Aquariophylia 09 13

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Layout: le piante Riprodurre pesci rossi Reportage: Hobroni hwe hwe ennm kitwah Il progresso dell’acquariologia L’acquario del mese Collezionare trochidi

Le rubriche del mese


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LA RIVISTA È CLICCABILE Lo stiamo ripetendo da anni oramai ma evidentemente il concetto non è chiaro a tutti. Infatti riceviamo ancora messaggi email che dimostrano la scarsa comprensione di questo semplice concetto: aquariophylia non è una rivista comune. Somiglia in tutto ad una pubblicazione cartacea, ma è molto di più. Per scoprire le infinite potenzialità di questo nuovo mezzo elettronico basta fare click ogni volta che cambia il cursore. Questo ci permette di passare dallo stato di semplici lettori a protagonisti. La rivista, a questo punto, la fate voi, riuscendo ad esplorare proprio gli argomenti che vi interessano di più. Potrete scoprire le novità proposte dai produttori, analizzare le caratteristiche di accessori semplicemente recensiti nella rivista oppure incontrare i geni dell’acquario per scambiare informazioni e materiali. Per rendere la cosa ancora più chiara e semplice, da questo numero abbiamo inventato un pesciolino che potrà accompagnarvi in queste piacevoli esplorazioni. Ogni volta che vedrete il logo pubblicato in questa pagina cliccate sulla figura e viaggerete nel prezioso mondo delle informazioni riservate. Provate ora!

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AQUARIOPHYLIA European Aquarium Hobbyist Magazine www.aquariophylia.eu Mensile di informazione per acquariofili e negozianti Autorizzazione del Tribunale di Napoli nr. 7 del 7 - 1 - 2011 Anno III numero 9 settembre 2013 Edito da Papyrus Publishing COMITATO DI REDAZIONE Valerio Zupo (Direttore Responsabile) Stefano Bertoni (Struttura web) Mariagiulia Peduzzi (Grafica & Impaginazione) Rita Colognola (Segreteria di Redazione) Masimiliano Ramboni (Web Marketing) Massimo Pagni (Revisione testi) CONSIGLIO SCIENTIFICO Dott. Rita Colognola, Dott. Francesco Denitto, Dott. Luciano Di Tizio, Dott. Matteo Grassi, Dott. Mirko Mutalipassi, Dott. Valerio Zupo RESPONSABILI DI SEZIONE Mariella Bettarini (L’Acquario in Poesia) Luigi Del Favero (Discus) Luciano Di Tizio (Acqua dolce) Mario Loffredo (Link & Argomenti Strutturanti) Lorenzo Luchetta (NonSoloAcquari) Diego Marinelli (Aquascaping) Mirko Mutalipassi (Test & Recensioni) Antonio Piccolo (Come si fa) Stefano Rossi (Acquario Marino Mediterraneo) Roberto Silverii (Anabantoidi) Luigi Storoni (Oltre il Vetro) HANNO CONTRIBUITO A QUESTO NUMERO Silvio Arnone Carassio Aurato Carlo Caianiello Rita Colognola Salvatore Digiorgio Marco Gargiulo IppoCampo Mario Loffredo Lorenzo Luchetta Gabriella Maleti Diego Marinelli Mirko Mutalipassi Maurizio Quarta Luigi Storoni Corinne Van Keulen Pubblicità e Redazione: Papyrus Wezelweide 15 - NL 2727 DK Zoetermeer - The Netherlands Tel. 0031-(0)6-48154024 e-mail: aquariophylia@gmail.com Per abbonarsi gratuitamente alla rivista e riceverla ogni mese: http://www.aquariophylia.eu Gli autori sono responsabili dei pareri espressi nei singoli articoli e questi non riflettono necessariamente l’opinione della redazione. È vietata la riproduzione, anche parziale, di contenuti, testi, foto o filmati pubblicati in questa rivista, salvo specifica approvazione scritta da parte della redazione. Per citare gli articoli contenuti in questa rivista usare il formato seguente: Nome dell’autore e titolo dell’articolo In: aquariophylia n., anno, pag. (www.aquariophylia.eu)


AQUARIOPHYLIA

EUROPEAN AQUARIUM HOBBYIST MAGAZINE

Anno III - n째 9 settembre 2013

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EDITORIALE QUESTO NUMERO IN BREVE LETTERE IN REDAZIONE HELPONLINE: UN NUOVO SERVIZIO PER I NOSTRI LETTORI AQUASCAPING. IL PERCORSO CREATIVO DELL’AQUASCAPER di Diego Marinelli LA RIPRODUZIONE DEL PESCE ROSSO di Maurizio Quarta LA RUBRICA DEL CARASSIO VAI COL LINK. OGGI PARLIAMO DI... COSTIA, UNA MALATTIA DEI PESCI a cura di Mario Loffredo RECENSIONI E NOVITÀ SPRUNG’S SEA VEGGIES BCUK AQUATICS CALANUS PELLETS EHEIM 100 AIR PUMP LGMAQUARI LGSNANO1 TECO INDICATORE DI FLUSSO

60 72 74 78 86 94 102 106 108 116 120

REPORTAGE: HOBRONI HWE HWE ENNM KITWAH di Silvio Arnone L’ACQUARIO IN POESIA di Gabriella Maleti PESCI FUOR D’ACQUA? ACQUARIOLOGIA OGGI - PRIMA PARTE di Rita Colognola PANORAMICA DELLE ATTIVITÀ PREVISTE A NAPOLIACQUATICA 2013 di Mirko Mutalipassi DALLE ASSOCIAZIONI AQUADOM, BERLINO di Corinne Van Keulen DAI NOSTRI LETTORI: CORYDORAS JULII di Salvatore Digiorgio NONSOLOACQUARI. CONCHIGLIE DA COLLEZIONE: I TROCHIDI di Lorenzo Luchetta L’ACQUARIO DEL MESE. L’ACQUARIO DI CARLO CAIANELLO UN TUFFO, UNA FOTO. TRIGLIE & TORDI di Marco Gargiulo INSERTO DA STAMPARE E CONSERVARE. PESCI E POESIA, IL FASCINO DEL XVI SECOLO PARTE QUINTA di Ippocampo

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OLTRE IL VETRO. UN AMPIO SALOTTO di Luigi Storoni NEL PROSSIMO NUMERO


I NOSTRI COLLABORATORI E RESPONSABILI DI SEZIONE Questa rivista si basa sul lavoro di un gruppo multidisciplinare di volenterosi che desiderano accrescere la diffusione degli acquari nel nostro paese. Possiamo affermare anzi che, in base alla struttura che abbiamo voluto imporre a questa pubblicazione, ogni responsabile di sezione abbia realizzato una sua propria rivista dedicata ad un singolo argomento. Speriamo che i loro sforzi vi siano graditi, ma attendiamo comunque da voi critiche e suggerimenti, per rendere la nostra famiglia sempre più efficiente e produttiva. Vi presentiamo dunque la squadra!

VALERIO ZUPO (Direttore Responsabile) biologo, laureato a Napoli con lode. Ha frequentato l’Università Livre di Bruxelles per un PhD sulle reti trofiche in fanerogame marine ed ha ricevuto un Fullbright award nel 1994. È stato coordinatore di vari progetti di ricerca e tutt’ora svolge la propria attività di ricercatore della Stazione Zoologica di Napoli, presso il laboratorio di Ecologia del Benthos di Ischia (Napoli). Da molti decenni è appassionato di acquari ed ha scritto per numerose riviste nazionali, oltre a collaborare con varie riviste divulgative internazionali. I suoi interessi di ricerca sono focalizzati all’ecofisiologia dei crostacei decapodi, le reti trofiche ed i rapporti tra piante ed animali. Ha scritto 12 libri divulgativi sugli acquari, le malattie dei pesci, la fauna e la flora del mediterraneo. Nel campo degli acquari è particolarmente interessato agli aspetti ambientali, la gestione dei sistemi complessi, il filtraggio e la qualità dell’acqua, nonché le malattie dei pesci e gli acquari marini medi- terranei. Ha inoltre pubblicato alcuni testi sui discus ed alcuni CD multimediali sulle malattie dei discus e sulla gestione degli acquari marini e d’acqua dolce. STEFANO BERTONI (WebMaster), nato a Milano nel lontanissimo 1967, da sempre appassionato di Computer, ha iniziato quasi 30 anni or sono ad interassarsi di informatica con il mitico Commodore Vic 20; esperto in sistemi Dos, Windows, in reti informatiche, si è specializzato in assemblaggio di pc e configurazioni avanzate e sicurezza mediante configurazioni di firewall e proxy. Realizza per passione siti internet e portali per amici e parenti, gestisce 2 siti personali (www.1diabetico.net e www.food4diabete.com); da poco ha pubblicato due libri in vendita su Amazon dal titolo “Rimecelate” e ” Vi racconto il diabete”. Da venticinque anni, grande appassionato di acquariologia, adora allevare ciclidi nani del Sud America, è apparso su questa rivista anche come autore, vorrebbe continuare a farlo qualora trovasse nuovi spunti da proporre. MARIELLA BETTARINI (Responsabile Sezione L’Acquario in Poesia) è nata nel 1942 a Firenze, dove vive. Dagli anni Sessanta ha collaborato a più di 150 riviste e ha pubblicato una trentina di libri di poesia, alcuni di narrativa e di saggistica. Nel 1973 ha fondato il periodico letterario “Salvo imprevisti”, che nel 1993 ha preso il titolo de “L’area di Broca”. Con Gabriella Maleti cura la Gazebo Libri. Ha tradotto scritti di Simone Weil e curato Il libro di Alice. Nel 2008 è uscita l’antologia poetica A parole – in immagini (1963-2007) e nel 2010 l’e-book Poesie per mia madre, Elda Zupo. Sulla sua poesia sono state discusse due tesi di laurea. Sito personale: www.mariellabettarini.it Sito della rivista “L’area di Broca”: www.emt.it/broca Link all’e-book: http://www.ebook-larecherche.it/ebook.asp?Id=43 6


LUIGI DEL FAVERO (Rsponsabile SezioneDiscus), nato a Milano nel 1974, commercialista ma sopratutto appassionato di acquari fin dall’età della ragione. Malato di discus, cultore del rotondo pinnuto da oltre un decennio. Collabora attivamente da anni con uno dei siti tematici dedicati al discus, Mondodiscus. La malattia acquariofila, la pura passione hanno fatto sì che in salotto accanto alla Tv troneggi una piccola serra amatoriale di 2.000 litri, utilizzata come contenitore di passioni e studio dei discus. FRANCESCO DENITTO (Autore e Consigliere di Redazione) biologo Marino, Francesco Denitto svolge attualmente attività di ricerca presso l’Università del Salento, ove ha conseguito la laurea in Scienze Biologiche ed il suo dottorato di ricerca in Ecologia Fondamentale. Subacqueo per diletto e professione, effettua studi sulla biologia delle grotte marine sommerse e sull’ecologia degli organismi planctonici, in particolare le meduse. È autore di svariate pubblicazioni scientifiche di biologia marina. Appassionato di lungo corso, è autore di numerosi articoli di acquariofilia e dedicati all’allevamento del discus. Collaboratore di riviste italiane del settore, oggi i suoi lavori sono pubblicati prevalentemente all’estero. Infatti, collabora regolarmente con le più importan- ti testate internazionali, tra cui lo storico Diskus Brief (Germania), la prestigiosa rivista americana Tropical Fish Hobbyist (TFH) ed alcuni magazine asiatici. È co-autore del libro “Trophy Discus” edito dall’americana Cichlid Press. Relatore per conferenze sul “mondo acquatico”, Francesco è anche giudice di gara nei concorsi internazionali di discus, tra cui alcuni prestigiosi campionati in Europa ed in Asia. È stato fondatore del Gruppo Acquariofilo Salentino (GAS), ove riveste la carica di segretario. LUCIANO DI TIZIO (Responsabile sezione acqua dolce & laghetto) giornalista professionista, si occupa di acquari da oltre 40 anni. Ha spaziato in tutti i settori di questo hobby, con una particolare attenzione al dolce nostrano ed all’acquario mediterraneo. È stato tra i fondatori dell’Associazione Acquariofili Abruzzese, della quale è attualmente il presidente, ed è stato per sette anni presidente dalla FIAAE, la Federazione che negli anni ‘90 del secolo scorso raggruppò tutte le allora numerose associazioni italiane di acquariofilia e di terrariofilia. Ha allevato e riprodotto pesci, anfibi e rettili ed ha condotto, da solo o con altri esperti, numerosi studi sul campo sulla piccola fauna italiana. Ha scritto oltre 1000 articoli per riviste specializzate, in Italia ed all’estero, oltre ad una dozzina di libri divulgativi. È stato a lungo membro del comitato di redazione e direttore responsabile della rivista Aquarium. Come erpetologo ha partecipato e partecipa a congressi scientifici con propri lavori ed è coautore di diverse pubblicazioni. MARIO LOFFREDO (Responsabile sezione Link) è nato a Napoli il 9 marzo 1967 ed è cresciuto ad Ischia, dove è impegnato nel settore turistico. Ama profondamente il mare ed i suoi abitanti: avvicinatosi all’acquariofilia all’età di 14 anni non se ne è mai più allontanato. Per alcuni anni i suoi acquari sono stati i classici “da salotto”, ma in breve si è accorto che il suo vero interesse era rivolto più al comportamento ed alla biologia delle specie allevate, piuttosto che al colore e alla bellezza. Da diversi anni ha concentrato i suoi sforzi nella riproduzione di specie marine mediterranee. LORENZO LUCHETTA (Responsabile rubrica NonSoloAcquari) divulgatore naturalistico appassionato di piccoli mammiferi da compagnia, fauna montana, ed altri argomenti legati ad animali e piante. In merito a tali tematiche collabora con diverse riviste di settore ed ha scritto testi di cui è autore anche delle immagini. Si interessa da diversi anni come amatore di stagni naturali, acquari d’acqua dolce fredda e conchiglie. 7


DIEGO MARINELLI (Responsabile sezione Aquascaping) vive e lavora ad Avellino. Appassionato di fotografia naturalistica e acquariofilia, negli ultimi anni si è dedicato con successo all’aquascaping. Le sue partecipazioni ai più prestigiosi contest internazionali hanno sempre riscontrato ottimi risultati. Diego collabora come allestitore e consulente con alcuni importanti marchi internazionali, scrive articoli e guide sull’aquascaping e sulla gestione dell’acquario di piante per riviste e portali di acquariofilia, è chiamato a svolgere il ruolo di giudice in alcuni contest internazionali; le sue immagini sono usate nelle presentazioni di fiere ed eventi nel campo dell’ acquariofilia e in guide e cataloghi d’importanti aziende del settore. Diego racconta le sue esperienze sul suo sito/blog www.aquaproject.it. MIRKO MUTALIPASSI (Responsabile sezione Test & Recensioni) nato a Napoli nel 1983, da sempre ha coltivato la passione per il mare, la subacquea e gli acquari. Dopo una parentesi di studi presso la facoltà di Medicina e Chirurgia, si è laureato in Biologia delle Produzioni marine. Vanta numerose esperienze lavorative presso serre di importazione di pesci e invertebrati tropicali e collaborazioni con aziende del settore nella realizzazione di sistemi di filtraggio per acquari marini. Ha organizzato e presenziato a numerosi convegni di acquariofilia diretti principalmente ai negozianti del settore. ANTONIO PICCOLO (Responsabile sezione Come si fa) nasce a Napoli nel 1960. I suoi interessi sono: le arti, le scienze e la tecnologia. Opera nel campo della fotografia, video e musica. Dopo numerose mostre, concerti e performance, nel 1984 termina il corso di studi laureandosi in Scenografia presso l’Accademia delle Belle Arti di Napoli. Si trasferisce a Londra dove lavora con il regista americano Chatt Hall. Negli anni novanta si è occupato di fotografia naturalistica, ha lavorato nel campo della pubblicità, e-commerce e documentaristica. Attualmente è docente nella scuola secondaria, collabora con varie riviste on line e continua a produrre documentari e fotografie. MASSIMILIANO RAMBONI (Web Marketing) è un informatico che ha visto nascere i primi personal computer e ha visto quello che c’era prima di internet, molto prima della bolla del 2000. Già nel 1997 si occupava di sviluppo di siti internet e di Web Marketing; il tempo e l’esperienza lo hanno poi portato a gestire siti nei loro contenuti e posizionamenti nel mercato di Internet, e allo sviluppo di offerte pubblicitarie concepite per il mondo Web. Ora insieme al Web Master di www.Aquariophylia.eu è impegnato a traghettare il sito e la rivista in una nuova fase, ricca di novità e sorprese che non mancheranno di stupirvi. STEFANO CARLO ANDREA ROSSI (Responsabile sezione Acquario Marino Mediterraneo) geologo professionista, nato a Milano nel 1962, è cresciuto circondato da acquari domestici. Dopo una pausa post-universitaria ha messo i ramponi nel cassetto, ha ripreso ad immergersi con l’autorespiratore ed infine ad allestire acquari, con vasche di acqua dolce, di sole piante e, finalmente, ancora marine mediterranee, grazie ai gruppi incontrati sul web fino alla mailing list che evolverà in AIAM (Associazione italiana Acquario Mediterraneo, www.aiamitalia.it) di cui attualmente è presidente. L’impegno all’indipendenza, alla divulgazione e alla didattica, l’apertura al confronto ed i contatti con il mondo della ricerca sono tra gli obiettivi che considera prioritari per un’associazione di appassionati, così che un semplice hobby possa divenire anche strumento di crescita personale per tutti. 8


