLI DI TEMPI IN EVOLUZIONE SEMPRE PIÙ VELOCE. Un simile assemblaggio funzionale trova una delle sue massime interpretazioni nell’Urwerk UR-111C, frutto della potente alchimia esistente tra i fondatori della Maison, Martin Frei e Felix Baumgartner, il designer e il tecnico. I minuti sono mostrati in due modi diversi: linearmente (ad andamento retrogrado) e digitalmente per una lettura più immediata e accurata. Le ore saltanti e le due versioni dei minuti sono proposte in aperture lungo il lato frontale di una cassa avveniristica assimilabile ad un’astronave: i ruotismi orizzontali del movimento meccanico automatico adottato, sopra i quali, normalmente, sono fissate le lancette, qui si sono dovuti
Excalibur Huracàn Performante di Roger Dubuis, realizzato in soli 88 esemplari e ispirato dall’omonimo bolide Lamborghini, in partnership con la Maison ginevrina. Presenta una cassa in “Technical Titan”, con accenti in giallo vivo (ispirata dall’ultima versione della vettura). Automatico, il bilanciere è inclinato di 12 gradi.
interfacciare con ingranaggi tronco-conici, che hanno il compito di trasferire la rotazione per l’indicazione oraria sul piano verticale. In quanto ai secondi, sempre digitali, l’UR-111C, sul piano anteriore della cassa (in serie limitata a 25 pezzi in acciaio lucido e altrettanti, rifinito “gunmetal”), poco sopra la corona a forma di “scroll”, ha posizionato due piccole ruote a 6 braccia a rotazione intersecata (dal peso, ognuna, di 0,025 g): una reca le cifre 10, 20, 30, 40, 50 e 60, mentre l’altra i numeri dispari 5, 15, 25, 35, 45 e 55. Il moto rotatorio, che sembra espresso da un unico ruotismo, fruisce di una soluzione ricercata, studiata per portare le cifre in primo piano e apparentemente molto vicine: un denso ammasso di fibre ottiche allineate e posizionate appena un decimo di millimetro sopra le cifre, agisce sul raggio visivo a creare un effetto denominato “immagine condotta”. Un simile fraseggio meccanico, nell’Hublot Big Bang Sang Bleu II da 45 mm, disponibile in 100 esemplari, si trasforma in comunicazione geometrica in 3D, dove, su di una cassa tonneau in King Gold (lega in cui è aggiunto il 5% di platino), articolata e “cesellata”, ispirata dal genio creativo del tatuatore di fama mondiale Maxime Plescia-Büchi, una lunetta a sfaccio esagonale “informa” il taglio del vetro zaffiro e quello del rehaut interno, ad incorniciare due lancette romboidali scheletrate e sovrappo-
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// WATCHES
In questa pagina: Skeleton X di Ulysse Nardin, da 43 mm, con calibro manuale di manifattura UN-371 a vista. La cassa è in Carbonium®, materiale innovativo, utilizzato nel settore aeronautico, cui è abbinato l’oro, per un mix dinamico d’efficacia moderna
Nella pagina a fianco: Pilot’s Watch Double Chronograph TOP GUN, automatico, da 44 mm in Ceratanium® di IWC: materiale sviluppato dalla Casa di Sciaffusa, che combina le eccellenti proprietà del titanio e della ceramica, ottenendo la tonalità nera opaca senza esigenza di rivestimento.
riserva di carica dell’orologio a crono avviato, mentre la scheletratura del quadrante è rifinita rigorosamente in nero.
