Università IUAV di Venezia
offerta formativa/ courses of study LAUREE/ DEGREE programs
Corso di laurea in Disegno industriale
CORSO DI LAUREA IN DISEGNO INDUSTRiALE/ Undergraduate program in Industrial Design
Corso di laurea a distanza in Economia e Gestione Aziendale/ Distance learning Degree Program in Economics and Management Dottorato di Ricerca in Ingegneria Economico-Gestionale/ Ph.D Program in Economics and Management Engineering Dottorato di Ricerca in Scienze Storiche/ Ph.D Program in Historical Sciences MASTER/ MASTER
Master di I livello in criminologia e psichiatria forense/ 1st level Master in Criminology and Forensic PSYCHIATRY Master di II Livello in Medicina e Chirurgia Estetica/ Second-level Master Program in Medicine and Aesthetic Plastic Surgery
DESIGN E TERRITORIO/ design and the territory
con il sostegno di with the support of
Master in Comunicazione, Management e Nuovi Media/ Master Program in Communication, Management and New Media
Master in sicurezza e qualità dell’alimentazione in età evolutiva/ Master Program in the Safety and Quality of Nutrition in the Developmental Years
San Marino University of Design
Master Internazionale in Strategia e pianificazione delle Organizzazioni, degli Eventi e degli Impianti Sportivi/ International Master Program in the Strategy and Planning of Sports Organizations, Events and Facilities
in collaborazione con/ in collaboration with
San Marino Design Workshop 09
DESIGN E TERRITORIO/design and the territory
Corso di Laurea in Ingegneria Civile/ UNDERGRADUATE degree IN CIVIL ENGINEERING
DOTTORATI/ PHD
Università degli Studi della Repubblica di San Marino
San Marino Design Workshop 09
Università degli studi di san marino
San Marino University of Design
DESIGN E TERRITORIO/ design and the territory San Marino Design Workshop 09 21-26 settembre/september 2009 Enrico Azzimonti/Odoardo Fioravanti/ Luca Gafforio/G端nther Kuhn/Marco Molteni/ Luca Nichetto/Gabriele Toneguzzi
Colophon/Colophon
indice/ index A cura di/Editor Fiorella Bulegato
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Università e territorio: nuove prospettive/ University and the Territory: New Perspectives
Redazione/Editing Rosa Chiesa
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Università del design e imprese/ The Design University and Manufacturing Companies
Traduzioni/Translations Olga Barmine
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Fra design e ricerca. Per una ri-fondazione culturale/ Between Design and Research. For a Cultural Re-foundation
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Ceramiche contemporanee e identità storica/ Contemporary Ceramics and Historical Identity
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Ceramica luogo della sperimentazione/ Ceramics as a Place for Experimentation
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Ripensare l’erogatore di bevande/ Reconsidering Beverage Dispensers
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Usi differenti per una pellicola plastica/ New Uses for Plastic Wrap
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Sistema di espositori per mostre universitarie/ System of Display Units for University Class-work
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Veicoli a due ruote/ Two-wheeled Vehicle
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Identità e packaging per un prodotto alimentare/ Identity and Packaging of a Food Product
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Designer/ Designers
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Aziende/ Companies
Progetto grafico/Graphic design Roberto Bandiera Impaginazione/Layout alessio devanna Fotografie/Photos Tommaso Monaldi Stampa/Printing Tipografia Sammarinese
indica i progetti segnalati dai docenti dei workshop projects selected by the teachers leading the workshops
Giorgio Petroni
Rettore Università degli Studi della Repubblica di San Marino/ Rector Università degli Studi della Repubblica di San Marino
Università e territorio: nuove prospettive/ University and the territory: new perspectives 1. La richiesta di una più stretta interazione col territorio è pervenuta all’Università (e si è fatta più stringente) con lo sviluppo della società industriale. L’estendersi graduale del modello di produzione e di scambio di tipo industriale, che nella sua prima espressione, come è noto, si manifesta in Inghilterra intorno alla metà del Settecento, modifica profondamente le strutture di potere politico ed economico preesistenti, fa emergere nuovi valori culturali e, allo stesso tempo, genera forti squilibri economici e territoriali. Guadagnano così ampio spazio, anche nella riflessione scientifico-culturale, i valori cosiddetti mercantili, i dibattiti sui conflitti sociali connessi con i processi di industrializzazione, sul rapporto tra potere economico e libertà individuali, sulle cause della disparità nello sviluppo di Paesi e di territori. Negli stessi Paesi occidentali la società industriale lascia, in termini di sviluppo economico, delle aree d’ombra in quanto la sua diffusione non è territorialmente uniforme. L’espansione inoltre del modello di produzione e di scambio industriale crea forti differenziazioni sociali dovute al moltiplicarsi delle professioni e delle opportunità di reddito; si registra pertanto una accelerazione della mobilità sociale e tende ad affermarsi il valore della competizione che non riguarda solo il comportamento delle imprese ma anche quello delle persone. In questo quadro l’Università, come struttura che produce conoscenza e formazione, vede ampliarsi ineluttabilmente il proprio ruolo per rispondere alle esigenze sempre più pressanti del proprio territorio di riferimento; si tratta segnatamente di far fronte a una crescente domanda di conoscenze e competenze tecnico-scientifiche, di professionalità soggette a una forte 4
1. The demand for greater involvement with the surrounding territory was advanced to Universities (and became more pressing) with the development of industrial society. It is well known that the gradual extension of the industrial production and trade model, in its initial form, originated in England around the mid-eighteenth century, profoundly modifying the structure of the existing political and economic powers, and generating new cultural values along with significant economic and regional disparities. Thus ample space was turned over, even in the scientific and cultural considerations of the time, to the so-called mercantile values, the debate on the social conflict connected with industrialization processes, on the relationship between economic power and individual freedom, on the causes of the inequality in the development of Countries and regions. In western countries, industrial society left some darker areas in terms of economic development when it did not spread uniformly throughout the territory. In addition, the expansion of the industrial production and trade model created significant social differences caused by the multiplication of professions and income opportunities; the result was an acceleration of social mobility, tending to establish the value of competition not only among companies but also among individuals. In this context the University, as a structure that produces knowledge and education, inexorably witnessed the expansion of its role to respond to the increasingly pressing needs of its own territory; this means, in particular, to fill the growing demand for knowledge and skills in technical and scientific fields, for professional capacities that are evolving at great speed, for innovation in the economic and production system. The development of industrial society therefore
dinamica evolutiva, di innovazione del sistema economico-produttivo. Con lo sviluppo della società industriale quindi è cambiata in modo radicale la fisionomia originaria dell’Università che la chiamava essenzialmente ad approfondire la conoscenza dei grandi temi generali (“universali”, appunto) riguardanti la vita dell’uomo, i fondamenti etici e giuridici delle norme del suo comportamento, le basi dei sistemi di convivenza sociale. Non è un caso che il corpo docente delle prime Università è prevalentemente formato da filosofi, matematici, giureconsulti, medici. Si tratta, diremmo oggi, di ricercatori e docenti impegnati su grandi temi “trasversali” quali i fondamenti etico-religiosi della vita umana e della giustizia, le basi giuridiche dello Stato, i principi e i ritmi della natura ecc. L’estensione sopramenzionata della missione dell’Università, dovuta altresì a motivi intrinseci (cioè al formidabile sviluppo della scienza e della tecnologia, oltre alle scienze sociali e umane tra cui in primis l’economia) ne fa una struttura molto complessa che parla anche al territorio ma con la “voce del mondo”. Il carattere di “universalità” è stato infatti decisamente potenziato dalle strutture universitarie i cui ricercatori e docenti sono parte di una comunità scientifica, organizzata per “aree disciplinari”, che va ben oltre i confini dei singoli Paesi. Accanto a questo ruolo di “catalizzatore della conoscenza universale” occorre ricordare, per cogliere l’essenza dell’Università, un altro suo elemento fondante che è il “principio di autonomia”. Questo si specifica nella libertà di ricerca e di insegnamento. L’Università va cioè sottratta ai condizionamenti ideologici e alle pressioni eventuali di piccoli interessi di parte. Può (e deve, ove disponga delle
radically changed the original physiognomy of the University, which designated it essentially to reflect upon the knowledge of the great general themes (“universal”, as it were) concerning the life of man, the ethical and juridical foundations for his standards of behaviour, the bases for a system of social coexistence. It is no coincidence that the faculty of the first Universities consisted prevalently in philosophers, mathematicians, jurists, doctors. Today we might say that they were researchers and teachers who addressed the great “transversal” issues such as the ethical and religious foundations of human life and justice, the juridical bases of the State, the principles and rhythms of Nature, etc. The above-mentioned extension of the University’s mission, also caused by intrinsic motives (the phenomenal development of science and technology, in addition to the social and human sciences including economics, in primis) transformed it into a highly complex structure that speaks to the territory but with the “voice of the world”. Its “universal” nature has been unquestionably strengthened by the university structures in which researchers and teachers are part of a scientific community, organized into “disciplinary areas” that reach well beyond the borders of individual countries. Apart from its role as a “catalyst for universal knowledge”, it is important to capture the essence of the University, to remember that another of its founding elements is the “principle of autonomy”. Its embodiment is the freedom of research and teaching. The University must flee all ideological impositions and eschew pressure by smaller interest groups. It can (and must, where it has the capacity to do so) operate at the service of the polis understood in its entirety. 5
necessarie competenze) operare al servizio della polis intesa nella sua interezza. 2. Lo sviluppo del rapporto tra Università e territorio si realizza tipicamente lungo tre direttrici: culturale, economica e politicosociale. L’Università può legittimamente contribuire al buon funzionamento e al potenziamento delle istituzioni presenti nel territorio quando ne approfondisce le radici storico-culturali e coglie criticamente i valori delle comunità che vi convivono. Appartengono a questo tipo di esplorazione, l’identificazione e lo sviluppo delle consuetudini e tradizioni, l’identificazione e la valorizzazione dei beni artistici e culturali, l’analisi delle vicende storico-politiche ecc. Nell’ambito economico, l’interazione può riguardare l’identificazione e l’analisi delle risorse materiali e immateriali. A questo riguardo, tipiche sono le analisi delle fonti di reddito, delle dotazioni infrastrutturali, delle risorse energetiche, del tessuto produttivo, delle professionalità tipiche e delle culture industriali. Sul versante politico-sociale spazi di interazione con l’Università possono cogliersi nell’analisi del comportamento delle strutture pubbliche: dalla scuola alla sanità, ai trasporti, alla viabilità, alla sicurezza ecc. Spesso l’Università, oltre alla formazione dei giovani professionisti, è stata chiamata a formare specificamente le classi dirigenti di un Paese. Si pensi alle “Grandes Écoles” francesi istituite da Napoleone all’inizio dell’Ottocento. Nell’ambito di tali direttrici (cfr. lo schema seguente) l’interazione può essere articolata secondo tre livelli differenti per intensità e impegno. Il livello più diffuso di interazione riguarda l’attività di consulenza fornita dall’Università che utilizza conoscenze già esistenti o che possono essere acquisite con indagini specifiche o progetti di ricerca. Un livello di maggiore impegno per l’Università è rappresentato dalla elaborazione di progetti di ricerca per dotare, ad esempio, 6
2. The relationship between the University and the territory typically develops along three axes: the cultural, economical and the social-political axes. The University can legitimately contribute to the orderly operation and reinforcement of the institutions on the territory when it explores their historic and cultural roots and critically understands the values of the communities that coexist within in. This type of exploration includes the identification and development of its customs and traditions, the identification and cultivation of the artistic and cultural heritage, the analysis of historical and political events, etc. Within the economic context, the involvement can also entail the identification and analysis of material and immaterial resources. In this sense, it typically include the analysis of income sources, of infrastructural systems, of energy resources, of the productive fabric, of the typical professional skills and industrial cultures. In the social and political area, the spaces for interaction with the University can also be found in the analysis of the behaviour of public entities, from education to health care, to transportation, mobility, security, etc. In addition to the education of young professionals, the University is often specifically called upon to train the ruling classes of a nation, like the “Grandes Écoles” instituted by Napoleon in France in the early nineteenth century. Within the framework of these axes (see the diagram below), the involvement can be structured according to three levels differentiated by their intensity and commitment. The most common level of involvement is the consulting offered by the University, using knowledge that is either in its possession or can be acquired by specific studies or actual research projects. A greater level of commitment for the University is represented by the development of research projects whose purpose is to provide infrastructure for the territory, or are finalized
il territorio di infrastrutture oppure finalizzati alla valorizzazione delle risorse locali anche di tipo culturale. Rientrano in quest’ambito, ad esempio, i progetti di trasferimento tecnologico a favore delle imprese presenti nel territorio. Infine, il livello di impegno maggiore è richiesto alle Università quando sono chiamate a contribuire allo sviluppo operativo di attività innovative che sono frutto delle attività di ricerca e di progettazione. In questo livello vanno collocati gli spin off industriali ai quali l’Università partecipa come partner, la realizzazione di ospedali con annessi centri di ricerca, la realizzazione di parchi scientifici e tecnologici ecc. Una tendenza generale che va consolidandosi è costituita appunto dal peso progressivamente maggiore che le Università vanno assumendo in questa direzione. Ciò è dovuto alla forte domanda di innovazione emergente dal territorio. Sono portatrici di questa domanda non soltanto le imprese – che infatti desiderano, per affrontare la competizione internazionale, incorporare nei propri prodotti maggiori valori tecnologici o culturali ed estetici (come accade con l’impegno nel “design”) – ma anche le strutture pubbliche, preoccupate di affrontare con efficacia il miglioramento, in generale, della qualità della vita dei cittadini. aREE DI INTERazIONE SphERES OF INTERacTION
towards the cultivation of local resources, including cultural resources. This area, for example, would include projects to transfer technology to the companies established in the region. Finally, the greatest level of commitment is required when the Universities are asked to contribute to the operative development of innovative activities based on research and planning projects. This level regards the industrial spin offs in which the University participates as a partner, the construction of hospitals with adjoining research centres, the construction of scientific and technological complexes, etc. A general trend that is becoming consolidated is constituted by the Universities’ growing role in this direction. This is the result of the significant demand for innovation that is rising from the territory. This demand is being advanced not only by manufacturing companies – who must face international competition, and hence seek to incorporate greater technological or cultural and aesthetic value in their products (for example, by turning to “design”) – but also by public entities, who are concerned with effectively addressing the issue of improving the quality of life of their citizens.
