Uva da Tavola L'informazione sulla viticoltura da tavola
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Anno I N. 5 novembredicembre 2013
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Tecnica
Eventi
L'intervista
Tante le varietà apirene, ma
Tutto pronto per il 25° Forum
Presente e futuro dell'uva da
quali certezze?
di Medicina Vegetale
tavola: analisi commerciale del prodotto
SOMMARIO 3
Editoriale
5
Tecnica
Siamo davvero fuori dai giochi?
Tante
le
varietà
certezze?
10
apirene,
ma
quali
Tutto pronto per il 25° Forum di Medicina
Uva da Tavola.com: gli articoli più letti
L’importanza del calcio per la qualità
L'intervista
Presente e futuro dell'uva da tavola: analisi commerciale del prodotto
22
inizio della stagione 2013 è stato entusiasmante almeno
quanto deludente è stato il finale, un trend negativo con se gnali di ripresa episodici e deboli che non sono bastati a ri
al surplus di uva da tavola "di qualità" prodotta in tutto il bacino del Mediterraneo ed alla conseguente sovrapposizione con le prime uve provenienti dall’Emisfero Sud. Risultato: crollo dei prezzi sul mercato. zione, non siamo più competitivi. Siamo quindi fuori dai giochi?
Difficile rispondere a questa domanda, soprattutto quando vige tra i
produttori uno stato di confusione generale. "Non dobbiamo più pro durre uva con semi, il futuro è delle apirene", dicono alcuni. "Le uve
Ricerca
postraccolta dell’uva da tavola
20
'
Mercato in cui noi, a causa (soprattutto) degli elevati costi di produ
I più letti del 2013
19
Siamo davvero fuori dai giochi?
sollevare la situazione. Gli esperti del settore ne attribuiscono le cause
Eventi
Vegetale
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L
EDITORIALE
Salute
Il resveratrolo contenuto nell’uva riduce i danni all’udito
UvadaTavola
Rivista di informazione tecnico scientifica sulla viticoltura da tavola Anno I Numero 5
NovembreDicembre 2013 Direttore responsabile Domenico Zagaria Redazione
Domenico Zagaria, Mirko Sgaramella,
Giuseppe Colucci, Michelangelo Stolfa
Hanno collaborato a questo numero
A.R.P.T.R.A. Associazione Regionale Pugliese dei Tecnici e Ricercatori in Agricoltura, Vincenzo Cuoccio
Alberto Sansovini, Antonietta Natuzzi, Marina Amodio, Angela Cortigiani, Pamela Cinquepalmi Direzione, redazione e segreteria
tradizionali garantiscono maggiore sicurezza" controbattono altri. Intanto, la Grande Distribuzione Organizzata diventa ogni stagione più
esigente sugli aspetti residuali. Eppure l’uva italiana è una delle mi gliori al mondo in termini di sicurezza e di qualità del prodotto. Questo
grazie anche al grande lavoro dei tecnici specializzati che operano nel nostro territorio e che dal 2014 assumeranno un ruolo sempre più
importante all’interno delle aziende agricole, come evidenzierà il prossimo Forum di Medicina Vegetale.
Da decenni ormai sentiamo parlare dell’importanza dell’aggregazione
in agricoltura. Concetto anche ribadito e promosso dalle politiche
dell’Unione Europea. Ma siamo sicuri che la soluzione possa partire da
queste "politiche dall’alto"? Forse sarebbe più semplice far capire agli agricoltori
l’importanza
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Grafica 080 Modugno (BA) Reg.Tribunale di Bari
n° 723/12 del 22/03/12
l’adozione
di
comprendere l’importanza della sostenibilità ambientale e della salva guardia del territorio. Non dobbiamo più limitarci a vendere solo uva. Dobbiamo vendere uva e territorio. Solo se si coltiva in un territorio
sano e pulito si trasmette al consumatore un’immagine di sicurezza.
Immagine che la Grande Distribuzione Organizzata dovrebbe remu nerare per avere la nostra uva sui propri banchi di ortofrutta.
L’aggregazione non deve partire dalle politiche, ma dalla volontà di
ogni singolo. E se a questo si aggiungesse un’organizzazione della fi liera più efficiente, fatta di meno speculazioni a spese del produttore, si riuscirebbe a trovare la formula vincente. Forse.
Auguriamo a voi tutti un Buon Natale ed un Sereno 2014. La Redazione
info@uvadatavola.com Foto di copertina
mediante
favorire la formazione degli agricoltori, in modo che possano
Via della Costituzione, 20 70016 Noicattaro (BA)
Giuseppe Sgaramella
dell’aggregazione
"politiche dal basso". Come? Una soluzione potrebbe essere quella di
s eg u i c i a n c h e s u :
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Tecnica
Tante le varietà apirene, ma quali certezze?
I
La Redazione di Uva da Tavola Magazine ha intervistato Vincenzo Cuoccio (Vivai Cooperativi Rauscedo) per conoscere la sua opinione sui nuovi impianti di varietà apirene
Vivai Cooperativi Rauscedo (VCR) sono la realtà vivai
durre anche molto bene. Vorrei però puntualizzare su un
70 milioni di piante l'anno, prevalentemente di viti
mercato con prodotto estero. Le loro produzioni non sono
stica più grande del Mondo, con una produzione di circa
innestate di varietà da vino e da tavola ed una piccolissima
parte di barbatelle selvatiche. Vincenzo Cuoccio è il responsa bile tecnico e commerciale VCR negli areali di Puglia, Basili cata, Calabria e alcuni Paesi del Nord Africa.
Uva da Tavola Magazine ha posto a lui alcune domande per
conoscere il punto di vista di un esperto circa la diffusione di nuovi impianti in Italia e all'Estero e delle nuove varietà di uva da tavola che sono oggi disponibili sul mercato.
Parlaci di come è organizzata VCR qui in Italia e del ruolo che ricopri
VCR dispone di vari agenti di zona, ciascuno dotato di un de posito per lo stoccaggio del materiale vegetale commercia lizzato. Io mi occupo sia della parte tecnica che di quella
commerciale. Per conto di VCR, inoltre, curo i contatti con gli
Istituti di Ricerca, le Università e le aziende di sperimentazio ne. Mi occupo inoltre personalmente dell'aspetto fitosanitario
delle piante madri da cui preleviamo il materiale per la molti plicazione che serve a realizzare le barbatelle innestate che commercializziamo.
Quali sono i Paesi nei quali la richiesta barbatelle inne
state di uva da tavola è più alta? Quali sono le varietà più richieste?
Nord Africa, soprattutto Marocco e Tunisia, dove le cultivar
tradizionali la fanno ancora da padrone. Esiste una domanda molto alta della cv Italia, perchè è una varietà che non ha
grossi problemi di conduzione tecnico agronomica, dove ci so no tecniche note e consolidate. In questi Paesi, grazie ai molti
italiani che si sono recati in quelle aree, si è imparato a pro
Varietà senza semi Regal: la richiesta è diminuita nel 2013.
aspetto: non deve mai esserci alcuna paura di invasioni di sufficienti neanche a soddisfare il loro fabbisogno interno. Perchè Marocco e Tunisia?
