Uva da tavola magazine - n. 2/2014

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Uva da Tavola L'informazione sulla viticoltura da tavola

www. u vad atavol a. com

MAGAZINE

Anno II ­ N. 2 aprile­maggio 2014

COPIA GRATUITA

P res en t e e f u t u ro d el l a c o n s u l en z a t ec n i c a i n v i t i c o l t u ra

Tecnica

Ricerca

Mercati

Uva da tavola e clorosi ferrica:

Sostanze naturalmente

Uva da tavola: uno sguardo ai

il problema e la sua gestione

prodotte dall’uva contro le

mercati internazionali

avversità della vite



SOMMARIO 3

L'obiettivo comune

Editoriale L'obiettivo comune

5

Focus Presente

e

futuro

della

consulenza

tecnica in viticoltura

11

da

L

o sviluppo che ha caratterizzato negli ultimi decenni la viti­ coltura da tavola è stato enorme. Sono stati fatti passi in avanti sul fronte della razionalizzazione della difesa contro

insetti e patogeni, del numero di residui entro i limiti richiesti dalla

Tecnica Uva

EDITORIALE

tavola

e

clorosi

ferrica:

il

problema e la sua gestione

GDO, della riduzione dell'impatto ambientale, della sicurezza del consumatore e dell'operatore. Tra mille contraddizioni, le capacità individuali di tanti uomini che lavorano in questo settore hanno

15

Mercati

permesso di raggiungere un risultato imponente. Lo stesso individua­

Uva da tavola: uno sguardo ai mercati internazionali

lismo, purtroppo, ci impedisce oggi di trovare la spinta di unire le forze gli uni con gli altri (produzione e commercializzazione) per

19

Ricerca

sopportare la sfida che il mercato e gli altri Stati nostri competitori ci

Sostanze naturalmente prodotte dall’uva contro le avversità della vite

20

hanno lanciato. Tanta strada resta ancora da percorrere. Occorre adattare la nostra realtà produttiva, frammentata e scollegata dalla

Salute

commercializzazione, alle mutate condizioni del contesto (globale) nel

Prodotti a base di uva contro le carie

quale operiamo.

dentarie

Nel focus di questo numero, dedicato all'importanza che la consulenza

UvadaTavola Rivista di informazione tecnico scientifica sulla viticoltura da tavola

tecnica ha avuto per la viticoltura da tavola nel nostro territorio, il Dott. Antonio Mastropirro, agronomo del gruppo Agriproject, elenca i numerosi temi con i quali le aziende agricole dovranno confrontarsi nei prossimi anni: nuove varietà, aggregazione, studio di modelli

Anno II ­ Numero 2 Aprile­Maggio 2014 Direttore responsabile Domenico Zagaria Redazione Domenico Zagaria, Mirko Sgaramella,

capaci di dare risposte sulla convenienza economica di un investi­ mento in azienda. Aspetti che, fin da oggi, è necessario approfondire. Prima però, occorre raggiungere una convergenza tra produttori ed agronomi ad oggi ancora carente. Vittorio Filì, presidente ARPTRA, lo

Giuseppe Colucci, Michelangelo Stolfa

spiega chiaramente con alcune frasi riportate sul focus di questo nu­

Hanno collaborato a questo numero

mero: “Troppo spesso le aziende agricole, anche quelle più grandi,

Marina Amodio, Angela Cortigiani, Pamela Cinquepalmi

frenano lo sviluppo che il tecnico agronomo vorrebbe introdurre in

Direzione, redazione e segreteria

azienda”. Per non vanificare quanto fin'ora costruito, tutti i soggetti

Via della Costituzione, 20 ­ 70016 Noicattaro (BA) info@uvadatavola.com

della filiera, produttori, commercianti, tecnici, “dovranno abbracciare

Foto di copertina

l'obiettivo comune e smettere di optare per strategie che puntano

Giuseppe Sgaramella Stampa Grafica 080 ­ Modugno (BA) Reg.Tribunale di Bari n° 723/12 del 22/03/12

s eg u i c i a n c h e s u :

all'immediato ritorno economico, scegliendo quelle che siano vincenti nel lungo periodo. Per continuare a progredire servirà più intelligenza e meno furbizia”. La Redazione

w w w . u v a da t a v o l a . c o m



Focus

Presente e futuro della consulenza tecnica in viticoltura La consulenza agronomica ha permesso lo sviluppo del comparto uva da tavola e con esso di tutto il territorio che la produce. Ripercorriamo gli obiettivi raggiunti (e le sfide per il futuro) con alcune delle figure che operano nel settore.

a cura di Mirko Sgaramella

C

ome noto a tutti, nel Meridione d'Italia vi sono alcu­

ARPTRA, Teresa Diomede, titolare dell'Azienda Agricola Ra­

ne zone nelle quali la viticoltura da tavola ha

cemus, nonchè Isabella Spagnuolo e Nicola Cannone,

rappresentato e rappresenta ancora una compo­

produttori di uva da tavola che, fin dagli inizi della loro attivi­

nente importante della realtà locale. Tra queste, tutto il Sud

tà, hanno scelto di avvalersi della consulenza agronomica.

Est Barese, alcune aree della provincia di Taranto e del Metapontino, il Nord Barese e alcune zone della Sicilia. Lo svi­

L'evoluzione della viticoltura da tavola dagli anni '70

luppo e il prosperare della viticoltura da tavola ha determi­

ad oggi

nato in questi areali un parallelo progredire dei Comuni di

“La viticoltura da tavola è profondamente cambiata negli

appartenenza in termini demografici, economici e culturali.

anni”. Vittorio Fili, 63 anni, agronomo oggi alla guida

Nel Sud Est Barese, dove la viticoltura da tavola si pratica

dell'ARPTRA (Associazione Regionale Pugliese Tecnici e Ri­

ormai da molti decenni, si è assistito nel tempo ad una conti­

cercatori in Agricoltura) ricorda quel periodo, caratterizzato

nua ed incessante evoluzione. Sono mutate le pratiche agro­

dalla crescita esponenziale della viticoltura da tavola e

nomiche, le macchine, i mezzi tecnici per la difesa e la

dall'assenza pressoché completa per il rispetto della salute del

nutrizione. Un apporto considerevole a questa continua cre­

produttore: “L’agricoltore, finito il trattamento, usciva dai

scita è stato dato dalla figura dell'agronomo che, mediante il

campi colorato di blu. Io ero giovane, appena laureato, e ri­

servizio di consulenza alle aziende agricole, ha contribuito in

cordo che questo mi colpì molto. La prevenzione, la salute del

modo sostanziale ad indirizzare la produzione di uva da tavola

produttore era pari a zero alla fine degli anni '70. Oggi

verso quella realtà che è oggi, un'industria che realizza un

– continua Filì – lo sviluppo della viticoltura non è più esplosi­

prodotto capace di rispondere, tra mille difficoltà e contraddi­

vo come a quei tempi ma almeno sul fronte della salute e

zioni, alle esigenze delle Grande Distribuzione Organizzata in

della sicurezza per l'operatore abbiamo fatto molti passi

termini di qualità, sicurezza e servizio. Il percorso da compie­

avanti. Nel raggiungimento di questo obiettivo, come anche

re per lo sviluppo del settore è ancora lungo, le richieste che

per gli altri, la figura dell'agronomo è stata fondamentale”.

