Vain Stylist issue no.5°- ITA

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t s i l y t s

MADEINMEDI






Indice


ERIKA ALI’ P.11

CLAUDIO FERRI P.33

WHO IS ON NEXT? P.19

LE SFILATE SOTT’ACQUA P.42

GIORGINI E IL MADE IN ITALY P.21

MADEINMEDI P.46 HARIM FAHION SHOW P.51

GIULIA FERRARA P.23


www.harim.it




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ERIKA ALI’

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rika Grazia Alì, stilista di 23 anni, è una giovane stilista e ha presentato la sua prima collezione sulla passerella di Made in Medi. Andiamo a conoscere le ambizioni e i progetti di Erika.

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By Emanuela Amy Rossi

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Raccontaci qualcosa della collezione che hai presentato a Made in Medi. È stata la mia prima collezione, ho presentato sei abiti che prendono ispirazione dalla ricerca, dall’esplorazione e dalla ricostruzione. Ho preso come punto di partenza la figura dell’archeologo, colui che è spinto dalla voglia di scoprire. Da questo, ho allargato il concetto a una visione più totale: ricostruire i frammenti della vita e gli intrecci della storia. Ho presentato vari capi che sono un mix di lunghezze e volumi esaltando, però, ciò che preferisco: shorts ed abiti corti. Qual è la tua visione della donna? La donna a cui mi ispiro è ricca di contraddizioni, una donna che vuole andare sempre oltre i suoi limiti, coraggiosa ed intraprendente. Adoro accostare il minimal alle taglie over. Quando nasce la tua passione per la moda? Dopo il liceo scientifico ho capito che volevo diventare stilista. Così mi sono iscritta all’accademia Euro Mediterranea di Catania che ho da poco terminato: quattro anni meravigliosi! E pensare che da piccola non avevo intenzione di fare la stilista, invece ora è l’ obiettivo della mia vita. Parliamo della competizione che c’è tra gli stilisti. Sei solo alla tua prima esperienza, ma come pensi che l’affronterai in futuro? Penso che una buona e sana competizione sia costruttiva e fondamentale per la crescita del talento di uno stilista. Non voglio guardare gli altri ma andare avanti per la mia strada, cercando di fare valere la mia filosofia e il mio concetto di moda. Dove prendi ispirazione per le tue collezioni? Parto sempre da una critica e un’analisi interiore. Cerco di capire cosa voglio in quel determinato momento, cosa intendo esprimere e comunicare. Cerco anche di stare al passo coi tempi senza però dimenticare la mia visione e il mio gusto.



Quali sono gli stilisti che ammiri di più? Balenciaga e Alexander Wang. Di entrambi amo la costruzione degli abiti e la leggerezza delle creazioni. Come ti prepari per una sfilata, come vivi il momento delle prove? Le prove della sfilata sono sempre molto emozionanti. Curare gli abbinamenti, scegliere le modelle giuste, devo dire che non si ha mai la percezione della totalità della collezione fino a quando non la si vede in passerella. Attendo il momento della sfilata con gioia perché solo così riesco a vedere davvero ciò che ho creato. La passerella incide molto, si riesce a capire se una collezione emoziona oppure no. È una prova importante e fondamentale per una stilista. Vedere i tuoi abiti e il tuo lavoro sulla passerella ti dà l’incentivo giusto per continuare, ti motiva ad andare avanti e realizzare il tuo sogno. Quali sono i traguardi che vuoi raggiungere? Per prima cosa, visto che ho da poco finito l’accademia, ho intenzione di fare la gavetta in qualche azienda di moda attraverso uno stage. Ho 23 anni e la strada è ancora lunga ma sono disposta anche a cambiare città, non ho limiti, sono determinata a crescere e a imparare.




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WHO IS ON NEXT

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By Cristina Giannini

a competizione fa scaturire in noi l’istinto di sopravvivenza; siamo pronti a metterci in gioco, a dare il nostro meglio e talvolta la pressione ci spinge ad essere più creativi. Nel settore della moda sono molte le competizioni nate negli anni che permettano a giovani talenti di mostrare le proprie capacità, offrendo anche grandi opportunità in campo lavorativo.


