11/16 Luglio 2011/ San Marino Design Workshop 11
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colophon colophon
_-_-_-_-_-_-_-_-_-_-_-_-_-_-_-_-_-_-_-_-_-_-_-_a cura di / editor Massimo Brignoni Fiorella Bulegato
redazione / editing Alessandra Bosco Marianna Calagna Ester Maria Rita Greco
traduzioni / translations Olga Barmine
progetto grafico / graphic design Donatello D’Angelo
fotografie / photos Marianna Calagna
stampa / printing CTS Grafica
editore / publisher Editrice Pliniana viale Francesco Nardi 12 06016 Selci (PG) P.IVA e C.F. 01810010544
Š 2012 Università degli Studi della Repubblica di San Marino ISBN 978-88-97830-05-4 finito di stampare - - - - - - - - indica i projects
nel mese di ottobre 2012 / printed in October 2012 - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - progetti segnalati dai docenti del workshop selected by the teachers leading the workshop
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indice index presentazione presentation
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005 Progettare il ben-essere in un mondo cambiato / Designing well-being in a changed world Alberto Bassi introduzione introduction 007 Confortevole, sicuro, usabile:
progetti possibili / Comfortable, safe, usable: possible projects Massimo Brignoni
009
Sperimentare un sistema / Testing a system Alessandra Bosco
workshop workshops _-_-_-_-_-_-_-_-_-_-_-_-_-_-_-_-_-_-_-_-_-_-_-_-
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La funzione sociale del progetto di comunicazione / The social function of communication design
Azienda, prodotto, progetto / Company, product, project Michele Zannoni
012
Fiorella Bulegato
014 WS01
Comunicare “buone pratiche” di comportamento nella sede universitaria / Communicating “good practices” for behaviour in university venues Marco Fornasier
025 WS02 Allestire mostre sul design nella sede universitaria / Planning design exhibitions on the university premises Ginette Caron _-_-_-_-_-_-_-_-_-_-_-_-_-_-_-_-_-_-_-_-_-_-_-_-
038
Abitare il verde. Dialoghi tra uomo e natura / Living in green spaces. Dialogues between man and nature
062
064 WS05 Aspirare al futuro / Aspiring to the future Luigi Mascheroni 073 WS06 Passione e sicurezza / Passion and safety Stefano Fariselli 086 WS07 Re-design Ecopan / Re-designing Ecopan Mauro Cazzaro e Francesca Basaldella 094 WS08 Esperienze di interazione in movimento / Experiences of interaction in motion Francesco Pia ed Ermanno Tasca
Riccardo Varini
040 WS03 Abitare il verde: segni per il futuro. Giardino a Cà Caccio / Living in green spaces: looking to the future. Garden at Cà Caccio Stefano Rocchetto 051 WS04
Abitare il verde: segni per il futuro. Parco pubblico a Murata / Living in green spaces: looking to the future. The public park at Murata Mauro Da Pieve
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approfondimenti insights _-_-_-_-_-_-_-_-_-_-_-_-_-_-_-_-_-_-_-_-_-_-_-_-
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Aziende / Companies Designer / Designers
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Progettare il ben-essere in un mondo cambiato Designing well-being in a changed world Alberto Bassi Il mondo sta cambiando e continuerà a cambiare sempre più velocemente. Globalizzazione, economie emergenti, nuove tecnologie (dai computer agli smart phone) e nuovi media (a cominciare da internet), differenti comportamenti e sensibilità, condizioni di incertezza e insicurezza divenute permanenti, consumatori evoluti. Quello che brillantemente il filosofo Zygmunt Bauman ha definito “modernità liquida”. Servono rinnovati concetti, modelli e parole che aiutino a comprendere e agire nel mutato contesto. Abbiamo sempre pensato che l’economia avesse a che fare con lo sviluppo indefinito; ma ci accorgiamo che esistono vincoli, a partire dalla limitatezza delle risorse ambientali ed energetiche. Illustri studiosi dicono che bisogna ora trovare il modo di convivere con un’“economia del limite”. Il tema è come conciliarla con la salvaguardia delle condizioni di vita acquisite, in verità ancora assai differenti nel mondo e all’intero di aree geografiche ed economiche relativamente omogenee. Perché esiste non solo il sud dell’Italia, ma anche un sud dell’Europa e poi uno del mondo etc. Si comincia allora a parlare della necessità di passare da una società del “ben-avere” a una del “ben-essere”. Dove le condizioni di prosperità, fino al lusso, coincidono con una prosperità personale ed umana, con la soddisfazione globale della propria esistenza, del proprio lavoro. Un’autentica rivoluzione forse, ma di cui si colgono segnali sempre più forti ed evidenti. Il concetto di ben-essere muove da presupposti alti ma si declina naturalmente in modi assai concreti che vanno dalla sicurezza fisica e psicologica al comfort nelle molteplici situazioni di vita urbana e domestica. Stare bene allora vuol dire un nuovo modo di vivere la città o uno spazio verde, magari piacevolmente attrezzato e accogliente; significa essere sicuri e a proprio agio su un mezzo di trasporto o dentro una casa o un ufficio; vuol dire predisporre in modo adeguato strumenti, prodotti e servizi per la cura della persona, per rendere agevole lavorare, divertirsi, curarsi e così via. Un ruolo decisivo per delineare gli scenari (e poi contribuire a costruire) le nuove condizioni del ben-essere contemporaneo spetta, fra gli altri, ai luoghi della ricerca e della formazione, ma anche alla cultura del progetto e dell’impresa. Provare a intendere le nuove direzioni e predisporre gli strumenti intellettuali e operativi per orientare percorsi dotati di senso oltre che di etica. Una sfida importante ma che necessita di essere raccolta.
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The world is changing and will continue to change at increasing speed. Globalization, emerging economies, new technologies (from the computer to smart phones) and new media (Internet first and foremost), different lifestyles and sensibilities, conditions of uncertainty and insecurity that have become permanent, sophisticated consumers – have been brilliantly defined by philosopher Zygmunt Bauman as “liquid modernity”. We need new concepts, models and words to help us understand and act in this changed context. We have always thought that economics meant indefinite development; but we now realize that there are constraints, starting with the limits of our environmental and energy resources. Illustrious scholars tell us that we now need to find a way to coexist with the “economy of limits”. The theme is how to reconcile this economy with the preservation of the living conditions we have achieved, though in fact they vary significantly around the world and within relatively homogeneous geographical and economic areas. It is therefore important to start talking about the need to evolve from a society of “well-having” to a society of “well-being”. Where conditions of prosperity, including luxury, coincide with personal and human prosperity, and everyone is generally satisfied with their existence and their work. An authentic revolution perhaps, but the signs are there, stronger and more evident. The concept of well-being derives from lofty principles, but develops naturally in rather concrete circumstances that range from physical and psychological security to feeling comfortable in the many conditions of urban and domestic life. Feeling good therefore indicates a new way of experiencing the city or a green space, which could be well furbished and quite welcoming; it means feeling safe and at ease on a means of transportation or inside a house or an office; it means properly organizing the instruments, products and services for personal care, making it easier to work, have fun, provide for one’s self and so on. A crucial role in defining (and then helping to build) new scenarios for contemporary well-being belongs, among others, to educational and research institutes, as well as to the culture of design and entrepreneurship. They must seek to understand these new trends and to prepare the intellectual and operational instruments that can orient processes based on common sense and ethics. This is an important challenge that truly needs to be addressed.
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Confortevole, sicuro, usabile: progetti possibili Comfortable, safe, usable: possible projects
Massimo Brignoni
Lo sviluppo tecnologico e le nuove dinamiche sociali globali hanno subito negli ultimi decenni un’accelerazione esponenziale dando vita a una progressiva crescita delle relazioni, degli scambi e delle connessioni tra persone e cose. Se da un lato questo può essere letto come maggiori possibilità e opportunità a disposizione di ognuno, dall’altro apre un capitolo sulla nostra fisiologica capacità di adattarci velocemente alle innovazioni e ai cambiamenti che lo sviluppo ci impone. La necessità di confrontarci velocemente con oggetti, situazioni, luoghi in continuo mutamento ed evoluzione ci mette nella condizione, non senza un certo disagio e sensazione di inadeguatezza, di riconsiderare e rivalutare il nostro rapporto con ciò che ci circonda in una ricerca continua di uno stato di benessere fisico e mentale. Il ruolo del progetto, ora più che mai, è quello di riportare l’uomo al centro della propria azione; fare sì che nel rapporto che intercorre tra un prodotto – sia esso un artefatto d’uso o comunicativo, un servizio o uno spazio – e un utilizzatore-fruitore corrisponda, accanto a una aumentata prestazione e oltre a un reale vantaggio, un effettivo benessere per l’utente. Proprio nell’ottica della ricerca del benessere individuale e collettivo, l’edizione 2011 di San Marino Design Workshop vede designer e studenti impegnati nel tentativo di dare risposte progettuali adeguate sui ai significati che oggi assumono le parole confortevole, sicuro e usabile. L’eterogeneità degli argomenti sviluppati e dei partner aziendali ed istituzionali coinvolti dimostra come il tema individuato sia trasversale agli ambiti del progetto del prodotto, della comunicazione e dei luoghi destinati alla collettività. Ciò che accomuna aziende leader nei propri settori come Elica, Technogym, Spyke, Tonelli e istituzioni come la Giunta di Castello di San Marino e l’Università è proprio la consapevolezza che il design possa assumere un ruolo decisivo nell’individuare nuove modalità e scenari che ristabiliscano una rinnovata e soddisfacente relazione tra individui e oggetti, sistemi e servizi che questi usano o con i quali vengono in contatto.
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Technological development and the new global social dynamics have accelerated exponentially in recent decades, bringing with them a progressive expansion of relationships, exchanges and connections between people and things. If on the one hand this can be interpreted as offering greater possibilities and opportunities for everyone, on the other hand it raises the issue of our physiological capacity to adapt rapidly to the innovations and changes that development brings with it. Our need to interact rapidly with objects, situations and places that are constantly changing and evolving force us, with some degree of dismay and a sense of inadequacy, to reconsider and reassess our relationship with our surroundings in a never-ending quest for physical and mental wellbeing. The role of design, now more than ever, is to bring man back to the center of his action: to ensure that the relationship between a product – be it an object or an artifact for communication, a service or a space – and the user-consumer provides not only increased performance and a real advantage, but true well-being for the user. In the perspective of the search for individual and collective wellbeing, the 2011 edition of the San Marino Design Workshop engaged designers and students in an attempt to find design solutions appropriate to the meaning of the words comfortable, safe and usable in our day and age. The heterogeneous nature of the issues they addressed and the partner companies and institutions involved demonstrates that the theme chosen for the workshops concerns every field of product design, communication, and collective spaces. What leading companies in their fields such as Elica, Technogym, Spyke, Tonelli and institutions such as the Council of the Castello di San Marino and the University have in common is the awareness that design can play a decisive role in developing new processes and scenarios that can establish a better and more satisfying relationship between individuals and the objects, systems and services that they use or come into contact with. Starting with man “at the wheel”, the way he moves and the ergonomics of driving a motorcycle, Spyke, a manufacturer of clothing
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introduzione introduction 8
È partendo dall’uomo “pilota”, dai suoi movimenti e dall’ergonomia delle posizioni di guida sulle due ruote che l’azienda Spyke, produttrice di articoli di abbigliamento e accessori dedicati al motociclismo amatoriale e professionale, propone di approfondire i temi della protezione e dell’incolumità in caso di caduta. Pone invece l’obiettivo di superare i limiti canonici dell’interazione tattile nell’interfaccia uomo macchina Technogym, leader mondiale nella produzione di attrezzature per il fitness, con l’intento di prefigurare scenari inediti nel progetto di nuove esperienze d’uso durante l’allenamento. Elica, fra le maggiori aziende al mondo nella produzione di cappe aspiranti per cucina, spinge la ricerca fino a indagare la relazione fra oggetto che movimenta l’aria e architettura-involucro che lo contiene con l’obiettivo di individuare condizioni future del vivere l’ambiente domestico. Tonelli, produttrice del pannello Ecopan realizzato in nido d’ape di cartone, concentra le riflessioni sulla possibilità di questo semilavorato, di dimensioni e spessori variabili, di essere ripensato e innovato per eventuali applicazioni in altri ambiti, fino ad ipotizzare la realizzazione di sistemi di prodotto legati soprattutto al mondo dell’esposizione e dell’arredamento. Porta i progetti a interrogarsi su una possibile rinascita di luoghi destinati al pubblico la proposta della Giunta di Castello di San Marino che si concentra su due aree limitrofe al centro storico facendole riesaminare in termini di accessibilità, uso dei materiali, dei suoni, dei segni e dei colori per ripensare i temi del gioco, la presenza della natura e nuove destinazioni d’uso. L’Università infine riflette sull’organizzazione e la fruizione delle proprie attività attraverso sia la definizione dei contenuti, dell’identità visiva e dell’allestimento di una serie di mostre dedicate al design sia l’analisi delle dinamiche legate al vivere in comunità, dove i cambiamenti dei comportamenti di ognuno possono contribuire a migliorare le relazioni con le persone e il comfort collettivo negli spazi che usiamo quotidianamente.
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and accessories for amateur and professional motorcycling, proposes to explore the themes of protection and safety in case of accidents. The goal of Technogym, world leader in the production of equipment for physical fitness, is to stretch the canonical limits of touch interaction in the interface between man and machine, with the purpose of envisioning innovative scenarios in the design of new experiences in physical training. Elica, one of the leading manufacturers in the world of kitchen range, pushes its research towards the exploration of the relationship between the object that exhausts the air and the structure-casing that contains it, with the objective of delineating future living conditions in domestic spaces. Tonelli, the manufacturer of Ecopan panels, made with a cardboard honeycomb structure, concentrates the design thinking on the potential of this semi-processed material, which is available in various sizes and thicknesses: how it can be reconsidered and innovated for applications in other fields, including the development of product systems intended for exhibition design and interior decorating. The proposal of the Giunta di Castello di San Marino led the designers to ponder the possible renascence of places for public use, concentrating on two areas on the margins of the historic city centre, examining their characteristics in terms of accessibility and the use of materials, sounds, signs and colours, and reflecting on the themes of playing, the presence of nature, and possible new uses. Finally, the University itself explored the organization and impact of its own activities, by defining the contents, visual identity and exhibition design of a series of exhibits on the theme of design; and then by analyzing the dynamics of community living, where each of us can change our individual behaviour to help improve relationships between people in general and the collective comfort of the spaces we enjoy everyday.
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Sperimentare un sistema Testing a system
Alessandra Bosco
I workshop svolti a luglio 2011 propongono oltre a un’opportunità di confronto tra studenti, professionisti, aziende e istituzioni un’occasione di riflessione sulle questioni del fare progettuale. Il tema proposto, Il design del ben-essere, lancia ai partecipanti una sfida interessante: cosa può fare il designer per migliorare il benessere delle persone? A corollario del titolo confortevole, sicuro, usabile, parole chiave che identificano un progettare responsabile che pone al centro l’uomo e le sue necessità. Tali principi, se applicati al Corso di laurea in Disegno industriale, attivo dal 2005 a San Marino, divengono caratteri identificativi, linee guida condivise di un progetto più ampio che lo studente sperimenta da subito nei corsi teorici, nei laboratori, nei seminari, nei workshop fino ad assumerle consapevolmente come proprie nel laboratorio di laurea, esperienza progettuale conclusiva del percorso formativo triennale. In questo contesto – in cui confortevole, sicuro e usabile delineano oltretutto concetti senza tempo, universalmente validi –, si propone di ragionare sulla tematica ampia, trasversale e attuale del ben-essere. Istituzioni come la giunta di Castello di San Marino e aziende come Elica, Spyke, Technogym e Tonelli, differentemente interessati al ben-essere del cittadino, della famiglia, dello sportivo, dell’atleta, dell’ambiente, spostano l’attenzione da questioni quotidiane dettate anche da programmazione, politiche amministrative ed economie aziendali per considerare altri punti di vista, quelli di designer e giovani studenti, in grado di proporre con leggerezza nuove sfide. Così la tecnologia di Elica diviene parte di possibili futuri scenari per l’ambiente domestico; le protezioni di Spyke si declinano in settori meno considerati come quelli dello scooter e si fanno pieghevoli per essere riposte all’interno del casco; i sistemi di interfaccia di Technogym lasciano spazio a nuovi schemi di funzionamento e intuitive sperimentazioni; il pannello Ecopan di Tonelli diventa sistema allestitivo modulare in grado di generare microarchitetture. E la sfida si estende quando la scala di progetto aumenta. La riqualificazione di due aree verdi
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The workshops held in July 2011 offered an opportunity for students, professionals, manufacturers and institutions to work together, and to ponder issues concerning the design process. The theme chosen for the workshops, The design of well-being, presented the participants with an interesting challenge: what can a designer do to improve general well-being? The corollary to the title was comfortable, safe, usable, key words that identify design’s responsibility to focus on man and his needs. These principles, applied to the Industrial Design Programme founded in 2005 in San Marino, become the identifying characteristics, the common guidelines for a more ample understanding of design to which the students are exposed from the very beginning in the theory courses, in the studios, in the seminars, in the workshops, before they consciously adopt them as their own in the thesis studios, the final design experience of the three-year undergraduate curriculum. In this context, in which comfortable, safe and usable define timeless, universally valid concepts, the intent is to consider the wider, all-encompassing and modern theme of well-being. Institutions such as the Giunta di Castello di San Marino, and manufacturing companies such as Elica, Spyke, Technogym and Tonelli, each in its own way interested in the well-being of the citizen, of the family, of the sportsman, of the athlete, of the environment, shift attention from their daily concerns dictated among other things by planning needs, administrative policies and business economics, to consider other points of view, those of the designers and young students, who present new challenges with a lightness of approach. And so Elica’s technology becomes a factor in possible future scenarios for the home; Spyke’s protective gear is developed in sectors that enjoy lesser consideration such as scooters, and are made to be folded so that they can be stored inside the helmet; the interface systems on Technogym equipment are replaced by new working configurations and intuitive experiments; Tonelli’s Ecopan panels are used for a modular exhibition system that can generate micro-architectural structures.