la GDO rivolge al produttore sono sempre più pressanti in termini di riduzione dei residui sul prodotto, di riduzione dell'impatto ambientale e di ammodernamento varietale (il nodo delle varietà apirene si sta rivelando molto difficile da sciogliere). Tutte queste sfide potranno essere vinte solo se ci sarà colla­ borazione sempre più stretta tra produttore e tecnico. Que­ st'ultima figura professionale, secondo il punto di vista di Antonio Mastropirro, agronomo del gruppo Agriproject

Il contributo dell'ARPTRA all'inserimento dei gio­ vani nel mondo del lavoro “Tanti giovani agronomi e tecnici non hanno avuto la fortu­ na di vivere in un momento storico come quello che abbia­ mo vissuto noi e adesso incontrano enormi difficoltà a trovare lavoro. L'impegno dell'ARPTRA è molto orientato ai più giovani affinchè possano essere formati”.

intervistato nell'ambito di questo focus, dovrà fornire servizi

Queste le parole di Vittorio Filì, agronomo presidente

per l'azienda agricola a 360°, senza più limitarsi alla difesa e

dell'ARPTRA sul tema del futuro dei giovani impegnati nelle

alla nutrizione della coltura.

discipline agronomiche. “Molti dei nostri giovani soci

Per approfondire il tema della consulenza agronomica, ri­

– continua Filì – sono dei veri e propri talenti. Mi auguro

percorrere

soprattutto,

che l'ARPTRA possa riuscire a dare il proprio contributo alla

comprendere in quale direzione volgerà il proprio sguardo

formazione di una rete di contatti e di relazioni al fine di

l'industria dell'uva da tavola italiana, oltre ad Antonio Mastro­

favorire il loro inserimento nel mondo del lavoro”.

le

tappe

di

questa

attività

e,

pirro, abbiamo intervistato Vittorio Filì, attuale Presidente

UvadaTavola ­ n. 2

aprile­maggio 2014

5


Formazione: questa la Mission dell'ARPTRA

di informazioni all'agricoltore. Quest'ultimo doveva poi as­ semblare il tutto”. In questo contesto si è affermata la figura

La mission che l'ARPTRA sta perseguendo è la formazione.

dell'agronomo di campo: “Il tecnico agronomo libero profes­

Vittorio Filì spiega che l'Associazione Pugliese dei Tecnici e

sionista, non collegato a chi vendeva i mezzi tecnici, ha ini­

dei Ricercatori in Agricoltura “sta creando eventi e corsi di

ziato ad operare in Puglia non prima di 25 anni fa. Da notare

formazione che, noto, sono molto apprezzati dai fre­

che l'attività dell'Agriproject è iniziata esattamente 25 anni fa

quentanti”. L'obiettivo è “trasferire ai partecipanti una se­

e sono stati proprio i primi soci dell'Agriproject ad aver imple­

rie di concetti pratici che l'università non ha potuto offrire.

mentato questa attività. Da li è partito tutto”. In Sicilia, inve­

Abbiamo spesso contattato grandi esperti, professori uni­

ce, secondo il punto di vista di Mastropirro (dove svolge la

versitari ma anche referenti di società private che hanno

sua professione regolarmente dal 2001) la consulenza di

nel proprio ambito – protezione delle piante, nutrizione o

campo è ancora molto estemporanea: “le varie informazioni

altro – profonda conoscenza della propria materia”. Filì

in agricoltura sono ancora oggi molto legate ai rifornitori di

preannuncia che a breve sarà organizzato un importante

mezzi tecnici. Sono pochissimi gli agronomi indipendenti”.

corso riguardo il compost, poi una serie di seminari che mirano alla formazione. “Sempre per cercare nel nostro

Razionalizzazione dei trattamenti

piccolo

In Puglia invece, per diversi motivi, si è osservata una pro­

di

metterci

a

disposizione

dell'imprenditore

affinchè colga l'importanza di vivere i processi di innova­ zione all'interno della propria azienda”. Poi conclude: “Serve impegno e studio. L'ARPTRA è a disposizione per cercare di dare il proprio contributo al miglioramento della qualità e alla comprensione dei meccanismi che regolano questo settore dell'ortofrutta”.

gressiva

evoluzione

in

ambito

agronomico.

In

principio

l'obiettivo da raggiungere nell'azienda agricola era la raziona­ lizzazione della difesa e della nutrizione del vigneto: “L'agricoltore di trent'anni fa – ricorda Mastropirro – operava spesso su una base irrazionale: si trattava a calendario, si faceva uso regolare di antiperonosporici anche se la perono­ spora in Puglia la si vedeva ogni dieci anni. Lo stesso valeva per la tignoletta, trattata ogni 7 giorni (ma anche solo 5) a

La consulenza agronomica in principio

prescindere dalle generazioni. Oggi per fortuna parlare di mo­

La consulenza agronomica di campo di oggi non è la stessa di

nitoraggio è la norma, ma trent'anni fa non lo era. Esisteva il

quando è nata. In passato tutte le informazioni tecniche erano

momento in cui si stabiliva di cominciare i trattamenti e il

fornite solo dai rifornitori di mezzi tecnici, prodotti fitosanitari,

momento in cui interromperli, solitamente 7­10 giorni prima

concimi, coperture, strutture, trattori ed atomizzatori. Antonio

della raccolta. Si trattava in modo sistematico. Ricordo che si

Mastropirro, agronomo del Gruppo Agriproject ricorda che

parlava di “trattamento completo” per intendere l'insieme di

l'assistenza fornita in quel periodo era di tipo settoriale: “Ogni

antiperonosporico, antioidico e insetticida”. Il tecnico agrono­

figura era specializzata nel proprio ambito e offriva un pezzo

mo ha razionalizzato questa follia, introducendo il monito­

In passato si trattava "a calendario" utilizzando in modo irrazionale i prodotti fitosanitari. Il tecnico agronomo ha introdotto il concetto di monitoraggio e di soglia di intervento.