Un concorso che con il tempo si è trasformato in un vero e proprio progetto di scouting è “Who is On Next?”, nato nel 2009 in collaborazione con Vogue Italia. L’intento è di cercare e promuovere nuovi designer, sia nazionali, sia internazionali, che abbiamo alle spalle una propria produzione esclusivamente Made in Italy. I partecipanti vengono giudicati inizialmente da una commissione composta da responsabili di Altaroma e Vogue Italia, la quale seleziona i finalisti; successivamente la stessa commissione insieme a importanti operatori nel settore moda (tra cui industriali e distributori) e giornalisti italiani e internazionali, decreteranno il vincitore. I finalisti avranno l’onore di presentare una propria mini collezione Primavera/Estate in 12 outfit durante il calendario di AltaRomAltaModa, a cui si somma il prestigio di partecipare a un evento molto importante della moda romana e di mostrare la propria arte a un pubblico più vasto, grazie a una vetrina internazionale composta dai numerosi buyer che spesso prendono parte all’evento. È stata scelta AltaRoma, con l’intento di usare la città come centro propulsore dello scouting, un vero e proprio trampolino di lancio per questi nuovi talenti, che conferma l’inarrestabile crescita della Città Eterna, ne consolida il ruolo che essa ha nel fashion system, ma soprattutto offre uno scenario ideale per un concorso basato sulla creatività e l’innovazione, essendo una delle più importanti città nella storia della tradizione artigianale. Sono ormai anni che questo prestigioso evento fa nascere nuovi designer, sia nell’ambito della moda femminile, sia in quella maschile (con la collaborazione di Pitti Immagine e Uomo Vogue), dando a molti sognatori la possibilità di presentare anche collezioni di accessori tra cui borse, calzature, cappelli e bijoux. Vincere è importante ma non fondamentale, poiché comunque il concorso, grazie alla vasta visibilità, permette a tutti i partecipanti di aprirsi nuove porte in questo favoloso settore, facendo nascere collaborazioni originali e importanti. Per tutti gli aspiranti partecipanti non resta che recarsi sul sito di AltaRoma o Vogue Italia, per prendere visione del regolamento e norme di partecipazione, iniziando a dare libero sfogo alla propria creatività, magari proprio ispirati dal fascino di Roma.

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GIORGINI SCOMMETTE SUL MADE IN ITALY, PORTANDO AD ALTI LIVELLI LA MODA ITALIANA By Gaia Bregalanti

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iovan Battista Giorgini, originario di Forte dei Marmi, fu un uomo di affari che capì come conciliare arte, moda e made in Italy molto prima di altri. Fu lui a organizzare la prima vera sfilata italiana nel 12 febbraio 1951, a Firenze, nel giardino della sua dimora Villa Torrigiani. A questo storico evento presero parte nove case di moda e sartorie artigianali italiane: Simonetta, le Sorelle Fontana, Fabiani, Schuberth, Marucelli, Carosa di Roma, Veneziani, Ruberasco e Vanna di Milano. Attorno alla passerella c’erano solo una trentina di persone. Giovan Battista Giorgini rischiò molto lanciando le nove case sartoriali. I buyer americani videro un forte potenziale e subito videro Firenze non solo come città ricca d’arte, ma come città con un grosso potenziale nel campo tessile. Si puntava tutto sul made in Italy. La prima sfilata puramente italiana viene considerata dagli storici della moda come la più grande sfida e competizione verso l’ormai affermata capitale di moda per eccellenza: Parigi, con il suo enorme monopolio degli atelier, presenti già da tempo nel settore dell’alta moda internazionale, come per esempio il marchio Chanel. Dopo il grande successo, Giorgini riuscì ad ottenere il permesso di sfilare nella Sala Bianca di Palazzo Pitti, dove nel 1965, assieme al socio Gianni Ghini, riesci a trasformare l’alta moda made in Italy in prêt-à-porter. L’Italia si immise così nel settore della moda, in competizione con gli altri stilisti stranieri, conquistando oggi il primo posto nell’industria tessile.