ROBERTO SILVERII (Responsabile Sezione Anabantoidi) abruzzese, è nato nel 1984 a Roma e vive da alcuni anni a Bologna, ove studia Medicina Veterinaria. La passione per l’acquariofilia nasce sin da bambino dall’amore per gli animali e matura poi con l’iscrizione all’Associazione Acquariofili Abruzzese. Grazie a Luciano Di Tizio ed Amedeo Pardi si concentra nell’allevamento di Betta splendens, e dal 2005 si dedica alle varietà di selezione. È co-fondatore e presidente dell’Associazione Italiana Betta, che ha raggiunto proprio nell’ultimo anno traguardi importanti nella diffusione dell’allevamento delle varietà “show” di Betta splendens. LUIGI STORONI (Responsabile Sezione Oltre il Vetro) L’architetto Luigi Storoni, nato a Napoli nel 1957, si è laureato con una tesi sul recupero architettonico di Pozzuoli. I suoi interessi spaziano nel campo dell’arte dalla pittura alla fotografia, dalla computer grafica alla progettazione architettonica, con particolare attenzione all’impatto ambientale e all’ ecosostenibilità. Attualmente è docente di Liceo Artistico a Napoli. SILVIO ARNONE (Autore) è un africanista ed appassionato acquariofilo. Vanta pluridecennale esperienza in ogni ambito afferente la conduzione dell’acquario, sia d’acqua dolce che marino; si è infine specializzato sulle specie africane, con particolare riguardo per i killifish. Ha soggiornato in diversi Paesi africani e nel 2009 si è trasferito definitivamente in Botswana, impegnando molto del suo tempo nell’esplorazione dei biotopi locali. MARCO GARGIULO (Autore) Fotografo e biologo marino quarantaduenne, condivide da bambino la passione per il mare con i suoi genitori, affermati fotosub di livello mondiale. Inizia ad immergersi con autorespiratore nell’estate del 1974 e inizia, undicenne, insieme al fratello Arturo, a scattare le prime foto subacquee. Partecipa con successo a numerose gare di fotografia in estemporanea e a concorsi nazionali ed internazionali. Dopo anni di lontananza dalle competizioni, nel 2009 fonda insieme ad amici subacquei il POSEIDON TEAM A.S.D., ricopre la carica di responsabile del settore Fotografia Subacquea e membro del Consiglio Direttivo. Ultimamente partecipa a numerosi campionati di fotosub, classificandosi al primo posto. Collabora con le riviste del settore, pubblicando articoli di biologia marina e reportage di viaggio. È webmaster, editore e moderatore del Poseidon Team A.S.D. GABRIELLA MALETI (Autore) è nata a Marano sul Panaro (Modena) nel 1942 e vive a Firenze. Fotografa, è anche autrice di numerosi video. È stata redattrice della rivista “Salvo imprevisti” e attualmente lo è de “L’area di Broca”. Con Mariella Bettarini ha fondato e cura le Edizioni Gazebo. Ha pubblicato dieci volumi di poesia e alcuni di narrativa, tra cui Amari asili (1995) tradotto in inglese dalle Edizioni Carcanet di Manchester, Sue poesie e racconti sono pubblicati su quotidiani, riviste e volumi antologici. MAURIZIO QUARTA (Autore) salentino verace, nasce a Lecce nel 1976 ed è laureato in Tecnologie per i Beni Culturali. L’acquariofilo che è in lui emerge da ragazzino, con un piccolo acquario di pesci rossi, per arrivare con successo al marino tropicale. Ma il primo amore non si scorda mai!. Così da alcuni anni dedica la sua vasca di oltre 600 litri all’allevamento di varietà pregiate di carassio. I suoi interessi abbracciano anche la fotografia e la collezione di piante grasse rare. Per diversi anni membro dello storico G.A.S. (Gruppo Acquariofilo Salentino), é tra i soci fondatori del neonato Salento Aquarium Club. 9


Il numero speciale sul Betta è stato

ogni numero pubblicato è una vera

distribuito ed eccoci, al termine di que-

impresa. Chissà se i lettori se ne rendo-

sta estate 2013, a ricominciare coi

no conto…

lavori al numero di settembre. Sembra

Abbiamo gran parte dei produttori

quasi routine ma non lo è mai (infatti

ostili alla nostra pubblicazione, consi-

siamo riusciti a produrre un certo

derata “non abbastanza allineata”.

ritardo anche questo mese!). Nelle

Siamo nel bel mezzo di una crisi che

condizioni estreme in cui lavoriamo,

pare sempre stia per terminare ma

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continua imperterrita a dominare tutti i settori del libero commercio (anche a causa di quei produttori di cui sopra, che non hanno compreso bene il ruolo fondamentale della libera stampa specializzata!). Abbiamo una popolazione di lettori apparentemente apatica, che invece di scaricare la rivista (gratuitamente), preferisce farsi inviare dei pdf da amici e parenti (quando non la scarica da portali taroccati!), riducendo così drasticamente il numero degli iscritti al nostro sito e facendoci apparire più deboli di quanto non siamo. La situazione appare poco promettente

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ma, come disse il bradipo in Era Glaciale, “c’è sempre un arcobaleno dietro ogni tempesta” e noi siamo qui in attesa di vederlo. Certo, con l’aiuto dei lettori potremmo avere qualche chance in più! Gli iscritti al sito non sono certo pochi. Prima di passare al nuovo, più efficiente sito web, eravamo in quasi quattromila. Poi abbiamo perso il conto, tra i nuovi e i vecchi, ma grazie a voi possiamo ricalcolare rapidamente per


ricostruire una famiglia compatta di

accadere, speriamo vivamente che

persone che desiderano cooperare per

qualcuno, più degno e più preparato di

la diffusione del nostro hobby. Ci siete?

noi, prenda il nostro posto, altrimenti

E allora, se siete sempre lì dietro al

sarà la fine per gli appassionati di

monitor, per quale motivo non scrivete

acquari nel nostro paese. Certo manife-

una letterina a Carassio?

stazioni fieristiche e mostre (ricordia-

Per quale motivo preferite inviarvi

mo che proprio in questo mese si apri-

grossi files pdf per posta elettronica,

ranno i lavori di Napoliaquatica),

invece di scaricare gli originali di ogni

potranno fare molto ma la mancanza

numero uscito?

di una pubblicazione specializzata

La vostra copia di Aquariophylia viene

nazionale e indipendente, in grado di

prodotta ogni mese al costo d’intenso

interpretare e potenziare gli interessi

lavoro da parte di autori, fotografi,

di tutti, avrà forti ripercussioni sulle

redattori e grafici. Rinunciarvi per

potenzialità dei singoli appassionati e

copiare il file del vicino o dell’amico è

degli stessi produttori.

un vero peccato. Piratare qualcosa che

Bisogna dunque decidere: riprendere a

potete avere in originale, gratis, è addi-

partecipare fattivamente o rinunciare

rittura sciocco, lasciatecelo dire. Ma

definitivamente. Voi da che parte

soprattutto, questa mancanza di par-

state? Attendiamo una risposta, nei

tecipazione (manca persino la volontà

fatti e nelle lettere, per sapere se inten-

di scaricare la propria copia della rivi-

dete promuovere la rivista “bandiera”

sta), condurrà al termine prematuro

dell’acquariofilia italiana. Noi non pos-

di quest’avventura.

siamo che continuare a fare il nostro

Chi proporrà stimolanti esperienze

lavoro, quello che sappiamo fare

dopo Aquariophylia? Chi premerà sul-

meglio. Produrremo finché potremo

l’acceleratore del mercato garantendo

una rivista ricca, corretta, interessan-

la sopravvivenza di produttori grandi

te e professionale. Voi, invece, decide-

e piccini? Chi assicurerà la qualità

rete se la rivista deve esistere e come

delle informazioni, fornirà recensioni

deve essere realizzata. Ora più che mai

dei prodotti più interessanti, racco-

Aquariophylia è vostra. Vediamo cosa

glierà il meglio dei reportages in varie

riuscite a fare per garantire che il

parti del mondo? Se dovesse proprio

sogno non abbia mai a finire. 12


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QUESTO NUMERO...

in breve Il percorso creativo dell’Aquascaper. Tutti gli aquascaper che conosco sono naturalisti, escursionisti, fotografi paesaggisti, amanti del verde, tutte persone dotate di grande sensibilità verso questi temi, tutte persone che cercano di riproporre le emozioni provate nelle loro esperienze, attraverso un paesaggio acquatico: per questo motivo il risultato finale è chiamato anche “acquario naturale”. L’ispirazione per un nuovo progetto proviene sempre da scene e atmosfere che, in qualche modo, sono rimaste impresse nella mente: maggiore è la capacità personale di osservazione, maggiore è il bagaglio d’informazioni accumulato nel tempo e migliore sarà la capacità di riproduzione dell’ambiente immaginato. Continua la serie più attesa dai nostri lettori, con un bellissimo contenuto tecnico. La riproduzione del pesce rosso. Un aspetto curioso del comune rapporto coi pesci rossi è che, malgrado siano veramente in pochi a non averlo mai allevato, almeno in boccia da piccoli e nonostante i tanti pesci rossi venduti ogni giorno, solo in pochi si applichino alla loro riproduzione. Questa, rimane un’attività principalmente legata all’allevamento professionale, o spontanea in laghetto. Eppure, riprodurre i pesci rossi non è poi molto difficile ma occorre prendere alcune precauzioni, a tutela delle uova prima e dei pesci appena nati (avannotti), poi. Questo ci porterà ad azioni diverse, a seconda che tentiamo la riproduzione in laghetto o in acquario ma di ciò parleremo dopo, prima vediamo come distinguere e scegliere i riproduttori. Nell’articolo, tutte le informazioni indispensabili per iniziare. Oggi parliamo di… Costia, una malattie dei pesci. Costia è un parassita molto serio per tutti i pesci d’acquario. Si tratta di un protozoo che attacca le mucose dei pesci ed è ritrovato più spesso annidato sulla pelle, specialmente nelle aree più sensibili e delicate, o sulle branchie dei pesci. Lo strato di muco che protegge la pelle dei pesci può, effettivamente, costituire un primo baluardo per il parassita ma non sempre è in grado di resistere all’attacco contemporaneo di moltissimi individui. Pertanto, se la malattia viene importata in acquario, ad esempio con un soggetto di recente acquisto, è possibile che esploda rapidamente, anche se le condizioni ambientali sono accettabili e il muco dei pesci è sano. Viaggeremo nel mondo di questo parassita e lo conosceremo meglio, grazie ai link del nostro esperto internauta. Reportage. Hobroni hwe hwe ennm kitwah. Non vi sveleremo il significato del titolo (dovrete leggere l’articolo) ma vi diremo subito che andare a pescare i pesci per il proprio acquario, è certamente il sogno di molti appassionati acquariofili. Il nostro autore-viaggiatore è riuscito a realizzarlo trasferendosi in Africa; qui riferisce in merito ad alcune sue escursioni in Ghana. Il bel paese africano non è il più intrigante in assoluto dal punto di vista acquariofilo, è comunque patria 14


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di alcuni soggetti di sicuro interesse. SEGUI IL LINK Essendo particolarmente interessato ai CLICCA killifish (Aphyosemion & Co.) le sue escurQUI! sioni sono focalizzate su biotopi a loro afferenti, anche se occasionalmente si adopera per incontrare soggetti appartenenti ad altre famiglie. Ecco a voi uno splendido contributo. Pesci fuor d’acqua? Acquariologia oggi. Cos’è l’acquariologia? Il dizionario definisce l’acquariologia come la “Disciplina che studia la fauna e la flora d’acquario”. La definizione, così com’è, è a mio parere un tantino fuorviante. Per studiare la fauna e la flora di un acquario, visto che l’acquario in quanto tale non nasce spontaneamente in natura, bisogna prima costruirlo e popolarlo e, per fare questo, bisogna avere già un’idea di cosa metterci dentro. Il cane che si morde la coda? Non del tutto. Le prime osservazioni devono necessariamente essere fatte in natura, in base a queste conoscenze, si può tentare di ricreare un ambiente simile in acquario e a questo punto siamo pronti a studiare fauna e flora comodamente seduti in poltrona, senza allontanarci da casa. Siccome però a questo punto è estremamente probabile che ci abbiamo preso gusto, lo studio è diventato un piacere e così l’acquariologia si è già trasformata in acquariofilia. Benvenuti nel club! Inizia con questo numero una serie di articoli sulla storia e il significato stesso degli acquari. AquaDom di Berlino. Berlino è sicuramente una città affascinante ed è fuori discussione che meriti una visita, possibilmente di diversi giorni. Ma, in quanti progettano una vacanza a Berlino pensando di andare a visitare un acquario tra i più sorprendenti? Eppure, se non siete mai saliti in ascensore all’interno di un acquario, ne vale la pena. Se poi non riuscite proprio a trovare il tempo, dovrete accontentarvi delle immagini proposte dalla nostra autri15


ce. Procediamo con ordine: in Spandauer Straße, non lontano da una buona parte dei musei più conosciuti della città, si trova un acquario della catena internazionale SeaLife, che comprende attualmente, oltre una trentina di acquari in tutto il mondo. L’acquario è interessante ma, vista la quantità di luoghi da visitare, tutti imperdibili, che offre Berlino, questa non è forse la meta più ovvia. Le esperienze dei lettori. Continuiamo con la pubblicazione dei vostri contributi, ogni qualvolta vorrete regalarcene. In questo caso un lettore ci spiega i dettagli della sua esperienza con la riproduzione di Corydoras. Non è certo l’articolo di un allevatore di lunga data ma siamo certi che potrà stimolare il vostro interesse e produrre un’ampia discussione sull’argomento nei mesi a venire. L’acquario del mese. Una rivista che non si rinnova continuamente, non è neppure degna di esistere. Per questo motivo affianchiamo le rubriche più interessanti del passato a nuove esperienze che, speriamo, potranno incontrare i vostri gusti. Abbiamo pensato, quindi, di iniziare questa nuova serie di articoli sull’allestimento di begli acquari proposti dai lettori stessi. Ogni mese vorremmo stimolarvi mostrandovi, con ampio corredo fotografico, come uno di voi è riuscito a operare, per filo e per segno, per ottenere un risultato degno di nota. Iniziamo questo mese con un acquario marino che senza dubbio farà sognare alcuni di voi e potrà, speriamo, meritare l’emulazione di tanti altri. Conchiglie da collezione, i Trochidi. Viaggio nel mondo di questi fantastici “gusci” che, da tempo immemore, sono oggetto d’interesse per l’uomo, che ha imparato a classificarli, custodirli e collezionarli. Presentiamo in questa scheda la famiglia dei Trochidi, conchiglie comuni ma assai apprezzate per forma e colori. Oltre il vetro. Un ampio salotto moderno. La televisione ci bombarda ogni giorno con le pubblicità dei salotti, magari venduti sottocosto. Certo si tratta di un angolo domestico di grande pregio, anche per questioni di “rappresentanza” ma siamo certi che un divano e due poltrone, possano creare la giusta atmosfera in salotto? Il nostro architetto ci accompagna in una interessante interpretazione dello spazio più ambito di casa. Un tuffo, una foto. Continuiamo con la rubrica delle magnifiche foto che ci auguriamo apprezzerete, nata da alcuni mesi. Un campione di fotografia subacquea ci racconta ogni mese, in modo sintetico, una sua esperienza inebriante. Lo fa con poche parole e un bello scatto perché… una foto vale più di mille parole.

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In questa sezione riceviamo le vostre lettere e rispondiamo sia sulla rivista sia per e-mail. Potete scrivere semplicemente collegandovi al nostro sito web (www.aquariophylia.it) ed utilizzando l’apposito spazio lettere. Ovviamente sono accettate anche lettere ricevute per posta normale, ma in questo caso i tempi di risposta sono molto più lunghi. Nei primi numeri la rubrica avrà l’aspetto che osservate, semplice e classico. In futuro, anche grazie ai vostri contributi, cercheremo di rendere le risposte sempre più “interattive” in modo che possiate contare sul parere di vari esperti per la risoluzione dei problemi sottoposti alla redazione.

www.aquariophylia.it UN ACQUARIO PER APISTOGRAMMA Ciao a tutti, possiedo un acquario 60 x 30 x 30 dotato di Pratiko 100 e riscaldatore esterno ETH 200 e vorrei mettervi degli

Apistogramma. Non avendo mai avuto esperienze dirette riguardo questi pesci, che però mi hanno sempre affascinato, vorrei sapere se è possibile allevare un maschio e due femmine e quale specie mi consigliate dato le ridotte dimensioni dell’acquario. Per quanto riguarda l’acqua, la mia acqua di rubinetto ha i seguenti valori: pH=7,1 KH=4 GH=5,5 NO2=0 NO3=0, secondo voi è necessario usare acqua a osmosi inversa, dato che sto pensando di acquistare un impianto per il caridinaio? Per i coinquilini, se è possibile inserirli, stavo pensando ai

Nannostomus, me li consigliate? E come ultima cosa, scusate le tante domande, per quanto riguarda la flora cosa mi consigliate? Lo so che ci sono tantissime piante da inserire nel biotopo degli Apistogramma, ma sto cercando quelle secondo voi più utili e adatte per questi pesci. Come illuminazione utilizzo una striscia a LED da 55 cm e 66 LED nella parte posteriore. Se le piante lo richiedono posso incrementare con altre strisce nella parte anteriore. Grazie in anticipo WaterWorld 18


Date le dimensioni dell’acquario e il filtro non

Consiglieremmo quindi un acquario speciale,

proprio “corazzato”, opteremmo per una spe-

anche se in condizioni normali non è indispen-

cie piccola ma preziosa, come Apistogramma

sabile, trattandosi di una specie piccola e

nijsseni. Questo magnifico ciclide è caratteri-

pacifica (quando la prole è assente!). Come lo

stico delle acque del fiume Carahuayte, ende-

stesso lettore suggeriva, la vegetazione può

mico delle sue acque scure ed è purtroppo in

essere molto varia: andrà decisa piuttosto in

pericolo di estinzione a causa della riduzione

base alle caratteristiche del fondo (che non

del suo ambiente naturale. Pertanto tutti gli

conosciamo) e della quantità di luce disponi-

individui presenti in commercio devono deriva-

bile. Non aumenteremmo l’irradianza prodotta

re da allevamento in cattività. È bello però

dai suoi led, in ogni caso, poiché questa spe-

sapere che si sta allevando una specie che

cie preferisce le acque poco illuminate.

potrebbe, prima o poi, sparire dalla natura,

Piuttosto potrà essere utile aggiungere della

perché questo ci offre la possibilità di contri-

torba attiva al filtro, perché gli acidi umici

buire alla sua sopravvivenza sul pianeta.

migliorano le condizioni ambientali e produco-

Raggiunge una lunghezza massima di 8 cm ed

no un’acqua alcalina, facendo sentire “a casa”

ha una colorazione molto vivace, con tinte di

questi magnifici pesci. Dopo averli riprodotti,

giallo e di verde e una magnifica orlatura rossa

senza dubbio, non riuscirà più a vivere senza

sul bordo della caudale. Viene chiamato “cicli-

di essi!

de nano” dagli autori anglosassoni e, in base alle caratteristiche del suo acquario, appare come un ospite eccellente per la sua vasca. In generale conviene allevare un unico maschio con più femmine. I valori chimici della sua acqua potrebbero andar bene persino per la riproduzione di questo pesce, anche se consiglieremmo di sostituire circa un terzo dell’acqua con liquido totalmente demineralizzato, in modo da renderla leggermente acida e un po’ più tenera. Volendo riprodurre questi pesci, converrà fornire dei ripari in pietra e tante piante ma la presenza di altri pesci potrà ostacolare la deposizione. In ogni caso, ove dovessero deporre, diverrebbero molto aggressivi contro qualsiasi ospite della vasca, inclusi i Nannostomus, riuscendo a uccidere persino pesci molto più grandi per proteggere la prole. 19


20


21


CORYDORAS SI RIPRODUCONO

in una piccola nuvola proprio in prossimità dei

E MUOIONO

pesci mediante una pipetta lunga, eventual-

Per quando riguarda la riproduzione dei

mente in associazione con un alimento liquido

Corydoras, gli avannotti muoiono dopo 2/3

per pesci ovipari. Dopo due giorni, quando il

giorni, potrebbe essere il residuo del blu di

sacco vitellino sarà stato completamente consu-

metilene? Ogni giorno cambio un mezzo bic-

mato, bisognerà necessariamente aggiungere

chiere d’acqua aggiungendo l’acqua dell’ac-

agli infusori, una coltura di rotiferi (es.

quario, da precisare che le uova le faccio

Brachionus), che potrà essere prodotta a partire

schiudere in una vaschettina di ridotte dimen-

dalle cisti, disponibili in commercio in alcuni

sioni, nel momento in cui prelevo le uova

negozi molto forniti o in rete. Infine, dopo un paio

aggiungo del blu di metilene e aspetto fino a

di giorni ancora, si cominceranno a ridurre le

quando le uova si schiudono, dopo di che

quantità di rotiferi, si elimineranno del tutto gli

tolgo una parte dell’acqua e aggiungo acqua

infusori e si aggiungeranno dei nauplii di Artemia

nuova dall’acquario dove hanno deposto.