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UvadaTavola ­ n. 2 aprile­maggio 2014


raggio, la comprensione di talune malattie, le soglie di

l'esportazione: “Per vendere il prodotto attraverso la GDO bi­

intervento, la differenziazione dell'efficacia e della persistenza

sogna sottostare ad una serie di parametri. Ad esempio il nu­

delle molecole. “Questi elementi – nota Mastropirro – sono

mero di principi attivi, il controllo sui tempi di carenza. La GDO

stati all'epoca dirompenti, una novità assoluta. Il tecnico ha

richiede che la conduzione sia eseguita in un modo opportuno.

inserito un elemento di osservazione che sfuggiva all'agricolto­

L'agricoltore non può fare da solo, personalmente ritengo che

re e che ha permesso di risolvere diversi problemi”.

la consulenza agronomica in campo sia essenziale. Il pro­

Tra i tanti che hanno deciso di avvalersi della consulenza

duttore deve oggi puntare principalmente alla qualità, intesa

agronomica, anche Isabella Spagnuolo e Nicola Cannone, da

nel modo più ampio. Questa si può raggiungere solo con me­

22 anni produttori di uva da tavola: “Pur provenendo da una

todologie specifiche e non si può pensare di metterle in atto

famiglia di produttori di uva da tavola – ricorda Isabella Spa­

affidandosi solo alla propria esperienza”.

gnuolo – ho ritenuto utile sfruttare a mio vantaggio i suggeri­ menti di un agronomo, così da poter gestire l'allora nascente

L'evoluzione “passiva” del produttore

azienda agricola nel modo più corretto e razionale. E credo

Ma Vittorio Filì, nell'evoluzione compiuta dal territorio, ravvisa

anche di aver dato l'esempio ad altri produttori che, vedendo i

anche un punto debole: “Tutti i soggetti che si muovono

risultati che riuscivo a raggiungere, hanno scelto di farsi a loro

all'interno dell'industria dell'uva da tavola si sono evoluti. Ma

volta seguire da un agronomo”. La signora Spagnuolo elenca i

mentre GDO, aziende di agrofarmaci, agronomi e laboratori di

motivi per i quali oggi, dopo tanti anni, è convinta che si sia

analisi lo hanno fatto attivamente, l'imprenditore agricolo si è

trattato della scelta giusta: “Grazie alla presenza dell'agro­

evoluto passivamente. Io credo – continua – che questa

nomo abbiamo individuato e gestito immediatamente molti

inerzia al cambiamento sia radicata nella cultura stessa degli

problemi, evitando di incorrere nei disastri che purtroppo so­ no capitati negli anni a tanti altri produttori. E allo stesso

Lavoro di gruppo e sperimentazione

tempo, razionalizzando i trattamenti (ma anche le concimazio­

“L'assistenza agronomica deve abbracciare tutte le aree di

ni e le lavorazioni del terreno) ed eliminando quanto non ne­

interesse dell'azienda agricola, dalla tecnica di campo,

cessario, ho potuto anche ottenere un risparmio netto nella

all'economia, passando, per quanto possibile dalla speri­

gestione dei vigneti”.

mentazione”. Questa l'opinione di Antonio Mastropirro, agronomo del Gruppo Agriproject, sullo sviluppo futuro

La “rottamazione” delle sostanze attive e le richieste

della consulenza agronomica in agricoltura. “Sul fronte

della GDO

della ricerca applicata – spiega – l'azienda agricola che

L'avvento dell'agronomo di campo ha permesso di invertire la

opera in altre Nazioni è meglio sostenuta. Le aziende sono

tendenza all'utilizzo indiscriminato di prodotti fitosanitari. Il

più grandi e capaci di autofinanziare i servizi di ricerca

passaggio successivo, compiuto a livello istituzionale, ha

applicata e i Governi degli altri Stati sostengono le co­

permesso di abbandonare progressivamente le molecole più

siddette “Extension Service”, strutture di collegamento

nocive per l'uomo e per l'ambiente. Prima la legge 91/414,

(reale) tra la ricerca di base e la produzione. Questo servi­

poi, molto più recentemente, la direttiva sull'uso sostenibi­

zio, importantissimo, perchè fa da trait d'union tra chi sta

le degli agrofarmaci, hanno permesso di alzare progressiva­ mente

l'asticella

della

tutela

ambientale,

della

salute

dell'agricoltore e del consumatore, mediante la revoca dell'uti­ lizzo di un gran numero di principi attivi. “Le molecole oggi utilizzate

hanno

un

profilo

eco­tossicologico

molto

più

compatibile – valuta Filì ­ da un punto di vista normativo que­ sto ha significato una vera è propria rivoluzione. Tutto que­ sto ha imposto agli agricoltori di adeguarsi alle nuove condizioni e ha permesso di rispondere alle richieste della GDO”. Filì spiega che a partire dagli anni '80, la nascente Grande Distribuzione Organizzata, messa sotto pressione dai gruppi ambientalisti, ha progressivamente imposto ai propri

ricercando e chi invece deve applicare in campo la ricerca, attualmente in Italia non c'è”. Gli agronomi Agriproject conducono da tempo numerose esperienze di sperimenta­ zione e i risultati ottenuti vengono poi trasferiti alle aziende agricole. “L'Agriproject – continua Mastropirro – ha sviluppato progetti che ci mettono al centro, tra ricerca di base e produzione, facendo da collante tra i gruppi di ri­ cerca e i produttori. Non si tratta, purtroppo, di un lavoro organico, ciononostante sta portando dei risultati. Tutte le attività che facciamo nel nostro Studio sono possibili perchè siamo in tanti all'interno di un unico gruppo. L'unità

fornitori di prodotti ortofrutticoli una serie di condizioni: “se

che formiamo è a sua volta collegata alle altre realtà del

non ci fossero stati i tecnici ad assistere produttori ed

territorio, gli altri colleghi, le altre strutture, le aziende che

esportatori – valuta ancora Filì – non sarebbe stato possibile

producono agrofarmaci, le strutture di ricerca universitarie

ottemperare alle condizioni della GDO”.