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F E R R A R A G I U L I A

GIULIA FERRARA By Angelica Grittani

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iulia è una giovane ragazza che insegue i suoi sogni e che in maniera molto pragmatica si è avvicinata alla moda, nonostante volesse fare il medico. La sua vena artistica l’ha portata alla realizzazione di gioielli e accessori con materiali riciclati, e, dopo gli studi al liceo classico, ha deciso di seguire l’istinto e il suo senso estetico per studiare all’Accademia Euromediterranea e realizzare il suo obiettivo, cioè quello di lavorare per un ufficio stile. La sua prima sfilata durante il Madeinmedi di Taormina è stato un momento di grande emozione. Durante la fashionweek di Taormina, Giulia Ferrara è riuscita a vivere da vicino l’evento sfilata, a proporre i suoi capi in passerella e in una show-room allestita per l’evento; inoltre gli stilisti sono stati notati da una giuria di alto livello. Sicuramente un’esperienza formativa che ha dato modo a questi giovani stilisti di entrare nel mondo della moda con il piede giusto! Giulia è una ragazza semplice ma molto determinata: questa sua coerenza si nota nei suoi abiti, che sono un mix di stili e tessuti, che rappresentano lo street-style, l’arte e il movimento e che si rispecchiano in una donna forte, intelligente, sensibile e fiera di sé, che non sente il bisogno di scoprirsi per mostrarsi sensuale.

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Qual è l’aspetto più importante del tuo percorso formativo presso l’Accademia Euromediterranea? Penso che l’aspetto più importante che ho vissuto e che mi ha formato maggiormente riguarda l’ambito della progettazione di collezione. Abbiamo avuto la possibilità di realizzare da zero una collezione e questo è stato possibile grazie ai docenti dell’Accademia che ci hanno insegnato un processo creativo molto lungo e difficile. Sono state gettate le basi fondamentali per arrivare a progettare una collezione, partendo dalla confezione della modellistica, perché uno stilista deve sapere dove vanno le pinces, le zip, come si fanno i tagli. È essenziale avere conoscenze di tipo pratico in questo campo per sapere poi come disegnare e progettare. Io mi sento molto soddisfatta di questa scelta formativa: penso di avere appreso tanto in questi quattro anni e devo dire che crescendo ho acquisito maggiore sicurezza. Si è sentita molto la competizione durante le sfilate che vi hanno visto protagonisti durante il MadeinMedi a Taormina? Non mi piace molto la competizione (ride, ndr), preferisco quando si possono mettere insieme le idee, anzi mi piacerebbe collaborare con altri stilisti per unire le forze e realizzare un progetto comune. Personalmente non ho sentito tanto la competizione durante la progettazione quanto invece una sana tensione tra di noi. Durante la preparazione dell’evento non guardavo molto quello che avevano realizzato le altre stiliste, ma il mio pensiero era più per la mia collezione: ho avuto dei dubbi mentre la stavo realizzando, in alcuni momenti non mi piaceva, ma confrontandomi con le mie compagne ho scoperto che non ero l’unica ad avere ripensamenti! Da cosa prende ispirazione la tua collezione? Innanzitutto ho deciso di prendere tutti i bozzetti e i lavori che ho fatto in questi anni facendo un lavoro di analisi. Poi mi sono chiesta cos’avrei voluto proporre e la scelta è ricaduta sulle applicazioni artigianali, dato che già realizzavo accessori con materiali riciclati. Ho preso spunto da una corrente dell’arte: il costruttivismo russo che si basava sull’utilizzo di materiali mai utilizzati e ho trovato in quest’espressione artistica la somma di ciò che volevo esprimere con i miei abiti. La deframmentazione dell’immagine, l’idea di movimento e di velocità e il colore sono elementi a cui mi sono ispirata.

Ho preso anche spunto dal lavoro di un artista brasiliano che si chiama L7M, che disegna murales di volatili molto colorati, il cui corpo è stilizzato con tanti triangoli spezzati che danno l’idea cinetica di movimento. È stato un processo lungo e impegnativo, a partire dal “mood” per poi arrivare a scegliere materiali e forme: io ho deciso di lavorare molto sui tessuti come PVC, ecopelle, tessuti specchiati che sono molto difficili da imbastire e cucire. Le rifiniture che ho fatto sui tessuti sono come delle venature e danno quel tocco di tridimensionalità al vestito, mentre le stampe che ho applicato su altri modelli danno l’idea di graffiato, come di un dipinto in movimento. Come si riesce a mostrare il proprio stile e la propria abilità in passerella? Il mio mix d’idee nasce da uno studio ragionato e credo che questo si sia visto anche in passerella. Ho cercato di dare un’impronta simile agli abiti, come per le lunghezze ad esempio, e volevo comunicare attraverso ogni look il tema della collezione. Lo stilista, oltre a pensare alla musica, deve pensare anche al trucco e ai capelli, che dovrebbero

dare sempre quell’immagine di

donna che si vuole rappresentare negli abiti e che le modelle dovrebbero riuscire a incarnare. Cosa rende speciale un abito? Sicuramente l’abito in sé deve riuscire a comunicare qualcosa a prescindere da chi lo indossa, ma è anche vero che l’abito cambia molto in base a chi lo indossa. Prima della sfilata mi sono accorta, facendo il fitting con le modelle, di come alcuni abiti stessero meglio su alcune modelle rispetto ad altre e questo per noi stilisti conta molto.