(microcisti con dimensioni inferiori a 300-350

Per i primi due giorni dalla nascita non ho

micrometri). La quantità di Artemia somministra-

somministrato il cibo polverizzato essendo

ta dovrà aumentare nel tempo e, per questo

piccoli.

motivo, sarà necessario schiuderle in abbondan-

Vorrei capire la causa della loro morte, qual-

za in un apposito schiuditoio per allevatori o in

cuno mi può aiutare?

bottiglie di plastica. Il cibo secco in polvere potrà

Grazie

essere somministrato dal decimo-quindicesimo

Salvatore

giorno, quando le quantità di Artemia saranno progressivamente ridotte. In questo modo, le

Non crediamo che la causa della morte sia da

sue larve non avranno a morire d’inedia, come

individuare nel Blu di Metilene, anche se

apparentemente accade al momento.

potrebbe essere buona norma evitarne l’uso. Da quanto il lettore ci comunica, le larve di Corydoras non vengono nutrite per due giorni

IL BETTA VA IN VACANZA

e viene offerto poi del cibo in polvere, assolu-

Buon giorno a tutti, vorrei chiedervi un con-

tamente inadeguato per questi minuscoli esse-

siglio se così si può definire. Ho un Betta

rini. Vorremmo chiarire che le larve di questi

splendens da circa 5 mesi, nel suo acquario

pesci sono molto piccole ed hanno un sacco

da 25 litri compreso di filtro, ghiaia, una pian-

vitellino di dimensioni molto ridotte. Pertanto è

ta acquatica e una illuminazione led. Non rie-

necessario nutrirle sin dal primo giorno dopo la

sco a capire come inviarvi una foto tramite

schiusa, quando sono ancora parzialmente

blog. Comunque tutto è andato bene fino a

attaccate al substrato, utilizzando rotiferi e,

quando non è arrivato il momento di partire

possibilmente, una coltura d’infusori. La coltu-

per le ferie.Non volendo lasciarlo solo per 3

ra d’infusori può essere prodotta utilizzando

settimane, ho pensato bene di portarlo con

appositi prodotti in capsule che, lasciate in

me in vacanza insieme a 2 taniche da 10 lt

acqua per alcuni giorni, produrranno un odore

d’acqua per i cambi. Tutto sembrava perfet-

nauseabondo e la presenza di invisibili esseri-

to, il Betta sembrava non aver subito nessun

ni (per i nostri occhi), che saranno prontamen-

tipo di stress, fino all’ultima settimana quan-

te afferrati dalle larve. Dovranno essere diffusi

do ha incominciato ad appoggiarsi sul fondo 22


perdendo del tutto l’appetito. Solo battendo

realtà, i dati che ci vengono forniti sono troppo

sul vetro dava qualche cenno di movimento,

scarsi

nuotando però in modo strano e non regola-

Occorrerebbero particolari, che il lettore potrà

re. Sapete dirmi cosa può essere successo e

fornire eventualmente in prossimi messaggi sul

cosa si può fare?

forum. Ad esempio, come sono stati effettuati

per

dare

suggerimenti

precisi.

i cambi d’acqua? Il Betta è stato allevato in un In generale non è buona norma portare con sé

vero acquario (con filtro ecc.), o tenuto in una

i pesci durante il periodo delle vacanze: non

boccia con i semplici cambi d’acqua? È possi-

sono gattini! Sarebbe stato meglio lasciarlo nel

bile che i cambi abbiano prodotto sbalzi di

suo acquario, anche senza cibo per un paio di

temperatura? In questo caso sul corpo del

settimane. In genere i pesci resistono bene

pesce potrebbero essere apparsi dei minusco-

anche a lunghi periodi di digiuno. Una buona

li puntini bianchi. Si riesce a riconoscere dei

alternativa avrebbe potuto essere un distribu-

puntini bianchi sul corpo e sulle pinne? Quali

tore automatico di cibo: oramai si trovano a

sono i valori dell’acqua di allevamento? È certo

prezzi molto bassi.

che non siano presenti grandi quantità d’inqui-

Non è detto, però, che quanto osservato

nanti, quali ammoniaca e nitriti?

debba essere attribuito al periodo di “ferie for-

Il nuoto irregolare è, in genere, un sintomo di

zate”, anche se non possiamo escluderlo. In

malattie molto gravi ma non potremmo esclu23


dere che qualche parassita fosse già presente

Solo rispondendo alle nostre (numerose, lo

sul corpo del pesce e che si sia sviluppato a

ammettiamo!) domande, ci metterà in grado di

causa dello stress da spostamento, anche se

offrire un parere ponderato. Il consiglio fonda-

in cinque mesi di vita nel suo acquario, proba-

mentale però vogliamo ripeterlo: andando in

bilmente avrebbe dovuto già dare dei sintomi

vacanza, non è opportuno spostare i pesci dal

evidenti.

loro ambiente equilibrato.

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HelpOnLine: un nuovo servizio per i nostri lettori

26


Aquariophylia offre un nuovo servizio gratuito online, attivo dal mese di Settembre 2013: s

ogni mese nella rivista verrà pubblicata la password di accesso al ser-

vizio, in modo da limitarlo agli effettivi amici della rivista (in futuro potremmo proteggerlo diversamente) s

inserite la password per accedere al formulario

s

riempite il formulario in tutti i suoi campi ed inviateci la mail

s

le risposte saranno inviate entro 48 ore o, quando possibile, più rapida-

mente.

Riceverete la risposta sempre per posta elettronica, e gli argomenti più interessanti troveranno posto anche sul forum. Per dubbi e domande siamo, come sempre, raggiungibili all’indirizzo: aquariophylia@gmail.com Grazie e buona aquariophylia a tutti Voi.

La psw di questo mese (valida fino alla pubblicazione del prossimo numero di Aquariophylia) è

0912 27


IL PERCOR CREATIVO DELL’AQU di Diego Marinelli Un aquascape è sempre il risultato del tentativo di riprodurre una personale e intima visione, il racconto di un’esperienza, il frutto del rapporto tra l’autore e i temi della natura. Tutti gli aquascaper che conosco sono naturalisti, escursionisti, fotografi paesaggisti, amanti del verde, tutte persone dotate di grande sensibilità verso questi temi, tutte persone che cercano di riproporre le emozioni provate nelle loro esperienze attraverso un paesaggio acquatico: per questo motivo il risultato finale è chiamato anche “acquario naturale”. L’ispirazione per un nuovo progetto proviene sempre da scene e atmosfere che in qualche modo sono rimaste impresse nella mente: maggiore è la capacità personale di osservazione, maggiore è il bagaglio d’informazioni accumulato nel tempo e migliore sarà la capacità di riproduzione dell’ambiente immaginato. Il percorso creativo dell’aquascaper inizia sempre dalla capacità di trarre esempio dalla natura, che in termini pratici significa fermarsi a osservare, ad esempio, come le radici degli 28


RSO O ASCAPER Layout appena allestito

29


Esempio dalla natura 30


Natura riprodotta in acquario

alberi si sono sviluppate nel tempo in mezzo alle

tanza, magari facendogli assumere una posi-

rocce, il modo in cui muschi e felci prendono

zione corrispondente alla sezione aurea e pre-

possesso di una zona umida a bordo di un

vedere, in seguito, la disposizione degli altri

fiume, la disposizione casuale di un gruppo di

arredi in modo proporzionale e secondo le

massi in una radura o i fenomeni di corrosione

regole dell’equilibrio visivo.

causati dallo scorrere dell’acqua o dal vento.

Riportare su carta anche attraverso un sempli-

Lasciarsi ispirare dagli acquari vincitori dei con-

ce schizzo il nostro progetto, ci sarà di grande

test o tentare di imitare vasche viste magari su

aiuto per la fase successiva: quella della scelta

internet, è sempre sbagliato, perché non saran-

dei materiali.

no il prodotto di vere emozioni personali e spes-

Questa fase è davvero molto importante per il

so saranno prive di espressività e originalità.

risultato finale, infatti, il ruolo dei legni e delle

L’Aquascape deve essere inteso come un’i-

rocce è sia quello di dare una forma al nostro

dealizzazione di una scena, non una sua copia

layout, sia quello di dare naturalezza ed ele-

perfetta, se ne deve riuscire a trasmetterne

ganza all’acquario. Nel caso descritto prece-

l’essenza, le sensazioni. Per fare ciò si proce-

dentemente, si dovrà cercare una radice capa-

de al progetto di layout estrapolando dalla

ce di incrementare il valore estetico della com-

scena immaginata dei punti cardine, che

posizione e che sia in grado di rappresentare

saranno le basi da cui far partire in termini pra-

l’albero nel modo più suggestivo possibile.

tici la nostra realizzazione. Ad esempio, se si è

È quindi fondamentale non compiere scelte

immaginata una scena con dei grandi alberi ai

affrettate ma scegliere con i giusti criteri, osser-

margini di un fiume con le radici in evidenza,

vando e valutando, negli oggetti da utilizzare, le

uno di questi alberi potrà essere il punto foca-

seguenti caratteristiche:

le del nostro layout e gli si dovrà dare impor-

- la dimensione: scegliere i legni o le rocce delle 31


Materiali: venature e texture

giuste dimensioni capaci di dare al layout le per-

un legno e per donare naturalezza al layout.

fette proporzioni non è sempre facile, vanno

Non dimentichiamoci che stiamo per allestire

considerate le misure della vasca e si deve tener

un acquario naturale, una riproduzione di una

conto di diverse cose tra cui (la più importante)

scena naturale e quindi tutti gli elementi devo-

la possibilità che le piante acquatiche nel tempo

no essere scelti in base alla loro capacità di

possano prendere il sopravvento andando a

esprimere un senso di naturalezza. Per il rag-

coprire tutti gli arredi, con la conseguenza che il

giungimento di questo scopo le venature delle

layout iniziale non sarà più visibile.

radici e le incavature delle rocce sono davvero

- la forma: se si dispone di un progetto preci-

fondamentali e sono un parametro da tenere in

so, la forma dei materiali dovrà contribuire alla

forte considerazione anche in fase di allesti-

sua realizzazione e quindi si sceglieranno

mento: si deve fare in modo che le parti più

rocce dalla forma allungata, se dovranno esse-

belle degli arredi scelti, restino sempre visibili,

re disposte verticalmente per metterne in evi-

non disporli in zone d’ombra ed evitare che le

denza le parti superiori, con le parti inferiori

piante vadano a coprirli.

coperte dalla vegetazione; oppure si sceglie-

Il percorso creativo dell’aquascaper termina

ranno forme più tozze, se le rocce dovranno

con la scelta delle specie di piante acquatiche

essere posizionate sul substrato a formare una

da inserire nel progetto. Questa fase non è

base su cui appoggiare legni o piante.

intuitiva come le altre ma richiede conoscenza

- la texture: è l’attributo forse più importante

approfondita delle diverse specie ed esperien-

per determinare la bellezza di una roccia o di

za sulle esigenze di coltivazione. 32


Scelta dei materiali: albero

33


La riproduzione del pesce rosso 34


di Maurizio Quarta Un aspetto curioso del comune rapporto con i pesci rossi è che, malgrado siano veramente in pochi a non averlo mai allevato almeno in boccia da piccoli e nonostante i tanti pesci rossi venduti ogni giorno, solo in pochi si applichino alla loro riproduzione. Questa, rimane un’attività principalmente legata all’allevamento professionale o spontanea in laghetto. Eppure, riprodurre i pesci rossi non è poi molto difficile ma occorre prendere alcune precauzioni a tutela delle uova prima e dei pesci appena nati (avannotti), poi. Questo ci porterà ad azioni diverse, a seconda che tentiamo la riproduzione in laghetto o in acquario ma di ciò parleremo dopo, prima vediamo come distinguere e scegliere i riproduttori. L’insieme dei caratteri morfologici che consentono di distinguere esternamente i due sessi (dimorfismo sessuale), è poco evidente nei pesci rossi. Se i pesci sono sessualmente immaturi o non siamo nel periodo riproduttivo, è praticamente impossibile distinguere i sessi. Per poter distinguere, limitatamente alla stagione riproduttiva (primavera) i maschi dalle femmine, occorre che i pesci abbiano raggiunto la piena maturità sessuale: nei maschi, maturi già dal 2° anno di vita, compaiono dei piccoli tubercoli nuziali bianchi nell’area della testa e delle branchie, estendendosi, a volte, anche alle pinne pettorali, tuttavia tali tubercoli non sempre sono evidenti. Le femmine, mature dall’età di 3 anni, avranno il ventre gonfio di uova. L’età riproduttiva migliore va dai 3 agli 8 anni; esemplari più vecchi spesso si riproducono con più difficoltà. Le varietà comuni sono facilmente riproducibili in laghetto, mentre per quelle più pregiate è più agevole controllarne le varie fasi in acquario. La stagione degli amori è in primavera, con

Una curiosità. Il pesce rosso può riprodursi per ginogenesi: l’uovo si sviluppa senza essere stato fecondato ma “attivato” semplicemente dagli spermatozoi di altri Ciprinidi (carpa, tinca, carassio comune, ecc.) presenti nel medesimo ambiente, senza scambio di materiale genetico. I pesci che nascono sono tutte femmine e hanno lo stesso DNA della madre.

l’aumento della temperatura sia in laghetto sia in acquari non riscaldati; in vasche dotate di riscaldamento può anche accadere che i pesci si riproducano anche in autunno o in inverno. L’accoppiamento è spesso piuttosto tumultuoso, con spruzzi in superficie e ripetuti e prolungati inseguimenti da parte del maschio, che cerca di spingere la femmina verso una zona ritenuta idonea alla deposizione, finché la donzella, sfiancata, capitolerà. Nei laghetti, i riproduttori si portano presso la riva, in acqua anche molto bassa e la femmina depone migliaia di uova (generalmente fino a 50.000, a volte anche molte di più). E qui inizia una dura battaglia per la vita. I pesci rossi, infatti, non praticano alcuna cura parentale, anzi, se affamati, i genitori non esitano a divorare sia le uova sia gli avannotti! Per salvaguardare le uova e i futuri nascituri, la soluzione migliore consiste nel separare le uova appena deposte dai genitori. Sono due le soluzioni possibili: allontanare temporaneamente i genitori finché i piccoli non siano abbastanza grandi da non correre rischi, soluzione 35


certamente più indicata per l’acquario che non per il laghetto; oppure, recuperare le uova e farle schiudere in acquario o in bacini privi di pesci. A tal scopo si possono disporre, lungo le rive del laghetto, fasci di piante a foglie fini o di muschi acquatici ai quali le uova aderiranno e poi raccoglierli e spostarli in altre vasche. In alternativa, è consigliabile far crescere sotto riva cespugli di piante acquatiche a foglie fini (elodee, ceratofilli, miriofilli, ecc.), che costituiranno un naturale supporto e rifugio per le uova e gli avannotti. Anche in acquario, la soluzione ideale è separare i genitori dalla prole, disponendo numerosi cespugli di piante a foglie fini o di muschi acquatici cui far aderire le uova, per poi spostarle in un’altra vasca (anche di poche decine di litri) priva di pesci e riempita con acqua proveniente dallo stesso acquario dei genitori.

Attraverso una pietra porosa collegata a un aeratore, garantiremo un costante ma non eccessivo movimento dell’acqua, alla quale è vivamente consigliabile aggiungere un prodotto funghicida, per prevenire pericolose micosi in grado di colpire rapidamente tutte le uova. In acquario, le dimensioni della vasca sono molto importanti durante la riproduzione, poiché non è detto che una vasca sufficiente all’allevamento di un gruppo di carassi adulti, lo sia anche per la loro riproduzione. I prodotti sessuali rilasciati sono, infatti, molto inquinanti e spesso sono rilasciati contemporaneamente da tutti i riproduttori, con il rischio di mettere a dura prova il filtro. È indispensabile, quindi, effettuare dei cambi d’acqua extra durante queste ore, aumentando la movimentazione della superficie, per favorire l’ossigenazione. Non è affatto una cattiva idea affiancare a quel36


lo principale, un filtro rapido supplementare. Un fattore da tenere assolutamente in considerazione durante il periodo riproduttivo è l’alimentazione dei nostri aspiranti genitori pinnuti; l’attività riproduttiva richiede un notevole dispendio di energie e i nostri beniamini vanno nutriti in maniera abbondante e con alimenti il più possibile vari e di qualità, alternando ottimo secco con cibo surgelato, liofilizzato e verdure fresche sbollentate, naturalmente senza esagerare, per non aumentare l’inquinamento dell’acqua! In laghetto, le uova si schiudono in circa una settimana, con una temperatura di 18 – 20 °C, in acquario, a 25 °C, la schiusa inizia dopo 72 ore circa. Gli avannotti, alla nascita, sono quasi trasparenti e lunghi 3 – 4 mm; per i primi 3-4

giorni si nutriranno riassorbendo il sacco vitellino, riserva di sostanze nutritive residuo dell’uovo, contenuta in una specie di pancione. A riassorbimento avvenuto, tocca a noi alimentare i piccoli carassi, che, nel frattempo, avranno iniziato a nuotare (in laghetto generalmente trovano da soli il nutrimento di cui necessitano). Vanno alimentati con naupli d’artemia fatti schiudere in casa, acquistando le uova nei negozi di acquariofilia e con mangime in polvere. Dopo un paio di settimane, possiamo somministrare anche mangime surgelato molto piccolo, come i copepodi. Fondamentale è seguire la regola del “poco e aspesso” nel distribuire il cibo, per non causare massicci inquinamenti dell’acqua, dovuto al mangime in eccesso che i piccoli pesci non riescono a

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consumare; nel primo mese di vita, l’ideale è alimentare i nostri piccoli neo-arrivati 4 – 5 volte al dì. È importante poi, fare dei cambi d’acqua nella misura del 10 – 20%, 2 – 3 volte a settimana. Se ben allevati, i piccoli carassi crescono rapidamente, fissando la colorazione e raggiungendo i 5 – 6 cm durante il primo anno di vita. Mentre tiriamo su i nostri piccoli pesci, arriva il momento in cui occorrerà affrontare il problema della selezione. A meno di possedere una batteria di vasche in cui dividere e smistare i pesci man mano che crescono, l’acquario scelto per la schiusa diverrà ben presto troppo piccolo per sostenere adeguatamente la crescita di tutti i pesci rossi. Occorre, quindi, sele-

zionare fin da subito, scegliendo quelli che non presentano forme strane, deformazioni e crescita stentata, trovando soluzioni alternative, eticamente accettabili, per i pesci in esubero: regalandoli, vendendoli, distribuendoli in altri laghetti o acquari. In conclusione, riprodurre i nostri pesci rossi, tirando su tanti piccoli carassi, seguendone lo sviluppo e la comparsa della colorata livrea, garantisce una gioia immensa; ma ci dà anche delle responsabilità, perché i nuovi arrivati hanno le loro esigenze e dobbiamo garantirgli abbastanza spazio per poterli ospitare e tempo da dedicargli. E i nostri cari pesci rossi, come sempre, sapranno ricompensarci delle cure che doneremo loro.

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di Carassio Aurato Forse alcuni di voi non mi conoscono... Ebbene sì! Sono proprio un pesce, e allora?