ste per ore e minuti e una sfera allungata per i secondi crono. Si tratta, infatti, di un cronografo, con pulsanti ben dissimulati nell’architettura della cassa, alimentato dal calibro automatico di manifattura HUB1240, denominato Unico, con funzione flyback: i secondi continui, al 9, e i minuti crono, al 3, sono espressi da contatori esagonali che comprendono due triangoli incrociati costruiti sui sei vertici. Plescia-Büchi (fondatore dell’agenzia creativa Sang Bleu) afferma:
“LA GEOMETRIA È L’ESPRESSIONE UNIVERSALE DI UNA
CONCEZIONE DEL MONDO ASTRATTA E SISTEMATIZZATA. È PORTATRICE DI VALORE, IDEE E MESSAGGI ATTRAVERSO IL TEMPO E LO SPAZIO, E QUINDI UNIFICA IN SÉ IL GENERE UMANO STESSO, IN QUANTO SOMMA MANIFESTAZIONE DELLA MENTE UMANA.” Il rock diviene pura meccanica nello Zenith Defy El Primero 21 da 44 mm, in fibra di carbonio – corona e pulsanti compresi -, con quadrante squelette. Una soluzione che permette di apprezzare il doppio scappamento, uno destinato alla base tempo meccanica automatica (bilanciere oscillante a 36.000 alternanze/ora) e l’altro funzionale alla misurazione crono a 1/100 di secondo (graduazione espressa sul rehaut percorso dalla lancetta centrale), con bilanciere oscillante a 360.000 alternanze/ ora, ossia una frequenza di ben 50 Hz: un indicatore al 12 informa sulla
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Velocità e ritmo forsennato li ritroviamo nell’Excalibur Huracàn Performante di Roger Dubuis, realizzato in soli 88 esemplari e ispirato dall’omonimo bolide Lamborghini (con cui, da più di un anno e mezzo, la Maison ginevrina collabora), capace di raggiungere i 325 Km/h. L’inconfondibile silohuette dell’Excalibur con la sua triplice ansa, opportunamente svuotata, e la ghiera graduata dai bordi incisi a punta di freccia, proposta in livrea grigia “Technical Titan”, con accenti in giallo vivo (ispirata dall’ultima versione della vettura), incorniciano un’architettura meccanica progettata per indirizzare la mente al mood Huracàn. Anche qui sono chiari i rimandi alla geometria dell’esagono, ispiratrice dello scultoreo volume della supercar Lamborghini che, nel segnatempo domina tridimensionalmente l’asse orizzontale del quadrante squelette, rifinita da un reticolo a nido d’ape. Il bilanciere è eccezionalmente inclinato di 12 gradi rispetto all’asse orizzontale di rotazione, una delle soluzioni adottate sul nuovo calibro automatico RD630, dotato di doppio bariletto, rotore circolare a riprodurre il cerchione dell’Huracàn Performante, 60 ore di riserva di carica e del datario “racing” al 6 (cifra gialla su fondo nero); un altro dettaglio qualificante è costituito dalla corona ispirata ai dadi, anch’essi “racing”, sulle ruote della supercar. La trasparenza pura illumina la meccanica tradizionale del calibro manuale di manifattura UN-371 dello Skeleton X di Ulysse Nardin, aggiornata tecnologicamente al top, in virtù di un bilanciere superleggero in silicio con contrappesi in nickel e microlame stabilizzatrici, interagente con uno scappamento sempre in silicio: il tutto a garanzia di una riserva di carica di 96 ore. L’armonia rock si concretizza pienamente nella versione da 43 mm su cassa in Carbonium® Gold: il Carbonium® è un materiale innovativo, leggerissimo, assolutamente resiliente e sostenibile (la sua produzione ha il 40% d’impatto ambientale in meno rispetto agli altri materiali compositi di carbonio), utilizzato nel settore aeronautico per le fusoliere e le ali degli aeroplani di ultima generazione. Il processo realizzativo, a temperature elevate, evidenzia il pattern organico creato dalle fibre di carbonio dal diametro di 7µm. In questo mo-
SONO QUELLI CHE VESTONO IL NOSTRO POLSO DI DINAMICITÀ I MODELLI ROCK, IN OROLOGERIA,
SPESSO AMMANTATI DI CONTRASTI CROMATICI, RICHIAMANO L’ATTENZIONE, FRUTTO DI UNA COMPOSIZIONE ARMONICA TRA TUTTE LE COMPONENTI, PROPRIO COME I MEMBRI DI UN COMPLESSO