Quando si capisce che il proprio lavoro è stato apprezzato? Il tempo che ho impiegato per realizzare la collezione e tutto l’impegno che ci ho messo in questi anni per me sono già una bella soddisfazione. So di avere imparato tanto e dopo la sfilata i complimenti degli insegnanti e di parenti e amici mi hanno dato la spinta a continuare e a rendermi conto che avevo fatto un buon lavoro. Quali sono le qualità che un buon stilista dovrebbe apprendere? Penso che le qualità più importanti, oltre sicuramente al metodo di lavoro, siano determinazione, sensibilità, umiltà e curiosità, intesa come ricerca; penso sia fondamentale per essere innovativi e avere una base su cui improntare un proprio stile. Progetti futuri a cui stai lavorando? Ho avuto la possibilità di far sfilare un abito interamente realizzato da me a Palazzo Vecchio a Firenze per l’evento “Imbastire un sogno, Cucire un’idea”. La sfilata è stata all’interno del Salone del ‘500, una location meravigliosa ed emozionante, e in premio c’era uno stage da Roberto Cavalli. Anche se non ho vinto, per me è stato un traguardo essere scelta tra 500 partecipanti in tutta Italia. Ora il mio sogno sarebbe quello di progettare e fare ricerca in un ufficio stile.






F E R R I C L A U D I O

CLAUDIO FERRI By Angelica Grittani

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laudio Ferri è un artista freelance, che dopo aver scoperto l’amore per l’arte ha deciso di esprimerla in ogni sua forma, non solo dipingendo su tela e ceramica ma anche attraverso il make-up. Così, da 12 anni vive il suo lavoro in maniera molto naturale, quasi fosse una spontanea derivazione artistica del dipingere e si esprime attraverso i colori e i pennelli anche sul viso dei personaggi che conosce e che cerca di scoprire, di capire al meglio e di interpretare con il trucco. Il suo sogno? Oltre a quello di continuare ad essere un artista (Claudio adora dipingere su ceramica e realizza dei veri capolavori), c’è un sogno che merita tutto il suo impegno ed è quello di regalare un’emozione alle persone che “aiuta” con il suo lavoro: le sue abili mani, il senso estetico e la bravura sono come un balsamo che aiuta le persone a sentirsi più belle. Questo è l’obiettivo che Claudio ha quando lavora: vivere l’emozione di felicità sul volto delle persone, magari anche quando non hanno tanti motivi per gioire. Il trucco è frivolezza, apparenza, ma mai come oggi l’apparenza conta e l’aspetto esteriore diventa lo specchio attraverso cui parliamo con gli altri. Claudio Ferri riesce a parlare attraverso i colori, le texture, le tecniche di applicazione, i capelli, lo styling. Il make-up è stato per lui la dimostrazione artistica di quello che aveva già studiato e messo in pratica, mancava solo l’occasione per scoprire questo suo talento, perché da quando ha mosso i suoi primi passi in questo campo, Claudio è subito stato catapultato nei backstage delle sfilate e ha anche vinto un concorso che gli ha fruttato una preziosa collaborazione con Lancome e che lo vede ambasciatore di questo importante brand a livello internazionale, portandolo a essere presente in diversi eventi (Festival di Taormina, Save the children, etc.)

