Reportage: meraviglie tra le colline Ippo Campo, il libro antico Vermi biorisanatori Iniziamo col Mediterraneo
Test: dimmer Led Laghetto, progettazione e realizzazione Link, legni di torbiera
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LA RIVISTA È CLICCABILE Lo ripetiamo da anni e gli effetti cominciano a vedersi. Molti di voi stanno cominciando a comprendere la differenza tra una rivista vera, come questa, ed un baluardo dei vecchi sistemi antidiluviani, come le riviste in edicola. In quel caso dovete limitarvi a sfogliare le pagine, senza poter interagire in alcun modo con la pubblicazione. Se vi interessa uno degli argomenti riportati dovete accendere il computer e provare a fare delle ricerche su Google, con tutti i rischi del caso. Con questa rivista la storia è tutta diversa. Innanzitutto il computer è già acceso (o il tablet, il telefonino, o quello che vi pare) e in più le ricerche sono già pronte. Basta cliccare e vi troverete in un attimo proprio nel posto in cui volevate essere, per approfondire, per divertirvi, per scoprire. Quando vedete la manina indicatrice non esitate: in cliccatio virtus… come direbbe il nostro collaboratore più amato.
AQUARIOPHYLIA European Aquarium Hobbyist Magazine www.aquariophylia.eu Mensile di informazione per acquariofili e negozianti Autorizzazione del Tribunale di Napoli nr. 7 del 7 - 1 - 2011 Anno III numero 11 novembre 2013 Edito da Papyrus Publishing COMITATO DI REDAZIONE Valerio Zupo (Direttore Responsabile) Stefano Bertoni (Struttura web) Mariagiulia Peduzzi (Grafica & Impaginazione) Rita Colognola (Segreteria di Redazione) Masimiliano Ramboni (Web Marketing) Massimo Pagni (Revisione testi) CONSIGLIO SCIENTIFICO Dott. Rita Colognola, Dott. Francesco Denitto, Dott. Luciano Di Tizio, Dott. Matteo Grassi, Dott. Mirko Mutalipassi, Dott. Valerio Zupo RESPONSABILI DI SEZIONE Mariella Bettarini (L’Acquario in Poesia) Luigi Del Favero (Discus) Luciano Di Tizio (Acqua dolce) Mario Loffredo (Link & Argomenti Strutturanti) Lorenzo Luchetta (NonSoloAcquari) Diego Marinelli (Aquascaping) Mirko Mutalipassi (Test & Recensioni) Antonio Piccolo (Come si fa) Stefano Rossi (Acquario Marino Mediterraneo) Roberto Silverii (Anabantoidi) Luigi Storoni (Oltre il Vetro) HANNO CONTRIBUITO A QUESTO NUMERO Silvio Arnone Mariella Bettarini Carassio Rita Colognola Marco Gargiulo Adriana Giangrande Ippocampo Luciano Di Tizio Mario Loffredo Mirko Mutalipassi Stefano C. A. Rossi Pubblicità e Redazione: Papyrus Wezelweide 15 - NL 2727 DK Zoetermeer - The Netherlands Tel. 0031-(0)6-48154024 e-mail: aquariophylia@gmail.com Per abbonarsi gratuitamente alla rivista e riceverla ogni mese: http://www.aquariophylia.eu Gli autori sono responsabili dei pareri espressi nei singoli articoli e questi non riflettono necessariamente l’opinione della redazione. È vietata la riproduzione, anche parziale, di contenuti, testi, foto o filmati pubblicati in questa rivista, salvo specifica approvazione scritta da parte della redazione. Per citare gli articoli contenuti in questa rivista usare il formato seguente: Nome dell’autore e titolo dell’articolo In: aquariophylia n., anno, pag. (www.aquariophylia.eu)
AQUARIOPHYLIA
EUROPEAN AQUARIUM HOBBYIST MAGAZINE
Anno III - n째 11 novembre 2013
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EDITORIALE QUESTO NUMERO IN BREVE LETTERE IN REDAZIONE LECTIO MAGISTRALIS. VERMI BIORISANATORI di Adriana Giangrande QUALE ACQUARIO? IDEE PER L’ALLESTIMENTO di Stefano C. A. Rossi REPORTAGE. MERAVIGLIE TRA LE COLLINE di Silvio Arnone INSERTO.PESCI E POESIA, IL FASCINO DEL XVI SECOLO Settima parte di IppoCampo VAI COL LINK. OGGI PARLIAMO DI... LEGNI a cura di Mario Loffredo LA RUBRICA DEL CARASSIO L’ACQUARIO IN POESIA. PERCHÉ ACQUA SEI ACQUA SEI ACQUA di Mariella Bettarini DALLE ASSOCIAZIONI TEST DI BANCO: LED DIMMER RGB 3 CANALI a cura della redazione RECENSIONI E NOVITÀ AQUA MEDIC AQUABREED 1000 AQUA1 RIDUTTORE DI FLUSSO AQUAVITRO SALINITY BIOTA BACTERIAL ACTIVATOR SEACHEM AQUAVITRO FUEL WAVE BOX CUBE 30
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LE INTERVISTE DI AQUARIOPHYLIA: IL MEDICO DELLE CARPE di Rita Colognola UN TUFFO, UNA FOTO di Marco Gargiulo PESCI FUOR D’ACQUA? ACQUARIOLOGIA OGGI. Terza parte di Rita Colognola QUESTO NON MI CONVINCE. TETRA EASY CRYSTAL FILTER BOX 600 a cura di Mirko Mutalipassi PASSIONE LAGHETTO. PARTE SECONDA: PROGETTAZIONE E REALIZZAZIONE di Luciano Di Tizio ARRIVEDERCI AL PROSSIMO NUMERO
I NOSTRI COLLABORATORI E RESPONSABILI DI SEZIONE Questa rivista si basa sul lavoro di un gruppo multidisciplinare di volenterosi che desiderano accrescere la diffusione degli acquari nel nostro paese. Possiamo affermare anzi che, in base alla struttura che abbiamo voluto imporre a questa pubblicazione, ogni responsabile di sezione abbia realizzato una sua propria rivista dedicata ad un singolo argomento. Speriamo che i loro sforzi vi siano graditi, ma attendiamo comunque da voi critiche e suggerimenti, per rendere la nostra famiglia sempre più efficiente e produttiva. Vi presentiamo dunque la squadra!
VALERIO ZUPO (Direttore Responsabile) biologo, laureato a Napoli con lode. Ha frequentato l’Università Livre di Bruxelles per un PhD sulle reti trofiche in fanerogame marine ed ha ricevuto un Fullbright award nel 1994. È stato coordinatore di vari progetti di ricerca e tutt’ora svolge la propria attività di ricercatore della Stazione Zoologica di Napoli, presso il laboratorio di Ecologia del Benthos di Ischia (Napoli). Da molti decenni è appassionato di acquari ed ha scritto per numerose riviste nazionali, oltre a collaborare con varie riviste divulgative internazionali. I suoi interessi di ricerca sono focalizzati all’ecofisiologia dei crostacei decapodi, le reti trofiche ed i rapporti tra piante ed animali. Ha scritto 12 libri divulgativi sugli acquari, le malattie dei pesci, la fauna e la flora del mediterraneo. Nel campo degli acquari è particolarmente interessato agli aspetti ambientali, la gestione dei sistemi complessi, il filtraggio e la qualità dell’acqua, nonché le malattie dei pesci e gli acquari marini mediterranei. Ha inoltre pubblicato alcuni testi sui discus ed alcuni CD multimediali sulle malattie dei discus e sulla gestione degli acquari marini e d’acqua dolce. STEFANO BERTONI (WebMaster), nato a Milano nel lontanissimo 1967, da sempre appassionato di Computer, ha iniziato quasi 30 anni or sono ad interassarsi di informatica con il mitico Commodore Vic 20; esperto in sistemi Dos, Windows, in reti informatiche, si è specializzato in assemblaggio di pc e configurazioni avanzate e sicurezza mediante configurazioni di firewall e proxy. Realizza per passione siti internet e portali per amici e parenti, gestisce 2 siti personali (www.1diabetico.net e www.food4diabete.com); da poco ha pubblicato due libri in vendita su Amazon dal titolo “Rimecelate” e ” Vi racconto il diabete”. Da venticinque anni, grande appassionato di acquariologia, adora allevare ciclidi nani del Sud America, è apparso su questa rivista anche come autore, vorrebbe continuare a farlo qualora trovasse nuovi spunti da proporre. MARIELLA BETTARINI (Responsabile Sezione L’Acquario in Poesia) è nata nel 1942 a Firenze, dove vive. Dagli anni Sessanta ha collaborato a più di 150 riviste e ha pubblicato una trentina di libri di poesia, alcuni di narrativa e di saggistica. Nel 1973 ha fondato il periodico letterario “Salvo imprevisti”, che nel 1993 ha preso il titolo de “L’area di Broca”. Con Gabriella Maleti cura la Gazebo Libri. Ha tradotto scritti di Simone Weil e curato Il libro di Alice. Nel 2008 è uscita l’antologia poetica A parole – in immagini (1963-2007) e nel 2010 l’e-book Poesie per mia madre, Elda Zupo. Sulla sua poesia sono state discusse due tesi di laurea. Sito personale: www.mariellabettarini.it Sito della rivista “L’area di Broca”: www.emt.it/broca Link all’e-book: http://www.ebook-larecherche.it/ebook.asp?Id=43 6
LUIGI DEL FAVERO (Autore), nato a Milano nel 1974, commercialista ma sopratutto appassionato di acquari fin dall’età della ragione. Malato di discus, cultore del rotondo pinnuto da oltre un decennio. Collabora attivamente da anni con uno dei siti tematici dedicati al discus, Mondodiscus. La malattia acquariofila, la pura passione hanno fatto sì che in salotto accanto alla Tv troneggi una piccola serra amatoriale di 2.000 litri, utilizzata come contenitore di passioni e studio dei discus. FRANCESCO DENITTO (Autore e Consigliere di Redazione) biologo Marino, Francesco Denitto svolge attualmente attività di ricerca presso l’Università del Salento, ove ha conseguito la laurea in Scienze Biologiche ed il suo dottorato di ricerca in Ecologia Fondamentale. Subacqueo per diletto e professione, effettua studi sulla biologia delle grotte marine sommerse e sull’ecologia degli organismi planctonici, in particolare le meduse. È autore di svariate pubblicazioni scientifiche di biologia marina. Appassionato di lungo corso, è autore di numerosi articoli di acquariofilia e dedicati all’allevamento del discus. Collaboratore di riviste italiane del settore, oggi i suoi lavori sono pubblicati prevalentemente all’estero. Infatti, collabora regolarmente con le più importanti testate internazionali, tra cui lo storico Diskus Brief (Germania), la prestigiosa rivista americana Tropical Fish Hobbyist (TFH) ed alcuni magazine asiatici. È co-autore del libro “Trophy Discus” edito dall’americana Cichlid Press. Relatore per conferenze sul “mondo acquatico”, Francesco è anche giudice di gara nei concorsi internazionali di discus, tra cui alcuni prestigiosi campionati in Europa ed in Asia. È stato fondatore del Gruppo Acquariofilo Salentino (GAS), ove riveste la carica di segretario. LUCIANO DI TIZIO (Responsabile sezione acqua dolce & laghetto) giornalista professionista, si occupa di acquari da oltre 40 anni. Ha spaziato in tutti i settori di questo hobby, con una particolare attenzione al dolce nostrano ed all’acquario mediterraneo. È stato tra i fondatori dell’Associazione Acquariofili Abruzzese, della quale è attualmente il presidente, ed è stato per sette anni presidente dalla FIAAE, la Federazione che negli anni ‘90 del secolo scorso raggruppò tutte le allora numerose associazioni italiane di acquariofilia e di terrariofilia. Ha allevato e riprodotto pesci, anfibi e rettili ed ha condotto, da solo o con altri esperti, numerosi studi sul campo sulla piccola fauna italiana. Ha scritto oltre 1000 articoli per riviste specializzate, in Italia ed all’estero, oltre ad una dozzina di libri divulgativi. È stato a lungo membro del comitato di redazione e direttore responsabile della rivista Aquarium. Come erpetologo ha partecipato e partecipa a congressi scientifici con propri lavori ed è coautore di diverse pubblicazioni. MARIO LOFFREDO (Responsabile sezione Link) è nato a Napoli il 9 marzo 1967 ed è cresciuto ad Ischia, dove è impegnato nel settore turistico. Ama profondamente il mare ed i suoi abitanti: avvicinatosi all’acquariofilia all’età di 14 anni non se ne è mai più allontanato. Per alcuni anni i suoi acquari sono stati i classici “da salotto”, ma in breve si è accorto che il suo vero interesse era rivolto più al comportamento ed alla biologia delle specie allevate, piuttosto che al colore e alla bellezza. Da diversi anni ha concentrato i suoi sforzi nella riproduzione di specie marine mediterranee. LORENZO LUCHETTA (Responsabile rubrica NonSoloAcquari) divulgatore naturalistico appassionato di piccoli mammiferi da compagnia, fauna montana, ed altri argomenti legati ad animali e piante. In merito a tali tematiche collabora con diverse riviste di settore ed ha scritto testi di cui è autore anche delle immagini. Si interessa da diversi anni come amatore di stagni naturali, acquari d’acqua dolce fredda e conchiglie. 7
DIEGO MARINELLI (Responsabile sezione Aquascaping) vive e lavora ad Avellino. Appassionato di fotografia naturalistica e acquariofilia, negli ultimi anni si è dedicato con successo all’aquascaping. Le sue partecipazioni ai più prestigiosi contest internazionali hanno sempre riscontrato ottimi risultati. Diego collabora come allestitore e consulente con alcuni importanti marchi internazionali, scrive articoli e guide sull’aquascaping e sulla gestione dell’acquario di piante per riviste e portali di acquariofilia, è chiamato a svolgere il ruolo di giudice in alcuni contest internazionali; le sue immagini sono usate nelle presentazioni di fiere ed eventi nel campo dell’ acquariofilia e in guide e cataloghi d’importanti aziende del settore. Diego racconta le sue esperienze sul suo sito/blog www.aquaproject.it. MIRKO MUTALIPASSI (Responsabile sezione Test & Recensioni) nato a Napoli nel 1983, da sempre ha coltivato la passione per il mare, la subacquea e gli acquari. Dopo una parentesi di studi presso la facoltà di Medicina e Chirurgia, si è laureato in Biologia delle Produzioni marine. Vanta numerose esperienze lavorative presso serre di importazione di pesci e inver- tebrati tropicali e collaborazioni con aziende del settore nella realizzazione di sistemi di filtraggio per acquari marini. Ha organizzato e presenziato a numerosi convegni di acquariofilia diretti principalmente ai negozianti del settore. ANTONIO PICCOLO (Responsabile sezione Come si fa) nasce a Napoli nel 1960. I suoi interessi sono: le arti, le scienze e la tecnologia. Opera nel campo della fotografia, video e musica. Dopo numerose mostre, concerti e performance, nel 1984 termina il corso di studi laureandosi in Scenografia presso l’Accademia delle Belle Arti di Napoli. Si trasferisce a Londra dove lavora con il regista americano Chatt Hall. Negli anni novanta si è occupato di fotografia naturalistica, ha lavorato nel campo della pubblicità, e-commerce e documentaristica. Attualmente è docente nella scuola secondaria, collabora con varie riviste on line e continua a produrre documentari e fotografie. MASSIMILIANO RAMBONI (Web Marketing) è un informatico che ha visto nascere i primi personal computer e ha visto quello che c’era prima di internet, molto prima della bolla del 2000. Già nel 1997 si occupava di sviluppo di siti internet e di Web Marketing; il tempo e l’esperienza lo hanno poi portato a gestire siti nei loro contenuti e posizionamenti nel mercato di Internet, e allo sviluppo di offerte pubblicitarie concepite per il mondo Web. Ora insieme al Web Master di www.Aquariophylia.eu è impegnato a traghettare il sito e la rivista in una nuova fase, ricca di novità e sorprese che non mancheranno di stupirvi. STEFANO CARLO ANDREA ROSSI (Responsabile sezione Acquario Marino Mediterraneo) geologo professionista, nato a Milano nel 1962, è cresciuto circondato da acquari domestici. Dopo una pausa post-universitaria ha messo i ramponi nel cassetto, ha ripreso ad immergersi con l’autorespiratore ed infine ad allestire acquari, con vasche di acqua dolce, di sole piante e, finalmente, ancora marine mediterranee, grazie ai gruppi incontrati sul web fino alla mailing list che evolverà in AIAM (Associazione italiana Acquario Mediterraneo, www.aiamitalia.it) di cui attualmente è presidente. L’impegno all’indipendenza, alla divulgazione e alla didattica, l’apertura al confronto ed i contatti con il mondo della ricerca sono tra gli obiettivi che considera prioritari per un’associazione di appassionati, così che un semplice hobby possa divenire anche strumento di crescita personale per tutti. 8
ROBERTO SILVERII (Responsabile Sezione Anabantoidei) abruzzese, è nato nel 1984 a Roma e vive da alcuni anni a Bologna, ove studia Medicina Veterinaria. La passione per l’acquariofilia nasce sin da bambino dall’amore per gli animali e matura poi con l’iscrizione all’Associazione Acquariofili Abruzzese. Grazie a Luciano Di Tizio ed Amedeo Pardi si concentra nell’allevamento di Betta splendens, e dal 2005 si dedica alle varietà di selezione. È co-fondatore e presidente dell’Associazione Italiana Betta, che ha raggiunto proprio nell’ultimo anno traguardi importanti nella diffusione dell’allevamento delle varietà “show” di Betta splendens. LUIGI STORONI (Responsabile Sezione Oltre il Vetro) L’architetto Luigi Storoni, nato a Napoli nel 1957, si è laureato con una tesi sul recupero architettonico di Pozzuoli. I suoi interessi spaziano nel campo dell’arte dalla pittura alla fotografia, dalla computer grafica alla progettazione architettonica, con particolare attenzione all’impatto ambientale e all’ ecosostenibilità. Attualmente è docente di Liceo Artistico a Napoli. SILVIO ARNONE (Autore) è un africanista ed appassionato acquariofilo. Vanta pluridecennale esperienza in ogni ambito afferente la conduzione dell’acquario, sia d’acqua dolce che marino; si è infine specializzato sulle specie africane, con particolare riguardo per i killifish. Ha soggiornato in diversi Paesi africani e nel 2009 si è trasferito definitivamente in Botswana, impegnando molto del suo tempo nell’esplorazione dei biotopi locali. SILVIA BATISTI (Autore) è nata a Greve in Chianti (Firenze) nel 1949. Nel 1973, insieme a Mariella Bettarini, ha fondato la rivista “Salvo imprevisti” e nel 1996, con Rossella Lisi, le edizioni Il Ramo d’Oro e la rivista “Le Rune”. È anche pittrice, con lo pseudonimo di Esdra. Ha pubblicato tre libri di poesia, vari di narrativa (alcuni con prefazione di Natalia Ginzburg) e di saggistica, oltre ad una monografia su Franco Battiato. MARCO GARGIULO (Autore) Fotografo e biologo marino quarantaduenne, condivide da bambino la passione per il mare con i suoi genitori, affermati fotosub di livello mondiale. Inizia ad immergersi con autorespiratore nell’estate del 1974 e inizia, undicenne, insieme al fratello Arturo, a scattare le prime foto subacquee. Partecipa con successo a numerose gare di fotografia in estemporanea e a concorsi nazionali ed internazionali. Dopo anni di lontananza dalle competizioni, nel 2009 fonda insieme ad amici subacquei il POSEIDON TEAM A.S.D., ricopre la carica di responsabile del settore Fotografia Subacquea e membro del Consiglio Direttivo. Ultimamente partecipa a numerosi campionati di fotosub, classificandosi al primo posto. Collabora con le riviste del settore, pubblicando articoli di biologia marina e reportage di viaggio. È webmaster, editore e moderatore del Poseidon Team A.S.D. ADRIANA GIANGRANDE (Autore) è dal 1999 professore Associato di Zoologia presso l’Università degli Studi di Lecce. I suoi attuali temi di ricerca riguardano la biologia degli anellidi policheti (faunistica, tassonomia e zoogeografia, sistematica, cicli vitali evoluzione ed ecologia) e l’ecologia e biologia di animali marini (ecologia descrittiva e bionomia bentonica, dinamica di comunità, cicli biologici e interazioni biotiche).
