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LA GOMMA CHE DISSE ADDIO ALL’ARIA LA GOMMA CHE DISSE ADDIO ALL’ARIA
Fino a tre anni fa erano soltanto un prototipo. Ma oggi gli pneumatici senz’aria e antiforatura Michelin Uptis (acronimo che sta per Unique Punctureproof Tire System, ovvero sistema antiforatura unico) vengono chiamati alla prova dei fatti nel lontano Oriente. Entro la fine di quest’anno, infatti, una cinquantina di furgoni DHL Express saranno «vestiti» con le coperture Uptis e inizieranno a circolare a Singapore per effettuare le consegne dell’ultimo miglio.
L’ALTERNATIVA AGLI PNEUMATICI TRADIZIONALI
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Ma di cosa parliamo quando parliamo di Michelin Uptis? Si tratta di un particolarissimo pneumatico senz’aria, progettato per vetture e furgoni leggeri, che promette di durare molto più a lungo di una soluzione «tradizionale» oltre, ovviamente, a non forare. In particolare, la camera ad aria è stata sostituita da una struttura innovativa, fatta di resistenti lamelle in resina termoplastica e gomma, che mantiene la struttura rigida e flessibile al tempo stesso. E che consente anche l’effetto ammortizzante garantito normalmente dall’aria quando il veicolo incontra buche e avvallamenti sulla strada. I vantaggi di questa soluzione sono evidenti: maggiore comfort e sicurezza di guida, limitazione del numero di pneumatici sostituiti a causa di forature, riduzione dei tempi di fermo macchina, minor impiego di materie prime, altrimenti da utilizzare per la creazione di pneumatici di scorta. Con questa soluzione, DHL potrà così ottimizzare la produttività della sua flotta e garantire la continuità del lavoro, dal momento che elimina eventuali problemi di pressione degli pneumatici e le forature. Ciò ridurrà la frequenza di sostituzione delle gomme, con conseguente riduzione dei costi di manutenzione, degli sprechi e dell’impatto ambientale.
La Gomma Del Futuro
La tecnologia airless, nell’ambito del progetto Michelin di uno pneumatico completamente sostenibile entro il 2050, potrebbe prevenire, secondo il costruttore francese, la demolizione prematura di circa 200 milioni di pneumatici all’anno in tutto il mondo o 2 milioni di tonnellate di materiale, un risparmio equivalente al peso di 200 torri Eiffel. Ad oggi, il 20% degli pneumatici è rottamato prematuramente a causa di forature e scoppi (12%) o usura irregolare causata da scarsa pressione degli pneumatici (8%).
I VANTAGGI DI MICHELIN UPTIS
• maggiore comfort e sicurezza di guida
• taglio drastico del numero di pneumatici sostituiti per forature
• riduzione dei tempi di fermo macchina
• minore ricorso a materie prime
• incremento di produttività
Il nome particolare del ristorante nasce dal titolo di un libro di Jorge Amado che parla di due persone che si incontrano, un cuoco e una cameriera, e si innamorano. In pratica la storia di Marco Furletti e sua moglie Gabriella, che,
FLAVIO FERRO CONSIGLIA…
Per la trattoria di questo mese chiacchieriamo con Flavio Ferro, un autotrasportatore nato 48 anni fa a Borgo Sesia, in provincia di Vercelli. Flavio fa la professione da quando aveva 21 anni ed è figlio d’arte, perché il padre aveva un’azienda di autotrasporto. Nel 2017, quando è mancato il genitore, ha deciso di diventare padroncino e oggi trasporta casse mobili in intermodalità per una ditta belga, coprendo il territorio italiano. Il ristorante GCC l’ha conosciuto da poco, a giugno 2022, quando ha cominciato a coprire per lavoro le zone del Cremonese. Su consiglio di un certo collega olandese che conosciamo bene si è recato lì e ha scoperto che il padro- ne era suo compaesano, anche se non si vedevano da 20 anni. Una rivelazione felice, perché da allora appena passa da Piadena si ferma sempre a mangiarci, «almeno tre sere a settimana», afferma. «È un posto perfetto – mi dice – La cameriera Raluca è sempre gentile, il locale è carino e pulito ed ha docce grandi e comode. E poi la cucina è inappuntabile, anche perché Marco (il proprietario–ndr) ha fatto lo chef sulle navi e quindi ha una grande esperienza» E poi, come sempre, c’è il fattore umano: «La gente che frequenta la trattoria – sottolinea Flavio – è simpatica e alla mano, abbiamo fatto subito amicizia». guarda caso, è anche il nome della protagonista del romanzo. Il padre di Marco faceva l’autotrasportatore e con questa clientela in testa il gestore ha rilevato nel 2014 il locale. Il menu cambia tutti i giorni, con fissi penne e spaghetti aglio, olio e peperoncino, ragù e arrabbiata, più due altri primi e anche i marubini, la pasta ripiena in brodo tipica della città di Cremona. Per i secondi un piatto di carne bianca, uno di maiale, uno di manzo e un piatto freddo. Specialità della casa: i bolliti, i risotti e, in occasioni speciali, trippa e cotiche con i fagioli A pranzoil costo è di 13 euro, mentre se ne spendono 18 a cena (primo, secondo, contorno, acqua e caffè). Il parcheggio è assicurato da uno spazio davanti al locale che può ospitare fino a 25 camion, con a fianco un altro parking di un’azienda che può essere comunque utilizzato. Sopra al ristorante ci sono infine tre camere in B&B «Spesso ci fermiamo con i nostri clienti e amici oltre la chiusura del locale – mi confida Marco – Ho dei clienti che vengono da me da ormai 8 anni e ci chiamiamo ‘zio’ o ‘nonno’, per dire la confidenza che abbiamo. Sono persone di famiglia, gente che si alza con il piatto dal tavolo e me lo porta in cucina a lavare. È la soddisfazione di aver creato un bell’ambiente, una sorta di famiglia allargata».