lIvEllI DI INTERazIONE lEvElS OF INTERacTION consulenza consulting
progetti di ricerca research studies
ricerca e meccanismi operativi research and operative mechanisms
culturale cultural economica economic politico-istituzionale political and institutional
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Alberto Bassi
Direttore del corso di laurea in Disegno industriale/ Director of the Undergraduate Program in Industrial Design
Università del design e imprese/ The design University and manufacturing companies Il ruolo strategico della ricerca costituisce un asset irrinunciabile per le imprese industriali. Come sostenuto da molti, le aziende che oggi, seppur di fronte a un sistema internazionale difficile, hanno lucidità e coraggio di investire in questa direzione sono destinate a rafforzare vantaggi competitivi difficilmente recuperabili attraverso altre leve del business. È dunque assai importante considerarla fra le priorità d’investimento e proprio la collaborazione fra imprese e Università – luogo deputato da sempre alla ricerca – può essere in grado di mettere a disposizione di entrambe decisive risorse per affrontare i rispettivi contesti operativi. L’Università degli studi della Repubblica di San Marino fin dalle sue origini, e ancora di più in tempi recenti con la nascita dei corsi di laurea in Disegno industriale, Ingegneria ed Economia, ha ritenuto fondamentale offrire al mondo dell’impresa e delle istituzioni pubbliche e private le proprie conoscenze specifiche relative a didattica e ricerca. Il corso di laurea in Design, in particolare, è in grado di proporre diversi strumenti e modalità di collaborazione e integrazione. A cominciare dagli stage che, opportunamente seguiti da una funzione interna, mettono in contatto aziende e studi professionali con gli studenti per un significativo periodo di primo contatto con il mondo del lavoro. Per arrivare a veri e propri programmi di ricerca congiunti, per i quali, fra l’altro, l’Università dispone di competenze multidisciplinari e di relazioni con altri centri locali e internazionali. Un’ulteriore possibilità di relazione è rappresentata dagli workshop, occasioni per un breve percorso progettuale che vede affiancate imprese, progettisti e un ristretto numero di studenti. In un’intensa settimana di lavoro vengono esplorate, alla luce di un 8
The strategic role of research is an indispensable asset for industrial companies. As many have sustained, in the face of a difficult international system, companies that continue to find the lucidity and courage to invest in research will undoubtedly reinforce competitive advantages that would be difficult to develop with other business tools. It is therefore very important to consider this as a priority investment: the collaboration between manufacturing companies and Universities – which have always been dedicated to research – can ensure both of them the resources they need to address their respective operational contexts. Since its early origins and more recently with the introduction of the Undergraduate Programs in Industrial Design, Engineering and Economics, the Università degli Studi of the Republic of San Marino has always considered it essential to offer industry and public and private institutions its specific knowledge in the fields of education and research. The Undergraduate Program in Design, in particular, offers various tools and ways to collaborate and work together. Starting with the internships that are specifically organized within the university, to bring professional firms and manufacturing companies into contact with the students for a significant early experience in the job world; and including joint research programs, to which the University brings multidisciplinary skills and relationships with other local and international centres. An additional opportunity for working together is provided by the workshops, a short-term design experience that brings together manufacturers, designers and a limited number of students. In one week of intense work, on the basis of a jointly
briefing concordato, direzioni innovative e sperimentali in grado di fornire non tanto soluzioni immediate in termini di prodotto o servizio, quanto stimoli sulle possibilità di sviluppo. Gli workshop del 2009 hanno coinvolto cinque imprese del territorio sammarinese e immediatamente limitrofo, attive in settori differenti, con dimensioni e caratteristiche economico-produttive diverse. I laboratori progettuali, condotti da designer noti internazionalmente, hanno portato a risultati assieme avanzati e passibili di ulteriori approfondimenti. Il corso di laurea in Design intende dunque muoversi in una prospettiva di breve e medio periodo con l’obiettivo di dare forma compiuta e significativa al concetto di ricerca, che costituisce una sua priorità e che può trovare ulteriore forza nel momento in cui si innesta in una situazione specifica della vita reale dell’impresa.
developed brief, the workshops explore innovative experimental directions that can provide ideas about possibilities for future development, rather than immediately applicable solutions for products or services. The 2009 workshops involved five manufacturing companies based in San Marino and its immediate surroundings, working in different fields, with different dimensions, and economic and productive characteristics. The design studios, led by internationally renowned designers, have led to advanced results that can even offer prospects for further development. The Undergraduate Program in Design therefore intends to pursue both the short and medium-term perspective, with the objective of giving a comprehensive and significant form to the concept of research, which constitutes a priority and can become stronger if it is introduced into specific situations within the real life of a manufacturing company.
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Massimo Brignoni e Riccardo Varini
Docenti del corso di laurea in Disegno industriale/ Lecturers of the Undergraduate Program in Industrial Design
Fra design e ricerca. Per una ri-fondazione culturale/ from design to research. For a cultural re-foundation Secondo quali parametri si può misurare il valore del design? I contesti di significato e coscienza del tempo nei quali il progettista, guidato dall’intenzione del proprio disegno, può assumere un ruolo nodale sono differenti e opposti. Da un lato, il pensare e fare al presente, caratterizzato da intriganti processi di globalizzazione e di smisurata circolazione delle informazioni che spesso suggeriscono, se non impongono, comportamenti, strategie e prodotti con tale frenesia da rendere difficile l’individuazione e il controllo degli sviluppi a lungo termine; dall’altro invece, il fare e pensare al passato e futuro e una presa di coscienza consapevole di possibili velocità e dimensioni altre, di una crescita economica e sociale a misura locale. Nel caso del disegno industriale – ma più in generale del fare progettuale – la sfida comune ai due ‘mondi’ delineati, per ottenere un risultato di valore, è che ricerca e progetto esplorino gli stessi territori, lambiscano le stesse sponde, si attraggano, s’inseguano, si tocchino e producano attrito, talora si fondino, risultando inscindibili. Il grado di vicinanza, d’interconnessione o di autonomia tra queste due componenti del processo ideativo e produttivo ne determinerà gli esiti: talvolta effimeri, superficiali, in stile, alla moda, talora duraturi, immortali, sostanziali. Attraverso la ricerca, sia essa sperimentale o applicata, il design, può aspirare a produrre innovazione, in primo luogo culturale. Può non essere solo un imbroglio. Sostenuto cioè da una ricerca oculata, illuminata e attenta, che assuma una funzione di controllo critico, il design è in grado di “prendere posizione sui problemi più urgenti del mondo, contribuendo significativamente allo sviluppo sociale, culturale e politico del 10
What parameters can be applied to measure the value of design? The contexts of meaning and awareness of time, which can offer the designer, guided by the intent of his design, a primary role, are varied and opposite. On the one hand, thinking and doing in the present, which involves intriguing processes of globalization and a boundless flow of information that often suggests, and even imposes, attitudes, strategies and products at a pace so frenetic that it becomes difficult to understand and control long-term developments; on the other hand, doing and thinking in the past and future, acquiring the consciousness of other possible speeds and dimensions, of economic and social growth at a local scale. In the case of industrial design – and more generally the process of designing – the challenge that these two ‘worlds’ must meet, in order to achieve meaningful results, is for research and design to explore the same terrains, share the same aspirations, attract one another, pursue and come into contact with each other and produce friction, and sometimes meld, to become indivisible. The degree of vicinity, interconnection, or autonomy between these two components of the ideation and production process will determine the outcome: sometimes ephemeral, superficial, classical, trendy, sometimes durable, immortal, substantial. Research, in both experimental and applied form, can help design aspire to produce innovation, first and foremost in the cultural sphere. It can be more than a ploy. Sustained by research that is specific, illuminated and meticulous, and also serves as critical control, design can “take a position relative to the most urgent problems of the world, and contribute significantly to the social, cultural and
nostro presente” (Ruedi Baur, in Design Research, a cura di Hans Höger, Milano 2008). Assunti tali presupposti, proprio nella pratica progettuale, regola e registro comportamentale accomunante rimangono la capacità di valutazione e di scelta etica e morale. L’utente finale ne sarà influenzato, percepirà valore, vivrà un differente grado di benessere, si sentirà partecipe di una scelta consapevole di ri-costruzione di un atteggiamento culturale. D’altra parte, il designer, per il suo ruolo di attore protagonista dei processi creativi, è posto in una posizione privilegiata che lo fa presiedere a molte delle dinamiche di sviluppo dell’ambiente umano, motore di un nuovo concetto di innovazione. Scoperte scientifiche, processi di trasformazione della materia, dinamiche sociali, questioni etiche e di sostenibilità, sono gli ingredienti quotidiani del suo operare. In tale contesto, al designer/ricercatore sono richiesti requisiti quali capacità di lavorare in gruppo, volontà di porsi in gioco, vitalità e curiosità, passione e impegno, interesse e intuito, comprensione teorica, elasticità e dinamicità mentale, sensibilità e visione lucida. In un momento storico in cui il cambiamento di rotta rispetto alle priorità del pianeta è diventato un’urgenza quello che si chiede al designer è quindi soprattutto di assumere un comportamento responsabile rispetto al mercato, ai suoi orientamenti e in accordo con i soggetti coinvolti. Ricerca e design, nella pratica progettuale, non sono mai stati così inevitabilmente vicini.
political development of our present” (Ruedi Baur, in Design Research, edited by Hans Höger, Milan 2008). Given these premises, in the practice of design, a common rule and behavioural standard remains the capacity for assessment and for making ethical and moral choices. The final user will certainly feel this influence, will perceive its value, will experience a different degree of wellbeing, will feel part of a conscious decision to reconstruct a cultural attitude. On the other hand, the designer, because of his primary role in the creative process, enjoys a privileged position that allows him to preside over many of the dynamics that drive the development of man’s environment, the engine for a new concept of innovation. Scientific discoveries, processes for the transformation of materials, social dynamics, ethical issues and sustainability are the daily ingredients of his work. In this context, the designer/researcher must have certain requisites such as a capacity for teamwork, the will to go out on a limb, vitality, curiosity, passion and commitment, interest and intuition, theoretical understanding, mental elasticity and dynamism, sensibility and a clear-headed vision. At a time when a change of direction with respect to the priorities of the planet has become urgent, what is asked of designers is that they behave responsibly towards the market, its orientations and in concert with the subjects involved. Research and design, in the design practice, have never been so necessarily close.
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Ceramiche contemporanee e Identità storica/ Contemporary Ceramics and Historical Identity Luca Nichetto con/with Anthony Galassi e/and Dario Oggiano
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Andrea Bonaccorso/Federica Maria Capotosti/ Teresa Monaldi/Giovanni Murolo
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Samantha Bersani/Matteo Corbellotti/ Sabrina Romani/Denise Valentini
03
Francesca Mini/Pier Paolo Pacioni/ Giovanni Andrea Pamio/Stefania Tonello
04
Mila Balzani/Elisa Fiocchetti/ Sophie Hassels/Andi Mullai
05
Amedeo Focchi/Alan Francisconi/ Giulia Gentili/Valentina Sabino
Dalla lavorazione tradizionale della ceramica si possono trarre nuovi spunti progettuali. La materia ceramica può essere reinterpretata muovendo dall’identità formale di un oggetto esistente, parte del nostro mondo quotidiano. Un utensile comunemente usato in casa, come un martello, un matterello o uno spremiagrumi, può quindi diventare matrice o strumento per generare un inedito concept, privo di una funzionalità specifica, ma che possiede in sé un valore puramente estetico. Gli studenti, durante questo workshop, si sono avvicinati alla definizione formale e concettuale dell’oggetto progettato, realizzando dapprima ed esclusivamente a mano una serie di schizzi di studio, per poi verificare i limiti e le potenzialità della loro idea lavorando su modelli prevalentemente in argilla. La finalità del workshop è di far apprendere agli studenti come utensili e stampi, anche quelli comunemente utilizzati nel processo di lavorazione della ceramica, possano trasferire delle peculiarità all’oggetto generato. Il manufatto finale, infatti, sarà caratterizzato da texture, forme e colori che vanno a reinterpretare, nella contemporaneità, la tradizionale produzione dell’azienda. The traditional processes for making ceramics can offer new ideas for design. Ceramic as a material can be reinterpreted starting from the formal identity of an existing object, something from our everyday world. A utensil commonly used in the home, such as a hammer, a rolling pin or a juice squeezer, can become a matrix or a tool to generate an original concept, that does not have a specific function, but is the carrier of a purely aesthetic value. During this workshop, the students developed the formal and conceptual definition of the object they designed; first they made exploratory sketches by hand, then verified the limits and potential of their ideas by working on models made prevalently out of clay. The objective of the workshop was to teach the students that utensils and moulds, even the ones used traditionally to make ceramics, can transfer some of their characteristics to the objects they generate. The final artifact will display textures, forms and colours that reinterpret the traditional production of this manufacturer in a contemporary key.
in collaborazione con/in collaboration with rometti
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Design e territorio/Design and the territory
titolo workshop workshop title
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Gruppo/Group 01 Metropoli
/punto di vista/croupier
Tre oggetti frutto della sperimentazione sulle texture: un vaso Metropoli, in due versioni, realizzato partendo dalla traccia di un martello battuto sull’argilla; una tazza trasformata in tasca portaoggetti con il manico/appendino; Croupier, una fruttiera realizzata attraverso l’impressione della base di una teiera sull’argilla. I colori, quelli più utilizzati dall’azienda, spaziano dal rosso al bianco, al nero, mentre la finitura è a tempera acrilica ricoperta da un velo di resina colorata o trasparente.
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Design e territorio/Design and the territory
Three objects created out of experimentation on texture: the Metropoli vase, in two versions, conceived on the basis of the marks left by a hammer when it hits the clay; a cup used as a pouch to hold objects, complete with the handle/hook; Croupier, a fruit-bowl made by pressing the base of a teapot on clay. The colours, among those prevalently used by the company, range from red to white to black, finished with acrylic tempera coated thinly with coloured or transparent resin.
Ceramiche contemporanee e Identità storica/Contemporary Ceramics and Historical Identity
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Gruppo/Group 02 cin cin/fish/cousine Usando come stampo un tradizionale cavatappi, si genera un “gancio” in argilla che, ripetuto e appeso a una struttura, funge da paralume. Con il medesimo principio nasce Fish, un vaso creato dallo stampo di uno spremiagrumi, la cui texture ricorda le squame di un pesce. La scelta cromatica uniforme nella lampada e nel vaso, nei quali un elemento rosso evidenzia il modulo generatore, viene infranta con Cuisine, centrotavola generato da un mattarello, nel quale si sperimenta il colore verde.
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Gruppo/Group 03 FLOWLIGHT/OPTICAL/SOFT EMOTION
Using a traditional corkscrew as a mold, the result is a clay “hook” that can be reproduced and hung onto a structure to serve as a lampshade. The same principle underlies the making of Fish, a vase created using an orange squeezer as a mold, with a texture that looks like fish scales. The uniform choice of color used for the lamp and vase, in which a red element highlights the module that generated them, is broken by Cuisine, a centerpiece derived from a rolling pin, which experiments with green.