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Quando hai iniziato a fare il truccatore? Ho iniziato a fare il truccatore nel 2002 e da 7-8 anni lavoro nell’ambiente della moda e dello spettacolo. Ho iniziato questo mestiere quasi per gioco, perché la mia preparazione e formazione artistica è molto ampia e mi ha portato inizialmente a dipingere su tela, su vetro e anche su ceramica. Il sogno di essere un artista è sempre nel mio cuore, ma un giorno per caso una mia amica aveva bisogno di un truccatore per una sfilata e ha pensato di chiamarmi, conoscendo la mia passione per la pittura e per il make-up. È stata un’esperienza molto positiva, perché sono riuscito molto bene nell’intento! Io non conoscevo bene le tecniche del trucco ma essendo bravo a dipingere mi è venuto naturale e spontaneo dipingere sui volti e sui corpi delle modelle con il body-painting, è stato un successo per me che mi ha spinto a frequentare un corso di make-up professionale. Perché hai scelto di fare questo mestiere? Mi sembra che sia stato più questo lavoro a scegliermi; per forza di cose il mestiere dell’artista/pittore è molto complicato e farsi conoscere non è sempre facile. Con il make-up ho avuto da subito delle belle soddisfazioni e ho scoperto che mi piace trasformare le persone, vedere proprio il cambiamento sul volto e poi sentirmi dire che gli piace da impazzire. Ho scelto di fare questo mestiere perché sapevo di avere talento, anche a scuola ero molto bravo, ma ho sempre fatto tutto da solo, non sono stato agevolato. Dopo aver concluso i miei studi mi sono messo a inviare curriculum e miei lavori ad alcune agenzie, riviste e simili, perché ero determinato a portare avanti il mio sogno di diventare make-up artist! Questa mia determinazione viene fuori nei miei lavori, non sono solo un esecutore ma riesco quasi sempre a stravolgere l’idea iniziale, perché adoro sperimentare: come all’Alternative show di Londra, a cui partecipo ogni anno con la scuole di Hairstyle Gogen e porto look esagerati e prorompenti perché mandino un messaggio oltre all’immagine in sé. Ad esempio, ho disegnato sul viso della modella il simbolo del wireless, una maschera che rappresentava questo meccanismo di comunicazione diventata secondo me troppo invasiva. Vado oltre gli schemi e questo mi caratterizza molto, mi piace mettere del mio in ogni cosa che faccio.


PH GAUTHIER GALLET



Lavori per diverse riviste e ti occupi anche di pubblicità. Che differenze ci sono fra il lavorare per un giornale e per una pubblicità? Quando lavori per un giornale, molto spesso si fanno servizi a personaggi famosi, come copertine e redazionali ad attrici, sportivi, politici. Per questo, il mio modo di lavorare è incentrato maggiormente sul personaggio e su quello che vuole e sono abituato ad ascoltare le loro necessità, cerco di metterli a loro agio e di farli sentire bene. Quando lavoro per le pubblicità sono più incentrato sul prodotto, a mettere al centro dell’obiettivo lo story board di quella campagna. La campagna più bella a cui ho lavorato come make-up artist è sicuramente quella per Sony, dove ho potuto truccare tenniste di fama internazionale (Sharapova, sorelle Williams, ecc.), donando loro un trucco naturale a cui probabilmente non erano molto abituate essendo sportive. Cosa significa per te curare l’immagine di una persona, a partire dal trucco e capelli? Innanzitutto cerco sempre di rispettare l’immagine di ognuno e di esaltare la bellezza di ognuno. Poi chiedo sempre a ogni persona che mi trovo davanti: “Che cosa hai nel tuo beauty?”, sembra una domanda retorica ma in realtà non lo è, anzi ci può dire molto della donna che stiamo per truccare. Per esempio se usa il rossetto rosso sarà una donna intraprendente, dal carattere forte. Io mi attengo molto alle regole, se una persona non ama il contatto con la pelle, non userò le dita ma i pennelli o ancora meglio l’air-brush. Mi piace capire le persone, uso la mia sensibilità per avvicinarmi a quello che desiderano ed esprimerlo sui loro volti. Sono un esteta e mi piacciono le cose belle, per questo penso di avere talento in ciò che faccio e voglio crescere molto e mettermi sempre in discussione. Nel mondo dello spettacolo è facile avere un’immagine troppo costretta dalle logiche dello showbiz, che viene spesso decisa seguendo le esigenze commerciali. Io credo che la forza di un personaggio stia proprio nel coraggio di cambiare, di trasformarsi e mettersi in gioco, come per esempio Madonna, icona del cambiamento e del trasformismo. È questione di fiducia molto spesso, si cerca nel make-up artist anche un esperto che possa tranquillizzare e che metta a proprio agio. Io cerco di essere questo per le donne che trucco, un amico e un confidente con cui loro possano sentirsi a proprio agio e, perché no, lasciarsi andare a un cambio di look o a un’acconciatura inaspettata!