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introduzione introduction 10
urbane permette di progettare giardini tematici in cui sensi e percezioni divengono elementi su cui sperimentare, dove la casa sull’albero si propone simultaneamente come punto di vista privilegiato, copertura e riparo. Si confrontano con la scala architettonica anche i due workshop di visual design che lavorano sugli spazi della sede universitaria dove lo studente, trovandosi ad essere allo stesso tempo progettista e utente, è stimolato a una più attenta e critica lettura dei comportamenti quotidiani che si trasforma in progetti di comunicazione efficaci per immediatezza, provocazione e ironia. Sebbene le tematiche affrontate nei workshop siano eterogenee, più delle differenze colpiscono le riflessioni comuni: frequenti i riferimenti alla natura e ai principi fisici e chimici che la costituiscono, agli elementi naturali, alle proprietà delle piante, alla struttura degli animali e dei loro rifugi. Le ricerche sui sensi lavorano su olfatto e udito, sperimentando quelli meno utilizzati dall’uomo. Solo in un secondo momento l’interesse si rivolge all’artefatto, costituito da materiali appropriati per essere prodotto con idoneo processo di produzione e raggiungere proprietà e requisiti richiesti a soddisfare il possibile utente. Un workshop, un’esperienza full immersion, dove in una settimana studenti, designer, aziende e istituzioni si trovano a far parte di un unico sistema: una scuola che riconosce al progetto la possibilità di contribuire a una nuova qualità del rapporto tra uomo, spazio e oggetto.
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The challenge grows as the scale of the project increases. The regeneration of two urban green areas provides the opportunity to design thematic gardens in which the senses and perceptions become elements to experiment with, where the tree house is developed as a privileged point of view, a roof and shelter. Architectural scale is also addressed as a theme by the two workshops in visual design that focus on the spaces inside the university venues: the student, as both designer and user, is stimulated to explore everyday behavior from a more critical point of view, which will become the basis for communication design projects that are particularly effective in terms of immediacy, wit and irony. Though the issues addressed in the workshops are heterogeneous, the considerations they share in common are more striking than their differences: there are frequent references to nature and to its constituent physical and chemical principles, to natural elements, to the properties of plants, to the structure of animals and their shelters. Research into the senses concentrates on smell and hearing, experimenting with the senses that man uses least. It is not until later that attention focuses on the artifact, made of the materials that are most suitable to be manufactured with the production processes that will make it possible to achieve the properties and requisites required to satisfy the future user. These workshops are a full-immersion experience, in which over the course of a week students, designers, manufacturers and institutions all become part of a single system: a school that acknowledges design’s potential to contribute to a new quality in the relationship between man, space and object.
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piano secondo 025
WS2 >>> aula tema designer tutor
B Allestire piccole mostre sul design nella sede universitaria Ginette Caron Laura Tentoni
086
WS7 >>> aula tema designer tutor azienda
A Re-design Ecopan Mauro Cazzaro Giada Luzi Tonelli
piano mezzanino 094
WS8 >>> Lab Informatico piccolo tema Esperienze di interazione in movimento designer Francesco Pia / Ermanno Tasca tutor Michele Zannoni azienda Technogym
piano primo 014
WS1 >>> Lab Informatico grande tema Comunicare “buone pratiche” di comportamento nella sede universitaria designer Marco Fornasier tutor Lucia Del Zotto
051
WS4 >>> aula D tema Abitare il verde: segni per il futuro. Parco pubblico a Murata designer Mauro Da Pieve tutor Chiara Murarotto in collaborazione con Giunta di Castello di Città
073
WS6 >>> aula tema designer tutor azienda
D Passione e sicurezza Stefano Fariselli Massimo Gardella Spyke
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WS5 >>> aula tema designer tutor azienda
E Aspirare al futuro Luigi Mascheroni Federico Ghignoni Elica
piano rialzato 040
WS3 >>> aula F tema Abitare il verde: segni per il futuro. Giardino a Ca’ Caccio designer Stefano Rocchetto tutor Giorgio Dall'Osso in collaborazione con Giunta di Castello di Città
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La funzione sociale del progetto di comunicazione The social function of communication design
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Fiorella Bulegato
Il progetto degli artefatti comunicativi può porsi come obiettivo la possibilità di influire sulle azioni delle persone in modo da accrescere il benessere della vita comunitaria. In molti edifici pubblici ci sono spazi che si usurano facilmente: sono luoghi di transito e di stazionamento temporaneo, spesso privi di una funzione precisa e generalmente deputati a ospitare bacheche, punti d’informazione o aree di sosta più o meno spontanee. A volte sono occupati da vending machines o da attrezzature come fotocopiatrici, stampanti e cestini o, se provvisti di qualche “apertura” verso l’esterno, diventano veri e propri fumoir. Per queste caratteristiche sono spazi generalmente sovraccarichi di elementi e di segnalazioni prescrittive, progettati o spontanei, dai contenuti talvolta poco comprensibili e di dimensioni, formati, colori, fogge talmente differenti da diventare pressoché invisibili. I progetti sviluppati negli workshop guidati da Marco Fornasier e Ginette Caron si propongono entrambi di riqualificare la qualità complessiva di tali ambienti, in un caso provando a innescare condotte capaci di accrescere il rispetto verso le persone e i beni comuni, nell’altro fornendo un servizio espositivo aggiuntivo rispetto alle tradizionali attività formative dei corsi di studio. Altro presupposto che accomuna i due temi è la scelta della popolazione universitaria come pubblico di riferimento per progetti ideati dagli stessi studenti. L’analisi per capire che cosa e come Comunicare “buone pratiche” di comportamento nella sede universitaria è partita dall’individuazione delle relazioni esistenti fra persone, oggetti e spazio e ha fatto emergere come le trascuratezze verso ambienti, strumenti e materiali indispensabili per l’attività quotidiana siano, al tempo stesso, noncuranze verso gli altri, frutto non solo di cattiva educazione ma anche di una certa labilità dei rapporti interpersonali. Le soluzioni proposte hanno agito quindi su riduzione degli sprechi, miglioramento dell’uso delle attrezzature, incentivazione al riuso e, simultaneamente, su educazione, socializzazione e condivisione, nella convinzione che rendere le persone partecipi e responsabili delle proprie
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The design of communication artifacts can choose as its goal to try and influence people’s actions in order to enhance the well-being of the community. Many public buildings have spaces that deteriorate rapidly: they might be circulation spaces or temporary waiting areas, often devoid of a specific function and generally used to hang up bulletin boards, or as information areas or more or less spontaneous resting areas.Sometimes they are occupied by vending machines or equipment such as copy machines or printers, or even trash cans; if they have some sort of ‘opening’ to the outside, they turn into smoking rooms. Because of these characteristics, these spaces are generally crowded with warning signs and bans, designed or spontaneous, with messages that are often hard to understand, in sizes, formats, colours and motifs that clash to the point of invisibility. The projects developed in the workshops led by Marco Fornasier and Ginette Caron both propose to improve the overall quality of these spaces: in one case seeking to encourage behavior that will increase respect towards people and public property; in the other by offering an exhibition service that supplements the traditional educational activities in the curriculum. Another premise shared by these two themes is the choice of the university population as the beneficiary of the projects conceived by the students themselves. To understand the issues inherent in Communicating “good practices” for behavior in university venues, the analysis began with an exploration of the existing relationships between people, objects and space; it revealed how neglect of the spaces, instruments and materials that are vital to daily activities is also neglect of others, caused not only by bad manners but also by a certain volatility in interpersonal relationships. The solutions presented by the students examined how to reduce waste, to optimize the use of the equipment, to encourage reuse; they also focused on manners, socialization and sharing, in the conviction that involving people and making them responsible for their own actions can improve everyone’s comfort and build bonds
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azioni possa migliorare il comfort collettivo e costruire legami per incentivare ulteriori situazioni positive. Gli studenti, privilegiando un approccio ludico, ironico e non convenzionale, hanno elaborato messaggi immediati connotati da appropriate variazioni di tono, da informativo a persuasivo, da didattico a prescrittivo. I contenuti sono espressi attraverso strumenti comunicativi differenti: sticker, timbri, specchi, manifesti, fino ai supporti digitali, identificando codici cromatici e visivi, progettando tipografia, fotografie e pittogrammi destinati anche a favorire situazioni di scambio per pensieri e conoscenze. Il workshop Allestire piccole mostre sul design nella sede universitaria si è occupato invece di definire un sistema identitario per esposizioni, pensate a scopo essenzialmente didattico per migliorare la comprensione del design e ospitate nella galleria al secondo piano della sede universitaria. Sono state ipotizzate perciò strutture espositive bi e tridimensionali per uno spazio definito e strumenti comunicativi per divulgare le iniziative all’esterno. Trasformandosi in curatori, exhibition e visual designer, gli studenti hanno definito contenuti delle mostre, strategia comunicativa e modalità espositive per raccontarle, sperimentando una precisa metodologia progettuale che, partendo dalla ricerca del mood board, si è sviluppata dalla stesura del concept alla presentazione del lavoro. Elementi, codici e linguaggi visivi sono stati combinati e declinati realizzando sistemi coordinati e dinamici basati sul ritrovamento di segni nell’architettura, sulla trasposizione visiva dei concetti di percorso, di scoperta, di processo, di condivisione, di relazione fra storico e contemporaneo o fra interno ed esterno. Se in taluni casi può essere stato sottovalutato il fine di vita degli artefatti o le difficoltà di aggiornamento e manutenzione, tutti gli elaborati riconoscono al designer l’opportunità di svolgere una funzione sociale di indirizzo nei confronti del pubblico mostrando anche come possa occuparsi di gestire i processi della comunicazione in modo democratico, proprio per la capacità del progetto di stimolare molteplici punti di vista e interpretazioni.
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to foster positive approaches in the future. The students, who preferred a playful, ironic and non-conventional approach, developed messages that had immediate impact, with variations in tone that ranged from information to persuasion, from education to prohibition. A variety of communication tools was used to express the message: stickers, stamps, mirrors, posters, and digital supports; they developed colour and visual codes, designed the typography, the photography and pictograms that would encourage the exchange of ideas and knowledge. The workshop Organizing small design exhibitions in the university venue worked at developing an identity system for exhibitions, conceived essentially for didactic purposes to improve the understanding of design, and held in the gallery on the second floor of the university building. Site-specific two and three-dimensional exhibition structures were developed along with communication tools to publicize the events for the general public. Donning the role of curators, exhibition and visual designers, the students defined the contents of the exhibitions, the communication strategy and the methods for illustrating them in an exhibition, experimenting with a specific design methodology that began with a mood board and moved on to develop the concept and presentation of the project. Visual elements, codes and languages were combined and developed to create dynamic coordinated systems based on the observation of signs in the architecture, on the visual transposition of the concepts of itinerary, discovery, process, sharing, of the relationship between historical and contemporary or between inside and outside. Though in some cases the projects underestimated the artifacts’ end-of-life, maintenance problems or the difficulties involved in updating the contents of the exhibition, they all recognized that the designer can choose to play a social role by orienting public opinion, demonstrating that he can handle communication processes democratically because of the capacity of design to stimulate a multiplicity of points of view and interpretations.
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Marco Fornasier
con with Lucia Del Zotto
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Comunicare “buone pratiche” di comportamento nella sede universitaria / Communicating “good practices” for behaviour in university venues
L’installazione di un pensiero che sia in grado di rendere fluida e corretta la partecipazione degli studenti (e non solo) alla vita universitaria è certamente lo strumento più idoneo alla creazione di un ambiente di studio vitale e propositivo. Lo sviluppo dei progetti è partito in primo luogo da un’attenta osservazione delle azioni pratiche attuate negligentemente nei confronti dell’ambiente comune e degli strumenti/materiali a disposizione degli studenti; un’ulteriore analisi è stata compiuta sui rapporti tra le persone, in particolare giovani tra i 19 e i 23 anni. La ricerca di maggiore dialogo tra gli individui coinvolti, il miglioramento nell’utilizzo degli strumenti di lavoro quotidiano e la sensibilizzazione verso temi universali possono contribuire in modo significativo alla creazione di relazioni capaci di imporsi quale nuovo propellente per le attività culturali universitarie. Il principale vettore di questo rinnovamento è senza dubbio la capacità del design di attribuire ai fruitori un ruolo definito e responsabilizzante, rendendoli attivi sia dal punto di vista emotivo che interattivo. Risulta di basilare importanza stimolare l’intelligenza dei
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singoli, cercando un confronto, un dibattito, una reazione positiva; ciò può contribuire efficacemente alla creazione di uno “spazio” in cui si percepisca che le regole del vivere sociale sono state scritte da e con gli utenti. Introducing a way of thinking that can make student (and not just student) participation in the life of the university more fluid and appropriate is certainly the best approach for the creation of a vital and proactive environment for learning. The development of the project began with a scrupulous observation of the carelessness with which the students treat the common spaces and the instruments/materials placed at their disposition; a further analysis was carried out on the relationships between individuals, and in particular young people between the ages of 19 and 23. The search for more open interaction between the people involved, better use of everyday working tools, and a greater awareness of universal issues can contribute significantly to the creation of relationships that can become a new driving force for cultural activities at the university. The primary vector of this renewal is undoubtedly design’s capacity to define the role and responsibility of users,
encouraging a more active role from both an emotional and interactive point of view. It is of fundamental importance to stimulate each and every person’s intelligence, to trigger an exchange of opinions, a discussion, a positive reaction; this can effectively contribute to the creation of a “space” in which it is obvious that the rules of social life were written by and with the users.
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Markmind
Martina Amadio
Federica Capotosti
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Francesca Santi
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Con Markmind si evidenzia la necessità di una maggiore interazione e condivisione di contenuti tra studenti. Una grafica applicata al tavolo dell’emeroteca permetterà di lasciare commenti o porre quesiti sugli articoli. Quattro aree di diverso colore ospiteranno scritte, appunti, disegni, rendendo questo sistema una sorta di blog cartaceo che, archiviato, sarà consultabile insieme alle riviste.
Markmind highlights the need for greater interaction and sharing of ideas between students. Graphic design applied to the table in the publications reading room will make it possible to leave comments or ask questions about the articles. Four differentcoloured areas will hold comments, notes, drawings, making this system a sort of paper blog which can be archived and available for consultation along with the magazines.
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Don’t be foolish
Serena Bartorelli Giulia Marenga Ilaria Ruggeri
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La soluzione elaborata propone l’inserimento di una serie di strumenti atti a rendere consapevoli gli studenti dei comportamenti scorretti che ricorrono frequentemente nei luoghi di pausa, come l’area caffè e la zona fumatori: si propongono specchi che producono giochi di riflessi, silhouette di oggetti capaci di veicolare differenti messaggi in base alla dislocazione, sticker che suggeriscono il comportamento da adottare. Il tono della sintassi è volutamente ironico e quasi canzonatorio.
The solution developed here proposes to introduce a series of tools the purpose of which is to make students aware of the inappropriate behavior that frequently takes place in rest areas, around the coffee machines or in the smoking area: it proposes to install mirrors that produce an interplay of reflections, silhouettes of objects that convey different messages depending on where they are placed, stickers that encourage appropriate behaviour. The tone of the syntax is deliberately ironic and almost mocking.