(abbiamo 6 convenzioni con vari istituti di ricerca da Pa­

Della stessa opinione anche Teresa Diomede, che con la pro­

lermo a Piacenza). Tutto questo – conclude – ci consente

pria Azienda Agricola Racemus, si occupa di produzione e

di coprire il vuoto che c'è nel settore della viticoltura da ta­

commercializzazione

vola nell'ambito della ricerca”.

di

uve

da

tavola,

soprattutto

per

UvadaTavola ­ n. 2

aprile­maggio 2014

7


imprenditori agricoli, e nella loro tendenza, a cogliere il valore

da introdurre. La visione di Antonio Mastropirro su questi

esclusivamente in termini di prezzo”. Secondo il presidente

aspetti è chiara: “La difesa della coltura, per l'evoluzione che

dell'ARPTRA il produttore, mediamente e con le dovute ecce­

si è osservata in viticoltura da tavola, rappresenta solo una

zioni, non riesce a cogliere la possibilità che l'incremento di

componente, e nemmeno la più importante, del complesso di

valore delle proprie uve possa essere dato da nuovi metodi

servizi offerti dall'agronomo. Il quale, oggi, deve occuparsi

colturali, dalla comunicazione o da altri fattori. “Gli esportatori

anche della introduzione di nuove varietà, dei nuovi sistemi di

– nota ancora Filì – sono oggi proprietari delle più grandi

allevamento, dei diversi metodi di potatura, della gestione dei

aziende di produzione di uva da tavola presenti sul territorio.

suoli, possibilmente alternativi alle arature tradizionali, dei

Anche queste aziende molto spesso frenano lo sviluppo che il

nuovi metodi di irrigazione. E poi le valutazioni economiche,

tecnico agronomo vorrebbe introdurre in azienda. Se neanche

senza delle quali tutti gli altri aspetti elencati non hanno

queste grandi realtà imprenditoriali abbracciano l'obiettivo co­

senso. Il Gruppo Agriproject di oggi si muove su tutte queste

mune, si vanifica tutto”. Poi Filì fa un esempio: “C'è un

direttrici”.

importante imprenditore di Rutigliano, del quale non farò il

Mastropirro parla anche del capitolo relativo al supporto

nome, che mi ha detto chiaramente, chiacchierando sul tema

all'aggregazione delle aziende agricole: “le aziende italiane, e

dello sviluppo di resistenze da parte dei funghi patogeni, di

quelle viticole del Sud Est Barese in particolare, sono media­

non sentirsi tenuto ad interessarsi di questi aspetti. Lui da

mente

imprenditore deve guardare al bilancio, pertanto se trova un

frammentato”. Per ovviare a questo problema, il tecnico

prodotto fitosanitario che oggi è efficace, lo impiegherà il più

Agriproject

possibile, perchè ha, a suo avviso, il diritto di curare i propri

raggiungere mediante la costituzione di Organizzazioni dei

interessi, in barba ad ogni prescrizione”. Questo avviene

Produttori: “Il nostro areale, mediamente, è fatto di aziende

anche se l'agrofarmaco in questione riporta in etichetta una

piccole

limitazione all'impiego di una sola volta all'anno. “Il pensiero

commercializzazione slegata dalla produzione. Questa

dei più – continua Filì – è che se il prodotto in oggetto è effi­

situazione crea un mare di problemi. Il nostro sistema è,

cace, lo si usa senza pensarci troppo, perchè permette di

purtroppo, disorganizzato e destrutturato. Per questo

mantenere l'uva sana e di evitare problemi. Non si pensa al

stiamo lavorando anche sull'aggregazione. Un agronomo che

futuro, la logica è si salvi chi può. Questo atteggiamento mi

si occupa di accompagnare un'azienda agricola in un percorso

ha provocato grande rammarico e tristezza. Devo constatare

di crescita non può non occuparsi anche di questi aspetti”.

molto

o

piccole.

guarda

medie

Il

nostro

territorio

all'aggregazione

che

sono

inserite

dei

in

è

molto

produttori,

un

da

contesto

di

che sussistono delle barriere tra il tecnico e l'imprenditore agricolo. Il tutto dalle nostre parti è ulteriormente amplificato

Le sfide future

dalla spiccata ed innata tendenza all'individualismo che ci ca­

Ricambio varietale, aggregazione, maggiore sintonia tra agro­

ratterizza. Ci sono cose che non portano un immediato ritorno

nomo e produttore: sono questi gli aspetti su cui sarà neces­

economico ma che nel lungo periodo si rivelano vincenti. E poi

sario

bisogna cercare di rispettare le regole. C'è bisogno di più

l'accento proprio su quest'ultimo aspetto: “La principale sfida

intelligenza e di meno furbizia”.

per la viticoltura da tavola italiana sarà la capacità di au­

concentrarsi

nei

prossimi

anni.

Vittorio

Filì

pone

mentare la sintonia tra agronomo e produttore. L'agrono­

Consulenza agronomica: non solo difesa e nutrizione

mo dovrà sempre più percepire gli input che arrivano dalla

Tutto è cominciato con la difesa e la nutrizione della vite. Ma

filiera e trasferire queste informazioni ai produttori. Ma anche,

oggi ci sono tanti altri aspetti da considerare ed innovazioni

in senso opposto, dovrà comunicare e rendere visibile alla

Difesa e nutrizione oggi sono soltanto alcuni dei compiti dell'agronomo, il quale dovrebbe occuparsi anche dell'introduzione di nuove varietà e nuovi sistemi di allevamento.

8

UvadaTavola ­ n. 2 aprile­maggio 2014


GDO il valore realizzato in campo. Non è più possibile lavorare

questa funzione. Livello nel quale si concentra purtroppo la

da soli, scollegati da tutto, e guardare solo al prezzo. Più

maggior parte del valore aggiunto. Questi due soggetti devo­

concretamente – continua Filì – bisogna accelerare sul piano

no riuscire a stare insieme e costituire una qualche forma di

del ricambio varietale, sulla capacità di comunicare gli aspetti

aggregazione. Non ci sono altre strade da percorrere”.

legati alla sostenibilità, nonchè trovare un compromesso tra le tante forzature che oggi si praticano per raggiungere il miglior

Per leggere le interviste complete visita il nostro sito

calibro e un migliore sapore del frutto. Senza dimenticare

www.uvadatavola.com.

l'impronta carbonica e gli aspetti legati ai rifiuti”. Anche Antonio Mastropirro vede nella individuazione di nuove varietà senza semi una delle principali sfide per gli anni a ve­

Antonio Mastorpirro, laurea in agraria, svolge la professione di

nire, ma pone l'accento anche sulla definizione di modelli eco­

agronomo già dal 1994. Dopo una collaborazione di alcuni anni con

nomici

un

una multinazionale degli agrofarmaci, entra nel gruppo Agriproject,

investimento: “Servono modelli capaci di dare delle risposte

prima come collaboratore poi come socio. In questo gruppo svolge

sulla validità di un investimento e mettere tutto in funzione

tuttora la sua attività.

della prospettiva commerciale”. Secondo Mastropirro tale pro­

Teresa Diomede, con l'Azienda Agricola Racemus, si occupa di pro­

spettiva deve passare attraverso sistemi organizzati, che si

duzione e commercializzazione di uve da tavola, soprattutto per

tratti di OP o di aggregazioni più o meno stabili intorno al

l'esportazione. Il principale mercato di riferimento è la Spagna.

commerciante di riferimento con degli accordi di coltivazione.