Se non l’avessi visto non ci crederei neppure io. Davvero fenomenale. Il capo (inchino) era assorto nei suoi pensieri cupi e Betta, la solita lecchina, gli porgeva the e biscottini sussurrandogli che in fondo la situazione non è tanto nera… che dietro la nube c’è sempre l’arcobaleno e altre mielosità del genere. Pueu! Mielosa. Non so se lo faccia per sincera devozione, o per perorare la richiesta di aumento di stipendio che mensilmente le viene negata. Stavo quatto quatto dietro un sasso a osservare la scena disgustosa quando entra in redazione un tipo dal fare sicuro, giacca, bastone e pastrano. Sarà mica un possibile sponsor? Forse le preghiere del capo sono state esaudite, mi andavo dicendo. Il tale si guarda intorno con fare altezzoso, poi abbassa lo sguardo verso il capo (senza inchino, naturalmente) e pronuncia deciso “Bongiorno”. Il capo, leggermente intimorito, risponde “buongiorno a lei, come posso esserle utile”. Non starò qui a raccontarvi le discussioni che ne seguirono (riservate), ma da quanto ho potuto comprendere, il tipo ha fatto delle proposte “che non si possono rifiutare”. Proponeva di finanziare totalmente la rivista, offrire una paga a tutti i redattori e qualche scaglia pregiata per me (bontà sua). Ha parlato di “salvare” la rivista, 42


come se si trattasse di un malato moribon-

e termoriscaldatore, e mi trasferisco in

do. Il capo inizialmente appariva molto inte-

un’altra redazione. Farò soldi a palate! Già,

ressato, come se avesse voluto dire “era ora

un’altra redazione… e dove la trovo? Certo

che qualcuno si accorgesse di noi!”.

non in Italia. Dovrò espatriare. Forse emi-

Apparentemente il grasso signore sapeva il

grare in America o in Germania. Beh, tanto

fatto suo, pochi capelli e occhietti vispi, per-

peggio: sono un tipo cosmopolita io e non mi

ché ha reso la cosa molto appetibile. Il capo

fa certo paura viaggiare. I miei erano origi-

era in brodo di giuggiole. Poi ha cominciato a

nari della Cina, poi sono passato in America,

fare domande e qui la conversazione è dive-

varie parti dell’Asia ed in Europa. Insomma,

nuta meno piacevole. Non posso darvi conto

cosa avrei da perdere? Eppure questi tipi

di tutti i dettagli, ma pare che il signore pela-

della redazione mi fanno quasi tenerezza,

to volesse una contropartita inaccettabile.

coi loro innocenti sogni di grandezza senza

Chiedeva al capo, in pratica, di dargli una

compromessi. Facciamo così: gli darò ancora

mano (o qualcosa in più) per mettere a tace-

un pochino di tempo. Poi, se non si decide-

re alcuni concorrenti ad essi poco simpatici.

ranno a scendere a migliori consigli, ovvero,

Tutto lecito, naturalmente. Semplicemente

ad accettare qualche proposta indecente per

una “lucrosa e fruttuosa alleanza strategi-

diventare finalmente ricchi e famosi, met-

ca”. Il capo ha fatto notare che era suo dove-

terò insieme le mie cose per trasferirmi

re garantire l’indipendenza della rivista e

altrove. Ma state tranquilli, vi terrò infor-

rimanere al di sopra delle parti. Il tipo ha

mati sui miei spostamenti e, prima o poi, mi

risposto che resterà anche al di fuori dei gio-

vedrete ricomparire da qualche parte,

chi. Insomma, io dico, ad essere corretti non

magari su una rivista in lingua inglese.

si guadagna nulla e questa è una buona

Ovviamente voi potete fare molto per il capo

dimostrazione della legge fondamentale. Ma

e la sua redazione. Stategli vicino. Scrivete

il capo, a quanto pare non l’ha ancora capito.

ed iscrivetevi. Fate iscrivere i vostri amici.

Non so dove ci porterà questa sua ostinazio-

Solo così si potrà vincere l’arroganza del

ne alla rettitudine a tutti i costi. Tanto non

signore Senzanome. Provateci. Nessuno di

gli crede nessuno… tantomeno i suoi benea-

voi ha il coraggio di tentare? Talvolta l’e-

mati lettori! E poi, dico io, basta che non si

sempio è contagioso e dietro il primo di voi

violino le leggi e poi tutto è permesso, in

che vorrà prendere le redini di questo

commercio come in amore. O era la guerra?

sogno, sarà presto seguito da molti.

Ma dico io, tu puoi essere al sicuro nella tua

L’ambiente non è sempre ospitale e le diffi-

casetta comoda, un frigo ben fornito e doppi

coltà non mancano. Tuttavia c’è ancora spa-

servizi. Cosa ti manca? E invece no! Questi

zio per chi voglia agire invece di subire.

preferiscono vivere sotto i ponti in nome di

Beh, insomma, se mi intendete, fate un po’

una religione della correttezza che non ci

voi!

porterà certo da nessuna parte. Oh, io pro-

Vostro, enigmatico

prio non li capisco e quasi quasi metto insie-

Carassio

me le mie quattro proprietà, vasca aeratore 43


vai col...

ww w

link! a cura di Mario Loffredo In questa rubrica prendiamo in considerazione ogni mese un argomento di base, per guidarvi nella perfetta

comprensione dei

principi e

delle tecniche che ogni buon acquariofilo dovrebbe conoscere. Oramai la

rete offre una vasta gamma di notizie in proposito e non è necessario, dunque, che Aquariophylia predisponga articoli specifici in merito. La rete, però, contiene anche tante notizie errate, non essendo verificate in alcun

esperto della rivista si prenderà cura di leggere ed esplorare suggerendo solo pagine corrette o, perlomeno… non totalmente scorrette! In tal modo potrete godere di una navigazione “sicura”, sfruttando le recensioni proposte ogni mese. Vi modo. Per questo motivo un

proporremo pagine in varie lingue, per assecondare le vostre preferenze, indicate dalle

bandierine

al fianco di ogni link, per assecondare le

vostre preferenze. Accetteremo ovviamente con grande piacere anche i vostri

suggerimenti:

se avete trovato una pagina particolarmente

interessante, inviateci un riferimento e saremo felici di valutarla ed eventualmente recensirla. 44


Oggi parliamo di…

COSTIA, una malattia dei pesci Le chiamano “malattie dei deboli”, riferendosi a Costia, Chilodonella e Trichodina. A parte il fatto che i nomi scientifici dei parassiti hanno subito mutamenti nel corso degli anni, resta il concetto basilare di alcuni protozoi che sarebbero in grado di attaccare pesci indeboliti da avverse condizioni ambientali. Anche questo concetto andrebbe rivisto, in realtà, dal momento che alcune di queste parassitosi sono state osservate a carico di popolazioni di pesci in natura, perfettamente adattati ed in condizioni ambientali eccellenti. Costia è un parassita molto serio per tutti i pesci d’acquario. Si tratta di un protozoo che attacca le mucose dei pesci e viene ritrovato più spesso annidato sulla pelle, specialmente nelle aree più sensibili e delicate, o sulle branchie dei pesci. Lo strato di muco che protegge la pelle dei pesci può effettivamente costituire un primo baluardo per il parassita ma non sempre è in grado di resistere all’attacco contemporaneo di moltissimi individui. Pertanto, se la malattia viene importata in acquario, ad esempio con un soggetto di recente acquisto, è possibile che esploda rapidamente anche se le condizioni ambientali sono accettabili ed il muco dei pesci è sano. Proprio lo spessore ed il colore del muco costituiscono infatti i primi sintomi di malattia. Se si osserva un muco bianchiccio, opaco, specialmente quando osservato in luce radente, tale da apparire

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come coperto da ampie macchie traslucide, è possibile che i pesci siano stati infettati da Costia. I pesci inoltre cominciano a sfregarsi contro le foglie delle piante e gli oggetti dell’arredamento dimostrando un evidente fastidio epidermico. Quando il parassita colpisce le branchie si osserva naturalmente respirazione accelerata. Nella malattia in stato avanzato i pesci possono mostrare nuoto a pinne chiuse, difficoltà a mantenere l’assetto e mancanza di appetito. Per facilitare la guarigione, dopo essersi assicurati della qualità dell’ambiente e dell’acqua, sarà opportuno iniziare un trattamento anti-protozoici, con verde malachite, blu di metilene o acriflavina, possibilmente con l’aggiunta di alcuni cucchiai di sale grosso da cucina, che accelera l’eliminazione del parassita. http://www.acquariolife.it/acquario-dolce/malattie/23-protisti-patogeni/154-la-triade-dei-deboli.html http://www.acquaportal.it/articoli/dolce/malattiealghe/malattie/PROTOZOI.ASP http://www.inseparabileforum.com/forum/topic_TOPIC_ID_42815.htm

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http://web.tiscali.it/discusbruz/bruz19.htm http://www.damacquari.it/modules.php?name=News&file=article&sid=18

http://www.acquariofiliaitalia.it/acquacoltura/igine-e-sanita-nellacquacoltura/elenco-specie-ittiche-e-patologiecomuni.html http://hobbydiscus.com/utilita/informazioni-legali/4-riproduzione http://www.gafonline.it/index.php/articoli-dei-simpatizzanti/129-le-malattie-piu-diffuse-in-mikrogeophagus-ramirezi

http://pets.petsmart.com/guides/fish/common-fish-ailments.shtml http://en.mimi.hu/aquarium/trichodina.html http://www.tropicalfishkeeping.com/tropical-fish-diseases/medicines-9117/

! k n i l

http://www.aquariacentral.com/forums/showthread.php?135493-List-of-Treatments-and-Contraindications http://www.oscarfish.com/article-home/healthdisease/120-the-essential-aquarists-medkit.html http://eekers.paper-tigers.org/fishnthings/just_diseases.html

http://de.mimi.hu/aquarium/trichodina.html

http://www.malawipoint.de/include.php?path=article&contentid=21 http://home.arcor.de/reneweis/krankheiten.htm

http://thomas-pritzkow.de/Krankheiten/Krankheiten.html http://aquadisk-masuba.de/5625.0.html

http://www.koi-live.de/viewtopic.php?t=17725&sid=5c142a67a552cd7e5fe6d2628e2c8438 http://koicrew-europe.de/catalog/pdf/Parasitaeres_Fruehjahrserwachen_S.pdf

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Sprung’s Sea Veggies:

info&cPath=35&products_id=156

alimenti e integratori http:http://www.reefsnow.com/store/index.php?main_page=product_

e novità

RECENSIONI

CATEGORIA

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un ristorante vegetariano a portata di mano 50


Il rispetto delle caratteristiche degli organismi allevati è alla base di un’acquariofilia consapevole. L’utilizzo di mangime secco, in forma granulare o in fiocchi, deve essere accompagnato, quando possibile, dalla somministrazione di alimento vivo, surgelato e liofilizzato. Non tutti gli organismi allevati hanno le stesse necessità alimentari e l’utilizzo di una gamma di mangimi differenti aiuta il corretto allevamento delle varie

alga pronta all’uso, veloce da reidratare ed arricchire con vitamine

specie presenti nei nostri acquari. Molti pesci si alimentano di alghe superiori, di epifiti e di quant’altro riescono a procurarsi “brucando” sul fondale marino; l’utilizzo di alghe liofilizzate è per tali animali un’utile integrazione alla dieta di base somministrata. A tal proposito abbiamo testato un prodotto

evitare la formazione di umidità e pericolose muffe

d’oltreoceano, il Julian Sprung’s Sea Veggies commercializzato dalla americana Two Little Fishies

e

disponibile

in

Italia

sul

sito

www.ReefSnow.com. Il prodotto consta di un’alga rossa, la Palmaria palmata, in forma essiccata, conservata all’interno di un comodo flacone alluminico. Sono disponibili nella stessa linea anche l’alga verde Porphyra yezoensis e l’alga (rossa) dal colore viola Porphyra sp. Basta aprire il flacone a tenuta ermetica, raccogliere una sfoglia d’alga, re-idratarla in un bicchierino con pochi centilitri di acqua marina e

L’utilizzo di tale alimento è consigliabile anche in

dosarla in acquario, possibilmente ancorandola

acqua dolce ove rappresenta una giusta integra-

ad un arredo o bloccandola con una calamita

zione per molti ciclidi dei laghi africani e ciprinidi

qualsiasi (anche una calamita pulisci-vetro è

a dieta vegetale ecc.

adattabile all’uso).

Il nostro consiglio è di utilizzare l’alga una o due

L’appetibilità dell’alga da noi testata è elevata:

volte a settimana come unico alimento, e di

nel nostro acquario marino di test è stata consu-

aggiungere poche gocce di vitamine durante la

mata rapidamente sia dai vari esemplari di

reidratazione della stessa; in tal modo l’alga

Acanturididae da noi ospitati, sia da un esempla-

aumenta il proprio potere nutritivo veicolando ai

re di Pomacanthus semicirculatus. Anche un

pesci non soltanto i sali minerali e le proteine di

Diadema setosum, a cui abbiamo gentilmente

cui è ricca, ma innalzandone anche i già buoni

offerto l’alga, si è affrettato a divorarla facendo

livelli di vitamine del gruppo A, C, B, E. È oppor-

ben attenzione a restare protetto tra le sue lun-

tuno dosare la giusta quantità di alimento che

ghe spine (e tentando gentilmente di infilzarci

andrebbe altrimenti sprecato, disfacendosi nel-

con esse).

l’acqua. 51


alimenti

http:http://food4fish.co.uk/product.php?n=calanusreg-pellet&i=70

e novitĂ

RECENSIONI

CATEGORIA

BCUK Aquatics Calanus pellets:

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morbidi granuli di freschezza 52


L’utilizzo di granulati estrusi a freddo permette la conservazione di un gran numero di sostanze altamente nutrienti, che andrebbero perdute in seguito a trattamenti di estrusione a caldo. L’uso di tale classe di mangimi granulati ha, però, alcune controindicazioni, poiché non sempre presentano un’elevata appetibilità e il giusto tempo di

nutriente, morbido e facilmente “masticabile”

galleggiamento. La granulometria è un fattore importante nella determinazione del target alimentare degli animali da noi ospitati: granuli grandi sono, per ovvi motivi, virtualmente inaccessibili a pesci dalla taglia ridotta.

velocità di affondamento elevata

Il mangime da noi testato, il Calanus in pellets, prodotto da BCUK Aquatics e distribuito in Italia da Reefsnow.com, è un mangime in forma granulare che si presenta soffice, facilmente separabile e resistente per medi periodi in acqua. All’apertura del barattolo siamo stati investiti da un forte odore che sicuramente è indice della freschezza del prodotto. Dosandolo in acquario abbiamo osservato un iniziale tentennamento dei nostri animali più grandi, in particolare di alcuni Acanturidi, probabilmente spaesati dall’odore particolare dell’ali-

sizione dell’alimento, arricchita di acidi grassi

mento. Dopo che i primi granuli sono arrivati sul

polinsaturi (i famosi ˆ3 e ˆ6) e sali minerali,

fondo e sono stati “aggrediti” dalla nostra squa-

dovrebbe assicurare un’ottimale alimentazione ai

dra di Lysmata debelius, i pesci hanno colto l’op-

nostri amici. Infine tale cibo è arricchito di vitami-

portunità e si sono fiondati a capofitto sull’ali-

ne liposolubili quali la vitamina A, D, E, K. Il man-

mento. La sofficità dell’alimento permette, come

gime è disponibile in due granulometrie, da 1 o

già accennato, anche ad alcuni pesci più picco-

da 2,5 millimetri di diametro. Nel caso di pesci

li, in questo caso dei Chromis viridis, di accede-

planctofagi e dalla bocca piccola occorrerà smi-

re almeno parzialmente all’alimento. La compo-

nuzzare manualmente l’alimento. 53


http://www.eheim.com/en_GB/products/technology/air-pumps/air-pump

e novitĂ

RECENSIONI

CATEGORIA accessori

Eheim 100 air pump:

aria e silenzio

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z

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L’aeratore è una delle attrezzature più antiche e maggiormente usate in acquariofilia. Il concetto è estremamente semplice ed efficace: un flusso d’aria costante viene prodotto, diretto attraverso un tubo di diametro ridotto (generalmente 6 mm), all’interno dell’acquario, tale da superare la pressione idrostatica che vi si oppone (dipendente dall’altezza della colonna d’acqua). silenzioso e dal consumo contenuto. Valvola di regolazione

L’aeratore è uno strumento utilissimo che non dovrebbe mancare nella casa di un acquariofilo: connesso ad una porosa permette di aumentare lo scambio gassoso e il movimento e può fungere da “motore” per un filtro biologico (detto appunto ad aria) o per uno skimmer, contenente una porosa di tiglio. Il grande problema di tale strumento, che a

la percezione del rumore è estremamente soggettiva!

nostro parere ne ha limitato nel tempo la diffusione, è da ricondursi alla grande quantità di “rumore” diretto (causato dall’oscillazione dello stantuffo della pompa) e indiretto (causato dalla vibrazione del corpo plastico sui circostanti arredi) che ne preclude un utilizzo esteso nell’acquariofilia moderna. Tutto ciò, tenuto in considerazione che molti acquariofili hanno l’acquario in camera da letto o in soggiorno, rende di fatto l’oggetto relegato al ruolo di strumento di “emergenza”, da usare in caso di problemi e come semplice soluzione temporanea. Esistono in commercio soluzioni di elevata qua-

carsi nell’ottima silenziosità del prodotto: anche

lità che permettono, almeno in parte, di ovviare a

se la tolleranza del rumore è soggettiva, bisogna

tali problematiche: gli aeratori Eheim sono tra i

ammettere che gli aeratori Eheim risultano tra i

migliori del settore per efficienza, consumi e,

più silenziosi del mercato grazie anche ad una

sopratutto, rumorosità.

attenta progettazione e scelta dei materiali.

