FassaNews Estate 2020

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Fassa News ESTATE SUMMER 2020 N. 48 - ANNO/YEAR 24

DOLOMITES

Il cantiere estremo del Boè Musica vista Dolomiti Piatti take away: è moda Music with a view on the Dolomites Take-away dishes: it’s a trend The extreme work-site at Boè



SUMMERTIME IN THE NATURE

Un’estate nella natura Mai come, quest’estate, sentiamo tutti il bisogno di stare all’aria aperta. E in Val di Fassa non c’è niente di più facile e che dia maggior soddisfazione che godersi i paesaggi dolomitici, ovunque. Con il desiderio di riprenderci la libertà, a cui nei mesi scorsi abbiamo rinunciato a vantaggio della salute di tutti, abbiamo realizzato il numero 48 di “Fassa News”. Una rivista, preparata con tempistiche decisamente più strette del solito, ma che è stata prodotta con gioia e passione, a testimonianza della voglia di ripartenza dopo il lockdown, che caratterizza una valle tenace, abituata a non fermarsi. L’invito, sin dalle prime pagine del magazine, è a salire in quota e raggiungere, nel cuore del gruppo del Sella, il rifugio Boè dove per la terza estate consecutiva (e ultima, si spera) insiste, a 3 mila metri, il cantiere della sua innovativa ristrutturazione. L’appello a scoprire le

Dolomiti è rinnovato dalle guide alpine di Fassa, che spiegano come la montagna sia un luogo sicuro: fare trekking o arrampicare è salutare oltre che rinfrancante per lo spirito. Che l’alta quota sia un luogo magnifico, dove trascorrere intere estati, lo ricorda anche la famiglia Trottner che festeggia vent’anni alla Baita Checco del Ciampedie e ha alle spalle un’affascinante passato di gestione di rifugi del Catinaccio che prende il via con l’impareggiabile bisnonno: Checco Vian. Il 2020 è, in valle, un anno di anniversari: si celebrano i quarant’anni del gruppo folk degli “Schuhplattler” di Campitello e soprattutto i due secoli di storia della”Musega da Vich”, tra le compagini più antiche del Trentino. Restando in tema di bande, è straordinario il video che, ai primi di giugno, ha unito a distanza la “Mùsega de Poza” e il celebre trombettista Paolo Fresu: le note di “No potho reposare” sono il filo conduttore delle immagini che conducono

lo spettatore, con grande armonia, dai luoghi più iconici di Fassa, alle spiagge di Alghero dove Fresu suona gli assolo. L’estate in Fassa, nel rispetto delle normative, conta un numero minore di eventi in confronto al passato, ma le iniziative ci sono e sono significative. Tra il resto, tornano “Val di Fassa Panorama Music”, con dodici concerti sui prati di splendide località raggiungibili con gli impianti di risalita, e “Circen Dolomites Festival”, una settimana di spettacoli circensi e di giocoleria, organizzato da un gruppo di giovani valligiani. In queste pagine trovate tutto questo e molto altro, non vi resta che cominciare a sfogliare e cogliere spunti per arricchire la permanenza in valle di esperienze indimenticabili nella natura. Buona lettura e buone vacanze!

We all feel the need to spend some time in the open air, this summer more than ever. And nothing is easier and more satisfying than enjoying the dolomitic landscapes, everywhere in Val di Fassa. With the desire to regaining possession of our freedom, with which we gave up in the past months in favour of everyone’s health, we have realized the “Fassa News” n. 47. Since the very first pages of the magazine, you are invited to go up at altitude and reach the refuge Boè, in the heart of the Sella group, where at 3.000 meters above the sea level its innovative renovation works go on for the third consecutive summer (and last one, hopefully). And the call to discovery the Dolomites is reiterated by the local mountain guides, who explain how the mountain is a safe place. And even the Trottner family, who celebrates the twentieth year up at Baita Checco on Ciampedìe reminds us that the high altitude is a wonderful place, where you can spend the whole summer. 2020 is full of anniversaries in Val di Fassa: the “Schuhplattler” from Campitello celebrate their 40th year and the “Musega da Vich” honours its 200 years of history. Sticking with the brass bands theme, the video that has bonded The “Musega de Poza” and the trumpet player Paolo Fresu across the distances, on the notes of “No potho reposare”, is extraordinary. In compliance with the rules, summertime in Fassa counts a smaller number of events than the past, but there are still some initiatives and they are significant ones: “Val di Fassa Panorama Music” and the “Circen Dolomites Festival” are back, indeed. This and much more is what you will find through the pages, you just need to flip through and catch some suggestions to enrich your holiday with unforgettable experiences in the nature. Enjoy the reading and happy holidays!

Elisa Salvi

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Boè: lavori ad alta quota BOÈ: WORKS AT HIGH ALTITUDE

n. 48 anno/Year 24 Estate/Summer 2020

Direttrice responsabile: Elisa Salvi Registrazione: Tribunale di Trento n. 915/R.S. del 3-7-1996 Copie distribuite: 15.000 Editrice: Azienda per il Turismo della Val di Fassa - Strèda Roma 36 - 38032 Canazei (Tn) Stampa: Rotolito, Cernusco S. N. (Mi) Redazione: Azienda per il Turismo della Val di Fassa - 38032 Canazei (TN) Tel. 0462.609600 • Fax 0462.602502 E-mail: info@fassa.com Hanno collaborato al magazine: Andrea Selva, Enrico Maria Corno, Giorgio Pedron, Claudia Chiocchetti. Contributi: F. Mazzel, G. Vian. Traduzioni: Marta Covi.

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“Mùsega” in video con Fresu “MÙSEGA” ON TAPE WITH FRESU

Progetto grafico: Area Grafica - Cavalese (Tn) www.areagrafica.tn.it Foto di copertina: G.P. Ramirez Crediti fotografici: N. Angeli, R. Bernard, F. Modica, G. P. Ramirez, M. Rizzi - Archivio fotografico Apt Val di Fassa; Archivio ACF Fiorentina; Archivio Deceuninck - Quick Step; Archivio Circen Dolomites Fetival; Archivio Val di Fassa Panorma Music; Archivio QC Terme Dolomiti; Archivio Strada dei Formaggi delle Dolomiti; Archivio Trentino Marketing; Archivio Baita Checco; Archivio Mùsga da Vich; Archivio Schuhplattler; Archivio Museo Ladino di Fassa; M. Covi, P. Fresu, G. Panozzo, E. Salvi, A. Selva, E. Vaia, N. Weiss. È vietata la riproduzione di tutte le immagini, dei testi e delle pubblicità del Fassa News. Questo numero è stato chiuso in redazione il giorno 25 giugno 2020

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Baita Checco, storia di famiglia BAITA CHECCO, A FAMILY MATTER

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Benessere in gocce WELL-BEING IN DROPS


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Musica e panorami in festival

6 Un product

39 Otto lustri per

manager per l’Apt A PRODUCT MANAGER FOR THE TOURIST BOARD

8 Sport e cultura:

MUSIC AND LANDSCAPES IN A FESTIVAL

l’agenda degli eventi SPORT AND CULTURE: EVENTS CALENDAR

11 La vacanza

FOUR DECADES FOR THE “SCHUHPLATTLER”

42 Il veterinario

agopuntore

THE VETERINARY ACUPUNCTURIST

46 Fiorentina in campo

con la Val di Fassa FIORENTINA TO THE PITCH WITH VAL DI FASSA

cambia stile

THE HOLIDAY CHANGES ITS STYLE

48 L’arte circense

13 La Val di Fassa

solidale

THE CHARITABLE VAL DI FASSA

15 Una Guest Card

per l’estate

A GUEST CARD FOR THE SUMMER

16 In vetta con

un cantiere a 2873 metri

22 In montagna

THE REFUGE BOÈ: A WORK-SITE AT 2873 METRES

con la guida

IN THE MOUNTAINS WITH THE GUIDE

26 Buon compleanno Baita Checco

HAPPY BIRTHDAY, BAITA CHECCO

30 Paolo Fresu e la

“Mùsega de Poza” in video

Il giovane circo delle Dolomiti

PAOLO FRESU AND THE “MÙSEGA DA POZA” IN A VIDEO

THE YOUNG CIRCUS OF THE DOLOMITES

THE CIRCUS ART IN THE DOLOMITES

53 “Val di Fassa

Panorama Music” si conferma “VAL DI FASSA PANORAMA MUSIC” CONFIRMS ITSELFS

THE CUISINE IS TAKE-AWAY

ON THE TOP WITH “PANORAMAPASS”

sulle Dolomiti

56 Una storia bellissima

18 Rifugio Boè:

“PanoramaPass”

La cucina è take away

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gli “Schuhplattler”

64

35 “Mùsega da Vich”,

duecento anni di storia

“MÙSEGA DA VICH”, TWO HUNDRED YEARS OF HISTORY

al museo

A WONDERFUL STORY AT THE MUSEUM

59 Errori in mostra MISTAKES ON VIEW 61 Benessere termale THERMAL SUNTAN 64 Quanti piatti

d’asporto

SO MANY TAKE-AWAY DISHES

68 Scatti al primo posto TOP PRIORITY SHOTS 70 L’inverno che verrà WINTER WILL COME


NICOLÒ WEISS, UN MANAGER PER IL PRODOTTO TURISTICO DI FASSA DOPO UNA LAUREA IN MARKETING MANAGEMENT ALLA BOCCONI E ANNI D’ESPERIENZA ALL’ESTERO IN GRANDI AZIENDE, IL FASSANO RIENTRA IN VALLE PER LANCIARE, CON L’APT, BIKE E OUTDOOR ESTIVI E ATTIVITÀ INVERNALI di Elisa Salvi Ad aprile, quando tutto rallenta per la pandemia, all’Azienda per il Turismo della Val di Fassa arriva il nuovo product manager, che accelera. Nicolò Weiss sfrutta appieno il lockdown per analisi strategiche, video-riunioni con dirigenza e nuovi colleghi e l’organizzazione dell’attività dei mesi a venire. Weiss, 36 anni nato e cresciuto a Vigo con in tasca una laurea triennale in marketing del turismo a Trento e una magistrale in marketing management alla Bocconi di Milano, per oltre dieci anni gira il mondo. Esperienze di studio lo portano a vivere per mesi in Cina (Pechino), India ed Hong Kong, mentre quelle professionali, per Vodafone e Intel, a stabilirsi a Milano, Londra (sette anni) e Garmisch Partenkirchen.

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Nicolò Weiss, cosa l’ha ricondotta a casa? La fine di una fase della mia vita. Dalla Germania, dove risiedevo fino a qualche mese fa, tornavo sempre più spesso in valle, per vedere famiglia, amici e fare sport. Così è maturato il desiderio di mettere a frutto, nella mia terra, quanto appreso all’estero. L’Apt di Fassa mi ha offerto un’opportunità interessante e mi son detto: “perché no?”. È la prima volta che lavora nel turismo? Negli ultimi anni, mi sono occupato soprattutto di pianificazioni commerciali, ma i miei tirocini, a cavallo della laurea, sono stati per Trentino Marketing, nell’area destination management, e per la “Strada dei Formaggi delle Dolomiti”

che, dopo l’istituzione, aveva bisogno di organizzazione e lancio. La sua posizione in Apt è nuova, di cosa si occupa? Finora l’Apt ha lavorato in modo piuttosto tradizionale, fornendo informazioni, gestendo canali istituzionali e gli ospiti giunti in valle. Ora, intendiamo implementare le attività legate al coordinamento dell’offerta: da un lato, anticipando la programmazione di stagione in stagione, con gli step necessari per promuovere e comunicare al momento giusto, ad esempio le proposte outdoor e mtb, dall’altro, seguendo i soci nella costituzione o nel rilancio di club di prodotto come i bike hotel. A tutto ciò, s’affiancano l’analisi e la definizione di servizi e messaggi per le diverse


Nicolò Weiss: «L’obiettivo dei prossimi anni è mettere in evidenza l’identità della valle, i nostri valori e i prodotti, declinati e diffusi nei modi migliori».

Nicolò Weiss

tipologie di ospiti: il padre single con figli, gli amici sportivi o la coppia di una certa età hanno aspettative diverse dalla vacanza in valle. Qual è il suo obiettivo prioritario? Fino a buona parte del 2021 lavorerò ai piani di prodotto, fondamenta di quanto accadrà nei prossimi cinque anni. L’intento è creare un manifesto che metta in evidenza l’identità della valle, i nostri valori e i nostri prodotti, declinati e diffusi nei modi migliori. C’è anche la volontà di rinnovare l’immagine della valle, accentuando la sua percezione di luogo dinamico, capace di riflettere e assolvere ai molteplici desideri di sport, svago e benessere. La nostra clientela è vasta e variegata, d’altro canto la valle ha maturato la capacità di accogliere le persone più diverse e farle tornare a casa soddisfatte e pure con il desiderio di tornare: dagli sport estremi per i più attivi, alle iniziative per le famiglie, alle passeggiate per gli anziani, le dimensioni e le possibilità di vacanza qui sono davvero tante e possono ancora crescere in qualità. Quanto il Covid 19 interviene sui suoi piani? Personalmente mi ha dato l’opportunità di introdurmi bene in azienda, creando subito coordinamento tra i vari attori della valle. Certo, l’impatto economico e sulla domanda c’è, ma riguardo l’estate mi sento ottimista perché il nostro territorio invita alle attività all’aria aperta che si

possono praticare in sicurezza. Questo nuovo incarico rappresenta una sfida? Sì, è tutto nuovo e stimolante. Finora ho lavorato per società dove erano chiari ruoli, competenze e processi decisionali. Qui, invece, mi trovo a coordinare persone che lavorano in aziende diverse, pubbliche e private, di grandi o piccole dimensioni: fanno parte dell’Apt dalle società d’impianti di risalita fino al singolo accompagnatore di media montagna. Perciò è indispensabile pianificare e condividere gli obiettivi. Cosa le piacerebbe importare in valle delle sue esperienze di vita e viaggio all’estero? L’abilità di certi Paesi di rendere straordinari luoghi o situazioni quasi fasulle. Noi possediamo davvero un patrimonio unico che dobbiamo valorizzare al massimo. Cosa ha trovato di diverso, tornando in Fassa? Al di là degli ultimi mesi, stando qui di solito a Natale e ad agosto, mi sono reso conto del costante incremento di turisti e di traffico. Inoltre, sono evidenti i cambiamenti climatici, dalla diminuzione delle nevicate al fenomeno delle bombe d’acqua estive. Qual è il suo posto preferito della valle? Fino a qualche tempo fa, Capanna Piz Fassa, ma da quest’inverno l’ingresso del canale Joel al Pordoi. Li consiglio entrambi.

NICOLÒ WEISS, A PRODUCT MANAGER FOR FASSA In April, when everything got slower for the pandemic, the new product manager arrived at the Tourist Board Val di Fassa and speeded up. Nicolò Weiss has taken advantage of the lockdown to do strategic analysis, videomeetings with the management and the new colleagues and to organize the activity of the next months. Weiss, 36 years old, from Vigo, after a degree in tourism marketing in Trento and a Master degree in marketing management at the Bocconi in Milan, has travelled around the world for more than ten years. Study experiences have brought him to China, India and Hong Kong, while the job at Vodafone and at Intel has made him move to Milan, London (for seven years) and to Garmisch Partenkirchen. Nicolò Weiss, what has brought you back home? The end of a phase of my life. From Germany, where I used to live until a few months ago, I started coming home more and more often, to visit my family and friends and to do sport. And so came the wish of putting to good use what I have learned abroad here at home. The Tourist Board of Fassa has offered me an important opportunity and I have thought: “Why not?”. Your job at the Tourist Board is new, what do you do? The aim is to enforce the activities connected to the coordination of the offer: on one side, anticipating the scheduling through the necessary steps to promote and communicate at the right moment, for example with the outdoor and MTB proposals, on the other side, assisting the partners in structuring and promoting product clubs such as the bike hotels. In addition to that, the analysis and the definition of services and messages for the different types of guests. Which is your priority? First, I’ll be working on the product schedule for most of 2021, to put a base to what will happen during the next five years. The intention is to create a manifesto to enlighten the identity of the valley, our values and our products, declined and spread in the best way. There’s also the will to renovate the profile of the valley, enhancing the perception of a dynamic place, able to reflect and realise the desire of sport, amusement and wellbeing. Which is your favourite place in the valley? It was Capanna Piz Fassa till not so long ago, but since last winter it is the entrance of the Joel couloir on Pordoi. I strongly recommend both of them.