C DALLE SFILATE IN PASSERELLA ALLE SFILATE SOTT’ACQUA: “ LE PIÙ GRANDI SFILATE DEGLI ULTIMI 50 ANNI By Enza Volpe

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osa si nasconde dietro una sfiata di moda? Il mondo della moda è un mondo molto complesso ma affascinante allo stesso tempo, ricco di sorprese e di meraviglie. Dietro una sfilata di moda c’è un grande lavoro, che non riguarda solo ciò che noi vediamo dall’esterno, come le bellissime modelle, i flash, i grandi sorrisi, organizzatori, fotografi, ricchi acquirenti, personaggi del mondo dello spettacolo, stilisti ansiosi e uno staff infinito. La sfilata è come il palco di un teatro, tutto diventa uno spettacolo da presentare, non solo per chi indossa gli abiti ma anche per chi in primo o secondo piano gestisce l’organizzazione della sfilata. È abbastanza complicato spiegare quello che accade nel momento esatto in cui le luci si spengono, la musica comincia a riempire ogni angolo e i fotografi circondano la passerella in cerca dello scatto perfetto. Ogni abito è una donna, ogni donna diventa una scena a cui assistere, e ogni scena uno spettacolo perfettamente organizzato. Nel corso degli anni i più grandi stilisti hanno dato vita a degli scenari fantastici. Nel 1982 VALENTINO fece sfilare la sua quarantaseiesima collezione al Metropolitan Museum of Art di New York. Fu proprio con questa sfilata che Valentino raggiunse l’apice del suo successo grazie all’organizzazione dell’ex direttrice di Vogue: Diana Vreeland, una delle consulenti della sezione dedicata al costume nel museo di moda di New York. A distanza di molti anni un altro grande stilista diede vita a uno spettacolo più unico che raro, una delle sfilate più grandi e costose del mondo della moda. La casa di moda FENDI decise di presentare la propria collezione in un posto magico: la Grande Muraglia cinese.


Il 18 Ottobre 2007 Fendi fece sfilare 88 modelle sulla Grande Muraglia, trasformando così in una passerella sfavillante una delle sette meraviglie del mondo. Per la prima volta la Cina decise di aprire al mondo della moda occidentale un tesoro gelosamente custodito per millenni, il tutto solo per onorare il made il Italy. Lo scenario era molto suggestivo, composto da grandi luci che esaltavano i rossi e le ombre. Un investimento che si aggirò tra i 7 ed i 10 milioni di euro, comprensivi di importanti donazioni per futuri restauri della Muraglia, per un allestimento durato circa un anno. Nessuno stilista è riuscito a superare la grande e fantastica impresa di Fendi, nemmeno le grandi passerelle e le scenografie dell’impero di Victoria’s Secret, le cui sfilate vedono protagoniste non solo bellissime modelle ma scenari molto vicini al mondo delle favole, con modelle che spesso sfilano indossando gigantesche ali di farfalla o d’angelo. Nel 2013 abbiamo assistito a una grande novità, proveniente dalla Cina: una sfilata svoltasi sott’acqua. Nessuna passerella su cui mostrare gli abiti ma un acquario in cui le modelle, invece che sfilare, nuotano insieme a migliaia di pesci. La sfilata si è svolta a Fuzhou, capitale della provincia di Fujian nella Cina SudOrientale.




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MADEINMEDI mediterranean design & fashion week By Rossella Scalzo