Abbiamo testato l’aeratore più piccolo della

Il costo, sicuramente superiore ad aeratori di

linea, eccezionale a nostro parere per la maggior

fascia bassa, risulta alla portata di chiunque pro-

parte delle necessità di un acquariofilo medio:

ponendo di fatto tale prodotto come un must sia

permette di attivare un piccolo skimmer a poro-

se destinato ad un utilizzo continuo che saltuario.

sa, un filtro ad aria, o una porosa anche di gene-

Il regolatore infine ne permette una precisa rego-

rose dimensioni.

lazione senza la necessità di ulteriori valvole o

Il grande vantaggio, a nostro parere, è da ricer-

stringitubi. 55


accessori

http:www.lgmaquari.com

e novità

RECENSIONI

CATEGORIA

z

LgmAquari LgsNano1:

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potente mini per nano 56


Pochi sono gli schiumatoi adattabili ad un nanoreef: bassa efficienza, tendenza ad allagare il bicchiere o a schiumare bagnato sono i principali difetti dei prodotti di tale segmento. C’è da dire che non è facile progettare uno schiumatoio per piccoli acquari: deve essere infatti efficiente e poco rumoroso poichè spessissimo i nanoreef sono sovrappopolati e posti in prossimità della

potente ed efficiente, elegante

camera da letto. Abbiamo testato un prodotto apparso da poco tempo sul mercato, l’LgsNano1, un prodotto di una delle più attraenti società italiane di schiumatoi: la LgmAquari. Tale schiumatoio si pone, sia per prestazioni che per fascia di prezzo, in un

adatto per vasche superiori ai 40 litri e alte almeno 40 centimetri

segmento elevato ed è destinato a tutti quei nanoreef caratterizzati da un elevato carico organico o destinati all’allevamento di specie particolarmente esigenti. Lo skimmer ha dimensioni sostenute, un bicchiere

capiente

e

una

pompa

di

schiumazione/carico adeguata al compito affidatole. È costruito in materiale plastico lucido, probabilmente in polimero di metacrilato, e si presenta elegante e di fattura elevata, ricercato fin nei minimi dettagli. È possibile regolare l’altezza dello schiumatoio

gante e non molto alto, cosa che permette l’in-

rispetto al livello d’acqua e alle necessità del

stallazione dello skimmer nella maggior parte

momento. Un piccolo silenziatore permette di

degli acquari aperti dotati di plafoniera. La schiu-

smorzare del tutto il rumore causato dall’aspira-

mazione è abbondante e continua e testimonia

zione del venturi di cui è provvisto lo schiuma-

la bontà della progettazione delle aziende italiane

toio, ed un sistema interno di scivoli permette di

di questo settore.

eliminare eventuali bolle in uscita dallo schiuma-

Lo skimmer è consigliabile per acquari dal volu-

toio. La manutenzione è semplice grazie alla

me superiore ai 40 o 50 litri viste anche le dimen-

possibilità di smontare quasi completamente il

sioni e l’efficienza del prodotto e può essere

prodotto e, quindi, di poter accedere alla pulizia

installato, a nostro parere, anche in acquari dalla

o sostituzione di ogni sua parte. Il bicchiere è ele-

capienza di 100 o 120 litri lordi. 57


accessori filtraggio

http://www.tecoonline.eu/product/FlowIndicator/

e novitĂ

RECENSIONI

CATEGORIA

Teco Indicatore di flusso: se rotea tutto va per il meglio 58

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In qualsiasi acquario la misurazione dei flussi può avere importanza capitale ma ancora più importante, in molti casi, è la verifica della presenza di un flusso. In tantissimi casi i peggiori disastri sono avvenuti semplicemente a causa della rottura di una pompa che non è stata prontamente identificata dall’appassionato. In questo modo ci si accorge del malfunzionamento di un filtro solo

semplice da utilizzare, avverte tempestivamente di eventuali problemi

quando l’acqua diviene irrimediabilmente lattiginosa, o ci si rende conto del blocco di un accessorio fondamentale quando i pesci cominciano a nuotare in superficie. Avere una conferma del flusso diviene ancora più importante nel caso dei refrigeratori. Se la temperatura è regolata abbastanza bassa, come nel caso degli acquari mari-

non fornisce una misura precisa del flusso

ni mediterranei, è sufficiente un rallentamento del flusso per produrre danni abbastanza gravi. Un flusso troppo lento, infatti, impedisce di sottrarre del freddo dalle superfici interne dell’apparecchio ed induce la produzione di un velo di ghiaccio. Ciò produce un ulteriore rallentamento ed una ulteriore formazione di ghiaccio, sino alla completa occlusione. A questo punto la temperatura comincia a salire in vasca, producendo danni a pesci ed invertebrati. Se il fenomeno accade nei mesi estivi, specialmente in assenza dell’appassionato, può produrre conseguenze molto gravi. Tutti questi danni vengono prevenuti utilizzando un semplicissimo apparecchio: un indicatore della presenza di flusso, come quello distribuito

Questo accessorio, pertanto, potrà essere mon-

da Teco. Basta tagliare il tubo di ritorno in acqua-

tato a valle del refrigeratore, ma anche collegato,

rio e collegarlo alle due estremità dell’indicatore

ad esempio, al tubo di mandata di un filtro ester-

di flusso. Appena accesa la pompa si noterà la

no, per tenerne sempre sotto controllo il funzio-

rotazione della parte interna, di colore arancione.

namento. Naturalmente bisognerà fare in modo

L’effetto ottico, ben evidente, ci potrà rassicura-

da tenerlo sempre bene in vista, così da avvertir-

re sul funzionamento del filtro e del refrigeratore.

ci tempestivamente del problema eventuale.

In caso di blocco, o semplicemente di rallenta-

Data l’economicità e la semplicità d’uso, potreb-

mento del movimento dell’indicatore, bisognerà

be essere consigliabile applicarlo a qualsiasi

esplorare il sistema per comprendere i motivi del

acquario domestico. Saremo lieti di pubblicare in

guasto. Riusciremo così a recuperare rapida-

futuro vostre impressioni su questo semplice ma

mente, evitando il protrarsi del problema.

indispensabile accessorio. 59


Reportage

Hobroni hwe hwe ennm kitwah L’uomo bianco che cerca i piccoli pesci

Un alberello ad Aburi 60


di Silvio Arnone Ghana, Africa occidentale Andare a pescare i pesci per il proprio acquario è certamente il sogno di molti appassionati acquariofili. Io sono riuscito a realizzarlo trasferendomi in Africa; qui riferisco in merito ad alcune mie escursioni in Ghana. Il bel paese africano non è il più intrigante in assoluto dal punto di vista acquariofilo, ma è comunque patria di alcuni soggetti di sicuro interesse. Essendo particolarmente interessato ai killifish (Aphyosemion & Co.) le mie escursioni sono focalizzate su biotopi a loro afferenti, anche se occasionalmente mi adopero per incontrare soggetti appartenenti ad altre famiglie. Gli acquariofili più anziani sono certamente stati lettori della mitica rivista Aquarium e chi fosse ancora in possesso della preziosa collezione, può rinvenire nei nr. 10 – 11 – 12 dell’anno 1983 un interessante reportage di Robert Odjik. Imparai quasi a memoria quell’articolo ed iniziai le mie esplorazioni recandomi nei luoghi ivi indicati. Quanto riportato di seguito si riferisce ad

escursioni effettuate nel periodo compreso fra marzo e luglio, ovvero un periodo comprendente sia la stagione secca, sia la stagione delle piogge. Il dato non è trascurabile, perché sebbene il calendario sia oggi assolutamente indicativo, resta certo che gli stessi biotopi mutano parecchio secondo la stagione. Interessante rilevare che anche i valori fisico-chimici delle acque subiscono variazioni, sia pur lievi. Anche l’ubicazione geografica influisce sugli stessi: l’oceano respira profondo e partendo dalla costa fino ad una distanza di circa 20 Km in direzione Nord l’acqua è salmastra, anche se ovviamente più si va a Nord più la salinità diminuisce. La temperatura diurna varia approssimativamente fra i 27 °C ed i 29 °C; il pH rilevato è solitamente 7,2. Per quanto riguarda la durezza, riferisco empiricamente che l’acqua proveniente dal fiume Volta presenta valori bassi, contrariamente a quel che accade nel bacino del fiume Densu. Non possiedo dati del fiume Ankobra ed altri.

61


Cocco fresco!

Pescatori di gamberi d’acqua dolce (Akosombo - Volta River)

Autentico rito Voodoo nella foresta (se non facevamo il rito per ingraziarci gli spiriti degli antenati, col fischio che gli operai lavoravano al sabato)

Sakumono Lagoon (Tema). Oltre la diga quasi naturale visibile sullo sfondo, l’oceano Atlantico Raccogliendo acqua dal Volta River (non per l’acquario...) 62


Coppia di Aplocheilichthys spilauchen

Una scheda descrittiva per conoscere meglio Aplocheilichthys spilauchen si trova in: www.fishbase.org. Riassumendola in breve: APLOCHEILICHTHYS SPILAUCHEN (DUMÉRIL, 1861), NOME VOLGARE INGLESE: Banded lampeye Actinopterygii, Cyprinodontiformes, Poeciliidae, Aplocheilichthyinae SINONIMI: Aplocheilus spilauchen, Epiplatys spilauchen, Haplochilichthys spilauchen, e vari altri LUNGHEZZA MAX: 7.0 cm AMBIENTE: Bentopelagico, non-migratore, acqua dolce; salmastra; pH: 7.5 - 8.5; dH: 12 o più CLIMA: tropicale 24°C - 32°C DISTRIBUZIONE: Africa (bocca del Senegal River - Senegal sino alla bocca del Benju/Bengo River - Angola) Vive in acque salmastre costiere, bocche di fiumi, lagunee mangrovie prossime alle spiagge. Non è un killiifish stagionale. Difficile da mantenere in acquario (Ref. 27139). (Secondo la mia esperienza però, l’allevamento non presenta difficoltà). La fotografia in alto della coppia di Aplocheilichthys spilauchen (maschio in alto), è tratta dal sito http://animal-world.com/encyclo/fresh/Killifish/BandedLampeyeKillifish.php (nello stesso sito, è consultabile una scheda dettagliata). 63


Aula scolastica nella foresta

Boti’ Falls nella stagione delle piogge

Nidi al posto delle foglie

Qualcuno ha detto Anubias? :-)

Piccola cascata nella radura Normalmente galleggia, nella stagione secca radica sul fondo (Pistia stratiotes - Densu River) 64


Il mio punto di partenza è Tema (20 Km ad Est di

altro coperto di ninfee e con acqua verdastra che

Accra) ed ho iniziato le ricerche prendendo la

mi parve particolarmente favorevole si rivelò

strada che porta ad Aflao (confine con il Togo). Si

invece dimora soltanto di rane adulte e di una

attraversa un’affascinante savana ma non s’in-

moltitudine di girini.

contrano mai animali selvatici: solo bovini dome-

C’è anche un piccolo fiume, se è lo stesso indi-

stici al pascolo, nella migliore delle ipotesi.

cato da Robert Odjik nel suo articolo, dovrebbe

Sebbene il luogo non sia dei più selvaggi, in sella

essere pieno di Aphyosemion. Invece niente, è

alla mia Moto Guzzi 650 NTX è un piacere

quasi asciutto e ci sono solo gamberetti.

“immergersi” in panorami davvero belli e quando mi fermo in un villaggio, la cortesia e la disponi-

Sono arrivato fino ad Ada (circa 80 Km da Tema)

bilità degli indigeni è quasi commovente. La

senza avere migliore fortuna. Ho trovato ancora

prima “acqua” s’incontra al villaggio Dawhwenya

Aplocheilichthys spilauchen, dei robusti esem-

(20 Km ad Est di Tema), alcuni stagni lungo la

plari di Periophthalmus vulgaris e nient’altro.

strada. Uno è particolarmente favorevole, perché

Sempre seguendo la stessa strada, arrivati al

l’acqua è quasi limpida e si vede subito qualco-

bivio, girando a destra si arriva ad Ada, andando

sa che nuota. Qui col mio retino (30 cm di dia-

a sinistra si giunge a Sogakope dove incontriamo

metro e manico lungo 50 cm) ho catturato

il Comboni Center, una missione dotata di clini-

Aplocheilichthys spilauchen.

ca oculistica, maternità e centro di addestra-

È un pesciolino simpatico, molto robusto e facile

mento professionale per ragazze. Il Center sorge

da catturare, perché attivo e curioso. Basta immer-

sulla riva sinistra del fiume Volta, che sfocia nel-

gere un po’ il retino o muovere l’acqua che subito

l’oceano Atlantico poco lontano da Ada.

un branco più o meno numeroso si avvicina per

Il luogo è certamente favorevole ma bisogna

vedere cosa succede (volendo incentivare l’avvici-

scoprire i posti giusti; ideali sono le piccole anse

namento, basta buttare in acqua un po’ di pane).

ove l’acqua è bassa e quasi per niente mossa.

A casa, in acquario, accettano subito mangime

Ne ho individuata una ove le donne vanno a

in scaglie (Tetra Min e simili) e dopo un paio di

prendere l’acqua ed ho cominciato a scrutare

giorni i maschi cominciano a corteggiare le fem-

attentamente: dopo qualche minuto ho visto

mine. Non ho avuto modo di tentare la riprodu-

qualcosa guizzare fra le piante ed ho immerso il

zione, ma quanto osservato lascia intendere che

retino. Ho catturato un giovane maschio di

non sia difficile.

Epiplatys (sexfasciatus, probabilmente). Era tardi

È molto importante trattarli con delicatezza

e dovevo rientrare a Tema, per cui mi sono dovu-

quando si catturano e quando si trasportano,

to accontentare di quell’unico soggetto.

perché se maltrattati sviluppano con facilità un’infezione alle pinne. Inoltre, se quando si

Battor, lungo la stessa strada è un’altra località

pescano fa molto caldo, allora possono morire.

che mi ha dato grandi soddisfazioni. Dista 80 Km

Quindi attenzione, l’ideale sarebbe trasportarli in

da Tema. Poco dopo il villaggio Dawa c’è un

un contenitore atermico ed è necessario che

incrocio, si gira a sinistra e si arriva a Battor; la

l’acqua dell’acquario sia lievemente salmastra (in

strada finisce lì. Anche qui vi è un’importante

altre parole, è opportuno creare un ambiente

missione cattolica (in Ghana come quasi ovun-

simile a quello gradito dai Black molly).

que in Africa, vi sono missioni d’ispirazione cristiana di tutti i tipi) ed un ospedale, intitolato a

Continuando lungo la stessa strada s’incontrano

Santa Maria Goretti e siamo di nuovo sulle rive

altri stagni: molti sono asciutti, alcuni fangosi. Un

del Volta. Ho visitato questo luogo solo una volta 65


Dettaglio colto nella foresta (Boti’ Forest)

Rito propiziatorio Voodoo di alto livello (nella foresta, nei pressi di Prestea). Per la cronaca, questa è l’unica immagine di tutto il rullino che ho dovuto scattare di nascosto e che è venuta fuori con i colori sballati... 66


Kakum Forest (foresta pluviale) In cerca di Epiplatys sulla riva del Volta river, nei pressi di Sogakofe 67


Con i bambini del villaggio (Boti’ Forest)

e con poco tempo a disposizione ma è stato

nulla. Accesi una sigaretta, convinto che l’unica cosa che potevo fare era godermi il panorama, e m’incamminai verso la fine della piccola insenatura, per andare a vedere da vicino le piroghe ormeggiate. Alcuni bambini facevano il bagno, altri mi seguivano a rispettosa distanza ed io guardavo le piroghe, fatte come mille anni fa, ricavate da un unico tronco e praticamente inaffondabili, a quanto mi dicono. Una di queste era assicurata alla riva con una corda ma per più di metà in acqua e mi parve giusto salirci sopra e sedermi. Sotto la chiglia era una selva di Myriophillum ed alla mia sinistra era tutto un groviglio di varie piante acquatiche e palustri. Non ero molto convinto ma tirai fuori il retino e lo passai in mezzo alle piante, ed ecco la sorpresa: lo trassi pieno di pesci di vario genere, poco più che avannotti, ma era un assortimento di caracidi vari, gobidi, Epiplatys. Insomma, tutto quello che potevo desiderare (Aphyosemion a parte, naturalmente). Immersi il retino più volte ed ogni

molto gratificante. Erano quasi le quattro del pomeriggio di sabato 27 giugno e nei luoghi visitati prima non avevo trovato nulla; ho visto sulla carta che il villaggio si trova sulla riva del Volta ed è piuttosto isolato, così ho provato a raggiungerlo. Il cielo era coperto di nubi e si sentiva il rumore di un temporale in lontananza, ma io volevo pescare, anche a costo di tornare a casa sotto la pioggia. Dato che mi piace pescare in luoghi naturali lontani dai centri abitati, ho attraversato tutto il villaggio alla ricerca del posto giusto, ma quando finisce il villaggio finisce anche la strada e la pista che segue si allontana dal fiume. Così sono tornato indietro e, parcheggiata la moto, mi sono avviato a piedi seguendo un sentiero che conduce ad una piccola spiaggia, ove i pescatori tirano in secco le piroghe e le donne vanno a prendere l’acqua. Non era il luogo dei miei sogni ma era l’unico disponibile nei dintorni; così cominciai ad osservare l’acqua e la riva sabbiosa, senza scorgere 68


volta lo stesso risultato. Catturai persino un grosso gambero, che liberai temendo la sua presenza nel contenitore insieme ai piccoli pesci.

Auspico che le località elencate possano essere

Smisi di pescare all’imbrunire. Prima di andarme-

re. Tuttavia, avere tempo ed un mezzo proprio

ne mi parve opportuno spiegare alla folla che si

(4x4) adeguatamente equipaggiato a disposizio-

era radunata che non stavo pescando la mia

ne consentirebbe di girare il Ghana in lungo ed in

cena, ma per il mio acquario; nonostante le spie-

largo. Più ci si allontana dalla costa, più la realtà

gazioni notai delle espressioni molto perplesse!

africana diviene affascinante ed il contatto con la

Tornai a casa sotto la pioggia, raggiante.

popolazione locale unito alla bellezza dei luoghi

utili a chi eventualmente si trovasse in zona. Sono destinazioni molto semplici da raggiunge-

ed alle certamente gratificanti battute di pesca Un altro luogo interessante è Afienya (circa 20 Km

renderanno l’esperienza davvero indimenticabile.

da Tema in direzione Nord, sulla strada per Akosombo). Poco prima di arrivare al villaggio c’è

Lusaka - Zambia

un grosso stagno sotto un ponte, collegato ad un

14 febbraio 2013

altro più piccolo con un canale. Lo stagno più piccolo, nella stagione secca, brulica di pesci di varie specie rimasti imprigionati (Aplocheilichthys spilauchen, ciclidi vari, barbi, gamberetti).

NOTA DELL’AUTORE

Intorno al villaggio vi sono altri stagni, alcuni molto

Nell’articolo viene spesso citato il genere

suggestivi, ma non è facile prendere qualcosa con

Aphyosemion; ciò è da intendersi in senso collo-

un retino. Io sono riuscito a catturare alcuni

quiale, a titolo esemplificativo si ricordano alcune

Alestes mbaxi, belli ma delicati. Specialmente se è

specie appartenenti alla famiglia dei killifish e cer-

una giornata molto calda occorre trasferirli dal reti-

tamente presenti in loco:

no al contenitore da trasporto senza tirarli fuori

- Aphyosemion seymouri

dall’acqua, pena la morte immediata.

- Aplocheilichthys spilauchen

Ad Afienya e dintorni siamo ancora nella fascia di

- Archiaphyosemion petersi

acqua salmastra, per cominciare a trovare qual-

- Epiplatys bifasciatus

cosa di diverso da quanto visto fino adesso biso-

- Epiplatys chaperi

gna andare più a Nord. Già prima di Somanya

- Epiplatys spilargyreius

(circa 30 Km prima di Akosombo) s’incontrano

- Foerschichthys nigeriensis

piccoli ruscelli ove insieme ad Epiplatys bifascia-

- Fundulosoma thierryi

tus è possibile trovare varie specie di Barbus.

- Fundulopanchax walkeri

A Kpong s’incontra il Volta, in un punto molto

- Micropanchax pfaffi

largo, ricco di isole e con pochissima corrente. È

- Poropanchax normani

questo il posto giusto per accordarsi con un

- Poropanchax rancurelli

pescatore ed uscire in piroga (avete mai visto un

- Pronothobranchius kiyawensis

Synodontis di un paio di chili?).

- Rhexipanchax schioetzi

Per cambiare completamente genere dobbiamo andare in zona di alta collina, nei dintorni di Koforidua (circa 100 Km a Nord/Nord-Ovest di

Tutte le immagini sono state da me realizzate.

Tema), per esempio. Qui ho visto prendere all’a-

Silvio Arnone

mo una moltitudine di Barbus holotaenia, Alestes

Lusaka - Zambia

longipinnis, Ctenopoma sp.

22 giugno 2013 69


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Aquariophylia in… poesia L’ONDA di Gabriella Maleti Che cosa potrebbe essere un desiderio? Qualcosa di chiuso che manteniamo lieve come testa di limbo giovane.