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Summer Events I PRINCIPALI APPUNTAMENTI DELL’ESTATE

Camp “Deceuninck - Quick-Step”

Ragazzi a Teatro

Cycling camp 6-23 luglio - Val di Fassa

Theater festival for children 14 luglio - 26 agosto - Campitello e Mazzin

La squadra di ciclismo più vincente del mondo fa del San Pellegrino il suo quartier generale, per la preparazione di Tour de France e Giro d’Italia. Gli appassionati possono vedere i campioni del The Wolfpack in allenamento sulle strade della valle e sui passi dolomitici. www.fassa.com

Per la gioia di bambini e famiglie, torna la rassegna di spettacoli messi in scena, all’aperto, da importanti compagnie specializzate nel teatro per i giovanissimi. www.fassa.com

“Val di Fassa Panorama Music”

Music Festival 12 luglio - 27 agosto - Val di Fassa

Sportivi ladini si nasce

La musica in quota anche quest’estate non si ferma, grazie alla rassegna che porta in luoghi panoramici artisti che propongono diversi generi musicali, con attenzione anche alle culture di minoranza. Ogni domenica e giovedì di luglio e agosto, in pochi minuti con gli impianti di risalita, si raggiungono le località dei concerti. www.fassa.com

Alcuni interessanti scrittori presentano le loro ultime opere, su invito della locale biblioteca che ospita anche uno spettacolo dedicato a un importante autore italiano. www.fassa.com

Meetings with athletes 6 luglio - 7 settembre - Pozza Sono dieci le serate - ogni lunedì al padiglione manifestazioni - dedicate alle Dolomiti terra di sport, passioni e grandi storie. Gli incontri vedono come ospiti i rappresentanti di diverse discipline sportive, dallo sci, all’hockey, all’alpinismo, cresciuti tra queste montagne e diventati campioni. www.fassa.com

Ninna Nanna sotto un cielo stellato

Night Event 8 luglio e 12 agosto - Passo San Pellegrino

Mentre la notte cala tra gli alberi, si assiste a letture teatralizzate e all’esecuzione dal vivo di dolci melodie. Un’atmosfera romantica da vivere sulle rive del lago del San Pellegrino, illuminato per l’occasione dalle candele. www.fassa.com

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Incontri d’autore

Meetings with writers 14 luglio - 28 agosto - Canazei

Sere in musica

Musical Night 16 e 23 luglio e 6 e 27 agosto - Moena

“Fake!”

Scientific exhibition 12 luglio - 21 agosto - Vigo Se diamo troppo affidamento alla vista, rischiamo di rimanere delusi. La mostra a carattere scientifico “Fake!” ci fa comprendere, in modo divertente, quanto ciò che riteniamo oggettivo perché lo vediamo, spesso non lo è affatto. www.fassa.com

Esibizione di musicisti negli angoli più caratteristici del paese, per accompagnare con le note la passeggiata serale. www.fassa.com

Scrittura Festival sulle Dolomiti

Festival of writing 29 luglio - 2 agosto - Campitello e Mazzin Affermati scrittori, autori di best seller, ma anche sportivi che hanno messo su carta le loro imprese arrivano in Val di Fassa per presentare i loro ultimi lavori. Una full immersion nella letteratura. www.fassa.com


della valle che collaborano con Trentodoc. www.fassa.com

Marcialonga Running

Running Race 6 settembre - Moena

Ispirazioni d’estate

Summer’s Inspiractions 30 luglio - 21 agosto - Val di Fassa Con un numero inferiori di appuntamenti rispetto al passato, ma con ospiti di assoluto prestigio, torna la rassegna fra cultura, religione e arte, organizzata dal Decanato di Fassa, in collaborazione con Apt e Comitati manifestazioni dei vari paesi. www.fassa.com

Cinema in auto

Drive in 31 luglio - Moena

Comodamente seduti nella propria vettura, parcheggiata al Navalge, si assiste alla proiezione di film amati dal grande pubblico, sperimentando come in passato l’emozione del drive in. www.fassa.com

L’itinerario, che ricalca in parte quello della Marcialonga con gli sci da fondo, vede in competizione agonisti e appassionati di corsa. Si parte da Moena e si arriva a Cavalese dopo 25,5 km. www.marcialonga.it

Attività bucoliche, degustazioni di prodotti coltivati nelle aziende agricole del Trentino, relax ed esperienze autentiche. Un modo diverso di vivere la vacanza che, in Fassa, si sperimenta all’agritur “Ciasa dò Parè” di Soraga, partecipando anche a laboratori culinari il cui risultato si porta a casa, in un barattolo. www.fassa.com

“Extreme Uphill Val di Fassa”

Mtb Race 12 - 13 settembre - Moena

Un intenso week end per tre importanti appuntamenti con l’mtb: il 12 settembre “Lusia Legend Uphill”, la leggendaria scalata dell’Alpe Lusia, con partenza dalla piazza di Moena; il 13 settembre l’inedita “Extreme Uphill Val di Fassa”, che dal centro paese porta i concorrenti a conquistare il Col Margherita; sempre il 13 settembre torna “San Pellegrino Green Day” sulla strada del valico chiusa al traffico. www.fassa.com

“Circen Dolomites Festival”

Juggling Festival 2-9 agosto - Pozza e Vigo

Giovani artisti locali, ma provenienti anche da Italia ed estero, si esibiscono all’aperto proponendo numeri divertenti di giocoleria e arte circense. Alcuni eventi sono organizzati all’alba e al tramonto in affascinanti località dolomitiche. www.fassa.com

Trentino in un barattolo

Green week end 19-20 settembre - Soraga

“Fassa Sky Expo”

Paragliding meeting 25-27 settembre - Val di Fassa Cresce, di anno in anno, di attrattiva per gli sponsor e di pubblico l’appuntamento fassano con il volo libero. Gli appassionati della disciplina si ritrovano qui per fare il pieno di lanci nel cielo, grazie alle correnti che in questo periodo dell’anno si sviluppano attorno al Sella. Possibilità di testare i materiali delle migliori aziende del settore e di divertirsi. www.fassa.com

Sapori d’autunno

Autumn flavours 13 - 20 settembre - Moena I ristoranti Malga Panna, Foresta, Fuchiade e Tyrol, con i loro famosi chef, vi stregano con i loro menù a tema autunnale. Quattro differenti proposte con le varie declinazioni della stagione alle porte, per accoglierla a tavola con gusto. www.fassa.com

Simposio Top Wine 2950

Wine Tasting 17 ottobre - Sass Pordoi

Trentodoc sulle Dolomiti

Sparkling Wine Event 5-9 agosto - Val di Fassa

Un lungo fine settimana caratterizzato dalle bollicine di montagna, proposte per aperitivi e menù speciali da una selezione di bar, ristoranti e pizzerie

Si fregia di essere la degustazione più alta al mondo, quella sulla Terrazza delle Dolomiti del Rifugio Maria (raggiungibile da Passo Pordoi con la funivia), che propone ottimi vini di cantine del territorio accompagnati da prodotti gastronomici locali. www.canazei.org

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Lo stile di un’estate speciale ANCHE IN VAL DI FASSA, LUOGO IDEALE PER SOGGIORNI RIGENERANTI NELLA NATURA, QUEST’ESTATE SI ATTUANO PICCOLE PRECAUZIONI PER LA SALUTE DI TUTTI Una vacanza all’insegna dell’intimità dell’accoglienza, che è attenta, sicura e rispettosa delle normative per la tutela della salute, e delle esperienze, studiate su misura per famiglie o piccoli gruppi e per questo ancora più intense. La Val di Fassa nell’estate 2020 propone un incontro ancor più autentico con la natura, per rigenerarsi nel verde di prati e boschi, acque freschissime e le rocce delle Dolomiti più celebri. La montagna è senz’altro la meta ideale di questi mesi caldi, perché assicura grandi spazi aperti e aria buona. Ma offre anche migliaia di chilometri di sentieri per facili passeggiate, trekking e ascese impegnative e oltre una ventina di tour per gli appassionati delle due ruote. Le strutture ricettive, della ristorazione, del commercio, della cultura, dello sport e gli impianti a fune di Fassa adottano i protocolli di

sicurezza di categoria per garantire soggiorni all’insegna della salute. Se, però, durante la vacanza si accusano sintomi o si sospetta di essere contagiati, va contattato subito il numero verde 800867388 “Informazioni Coronavirus” della Provincia di Trento (lun-ven ore 8-14). Il numero 112 invece è da chiamare solo per le emergenze. Tra i comportamenti da attuare: evitare gli assembramenti, mantenere la distanza di almeno un metro, indossare sempre le mascherine dove è previsto e dove non è possibile mantenere la distanza dalle altre persone, prenotare attività, esperienze, ristoranti per ridurre le code e non abbandonare i rifiuti. Mascherine, guanti e fazzoletti vanno smaltiti nell’indifferenziato. In caso di escursioni in quota è consigliato riportare i rifiuti a valle.

THE STYLE OF A SAFE SUMMER A holiday in the name of an intimate hospitality - which in Val di Fassa is safe and respectful of the health protection rules - and of the experiences. During your holiday, in case you experience any symptoms and you suspect to be infected, contact immediately the “Info Coronavirus” number 800867388 of the Province of Trento. Call the 112, instead, only in case of emergency. How to behave: avoid the crowds, keep at least one meter distance, always wear a facemask where necessary, book the activities, experiences, restaurants to reduce the queues and do not leave any garbage around.

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“La Val di Fassa si prende cura di te” LA VALLATA LADINA RENDE OMAGGIO AGLI “EROI DEI NOSTRI GIORNI” DEGLI OSPEDALI DEL GRUPPO HUMANITAS, IMPEGNATI NEI MESI SCORSI NELLA BATTAGLIA CONTRO IL CORONAVIRUS, DONANDO UN ANNO DI SOGGIORNI Da sempre ospitale, la Val di Fassa che, come altre località d’Italia ha vissuto con sofferenza e apprensione il lungo lockdown provocato dal Coronavirus, ha cercato il modo migliore per esprimere concretamente i valori più alti che la contraddistinguono. In particolare, il senso di solidarietà che pervade l’intera comunità e il volontariato, che si declina in diverse forme. Per questo l’Apt Val di Fassa, in pieno accordo e collaborazione con le associazioni di albergatori e di proprietari di appartamenti valligiani, ha ideato “La Val di Fassa si prende cura di te”. Si tratta di un’iniziativa di solidarietà rivolta all’opera straordinaria prestata da medici, infermieri e sanitari per bloccare la diffusione del Covid 19. La valle ringrazia il loro eccezionale

sforzo con un gesto che le è congeniale: offre, da giugno 2020 a giugno 2021, alcune giornate di svago e riposo sulle Dolomiti agli “eroi dei nostri giorni”, in particolare quelli degli ospedali del gruppo Humanitas di Rozzano e del Gavazzeni di Bergamo, città che ha pagato un prezzo altissimo a causa del virus. Albergatori e proprietari di appartamenti della valle mettono a disposizione dei sanitari, in accordo con la direzione di Humanitas, camere e appartamenti per persone che giungono dalla Lombardia da dove, tra l’altro, arriva la a maggior parte degli ospiti italiani in valle, sia d’estate sia d’inverno. Tutta la comunità di Fassa in tal modo si augura di restituire momenti di serenità nella natura dolomitica a chi si è più sacrificato a causa del Coronavirus.

“VAL DI FASSA TAKES CARE OF YOU” The Tourist Board Val di Fassa, in agreement with the local hotels and apartments associations, presents “Val di Fassa takes care of you”. It deals with a solidarity initiative addressed to the extraordinary work of doctors, nurses and healthcare professionals to stop the spread of Covid 19. The valley wants to thank them for their incredible effort with an initiative that agrees with its attitude: we are talking about offering, for one year, some days of relaxation and rest in the Dolomites to these “modern heroes”, in particular to those from the hospital of Rozzano and Gavezzeni of the group Humanitas in Bergamo.

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IN VACANZA CON “VAL DI FASSA GUEST CARD” VANTAGGI, SCONTI E GRATUITÀ PER ATTIVITÀ E MEZZI DI TRASPORTO CON LA TESSERA, FORNITA A CHI SOGGIORNA IN STRUTTURE RICETTIVE SOCIE DELL’APT DI FASSA

In versione cartacea o digitale (più pratica), portate sempre con voi la “Val di Fassa Guest Card”. Perché? Questa tessera vi permette di vivere le vacanze al massimo, a seconda delle vostre passioni. È una novità del 2020 - riservata a quanti alloggiano nelle strutture ricettive partner dell’Azienda per il Turismo della Val di Fassa - o meglio una trasformazione della “Val di Fassa Card” che si uniforma alla tessera diffusa in tutto il Trentino per sconti e agevolazioni per attività, proposte e mezzi di trasporto. Tra i vantaggi più interessanti della card c’è proprio il trasporto pubblico, con il libero accesso all’intera rete provinciale servita da Trentino Trasporti (linee urbane ed extraurbane, inclusi i passi S. Pellegrino, Costalunga, Sella, Pordoi,

Fedaia) e anche la riduzione fino al 40% sul prezzo della corsa singola e sul biglietto andata e ritorno per Val San Nicolò e Val Monzoni e del 20% su Bike Express Val di Fassa. Con “Val di Fassa Guest Card” si partecipa a un ricco di programma di iniziative settimanali (gratuite o scontate) proposte dell’Apt di Fassa, come l’avvicinamento all’arrampicata e alla mountain bike per i ragazzi, laboratori ed escursioni. È possibile anche entrare con lo sconto nei parchi avventura, in aree gioco, così come ottenere vantaggi nei centri termali. Sono comprese la visita gratuita al Museo Ladino e le riduzioni per musei e mostre del territorio, nonché per le attività organizzate dai professionisti della montagna degli Sport Check Point e Fassa Guides.