Vittorio Filì, Agronomo, 63 anni, subito dopo la laurea, nel 1976, ha

“Percorrendo questa strada – continua – sarà possibile far re­

lavorato per due multinazionali nel settore protezione delle piante

citare ai produttori, ma anche ai commercianti, una parte più

occupandosi delle prove sperimentali in campo per lo sviluppo dei pro­

importante rispetto a quella delle comparse cui oggi sono

dotti. Dopo 35 anni di lavoro in questo settore, è attualmente in

entrambi relegati. Produttori e commercianti devono smettere

pensione. Attualmente svolge ancora la stessa attività all'interno di un

di cercare la speculazione e devono capire che sia gli uni che

centro di saggio. Ricopre la carica di presidente dell'ARPTRA.

gli altri sono figure che presentano delle fragilità intrinseche,

Cannone Nicola e Spagnuolo Isabella, titolari di una azienda agri­

dato che entrambe non dispongono di una interfaccia diretta

cola in agro di Acquaviva delle Fonti che conta 8 ha di uva da tavola

con il consumatore. C'è sempre un altro livello che svolge

della varietà Italia. L'azienda è attiva da 22 anni.

capaci

di

stabilire

a

monte

la

validità

di



Tecnica

Uva da tavola e clorosi ferrica: il problema e la gestione La fisiopatia, molto frequente nel Sud Est Barese, provoca clorosi, crescita stentata e riduzione della produzione. Approfondiamo il problema con le informazioni fornite da chi sta studiando il problema.

a cura di Mirko Sgaramella

L

a clorosi ferrica è una fisiopatia molto frequente nei

di Ferro produrrà meno energia e svolgerà male le proprie

suoli ricchi di calcare attivo (tipici del Sud Est Bare­

funzioni vitali. “Da ciò – spiega il dott. Spagnuolo – derivano

se). Essa è indotta dalla carenza di ferro e provoca la

crescita stentata, scarsa produzione, frutti di dimensioni infe­

caratteristica clorosi (ingiallimento) delle parti verdi della

riori. Altro effetto è rappresentato dagli ingiallimenti delle

pianta a seguito della difficoltà a produrre clorofilla. Come

parti verdi apicali della pianta, causati dalla inibizione della

nelle altre piante, anche nella vite si osserva, a causa della ri­

sintesi della clorofilla”.

duzione del metabolismo proteico ed energetico, crescita

“Come noto gli ingiallimenti si osservano dapprima nella zona

stentata, riduzione della produzione, frutti di dimensioni infe­

internervale – sottolinea il dott. Mazzeo – ma, col passare del

riori. Il problema può essere alleviato e superato mettendo in

tempo, tutta la foglia, comprese le nervature, diventa gialla.

campo una serie di azioni finalizzate a contrastare le condizio­

Se la pianta non produce clorofilla in modo efficiente, la foto­

ni ambientali che generano la carenza.

sintesi non avviene in modo ottimale”.

Poiché per operare in campo in modo corretto è necessario

“Questo è un problema – continua Mazzeo – e gli ingiallimenti

innanzitutto conoscere le cause alla base del fenomeno, Uva

che ne derivano si possono ripercuotere a livello produttivo

da Tavola Magazine ha intervistato il Dott. Matteo Spagnuo­

con acinellatura o colatura del fiore”.

lo, ricercatore presso la Sezione di Chimica e Biochimica del Dipartimento di Scienze del Suolo, della Pianta e degli Ali­

Differenze tra Sud Est Barese ed Arco Jonico Tarantino

menti (DiSSPA) dell'Università degli Studi di Bari – Aldo Moro,

Nei vigneti ad uva da tavola coltivati nei terreni dell'arco Joni­

e il Dott. Andrea Mazzeo, dottorando dello stesso diparti­

co i problemi sono molto meno accentuati rispetto a quello

mento presso la Sezione di Arboricoltura.

che si osserva nel Sud Est Barese. “In questa zona – afferma Spagnuolo – si osservano prevalentemente suoli chiari, poveri

Inquadramento del problema

di sostanza organica e molto ricchi di calcare attivo. La

Come appena ricordato, nelle piante che mostrano clorosi

clorosi ferrica è causata non tanto, come spesso si è indotti a

ferrica si osserva una riduzione del metabolismo proteico

pensare, da una carenza di Ferro nel suolo, ma dalla difficoltà

ed energetico. In sintesi, una pianta che soffre per carenza

della pianta ad assimilare questo elemento. Nel terreno il

Caratteristici sintomi della clorosi ferrica su vigneto ad uva da tavola.

UvadaTavola ­ n. 2

aprile­maggio 2014

11


Ferro è presente in buona quantità ma, per diversi motivi, la

Influenza delle tecniche colturali sulla clorosi ferrica

pianta fa fatica ad assorbirlo”.

Secondo il dottor Spagnuolo non ci sono grosse differenze di

I motivi per cui si verifica questa indisponibilità nel suolo so­

suscettibilità al problema per le diverse varietà coltivate di

no collegati principalmente alle caratteristiche stesse del suo­

uva da tavola, mentre molto più importanti risultano le diffe­

lo:

renti pratiche colturali: “Una gestione non ottimale della

eccessiva

concentrazione

di

calcare

attivo

e

pH

sub­alcalino.

pianta nelle ultime fasi della produzione, può impedire il corretto accumulo di metaboliti, in particolare carboidrati,

L'eccesso di calcare attivo nel suolo

all'interno delle radici. Queste riserve servono per la corretta

La concentrazione di calcare attivo nel terreno gioca un

partenza l'anno successivo. Apportare azoto nelle ultime

ruolo fondamentale: tanto maggiore è la sua presenza nel

fasi dell'attività vegetativa della pianta è utile per miglio­

terreno, tanto più il Ferro tenderà a insolubilizzare. “I co­

rare l'efficienza fotosintetica della pianta in chiusura del ci­

siddetti suoli chiari – spiega Spagnuolo – sono poveri di so­

clo, con conseguente accumulo delle sostanze di riserva

stanza organica e molto ricchi di calcare attivo (la frazione più

che serviranno l'anno seguente nella prima fase di sviluppo.

fine del carbonato di calcio). Il calcare attivo è più solubile nel

Questo – continua Spagnuolo – avviene perché se le uve

suolo e provoca un aumento della concentrazione di bicarbo­

vengono raccolte tardivamente (ottobre­novembre­dicembre)

nato e di Calcio. Il bicarbonato tende a mantenere i suoli a pH

con eccessive produzioni si crea in quel periodo una forte

elevati (8–8,5, condizioni in cui il Ferro precipita a formare

competizione tra la parte produttiva (i grappoli di uva) e la

ossidi e idrossidi poco solubili.

parte fotosintetica (le foglie e le parti verdi della pianta)”. Ma

L’elevata concentrazione di Calcio compete con il Ferro le so­

i problemi non mancano anche sulle varietà precoci: “nelle

stanze complessanti naturali presenti nel suolo per cui una

varietà raccolte molto precocemente – dice Spagnuolo – le

minore frazione del Ferro è mantenuta in soluzione in forma

foglie, ovvero l'apparato fotosintetico, sono lasciate a se stes­

complessata. Risultato: la vite risulta carente per questo ele­

se per molti mesi dopo la raccolta. In queste fasi occorre ge­

mento. “Questo avviene nonostante la pianta – continua

stire in modo opportuno anche l'irrigazione, in modo che la

Mazzeo – emetta dalle radici sostanze capaci di acidificare

pianta si trovi in condizioni ottimali”.

l'ambiente circostante ad esse, così da cercare di contrastare la condizione di scarsa acidità (il pH troppo elevato) presente

Il contributo delle piante: l'inerbimento

nel suolo”.