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C’è un bar dalle mie parti che offre magni-
netti dal sapore delicato, profumati e,
fici cornetti. Sono certo i più buoni della
soprattutto, sempre eccellenti. Non trovi
zona, benché tutti gli altri bar producano
mai quello un po’ bruciato o cotto a metà,
dolcetti invitanti ogni mattina. La gente
come a volte accade altrove.
però si sposta di qualche chilometro e si
Il gestore ci confida il suo segreto: li con-
mette in fila per ottenere uno dei suoi cor-
trolla accuratamente uno per uno e, in
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caso di imperfezioni, semplicemente li butta via. Ma non sarà una cosa costosa? Certo, la qualità ha un costo, ma sempre meglio buttare via cinquanta centesimi di merce, che perdere un cliente, dice lui. Lo dicono anche i nostri fotografi. Il segreto per disporre di foto sempre eccellenti è quello di cestinare subito, senza rimorsi, quelle che non sono assolutamente perfette. Può apparire come un’operazione impietosa... In fondo, tenere le foto brutte non occupa molto spazio. Serve però per essere certi che ogni foto pubblicata sia veramente bella, viva,
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attraente. Usando un latino alquanto maccheronico uno dei nostri fotografi afferma
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sicuro il suo motto “in cestinatio virtus”. Siamo certi che l’uso del latino non sia proprio perfetto, ma le sue foto lo sono, senza alcun dubbio! Aquariophylia ha fatto proprio il suo motto. Noi riceviamo ogni mese molti materiali di media qualità ma pubblichiamo solo quelli che ci paiono veramente buoni o, perlomeno, modificabili sino ad ottenere un prodotto eccellente. D’altra parte l’eccellenza costa e noi abbiamo pochissime risorse, come voi ben sapete (qui stiamo citando la famosa lettera di Totò!), per cui ci ritroviamo spesso con una fame cronica di articoli di buona qualità. Vi chiediamo quindi di farvi avanti.
Se avete delle belle esperienze da raccon-
matta per cui, se state leggendo questa
tare o semplicemente volete cimentarvi
copia dopo averla scaricata a pagamento
nel lavoro dei giornalisti scientifici, pro-
da un sito pirata, sappiate ricevere tutta
vate ad inviarci un vostro scritto. Se non
la nostra simpatia, ma anche il nostro stu-
è adatto ve lo diremo con molta sincerità
pore per la vostra scarsa lungimiranza!
e non ci avrete perso nulla. Di certo nessu-
Potevate averla gratis semplicemente sca-
no vi mollerà uno schiaffone! Se è buono
ricandola da www.aquariophylia.eu!
potrete avere la soddisfazione di veder
Dunque noi procederemo per la nostra
una vostra esperienza pubblicata su una
strada, finché ce la faremo, ma non mera-
rivista tecnica di settore.
vigliatevi, dunque, se tra breve vi annun-
D’altra parte la penuria di articoli di qua-
ceremo che non ce la facciamo più! Avrete
lità elevata non è, come dicevamo, l’unico
capito che talvolta ci sentiamo alquanto
dei nostri problemi! Continuiamo a lavo-
soli, con i produttori che apprezzano il
rare in condizioni di scarsissime risorse
nostro lavoro ma non lo finanziano, gli
per i motivi che oramai conoscete benissi-
acquariofili che dichiarano di amare la
mo (non vorremo certo ripeterli qui) e
rivista ma non collaborano ed i lettori in
cominciamo a mostrare sintomi di stan-
genere che, invece di sostenere il nostro
chezza. Apparentemente il nostro lavoro
sito web con la loro semplice presenza,
migliora la diffusione degli acquari (i sin-
preferiscono acquistarci... presso terzi
tomi degli ultimi anni sono evidenti),
truffaldini!
aiuta gli acquariofili e serve addirittura
Ma questa è la realtà e non abbiamo alcu-
ad alcuni siti web che, con una certa fac-
na intenzione di combatterla: sarebbe
cia tosta, vendono Aquariophylia all’inter-
come affrontare dei mulini a vento. E poi-
no di pacchetti non autorizzati. Avete
ché tra le varie posizioni scomode che
capito bene: vendono! Questo implica che
abbiamo assunto negli ultimi tre anni non
ci sia qualcuno disposto a pagarla, per
vorremmo proprio impersonare anche la
averla abusivamente, invece di scaricarla
parte di novelli Don Chisciotte, vi diciamo
gratuitamente dal nostro sito. Spiegare il
sinceramente e fuori da ogni tattica
motivo di tutto ciò sarebbe magnifico ma
nascosta, che continueremo a regalarvi la
se fossimo in grado di farlo, allora proba-
rivista finché ce la faremo. Non è detto,
bilmente avremmo già svelato i dettagli
però, che sia per sempre!
dell’origine dell’Universo. L’unica spiegazione plausibile è che la gente sia un po’ 12
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QUESTO NUMERO...
in breve
Lectio magistralis. Adriana Giangrande è dal 1999 professore Associato di Zoologia presso l’Università degli Studi di Lecce. Questo mese ci propone una Lectio sui vermi biorisanatori, suo antico amore. Negli ultimi anni, la ricerca nel campo della riduzione d’impatto ambientale, soprattutto derivante dall’acquacoltura, si è indirizzata verso un tipo di depurazione ecologico, sperimentando l’azione di diversi organismi in grado di “ripulire” la colonna d’acqua, alimentandosi delle sostanze di rifiuto prodotte dall’attività di allevamento. Questi organismi estrattori vengono definiti “biorisanatori”. Si tratta di ospiti importanti in acquario, sia per il loro valore estetico, sia per la possibilità di sfruttarne le proprietà depurative. Mediterraneo: quale acquario? Esistono svariati tipi di vasche, intese banalmente come vetri incollati, ognuna con diverse caratteristiche e punti di forza; ci sono differenti metodi di conduzione, ognuno con pregi e difetti e in una qualche misura ciascuno di essi può funzionare bene o male in funzione di molti fattori; ci sono molti possibili allestimenti dal punto di vista dell’ambiente ricreato e perfino il tradizionale cosiddetto “fritto misto”, tanto tipico delle vasche di acqua dolce, può essere riproposto in moltissime varianti. In questo articolo descriviamo i sei ambienti che compongono l’architettura generale del nostro marino Mediterraneo, ma il discorso continua nei prossimi numeri. Reportage: Meraviglie tra le colline. Da sempre associato al territorio noto come East Africa e a cavallo dell’equatore, l’Uganda offre davvero una moltitudine di scenari caratteristici che nei paesi limitrofi 14
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sono solo peculiari degli stessi. La regione dei Karamojong a Est è l’unica arida del Paese e solo la
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linea di confine geografico impedisce di distinguerla dal Kenya; a Nord è lo stesso discorso, panorami e popolazione non differiscono molto dal South Sudan. A Ovest si sente l’aria del Congo e a Sud soffia il vento del Rwanda, terra di monti e colline. Approfondiamo la conoscenza di Kampala, il tempo da dedicare alla città varia in ragione di quanti posti desiderate visitare, informarsi sulle varie destinazioni non è difficile e se non avete un veicolo personale, ci si sposta comodamente in taxi o boda-boda (mototaxi). Insomma lo avete capito: il nostro reporter giramondo ci conduce per mano attraverso un’altra magnifica avventura acquariofila. Questo mese abbiamo un reportage speciale, molto più lungo del solito. Speriamo lo apprezzerete come noi. Ippo Campo: il fascino del sedicesimo secolo. Tra le specie presentate fino ad ora il nostro amato corrispondente acquatico ha scelto quella rappresentata a pagina 55 (pubblicata nel numero di settembre) del nostro libro antico (a proposito: state stampando le copie precedenti?). In realtà, pur essendo presente una sola incisione, il nostro ittio-poeta parla di due specie, che definisce Scorpio e Scorpaenna. Scorfani, insomma. Si riferisce ovviamente ai ben noti abitanti dei nostri mari e non a una persona di aspetto elegante ma poco attraente. Anche questo mese, naturalmente, riceverete una serie di stampe antiche da riprodurre per ricostruire il vostro libro. 15
Oggi parliamo di… legni. Rappresentano compagni ideali per le piante acquatiche, perché il contrasto di colori verdi e marroni produce un effetto arboreo molto naturale. Inoltre, i pesci trovano rifugio sicuro tra i solidi rami di un legno sommerso e i composti tanninici rilasciati all’acqua hanno un effetto molto salutare per pesci e invertebrati. Li approfondiamo attraverso la nostra classica rubrica dei link. Acquariofilia in poesia. Questo mese la curatrice di questa rubrica, s’impegna personalmente per realizzare un bel testo poetico dedicato al nostro elemento. Ci mostra l’acqua nella sua vera essenza, incantatrice, trasparente, mossa, profonda, divertente… proprio il sapore che questa rivista vuole assumere per voi. Una poesia dolce e salata, tutta da godere, come il nostro acquario. Le interviste di Aquariophylia. Zijn er veel dierenartsen die zich met deze specialisatie bezighouden? In Nederland zijn er drie dierenartsen die zich hiermee bezighouden, waarvan er twee binnen onze kliniek werken, en in Belgie zijn er vijf of zes. In Duitsland is het nog wat uitgebreider. We hebben trouwens ook klanten in Italie. Non ci avete capito molto vero? Niente paura: c’è anche la traduzione in italiano! Un tuffo, una foto. Il nostro campione di fotografia questo mese incontra una piccola aragosta, poi qualche nudibranco, infine, attratto da un insolito addensamento di pesci intenti a mangiare sul fondo nei pressi della scaletta del Karama Beach, s’imbatte in alcuni corpi “estranei” …pasta e fagioli con le cozze, gettati in quantità industriale sul fondo dal sovrastante stabilimento balneare! Poi naturalmente l’azione culmina con uno scatto magistrale. Tutto da vedere. 16
Pesci fuor d’acqua? Acquariologia oggi. Continua la serie sulla teoria degli acquari, con una bella dissertazione sulle tecniche di selezione. Un aspetto affascinante della selezione è che chiunque, con un po’ di esperienza e con pazienza sufficiente, può cimentarsi nell’impresa e tentare di ottenere la “sua” varietà, magari di una sfumatura di colore appena differente da quelle usuali, o con la coda dalla forma leggermente diversa. Forse differenze non sufficienti a fare accettare una nuova varietà, ma certamente un impegno stimolante e appassionante. Questo non mi convince. Finalmente qualcuno ci ha scritto un parere personale. Lo abbiamo vagliato, abbiamo testato e siamo pronti a definire vita, morte e miracoli del filtro Tetra in questione. Come vedete, quando cooperate, riusciamo a tirar fuori il peggio di noi! Passione Laghetto. Continua la serie iniziata nel numero precedente. Sappiamo già, ne abbiamo parlato il mese scorso, qual è il materiale migliore per il nostro laghetto. La scelta tra cemento, scocche preformate e telo è stata fatta: ognuno di noi, in base alle sue esigenze e alle condizioni di base in cui deve operare, ha scelto non il meglio in assoluto, che non esiste, ma la soluzione più adatta al proprio caso. È un grosso passo in avanti. La fase preliminare tuttavia non è conclusa: va affrontato anche il capitolo “programmazione”. La vasca in giardino deve essere, infatti, per forza di cose, progettata sulla carta prima di compiere qualsiasi azione “sul campo”.
Ovviamente non mancano le classiche rubriche, le lettere, i rapporti con le associazioni e lo spazio sprecato ogni mese per pubblicare gli scritti del nostro Carassio. Cominciate subito a leggere: ne avrete per un mese intero!