Design e territorio/Design and the territory
Una lampada con apertura a “calla” nasce dalle pressioni esercitate sulla creta con una pinza da cucina e un vaso optical per fiori finti è caratterizzato da una texture creata con una spazzola. In Softemotion, centro tavola contraddistinto da una texture realizzata con il beccuccio di una caffettiera, la ceramica abbandona le sue caratteristiche per assumere la parvenza di un tessuto morbido. Nei tre casi la scelta del bianco puro o associato a nero e rosso, valorizza per contrasto la plasticità degli oggetti.
A lamp that opens like a “calla” flower is created from the pattern impressed by a kitchen tong on clay, and an optical vase for artificial flowers is distinguished by the texture created with a spatula. In Softemotion, a centerpiece for the table with a texture made by the spout of a coffee-maker, ceramic abandons its characteristics to look like a soft fabric. In all three cases, the choice of pure white, or white associated with black or red, enhances by contrast the plastic quality of the objects.
Ceramiche contemporanee e Identità storica/Contemporary Ceramics and Historical Identity
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Gruppo/Group 04 MESH/OPS/WOH Una vite che scorre sulla creta, il filtro da caffé della moka e una spazzola diventano i generatori di tre oggetti, rispettivamente, un deumidificatore per termosifone con una texture doppia ondulata, un’oliera composta di tre parti estraibili identiche e impilabili e uno svuota tasche realizzato partendo dalla texturizzazione del materiale tramite una spazzola con setole in ferro. Nei tre oggetti, il trattamento di finitura a contrasto opaco/lucido è teso a valorizzare le caratteristiche texture.
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Gruppo/Group 05 SAKURA/PANDORA/SANDY
A screw running across the clay, a coffee filter and a hairbrush become the point of departure for three different objects, respectively, a radiator humidifier with a double-wave texture, an oil cruet with three identical and stackable parts and a bowl to empty your pockets, made by texturing the material with a hairbrush with steel bristles. In the three objects, the finish treatment creates a contrast between matte and glossy to enhance their textures.
Design e territorio/Design and the territory
Due posate da insalatiera usate come stampo per portasalse assemblati come i petali dei fiori di ciliegio (sakura); un coprivaso la cui texture, ad andamento curvilineo, nasce dall’impressione di uno spargi miele sulla creta; un posacenere generato da un comune sbattiuovo. I colori, nel primo caso arancio per l’interno e bianco per l’esterno, nel secondo bianco arancio, nero e blu e infine nero e arancio, confermano l’intenzione di valorizzare gli elementi e le texture degli oggetti.
Two salad servers used as a mold for sauce bowls assembled like the petals of a cherry blossom (sakura); a planter with an undulating texture obtained by rolling a honey dipper over the clay; an ash-tray generated from a common egg-beater. The choice of color, in the former orange on the inside and white on the outside, in the second case orange, black and blue and in the latter black and orange, confirm the intention of enhancing the basic elements and the texture of the objects.
Ceramiche contemporanee e Identità storica/Contemporary Ceramics and Historical Identity
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Ceramica luogo della sperimentazione/ Ceramics as a place for experimentation Enrico Azzimonti con/with Nicola Turrini e/and Elisabetta Di Bucchianico
01
Francesca Ferretti/Camilla Rossi/ Lucia Salaroli
02
Pamela Manieri/Nicole Santini/ Valentina Tosi
03
Giacomo Bracci/Riccardo D’Amato/ Sebastiano Mandruzzato
04
Filippo Fiumani/Luca Ortolani/ Alessandro Valenti
05
Mariana Galeazzi/Marta Montesi/ Patrick Suriani/Elisa Vigorosi
Sperimentare una originale “fusione con la ceramica” attraverso l’analisi di materiali tecnologici utilizzati nell’ambito produttivo industriale. La finalità del workshop è quella di generare nuove visioni di concetto che gettino le basi per un’unione formale e materica, estetica e funzionale, capace di coinvolgere le caratteristiche tecniche ed estetiche della ceramica. Gli studenti, analizzando prodotti e oggetti ceramici, non prettamente legati al mondo della tradizione, hanno verificato l’esistenza di diverse applicazioni funzionali del materiale nei più svariati ambiti produttivi. Da qui lo start up per ipotizzare nuovi scenari di utilizzo della ceramica insieme ad altri materiali e con tecniche produttive differenti. Le nuove proposte concettuali sono state sviluppate con schizzi e disegni tecnici, attraverso un percorso che ha portato alla definizione di progetti dove la ceramica è struttura, superficie, finitura e tecnologia. Oggetti della quotidianità in una nuova veste materica ed estetica nei quali i processi produttivi consueti per questo materiale si mescolano con quelli industriali dei metalli, dei conglomerati naturali e dei polimeri di sintesi. To explore an original “fusion with ceramic” through the analysis of the technological materials used in industrial production. The objective of the workshop is to generate new conceptual visions that create the foundations for a formal and material, aesthetic and functional union, that can engage the technical and aesthetic properties of ceramics. The students analyzed products and objects made out of ceramic that were not directly related to tradition, and verified the existence of many functional applications of this material in a wide range of industrial fields. Hence the start up to imagine new scenarios for the use of ceramics in combination with other materials and different production processes. The new concepts were developed in sketches and technical drawings, in a process that led to the development of projects in which ceramic serves as structure, surface, finish or technological process. Everyday objects with a new material and aesthetic look in which traditional production processes for this material blend with the industrial processes of metals, natural conglomerates and synthetic polymers.
in collaborazione con/in collaboration with rometti
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Design e territorio/Design and the territory
titolo workshop workshop title
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Gruppo/Group 01
Gruppo/Group 02
seduta stretch
acca
L’ispirazione progettuale per Seduta Stretch nasce dalla contrapposizione tra due proprietà fisiche: la rigidità e la flessibilità. La forma sferica della seduta – realizzata tramite colaggio e che sfrutta la resistenza strutturale della ceramica – si contrappone infatti alla rigidità del gres smaltato, così come il piano sezionante la sfera, apparentemente rigido, è realizzato invece con un tessuto elasticizzato di poliestere trattenuto da un anello in multistrato.
Il progetto nasce dalla volontà di risolvere una delle problematiche comuni legate alle piastrelle, come la superficie resa scivolosa dall’acqua. La trama della fuga, elemento decorativo e non più solo elemento di unione, diventa sede per accogliere gomma siliconica che, creando attrito, funge da grip antiscivolo. Le fughe, l’elemento caratteristico del progetto, che si intersecano nel modulo creando forme che ricordano la lettera H dell’alfabeto, diventano così un elemento decorativo.
The project was developed with the intent to solve one of the most common problems with ceramic tile, the slippery surface of tiles when wet. The pattern of the joint, a decorative element and not just a simple element joining the tiles, becomes a groove for silicone rubber to create friction and serve as a non-slip grip. The joints, which are the characteristic element of the project, intersect in the module to create forms that look like the letter H, and turn into a decorative element.
The design inspiration for the Stretch Chair was based on the contrast between two physical properties: stiffness and flexibility. The spherical shape of the chair – made by pouring the ceramic to exploit its structural strength – contrasts with the stiffness of enameled grès, just as the plane that cuts the sphere, only apparently rigid, is made out of an elasticized polyester fabric held in place by a plywood ring.
wave
trinomio Nato dall’idea della nicchia, struttura cava con scopo contenitivo, è una rivisitazione del concetto del contenere reinterpretato con un linguaggio contemporaneo. La mensola, monoblocco realizzato in gres smaltato, propone due differenti modalità di utilizzo: tramite appoggio degli elementi ed inserimento nei vani. Le tre nicchie sono rivestite internamente da ABS nero lucido e fissate a muro grazie a due inserti in MDF.
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Based on the idea of a niche, a hollow structure made to store things, this is a reinterpretation of a storage concept in a contemporary language. The shelf, a block made out of enameled grès, can be used in two different ways: either by placing elements on it or putting things into it. The three niches are coated on the inside with polished black ABS and fastened to the wall with two MDF parts.
Design e territorio/Design and the territory
La mensola nasce dalla volontà di definire un piano di appoggio reinterpretando al contempo il concetto di nicchia, unendo la “morbidezza” e l’opacità della ceramica alla trasparenza del cristallo. Il modulo è composto da tre parti: il piano in cristallo temperato e due nicchie in ceramica che formano un ulteriore vano contenitore oltre a conferire all’oggetto una linea fluida e morbida. Il fissaggio a muro avviene tramite due agganci, con viti, in acciaio cromato.
The shelf is based on the intent to offer a base while reinterpreting the concept of niche, working with the “softness” and opacity of ceramics and the transparency of glass. The module consists in three parts: the tempered glass shelf and the two ceramic niches that offer additional storage space and confer softness and fluidity to the design of the object. It is fastened to the wall by two chromeplated steel supports with screws.
Ceramica luogo della sperimentazione/Ceramics as a place for experimentation
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Gruppo/Group 03 LIGHT-CUBE
screw
La lampada da giardino nasce da una ricerca sulla semplificazione delle forme, e dall’idea di far convivere due materiali differenti attraverso l’unione di due elementi attorno a una fonte luminosa. Due i materiali utilizzati nel progetto, porcellana e dibond: quest’ultimo leggero e resistente, nel cubo, è un pannello composito costituito da due lamine in alluminio di spessore 3 mm con un nucleo in polietilene, mentre il diffusore è in bisquit di porcellana traslucida del tipo Ice.
This garden lamp is based on research into the simplification of forms, and on the idea of making two different materials coexist by uniting two elements around a light source. The project uses two materials, porcelain and dibond: the latter is lightweight and resistant, and in the cube it is used as a composite panel made of two sheets of 3mm thick laminated aluminium with a polyethylene core, while the shade is made out of translucent Ice type porcelain bisquit.
L’idea che è alla base del progetto scaturisce dall’osservazione dell’attacco a vite delle lampadine. Il rimando è evidente sia nella forma della lampada sia nella gestualità, che permette tra l’altro di regolare l’intensità luminosa dell’apparecchio. Nella lampada il materiale ceramico è stato utlizzato nella parte esterna come modulatore, tramite un movimento a vite, della intensità della luce, mentre l’interno, che contiene la lampadina, è in vetro. The idea underlying the project arose from the observation of the screw-in base of light bulbs. The reference is clear in both the form of the lamp and the gestures associated with it, which also make it possible to dim the light. In this lamp, the ceramic material was used on the outer surface to modulate the intensity of the light by turning the lamp like a screw, while the inside, which carries the light bulb, is made out of glass.
WORD WALL Il sistema di piastrelle si propone di coniugare in maniera innovativa, la grafica e la ceramica, sostituendo l’uso di vernici con quello della luce a led. Basato sulle variazioni di spessore del materiale e sulla sua interazione con la luce retrostante, Wordwall è composto da 5 moduli orientabili a comporre un codice grafico. La piastrella è realizzata in gres porcellanato che posto in posizione, con basso assorbimento all’acqua e alta resistenza ad agenti chimici, consente il passaggio omogeneo della luce. This ceramic tile system is made to wed graphic design and ceramic in an innovative way, by using LED lights instead of paints. Based on variations in the thickness of the material and its interaction with the light behind it, Wordwall is made with 5 modules that can be oriented to compose a graphic code. The tile is made out of porcelain grès, whose properties – low level of water absorption and high resistance to chemical agents – allow the light to shine through homogeneously.
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Design e territorio/Design and the territory
Ceramica luogo della sperimentazione/Ceramics as a place for experimentation
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Gruppo/Group 04
Gruppo/Group 05
CROSS CHAIR
hotline
ginko
Questa seduta, con struttura portante realizzata in lamine di multistrato, rivisita il concetto di comfort e cerca linearità e armonia tra struttura e materiali. Cross Chair è realizzata in gres smaltato – scelto sia per le caratteristiche estetiche che strutturali – che è dunque rivestimento della seduta ma anche parte strutturale, quando accoppiata con una lastra di acciaio.
Elettrodomestico pratico e di dimensioni ridotte, in grado di preservare il calore dei cibi appena cotti, passando dal piano cucina al tavolo da pranzo. Due zone in grado di sprigionare intensità di calore differenti sfruttano un sistema innovativo di piastre siliconiche capace di gestire temperature da 10° a 40°C, con un alimentatore a basso consumo. I materiali impiegati sono gres semirefrattario smaltato e vetroceramica.
I pannelli modulabili, che uniscono l’aspetto decorativo al recupero di energia elettrica da luce solare, nascono come alternativa alle coperture vegetali da esterno. I componenti-foglia, che si rifanno al Ginko Biloba, sono ricoperti da una vernice fotovoltaica che assorbe le radiazioni luminose e le trasforma in energia elettrica. Attraverso piattine di rame, poste su tutta la superficie della foglia, l’energia raccolta si convoglia su una guida che la immette nell’impianto principale.
This chair, whose bearing structure is made out of plywood laminate, reinterprets the concept of comfort, while pursuing a linear and harmonious relationship between the structure and the materials. Cross Chair is made out of enameled grès – chosen for its aesthetic and structural characteristics – which is therefore a cover for the chair, but coupled with a steel plate, it is also a structural element.
A practical compact home appliance, that can keep freshly cooked food warm, as it is moved from the kitchen counter to the dining room table. Two sections that can heat at different temperatures rely on an innovative system of silicone plates that can handle temperatures between 10°C and 40°C, with a low-energy power unit. The materials include semi-refractory enameled grès and glass ceramic.
These modular panels, which bring together decoration and solar power, were made to provide an alternative to outdoor greenery panels. The leaf-components, which are inspired by the Ginko Biloba, feature a photovoltaic coating that absorbs the radiation of the sun and transforms it into electrical power. Using flat copper ribbon, laid across the entire surface of the leaf, the energy that accumulates is conveyed along a track to the main system.
pudhas
waiting chair Ogni giorno tutti noi, per stanchezza o per attendere qualcuno compiamo il gesto di appoggiarci con le spalle al muro e le gambe lievemente piegate. Pensata e modellata per seguire la linea del corpo durante l’appoggio a muro, riducendo lo sforzo sulle gambe, Waiting chair sfrutta l’appoggio senza bisogno di sostegni. In gres smaltato, materiale pratico per la pulizia, è adatta all’attesa nei luoghi pubblici. Every day we get tired of waiting for someone, and fall back on the gesture of leaning our shoulders against the wall on slightly bent knees. Conceived and shaped to accompany the position of the body when leaning against a wall, and to take the weight off our legs, Waiting Chair exploits the leaning position with no need for support. Made out of enameled grès, a material that is easy to clean, it can be used for waiting in the public places.