VAL DI FASSA GUEST CARD Always bring your “Val di Fassa Guest Card” with you, either digital or in paper version. Why? This card gives you the chance to live your holiday after your passions. It is reserved to those who are guests of the accommodation facilities associated to the Tourist Board Val di Fassa and it provides discounts and benefits on activities and transport means. Among the most interesting advantages, in fact, there is the public transport service, with free access on all the Trentino Trasporti transport means in the Province of Trento, a reduction of up to 40% of the price of a single fare and on the return ticket to Val San Nicolò and Val Monzoni and a 20% discount on the Bike Express Val di Fassa. With “Val di Fassa Guest Card” you can take part in a rich programme of initiatives throughout the week (Info www.fassa.com). FassaNews

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impianti per muoversi con “PanoramaPass”

CON “PANORAMAPASS” TANTI IMPIANTI PER VIAGGIARE LEGGERI SPOSTARSI DA UNA LOCALITÀ IN QUOTA ALL’ALTRA È CONVENIENTE CON LA TESSERA PLURIGIORNALIERA In montagna, il motore migliore sono i muscoli… delle gambe. A piedi o sui pedali si raggiungono le mete più belle e una mano, per fare meno fatica e ridurre i tempi delle escursioni, la danno sicuramente gli impianti di risalita. Da sempre i mezzi amici della montagna a impatto zero, gli impianti di risalita con cui si può viaggiare nell’estate 2020 in Val di Fassa sono ben 28. Funivie, cabinovie e seggiovie conducono, molto velocemente, a mete panoramiche, dove ci si può fermare per scattare foto e consumare un ottimo

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ristoro in rifugio, ma anche da dove partono trekking e itinerari alpinistici che hanno reso famose le Dolomiti nel mondo. La maggior parte degli impianti, appartenenti ai comprensori Val di Fassa - Carezza e San Pellegrino - Alpe Lusia (corrispondenti alle skiarea), è in funzione dal 13 giugno a all’11 ottobre. Alcuni, però, come la famosa funivia del Sass Pordoi, addirittura fino al primo novembre. E se si vuole usufruire in modo intelligente e conveniente di questo trasporto la soluzione ideale è “PanoramaPass”: si

tratta della tessera per l’uso illimitato degli impianti, proposta in tre formule, a seconda della durata del soggiorno. Si può scegliere 3 su 6 giorni (si sale sugli impianti 3 giorni a scelta all’interno di 6 giorni consecutivi di validità della tessera; costo adulti 59 euro e ragazzi 35 euro; gratuito bimbi nati dopo 16.5.2012), 6 su 6 giorni (costo adulti 83 euro e ragazzi 53 euro; gratuito bimbi nati dopo 16.5.2012) e 7 su 13 giorni (costo adulti 97 euro e 61 euro ragazzi; gratuito bimbi nati dopo 16.5.2012). La tessera è in vendita in tutti gli uffici


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turistici della Val di Fassa, negli Sport Check Point e alle casse dei principali impianti a fune. Da quest’estate, poi, si può acquistare anche online. Si tratta di mezzi sicuri con cui spostarsi da una località in quota all’altra, dove nella particolare estate 2020 si applica uno specifico protocollo per la tutela della salute: dalla sanificazione dei mezzi e dei punti di contatto, al distanziamento di un metro per la coda alle casse o agli imbarchi dove è presente il gel per la pulizia delle mani, all’obbligo dell’uso della mascherina all’interno di funivie (riempite solo per i 2/3).

formule a misura di vacanza

“PANORAMAPASS”: 28 LIFTS TO TRAVEL LIGHT In the mountains, the best engine is the muscles… of the legs. Either by foot or by bike, it is possible to reach the most beautiful destinations and a help to struggle less and reduce the duration of the excursions can surely come from the mountain lifts. They’ve always been mountain-friendly, with zero impact, and

this summer 2020 there will be 28 of them in function. Cable cars, cabin lifts and chairlifts lead to panoramic viewpoints, ideal places to stop to take a picture and take a break in a mountain hut, but also starting points of hikes and mountaineering tracks that have made the Dolomites well-known all over the world. Most of the lifts, part of the districts Val di Fassa - Carezza and San Pellegrino - Alpe Lusia (corresponding to the ski areas), are open from June 13th to October 11th. But some others, such as the well-known Sass Pordoi cable car, continue until November 1st. And for those who want to benefit from this service in a convenient and intelligent way, “PanoramaPass” is the ideal solution: it is the card that gives unlimited use of the lifts, available in three versions, according to the duration of the holiday. Choose among 3 days out of 6 (which allows to use the lifts on three days upon choice within 6 consecutive days; adult card € 59, junior card € 35), 6 out of 6 (adult card € 83, junior card € 53) and 7 days out of 13 (adult € 97, junior € 61). The card can be bought by all the tourist offices in Val di Fassa, by the Sport Check Points and at the cash desks of the main mountain lifts. A safe way to move from one destination to another, where especially in this unusual summer 2020 a specific safety protocol will be applied, with constant sanitization of the cabins.

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RIFUGIO BOÈ: UN CANTIERE ESTREMO A 2783 METRI DI QUOTA, CORSA CONTRO IL TEMPO PER TERMINARE QUEST’ESTATE I LAVORI AL PRESIDIO ALPINO DELLA SAT, PERLA DI SOLUZIONI TECNOLOGICHE ED ENERGETICHE CHE APRIRÀ ANCHE D’INVERNO di Andrea Selva e Elisa Salvi

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Mazza, piccone, martello pneumatico, finché da un solaio escono centinaia e centinaia di scatolette di latta, custodite per oltre cent’anni nelle strutture del Rifugio Boé. Ma fra le antiche travi della struttura spuntano anche una lira italiana del 1922 e una lettera lasciata nel 1949 da un gruppo di alpinisti tedeschi meravigliati dalla bellezza delle Dolomiti. Piccole sorprese di un cantiere a 2783 metri di quota, nel cuore del gruppo del Sella, dove gli operai lavorano ormai da tre estati per rinnovare completamente uno dei

rifugi più antichi dei Monti Pallidi. Immaginate una corsa contro il tempo (perché questo è un cantiere dove si lavora solo durante la bella stagione), dove l’unico mezzo di trasporto è l’elicottero e dove bisogna continuare a ospitare alpinisti ed escursionisti anche durante i lavori. Quest’anno l’attività è ripresa a metà giugno, appena la neve lo ha concesso: si lavora dall’alba al tramonto, sfruttando le giornate lunghissime di inizio estate. Erano venticinque anni che la Sat pensava a questa ristrutturazione,

una delle più impegnative e ambiziose nell’ambito dei trentaquattro rifugi di cui la Società degli alpinisti tridentini è proprietaria sulle montagne del Trentino. Un’operazione da 4 milioni di euro coperti per lo più dai contributi della Provincia di Trento. Quest’estate di lavori dovrebbe essere l’ultima e l’obiettivo della Sat - e della famiglia Vaia che da trent’anni gestisce la struttura - è di tenere aperto il rifugio anche l’inverno, almeno nei mesi di febbraio e marzo, al servizio dei tanti scialpinisti e camminatori con

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La storia del Boè è antica ma le tecnologie, ora, sono modernissime, per un rifugio che punta tutto sulla sostenibilità: assieme a una nuova fognatura verranno posati anche una linea elettrica e un cavo di fibra ottica. Sandro Magnoni e Livio Noldin della Sat le ciaspole, sempre più numerosi, che vorranno attraversare il gruppo del Sella da una valle ladina all’altra, contando anche sul comodo accesso a questo “regno di pietra” che è la funivia del Sass Pordoi. La scelta dei materiali, soprattutto l’isolamento, è stata fatta pensando alle gelide notti dei lunghissimi inverni in questa conca di roccia. La storia del Boè è molto antica. Inaugurato nel 1898 dalla sezione di Bamberga del Club alpino tedesco e austriaco (Döav), venne ceduto alla Sat al termine della grande guerra, completamente distrutto. In seguito il rifugio venne ristrutturato e ampliato: una storia che gli ospiti della struttura potranno leggere nei diversi corpi dell’edificio, che la Sat ha voluto mantenere anche come testimonianza. Una storia fatta anche di fatica e

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sacrificio: se in occasione di questo ultimo intervento per portare a quasi 3 mila metri la grande gru è intervenuto un elicottero svizzero capace di portare carichi pesanti anche in alta quota, in passato sono stati i soci della Sat a trasportare a spalla, attraverso la Forcella Pordoi, le travi utilizzate per ricostruire il Rifugio Boè. Sono tante le imprese che lavorano a questo intervento, tra cui anche l’impresa edile Mazzel, di Vigo, già impegnata sul Catinaccio nella ristrutturazione del Rifugio Antermoia e nella realizzazione della stazione di valle della funivia Alba-Col dei Rossi. La storia del Boè è antica ma le tecnologie, ora, sono modernissime, per un rifugio che punta tutto sulla sostenibilità. Lassù - spiegano Sandro Magnoni, presidente della commissione rifugi della Sat, e Livio Noldin,

responsabile tecnico della società alpinistica - assieme a una nuova fognatura verranno posati anche una linea elettrica e un cavo di fibra ottica. Niente più generatori a gasolio, quindi, niente più vasche di depurazione, niente più difficoltà di comunicazione nel cuore del Sella. Sotto il corpo più moderno del rifugio c’è tanta tecnologia, ma gli ospiti potrebbero non accorgersi dei locali scavati nella roccia ma apprezzeranno sicuramente il legno chiaro dei nuovi arredi, il rivestimento dell’edificio metallico dell’edificio con un colore che ricorda le rocce da cui è circondato e le vetrate che si affacciano sull’altopiano lunare ai piedi del Piz Boè. Osservando il rifugio - e i suoi tre corpi, realizzati in epoche diverse - si legge anche la storia dell’alpinismo trentino che guarda al futuro, senza dimenticare la tradizione.


Osservando il rifugio si legge la storia dell’alpinismo trentino che guarda al futuro, senza dimenticare la tradizione.

THE REFUGE BOÈ: AN EXTREME WORKSITE

La famiglia Vaia: da sinistra Valentina, Lodovico, Leandrina ed Elisa

DA 31 ANNI IL RIFUGIO DELLA FAMIGLIA VAIA I tedeschi lo chiamano ancora Bamberger Hütte, in ricordo del nome dato dalla sezione del Döav (il club alpino germanico), che lo inaugura nel 1898. Diventa Rifugio Boè dopo la grande guerra, nel 1921, quando passa alla Società Alpinisti Tridentini, la più grande sezione (con 27 mila soci) del Cai. Nel corso degli anni, il rifugio viene ampliato e restaurato più volte, passando nelle mani di diversi gestori fino al 1989. Da allora è Lodovico Vaia che, dopo tanta esperienza come guida alpina (mestiere che inizia a 18 anni) e alpinista (è tra i fondatori dei “Ciamorces de Fasha”), si occupa con impegno del Boè. «Sarò al rifugio - dice Lodovico - per tutta l’estate. È impensabile stare lontano da qui, anche se a settantaquattro anni, l’intenzione è di lasciare la gestione alle mie figlie ». A fianco di Lodovico al Boè, da trentun’anni, ci sono la moglie Leandrina Scola e le figlie Milena, Elisa e Valentina che sin da bambine trascorrono tutte le estati a 2873 metri, sul Col Turond

nell’altopiano “lunare” del Sella. «Abbiamo tanti ricordi legati a quella che consideriamo la nostra seconda casa: albe, tramonti, giochi, bei momenti familiari e anche tante amicizie con escursionisti che, ogni anno, tornano a trovarci», spiegano Elisa e Valentina. Entrambe sono diventate grandi e si sono laureate studiando anche sulle tavole di legno del rifugio. Elisa, da diversi anni, ci porta pure le sue figlie. Oggi le due sorelle (Milena svolge un’altra attività) sono di fronte a una sfida, grazie alla nuova struttura. «Dopo anni spartani, che ci hanno insegnato cos’è la vera vita in montagna rendendo questo luogo ancora più speciale, il nuovo rifugio offre comfort e possibilità a noi e agli ospiti. Una volta ultimati i lavori, si prospetta anche l’apertura invernale, nei mesi di febbraio e marzo. Un’opportunità per far apprezzare la località in una veste finora sconosciuta, agli sci alpinisti e ai ciaspolatori davvero in grado di raggiungere il rifugio, quando ci saranno condizioni di innevamento idonee».

Bat, pickaxe, jackhammer, till hundreds of tin cans come out from a slab, after having been preserved for more than 100 years within the structures of the Rifugio Boè. But from the ancient beams of the building also an Italian lira dating back to 1922 and a letter left in 1949 by a group of German mountaineers come up. Small surprises of a woksite at 2783 metres, in the heart of the Sella Group, where the workers have been working during 3 summer seasons to renovate one of the most ancient refuges among the Monti Pallidi. Imagine a race against the clock (because this is a worksite where you work during the warm season only), where the only transport mean is the helicopter and where you have to continue to host the alpinists and the hikers, during the works too. The Sat has been thinking about this renovation, one of the most ambitious among the 34 refuges owned in Trentino by the Società Alpinisti Tridentini, for 25 years. A 4 million euro operation, mostly sponsored by the Province of Trento. This should be the last summer for the works and the goal of the Sat – and of the Vaia family that has been managing the facility for 30 years – is to keep the refuge open also in winter, at least in February and in March. The choice of the tools, especially the isolation, has been made considering the cold nights in this rocky hollow during the long winters. The Boè has ancient story (it was inaugurated in 1898) but the technologies, now, are ultramodern, for a refuge that focuses on the sustainability. Up there – as Sandro Magnoni, president of the Sat commission for the refuges, and Livio Noldin, technical manager of the society, explain – a new sewerage will be placed as well as an electric line and the fiber optic cable. By watching the building – and its three bodies, built in different eras – you can also read the history of the alpinism in Trentino, which looks to the future without forgetting the tradition. FassaNews

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Avventure sicure in montagna: parola di guida alpina CON I PROFESSIONISTI DELLE CIME, QUEST’ESTATE, SI VIVONO, CON ANCOR PIÙ GIOIA E SENSO DI LIBERTÀ, TREKKING, ARRAMPICATA E ASCESE SU GHIACCIO Elisa Salvi

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Bruno Pederiva: «Svolgiamo la nostra professione anche quest’estate con tranquillità, perché siamo sempre all’aria aperta e distanziati».

Bruno Pederiva

Sicurezza è una parola d’ordine per chi, per mestiere, fa vivere, agli altri, esperienze estreme in montagna. Così, le guide alpine sono state tra le prime a mettere in pratica, senza difficoltà, protocolli su misura, per portare i clienti là dove da soli non arriverebbero con serenità e soddisfazione. E hanno integrato l’attrezzatura da montagna con gel, guanti, sottocasco. Ma soprattutto hanno capito subito che nell’estate 2020 la montagna, da esplorare, scalare, conquistare, sarebbe stata probabilmente tra i luoghi più sicuri e da vivere con maggior libertà, rispetto alle restrizioni per la tutela della salute. «Situazioni complesse, per passione e professione, le ho affrontate, ma un’emergenza come quella dei mesi scorsi non l’ha mai vissuta nessuno»,

dice Bruno Pederiva, celebre guida alpina di Fassa. «L’arrivo della bella stagione, per fortuna, ha portato equilibrio ed è stato anche subito chiaro che avremo svolto la professione con tranquillità. Abbiamo un codice da seguire e da adeguare alle regole che mettono al riparo dal contagio del Covid 19. Per il resto, il nostro lavoro si svolge sempre all’aria aperta e distanziati». L’esperienza di Pederiva lo rende ottimista: «Diversi clienti italiani e tedeschi mi hanno chiamato sin dal mese di maggio, manifestando la volontà di tornare sulle Dolomiti di Fassa, chiedendomi perciò di programmare le escursioni. Dopo mesi passati in casa, chi non vorrebbe salire su una vetta ad ammirare il panorama e respirare aria buona?». D’altra parte, le premesse, per

divertirsi come le estati scorse facendo trekking o scalando, ci sono tutte. C’è solo da mettere in pratica qualche precauzione. «L’organizzazione delle attività in montagna - spiega la guida alpina Robert Cecco - non ha subito grandi variazioni. Per il trekking è stato fissato un numero massimo di 10 persone (guida compresa), per i gruppi (che possono essere più numerosi a seconda dell’escursione). In ferrata, invece, non si accompagnano mai più di quattro o cinque clienti sulle mediofacili, mentre il rapporto diviene uno a uno sulle vie d’arrampicata difficili o estreme. Quando la distanza con il cliente, in una di queste situazioni o durante l’ascesa su ghiaccio, viene meno, la guida alpina e l’ospite devono coprire naso e bocca con la mascherina. È importante la sanificazione delle FassaNews

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mani con il gel pre e post attività e durante le pause lunghe, come pranzo e consumo di snack». Viene sanificata, poi, tutta l’attrezzatura (in genere fornita dalla scuola di alpinismo a cui sono associate le guide) posta, dopo l’uso, in un ambiente asciutto e isolato per 72 ore. «Nel momento in cui si prende contatto con l’ospite viene richiesta un’autocertificazione sullo stato di salute. La guida invece fornisce l’attrezzatura, come il kit da ferrata, cui si aggiungono un paio di guanti sigillati, il gel sanificante per le mani, il casco e un sottocasco in tessuto, da indossare per evitare il gocciolamento del sudore dal capo e l’eventuale sfregamento delle mani sugli occhi». Più complicato a dirsi che a farsi. «A giugno durante le prime escursioni e altre attività - sottolinea Cecco abbiamo notato che l’esperienza in montagna è del tutto simile agli anni scorsi, anzi le persone sono ancora più entusiaste di trovarsi in mezzo alla natura. Il desiderio di riappropriarsi della libertà, di cui ci siamo privati a primavera, è molto forte quest’estate, così come di vivere situazioni mai sperimentate in un ambiente sano e bellissimo come quello delle Dolomiti».