In questi Stati le condizioni climatiche sono consone alla pro duzione di uva da tavola e negli ultimi anni si ha possibilità di irrigare con più facilità. Soprattutto nella zona settentrionale
di questi Paesi non vi è alcun problema nel produrre uva da
tavola. Siamo, quanto a condizioni di suolo e di clima, ai livelli della Sicilia.
E in Italia invece che varietà si impiantano?
In Italia, oltre alle varietà classiche, Italia, Vittoria, Palieri,
Black magic, non c'è un mercato stabile, le diverse varietà
durano il tempo di un attimo. Lo scorso anno (2012) si è re gistrata una buona richiesta di Regal, ma anche questa è du rata pochissimo. In questo 2013 non si sente già più parlare di Regal. Il mercato è veramente difficilissimo da prevedere.
Un altro esempio: fino a 30 anni fa la Crimson seedless era la cv più odiata del mondo. Non si conoscevano a fondo le tecniche necessarie a farla produrre e, soprattutto, colorare in
modo opportuno. Ma nel frattempo che la richiesta sul mercato
aumentava,
gli
agricoltori
hanno
capito
come
intervenire per produrre in modo ottimale. Risultato: se que st'anno VCR avesse avuto 300mila piante di Crimson, si sa rebbero vendute tutte ad occhi chiusi. È molto difficile
programmare la domanda di piante delle diverse cultivar. Da notare che noi cerchiamo di programmare il tutto con un anno
di anticipo. Ancora un altro esempio: la Vittoria, che oggi tutti danno per morta e che nessuno si sognerebbe di piantare è una varietà che sul mercato viene consumata e apprezzata, se non al pari della varietà Italia, in modo molto simile.
La richiesta di Crimson seedless, invece, è in forte crescita.
UvadaTavola n. 5
novembredicembre 2013
5
In sostanza il problema, fin troppo noto, del comparto della viticoltura da tavola è rappresentato dal fatto che tutto viene improvvisato e non c'è alcuna organizzazione del mercato.
Le varietà che il produttore sceglie di impiantare sono dettate dalle mode del momento, una modalità di azio
ne che può rivelarsi estremamente pericolosa. In breve tempo sono giunte sul mercato molte varietà, di cui si
sa poco o niente, varietà che inizialmente strappano sul mercato prezzi altissimi, ma che poi crollano rovinosa mente da un anno all'altro. E la confusione per il pro duttore aumenta…
VCR circa 20 anni fa introdusse in Europa dall'Argentina tantissime varietà, tra cui la Perlon, la Rutilia, la Pasilia, l'Imperatrice. Sono queste tutte varietà che non hanno avuto
collocazione sul mercato. Per sperimentare e lanciare una
Apulia Rose seedless: varietà senza semi che in futuro potrebbe diventare
dato territorio. I Vivai Cooperativi Rauscedo per evitare pro
no favoriti dalle buone condizioni climatiche. La Vittoria ad
alla commercializzazione di nuove varietà. Quest'ultima viene
loro di non dover eseguire l'acinellatura. Gli spagnoli possono
nuova cv servono almeno 10 anni di sperimentazione in un blemi seri ai produttori ha spontaneamente posto un freno
effettuata solo dopo che VCR ha sperimentato in proprio le piante, così da avere informazioni circa la risposta che queste sono in grado di dare in un dato territorio. Solo così VCR può fornire una varietà con un risultato sicuro e di qualità.
In termini quantitativi, quanto si sta trapiantando nelle aree di produzione di uva da tavola del Mediterraneo?
All'estero, nelle zone in cui opero, attualmente VCR vende
ogni anno circa 1 milione di barbatelle innestate ad uva da ta vola in Marocco, mezzo milione in Tunisia e un altro mezzo milione di piante tra Algeria e Libia. Indicativamente siamo
perciò sui 2 milioni di viti ad uva da tavola vendute in Nord Africa ogni anno dalla VCR. Ovviamente si tratta sempre e so lo di barbatelle innestate. Le varietà scelte in queste aree so no principalmente Italia, Vittoria, Palieri, Black magic, ma anche apirene come Supernova seedless, Sublima seedless e
Thompson seedless, che rappresentano il 20% del totale di piante vendute.
E in Puglia quanto si sta impiantando? E quali varietà?
In Puglia ci sono circa 1 milione di piante innestate ogni anno
che vengono vendute da VCR. Anche in Puglia il rapporto uve con seme/apirene è di 80/20. Va detto però che questi sono
dati relativi solo a quello che VCR commercializza, e sono di
certo influenzati dal fatto che in catalogo disponiamo di po chissime varietà senza seme. In definitiva, le cv consolidate
sul mercato sono Crimson, Superior, Thompson. Queste tre
varietà hanno un consolidato trend crescente che dura ormai da diversi anni. Non ci sono a mio avviso altre cultivar apirene
che possono vantare la stessa stabilità di mercato di queste
appena elencate. In Italia, nelle zone di produzione di uva da tavola, il 70% è ancora rappresentato dalla varietà Italia. Cosa si produce in Spagna?
In Spagna a mio avviso l'uva da tavola prodotta non è di qua lità come quella italiana. La Spagna nella GDO è presente con
uva di qualità molto meno curata della nostra. Gli spagnoli so
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UvadaTavola n. 5 novembredicembre 2013
una buona alternativa alla Red Globe.
esempio ha un'ottima costanza di fioritura e questo permette
per questo arrivare sul mercato con 15 anche 20 centesimi di euro in meno rispetto all'Italia.
In Spagna si produce molta uva senza semi…
È vero, ma va detto anche che tutte le varietà che producono
sono libere da brevetto. Questo è un modo intelligente di operare. Lo stesso non avviene in Italia: per molte varietà senza semi il produttore deve, prima dell'impianto, firmare un
considerevole blocco di documenti e pagare royalty. Altre royalty le deve poi pagare il commerciante che acquista l’uva.
In definitiva in Spagna si coltivano le uve che il mercato chie de tramite un coordinamento attuato da cooperative che, a differenza dell'Italia, funzionano realmente. All'agricoltore non
resta altro che il compito di produrre. A tutto il resto pensa la cooperativa.
Quali varietà di uva da tavola consiglieresti ad un pro duttore?
A parte le tre varietà ricordate prima (Crimson, Superior e
Thompson), non ritengo opportuno consigliare altro. E co munque ritengo ragionevole, in caso di varietà di nuova intro duzone, impiantare su piccole estensioni, così da testare le varietà individuate. Credo sia meglio arrivare sul mercato con
due anni di ritardo che anticipare gli altri con una cultivar di cui però non si sa nulla. Se conosco il comportamento della varietà in un dato areale e la risposta della pianta, posso fare uva di qualità, elemento che mi permette, anche se l'annata è commercialmente negativa, di vendere e ricavare un certo profitto.