Le piante sono costantemente al lavoro per aumentare la disponibilità di Ferro nel terreno. “La vite – ricorda Matteo

Il problema del pH elevato nel terreno

Spagnuolo – libera nel terreno, attraverso le proprie radici,

“In condizioni di pH elevato (attorno ad 8, tipico di molti suoli

delle sostanze che acidificano l'ambiente circostante (la co­

del Sud Est Barese) – spiega Spagnuolo – sebbene il Ferro to­

siddetta rizosfera). Queste sostanze, inoltre, si legano al

tale sia presente in quantità elevata, il Ferro solubile (che è

Ferro e ne impediscono la precipitazione. In questo modo si

quello disponibile per le piante) risulta presente in bassissime

ha maggiore presenza di Ferro in forma disponibile per la

concentrazioni. In pratica, più il pH aumenta, più il Fe pre­

pianta. Tutto questo comporta lavoro per la vite, quindi

cipita sotto forma di ossidi e idrossidi poco solubili. Ne conse­

consumo di energia. Per questo è importante che la pianta

gue che quest'ultimo diventa sempre meno disponibile per

metta da parte sostanze di riserva nelle radici. Anche le gra­

la pianta.

minacee (alcune specie utilizzate quando si pratica l'inerbi­ mento dei vigneti) aumentano la disponibilità di Ferro per la

Altri fattori collegati: portinnesti, sostanza organica e

vite.

temperatura “I diversi portinnesti (barbatelle) e il contenuto di sostanza organica

nel

terreno

continua

Mazzeo

possono

influenzare il problema a parità di pH e di calcare attivo. I problemi di clorosi ferrica sono tanto più accentuati quanto minore è l'affinità della barbatella con la marza che viene innestata. Terreni ben dotati di sostanza organica mettono il Ferro a disposizione delle piante con più facilità. E anche la tempe­ ratura svolge un ruolo nell'assorbimento del Ferro: se la temperatura è bassa, l'attività radicale è più limitata e la pianta fa più fatica ad assorbirlo. Lo stesso si osserva se la pianta di vite è molto giovane, perchè l'apparato radicale è poco sviluppato”. L'inerbimento aumenta la disponibilità di ferro per la vite.

12

UvadaTavola ­ n. 2 aprile­maggio 2014


“Le radici delle graminacee – continua Spagnuolo – oltre ad aumentare il suolo rizosferico, producono fitosiderofori, so­

Fisiopatia: malattia di natura non infettiva.

stanze che chelano il Ferro aiutandolo a restare in soluzione”.

Chelazione: processo mediante il quale una molecola

Secondo Mazzeo l'inerbimento sembra essere una valida

“abbraccia” un'altra molecola o elemento (in questo caso il

opzione per il contenimento del problema: “Numerosi studi di­

ferro) impedendole di precipitare e di diventare insolubile

mostrano che un vigneto inerbito è caratterizzato da una

e non più dsponibile per la pianta.

maggiore disponibilità di Ferro, pertanto la clorosi ferrica ha

Calcare attivo: frazione più fine del carbonato di calcio. Il

una minore incidenza su di esso. In un terreno inerbito c'è

calcare attivo è più solubile e provoca un aumento del bi­

maggiore disponibilità di Ferro rispetto ad un terreno

carbonato e del calcio nella soluzione circolante del suolo.

nudo, per via della maggiore complessità del suolo.

In queste condizioni il pH del suolo è tamponato a livelli

Ovviamente non c'è solo maggiore disponibilità di Ferro ma

compresi tra 7,5 e 8,5 determinando la precipitazione del

anche dei vari altri microelementi. Tra le specie più indicate

ferro in ossidi e idrossidi poco solubili.

all'inerbimento, le specie di festuca (graminacee) sono ri­

Molecola fotolabile: molecola che si degrada in presenza

sultate più indicate rispetto alle leguminose”.

di luce, perdendo la propria funzionalità.

Gli errori più comuni

zione – spiega Spagnuolo – sono fotolabili e possono anche

Tra gli errori più frequenti che possono accentuare la clorosi

produrre sostanze tossiche per la vite. In fase di apporto di

ferrica nella vite vi è l'eccessiva lavorazione del suolo: “le

Ferro chelato in fertirrigazione è molto positivo aggiungere

eccessive lavorazioni comportano una riduzione pro­

azoto organico e acidificare la soluzione. L'acidificazione del

gressiva della sostanza organica del suolo, aumentano

suolo – conclude Spagnuolo – si osserverà per tempi molto li­

il potenziale red­ox e quindi la tendenza del Ferro a

mitati, dato che il suolo ha un forte potere tampone, ma age­

precipitare in forme insolubili (quindi non più disponibili

vola, insieme alle altre strategie, l'assorbimento del Ferro.

per la vite). Ecco perché la non lavorazione e l'inerbimento possono ridurre i fenomeni di clorosi ferrica.

Per leggere le interviste complete visita il nostro sito www.uvadatavola.com.

Come intervenire Ridurre le lavorazioni, inerbire il vigneto, contenere o almeno

Matteo Spaguolo, laurea in Scienze Agrarie, dottorato in Chimica

eseguire in modo corretto l'incisione anulare, sostenere la

Agraria, attualmente ricercatore presso il Dipartimento di Scienze del

pianta anche dopo la raccolta nelle varietà precoci e nelle

Suolo, della Pianta e degli Alimenti, sezione di Chimica e Biochimica. Si

ultime fasi prima della raccolta nei vigneti nei quali si punta al

interessa di nutrizione delle piante, decontaminazione ed ecotossicolo­

ritardo. E poi l'apporto di Ferro al suolo. “Una pratica molto

gia dei suoli.

diffusa in passato – ricorda Spagnuolo – era l'apporto di sol­

Andrea Mazzeo, dottorando presso la Sezione di Arboricoltura del

fato ferroso nel periodo invernale. Ma in condizioni di pH

DiSPA (Dipartimento del Suolo, della Pianta, e degli Alimenti) dell'Uni­

sub­alcalino ed in scarsa presenza di sostanza organica, tutto

versità degli Studi di Bari – Aldo Moro. Il dott. Mazzeo si occupa

il Ferro distribuito si ossida e precipita immediatamente”.