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Le condizioni per divertirsi come le estati scorse, facendo trekking o scalando, ci sono tutte. Robert Cecco


Etienne Bernard

SAFE IN THE MOUNTAINS WITH THE ALPINE GUIDES Safety is the key word for those whose job is to bring other people through extreme experiences in the mountains. So, the mountain guides have been among the first to put the safety protocols

into practice with no difficulties, to bring their customers where they wouldn’t be able to arrive with light-heartedness and satisfaction. But, above all, they have quickly understood that in summer 2020 the mountain environment will be one of the safest places to explore, climb and conquer, to experience in freedom, after the health protection restrictions. «We have a

protocol to respect and to adapt to the rules that prevent from the spread of Covid 19. As for the rest, we always work in the open air and keep our distance», Bruno Pederiva, famous alpine guide from Fassa, says. Besides, there are all the circumstances to have fun hiking or climbing, as during the past summer seasons. There’s just some precaution to apply. «The organization of the activities at altitude - the alpine guide Robert Cecco explains - hasn’t undergone any big variation. For what concerns the trekking, a number of maximum 10 people (guide included) has been fixed for the groups. On a via ferrata, instead, we never accompany more than four or five customers on the easy-medium tracks, while the ratio decrease to one-to-one on difficult and extreme climbing ways. When there is no distance with the customer, it becomes necessary to use a facemask to cover both mouth and nose». The equipment, after being used, is sanitized and left in a dry and isolated place for 72 hours. «As soon as we get in touch with the guests we ask them to certify their state of health. The guide, instead, provides the equipment, such as the kit for the ferrata, and adds a pair of sealed gloves, sanitizing gel for the hands, the helmet and a balaclava in fabric, to avoid the sweat dripping from the head and the hand rubbing the eyes».

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Tutta “colpa” di Checco LA STORIA DELLA BAITA CHECCO AL CIAMPEDIE, INIZIA DALL’INTRAPRENDENZA DEL BISNONNO FRANCESCO VIAN E PROSEGUE OGGI CON LA PASSIONE DI ANTONELLA E MATTHIAS TROTTNER di Elisa Salvi

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È Francesco Vian, detto Checco, il primo artefice della fortuna della Baita al Ciampedìe, che porta quel nome in suo onore e nel 2020 festeggia vent’anni d’attività. Alla fine della seconda guerra mondiale, Checco (1898-1977), un uomo carismatico che tutti ricordano per cordialità e sorriso, intuisce le potenzialità escursionistiche, e di conseguenza turistiche, della zona del Catinaccio. Così prende in gestione alcuni rifugi del Cai, tra cui Roda di Vael, Ciampedie, Fronza alle Coronelle e anche il più lontano Taramelli. Ad

aiutarlo in quegli anni in cui occuparsi di rifugi era entusiasmante quanto complicato, ci sono la moglie Vittoria e i cinque figli Ilda, Carlo, Dolores, Maria e Olga che, una volta adulti, lasciano la gestione dei presidi alpini per altri mestieri in paese. Tutti tranne Maria. Lei con il marito Francesco Trottner e i figli Vittorio, Lidia e Pierpaolo, continua a occuparsi del Fronza, considerato il più redditizio. Le difficoltà non mancano però, ma Maria trasmette, specie a Vittorio e Pierpaolo, l’amore per la montagna ereditato da papà Checco, tanto che i

due fratelli da grandi subentrano ai genitori. «Nel cuore del Catinaccio racconta Antonella Winterle, moglie di Vittorio scomparso tre anni fa - è nata la nostra storia. Tutto ha preso forma da Checco, Maria e Francesco e dai fratelli Vittorio e Pierpaolo che, una volta sposati, hanno coinvolto le rispettive famiglie nella gestione del Fronza. Abbiamo lavorato per molte estati assieme in armonia. A fine anni Novanta abbiamo cominciato, con non pochi problemi, la ristrutturazione del fienile che Checco possedeva al Ciampedie e nel 1999 aperto la Baita».

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A fianco Francesco Vian, detto Checco, con il nipote Vittorio Trottner. In alto la vechia baita al Ciampedie

Fino al 2014 le famiglie di Vittorio e Pierpaolo si occupano sia del Rifugio Fronza, sia della Baita Checco: «Ci alternavamo un’estate ciascuno tra Coronelle e Ciampedie per dare la possibilità ai nostri figli di trascorrere un po’ di tempo a Vigo, dato che da piccoli avevano passato sempre l’estate in quota». Nel 2014 Matthias, il figlio maggiore (allora venticinquenne) di Antonella e Vittorio, decide di assecondare il suo talento per la cucina e di farlo alla Baita Checco. «Abbiamo scelto di supportare Matthias - dice Antonella - e di far diventare Baita Checco una chicca per accoglienza e proposta gastronomica, in modo da distinguerci dagli altri rifugi del Ciampedie. Pierpaolo e la sua famiglia, invece, hanno continuato l’attività al Fronza. In realtà, ci siamo sempre gli uni per gli altri e ci diamo una mano nei periodi più caotici di lavoro». Baita Checco, in questi anni, è cresciuta nella sua fama gastronomica assieme a Matthias, uno dei giovani chef

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Nel secondo dopoguerra, Checco intuisce le potenzialità turistiche della zona del Catinaccio e prende in gestione diversi rifugi del Cai.

più bravi di Fassa, che pare trarre ispirazione anche dalle montagne. «Cucinare faccia a faccia con le cime del Catinaccio è un privilegio. L’alba e il tramonto d’estate e d’inverno regalano attimi di poesia». Ecco perché Matthias non farebbe cambio con un ristorante in paese, più comodo da raggiungere e aperto per periodi più lunghi. «Siamo legati alla stagionalità e agli impianti di risalita, ma essere in questo luogo lo ritengo un punto di forza. Il mio sogno sarebbe, un giorno, ampliare il ristornate con una sala a sbalzo dalle pareti vetrate, per immergere ancor meglio le persone in quest’ambiente da favola». Nel 2017 la scomparsa prematura di Vittorio è un duro colpo, ma Antonella, Matthias e Valentina (la secondogenita che fa l’insegnante) si uniscono ancora di più, dimostrando una forza esemplare. «Abbiamo capito ancor meglio quanto siamo legati ai rifugi e ai luoghi del Catinaccio, dove abbiamo i ricordi più belli della nostra vita.

Antonella, Matthias, Valentina e Vittorio Trottner

Scendere a valle la sera spesso è un peccato perché ciò che ammiriamo quassù non c’è da nessun’altra parte», dicono, quasi in coro, madre e figlio. I festeggiamenti per il ventennale della Baita Checco, previsti a fine marzo, sono stati mandati all’aria dal lockdown, ma non è mai stata messa in discussione la riapertura estiva. «È un’estate particolare, dove vanno prese alcune precauzioni, ma il desiderio di godersi natura, bei panorami e un po’ di aria buona è forte per tutti». Baita Checco anche quest’estate, quindi, accoglie gli escursionisti con ottimi piatti, conditi con la vista delle Torri del Vajolet, di Catinaccio e Larsech. «La storia della nostra famiglia - concludono Antonella e Matthias - a cominciare da Checco, che non si è mai abbattuto e ci ha lasciato in eredità passione per la montagna e professionalità, ci insegna che con qualche sacrificio e un po’ di ottimismo, si superano le situazioni difficili e, soprattutto, si migliora».


In questi ultimi anni, Baita Checco è cresciuta nella sua fama gastronomica assieme a Matthias.

BAITA CHECCO, SUCH A STORY Francesco Vian, known as Checco, has been the first to make the luck of the “Baita” at Ciampedìe, which bears his name and celebrates its twentieth anniversary in 2020. At the end of the World War II, Checco, a charismatic man, perceived the potential of the area at the foot of the Catinaccio, and so he took over the management of some mountain huts owned by the Italian Alpine Club, such as the Roda di Vael, the Ciampedie, the Frommeralm and, the more distant Taramelli, helped by his wife Vittoria and their five children Ida, Carlo, Dolores, Maria and Olga. All the children, Maria excluded, left the management of the huts as soon as they became adults. Maria and her husband Francesco Trottner, instead, together with their children Vittorio, Lidia and Pierpaolo,

continued to take care of the refuge Fronza. Maria transmitted them her love for the mountains, especially to Vittorio and Pierpaolo who, grown up, stepped in for their parents. «Our story - Antonella Winterle, wife of Vittorio, who passed away in 2017, tells - was born in the heart of the Catinaccio. Everything comes from Checco, Maria and Francesco and from the brothers Vittorio and Pierpaolo who, after getting married, involved their own families in the management of the Fronza. At the end of the Nineties, we bought the hut at Ciampedìe, renovated it and opened its doors in 2000». In 2014 Matthias, Antonella and Vittorio’s son, decided to go along with his talent for cooking and to do it at Baita Checco. Vittorio’s death in 2017 was a hard stroke, but Antonella, Matthias and Valentina (the second-born) came together even more, demonstrating an exemplary force. The celebration of the twentieth anniversary at Baita Checco, scheduled for last March, have been blown up by the lockdown, but the summer opening has never been doubted. «It’s an unusual summer, where some precautions need to be taken, but there’s a strong desire to enjoy the nice landscapes and some fresh air in everybody». So Baita Checco, even this summer, welcomes the hikers with excellent dishes, seasoned with the view over the Vajolet Towers, the Catinaccio and the Larsech.

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“Il nuovo inizio”: Mùsega de Poza e Paolo Fresu uniti a distanza in un video FRUTTUOSA COLLABORAZIONE, SULLE NOTE DI “NO POTHO REPOSARE”, TRA LA BANDA FASSANA E IL TROMBETTISTA JAZZ, CHE HA SCELTO DI CONCLUDERE IL SUO LOCKDOWN ARTISTICO CON QUESTE IMMAGINI

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di Elisa Salvi

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Paolo Fresu: «Quando ho visto il video mi sono emozionato fortemente, come mai mi era successo in quest’ultimo periodo».

Paolo Fresu e a fianco Giancarlo Dorich

«È arrivato un video bellissimo, con la Mùsega da Poza che suona una musica sarda a me molto cara “No potho reposare”. Quando l’ho visto mi sono profondamente emozionato, come mai mi era successo in questo lungo periodo. Mi sono emozionato io e si è emozionata mia moglie, perché in quelle immagini abbiamo ritrovato l’essenza se non l’addizione delle riflessioni di questi mesi. Vi ho ritrovato suoni, luoghi straordinari, costumi, volti. È qualcosa che mette insieme Dolomiti e Sardegna, attraversando idealmente un’Italia bellissima che ha avuto la grande capacità di reagire al Coronavirus. L’emozione arriva perché questo video accoglie e raccoglie quanto ci è stato tolto dal Covid 19: il contatto con la natura, la musica collettiva, il sogno, la socialità, la felicità, la lingua, l’appartenenza». Così Paolo Fresu, celebre trombettista e flicornista, racconta i sentimenti suscitati da “Il nuovo inizio”, il video musicale di cui è protagonista assieme alla “Mùsega de Poza”, ideato durante la pandemia e realizzato a distanza, tra la Val di Fassa e Alghero tra fine maggio e i primi di giugno. Le immagini collegano idealmente la banda ladina dai prati verdi della Val San Nicolò, alle Torri del Vajolet (scalate dai bandisti nel 2003), alla Roda di Vael, alle spiagge di

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Alghero, dove Fresu esegue gli assolo. Il trombettista ha deciso di concludere con “Il nuovo inizio”, il 14 giugno sui canali social, il suo lockdown, che ha trasformato in un interessante momento di creatività e collaborazione sul web con importanti artisti internazionali, quali Peter Gabriel, Ornella Vanoni, Lella Costa, Luca Barbarossa e Giuliano Sangiorgi solo per citarne alcuni. Un onore, quindi, per la banda fassana e quanti hanno lavorato con passione al video, la scelta del jazzista. «Quando in aprile ho scritto a Paolo Fresu, che è stato con noi interprete principale del concerto “I Suoni delle Dolomiti” del 29 luglio del 2018 a la Roda di Vael, per esprimergli l’urgenza, durante il distanziamento dettato dal Covid 19, di non disperdere il patrimonio culturale costituito da tanti appassionati che suonano nelle bande e a livello amatoriale, lui ha colto appieno il mio messaggio. Si è messo così a disposizione gratuitamente alla realizzazione di un video che manifesta la volontà di riappropriarci della musica, partendo da uno dei nostri ricordi più belli: il concerto con lui», spiega Giancarlo Dorich direttore della “Mùsega de Poza”. Dorich ha proposto a Fresu di suonare a distanza “No potho reposare” - brano arrangiato in occasione de “I Suoni” dal compositore

e docente al conservatorio di Udine Marco Somadossi - e avviato nella sala prove della banda la registrazione delle singole tracce dei vari componenti della compagine. Tutto il materiale è stato poi ricomposto, con un’operazione complessa, a Torino al Karibu Mastering Studio. Il video che tanto ha emozionato Fresu, è stato cucito addosso - immagine per immagine, nota per nota - al noto trombettista, agli appuntamenti più importanti degli ultimi anni della banda di Pozza, alle immagini iconiche della Val di Fassa, dai giornalisti Andrea Selva ed Elisa Salvi, che l’hanno realizzato per l’Apt della Val di Fassa. Il video, è stato pubblicato contemporaneamente, il 14 giugno alle 8.30, sui social media (Facebook, Instagram e Youtube) di Paolo Fresu e dell’Apt della Val di Fassa, sfiorando le 500 mila visualizzazioni, con migliaia di like e commenti di grande commozione per l’unione in musica e cultura di due terre meravigliose del Belpaese. «La presentazione - sottolinea Fresu di “No potho reposare” con la Mùsega de Poza, la Sardegna, il Trentino in un dialogo serrato, creativo ancor prima che geografico è il miglior modo di lasciare la rete per tornare sui palcoscenici. Viva la Musica e viva le bande».


La registrazione delle singole tracce musicali è stata ricomposta in uno studio di Torino.

“THE NEW BEGINNING” OF PAOLO FRESU AND THE MÙSEGA DE POZA «We have received a wonderful video, with the Musega from Pozza playing a Sardinian music that I am very fond of, the “No potho reposare”. When I saw the video I got very excited and so did my wife. I have recognized sounds, extraordinary places, costumes, faces in it. It is something that puts together the Dolomites and the Sardinia across this beautiful Italy that has reacted to the Coronavirus. The emotion comes because this video gathers everything that the Covid 19 has taken from us: the nature, the music, the sociality, the happiness, the language, the belongingness».

This is how Paolo Fresu, well-known trumpet and flugelhorn player, narrates the feelings provoked by “The new beginning”, the music video of which he is the protagonist together with the “Mùsega de Poza”, conceived during the pandemic and realised at a distance, in Val di Fassa and in Alghero, between the end of May and the beginning of June. The trumpet player has decided to conclude his lockdown on the social media which he has turned into a moment of creativity and web-collaboration with international artists - with “The new beginning” on June 14th. «In April we wrote to Paolo Fresu, who had been - with us the main interpreter of the concert of July 29th in 2018 at the Roda di Vael for “The Sounds of the Dolomites”, and he made himself available for free to realise a video to express the will of regaining possession of the music, starting from one of our nicest memories: the concert with him», Giancarlo Dorich, director of the “Mùsega de Poza”, explains. And so Dorich has undertaken the recording of the tracks of all the musicians of the brass band. Then everything has been put together by the Karibu Mastering Studio in Torino. The video that has touched Fresu so much has been sewed on the music - picture by picture, note by note - by the journalists Andrea Selva and Elisa Salvi, who have realised it for the Tourist Board of Fassa. The video posted on the social accounts of Fresu and of the Tourist Board touches 500 thousand views, with thousands of likes and many heartfelt comments.