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Design e territorio/Design and the territory
Pudhas è un totem in ceramica, costituito da tre moduli filtranti impilati, pensato per la depurazione dell’acqua piovana ad uso domestico, per un utilizzo in parchi e giardini o per zone rurali non servite da acqua corrente. La ceramica è stata scelta come elemento strutturale e tecnologico: il filtro antibatterico infatti, rigenerabile con l’esposizione solare e trattato con polimeri plastici, elimina batteri patogeni, cloro e odori sgradevoli oltre a filtrare le impurità in sospensione. Pudhas is a ceramic totem, made of three stacked filtering modules, conceived to purify rainwater for domestic use, for watering parks and gardens, or for rural areas that do not have running water. Ceramic was chosen as a structural and technological element: the antibacterial filter can be regenerated by exposing it to the sun and treating it with plastic polymers; it can eliminate pathogenic bacteria, chlorine and unpleasant odors, and can filter suspended particles.
Ceramica luogo della sperimentazione/Ceramics as a place for experimentation
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Ripensare l’erogatore di bevande/ Reconsidering beverage dispensers Günther Kuhn con/with Lorenzo Antonini
01
Catia Ceppitelli/Romina Mangani Andrea Giacomo Nanni/Carlo Santarossa
02
Pietro Garofalo/Eva Mondaini/ Carlo Vecchiola
03
Martina Betti/Emanuele Bruscoli/ Andrea Ceccaroni/Alberto Laghi
04
Ugo Bosco/Alessandro Facchin/ Carlo Ronchi/Carlo Rotunno
05
Giuseppe Digeronimo/Matteo Leone/ Raffaele Santarini
06
Filippo Giacomo Barozzi/G. Marco Codato/ Federica Gagliotta/Lara Gioppato
Il progetto degli spillatori di bevande non è tema facile e pare non lasciare grande libertà in termini progettuali: i prodotti sul mercato, di aspetto tradizionale, si assomigliano tutti. All’inizio del workshop, William Guerra ha presentato SIPP, azienda sammarinese produttrice di colonne e spillatori di bevande. Definiti cinque gruppi di studenti e cinque argomenti – bere insieme: parte sociale; il bisogno del bere: la sete; il servizio: il locale, il cameriere; i materiali; il marchio: la comunicazione – ognuno ha svolto un brainstorming sui temi prescelti, avendo poi tempo per schizzare idee e concetti in totale libertà da un punto di vista formale. Successivamente gli studenti, divisi in gruppi, si sono confrontati sui risultati della fase precedente per procedere con ricerche formali e di materiale, producendo disegni, modelli di volume e render. Il gusto del bere deve essere accompagnato dal buon gusto formale, con questo obiettivo ho cercato di orientare gli studenti verso nuove idee e concetti, portandoli a fare un salto progettuale per creare spillatori di bevande applicando nuovi punti di vista, di usabilità e filosofie, in un mondo fortemente legato alla tradizione. I sei progetti presentati, infatti, interpretano diverse problematiche comuni al settore, rispondendo con originali proposte e dispositivi per riempire il bicchiere fino a immaginare nuovi modi per spillare la propria birra al tavolo. The project for a beverage dispenser is not an easy theme to address, and does not seem to offer much freedom in terms of design: the more traditional products on the market all look alike. At the beginning of the workshop, William Guerra presented SIPP, the company in San Marino that produces beverage towers and dispensers. Five groups of students and five issues were identified - drinking together: the social factor; the need to drink: thirst; the service: the bar, the waiter; the materials; the brand: communication – each group led a brainstorming session on their themes of choice, then took time to sketch the ideas and concepts freely, from a formal point of view. The students, divided into groups, then met to talk about the results of the preceding phase and then proceeded to research the forms and materials, producing drawings, volumetric models and renderings.The enjoyment of drinking must go hand in hand with good taste in form, and with this objective in mind I sought to direct the students towards new ideas and concepts, leading them to take a leap forward in the design process to create beverage dispensers from a new point of view, of usability and philosophy, in a world that is still rooted in tradition. The six final projects interpret different issues that are common to the field, responding with original proposals and devices for filling the glasses, to imagining new ways of tapping beer at the table.
in collaborazione con/in collaboration with sipp
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Design e territorio/Design and the territory
titolo workshop workshop title
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Gruppo/Group 01 liana The Liana project, in response to a brief to develop and rethink ways of dispensing beverages, presents an original system that changes the basic operative gesture: no longer is the glass brought to the machine, but the machine moves towards the glass. It works automatically: thanks to sensors located on the platform base, the machine records the weight of the container and identifies its capacity, so that it can be filled without the help of an operator.
Il progetto Liana, che nasce dalla richiesta di sviluppare e ripensare il metodo di spillatura delle bevande, propone un sistema inedito, non piĂš basato sul gesto di portare il bicchiere verso la macchina, ma facendo muovere la macchina verso il bicchiere. Lavorando in maniera automatica, grazie a dei sensori posizionati su una piattaforma di base, la macchina rileva il peso del contenitore e ne identifica la capacitĂ , riempiendolo di conseguenza senza il sussidio di un operatore.
90.00 15.50
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Design e territorio/Design and the territory
Ripensare l’erogatore di bevande/Reconsidering beverage dispensers
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Gruppo/Group 02 upstairs drinks
Gruppo/Group 04 Corno patrick
Il progetto nasce dalla duplice esigenza di migliorare il rapporto barista/cliente, migliorando la visibilità del gesto dello spillare, e di liberare lo spazio del bancone. Nasce così una struttura, essenziale nelle forme, che risponde ai bisogni del consumatore, e insieme, del lavoratore. Per dare risalto al marchio dell’azienda, lo spillatore è illuminato con fibre ottiche mentre schermi digitali riproducono il logo e creano animazioni solo quando questo è in funzione.
The project is based on the need to both improve the relationship between the bartender and the client, by giving greater visibility to the gesture of dispensing beer, and to clear space on the bar counter. The result is a structure, essential in its forms, that responds to the needs of the consumer and, at the same time, of the bartender. The dispenser uses optical fiber lighting to highlight the company brand, while digital monitors display the logo and create animations when it is in use.
Corno Patrick ha una duplice ispirazione: da un lato le forme sinuose delle curve armoniche, dall’altro un personaggio noto tra i bambini. Nel progetto queste forme vengono adattate alle esigenze tecniche degli spillatori comuni, incorporando la maniglia di spillatura nella curva. È stata pensata inoltre la possibilità di aggiungere allo spillatore una scocca autonoma e dunque disinfettabile separatamente, per permettere la personalizzazione dell’oggetto a seconda dell’identità aziendale.
Gruppo/Group 03
Gruppo/Group 05
firebeer
ve-spina
Firebeer nasce per offrire al cliente la possibilità di spillare autonomamente e gustare la propria birra al tavolo. Grazie a due serbatoi indipendenti si può scegliere tra due differenti varietà di prodotto. Una bombola a gas, che mantiene la pressione all’interno, consente di non perdere il gusto originario della bevanda, mentre una batteria al litio alimenta i led delle insegne luminose e il display centrale che, collegato a un misuratore di portata, visualizza la quantità di birra consumata.
Elementi geometrici di base come sfera, cilindro e cono, vengono accostati in modo da evocare, tramite forme elementari, il manubrio della Vespa Piaggio. Il sistema di spillatura appeso sopra il bancone libera lo spazio di lavoro sottostante. Lo spillatore dispone di due alloggi per i marchi: uno posizionato dentro una semisfera posta di fronte al corpo centrale, l’altro fissato sul profilo che sorregge la struttura. Entrambi i supporti sono facilmente intercambiabili.
Firebeer was developed to offer the customer the possibility of tapping and tasting his beer at the table by himself. Two independent tanks make it possible to choose between two different types of product. A gas tank, which maintains the pressure on the inside, preserves the original taste of the beer. A lithium battery powers the LEDs of the signs and the central display, which is connected to a gauge that visualizes the quantity of beer that has been tapped.
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Design e territorio/Design and the territory
Corno Patrick has two sources of inspiration: the sinuous forms of harmonic curves, and a famous cartoon character for children. In the project these forms are adapted to the technical requirements of common dispensers, incorporating the tap handle into the curved shape. An additional feature was the development of an independent shell for the dispenser that can be disinfected separately, and allows the object to be customized to reflect company identity.
Basic geometrical elements such as the sphere, the cylinder and the cone assemble elementary forms to suggest the image of the handlebars on a Piaggio Vespa. The dispensing system is suspended over the counter to leave the underlying space free. The dispenser features two spaces to display the brands: one is located inside a hemisphere in front of the central body, the other is fastened onto the element that supports the structure. Both the supports are easily interchangeable.
Ripensare l’erogatore di bevande/Reconsidering beverage dispensers
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Gruppo/Group 06 diamond Il punto di partenza del progetto è un ragionamento sulle difficoltà di modificare, in maniera semplice e accessibile a tutti, la tipologia dello spillatore. Diamond scaturisce da un unico modulo ottagonale modulare, che tramite un sistema ad incastro permette di creare forme differenti che si muovono nello spazio. L’evocazione di agglomerati di minerali preziosi si unisce a un grande effetto scenico.
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This project was based on considerations on how difficult it is to modify the type of dispenser in a simple and accessible manner. Diamond presents a single octagonal modular module, which snaps in to create different forms that can move through space. The reference to agglomerates of precious minerals is complemented by the powerful visual impact.
Design e territorio/Design and the territory
titolo workshop workshop title
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Usi differenti per una pellicola plastica/ NEW uses for plastic wrap Odoardo Fioravanti con/with Massimo Tentoni
01
Andrea Santicchia/Mario Scairato
02
Marino Cardelli/Massimo Gardella
03
Alice Dassi/Giulia Righi
04
Letizia Bartoloni/Giada Saliani
05
Francesca Merciari/Francesca Occhi
06
Anna Cantamessa/Marco Rosignoli
07
Giovanni Santoni/Francesco Toselli
08
Filippo Ceroni/Giacomo Drudi
09
Lorenzo Bargellini/Alessandro Pazzini
10
Vanessa Maestri/Damiano Paganelli
11
Luisa Battistella/Veronica Franco
La maggioranza delle imprese con cui un designer può interfacciarsi nella contemporaneità non è caratterizzata da una storia design oriented. Il caso più comune è quello in cui un’impresa di medie dimensioni, che per anni si sia cimentata nella produzione di una tipologia di prodotti, si trovi a chiedersi se con le stesse tecnologie e know-how sia possibile inaugurare nuovi percorsi, indagare nuove tipologie, istruire processi imprenditoriali innovativi. È una sfida per il designer, che non deve più pensare soltanto al “come” produrre, ma anche al “cosa” e persino al “perché” di un nuovo prodotto. Questo comporta il cambio dell’atteggiamento progettuale e la trasformazione da un’attitudine liquida a uno spirito quasi gassoso. L’eterodossia è il tema del workshop che coinvolge SIT, impresa leader nella produzione di film plastici per l’imballaggio di prodotti alimentari. Gli studenti sono stati guidati a immaginare nuovi utilizzi inusuali per le pellicole, partendo dalle tecnologie governate dall’azienda: stampaggio a rotativa, accoppiamento della plastica con l’alluminio etc. Questo ha fatto emergere una ricchezza di approcci diversi, tutti riferiti a un materiale che si è dimostrato essere pieno di virtù nascoste: la plastica si riscopre elettrostatica, conduttrice di elettricità, capace di schermare le onde elettromagnetiche, scivolosa etc. Così il materiale da imballaggio per alimentari entra a pieno titolo nella tridimensionalità, divenendo l’anima di oggetti diversissimi. Most of the companies that a designer can work with in the contemporary age do not have a design-oriented history. The most common case is the medium-size company, which has manufactured a specific typology of product for many years, and hopes that this technology and know-how can be used to inaugurate new directions, to explore new typologies, to develop innovative entrepreneurial processes. This is a challenge for the designer, who is called upon to figure out not only “how” to produce, but also “what” to produce and even “why”. This involves a change in the approach to design and a shift from a liquid attitude to an almost gaseous spirit. Heterodoxy is the theme of the workshop with SIT, a leader in the production of plastic wrap for food products. The students were asked to imagine new and unusual uses for plastic wrap, based on the technologies familiar to the company: rotational moulding, coupling of plastic and aluminium, etc. This led to a wealth of different approaches, all involving a material that conceals a richness of hidden virtues: plastic discovers that it is electrostatic, that it can conduct electricity, that it can screen electromagnetic waves, that it is slippery, etc. Therefore this food packaging material becomes fully three-dimensional, and lies at the heart of a wide variety of objects.
in collaborazione con/in collaboration with sit
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Design e territorio/Design and the territory
titolo workshop workshop title
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Gruppo/Group 01 easy metal
Gruppo/Group 03 husH
Easy Metal deriva da uno studio sull’estetica e sulle proprietà fisiche dei materiali plastici. Valorizzando la capacità di riflettere la luce e di isolare dall’irraggiamento termico sono nate alcune tipologie di tendaggi che esaltano il materiale e creano giochi di luce con fonti luminose. Il risultato di questo processo: un intreccio di lamine di pellicola, dei tubolari di pellicola elastici e una fisarmonica di pellicola accoppiata con polietilene, effetto carta/alluminio.
Easy Metal derives from a study on the aesthetics and the physical properties of plastics. By highlighting the capacity for reflecting light and insulating from thermal radiation, several types of curtains were developed to enhance the material and to create lighting effects with different sources. The result of this process: a fabric woven out of plastic strips, elastic tubes made out of plastic wrap and a pleated sheet of plastic wrap coupled with polyethylene, a paper/aluminium effect.
Il progetto, che parte dalle caratteristiche del materiale (flessibilità, impermeabilità, deformabilità e leggerezza), interpreta l’uso della plastica in modo innovativo per realizzare un sistema per pareti insonorizzate. In alternativa ai metodi tradizionali di divisione degli ambienti, Hush coniuga la tradizione dei tessuti e delle cuciture fatte a mano con la pellicola di plastica. Facili da montare e accoppiare, i quadrati, uniti da velcro, sono imbottiti in cotone e fissati a parete.
The project, which is based on the characteristics of the material (flexibility, waterproofing, deformability and light weight) uses plastic in an innovative way to create a system for soundproofing walls. An alternative to traditional methods for dividing spaces, Hush transfers the tradition of hand-sewn fabrics to plastic wrap. Easy to assemble and to couple, the squares are held together with Velcro, padded with cotton and fastened to the wall.
Gruppo/Group 02 nuvola mossa L’idea di una libreria-contenitore non convenzionale è concepita pensando al minimo ingombro visivo della pellicola e all’esempio paradigmatico della libreria Nuvola Rossa di Vico Magistretti. Il desiderio di rendere omaggio a questo Maestro del design italiano ha fatto scaturire un progetto fondato sulla struttura portante usata nelle comuni scale a pioli. Attraverso i pioli la pellicola si snoda generando una sorta di strada o catena, personalizzabile dall’utente.