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In questa sezione riceviamo le vostre lettere e rispondiamo sia sulla rivista sia per e-mail. Potete scrivere semplicemente collegandovi al nostro sito web (www.aquariophylia.it) ed utilizzando l’apposito spazio lettere. Ovviamente sono accettate anche lettere ricevute per posta normale, ma in questo caso i tempi di risposta sono molto più lunghi. Nei primi numeri la rubrica avrà l’aspetto che osservate, semplice e classico. In futuro, anche grazie ai vostri contributi, cercheremo di rendere le risposte sempre più “interattive” in modo che possiate contare sul parere di vari esperti per la risoluzione dei problemi sottoposti alla redazione.
www.aquariophylia.it FISIOPATIE Salve a tutti. Nel mio acquario di 60 litri ho sempre avuto delle
Anubias nana e il Ceratophyllum, quest’ultimo è sempre cresciuto letteralmente a vista d’occhio, poi ho inserito qualche stelo di Limnophila e la Vesicularia montagnei (Christmas moss) a ricoprire le rocce. Non so se sia un caso, ma da quando ho inserito queste piante, il Ceratophyllum ha bloccato la propria crescita, mentre l’Anubias, la Limnophila e il muschio crescono. Ho anche cominciato a fertilizzare, ma sembra che sul cerato non ha effetto. Può essere un caso di allelopatia ? Fabio Baiocco Certo le fisiopatie esistono ed i casi di allelopatia, in acquario sono più frequenti di quanto in genere si pensi. Le allelopatie sono prodotte da difese di alcune piante, che producono composti (allelopatici, appunto) i quali sono in grado di ritardare la crescita dei competitori, in modo da lasciare più spazio per le piante stesse. In un ambiente ristretto come quello di un acquario anche gli allelopatici prodotti nell’acqua possono avere degli effetti evidenti, ma in natura, proprio a causa del continuo movimento e dell’enorme potere di diluizione, gli allelopatici vegetali più diffusi, tra quelli che sono destinati ad altre piante, sono diffusi attraverso le radici. 18
Pertanto un sistema molto rapido ed efficace
so ed una accresciuta richiesta di particolari
per togliersi il dubbio è costituito dallo sposta-
elementi, le altre piante potrebbero averne sof-
mento dei gruppi di piante che si ritiene possa-
ferto. In questo caso non ci resterà che identi-
no interagire negativamente. Ad esempio le
ficare un fertilizzante adeguato a far riprendere
Ceratophyllum potrebbero essere spostate in
la crescita.
una zona distante della vasca, ove non siano
In ultima analisi prenderemmo in considera-
presenti radici di altre piante. Se la loro cresci-
zione il caso. Un neon, ad esempio, potrebbe
ta continua ad essere stentata, è molto proba-
aver esaurito le radiazioni utili proprio in con-
bile che non si tratti di una allelopatia. Se inve-
comitanza con l’ingresso delle nuove piante,
ce nella nuova posizione la pianta riprende a
producendo i danni osservati. Converrà quin-
crescere è segno che la nostra ipotesi poteva
di comunque analizzare tutti i fattori che pos-
avere un fondamento.
sono influire sulla crescita delle piante (acqua,
Andando per ordine, prenderemmo in conside-
temperatura, luce, fertilizzanti, presenza di
razione anche degli altri possibili aspetti della
CO2) per accertarsi che non abbiano subito
questione. Le nuove piante potrebbero aver
variazioni negative tali da bloccare la crescita
prodotto una maggiore richiesta di alcuni
delle piante più sensibili e bisognose, come
nutrienti essenziali. In loro assenza l’acquario
quelle che nel suo caso hanno rallentato la
funzionava ancora bene, ma con il loro ingres-
crescita. 19
20
21
BLU DI METILENE
morto il giorno dopo purtroppo. Gli altri non
Salve a tutti, sono nuovo su questo sito, ho
hanno macchie per fortuna e dopo il primo
guardato se necessita di presentazioni ma
giorno di trattamento qualche puntino è
non ho trovato nulla, comunque sono un
sparito. Ora voglio chiedervi alcune cose
novellino ma voglio davvero imparare a far
per avere più pareri e possibilmente più
crescere pesci nel mio acquario, vederli
adeguati:
crescere e riprodursi. Possiedo un 55 lt con
1- l’acqua diventa blu, col passare delle ore
filtro e regolatore di temperatura; da 3 gior-
il blu si deposita su fondo e oggetti, il blu
ni i miei pesciolini (2 Black moor, 1 testa di
dagli oggetti sparirà? o devo pulirli? la mia
leone, 3 platy) si sono ammalati di Ichtyo.
intenzione era quella di cambiare allesti-
Ho notato anche che un Black Moor aveva
mento alla fine del trattamento, una volta
delle macchie sparse su tutto il corpo e non
guariti i pesci, così da inserire finalmente
nuotava. Quindi sono corso dal mio nego-
delle piante vere (sotto domanda: vorrei
ziante di fiducia che mi ha detto di trattare
sapere come cambiare il ghiaino dell’ac-
l’acqua con del blu di metilene essendo un
quario senza danneggiare i pesci)
55lt mi ha detto di versare 10ml al giorno
2- Se i pallini non vanno via entro i 3 giorni,
per 3 giorni, poi effettuare un cambio di
cosa devo fare? Anche prolungando la cura,
acqua della temperatura uguale a quella
c’è la possibilità che dopo la cura ci voglia
attuale, che ho aumentato a 28 gradi (da
qualche giorno per farli sparire tutti?
25). Il Black Moor con le macchie (che ho
3- C’è qualche possibilità che i funghi
scoperto poi essere una specie di funghi) è
abbiano contagiato gli altri pesci? Se sì, 22
entro quanto tempo si dovrebbe vedere?
brano coperti da borotalco, o da farina, per
Sono molto preoccupato.
intenderci. Quindi la prima domanda è:
Grazie mille a tutti, scusate l’ignoranza e le
cos’hanno i suoi pesci. In base alla risposta
troppe parole, mi sareste davvero di gran-
potremo dare dei suggerimenti più accurati
dissimo aiuto.
nella scelta della cura adatta. Purtroppo in
P.S.: perdonate, ho portato un campione
assenza di questo dato non potremo dire
d’acqua al mio negoziante e mi ha detto che
molto, perché si rischia di fare peggio, curan-
è perfetta
do per una malattia diversa. Per quanto riguarda il quesito 1, poi, possiamo
Le diamo il benvenuto sul nostro forum e sulla
senza dubbio affermare che il blu di metilene
nostra rivista (immaginiamo che abbia già sca-
colora in modo permanente varie strutture del-
ricato il numero di questo mese, vero?) pas-
l’acquario, compreso il silicone. Per questo
sando subito alle risposte. Ci rendiamo conto
motivo oggi si preferisce curare usando altri
che la sua esperienza non è grandissima ma
prodotti. Ad esempio Aquariatech distribuisce
siamo certi che sfogliando anche i numeri pre-
un prodotto della MicrobeLift che è completa-
cedenti della rivista lei troverà tante risposte
mente vegetale, naturale, in grado di curare
utili al suo caso. Ad esempio, in uno dei nume-
molte malattie dei pesci senza produrre danni
ri pubblicati c’era un articolo di approfondi-
al filtro e senza colorare gli oggetti dell’arreda-
mento proprio su Ichthyo. Lì potrà trovare
mento.
innumerevoli spiegazioni al suo caso. Non
Spostare tutto il ghiaino in presenza dei pesci
vogliamo però solo rimandarla ai numeri arre-
non è un’operazione consigliabile. Meglio
trati. Cercheremo di riassumere i concetti prin-
provvedere con maggiore cautela. A questo
cipali qui di seguito.
riguardo però sarà bene davvero leggere i vec-
Ichthyo è un protozoo, non un fungo. Esistono
chi numeri della rivista: non possiamo qui scri-
però anche i funghi in acquario, solo che non
vere un’enciclopedia!
si curano col blu di metilene (che anche per
Passiamo quindi al quesito 2. Il trattamento nel
Ichthyo è un rimedio alquanto blando). Come
caso di Ichthyo va prolungato per vari giorni.
si riconosce Ichthyo da un fungo? Il fungo
Le consigliamo di usare un prodotto commer-
appare come una escrescenza, un batuffolo
ciale, invece del comune blu di metilene. Così
cotonoso sul corpo dei pesci ed è prodotto
troverà nelle istruzioni tutte le informazioni del
fondamentalmente da acqua sporca. Ichthyo
caso. Ovviamente, prima, si accerti che si trat-
invece è prodotto da sbalzi di temperatura (o
ti davvero di Ichthyo come suddetto.
da un nuovo ospite introdotto di recente, già
Ed ora il quesito 3. I funghi in generale sono
ammalato) e si manifesta con la comparsa di
poco contagiosi ma si diffondono rapidamente
puntini bianchi della grandezza di una punta di
se l’acqua è sporca, non per contagio, ma per
spillo, sul corpo le pinne, gli occhi dei pesci. È
ripetute infezioni. Ma come suddetto, non sap-
molto contagioso e va trattato per almeno una
piamo se nel suo casi si tratti di funghi. Ichthyo
decina di giorni avendo un ciclo vitale abba-
e batteri (puntini bianchi o, rispettivamente,
stanza lungo. Non bisogna confondere Ichthyo
chiazze e patine chiare) si diffondono rapida-
neppue con Oodinium o con altre malattie “dei
mente e vanno quindi curati per tempo.
deboli” che si manifestano con la comparsa di
Ci riscriva con maggiori particolari e sapremo
puntini bianchi più piccoli e diffusi: i pesci sem-
consigliarla più in dettaglio. 23
24
25
Lectio magistralis
Vermi biorisanatori di Adriana Giangrande DiSTeBA Università del Salento Per contenere gli effetti inquinanti derivanti dalle attività umane, da svariato tempo, i governi di molti paesi stanno promuovendo indagini inerenti al trattamento dei reflui. Negli ultimi anni, la ricerca nel campo della riduzione d’impatto ambientale, soprattutto derivante dall’acquacoltura, si è indirizzata verso un tipo di depurazione ecologico, sperimentando l’azione di diversi organismi in grado di “ripulire” la colonna d’acqua, alimentandosi delle sostanze di rifiuto prodotte dall’attività di allevamento. Questi organismi estrattori vengono definiti “biorisa-
Acquario contenente refluo derivante da acquacoltura intensiva
26
Acquario identico al precedente, nel quale l’acqua è stata processata dalle sabelle che in solo mezz’ora l’hanno ripulita
natori” o “bioremediators” in inglese. Si va dall’allevamento di organismi procarioti (batteri) in grado di digerire liquami domestici (bioreattori), a un accorpamento tra organismi autotrofi ed eterotrofi. I primi sono in grado di sottrarre nutrienti (soprattutto sali azotati) che, quando sono in eccesso, possono causare fioriture algali, i secondi sono generalmente dei filtratori che si nutrono di sostanza organica disciolta o particolata, diminuendo così il carico d’inquinamento organico. Il principio è molto semplice, nei sistemi naturali la riciclizzazione della materia è un evento normale, però se il carico organico è in eccesso, gli organismi presenti non sono in
grado di sottrarre il surplus che quindi si accumula nell’ambiente, provocando il fenomeno dell’eutrofizzazione. Si tratta quindi di aumentare la biomassa di certi organismi in grado di far quadrare i conti. Questa metodologia, attualmente in fase di sperimentazione, presenta una vasta serie di problemi ancora solo parzialmente risolti, che vanno dalla ricerca di organismi idonei sia dal punto di vista del valore commerciale, sia delle caratteristiche a livello di ciclo vitale, che li rendano facilmente allevabili. Tuttavia, le sue potenzialità sono enormi; basti pensare che il valore economico delle comunità acquatiche nello smaltimento naturale dei rifiuti e nella riten27
Tra gli anellidi policheti filtratori, la specie Sabella spallanzanii sembra essere un candidato dotato di molteplici qualità
zione dei nutrienti, è stimato intorno ai 20.000 miliardi di dollari annui su scala mondiale. Lo sviluppo delle attività di zootecnia marina ha indirizzato l’attenzione sull’impatto che tali forme di allevamento possono avere sull’ambiente circostante. Gli impianti di acquacoltura intensiva rilasciano, nel corpo idrico, una grande quantità di prodotti del catabolismo proteico, oltre a residui di mangime, molto ricchi di nutrienti e sostanza organica. Per la depurazione degli scarichi nei sistemi di
allevamento, sono state sperimentate in prevalenza tecniche di lagunaggio, mediante la realizzazione di bacini, in cui viene riversato il refluo prima dello scarico a mare, allo scopo di ottenere la sedimentazione del particolato sospeso e la rimozione dei composti azotati ad opera, per lo più, di organismi autotrofi. Da qualche anno, tuttavia, è in sperimentazione l’utilizzo di substrati artificiali per l’insediamento di organismi che promuovano una filtrazione naturale dell’acqua. A tale scopo 28
motivi che ha limitato la diffusione di tali pratiche, consiste nell’elevata biomassa di filtratori che occorre per ottenere un’efficace biorisanamento. Questo fattore, insieme alla difficoltà di utilizzo e/o smaltimento delle specie finora utilizzate come biofilter, prive di valore commerciale, ha ridotto, almeno fino allo scorso decennio, l’interesse per questo tipo di ricerche. Negli ultimi anni, tuttavia, l’attenzione è stata rivolta verso organismi con caratteristiche di biofilter di valore commerciale. In particolare in Italia è stata promossa la policoltura integrata di poriferi, anellidi policheti e alghe con l’obiettivo di sperimentare nuovi organismi biorimediatori. I Policheti sono stati ampiamente utilizzati nel trattamento dei liquami domestici o fatti crescere nei fanghi ottenuti dal trattamento meccanico degli impianti di acquacoltura. Le specie allevate nei fanghi di scarico sono forme limivore quali Capitella capitata, Neanthes japonica e Perinereis nunzia. Queste specie possono poi essere utilizzate come esche da pesca. La proposta di utilizzare policheti filtratori nella depurazione della colonna d’acqua, rappresenta, invece, una novità nel campo dell’acquacoltura. I filtratori finora utilizzati erano costituiti principalmente da molluschi bivalvi (Crassostrea gigas, Tapes philippinarum, Ruditapes decussatus). Tra gli anellidi policheti filtratori, la specie Sabella spallanzanii sembra essere un candidato dotato di molteplici qualità. Questo verme, meglio noto come Spirografo, appartenente alla famiglia Sabellidae, è molto comune e abbondante lungo le nostre coste, specialmente in ambienti fortemente eutrofizzati. È una specie molto resistente a rapido accrescimento, della quale abbiamo studiato il ciclo
Schema di retina di allevamento
vengono immessi substrati idonei che sono velocemente colonizzati da organismi del fouling (biofilter), in grado di assorbire e mineralizzare alcune delle sostanze organiche e inorganiche rilasciate dall’allevamento. Si tratta di specie filtratrici appartenenti a vari gruppi sistematici quali spugne, ascidie, policheti e molluschi, insieme alla componente algale, in grado di ridurre l’impatto ambientale. Come sottoprodotto del trattamento, il biorisanamento consente la produzione di biomassa di valore commerciale. Chiaramente le potenzialità di tale forma di depurazione variano su scala geografica ma anche in funzione dell’ambiente di allevamento, del tipo di coltura ecc. Tuttavia, fino ad oggi, uno dei principali 29
vitale e svariati aspetti della sua fisiologia. Nel mio laboratorio di Zoologia presso l’Università del Salento, il mio staff, tra cui vorrei citare le Dott.sse Loredana Stabili e Margherita Licciano, lavora da anni su questa specie. I risultati ottenuti con le indagini microbiologiche hanno evidenziato in S. spallanzanii, una notevole capacità di accumulo microbiologico di varie delle categorie batteriche esaminate rispetto all’ambiente marino, confermando la possibilità d’impiego di questa specie come biorisanatore di acque conta-
Filari di allevamento In allevamento sperimentale con mitili e macroalghe si è ottenuta una notevole produzione di biomassa
30
minate, costituendo un vero e proprio “filtro biologico”. Il dato più interessante degli aspetti microbiologici è l’elevato tasso di accumulo osservato per i batteri del genere Vibrio, cui appartengono molte specie patogene per i pesci, sia in ambiente naturale, sia in ambiente controllato. Tuttavia, l’azione di biorisanatore di S. spallanzanii è rivolta soprattutto all’abbattimento del carico organico. Gli esperimenti condotti hanno mostrato come S. spallanzanii abbia un’azione ottimale nell’eliminazione di particolato organico in sospensione, di gran lunga superiore al mollusco Tapes philippinarum, una delle specie proposte nell’abbattimento biologico del particolato orga-
nico, con una conseguente chiarificazione già visibile nei primi trenta minuti. La S. spallanzanii è anche un bellissimo invertebrato che in acquario fa la sua figura, anche se in Italia non è molto apprezzata come animale da acquario e si preferisce acquistare vermi simili tropicali del genere Sabellastarte, che sono pescati nelle barriere coralline. La commercializzazione di queste specie tropicali crea anche un notevole danno ambientale, tanto che negli ultimi anni, per evitare lo sfruttamento delle popolazioni naturali, abbiamo cercato di sfruttare le grandi capacità rigenerative di questi vermi per la loro propagazione. A prescindere dalla specie utilizzata, comun-
l’azione di biorisanatore di S. spallanzanii è rivolta soprattutto all’abbattimento del carico organico
31
La S. spallanzanii (in questa pagina e nella successiva) è anche un bellissimo invertebrato, adatto ad abbellire un acquario domestico
32
in policoltura con mitili e macroalghe ottenendo una produzione di biomassa notevole, che può essere utilizzata per la produzione di mangimi per l’allevamento ma anche per l’estrazione di principi attivi. Abbiamo dimostrato, infatti, che il muco prodotto da questo verme, come il muco prodotto da molti organismi marini, contiene una potente sostanza antibatterica.