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Per i 200 anni arriva “L vial de la Mùsega” da Vich

LA BANDA DI VIGO FESTEGGIA DUE SECOLI DI STORIA CON LA CREAZIONE DI UN SENTIERO TEMATICO DEDICATO A MUSICA, STRUMENTI E TRADIZIONI LADINE di Giorgio Pedron La “Mùsega da Vich”, la Banda musicale di Vigo di Fassa, che dal 1820 accompagna tanti momenti della vita comunitaria con le sue note, festeggia con soddisfazione e orgoglio 200 anni di vita e attività. Non sono molti i sodalizi musicali che possono celebrare un compleanno così prestigioso. Molto tempo è passato, infatti, dalla prima compagine che pare contasse 18 filarmonici e che, col passare degli anni, si è dotata di regolamenti e criteri d’accesso. Un’associazione che è sopravvissuta alle vicende della storia, con momenti di pausa, ma anche con rinnovato vigore, tanto da giungere fino ai giorni nostri attiva e vivace. Un traguardo storico anche per il paese della Val di Fassa - dal 2017 entrato a

far parte de “I Borghi più belli d’Italia” che da sempre coltiva l’indole musicale ben espressa dal suo fondatore Giovanni Battista Detomas, l’organista della Pieve di San Giovanni che all’epoca desiderava soprattutto “rendere più rispettabile e maestoso il culto divino” per dar lustro alle celebrazioni. Di questo traguardo, di storia e futuro abbiamo parlato con il maestro Alessandro Ghetta in carica dal 2003. Maestro Ghetta, quanti componenti conta la “Mùsega da Vich”? Il gruppo è composto da 66 elementi con il ruolo di musicisti, divisi tra 28 donne e 38 uomini di età compresa tra i 13 e i 73 anni. Nelle sfilate e nei concerti siamo accompagnati anche dalle vivandiere vestite con l’antico “guant

a la fasciana” e due portabandiera con l’abito alla nazionale Vighense, il “guant da Veteraner”, attuale costume anche dei musicisti maschi. La “Mùsega da Vich” è la più antica banda di Fassa. In Trentino ce ne sono di antecedenti? Il nostro sodalizio si colloca tra i più antichi del Trentino/Südtirol e di tutto il Tirolo storico. Anche la Banda Sociale di Cavalese celebra quest’anno i suoi 200 anni dalla fondazione come noi. Vi sono tuttavia gruppi nati qualche anno prima, come ad esempio la Banda Civica Erminio Deflorian di Tesero (1818), la Banda Civica di Borgo Valsugana (1813) e la banda Cittadina di Trento nel 1801. Quali sono gli eventi e i concerti più importanti degli ultimi anni? FassaNews

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La banda di Vigo è tra le più antiche di tutto il Tirolo storico.

Abbiamo preso parte alla sfilata dell’Oktoberfest nel 2011 e nel 2016. Nel 2009 abbiamo partecipato alla sfilata per il bicentenario delle guerre Hoferiane ad Innsbruck e inciso tre cd, l’ultimo quest’anno “200 egn, Mùsega da Vich”. Quest’estate per i 200 anni avevate in programma celebrazioni e concerti? Sì e siamo riusciti solo a inaugurare il 16 febbraio la Mostra Storica alla Ciasa Marmolada a Vigo. Ci sarebbe piaciuto, tra il resto, organizzare le “Bandiadi” a livello regionale e presentare il cd storico a primavera, promuovere una festa tradizionale di tre giorni a fine settembre con sfilata di gruppi folk e musicali dell’area alpina, in autunno un concerto d’assieme con la Banda Sociale di Cavalese e a Natale chiudere i festeggiamenti.

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Cosa riuscite a fare, per via delle restrizioni per il Covid-19? La Mostra Storica è aperta fino a settembre e poi è in programma la realizzazione del sentiero tematico “L vial de la musega”, con partenza da Vigo e tragitto lungo un sentiero, facilmente percorribile anche da famiglie con bambini, che porta in località “Pianac”, da dove si scorge un bel panorama su Vigo e la valle. Lungo l’itinerario vengono posizionate gigantografie della “Mùsega da Vich”, storia dei ladini, usanze e strumenti musicali. Per quanto riguarda i concerti estivi, in base alle ordinanze, suoneremo per le vie del paese dividendo la banda in piccoli gruppi. Le altre attività sono rimandate al prossimo anno. Qual è il segreto per resistere tanti anni insieme?

Vigo ha avuto un ruolo importante in valle, in ambito sociale e religioso, e da sempre è presente un forte senso di appartenenza comunitaria, che ha contribuito a garantire un ricambio generazionale nelle associazioni. Il nostro gruppo allievi vanta una ventina di nuove leve in arrivo. Come immagina la banda tra dieci anni? Mi auguro che abbia uno spirito ancor più forte, grazie alla sua secolare tradizione e guardi al futuro con intelligenza e fiducia. Noi saremo invecchiati, ma la voglia di far musica insieme e di riconoscersi parte di un sodalizio e di un ceppo linguistico particolare come quello ladino, attraverso “l guant”, le tradizioni e gli strumenti, rimarranno invariati, ne sono certo.


Alessandro Ghetta: «In futuro, sono certo che rimarrà invariata la voglia di fare musica e di riconoscersi parte di un gruppo di un ceppo linguistico e culturale particolare come quello ladino».

200 YEARS OF “MÙSEGA DA VICH” The “Mùsega da Vich”, the brass band from Vigo di Fassa, has been accompanying many moments of the community with its notes since 1820 and now it celebrates with satisfaction and pride its 200 years of life and activity. We have talked about this achievement and about the history and the future of the group with Maestro Alessandro Ghetta, in charge since 2003. Maestro Ghetta, how many musicians are there in

the “Musega da Vich”? The group counts 66 musicians, 28 women and 38 men, between 13 and 73 years of age. On occasion of the concerts and the parades there are also the “vivandières” and two flagbearers with us. Which are the main events and concerts you have taken part in? We have been at the Oktoberfest parade in 2011 and 2016 and we have taken part in the parade dedicated to the Bicentennial of the Tyrolean Ribellion in Innsbruck in 2009. And we have even recorded 3 albums, the latest of which is “200 egn, Mùsega da Vich”, recorded this year. The celebrations have been stopped by the Covid-19, will you be able to organise something anyway? The historical exhibition in Vigo is open until September, and we are also setting a themed path called “L vial de la mùsega” (The music path) that departs from Vigo and reaches “Pianac”, a location from which you have a beautiful view over Vigo and over the valley. Along the itinerary, we will place giant pictures of the brass band, of its history, of the habits of the Ladin people and of the music instruments. For what concerns our summer concerts, in compliance with the decrees, we will perform in the open air, dividing the brass band in smaller groups. How do you imagine the brass band in ten years? I hope it will have an even stronger spirit, and that it will be look to the future with trust and cleverly.

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“Schuhplattler”: i nostri primi 40 anni I “BATTITORI DI SCARPE” DI CAMPITELLO FESTEGGIANO OTTO LUSTRI E TANTI SUCCESSI, ANCHE IN TELEVISIONE di Giorgio Pedron Quello degli “Schuhplattler” di Campitello è uno dei compleanni più importanti tra quelli che si festeggiano quest’anno nella nostra valle. Quaranta splendide candeline sulla torta di un gruppo folk che con danze a suon di schiaffi, gioia e divertimento si è sempre distinto anche per lo spirito di collaborazione nei confronti della sua comunità. La storia in Val di Fassa dei “battitori di scarpe” (significato del nome tedesco del gruppo) iniziò negli anni Cinquanta quando alcuni ragazzi di Campitello appresero i primi passi dei balli di una tradizione che in

Südtirol ha origini antiche, pare da un certo Franz di Fiè allo Sciliar. Balli che un tempo avevano soprattutto una funzione di corteggiamento da parte dei maschi nei confronti delle ragazze. Quei primi appassionati impararono in fretta e andarono avanti, tra alti e bassi, per alcuni anni fino al completo scioglimento del gruppo. In seguito non si parlò più di “Schuhplattler” sino all’esordio ufficiale in pubblico dell’attuale compagine, che avvenne il 3 maggio 1980 in occasione della sagra del paese. In realtà, fu l’anno prima quello della nuova svolta. Nel

1979 infatti, al bar dell’Albergo Agnello, Luigi Bernard “Gigio Picol” scommise con l’allora parroco di Campitello don Tito Vecchietti la somma di 200 mila lire che i giovani locali non sarebbero riusciti a ricomporre nuovamente un gruppo. Scommessa accettata e naturalmente vinta dal vulcanico don Tito, che contribuì alla realizzazione della formazione che da allora non si è più sciolta diventando parte importante della tradizione locale. Non è semplice diventare “Schuhplattler de Ciampedel”. Servono spirito di collaborazione, impegno e tanto sudore perché si tratta FassaNews

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Servono impegno e sudore per eseguire balli complessi con salti e schiaffi.

di eseguire balli faticosi e più complessi di quelli proposti dagli altri gruppi folk, imparando prima da soli e poi con i compagni, come sottolineato dall’attuale giovane presidente Samuel Lazzer, che da poco ha sostituito Filippo Favè alla guida del gruppo. Da Pasqua a metà giugno ogni giovedì ci sono le prove di ballo, al termine delle quali si inizia subito con le esibizioni e le sfilate, che di solito sono venticinque sino a fine settembre. «In questi quarant’anni di vita - racconta Lazzer - oltre alle tante esibizioni locali, nel 1981 abbiamo preso parte all’Oktoberfest di Monaco. Nel 2006 siamo stati invitati alla cerimonia di apertura delle Olimpiadi di Torino e al programma “Le Iene”. Poi a “Quelli che il calcio”, nel 2015 a “La prova del cuoco” con Antonella Clerici e nel 2017 a “Chi ha incastrato Peter Pan” condotto da Paolo Bonolis e Luca Laurenti». Agli “Schuhplattler” piace festeggiare il compleanno assieme ai compaesani. «In occasione del quarantesimo, il 9 e

10 maggio, avevamo in programma due giorni di festa in Piaz de Ciampedel nel corso dei quali volevamo presentare un nuovo ballo, che abbiamo aggiunto al nostro repertorio. Il Coronavirus, però, ha fermato tutto». Per l’estate il gruppo nutre qualche speranza. «Sicuramente faremo qualche uscita sul territorio nel rispetto delle regole. Ci piacerebbe omaggiare il pubblico che, ogni estate, accorre numeroso alle nostre serate e che, non solo si diverte, ma è sempre molto attento alle esecuzioni dei balli che sono legate principalmente alle nostre tradizioni, come ad esempio il ballo del falciatore o della sagra, ma anche l’holzhocker (il ballo del boscaiolo, ndr)». Gli Schuhplattler hanno fatto proseliti anche tra le donne, che hanno sgretolato un mondo prettamente maschile. «Da qualche anno sono nate in valle due realtà femminili: le “Schuhplattlerinnen” adulte e bambine. Sicuramente una cosa positiva».

SCHUHPLATTLER: A 40-YEAR-LONG DANCE One of the most important birthdays celebrated this year is that of the Schuhplattlers from Campitello. There are 40 beautiful candles on the cake of this folk group that with dances and slaps, joy and fun has always distinguished itself, also for the cooperation spirit towards the community. The history of the “soles strikers” (this is the meaning of their German name) in Val di Fassa dates back to the Fifties, when some boys from Campitello learned the first steps of these balls from an ancient South-Tyrolean tradition. They continued for several years till the group broke up, but then it was rebuilt to continue till nowadays. It is not easy to become a “Schuhplattler de Ciampedel”. Spirit of cooperation, dedication and much sweat are needed, because the dances are more demanding and difficult than those danced by the other folk groups, and you need to learn them alone and then with the group, as explained by the young president Samuel Lazzer. From Easter to mid-June there are the rehearsals, at the end of which the group begins with the parades and the performances, about 25 totally, which usually last till the end of September. «During these forty years of life - Lazzer tells - in addition to the shows here in the valley, we took part in the Oktoberfest in Monaco in 1981 and in some TV programmes too». The Schuhplattlers like to celebrate their birthday with their compatriots. «On occasion of our 40th anniversary, on May 9th and 10th, we had planned a two-day celebration in the main square, during which we wanted to present our new dance, which we have added to our repertoire. But the Coronavirus has stopped it». The group still has some hopes for the summer. «Let’s see if it will be possible to perform in public, in compliance with the rules». FassaNews

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Patrizio Covi: «Curo il bestiame con l’agopuntura» IL VETERINARIO DI FASSA TRATTA, ANCHE CON PRATICHE ALTERNATIVE, I DISTURBI DI CAVALLI, CAPRE, PECORE E PURE LE “INDIGESTIONI” DELLE MUCCHE di Elisa Salvi

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Patrizio Covi

La medicina alternativa applicata agli animali è la quotidianità per Patrizio Covi, veterinario sessantenne delle Valli di Fassa e Fiemme, che la pratica, con successo, da oltre quindici anni. Covi, assieme a un collega, si occupa di oltre 2 mila bovini e di tanti cavalli, pecore e capre. E quando il bestiame si ammala, oltre alle cure tradizionali, il dottor Covi utilizza l’agopuntura. «Siamo pochissimi in Italia - spiega il veterinario - ad avvalerci dell’agopuntura sugli animali da reddito. In Trentino sono l’unico, in Alto Adige un altro paio di colleghi». Da queste parti, il bestiame è fortunato: vive in un ambiente ideale, in stalle curate d’inverno e su vasti pascoli d’estate, e quando sta male c’è un veterinario che lo guarisce, in tempi brevi, grazie all’applicazione degli aghi nei punti giusti. L’agopuntura sugli animali è analoga a quella per l’uomo. «Anche per il bestiame si lavora sul corretto fluire dell’energia vitale che circola nell’organismo, andando a

Il dottor Covi viaggia con una cassettiera piena di “attrezzi del mestiere”, a bordo della sua auto, assieme al cane Akia.

riequilibrare là dove c’è disequilibrio». E si pratica per diverse patologie: «Certo, in presenza di un’infezione viene dato l’antibiotico per evitare conseguenze gravi per l’animale e limitare le perdite produttive. Ma, per avere una guarigione più pronta possibile così come un tempo di somministrazione del farmaco più corto possibile, secondo le regole dell’uso, si ha grande riscontro integrando la terapia con l’agopuntura. Diverse problematiche guariscono anche solo con l’applicazione degli aghi sul corpo. In questi anni, ho avuto la prova della validità di questo metodo in caso di traumi, tendinite, dolori articolari, problemi digestivi». Già perché anche alle mucche capita di fare ”indigestione”: «Tratto le bovine che soffrono di cattiva digestione con l’agopuntura, risolvendo il malessere, di solito, in un giorno e mezzo anziché tre o quattro, come mi capitava un tempo, ed evitando così pure la perdita del latte».

Ma l’agopuntura non si può certo improvvisare. Covi, grande appassionato di medicina naturale, ha studiato e fatto molta pratica, prima di mettersi al lavoro sui pazienti a quattro zampe. «Quand’ero all’Università a Bologna non si parlava di queste tecniche, ma qualche anno dopo sono riuscito a frequentare sia un corso a Verona di omotossicologia, sia i tre anni della scuola di agopuntura istituita da Siav-Itvas (Società Italiana di Agopuntura Veterinaria) a Bologna. Oltre ad approfondire la teoria, il corso prevede esercitazioni per riconoscere l’applicazione dei punti sul corpo degli animali. Devo molto al mio maestro Francesco Longo. Quando ho affrontato qualche caso complicato, mentre ero studente, Longo è venuto anche a darmi una mano». Trattare con gli aghi animali di grossa stazza non è mai semplice. «La reazione agli aghi è individuale, ma le bovine da latte hanno caratteri differenti a seconda delle razze: la FassaNews

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Trattare gli animali di grossa stazza con gli aghi richiede molta preparazione.

più docile è la bruna alpina, mentre bisogna fare attenzione alla grigio alpina e alla frisona. L’esperienza fa capire l’atteggiamento e quanto ci si può fidare». A volte i risultati sono stupefacenti: «Si riescono anche a curare patologie oculari nel cavallo, inserendo aghi da 4 centimetri all’interno dell’orbita, senza nessuna contenzione dell’animale che resta tranquillo: se non si assiste a quest’operazione, si fatica a credere che sia possibile! Va tenuto presente, però, che non c’è paragone tra la sensazione dell’ago da siringa e quello da agopuntura». Nella speciale cassettiera, piena di “attrezzi del mestiere”, che viaggia a bordo della sua auto assieme al cane Akìa, Covi è provvisto di aghi di tanti tipi e dimensioni, che variano dai 1,5 ai 13 centimetri: «Uso quello più lungo per trattare le mastiti delle mucche, spesso l’antibiotico non è risolutivo e sono gli stessi allevatori a chiedermi di guarire le vacche con l’agopuntura». Nel corso di questi anni oltre a

studiare e aggiornarsi partecipando a convegni internazionali, il veterinario della Val di Fassa ha formato anche qualche giovane collega. «Capita che studenti della scuola di agopuntura vengano qui, per vedere sul campo le applicazioni e fare pratica, e che io segua la scrittura della loro tesi di fine corso come correlatore. Purtroppo sono pochi». Covi infatti non ha trovato, finora, il dottore a cui passare il testimone quando, tra qualche anno, andrà in pensione. «Sono sempre meno i veterinari che lavorano nelle stalle. La facoltà oggi è frequentata soprattutto da donne, per cui risulta più semplice gestire un ambulatorio. Chi cura il bestiame ha spesso vasti territori da coprire: io trascorro in auto 1200 ore all’anno, macinando 45 mila chilometri a 40 all’ora. Le giornate sono impegnative, perché la tempestività nella cura di un animale è fondamentale». Come per altre professioni la passione e la dedizione fanno la differenza, ma in questo caso anche l’essere “alternativi”.