RISTORANTE GCC
GABRIELLA GAROFANO & CANNELLA
Via dei Platani, 1150
26034, Piadena Drizzona (CR)
Tel. 0375 980838
Fascia di prezzo: 16 - 18 euro
Parcheggio: 25 posti camion
Servizi: doccia
Giorno chiusura: sabato e domenica
Tipo cucina: italiana, cremonese
Orari: da martedì - venerdì
5.15 - 15.00 e 17.30 - 22.30 lunedì 6.00 - 15.00 e 17.30 - 22.30
Come è iniziata la tua avventura con l’autotrasporto?
Sono figlia d’arte, la mia famiglia aveva una ditta di trasporti tramandata da generazioni e fin da piccola ho sempre avuto a che fare con questo mondo. Quando sono cresciuta ho iniziato ad aiutare in azienda, soprattutto per quanto riguarda gli aspetti più logistici e burocratici, ma io volevo guidare, anche se mio papà non era d’accordo.
Come hai superato questo ostacolo?
A 21 anni ho preso le patenti con i soldi che avevo messo da parte lavorando come onicotecnica. La svolta è arrivata grazie al mio ragazzo, Luca, anche lui autista, che mi ha spronato a non lasciar sbiadire il mio sogno di mettermi alla guida. Ho fatto richiesta per lavorare nella sua stessa azienda e mi hanno assunta.
Oggi che cosa trasporti?
Ho realizzato il mio sogno di trasportare fiori, viaggio con il mio compagno sulla tratta Olanda, Belgio e Italia.
Cosa ti piace di più del tuo lavoro?
Il profumo intenso che si sente quando arrivo al mercato dei fiori in Olanda e i camion customizzati che si vedono girare all’estero. Io amo disegnare e penso che alcuni mezzi siano delle vere e proprie opere d’arte viaggianti. Sto restaurando un camion d’epoca e presto potrò personalizzare anche il nostro camion. Sto preparando i bozzetti delle grafiche.
E cosa ti piace di meno?
Essermi scontrata con la realtà. Spesso mancano i servizi per le donne e se non ci fosse Luca con me mi sentirei in difficoltà a entrare nei bagni degli uomini. Ormai i camion sono accessoriati con tutto, quello che manca “fuori”, quindi, sono i servizi e i posti sicuri dove potersi fermare a riposare.
Età
Stato civile Nubile
Punto di partenza Conegliano (TV)
Anzianità di servizio 5 anni
Settori di attività Trasporto Fiori
Pensi che la situazione sia migliore all’estero?
Credo che in Italia la figura dell’autista sia ancora molto stereotipata. Per quanto riguarda le donne, poi, si pensa ancora che ci spettino dei compiti che non possono essere affidati agli uomini, e viceversa. Come donna ho dei limiti, ma non penso mi possano ostacolare in questo lavoro.
Cosa bisogna fare per avvicinare più donne e giovani come te al settore?
Avvicinare i giovani alla professione di autista oggi è più difficile perché se non si nasce figli d’arte non è facile comprendere o scoprire quanto sia affascinante. Se non si investe quindi su altri fronti nessuno potrà mai avvicinarsi spontaneamente. Anche le donne che fanno questo lavoro sono spesso figlie d’arte o mogli che viaggiano con il marito. In questi mesi mi sono resa conto che forse ci sono più donne che giovani alla guida, ma molte cercano di passare inosservate e quindi alla fine sembriamo sempre poche.
Perché le autiste si nasconderebbero?
Penso che lo facciano per sicurezza. Se io viaggiassi da sola avrei paura a esporre il mio essere donna in determinate circostanze. Se mi dovessi fermare di notte in un’area di servizio ed entrare nel bagno degli uomini perché non ci sono bagni per le donne vorrei mi vedesse meno gente possibile..
I social network possono aiutare ad avvicinare le donne al settore?
I social consentono di condividere la propria esperienza con grande facilità. Possono fare la differenza, portare alla luce degli esempi, delle fonti di ispirazione per altre donne.
Che cosa manca oggi al settore per riqualificarsi? Serve sicuramente più unione, che è quella che fa la forza.