que, tutti i Sabellidi sono ottimi biorisanatori e si potrebbe anche pensare di utilizzarli come filtri biologici in acquariologia, chiaramente in sistemi che li tengano lontani dai pesci che ne sono ghiotti! Per quanto riguarda l’allevamento di questa specie, il mio laboratorio, in collaborazione con il CNR di Taranto e una cooperativa di mitilicoltori, ne ha sperimentato l’allevamento 33
Quale aquario? Idee per l’allestimento
34
35
di Stefano C.A. Rossi TROVIAMO IL PUNTO DI PARTENZA
Una cosa va tenuta ben presente: a prescindere
Moltissimi principianti arrivano sul forum di AIAM
da tutte le moderne tecnologie e teorie, tutte le
e chiedono la “formula” per la vasca ideale, il
vecchie regole di base dell’acquariofilia sono sem-
sistema migliore, la ricetta infallibile: sgombriamo
pre valide e sufficienti a mantenere una vasca pia-
subito il campo dai falsi idoli, la ricetta ideale non
cevole e in buona salute. Pazienza nella gestione,
esiste. Per cominciare ci sono svariati tipi di
pochi abitanti in rapporto al volume, vegetazione,
vasche, intese banalmente come vetri incollati,
cambi d’acqua regolari e alimentazione appropria-
ognuna con diverse caratteristiche e punti di
ta, consentirebbero già da soli di gestire una
forza; ci sono differenti metodi di conduzione,
vaschetta con sabbia e qualche roccia senza
ognuno con pregi e difetti e, in una qualche
alcuna tecnica, tranne la pompa di circolazione.
misura, ciascuno di essi può funzionare bene o
Ma allora ha senso complicarsi la vita? La risposta
male in funzione di molti fattori; ci sono molti
è senza dubbio positiva, sì, perché un po’ di tec-
possibili allestimenti dal punto di vista dell’am-
nica, ci consentirà di avere un acquario più ricco
biente ricreato e perfino il tradizionale cosiddetto
ma soprattutto più sicuro per i suoi ospiti.
“fritto misto”, tanto tipico delle vasche di acqua
La domanda a questo punto sorge spontanea:
dolce, può essere riproposto in moltissime
quale tecnica? Quale metodo di conduzione? In
varianti.
linea di massima tutti funzionano, ma ci sono
36
sistemi semplici che possono dare difficoltà
Ci sono quindi ambienti molto superficiali, carat-
volendo mantenere ambienti complessi e sistemi
terizzati da luce intensa e temperature con oscil-
complessi che consentono di far prosperare sia
lazioni stagionali, che tollerano un certo caldo
ecosistemi delicati sia ecosistemi semplici e
per il periodo estivo; ambienti più profondi, che
robusti. Per capirci qualcosa cominciamo allora
richiedono poca luce e temperature più fredde
a vedere quali sono i principali ambienti riprodu-
con minori variazioni; per finire ambienti che
cibili in vasca e poi come gestirli. Prima della
richiedono pochissima luce e temperatura
pazienza acquariofila, il lettore dovrà esercitare la
costante.
pazienza nel leggere la prossima serie di articoli
In realtà si possono anche associare, in una
che aiuteranno, si spera, a fare delle scelte.
vasca, più tipi che richiedono condizioni simili:
Come
del
A+D, A+B, B+D, B+E, tenendo sempre presen-
Principiante” (www.aiamitalia.it/xxx/guide), per
te che anche in queste associazioni di ambienti,
avere i migliori risultati dovremo innanzitutto sce-
vale una regola per cui il sistema è limitato dalla
gliere quale tipo di ambiente vogliamo riprodurre
risorsa più critica (ad esempio la necessità di un
nella vasca. A grandi linee possiamo individuare
refrigeratore).
6 ambienti che ne guidano l’architettura genera-
Inoltre, per ogni singolo ambiente, una vasca
le, che sono:
può essere prevalentemente orientata all’alleva-
- pozze di marea
mento di varie specie d’invertebrati, oppure
- fondo duro superficiale (fotofilo)
esclusivamente di pesci o di alghe; qualora si
- fondo duro profondo (precoralligeno o coralli-
vogliano allevare molte specie, bisognerà curare
geno)
le possibili incompatibilità in termini di rapporti
- foce/laguna/prateria di alghe
preda/predatore e cibo. Se non si conoscono le
- prateria di fanerogame
specie e le loro abitudini, è molto facile introdur-
- grotte
re predatori e prede che, in un piccolo spazio,
già
evidenziato
nella
“Guida
37
38
39
non hanno via di scampo. Se invece l’interesse è
anche, elementi forse ancora più importanti, la
rivolto alle alghe, allora gli “erbivori” potrebbero
disponibilità economica e la disponibilità di
diventare il nostro problema! Naturalmente i rap-
tempo. Va da sé che grandi vasche con impian-
porti tra gli organismi allevati non si limitano a
ti sofisticati, automatismi, ecc., hanno un costo
quelli trofici! Desiderando allevare specie diverse,
elevato. Nello stesso tempo animali particolari
si potrebbero avere esigenze molto variabili in
come le gorgonie, se pur facili da trovare nei resti
termini di illuminazione e correnti; la necessità di
della ripulitura delle reti, devono essere alimenta-
movimento dell’acqua può variare molto tra ani-
ti con costanza e ciò richiede tempo.
mali di gruppi diversi, così come il tipo di movi-
Cominciamo allora a ragionare su una vasca
mento della massa d’acqua (turbolento, lamina-
semplice, alla portata di un reale neofita.
re, blando o sostenuto); sarà quindi opportuno studiare bene il posizionamento delle pompe,
LA VASCA PIÙ SEMPLICE:
oltre che il loro tipo e degli organismi sessili,
LA POZZA DI MAREA
creando in vasca zone ecologiche diversificate.
Questo tipo di vasca vuole rappresentare la sco-
La scelta dipende da vari fattori: la disponibilità a
gliera con cosiddette pozze di marea, quegli
portata di mano di porti per la piccola pesca, la
ambienti che, in caso di bassa marea, possono
capacità di scendere in acqua in apnea e pesca-
restare solo parzialmente collegati al mare, o
re direttamente, l’abilità con lenze e ami, ma
ricevere al massimo acqua dalle onde più alte e 40
tornano a essere meglio comunicanti solo con
vista, ma buoni cambi d’acqua aiuteranno a
l’alta marea.
tenere la situazione sotto controllo. Una buona
Ovviamente gli animali che popolano quest’am-
soluzione è anche aggiungere al filtro biologico
biente sono pochi e abbastanza resistenti alle
interno un filtro a zainetto, semplice, che aiuta
alte temperature. Qui possiamo trovare il pomo-
molto l’ossigenazione, creando una cascatella
doro di mare (Actinia equina), il pomodoro di
laminare nel rientro in vasca. E qui, dato che
mare verde (Actinia cari), i gamberetti trasparen-
molte vasche sono chiuse, l’acquariofilo deve
ti (Palaemon elegans) e almeno due o tre specie
ingegnarsi a modificare, tagliare e forare con le
di bavose e di ghiozzi di piccola taglia; sono tutti
proprie mani. Una valida alternativa è utilizzare
animali facilissimi da trovare nelle pozze tra le
una vasca scoperta con una piccola plafoniera,
scogliere, o nel primo mezzo metro tra i frangi-
è molto comoda. Occorre solo chiuderla con una
flutti. Anche paguri e gasteropodi raccolti nel
retina appoggiata per evitare salti improvvidi da
primo mezzo metro d’acqua in estate, possono
parte dei pesci.
vivere benissimo in questa vasca.
In questa vasca metteremo un fondo sottile di
Veniamo alla tecnica: al principiante non convie-
sabbia grossolana, o del ghiaietto: 2-4 millimetri
ne mai iniziare con una vasca molto piccola,
di diametro va bene, meglio se preso sulla batti-
estremamente sensibile alle variazioni, o troppo
gia, almeno in parte; non troppo, fa parte del
grossa. Una normale vasca commerciale da 80-
demanio, ma una buona manciata inoculerà bat-
90 litri sarà una giusta misura per iniziare in eco-
teri e microfauna. Chiaramente andrà sifonato
nomia: ben sapendo che in futuro avrà bisogno
ogni tanto, ma la grana grossolana consentirà
di cambiarla se vorrà evolvere. La vasca avrà un
rifugio a una miriade di animaletti che sarà inte-
coperchio chiuso con uno o due neon (meglio
ressante osservare con la lente d’ingrandimento,
due), o potrà essere un modello aperto con una
soprattutto di notte. Oltre alla sabbia metteremo
plafoniera. Non serve moltissima luce; oggigior-
rocce ricoperte di alghe; qualche volta se ne tro-
no sono disponibili luci a led che costano un po’
vano di ottime tra le reti dei pescatori, oppure
di più inizialmente, ma durano anni, a differenza
qualche sasso un po’ incrostato, recuperato in
dei neon che andrebbero cambiati ogni nove
aree riparate dal moto ondoso diretto. E se ci
mesi-un anno e non emettono radiazione infra-
saranno delle bavose, qualche pietra più grande,
rossa scaldando meno l’acqua.
van bene anche i calcari da vivaio tutti bucherel-
Quest’acquario non sarà dotato di refrigeratore,
lati. Il tutto riempito di acqua marina naturale, da
per cui andrà monitorata la temperatura in esta-
prelevarsi a mano con il sudore della schiena per
te, bisognerà controllare attentamente l’evapora-
non incappare nei rigori della legge. Ma la fatica
zione ed eventualmente favorirla con l’uso di
è all’avvio, per i cambi è tutto più semplice.
ventole per tenere a bada i picchi di temperatu-
Circolazione dell’acqua: se avremo il filtro biolo-
ra eccessivi, curando di reintegrare sempre con
gico e un filtro a zainetto, guardate come si
acqua di osmosi.
muove l’acqua: potrebbe starci bene una ulterio-
Filtraggio: una vasca così può ragionevolmente
re pompa da 1200 litri ora, da far funzionare per
viaggiare con un filtro biologico almeno per un
un po’ con un timer per aumentare la turbolenza.
paio di anni senza dare problemi, se non esage-
L’ideale sono le pompe a fascio largo con la
riamo con il cibo. Certamente è un filtro che nitri-
girante a elica.
fica, e questo è negativo da un certo punto di
Inserimento degli ospiti: se avremo raccolto 41
qualche pietra e un po’ di ghiaietto in mare e avremo riempito la vasca con acqua marina naturale, potremo inserire direttamente qualche animale, ma pochi, in modo da avviare il ciclo biologico: in 90 litri, ad esempio, uno o due pomodori di mare e tre – quattro gamberetti e basta. Avremo di che osservare e divertirci, dopodiché per tre-quattro settimane dovremo semplicemente attendere, facendo magari un cambio o due con acqua marina naturale. Solo dopo potremo inserire altri pomodori, gamberetti e, ad esempio, un paio di bavose; non dovremo forzare il sistema, tenendo presente che la gradualità è importante e anche alghe e microfauna contribuiscono alla biomassa. In una vasca da 80 cm, poi, un paio di bavose è il numero giusto perché non lottino e si stressino in continuazione. Potremo aggiungere una Anemonia viridis ed un ghiozzo come suo commensale, aspetto interessantissimo a vedersi. La vasca sarà già ricca più che a sufficienza. Se invece non avremo la fortuna di poter raccogliere tanta acqua di mare per riempire la vasca, dovremo aver preparato acqua sintetica: ma una gita al mare è necessaria per gli “ingredienti”, quindi almeno una tanica andrà presa; in questo caso, però, occorrerà essere più rigorosi e inserire gli ospiti più gradualmente, per un periodo di tempo più lungo (ad esempio un pomodoro solo e due gamberetti, poi dopo 15 giorni ancora un pomodoro e qualche gamberetto e via così). Se avremo raccolto sassi incrostati con alghe, diamo subito luce con un ciclo naturale: potremo seguire tutta l’evoluzione del riassetto ecologico delle rocce, del fondo e della vasca e sarà una esperienza assolutamente emozionante. Non bisogna mai dimenticare, in questa fase, di tenere a portata di mano una lente di ingrandimento e una torcia. A volte, soprattutto di notte, esce allo scoperto dalle roccette un microcosmo inaspettato. Nel prossimo articolo vedremo invece, come far evolvere questa vasca. 42
43
Reportage
Meraviglie tra le colline di Silvio Arnone
Da sempre associato al territorio noto come East
Nord è lo stesso discorso, panorami e popola-
Africa e a cavallo dell’equatore, l’Uganda offre
zione non differiscono molto dal South Sudan, a
davvero una moltitudine di scenari caratteristici,
Ovest si sente l’aria del Congo e a Sud soffia il
che nei paesi limitrofi sono solo peculiari degli
vento del Rwanda, terra di monti e colline.
stessi. La regione dei Karamojong a Est, è l’uni-
Il tutto racchiuso in 237.000 km2 (3/4 dell’Italia)
ca arida del Paese e solo la linea di confine geo-
densamente popolati da una moltitudine di tribù
grafico impedisce di distinguerla dal Kenya; a
(etnie, se preferite), ognuna con le proprie speci-
Lago Bunyonyi 44
Canneto sul lago Bunyonyi
http://www.edirisa.org/
z SEGUI IL LINK CLICCA QUI!