dello, il Carbonium® si fonde con l’oro, per un mix dinamico d’efficacia moderna in cui la “X” disegnata dagl’indici all’11, 1, 5 e 7, simboleggia ignoto ed esplorazione. Rimaniamo su di una visione aeronautica d’avanguardia con il Pilot’s Watch Double Chronograph TOP GUN da 44 mm in Ceratanium® di IWC: tale materiale, sviluppato dalla Casa di Sciaffusa, combina le eccellenti proprietà del titanio e della ceramica, ottenendo la tonalità nera opaca senza esigenza di rivestimento (metodo DLC), compresi i pulsanti e la fibbia. Un imprinting militare, aggressivo, rock, estremamente duro e resistente ai graffi, creato da una base in una speciale lega di titanio: durante un trattamento in forno, si consente all’ossigeno di diffondersi nel materiale grezzo, trasformando lo strato superficiale in ceramica. Un look jet black alimentato da un calibro automatico, il 79420, capace di 44 ore di riserva di carica. Frizzante, spericolato, rock, poi, lo è senz’altro il cronografo Monaco di TAG Heuer, che festeggia, quest’anno, il mezzo secolo dal lancio. Chiamato Monaco, in omaggio al celebre Gran Premio di Formula 1, ogni aspetto del design dell’orologio appariva rivoluzionario, a partire dalla cassa carré impermeabile, con la posizione della corona sul lato sinistro e i pulsanti a destra, imposti dall’architettura tecnica del movimento. Un anno dopo il suo lancio, il Monaco fu visto al polso dell’ambasciatore del marchio e pilota di auto da corsa Jo Siffert, mentre nel 1971 condivise le luci della ribalta con Steve McQueen nel film La 24 ore di Le Mans. TAG Heuer, per celebrare degnamente la ricorrenza, ha deciso di presentare, in sequenza, nel corso dell’anno, cinque creazioni contestualizzate sulle diverse decadi dal 1969 al 2019. Presentiamo in queste pagine la versione “1989-1999”, in acciaio, con quadrante argenté a finitura grené e contatori interni sabbiati incorniciati di blu, tonalità contrappuntata dal rosso degli indici e della lancetta centrale dei secondi (cromie che ritroviamo nel cinturino in pelle di vitello traforato blu con impunture rosse). Proposto in edizione limitata a 169 esemplari, da 39 mm di lato, impermeabile fino a 10 atmosfere, è animato dalla versione attuale del celebre
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Nella pagina a fianco: TAG Heuer Monaco “1989-1999”, in acciaio da 39 mm, edizione limitata a 169 pezzi. Quadrante argenté a finitura grené e quadranti interni sabbiati incorniciati di blu. Impermeabile fino a 10 atmosfere, è animato dal Calibre 11, automatico.
In questa pagina: Bell & Ross, serie R.S. 19 Chronographs, modello BR-X1, in titanio grado 5 e ceramica, con inserti in caucciù. Meccanico automatico con quadrante a vista e pulsanti a bascula.
UN TEMPO ROCK, AGGRESSIVO, DECISO, INCALZANTE, PER SINTETIZZARE UN MOOD CHE, OGGI, RICHIAMA UN GRANDISSIMO INTERESSE Calibre 11, automatico, in cui sono assenti le ore crono e i minuti crono, rispetto all’originale, sono stati spostati dal 3 al 9. E chiudiamo con il cronografo Bell & Ross BR-X1 R.S. 19 (in titanio grado 5 e ceramica con inserti in caucciù, lato da 45 mm, edizione limitata a 250 esemplari), dotato di pulsanti a bascula elaborati per la cassa carré, ergonomici, avveniristici e funzionali, denominati “rocker” – adatti all’uso con i guanti -, alimentato da movimento automatico, calibro BR-CAL.313. Il design è costruito sui colori giallo e nero, distintivi del Renault F1 Team, con il quale la Casa parigina è in partnership da ben quattro anni; il quadrante
è scheletrato, con movimento a vista e con ponte superiore a forma di “X”. Il caucciù, tra l’altro, è stato utilizzato sull’inserto “poggia-pollice”, opposto ai pulsanti, per consentire una loro attivazione con una presa migliore. Significativo, poi, come novità assoluta, l’aggiunta di un “segnatempo” nell’anello zigrinato che circonda la lunetta: dopo un giro veloce, il team rientra nella corsia dei box e può immediatamente annotare dove è stata fermata la lancetta gialla dei secondi del cronografo, ruotando e allineando il triangolo giallo, mentre dopo il secondo giro, i rispettivi tempi possono essere confrontati all’istante.