E sarebbe rivedere il mare (dopo tanto): propaggine che s’allunga e bagna i piedi perché seduti al suo arrivo con l’onda: lei lieve madre che d’ultima forza dona respiro. E poi giunge ancora (sembrava l’ultima), ma continua, e bagna piedi e gambe quando ritti osserviamo il colore del mare, l’innata sua proporzione, l’infinito respiro e regola.

Potremmo noi tornare nell’amnio di tanto mare per poter restare quatti ad occhi chiusi nell’incontro severo dell’onda? 72


Un quesito, una passeggiata in riva al mare, quasi un ritorno ciclico: la rubrica di Mariella Bettarini ci conduce in un mare etereo, poetico, ben noto ed allo stesso tempo totalmente ignoto, come angolo della coscienza che è nostra, eppure impalpabile, irraggiungibile. Lieve, limbica eppure concreta l’emozione dei versi che ci vengono offerti dall’autrice poeta. Proviamo a galleggiare?

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I seminari CAEB anche per i lettori di Aquariophylia Dal 2008 il CAEB (Club Acquariologico Erpetologico Barese) organizza presso l’Università degli Studi di Bari, una serie di seminari aperti al pubblico, della durata di circa un’ora ciascuno, nei quali si affrontano argomenti d’interesse acquariologico ed erpetologico. Dato che gran parte del pubblico era costituito da studenti, a partire dal 2011, gli organizzatori hanno richiesto e ottenuto l’accreditamento del corso presso alcune Facoltà; in altri termini gli studenti interessati potevano ottenere gratuitamente, a fine corso, dei crediti formativi liberi. Ciò rappresenta il primo caso a livello regionale e, per quanto a nostra conoscenza nazionale, per un corso di acquariologia non regolarmente inserito in un Corso di Laurea e non tenuto da docenti della Facoltà! Nell’edizione 2013, come già pubblicizzato sulla rivista, sono stati tenuti 9 seminari, che hanno trattato argomenti di estremo interesse; si ritiene di fare cosa gradita ai lettori pubblicandone alcuni, di argomento più strettamente acquariologico. I nostri sentiti ringraziamenti vanno al CAEB e ai singoli relatori, grazie ai quali possiamo pubblicare questo materiale. Ricordiamo infine che tutti gli appassionati, nonché gli studenti interessati a partecipare al programma del prossimo anno, possono ottenere informazioni consultando il sito internet del CAEB, www.caeb.eu.

Pesci fuor d’acqua? Acquariologia oggi di Rita Colognola - prima parte morde la coda? Non del tutto. Le prime osservazioni devono necessariamente essere fatte in natura, in base a queste conoscenze, si può tentare di ricreare un ambiente simile in acquario e, a questo punto, siamo pronti a studiare fauna e flora comodamente seduti in poltrona, senza allontanarci da casa. Siccome però a questo punto è estremamente probabile che ci abbiamo preso gusto, lo studio è diventato un piacere e così l’acquariologia si è già trasformata in acquariofilia. Benvenuti nel club!

Introduzione Cos’è l’acquariologia? Il dizionario definisce l’acquariologia come la “Disciplina che studia la fauna e la flora d’acquario”. La definizione, così com’è, è a mio parere un tantino fuorviante. Per poter studiare la fauna e la flora di un acquario, visto che l’acquario in quanto tale non nasce spontaneamente in natura, bisogna prima costruirlo e popolarlo e per fare questo bisogna avere già un’idea di cosa metterci dentro. Il cane che si 74


La nascita dell’acquariologia moderna: Inghilterra, XIX secolo

Storia Ma: com’è nata l’acquariologia? Se vediamo i bambini sulla spiaggia andare a caccia di granchi e molluschi per metterli in un secchiello e osservarli per ore, allora possiamo dire che l’acquariologia è nata con l’essere umano. Molto probabilmente, in partenza, l’osservazione era a dir poco interessata, con fini squisitamente alimentari, ma a un certo punto, la curiosità e l’estetica si sono fatti strada. Una breve storia dell’acquariologia/ acquariofilia, si trova sia in internet (vedi bibliografia), sia, più esaurientemente, nel libro, The Ocean at Home (Bernd Brunner The Ocean at home: an illustrated history of the aquarium University of

Chicago Press, 2011); molto interessante dal punto di vista storico, l’autore giunge però alla conclusione, secondo me alquanto radicale e tutto sommato ingiustificata, di eliminare completamente gli acquari.

BIBLIOGRAFIA Ecco un elenco di testi che vi permetteranno di approfondire gli argomenti trattati in questo numero! DEFINIZIONE http://www.grandidizionari.it/Dizionario_Italiano/parola/a/acquariologia.aspx STORIA Howard Norfolk Original to Aquarticles: Aquariums and Public Aquariums in Mid-Victorian Times http://www.aquarticles.com/articles/literature/Norfolk_Victorian_History.html La storia dell’acquariofilia http://mahengechromis.blogspot.nl/2010/10/la-storia-dellacquariofilia.html Vintage tanks http://www.joanbogart.com/vintage-fish-tanks.html - http://mahengechromis.blogspot.nl/2010/10/la-storia-dellacquariofilia.html - http://www.acquariforum.com/forum/showthread.php?t=31747 - http://books.google.nl/books?id=ufk-AAAAYAAJ&printsec=frontcover&source=gbs_ge_summary_r& cad=0#v=onepage&q&f=false - http://www.joanbogart.com/vintage-fish-tanks.html Bernd Brunner T h e O c e a n a t h o m e : a n i l l u s t r a t e d h i s t o r y o f t h e a q u a r i u m University of Chicago Press, 2011 EVOLUZIONE DEGLI ACCESSORI - http://www.reefkeeping.com/issues/2004-09/rv/feature/ - http://www.youtube.com/watch?v=S8E4I4X9E3k - http://www.alloddballaquatics.com/vintage-aquarium-products-1.html (per i collezionisti!)

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Un libro interessante per conoscere la storia dell’acquariologia

esiste in formato elettronico in googlebooks. Per quasi un secolo, i progressi non sono stati particolarmente strabilianti: è dagli anni 50/60 del XX secolo che si assiste al proliferare di nuove tecnologie applicate all’acquariofilia (sistemi d’illuminazione, di filtraggio, di riscaldamento, mangimi secchi che liberano dalla necessità di procurarsi continuamente mangimi vivi e/o freschi, eccetera) e al modificarsi dell’atteggiamento degli stessi acquariofili verso il loro hobby. Evoluzione L’evoluzione tecnologica, soprattutto degli ultimi anni, ha permesso di realizzare obiettivi che in precedenza sembravano impossibili. Basti pensare, solo per citare alcuni esempi, alla quantità di acquari per meduse, animali a lungo ritenuti ‘impossibili’ che sono stati presentati l’anno scorso alla fiera di Norimberga, alla messa in commercio di mangimi secchi che sono finalmente accettati da specie notoriamente schizzinose, ai sistemi sempre più raffinati di simulazione del moto ondoso, ai sistemi computerizzati, sempre più complessi, di controllo a distanza dei parametri fisici e chimici dell’acqua. Una notevole persistenza di (cattivo?) gusto, si osserva invece nelle decorazioni: plastica e resine sintetiche hanno sostituito la porcellana ma relitti, palombari e tesori sommersi, continuano a riempire gli scaffali dei negozi specializzati, affiancati, in omaggio ai tempi moderni, da oggetti a “effetti speciali” quali vulcani sottomarini e bolle colorate, nonché da personaggi di film e fumetti. In fondo, è evoluzione anche questa. Sorprendentemente, nel mercato moderno c’è posto per il collezionismo di acquari e accessori del passato: basta cercare in google “aquariums vintage” per scoprire una miniera

Benché la pratica di tenere animali acquatici in cattività (in bacini appositi o recintando piccole aree marine) sia molto più antica, l’acquariologia moderna ha probabilmente le sue origini nella moda, vera e propria mania, esplosa in Inghilterra nel XIX secolo. La passione dell’epoca vittoriana per gli acquari, ha portato alla corrispondente esplosione di libri pubblicati sull’argomento; molti sono reperibili ancora oggi presso librai antiquari, la maggior parte si possono anche scaricare gratuitamente da vari siti internet, quali googlebooks, Cornell University o progetto Gutenberg, in quanto ormai di pubblico dominio. L’interesse di questi trattatelli è, ovviamente, squisitamente storico, anche se alcune osservazioni possono sorprendere per la loro inaspettata attualità. Nel 1862 Michele Lessona (zoologo, medico, scrittore e divulgatore scientifico piemontese), pubblicava quello che si può considerare il primo libro italiano sull’argomento, “Acquari”, appunto. L’originale è ormai introvabile, ma 76


I materiali cambiano, il kitsch resta

sando da un concetto che privilegiava l’estetica, alla ricerca di soluzioni più razionali. Pur prestando la massima attenzione al design, gli acquari moderni, almeno quelli destinati ad un pubblico esperto ed attento alle esigenze delle specie allevate, propongono soluzioni di alta praticità ed efficienza. Non mancano presentazioni stravaganti, ovviamente realizzate per attirare il pubblico in occasione di una fiera (quale la riproduzione acquatica di un campo di calcio) o i gadget francamenti inutili, come l’acquario con il coperchio munito di attacco per i-phone/i-pod (chissà se i pesci apprezzano la musica?). A quella puramente tecnologica si è affiancata un’evoluzione nell’atteggiamento da parte dell’acquariofilo, da una parte alla ricerca di nuove possibilità, dall’altra più consapevole dei limiti di carattere morale ed etico che è necessario imporsi.

di oggetti inaspettati, confezioni di cibo secco compreso. Se nel caso di apparecchiature può essere interessante studiarne l’evoluzione nel tempo e alcuni acquari antichi sono sicuramente decorativi, per alimenti e altri prodotti, il motivo d’interesse risiede più che altro nella grafica dell’imballaggio: la qualità dei prodotti attuali non è in discussione ma le etichette disegnate avevano un indubbio fascino. Ovviamente anche gli acquari e non solo gli accessori, sono radicalmente cambiati, pasAntico e moderno

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Panoramica delle attività previste a Napoliacquatica 2013 di Mirko Mutalipassi Scopo dell’organizzazione delle attivita di

prie tecniche di gestione, comprendere le

Napoliaquatica è quello di raggiungere tutti

dinamiche biologiche, chimiche e fisiche del

gli acquariofili: il neofita troverà nelle nostre

proprio acquario e familiarizzare con le

attività stimoli per ampliare le proprie cono-

esperienze riportate dagli altri amici.

scenze, guide per evitare gli errori più comu-

Le attività sono dirette anche a chi non ha

ni e tanti hobbisti con cui condividere espe-

mai avuto un acquario, a chi vorrebbe ma

rienze; i più navigati potranno affinare le pro-

non osa, a chi ha fatto esperienza solo con il

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pesce rosso nell’ampolla in vetro, a chi non

utili e interessanti dagli acquariofili più

ha tempo per studiare libri e manuali e vor-

esperti.

rebbe un contatto diretto e immediato con

Lo scopo è quello di guidare alla scelta del-

acquariofili in carne ed ossa. A dimostrazio-

l’acquario, al riempimento e all’allestimento

ne di tali obiettivi sono state scelte alcune

nonché alla scelta degli organismi e dell’at-

tematiche che stuzzicheranno i nuovi adepti

trezzatura portando al punto di poter deci-

e altre che saranno reputate, senza dubbio,

dere in completa autonomia gestione e tec-

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80


tata anche un’area didattica specifica, con un acquario già allestito, arricchito di organismi e di pannelli esemplificativi di ciò che è possibile realizzare. Vi è poi l’allestimento di un acquario di “medie dimensioni” gestito con un metodo definito “berlinese” che rappresenta oggi il sistema più semplice e più adatto a chi ha poca esperienza e che permette al contempo nica. A tal fine si terranno al NapoliAquatica

di raggiungere ottimi risultati.

2013 vari workshop relativi all’allestimento

L’allestimento sarà accompagnato da dimo-

“live” di un cosiddetto “nanoreef”, acquario

strazioni riguardanti l’importanza dell’at-

che rappresenta per molti il primo passo di

trezzatura, della scelta della stessa, nonché

avvicinamento a quest’hobby. É stata appron-

della tecnica.

81


82


Data l”importanza della comprensione

dei

metodi

di

gestione sono state allestite aree dedicate alla schiumazione, ai sistemi DSB e ai filtri ad alghe con esempi pratici e stazioni tecniche di filtraggio. Ci sarà infine un’area dedicata alla gestione, allevamento e stabulazione di microorganismi quali microalghe planctoniche e organismi zooplanctonici quali rotiferi, copepodi ecc.Tale area è destinata all’allevamento di organismi utili ad alimentare direttamente o indirettamente l’acquario e per accrescerne la biodiversità. É stato dimostrato come l’utilizzo di fitoplancton e di zooplancton come alimento possa dare quella “marcia in più” ad acquari già ben avviati per poter crescere e raggiungere nuovi livelli di bellezza e di benessere dei propri ospiti. Accanto

a

tutto

ciò

Napoliaquatica si propone di mostrare e sponsorizzare la bellezza del nostro mare Mediterraneo che è parte di ciò che siamo noi italiani. In onore al grande studioso Filippo Cavolini sarà allestita un’area

dedicata

al

mar

Mediterraneo e, in particolare, 83


84


alla Posidonia oceanica. verranno mostrate le

curata in gran parte dall’associazione Goccia

caratteristiche e gli organismi che vivono su

Blu Campania:

di essa, grazie all’uso di microscopi, e ci sarà

i suoi soci vi attendono numerosi per acco-

una ricercatrice della Stazione Zoologica

gliervi e per divertirci insieme!

Anton Dohrn, che ci aprirà una piccola

Naturalmente sarà presente aquariophylia

panoramica sul nostro mare. Infine ci sarà

con un suo stand e con i suoi esperti che si

una breve panoramica sulle opportunità for-

alterneranno nei vari giorni, per offrirvi sup-

mative offerte dall’l’Università Federico II di

porto ed amicizia.Vi aspettiamo numerosi al

Napoli, (www.Unina.it).

Napoli Aquatica per condividere con noi

L’organizzazione delle attivita descritte sará

questa bellissima avventura.

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In questa sezione diamo voce a tutte le associazioni acquariofile che vorranno partecipare alla vita della rivista. Non ci sono regole (a parte la legislazione vigente!) perché si tratta di spazi autogestiti. Ogni associazione dunque è libera di inviare ogni mese “la propria rivista”, fatta proprio come vorrebbe. Potrà servire alla campagna associativa, a pubblicizzare la prossima mostra di acquari, a tenere piccoli corsi di acquariofilia o semplicemente a mostrare la foto del socio del mese. Per noi l’importante è dare voce alle associazioni acquariofile, per creare una rete fitta di contatti tra gli acquariofili italiani. E saremo dunque fieri di partecipare a questa missione, anche semplicemente facendo da tramite tra associazioni e lettori. Per ora il numero di associazioni acquariofile che partecipano all’iniziativa potrà essere ancora piccolo. Ma contiamo sul vostro spirito “imprenditoriale” per invadere la rivista con una valanga di notizie dalle associazioni. Forza: è giunto il momento di partecipare, di espandersi, di cooperare!

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AIK ASSOCIAZIONE ITALIANA KILLIFISH Progetto Aphanius AIK si adopera da anni per censire le località dove Aphanius fasciatus è diffuso sul territorio italiano. Questa estate ad esempio ho trovato una nuova località sull’Isola della Maddalena, sarebbe interessante avere l’aiuto da tutti gli appassionati in Italia che magari durante le vacanze hanno visto questi pesci durante un soggiorno al mare nel contribuire a questo censimento. Interessante anche controllare se questo pesce scompaia da alcune località, ad esempio alla foce del fiume Liscia (in Gallura) ho trovato milioni di Gambusie ma nessun Aphanius fasciatus (anche se qui lo si trovava in abbondanza) ma ho poi visto, con soddisfazione, migliaia di Aphanius fasciatus in alcune pozze vicino allo stagno di Pilo! Aspettiamo molte segnalazioni a info@aik.it Stefano Valdesalici

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AIB - ASSOCIAZIONE ITALIANA BETTA Associazione Italiana Betta al PetsFestival Il 7-8 settembre si è tenuta a Piacenza la prima edizione del PetsFestival, la fiera Italiana dedicata al settore animali da compagnia. La fiera, organizzata dalle realtà italiane leader del settore, era divisa principalmente in quattro macro aree: quella dedicata ai gatti con la mostra internazionale felina, quella dedicata ai cani, ai rettili e anfibi ed infine la sezione AquaFestival dedicata al settore acquari che occupava 6000 dei 14.000mq totali. Associazione Italiana Betta non poteva ovviamente mancare all’evento italiano dell’anno e per l’occasione è stato organizzato il secondo campionato internazionale dell’anno riconosciuto dall’IBC. Come sempre abbiamo deciso di unire al campionato una grande esposizione didattica dedicata alle specie non selezionate (erroneamente chiamate “wild”). Il campionato ha visto la partecipazione 178 Betta “show” provenienti da 28 allevatori di 7 paesi diversi: Italia, Germania, Olanda, Rep.Cec, Russia, Indonesia e Thailandia. I premi più ambiti, ovvero il Best of Show male e female sono andati rispettivamente al thailandese Sarawut Angkunanuwat e all’olandese Joep Van

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Esch. Massiccia la presenza degli italiani tra i premiati sia nella classe “regular”, esclusiva invece nella classe new breeder: è il segno che la nuova generazione di allevatori formata negli scorsi mesi sta crescendo... nel migliore dei modi! Unico giudice della manifestazione è stato il croato Josip Kevari che insieme all’apprendista italiano Alberto Montalbetti ha giudicato tutti i pesci in concorso: un lavoro appassionato e minuzioso che li ha impegnati per ben sei ore il venerdì pomeriggio e due ore nella mattinata di sabato, prima dell’apertura. All’interno del lato “selvaggio” dello stand sono state allestite 12 vasche biotopo dove sono state ospitate le seguenti specie: Betta splendens (forma selvatica), Betta smaragdina, Betta mahachaiensis “Samut Sakhon”, Betta unimaculata, Betta simplex, Betta foerschi “Bagubus”, Betta channoides, Betta albimarginata e Macropodus spechti. Siamo particolarmente fieri del fatto che tutte queste specie non siano state importate, ma provengano dagli allevamenti dei soci AIB che le allevano stabilmente da quasi 3 anni. In questo modo vogliamo scoraggiare l’import delle specie non selezionate che incidono negativamente, tramite la pesca degli esemplari da esportare, sui biotopi di origine dei nostri amati Betta. Il vero fulcro dello stand è stato il paludario progettato e realizzato dai soci Ilaria ed Andrea: una vasca di 150 cm di lunghezza che ha ospitato dei giovanili di Channa aurantimaculata. Questa grande esposizione chiude la “stagione 2012/2013” delle esposizioni AIB in Italia... ma siamo già al lavoro per una grande sorpresa, un regalo che faremo ai nostri soci ed utenti durante l’autunno... stay tuned! I nostri contatti www.aibetta.it - sito AIB www.bettaforum.it - forum AIB CLICCA QUI info@aibetta.it - per informazioni

z

PER IL FILMATO

http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=M3uuSYLzZ8M 89


BETTAITALIA.IT Un caloroso saluto ai lettori di Aquariophylia! Per prima cosa, come sempre vogliamo ricordarvi i nostri link dove potrete seguirci: Il nostro sito internet, BettaItalia.it: http://www.bettaitalia.it Il nostro forum: www.bettaitalia.it/bettaforum Il nostro canale Video su YouTube: http://www.youtube.com/BettaItaliaVideo La nostra pagina Facebook: http://www.facebook.com/BettaItalia.it Il nostro profilo Facebook: http://www.facebook.com/betta.italia La nostra e-mail: info@bettaitalia.it

Ormai tutto è quasi pronto, vi ricordiamo il grande evento che AMBI sta organizzando, mi riferisco al Campionato di Show Betta IBC, per la prima volta con ben 2 giudici direttamente Le bellissime foto fatte dal nostro utente MauroLan (responsabile della sezione Piemonte sul forum). Piccoli di HM e DT colorazione Pineapple.