Incontro sul lago Bunyonyi (Balearica regulorum)
Clicca sul link per scaricare magnifiche guide a colori che ti porteranno nella regione di cui si parla in questo articolo. Naturalmente sono gratuite anche queste!
punto più alto della catena montuosa; fu raggiunto per la prima volta nel 1906 da Luigi di Savoia, Duca degli Abruzzi). Noi acquariofili non ci spingeremo tanto in alto, essendo a valle la casa di tanti amici pinnuti,
fiche caratteristiche culturali e un clima piacevo-
oggetto delle nostre attenzioni. Persino senza
lissimo
promuovono
muoversi da Kampala potremo immergere i
l’Uganda al rango di destinazione obbligata per-
nostri retini nelle acque del lago Vittoria, è tutta-
sino per gli alpinisti eventualmente desiderosi di
via consigliabile, anche per i ciclidofili più accani-
provare l’ebbrezza dei 5000 mt slm (abbondanti)
ti, recarsi in luoghi più reconditi.
del Ruwenzori (la Cima Margherita, ovvero il
Per esempio, spostandosi a Sud (quasi al confi-
lungo
l’intero
anno,
45
Scheda Itambira Island 1
Scheda Itambira Island 2
ne con il Rwanda), si può raggiungere il lago
incongruo farli finire in pentola, diedi qualche
Bunyonyi nel quale teoricamente è persino pos-
moneta ai ragazzini e m’impossessai della cop-
sibile nuotare senza preoccupazioni, poiché è
pia. Di certo traumatizzati, respiravano affanno-
classificato quale totalmente libero da bilharzia
samente ma non apparivano malmessi. Li siste-
(teoricamente, perché siamo vicini ai 2000 mt
mai in una bottiglia di plastica all’ombra con il
slm e vi assicuro che l’acqua è fredda...) e osser-
proposito di portarmeli a casa. Abbandonai l’i-
vare fra gli altri un simpaticissimo ciclide mai
dea il mattino seguente, notando che staziona-
visto in commercio.
vano apatici sul fondo. Non sarebbero arrivati vivi
Non mi azzardo a presentarlo in dettaglio perché
a destinazione, a malincuore li liberai nel lago.
non sono certo della classificazione, mi limito a
Recarsi sul lago Bunyonyi significa fare tappa a
dire
a
Kabale. Come accennato, è comunque possibile
Haplochromis sp. “fire”, la femmina è invece di
pernottare in modo totalmente ecologico su una
un bel giallo paglierino (nel soggetto citato, a tito-
delle isole, un’ong locale ha organizzato una strut-
lo d’indicazione, la femmina è grigia).
tura turistica, Itambira Island è la destinazione.
Ho incontrato il “fire” la mattina seguente il mio
I più arditi lasceranno la terraferma a bordo di
arrivo su una delle isole che punteggiano il lago,
una tradizionale piroga a remi (gratis e remando
due bambini stavano pescando con una rudi-
per un’ora...), tutti gli altri opteranno per una
mentale canna e tirarono su il maschio; poco
confortevole lancia a motore.
dopo, anche la femmina rimase all’amo. A parte
La struttura non offre altro che l’essenziale ma è
la bellezza, i due soggetti erano davvero piccoli,
davvero un bel posto, consigliato a chi desidera
che
il
maschio
somiglia
molto
46
Poecilia reticulata “Wild� in un canale di scolo a Kampala
Lago Vittoria - Mabamba Bay
47
Lago Vittoria - Mabamba Bay - Eichhornia crassipes in fiore estraniarsi dal mondo per almeno un paio di gior-
Prima di tutto approfondiamo la conoscenza di
ni. L’acqua corrente c’è (basta non farla finire...)
Kampala, il tempo da dedicare alla città varia in
e al mattino, se siete fortunati, cioè, se vi alzate
ragione di quanti posti desiderate visitare, infor-
prima degli altri, la trovate pure calda.
marsi sulle varie destinazioni non è difficile e se
Niente elettricità ma di certo non ne sentirete la
non avete un veicolo personale, ci si sposta
mancanza. Le linee guida sono solo due:
comodamente in taxi o boda-boda (mototaxi).
1 – Se non avete prenotato in largo anticipo, pro-
Dato che siamo acquariofili, sarà bene gironzola-
babilmente vi toccherà cambiare programma e
re un po’ a piedi allontanandosi dal centro, per
restare a Kabale (non è una tragedia).
esempio raggiungendo il lago Vittoria dopo aver
2 – Chi sceglie l’isola, desidera restar solo o in
fatto colazione in uno dei tanti bar/ristoranti di
compagnia dell’amata, quindi se trovate altra
Kabalagala. Lungo la strada guardatevi intorno e
gente, non meravigliatevi dello scarso desiderio
quando vedete un canale di scolo andate a
di socializzare e se eventualmente vi invitano per
curiosare: facilmente vi troverete branchi di
una delle escursioni organizzate, sappiate che lo
Poecilia reticulata “wild”.
fanno per dividere le spese.
Per tutte le altre destinazioni qui considerate, è possibile organizzare un unico giro (minimo due
Come nota introduttiva può bastare, vediamo
settimane), uscendo dalla città dal lato Sud e
adesso come organizzare razionalmente un giro
rientrando da Nord.
che ci consenta di mettere in fila tutte le località
Unica eccezione Mabamba Bay, sul lago Vittoria,
prese in considerazione.
che consente una visita a se stante (sarebbe 48
Non solo pinne, anche penne sul lago Vittoria preferibile giungere sul posto nelle prime ore del
laggio), oppure spostandosi con un mezzo pro-
mattino).
prio. In quest’ultimo caso lasceremo Kampala
Possiamo recarci in loco prendendo un minibus
utilizzando la Mbarara road e poco oltre Mpigi
per Mpigi e quindi un boda-boda dal villaggio
devieremo a sinistra prendendo lo sterrato, che
fino alla baia (contrattate il prezzo e mettete bene
indica la direzione per il ferry; a questo punto o
in chiaro che la tariffa s’intende andata/ritorno e
fiutate la pista giusta oppure chiedete informa-
che il guidatore, poiché vi deve riportare indietro,
zioni lungo la via (più di una volta, non fidatevi
deve aspettare che l’escursione finisca. A scan-
della prima indicazione che ricevete).
so di equivoci pagate quando siete tornati al vil-
Smarriti? - No, è solo un’impressione. Quando vi sentirete persi ecco materializzarsi dal nulla la
Balaneiceps rex
figura di Hannington. Guida, chairman, rematore e all’occorrenza trascinatore di barche della Mabamba Bird Guides and Co. Ass, Un nome, una garanzia (si fa per dire...). Nell’improbabile ipotesi che Hannington non vi compaia davanti, telefonategli, i numeri sono questi: +256 712 95 22 33 (+256 se chiamate dall’estero, altrimenti diventa 0712 95 22 33) 0782 94 51 85 0712 34 54 71 Adesso che siete arrivati alla baia, non vedete 49
Balaneiceps rex vola via
l’ora d’iniziare l’escursione sul lago, calma:
tutto va bene, basta una piroga. Se siete in tre
mostratevi disinteressati e chiedete dettagli
tenteranno di convincevi che sono necessarie
come la durata dell’escursione, se è garantito
due piroghe, perché non è possibile far salire a
l’incontro con il Balaneiceps rex (Shoebill Stork)
bordo più di due passeggeri. Rifiutate e se
e qualsiasi altra cosa vi viene in mente (non siate
necessario alzatevi e salutate, come se voleste
infami...). Infine, si giunge al prezzo da pagare
andarvene. Miracolosamente, diventerà possibi-
(dovrebbe essere 100.000 U.Shs per ogni piro-
le ospitare tre passeggeri sulla stessa piroga.
ga), questo è il momento topico: se siete in due
Non dimenticate l’attrezzatura per le foto e i
Equatore
50
Scorcio di palude non distante dall’equatore
Nyanz’ibiri Community Eco Campsite
video, garantisco un’esperienza indimenticabile
sciamo già, è la Mbarara road che punta diretta-
che cancellerà di colpo i piccoli disagi eventual-
mente a Sud, non resta che alzarsi di buon mat-
mente patiti per arrivare alla baia.
tino e iniziare l’avventura.
L’incontro con il Balaneiceps rex è certamente il
Sorpresa o non sorpresa, percorso un centinaio
culmine della gita ma le emozioni non manche-
di km, incontreremo l’equatore e ovviamente ci
ranno fin dai primi minuti di navigazione nella
fermeremo.
piroga a remi.
Il posto è ben organizzato, non mancano i punti di ristoro e tanti negozietti ideali per acquistare
Adesso organizziamo il nostro giro con destina-
qualche ricordino (i prezzi sono migliori che
zioni multiple: la strada da percorrere la cono-
altrove). 51
Scheda Nyanz’ibiri Community Eco Campsite 1
Scheda Nyanz’ibiri Community Eco Campsite 2 52
Buon appetito! Pure i fiori sono commestibili
sfero Nord, l’acqua defluirà creando un vortice in senso orario, viceversa, nell’emisfero Sud il vortice ruoterà in senso antiorario. Già... a questo punto ci viene in mente di aver appreso dal sapientone di turno che sono tutte balle e che l’acqua gira sempre nello stesso senso. Quasi quasi ci vien voglia di fare l’esperimento. In fondo, non capita tutti i giorni di passeggiare proprio sulla linea dell’equatore, inoltre, perché Non ci faremo mancare una fotografia al monu-
hanno piazzato la terza bacinella proprio sulla
mento dell’equatore, dopodiché concentreremo
linea?
la nostra attenzione sui tre trespoli gialli che si
Stiamo ancora riflettendo quando vediamo avvi-
trovano subito dietro; uno è posto proprio sulla
cinarsi un officer equipaggiato con una brocca
linea, un altro è nell’emisfero Sud e il terzo nell’e-
d’acqua e tre fiorellini: ci sorride e ci fa cenno di
misfero Nord.
seguire la sua azione. Chiude con un dito il foro
Su ognuno di essi è sistemata una bacinella con
della bacinella Nord dal basso e versa l’acqua,
un buco al centro, siamo lì a cercar di capire la
poi lascia cadere un fiorellino al centro della baci-
funzione di quei cosi, quando ci ricordiamo di
nella e lascia libero il foro: l’acqua defluisce
aver letto da qualche parte che se togliamo il
creando un vortice in senso orario, il fiorellino
tappo da un lavandino pieno d’acqua nell’emi-
serve a meglio evidenziare il fenomeno.
Lago Kamweru
53
Lago Kyeema ky’enzubu
54
55
Riva del lago Alberto a Ntoroko
56
57
Semliki National Park - Female Hot Springs
58
59
Amabere Caves - Fort Portal
60
61
L’acqua proveniente dalla palude passa nella caverna e defluisce nel lago Kamweru
Ripete l’esperimento con la bacinella Sud e con quella posta a cavallo dell’equatore. La bacinella Nord non ci ha sorpreso perché abbiamo visto quel che ci aspettavamo di vedere, la bacinella Sud ci ha incuriosito perché l’acqua defluisce creando un vortice in senso antiorario, la bacinella posta a cavallo dell’equatore ci ha fatto strabuzzare gli occhi perché il fiorellino è stato trascinato via senza creare alcun vortice. Interessante, vero? Dopo aver commentato quanto appena visto ci rimettiamo in macchina ma non facciamo molta strada: una palude con i fiocchi è proprio lì, giunge fino alla strada. Scendiamo dalla macchina per ammirare meglio e solo il sapere che siamo ancora lontani dalla meta, impedisce di tirare fuori i retini e tutta l’attrezzatura. Torneremo! Si giunge a Mbarara che è già sera, la giornata è stata lunga e l’unico pensiero è trovare un posto per la notte; ceniamo in camera e andiamo a dormire, si riparte presto domani. Il mattino seguente diamo un rapido sguardo alla Imbarcazione sul lago Kamweru
città: è piacevole e pulita, il caos di Kampala è 62
Pescatore sul lago Kamweru (il lago di destra, guardando dal campsite)
La striscia che divide i due laghi
solo un ricordo, credo sia la città più vivibile
Una volta individuato il villaggio Nyakasharu
d’Uganda.
(Rubirizi District), occorre prestare attenzione per
Si punta decisi a Sud per giungere al lago
vedere il cartello in legno rustico (bello grande, in
Bunyonyi del quale abbiamo già parlato, dopo un
verità), che indica la pista da seguire per giunge-
paio di giorni si ripercorre la stessa strada all’inver-
re al Nyanz’ibiri Community Eco-Campsite.
so fino a Ntungamo, ove deviamo a sinistra.
Chi è dotato di GPS è avvantaggiato, queste
Ci stiamo recando in un posto a dir poco subli-
sono le coordinate:
me a mio parere, una meraviglia fino ad oggi
SO 15.963
sfuggita persino ai segugi della Lonely Planet e,
ESO 06.409
in ogni caso, davvero difficile da scoprire, perché
Il campsite è un bell’esempio di architettura/con-
non molto pubblicizzata.
duzione ecosensibile, ben integrato nell’ambien63
Andiamo a casa destra) e Kyeema ky’enzubu (a sinistra). Il ristorante offre deliziose specialità locali preparate al momento dietro nostra specifica richiesta: freschissimo pesce, giant grilled tilapia innanzitutto e per chi vuole di osare il, per noi italiani inusuale, mamba fish (Protopterus aethiopicus). I piatti a base di carne non sono il massimo in verità, mentre tutto quel che è di origine vegetale, invita al divoramento istantaneo. Coltivazione biologica in loco ed anche qualcosa di speciale: il basilico rosso, per esempio. I laghi hanno molto da raccontare, l’origine vulcanica riporta indietro l’orologio di diecimila anni a far data dai movimenti tettonici, seguiti dal graduale riempimento d’acqua piovana dei crateri ormai spenti. Lo stesso sviluppo della zona circostante è a essi te circostante, volano di sviluppo per la comunità
intimamente legata, a cominciare dal nome
rurale e valido supporto per la protezione della
Nyanz’ibiri, che in lingua Runyankole significa
locale biodiversità.
appunto “due laghi”. Anche i nomi dei laghi hanno
Le “camere” offrono un panorama unico, affac-
un’origine ben precisa, sebbene sia necessario
ciate sulle rive dei laghi gemelli Kamweru (a
affidarsi al mito in mancanza d’altra documenta-
Ginnastica ecologica...
64
Basilico rosso (Ocimum basilicum ‘Red Rubin’) Anche i colori caratterizzano i gemelli: il Kamweru è verde, il Kyeema ky’enzubu blu. Impatto romantico a parte, la differenza si deve al fatto che il Kamweru, riceve acqua dalla vicina palude tramite un immissario che fluisce attraverso un’altra meraviglia del luogo: una storica caverna ubicata proprio sotto al campsite. Luogo deputato allo svolgimento di riti propiziatori nel remoto passato, rifugio per la popolazione locale al tempo della dittatura di Idi Amin, è oggi serena attrazione turistica elevata da molti al zione, veniamo cosi a sapere che Kamweru (il lago
rango di area di meditazione.
di destra, guardando dal campsite), significa “pro-
Il colore verde non deve far pensare solo agli
duttivo” ed è stato cosi battezzato perché in con-
smeraldi, è sintomo di elevata concentrazione di
seguenza dell’attività vulcanica, il suolo della zona
nutrienti per via di quanto giunge dalla palude,
è estremamente fertile.
inclusa la potenziale presenza di bilharzia.
Kyeema ky’enzubu (il lago di sinistra), significa
È una conseguenza di quanto avvenuto nel
invece “branco d’ippopotami”, a memoria del
recente passato: fino agli anni sessanta del
fatto che un tempo, il ciccioso quadrupede indu-
secolo scorso, la foresta arrivava fin sulle rive dei
giava volentieri da queste parti.
laghi ed era casa di un gran numero di scim-
Un angolo della capanna-museo: gli antenati degli zoccoli e lo strumento per battere la corteccia dalla quale in passato si ricavavano vestiti
65
Scheda FURA Kasese 1
Scheda FURA Kasese 2
66
White House Hotel - Kasese
panzé e scimmie varie, poi, gradatamente, la
pare fino a sera, non mancando di visitare la
foresta ha ceduto il passo alle coltivazioni fino
capanna-museo, autentica abitazione tradizio-
alla sua completa scomparsa.
nale Banyaruguru, arredata con tutti gli utensili
Ciò garantisce l’autosufficienza alimentare della
del tempo che fu.
zona, di contro, la scomparsa della foresta ha
Dopo cena, al calore del fuoco e sotto le stelle,
reso la zona vulnerabile alle frane e quando piove
David ci racconterà alcune storie patrimonio
sul serio, gran quantità di terra si riversa nei laghi,
della locale cultura orale.
causando elevata mortalità della fauna ittica.