PATRIZIO COVI: “I TREAT THE LIVESTOCK WITH THE ACUPUNCTURE” The use of nonconventional medicine on the animals is a daily practice for Patrizio Covi, sixty years old vet working in Val di Fassa and Val di Fiemme, who has been successfully using it for more than 15 years. Covi, together with a colleague, takes care of more than 2000 bovine animals and of several horses, sheep and goats. And when the cattle gets ill, in addition to the traditional cares, Dr. Covi resorts to the acupuncture. «We are very few in Italy - the vet explains - using acupuncture on livestock. I am the only one in Trentino and in there is just a couple of colleagues in South Tyrol». Around here the animals are lucky: they live in the ideal environment, in well-kept stables in the winter and in wide pastures in summer, and when they are sick there’s a vet who can heal them, in a few time, applying the needles at the right points. Acupuncture on the animals is similar to the practice on humans and it is used for several diseases: «Of course, in presence of an infection you always use an antibiotic to avoid any severe consequences on the animal and any production losses. But, in order to have the fastest healing possible as well as the shortest dosing period of the medicine, integrating the therapy with acupuncture can bring a great result. Through the years, I have been testing the value of this method on traumas, tendinitis, joint pains and digestive problems». But acupuncture cannot be improvised. Covi, before practicing on his fourlegged patients, has studied homotoxicology in Verona and then has spent three years in Bologna at the acupuncture school founded by Siav-Itvas (Italian Veterinary Acupuncture Society). It is never easy to treat big animals with needles that can measure from 1,5 to 13 centimetres. «The reaction to the needles is individual, but dairy cattle heads have different tempers depending on the races. The experience helps to understand their attitude and how much you can trust them». FassaNews

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partite con le maglie con il logo Val di Fassa

CARA FIORENTINA, ARRIVEDERCI AL 2021

LA RECENTE EMERGENZA SANITARIA, CHE HA SFALSATO LE DATE DEL CAMPIONATO DI CALCIO, HA FATTO SALTARE L’ATTESO APPUNTAMENTO CON IL RITIRO PRECAMPIONATO DELLA SQUADRA VIOLA di Enrico Maria Corno Era come sempre tra gli eventi più attesi dell’estate. L’arrivo e la permanenza della squadra della Fiorentina nel mese di luglio a Moena desta sempre un grande interesse, anche per chi non è appassionato di calcio e per chi non tifa per i viola. Quest’estate non avremo quindi pullman di tifosi a vedere gli allenamenti e a trascorrere del tempo al Viola Village, né giocatori che passeggiano sul Lungo Avisio fermati dalla gente per un selfie o un autografo, né i titoloni sui giornali con le immancabili immagini della prima amichevole. «Rimandiamo tutto all’anno prossimo - racconta Andrea Weiss, direttore dell’Azienda per il Turismo della Val di Fassa - abbiamo fatto slittare il ritiro al 2021, dato che il campionato

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2020 non è ancora finito e, anzi, continuerà fino all’inizio di agosto. Abbiamo quindi trovato un’intesa con la dirigenza viola per posticipare di una stagione la conclusione del nostro accordo che prevede non solo il ritiro. Oltre ovviamente alla presenza della nostra valle a bordo campo alla Stadio Franchi, ora stiamo sfruttando subito i diritti pubblicitari che matureremo l’anno prossimo in funzione del ritiro: da questo infatti dipende il fatto che la squadra di mister Jachini indossi la casacca viola con il logo della nostra valle per quattro partite dopo la riapertura del campionato». Nelle ultime otto estati - tanto sta durando il sodalizio con la società toscana, dalla precedente proprietà della famiglia Della Valle a quella attuale del

patron italo-americano Rocco Commisso - non sono mancati gli aneddoti gustosi che danno un po’ di colore all’operazione: «Ad esempio a Moena ricordano con estremo piacere Mario Gomes, il centravanti della nazionale tedesca», ci racconta Weiss. «L’arrivo alla Fiorentina di un nome così altisonante fece scalpore quell’estate. Sotto alla sue finestre non c’erano solo i tifosi viola ma anche quelli germanici. Lui, da buon turista tedesco, adorava l’Italia e in particolare il Trentino ma non poteva fare a meno di stupirisi del fatto che tutti in Val di Fassa gli parlassero in tedesco e non in italiano o in inglese». E poi ci si ricorda di quando il cavalier Diego Della Valle usciva dall’albergo alle 6 del mattino per passeggiare con calma nel silenzio di Moena e godersi un caffè


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anni di ritiro a Moena

ai tavolini dei bar in piazza e di quando lo staff medico della Fiorentina fermò un allenamento per aiutare un tifoso che si era incastrato una mano nella rete di protezione del campo sportivo Carlo Benatti. «Se mi chiedete chi è stato il più appassionato di montagna, quello che ha adorato la Val di Fassa e le Dolomiti, dovrei fare il nome non di un giocatore ma di un allenatore: Stefano Pioli», dice il team manager della Fiorentina, Alberto Marangon, che viene a Moena per lavoro da quindici anni d’estate, in ritiro prima con il Venezia - allora in serie B - e poi con la Sampdoria, oltre che con i viola. «Stefano Pioli (oggi allenatore del Milan, ndr) era solito andare in vacanza in albergo a Vigo e conosceva bene la valle. Amava fare lunghe camminate in quota ed era sempre felice di tornarci. È riuscito a far apprezzare la valle anche ai suoi giocatori: una volta mise pure nel piano di allenamento della giornata la pedalata lungo la ciclabile fino a Canazei. E non mancava ogni anno nemmeno l’uscita al Rifugio Fuciade: al ritorno, la passeggiata verso il Passo San Pellegrino serviva per smaltire il menu delizioso del pranzo».

FIORENTINA, SEE YOU IN 2021 It was, as usual, one of the most awaited events of the summer season. The arrival and stay in Moena of the Fiorentina soccer team during the month of July is always of great interest, even for those who aren’t football fans or Fiorentina supporters. This year, then, we will neither see the numerous buses bringing the fans to watch the training sessions and to spend some time by the Viola Village, nor will we have any player walking along the river Avisio and being stopped by the people for a selfie or an autograph, and not even the big titles on the journals with the pictures of the first match. «We have postponed the training camp to 2021 Andrea Weiss, director of the Tourist Board Val di Fassa, explains - as the 2020 A league championship in not finished yet and will go on till the beginning of August. So we have made an agreement with the management of the team to postpone to the next season the conclusion of our partnership, that doesn’t include the training camp only. In addition to the presence of our valley courtside at the Franchi stadium, we are already taking advantage of the rights of publicity of next year’s training camp: this is why the team of mister Jachini will wear the purple shirt with the logo of our valley during four matches since the restart of the championship».

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Il giovane “Circen Dolomites Festival” MARTIN E THOMAS PEDERIVA, GEMELLI E FONDATORI CON ALTRI RAGAZZI DELLA MANIFESTAZIONE, CE LA METTONO TUTTA PER FARE IL BIS DELL’EVENTO CHE RENDE OMAGGIO ALL’ARTE CIRCENSE di Elisa Salvi

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Martin e Thomas Pederiva: «È entusiasmante ospitare artisti italiani e stranieri e vedere la risposta positiva del pubblico agli spettacoli».

Tutto è cominciato nel 2015 come un gioco tra ragazzi. Ed è “finito” nell’estate 2019 con la nascita del “Circen Dolomites Festival”. Si tratta di un evento giovane in tutti i sensi: è frutto dell’idea di un gruppo di ragazzi appassionati dell’arte circense e vuole tornare, dal 2 al 9 agosto, per festeggiare i suoi due anni di vita, nel rispetto delle norme per la tutela della salute. È proprio la visione positiva dei fondatori, in particolare di Martin e Thomas Pederiva, gemelli ventenni di Vigo che hanno creduto in questa manifestazione, l’arma vincente per superare gli ostacoli di quest’estate. I due, oggi studenti universitari a Padova l’uno in scienze forestali e l’altro in scienze e tecnologie per l’ambiente, nel 2015 ancora liceali si avvicinano alla giocoleria: «Durante le attività

estive per gli adolescenti della valle ci è stato proposto un corso di giocoleria in cinque lezioni: abbiamo aderito solo noi due e un nostro amico. In quei primi incontri con Tommaso Brunelli, della scuola di circo “Bolle di sapone” di Trento, abbiamo conosciuto la tecnica dell’utilizzo di alcuni attrezzi. Ma soprattutto ci siamo divertiti». Così, i gemelli per tutta l’estate e l’autunno non smettono di esercitarsi a lanciare in aria e riprendere tre palline, che poi diventano quattro. Seguono tutorial sul web e fanno pratica anche con altri attrezzi, come clave, diablo e monociclo. «Durante le vacanze di Natale del 2015, abbiamo partecipato a un corso intensivo alla scuola di Trento di Brunelli. Poi, tra le attività extrascolastiche oltre al teatro si è aggiunta anche l’arte circense, grazie a

giovani docenti come Thomas Zulian, che è anche tra gli organizzatori di “Circen Dolomites Festival”. I numeri del circo sono diventati, così, parte integrante degli spettacoli della scuola e delle associazioni valligiane per gli adolescenti». Martin e Thomas si appassionano così tanto da frequentare diversi stage in Italia, festival e anche un primo corso per insegnare l’arte circense. Da cinque anni, oltre a sciare, si allenano praticamente tutti i giorni: «È come lo sport: per raggiungere alti livelli bisogna esercitarsi. Essere in due aiuta anche per le esibizioni di coppia: quello che non riesce a uno magari viene bene all’altro, è una competizione continua». Ed è tra questo gioco costante a migliorarsi che i gemelli con Thomas Zulian e con il fondamentale sostegno dell’associazione locale “Inout”, l’estate FassaNews

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A sinistra: Martin e Thomas Pederiva con Thomas Zulian e tre artisti ospiti dell’edizione 2019

THE YOUNG “CIRCEN DOLOMITES FESTIVAL”

Quest’estate il festival si estende per tutta la prima settimana di agosto.

scorsa debuttano con “Circen Dolomites Festival”. «È stato entusiasmante ospitare artisti italiani e stranieri e soprattutto vedere la risposta positiva del pubblico, specie negli spettacoli serali nei paesi». Il programma nel 2019 ha visto esibizioni sia nel centro di Pozza e di Vigo, sia in località in quota come Val San Nicolò, Roda di Vael e Gardeccia e pure una cena-spettacolo, con circa duecento persone, a Tamion. «A marzo avevamo già pronto il programma della seconda edizione, che intende replicare location e la tipologia di show che sono piaciuti di più nel 2019. Superata la pandemia, abbiamo apportato qualche modifica ma intendiamo tornare nei paesi e in quota, nel rispetto della sicurezza, con i nostri spettacoli e tanti artisti di strada. Non solo, in confronto a un

anno fa il programma si allunga per tutta la prima settimana di agosto con tanti appuntamenti all’aria aperta». Martin e Thomas, con l’aiuto degli amici e organizzatori Emma Segat, Luana Tomasi, Sebastiano Dorich, Luigi Riz e l’indispensabile apporto di “Inout”, ce la mettono davvero tutta per il festival. Ma per i gemelli è una passione che, forse, potrebbe diventare pure qualcosa di più. «Non abbiamo ancora le idee chiare sul futuro: studiamo all’università, ci prepariamo a diventare maestri di sci, d’estate siamo animatori per gli adolescenti di Fassa, ma non escludiamo una svolta da artisti, insieme». Perché no? In fondo fanno tutto in coppia sin da bambini. E chi è curioso di vederli all’opera non perda i loro spettacoli e quelli degli artisti del festival.

It all started as a game in 2015. And it “ended” in summer 2019, with the birth of the “Circen Dolomites Festival”. It is a “young” event, from every point of view: after an idea of a group of young friends, all enthusiasts of the circus, it plans to come back from August 2nd to 9th, to celebrate its second birthday, in compliance with the safety rules. And the trump card to overcome the obstacles of the upcoming summer is in the positive vision of its founders and of Martin and Thomas Pederiva in particular, twin brothers from Vigo, who have strongly believed in this event. The two, twenty years old and now at university, approached to juggling in 2015, when they were still in High school: «During the summer activities that are organized for the youths in the valley, we were offered to attend a juggling course in five lessons: there were just the two of us and a friend taking part in it. And we had so much fun». So, the twins practiced for the whole summer and during the following autumn, throwing three balls (which soon became four) in the air and then catching them. They followed tutorials on the internet and tried new tools. «In 2016, the circus art became part of the extracurricular activities, together with the theatre, thanks to some young teachers like Thomas Zulian, who is also one of the promoter of the “Circen Dolomites Festival”. So the circus acrobatics became part of the shows at school and of the youth associations along the valley». While constantly playing and aiming at improving the twins, together with Thomas Zulian and with the fundamental help of the local association “Inout”, debuted last summer with “Circen Dolomites Festival”. «It has been exciting to host Italian and foreign artists and witness the positive answer of the public, especially during the evening shows in the villages. Even this summer, with respect of the safety protocols, our goal is to go back to perform in the villages and at altitude and to host several street artists». FassaNews

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In quota con “Val di Fassa Panorama Music” DODICI CONCERTI DI CANTAUTORI, JAZZISTI E ARTISTI CHE CANTANO NELLE LINGUE DI MINORANZA PER VIVERE, ANCHE QUEST’ESTATE, EMOZIONI MUSICALI CON VISTA di Elisa Salvi Per amore della musica. E per un pizzico di coraggio del curatore artistico Enrico Tommasini, va in scena, dal 12 luglio al 27 agosto, la sesta edizione di “Val di Fassa Panorama Music”: dodici concerti sui prati delle più belle località in quota della valle ladina, proposti da jazzisti di fama, cantautori apprezzati e artisti che cantano nelle lingue di minoranza. Ed è proprio la fassana Martina Iori a inaugurare, il 12 luglio sui prati di Fuciade, la rassegna, organizzata in collaborazione con le locali società di impianti a fune e l’Azienda per il Turismo

della Val di Fassa, in cui il moenese Tommasini dimostra di credere tanto da assumersi la responsabilità, assieme alla associazione “La Grenz”, degli spettacoli e dell’applicazione delle misure di sicurezza, in particolare il numero di spettatori (non devono essere più di mille ad appuntamento) e il loro distanziamento (un metro). «Sono un musicista oltre che un organizzatore di eventi - spiega Tommasini - e l’idea che, dopo la primavera, passasse anche un’intera estate senza un concerto mi è sembrata davvero triste. Anche i nostri ospiti

credo apprezzino qualche spettacolo sui prati in alta quota. È necessario superare i timori e guardare con fiducia ai prossimi mesi, naturalmente tutelando la salute del pubblico e degli artisti». Proprio per quest’ultimi la conferma della rassegna ladina è un bel segnale. «Anche diverse città e località italiane, a giugno, hanno messo a punto i calendari delle manifestazioni estive che vengono riproposte, con numeri diversi dal passato, ma che giustamente non vengono annullate. Ci vuole un’attenzione particolare alla sicurezza che noi garantiamo FassaNews

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Domenica 12 luglio, ore 11

Piana di Fuciade - San Pellegrino

MARTINA IORI QUINTETTO

Martina Iori (voce, chitarra, ukulele), Matteo Cuzzolin (sassofono tenore), Matteo Rossetto (chitarra elettrica), Marco Stagni (contrabbasso), Enrico Tommasini (batteria) Lingue minoritarie

Giovedì 16 luglio, ore 11

Buffaure Pozza - Moena

LEONARDO DURANTI

Leonardo Duranti (voce e chitarra), Flavio Passon (tastiere), Walter Sguazzin (basso), Stefano Bragagnolo (batteria) Blues, funk e rock

Domenica 19 luglio, ore 11

Belvedere – Canazei

MASSIMO SILVERIO

Massimo Silverio (voce e chitarra), Leo Virgili (tastiere elettroniche), Nicholas Remondino (batteria e percussioni) Lingue minoritarie

