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DATE ALLE DONNE LE OCCASIONI ADEGUATE E SARANNO CAPACI DI TUTTO »
e nel pubblico. Ad oggi siamo oltre ottanta donne provenienti da tutta Italia, tra cui imprenditrici del settore marittimo, avvocate, commercialiste, docenti, consulenti e donne che operano in compagnie armatoriali, nelle agenzie marittime e nelle imprese di logistica. Il settore dello shipping sconta ancora una grande disparità tra uomo e donna, anche se si stanno facendo passi in avanti; ma il cambiamento va sostenuto e alimentato con la formazione e l’informazione, due attività che Wista porta avanti dal 1994.
Quali sono i progetti più interessanti che si stanno intraprendendo?
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A inizio ottobre è stato rinnovato il consiglio direttivo ed è stata nominata alla presidenza la dottoressa Costanza Musso. Poi, nel prossimo futuro, Wista sarà promotrice della certificazione per la parità di genere all’interno delle aziende, introdotta con la legge 162/2021. Manca ancora il decreto attuativo, ma siamo fiduciose che tale processo verrà sostenuto e accelerato. Non si fermeranno inoltre le attività di formazione professionale che svolgiamo tra le socie, sia per quanto riguarda la leadership che su specifiche tematiche come l’ambiente o l’innovazione tecnologica. Si tratta di momenti preziosissimi di scambio di conoscenze, idee e progetti, oltre che un’occasione di networking. Dal suo punto di vista, perché è così difficile per le donne raggiungere ruoli apicali in questo settore?
Una parte del gruppo di autisti in forza all’azienda sarda. Di autiste donne al momento non ce ne sono, anche se Cristiana Vinci si è posta l’obiettivo di trovarne. La difficoltà maggiore, secondo lei, per coniugare al femminile questa professione è la carenza di area di sosta sicure e attrezzate.
Spesso si dimentica un concetto importante: sono l’inclusione e la collaborazione, tra uomo e donna, tra Marte e Venere, come direbbe lo scrittore John Gray, ad arricchire e a permettere di generare risultati positivi, anche a livello economico. È stato dimostrato che le attività logistiche con più donne nei consigli di amministrazione hanno rendimenti più alti rispetto ai concorrenti in cui le donne sono escluse. Per cui è importantissimo coinvolgere le donne, anche in ruoli apicali, consentendo loro di lavorare sinergicamente con gli uomini. In generale, coinvolgere in un progetto persone diverse per sesso, età e storia apre le porte alla varietà di attitudini, visioni ed esperienze che possono solo fare bene al business.
Lei si è mai scontrata con la cultura maschilista?
Scontrata no, ma mi sono sicuramente trovata in un mondo molto maschile, nel 1992 ancor più di oggi. Sono stata forse una delle prime donne in Sardegna a gestire un’azienda di trasporti e i miei interlocutori erano quindi tutti uomini. Noto che qualcosa ha iniziato a cambiare solo da 15 anni a questa parte. Oggi dire che questo non è un lavoro per donne è un concetto assolutamente obsoleto, oltre che non più accettabile.
Se prima la logistica era più muscolare, legata all’idea di forza fisica, con la tecnologia odierna la logistica si fa cerebrale. Grazie all’innovazione, digitale e culturale, le donne possono diventare una realtà in questo settore, è quello che mi auguro.
Ha citato la sua terra, la Sardegna. Ci sono peculiarità o esigenze particolari legate al mondo dei trasporti?
La Sardegna si trova di fronte a un bivio: scegliere se essere solo un’isola turistica o fare anche impresa. Se si opta per questa seconda alternativa, le industrie hanno bisogno di vettori, sia per poter ricevere le merci da lavorare che per poter portare fuori i prodotti finiti. Il fatto che ancora oggi non ci sia una continuità territoriale per le merci è vergognoso. In Confindustria sono presidente della sezione trasporti Sardegna Meridionale e consigliere di Presidenza per la continuità territoriale e questo è un tema di cui ci stiamo occupando. Ci è stata riconosciuta l’insularità, ma mancano gli strumenti effettivi affinché venga applicata. Servono aerei e navi che ci colleghino al resto della penisola continuativamente. Serve stabilità per attrarre investitori e servono infrastrutture che speriamo con il Pnrr vengano adeguate. Solo così si può sperare di fare impresa in Sardegna.
Per concludere, c’è un personaggio al quale si ispira o che la ispira?
Mi piace leggere gli aforismi e ce ne è uno, di Oscar Wilde, che mi piace molto e dà molta autostima: «Date alle donne occasioni adeguate ed esse saranno capaci di tutto».
IDENTIKIT: WISTA ITALIA
Costituita nel 1974, la Women’s International Shipping and Trading Association – Wista è un’organizzazione di networking internazionale la cui missione è attrarre e sostenere le donne, a livello dirigenziale, nei settori marittimo, commerciale e logistico. Presente oggi in 56 paesi, raduna una rete di oltre 3.800 donne professioniste provenienti da tutto il mondo. La sezione italiana dell’associazione è presente dal 1994 e al momento attuale vede associate oltre ottanta professioniste, tra cui imprenditrici del settore marittimo, avvocate, commercialiste, docenti, consulenti e donne che operano in compagnie armatoriali, nelle agenzie marittime e nelle imprese di logistica con l’obiettivo di promuovere la presenza femminile nelle professioni del mare e lo scambio di idee sulle tematiche più attuali del settore, anche a livello istituzionale. Dallo scorso ottobre è Costanza Musso, amministratore delegato di M.A. Grendi, a presiedere il consiglio direttivo composto da Gabriella Reccia, Barbara Pozzolo, Lucia Nappi e Caterina Cerrini.