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dall’Asia. Un evento molto atteso da moltissimi bettofili Italiani che sul nostro forum (e non solo) si stanno organizzando per partecipare. L’evento si terrà dal 27 al 29 Settembre durante la manifestazione acquariofila NapoleAquatica, che è sicuramente una delle maggiori manifestazioni acquariofile d’Italia. Per partecipare consultate il sito di AMBI : www.ambibetta.it , BettaItalia vi aspetta!

BETTA SPLENDENS – L’ESPERTO RISPONDE Anche questo mese, nell’ambito di questa piccola rubrica, vogliamo selezionare tra i tanti messaggi ricevuti uno tra i più significativi, la cui risposta crediamo possa essere di interesse per tutti gli appassionati di betta. (domanda ricevuta via e-mail) Francesco da Treviso chiede :

Ciao, sul web ho letto vari pareri contrastanti sul fatto di lasciare o meno il maschio dopo l’accoppiamento, vorrei sapere da voi, dopo l’accoppiamento è meglio lasciarlo o toglierlo? La risposta del nostro Esperto: Ciao Francesco, su questo argomento ci sono punti di vista diversi, non si può negare che in natura il maschio svolge un ruolo fondamentale per la prole, ma in cattività le cose cambiano. Le uova sono resistenti e si schiudono dopo massimo 48 ore, quindi in realtà se la coppia è stata fatta accoppiare in vasca dedicata il ruolo del maschio non è fondamentale, e lo si può togliere evitando anche che si possa mangiare le uova o gli avannotti. Molti nostri allevatori hanno notato, facendo vari test, che spesso i maschi tengono a mangiarsi qualche uovo o piccolo, e quindi si è visto che in cattività se togliamo il maschio, dopo qualche ora dalla deposizione, e mettiamo un’areatore, abbiamo delle maggiori schiuse. Quindi il nostro consiglio è di toglierlo.

Dal Forum: Sempre più nostri utenti , grazie ai consigli dei nostri esperti, stanno riproducendo con successo sia normali Betta commerciali che Show Betta d’importazione. Questo mese vogliamo farvi vedere le bellissime foto fatte dal nostro utente MauroLan (responsabile della sezione Piemonte sul forum) dei piccoli di HM e DT colorazione Pineapple. Prossimamente vi daremo delle info su un evento molto particolare che si terrà in Autunno a cui stiamo lavorando, e che siamo sicuri interesserà a molti di voi. Da BettaItalia.it un caloroso e arrivederci al prossimo numero di Aquariophylia

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GAF - GRUPPO ACQUARIOFILO FIORENTINO Corso di Acquariofilia 2013 Negli ultimi mesi del 2013 ed a gennaio 2014 si terrà a Firenze il terzo corso di acquariofilia organizzato dal Gruppo Acquariofilo Fiorentino. Dopo l’ottima riuscita della seconda edizione tenutasi nel 2012, il corso è stato inserito anche quest’anno all’interno delle proposte del Quartiere 2 del Comune di Firenze, per coinvolgere un maggior numero di nuovi appassionati nel territorio fiorentino. Il corso si svolgerà in quattro serate tematiche ed è rivolto sia a coloro che si avvicinano per la prima volta al mondo dell’acquariofilia che ad utenti più esperti, con tematiche generali ed approfondimenti specifici all’interno di ogni serata. Durante le serate saranno approfonditi i seguenti temi: - 11 Ottobre 2013: Come “funziona” un acquario. Il filtro, il ciclo dell’azoto, i cambi d’acqua e la manutenzione. - 8 Novembre 2013: Come allestire un acquario. Che tipo di fondo usare, l’importanza dell’illuminazione. - 13 Dicembre 2013: La scelta delle piante, come posizionarle e farle crescere rigogliose. - 10 Gennaio 2014: La scelta dei pesci. Compatibilità e allevamento. I relatori principali saranno Lorenzo Bardotti e Maurizio Ghelli. Il corso si terrà presso il consueto luogo delle riunioni dell’associazione, nella sede del Quartiere 2 di Firenze, Villa Arrivabene, in p.za Alberti 1/a, a partire dalle ore 21:30 e comprenderà sia brevi lezioni teoriche (con proiezione di diapositive) che dimostrazioni pratiche. Tutte le informazioni sono sempre disponibili su www.gafonline.it

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AquaDom di Berlino Un acquario in albergo o un albergo intorno a un acquario?

di Corinne Van Keulen Procediamo con ordine: in Spandauer Straße, non lontano da una buona parte dei musei più conosciuti della città, si trova un acquario della catena internazionale SeaLife, che comprende attualmente oltre una trentina di acquari in tutto il

Berlino è sicuramente una città affascinante ed è fuori discussione che merita una visita, possibilmente di diversi giorni. Ma, in quanti progettano una vacanza a Berlino pensando di andare a visitare un acquario tra i più sorprendenti?

L’addetto alla manutenzione e alla pulizia dei vetri: chi non vorrebbe un lavoro così? 94


Un’ immagine dell’AcquaDom 95


La lobby del Radisson: un acquario in albergo o un albergo intorno a un acquario?

Il nostro collaboratore più improbabile non perde un’occasione per mettersi in mostra!

L’acquario SeaLife non è privo di interesse, ma siamo alla ricerca di emozioni di altra “portata” 96


In attesa dell’ascensore ...

... l’ascensore...

... e, finalmente, in ascensore

mondo. L’acquario è interessante ma, vista la quantità di luoghi da visitare, tutti imperdibili, che offre Berlino, questa non è forse la meta più ovvia. La sorpresa, compresa nel biglietto d’ingresso, in realtà si trova al di fuori: poco lontano da SeaLife, in Karl-Liebknecht-Straße, c’è l’hotel Radisson. Entrate nella lobby e... rimarrete senza fiato: vi troverete ai piedi dell’AquaDom, un gigantesco cilindro che s’innalza per ben 25 metri e all’interno del quale nuotano pigramente centinaia di coloratissimi pesci tropicali. Gli ospiti delle stanze che si affacciano da questo lato devono avere l’impressione di trovarsi sott’acqua! All’interno del cilindro si trova un ascensore dalle pareti trasparenti, che sale fino in cima all’acquario, permettendo di ammirarlo dall’interno. Muniti del biglietto con il quale si è già visitato il SeaLife, ci si mette pazientemente in fila per aspettare il proprio turno. Ai piedi del colosso, in un “fossato” di dimensioni più contenute, nuotano delle carpe giapponesi. Tutto intorno la con97


CLICCA SUL FILMATO!

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sueta animazione della hall di un grande albergo. Finalmente arriva il momento di salire in ascensore, accolti da un gentile ‘addetto ai lavori’ che accompagna i visitatori nell’ascensione. Osservare un acquario dall’interno è già un’esperienza singolare, ma se al di là dei vetri (e dei pesci) si è circondati da una costruzione moderna, punteggiata da innumerevoli finestre e contemporaneamente si osserva sotto di noi, sempre più lontano, l’incessante via-vai degli ospiti dell’albergo, il tutto assume un aspetto vagamente surreale. Gli ospiti dell’acquario, evidentemente abituati al movimento costante dell’ascensore, continuano nelle loro faccende, del tutto indifferenti alla presenza dei visitatori e non sembrano affatto disturbati dalla presenza, certamente consueta, del subacqueo che si aggira tra di loro occupan-

dosi della manutenzione ordinaria e della pulizia dei vetri. Un pesce Napoleone sembra osservare per un attimo, con aria di profonda indifferenza, l’ennesima comitiva di umani che, in preda a incomprensibile eccitazione, corrono da una parte all’altra dell’angusto cilindro, fotografando a destra e a manca. Arrivati in cima l’ascensore si ferma un istante prima di iniziare la discesa. Informazioni tecniche (capacità, caratteristiche di costruzione e così via) sull’AquaDom, si trovano in rete (http://www.indiaonrent.com/view/t/thelargest-cylindrical-aquarium.html). A questo punto lasciamo parlare le immagini e... la prossima volta che vi trovate a Berlino, tra una visita ai musei e una corsa al KaDeWe, provate a trovare il tempo per un’ascensione subacquea... se non soffrite di vertigini, naturalmente. 98


Ai piedi dell’AquaDom le carpe sembrano ignorare che i visitatori non sono qui per loro

Un’ immagine dell’AcquaDom 99


Nell’acquario

100


101


LE ESPERIENZE DEI LETTORI Continuiamo con la pubblicazione dei vostri contributi, ogni qualvolta vorrete regalarcene. In questo caso un lettore ci spiega i dettagli della sua esperienza con la riproduzione di Corydoras. Non è certo l’articolo di un allevatore di lunga data, ma siamo certi che potrà stimolare il vostro interesse e produrre una ampia discussione sull’argomento nei mesi a venire.

La mia prima esperienza nella riproduzione dei Corydoras julii più belli e “popolari” di Salvatore Digiorgio Allestimento dell’acquario da riproduzione

4/5 giorni. L’acqua immessa deve essere “fre-

Fondo sabbioso, luce attenuata, poco movimen-

sca” ovvero ad un paio di °C in meno rispetto

to dell’acqua, nella fase di avvicinamento all’e-

all’acqua della vasca riproduttiva. Ad ogni cam-

vento occorre tenerli per almeno un mesetto con

bio parziale va leggermente diminuita di pari

limitata colonna d’acqua (ad esempio 20 cm). I

passo la regolazione del riscaldatore. In tal modo

valori iniziali devono essere: pH 6,5 / 6,8 – GH 5

l’acqua , oltre che più fredda (obbiettivo 23/24

/ 12 °dGH – Temp. tra i 25 e i 28 °C., capacità

°C), diverrà progressivamente sempre più acida

minima 30 litri per una femmina e 2/3 maschi.

e tenera. In contemporanea occorre aumentare

A questo punto occorre iniziare una serie di mas-

ulteriormente la somministrazione di cibo. Tale

sicci cambi parziali quotidiani, di circa il 30% alla

procedimento serve a simulare ciò che avviene

volta, utilizzando solo acqua r.o., ed immettendo

nei fiumi tropicali al sopraggiungere della stagio-

ogni volta un pochino d’acqua in più rispetto a

ne delle piogge, momento in cui la maggior parte

quella tolta, in modo da portare il livello dell’ac-

dei pesci inizia a riprodursi. Deposizione e fecon-

qua ad aumentare di almeno il 50% nel giro di

dazione: dopo vari inseguimenti e corteggiamen102


vegetazione. Il numero totale di uova può variare notevolmente a seconda dell’habitat

e

dell’età

della femmina. Non vengono prodigate altre cure parentali da parte dei genitori, quindi è bene levare i riproduttori entro il giorno successivo alla deposizione. Schiusa e primi giorni: la ti la femmina si dispone a turno con il muso con-

schiusa delle uova avviene dopo circa 5 giorni. Il

tro il ventre dei due maschi, assumendo con essi

riassorbimento del sacco vitellino si esaurisce in

una conformazione a “T”, ed in quell’esatto

circa 36/48 ore, dopo di che i piccoli iniziano a

momento avviene il rilascio dei gameti (uova e

nuotare in cerca di cibo.

spermatozoi). La femmina rilascia però ad ogni

Gli avannotti: per la loro sopravvivenza nei primis-

accoppiamento solo due/tre uova, saranno quin-

simi giorni è indispensabile la presenza di micro-

di necessari vari ripetuti accoppiamenti per giun-

fauna, infusori e secco finemente polverizzato a

gere al completamento della deposizione. Dopo

base vegetale. Ideali risultano anche le compres-

ogni singolo accoppiamento le uova fecondate

se di spirulina finemente sbriciolate. Passata una

vengono raccolte dalla femmina con l’ausilio

settimana iniziano ad accettare naupli di Artemia

delle pinne ventrali e portate al sicuro in luoghi

salina appena schiusi. Nei primi giorni di vita il

precedentemente scelti e ripuliti, in genere tra la

tasso di mortalità è purtroppo elevato.

103


104


La mia vasca è di 30 litri arredata con sabbia,

qualche giorno notai alcune uova attaccate sia

una roccia lavica, qualche foglia di catappa e

alle piante sia sul vetro. Immediatamente le

piante a bulbo (Aponogeton, ninfee, ecc.) avvia-

aspirai con una siringa immergendole in un bic-

ta da molti mesi senza pesci.

chiere d’acqua con qualche goccia di blu di

Pochi giorni fa avevo visto in un negozio di

metilene diluito con acqua ro... e ossigenando

acquari dei Corydoras julli e pensai di prender-

con areatore.

ne un gruppetto per tentare una riproduzione.

Per il momento il totale delle uova sono 4 e gli

Una volta inseriti i pesci dopo qualche giorno

embrioni si stanno sviluppando; vedremo il

avevo simulato il periodo delle piogge con un

seguito con altre deposizioni e lo sviluppo degli

bel cambio parziale di acqua da osmosi. Dopo

avannotti “corydini” zebrati.

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NonSoloAcquari

Le schede sulle Conchiglie da collezione

i Trochidi di Lorenzo Luchetta Viaggio nel mondo di questi fantastici “gusci” che da tempo immemore sono oggetto di interesse per l’uomo che ha imparato a classificarli, custodirli e collezionarli. Presentiamo in questa scheda la famiglia dei Trochidi, conchiglie comuni ma assai apprezzate per forma e colori sce un alimento pregiato; infine Norrisia norrisii è abbastanza comune in California, e la sua caratteristica peculiare è costituita dalla presenza di piccole e sottili setole sull’opercolo. Il genere

I Trochidi sono conchiglie contraddistinte da una forma conica, madreperlacea internamente, e dotata di opercolo sottile, corneo e multi spirato. Sono assai diffuse nei mari del globo, ma più di un migliaio di specie vive nelle acque tropicali o temperate. La loro alimentazione è prettamente vegetariana, e la loro crescita abbastanza lenta. Nell’Indopacifico si possono incontrare specie assai dissimili per forma e per colore; molto tipici sono gli Umbonium, ampiamente diffusi nei fodali sabbiosi del Giappone e dell’Asia sudorientale; la loro spira è assai depressa rispetto ai parenti più stretti. Tra i Trochidi americani si contano centinaia di specie; degna di nota sono la Gaza superba considerata rara, la Tegula regina assai apprezzata dai collezionisti e la Cittarium pica, tipica delle Indie Occidentali dove costitui-

Calliostoma granulatum 106


Trochus maculatus Di dimensioni medio-grandi ama trovare rifugio sotto pietre e scogli, è discretamente ricercata dai collezionisti, e come tanti trochidi si presta ad essere utilizzata come soprammobile. In generale tutti i trochidi sono soggetti a lavorazioni che tendono ad abbellirne l’aspetto che talvolta viene però anche totalmente stravolto.

Tectus pyramis

Trochus niloticus

Calliostoma invece comprende Trochidi tipici delle acqua profonde dei mari freddi, dove trovano riparo fra le alghe. Alcune di queste conchiglie sono molto belle perché assai delicate e variopinte. Conosciamone qualcuna più in dettaglio: Tectus niloticus (ex Trochus niloticus) È un trochide di grosse dimensioni, che nonostante la crescita lenta può raggiungere e superare i 12 cm; tipico delle barriere coralline australiane, dove trova cibo e riparo nelle barriere stessa. La sua componente di madreperla viene utilizzata da secoli per la fabbricazione di monili, bottoni e composizioni ornamentali.

Trochus niloticus

Calliostoma granulatum Più piccolo del parente sopracitato, è comune dal Portogallo, al Marocco, alle Canarie. Il suo guscio è sottile ma robusto, e percorso da cordoncini granulosi in rilievo. Ama seppellirsi nei fondali fangosi dove ricerca il cibo e si mimetizza.

Trochus niloticus

Tectus pyramis Trochide di grosse dimensioni tipico della zona Indopacifica, è detta “lumaca turbante”, appellativo che accumuna tanti trochidi. Ha una conchiglia spessa e robusta che si presta a diversi tipi di lavorazioni. 107


L’acquario del mese Una rivista che non si rinnova continuamente non è neppure degna di esistere. Per questo motivo affianchiamo le rubriche più interessanti del passato a nuove esperienze che, speriamo, potranno incontrare i vostri gusti. Abbiamo pensato di iniziare questa nuova serie di articoli sull’allestimento di begli acquari proposti dai lettori stessi. Ogni mese vorremmo stimolarvi mostrandovi con ampio corredo fotografico come uno di voi è riuscito ad operare, per filo e per segno, per ottenere un risultato degno di nota. Iniziamo questo mese con un acquario marino che senza dubbio farà sognare alcuni di voi e potrà, speriamo, meritare l’emulazione di tanti altri. Vi presentiamo…

L’acquario di Carlo Caianiello mantengono un buon movimento in ogni punto dell’acquario. Skimmer ereditato dalla vecchia vasca, hydor slim skim 135.35 che andrà sostituito in quanto insufficiente su questo litraggio e questa popolazione. Tale inefficienza ha reso necessaria l’adozione di un filtro esterno per resine e carboni eden 501 che semplifica notevolmente la gestione. La gestione è inoltre facilitata dal lavoro delle rocce vive, ben 21 kg, che sono con me da quasi due anni. Effettuo il cambio settimanale di 10 litri d’acqua utilizzando sali differenti ad ogni cambio tra cui royal nature, salinity ecc. Immediatamente dopo ogni cambio doso batteri Biodigest, Equò o Seachem. Per la triade invece uso il reef fusion 1 e 2 della Seachem, a giorni alterni, mi mantiene la triade stabile e favorisce le coralline.

L’idea di fondo del mio acquario è stata di creare un ambiente accogliente per i miei coralli e per i miei pesci, senza sovrappopolare e rispettando quelle che sono le necessità degli organismi da me ospitati. Ho quindi deciso di acquistare, dopo numerose esperienze con i nanoreef, un acquario leggermente più grande e ho scelto questo acquario artigianale di misure 75x40x40 centimetri. Il volume di tale acquario, di circa 120 litri lordi, mi permette di allevare con successo LPS (madrepore a polipo grande), qualche corallo SPS (a polipo piccolo) nonchè numerosi pesci. Al momento la vasca non ha sump e la tecnica è la seguente: I’lluminazione è prodotta da 5 t5 da 24 watt (blu plus, 3 bianchi 15k e un attinico), tubi ati, blau e aquaristica. Movimento affidato a 2 koralia, una da 2300lt/h e una da 900 lt/h che 108


Briareum hamrum

Pocillopora damicornis

Lysmata debelius circondato da Montipore foliose e Acropora tricolor 109


Trachyphyllia geoffrey

Vista panoramica 110


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Montipora confusa Zoanthus sp.