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Giovedì 23 luglio, ore 11

Domenica 2 agosto, ore 11

Giovedì 20 agosto, ore 11

Costabella – San Pellegrino

Col Rodella – Campitello

Valbona – Alpe Lusia

Magalì Sare (voce), Sebastià Gris (chitarra) Lingue minoritarie

Mauro Beggio (batteria), Michele Polga (sassofono), Matteo Alfonso (organo) Jazz

Helga Plankensteiner (sassofono baritono, voce), Michael Loesch (pianoforte), Enrico Tommasini (batteria) Jazz

MAGALI SARE & SEBASTIA’ GRIS “A Boy and a Girl”

Domenica 26 luglio, ore 11

Ciampac - Alba di Canazei

MANUEL RANDI “DUETT”

Manuel Randi (chitarra flamenco, classica e elettrica e clarinetto), Marco Stagni (basso) Flamenco e folk italiano

Giovedì 30 luglio, ore 11

MAURO BEGGIO TRIO “Music by Friends”

Domenica 9 agosto, ore 11

HELGA PLANKENSTEINER

Domenica 23 agosto, ore 11

Buffaure - Pozza

Ciampac - Alba di Canazei

Vincenzo Capezzuto (voce), Giancarlo Bianchetti (chitarra classica) Viaggio musicale

Stefano Merighi (voce), Niccolò Zanella (Sassofono), Eugenio Cattini (chitarra), Filippo Chiocchetti (basso), Daniele Volcan (batteria), Marco Mattia (tastiere) Lingue minoritarie

VINCENZO CAPEZZUTO & GIANCARLO BIANCHETTI

Giovedì 13 agosto, ore 11

STEFANO MERIGHI BAND

Giovedì 27 agosto, ore 11

Ciampedie – Vigo

Col Margherita - San Pellegrino

Ciampedie – Vigo

James Thompson (voce, sassofono tenore e flauto), Davide Dalpiaz (tastiere), Thomas Pincigher (chitarra), Roberto Zecchinelli (basso), Stefano Pisetta (batteria) Blues, smooth jazz

Silvia Donati (voce), Pietro Tonolo (sassofono soprano e tenore), Roberto Soggetti (piano), Giulio Corini (contrabbasso), Roberto Rossi (batteria) Lingue minoritarie

Charlie Cinelli (voce e chitarra), Roby Dax (voce e basso), Thomas Vinatzer (slide guitar), Henry Cottage (batteria) Country

JAMES THOMPSON and the Nighthawks

SILVIA DONATI “ENCRESCIADUM”

CHARLIE CINELLI COUNTRY SURPRISE


Tra luglio e agosto 2020 la rassegna può consolidare l’attenzione del pubblico e avere più riscontro da parte dei media.

AT ALTITUDE WITH “VAL DI FASSA PANORAMA MUSIC”

con la messa a disposizione, da parte dell’associazione “La Grenz”, di otto persone (il doppio degli anni scorsi) per supportarci ai concerti. I posti a sedere sul prato, opportunamente distanziati, sono segnalati con uno spray ecologico, confermando l’attenzione all’ambiente che abbiamo sempre avuto nelle scelte musicali e con generi e volumi mai impattanti». In assenza di altri festival, come “I Suoni delle Dolomiti” (che richiamano a ogni concerto ben oltre mille spettatori) o feste folk che puntano sulla gastronomia, “Val di Fassa Panorama Music” potrebbe consolidare se non ampliare il pubblico che lo segue e conquistare più attenzione anche a livello mediatico. Tanto più che il programma è come sempre di spessore: «Cinque concerti sono dedicati al filone di artisti che si esprimono nella loro lingua di minoranza che ha avuto successo nelle scorse edizioni. Tra gli

ospiti quest’estate abbiamo Magali Sare & Sebastià Gris, vincitori catalani del festival Suns Europe e il nostro Stefano Merighi che presenta il suo ultimo album. Inoltre, ci sono nomi di rilievo come James Thompson, sassofonista di Zucchero, talenti poliedrici come Vincenzo Capezzuto e Giancarlo Bianchetti, nonché il meranese Manuel Randi, famoso all’estero per il suo flamenco». A differenza delle scorse edizioni di “Val di Fassa Panorama Music”, i concerti non si tengono sulle terrazze dei rifugi, ma alle 11, sui prati nei pressi dei presidi alpini (non è previsto recupero in caso di maltempo). «Una nuova formula - conclude Tommasini - per cui abbiamo scelto luoghi molto panoramici. Una volta concluso lo spettacolo a ora di pranzo, parte del pubblico consumerà cibi e bevande là ma sicuramente anche nei vicini rifugi».

For the love of the music. And thanks to a bit of bravery of its art director Enrico Tommasini, “Val di Fassa Panorama Music” comes back from July 12th to August 27th: twelve concerts on the meadows of the most beautiful locations at altitude of the Ladin valley, proposed by well-known jazz musicians, appreciated singersongwriters and artists performing in minority languages. And Tommasini, from Moena, believes in this festival – organized in collaboration with the local lift companies and the Tourist Board Val di Fassa – enough to responsibility of the show and of the safety protocols with the association “La Grenz”. «I am a musician and an event planner at the same time – Tommasini explains – and the perspective of a whole summer – after a whole spring – without concerts looked so sad to me. And I believe that also our guests appreciate some spectacles on the grass at altitude. It is necessary to overcome the fear and look to the next months with trust, ensuring the safety of both the public and the artists, of course». Especially for the artists, the confirmation of the festival is a good sign. «Several other Italian cities and locations confirmed their summer initiatives in June. The safety requires particular attention. For example, the seats on the grass, at a proper distance between each other, will be signalled with an ecologic spray, confirming the attention to the environment that has always been characteristic of our music choices, with non-impactful volumes and genres». Differently from the past editions of “Val di Fassa Panorama Music”, the concerts won’t take place on the terraces of the refuges, but on the meadows in the nearest of the mountain huts, at 11.00 a.m. (in case of bad weather, the appointments will be cancelled). «This new formula – Tommasini concludes – has made us choose very panoramic places. After the show, at lunchtime, the public can eat and drink there, but also by the surrounding refuges». FassaNews

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La vicenda fa vivere allo spettatore atmosfere ataviche, quando la cultura umana era intrisa del mito e delle sue varianti connesse alla natura.

Una “contìa” multimediale per il Museo Ladino UN RACCONTO TRADIZIONALE, RISALENTE A PIÙ DI 2 MILA ANNI FA, È NARRATO CON UNA MODERNA INSTALLAZIONE, ULTIMA SORPRENDENTE NOVITÀ DELLA STRUTTURA MUSEALE DI SÈN JAN di Elisa Salvi “Vuoi udire la voce del bosco, del vento e del ruscello. Vuoi ascoltare il canto delle vivane?”. È suadente la voce della donna vestita di bianco che, all’improvviso, appare sul maxischermo dell’ultima sala (la numero 5 dedicata alla “La modernità”) del Museo Ladino di Fassa, e che invita il visitatore a guardare “La vivana scacciata” (in ladino “La vivana e l cian”). È questa installazione multimediale la novità dell’estate 2020 della struttura museale che ha riaperto al pubblico il 10 giugno, con un breve film su un racconto tradizionale, poco conosciuto e di altissimo valore culturale. Mamo, la dea protettrice dei boschi e delle montagne, tre vivène (ninfe), un pastore e una

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vecchia saggia animano la vicenda che immerge lo spettatore in atmosfere ataviche, al tempo in cui la cultura umana era intrisa del mito e delle sue varianti connesse alla natura. «Questa “contìa” - spiega Fabio Chiocchetti direttore del museo - è una perla rara per la Val di Fassa, ha attraversato i secoli ed è giunta fino ai nostri giorni. Questa storia, infatti, riassume in sé il fondamento di tutte le “contìes” e dei miti ancestrali: narra della dea “madre terra”, con figure che sono a metà strada tra bregostana e vivèna, con la doppia valenza, positiva e negativa, che dimostra come il racconto sia di cultura precristiana, quando ancora non esisteva la dicotomia bene e male,

introdotta con la religione. Ci sono, poi, la trinità femminile, che troviamo nella cultura popolare antica, i tre triangoli per un rito magico suggerito dalla donna saggia, che riporta a credenze vetuste». Interessante anche il ritrovamento del racconto. «Negli ultimi anni dell’Ottocento, Amadio Calligari di Larcioné, pittore e segretario comunale di Vigo che partecipava alle veglie in cui ascoltava le storie antiche, è autore di un epistolario con Gianbattista Cassan, originario di Pozza e professore a Bolzano. Calligari si rivolge a Cassan anche per l’interpretazione della contia in questione, che presenta strofe dal ritmo musicale, come le parole dell’anziana che sono una cantilena


Questo racconto su maxischermo è una sorpresa per il visitatore, al termine del percorso museale.

perfetta per essere ripetuta oralmente. È un miracolo che in Fassa sia stato tramandato materiale di natura popolare di più di 2 mila anni fa. Tutto ciò vale per le leggende ladine, ma tanto più per questa “contia” rimasta intonsa e quindi particolarmente rappresentativa della cultura ladina, alpina». Calligari ci teneva a scrivere quanto ascoltava perché temeva che andasse perduto e si rivolge a Cassan perché il ladino della “contìa” gli risulta, in diverse parti, incomprensibile. «Cassan aveva contatti a Innsbruck dove c’era una élite dell’intellighenzia interladina, tra cui Willi Moroder - Lusemberg, che dopo la morte prematura di Cassan raccoglie le lettere. Fortunatamente, ne viene in possesso anche Hugo de Rossi (tra il resto autore del libro “Fiabe e leggende della Val di Fassa”), interessato soprattutto alle parole per la creazione di un vocabolario.

De Rossi le ricopia nei suoi quaderni e ne conserva una. Le altre sono andate perdute. Abbiamo studiato a fondo il materiale di de Rossi, tra cui questa “contia” scelta appositamente per la conclusione del percorso museale». La storia antichissima, che è un monito al rispetto per la natura quanto mai attuale, ha per protagonisti un pastore interpretato da Davide Dorich, tre vivane, Loreta Florian, Aurora Volcan, Rebecca Sommariva, e una donna saggia Dora de Martin. Il filmato, realizzato da 490 Studio Trento per la regia di Filip Milenkovic, è quindi a disposizione dei visitatori che possono accedere al Museo Ladino e partecipare (info e prenotazioni: 0462 760182 museo@istladin.net) anche alle visite guidate, per gruppi di otto persone, secondo orari prestabiliti e nel rispetto delle norme di sicurezza previste per l’accesso del pubblico.

A MULTIMEDIA TALE FOR THE LADIN MUSEUM “You want to hear the voice of the wood, of the wind and the stream. Do you want to hear the Vivana singing?” The suave voice of a lady dressed in white suddenly appears on the wide screen of the last room (room number 5, dedicated to “Modern Times”) of the Ladin Museum and it invites the guest to watch “The kicked out Vivana” (“La vivana e l cian” in Ladin). This multimedia installation is the news of summer 2020 at the museum, which re-opened its doors to the public on June 10th, with a short movie about a traditional tale, almost unknown but of highest cultural value. Mamo, the patron goddess of the woods and the mountains, three nymphs (the so called “vivane”), a shepherd and an old wise woman enliven the story that plunges the viewer into ancestral atmospheres: it narrates of the goddess “Mother Earth”, with characters that stay in-between the figures of the bregostana (witch) and the vivèna (nymph), with a double significance, positive and negative, which demonstrates that the narration dates back to the pre-Christian culture, when there wasn’t yet dichotomy “good and bad”, introduced by the religion. And then there are also the female trinity – which we find in the ancient popular culture – and the three triangles for a magic rite suggested by the wise woman, that brings back to ancient beliefs”. The short movie, which is an extremely actual invitation to respect the nature, is available to the visitors of the Ladin Museum who can also take part (info and booking: +39 0462 760182 - museo@istladin.net) in the guided visits, for groups of 8 people, following scheduled timetables and in accordance with the safety guidelines for the access of the public. FassaNews

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OCCHIO ALL’ERRORE A VIGO, FINO AD AGOSTO, LA MOSTRA SCIENTIFICA, REALIZZATA DAI GIOVANI FISICI TRENTINI DI “LEVEL UP”, PER SCOPRIRE QUANTO INGANNEVOLE È LA NOSTRA VISTA Si chiama “FAKE! - Fallimenti e inganni della visione umana” ed è ideata da “Level Up”, un’associazione di giovani fisici trentini appassionati di divulgazione scientifica. “FAKE!”, dal 12 luglio al 21 agosto nelle sale della scuola elementare di Vigo, svela ai visitatori i limiti del senso della vista, smascherando i possibili inganni a occhi e cervello. Con giochi e proposte interattive, la mostra analizza le tecnologie per la creazione di immagini e video usate quotidianamente (cellulari, computer, televisori) e fa riflettere su come questi strumenti diano vita a contenuti spesso indistinguibili dalla realtà, basandosi proprio sui nostri limiti visivi. Nella realizzazione di alcuni exhibit dell’allestimento scientifico,

esposto per la prima volta a inizio marzo nelle Gallerie di Piedicastello a Trento, hanno collaborato anche due classi del liceo scientifico della Scuola Ladina di Fassa. All’allestimento estivo della mostra, “Level Up” collabora anche con la cooperativa sociale “Inout”, che contribuisce alla promozione del progetto sul territorio e al coinvolgimento di giovani universitari fassani, che curano l’esposizione in questo periodo. Si tratta di ragazzi e ragazze diplomati, negli anni scorsi, al liceo fassano e che hanno maturato competenze nell’ambito di allestimenti scientifici grazie ai progetti della scuola. I futuri medici, economisti, architetti e fisici fassani supportano “Level Up” e si mettono in gioco per un’opportunità di riflessione e di informazione corretta.

“FAKE!” It is called “FAKE! - Failures and betrayals of the human perspective” and it comes from an idea of “Level Up”, association that gathers young physicists from Trentino. “FAKE!”, from July 12th to August 21st in the spaces of the elementary school in Vigo, reveals to its visitors the limits of the sense of sight. With games and interactive proposals, the exhibition analyses the technologies for the creation of pictures and videos (cellphones, computers, televisions) and makes you think on how this tools give birth to contents that cannot be distinguished from the reality. Even some students from Fassa collaborate in the project.

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Terme di relax con “QC Care” QUEST’ESTATE, GRAZIE A SEMPLICI REGOLE DI SICUREZZA, CRESCE LA QUALITÀ DELL’ESPERIENZA TERMALE

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A fine estate, gli ospiti troveranno una nuova vasca all’aperto, vista Sassolungo.

Matteo Agnolin

THERMAL RELAXATION WITH “QC CARE” Sarà ancora più piacevole farsi coccolare alle QC Terme Dolomiti, quest’estate. Vasche esterne e giardini panoramici da godersi in tranquillità, sale relax confortevoli e anche la novità, per chi arriva in valle alla fine della bella stagione, di un nuovo spazio d’acqua all’aperto con vista sul gruppo del Sassolungo. Trascorrere qualche ora, se non una giornata intera, al centro termale della società dei fratelli Quadrio Curzio (che ne contano una decina, in Italia e all’estero, con prossima apertura a New York), significa donarsi attimi di gratificazione e spensieratezza di cui, mai come quest’estate, sentiamo tutti il bisogno. Grazie a “QC Care”, il protocollo che i vertici del gruppo del wellness più famoso d’Italia hanno messo a punto assieme all’infettivologo Paolo Gulisano, si può trarre in sicurezza tutto il benessere delle acque termali di Aloch (che sgorgano a 1320 metri dalle rocce sedimentarie di Bellerophon del gruppo dei Monzoni). «”QC Care” - spiega Matteo Agnolin, direttore di QC Terme Dolomiti di Pozza - si compone di una quindicina di punti, validi in tutti i nostri centri e testati tra fine maggio e i primi di giugno, nelle strutture che hanno riaperto per prime, dopo il lockdown, come Roma, Pré Saint Didier e Milano. L’obiettivo è rendere la permanenza alle terme il più piacevole possibile, usufruendo del massimo numero di pratiche e garantendo, tra

il resto, igienizzazione eccellente, ricambio completo dell’aria almeno sei volte al giorno, distanziamento tra gli ospiti, uso della mascherina solo negli spazi chiusi». Secondo le ultime normative (che nei prossimi mesi, si spera, diventino meno restrittive), il centro può accogliere un quarto delle persone per cui è stato progettato: possono essere presenti circa 150 clienti contemporaneamente e ciascuno di loro ha 10 metri quadri a disposizione. La struttura infatti è molto grande: si sviluppa su oltre 4 mila metri quadri distribuiti in tre livelli, affacciati da un lato sulle sponde dell’Avisio e dall’altro su Cima Undici e Valacia. «È cura del personale verificare che sia rispettato il numero consentito di utenti per ciascuna pratica, ad esempio nella vasca principale esterna può immergersi fino a una quindicina di persone, insieme». L’accesso alle terme di Pozza è, come sempre d’altronde, a numero chiuso, ma in particolare quest’estate è indispensabile la prenotazione online, sul sito di QC Terme Dolomiti, o telefonica. Una volta entrati, ci si sbizzarrisce letteralmente tra bagni di acqua e sole, gustando pure un pranzo leggero o un aperitivo serale, con una formula rivista rispetto al passato, comprensiva del servizio al tavolo per gli ospiti. «Quest’estate - conclude Agnolin - sono ancora più apprezzate le nostre aree verdi e l’esperienza termale è vissuta con maggior soddisfazione».