attualmente di uva da tavola e in particolare delle influenze che alcune

Molto più indicato è l'apporto di Ferro in forma chelata sia in

pratiche colturali hanno sulla qualità del prodotto finale. Sta ulti­

fertirrigazione che per via fogliare. Facendo attenzione a non

mando la tesi di dottorato sull'utilizzo di fitoregolatori,

usare per via fogliare i prodotti a base di Ferro chelato adatti

incisione anulare ed inerbimento.

alla fertirrigazione: “I chelati di Ferro da usare in fertirriga-


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Mercati

Uva da Tavola: uno sguardo ai mercati internazionali

L

e esportazioni di uva da tavola dal Perù sono in forte

I viticoltori dell’Australia hanno vissuto una stagione più che

crescita e hanno fatto registrare un +47% nella

positiva grazie alle produzioni di qualità, al mercato cinese

stagione 2013­14, per un valore di oltre 541 milioni

“vorace” di uva australiana, all’ingresso nel mercato della

di dollari. A poche settimane dalla conclusione della stagione,

Corea del Sud ed alla prospettiva di esportare in Giappone.

secondo i dati della Peruvian Table Grape Growers Assocation

Con un forte mercato interno e l’apertura verso i nuovi

(Provid), sono state esportate dallo scorso ottobre circa

mercati di esportazione asiatici, il futuro del settore sembra

220.000 tonnellate di uva. La passata stagione aveva fatto

assicurato.

registrare una crescita del 14%, per un totale di 149.754 tonnellate e oltre 377 milioni di dollari di valore. La Provid ha

La California ha esportato durante la stagione 2013 volumi

riferito che il Perù esporta uve fresche in 56 paesi, che

record di uva da tavola, pari a 117,4 milioni di box, per un

comprendono

Libia,

valore totale di 1,7 miliardi dollari. Le esportazioni hanno

Camerun, Gabon e Swaziland, cioè sette paesi in più rispetto

raggiunto anche un nuovo record in termini di volume, con

alla stagione precedente. Le esportazioni di uva da tavola

48,6 milioni di box spediti, facendo registrare un aumento del

peruviana verso Cina e Hong Kong ammontano, invece, a

17% rispetto all’anno precedente.

anche

Bulgaria,

Estonia,

Georgia,

38.400 tonnellate con un volume di entrate pari a 95,2 milioni di dollari. A fine febbraio il Perù aveva già esportato in Cina 37.700 tonnellate per un valore di 92,2 milioni di dollari. Il volume delle esportazioni in questa campagna è stata del 25% superiore rispetto alla campagna precedente.

dal clima: nelle zone settentrionali del paese le uve hanno sofferto la siccità e molti vigneti non sono stati irrigati sufficientemente. Nelle regioni centrali, grazie alle costanti irrigazioni, le perdite sono state contenute. Nelle zone meridionali, invece, le produzioni sono state colpite da forti gelate che hanno influenzato negativamente le esportazioni. Secondo l’importatore olandese Jan Marc Schulz, della SFI Rotterdam, il volume delle uve sarà inferiore del 40% in questa stagione. Nei primi giorni di marzo la domanda di uva cilena era elevata così come i prezzi: le confezioni da 500 grammi si aggiravano su 1,60 € per le uve rosse e 1,45 € per le uve bianche. L’Europa non è più il primo mercato di per

gli

esportatori

cileni,

a

causa

delle

problematiche legate al trasporto ed alle sempre più severe norme sugli aspetti residuali.

incoraggiante,

in

che avevano causato un rallentamento nelle operazioni di netta ripresa. Secondo il South African Table Grape Industry (SATI), si è verificato un incremento del 37% nell’export di uve sudafricane durante il mese di febbraio, con circa 18,8 milioni

di

box

in

totale.

I

numeri

indicano

che

l’uva

sudafricana ha raggiunto i 200.000 box cumulativi esportati, cifra raggiunta già nel febbraio 2012­13. Le importazioni, però, sono in calo del 16%. Il picco dell’export si è verificato nel mese di febbraio con le spedizioni verso il Regno Unito (65%), seguito dal Nord Europa (40%) e il Medio Oriente (35%). La Namibia, che esporta attualmente 4,5 milioni di box di uva, per un valore stimato di circa 65 milioni di dollari, firmerà un’accordo economico di partnership con l’Unione europea (Epa), dopo la conclusione dei negoziati tra i leader europei e africani. Il 95% delle uve del paese vengono esportate verso UE, Regno Unito, Estremo e Medio Oriente.

La situazione delle uve di provenienza Argentina non è risultata

gennaio 2014, caratterizzato da forti venti, pioggia e grandine raccolta, le esportazioni di uva hanno fatto registrare una

La stagione 2013­2014 in Cile è stata influenzata fortemente

riferimento

In Sudafrica, dopo il maltempo verificatosi nel mese di

quanto

anche

gli

agricoltori

argentini impegnati nella produzione di uva da tavola hanno sofferto le forti gelate verificatesi nel settembre 2013. Secondo gli ultimi dati rilasciati da SENASA, nei primi 10 mesi del 2013, le esportazioni argentine di uva fresca sono crollate a causa dei costi crescenti. Sono state registrate esportazioni

In India, nonostante la stagione sia cominciata con due settimane di ritardo a causa di fortissime grandinate che hanno portato alla distruzione di interi vigneti nello Stato di Mahrashtra, sono state esportate oltre 35.600 tonnellate di uva fresca e si potrebbero raggiungere le 55.000 tonnellate prima della fine della stagione 2014.

per 26.723 tonnellate, contro le 42.821 tonnellate nello www.uvadatavola.com

stesso periodo del 2012. UvadaTavola ­ n. 2

aprile­maggio 2014

15


Eventi

Seminari tecnici “Nuovi orientamenti nella gestione di moderni impianti frutticoli e viticoli”

L

a società Agrimeca Grape and Fruit Consulting, con la collaborazione dell’azienda locale Royal Fruit, del Comune di San Ferdinando di Puglia (Bt) e

della Fondazione Its, ha organizzato due interessanti semi­ nari tecnici: il primo tenutosi venerdì 28 marzo ha affrontato tematiche riguardanti il settore dell’uva da tavola, il se­ condo, in programma sabato 5 aprile, argomenti riguardanti i fruttiferi. Uva da tavola, pesco, nettarine e da ultimo l’albicocco, sono le specie che caratterizzano il distretto frutticolo di San Ferdi­ nando di Puglia, che esprime produzioni precoci e di qualità. Agrimeca Grape and Fruit Consulting ha raccolto tecnici e ri­

collegiali che mirano a innalzare la conoscenza di quanti

cercatori esperti per fornire a vecchi e nuovi frutticoltori

impegnati giornalmente nelle singole fasi della filiera pro­

rinnovate e aggiornate informazioni su queste specifiche

duttiva.

colture che nel corso degli ultimi anni hanno subito una forte evoluzione in termini di varietà e portinnesti, sistemi di alle­

Agrimeca

vamento, tecniche di gestione fitosanitaria e agronomica.