Una la aggiungo io, il racconto di un’esperienza
I laghi sono comunque ricchi di pesce, anche
vissuta: fra le altre cose, nella zona si coltiva
d’interesse acquariofilo (soprattutto ciclidi). Altra
tabacco e desiderando provare il prodotto loca-
sorpresa, le imbarcazioni dei pescatori. Sono
le, chiesi se era possibile acquistarlo già pronto
ricavate formando un “fascione” di foglie/rami di
per essere fumato con la pipa. Venni condotto a
banano, praticamente un antenato delle barche
una capanna non lontana dal campsite ove vive-
di papiro.
va una donna, vedova e con tre bambini. Non
Il Kyeema ky’enzubu non ha immissari, dunque
parlava inglese e il ragazzo che mi accompagna-
non riceve inquinanti d’alcun genere e, detto tra
va fece da interprete. Si, aveva del tabacco già
noi, ha un aspetto molto più invitante dell’altro. È
pronto e potevo comprarlo; ne presi tre rotolini e
quello da scegliere, se proprio vi vien voglia di
pagai. La donna non aveva il resto, le dissi che
fare un tuffo.
non aveva importanza e che poteva tenerlo. No,
Per finire, la striscia di terra che li divide, oltre che
non potendo darmi il resto aggiunse dell’altro
invitante, è percorso quasi obbligato per scopri-
tabacco a pareggio. Ecco...
re le altre bellezze della zona e, quando le avre-
Difficile lasciare un posto del genere ma il tempo
mo scoperte e saremo tornati al campsite in
corre e si deve ripartire; proseguire in direzione di
cerca di riposo, ozieremo sul prato o dove ci
Kasese, significa passare attraverso il Queen 67
Palace Motel - Fort Portal
Elizabeth National Park ed essere fortunati, signi-
re tutto quel che è opportuno condividere con
fica incrociare un branco di elefanti che attraver-
questo parco, la cui gestione è un capolavoro
sa la strada proprio di fronte a noi. È a mio pare-
d’imbecillità. Passi che non sia particolarmente popolato e che la truppa di rangers sia insufficiente (dicono...) per tenere sotto controllo i bracconieri, i quali in buona sostanza agiscono indisturbati, resta intollerabile che fare un giro nel parco implica, dover “assumere” un ranger che dovrebbe rendere la visita interessante. Bene, secondo la mia esperienza, questi rangers dei miei stivali mirano soltanto a intascare la pattuita prebenda, visitare il parco in loro compagnia significa soltanto inveire per tutta la settimana a seguire, pensando al denaro buttato al vento. Ancora peggio se decidiamo di fare una minicrociera sul canale Kazinga: per raggiungere l’imbarcadero è necessario varcare uno dei cancelli del parco, sapete cosa pretendono? Pretendono che si paghi il biglietto d’ingresso al parco (30 US Dollars a persona, più US Dollars
Incontro a Fort Portal (Ardea cinerea) 68
I am watching you Semliki National Park - Male Hot Springs
69
Incontro lungo il cammino nella foresta dopo aver lasciato le Hot Springs capacità d’integrazione con il territorio e per i risultati scaturiti dalla sua attività, il suo nome è FURA (Foundation for urban and rural advancement). FURA esplica la sua azione in diversi campi e il concreto impatto dei suoi progetti, l’hanno rapidamente elevata al rango d’interlocutore privilegiato di numerosi altri organismi internazionali, operanti nell’ambito della cooperazione allo sviluppo. Non è questa la sede per elencare tutti i settori d’intervento, a titolo d’esempio, ne riporto soltanto uno: supporto all’attività imprenditoriale di genere. 50 per il veicolo, più 15 US Dollars a persona per
Che tradotto significa “concessione di finanzia-
la crociera).
mento alle donne che desiderano avviare un’at-
Pagare per la crociera è normale, ma sborsare un
tività imprenditoriale”.
centinaio di dollari solo per lasciare la vettura al
Gli addetti ai lavori sanno già che i progetti affe-
parcheggio è inaccettabile. Dire che il locale mini-
renti alla promozione della donna, sono quelli
stro del turismo è un incapace, è un eufemismo.
che generano la più positiva ricaduta sul territo-
Kasese non ha molto da offrire in verità. Se non
rio, a tutti gli altri forse farà piacere sapere che in
siamo venuti qui per scalare le vette del
Africa è la donna, la vera protagonista di riferi-
Ruwenzori e non siamo disposti a subire le
mento per un concreto sviluppo sociale.
incongruità connesse a un’eventuale visita al
Chiunque si sia trovato in Africa per ragioni di
parco, non vi è motivo per fermarsi.
lavoro e abbia dovuto interagire con i locali, sa
In ogni caso, l’albergo da preferire per il pernot-
bene che la propria serenità è quotidianamente
tamento è il White House, situato al centro della città. Tel. +256 782 53 62 63. Personalmente, mi sono trattenuto per altri motivi e mi consento rendervi partecipi perché costatare la presenza di positivi fermenti sociali, è in ogni caso un valore. A Kasese è sorta una ong (organizzazione non governativa) che mi ha davvero sorpreso per la sua Se vi siete mai chiesti che faccia ha l’Aufwuchs, nel lago Alberto si presenta cosi 70
messa a dura prova e che difficilmente si ricava
Donna nuda, donna scura
qualcosa di positivo demandando ai maschietti
Olio che non s’alza al soffio, olio calmo ai fianchi
indigeni qualsivoglia attività che non sia una con-
dell’atleta, ai fianchi
viviale bevuta.
dei principi del Mali
Con le donne è diverso: sovente si può star certi
Gazzella celestiale, le perle son le stelle della
che si riceve concreta e positiva collaborazione.
notte sulla tua pelle
A onor del vero, gli africani sono ben consci di
Delizia dei giochi dello spirito,i riflessi dell’oro
questa realtà e le menti più illuminate del conti-
rodono e rendono il tuo corpo striato
nente non mancano di celebrare come merita, il
All’ombra dei tuoi capelli, vicino ai tuoi occhi di
valore della donna africana.
sole svanisce la mia angoscia.
È a mio parere inarrivabile e di certo immortale, l’ode scritta circa settant’anni addietro da Léopold
Donna nuda, donna nera
Sédar Senghor, grande poeta africano e primo
Ti canto beltà che passi, forma che fisso
presidente del Senegal; per chi ama sentirla reci-
nell’Eterno,
tare in lingua originale (francese) rimando al link:
Prima che il Destino geloso t’incenerisca per
http://www.youtube.com/watch?v=_zuDV4Zohno.
nutrire le radici della vita.
Questa è invece la traduzione in italiano per quanti non abbiano familiarità con il francese (ho
NOTA
tradotto io, spero nessuno inorridisca).
Questi sono alcuni indirizzi di riferimento per quanti eventualmente desiderassero approfondire.
DONNA NERA
z SEGUI IL LINK CLICCA QUI!
Donna nuda, donna nera Vestita del tuo colore che è vita, del tuo corpo
In francese:
che è bellezza!
http://www.bacdefrancais.net/femme-noire-
Son cresciuto alla tua ombra; la dolcezza delle
senghor.php
tue mani bendava i miei occhi.
http://www.unjourunpoeme.fr/auteurs/senghor-
Ecco che nel cuor dell’Estate e del Giorno, ti ho
leopold-sedar
scoperto dall’alto di un’alta
http://www.unjourunpoeme.fr/poeme/femme-
collina assolata, Terra Promessa.
noire
E la tua bellezza mi ha colpito in pieno cuore,
http://fr.wikipedia.org/wiki/L%C3%A9opold_S%
come il saettar di un’aquila.
C3%A9dar_Senghor
Donna nuda, donna scura
In Italiano:
Maturo frutto di carne soda, scura estasi del vino
http://it.wikipedia.org/wiki/L%C3%A9opold_S%
nero, bocca di canti che mi rende poeta
C3%A9dar_Senghor
Orizzonti e savane che fremono alle carezze
http://www.pagoni.it/index.php?option=com_co
ardenti dei Venti d’Est
ntent&view=article&id=66:leopold-sedar-sen-
Tamtam scolpito, tamtam che teso tuona al
ghor&catid=37:africa-e-miti&Itemid=61
tocco del Vincitore
http://it.wikipedia.org/wiki/N%C3%A9gritude
La tua voce di contralto è il canto spirituale del-
http://www.sapere.it/enciclopedia/n%C3%A9gri
l’anima.
tude.html 71
Scorcio idilliaco del lago Alberto
Ho visitato personalmente numerosi progetti in
vostro estro la scelta di fermarsi e immergere i
atto sul territorio e incontrato alcuni beneficiari
retini in ruscelli e corpi idrici vari, riassumo le
del “servizio” di micro-credito, posso dire di
destinazioni di maggior rilievo:
esser rimasto favorevolmente impressionato
- Bundibugyo. È un remoto villaggio, oltre i monti
come mai prima.
alle sue spalle, il Congo. Merita una visita se
Anche gli incontri del direttivo a cui ho partecipato
desiderate incontrare i Pigmei che vivono nella
su invito del presidente Mr. Reuben Mbauta, sono
foresta intorno.
stati motivo di positiva sorpresa: niente retorica o
Raggiunto il villaggio basta chiedere, di certo tro-
ipotesi di lavoro inapplicabili, solo concretezza.
verete qualcuno disposto ad accompagnarvi dietro ragionevole compenso; sappiate però che
Lasciata Kasese, la destinazione è Fort Portal,
i Pigmei da queste parti non sono particolarmen-
ove l’albergo da preferire è il Palace Motel.
te amichevoli e che dovete chiedere il permesso
Musozi Road - Plot 33/MT
e pagare se volete fotografarli (magari li trovate
Tel. +256 772 837 226
pure di buon umore, dipende da quanto e cosa
+256 752 992 551
hanno fumato...).
+256 772 370 782
- Camp Beseri (Amabere Caves, waterfall e cam-
E-mail: palacemoteluganda@yahoo.com
psite).
Che cosa vedere nei dintorni, dipende da quan-
Un luogo delizioso, ci s’inoltra nel verde per rag-
to tempo abbiamo a disposizione. Lasciando al
giungere una cascata. 72
E-mail: rubomboras@yahoo.com
giungere da Fort Portal, la destinazione più vici-
Tel. +256 751 534 157
na è Ntoroko.
+256 783 707 454
Non sono particolarmente cordiali da queste
+256 753 975 720
parti ma non fateci caso, è zona di confine quin-
+256 752 492 475
di è normale, sono in parecchi ad aver qualcosa
+256 752 722 892
da nascondere...
- Semliki National Park.
Raggiunto il lago, avrete modo di vedere una
E-mail: uwa@uwa.org.ug
moltitudine di ciclidi semplicemente sporgendovi
Come trovarsi in Congo senza lasciare l’Uganda,
dalla riva e contemporaneamente potrete stam-
è un prolungamento della foresta Ituri.
parvi in mente, l’aspetto del fondale di un lago
Si trova sulla stessa strada che conduce a
dell’East Africa ricoperto di Aufwuchs.
Bundibugyo e dista 42 Km da Fort Portal. La principale attrazione sono le Hot Springs,
Avessimo organizzato un giro con base a Fort
anche gironzolare nella foresta è motivo di piace-
Portal, avremmo ancora tanti posti da visitare,
voli incontri. Inoltre, è possibile visitare il villagio
qui ho invece illustrato un’ipotesi a largo raggio e
Bundimusoli, non lontano dal Parco e abitato dai
se siete stati in tutti i luoghi in elenco, le due set-
Pigmei della tribù Batwa.
timane ipotizzate sono già finite e si deve torna-
Nel caso (molto probabile) che non vogliate rag-
re a Kampala. Ovviamente seguiremo un’altra
giungere Bundibugyo, recatevi a Ntandi, all’uffi-
strada e raggiungeremo la meta in poche ore.
cio del “King of Batwa” e accordatevi per una
Lusaka – Zambia
visita al villaggio comprensiva di spettacolo di
21 agosto 2013
danze e canti tribali (se siete un gruppo numeroso dovreste cavarvela con U.Shs 15.000 a persona). - Bigodi Wetland Sanctuary. Un acquariofilo non può escludere questo luogo dal suo giro. Www.bigodi-tourism.org Tel. +256 772 886 865 (8am / 5pm). Il giro della palude dura tre ore e il prezzo del biglietto (U.Shs 30.000) include stivali di gomma e binocolo. - Lago Alberto L’ho incluso nel giro per ragioni acquariofile ma non è proprio vicinissimo e per dirla tutta, sarebbe il caso di organizzare un viaggio mirato. Comunque, nel caso lo vogliate rag-
Mappa dell’Uganda (Fonte: www.vidiani.com) 73
Inserto da stampa Pesci e poesia, il fascino del XVI secolo Settima parte
ce, hanno il diritto di leggere in santa pace la
a cura di IppoCampo
loro rivista preferita. Ve bene, ma, dico io, un po’ di collaborazione ogni tanto non guasterebbe, vi pare? Torniamo all’argomento del giorno, anzi, del
Era troppo bello per continuare. La lettera
mese. Tra le specie presentate fino ad ora ho
pubblicata il mese scorso è rimasta l’unica
scelto quella rappresentata a pagina 55 (pub-
ricevuta fino ad ora. Quindi, vista la totale
blicata nel numero di settembre) del nostro
mancanza di collaborazione da parte vostra,
insuperabile libro antico. In realtà, pur essen-
anche questa volta mi toccherà inventare
do presente una sola incisione, il nostro ittio-
qualcosa per intrattenervi, anche se io sono
poeta parla di due specie, che definisce Scorpio
solo e voi diverse migliaia. Quindi, a rigore, se
e Scorpaenna. Scorfani, insomma. Ehi, cosa
ognuno di voi contribuisse una sola volta, poi
avete capito, non è mia intenzione offendere
potrebbe riposare per migliaia di numeri suc-
nessuno (a Napoli e dintorni, dare a qualcuno
cessivi prima di doversi di nuovo preoccupare
dello “scorfano” non è esattamente un com-
di cosa scrivere.
plimento, riferendosi, per metterla in termini
....
gentili, ad una certa mancanza di avvenenza da
Scusate l’interruzione, sono stato chiamato in
parte del soggetto in questione), mi riferisco
redazione, dove mi è stata impartita una seve-
ai ben noti abitanti dei nostri mari.
ra lavata di capo, relativa al fatto che il mio
Una rapida ricerca utilizzando il termine
compito è di scrivere e non di scansare la fati-
“scorfano” ha dato come risultato una certa
ca cercando di scaricarla sui lettori che, inve-
confusione: infatti fishbase (www.fishbase.org)
Inserto da stampa 74
are e conservare elenca sotto questa voce cinque specie
anche lo scorfano è dotato di un apparato
(Scorpaena porcus, S. scrofa, S. guttata, S. diablus
velenifero, localizzato in questa specie negli
e Taenianotus triacanthus), mentre WoRMS
aculei delle pinne dorsali ed anale. La puntura
(marinespecies.org) ne indica tre (Scorfano
provoca un dolore intenso, che si diffonde a
corallino Pontinus kuhlii; Scorfano di fondale
partire dalla zona colpita. La buona notizia è
Helicolenus dactylopterus e Scorfano rosso
che il dolore sparisce dopo qualche ora, ma
Scorpaena scrofa).
sconsiglierei comunque di cercare di fare ami-
Questo rischia di essere un pochino imbaraz-
cizia con uno di questi pesci accarezzandolo
zante, si tratta infatti di due fonti generalmen-
delicatamente sulle pinne.
te attendibili, quale avrà ragione? Visto che è
Il genere Scorpaena comprende attualmente
l’unica specie citata da entrambi, decido per la
oltre 200 specie.
Scorpaena scrofa.
Molto probabilmente le due specie alle quali si
Classe Actinopterygii, Ordine Scorpaeniformi,
riferisce Boussuet sono Scorpaena scrofa e
Famiglia Scorpenidae, Sottofamiglia Scorpaeninae;
Scorpaena porcus.
Scorpaena scrofa (Linneo, 1758).
Gli scorfani non vengono abitualmente tenuti
Specie subtropicale, è diffusa nell’Atlantico
in acquario (ad eccezione degli acquari pubbli-
orientale, Mediterraneo e Mar nero. Si trova a
ci) ma trovano posto in parecchi libri di cuci-
profondità comprese tra i -20 e i -500 m, più
na.Tutto sommato, meglio essere un ippocam-
di frequente intorno ai -150 m.
po, almeno non si rischia di finire in pentola.