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The idea of an unconventional bookcase-storage unit was conceived by envisioning the minimal visual impact of plastic wrap on the paradigmatic example of the Nuvola Rossa bookcase by Vico Magistretti. The desire to pay tribute to this Master of Italian design led to a project based on the bearing structure commonly used in ladders. The plastic wrap unfurls through the steps of the ladder to create a sort of street or chain, that can be custom-made by the user.
Design e territorio/Design and the territory
Usi differenti per una pellicola plastica/New uses for plastic wrap
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Gruppo/Group 04 green pocket Le piante sono disposte all’interno della fioriera in plastica in modo che ognuna cresca in una singola tasca, collegata alle contigue da uno spazio continuo, unito al centro della struttura. Tale disposizione favorisce un sistema di annaffiatura dall’alto che sfrutta la discesa per gravità e il movimento a zig-zag. Una serie di occhielli e ganci, posizionati sul bordo della fioriera, consente la realizzazione di giardini verticali.
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Design e territorio/Design and the territory
The vegetation is planted inside this plastic flower planter in individual pockets, connected to the adjacent ones by a continuous space running through the center of the structure. This disposition makes it easier to water the plants from the top, relying on the pull of gravity and the zig-zag motion. A series of buttonholes and hooks, located along the edges of the planter, make it possible to create vertical gardens.
Usi differenti per una pellicola plastica/New uses for plastic wrap
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Gruppo/Group 05
Gruppo/Group 07
ivy
gioco con poco
Il progetto muove dalle caratteristiche di resistenza meccanica della plastica e dall’idea di associare un materiale artificiale al mondo della natura, e del giardinaggio, per contrapporre due diverse estetiche. Ivy è un foglio di pellicola ripiegato, forato e appeso, capace di generare una rete di pieni e di vuoti ideale per costruire un tendaggio vegetale. La base di questa tenda, infatti, accoglie la terra e le radici delle piante che si inerpicano, intrecciandosi.
Una riflessione sull’estrema povertà del materiale e sulla produzione su grande scala, che consente costi molto bassi, ha ispirato Gioco con poco, un semplice gioco per bambini che – prendendo spunto dai laboratori creativi di Bruno Munari – è costituito da una bobina di pellicola trasparente e da un manuale per suggerire soluzioni divertenti realizzabili con semplici oggetti comuni. Un cestino, un manico di scopa o uno stendino diventano tamburi, case-gioco e bandiere, stimolando la fantasia e la creatività.
The project begins with plastic’s properties of mechanical resistance and the idea of associating an artificial material and the world of nature and gardening, to create a dialogue between two different aesthetics. Ivy is a hanging sheet of folded plastic wrap, with holes punched into it, that can generate a network of solids and voids ideal for creating a plant curtain. The base of this curtain holds the earth from which the roots of the plants climb upwards and interweave.
A reflection on the extreme poverty of the material and on its large-scale production, which makes it very inexpensive, inspired Gioco con poco, a simple game for children which – taking its cue from Bruno Munari’s creative workshops – relies on a roll of plastic wrap and a handbook that suggests fun solutions using simple everyday objects. A trash can, a broomstick or a laundry rack can turn into a drum, a playhouse or a flag, stimulating the imagination and creativity.
Gruppo/Group 06 tumbler bag Gli imballi alimentari dopo l’apertura diventano rapidamente rifiuti da smaltire. Da qui Tumbler Bag: un sacco per rifiuti progettato per essere realizzato in plastica alimentare. Un sacco-origami che è una riflessione sul riciclaggio e sulla responsabilità ambientale delle aziende. Due bordi elastici consentono la chiusura a rilascio nella parte superiore creando un minimo ingombro. Adatto a essere installato a muro o nei pensili, rappresenta un piccolo messaggio contro gli sprechi.
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After it is opened, food packaging rapidly becomes a waste product to be thrown away. This was the reason behind Tumbler Bag: a trash bag designed to be made out of plastic for foodstuffs. An origami-bag that is also a reflection on recycling and on the environmental responsibility of manufacturers. Two elastic edges snap the top edge shut, and keep it tight to the wall. Easy to install on the wall or in kitchen cabinets, it is a whispered message against waste.
Design e territorio/Design and the territory
Usi differenti per una pellicola plastica/New uses for plastic wrap
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Gruppo/Group 08
Gruppo/Group 10
gills
elec-tree
Il progetto prende le mosse dallo studio dei giochi di luce provocati dalla superficie metallica della pellicola e da una riflessione su una performance capace di trasformare la struttura della lampada. Grazie a una struttura mobile, Gills induce suggestivi effetti luminosi. Con un semplice gesto, si modifica la forma della lampada cambiandone l’intensità d’illuminazione.
Il foglio accoppiato di polietilene e alluminio ha mostrato caratteristiche inaspettate e interessanti come la possibilità di condurre l’elettricità. Da questa “capacità nascosta” è stato sviluppato un progetto capace di valorizzare proprio un’applicazione alternativa del materiale. Elec-tree è una decorazione luminosa da disporre sulle pareti per animare gli ambienti. L’albero è soltanto un pretesto grafico per esemplificare un segno altamente riconoscibile.
The project is inspired by the study of the effects that light creates on the metallic surface of plastic wrap, and considerations on the performance that can transform the structure of the lamp. Thanks to its moving structure, Gills creates suggestive lighting effects. A simple gesture can modify the shape of the lamp thereby changing the intensity of the light.
The coupled polyethylene and aluminium sheet demonstrates interesting and unexpected properties, such as the ability to conduct electricity. This “hidden property” was cultivated for a project that develops an alternative application for this material. Elec-tree is a lighting decoration made to hang on the wall and liven up a space. The tree is simply a graphic pretext, used as an example for a recognizable sign with visual impact.
Gruppo/Group 09 esoscheletro Ispirata alle strutture ossee e alle gabbie toraciche, Esoscheletro produce interessanti giochi chiaroscurali proiettando forme sempre diverse negli ambienti per effetto della riflessione della superficie interna laminata in alluminio. Con un esito visivo che varia a seconda dell’angolazione dalla quale la si osserva, suggerisce un forte dinamismo è ed indicata come luce d’ambiente. Inspired by bone structures and rib cages, Esoscheletro offers interesting effects of light and shadow by projecting changing shapes into the space thanks to the reflections against the inner surface, laminated in aluminium. The visual effect varies depending on the angle from which it is viewed, offering a dynamic lighting effect, recommended for ambient lighting.
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Design e territorio/Design and the territory
Usi differenti per una pellicola plastica/New uses for plastic wrap
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Gruppo/Group 10 cliff Il progetto si è sviluppato da una scoperta casuale: un cellulare avvolto in una pellicola di alluminio perde il campo e resta isolato dalla rete. Approfondendo l’argomento abbiamo trovato conferma della capacità protettiva della pellicola che fa da scudo alle onde elettromagnetiche. Cliff, un tendaggio da posizionare al di sopra del letto dei bambini, come una semplice zanzariera, consente di ridurre di un terzo la quantità di onde a cui i bambini sono esposti ogni giorno. The project developed around a casual discovery: a mobile phone wrapped in aluminium foil loses signal reception and is cut off from the network. As we investigated the issue, we found confirmation of the protective properties of foil, which can be used as a shield against electromagnetic waves. Cliff is a tent that can be hung over children’s beds, like mosquito netting, reducing the daily exposure of children to these waves by one third.
Gruppo/Group 11 memory Il film plastico di polietilene utilizzato normalmente in ambito alimentare ha stimolato l’idea di un ricettario plastificato, resistente alle macchie e all’usura, cui si è aggiunta una valutazione sugli storici Piatti del buon ricordo. Il progetto rappresenta un sistema che associa i luoghi di ristoro nel segno di una nuova cultura del cibo. Nei ristoranti che aderiscono a Memory sono diffuse tovagliette plastificate, collezionabili, che raccontano la preparazione di un piatto.
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Design e territorio/Design and the territory
The plastic polyethylene film usually used for foods inspired the idea of a plastic-laminated recipe book that would be stain-proof and durable, enhanced by considerations on the historic “Piatti del buon ricordo”, souvenir plates distributed by selected restaurants. The project develops a system for an association of restaurants in the name of a new food culture. The restaurants that join the Memory system will distribute collectible laminated placemats that highlight the recipe for a speciality dish.
Usi differenti per una pellicola plastica/New uses for plastic wrap
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Sistema di espositori per mostre universitarie/ System of display units for university class-work Gabriele Toneguzzi con/with Marco Paolini
01
Valerio Mistura/Licia Sanges
02
Ilaria Cudicio/Lucia Del Zotto
03
Federico Cortesi/Giulio Mazzanti/ Mirko Montanari
04
Giulia Bertani/Ilaria Ruggeri/ Giacomo Scarcello/Claudia Segato
05
Valentina Croci/Virginia Fraternali/ Ylenia Luca/Elisa Papili
06
Nicolas Battistin/Ezio D’Onghia/ Giada Luzi
07
Chiara Belardinelli/Marianna Lani/ Ambra Mainardi/Martina Perazzini
Il tema del workshop risponde all’esigenza di pensare un sistema di allestimento versatile a basso costo realizzativo, utile sia alla esposizione dei lavori di tesi, sia ad allestimenti di mostre temporanee. Il “concetto ordinatore” del sistema muove dalla volontà di realizzare elementi altamente integrabili tra loro, non rigidi né omogeneizzati, da eseguire tramite l’utilizzo di due materiali a struttura alveolare forniti dall’azienda Tonelli: Aston ed Ecopan. L’approccio progettuale ha indirizzato gli studenti, divisi in gruppi operativi, verso un uso “onesto” del materiale utilizzato nella sua forma grezza, tenendo conto della sua struttura intrinseca e dei potenziali effetti luminosi generabili. Qualora necessario, l’accostamento con altri materiali di natura semantica differente, è stato operato evitando perniciose operazioni di camouflage sovente eseguite dai più in nome di una malintesa coerenza sintattica degli insiemi. Da un punto di vista formale si è lavorato tanto su configurazioni geometriche quanto su forme organiche suggerite dalla natura del materiale stesso, valorizzato nelle sue potenzialità espressive. Lontano da modalità paludate, il ripensamento del sistema allestitivo è proceduto in parallelo con una seconda riflessione che ha interessato il significato del tema di ex-porre insieme a una concreta attenzione alla sostenibilità, che ha imposto forti limitazioni agli sfridi di materiale vincolando il riuso degli stessi. The theme of the workshop responds to the need to design a versatile exhibition system that is also inexpensive to produce, and can be used to exhibit theses projects, or to set up temporary exhibitions. The “ordering concept” of the system is based on the conception of elements that can be successfully integrated, neither rigid nor standard; they were to be made out of two materials with a honeycomb structure provided by the manufacturer Tonelli: Aston and Ecopan. The design approach directed the students, divided into groups, to use the material “honestly”, maintaining it in its raw form, taking into account its intrinsic structure and the lighting effects that it can potentially generate. When necessary, other materials of a different semantic nature were added, avoiding the pernicious processes of camouflage often adopted to achieve a misguided syntactic coherence of the whole. From a formal point of view, both geometric and organic configurations were explored, suggested by the nature of the material itself, to highlight its expressive potential. Taking due distance from excessive complication, the reconsideration of the exhibition system proceeded parallel with further considerations on the theme of ex-position along with specific attention to sustainability, putting significant constraints on the amount of waste material, which as part of the program had to be reused.
con il sostegno di/with the support of tonelli
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Design e territorio/Design and the territory
titolo workshop workshop title
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Gruppo/Group 01 armadillo Sistema espositivo versatile che sfrutta le caratteristiche principali del materiale a struttura alveolare Aston, estensibile a trazione. Il sistema è costituito dall’espositore verticale per elaborati e dal tavolo per l’esibizione dei modelli, entrambi composti da una struttura portante in metallo e filo da pesca che sorregge e tende i pannelli alveolari di cartone. Il manuale di istruzioni inserito nel kit, guida l’installatore nella realizzazione dell’espositore.
A versatile exhibition system that exploits the primary characteristics of Aston, a material with a honeycomb structure, which stretches in traction. The system is composed of a vertical exhibition panel for drawings and a table to display models, both made out of a metal bearing structure and fishing line that holds and stretches the cardboard honeycomb panels. The handbook included in the kit offers instructions on how to assemble the exhibition system.
Gruppo/Group 02 fior di aalto Il tavolo Fiori di Aalto prende ispirazione dai vasi dell’architetto finlandese omonimo. Il progetto che si pone come obiettivo di sfruttare la plasticità dell’Aston, si fonda sulla modellabilità del piedistallo. Realizzato in tubolare metallico pieno e forato in dodici punti, rivestito esternamente con il cartone può esser infatti sagomato di volta in volta, grazie alle 50 aste modulari assemblabili in modi diversi. Il piano in plexiglas permette la vista dall’alto sulla struttura.
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Design e territorio/Design and the territory
The Fiori di Aalto table is inspired by the vases of the great Finnish architect. The purpose of the project is to exploit the plastic qualities of Aston panels. The basic principle is the possibility of shaping the pedestal. Made out of solid metal tubing with holes punched in twelve places, it can be shaped as desired thanks to the cardboard sheathing on the outside, and the 50 modular rods that can be assembled in many different ways. The Plexiglas tabletop makes it possible to see the structure from the top.
Sistema di espositori per mostre universitarie/System of display units for university class-work
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Gruppo/Group 03
Gruppo/Group 05
mamba
totem
L’espositore, grazie alla sua naturale attitudine alla deformazione, è stato pensato per ambienti espositivi in costante variazione. Mamba è composto da due elementi: uno a terra che grazie a un intelaiatura in alluminio (dotata di maniglie interne) può essere facilmente spostato o cambiare forma solo sostituendo il telaio; l’altro, verticale, composto da una parete in Aston alta 180 cm, di spessore 5 cm con elementi strutturali/divisori in tubolare metallico, fissati con un sistema a vite.
Totem, realizzato in Ecopan, è stato concepito come uno scatolone da utilizzare per l’esposizione, in verticale, delle tesi universitarie, normalmente presentate in formato A1. Posizionato su una pedana, è sostenuto da una struttura interna mentre tre sgabelli a incastro sono pensati per reggere oggetti tridimensionali. Un gioco ad incastro, nello spessore del Totem, permette il posizionamento sporgente o rientrante degli elaborati su pannelli di Ecopan. Totem, made out of Ecopan, was conceived as a box to use for a vertical display of university theses, which are usually presented in the A1 format. Positioned on a platform, it is held up by an internal structure; three interconnected stools have been designed to hold three-dimensional objects. A snap-in system set into the thickness of the Totem makes it possible to choose whether to recess the drawings into the Ecopan panels or mount them against the surface.