VCR ha allo studio nuove varietà di uva da tavola?
VCR ha iniziato circa 20 anni fa ad introdurre nuove varietà in
Italia, grazie alle collaborazioni con Istituti di Ricerca esteri.
Ma dopo alcuni insuccessi ci siamo fermati. Di fatto mancava una più attenta sperimentazione, elemento che è essenziale
prima di mettere nelle mani di un agricoltore una nuova va rietà.
In questo momento abbiamo delle selezioni di varietà di uva
SudEst Barese in passato non aveva tutti i torti ad avere la
confrontare
scarsa selezione in viticoltura da tavola. Si preferiva allora
da tavola in osservazione in ambienti diversi così da poter la
loro
risposta
ed
avere
risultati
seri
attendibili. L'obiettivo è dare al viticoltore delle notizie certe.
ed
Quali sono le nuove varietà di uva da tavola che si stanno valutando?
Va ricordata la Supernova Seedless, una varietà rosa con
leggero sentore di moscato, molto precoce, senza semi. Poi la Sublima seedless, bianca, precoce, senza semi, sulla quale attualmente si sta lavorando con termoterapia
per il risana
mento dagli evidenti problemi di natura virale che oggi pre senta. Ci sono poi altre varietà provenienti dai Paesi dell'ex Unione Sovietica e dalla ex Jugoslavia.
VCR dispone inoltre di una nuova varietà apirena rossa, il cui nome è Apulia Rose seedless, costituita dal dott. Stefano
Somma di Bisceglie (BA), il quale l'ha concessa ai nostri Vivai Cooperativi in esclusiva per l'Estero. Questa è una varietà che,
in futuro, potrebbe diventare una buona alternativa alla Red Globe. La bacca è un po' più piccola di quest'ultima ma è senza semi.
Per concludere, una domanda di carattere tecnico. Ci sono differenze tra barbatella già innestata e barbatella da innestare in campo?
L'utilizzo della barbatella già innestata è diffuso in tutto il mondo. Anche in Sicilia ormai non si usa più la barbatella
selvatica da innestare in campo. Tuttavia l'agricoltore del
propensione all'uso della barbatella selvatica, in quanto c'era scegliere in proprio le marze più idonee, fidandosi dei propri occhi. Ma oggi continuare ad avere questo atteggiamento è diventato anacronistico. I controlli che VCR esegue sul proprio
materiale sono numerosissimi e il lavoro che noi facciamo per
garantire la qualità sanitaria delle piante è enorme. Disponia mo di una squadra di 15 operatori esperti che, in compagnia di un funzionario del ministero, trascorrono l'estate a selezionare
le migliori marze possibili. Le piante vengono sottoposte ad ELISA test ed innestate su barbatelle certificate al 100%. È fondamentale che non solo le barbatelle, ma anche le marze siano certificate esenti da virus e altri patogeni. Questo non può essere garantito se le marze vengono raccolte in campo
dal produttore senza opportuni test preliminari. L'attenzione
che i Vivai Cooperativi Rauscedo ripone nella selezione del materiale di partenza è massima e a livello sanitario non può
esserci garanzia maggiore. Ed è massima anche l'importanza
di disporre di piante esenti da virus, al fine di un risultato pro duttivo di qualità protratto nel tempo.
Mirko Sgaramella
Agronomo
Eventi
Tutto pronto per il 25° Forum di Medicina Vegetale
F
Giunge alla sua venticinquesima edizione l’evento organizzato dall’ A.R.P.T.R.A. dedicato alla difesa fitosanitaria e gestione delle colture .
esteggia un quarto di secolo il Forum di Medicina Vege
Arcangeli – Agrofarma Federchimica, Agostino Brunelli – Uni
alla difesa fitosanitaria e gestione delle colture organizzato
lamo – Quality Manager di CONAD. A seguire, spazio alle
tale, il tradizionale appuntamento di fine anno dedicato
da A.R.P.T.R.A. Associazione Regionale Pugliese Tecnici e Ricercatori in Agricoltura in collaborazione con Europe Direct – Puglia, C.R.S.F.A. “Basile Caramia” ed il patrocinio di A.I.P.P. Associazione Italiana per la protezione delle piante.
L’evento, che si terrà all’Hotel Sheraton di Bari il 13 dicembre 2013, per questa nuova edizione avrà come tema centrale “La protezione delle colture nel nuovo contesto Europeo – il ruo
lo dei tecnici tra nuove normative europee, sostenibilità e esigenze della GDO”.
Confermata la formula suddivisa in tre sessioni con l’apertura dei
lavori affidata quest’anno a Fabrizio Nardone, Assessore alle Ri sorse Agroalimentari della Regione Puglia, Vittorio Filì – Presidente A.R.P.T.R.A., Vito Savino – Direttore C.R.S.F.A., Ennio Triggiani
– Europe Direct Puglia; mentre la prima sessione vedrà gli interventi di Paolo De Castro – Presidente della Commissione
Agricoltura e Sviluppo Rurale del Parlamento Europeo, Antonio Guario – Osservatorio Fitosanitario della Regione Puglia, Giovanni
versità di Bologna, Francesco Faretra – A.I.P.P., Pietro De Giro
comunicazioni delle Società agrochimiche con le loro ultime propo ste innovative per il settore agricolo. Moderatore delle prime due sessioni, Ivano Valmori – Image Line Network.
Infine “Il complesso del disseccamento degli ulivi nel sa
lento” sarà il tema di approfondimento della terza ed ultima ses sione, moderata da Giuseppe Laccone – Consigliere A.R.P.T.R.A.,
che vedrà gli interventi degli esperti in materia come Francesco Nigro e Francesco Porcelli – Docenti del Dipartimento di Scienze
del Suolo, delle Piante e Alimenti dell’Università di Bari, Donato
Boscia, Maria Saponari e G.P. Martelli – Istituto Virologia Vege tale CNR, Antonio Guario – Osservatorio Fitosanitario della Regio ne Puglia.
Il tradizionale evento di fine anno saluta dunque il suo 25° anni versario guardando al futuro della medicina vegetale in un ottica sempre più internazionale.
Gianluca Chieppa
Vice Presidente A.R.P.T.R.A.