Può raggiungere un massimo di 50 cm di lun-
Nella vana speranza di avere da almeno qual-
ghezza e circa 3 kg di peso.
cuno di voi, miei amatissimi lettori, consigli,
Solitaria e stanziale, si trova su fondali sia roc-
suggerimenti, foto, traduzioni o insomma quel-
ciosi, sia sabbiosi. Carnivora, si nutre di altri
lo che vi pare pur di dimostrarmi che ci siete
pesci, molluschi e crostacei; caccia soprattutto
e la mia fatica non è del tutto vana, vado a
di notte, rimanendo durante il giorno in
rifugiarmi come al solito in biblioteca.
nascondigli o anfratti.
Ci sarete il mese prossimo? Io sarò come
Si riproduce tra maggio ed agosto e i giovani
sempre qui per accogliervi.
si possono trovare in acque più superficiali rispetto agli adulti.
Vostro affezionato
Come altri appartenenti alla stessa famiglia,
IppoCampo
are e conservare 75
vai col...
ww w
link! a cura di Mario Loffredo In questa rubrica prendiamo in considerazione ogni mese un argomento di base, per guidarvi nella perfetta
comprensione dei
principi e
delle tecniche che ogni buon acquariofilo dovrebbe conoscere. Oramai la
rete offre una vasta gamma di notizie in proposito e non è necessario, dunque, che Aquariophylia predisponga articoli specifici in merito. La rete, però, contiene anche tante notizie errate, non essendo verificate in alcun
esperto della rivista si prenderà cura di leggere ed esplorare suggerendo solo pagine corrette o, perlomeno… non totalmente scorrette! In tal modo potrete godere di una navigazione “sicura”, sfruttando le recensioni proposte ogni mese. Vi modo. Per questo motivo un
proporremo pagine in varie lingue, per assecondare le vostre preferenze, indicate dalle
bandierine
al fianco di ogni link, per assecondare le
vostre preferenze. Accetteremo ovviamente con grande piacere anche i vostri
suggerimenti:
se avete trovato una pagina particolarmente
interessante, inviateci un riferimento e saremo felici di valutarla ed eventualmente recensirla. 86
Oggi parliamo di… LEGNI Legni di torbiera, legni di Manila, cortecce e sugheri: tutti materiali fondamentali per l’allestimento di magnifici acquari d’acqua dolce. Rappresentano compagni ideali per le piante acquatiche, perché il contrasto di colori verdi e marroni produce un effetto arboreo molto naturale. Inoltre, i pesci trovano rifugio sicuro tra i solidi rami di un legno sommerso ed i composti tanninici rilasciati all’acqua hanno un effetto molto salutare per pesci ed invertebrati. Insomma, i legni sono certo tra gli elementi più naturali e più utili da introdurre nell’arredamento di un acquario. Ne esistono svariati tipi, aventi proprietà diverse e differente modo di utilizzo. Per
87
questo motivo conviene raccogliere le informazioni essenziali per saperli riconoscere, apprezzare ed utilizzare. Grazie a questo articolo potrete approfondire l’argomento cliccando sui link che seguono, in modo da produrre una navigazione guidata nei siti di maggiore interesse che trattano questo argomento. http://www.mondodiscus.com/2009/04/legno-di-torbiera-2/ http://www.acquarionline.it/acquari/index2.php?option=com_content&do_pdf=1&id=167 http://www.acquadivetro.com/Tutto%20Discus/Arredamento.html http://www.acquarioweb.net/legni_adolce.php?namepg=adolce http://www.plantacquari.it/articoli/preparazione_dei_legni_per_acquario.asp http://www.acquarionline.it/acquari/index.php?option=com_content&task=view&id=167 http://www.aquaexperience.it/index.php?option=com_content&view=article&id=217:preparazionelegni&catid=74:guide-pratiche&Itemid=13 http://animalisos.altervista.org/7legnopietra.php http://www.acquarionline.it/acquari/index2.php?option=com_content&do_pdf=1&id=167 http://www.acquariodolce.it/forum/piccola-guida-alla-scelta-dei-legni-e-delle-radici-t255.html
z
http://www.thinkfish.co.uk/encyclopedia/bogwood http://www.theaquariumwiki.com/Bogwood
SEGUI IL LINK CLICCA QUI!
http://www.aquahobby.com/articles/e_driftwood.php
! k n i l
http://www.caudata.org/cc/articles/wood.shtml
http://pets.thenest.com/types-wood-can-put-tropical-freshwater-aquarium-12180.html http://www.peteducation.com/article.cfm?c=16+2250&aid=3319 http://www.ratemyfishtank.com/articles/101
http://www.fishkeeping.co.uk/articles_95/safe-rocks-safe-wood-aquarium-decor.htm http://www.northtrop.co.uk/bogwood.html
http://www.ehow.co.uk/info_8415499_types-put-tropical-freshwater-aquarium.html
http://www.aquascape-guru.de/hardscapes/dekoration/wurzelnholz/151-mopaniholz-eisenholz—rapuisholznatuerliche-aquarieneinrichtung.html
http://aquanet.de/AquaPedia/Detail.aspx?guid=4f41e4f3-c08e-4012-a4df-12e7a7f89cb7 http://www.aquarianer.ch/2010/10/grundlagen-der-aquaristik-dekoration-holz-wurzeln/ http://www.aquariumwurzel.de/
88
di Carassio Aurato Forse alcuni di voi non mi conoscono... Ebbene sì! Sono proprio un pesce, e allora?
Il tempo è cambiato rapidamente quest’anno nel nostro paese: siamo passati da un caldo quasi estivo al pieno inverno nel giro di una settimana. Eh, non ci sono più le mezze stagioni. Betta (la mia infaticabile segretaria) è qui di fianco, sbircia il testo sulla mia lettera 24 e borbotta “ma che fai, parli del tempo? Non hai proprio più nulla da raccontare?”. In realtà di cose ne avrei, ma posso veramente? Mi chiedo quale sia il limite tra il dovuto ed il concesso, tra il lecito ed il “politically correct”. Mi chiedo tutto questo mentre sono accucciato nel mio mini acquario (eh sì, anche qui la crisi si fa sentire) proprio sotto il termoriscaldatore impostato alla minima temperatura sindacale per un pesce rosso… tanto per non ghiacciare. O tempo-
ra… o mores… o tempo della more, come diceva il mio predecessore dalla coda larga. Veramente talvolta mi sento disorientato in questo mondo in cambiamento rapidissimo. Non fai in tempo ad evolverti un tantinello che già ti senti un dino90
sauro, rispetto ai cambiamenti che ci sono
pubblicata sul numero 0 di una preceden-
intorno. Dieci anni fa avere un acquario
te rivista, trent’anni fa, e due neon scalci-
con la lampada fitostimolante era una
nati con gruppo di accensione “Alalà”,
meraviglia della tecnica. Oggi se non sei
ricordo dell’epoca fascista. E allora mi
LED ti guardano tutti come un pezzo da
richiedo: ma che fine fanno i prodotti che
museo.
si producono?
D’altra parte è vero: lo saresti proprio!
Parlo talvolta con i responsabili delle ditte
Come rinunciare agli innegabili vantaggi
specializzate di questa cosa e mi racconta-
che le nuove tecnologie possono offrirti?
no strane storie. Mi dicono che hanno pro-
Oggi con una plafoniera Led consumi
blemi con la distribuzione, che in quella
quanto con una lampadina da notte ed
zona i negozianti non pagano, che non si
illumini bene un marino tropicale coi
può pretendere di gestire un catalogo con
coralli (non ci sono mai stato dentro, per
tanti prodotti, ecc. Sono tutte motivazioni
fortuna, ma mi dicono che necessita di
che non reggono, e dunque, chiedo ancora
tanta luce intensa). Se usi ancora il neon
una volta: ma che producete a fare tutta
significa che sei proprio masochista. Per
quella roba? Volendo escludere ipotesi
non parlare delle nuove mangiatoie
fantascientifiche devo dedurre che tutta
(Yummy), degli integratori e di tutto quel-
la produzione italiana vada all’estero,
lo che ogni giorno ci viene proposto dalle
anche se non riesco a spiegarmene le
industrie.
ragioni. Se veramente fosse così però,
Che poi, tanto per tergiversare, non com-
direi che potrebbe essere una bella idea
prendo proprio: perché mai producono
farci un viaggetto. Cose ne dite se organiz-
tanta bella roba se poi non la mandano in
ziamo una gita in Germania? Magari riu-
giro per venderla? Questa è una questione
sciamo a comprare qualche bel prodotto
vecchia, lo so, ma io ci vado in bestia.
italiano di ultima generazione…
Quando visito delle fiere (a proposito,
Beh, non ci pensiamo più. Tra poco sarà
avete visto il servizio su Napoliaquatica lo
Natale e certo qualcosa dovremo trovare
scorso mese? Bella vero?) io vedo in giro
nei negozi specializzati. Se anche in quel
tante bella roba. Si tratta di cose moder-
periodo non riusciremo a trovare nulla,
ne, prodotto della ricerca scientifica.
potremo sempre chiedere al gestore… uno
Filtri da sballo, luci psichedeliche, mangi-
sconto. Quello, almeno, non potrà rifiutar-
mi da sogno. Poi entri in un negozio spe-
celo. Arrivederci al numero di dicembre.
cializzato e, soffiando via la polvere dallo
Sarà certo uno sballo (non come i prodot-
scaffale principale, ci trovi due confezioni
ti che non si vedono).
di mangime scaduto, la cui pubblicità fu 91
Aquariophylia in… poesia Questo mese la curatrice di questa rubrica si impegna personalmente per realizzare un bel testo poetico dedicato al nostro elemento. Ci mostra l’acqua nella sua vera essenza, incantatrice, trasparente, mossa, profonda, divertente… proprio il sapore che questa rivista vuole assumere per voi. Una poesia dolce e salata, tutta da godere, come il nostro acquario.
PERCHE’ ACQUA SEI ACQUA SEI ACQUA di Mariella Bettarini Perché nel reame glorioso perché acquatico strame m’incanti
perché muglia e sciaborda
perché refe - sale - salgemma
perché intride ed abborda
perché scrigno
perché la testa è una vasca di pesci e
perché trasparenza
le orecchie contengono acqua
perché grande ansiosa regale
perché spinarelli e burchielli
perché corre e traspare
perché spire e campielli
perché rasa ed al colmo
perché acqua lucida acqua
perché bagna ed annacqua
perché acqua sei acqua sei acqua
perché la vittoria è dell’acqua
perché bagni e sei liquido fuoco
perché s’inabissa e galoppa
perché in te tutto è vita e misterico gioco 92
Primo concorso di poesia “Aquariophylia” Aquariophylia istituisce il primo concorso di poesia dedicata agli acquari. Provate a produrre un testo poetico, breve o approfondito che sia, e ad inviarlo alla redazione (aquariophylia@gmail.com). Una giuria composta da esperti della redazione indicherà, ad insindacabile giudizio, i testi che meritano la pubblicazione sulla rivista. Potrete così vedere la vostra poesia pubblicata e chissà che questo non sia l’inizio di una fantastica carriera editoriale! Attendiamo dunque i vostri scritti: non siate timidi! Disegno di Flora Palumbo Medusa Acrilico su tela 20x20
Contatto: 349/0836387 flographic@yahoo.it http:/ florapalumbo.wix.com/florapalumbo
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In questa sezione diamo voce a tutte le associazioni acquariofile che vorranno partecipare alla vita della rivista. Non ci sono regole (a parte la legislazione vigente!) perché si tratta di spazi autogestiti. Ogni associazione dunque è libera di inviare ogni mese “la propria rivista”, fatta proprio come vorrebbe. Potrà servire alla campagna associativa, a pubblicizzare la prossima mostra di acquari, a tenere piccoli corsi di acquariofilia o semplicemente a mostrare la foto del socio del mese. Per noi l’importante è dare voce alle associazioni acquariofile, per creare una rete fitta di contatti tra gli acquariofili italiani. E saremo dunque fieri di partecipare a questa missione, anche semplicemente facendo da tramite tra associazioni e lettori. Per ora il numero di associazioni acquariofile che partecipano all’iniziativa potrà essere ancora piccolo. Ma contiamo sul vostro spirito “imprenditoriale” per invadere la rivista con una valanga di notizie dalle associazioni. Forza: è giunto il momento di partecipare, di espandersi, di cooperare!
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AIAM ASSOCIAZIONE ITALIANA ACQUARIO MEDITERRANEO Come da tradizione sono riprese le attività di collaborazione con alcune scuole per l’allestimento di piccole vasche, con l’intento di avvicinare i bambini al mondo acquatico. Una piccola vasca aiuta a mostrare la diversità delle forme viventi nel mare “sotto casa”, facendo capire che ogni animale ha le sue necessità per poter vivere. Per i primi approcci con il programma di Scienza la vasca è un supporto utilissimo ad introdurre concetti base quali ambiente, ecologia e rapporti tra l’Uomo e la Natura. Quest’anno molte scuole ci hanno contattati per ricevere materiali e assistenza: purtroppo l’iniziativa nelle scuole è legata alla disponibilità dei soci che hanno figli nelle scuole stesse. Quello che AIAM può offrire è piena assistenza “da remoto” per guidare insegnanti o genitori volenterosi nell’allestimento di una vasca, fornendo anche materiale didattico e iconografico in formato digitale. Purtroppo non è un kit completo per l’allestimento di una vasca ma rappresenta solo il bagaglio minimo di conoscenza necessario per iniziare. La condizione di Associazione non locale ma sparsa sull’intero territorio nazionale non consente purtroppo sinergie di questo tipo. L’auspicio è che crescendo in molte regioni si possa arrivare a dare un aiuto più tangibile.
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A.A.A. - ASSOCIAZIONE ACQUARIOFILI ABRUZZESE Nuova iniziativa degli Acquariofili abruzzesi con Aquarialand “A CASA MIA… L’ACQUARIO PIU’ BELLO” Un concorso di successo ormai alla quarta edizione Torna a farsi sentire l’Associazione Acquariofili Abruzzese, dopo una lunga pausa di riposo successiva ai festeggiamenti per il trentennale del club (fondato nel 1982!). Torna a farsi sentire proponendo la quarta edizione del concorso “A casa mia… l’acquario più bello”, aperto a tutti i possessori di acquari. La formula è semplice: i concorrenti iscrivono al concorso una o due vasche (costo di partecipazione appena 10 euro) tra quelle che gestiscono in casa. La giuria, composta dal direttivo del club (il presidente Amedeo Pardi, il vicepresidente Giuseppe Flacco, il tesoriere Lorenzo Marcucci e il consigliere Luciano Di Tizio), si recherà presso il domicilio dei concorrenti dove ognuno dei giurati valuterà i vari acquari secondo una scheda con voci predefinite. Dalla somma delle quattro schede di valutazione verrà fuori una graduatoria in base alla quale verIl direttivo AAA attualmente in carica che funge anche da giuria per il concorso: da sinistra Lorenzo Marcucci, Giuseppe Flacco, il presidente Amedeo Pardi e Luciano Di Tizio
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Una precedente premiazione, con una vasca messa anche in quella circostanza a disposizione dalla ditta Aquarialand ranno attribuiti i ricchi premi messi a disposizione da Aquarialand, sponsor unico dell’evento. Sono previste due categorie: dolce (tropicale, nostrano e salmastro) e marino (tropicale e mediterraneo). Saranno quindi stilate due diverse classifiche. Inizialmente il concorso avrebbe dovuto fermarsi a dicembre, ma la voglia di consentire una più ampia partecipazione ha indotto il direttivo AAA a prolungarne i termini: sarà possibile iscriversi sino al 15 marzo 2014. La giuria valuterà le vasche nel periodo 18 marzo-3 maggio mentre la proclamazione dei vincitori e la consegna dei premi è in calendario nel corso di un evento pubblico in calendario, in linea di massima, per domenica 25 maggio 2014. Nelle tre precedenti edizioni l’iniziativa ha avuto un notevole successo, con partecipazioni da ogni angolo della regione e con tante vasche, marine tropicali, mediterranee, dolci e salmastre di grandissima qualità sia dal punto di vista tecnico che estetico. L’Associazione Acquariofili Abruzzese si augura un riscontro altrettanto positivo per questa quarta edizione. “In ogni caso – dichiara il presidente AAA Amedeo Pardi – ringrazio per la disponibilità tutti i soci e i non soci che già hanno dato la loro adesione e ringrazio in anticipo coloro che si iscriveranno nei prossimi mesi. Un grazie particolare ai signori Luigi ed Edoardo Rossi, titolari di Aquarialand: senza il loro aiuto non avremmo potuto fare nulla. La passione con la quale gestiscono la loro ditta e danno una mano alle iniziative come la nostra va ben oltre gli interessi commerciali e denota una rara passione. Grazie infine a quei negozianti che ci hanno dato una mano pubblicizzando il concorso”. 97
A.I.K. - ASSOCIAZIONE ITALIANA KILLIFISH Ciao a tutti! Utilizziamo questo spazio per portare a conoscenza degli appassionati la descrizione di una nuova specie di killifish. Questa nuova specie di Rivulus/Lamiosemion è diffusa in una sola località conosciuta nella zona amazzonica del Venzuela (Tobogan de la Selva). È’ stata dedicata ad un caro amico scomparso l’anno scorso all’eta di 49 anni, e descritta nel volume 19(4) di aqua, International Journal of Ichthyology, da F. B. M. Vermeulen, S. Valdesalici e J. R. Garcia-Gil. Per quello che riguarda l’organizzazione del Congresso AIK 2014 stiamo decidendo date e luogo, tutti i dettagli sul prossimo numero. Un cordiale saluto, Stefano Valdesalici
Rivulus tomasi. Foto di F. Guerreiro.