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Va tutto bene
Johnny Bergamini Rocco Leggieri
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Silvia Peduto
Va tutto bene è un progetto di comunicazione basato sull’idea che l’uomo, attraverso le proprie azioni, sia in grado di influenzare e modificare l’ambiente che lo circonda. L’obiettivo è di porre l’attenzione dell’osservatore su tematiche quali lo smaltimento dei rifiuti e il rispetto di regole e divieti. L’educazione, la condivisione e la socializzazione inducono azioni in grado di influire sul benessere della vita comunitaria, universitaria e non. Va tutto bene is a communication project based on the idea that through his actions, man can influence and modify the environment that surrounds him. The objective is to focus the attention of the observer on themes such as waste disposal and the respect of rules and prohibitions. Manners, sharing and socialization lead to actions that can influence the well-being of life in the community, at the university and outside.
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Show your icon
Matteo Boscarato Thomas Righi
Francesca Speziale
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Show your icon evidenzia e sensibilizza la necessitĂ di mantenere atteggiamenti rispettosi nei confronti delle persone e degli spazi della sede universitaria. Il progetto prende avvio con un brainstorming di condivisione che studia le relazioni che si instaurano quotidianamente tra persona-persona, persona-oggetto e persona-spazio.
Show your icon highlights and draws attention to the importance of maintaining a respectful approach to people and spaces at the university. The project began with a brainstorming session that explored the relationships established everyday between person-and-person, person-andobject and person-and-space.
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Eco guerrilla
Emanuele Bruscoli Giulia Faini
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Carlotta Rinaldini
Obiettivo del progetto è l’adozione di un comportamento sostenibile, positivo e rispettoso verso gli spazi, gli oggetti e le persone; la comunicazione non convenzionale, invadente e immediata si basa sull’uso di sticker che applicati in diverse zone dell’università propongono slogan ecologici, dati specifici sul consumo delle risorse, suggerimenti finalizzati ad un corretto uso degli strumenti. I timbri “è sporco”, “riusami”, “risparmia energia” e “spegnimi” impressi dove è stato compiuto un errore rendono il problema ben visibile a tutti. The goal of this project is to foster a sustainable, positive and respectful attitude towards spaces, objects and people; the non-conventional communication, loud and direct, is based on the use of stickers applied in various zones of the university, featuring ecological slogans, specific data on resource consumption, suggestions finalized towards a correct use of equipment. The phrases “it’s dirty”, “reuse me”, “save energy” and “turn me off” printed in proximity to where mistakes are made make the problem visible to everyone.
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Cartaccia, dall’utile al ludico
Carlotta Cisterni
Giuseppe Digeronimo Luigi Maggiore
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Cartaccia, dall’utile al ludico intende sensibilizzare lo studente sul consumo eccessivo di carta ed è finalizzato alla diminuzione degli sprechi all’interno dell’università. I quattro contenitori, dotati di segnalatori che indicano il numero di fogli consumati, mirano a trasformare l’esperienza di utilizzo della carta in un’azione ludica suggerendone nuovi usi e riusi. L’impiego del colore, individuando le scatole, determina i nuovi percorsi della carta. Il progetto continua poi sul sito internet dove l’elenco delle possibilità si estende.
This project, the title of which means Scrap paper, from useful to playful, seeks to make the student aware of using too much paper: its purpose is to cut waste within the university. The four containers, each with a device that indicates the number of sheets of paper that have been used, seek to transform the experience of using paper into a sort of game, suggesting new ways to use and reuse it. The colour coding that identifies the boxes determines what happens to the paper. The project continues on the website, where the list of possibilities is expanded.
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Creative Room
Sara Guazzarini Ikita Montironi Tommaso Priore
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Il progetto nasce dalla necessità di alimentare il buonsenso nella sede universitaria, specialmente negli ambienti destinati all’approvvigionamento, al dialogo e al relax. Per la sensibilizzazione verso buone pratiche di comportamento sono stati utilizzati alcuni tra i più comuni oggetti del mondo del design, elementi semplici e funzionali, per aiutare a dare identità all’ambiente enfatizzando la creatività, uno degli aspetti caratterizzati un’università di design.
The project is based on the need to encourage common sense on the premises of the university, especially in the areas designated for taking breaks, talking and relaxing. To draw attention to good behaviour practices, the project adopted some of the most common objects in the field of design, simple functional elements that can help give the space an identity, emphasizing creativity, one of the fundamental characteristics of a design university.
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Allestire mostre sul design nella sede universitaria / Planning design exhibitions in university venues Ginette Caron
con with Laura Tentoni
Uno spazio, ovvero un corridoio stretto, ritmato da aperture, porte, finestre e da un camino, al terzo piano di un labirinto, in un antico monastero, su una roccaforte. Siamo praticamente in cielo. Nella nostra aula si scorgono le nuvole fluire sulla vallata antistante. Il tema è progettare un’identità per questo luogo, riflettere su un concept impattante su cui basare tutto il progetto di comunicazione e d’allestimento. Dieci gruppi di lavoro si sono concentrati sull’argomento per cinque giorni: sviluppare un mood board, trovare le parole
chiave, scrivere il concept, scegliere il nome, progettare
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il logo, individuare i caratteri tipografici, i colori e lo stile iconografico. Una volta definito l’alfabeto, si è potuto iniziare a giocare con tutti questi elementi: girare e rigirare, ingrandire e rimpicciolire, avvicinare, tagliare, riproporzionare, comporre sul video, sul foglio e nello spazio; il tutto incoraggiando l’idea di sviluppare un sistema generativo mediante l’utilizzo di elementi identitari che possano essere composti in modi sempre differenti, all’infinito, proponendo situazioni dinamiche ma coerenti. Da tutto questo sperimentare sono scaturiti dieci sistemi identitari comprensivi di manifesti, locandine, programma per le mostre, cartoline-invito, vetrine e grafica spaziale, nonché una presentazione a video di ogni progetto, poiché è indispensabile non solo progettare, ma anche saper presentare con chiarezza e convinzione. A space, a narrow corridor, with a rhythmic sequence of openings, doors, windows and a fireplace, on the third floor of a labyrinth, in an ancient monastery, on a fortress. We are practically up in the sky. From our classroom you can see the clouds floating over the valley below.
The theme is to design an identity for this place, to reflect on a concept that has enough impact that the entire communication and exhibition design project can be based on it. Ten teams concentrated on the problem for five days: developing a mood board, finding the key words, writing up the concept, choosing the name, designing the logo, selecting the fonts, the colours and the iconographic style. Once they defined the alphabet, they could start to play with all these elements: turning them upside down and around, making them larger or smaller, bringing them closer, cutting, resizing, composing on video, on a sheet of paper, or in space; all the while encouraging the idea of developing a generating system that relied on elements of identification that could be composed in different ways, ad infinitum, proposing dynamic yet coherent solutions. This experimentation led to the development of ten identity systems that included posters, notices, programmes for the exhibitions, postcardinvitations, display cases and spatial graphics, as well as a video presentation of each project, because it is vital not only to design, but to be able to make a clear and convincing presentation.
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Enrico Bozzato Giacomo Drudi
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CO20
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CO20 (Contrada Omerelli 20/ Positive Design Gallery) è il progetto di uno spazio espositivo indipendente e autogestibile posto all’interno di un contesto ben consolidato come quello universitario. Il nome proposto, evidenziando solo l’indirizzo della struttura, indica l’idea di uno spazio dove poter mostrare cosa significa fare buon design anche indipendentemente dal contesto universitario.
CO20 (Contrada Omerelli 20/ Positive Design Gallery) is the project for an independent self-manageable exhibition space within a well-consolidated context such as the university. The name simply highlights the address of the building, suggesting the idea of a space where it is possible to demonstrate what good design means, even independently of the university context.
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ConDesign
Francesca Biagiotti Agnese Dori
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ConDesign è uno spazio riservato all’esposizione dei lavori universitari. La sua identità trae spunto dalla forma dell’arco, geometria caratterizzante lo spazio architettonico individuato per le mostre che richiama all’immagine della galleria. L’arco, derivante dal cerchio, elemento ricorrente anche nell’identità visiva del corso di laurea, diviene elemento costitutivo dell’intero progetto grafico che usando figure geometriche primarie, con la sua semplicità, è in grado di dialogare con lo stile antico e classico che caratterizza il monastero Santa Chiara.
ConDesign is a space reserved for the exhibition of university projects. Its identity was borrowed from the shape of an arch, a geometrical figure that characterizes the architectural space chosen for the exhibitions, and refers to the image of the gallery. The arch, deriving from the circle, a recurring element in the visual identity of the University department, becomes the constituent element of the entire graphic design project, which uses primary geometrical figures, relying on their simplicity, to create a dialogue with the ancient classical style that characterizes the monastery of Santa Chiara.
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Date
Lorenzo Bargellini Giacomo Delucca
Il percorso per la definizione del concept di Date ha origine nell’analisi del luogo, il monastero di Santa Chiara, e nel tema delle mostre, il design. Partendo dalla locuzione latina “ora et labora” si è cercato un parallelo contemporaneo trasformando l’imperativo in “consilio et detectio”. L’unione dei due termini dà origine a “connectio”, connessione, filo conduttore del progetto che colma la distanza tra moderno e antico, tra mondo esterno e università. The process to define the concept of Date is based on an analysis of the building, the monastery of Santa Chiara, and on the theme of the exhibitions, design. Starting with the Latin phrase “ora et labora”, a contemporary parallel was derived to transform this imperative into “consilio et detectio”. The union of these two terms led to the word “connectio”, connection, the guideline for a project that bridges the gap between modern and ancient, between the outside world and the university.
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Galleria dinamica
Caterina Bettucci Viviana Scutari
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Il corridoio stretto e lungo individuato per le mostre è una sorta di tunnel che dà l’idea di un infinito spazio temporale che ricorda l’incessante evoluzione dell’arte, del design, della progettazione, e ne suggerisce il nome. Il concetto di dinamicità ricorre in tutta la grafica: i manifesti sono removibili, i biglietti di invito da ruotare, le immagini da scoprire. Il marchio, in continuo mutamento a seconda dell’argomento trattato è reso evidente da una curiosa anamorfosi su uno specchio.
The long narrow hallway chosen to host the exhibitions is a sort of tunnel that gives the idea of an infinite temporal space reminiscent of the continuous evolution of art and design, and hence suggested the name. The concept of dynamics is recurrent in the graphic design: the posters are removable, the invitations can be rotated, the images are a revelation. The logo, which changes constantly depending on the issue at hand is highlighted by a curious anamorphosis on a mirror.
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Good
Jessica Busca
Barbara Ermeti
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Good nasce dall’unione di due concetti: il ruolo degli studenti nella realizzazione e progettazione degli elaborati in mostra e il legame con il luogo in cui le loro idee prendono vita. Gli studenti sono rappresentati sineddoticamente dalle mani sporche in relazione all’attività di progettazione e sperimentazione svolta. L’uso del colore azzurro rappresenta invece il cielo e l’elevata altitudine in cui la sede universitaria è dislocata.
Good starts with the union of two concepts: the role of the students in the design and development of the drawings on display and the relationship with the place in which these ideas are brought to life. The students are represented synecdochically by dirty hands, which illustrate the design and experimentation process that took place. The use of the colour blue represents the sky and the altitude at which the university building is located.
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Filippo Borselli Alessandro Mari
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MOD
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Il progetto dello spazio espositivo MOD vuole favorire la socializzazione tra gli studenti. Il logo-monogramma rappresenta l’acronimo di Monastery of design. Le tre lettere, accostate, costruiscono il pattern grafico, interattivo e modulare, che declinato definisce il progetto di identità visiva dello spazio espositivo.
The design of the MOD exhibition space seeks to encourage socialization among the students. The logo-monogram represents the acronym for Monastery of Design. The three letters put together build an interactive and modular graphic pattern, which is developed to define the design of the visual identity for the exhibition space.
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MUD
Francesca Canosa
Pieralberto Faggian Augusto Girolimetti
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L’identità grafica del museo MUD, Mostra universitaria di design, si focalizza sull’idea di percorso che il visitatore deve compiere per raggiungere gli spazi espositivi. Al tema del percorso si unisce quello dell’ignoto, dello “scrutare attraverso”, che stimola il visitatore a muoversi tra gli spazi espositivi per poter ammirare gli elaborati che di volta in volta cambiano. Il logo è essenziale, di colore nero, e le lettere insieme costituiscono una maschera di ritaglio che lascia intravedere volti di designer, progetti e curiosità.
The graphic identity of the MUD museum, the “Mostra Universitaria di Design”, focuses on the idea of the itinerary that the visitor must complete to get to the exhibition spaces. The theme of itinerary is combined with the theme of the unknown, of “looking through”, stimulating the visitor to walk through the exhibition spaces to admire the work that periodically changes. The logo is essential, black, and together the letters constitute a mask through which one may catch a glimpse of designers’ faces, projects and curiosities.
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Giulia Bruschi
Romina Pettinato
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Percorsi
Il progetto individua come tema dell’esposizione l’esperienza formativa all’interno dell’università e come atto che simula un percorso il procedere nell’Antico Monastero di Santa Chiara. Tali presupposti sono interpretati ideando un nastro continuo che, riprendendo l’idea di cammino, tragitto o viaggio, guida il visitatore verso lo spazio dedicato all’esposizione diventando così un filo conduttore che, attraverso una sorta di labirinto, conduce a un ambiente raccolto e familiare. As the theme of the exhibition, the project selects the educational process within the university, and as the action that simulates an itinerary, a walk through the Ancient Monastery of Santa Chiara. These premises are interpreted in the concept of a continuous ribbon that borrows the idea of a promenade, path or journey, to guide the visitor towards the space dedicated to the exhibition which thereby becomes the thread that leads through a sort of labyrinth into a warm and familiar space.
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ULE
Margherita Barnabè Michele Volpinari
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Una volta individuate parole chiave come curiosità, opportunità e nascita, lavorando sulla tipografia viene identificato il nome nell’acronimo ULE, University lab exhibition, riconducibile graficamente al disegno di una chiave, simbolo delle opportunità che si possono trovare aldilà di una porta. Per l’allestimento interno, si pensa di creare degli elementi modulari simili alle lettere che costituiscono l’acronimo.
Once the key words were identified as curiosity, opportunity and birth, working on the typography led to the name represented in the acronym ULE, University Lab Exhibition, which graphically referred to the design of a key, the symbol of opportunities that may be found on the other side of a door. For the exhibition design inside, the idea was to create modular elements similar to the letters that constitute the acronym.
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UP Design
Francesca Grassi
Georgeta Luiza Oprea
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L’idea progettuale parte dall’analisi della sede dell’università e si estende alla città di San Marino. La posizione geografica elevata rimanda all’idea della scala, della salita, metafora del naturale percorso evolutivo verso la definizione di una figura professionale. Lo stesso spazio espositivo è in continuo divenire, gli elaborati in mostra si susseguono, le idee si evolvono trasformandosi in progetti.
The design idea began with the analysis of the university building and was extended to the city of San Marino. The geographical position at such an altitude suggested the idea of stairs, of moving upwards, a metaphor for the natural evolution towards the definition of a professional figure. The exhibition space itself is a work in progress, the exhibits on display give way to others, the ideas evolve into projects.