I più letti
Uva da Tavola.com: gli articoli più letti del 2013 Riproponiamo in questa rubrica i 5 articoli più letti sul nostro sito www.uvadatavola.com
D
1°. Sicilia: al via il germogliamento della vite nelle coltivazioni in serra e fuori suolo Articolo pubblicato il 17 gennaio 2013, a cura dell'Azienda Agricola G.E.V.A. s.s. dei F.lli Giuseppe, Emanuele ed Andrea Vita. a circa due settimane (primi giorni di gennaio
2013, n.d.r.) a Favara, comune della provincia di
Agrigento, è iniziato il germogliamento della varie
tà Vittoria coltivata in serra. A segnalarcelo, sulla nostra pa gina Facebook, è Emanuele Vita, titolare con i fratelli Giuseppe ed Andrea dell’Azienda Agricola G.E.V.A.
L’azienda è situata in una zona costiera della Sicilia partico larmente vocata per le colture in ambiente protetto, tradizio nalmente per le ortive. "La nostra azienda ha un’esperienza
decennale nella coltivazione della vite, sia da tavola che da vi no, in cui ci ha preceduto nostro padre Carmelo che è riuscito ad intuire diversi anni fa come si sarebbe evoluto il mercato
ortofrutticolo. Ancora oggi continua a invogliarci ed entusia
I fratelli Giuseppe, Emanuele e Andre Vita con papà Carmelo.
smarci con la sua infinta passione per l’uva da tavola".
messo in circolo. Inoltre è presente una stazione meteo grazie
riscontri positivi sul mercato, hanno sempre puntato sul mas
fertirrigazione. Molte sono le apparecchiature di elevato livello
Riguardo la coltivazione dell’uva da tavola, i fratelli Vita, visti i simo anticipo della raccolta, che ha in genere inizio tra il 15 ed il 20 maggio.
"Essendo i primi in Italia a raccogliere uva da tavola, non
abbiamo nessun problema a piazzare il prodotto, richiesto so prattutto dai mercati esteri, europei e non", spiega Emanuele Vita. L’azienda è organizzata con tre strutture di coltivazione che garantiscono una produzione scalare:
1 le serre, che permettono di raccogliere le prime uve a metà maggio;
2 le strutture ad "archetto", in cui la raccolta avviene i primi giorni di giugno;
3 le strutture "a teloncino" con raccolta dai primi giorni di lu glio in poi.
alla quale viene gestito tutto l’impianto, dalle aperture alla tecnologico
presenti:
il
dissalatore
ad
osmosi
inversa,
l’impianto di riscaldamento basale e fogliare, l’impianto fog per l’umidità (di fondamentale importanza), l’impianto auto matico per la sublimazione dello zolfo, etc.
Nella coltivazione fuori suolo sono previsti due cicli in un
anno. Nel primo ciclo le piante vengono sistemate in serra a Gennaio e la raccolta ha inizio a metà Maggio.
Dopo la raccolta, la sperimentazione continua in due set di versi:
1 una parte delle piante che hanno appena prodotto viene
potata e rimandata in produzione e, con la giusta correzio ne del piano di concimazione, viene garantita una seconda raccolta a fine ottobre.
La varietà predominante in azienda è la Vittoria, ma si produ
2 l’altra parte delle piante, dopo la raccolta, viene sistemata
successi sul mercato delle uve prodotte dall’azienda G.E.V.A.,
nute fino a quel momento in dormienza in celle frigorifere
cono, in quantità minore, anche Black magic e altre varietà. I
nonostante il periodo di particolare crisi, hanno fatto notizia in
all’esterno e sostituita da un’altra serie di piante, mante aziendali.
Sicilia. L’Università degli studi di Palermo, infatti, ha iniziato
Tali piante vengono inserite in serra i primi giorni di luglio. In
borazione con l’Università, 4 anni fa abbiamo avviato in serra
dibile, quasi "esponenziale" rispetto alle normali fasi di cre
delle sperimentazioni in azienda già da diversi anni. "In colla una coltivazione di uva da tavola fuori suolo, in cui stiamo te stando diverse varietà, dalle più classiche fino alle nuove va rietà apirene in cui l’azienda crede". La serra col fuori suolo è
dotata di sistema a ciclo chiuso, quindi il deflusso, ricco anco ra di sostanze nutritive, viene sterilizzato (con raggi UV),
integrato con nuovi concimi e, tramite la fertirrigazione, ri
12
UvadaTavola n. 5 novembredicembre 2013
tali condizioni le piante riescono ad avere una crescita incre scita della vite. Il tutto avviene con la somministrazione di un’adeguata soluzione nutritiva. La raccolta anche in questo
caso avviene a fine ottobre. Diverse sono, infine, le prove effettuate nei diversi periodi dell’anno, svolte in una parte della serra, in cui si sperimenta la possibilità di cambiare completamente il periodo di produzione.
2°. Pizzutello, Regina e Baresana: varietà di uva ancora coltivate in Puglia e richieste dai mercati del nord Italia
D
Articolo pubblicato il 24 settembre 2012, a cura del Dott. Mario Colapietra.
tavola
urante il mese di settembre (del 2012, n.d.r.) sono
in raccolta e commercializzati in Italia ed in nume rosi paesi esteri, diversi milioni di quintali di uva da
delle
varietà
Italia,
Palieri,
Red
Globe,
Crimson
seedless, Thompson seedless, Regal seedless, ecc. Sono
commercializzati anche ridotti quantitativi di nuove varietà
senza semi a bacca bianca e nera, costituite quasi tutte in Ca lifornia e proposte recentemente per la coltivazione in Italia.
Le caratteristiche quantitative, qualitative e di presentabilità dell’uva di queste varietà sono ottime e presto sostituiranno alcune di quelle in produzione.
Il 16° Congresso Nazionale Uva da Tavola – 12ª edizione
internazionale, svoltosi il 1° febbraio 2013, ha dedicato parti
Confezione di uva da tavola della varietà “ Pizzutello bianco” prodotta in
chieste da numerosi consumatori delle grandi città del nord,
In alternativa si potrebbe dare maggior impulso ad alcune
colare attenzione alle varietà tradizionali con semi ancora ri ma in forte riduzione produttiva perché non più richieste dai mercati internazionali. Questi preferiscono sempre più uve senza semi con grappoli e bacche molto sviluppate.
Le nuove varietà proposte ai produttori italiani e delle altre
zone del mondo in cui è coltivata l’uva da tavola dei costituto ri di multinazionali californiane, sono caratterizzate da elevata produttività, ottima presentabilità dei grappoli e da apirenia
che, in alcuni casi, si manifesta con la presenza di piccoli vi naccioli. Le condizioni per la loro coltivazione non sono to talmente accettate dai produttori italiani perché ritenute limitative della libertà di scelta dell’imprenditore a produrre e a commercializzare i prodotti ottenuti nella sua azienda. In
pratica si riconosce il diritto delle società ad esigere quanto gli spetta per la costituzione e proprietà delle varietà, purchè tale
diritto si adempi una sola volta e senza più interferire e condi zionare la “libertà” del produttore a gestire le fasi della produ zione e della commercializzazione. Se non si modificheranno
le condizioni contrattuali di acquisto delle piante, di conferi mento obbligatorio dell’uva prodotta soltanto ad alcuni addetti alla commercializzazione e di richieste di un compenso sulla produzione lorda vendibile derivante dalla vendita dell’uva, molti produttori non saranno interessati alle nuove varietà.