Getting pampered at QC Terme Dolomiti will be even more pleasant this summer. Outside pools and panoramic gardens to enjoy in peace, cosy relaxation rooms and even the news, for those who will be in Val di Fassa at the end of the warm season, of a new water space in the open air with a view on the Sassolungo. Spending some hours or a whole day by the SPA centre of the Quadrio Curzio brothers (who own about 10 centres in Italy and abroad, and another one opening soon in New York), means enjoying those moments of gratification and light-heartedness that, this summer more than ever, we all need. Thanks to “QC Care”, the protocol elaborated by the management of the most famous “wellness company” in the country together with the infectiologist Paolo Gulisano, the guests can benefit of all the properties of the Aloch thermal waters (which flow out of the sedimentary rocks of Bellerophon in the Monzoni group). «“QC Care” - as the director of QC Terme Dolomiti in Pozza, Matteo Agnolin, explains - counts about 15 points, valid in all our centres and tested between the end of May and the beginning of June in the centres that first opened after the lockdown, such as Rome, Pré Saint Didier and Milano. Our goal is not only to offer the most pleasant experience to our guests, enjoying as many facilities as possible, but also to ensure an excellent sanitisation, a complete air renewal at least 6 times a day, distancing between the guests, use of the face masks in the enclosed areas». The access to the Terme in Pozza will be upon reservation only, either online on the website of QC Terme Dolomiti or by phone. Once inside, have fun between water and sun, why not tasting a light lunch or an evening aperitif, with a new formula that includes the table service to the guests. «Our green areas are even more appreciated this summer and the wellness experience is lived with greater gratification». FassaNews

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Un’estate take away I PIATTI TIPICI, GOLOSI O RAFFINATI, DA GUSTARE ALL’APERTO O COMODAMENTE A CASA, SONO IL FENOMENO DELLA BELLA STAGIONE ANCHE IN FASSA di Elisa Salvi

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Non solo pizza e fast food. Durante i mesi trascorsi tra le mura domestiche, è esploso il fenomeno della gastronomia take away o delivery. Che si scelgano le proposte di rosticcerie, pizzerie o ristoranti, la tendenza è consolidata anche per l’estate, tanto che pure in Val di Fassa l’offerta è davvero alta con una quarantina di attività che preparano piatti d’asporto, su prenotazione. Un po’ perché i ristoranti, per via delle nuove normative, limitano i posti a sedere e il numero di commensali, un po’ perché abbiamo scoperto quant’è bello mangiare un buon piatto in terrazza, in giardino e pure comodamente seduti sul divano, anche in vacanza è quasi d’obbligo concedersi il lusso di spegnere i fornelli e rivolgersi ai talenti della cucina. E non è affatto detto che sia meno raffinato che al ristorante. Le aziende di packaging offrono sempre più confezioni biodegradabili, ben fatte e di bell’aspetto e gli chef si sono specializzati in veri e propri menù che mantengono sapore e cottura a puntino anche se consumati a una ventina di minuti dalla consegna. Nicola Vian, del ristorante “El Filò” di Pozza, ha cominciato a proporre i menù da asporto sin da aprile e continua per tutta l’estate: «Il primo periodo il servizio è andato molto bene, poi a giugno con l’apertura del ristorante le richieste sono diminuite, ma è probabile un incremento quando i flussi turistici sono consistenti. L’asporto è un’ottima soluzione se si vuole mangiare bene, godendosi i piatti a casa». Vian ha ideato tre menù (“Chilometro zero”, “I Classici” e “Sapori di stagione”, ciascuno comprende anche il pane fatto in casa) con antipasto, primo o secondo e dessert, che cambia ogni tre settimane. Si tratta di proposte con prodotti del territorio, anche nella versione per i bambini, che mantengono il livello del ristorante segnalato nelle migliori guide: «Ho scelto ricette adeguate al trasporto, eliminando per esempio le spume o altri preparati poco adatti, verificando anche la tenuta dei piatti che vengono consumati a circa quindici - venti minuti dalla consegna, affinché chi li acquista, li assapori in tutto il loro gusto». I menù (dal prezzo ribassato rispetto a quello del ristorante, tenuto conto che alcuni costi del servizio sono esclusi) vengono inseriti in contenitori biodegradabili, dall’aspetto curato e nella confezione FassaNews

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consegnata al cliente ci sono pure i consigli per come servire le pietanze e come riscaldare (quando è il caso) una portata e l’altra. Altro ristorante di livello che propone il take away è “El Pael” di Canazei, dove è assolutamente consigliato richiedere l’abbinamento dei vini, dato che il proprietario è Roberto Anesi, miglior sommelier d’Italia del 2017. «È una formula che abbiamo sempre adottato per la pizza - spiega Anesi - ma che ora estendiamo al menù, grazie anche al fatto che in commercio si trovano contenitori di buona fattura che si possono acquistare in quantità limitata. La scelta dei piatti è ampia ed esclude solamente alcune carni che vanno mangiate appena cotte, per apprezzare tutta la loro bontà. L’importante in questo servizio è il mantenimento della qualità». L’app de “El Pael” consente sia di prenotare il tavolo al ristorante, ma anche di scegliere i piatti, pagare e indicare l’orario di ritiro delle pietanze. «La prenotazione è fondamentale per il take away - sottolinea Anesi - ma quest’estate anche per chi sceglie di mangiare al ristorante. Per le normative attuali, abbiamo programmato un paio di turni di servizio e quindi è meglio verificare la disponibilità, perché la rotazione dei tavoli è più rigida del passato. La nostra disponibilità è massima, ma il cliente deve avere un po’ di pazienza». C’è poi chi, per piccoli numeri, l’asporto l’ha sempre fatto e quest’estate semplicemente allarga l’offerta. «Alcuni nostri clienti - spiega Antonella Croce dell’Osteria Tyrol di Moena - sono sempre venuti a prendere qualche piatto particolare del giorno, come il baccalà. Un’ po’ di esperienza con l’asporto perciò ce l’abbiamo. Certo, quest’estate la proposta è più strutturata e abbiamo un menù che permette, praticamente per tutti i piatti, di essere rigenerati nel forno di casa. L’importante è ordinare con anticipo, telefonando al ristorante e venendo a ritirare i piatti con puntualità. Il che in genere succede perché la clientela che richiede il take away soggiorna o abita nei dintorni delle piazze di Moena: cottura, temperatura, sapore così sono garantiti».

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Gli chef si sono specializzati in menu che mantengono cottura e sapore, anche se consumati a una ventina di minuti dal ritiro in ristorante.

VIVA I “CHEESNIC” SULL’ERBA I picnic, quest’estate, vivono un autentico boom: assaporare il cibo, di fronte a un paesaggio dolomitico, lo arricchisce decisamente di gusto e anche di un pizzico di allegria. In Val di Fassa, in particolare, vanno di moda i “Cheesnic”, golosi cestini con formaggi, come il Puzzone di Moena Dop e il Cher de Fascia, e altri prodotti locali, da consumare sull’erba. Ideati qualche anno fa in collaborazione con la “Strada dei Formaggi delle Dolomiti”, con l’inizio della bella stagione hanno visto un incremento di interesse e di richieste. E sono numerose le strutture aderenti all’iniziativa: ristoranti,

malghe, rifugi immersi nella natura, ma anche botteghe del gusto e hotel di paese, consentono di acquistare un pranzo completo, nelle sue varianti rustiche o raffinate. Il cestino pieno di bontà si può portare in gita tra boschi e sentieri, in cerca del luogo perfetto dove assaporarlo, in totale relax, assieme a famiglia o amici. In Val di Fassa il “Cheesenic” si può richiedere nelle seguenti attività di ristorazione: Agritur El Mas, Ristorante Bistrò Al Lago, L Malgher, Agritur Ciasa do Parè, Baita Checco, Albergo Miralago/ Stua de Zach, Active Hotel Olympic e Casa del Cucù (info: www.fassa.com).


SUMMERTIME TAKE-AWAY Oggi le aziende di packaging offrono confezioni biodegradabili, ben fatte e di bell’aspetto.

Not only pizza or fast-food. During the months we have spent in our houses, the phenomenon of take away and food delivery has exploded. With the possibility to choose among delis, pizzerias or restaurants, the trend has established itself also in sight of next summer, insomuch that the offer is huge even in Val di Fassa, with about 40 locals that make dishes to take away. Nicola Vian, from his restaurant “El Filò” in Pozza, has conceived three different menus with entrée, first course, second course and dessert, and he changes it every third week. He proposes local products, also in a child-friendly version, which keeps high

the level of this restaurant, reported into the best food guides: «I have chosen recipes that are appropriate to be transported, and I have also verified their handling when being consumed about 15-20 minutes after the delivery». The food is placed into nice bio-degradable dispensers and in the pack there are also the indications on how to serve the dishes and warm them up (when needed). Another fine restaurant that proposes take away solutions is “El Pael” in Canazei, where it is recommended to ask for a good wine to accompany the dishes, as the owner is Roberto Anesi, the 2017 best Italian sommelier. «We have always been doing take-away with our pizzas - Anesi explains - and now we extend this habit to the whole menu. There’s a wide choice which excludes only some meat dishes that need to be consumed as soon as they are cooked. The important thing in this service is to maintain the high quality». And then there is also somebody who has always been doing take-away, for small number, and now simply broadens the offer. «Some of our customers - Antonella Croce of the Ostaria Tyrol explains - have always been coming to take some of our particular dishes of the day, like the codfish. But of course this summer the offer is more structured, and almost all the dishes of our menu are suitable to be regenerated in the oven at home».

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La Val di Fassa al primo posto ECCO UNA SELEZIONE DELL’ALBUM REALIZZATO SUI SOCIAL MEDIA CON LE FOTO DEGLI AMICI, CHE CI HANNO INVIATO SCATTI DEI LORO LUOGHI PREFERITI DELLA VALLE di Claudia Chiocchetti ed Elisa Salvi

Quando si frequenta da tempo una località o, al contrario, non si è mai stati e la si vorrebbe visitare, c’è sempre un luogo che si mette al primo posto. È quello a cui siamo più legati, per bellezza ed emozioni, che ci suscita, oppure perché, visto nelle immagini, ci affascina e vorremmo andarci per verificare com’è. Ai primi di giugno, abbiamo chiesto agli amici della nostra pagina Facebook di condividere il loro “Val di Fassa al primo posto” e abbiamo ricevuto una collezione di luoghi da favola della nostra terra. Delle tante foto arrivate (le prime cento sono pubblicate sul canale social), qui ne

proponiamo una ventina, con il consiglio di considerarle mete da esplorare. Ringraziando quanti ci seguono sui social, vi diamo appuntamento alle prossime iniziative: stay tuned! Ecco i nomi degli autori degli scatti: Alessandro Sormani, Caterina Trombi, Clara Andena, Cece Giovanardi, Claudia Malagoli, Elisa Cutoloni, Fabio Perrelli, Filippo Borroni, Francesca Iovine, Francesca Maria Roselli, Laura Amari, Laura Poggesi, Luca De Santis, Renata Sturla, Roberta Ghezzi, Sara Ferretti, Silvana Inzoli, Silvia Zappettini, Simona Casini, Sonia Truccabimbi.

When you have been hanging out at a place for long or, on the contrary, when you have never been in a place and you would like to visit it, there is always a top priority destination there. It’s the place we love. The place we are most bound to, because of its beauty and for the memories it evokes, or because we have seen it in pictures and it fascinates us, and we would like to go there in person. At the beginning of June, we asked to our Facebook official page’s friends to share their “Val di Fassa top priority” and we received a collection of enchanted places throughout the valley. Here we propose a dozen shots.


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Preview for winter I PRINCIPALI APPUNTAMENTI DELL’INVERNO 2020-2021

Le Feste in Fassa son più belle

ha mostrato sempre più attenzione per l’ambiente, richiamando molti amanti della disciplina. In programma, sciate in compagnia, escursioni con le guide alpine e test di materiali. www.scufons.com

6 dicembre - 6 gennaio - Val di Fassa From St Nicholas to Christmas and Epiphany, all of the magic of the Festive Season. The first ski outings of the season, typical markets and open-air cribs Comincia tutto la sera del 5 dicembre quando San Nicolò, accompagnato da angeli e krampus (diavoli), va a trovare i bambini nelle case facendo promettere loro di essere buoni. Si prosegue con le tradizioni ladine dell’avvento, i primi slalom di stagione, l’allestimento di mercatini e presepi all’aperto, giungendo in un batter d’occhio a Natale, Capodanno e all’Epifania in una atmosfera di grande fascino. www.fassa.com

Sellaronda Skimarathon

marzo - Canazei International ski mountaineering race, by night

Marcialonga di Fiemme e Fassa

31 gennaio - Val di Fassa International cross-country ski race from Moena to Cavalese Gli organizzatori sono al lavoro per la 48ª edizione della granfondo, apprezzata da italiani e nordeuropei. Il tracciato, per agonisti e tanti appassionati degli sci stretti soprannominati “bisonti”, parte da Moena e si conclude dopo 70 km a Cavalese. Per i meno allenati da alcuni anni è stata ideata la versione light di 45 km. Tanti, inoltre, gli appuntamenti di contorno che rendono la Marcialonga una delle manifestazioni invernali più attese dell’intero arco alpino. www.marcialonga.it

Dopo l’annullamento dell’edizione 2020, c’è attesa per la sfida di sci alpinismo su pista, in notturna, a coppie che fanno il giro dei quattro passi, a tutta velocità. Per 42 km si alternano salite e discese attorno al gruppo del Sella e attraverso le vallate ladine di Fassa, Gardena, Livinallongo e Badia. Uno spettacolo non solo per i concorrenti, ma anche per il pubblico che accoglie gli sci alpinisti nei paesi facendo il tifo anche con grossi campanacci. www.sellaronda.it

In maschera sulla neve

17 gennaio - 16 febbraio - Val di Fassa Ladin carnival: shows, parades and masks Scherzi, ironia e tanti dolci caratterizzano il “carnascèr fascian” che in valle comincia il 17 gennaio, festa di Sant’Antonio Abate, e si conclude martedì grasso. Di solito, tra discese mascherate in slitta e “mascherèdes” (commedie in lingua ladina) nei piccoli teatri della valle e feste in piazza si passano momenti d’allegria con addosso le “faceres da burt e da bel” (maschere lignee). www.fassa.com

A tavola con la Fata delle Dolomiti

marzo - Moena Ladin gastronomy week

“La Scufoneda”

marzo - Moena Telemark and freeride long week end Dopo lo stop forzato dell’edizione 2020, gli “Scufons del Cogo” sono impegnati nell’organizzazione della Scufoneda 2021. Negli ultimi anni il week end lungo dedicato a telemark e freeride

70 FassaNews

EstateSummer2020

Le buone forchette non possono perdere la settimana gastronomica che esalta la cucina ladina. Da molti anni la rassegna è curata con attenzione dagli chef dei ristoranti Malga Panna, Foresta, Fuciade e Tyrol di Moena, che sanno sempre stupire i palati dei loro ospiti. www.fassa.com




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