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Abitare il verde. Dialoghi tra uomo e natura Living in green spaces. Dialogues between man and nature
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Riccardo Varini Il fiorire rigoglioso di giardini pubblici funzionali, dedicati e curati all’interno della città contemporanea induce nel cittadino una nuova e ampliata coscienza ambientale e, per imitazione, lo induce a migliorare e a ricercare un maggior ordine anche negli spazi privati. Il Castello sul Monte Titano è attraente. Lo è l’immagine urbana consolidata di antica città fortificata, ancora vitale e, a una scala più vasta, di città turrita che dallo sperone roccioso domina il mare a oriente e protegge le sue architetture a ponente. Gli spazi aperti celebrativi e di rappresentanza della città sono pensati, ordinati e compiuti. Tutti elementi qualificanti che ne determinano una chiara identità. Il cittadino, d’altronde, chiede di abitare anche i luoghi comuni, i vuoti urbani minuti e indefiniti, i ritagli non conclusi sotto casa, le aree marginali dentro e fuori le mura, gli spazi interstiziali tra campagna e residenze urbane. Le istituzioni sono chiamate ad avviare nuove strategie di trasformazione. È con questo obiettivo, nell’ambito di un generale ripensamento delle aree verdi del centro storico di San Marino, che il Governo del Castello promuove riflessioni ideative all’Università. Per gli studenti di disegno industriale un’opportunità di confronto con linguaggi e discipline altre e a scale non consuete, in contesti senza limiti fisici ben definiti. Con l’evidente fine didattico di ampliare la capacità di comprendere le strategie pianificatorie territoriali e di condividere un più ricco bagaglio terminologico a partire dagli elementari strumenti progettuali della composizione. Un giardino pubblico a Ca’ Caccio e un parco di quartiere a Murata costituiscono il terreno di sperimentazione. Luoghi non rappresentativi, nemmeno celebrativi. Percorsi da ritracciare. Occasioni per ricucire il rapporto dell’uomo con la natura, a partire dagli spazi di sosta, discreti, di gioco, di contemplazione. Due minute isole verdi ai margini della città, in grado di segnare un ideale cammino di riqualificazione delle aree di confine tra
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The luxuriant flourishing of functional public gardens, dedicated and cultivated within the contemporary city, spark an expanded environmental awareness in the citizen, and by imitation, lead him to make improvements and to seek greater order in his private spaces as well. The Castello on Monte Titano is attractive. As is the consolidated urban image of an ancient fortified city that is still vital, and at a larger scale, of a walled city that dominates the sea to the east from its rocky heights and protects the architecture to its west. The formal ceremonial open spaces of the city are well-conceived, orderly and self-contained. They are qualifying elements that determine a clear identity. The citizen, on the other hand, also wishes to inhabit the common spaces, the minute and illdefined urban voids, the unfinished fragments near home, the marginal areas inside and outside the city wall, the interstitial spaces between the country and the urban houses. The institutions are asked to begin new transformation strategies. It is with this goal, within the context of a comprehensive new conception of green spaces within the historic city centre of San Marino, that the Government of the Castello asked the University to reflect on new concepts. For the industrial design students, this was an opportunity to explore other languages and disciplines at a scale that they are not used to working at, in contexts with poorly defined physical edges. The obvious educational goal is to expand their capacity to understand regional planning strategies and to acquire a richer terminology starting with the elementary design tools of composition. A public garden at Cà Caccio and a neighbourhood park at Murata were chosen as the sites for experimentation. Non-representative, not even ceremonial places. Paths that need to be traced. Opportunities to heal the relationship between man and nature, starting with discreet spaces, to stop in, to play in, to meditate in. Two small green islands on the edges of the city that could mark an ideal path towards the
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il Parco naturale di Montecchio e il centro storico. Il giardino pubblico frammentato, con alberi da frutto, secolari essenze autoctone, dotato di un piccolo campo sportivo, risulta poco vissuto come parco giochi e potenziale sorpresa polifunzionale per tutto il quartiere, dagli alunni delle scuole limitrofe agli anziani abitanti del borgo. Il parco di Murata in leggera pendenza è reciso da una strada carrabile. Vuoto urbano, ritaglio e dimenticanza nel processo di urbanizzazione. Al contempo luogo incluso nell’abitato e quindi virtualmente votato ad aggregazione sociale. A Ca’ Caccio la necessità di colmare le differenze di quota e quindi l’accessibilità ai piani diversi del terreno sembrano suggerire ai progettisti, guidati da Stefano Rocchetto, di ricercare l’essenza del luogo nell’interpretazione concettuale di una sorta di “stanza” con vista, donando all’area un carattere estroverso. L’individuazione di un tema progettuale che leghi il sito al contesto vasto, anche nel segno della tradizione, richiama l’utilizzo di strumenti del design e dell’architettura senza volume – per dirla alla Aldo Aymonino –: la perimetrazione e definizione compositiva dell’area e delle sue gerarchie con un recinto che a tratti si apra verso il lontano paesaggio; la disposizione di micro ambienti attrezzati, anche introversi; il ridisegno di piani terrazzati che diano funzione alla stratificazione del suolo. In particolare, il progetto Slowly rolling garden propone il dinamismo, anche temporale, come componenteguida dell’intervento: l’uomo percorre il parco, l’acqua scorre in vasche successive, provoca sequenze di suoni, lo sguardo traguarda diversi orizzonti; El nuevo mirador invece esalta una soluzione chiara con due elementi riconoscibili: una rampa rettilinea e un ripiano a sbalzo verso l’orizzonte appenninico, tra le cime degli alberi. A Murata, Mauro Da Pieve coordina progetti apparentemente più introversi che, sotto l’imponente massa arborea, consentano all’uomo di dialogare con gli elementi ambientali del sito, esperendoli, includendoli nei racconti di vita. Acquamurata manifesta con chiarezza le potenzialità del ciclo dell’acqua come motore di una nuova vitalità dell’area a orto e stagno. Sound è il progetto più innovativo: senza timore reverenziale suggerisce la traslazione marginale della strada e consente la realizzazione di un parco tematico sonoro dagli articolati risvolti, nel quale anche il rumore stradale si trasforma in energia positiva. Infine, Seated fireflies trasforma il parco pubblico in un salotto domestico nel quale sedersi all’insegna del relax e Tower Park si rivolge ai giovani acrobati.
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regeneration of the border areas between the Natural Park of Montecchio and the historic city centre. A fragmented public garden, with fruit trees and centuries-old autochthonous species, which features a small playing field that is not widely used as a playground, nor perceived as a potential multi-purpose surprise for the entire neighbourhood, from the students of the schools nearby to the elderly inhabitants of the town. The park of the Murata slopes slightly downwards, and is cut in two by a road. An urban void, a forgotten leftover in the urbanization process. Yet it is also part of the town and therefore it is virtually dedicated to social gathering. At Cà Caccio the need to bridge the differences in grading and to ensure accessibility to the different ground levels of the area seemed to suggest to the designers, led by Stefano Rocchetto, that they should search for the essence of the place in the conceptual interpretation of a sort of “room with a view”, making the area extroverted in nature. The definition of a design theme that linked the site to its larger context, with an eye to tradition, makes it important to rely on the tools of design and architecture without volume – as Aldo Aymonino used to say: defining the perimeter and composition of the area and its hierarchies with a fence that in some places opens up to the distant landscape; creating accessorized, and even introverted micro-spaces; redesigning terraces that provide a function for the stratification of the ground. In particular, the project for the Slowly Rolling Garden uses dynamics, including the dynamics of time, as the guiding component for the project: man walks through the park, water flows in a series of pools, creating sequences of sounds, the eye looks out over various horizons; El Nuevo mirador highlights a clear solution with two recognizable elements: a straight ramp and a platform cantilevered towards the horizons of the Appenine mountains, over the treetops. In the Murata, Mauro Da Pieve coordinates projects that appear more introverted, and under the imposing mass of trees, create the conditions for man to dialogue with the environmental elements of the site, making them emerge, and including them in the life stories. Acquamurata clearly demonstrates the potential of the cycle of water as the means for bringing new vitality to the area as a vegetable garden or a marsh. Sound is the most innovative of the projects: it boldly suggests moving the road to one side, making it possible to create a thematic sound park with a series of features, that transform the noise from the road is into positive energy. Seated fireflies turns the public park into a parlour to sit in and relax, and Tower Park is designed for young acrobats.
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Abitare il verde: segni per il futuro. Giardino a Ca’ Caccio / Living in green spaces: looking to the future. Garden at Cà Caccio Stefano Rocchetto
con with Giorgio Dall’Osso in collaborazione con in collaboration with the
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Giunta di Castello di San Marino Città
Lungo via Napoleone Bonaparte sono ubicate, a poca distanza l’una dall’altra, due aree di non grande dimensione. Poste lungo la strada, digradano con gradienti diversi verso la valle e sono ornate da una grande varietà di alberi: maestose querce, rigogliosi tigli, frondosi ippocastani, svettanti cipressi, qualche albero da frutto e alcune essenze incongruenti come l’abete. Dal punto di vista metodologico, si è assunto il paesaggio naturale come una forma di territorio in sé operabile, che il progetto è in grado di modificare per costruire una geografia volontaria che si offra come immagine significante dell’ambiente in cui ci si muove. Si è convenuto che il progetto dovesse essere inteso come una specifica forma di conoscenza, attraverso la quale fosse possibile costruire nei luoghi dell’intervento e attraverso di essi delle relazioni significative, sia al loro interno, sia con il contesto naturale e urbano di cui fanno parte. Si è orientata la ricerca espressiva degli studenti nella direzione della costruzione di un nuovo spazio e non verso la rappresentazione di un oggetto nello spazio o dello spazio stesso, in maniera da evitare che le proposte progettuali convergessero sul tema della figura ma si
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concentrassero sulla possibilità di definire un paesaggio: uno spazio da attraversare per affidarsi alla molteplicità degli stimoli e delle suggestioni percettive attivate. Sono stati suggeriti alcuni temi: superfici, recinti, design, ripari, movimenti di suolo. Attraverso questi “luoghi di riflessione” gli studenti hanno costruito le loro strategie di trasformazione. Along Via Napoleone Bonaparte, not too far from one another, there are two rather small areas. Located along the street, they slope down at different angles towards the valley and are adorned with a large variety of trees: majestic oaks, luxuriant linden trees, leafy chestnut trees, tall cypresses, some fruit trees and a few incongruent essences such as fir trees. From a methodological point of view, the natural landscape was considered a form of territory that could be shaped, that could be changed in the project to build a deliberate geography that appears as a significant image of the surrounding environment. The premise was that the project could be understood as a specific form of knowledge, which would make it possible to build significant relationships in and through the sites, both within them and in the natural
and urban context they belong to. The students’ expressive experimentation was oriented towards the construction of a new space and not towards the representation of an object in that space or the space itself, so that the design proposals did not converge on the theme of the figure, but concentrated on the possibilities of defining a landscape: a space to walk through to experience the multiplicity of stimuli and perceptive suggestions it activates. A number of themes were suggested: surfaces, fences, design, shelters, ground movement. These “thinking spaces” helped the students build their strategies of transformation.
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WS3
El nuevo mirador
Natascia Agnoletto Anita De Padova
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Ioana Popescu
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Il progetto si basa su tre concetti: vista panoramica, percezione di camminare sulla cima degli alberi, rifugio dalle intemperie. Il primo punto riguarda l’individuazione del miglior punto di osservazione del panorama; il secondo si ispira all’inusuale percorso tra gli alberi del protagonista del libro “Il barone rampante” di Italo Calvino e il terzo conduce alla definizione di un luogo riparato, un rifugio ricavato nello spazio sottostante la passerella.
The project is based on three concepts: a panoramic view, the perception of walking on the tips of the trees, shelter from adverse weather conditions. The first issue was to identity the best point from which to observe the view; the second was inspired by the unusual itinerary through the trees of the main character in the book “The Baron in the Trees” by Italo Calvino and the third led to the definition of a protected place, a shelter carved out of the space under the walkway.
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Intro-Verso
Davide Balestieri
Francesca Fernandez Elisa Ghigi
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Intro-Verso è un intervento che nasce dalla volontà di riqualificare e rendere piacevolmente fruibile il giardino di Cà Caccio. L’area viene suddivisa in cinque recinti che pur essendo pensati per target diversi sono progettati in connessione tra loro. Sul percorso, articolato, da scoprire passo dopo passo, i muri in specifiche zone rendono possibile la comunicazione verbale e visiva.
Intro-Verso is a project based on the desire to regenerate the garden of Cà Caccio and make it a pleasant place to be in. The area was divided into five fenced-in sections that were intended for different types of users but designed as interconnected areas. Along the well-articulated itinerary, to be discovered one step at a time, in certain areas the walls make verbal and visual communication possible.
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WS3
Linea d’ombra
Federico Magli
Giovanni Murolo
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Alessandro Pazzini
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Il progetto ha l’obiettivo di rendere il percorso attraverso il giardino un “fine” e non un “mezzo”, facendo di quest’ultimo un luogo unico e intimo dove poter rilassarsi e meditare. Il passaggio che attraversa il parco è protetto da un pergolato in legno che ricorda i colonnati fioriti settecenteschi. Due isole circolari in legno affiorano dallo specchio d’acqua individuando postazioni di sosta dalle quali è possibile ammirare il panorama grazie a specifiche aperture nel muro di cinta.
The goal of the project is to make the walk through the garden an “end” and not a “means” making the latter a unique and intimate place to relax and meditate in. The path through the park is protected by a wooden arbour that is reminiscent of eighteenthcentury flowered colonnades. Two round wooden islands float above the pool of water to become stopping places from which to admire the view through specific openings in the city walls.
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WS3
Slowly Rolling garden
Elisa Amadei
Patrick Suriani
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Elisa Vigorosi
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Prendendo il nome dalla grande rampa di scale che caratterizza l’area del giardino Ca’ Caccio, Slowly Rolling (rotolando lentamente) si prefigge di creare uno spazio pubblico il più possibile accessibile a tutta la popolazione mediante una grande rampa che permette alle persone con difficoltà motorie, come disabili e anziani, di scendere agevolmente. L’inserimento di zone di relax e aree di gioco arricchisce l’esperienza del percorso.
Taking the name from the large staircase that distinguishes the Cà Caccio garden, Slowly Rolling intends to create a public space that is as accessible as possible to the entire population by means of large ramp that makes it possible for people who are physically challenged, such as the disabled and the elderly, to proceed with ease. The addition of relaxation areas and playgrounds enrich the experience along the path.
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Stop&Go
Luca Ballarin Vito Loverre
Marco Tiziani
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Stop&Go non apporta modifiche al terreno ma lo rende più usabile mediante la definizione di quattro terrazzamenti. Riferimento per il progetto è l’immagine di cassetti aperti sospesi. Grazie a questi terrazzamenti le persone potranno interagire tra loro o semplicemente meditare in pace. La terrazza più alta, posta allo stesso livello della strada, è esposta all’accesso delle persone che transitano per la via.
Stop&Go makes no changes to the site but makes it more usable by creating four terraces. The reference for the project is the image of four suspended open drawers. This terracing will encourage people to interact or simply allow them to meditate in peace. The highest terrace, which is on street level, is open to invite people walking along the street to enter.
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WS3 48
Stratificazioni
Andrea Bonaccorso Flaminia Rizzola Claudia Vitali
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L’intervento proposto usa i terrazzamenti per individuare la suddivisione del parco in due zone destinate rispettivamente a bambini e adulti. Se la parte dedicata ai più giovani è attrezzata con un campo da calcetto e con tribune e passerelle in legno, l’altra, suddivisa in cinque terrazze collegate tra loro da scalinate, ospita sedute e giochi presenti anche alla quota del manto stradale.
The project uses terracing to work out the division of the park into two zones intended respectively for children and adults. The part dedicated to the younger visitors is equipped with a five-a-side football field, bleachers and wooden walkways, the other is divided into five terraces connected by stairways, and features benches and games some of which are at street level.
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Wassily mon amour
Angelica Morelli
Benedetta Simoncelli Rebecca Tarozzi
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Traendo ispirazione dalla famosa opera di Kandinskij “Paesaggio con macchia rossa”, il luogo viene definito mediante la disposizione di filari di alberi secondo tracciati circolari. Un ulteriore riferimento al quadro è la presenza di uno specchio d’acqua triangolare pavimentato con ciottoli rossi. Lo spazio proposto è estraniante e permette di godere della quiete e della tranquillità caratteristica del luogo.
Drawing inspiration from Kandinsky’s famous “Landscape with red spots”, the place is defined by planting rows of trees in circles. A further reference to the painting is the presence of a triangular pool of water paved with red pebbles. The space thus created is withdrawn, and conducive to enjoying the peace and tranquility that distinguishes it.