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al 2 all’ 8 Giugno 2014 a Taormina si è svolto il Madeinmedi, la settimana della moda e del design mediterraneo. Alla sua ottava edizione, il Madeinmedi rappresenta ormai un evento cult “made in Sicily”, un appuntamento imperdibile dove moda, arte e design si mescolano tra loro. Per 7 giorni uno dei posti più incantevoli della Sicilia è stato scenario di eventi pieni di creatività dove giovani talenti hanno avuto l’opportunità di mostrare i frutti del loro percorso di studi. Protagonisti assoluti del Madeinmedi, infatti, sono stati gli allievi dell’Harim, l’Accademia Euromediterranea, istituto di formazione con sede a Catania e Tripoli, con l’obiettivo di consacrare il Mediterraneo come nuovo bacino creativo e dimostrare come il design e la moda possano avere un forte impatto sul benessere culturale ed economico di tutta la zona mediterranea. Il suo intento, quindi, è di formare giovani talenti nel settore moda, gioiello e global design, attraverso corsi specializzati e organizzando eventi come il Madeinmedi importante non solo per la possibilità di farsi conoscere agli occhi del pubblico, ma anche per l’opportunità di poter mostrare le loro creazioni davanti a professionisti del settore ed essere scelti per nuove opportunità di studi e lavorative. Durante il Madeinmedi, le viuzze e le piazze tipiche di Taormina hanno fatto da sfondo a video e foto shooting, ma anche selezioni di aspiranti modelle con “Catwalk” e “Are you ready” ad opera della agenzia di moda Castdiva di Catania. La moda è stata protagonista assoluta delle serate del 6 e del 7 Giugno, dove nel meraviglioso scenario del Teatro Antico di Taormina, si sono svolte due sfilate di moda. Venerdì 6 Giugno 2014 è andato in scena il défilè Harim, dove 15 giovani fashion designer, studentesse del quarto anno dell’Accademia Euromediterranea hanno presentato, molte di loro per la prima volta, le loro collezioni. Sarah Anastasi ha presentato “Inside” ispirata alla cultura indiana; Silvia Vitali, con “Spirit 26”, ha rivisitato il “nude look” con sovrapposizioni soft e materiali hi-tech; Oriana Rinaldi, con “Toxic Hole” ha fatto sfilare creazioni ispirate a Dalì e alla sua straripante visione freudiana dell’uomo; Noemi Licciardello e il suo scenario futuristico in “Undefined”, collezione “sportswear total white di stilismo non convenzionale”;


Luna Cuffari e la sua ricerca di fragranza perfetta in “Balmy Breeze”; Mariangela Castronovo, tra romanticismo e stile bikers, con “Ogeretla”; Stefania Parisi e la sua collezione ispirata alle saghe fantasy, tra giochi di ruolo ed armature, con “ArmorAmor”; Cristina Nicotra con “Cinquante” ha giocato sull’opulenta patinatura delle pin up contrapposta al bon ton della quotidianità statunitense; Carlotta Cosentino e il suo unico abito “Anxiety” presentato da un fashion film ispirato alle catastrofi naturali e al buio più profondo; Valentina Plumari parte, invece, da una frase di Fulco Pratesi “ Siamo più simili ad alberi che a transistor” e manda in passerella “Tr(e)e”; Francesca Passanisi con “Tedea” ha rivisitato in chiave moderna la tragedia greca di Medea con uno stile minimal e volumi maximal; Erika Alì con “Eureka” ha ricostruito la storia di una giovane archeologa, tra fango, ruggine e i colori della terra; Annalisa Coco e “Muñecas” ispirata a Frida Kalo, Aztechi e dreamcatcher; Giulia Ferrara con “Spaceless” ha portato il cubismo, futurimo e costruttivismo russo al Teatro Greco; Valeria Rosso e “The Glade” che amalgama natura e architettura 3D e infine Ilaria Blanda con “Deep Charmer” e la rinascita di una strana stella marina Gorgone. Le giovani e talentuose fashion designer hanno realizzato il sogno di far sfilare le loro collezioni davanti al pubblico, alla stampa ed anche a professionisti del settore moda. All’evento, infatti, erano presenti talent scout, editori di riviste, direttori creativi di prestigiose maison di moda, tra cui la Camera Italiana Buyer Moda, Mirko Rizzi per Marsèlleria Permanent Exhibition, Antonio Cappelli per Spazio Calabiana, Laura Bernasconi, fashion consultant per varie aziende del settore moda, Alessandro Baldi per Les Copains Uomo, Henry Cotton’s, Monocrom k e Nikolas & Mark. Ospite d’eccezione del Madeinmedi quest’anno è stato Massimiliano Bizzi, fondatore del White di Milano, il salone patrocinato con il comune di Milano, vetrina d’eccellenza internazionale della moda contemporary che si svolge ogni anno in via Tortona. La presenza del White al Madeinmedi ha significato la voglia di creare