Puglia nei vigneti di Adelfia (Ba).
cultivar autoctone, caratterizzate da straordinarie qualità gu stative.
Ad Adelfia in provincia di Bari, vi è una interessante realtà produttiva costituita dalla coltivazione della varietà a bacca bianca con semi “Pizzutello”. Questa attività rappresenta per
Adelfia ancora una delle maggiori risorse occupazionali ed economiche. La commercializzazione dell’uva, in parte è ese guita direttamente dai produttori che contattano i mercati e
inviano con un solo mezzo in diverse città del nord il quanti tativo necessario per la vendita giornaliera. Ulteriore varietà divenuta “tradizionale” è la Regina bianca” perché sostituita
dalla varietà Italia caratterizzata dall’aroma di moscato. Nel 1978
in Italia si producevano 7.656.800 quintali di uva di
Regina bianca ( 55,9% della produzione nazionale) rispetto ai 2.845.100
(20,8%) di uva della varietà Italia. Attualmente
viene coltivata su una superficie ridotta e le caratteristiche
sono ancora apprezzate da numerosi consumatori di Torino e di altre città del centronord.
Altra interessante zona di produzione di varietà autoctone tra cui la “Baresana” è il comune di Ruvo di Puglia (BA), zona in
cui la viticoltura per la produzione di uva da vino e da tavola è
ancora la maggiore risorsa occupazionale ed economica. La “Baresana
bianca”,
nota
anche
come
Lattuaria
bianca,
Imperatore, Doraka, ecc., era tra le varietà più coltivata in Puglia.
Si tratta di una varietà molto richiesta dai mercati
nazionali, ma è disponibile soltanto durante il mese di settembre con alcune migliaia di quintali. Baresana,
uva
caratterizzata
da
Anche per la
straordinaria
qualità
numerose
varietà
gustativa, si potrebbe aumentare il numero di ettari in coltivazione, Grappoli di “Baresana bianca” prodotta a Ruvo di Puglia (BA).
come
alternativa
alle
internazionali proposte recentemente. UvadaTavola n. 5
novembredicembre 2013
13
3°. Patente per trattori: chiarimenti prima dei corsi di formazione Articolo pubblicato l'8 marzo 2013, a cura della Redazione.
L
o scorso 12 marzo, salvo proroghe (si parlava di fine
La Coldiretti, invece, ha dichiarato che "L’adempimento sta
dei trattori agricoli. Di seguito una dichiarazione della
hanno il timore di non poter più operare con i mezzi. Nelle
2013), è entrata in vigore la norma relativa alla guida
Cia (Confederazione italiana agricoltori): "È stato chiarito che fino al 12 marzo 2013, data di eventuale entrata in vigore della norma, non esiste nessun requisito da dover rispettare.
Pertanto, poiché la situazione è in evoluzione, precisiamo che
al momento è inutile partecipare ad eventuali corsi orga nizzati".
Inoltre, nel corso delle riunioni con l’Inail e i ministeri compe tenti – ha aggiunto la Cia – si è proceduto ad analizzare la
posizione delle principiali casistiche di coloro che possono uti lizzare l’autocertificazione della propria esperienza:
1. Titolare di mezzo agricolo: autocertificazione con l’indica zione di utilizzo in maniera continuativa e sostanziale.
2. Collaboratore familiare, con contributi come coadiuvante
familiare: possono vantare con l’autocertificazione il pos sesso dei requisiti ed una esperienza pregressa.
3. Operaio agricolo: dichiarazione del datore lavoro in cui il datore di lavoro stesso dichiara che l’operaio utilizza in maniera sostanziale e continuativa i mezzi agricoli.
14
UvadaTavola n. 5 novembredicembre 2013
suscitando grande preoccupazione tra gli agricoltori che
campagne serpeggia il timore di contravvenzioni". A tal pro posito, la Coldiretti ha precisato che la legge prevede, per chi
sia già incaricato all’uso delle macchine, anche se non provvi sto di esperienza documentata, la possibilità di adempiere a quanto previsto dalle nuove regole fino al 12 marzo 2015, mentre chi ha già seguito in passato un corso o è in possesso
di esperienza documentata alla data del 12 marzo 2013 sarà
a posto fino al 12 marzo 2017. "Quindi i lavoratori agricoli
avranno almeno altri due anni di tempo per acquisire il co siddetto patentino, attraverso un corso teorico pratico di almeno otto ore. Presto saranno pubblicate le linee guida per
chiarire, ad esempio, se il possesso della patente A o B
rappresenta una discriminante per l’accesso ai corsi di forma zione e se questi sono rivolti solo ai maggiorenni oppure anche a chi abbia già compiuto sedici anni".
Alla luce di quanto specificato, si invitano gli agricoltori ad attendere che vengano chiarite definitivamente dai ministeri competenti le modalità di applicazione della normativa prima di aderire a qualsiasi corso di formazione.
4°. Piante biocide e nematocide: contenimento di funghi e nematodi ed aumento della fertilità
L
Articolo pubblicato il 16 maggio 2012, a cura della Redazione. a viticoltura da tavola è caratterizzata da tecniche
chimiche, fisiche e biologiche.
della fertilità biologica del suolo ed una diminuzione
caratterizzate da elevata volatilità, si muovono nei pori del
agricole intensive che, negli anni, provocano degrado
del contenuto di sostanza organica, con conseguente aumento
delle popolazioni di patogeni terricoli e di nematodi di difficile
contenimento. Una delle strategie per il contenimento di que sti problemi è rappresentata dall’utilizzo di sostanze naturali aventi proprietà biocida ovvero capaci di contenere lo sviluppo di funghi patogeni e nematodi.
La tecnica mediante la quale apportare queste sostanze (es.
isotiocianati e nitrili) al terreno è molto semplice e si basa
sulla coltivazione e successivo sovescio in fase di piena fiori tura di alcune specie vegetali, in genere appartenenti alla fa miglia
delle
Brassicaceae,
ad
elevato
contenuto
in
glucosinolati che, in presenza di acqua e di alcuni enzimi
naturalmente presenti nelle foglie (mirosinasi), vengono rapi damente idrolizzati e liberano le suddette sostanze ad azione biofumigante.
Si apporta così al terreno, con la pratica del sovescio, non so lo sostanza organica ma anche molecole volatili capaci di de vitalizzare nematodi e patogeni ad habitat terricolo.
