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INCHIESTA QUANTO INVESTONO GLI ALTRI PAESI NELL’ELETTROMOBILITÀ PESANTE
ORDINA 30 SCANIA ELETTRICI, MA LI IMMATRICOLA IN GERMANIA
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Una prova tangibile di quanto le agevolazioni fiscali rappresentino un fattore decisivo per spingere l’elettromobilità nel trasporto pesante è offerta dal caso di Gruber Logistics. L’azienda altoatesina, che già aveva in flotta un camion elettrico Scania per coprire le esigenze distributive di Electrolux Italia, ha deciso di ordinarne altri 30. Ma invece che in Italia, li ha immatricolati in Germania, dove è comunque presente direttamente con un’azienda – la Universal Transport – acquisita lo scorso settembre. E così ha potuto usufruire di un incentivo molto più consistente (l’80% della differenza di costo tra un veicolo elettrico e uno diesel).
l’Europa
MAXI-INCENTIVO DA 280MILA DOLLARI PER IL NIKOLA TRE
Un altro passo importante per la diffusione dei camion elettrici su strada arriva dagli Stati Uniti, dove il Nikola Tre FCEV è stato dichiarato idoneo a partecipare al programma di incentivi CARB's Hybrid and Zero Emission Truck and Bus Voucher Incentive Project, noto più semplicemente con la sigla HVIP. Si tratta di un piano che prevede un sostegno economico alle flotte aziendali per l'acquisto di veicoli sostenibili ed è l'unico che non richiede rottamazione di usati o diesel. Grazie all’ottenimento dell’idoneità, adesso chi vorrà acquistare un Nikola Tre a idrogeno potrà godere di un maxi-incentivo che va da 240mila a 280mila dollari per unità, a seconda della dimensione dell’impresa di autotrasporto e dell’area in cui opera.
Ilpapà le aveva trasmesso la passione per le Scienze della Terra e così aveva deciso di iscriversi alla Facoltà di Geologia. Scelta comprensibile, considerate le meraviglie che la sua terra di origine nasconde: la Sardegna. Poi il cambio di rotta. La società di famiglia, la Vinci & Campagna Autotrasporti, realtà storica dell’isola, aveva bisogno di nuove leve per continuare a crescere e così Cristiana Vinci insieme al fratello, nipoti del fondatore Salvatore Vinci, danno il via alla terza generazione aziendale. Scelta di cui non si è mai pentita perché la passione per la logistica era scritta nel DNA e non a caso è stato amore a prima vista. Cristiana Vinci ripercorre così i suoi esordi in azienda: «Fu un momento di svolta nella mia vita Era il 14 luglio 1992 quando, su richiesta dei miei genitori, io e mio fratello fummo nominati nel consiglio di amministrazione. All’epoca eravamo molto giovani, anche se avevamo da sempre respirato il mondo dei trasporti, e così iniziai la mia gavetta, prima nella contabilità e poi nell’ufficio logistica, cercando di imparare il più possibile dalle persone che già lavoravano in azienda».
Sono passati trent’anni da quel giorno. Ha mai dubitato della sua scelta?
Questo mondo mi ha appassionata fin da subito e ancora oggi continua a farlo. È un settore che ben si sposa con il mio carattere dinamico: ogni giorno c’è una decisione da prendere e una soluzione da trovare, si impara sempre qualcosa. Non mi sono mai pentita di aver lasciato l’università per dedicarmi al 100 per cento all’attività di famiglia e, anzi, spero di saper trasmettere questa passione anche a mio figlio, che oggi già lavora con noi e rappresenta la quarta generazione di Vinci
A proposito di figli, quello dei trasporti è un mondo in cui spesso non è facile conciliare il lavoro con la famiglia. È quindi difficile pensare di avvicinare le donne al settore senza politiche di sostegno. Lei cosa ne pensa?
Occorre prima di tutto fare un distinguo tra ruoli apicali e operativi, perché sono due vite molto differenti. Con un lavoro d’ufficio, in qualunque ambito, è più facile organizzarsi. Mi rendo conto che per una donna autista ci sono esigenze e complessità diverse. La necessità di fare trasferte e rimanere fuori casa per diversi giorni costringe a ribaltare i modelli cui siamo abituati, ci deve essere cioè una figura maschile disposta a sostituirsi e supportare la donna. Forse solo oggi qualcosa sta iniziando a cambiare in tal senso. Il retaggio culturale, infatti, vede ancora l’uomo al lavoro e la donna a casa a curare i figli. È quindi la cultura, prima di tutto, che va cambiata.
Ci sono donne alla guida dei mezzi della Vinci & Campagna Autotrasporti?
Putroppo oggi ancora no, anche se è un mio obiettivo. La verità è che di autiste non se ne trovano.
Perché secondo lei?
Oltre al problema culturale, c’è quello infra- strutturale. Mancano aree di sosta sicure in cui le donne autiste possano riposare in tranquillità. Penso che questo rappresenti un forte disincentivo alla presenza di donne alla guida di un camion. Le aree di sosta, oggi, non sono attrezzate adeguatamente. Lei è anche socia di Wista Italia, la Women’s International Shipping and Trading Association. Qual è il contributo di questa realtà nei confronti dell’occupazione femminile nel settore?
Uno degli obiettivi di Wista Italia è proprio quello di valorizzare il talento femminile e sostenere una significativa presenza delle donne negli organi decisionali nel privato
IDENTIKIT: VINCI&CAMPAGNA AUTOTRASPORTI
È un’azienda che nasce nel 1946 in Sardegna, ad Assemini (Cagliari), dalla collaborazione tra Salvatore Vinci e il cognato Albino Campagna I due soci iniziano con il trasporto dei carburanti con autocisterne in seguito all’apertura della Raffineria Saras, ma è dal 1992, con l’ingresso di Cristiana Vinci in veste di amministratore delegato, che l’azienda inizia a diversificare le tipologie di trasporti ampliando la gamma dei servizi e acquisendo nuove tipologie di mezzi, tra cui anche a LNG, prestando un occhio di riguardo alla sostenibilità ambientale. Il Gruppo oggi conta circa 250 mezzi e oltre 60 dipendenti, servendo settori di nicchia e rappresentando da oltre 75 anni un punto di riferimento per i trasporti dentro e fuori dall’isola.