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Abitare il verde: segni per il futuro. Parco pubblico a Murata / Living in green spaces: looking to the future. The public park at Murata Mauro Da Pieve
con with Chiara Murarotto in collaborazione con in collaboration with the Giunta di Castello di San Marino Città
Un’isola verde, uno spazio pubblico, una risorsa per la comunità, ma anche area di margine, verde antropizzato sottoposto a pressioni esterne (la viabilità, l’inquinamento acustico ecc.) e simbolo, con la strada che divide in due l’area, della frammentazione contemporanea dei luoghi. Attraverso un’analisi elementare dei flussi energetici dell’ambito sono stati forniti agli studenti alcuni principi distributivi su cui impostare le risposte alle richieste funzionali. Nell’ottica di valorizzare l’ordinario e riciclare l’esistente, di recuperare l’attitudine naturale del parco a svilupparsi e riprodursi, ogni gruppo ha individuato un tema fra quelli proposti e ha sviluppato un elemento nel dettaglio. I temi indagati sono stati la protezione dal contesto, percorsi e dislivelli, il verde orizzontale e verticale, l’acqua, la luce, l’aria, il gioco e le
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percezioni. L’elemento specifico sviluppato è diventato il segno guida del progetto dell’area. Un processo di semplificazione che, senza egemonizzare le altre funzioni esercitabili, consente di fornire un’identità alla piccola dimensione del luogo. In questo senso ogni gruppo non ha esaurito tutte le questioni organizzative del giardino, in quanto progetto compositivo più complesso, né ha sviluppato compiutamente nel dettaglio l’elemento prescelto, ma ha potuto sperimentare didatticamente le interazioni e le interferenze delle due scale, entrambe caratterizzate da specifici contenuti formali, funzionali e di rapporto con il contesto nonché con le questioni legate ai temi della sostenibilità nella sua accezione più completa. An island of green, a public space, a resource for the community, but also a marginal area, an inhabited green space subject to pressures from the outside (the road system, acoustic pollution, etc.) and a symbol, with the street that divides the area in half, of the contemporary fragmentation of places. An elementary analysis of how energy is channeled through the space indicated several principles of distribution on which the students could base their
responses to the functional requirements. With the purpose of enhancing the ordinary and recycling the existing, of restoring the park’s natural propensity to develop and reproduce, each group chose a theme among those that were proposed, and developed one element in detail. The themes they explored included the preservation of the context, paths and slopes, the horizontal and vertical green, water, light, air, play and perceptions. The specific element each of them developed became the sign that distinguished the project for the area. A simplification process that does not govern the other functions that might take place there, but makes it possible to provide an identity given the small size of the place. In this sense, each group did not fully address all the issues involved in the organization of the garden, which is a more complex planning project, nor did it fully develop the element it chose in detail, but was able to didactically experiment with the interactions and interferences between the two scales, each characterized by specific formal, functional issues that also involve the relationship with the context, and the issues raised by the themes of sustainability in the most ample sense of the word.
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AcquaMurata
Lorenzo Bianchi di Castelbianco
Cristina Marasca
Martina Pettinelli
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Il progetto accompagna il visitatore lungo percorsi caratterizzati da installazioni incentrate sull’acqua e sulle tecniche del suo riutilizzo. Una vasca rettangolare è attraversata da un percorso in blocchi di pietra; ai lati dei raccoglitori a forma di calla alimentano un sistema sotterraneo di raccolta delle acque piovane che ne permettono il riutilizzo per l’irrigazione dell’orto botanico posto più a valle, realizzato con vasche mobili.
The project accompanies the visitor along trails that feature installations that highlight water and techniques to recycle it. A rectangular pool with stepping stones made of blocks of stone; to each side calla lily-shaped collectors feed an underground system for gathering rainwater that will then be reused to irrigate the botanical garden located further down towards the valley, made with moveable basins.
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Aria, luce, acqua
Claudia Cosentino Marianna Galeazzi Mario Purrone
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Aria, luce, acqua sono gli elementi naturali su cui ragionano le istallazioni proposte ai fruitori del nuovo parco. Una torre di forma cilindrica interagisce con l’aria; al suo interno bastoni in bambù mossi dal vento creano infatti suggestioni sonore. Ottagonale, la torre della luce affascina con riflessioni e giochi di luce, mentre una scala posta su un lato della costruzione permette elevandosi di raggiungere nuovi punti di vista sul parco. La torre dell’acqua, uno stagno a forma ovale, è resa accessibile da un percorso delimitato da pietre.
Air, light and water are the natural elements explored by the installations created for the users of the new park. A cylinder-shaped tower interacts with the air; inside, sticks of bamboo are rustled by the wind to create suggestive sounds. The octagonal tower of light creates fascinating reflections and plays of light, while a stair on the side makes it possible to look out over the park from new heights and a new point of view. The water tower, an oval-shaped pond, can be reached by walking up a trail outlined by stones.
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Grid of illumination
Letizia Bartoloni Agron Begteshi
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Andrea Troccoli
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Nato dal ripensamento dell’illuminazione del parco pubblico di Murata, l’intervento si propone il posizionamento in quattro aree chiave del parco di strutture a forma di parallelepipedo sulle quali sono applicate speciali reti colorate. La sera una serie di faretti led opportunamente collocati sulla struttura renderà intimo il percorso luminoso. Durante il giorno tale evocazione sarà richiamata da corrispondenti aree vegetali, che nel corso dell’anno assumeranno colorazioni diverse.
Based on a new conception for the lighting in the public park of Murata, the project inserts parallelepiped structures in four key areas of the parks to which special coloured mesh is applied. In the evening a series of LED spotlights placed on the structure lends intimacy to the path of light. During the day this evocation will be echoed by corresponding areas of plantings, which will turn different colours over the course of the year.
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Seated fireflies
Valentina Cherubini Emanuele Giglio Johanna Invrea
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L’area verde è qui interpretata come salotto. Le quattro tipologie di seduta, sgabello, chaise longue, divano e poltroncina appesa, rivelano un modo di stare all’aperto atipico ed estremamente vicino al domestico. Le prime tre postazioni, in materiale plastico riciclato, sono dotate di sensori interni che, recependo la pressione dell’individuo, le trasformano in elementi luminosi. Il progetto, caratterizzato da una particolare attenzione alla sostenibilità, risponde positivamente alle necessità del quartiere.
In this project, the green area is interpreted as a parlour. The four seating typologies, stool, chaise longue, sofa and hanging armchair, reveal an atypical way of living outdoors that is remarkably similar to domestic living. The first three stations, made of recycled plastic, have inner sensors that perceive the weight of the individual transforming them into lighting elements. The project, which is especially careful about sustainability, is a positive response to the needs of the neighbourhood.
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WS4
Sound
Laura Molano Rios Marco Pascali
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Mauro Sorrentino
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Il progetto trae origine dalle condizioni del parco di Murata che circondato da due strade lascia al rumore dei veicoli il ruolo di protagonista indiscusso del luogo. Sound, creazione e trasformazione del suono, è un percorso didattico-ricreativo dedicato all’udito. Tre zone diverse sono destinate a progetti specifici: l’area “a percussione” con la “parete sonora”, l’area “a corda” con le “casse armoniche”, l’area “a fiato” con il “Ri-Chiamo”. Fa da cornice la grande “Barriera sonora”, che trasforma i rumori della strada in nuovi suoni di sottofondo.
The project is based on the conditions of the park of Murata which is surrounded by two roads, making the sound of automobile traffic the dominating characteristic of the place. Sound, the creation and transformation of sound, is a didactic-recreational path dedicated to hearing. Three different zones are reserved for specific projects: the “percussion” area with the “sound wall”, the “string” area with the “sounding boards”, the “wind” area with the “Ri-chiamo”. Framing it all is the “Sound Barrier”, that transforms the sounds of the street into new background sounds.
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Spazio al senso
Lorenzo Donzelli
Cristina Ramadori Sabrina Romani
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Spazio al senso propone un percorso che attraversa aree in cui appositi materiali stimolano le percezioni delle persone. L’utente, uscito dall’ufficio, da scuola o da qualunque ambiente di lavoro trova nell’esperienza sensoriale non solo uno svago ma anche uno strumento di raccoglimento. L’esperienza è sia tattile, attraverso l’inserimento di alcuni materiali, sia olfattiva, mediante la collocazione di piante aromatiche.
Spazio al senso designs a trail running through areas in which specific materials stimulate human perceptions. The user, leaving the office, school or any other workspace can take this sensorial experience not only as a diversion but also as a means of meditation to find inner peace. The experience can also involve touch, with the addition of various materials, and smell, by planting aromatic herbs.
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Tower park
Gian Marco Codato Marina Pace
Gloria Viganò
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L’intervento prevede la realizzazione di due aree destinate per lo più a un pubblico giovanile che ama gli sport e la street art. Tre torri ennagonali con uno scheletro in tubolare metallico caratterizzano le due aree: la zona parkour, con le torri e un angolo fatto di pareti in cemento per le acrobazie, e la zona writer con torri a pannelli disegnabili. L’ingresso del parco è delimitato da una struttura metallica verticale che alla sua estremità nasconde la già presente cabina dell’energia elettrica. Tale elemento verde viene anche ripetuto nella zona writer.
The project includes the development of two areas created primarily for a young crowd that enjoys sports and street art. The nine-sided towers with a tubular metal frame characterize the two areas: the parkour zone, with the towers and a corner made of concrete walls for acrobatics, and the writer zone with towers made of panels to draw on. The entrance to the park is delineated by a vertical metal structure that conceals the existing electrical power cabin in one end. This green element is repeated in the writer zone.
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Azienda, prodotto, progetto Company, product, project
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Michele Zannoni
Il rapporto privilegiato che si instaura tra un’azienda e un’università in occasione di workshop didattici, oltre a configurarsi come un momento di confronto per gli studenti con la realtà produttiva e le esigenze del mondo del lavoro, in molti casi assume una valenza di ricerca. Questa opportunità, che si ripete annualmente, in occasione dell’edizione del 2011 ha portato a San Marino quattro aziende molto differenti fra loro ma caratterizzate da una visione innovativa nel lungo periodo e da una posizione leader sul mercato. Il Dipartimento, a cui afferisce il nostro Corso di laurea, ha posto fra i suoi obiettivi l’approfondimento dei processi di trasferimento tecnologico, ambito di studio che, nei suoi molteplici aspetti, si rispecchia nelle attività svolte dal Corso di laurea sia a livello didattico che di ricerca. E si ritrova nelle esperienze sviluppate in questi quattro workshop che hanno affrontato essenzialmente due grandi tematiche: il rapporto tra prodotto e spazio architettonico, nelle collaborazioni con Elica e Tonelli, e quello tra prodotto e persona, con Technogym e Spyke. Aspirare al futuro – slogan e direzione progettuale definite con Elica per il workshop condotto dal designer Luigi Mascheroni – è una visione che ricerca un nuovo contesto nel quale gli studenti hanno approfondito e trasformato il loro progetti, uscendo dall’involucro chiuso e delimitato del prodotto e invadendo lo spazio architettonico. Ripensare gli oggetti di design su una scala diversa, cambiando prospettiva nell’uso delle tecnologie, è stata la vera sfida di questa esperienza progettuale. Occuparsi dell’Ecopan, materiale prodotto da Tonelli dalla natura fragile ma al tempo stesso portante, è stato lo spunto per ricercare il limite di una materia molto spesso non “disegnata” ma relegata al solo ruolo di semilavorato. Prospettive, tridimensionalità, modularità hanno caratterizzato l’attività del workshop condotto da Mauro Cazzaro e Francesca Basaldella. Le soluzioni trovate sono dei pretesti per aprire un dialogo sul concetto di sostenibilità dei materiali e sulle modalità trasversali con cui questi si
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The special relationship that is established between a company and a university during an educational workshop, becomes not only an opportunity for students to come into contact with the reality of industry and the requirements of the job market, but in many cases fosters research and experimentation. This opportunity, which has become an annual event, in the year 2011 brought four very different companies to San Marino, each of them distinguished by an innovative long-term vision and a position as market leader in their respective fields. The Department to which our programme belongs, has made one of its goals the study of technological transfer processes, an area of study that, in many ways is reflected in the programme’s activities, in the teaching and experimentation. This becomes clear in the experiences developed in these four workshops which essentially addressed two important themes: the relationship between the product and architectural space, in the collaborations with Elica and Tonelli, and between product and person, with Technogym and Spyke. Aspiring to the future – the slogan and design problem delineated with Elica for the workshop led by designer Luigi Mascheroni – is a vision that explores a new context in which the students developed and transformed their projects, abandoning the closed box encompassing the product and invading architectural space. To rethink the design object on a different scale, changing the point of view on using technology, was the real challenge of this design experience. Working with Ecopan, a material produced by Tonelli, which is fragile by nature yet structural, was the starting point for exploring the limit of a material that is often not “designed” but relegated to the role of a semi-processed material. Perspectives, threedimensionality, modularity were the key words in the workshop led by Mauro Cazzaro and Francesca Basaldella. The solutions were pretexts to initiate a dialogue on the concept of the sustainability of materials and on the wide range of ways in which they can serve as alternatives for a new productive context.
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propongono come alternativa per un rinnovato contesto produttivo. La collaborazione con Technogym è nata dalla volontà dell’azienda di intraprendere un rapporto di ricerca con l’università. Il centro stile, guidato da Mario Fedriga con Ermanno Tasca – che ha affiancato nella conduzione del workshop il designer Francesco Pia –, si è infatti mobilitato perché l’esperienza didattica avesse espressamente una valenza innovativa e una prospettiva nel lungo periodo. Il tema dell’interfaccia tra attrezzatura per esercizio fisico e persona è stato caratterizzato negli ultimi anni da una rapida evoluzione delle tecnologie touch. Ricercare inedite modalità di interazione non è solo un’opzione per una scuola di design ma un percorso obbligato e Technogym, trovando nel contesto didattico un ambiente ricco e pronto a confrontarsi su tali ambiti del progetto, ha potuto sperimentare e sviluppare nuovi percorsi di utilizzo dei suoi strumenti per l’esercizio fisico. Il legame tra Spyke e gli utilizzatori dei suoi prodotti è un rapporto unico ed esclusivo in cui la loro sicurezza è nelle mani dell’azienda. Nel campo del progetto di protezione e salvaguardia della fragilità umana in attività ad alto rischio, il contesto della ricerca è componente imprescindibile e irrinunciabile. L’approccio di Stefano Fariselli, designer esperto nell’ambito delle protezioni sportive, è stato trainante per la riuscita di questo workshop. La volontà di portare fuori dai centri di ricerca aziendali temi e dati progettuali e mettersi al confronto con dei giovani designer è stata una giusta visione che ha portato a validi spunti di partenza per futuri prodotti. L’esperienza didattica complessiva con le aziende si è rivelata positiva: se gli workshop sono un momento in cui l’università si apre al contesto produttivo e si mette in gioco, le risposte che gli studenti e i designer hanno potuto dare in un così breve periodo di lavoro sono state chiaramente un punto di partenza per la costruzione di percorsi di ricerca sul design in un momento storico in cui la trasformazione del prodotto è radicale e l’innovazione è un percorso inevitabile.
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The collaboration with Technogym sprung from the company’s wish to begin a relationship with the university to further research. The style center, headed by Mario Fedriga with Ermanno Tasca – who assisted designer Francesco Pia in leading the workshop -, joined in to give this educational experience value as innovation and a long-term perspective. The theme of the interface between exercise equipment and the user has been distinguished in recent years by the rapid evolution of touchscreen technology. Exploring new methods of interaction is not just an option for a design school but a necessary orientation and Technogym, which has found in the educational context a fertile environment willing to work together on these areas of design, has been able to experiment with and develop new processes for using its exercise equipment. The relationship between Spyke and the users of its products is a unique and exclusive one, because they place their safety in the company’s hands. In the field of protection design, to offer safety in the face of human fragility during high-risk activities, the research context is a decisive and crucial component. The approach of designer Stefano Fariselli, an expert in the field of sports protections, was the driving force behind the success of this workshop. The decision to take design themes and data outside the company research centres and to work with young designers was based on a vision that led to valid ideas on which to base future products. The overall educational experience with the manufacturing companies turned out to be very positive: workshops are an opportunity for the university to open up to the manufacturing context and to put itself to the test: so that the answers that the students and designers were able to give in such a short span of time clearly became a starting point on which to build research processes in the field of design, at a moment in history that is witnessing a radical transformation of products, and in which innovation is an inevitable process.