Tale pratica, nota come biofumigazione, si basa sull’utilizzo di piante (dette piante biocide) capaci di produrre glucosinolati
pari a circa 15 grammi per metro quadro utilizzando, in gene re, 8–10 kg di seme ad ettaro. Dopo la trinciatura, effettuata con fresa fuori terra, e successivo rapido interramento, le
piante rilasciano composti biocidi per circa 48 ore. L’interra mento può essere messo in atto con fresa, erpice a dischi o con un’aratura superficiale.
Da non dimenticare, quindi, che questa pratica permette di apportare, come tutti i sovesci, considerevoli quantitativi di sostanza organica al terreno con conseguente miglioramento
della struttura del suolo e, in generale, delle sue proprietà
Dopo il sovescio, le sostanze rilasciate nel suolo, in quanto suolo fino a raggiungere il fungo obiettivo. Si parla di effetto biofumigante.
Questa azione, non è però in grado di frenare l’attività dei funghi agenti causali di marciumi radicali dannosi per la vite,
come Armillaria e Rosellinia, pertanto se l’obiettivo è il controllo
dei
suddetti
patogeni,
importanza del tutto marginale.
tale
azione
assume
Più interessante è invece il cosiddetto "effetto radice" proprio
di quelle piante biocide caratterizzate da elevato contenuto in
glucosinolati a livello radicale. Tale azione è particolarmente
utile nel controllo dei nematodi cisticoli (ad es. Heterodera schachtii) o galligeni (ad es. Meloidogyne incognita) che, dopo
essere penetrati nella radice della pianta, si alimentano di so stane tossiche che impediscono loro di generare progenie, con conseguente riduzione della popolazione di nematodi.
Il controllo di Xiphinema index, nematode responsabile della trasmissione del virus che causa la degenerazione infettiva o
complesso dell’arricciamento (Grapevine fanleaf virus, GFLV), risulta invece più difficoltoso con l’utilizzo di tali sostanze.
In commercio esistono sementi di piante nematocide che, do po aver svolto azione di contenimento dei nematodi durante il ciclo di sviluppo, vengono trinciate ed interrate, svolgendo
così anche azione biofumigante nei confronti di patogeni terricoli.
Queste dovrebbero essere coltivate nel periodo primaveri le–estivo con semina da metà febbraio a tutto marzo, con
eventuale apporto irriguo di soccorso, perché è in questo pe riodo che i nematodi sono più attivi e risalgono nella porzione
più superficiale del terreno, risultando perciò più sensibili all’effetto trappola della pianta.
UvadaTavola n. 5
novembredicembre 2013
15
5°. Opzioni biologiche per l'interruzione della dormienza Articolo pubblicato il 29 maggio 2013, a cura della Redazione.
S
econdo un recente studio, condotto dal “Center for
Un'ulteriore prova, i cui risultati sono stati pubblicati recente
(Messico), esistono metodi alternativi biologici per
stata condotta per valutare gli effetti di un idrolato ottenuto
Research and Development in Food” di Sonora
l’interruzione della dormienza nell’uva da tavola. La prova,
che ha confrontato l’efficacia tra un mix naturale di estratti di aglio e l’idrogeno cianammide, è stata svolta in Messico nel deserto di Sonora, una zona desertica che si estende tra la California ed il Messico caratterizzata da inverni miti (424
°C) ed estati calde (3248 °C) con precipitazioni molto scarse (50130 mm/anno).
Le prove sono state condotte sulle varietà Superior Seedless,
Red Globe, Flame e Perlette potate nella prima metà di gennaio e trattate il giorno dopo la potatura, bagnando bene le gemme. La prova ha previsto un confronto tra idrogeno
cianammide, estratti di aglio e testimone non trattato. I ri sultati ottenuti hanno evidenziato che le parcelle di vigneto
trattate con idrogeno cianammide e quelle trattate con estratti di aglio mostravano entrambe anticipo del risveglio delle gemme in tutte le varietà prese in esame.
Si ritiene che l’effetto dell’interruzione della dormienza degli estratti di aglio sia legato al contenuto di composti contenenti
zolfo, anche se l’esatto meccanismo di induzione dell’interru zione della dormienza continua ad essere sconosciuto.
La ricerca ha anche raccolto dati relativi alla qualità del pro dotto finale in termini di gradi Brix, peso del grappolo e dia metro
della
bacca.
Anche
in
questo
caso
sono
state
riscontrate significative differenze tra le due tesi trattate ed il testimone non trattato a favore delle prime.
16
UvadaTavola n. 5 novembredicembre 2013
mente sulla rivista scientifica Acta Physiologiae Plantarum, è
da Gallesia integrifolia (un albero nativo brasiliano) sull’anti cipo del germogliamento della varietà Ives.
L’esperimento ha avuto luogo in un vigneto situato a Marialva (Paraná,
Brasile),
per
due
cicli
colturali
consecutivi:
settembre/dicembre 2011 e febbraio/maggio 2012 (in Brasile riescono ad effettuare anche 2 cicli colturali in un anno,
n.d.r.). Il lavoro ha previsto il confronto tra l’utilizzo di idro lato di Gallesia alle seguenti dosi: 0, 100, 150, 200, e 250 ml/l, e l’applicazione di estratti di aglio (30 ml/l) e idrogeno
cianammide (20 ml/l). Sono state in seguito valutate le se guenti variabili: percentuale di germogliamento per pianta,
numero di grappoli per pianta, grandezza dei grappoli, resa (t/ha), attività della catalasi e della perossidasi.
I trattamenti con idrolato di Gallesia hanno anticipato il germogliamento nella varietà Ives in entrambi i cicli colturali,
soprattutto con la dose a 150 ml/l. Buoni risultati sono stati ottenuti anche sul numero di grappoli per pianta e sulla resa in generale. Ventiquattro ore dopo i trattamenti si è verificato
anche un effetto riduttivo del 57% sull’attività della perossi dasi e della catalasi, in particolare col trattamento a 200 ml/l.
Sulla base di questi risultati, l’utilizzo degli idrolati di Gallesia e/o di prodotti a base di estratti di aglio, potrebbe essere in
futuro una valida alternativa ai metodi attualmente utilizzati per l’anticipo del germogliamento e rappresentare, quindi, una scelta più economica e sostenibile per la viticoltura.
Ricerca
L’importanza del calcio per la qualità postraccolta dell’uva da tavola La rivista scientifica Postharvest Biology and Technology ha
dopo la raccolta, in quest’ultimo caso su grappoli inoculati
del calcio per il controllo dei marciumi e il mantenimento della
sultati
recentemente pubblicato un interessante lavoro sull’efficacia qualità
dell’uva
da
tavola
in
postraccolta.
La
ricerca,
effettuata dai ricercatori del Dipartimento di Scienze Agro Ambientali e Territoriali dell’Università degli Studi di Bari e del CRAUnità di Ricerca per l’uva da Tavola e la Vitivinicoltura in
Ambiente Mediterraneo di Turi, è stata condotta in due anni su un vigneto di uva da tavola varietà “Italia”.