Grape and Fruit Consulting srl

I seminari tecnici di Agrimeca proseguono nel solco di fare

Via D. Elefante, 17 ­ 70018 Turi (BA)

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Tel/Fax +39 080 4514162

aggiornamento attraverso incontri frontali e stage tecnici

www.agrimeca.eu




Ricerca

Sostanze naturalmente prodotte dall’uva contro le avversità della vite

U struire

tilizzare le sostanze naturalmente prodotte dall’uva per combattere le avversità della vite ora è possibi­ le grazie alle nanotecnologie, che permettono di co­ speciali

capsule

per

trasportare

con

maggiore

efficienza le molecole prodotte dalla vite stessa per combatte­ re i funghi che la attaccano. Questo l’obiettivo di un gruppo di ricerca coordinato da Ga­ briella Pasqua, dell’Unversità Sapienza di Roma, presentato nel convegno SapiExpo, organizzato a Roma dalla Sapienza in vista della partecipazione all’Expo 2015. “Abbiamo adattato al campo dell’agricoltura i progressi fatti dalle nanotecnologie in ambito medico. Si tratta – ha spiegato Pasqua – di sfruttare le nanocapsule, dei gusci biodegradabili, che possono essere ca­ ricate con molecole da trasferire all’interno delle cellule”. La ricerca nasce dalla necessità di trovare risposte a uno dei maggiori problemi in campo agricolo, ossia gli attacchi creati dai funghi e dal fatto che nuove normative hanno imposto una forte riduzione all’uso dei prodotti fitosanitari e quindi indebo­ lito la capacità di contrastare i patogeni.

“Abbiamo messo a punto – ha concluso – tecniche di estra­ zione da materiali di scarto della vinificazione e di altri pas­ saggi della raccolta di alcune molecole anticrittogamiche prodotte naturalmente dalle piante”. Questi farmaci naturali vengono poi caricati all’interno delle nanocapsule capaci di entrare all’interno delle cellule delle piante e rilasciare il cari­ co. Una tecnica quindi più efficace ed ecocompatibile dei tra­ dizionali pesticidi e che potrebbe trovare applicazione già nei prossimi anni. www.uvadatavola.com

Karathane Star, fungicida antioidico in emulsione concentrata a base di meptyldinocap (350 g/L), che deriva dalla purificazione della molecola dinocap. Karathane Star agisce per contatto ed è caratterizzato da una azione preventiva, curativa e soprattutto eradicante nei confronti dell'oidio. Meptyldinocap è attivo in tutte le fasi vitali del patogeno; è un fungicida preventivo, curativo ed eradicante. I vantaggi che derivano dall'impiego di Karathane Star si possono così riassumere: ­ Azione fungitossica ed eradicante su cleistoteci ed ascospore, su getti a bandiera e su infezioni in atto. ­ Prodotto multisito (strumento indispensabile nella gestione della resistenza) ­ Selettivo su fitoseidi ­ Selettivo sulle principali cultivar di vite ­ Ottimo profilo residuale ­ Attivo anche a basse temperature. Nelle applicazioni iniziali da germogliamento a grappoli visibili della vite, utilizzando volumi di acqua ridotti, si consiglia di utilizzare Karathane Star alla dose di 0,3 litri/ettaro. In caso di infezioni in atto su foglie e grappoli, da prefioritura a prechiusura grappolo, effettuare due trattamenti eradicanti alla dose di 60 ml/hl a distanza di 5 giorni. E' opportuno utilizzare il prodotto preventivamente, comunque non oltre la primissima comparsa dei sintomi della malattia, proseguendo ad intervalli di 10 giorni. Non eseguire più di 3 trattamenti per anno. Consigli d’uso su uva da tavola Varietà Italia: ­ Rispettare la dose per ettolitro: max 60 cc/hl ­ Utilizzo nelle ore più fresche della giornata (temp. < 30°C) ­ Evitare miscele complesse se non provate preventivamente (+ di 3 vie, concimi fogliari, fitormoni, stimolanti, etc..) Altre varietà: ­ rispettare la dose per ettolitro: max 60 cc/hl ­ utilizzo nelle ore fresche della giornata (temp. < 30°C) ­ evitare miscele complesse se non provate preventivamente ­ non utilizzare in miscela con prodotti contenenti Fosetyl Al e derivati delle strobilurine


Salute

Prodotti a base di uva contro le carie dentarie

U

n recente studio pubblicato sul Journal of Food

In particolare, l’assunzione di uva passa si è dimostrata effi­

Science, condotto da un team di ricercatori del

cace contro le carie dentali: benché si tratti di un cibo molto

National Health Examination Survey” (NHANES), ha

dolce, svolge un effetto protettivo grazie anche al buon

dimostrato come il consumo di prodotti a base di uva (uve

contenuto di una varietà di antiossidanti che inibiscono lo

fresche, uva passa, succo d’uva), può ridurre il rischio di svi­

Streptococcus mutans (uno dei principali batteri responsabili

luppare il diabete e le malattie cardiache, contribuendo a mi­

della carie dentale). Inoltre, grazie al buon contenuto di so­

gliorare le abitudini alimentari.

stanze benefiche, tale prodotto migliora il controllo del gluco­

I dati raccolti si riferiscono al periodo 2003­2008 in cui si so­

sio nel sangue (utile per chi è diabetico, ma non solo) ed è

no valutati gli effetti sui consumatori, bambini e adulti. Da

utile per la perdita e il controllo del peso.

quanto emerso, sia per i bambini che per gli adulti che consu­

Concludendo, l’uva e i suoi derivati possono essere una buona

mavano tali prodotti è stata registrata una maggiore as­

opzione alimentare che può agire beneficamente su molti

sunzione di altri tipi di frutta e sostanze nutritive fondamentali

fronti della salute. Senza dimenticare poi, che nella buccia

come calcio, vitamina A, vitamina C, fibre, magnesio e potas­

dell’acino d’uva è contenuto il famoso resveratrolo, il noto

sio, rispetto a coloro che non consumavano uva e derivati.

antiossidante che si ritiene essere un toccasana contro

Inoltre, i consumatori di uva, assumevano anche meno grassi,

l'invecchiamento.

zuccheri aggiunti e alcol, con un conseguente consumo infe­ riore di calorie.

La redazione info@uvadatavola.com






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