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Aspirare al futuro / Aspiring to the future
Luigi Mascheroni
con with Federico Ghignoni
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in collaborazione con in collaboration with Elica
Il workshop è iniziato con la visita presso l’azienda Elica dove gli studenti hanno avuto l’opportunità di visionare lo showroom e i reparti produttivi, così come prendere coscienza della sua realtà e dei suoi obiettivi. Qui è stato chiarito il brief, consistente nell’individuazione di scenari futuri del vivere l’ambiente cucina e domestico, senza tralasciare i temi del risparmio energetico e della sostenibilità ambientale. È iniziata così la fase di ricerca atta ad identificare alcuni possibili filoni di progetto: particolare rilevanza è stata attribuita al rapporto dimensionale con l’ambiente domestico nel quale i sistemi ideati andranno inseriti. La chiave di lettura generale è quella dell’innovazione tecnica e funzionale dei sistemi di movimentazione e purificazione dell’aria. Ogni gruppo, sviluppando un determinato tema, ha trovato nei disegni tecnici lo strumento più efficace per definire il funzionamento e i particolari meccanici e formali dei progetti; grazie ad un’organizzazione capillare all’interno di ogni team, gli studenti si sono divisi i compiti per ottimizzare al massimo il tempo e le competenze personali. I risultati sono stati resi tangibili sotto forma di modelli e raccolti
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in tavole che raccontano ogni singolo percorso di eleborazione, mostrando disegni tecnici quotati dei particolari dell’oggetto e la sua collocazione nello spazio mediante rendering. The workshop began with a visit to the manufacturing company Elica where the students were taken on a tour through the showroom and the production facilities, to be introduced to the reality of the company and its goals. There was a presentation of the brief, which consisted in exploring future scenarios for the experience of living in the kitchen and domestic space, while focusing on the themes of energy savings and environmental sustainability. The next phase involved research into possible design directions: particular significance was attributed to the relationship of size within the domestic space in which the systems they would design would be installed. The key to the project is the technical and functional innovation of exhaust and air purification systems. Each group developed a specific theme, relying on working drawings as the most effective tool to work out the mechanics and the formal and functional details of the projects; by instituting a capillary organization within
each team, the students divided up the work to optimize the timeframe and personal skills. The results were concretized in the form of models and gathered into drawings that illustrate the development process of each project, including the dimensioned working drawings of the details of the object and a rendering of how it is positioned in space.
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Draught
Simone Dionisi
Alessandro Giacchetti Roberto Panici Marco Petrini
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Draught si ispira al concetto dello spiffero come strumento per movimentare l’aria. Ragionando sul rapporto tra sezione dell’oggetto e pressione dell’aria e sulla sua proprietà convettiva, l’oggetto è studiato per far circolare l’aria con il minimo dispendio di energia e senza creare disturbo. Posto a soffitto può essere integrato con altre funzioni quali cromoterapia, diffusione della musica e condizionamento della temperatura dell’aria.
Draught is inspired by the concept of airflow as a means of exhausting air. Elaborating on the relationship between the section of an object and the convective properties of air pressure, the object was developed to circulate the air with a minimum expenditure of energy and as little noise as possible. Installed on the ceiling it can incorporate other functions such as chromotherapy, music speaker and air conditioning.
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Leafy
Jacopo Di Bonaventura Pietro Garofalo Lara Gioppato
Mattia Vettorello Emanuele Vincenzi
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Il sistema modulare Leafy scaturisce da alcune considerazioni in merito al movimento dell’aria come l’effetto Venturi utilizzato da James Dyson nei suoi ventilatori senza pale. Pensato per la cucina questo sistema attira l’aria sia dal piano cottura sia dal resto dell’ambiente e la filtra utilizzando un metodo che prende spunto dagli esperimenti svolti ultimamente dalla Nasa in cui le piante sono adoperate non solo per la produzione di ossigeno ma anche per la depurazione: l’aria aspirata passa attraverso le radici delle piante e viene rilasciata all’esterno.
The Leafy modular system was based on a series of considerations on moving air, like the Venturi effect used by James Dyson for his bladeless fans. Conceived for the kitchen, this system exhausts air from both the kitchen range and the rest of the space, and filters it by using a method inspired by NASA’s most recent experiments, which used plants not only to produce oxygen but also to purify the air by filtering it through the roots of the plants before venting it outside.
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Jut
Daniele Campanozzi Anna Cantamessa
Federica Del Col
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Davide Turci
Edoardo Zuccheri
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Il progetto si propone come elemento capace di dialogare con l’architettura verticale delle metropoli del futuro, attraverso un sistema di filtrazione e purificazione che utilizza le piante come strumento e l’aria esterna e interna degli edifici come mezzo. Nato per integrarsi con l’architettura verticalizzata, viene posizionato esternamente come propagazione naturale del terrazzo.
The project is structured as an element that can dialogue with the vertical architecture of the metropolis of the future, with a filtering and purification system that relies on plants as an instrument, and the air inside and outside the buildings as a means. Conceived to be built into vertically-oriented architecture, its place is outdoors as a natural extension of the terrace.
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Pure
Alessia Attolini Laura D’Amico
Carmela Mondelli Giulia Salem
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Sistema di depurazione dell’aria per ambienti interni che sfrutta la naturale capacità dei vegetali di purificare l’aria, Pure si avvale di uno speciale sistema di contenitori, vasi ad apertura laterale, che ottimizza al massimo l’area verde, sviluppata verticalmente e ruotante su se stessa per dare la possibilità a tutte piante di ricevere la luce solare.
An air purification system for indoor spaces that exploits the natural ability of plants to purify the air, Pure relies on a special system of containers: vases open on the side, to optimize the green area which is developed vertically, and turns so that each plant can absorb the sunlight.
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Sub
Andrea Bologna
Lorenzo Bunello Paolo Martini
Raffaele Mosciatti Serena Piazzola
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La soluzione elaborata unisce funzione aspirante e depurante e le integra con un sistema d’illuminazione e un impianto musicale. Ancorata al soffitto, la cappa capta tramite sensori gli odori sfruttando le tecnologie del “naso elettronico”, che effettua un’analisi di tipo qualitativo e quantitativo. Per mezzo di una ventola la cappa aspira l’aria che attraverso un filtro a carboni attivi viene poi rilasciata nell’ambiente.
The solution developed by this team combines the purifying exhaust function with systems for lighting and music. Installed on the ceiling, the kitchen hood features sensors that detect odors by exploiting “electronic nose” technology, which provides a qualitative and quantitative analysis. The hood has a fan that exhausts the air through an active carbon filter before releasing it into the environment.
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Passione e sicurezza Passion and safety
Stefano Fariselli
con with Massimo Gardella in collaborazione con in collaboration with
Spyke
La parola sicurezza viene solitamente intesa nell’accezione di protezione passiva, senza soffermarsi sul fatto che il migliore modo per tutelare la propria integrità fisica è proprio quello del non trovarsi a necessitare di alcuna protezione. È stato scelto di affrontare il tema della sicurezza in un ambito molto ristretto – la tutela della zona spinale e toracica – restringendo il campo in modo tale da porre l’enfasi sulle differenze nell’approccio e
sulle differenti risposte che ne scaturiscono. Gli interventi progettuali operati possono sostanzialmente essere riassunti in tre aree: la ricerca della massima performance per l’impiego estremo, la ricerca del massimo comfort nell’uso prolungato, la messa a fuoco di una differente percezione di sicurezza. Prescindendo dall’area di intervento, è stato chiesto agli studenti di verificare le ipotesi fatte realizzando dei prototipi di studio mediante i quali verificare il dimensionamento e la morfologia delle varie parti. Dovendo mettersi in relazione così stretta con il corpo umano in stato di attività motoria si è potuto immediatamente apprezzare come il testare praticamente le proprie soluzioni abbia portato efficacemente a delineare le configurazioni definitive dei vari progetti. Proteggere è un tema stimolante, coinvolge il progettista nella ricerca della migliore soluzione possibile anche dal punto di vista etico, poiché promettere protezione significa farsi carico della fiducia indirettamente riposta in noi e nel non disattenderla. The word safety is usually understood in terms of passive protection, and does not consider the fact that the best way to protect one’s physical
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integrity is by making sure one does not need any protection. The decision was made to address the theme of safety within a very limited context – the protection of the spinal and chest area – restricting the field in order to place the emphasis on differences in approach and the different responses that they determine. The design intentions may substantially be summarized within three areas: the search for maximum performance for extreme user conditions, the search for maximum comfort for prolonged use, the focus on a different perception of safety. Independently of the area of intervention, the students were asked to test the hypotheses they advanced by making study prototypes that would allow them to verify the dimensions and morphology of the various parts. Having to work so closely with the human body in a state of motor activity they immediately realized how a practical test of the personal solutions were effective in leading to the definitive configurations of the various projects. Protection is a stimulating theme, it involves the designer in the search for the best possible solution even from an ethical point of view, because promising protection means taking responsibility for the trust indirectly placed in us, and not betraying it.
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Allseason
Ramona Clementi
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Il sistema protettivo Allseason ha l’aspetto di una normale canottiera che accoglie nella parte posteriore una protezione in schiuma viscoelastica. La canottiera è in Sixs, materiale altamente performante in fibre di carbonio e propilene elastico, con inserti in biotex nelle zone di maggiore sudorazione. Per ancorare la maglietta al corpo è stato predisposto un sistema di passanti nella parte interna; una cintura permette il fissaggio al pantalone. L’intera protezione è lavabile e grazie alla sua semplicità risulta adoperabile anche in ambiti esterni al mondo delle due ruote.
The Allseason protection system looks like a normal T-shirt with a protection in the back made of visco-elastic foam. The T-shirt is made out of SIXS, a high-performance material blending carbon fiber and elastic propylene, with biotex insets in the areas of most intense sweating. To fasten the shirt to the body, a system of ties was added on the inside; a belt fastens it to the trousers. The entire protection is washable, and because it is so simple it can be used in contexts other than motorcycles.
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Atom
Alan Francisconi Alberto Laghi
Carlo Vecchiola
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Analizzando il comportamento molecolare della materia sottoposta a sollecitazioni, e osservati i movimenti al suo interno, si arriva al concetto di Atom: innovativo back protector costituito da due strati di semisfere poste l’una contro l’altra, di differenti materiali, resina siliconica a media densità e resina poliuretanica; questi elementi compongono un sistema che è in grado di assorbire gli urti generati da impatto. Il risultato finale è una protezione efficiente, ergonomica e altamente traspirante.
By analyzing the molecular behaviour of material subjected to stress, and observing the movements on the inside, we arrived at the concept of Atom: this innovative back protector is constituted by two layers of semi-spheres laid one against the other, made out of different materials, medium-density silicone resin and polyurethane resin; these elements create a system that can absorb the impact of collisions. The final result is an efficient, ergonomic and highly breathable protection.
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WS6 76
Cardigon
Andrea Malpezzi
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Il progetto nasce dalla necessità di realizzare un capo in grado di garantire all’utente motociclista, in ambito urbano, un’elevata libertà di movimento e una buona traspirazione, a fronte di un sistema di protezione da impatti e da abrasioni. Le protezioni esagonali, distanziate tra loro, permettono a chi indossa il capo di muoversi liberamente. Il capo è costituito principalmente da tessuti tecnici (lorica, kevlar stretch) e poliuretano ad alto scorrimento (rigido, espanso).
The project was inspired by the need to create a garment that can offer the motorcycle rider, within the urban context, significant freedom of movement and good breathability, as well as a system that protects him from impact and abrasion. The hexagonal protections, adequately spaced, grant the wearer freedom of movement. The garment is made primarily out of technical fabrics (Lorica high-tech leather, stretch Kevlar) and high-slip polyurethane (rigid, foam).
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Due fasi
Denis Di Luca
Carlo Santarossa
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Ispirato al tema della biomimesi, è un paraschiena costituito da due placche di Pu coiniettate con schiuma poliuretanica a densità differenziata. La particolarità del prodotto consiste nella separazione delle due placche che permettono, durante la fase di guida, una maggiore aderenza alle forme della schiena e un’adeguata traspirazione del vapore acqueo. Il basso numero di stampi e la facilità di lavorazione dei materiali lo rendono un prodotto dai costi di produzione contenuti.
Inspired by the themes of biomimicry, this is a back shield consisting in two slabs of polyurethane coinjected with polyurethane foam at differentiated densities. The distinguishing feature of this product lies in the separation of the two plates that, when the motorcycle is in motion, makes it lie flatter against the back to allow water vapor to transpire adequately. The small number of moulds and easy manufacturing processes of the materials make it an affordable product.
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Gian Andrea Giacobone Luigi Lampredi
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WS6
Isi-urban
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Giubbotto di protezione pratico e non ingombrante in cui vengono integrate, tramite una coiniezione direttamente all’interno del capo, delle protezioni semirigide, si rivolge a quanti esigono comodità e al contempo desiderano sentirsi protetti in quanto comodo, leggero, con una buona traspirazione. Facile da indossare è anche dotato di un impermeabile a scomparsa per ripararsi dalla pioggia.
A practical and slender protective jacket that includes semi-rigid protections built in by coinjecting them directly into the inside of the jacket, it is made for riders who require comfort yet want to feel protected, because it is comfortable, lightweight and breathable. Easy to wear, it has a raincoat concealed on the inside for protection against bad weather.
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Poket tatù
Filippo Gorrieri Mirko Pierini
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La soluzione ipotizzata nasce da un attento studio sulle metodologie di protezione assunte in natura: l’armadillo ad esempio è in grado di ripiegare la sua rigida corazza fino a dimezzare le proprie dimensioni. Da questa osservazione scaturisce l’idea di un paraschiena che tenga conto degli spazi ridotti per riporre le protezioni quando si viaggia in scooter: Poket tatù, una volta ripiegato, può essere infatti riposto dentro al casco. Dispone di una sola cinghia che funge sia da bretella che da cintura.
This solution was the result of a meticulous study on the methods used by Nature for protection: the armadillo for example can fold its rigid armour to shrink to half its size. This observation led to the idea of a back shield that would take into account how little space is available to put the protections away when riding a scooter: Poket tatù, when folded, can be stored inside the helmet. It has just one strap that serves as both a brace and a belt.
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Valerio Baldissera Riccardo Guidi
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Scaly
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Il progetto verifica la possibilità di utilizzare la ceramica balistica, impiegata per la creazione di giubbotti antiproiettile, come materiale resistente all’urto per protezioni motociclistiche. Questo materiale, coiniettato in uno stampo di poliuretano, garantisce sicurezza, affidabilità e buon movimento a chi lo indossa. Trattandosi di un materiale non flessibile, è stata studiata una forma che garantisca giusta postura e libertà di movimento ispirandosi alla disposizione delle squame dei pesci, leggermente sovrapposte tra di loro.
The project tests the possibility of using ballistic ceramics, used to make bulletproof vests, as a material that resists impact as motorcycle protections. This material, coinjected in a polyurethane mold, guarantees safety, reliability, and freedom of movement for the wearer. Since the material is not flexible, a shape was developed that would guarantee the right posture and freedom of movement, inspired by the pattern of fish scales, which overlap slightly.
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Shoya
Giorgio Nicastri Mattia Tonucci
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Shoya è un sistema di protezione per motociclisti pensato per garantire sicurezza all’utente che affronta lunghi tragitti come a chi si cimenta in una guida più intensiva. Il guscio staccabile è composto da placche protettive in poliuretano coiniettate in uno stampo di schiuma poliuretanica; è così assicurata la protezione per tutto il tratto spinale con l’idea di verificarne la compatibilità con le tute Spyke esistenti. Per una protezione totale del busto, il guscio può essere integrato con una imbragatura dotata di placche protettive per costole, scapole, bacino, reni e petto.
Shoya is a system of protections for motorcyclists conceived to guarantee the safety of the long-distance user and the more aggressive rider. The removable shell is made out of protective polyurethane plates coinjected into a mould of polyurethane foam; this ensures protection for the entire spine with the idea of making it compatible with existing Spyke suits. For total protection of the bust, the shell can fit into a harness with protective plates for the ribs, shoulder blades, hips, kidneys and chest.
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WS6 82
T-shell
Gianluca Cascone Martina Torsani
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T-shell è un capo tecnico di protezione per la schiena caratterizzato dall’alta vestibilità. Eliminati elementi quali bretelle, cinghie o velcro si decide di stampare le protezione del paraschiena direttamente sul tessuto di un gilet, ponendo l’attenzione anche sulla traspirazione e la mobilità del capo indossato. Oltre al comfort, il capo garantisce una maggiore sicurezza, grazie al posizionamento di due placche più rigide disassemblabili nelle zone a rischio.
T-shell is a technical garment that protects the back, distinguished by its remarkable wearability. Eliminating elements such as suspenders, straps or Velcro, the protections of the back shield are moulded directly onto the fabric of a vest, paying particular attention to breathability and the mobility of the garment when it is worn. In addition to comfort, the garment offers greater safety, thanks to two more rigid removable plates located to protect the more vulnerable areas.
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TS-01
Jacopo Molandini Mattia Tonni
Ilaria Ventrucci
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Le lunghe percorrenze richiedono, oltre che sicurezza, anche un comfort elevato. TS-01 grazie a snodi di tessuto elasticizzato garantisce alta tenacitĂ e adattamento alle fasce muscolari del corpo umano, in modo da offrire la massima sensazione di libertĂ nei movimenti durante il viaggio. Le protezioni ergonomiche sono posizionate su dorso, petto e bacino.
Long-distance driving requires not only safety, but a particular degree of comfort. TS-01 features stretch fabric at the articulations, guaranteeing great tenacity and adaptation to the muscles of the human body, in order to offer a particular sense of freedom of motion during travel. The ergonomic protections are located on the back, chest and hips.