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// YACHT
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OLTRE LA STRADA
LUSSO
ABBIAMO PROVATO IL PRIMO YACHT
MARCHIATO LEXUS CHE ESTENDE L’ESPERIENZA LUSSUOSA DEL PRESTIGIOSO BRAND OLTRE LE QUATTRO RUOTE. LY 650 È PROGETTATO SECONDO I PRINCIPI DELLA L-FINESSE PER OFFRIRE LA PROVERBIALE ESPERIENZA OMOTENASHI DEI MAESTRI TAKUMI
DI ALFONSO RIZZO
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// DESIGN
A BORDO SI RESPIRA L’OMOTENASHI, CONCETTO GIAPPONESE DI OSPITALITÀ CHE DESCRIVE LA CAPACITÀ DI ANTICIPARE I BISOGNI DEI PROPRI OSPITI ANCOR PRIMA CHE SI MANIFESTINO
Quando nel 2011 fu presentava la Lexus GS, la stampa specializzata la definì: “un’altra noiosa Lexus”. Da allora Aiko Toyoda, Presidente di Toyota, promise che la parola “boring” (noioso) non sarebbe mai più stata accostata a Lexus. Il marchio di lusso del gruppo Toyota ha rinnovato completamente la sua gamma nel segno della L-Finesse, inaugurando il nuovo corso con la LF-A, una supercar da 570 Cv tra le più sofisticate del XXI secolo. In occasione del suo 30esimo compleanno, Lexus ha deciso di trasformarsi in un brand lifestyle: non più soltanto produttore di auto di lusso (oltre 10 milioni di unità vendute in 90 mercati), ma vero costruttore di esperienze di lusso. Nel 2019 quindi Lexus va “oltre la strada” portando i valori del marchio anche in mare con lo yacht LY 650. Dopo essere stato riconosciuto come il costruttore più affidabile negli USA, capace di ottenere la maggiore soddisfazione dai clienti che lo hanno scelto per muoversi su quattro ruote, oggi Lexus inaugura una nuova era con il lancio del suo primo yacht realizzato in collaborazione con il cantiere Marquis Yachts LLC e lo studio italiano di design Nuvolari Lenard. L’imbarcazione di 65 piedi (circa 20 metri) monta 2 motori Volvo IPS da mille cavalli ciascuno e può viaggiare a oltre 32 nodi. L’abbiamo provato tra Miami e Boca Raton alla vigilia del più importante salone nautico d’America che si tiene a Fort Lauderdale. Il progetto è nato due anni e mezzo fa dall’esigenza di Akio Toyoda di «realizzare uno spazio privato in mezzo all’oceano in cui isolarsi». La forma dello scafo, l’imponente volume della poppa e altri dettagli, coniugati con le eleganti curve dell’imbarcazione, conferiscono al Lexus LY 650 uno stile peculiare. Lo studio italiano Nuvolari Lenard di Scorzé (Venezia) ha creato un design moderno per gli interni che rispecchiano la minuziosa cura per ogni minimo dettaglio tipica del marchio Lexus. Ogni complemento d’arredo è stato appositamente realizzato per questo yacht. A bordo si respira l’Omotenashi, concetto giapponese di ospitalità che descrive la capacità di anticipare i bisogni dei propri ospiti ancor prima che si manifestino e si percepisce la maestria “Takumi” 164
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degli artigiani altamente qualificati Lexus. Difficile trovare un angolo retto che sia sul ponte inferiore, sul flying deck oppure nelle tre cabine con relativi servizi. Disegnato appena due anni e mezzo fa, il primo LY 650 ha richiesto 11 mesi per essere varato, ma le prossime copie arriveranno al ritmo di 2 ogni 4-6 mesi. A garanzia di una navigazione nel segno della performance Lexus, lo yacht viaggia su uno scafo leggero ed estremamente rigido che coniuga elementi in CFRP (plastica rinforzata con fibra di carbonio) con altri in GFRP (plastica rinforzata con vetroresina) per un peso di 40 tonnellate. Il Lexus LY 650 è equipaggiato con l’applicazione LY-Link, un’avanzata tecnologia per la navigazione che consente all’armatore – o al suo capitano – di restare connesso con l’imbarcazione anche da remoto, verificarne lo stato e controllarne le principali funzionalità. Il sistema di propulsione Volvo Penta IPS gestisce tutti i sistemi elettronici di bordo e trasforma la navigazione in un gioco da ragazzi. La funzione “ancora virtuale” permette di far stazionare lo yacht con la prua puntata nella direzione desiderata semplicemente premendo un pulsante: una funzione preziosa durante la nostra navigazione tra i canali dell’entroterra in Florida dove i ponti carrai impongono soste forzate. Senza contare che il sistema propulsivo con doppie eliche controrotanti permette manovre impensabili per barche di questa stazza, come lo spostamento laterale, molto comodo in manovra nei canali tra Boca Raton e Fort Lauderdale. Saranno realizzati inizialmente soltanto sei esemplari del Lexus LY 650 per il mercato nordamericano e uno per il Giappone, venduti da Marquis Yachts con prezzi a partire da 3,7 milioni di dollari. Il costo lievita molto velocemente per sfiorare i 5 milioni aggiungendo qualche accessorio come lo stabilizzatore o il sistema di climatizzazione per il flying deck, come nel primo esemplare sul quale abbiamo navigato in Florida. Non si esclude in futuro lo sviluppo di una gamma di barche e motoscafi a marchio Lexus. In effetti il prototipo Lexus Sport Yacht Concept presentato nel 2017 a prefigurare le linee dell’LY 650 potrebbe essere un elegante «day boat».