La prova ha previsto il confronto tra due diversi periodi di applicazione di prodotti a base di cloruro di calcio: il primo da allegagione a preinvaiatura ed il secondo da invaiatura a raccolta. Le due tesi sono state poi confrontate con il controllo
non trattato. Dopo ogni applicazione sono stati raccolti alcuni grappoli al fine di misurare le concentrazioni di calcio
all’interno dei diversi compartimenti dell’acino (buccia, polpa,
seme). Sono state valutate, inoltre, alcune caratteristiche
meccaniche e fisiche dell’acino (durezza, consistenza, ecc.) al momento della raccolta e durante la conservazione. Infine è stata valutata l’incidenza di muffa grigia
in pieno campo e
artificialmente e conservati a temperatura ambiente. I ri della
prova
hanno
dimostrato
che
le
maggiori
concentrazioni di calcio sono state ritrovate nella buccia e
nella polpa degli acini trattati in preinvaiatura. È stato verifi cato, invece, che l’accumulo di calcio all’interno di buccia e
polpa si arresta dopo l’invaiatura ma continua all’interno del seme fino alla maturazione. Questo perchè il flusso assiale (centrale) collegato al seme, a differenza di quello periferico,
rimane funzionale. In entrambi gli anni di prova, le applica zioni di calcio hanno migliorato la consistenza della polpa, ri dotto la suscettibilità allo spacco e agli attacchi di Botrytis
cinerea durante il periodo di conservazione, garantendo una
migliore qualità del frutto in postraccolta. Il lavoro si conclu de affermando che le applicazioni più efficaci sono state quelle
effettuate tra l’allegagione e l’invaiatura, quando l’attività stomatica è più funzionale e la traslocazione del calcio, non
direttamente assorbito dai grappoli, potrebbe avvenire per via xilematica.
La Redazione
L'intervista
Presente e futuro dell'uva da tavola: analisi commerciale del prodotto
N
Intervista ad Alberto Sansovini (Naturitalia)
el corso del Macfrut 2013, importante evento fieri
mercati del mondo rappresentano un contorno, non posso
packaging dell'ortofrutta, che si svolge ogni anno a
commerciale. Facciamo un esempio: Dubai, una piazza che
stico rivolto alla produzione, commercio, logistica e
Cesena, Uva da Tavola Magazine ha intervistato Alberto
Sansovini, operatore commerciale di Naturitalia Area Export dal 1990 e profonda esperienza nella commercializzazione di uva da tavola.
Qual è la tua valutazione sulla commercializzazione dell'uva da tavola nel 2013?
L'analisi che posso fare è esclusivamente legata al settore ex port e al prodotto della Puglia. Non trattiamo uva da tavola proveniente dalla Sicilia. Naturitalia non ha associati in Sicilia
quindi non posso fare considerazioni relative al prodotto sici liano. Quest'anno, come negli anni precedenti, ho osservato
una perdita di significato commerciale per la varietà Vittoria.
Abbiamo sempre più difficoltà a valorizzare il prodotto desti nato all’esportazione, a causa degli afflussi sempre più
importanti nello stesso periodo di uve senza semi bianche: prima quelle che provengono dal Nord Africa, poi le seedless
bianche spagnole, poi quelle italiane. Si sta osservando un
esubero di uva senza semi bianca che arriva con prezzi sempre più aggressivi sui mercati. E quando il consumatore si trova a scegliere tra senza semi bianca e una dolcissima, bellissima uva con semi
basare sui numeri provenienti da questa nicchia un'analisi oggi è sulla bocca di tutti. La realtà è che Dubai non è altro
che una piattaforma di riexport verso ulteriori mercati. È
impensabile che tutto quello che arriva a Dubai venga consu mato in zona. E comunque, tutto compreso, occorrono 25
giorni per arrivare a tale destinazione, più altri tempi neces sari alla distribuzione. Non è corretto far credere che Dubai o il Medio Oriente rappresentino una soluzione.
Secondo te non c'è scampo per la Vittoria?
Io credo che la Vittoria oggi mantiene ancora un suo signifi cato sul mercato italiano, mercato che è forse oggi quello che
più premia il prodotto uva con seme. Credo però anche che le superfici di produzione di Vittoria dovranno in futuro essere ridotte. Dire con quali varietà dovrà essere sostituita è però
estremamente pericoloso, perché quello dell'uva precoce è un
periodo dove c'è attualmente già troppa merce. A meno di
fare uva con un livello produttivo più alto o a dei costi di pro duzione più bassi che permettono di rendere remunerativa la
senza semi anche se venduta a prezzi inferiori, gli stessi degli altri concorrenti, sarà difficile accaparrarsi i mercati e trovare alternative alla Vittoria.
Parliamo delle altre principali varietà con semi: Italia e Red Globe.
bianca, sceglie la senza se mi.
I
mercati
in
Su Italia c'è ancora del lavoro da fa
Europa
re. Da notare però che tutte
orientati verso le senza se
le aziende sono alla ricerca
mi sono sempre più nume
di segmenti di mercato per
rosi e noi non possiamo farci
l'uva
niente. L'uva con semi è di ventata
una
nicchia,
si
in cestino o per l'Est Europa si
sato. Questo aumento indiscriminato di
capisce
disponibilità di uva apirena taglia fuori l'uva
che
l'uva
ridotta. Sulla Red Globe il discorso è un po' di
c'è la possibilità di gestire e conservare l'uva un po' più a
lungo.
prodotto finisce sui mercati del Centro Nord Europa ed è li
con le uve di cui disponiamo in quantità?
commerciale. Il restante 20 % che finisce sui più diversi
20
UvadaTavola n. 5 novembredicembre 2013
qualità
verso. Si commercializza molto verso l'Est, ma in più
Le uve con seme che oggi si inviano in Medio Oriente rappre
che bisogna concentrare l'attenzione quando si fa un'analisi
di
rappresenta veramente una fascia molto
con seme.
sentano niente più che una nicchia di mercato. Il 70 % del
qualità,
quanta uva Italia si spedisce
invertite le posizioni rispetto al pas
non possono essere oggi considerati un'alternativa?
di
mentre oggi se si calcola
sono
Quindi i mercati del Medio ed Estremo oriente
Italia
Quali possibilità abbiamo di ampliare i nostri mercati Non è assolutamente facile. Facciamo l'esempio della Red Globe. Naturitalia ha clienti in Estremo Oriente e ne rifornisce
ad esempio ad Hong Kong con numerosi prodotti: kiwi, mele,
stabili. Certo per l'esportazione la quota di prodotto confezio
giorni di viaggio solo per arrivare, poi c'è la distribuzione.
molto importante. Il motivo per cui si va sempre di più verso
pere e susine. Portare prodotto su questo mercato significa 30 Quando si parla di Red Globe con queste aree, il calibro della
bacca deve essere “28 oltre” (mm). Noi non abbiamo grossi quantitativi di Red Globe con queste caratteristiche.