The display case, because of its natural tendency to change shape, was conceived for exhibition spaces that are in constant transformation. Mamba features two elements: one on the ground, which has an aluminium frame with handles inside that can easily be moved and can change its shape simply by replacing the frame; the other, the vertical element, is made out of an Aston panel 180 cm tall and 5 cm thick with structural/partition elements made out of metal tubes, and fastened with a system of screws.
Gruppo/Group 04 tetris
genpan
Il sistema di espositori modulari, altamente versatile e riponibile in poco spazio una volta smontato, è concepito per esposizioni temporanee. Moduli quadrati di Aston di uguali dimensioni, grazie all’elasticità dei fogli di cartone alveolare, possono assumere diverse conformazioni e lunghezze. Un sistema strutturale innovativo, in acciaio, a ferro di cavallo è pensato in due dimensioni – 10 e 30 cm – che, debitamente accoppiate, permettono di curvare e unire i moduli con un fissaggio magnetico.
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Gruppo/Group 06
This system of modular display cases is extremely versatile and may be stored in small spaces when it is disassembled; it is conceived for temporary exhibitions. Square same-size modules made out of Aston board can take on different shapes and lengths, thanks to the elastic properties of these honeycomb cardboard panels. An innovative steel structural system in the shape of a horse-shoe has been conceived in two sizes – 10 and 30 cm; when they are fastened together, the modules can be bent and held together with a magnet.
Design e territorio/Design and the territory
Lo spunto progettuale nasce dall’idea di utilizzare due pannelli in Ecopan scavati internamente in modo simmetrico e assemblati inserendo un sostegno orizzontale in legno e due verticali in metallo a base circolare. Sulla superficie dei pannelli sono posizionati fogli di cartone rigido – anch’essi in Ecopan –, aggettanti rispetto alla superficie, per valorizzare il materiale esposto che viene fissato tramite magneti. The idea behind the project was to use two Ecopan panels hollowed out symmetrically and assembled by inserting a horizontal wooden support and two vertical metal supports on a circular base. Two sheets of rigid cardboard – also made out of Ecopan – are placed over the surface of the panels, raising the surface to highlight the material on display, which is fastened with magnets.
Sistema di espositori per mostre universitarie/System of display units for university class-work
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Gruppo/Group 07 xagon Realizzato in Ecopan, è una parete alveolare ondulata composta da esagoni regolari, deformabili, assemblati grazie a bulloni posti sulle facce degli esagoni. Xagon può contenere sia modelli in scala sia modelli in scala reale, grazie a una base di sostegno realizzata con strati di Aston. Alcuni divisori in Ecopan da inframezzare ai tavoli espositori, fanno da supporto per l’affissione delle tavole.
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Design e territorio/Design and the territory
Made out of Ecopan, this is an undulating honeycomb wall made out of regular hexagons, that can be deformed and assembled by means of bolts on the faces of the hexagons. Xagon can hold both scale models and, thanks to a base made out of layers of Aston, full-scale models. Ecopan partitions that can be used to separate the exhibition tables provide the support for displaying drawings.
Sistema di espositori per mostre universitarie/System of display units for university class-work
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Veicoli a due ruote/ Two-wheeled vehicle Luca Gafforio con/with Tommaso Alessandrini
01
Claudio Gatto/Andrea Santarossa
02
Matteo Agostini/Chiara Tombesi
03
Laura Monetini
04
Riccardo Brunori/Giorgio Dell’Osso Federico Ghignoni/Niccolò Raimondi
05
Fabio Liotta/Federico Paternò/ Alessandro Scarpellini
06
Matteo Di Iorio/Rocco Leggieri
07
Alessandra Neri/Chiara Murarotto
Un workshop sulla mobilità urbana presenta aspetti di grande interesse e di estrema complessità. In generale, chi si occupa di auto e moto è uno specialista del settore e il suo lavoro avviene all’interno delle logiche progettuali caratteristiche di tale ambito. È evidente che uno studente non può essere chiamato a proporre soluzioni immediatamente applicabili nel reale, tanti e tali sono i vincoli effettivi del progettare un mezzo di trasporto, sia pure semplice come uno scooter. D’altra parte uno studente ha una libertà che può mancare a chi è completamente concentrato sulla propria tipologia di prodotti. Un designer, inoltre, possiede gli strumenti per affrontare il tema della mobilità da un duplice punto di vista, non solo di prodotto (i mezzi fisici) ma anche di servizio (l’ambiente complessivo). Durante questi workshop gli studenti si sono mostrati interessati allo scenario di riferimento dell’ambiente urbano e alle qualità potenziali dello scooter-tipologia, più che alla semplice estetica, linee e forme, dello scooter-oggetto. S’è anche evidenziato come gli studenti abbiano un forte interesse per un tema, qual è il trasporto urbano, che vivono in prima persona e che quindi rappresenta una situazione del loro quotidiano. Di contro, si muovono con più difficoltà su temi puntuali, lontani dalla loro esperienza diretta. Con queste premesse valuto i risultati del workshop più che buoni, soprattutto in considerazione di quanto gli studenti hanno appreso in termini di metodologia progettuale. A workshop on urban mobility is extremely interesting and extremely complex. In general, those who work with automobiles and motorcycles tend to be specialists in the field and their work respects design processes that are characteristic of this field. It is obvious that a student cannot be expected to develop solutions that find immediate application in real life because there are many stringent constraints in the design of vehicles for transportation, even simple ones like a motorbike. On the other hand, a student enjoys a degree of freedom that may escape someone who is completely concentrated on his specific product typology. In addition, a designer has the tools to address the theme of mobility from two points of view, not only as a product (physical means) but as a service (the overall sphere). During this workshop, the students demonstrated interest in the general scenario of the urban environment and the potential qualities of the motorbike-typology, rather than just the aesthetics, design and forms of the motorbike as a subject. It also demonstrated that the students are highly interested in the theme of urban transportation, which is part of their personal experience and represents a situation they deal with every day. On the other hand, they find it more difficult to deal with specific issues that do not involve their own direct experience. Given these premises, I believe the results of these workshops are more than successful, especially considering how much these students have learned about the design approach.
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Design e territorio/Design and the territory
titolo workshop workshop title
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Gruppo/Group 01 tre x te Il progetto si rivolge a una categoria di fruitori “debole”, coloro che per età avanzata o problemi fisici non utilizzano il ciclomotore. A differenza dei comuni 50 cc, Tre X Te monta un motore elettrico inserito tra due ruote motrici gemellari che sostituiscono la classica mono ruota, garantendo equilibrio oltre all’impatto ambientale pari a zero. Liberando lo spazio generalmente occupato dal motore si posiziona un bagagliaio estraibile su ruote che consente il trasporto di spesa o bagagli.
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This project addresses a “weaker” category of users, who cannot drive a motorized vehicle because of their age or physical issues. Unlike the common 50cc vehicles, Tre x Te has an electric motor that fits between the two wheels of the drive-train that replaces the classical single wheel, offering better balance and an environmental impact close to zero. By liberating the space that is usually occupied by the motor, it is possible to fit in a pull-out baggage unit on wheels that can transport shopping or luggage.
Design e territorio/Design and the territory
Veicoli a due ruote/Two-wheeled vehicle
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Gruppo/Group 02 ct3
Gruppo/Group 04 cmb
Considerando che spesso gli utenti dei taxi sono passeggeri singoli, il progetto risponde all’esigenza di muoversi velocemente nel traffico urbano, in modo confortevole, con mezzi meno ingombranti dei tradizionali taxi. CT3 è un veicolo a tre ruote, con motore elettrico posteriore, nel quale i fianchi dell’abitacolo sono isolabili, in caso di pioggia, grazie a una tenda impermeabile elastica. La presenza della cellula-abitacolo assicura maggior libertà al passeggero, evitandogli l’uso del casco.
Considering that users of taxis often travel alone, the project responds to the need to move quickly and comfortably in urban traffic, on vehicles that are more agile than traditional taxis. CT3 is a threewheel vehicle with an electric motor at the back, which can weatherproof the sides of the cabin in case of rain, thanks to a waterproof elastic tent. The presence of a cabin gives the passenger greater freedom, making it possible to travel without a helmet.
CMB nasce da una riflessione sulle tecnologie esistenti e sui requisiti imprescindibili di velocità, agilità, bassi consumi e capienza nel trasporto privato urbano ad uso di impiegati, professionisti e studenti. Il progetto coniuga ampi spazi interni per la trasportabilità di oggetti, rispettando dimensioni ridotte, all’agilità di movimenti (per permettere gli slalom nel traffico congestionato) ottenuta attraverso motorizzazioni elettriche e leggerezza complessiva che non compromettono la velocità.
Gruppo/Group 03 road biter
Gruppo/Group 05 slide
Road Biter, che nella forma ricorda uno squalo, è una moto adatta ad affrontare tanti kilometri senza difficoltà e in completa sicurezza. Ispirata dalla Cruiser, in particolare dalla Harley Davidson Electra Glide, Road Biter risponde all’esigenza di maggior sicurezza per il passeggero con maniglie agganciate al serbatoio, ricavando inoltre spazi interni aggiuntivi: un bauletto sotto i fanali anteriori, uno sotto il codino che contiene la cappottina para pioggia e uno nel serbatoio per il casco.
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CMB is based on considerations on existing technology, and on the indispensable requisites of speed, agility, energy savings and capacity for private urban transportation used by employees, professionals and students. The project ensures ample internal space to transport objects, yet remains compact and agile (to weave through traffic jams) thanks to the electric motors and the overall weight which do not reduce speed.
Road Biter, whose shape is reminiscent of a shark, is a motorcycle made to travel far and wide safely and easily. Inspired by Cruisers, in particular the Harley Davidson Electra Glide, Road Biter is a response to the need for greater passenger safety with handles attached to the tank, and offers additional internal spaces: a compartment under the headlights, one under the tail end that contains the rain hood and one in the tank for the helmet.
Design e territorio/Design and the territory
Sicurezza, eco-sostenibilità, comfort e compattezza sono i principi guida del progetto Slide, un veicolo a tre ruote per due passeggeri, con cellula di sicurezza in alluminio pressofuso, vano porta oggetti, tettoia-rollbar protettiva e cinture di sicurezza. Maggiore stabilità durante la marcia e la sosta si unisce a una comoda salita e seduta sul veicolo, mutuata dalle auto. Il motore elettrico a emissioni zero assicura una potenza di 13 kw e la velocità di punta di 95 km/h, con 68 km di autonomia.
Veicoli a due ruote/Two-wheeled vehicle
Safety, eco-sustainability, comfort and compact size were the guidelines for the Slide project, a three-wheel vehicle for two passengers, with a safety cabin in die-cast aluminium, a compartment to carry objects, a protective roll-bar roof and safety belts. Enhanced stability when in motion or standing still makes it as easy to climb in and sit on the vehicle, as an automobile. The zeroemission electric motor offers 13 Kw of power and a maximum speed of 95 km/h, with an autonomy of 68 km.
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Gruppo/Group 06 cycla
zoom
Cycla affronta il problema del ridotto spazio destinato al trasporto di oggetti personali nel ciclomotore. L’installazione di un motore elettrico nella parte centrale sotto la pedanina consente libertà di utilizzo della parte posteriore che diventa “bagaglio” e un miglioramento della distribuzione dei pesi nello scooter. Un telaio modulare che consente flessibilità nell’uso dello spazio, permette l’impiego del ciclomotore sia per uso privato sia commerciale, per corrieri, pizza express ecc.
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Gruppo/Group 07
Cycla addresses the issue of how little space there is to transport personal belongings on a small motorcycle. By installing an electrical motor in the central section under the small platform, it is possible to use the back section for “baggage” and results in better weight distribution on the scooter. A modular frame allows flexibility in using the space, so that the scooter can be used for both personal and commercial purposes, for delivery, pizza express, etc.
Design e territorio/Design and the territory
Zoom è un veicolo a due ruote pensato per utenti a mobilità ridotta. Grazie alle maniglie, alle sospensioni idrauliche e all’assetto posteriore ribassato, l’utente ha accesso lateralmente al veicolo, reso stabile grazie all’attivazione di martinetti. Un sistema permette di agganciare la carrozzina ripiegata e fissarla sul cassetto posteriore, imbottito per evitare urti negli spostamenti. È prevista, in caso di maltempo, una protezione impermeabile alloggiata nel cruscotto dei parafanghi anteriori.
Veicoli a due ruote/Two-wheeled vehicle
Zoom is a two-wheeled vehicle conceived for users with impaired mobility. Thanks to its handles, its hydraulic suspensions and the lowered rear section, the user can enter the vehicle from the side, once it has been stabilized on jacks. A special system allows a folded wheelchair to be hooked and fastened to the rear drawer, padded to protect it when the vehicle is in motion. In case of bad weather, there is a waterproof protection in the panel over the front bumpers.
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Identità e packaging per un prodotto alimentare/ Identity and packaging of a food product Marco Molteni con/with Ilaria Montanari
01
Michela Andrini/Denis Broccoli/ Silvia Gardini/Ester M. R. Greco
02
Arianna Di Betta/Giulia Mior/ Alessandro Maria Spagna/Laura Tentoni
03
Daniela Betti/Veronica Maccari/ Sara Pani/Marco Pastorin
04
Emanuele Lumini/Silvia Mancini/ Andrea Morandini/Luna Valentini
05
Talisa Bassi/Marianna Calagna/ Raffaella Sacco/Anna Scagnellato
Farina+acqua+sale+strutto=gusto Romagna, Tradizione, o Riccione, qualità, passione, strada, amici, merenda, sole, mare, arzdora, semplice, squaquerone, naturale, borgo, festa, sorriso. La Piada*. Il tema di lavoro del workshop si è definito attorno alla comunicazione dell’identità di Fresco Piada, attraverso il packaging dei suoi prodotti. L’azienda, con forte vocazione artigianale, produce a mano, una ad una, piadine fresche e precotte. Durante il workshop gli studenti hanno lavorato sull’idea di una linea di piadine che avrebbero dovuto collocarsi con un posizionamento di mercato più alto rispetto a quello dei concorrenti. Questo concetto identitario, da trasferire nel packaging, si basa su una caratteristica reale: una qualità superiore di prodotto viene infatti assicurata da un processo produttivo che si avvicina il più possibile agli standard tradizionali oltre che da un’accurata selezione delle materie prime che conferiscono a questi cibi “poveri” un forte valore aggiunto. Pensare, provare, fatica, scegliere, fare, bello, sbagliare, rifare, fatica, giusto, capire, migliorare (o forse era meglio prima), scegliere, finire, tempo scaduto. Le soluzioni. *La pida se parsot la pis un po’ ma tot! (La piada col prosciutto piace a tutti) Flour+water+salt+shortening=taste Romagna, Tradition, or Riccione, quality, passion, street, friends, snack, sun, sea, arzdora, simple, squaquerone, natural, town, festivity, smile. The Piada*. The theme the workshop addressed was the communication of the identity of Fresco Piada, in the design of the packaging for its products. The company, which has a strong handcrafting vocation, makes fresh pre-baked piadine by hand, one by one. During the workshop the students concentrated on the idea of a line of piadine that could achieve a higher market positioning than its competitors. This concept of identity, which was to be reflected in the packaging, is based on a true characteristic: the superior quality of the product is ensured by a production process that follows traditional standards as closely as possible, and by a careful selection of the ingredients that give these “poor” foods significant added value. To think, try, struggle, choose, do, beautiful, make mistakes, do it over, struggle, right, understand, improve (maybe it was better before), choose, finish, time up. The solutions. *Everybody likes a piada with ham!
in collaborazione con/in collaboration with Fresco
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Design e territorio/Design and the territory
Piada titolo workshop workshop title
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Gruppo/Group 01
Gruppo/Group 03
ECCELLENZA DELLA TRADIZIONE
IL FIORE DELLA ROMAGNA
Dai concetti di eccellenza, tradizione e qualità è nato un progetto grafico che valorizza l’approccio accurato ed unico del processo di realizzazione manuale oltre che la raffinata selezione di ingredienti locali. La confezione è caratterizzata da una stampa pittografica con soggetti desunti della tradizione iconografica romagnola. La font, fluida e lineare, utilizzata per il logotipo è il Scriptina. Sul fronte, le lettere maiuscole R, N, L rimandano a la Romagnola, la Naturale, la Leggera.