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// YACHT
BY THE SEA: 48 WALLYTENDER
IN ARRIVO IL NUOVO
TENDER YACHT DEDICATO A CHI AMA SCOPRIRE IL MARE IN TOTALE LIBERTÀ
DETAILS Exterior Design: Wally – Ferretti Group Interior Design: Wally – Ferretti Group Shipyard: Forlì, Italy
PRELIMINARY DATA Motorizzazione: 2 x VOLVO PENTA IPS 650 (total 960 hp) Loa: 14.50 m Larghezza massima: 4.40 m
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FA IL SUO DEBUTTO MONDIALE IL 48 WALLYTENDER BY FERRETTI GROUP SULLA CROISETTE DI CANNES, alla 42 edizione dell’iconico Yachting Festival. L’imbarcazione che ha conquistato il cuore di molti appassionati armatori sin dalla sua prima comparsa nel 2001, si rifà il look. Il nuovo 48 Wallytender offre ampi spazi in coperta, volumi interni generosi e particolari soluzioni tecniche in grado di rendere il piacere della crociera semplicemente unico. Il suo design? La giusta dose di carattere e tradizione lascia che l’imbarcazione goda degli iconici stilemi senza intaccarne il Dna.Gli spazi esterni sono organizzati all’insegna del comfort e del relax: comode sedute, ampi prendisole e una zona pranzo
servita da una cucina attrezzata. Le sezioni di murata a poppa della barca abbattibili su entrambi i lati sono in dotazione standard, come pure la passerella retrattile, che si trasforma in una pratica scaletta di accesso al mare. Mentre al suo interno è possibile accomodarsi in una suite completa e contraddistinta da grandi volumi.
LA MOTORIZZAZIONE STANDARD PREVEDE DUE VOLVO IPS 650 - 960 HP TOTALI, PER UNA VELOCITÀ MASSIMA DI 38 NODI, ED È DOTATA DI UN JOYSTICK DI MANOVRA PER FACILITARE LE FASI D’ORMEGGIO.
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// NEW PROJECT
MIDO COLLECTION A TRIBUTE
LA NUOVA CAPSULE PER IL 75ESIMO ANNIVERSARIO DELLA COLLEZIONE OCEAN STAR
UNO TRA I MARCHI PIÙ ICONICI DELL’OROLOGERIA SVIZZERA, FAMOSO PER LE SUE TECNOLOGIE ALL’AVANGUARDIA IMPIEGATE SU SEGNATEMPO IMPERMEABILI E AFFIDABILI, OGGI, IN OCCASIONE DELL’ANNIVERSARIO DELLA CELEBRE COLLEZIONE OCEAN STAR, RINNOVA LA LINEA IN UNA VERSIONE TRIBUTO ANCORA PIÙ INNOVATIVA
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ranz Linder, il Presidente di Mido introduce così la speciale edizione Ocean Star Tribute che rende omaggio alla sua iconica collezione di orologi subacquei, presentata in anteprima durante la finale della Red Bull Cliff Diving World Series 2019 di Bilbao, di cui Mido è Official Performance Partner. Uno spettacolo affascinante dove 14 tuffatori si sono lanciati dal ponte La Salve, da una piattaforma 27 metri al di sopra del fiume, davanti allo spettacolare Guggenheim Museum. «DA 75 ANNI LA COLLEZIONE OCEAN STAR È SINONIMO DI IMPERMEABILITÀ. NELLA SUA COSTANTE RICERCA DI INNOVAZIONE, MIDO HA SEMPRE SVILUPPATO TECNOLOGIE NUOVE E SPESSO ALL’AVANGUARDIA, AL FINE DI OFFRIRE OROLOGI IMPERMEABILI E AFFIDABILI. QUALE LUOGO MIGLIORE DELLA CITTÀ DI BILBAO, AFFACCIATA SULL’OCEANO E FAMOSA PER IL SUO MONUMENTALE GUGGENHEIM MUSEUM, PER RENDERE OMAGGIO A QUESTA COLLEZIONE ACQUATICA E ALLA FILOSOFIA MIDO, ‘INSPIRED BY ARCHITECTURE’». Già negli anni ‘30 Mido ha inventato il rivoluzionario sistema Aquadura, una tradizione che si perpetua oggi con l’Ocean Star Diver 600, impermeabile fino a 60 bar (600 m/1,968 ft) e dotato di valvola per la fuoriuscita dell’elio. I nuovi Ocean Star Tribute sono dotati del Calibro 80, un movimento automatico all’avanguardia che garantisce una riserva di carica fino a 80 ore. Il tocco finale, che non mancherà di conquistare gli amanti dei dettagli, è la stella marina, storico simbolo dell’Ocean Star, che decora il fondello. Ognuna di queste edizioni speciali è presentata in un’apposita scatola e corredata da un cinturino supplementare.
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Nella foto due orologi MIDO automatico calibro 80
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