Possiamo racimolare qua e la un po' di prodotto da inviare
con questo standard, ma non posso disporre di un volume di
vendita tale da poter garantire continuità nel tempo. E co munque per le uve bianche con semi non c'è spazio, non c'è nessuna richiesta, forse perché sono abituati a trovare uve
bianche senza semi. Le rosse con semi si trovano rego larmente, e vengono inviate in Estremo Oriente da Cile, Perù e California.
Le uve precoci con seme soffrono quindi la concorrenza
delle senza semi che nello stesso periodo arrivano sul mercato. Qual è la tua opinione invece sulle uve con se mi commercializzate nelle ultime fasi della campagna?
Ho poca fiducia sul prodotto conservato per fare l'ultima fase della campagna. Un anno va bene, l'anno dopo no. Non è in
quel periodo che dobbiamo puntare ad avere dei risultati. Certo, bisogna occupare quella parte del mercato, ma non possiamo farlo in modo prioritario.
I risultati della commercializzazione sono positivi quando si riesce ad essere presenti sempre, in modo continuativo sul mercato con un prodotto in un dato periodo. Molte aziende
tagliano parecchio prodotto e lo conservano, facendo opera zioni di speculazione estremamente rischiose per se stessi ma anche per il settore. Queste aziende però vanno in affanno se nel periodo tardivo non trovano adeguate risposte di prezzo sul mercato.
Capitolo residui e packaging. Come stanno evolvendo le due tematiche?
Ci sono aree che sono particolarmente sensibili al tema dei
residui. È il caso della Germania, forse per via delle forti pres sioni esercitate dalla componente ambientalista. In tutta la
Scandinavia la situazione è diversa, forse perché in quest’ulti mo mercato si da per scontato che il prodotto sia in “condizio ni idonee”; mostrano una sensibilità “verde” meno spinta, e allora è sufficiente rispettare le normative comunitarie. Su
questi temi in generale non vedo le stesse accelerazioni del passato per i prossimi anni.
Per quanto riguarda le confezioni, ci sono catene che cambia no imballaggio in continuazione e altre che sono molto più
nato (cestino 500 g, cestino 1 kg, il
carry bag sigillato) è
la confezione chiusa è che in questo modo si riduce di molto lo scarto sullo scaffale e il personale che lo deve gestire.
Qual'è la presenza delle uve Italiane sui mercati euro pei?
In generale l'Italia mantiene una discreta presenza in Germa nia, tutto sommato ancora buona oggi in Scandinavia, ottima sul mercato italiano.
Poi ci sono mercati che Naturitalia non frequenta perché la vorando uve provenienti dalla zona di Bari abbiamo un pro dotto tendenzialmente “crudo”, cioè bianco verde. Non siamo
quindi sul mercato francese, che chiede prodotto giallo e che rimane tuttora un mercato molto importante e sempre più occupato dalla Sicilia.
Concludiamo con una considerazione sul mercato delle uve con semi che sembra essere piuttosto stanco...
Si, è un comparto piuttosto spento. E c'è veramente poca no vità sul fronte delle uve con semi. Da troppi anni c'è da offrire solo Vittoria, Italia, Red Globe e Palieri, non c'è nient'altro.
Nelle senza semi invece ogni due anni viene fuori qualcosa di nuovo e le sollecitazioni sono veramente tante, anche troppe. E allora trovare degli stimoli sulle uve con seme non è facile.
Tanto è vero che si osserva una proliferazione enorme di
imballaggi. Tipico di un prodotto che tecnicamente si può de finire essere arrivato nella fase piena della sua maturazione: si tirano fuori gli imballaggi nella speranza di poter rivitalizza re il prodotto. Credo che in futuro sarà necessario ridimensio nare le produzioni investite ad uva da tavola con semi. Ci
sono alcune aree di produzione dove non ha più senso pro durre e le aree vocate dovranno evolvere come le altre aree
di produzione. Non ci stiamo rendendo conto di che cosa sta succedendo fuori, il cambiamento che si è osservato altrove
negli ultimi anni non si è verificato nelle nostre aree di produ zione di uva da tavola. Si continua a produrre e vendere uva
ma, attenzione, il rischio è di anno in anno sempre più pre sente. Dai mercati occidentali ci siamo spostati a quelli dell'Est che, come noto, hanno una quota rischio di solvibilità
molto più elevata. Senza considerare che sono mercati che ri chiedono prodotto di bassa qualità.
Mirko Sgaramella
Agronomo
Salute
Il resveratrolo contenuto nell’uva riduce i danni all’udito
I
l rumore nell’ambiente di lavoro è causa di danno
maniera
malattia professionale statisticamente più significativa.
ROS (radicali liberi generati in seguito a infiammazioni). Gli
all’udito (ipoacusia e sordità) e in Italia comporta la
La prima alterazione causata dal rumore è il cosiddetto spostamento
temporaneo
della
soglia
uditiva
(STS):
l’esposizione di un soggetto normoudente ad un rumore di una certa entità provoca un innalzamento transitorio della sua soglia uditiva (livello minimo di intensità dei suoni che possono essere percepiti dall’orecchio umano).
Recenti studi effettuati dal Department of Otolaryngology del Michigan (USA), hanno dimostrato l’efficacia del resveratrolo,
costituente dell’uva da tavola noto per le sue proprietà antiossidanti e antinfiammatorie, nella riduzione temporanea della soglia uditiva e nella diminuzione dei danni delle cellule
ciliate interne della coclea (componente dell’orecchio interno) in seguito ad esposizione a rumore. Lo studio è stato effettuato per identificare il potenziale meccanismo protettivo
del resveratrolo misurando il suo effetto sull’espressione della cicloossigenasi2 (COX2) e sulla generazione di specie reattive dell’ossigeno (ROS) dopo esposizione al rumore.
proporzionale
al livello
di danno
citotossico
e
neurotossico del processo infiammatorio e alla formazione di studi hanno dimostrato che una protezione parziale dai danni da rumore può essere ottenuta riducendo la generazione di ROS.
In seguito all’esposizione di 20 ratti maschi a rumori acustici si è registrato un progressivo aumento dell’espressione della COX2 e, allo stesso modo, della produzione di ROS. Tuttavia, l’assunzione presenza
controllo.
di
di
resveratrolo
questi
ha
componenti
ridotto nel
notevolmente
sangue
rispetto
la
al
I risultati indicano che dopo una iperstimolazione acustica prolungata,
l’utilizzo
di
resveratrolo
riduce
in
modo
significativo la generazione di ROS e inibisce l’espressione della COX2. L’antiossidante contenuto nell’uva, quindi, può
esercitare il suo effetto protettivo dalla patologia, anche se probabilmente meccanismi.
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essere
La COX2 è un enzima inducibile, ed è presente solo durante i
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