costruttivo con un’importante realtà del mondo della creatività, una vetrina in più a livello internazionale per tutti gli studenti dell’Accademia Euromediterranea. Grazie a questi prestigiosi ospiti le giovani allieve dell’ Harim hanno avuto così la possibilità di mostrate la loro creatività e il loro talento, con la preziosa opportunità di essere selezionati per il passo successivo e continuare gli studi con uno stage presso le note aziende di moda partecipanti. La serata del 7 Giugno 2014, hanno sfilato le collezioni gli stilisti della Sood Generation: Antonio Attisano con i colori tenui e contrasti di pizzo nero in “Sinfonia n°4”; Raffaella Rullini si è ispirata al pittore Claude Monet per “Ninfea Sognando Monet” e Rosa Vetrano ha portato in passerella i sentimenti delle eroine greche con “Thumos”. A seguire il Défilé Internazionale con Nabila Jlassi, scelta come rappresentate de “Le Festival de la Mode de Tunis”; Arzu Kaprol dalla Turchia ha presentato la sua Atelier Collection “Digital Big Bang”; ha affrontato il delicato tema della “Primavera Araba” Rujji Collection dalla Libia insieme alla Performance Coreutico Teatrale; infine Leyre Valiente dalla Spagna con una collezione dal mood spaziale intitolata “Nostromo”. La location per l’edizione 2014 non è stato un caso, come ha dichiarato lo stesso Marco Aloisi, producer dell’evento. Il trasferimento della sede del Madeinmedi a Taormina ( n.d.R. lo scorso anno si è svolto a Noto) ed in particolare la scelta di trasformare il Teatro Antico nella location per le due serate dedicate alle sfilate di moda ha permesso ai giovani fashion designer, agli stilisti internazionali e ai creativi del mediterraneo di poter promuovere meglio la loro immagine a livello internazionale. Tirando le somme dell’edizione 2014 del Madeinmedi Marco dichiara: “Quest’anno è stata certamente un’edizione da ricordare non solo per la location scelta ma anche per i nomi importanti che hanno avuto modo di conoscere la creatività dei nostri giovani fashion designer. Nell’ottica di un percorso che continua a sostenere le nuove generazioni anche per questa edizione, il Madeinmedi ha creato momenti di visibilità per i designer emergenti e anche internazionali. La nostra scommessa è sempre quella di rendere la Sicilia un luogo privilegiato dove i giovani possano trovare uno spazio per esprimersi”.




H A R I M FA S H I O N

S H O W

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S H O O T I N G

MADEINMEDI CONCLUSO, NUOVO FASHION SHOOTING. Le studentesse del quadriennale di “Fashion Design” dell’Accademia Euromediterranea hanno voluto vivere un altro emozionante momento insieme dando vita ad un fashion shooting. Le stiliste con dei loro looks selezionati si sono affidate alle scelte degli stylist sumake-up, hair-styling, video, foto e styling per presentare creativamente il loro stile.





“Ogeretla� Fashion Designer: Mariangela Castronovo PH Marco Ognissanti



“Tr(e)e� Fashion Designer Valentina Plumari PH Marco Ognissanti


Title: Headlights Fashion Designer: AlĂŹ, Anastasi, Blanda, Castronovo, Coco, Ferrara, Passanisi, Plumari, Vitali. Styling: Andrea Franco, Valentino Fiammetta, Giulia CalĂ Ph: Marco Ognissanti Hair Styling & Make Up: New Generation Models: Castdiva




Una sana competizione stimola gli stilisti a creare nuove collezioni. Come un atleta, anche uno stilista gioca le sue carte in pochi secondi. La sfilata: curiosità, segreti, tensioni ed emozioni che valgono una carriera. “Il modo per far fare le cose è di stimolare la competizione, non in un modo sordido e calcolatore, ma per il desiderio di eccellere in sé e per sé.” Charles Michael Schwab La competizione stimola la mente a superare gli altri e a impegnarsi nella realizzazione delle proprie opere in modo da distinguersi dai propri rivali. Anche nel settore moda, nella fase che precede la realizzazione di nuove collezioni, gli stilisti sono spinti da una sana competizione alla ricerca di quell’elemento di originalità e di creatività che permette di esaltare le proprie creazioni rispetto a quelle degli altri. Chi pensa che la competizione sia solo pura rivalità volta a far emergere uno a scapito dell’altro si sbaglia: la competizione è ciò che permette agli stilisti di uscire dall’uniformità per dare spazio al nuovo, al diverso, all’inusuale.



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