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Matteo Santolini Matteo Semprini
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WS6
Wings
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Wings è un innovativo back protector studiato per abbracciare il motociclista durante ogni fase di guida. È in grado di proteggere e avvolgere la persona che lo indossa grazie a due ali che riparano scapole e reni. La spina dorsale è riparata da sei scaglie, all’interno delle quali è presente l’alveolo esagonale Spyke. Estremamente traspirante, questo back protector concede a chi lo indossa confort e aderenza.
Wings is an innovative back protector developed to hug the rider in every phase of the riding experience. It can protect and enfold the person who wears it thanks to the two wings that protect the shoulder blades and kidneys. The spine is protected by six plates, each of which is made with the Spyke hexagonal honeycomb structure. Highly breathable, this back protector offers comfort and fit.
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Re-design Ecopan / Re-design Ecopan
Mauro Cazzaro
Francesca Basaldella
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con with Giada Luzi
in collaborazione con in collaboration with Tonelli
Il punto di partenza: il materiale, ossia il cartone alveolare Ecopan, vincolo progettuale ma allo stesso tempo opportunità di sperimentazione, da sfruttare per le sue caratteristiche tecniche ed interpretare nei limiti fisico-morfologici. Simulando le dinamiche di uno studio professionale, abbiamo chiesto agli studenti di organizzarsi in gruppi multidisciplinari con precisi incarichi e responsabilità (sviluppo modelli, ingegnerizzazione, comunicazione e multimedia). Tempi serrati, consegne quotidiane, budget limitato, necessità di confrontarsi con più interlocutori, con un’azienda, con un materiale e con un tema ambizioso: quello di ripensare i sistemi espositivi, sperimentandone le molteplici potenzialità, fino alla possibilità di arrivare a delle micro architetture, a dei sistemi che partono dal prodotto industriale per giungere a realizzare delle installazioni o viceversa. Joint, fold, paper cut, unit sono state le operazioni concettuali con cui sperimentare forme e connessioni. Il fine: l’usabilità, la confortevolezza, la sicurezza psicologica e la sostenibilità, declinati caso per caso per ottenere progetti che abbiano i presupposti del comfort e del
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benessere, e che si pongano come occasione di generare delle relazioni tra utente e oggetto. L’obiettivo: vedere gli studenti appassionati, divertiti e orgogliosi del loro lavoro e forse alla fine un po’ più consapevoli. The starting point: the material, Ecopan honeycomb cardboard, a design constraint and an opportunity for experimentation, to be exploited for its technical properties and interpreted within its physical and morphological limits. Simulating the dynamics of a professional firm, we asked the students to organize themselves into multidisciplinary groups with specific tasks and responsibilities (the development of models, engineering, communication and multimedia). Tight schedules, daily deliverables, a limited budget, the need to deal with many different people, with a company, with a material and with an ambitious theme: redesigning exhibition systems, experimenting with its diverse potential, with the possibility of creating micro-architectural works, systems that start with the industrial product to build installations or vice-versa. Joint, fold, paper cut, unit defined the conceptual operations to base the experiments with form and connections on. The
purpose: usability, comfort, psychological safety and sustainability, developed differently from one case to another resulting in designs that have all the requirements of comfort and wellbeing, and become opportunities for generating a relationship between user and object. The goal: to see the students excited, amused and proud of their work and perhaps a little more aware at the end of it all.
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WS7 88 impaginato workshop_settembre 2012.indd 88
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Duck > Joint adventure
Silvia Braconi
Martina Mazzetti
Giacomo Panzavolta Samuel Pinzon
Lorenzo Scodeller
Riferimento per lo sviluppo del progetto è la struttura dell’albero dotata di una configurazione ramificata che si articola nello spazio. Ampliando questo concetto è stata realizzata una struttura composta da piani in Ecopan da 10 mm che si incastrano tra loro mediante nodi con forma studiata per bloccare l’incastro, eliminando così l’utilizzo di colle o ulteriori componenti di bloccaggio. Il montaggio risulta intuitivo e veloce e rende possibile ampliare il modulo base a seconda delle necessità di esposizione. The reference for the development of the project is the structure of a tree with a pattern of branches reaching out into space. This concept was expanded by creating a structure made of 10 mm Ecopan panels that are joined together by nodes shaped to keep the joints locked in place, thereby eliminating the need for glue or any other fasteners. It is quick and intuitive to assemble and the base module can be expanded as required for the exhibition.
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Eight layers > Paper cut Nicole Biondi Juri Massari
Antonio Matteoni
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Giorgia Pagnoni
Verificata l’elevata resistenza alla compressione del pannello di Ecopan è stato elaborato un modello capace di sostenere oggetti di peso elevato. Focalizzando l’attenzione su un’unica tipologia di oggetto, la bottiglia di vino, è stato scelto di realizzare un prodotto destinato ad essere accolto in particolare nelle enoteche. Il modello finale è costituito dall’unione di diversi strati di materiale che definiscono geometrie sinuose e richiamano l’architettura high-tech. Having tested the Ecopan panel’s resistance to compression, a model was developed to carry particularly heavy objects. Focusing attention on a single typology of object, the wine bottle, it was decided to make a product that could be used by wine bars in particular. The final model was built by joining different layers of materials that defined sinuous geometries and alluded to hightech architecture.
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Free > Oloré groupies
Jessica Caselli
Azzurra Ciccarelli
Beatrice Rivi Maranini Giorgia Pasquini Federica Sartori
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Il progetto nasce dalla volontà di impreziosire espositori comuni rendendoli quasi delle installazioni. Il modulo è una specie di trifoglio formato da tre cerchi tangenti che vedono nel taglio posto nel punto di incontro la possibilità dell’incastro. Il modello finale risulta quindi un espositore morfologicamente vicino al genere dell’installazione organica, costituito da incastri tra piani orizzontali e verticali che conferiscono alla struttura un elevato grado di versatilità.
The project was inspired by the desire to make common display cases look more precious by turning them into installations in a certain sense. The module is a sort of cloverleaf made out of three tangent circles that can be joined by the grooves cut out at the meeting point. The final model is a display unit that is morphologically similar to the category of organic installations, with joints between the horizontal and vertical planes that give the structure a significant degree of versatility.
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Malvi > Kit
Luca Cappelli Ilenia Ferri
Augusto Fontana
Matteo Menchetti 92
Valerio Semprini
Malvi è un sistema di moduli componibili pensati per richiamare formalmente il logo dell’azienda e funzionali alla creazione di librerie, espositori e arredi per abitazioni e centri commerciali. Studiando la dinamicità delle forme geometriche e in particolare quella dell’esagono, è stato configurato un modulo composto da un pannello diviso in tre colonne; tali colonne, tramite incastri studiati appositamente, si assemblano assieme a formare tre esagoni, uniti da uno stesso triangolo centrale. Malvi is a system of modular furniture conceived as a formal reference to the company logo; it serves to create bookcases, display cases and furniture for the home or for shopping centers. Following a study of the dynamics of geometrical forms and in particular of the hexagon, a module was developed, composed of a panel divided into three columns; these columns feature specially-designed joints that make it possible to assemble them into three hexagons, joined by a single triangle in the middle.
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Picadora > Metrocubo
Altea Bacchetti Alberto Borgia Filippo Ceroni Dario Morganti
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Guardando alla natura, alle sue leggi e con particolare attenzione al mondo dei frattali dopo vari studi formali è stato definito un modulo di allestimento che permette di comporre figure geometriche poliedriche e fortemente dinamiche. I temi della luce e dello svuotamento si ritrovano nello sviluppo degli otto triangoli equilateri che, piegati similmente agli origami giapponesi, generano l’espositore composto da due ottaedri compenetranti.
Looking to the laws of Nature, with particular attention to the world of fractals, and following a series of formal studies, we developed an exhibition model that could compose multifaceted and highly dynamic geometrical figures. The themes of light and subtraction underlie the development of the eight equilateral triangles which, folded like Japanese origami, constitute the display case composed of eight intersecting octahedrons.
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Esperienze di interazione in movimento / Experiences of interaction in motion
Francesco Pia / Ermanno Tasca
e and Michele Zannoni in collaborazione con in collaboration with
Technogym
Il workshop, voluto da Technogym, ha avuto come tema l’esplorazione di nuove possibilità di interazione tra utenti e attrezzature per l’esercizio fisico. Oltre agli strumenti dell’università, l’azienda ha messo a disposizione: un treadmill (attrezzo per la corsa), un computer multitouch e dei tablet. Mediante l’utilizzo di tecniche miste, prediligendo la realizzazione di layout “fisici”, disegnati o ritagliati, si è esplorato il progetto dell’interfaccia nei suoi molteplici aspetti. Da prima si è analizzata la modalità di interazione con la macchina e le gestualità del multitouch. Successivamente, ogni proposta è stata realizzata con l’ausilio dei più diffusi programmi di grafica, e verificata con dimostrazioni interattive sull’attrezzo. Disegnare in scala reale, toccare con mano l’usabilità dei vari bozzetti, così come creare delle mappe mentali e dei pulsanti “fisici”, si è rivelato molto efficace nel “rendere il virtualereale”. Definire un metodo per il progetto dell’interfaccia è un percorso tutto da esplorare sia nella didattica che in ambito professionale.
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The workshop, requested by Technogym, explored the theme of new possibilities in the interaction between users and exercise equipment. In addition to the equipment at the university, the company brought in: a treadmill, a multi-touch computer and tablets. Using mixed techniques, with a preference for the realization of drawn or cut-out “physical” layouts, the design of interfaces was explored in all its aspects. First, an analysis was conducted on modes of interaction with the machine and the gestures involved in multitouch. Next, each project was made with the help of the most commonly available graphic software, and tested with interactive demonstrations on the equipment. Drawing at full scale, and actually experiencing usability through the sketches, creating mental maps and “physical” buttons, proved to be a very effective way to “make the virtual real”. Defining a method for designing interfaces is a process yet to be explored both in teaching and in professional practice.
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WS8
01
Laura Camillucci Matteo Di Iorio Ezio Falconi
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Giulia Siboni
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Il progetto indaga le relazioni tra utente e treadmill. Le fasi di accesso e di settaggio dell’esercizio sono state analizzate cercando di capire come l’interfaccia di un device multitouch possa essere funzionale al controllo della macchina stessa. L’autenticazione e l’accesso ai servizi sono resi semplici e immediati grazie a un sistema di riconoscimento facciale unito al rilevamento del peso. Nella fase di allenamento i dati sono modificabili con poche gesture contestualizzate da variazioni cromatiche delle icone.
The project explores the relationship between the user and the treadmill. The log-in and exercise selection phases were analyzed in an attempt to understand how the interface of a multi-touch device can be used to control the machine itself. The authentication process and access to the services relied on a face recognition system in combination with a weight display to make the process simple and immediate. During the training session, the data can be changed with a few gestures contextualized by the colour variations of the icons.
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02
Teresa Monaldi Giorgia Parra
Eugenio Vannoni
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L’integrazione di un device multitouch con le funzionalità di un treadmill si è concretizzata nel progetto di un’interfaccia che consente un rapido avvio dell’allenamento ottimizzando la fruizione dell’attrezzo Technogym. Le gestualità sono state pensate per consentire un utilizzo confortevole sia durante il settaggio che durante la corsa. La navigazione consente un accesso progressivo a funzioni di configurazione e di intrattenimento sempre più avanzate mantenendo lineare la struttura dei contenuti.
A multi-touch device combined with the functionality of a treadmill becomes reality in the design of an interface that makes it possible to begin the training session quickly by optimizing the use of the Technogym equipment. The sequence of gestures was conceived to make it comfortable to use during set-up and while running. Navigation gives progressive access to more advanced configuration and entertainment functions while maintaining the linear structure of the contents.
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WS8
03
Michela Andrini Nicolas Burioni
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Giammarco Viterbo
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Il progetto pone l’attenzione sul dimensionamento degli elementi dell’interfaccia. Controlli e modalità per la modifica dei dati sono stati volontariamente ridimensionati e ingranditi. Definite in una fase iniziale le gesture, l’attenzione è ricaduta sul corretto riferimento visivo per la schermata di allenamento. Il risultato finale, apparentemente fuori scala, dimostra la sua efficacia durante l’allenamento.
The project focuses attention on determining the size of the elements of the interface. The settings and means to modify the data were deliberately resized and increased. Having defined the gestures in an initial phase, attention was then focused on the appropriate visual reference for the training screenshot. The final result, which looks out of scale, proves to be effective while exercising.
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Nico Polidori
Marco Rosignoli Raffaella Sacco
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L’interfaccia progettata indaga le relazioni tra uomo e macchina nella fase di inserimento di un valore per l’avvio di un esercizio. Si propone il superamento del modello concettuale del display numerico e dei pulsanti per l’incremento del valore mediante l’interazione diretta con le icone sullo schermo. Nella fase di settaggio del tempo l’orologio diviene elemento interattivo mentre durante l’allenamento le icone dei valori divengono punti di accesso diretti per la modifica dei dati.
The new interface explores the relationship between man and machine when a value is inserted before beginning an exercise. The design proposes to reject the conceptual model of the number display and the buttons to increase the value and to interact directly with the icons on the screen. To set the time, the clock becomes an interactive element, while during exercise the icons of the values become direct access points to modify the data.
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Giunta di Castello di San Marino Città
- - L’amministrazione locale della Repubblica di San Marino è organizzata in nove castelli, corrispettivi dei comuni italiani, ai quali è preposta una Giunta. Il Castello di San Marino Città si estende su una superficie di circa 7 kmq, con una popolazione di 4.562 abitanti, e comprende la capitale Città di San Marino e il centro storico, da poco riconosciuto dall’Unesco Patrimonio dell’umanità, dove hanno sede le più importanti istituzioni politiche. - - The local government of the Republic of San Marino is organized into nine castelli (which can be translated as ‘castles’), the equivalent of a municipality, governed by a council, the Giunta. The Castello di San Marino Città extends over an area of circa 7 square kilometers, and counts a population of 4,562. It includes the capital, Città di San Marino, and the historic city centre, recently listed as a UNESCO World Heritage Site. The most important political institutions in the nation are located there.
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aziende companies
Elica
- - Fondata nel 1970 da Ermanno Casoli, è oggi il primo produttore mondiale di cappe aspiranti e leader di mercato in termini di unità vendute. Vanta inoltre una posizione di leadership a livello europeo nella progettazione, produzione e commercializzazione di motori elettrici per cappe, caldaie, frigoriferi e forni a uso domestico. Il connubio tra tradizione, qualità, design, innovazione e tecnologia caratterizzano questa azienda che nel 1972 riuscì ad anticipare gli orientamenti del mercato presentando alla Philips a Parigi la prima cappa da incasso. Da allora è iniziato un processo di evoluzione societaria, organizzativa ed industriale che ha portato l’azienda a seguire una strategia di crescita per linee esterne con l’obiettivo di estendere l’attività in settori complementari. - - Founded in 1970 by Ermanno Casoli, it is the world leader today in the production of kitchen range hoods and market leader in the number of units it has sold. It is also the European leader in the design, production and sale of electric motors for range hoods, central heating boilers, refrigerators and ovens for domestic use. The blend of tradition, quality, design, innovation and technology is the distinguishing feature of this company which in 1972 anticipated market trends by presenting the first recessed range hood at Philips in Paris. Since then the company has evolved in corporate, organizational and industrial terms, following a growth strategy based on acquisitions and partnerships with the objective of extending its activity into complementary sectors.
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Spyke
- - Nata nel 1978 per volere della famiglia Bizzotto, l’azienda introduce il marchio Spyke negli anni Novanta e si impone nel settore delle tute in pelle per l’alta velocità. Amplifica la sua visibilità impiegando testimonial d’eccellenza; fra gli altri, nel 2000 vince due titoli mondiali con Kenny Roberts Jr e Roberto Locatelli, mentre dal 2010 si avvale di Troy Bayliss, campione della classe superbyke. Nel tempo l’azienda ha ampliato la sua gamma di prodotti, inserendo linee dedicate al gran turismo e alla città. Oggi la ricerca Spike punta fortemente alla pista per sperimentare soluzioni estreme, con l’obiettivo di rendere fruibili a tutti gli sportivi capi estremamente performanti – ad esempio, utilizzando la tecnologia costruttiva Dynamic 360.0 –, capaci di coniugare l’unicità della manifattura artigianale alla sicurezza. - - Founded in 1978 by the Bizzotto family, the company introduced the Spyke brand in the Nineties and established a strong position in the field of leather suits for high-speed riding. It grew in visibility by hiring important brand ambassadors; in 2000, it won two world championships with Kenny Roberts Jr. and Roberto Locatelli, and since 2010 has linked its image to Troy Bayliss, champion in the superbike category. Over time the company has extended its range of products, adding collections dedicated to Gran Tourism and urban mobility. Today Spyke’s research is particularly focused on racing in order to experiment with extreme solutions, with the purpose of making high-performance gear available to all riders – for example, using the Dynamic 360.0 construction technology – because it combines the unique qualities of handcrafting with the demands of safety.