Proposta di packaging dal carattere semplice tesa a valorizzare la qualità di un cibo locale tipicamente slow food. Partendo dal luogo di produzione, il progetto si ispira alla forma dell’Emilia-Romagna che, in trasparenza nel pack, rende visibile la piadina. Il marchio invece evoca le carte da gioco romagnole nelle quali il segno dei denari è rappresentato da un fiore, simbolo di qualità e preziosità contenuta in un prodotto semplice appartenente alla tradizione “povera”.
Simple packaging solutions whose intent is to enhance the quality of a local food product that is typical of ‘slow food’. Inspired by the place of production, the project is based on the shape of the Emilia-Romagna region, shown in transparency on the package to make the piadina visible. The logo is reminiscent of the local playing cards in which the suit of denari, coins, is represented by a flower, the symbol of quality and value contained in an apparently simple product derived from a tradition of “poverty”.
The concepts of excellence, tradition and quality were the basis for a graphic design project that highlights the unique meticulous approach to the process of handcrafting and the refined selection of local ingredients. The box features a pictographic print with subjects borrowed from the iconographic tradition of the Romagna region. The font selected for the logo is Scriptina, fluid and linear. On the front, the capital letters R, N, L, refer to Romagnola, Natural, Light.
Gruppo/Group 02 p come... Il progetto coniuga tradizione e qualità con una semplicità ispirata ai sapori della terra romagnola. La confezione è costituita da una fascia verticale di carta che avvolge la busta in plastica e che rimanda all’idea del sigillo di garanzia. La spiga di grano, elemento fondante, è presente nel logotipo così come nell’immagine riportata sulla confezione dove compaiono anche tutti gli ingredienti e gli strumenti tipici della produzione artigianale della piada.
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The project blends tradition and quality with a simplicity inspired by the tastes of the Romagna region. The package consists in a vertical strip of paper that wraps around the plastic bag and is akin to the idea of a seal of warranty. The spike of wheat, a founding element, recurs in the logo and in the image used on the package, which also shows the ingredients and the tools typically used to make the piada by hand.
Design e territorio/Design and the territory
Identità e packaging per un prodotto alimentare/Identity and packaging of a food product
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Gruppo/Group 04 SEMPLICITÀ ED ELEGANZA I valori di tradizione, genuinità, semplicità della piada, uno dei prodotti simbolo della Romagna, hanno ispirato il progetto. I materiali usati per l’involucro differenziabile, carta ripiegata e plastica, suggeriscono semplicità, trasparenza e genuinità. Tre diversi motivi iconografici desunti dalla stampa su tela dell’artigianato locale, associati a una font chiara, evocano naturalezza e autenticità.
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Gruppo/Group 05 PIADAGING
The values of tradition, authenticity, and simplicity typical of the piada, one of the iconic products of the Romagna region, were the inspiration for our project. The materials used for the differentiated packaging, folded paper and plastic, suggest simplicity, transparency and authenticity. Three different iconographic motifs deriving from the local tradition of printing by hand on canvas, are associated with a clear font to suggest a genuine and natural quality.
Design e territorio/Design and the territory
Partendo dalla volontà dell’azienda di portare nelle case dei consumatori i valori tradizionali di questo cibo “povero”, Piadaging si serve di un’immagine fotografica, una mano che disegna sulla farina una spiga di grano, per esaltare la semplicità e comunicare l’artigianalità della precottura fatta a mano. Il packaging ha così preso la forma di un sacco, come quello della farina, destinato al prodotto di degustazione con tre tipologie di piada: la classica, con olio d’oliva e con lievito madre.
Based on the company’s desire to bring the traditional values of this “simple” food into consumers’ homes, Piadaging relies on a photographic image, a spike of wheat drawn on flour, to highlight its simplicity and draw attention to the artisanal quality of the handmade baking process. The packaging is therefore inspired by the shape of a sack similar to those once used for flour, conceived for the product selection that offers three different typologies of piada: classic, olive oil and natural yeast.
Identità e packaging per un prodotto alimentare/Identity and packaging of a food product
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Designer/Designers
enrico azzimonti Architetto, dal 1996 affianca all’attività di progettazione architettonica l’impegno e la sperimentazione nel settore dell’industrial design. Dal 1998 collabora con il designer catalano Jordi Pigem. Ha progettato per Fonderie Viterbesi, Progetti, Phorma, Unique Living, Ritmonio, Silleria Vergès, Risolì, Lucepura, Arteflash, Coop, Jvc, Guzzini, Lavazza. Suoi lavori sono stati premiati in concorsi ed esposti in occasioni internazionali, recensiti sulla stampa specializzata e selezionati per tre edizioni di International Design Yearbook e per l’Adi Design Index 2007. Ha svolto attività didattica presso l’Università Iuav di Venezia, l’Università La Sapienza di Roma, l’Istituto Marangoni di Milano; dal 2006 è docente allo Ied di Milano. An architect, since 1996 he has complemented his work in architecture with experimentation in the field of industrial design. Since 1998 he has collaborated with Jordi Pigem, the Catalan designer. He has designed projects for Fonderie Viterbesi, Progetti, Phorma, Unique Living, Ritmonio, Silleria Vergès, Risolì, Lucepura, Arteflash, Coop, Jvc, Guzzini, Lavazza. His works have won awards in competitions and been shown in international events, reviewed by the specialized press and selected for three different editions of the International Design Yearbook and for Adi Design Index 2007. He has taught at the Università Iuav in Venice, the Università La Sapienza in Rome, the Istituto Marangoni in Milan; since 2006 he has been a professor a the Ied in Milan. — odoardo fioravanti Laureato in industrial design al Politecnico di Milano, dal 1998 si occupa di industrial design, sperimentando anche nel graphic ed exhibition design. Nel 2003 ha fondato l’Odoardo Fioravanti Design Studio dedicandosi allo sviluppo di progetti per aziende quali Abet Laminati, Ballarini, Coop,
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Desalto, Normann Copenhagen, Olivetti, Osama, Pedrali, Pircher, Telecom Italia, Vibram, Victorinox Swiss Army. Premiato con prestigiosi riconoscimenti internazionali, ha tenuto lectures presso numerose scuole e università come Iuav di Venezia, Politecnico di Milano, Università degli studi della Repubblica di San Marino, Istituto Marangoni, NABA, Scuola Politecnica di Design e Domus Academy, e svolge attività di pubblicista per riviste del settore. A graduate in industrial design from the Politecnico di Milano, he has worked as an industrial designer since 1998, also experimenting with graphic and exhibition design. In 2003 he founded the Odoardo Fioravanti Design Studio, developing projects for companies such as Abet Laminati, Ballarini, Coop, Desalto, Normann Copenhagen, Olivetti, Osama, Pedrali, Pircher, Telecom Italia, Vibram, Victorinox Swiss Army. He has won prestigious international awards, and held lectures at many schools and universities such as the Iuav di Venezia, the Politecnico di Milano, the Università degli studi della Repubblica di San Marino, the Istituto Marangoni, NABA, the Scuola Politecnica di Design and Domus Academy; he also writes for trade magazines. — luca gafforio Laureato in architettura all’Università Iuav di Venezia, ha ottenuto il Master in Fashion Design alla Domus Academy di Milano. Designer, ha maturato esperienze nei beni di consumo e nella relazione tra design strategico, marketing e comunicazione; in particolare, per gli aspetti relativi agli elementi segnici e simbolici del marchio. Partner fondatore di Onami Design e di Surface Digital Design, ha collaborato con aziende come Fiat, Nissan, Toyota, Hyundai-Kia, WMF, Nextpack. Consigliere nel cda e responsabile di design strategico alla Nolan, ha svolto attività didattica in Italia e all’estero. Nella formazione ha collaborato con la Cee, il governo coreano, taiwanese e le
Design e territorio/Design and the territory
prefetture di Fukui e Gifu in Giappone. Ha pubblicato articoli su riviste e quotidiani ed è co-autore di libri. A graduate in architecture from the Università Iuav in Venice, he earned his Master in Fashion Design at the Domus Academy in Milan. As a designer, he has had experience in the field of consumer products, exploring the relationship between strategic design, marketing and communication, and in particular, on aspects relative to the signs and symbols of the brand. A founding partner of Onami Design and of Surface Digital Design, he has collaborated with companies such as Fiat, Nissan, Toyota, Hyundai-Kia, WMF, Nextpack. He is a member of the Board of Directors and director of strategic design at Nolan, he has taught in Italy and abroad. In the field of education, he has collaborated with the EEC, the Korean and Taiwanese governments, and the prefectures of Fukui and Gifu in Japan. He has published articles in magazines and daily newspapers and is the co-author of several books. — gÜnther kuhn Svizzero di origine altoatesina, ha completato il suo percorso presso la Kunstgewerbeschule Zürich e alla Höhere Schule für Gestaltung Zürich. Collabora, dal 1995, con importanti studi svizzeri – Brühlmann Design, Alfredo Häberli e Zemp + Partner – e dal 1997 entra a far parte di MM Design. Lo studio, nato nel 1991 a Bressanone, che raduna alcuni professionisti ed imprenditori formatisi all’interno dell’industria, si occupa di design industriale e di engineering collaborando con aziende nazionali e internazionali tra le quali, Burton, Hoppe, Dachstein, Golden Star, Faema, Instrumentation Laboratory, Salewa, Smeg, Illy. Lo studio è stato insignito di vari riconoscimenti come IF, Red-dot, Good Design, ADI Design Index. A Swiss citizen originally from the Italian region of Alto Adige, he completed his education at the Kunstgew-
erbeschule Zürich and the Höhere Schule für Gestaltung in Zürich. Since 1995 he has collaborated with important Swiss firms – Brühlmann Design, Alfredo Häberli and Zemp + Partner – and in 1997 joined MM Design. This firm, founded in Bressanone in 1991, which gathers professionals and entrepreneurs trained in industry, works in the field of industrial design and engineering, collaborating with national and international companies including Burton, Hoppe, Dachstein, Golden Star, Faema, Instrumentation Laboratory, Salewa, Smeg, Illy. The firm has won many awards including IF, Red-dot, Good Design and ADI Design Index. — marco molteni Nel 1996 fonda a Milano, insieme a Margherita Monguzzi, lo studio di grafica e comunicazione visiva Jekyll & Hyde. Molti suoi progetti sono stati pubblicati su libri e riviste nazionali e internazionali, oltre ad aver conseguito diversi premi e riconoscimenti, tra cui The Icograda Excellence Award nel 2008, durante la 23rd International Biennale of Graphic Design Brno, per il progetto see nothing volume due. Nel 2007 ha partecipato alla mostra The New Italian Design. Il paesaggio mobile del nuovo design italiano, alla Triennale di Milano. È docente nel Master di visual design della Scuola Politecnica di Design di Milano ed è stato professore a contratto nel Corso di design della comunicazione del Politecnico di Milano. In 1996, in partnership with Margherita Monguzzi, he founded the graphic design and visual communications firm Jekyll & Hyde. Many of his projects have been published in books and national and international magazines, and he has won many awards and acknowledgments including The Icograda Excellence Award in 2008, during the 23rd International Biennial of Graphic Design Brno, for the project see nothing volume due. In 2007 he participated in the exhibition The New Italian Design. Il
designer/Designers
paesaggio mobile del nuovo design italiano, at the Triennale di Milano. He teaches in the Master of visual design program at the Scuola Politecnica di Design in Milan and has been a guest professor in the Design of Communication program at the Politecnico di Milano. — Luca Nichetto Laureato in disegno industriale all’Università Iuav di Venezia, fonda nel 2006 lo studio Nichetto&Partners. Dal 1999 inizia l’attività professionale disegnando oggetti in vetro di Murano per Salviati e Foscarini della quale è consulente per la ricerca di materiali e prodotto (2001-03). Lavora con aziende quali Foscarini, Moroso, Kristalia, Salviati, Italesse, Emmegi, Casamania by Frezza, Fratelli Guzzini. Ha tenuto workshop in università nazionali e internazionali e partecipato a mostre in Europa, Stati Uniti e Giappone. Premiato con il Gran Design Award 2008, il Good Design Award del Chicago Atheneum Museum of Architecture 2008, l’IF Product Design Award 2008, è stato designer dell’anno nella categoria Young Designer Talent nell’Elle Decoration International Design Awards (EDIDA) 2009.