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del lievito di birra (1-1.5 grammi sciolti in acqua della vasca e versati a luci spente). Per quanto riguarda i pesci, allevo un Amphiprion frenatus che è a mio parere molto più attrante per colorazioni e comportamenti del classico A. ocellaris, un Sinchyropus marmoratus, uno Pseudochromis splendens e uno Zebrasoma scopas. Quest’ultimo è un animale che, mea culpa, non dovrebbe essere presente in un acquario di questo litraggio ma è stato necessario inserirlo al fine di effettuare un’efficace lotta contro le alghe che stavano invadendo il mio mesocosmo. Alimento i pesci un paio di volte al giorno, alternando granuli Omega one con aglio e vitamine ai marine flakes New era e fiocchi con spirulina, e soltanto raramente con del congelato (Artemia, uova di aragosta o altro).

Lobophyllia corymbosa

La popolazione è composta da qualche corallo molle, lps e sps. Nonostante i miei valori non siano perfetti e si può ancora rinvenire una certa concentrazione di nitrati e fosfati, noto buone crescite di tutti gli animali nonostante al momento i colori non siano proprio “brillanti”. Alimento con un prodotto specifico, il Fuel seachem, dosando circa 4 ml 2 volte la settimana, al quale aggiungo a settimane alterne

Actinodiscus sp.

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A.frenatus in simbiosi con Euphyllia parancora

Montipora digitata verde

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Acropora tricolor

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Un tuffo, una foto a cura di Marco Gargiulo Continuiamo con la nuova rubrica che ci auguriamo apprezzerete, nata nel numero precedente. Un campione di fotografia subacquea ci racconta ogni mese, in modo sintetico, una sua esperienza inebriante. Lo fa con poche parole e con un bello scatto perché… una foto vale più di mille

parole.

Ci

conduce

così

nelle

profondità sottomarine che tanto spesso proviamo a riprodurre nei nostri acquari domestici. Potremo così ottenere spunti interessanti per i nostri layout marini ma anche prendere parte, virtualmente, a piccole avventure costiere. Il piatto forte resta la foto, prezioso omaggio di colui che sa farci sognare con un semplice… click!

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Triglie & Tordi 25 settembre 2011 – Isola di Capraia Mi tuffo in acqua con mio fratello Arturo, attendendo lo start della prima giornata di gara del Campionato Italiano FIPSAS di Fotografia Subacquea Digitale Reflex 2011. Due ore a disposizione… tutti i concorrenti si dirigono verso il largo verso la punta in cerca dei barracuda. Io scelgo di aggirare lo scoglio dal lato terrestre e di sorvolare la prateria di Posidonia in cerca di un tordo codanera intento alla pulizia di qualche pesce. Immediatamente osservo un branco di corvine sorvolare le foglie. Mi avvicino e realizzo uno scatto buono. Proseguo e vedo una scena mai osservata prima: una triglia che si lascia pulire dal tordo! Subito mi avvicino e scatto una raffica di foto, prima del momento in cui il tordo si allontana. Resto incredulo della scena osservata e tale sensazione rimane anche quando mi trovo a selezionare le foto da presentare. La foto a me sembra strepitosa, ma nel dubbio che possa esser non apprezzata dalla giuria, viene scartata a favore del primo piano di un sarago maggiore. Non ho la controprova, ma il sarago vince la sua categoria e la serie di fotografie presentate mi consente di coronare il sogno di diventare Campione d’Italia 2011.

Gli organismi ritratti dal nostro fantastico fotografo nella foto della pagina successiva questo mese sono due. Per motivi di spazio diamo qualche breve informazione sul “protagonista” principale. Triglia di scoglio: Mullus surmuletus Linnaues, 1758. Actinopterygii, Perciformes, Mullidae. Corpo allungato, strisce longitudinali rosse e marroni, dorsale anteriore con macchie scure. Presenta due barbigli (appendici poste vicino alla bocca) utilizzati nella ricerca di cibo. Dimensioni medie intorno ai 25 cm, ma può raggiungere i 40 cm. Si nutre di organismi nbentonici, quali crostacei, policheti, molluschi e pesci bentonici. La maturità sessuale è raggiunta a circa 1 anno (14 cm circa) e si riproduce da maggio a luglio; uova e avannotti sono pelagici. È una specie gregaria, che forma piccoli branchi. Specie subtropicale, è diffusa ne Mediterraneo, Mar Nero e Atlantico orientale, prevalentemente su fondali rocciosi fino a circa - 100 m, in zone a temperature tra i 17 e i 21 C.

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118


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Inserto da stampa Pesci e poesia, il fascino del XVI secolo Quinta parte a cura di IppoCampo

Allora, la vittima, cioé, la specie che ho scelto questo mese è il Coris julis, conosciuto come Donzella in tutta Italia, ad eccezione della Campania dove, chissà perché, viene chiamato Pinterré. (La rima è involontaria, residuo delle mie performance artistiche del numero precedente. Eh, la poesia, se ti contagia non va più via!). Ok, Carassio mi segnala che se continuo così posso anche fare le valige; pare che io abbia messo a dura prova la pazienza di tutta la redazione, anche se non capisco proprio come.

Dopo l’interruzione del numero precedente, decisa per lasciare tutto lo spazio disponibile (e anche parecchio in più) a Betta di ogni specie, riprendiamo gli incontri con il nostro amico Boussuet. Non che ci sia troppa collaborazione da parte vostra: mi tocca come sempre fare tutto da solo. Non vi siete degnati di mandarmi nemmeno una foto, un tentativo di identificazione, un commento... niente. Ma ci siete? Boh, io vado dritto per la mia strada e continuo a parlarvi ogni volta di una delle specie rappresentate nel numero precedente, tanto lo faccio perché mi diverto e se nessuno legge, pazienza. Però se ci siete e volete dimostrarlo, non dovete fare altro che scrivere all’indirizzo della rivista (lo trovate dietro la copertina) via e-mail. Oppure potete scrivermi due righe sul forum (www.aquariophylia.eu). Io vi risponderò con molta gioia. Allora che fate? Mi lasciate ancora solo o mi contattate?

Torniamo al protagonista di questo mese. Coris julis (Linnaeus, 1758): Actinopterygii, Perciformes, Labridae, Corinae. È stata suggerita un’etimologia dal greco, che significa tra l’altro “fanciulla”. Il corpo è affusolato, generalmente lungo una ventina di cm, ma può raggiungere anche i 30 cm. La testa e la base delle pinne dorsale e anale sono prive di squame. I maschi presentano un allungamento dei primi 3 raggi dorsa-

Inserto da stampa 120


are e conservare Carne quidem Iulis fragili, teneráque, videtur, lure autem ventrem lubricate esa suo. Laudati magèfit succi si saxa frequentat Abdita:nec portus, littoráque ipsa subit. Che cosa vuol dire? E che ne so, non sono mica un latinista io! Speravo di trovarne uno tra di voi per avere lumi, ma fino ad ora non si è fatto sentire nessuno. Se qualcuno è in grado di tradurre si faccia avanti, è il benvenuto. Se state pensando di ricorrere a Google, lasciate perdere. O meglio, fatelo pure: l’ilarità è garantita. Il risultato è questo: Infatti, la carne fragile Julian, e spara, a quanto pare, Legge della lubrificazione canta per la sua pancia. Succo magèfit lodato se rocce località Nascosto, o porta, littoráque corre. Finito di ridere? Io ho ancora le lacrime agli occhi. Chi è Julian e a chi spara? Normale poi che si nasconda, anche se la pancia che canta lo tradirà. A me pareva, così, a buon senso, che Boussuet dicesse banalmente qualcosa sulle carni tenere e sul fatto che Iulide abita il litorale e i porti. Aspetto traduzioni più sensate da parte vostra. E adesso scusate, ma mi viene ancora da ridere, non riesco proprio più a scrivere. Arrivederci al mese prossimo.

li, con una macchia, generalmente color arancione, rossa, o nera. Lungo i fianchi è presente una striscia ondulata rossa o arancione. I giovani e le femmine presentano invece un’ampia fascia longitudinale biancastra, al centro della quale si trova una strscia ondulata di colore marrone scuro. Si tratta di una specie proterogina: alla nascita sono cioè tutte femmine e invecchiando diventano maschi. La maturità sessuale è raggiunta a cira 1 anno (come femmine); è stato osservato che tutti gli esemplari di 18 cm e oltre sono maschi. Le uova, pelagiche, vengono deposte in primavera-estate, tra aprile ed agosto. Strettamente costiero, predilige fondali rocciosi o a posidonia. Generalmente distribuito tra -1 e -60 m., si può però trovare fino a 120 m. di profondità; di solito i maschi più vecchi preferiscono acque più profonde.Vive in zone temperate, in acque con temperature comprese tra i 18 °C e i 22 °C. È diffuso nel Mediterraneo e nell’Atlantico orientale. Prevalentemente carnivoro, si nutre di policheti, crostacei, gasteropodi e ricci di mare, ma anche di alghe. Boussuet lo chiama “Iulide” e accompagna la bellissima incisione di Georges Reverdy (come chi è? ma allora non state proprio attenti a quello che leggete! Tornate al numero 4 di quest’anno - direttamente e senza passare dal ‘Via’, Monopoli-like- alle pagine 52 e seguenti e lo scoprirete), accompagna l’incisione, dicevo, con i seguenti versi:

Vostro IppoCampo

are e conservare 121












OLTRE A CURA DI

Luigi Storoni

il vetro

Un ampio salotto moderno

132


televisione ci bombarda ogni giorno con le pubblicità dei salotti, magari venduti sottocosto. Certo si tratta di un angolo domestico di grande pregio, anche per questioni di “rappresentanza”, ma siamo certi che un divano e due poltrone possano creare la giusta atmosfera in salotto? Osserviamo la prima simulazione. La stanza è coperta da carta da parati con linee verticali in varie tonalità di ocra e grigio. Il locale rettangolare è ampio, con controsoffittature contenenti faretti alogeni e Led, tre ampie finestre che conferiscono un’atmosfera molto luminosa ed un ampio divano disposto proprio di fronte al panorama immenso. Un tavolino e due poltrone completano l’arredamento, mentre una serie di piantane produce la giusta cornice di luce per rendere più intensa l’esperienza di comunità. Sembrerebbe tutto completo… Cosa manca? Oramai lo sapete: manca un acquario. Osserviamo infatti, nella seconda simulazione, come la presenza di un acquario d’acqua dolce abbia rivoluzionato l’aspetto del nostro ampio ambiente domestico. In questo caso, per dare ancora maggiore risalto alla costruzione in vetro ed acqua ed anche per creare un angolo riparato che renda il locale meno “aperto” all’ingresso ed un pochino più riservato, abbiamo realizzato una parete in cartongesso proprio al centro dello spazio salotto, perpendicolarmente alle finestre. La parete (costituita da due pannelli in cartongesso affiancati ed una impalcatura metallica centrale) è ricoperta di carta da parato bianca successivamente verniciata mediante vernici artistiche. Al centro della parete di cartongesso è stato disposto un solido supporto in metallo atto a contenere anche tutta la strumentazione tecnica. L’illuminazione stessa è contenuta in una apertura superiore della parete, collegata in tensione all’interno di una porticina a scomparsa disposta alle spalle della parete. In questo modo la vasca è contenuta tutta in una ampia finestra quadrata riportante un taglio estetico nella parte più alta.

La

133


L’attrezzatura della vasca è costituita da un termoriscaldatore di precisione, un secondo termostato di sicurezza ed un filtro esterno BluExtreme disposto sotto l’acquario, nel vano tecnico. Il collegamento con il filtro è realizzato mediante un tubo verticale in vetro disposto su un lato della vasca,

quasi totalmente invisibile all’osservatore. L’illuminazione è invece prodotta da quattro plafoniere Led per una potenza totale di 65 watt, sufficienti a produrre una vegetazione di media densità nella vasca di dimensioni 120 x 45 x 50 (h) da circa 270 litri lordi. Alcuni legni di torbiera e vari 134


materiali in terracotta completano l’arredamento. La popolazione della vasca è costituita da sei discus adulti e due giovani, in attesa che si formino delle coppie. In seguito alcuni esemplari potranno essere spostati in altri acquari. Come sarà possibile notare, la presenza

della parete e dell’acquario al centro ha modificato completamente l’aspetto del salotto, rendendolo molto più attraente, luminoso ed elegante, pur senza modificare le restanti parti del locale. È il miracolo dell’acquario! 135


NEL PROSSIMO NUMERO...

in breve L’estate ci ha colti quasi di sorpresa! Dopo il

l’acqua libera a ridosso della riva si nota fra

numero speciale ci siamo guardati intorno

le altre anche la presenza di Eichhornia cras-

ed… era già tempo di prepararci per ottobre!

sipes, Salvinia molesta e Typha sp. Il nostro

Incredibile come scorre il tempo quando si

esperto questo mese ci porta alla scoperta di

produce una rivista come la vostra. Non c’è

terre lontane offrendoci vari spunti di alleva-

stato il tempo neppure per un bagno (speria-

mento. Da non perdere per nessun motivo al

mo vivamente che a voi sia andata meglio) e

mondo!

gli stessi autori, ancora in gran parte vacanzieri, hanno inviato i loro contributi in ritardo. Risultato: siamo ancora molto impreparati,

Le esigenze delle piante acquatiche.

ma pronti a recuperare il tempo perduto con

Continua naturalmente la serie sull’aquasca-

l’aiuto dei vostri amici esperti contributori.

ping. Il prossimo mese prenderemo in consi-

Alcuni di essi, naturalmente, sono particolar-

derazione argomenti di tipo “fisiologico”

mente professionali e pronti, per cui qualche

senza dimenticare, naturalmente, la tecnica

buona idea l’abbiamo. Ad esempio:

esperta del nostro autore campione di allestimenti. Nei precedenti articoli abbiamo descritto la filosofia e ed i principi che porta-

Reportage: Kafue River. Lo Zambia è uno

no alla realizzazione di un layout in un acqua-

dei paesi africani più interessanti da visitare,

rio di piante, mettendo in evidenza il percor-

praticamente sconosciuto al turismo di

so creativo dell’aquascaper e quindi il lato ”

massa offre visione d’una autentica realtà

artistico” dell’aquascaping. In questo artico-

autoctona. Escludendo l’area intorno alle

lo si parlerà invece della parte scientifica,

cascate Vittoria (Livingstone) turismo e strut-

con un accenno alle conoscenze indispensa-

ture di settore sono quasi inesistenti, gli stes-

bili per iniziare a gestire un acquario di pian-

si parchi nazionali offrono un’esperienza non

te. Ci sarà molto da imparare, in vista delle

comune. Il silenzio e la lieve fresca brezza

successive prove che l’aquascaping potrà

ristorano immediatamente e quanto patito

proporci sino a fine anno.

per giungere alla meta svanisce subito, l’acqua è limpida e bassa vicino la riva, indossati gli stivaloni si comincia a scrutare fra le

Acquario in classe. Ci stiamo riprovando

piante per poi entrare in acqua muniti di reti-

ma è solo poco più di un progetto. Come

no a maglie fini. Distese di piante galleggian-

sapete è da circa un anno che abbiamo in

ti s’alternano a vasti spazi liberi, un sipario di

animo di diffondere la passione degli acqua-

papiri (Cyperus papyrus) crea alcune pozze

ri nelle scuole, come eccellente ausilio didat-

densamente ricoperte da Azolla pinnata, nel-

tico per spiegare, con esempi pratici, con136


cetti fondamentali in materie quali la botani-

riduzione di impatto ambientale, soprattutto

ca, la zoologia, l’elettronica e l’ecologia.

derivante dall’acquacoltura, si è indirizzata

Eppure i nostri autori stentano a trovare un

verso un tipo di depurazione ecologico, spe-

accordo su argomenti e programmi didattici.

rimentando l’azione di diversi organismi in

Ma ci stiamo lavorando! Negli ultimi anni si

grado di “ripulire” la colonna d’acqua, ali-

sono viste nascere sempre più iniziative con

mentandosi delle sostanze di rifiuto prodotte

lo scopo di sensibilizzare i giovani nei con-

dall’attività di allevamento. Questi organismi

fronti della natura e di stimolare il rispetto per

estrattori sono definiti “biorisanatori” o “bio-

quest’ultima. Questo progetto nasce con

remediators” in inglese. Un’esperta di calibro

l’intenzione di promuovere la consapevolez-

internazionale ci spiegherà il suo punto di

za rispetto a temi ecologici e ambientali

vista con argomentazioni scientifiche, offren-

insieme ai maestri e i professori, di lettere e

doci infiniti spunti di lavoro.

di scienze, di geografia e di economia, cercando di ridurre il rischio che tale insegnamento abbia un impatto solo superficiale nei ragazzi. Siamo sicuri, quindi, che accompagnare temi di biologia, chimica, ecologia, etologia e ambiente con la creazione di un

Questi naturalmente sono solo alcuni argo-

acquario sia un modo più incisivo e perché

menti tra quelli a cui stiamo lavorando.

no anche divertente per affrontare queste

Carassio, ad esempio, è ancora in vacanza e

materie. Insegnamenti di questo genere, tut-

non sappiamo dunque di cosa vorrà parlarci.

tora prevalentemente astratti, possono così

Di Ippo Campo, poi non abbiamo notizie ora-

materializzarsi in aula. Speriamo di comple-

mai da un paio di mesi. Siamo certi che con

tare il lavoro e di poter offrire ad insegnanti,

i primi freschi autunnali tutto tornerà alla nor-

studenti e… comuni acquariofili, un bel corso

malità. Almeno lo speriamo. Tuttavia, se vor-

da seguire per tutto il prossimo anno.

rete aiutarci a costruire un numero migliore non esitate a richiedere articoli sui vostri argomenti preferiti. Faremo in modo da esau-

Pesci fuor d’acqua. Continua la serie sul

dirvi, come sempre, per dimostrare ancora

significato degli acquari iniziata questo

una volta che aquariophylia ha un solo

mese. Inizieremo dagli acquari biotopo e

padrone… e siete voi!

continueremo… chissà come. Il discorso si fa particolarmente interessante perché ci dice chi siamo, da dove veniamo e… chissà, forse svelerà anche dove andiamo!

L e c t i o m a g i s t r a l i s: Vermi biorisanatori. Negli ultimi anni la ricerca nel campo della 137


ARRIVEDERCI AL PROSSIMO NUMERO Eccoci giunti al termine di questo numero di Settembre. Come sempre speriamo vi sia piaciuto. È così? Allora vi auguriamo di averne tanti, tanti altri ancora di numeri come questi. Reportages, tecnica, metodi per allestire ed allevare, novità dal mercato e relazioni tra appassionati. Questo e tanto altro è e continuerà ad essere aquariophylia. Voi potete fare molto per conservarla così. Bisogna far crescere ogni giorno di più il numero di iscritti al nostro sito e scaricare la propria copia della rivista, per testimoniare di esistere, di essere padroni della rivista. È veramente molto poco, in cambio di una pubblicazione vera, che vi viene regalata ogni mese. Allora non mettete tempo in mezzo: ora che avete finito di leggere la vostra copia, invitate subito qualcuno dei vostri amici ad iscriversi ed a scaricare a sua volta. Farete un servizio alla vostra rivista e, ovviamente, a voi stessi, accrescendo le potenzialità e l’indipendenza di questa pubblicazione. Fatelo subito, se vi piace!


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