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aziende companies
Technogym
- - L’azienda è stata costituita nel 1983 da Nerio Alessandri, fondatore e presidente di Technogym, e attualmente impiega oltre 2.000 persone. È leader mondiale nella realizzazione di attrezzature per il fitness destinate ad abitazioni private, centri di riabilitazione, palestre aziendali, strutture universitarie, strutture sportive professionistiche e altro ancora. Da oltre venticinque anni gli obiettivi dell’azienda sono ispirati da un’unica filosofia, il Wellness® – lo stile di vita Technogym® –, orientato al miglioramento della qualità della vita attraverso l’educazione a una regolare attività fisica, una corretta alimentazione e un approccio mentale positivo. Il Wellness Lifestyle® mette al centro le persone con i loro bisogni, per soddisfare la loro domanda di salute, stimolarne la creatività e svilupparne il potenziale. - - The company was founded in 1983 by Nerio Alessandri, founder and president of Technogym, and currently counts 2000 employees. It is the world leader in manufacturing physical fitness equipment for the home, for rehabilitation centres, company gyms, university structures, professional sports facilities and more. For over twenty-five years the company’s goals have been inspired by a unique philosophy , Wellness® - the Technogym® lifestyle – oriented towards improving the quality of life by promoting regular exercise, proper nutrition and a positive mental attitude. The Wellness Lifestyle® centers on people and their needs, to satisfy their health requirements, to stimulate their creativity and develop their potential.
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Tonelli
- - Fin dagli anni Cinquanta, l’azienda Tonelli è presente nel mercato come fornitore di semilavorati in legno e produttore di cartone alveolare per l’industria del mobile. Negli anni Novanta espande la propria attività con la produzione del pannello ecologico Ecopan, costituito da una struttura interna a nido d’ape in cartone ricoperta da fogli di cartoncino. Ecologico, versatile, resistente e leggero, Ecopan può essere facilmente tagliato, fustellato e piegato e trova il suo principale utilizzo nel settore dell’imballaggio e nella realizzazione di oggetti e componenti di arredo. - - Since the Fifties, the Tonelli company has worked on the market as a supplier of semi-processed wood components and a manufacturer of honeycombstructure cardboard for the furniture industry. In the Nineties it expanded its range with the production of the ecological Ecopan panels, made of an inner cardboard honeycomb structure with cardboard facing. Ecological, versatile, durable and lightweight, Ecopan can easily be cut, die-cut and folded, and is used primarily in the packaging industry and in the production of furniture components and accessories.
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Francesca Basaldella
Ginette Caron
Architetto e designer, si è laureata all’Università Iuav di Venezia dove dal 2003 svolge attività di collaborazione alla didattica. Dopo aver collaborato dal 2001 con la società di progettazione Retaildesign in qualità di project architect senjor, nel 2009 fonda Labìt Architetti Associati (con Mauro Cazzaro e Massimo Checchin), gruppo di ricerca che incrocia più discipline: design, architettura, interni, comunicazione, allestimenti. Tra i suoi clienti per Bep’s Stores, Donghia/Rubelli, Artemide, Gas Jeans. Nel 2012 Labìt ha vinto il premio Fabbricatore di idee e i suoi lavori sono pubblicati sulle principali riviste di settore.
Si laurea a Montréal in Graphic Design (BFA) alla Concordia University. Dopo anni di lavoro nella pubblicità e in agenzie di branding a Montréal, apre nel 1985 uno studio di graphic design a Milano. In più di trent’anni di esperienza nel design strategico applicato all’identità totale, ha lavorato su molti aspetti: identità e immagine coordinata, editoria, packaging, exhibition design e grafica relativa all’architettura o al web. Tra i suoi clienti: Barilla, Bulgari, Chase Manhattan Bank, Grand Théâtre de Provence, Fondazione Prada, Knoll, San Carlo, Swatch.
An architect and designer, she graduated from the Università Iuav in Venice where since 2003 she has been a teaching assistant. After collaborating since 2001 with the design firm Retaildesign as a senior project architect, in 2009 she founded Labit Architetti Associati (with Mauro Cazzaro and Massimo Cecchin), a research group working in several disciplines: design, architecture, interiors, communication, exhibition design. Her clients include Bep’s Stores, Donghia/Rubelli, Artemide, Gas Jeans. In 2012 Labit won the Fabbricatore di idee award and its works have been published in the major trade magazines.
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She graduated in Graphic Design (BFA) from Concordia University in Montréal. After working for several years in advertising and branding agencies in Montréal, in 1985 she opened her own graphic design firm in Milan. In over thirty years of experience in strategic design applied to total identity, she has worked on many specific aspects: identity and corporate image, publishing, packaging, exhibition design and graphics applied to architecture or the web. Her clients include: Barilla, Bulgari, Chase Manhattan Bank, Grand Théâtre de Provence, Fondazione Prada, Knoll, San Carlo, Swatch.
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Mauro Da Pieve
Architetto e designer, dal 2009 svolge attività di collaborazione presso Università Iuav di Venezia, Ied, Università della Repubblica di San Marino. Nel 2001-09 ha collaborato con la società di progettazione Retaildesign come senjor architect, realizzando soprattutto nuovi format commerciali. Nel 2009 fonda Labìt Architetti Associati (con Francesca Basaldella e Massimo Checchin), gruppo di ricerca e sperimentazione che incrocia più discipline: design, architettura, interni, comunicazione, allestimenti, che annovera fra i suoi clienti Bep’s Stores, Donghia/Rubelli, Artemide, Gas Jeans. Nel 2012 Labìt ha vinto il premio Fabbricatore di idee e i suoi lavori sono pubblicati sulle principali riviste di settore.
Architetto, laureato all’Università Iuav di Venezia, è responsabile dell’ufficio progettazione dell’Ater (Azienda territoriale per l’edilizia residenziale) di Pordenone. Parallelamente alla progettazione architettonica di interventi per l’edilizia pubblica, residenziale e non, di riqualificazione di aree urbane e di pianificazione urbanistica, si occupa da anni di architettura sostenibile e feng shui, temi sui quali ha svolto una considerevole attività di ricerca e di consulenza. Sulla sostenibilità promuove una costante attività di divulgazione anche tramite l’associazione &Co Energie condivise, con la quale organizza incontri mensili e convegni, fra cui nel 2011 Pratiche di sostenibilità urbana.
An architect and designer, since 2009 he has been a teaching assistant at the Università Iuav in Venice, Ied, Università della Repubblica di San Marino. From 2001-2009 he collaborated with the design firm Retaildesign as a senior architect,responsible primarily for new commercial formats. In 2009 he founded Labit Architetti Associati (with Francesca Basaldella and Massimo Cecchin), a research and experimentation team working across several disciplines: design, architecture, interiors, communication, exhibition design, whose clients include Bep’s Stores, Donghia/Rubelli, Artemide, Gas Jeans. In 2012 Labit won the Fabbricatore di idee award and its works have been published in the major trade magazines.
An architect and graduate of the Università Iuav di Venezia, he is the director of the design office for ATER (a public housing agency) in Pordenone. In addition to the architectural design of public housing and non-residential buildings, to the regeneration of urban areas and city planning, he has worked for many years on sustainable architecture and feng shui, themes which he has explored extensively in research studies and consultation work. He has widely promoted the issue of sustainability with his association &Co Energie condivise, which organizes monthly encounters and conferences, such as Practices of urban sustainability in 2011.
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designer designers
Mauro Cazzaro
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Stefano Fariselli
Marco Fornasier
Laureato in architettura all’Università Iuav di Venezia con una tesi progettuale sviluppata presso il centro stile Ducati, ha collaborato con aziende operanti nel campo dei dispositivi di sicurezza per le attività ludiche ad alto rischio come il motociclismo, gli sport alpini e aeronautici, con progetti come il sistema di protezione delle spalle disegnato per Spyke e segnalato al Paris Technical Awards del 2005. All’attività professionale affianca il ruolo di collaboratore alla didattica al Corso di laurea in Disegno industriale dell’Università degli Studi della Repubblica di San Marino.
Dopo aver conseguito il diploma all’Isia di Urbino, ottiene la laurea magistrale in Comunicazioni visive e multimediali all’Università Iuav di Venezia. Si sposta spesso fra Firenze, Milano, Urbino, Pesaro, Rotterdam, Venezia e Vienna. Lavora come brand designer freelance per agenzie e studi di comunicazione, come RovaiWeber, FutureBrand, MadeinDream o StudioDumbar, cimentandosi in progetti che vanno dalla sperimentazione nel brand design, all’exhibition design in ambito culturale fino al typographic design.
A graduate in architecture from the Università Iuav di Venezia with a thesis he developed at the Centro Stile Ducati, he has worked with manufacturing companies in the field of safety and protection for high-risk sports and leisure such as motorcycling, Alpine sports and aeronautics. His projects include the shoulder protection system designed for Spyke, which won an honorable mention at the Paris Technical Awards in 2005. In addition to his professional practice, he is an assistant teacher in the Industrial Design Programme at the Università degli Studi della Repubblica di San Marino.
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After earning his degree at the ISIA of Urbino. he took his master’s degree in Visual Communications and Multimedia at the Università Iuav di Venezia. He divides his time between Florence, Milan, Urbino, Pesaro, Rotterdam, Venice and Vienna. He works as a freelance brand designer for agencies and communication studios, such as RovaiWeber, FutureBrand, MadeinDream or StudioDumbar, working on projects that range from experimentation with brand design to exhibition design in cultural projects and typographic design.
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Francesco Pia
Architetto, si laurea nel 1984 al Politecnico di Milano. Nel 1986 fonda Decoma Design, società di progettazione ed engineering del prodotto industriale. Collabora con importanti aziende italiane e straniere che operano in settori diversi: riconoscimenti e riviste specializzate documentano i risultati ottenuti. Si occupa anche di progettazione architettonica, immagine d’interni e corporate design. Dal 2004 collabora in ambito formativo con workshop universitari e dal 2006 con l’Adi come componente delle commissioni per l’Adi Design Index. Svolge la propria attività nelle sedi di Figino Serenza e Milano.
Si forma all’Università Iuav di Venezia, dove consegue il titolo magistrale al Corso di laurea in Comunicazioni visive e multimediali, a stretto contatto con i maestri della grafica italiana e internazionale. Esplora, fin dalle scelte dei temi progettuali di laurea, le capacità espressive della comunicazione ibrida con progetti di ambiti diversi. In particolare, per conoscere da vicino la grafica in movimento, lavora negli Usa presso la Prologue films di Kyle Cooper. Dal 2000 collabora con lo studio Altermedia e, dopo un’esperienza di grafica interattiva presso H-Farm, dal 2008 è tra i soci fondatori di Studio Visuale.
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Luigi Mascheroni
An architect, he graduated in 1984 from the Politecnico di Milano. In 1986 he founded Decoma Design, a design and engineering firm for industrial products. He collaborates with major Italian and foreign companies working in a variety of sectors: acknowledgments and publication in specialized magazines document the results he has achieved. He also works in the field of architectural design, interior image and corporate design. Since 2004 he has been active in the field of education teaching in university workshops, and since 2006 he has collaborated with ADI as a member of the commissions for the ADI Design Index. His offices are located in Figino Serenza and in Milan.
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He attended the Università Iuav di Venezia where he earned his master’s degree in the Visual and Multimedia Communication program, in close contact with the masters of Italian and international graphic design. Starting with his choice of design themes for his thesis, he has explored the expressive capacities of hybrid communication in projects in many different fields. In particular, to explore motion graphics, he went to the United States to work at Kyle Cooper’s Prologue films. He joined the firm Altermedia in 2000, and after his experience in interactive graphics at H-Farm, in 2008 he became a founding partner of Studio Visuale.
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Stefano Rocchetto
Ermanno Tasca
Nato a Venezia, è professore associato di Composizione architettonica e urbana presso l’Università Iuav di Venezia. Attualmente è titolare dei corsi di Progettazione architettonica al Corso di laurea in Scienze dell’architettura e del Laboratorio integrato sostenibilità al Corso di laurea magistrale “Architettura per la sostenibilità”. Al centro del suo interesse disciplinare pone l’architettura e la città. Negli ultimi anni, ha orientato il suo campo di riflessioni verso i temi della sostenibilità urbana e del rapporto tra natura e artificio. Oltre all’insegnamento, si dedica all’attività progettuale soprattutto all’interno di convenzioni tra università ed enti esterni, partecipando a concorsi e seminari nazionali e internazionali.
Consegue la laurea magistrale in Disegno industriale del prodotto all’Università Iuav di Venezia. Nel 2005, grazie a Franco Clivio, conosce Dino Gavina per il quale realizza un documentario sulla sua vita. Nel 2006 entra come industrial designer al centro stile Technogym, dove attualmente si occupa sia di product che di interaction design, coordinando diversi progetti con il ruolo di senior designer.
Born in Venice, he is an associate professor of Architectural and Urban Design at the Università Iuav di Venezia. He currently teaches an Architectural Design studio in the Master’s Degree programme in “Architecture for Sustainability”. Architecture and the city are the focus of interest in his discipline. In recent years, he has oriented his concentration on the themes of urban sustainability and the relationship between nature and artifice. Apart from teaching, he also practices architectural design, primarily in projects involving the university and independent bodies; he participates in national and international competitions and seminars.
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He earned his master’s degree in Industrial Product Design at the Università Iuav di Venezia. In 2005, thanks to Franco Clivio, he met Dino Gavina and filmed a documentary about his life. In 2006 he joined the Centro Stile Technogym as an industrial designer; he works in the areas of product and interaction design, coordinating a diversity of projects in his role as senior designer.
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Corso di laurea in Disegno industriale Undergraduate Programme in Industrial Design PROFESSORS Olga Barmine Alberto Bassi Riccardo Blumer Matteo Borghi Alessandra Bosco Massimo Brignoni Alison Bron Fiorella Bulegato Raffaele Cafarelli Cristina Chiappini Giovanna Cosenza Alberto de Simone Renzo Di Renzo Alberto Dormio Patrizia Ferreri Ali Filippini Roberto Groppetti Agnes Kohlmeyer Corrado Loschi Salvatore Luberto Giorgio Majno Luigi Mascheroni Francesco Meneghini Sergio Menichelli Angelo Micheli Marco Molteni Giuseppe Padula Piergiorgio Peruzzi Massimo Pitis Ramin Razani Stefano Rovai Maddalena Scimemi Dario Scodeller Gianni Sinni Lucio Spaziante Francesco Tencalla Riccardo Varini Karen Venturini Omar Vulpinari Michele Zannoni Marcello Ziliani Alberto Zoni
TEACHING ASSISTANTS Tommaso Alessandrini Elisa Argenta Massimo Barbierato Emmanuele Basso Daniela Bigon Cosimo Bizzarri Mauro Cazzaro Luca Chiavegatti Francesco Codicè Pietro Costa Erika Cunico Donatello D’Angelo Giorgio Dall’Osso Davide Di Gennaro Stefano Fariselli Marco Fornasier Francesco Galati Silvia Gasparotto Angela Gennaretti Giovanni Gigante Sergio Giusti Maria Ianiri Tommaso Lucinato Francesco Mantovani Elga Marvelli Niccolò Mazzoni Claudio Melle Anna Musiari Monica Pastore Michela Povoleri Orsetta Rocchetto Simone Scranni Carla Sedini Tommaso Tagliabue Alberta Torres Alessandro Tunno
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rettore / rector
Giorgio Petroni
direttore dipartimento / department director Marcello Tarantino direttore del corso di laurea in disegno industriale / director of the undergraduate program in industrial design Alberto Bassi vice direttori / assistants director Alessandra Bosco Fiorella Bulegato coordinatore dipartimento / department coordinator Valeria Bronzetti segreteria / administrative staff Maria Grazia Pasquinelli Paola Gozi responsabile laboratorio informatico / i.t. manager Pietro Renzi Simone Albani responsabile laboratorio modelli / model making lab manager Tommaso Lucinato responsabile stage / stage tutor Pietro Costa
sede / campus Corso di laurea in Disegno industriale Monastero di Santa Chiara contrada Omerelli, 20 47890 San Marino Città - RSM tel. 800 411314 disegnoindustriale@unirsm.sm www.unirsm.sm
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