the category Young Designer Talent for the Elle Decoration International Design Awards (EDIDA) 2009. — gabriele toneguzzi Architetto, oltre a svolgere attività professionale principalmente nei settori della progettazione architettonica e dell’exhibit design, scrive frequentemente soprattutto di industrial design, architettura e infrastrutture su periodici del settore, come “Il Giornale dell’architettura - Il Giornale del design”. Ha insegnato in vari atenei italiani, fra cui l’Università di Roma La Sapienza, l’Università degli studi di Firenze, l’Università degli studi di Padova e l’Università Iuav di Venezia. An architect, working principally in the fields of architecture and exhibit design, he frequently writes about industrial design, architecture and infrastructure in specialized periodicals, such as “Il Giornale dell’architettura – Il Giornale del design”. He has taught in many Italian universities, including the Università di Roma La Sapienza, the Università degli studi di Firenze, the Università degli studi di Padova and the Università Iuav di Venezia. —
A graduate in industrial design at the Università Iuav in Venice, in 2006 he founded his firm Nichetto&Partners. In 1999 he began his professional career by designing objects in Murano glass for Salviati and Foscarini, for which he served as a research consultant for products and materials (200103). He works with companies such as Foscarini, Moroso, Kristalia, Salviati, Italesse, Emmegi, Casamania by Frezza, Fratelli Guzzini. He has participated in workshops in national and international universities and shown in exhibitions in Europe, the United States and Japan. He won the Gran Design Award 2008, the Good Design Award from the Chicago Atheneum Museum of Architecture 2008, the IF Product Design Award 2008; he was a designer of the year in
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Aziende/Companies
fresco piada L’azienda Fresco Piada, nata a Riccione nel 1996, ha raggiunto in questi anni e grazie a una richiesta crescente di prodotto, una capacità produttiva quotidiana di 25.000 piadine. Fresco Piada è da sempre un’azienda a valenza fortemente artigianale, tutte le piadine sono precotte a mano, una ad una, su piastra da personale altamente selezionato e qualificato. Inoltre, grande attenzione viene riservata alla selezione delle materie prime come, per esempio, le farine di grani esclusivamente romagnoli, il sale integrale marino di Cervia e l’olio extravergine di oliva spremuto a freddo proveniente delle colline di Rimini. Fresco Piada ha collaborato con l’Università degli studi di Bologna (Dipartimento di scienze degli alimenti), con uno degli ultimi lievitisti operanti in Italia per un prodotto a base di lievito naturale e con esponenti della comunità israeliana d’Italia per verificare il possibile ottenimento della certificazione Kosher. La forte identità territoriale e la cura del particolare unite all’attenzione per produzioni di alta qualità sono le caratteristiche distintive dell’azienda ad “artigianalità avanzata”. The Fresco Piada company, founded in Riccione in 1996, has reached a daily production capacity of 25,000 piadine per day since its foundation, in response to an increasing demand for the product. Fresco Piada has always been a company with a strong handcrafting tradition, all the piadine are pre-baked by hand, one by one, by the highly selected and qualified staff. In addition, particular attention is given to the selection of the ingredients such as, for example, the wheat flour that comes exclusively from the Romagna region, the sea salt from Cervia and the cold-pressed extravirgin olive oil from the hills around Rimini. Fresco Piada has collaborated with the Università degli studi di Bologna (Department of Food Sciences) and one of the last developers of yeast working in Italy, on a product based on natural yeast, and with exponents
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of the Italian Jewish community to explore the possibility of a Kosher certification. The deep-rooted identity of the territory and the attention to detail, complemented by the attention to the quality of the production, are the distinctive characteristics of this company and its “advanced handcrafting”. — ceramiche rometti Ceramiche Rometti con sede ad Umbertide, in Umbria, fu fondata nel 1927 da Settimio e Aspromonte Rometti e si distinse fin da subito per il carattere innovativo della sua produzione. La qualità e specificità delle sue realizzazioni – confermata da premi e riconoscimenti – ne fece uno dei più interessanti laboratori di ceramica moderna e una tra le manifatture d’avanguardia in Europa. L’attività dell’azienda, famosa per le prestigiose collaborazioni, ebbe negli anni trenta il contributo essenziale di Corrado Cagli e Dante Baldelli, dello scultore veneziano Mario Di Giacomo e Giovanni Ciangottini e, dal 1938, anche di Leoncillo, trasferitosi ad Umbertide. Rometti, che ha mantenuto nel tempo un carattere sperimentale attraverso il contatto con il settore del design e dell’arte, lavora oggi con esponenti di fama internazionale quali Ambrogio Pozzi e Liliane Lijn, rivolgendosi all’interior design e alle gallerie d’arte grazie a collaborazione con giovani artisti. L’azienda ha collaborato con enti e manifestazioni, tra i quali, Camera dei Deputati, Biblioteca nazionale di Firenze, Archivio centrale dello stato, Umbria Jazz ed Eurochocolate. Ceramiche Rometti is located in Umbertide, in the region of Umbria. It was founded in 1927 by Settimio and Aspromonte Rometti and was soon distinguished by the innovative character of its production. The quality and specificity of its work – confirmed by the awards and acknowledgments it has won – have made it one of the most interesting laboratories of modern ceramics and one of
Design e territorio/Design and the territory
the most avant-garde manufacturers in Europe. The work of this company, famous for its prestigious collaborations, was vitalized in the 1930’s by the essential contribution of Corrado Cagli and Dante Baldelli, of the Venetian sculptor Mario Di Giacomo and Giovanni Ciangottini and, after 1938, of Leoncillo, who moved to Umbertide. Rometti, which has remained experimental over time by cultivating contacts in the field of design and art, now works with internationally renowned artists such as Ambrogio Pozzi and Liliane Lijn, working with interior design firms and art galleries thanks to its collaboration with young artists. The company has collaborated with public institutions and events, including the Chamber of Representatives, the National Library of Florence, the National Archives, Umbria Jazz and Eurochocolate. — sipp Il marchio SIPP, presente sul mercato da oltre trent’anni, vanta una lunga e riconosciuta esperienza nel settore del dispensing, in particolare nella produzione di impianti di refrigerazione per birra, soft drink, vino, acqua e liquori, ma anche nella produzione di colonnine di spillatura e accessori. Nel 2000 il marchio è stato acquisito dall’attuale proprietà con sede nella Repubblica di San Marino. Si è costituita una nuova società con l’obiettivo di conquistare una posizione di mercato in linea con la reputazione del marchio SIPP. Sono stati quindi adottati moderni criteri organizzativi e perfezionate le dinamiche operative in modo da soddisfare le necessità di un mercato sempre più esigente e competitivo. Le tecnologie e il dinamismo di un’organizzazione snella e reattiva hanno dato nuovo vigore ad una consolidata esperienza e ad una grande tradizione. The SIPP brand has been on the market for over 30 years and boasts an acknowledged and long-standing experience in the field of beverage dispensing, in particular the produc-
tion of refrigeration systems for beer, soft drinks, wine, water and liquors, and the production of dispensing towers and accessories. In 2000, the brand was bought by the current owners and based in the Republic of San Marino. A new company was founded with the objective of earning a market position that reflects the excellent reputation of the SIPP brand. It has therefore adopted modern organisation criteria and improved its operational processes to satisfy the requirements of an increasingly demanding and competitive market. The use of the most advanced technology and the dynamism of a streamlined and responsive organisation have brought new energy to a consolidated experience and a fine tradition. — sit SIT (Stampa Imballaggi Trasparenti), nata nel 1967 come Rotostampa, grazie a Romano Michelotti e alla figlia Simona – oggi amministratore unico del Gruppo – opera nel settore del packaging, producendo imballo primario, cioè a diretto contatto con l’alimento, prevalentemente per il mercato alimentare. L’azienda che inizialmente contava sei dipendenti e svolgeva la propria attività su un’area di 600 mq, trasformata nel 1971 in SIT s.a., si trasferisce nella sede attuale nel 1979. Dal 2005 inizia un percorso di crescita che la porta a diventare Gruppo, unendo le eccellenze di SIT, SITITALIA e SAREL PLAST, tre aziende che stampano grafiche di altissima qualità su materiali plastici e cartacei in bobina, utilizzando le tecnologie rotocalco e flessografiche. Gruppo SIT, che oltre alla stampa garantisce alte prestazioni nella gestione e ottimizzazione del processo produttivo con forte attenzione alla sostenibilità e all’ambiente, conta oltre 270 dipendenti, con una capacità produttiva che supera le 18.000 tonnellate/ anno, un fatturato di oltre 80 milioni di euro e una clientela internazionale. SIT (Stampa Imballaggi Trasparenti), founded in 1967 as Rotostampa by
aziende/companies
Romano Michelotti and his daughter Simona – who is now the CEO of the Group – works in the field of packaging, producing the primary packaging, the part that comes directly into contact with food, prevalently for the food market. The company initially had 6 employees and worked in a building totaling 600 square meters. It was transformed into SIT s.a. in 1971, moving into its current venue in 1979. Since 2005 it has undergone a process of growth which led it to become a Group, bringing together the excellence of SIT, SITITALIA and SAREL PLAST, three companies that print high-quality graphics on plastic and paper in rolls, using the Rotocalco and Flessografiche technologies. The SIT Group, which not only offers printing services but also guarantees high performance in the management and optimization of the production process, with particular attention to sustainability and the environment, counts over 270 employees, with a production capacity of over 18,000 tons/year, a sales volume of over 80 million Euro and an international clientele. — tonelli L’azienda Tonelli SA nasce a Serravalle, nella Repubblica di San Marino, ad opera di Italo Tonelli che, negli anni cinquanta, trasforma l’attività di falegnameria in magazzino di legnami. Alla fine degli anni sessanta, l’ingresso dei figli nell’azienda porta un ulteriore sviluppo: il figlio maggiore inventa e brevetta il nido d’ape Aston, un particolare prodotto in cartone da utilizzarsi nella costruzione delle porte. Negli anni settanta il magazzino di legnami si trasforma in vera e propria azienda artigianale; che si rivolge ai mercati nazionale e transalpino, oltre a quello locale. Nel corso degli anni l’azienda cresce e fornisce i propri prodotti e servizi al piccolo falegname come all’industria di mobili e porte, giungendo negli anni novanta a un nuovo business, quello dell’imballaggio ecologico in cartone. Inizia così la produzione di Ecopan, il
pannello leggero e resistente realizzato utilizzando il nido d’ape. Da allora il Gruppo Tonelli si è sviluppato a livello internazionale, aprendo nuovi stabilimenti non solo a San Marino ma anche in Italia e in Francia. Tonelli SA is a company founded in Serravalle, in the Republic of San Marino, by Italo Tonelli who, in the 1950’s, transformed his cabinetmaking business into a wood depot. At the end of the 1960’s, his children entered the company initiating a development process: the older son invented and patented the Aston honeycomb panel, a particular cardboard product that can be used to make doors. In the 1970’s the wood depot became a handcrafting industry; it works in Italy and France, as well as locally. Over the years, the company has grown, and now provides its products and services to the individual carpenter as well as the furniture and door industry, adding a new field of business in the 1990’s, ecological cardboard packaging. They began the production of Ecopan, a durable lightweight panel made with a honeycomb structure. Since then the Tonelli Group has developed into an international company, opening new production facilities not only in San Marino but in Italy and France as well. —
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Corso di laurea in Disegno industriale/ Undergraduate Program in Industrial Design
Rettore/ Rector Giorgio Petroni Direttore del corso di laurea in Disegno industriale/ Director of the Undergraduate Program in Industrial Design Alberto Bassi Vice direttore/ Assistant director Alessandra Bosco Coordinatore dipartimento/ Department coordinator Valeria Bronzetti Segreteria/ Administrative staff Maria Grazia Pasquinelli Responsabile laboratorio informatico/ I.T. Tutor Pietro Renzi Responsabile laboratorio modelli/ Model making lab tutor Tommaso Lucinato
Docenti 2009-10/ Lecturers 2009-10 Roberto Bandiera Olga Barmine Alberto Bassi Riccardo Blumer Alessandra Bosco Massimo Brignoni Alison Bron Fiorella Bulegato Cristina Chiappini Giovanna Cosenza Alberto De Simone Renzo di Renzo Alberto Ivo Dormio Marco Ferreri Patrizia Ferreri Andrea Gasparella Roberto Groppetti Giulio Iacchetti Agnes Kohlmeyer Corrado Loschi Salvatore Luberto Giorgio Majno Luigi Mascheroni Filippo Mastinu Sergio Menichelli Marco Molteni Laura Morandini Alberto Petroni Massimo Pitis Ramin Razani Davide Riboli Maddalena Scimemi Dario Scodeller Gianni Sinni Riccardo Varini Karen Venturini Omar Vulpinari Michele Zannoni Alberto Zoni
Sede/ Campus Corso di laurea in disegno industriale Monastero di Santa Chiara Contrada Omerelli, 20 47890 San Marino Città – RSM tel 800 – 411314 disegnoindustriale@unirsm.sm www.unirsm.sm
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Design e territorio/Design and the territory
Collaboratori alla didattica 2009-10/Research assistants 2009-10 Massimo Barbierato Sabrina Bianchini Daniela Bigon Cosimo Bizzarri Matteo Borghi Sergio Brugiolo Mauro Cazzaro Pierluigi Colacino Pietro Costa Erika Cunico Donatello D’Angelo Elisabetta Di Bucchianico Davide di Gennaro Stefano Fariselli Claudio Melle Viviana Milan Alessandro Mininno Chiara Moreschi Dario Oggiano Laura Orsini Giuseppe Padula Irene Pasina Monica Pastore Piero Polidoro Michela Povoleri Valentina Rachiele Carlo Rossolini Elena Ruele Francesco Tencalla Alessandro Tunno
Università IUAV di Venezia
offerta formativa/ courses of study LAUREE/ DEGREE programs
Corso di laurea in Disegno industriale
CORSO DI LAUREA IN DISEGNO INDUSTRiALE/ Undergraduate program in Industrial Design
Corso di laurea a distanza in Economia e Gestione Aziendale/ Distance learning Degree Program in Economics and Management Dottorato di Ricerca in Ingegneria Economico-Gestionale/ Ph.D Program in Economics and Management Engineering Dottorato di Ricerca in Scienze Storiche/ Ph.D Program in Historical Sciences MASTER/ MASTER
Master di I livello in criminologia e psichiatria forense/ 1st level Master in Criminology and Forensic PSYCHIATRY Master di II Livello in Medicina e Chirurgia Estetica/ Second-level Master Program in Medicine and Aesthetic Plastic Surgery
DESIGN E TERRITORIO/ design and the territory
con il sostegno di with the support of
Master in Comunicazione, Management e Nuovi Media/ Master Program in Communication, Management and New Media
Master in sicurezza e qualità dell’alimentazione in età evolutiva/ Master Program in the Safety and Quality of Nutrition in the Developmental Years
San Marino University of Design
Master Internazionale in Strategia e pianificazione delle Organizzazioni, degli Eventi e degli Impianti Sportivi/ International Master Program in the Strategy and Planning of Sports Organizations, Events and Facilities
in collaborazione con/ in collaboration with
San Marino Design Workshop 09
DESIGN E TERRITORIO/design and the territory
Corso di Laurea in Ingegneria Civile/ UNDERGRADUATE degree IN CIVIL ENGINEERING
DOTTORATI/ PHD
Università degli Studi della Repubblica di San Marino
San Marino Design Workshop 09
Università degli studi di san marino
San Marino University of Design