L’ amico Joachim Tomas nella località tipo di of Rivulus tomasi. Foto di O. Helker.
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BETTAITALIA Un caloroso saluto ai lettori di Aquariophylia! Per prima cosa, come sempre vogliamo ricordarvi i nostri link dove potrete seguirci: Il nostro sito internet, BettaItalia.it : http://www.bettaitalia.it Il nostro forum: www.bettaitalia.it/bettaforum Il nostro canale Video su YouTube: http://www.youtube.com/BettaItaliaVideo La nostra pagina Facebook: http://www.facebook.com/BettaItalia.it Il nostro profilo Facebook: http://www.facebook.com/betta.italia La nostra e-mail: info@bettaitalia.it A Settembre in occasione anche del campionato internazionale IBC organizzato dall’ AMBI, sul nostro forum abbiamo organizzato un import dalla famosa e brava allevatrice tailandese Kipcy Betta, il prossimo import verrà organizzato a primavera. Nelle foto, alcuni degli esemplari importati dai nostri utenti dalla famosa e brava allevatrice tailandese Kipcy Betta
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Betta splendens – L’esperto risponde Anche questo mese, nell’ambito di questa piccola rubrica, vogliamo selezionare tra i tanti messaggi ricevuti uno tra i più significativi, la cui risposta crediamo possa essere di interesse per tutti gli appassionati di betta. (domanda ricevuta via e-mail) Gianni da Cagliari chiede : Salve, voglio allestire un acquario per il mio pesce combattente maschio, non ho molti soldi da spendere, e non ho molto spazio, mi consigliate le giuste dimensioni per un piccolo acquario idoneo a lui? e se voglio metterci una coppia? La risposta del nostro Esperto: Ciao Gianni, è risaputo che i Betta in natura vivono in ambienti ristretti, e respirano ossigeno atmosferico, proprio per questo sono famosi per la loro resistenza e capacità di adattamento. Spesso si crede erronea100
mente che il Betta può tranquillamente
vivere
in
piccole
bocce, a temperatura ambiente e senza coperchio, per questo nei negozi li vediamo nei bicchieri. Niente di più sbagliato, perchè è vero che il Betta ben si adatta a piccoli spazi, è vero che non dipende dall’ossigeno disciolto in acqua, ma è pur vero che: ha diritto ad avere una vita dignitosa con il giusto spazio per muoversi, i Betta che vivono in natura in piccolissime pozze sono ben diversi dai nostri Betta commerciali, che invece, anche per via delle lunghe pinne, sono più deboli e soggetti a malattie, specialmente se parliamo di Show Betta come gli Halfmoon. La regola base impone almeno 10 litri per un Betta maschio, ma dovendogli arredare un acquario dignitosamente con piante e decorazione io ti consiglio di comprare almeno un acquario da 20 litri, minimo 15 litri. Nello scegliere il giusto acquario devi tenere presente 3 cose: che ci sia il coperchio, che ci sia il riscaldatore e che ci sia il filtro. Pochi sanno invece che il Betta non vive benissimo alle nostre temperature invernali e per questo si ammala facilmente, quindi nell’acquario devi metterci il riscaldatore e impostarlo fra i 25°C e i 27°C , cosi facendo però riscalderai l’acqua e il Betta respirando aria atmosferica prenderà aria fredda esterna e può ammalarsi, per questo è importante che ci sia un coperchio. Per il resto arredalo come vuoi, naturalmente se vorrai mettere piante vere devi mettere anche un’illuminazione. Tenere una coppia di Betta in acquario invece è sconsigliato, perchè questi possono accoppiarsi e poi le uova possono fare una brutta fine, per una coppia l’acquario deve essere almeno di 30-40 litri e ben piantumato. Dal Forum: Il 15 Novembre partirà l’ultima esposizione fotografica dell’ anno sul nostro forum, si terrà dal 15 Novembre fino al 15 Dicembre, come sempre tutti gli utenti iscritti potranno partecipare iscrivendo le proprie foto sul nostro forum. Da BettaItalia.it un caloroso arrivederci al prossimo numero di Aquariophylia 101
GAS GRUPPO ACQUARIOFILI SALENTINO Il GAS ad Acquari Show Un piccolo grande evento quello svoltosi nelle giornate del 23- 24 Novembre in occasione della giornata mondiale della raccolta differenziata dove il compito della nostra associazione, assieme a negozianti ed appassionati salentini, è stato quello di mostrare le bellezze del mondo acquatico: i pesci e gli ambienti in cui essi vivono spesso ricettacolo indiscriminato di rifiuti di origine antropica. “Acquari Show”, mostra concepita e realizzata per opera Giuseppe Tarantino, socio G.A.S. e appassionato di Show Betta, si è svolta presso le sale del palazzo Baronale di Monteroni di Lecce. Il Comune della cittadina è stato anche l’Ente patrocinante di questo ed altri eventi paralleli che si sono svolti nello stesso fine settimanale. Partner del G.A.S., sono stati i negozianti amici della nostra associazione “Atlantide” di Copertino e “Animali d’Autore” di Monteroni di Lecce, i quali, con loro realizzazioni
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acquaristiche e terraristiche hanno affiancato la nostra associazione dando un importante valore aggiunto alla mostra. Dunque, una piccola mostra acquariofila ma degna di nota poiché oltre all’esposizione dei Betta Show e di Guppy organizzata da altre realtà associative, ha anche permesso agli espositori di far conoscere alcune novità del mercato come la nuova serie di acquari Askoll presentati da un altro punto vendita di Lecce. Per saperne di più sullo svolgimento della mostra vi invitiamoinvitiamo a leggereleggere l’articolo completo sul nostro sito web www.gas-online.org
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CAEB CLUB ACQUARIOLOGICO ERPETOLOGICO BARESE Dopo cinque anni dall’ultima competizione ospitata in Italia, il Campionato Mondiale di Ornitologia si terrà a Bari dal 17 al 26 gennaio: in questa splendida cornice il CAEB avrà l’onore di poter esporre alcuni acquari allestiti dai soci del club che permetteranno agli amici ornitologi di potersi immergere nell’affascinante e variopinto mondo sommerso. Durante tale manifestazione sarà distribuito il nuovo calendario degli incontri del Corso CAEB di divulgazione acquariologica, erpetologia ed entomologica che si terrà presso la Facoltà di Medicina Veterinaria dell’Università degli Studi di Bari a partire dal prossimo febbraio. Anche per questa edizione, al termine degli incontri, gli studenti che abbiano raggiunto un numero sufficiente di presenze potranno ottenere due crediti formati liberi. Vi aspettiamo numerosi…
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TEST DI BANCO
Led Dimmer RGB z 3 Canali CLICCA SUI LINK!
nico, ma evidentemente è anche un appassionato di luci e di acquari! Di cosa si tratta? Questo apparecchio può essere collegato fino a tre gruppi di led (uno per ciascun canale) e simulare luci alte e basse, intensità alte e basse, proprio come accade in alcuni momenti della giornata. Su questi concetti potremmo discutere a lungo. L’alba ed il tramonto ai tropici sono simili a quelle delle nostre aree temperate? Le radiazioni si attenuano con la stessa velocità e producono lo stesso spettro? Ovviamente no. Sappiamo bene che il tramonto ai tropici è molto rapido, mentre ai poli è estremamente lungo. Inoltre il tramonto all’equatore ci offre radiazioni rosse molto intense ed un sole enorme all’orizzonte. Dunque, un simulatore di alba e tramonto dovrebbe rispettare tempi e radiazioni dei luoghi che stiamo imitando. In effetti con questo dimmer la cosa è fattibile, essendo totalmente programmabile. La cosa però potrebbe apparire addirittura insignificante, considerando che l’effetto di alba e tramonto, pur “interessante” per pesci ed invertebrati, è certo un eccellente ausilio estetico per il nostro acquario. Secondo alcuni acquariofili,
A cura della redazione Di tanto in tanto saltano all’occhio alcune novità di rilievo e proviamo a farne un’indagine più accurata, rispetto ai nostri “soliti” suggerimenti di prova. Cosa fa di un accessorio o di un acquario una novità di rilievo? L’acquariofilia è un hobby, dunque l’importanza di un accessorio, a nostro avviso, dipende da quanto appare “divertente” nella sua innovazione. Queste sono le caratteristiche che, secondo noi, sono possedute da un prodotto amatoriale, più o meno artigianale, ma caratterizzato da grande accuratezza, superiore probabilmente a quella che potremmo attenderci da un prodotto totalmente industriale. Il suo produttore, infatti, ha un nome ed un cognome ben visibile sul sito web ove l’accessorio può essere acquistato (http://www.chirio.com/led_dimmer_rgb.htm). Si chiama Roberto Chirio ed è un tecnico elettro-
La scheda del dimmer da noi provata. Si nota in alto a destra il micro switch settato su 001 (è al contrario nella foto!), a destra il contatto per il timer, ed a sinistra le connessioni per i led ed il trasformatore. 106
Il dimmer in questo caso è stato già collegato a tre file di led di diverso colore fissate ad una basetta. Pronto per l’uso! nostri lettori: una scheda? Come si monta? Come si utilizza? Sarà una cosa da specialisti? In realtà dovremmo rammentare che non moltissimi anni fa persino i personal computer venivano venduti sotto forma di schede! Uno acquistava una bella scheda madre, ci metteva sopra un pochino di accessori elettronici e poi chiudeva il tutto in una scatola adeguata. Persino i primi Apple Computers venivano distribuiti in questo modo… almeno fin quando Steve Jobs non partorì la sua idea di un prodotto efficiente ed elegante. Ma questa è un’altra storia. Dunque un dimmer fornito sotto forma di scheda, ma facile da utilizzare. Dobbiamo innanzitutto introdurlo in una scatola di legno o di plastica. Comunque lasciare dei fori per la ventilazione è sempre meglio, se la scheda viene posizionata in verticale. Questa è un’operazione molto semplice: date le dimensioni va bene persino un contenitore di plastica da frigo, reperibile in qualsiasi supermercato. Passeremo poi ai collegamenti necessari: i due capi di un alimentatore stabiliz-
invece, avrebbe una utilità assoluta: come si può pensare di accendere le lampade all’improvviso ad una coppia di pesci pagliaccio, o di spegnerle repentinamente ad una coppia di discus che cura le uova? Qualunque sia la nostra posizione, si tratta senza dubbio di un magnifico giocattolo che potrà rendere il nostro acquario non solo più naturale, ma anche molto più elegante (pensate allo sguardo di stupore degli ospiti mentre le luci si accendono o si spengono!). Il dimmer viene venduto sotto forma di scheda elettronica (molto ben realizzata, a nostro parere) che può essere utilizzata con estrema semplicità. Questo primo elemento potrà far inorridire tanti
FIGURA 3. Lo schema dei collegamenti elettrici (estratto dal sito del produttore, come riportato in basso a sinistra)
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Alba e tramonto non sono uguali in ogni parte del mondo. Ai tropici possono durare meno che nel Mediterraneo. Per questo lo strumento in questione ha due diversi livelli di programmazione; la prima mediante micro-switch, la seconda mediante collegamento al computer zato da 12 volts ai lati della basetta che collega i led (a destra, nella figura 3), un timer (220 volts) con i due poli nella basetta a sinistra in figura 3. Tutto qua! Per un uso normale, senza programmazione, basta questo. Quando il timer si accenderà, la scheda sentirà la tensione ed inizierà il programma di alba, aumentando prima le radiazioni ad elevata lunghezza d’onda, poi le altre, ecc. Quando il timer, a sera, spegnerà le luci, la scheda sentirà l’assenza di tensione ed inizierà il programma tramonto, dosando bene le radiazioni più corte sino a spegnere completamente le luci. Sarà come avere il sole in casa. Ad onor del vero, il sistema può fare anche altre cose, secondo la posizione che vorremo far assumere ad un piccolo micro-switch presente sulla scheda (in basso a sinistra nella figura 3). Per manovrarlo occorrerà spegnere innanzitutto il sistema (togliere la corrente, brutalmente). Poi con un oggetto appuntito potremo spostare in alto (on) o in basso (off) i tre minuscoli interruttori, considerando che la posizione in alto (on) significa 1, mentre quella in basso indica “0”. In questo modo possiamo avere, ovviamente, una serie discreta di numeri: 000, 001, 010, 011… sino ad 111. Tutte le funzioni sono spiegate bene nelle istruzioni disponibili anche in rete (http://www.chirio.com/led_dimmer_rgb.htm) ma vogliamo qui anticipare che la posizione 000 corrisponde alla funzione test: il sistema simula un’alba ed un tramonto in sequenza veloce. Ogni volta che daremo un altro segnale elettrico sulla basetta del timer (basta anche un solo attimo di tensione elettrica) il sistema riparte con il programma. Le posizioni da 001 ad 111 corrispondono ad albe e tramonti di varia durata, da 10 a 70 minuti. A questo punto non avrete che da consultare
un calendario almanacco solare (reperibile anche in rete) e potrete offrire ai vostri pesci un’alba identica a quella che potrebbero vedere se fossero ancora nel loro ambiente originale (con una tolleranza di 10 minuti, naturalmente). Questo dimmer è dotato inoltre di ingresso USB che permette una programmazione mediante programma ARDUINO e questo apre infinite possibilità per l’utilizzatore. Come si fa? Qui entriamo in un campo molto più complesso, ma si sappia che il produttore è disponibile a programmare lo strumento secondo le specifiche fornite dall’acquirente. Basta richiedere al momento dell’acquisto di modificare la quantità di luce blu, bianca o rossa, oppure, ad esempio, di lasciare accesi i led blu durante la notte per creare un effetto lunare. Potete richiedere qualsiasi modifica di programma, presumibilmente a costo zero, prima della spedizione (ma contattate il produttore in caso: non vogliamo divulgare notizie false!). Potrete poi collegare allo stesso timer una o più file di led (reperibili anche nello stesso sito web) e vi sarete autocostruiti una plafoniera led del valore commerciale molto elevato. Quanto vi costerà il tutto? Il dimmer di cui stiamo parlando costa 90 euro (spedito senza spese postali, solo per i lettori di Aquariophylia, N.d.R.). Possiamo 108
Il nostro personale regalo di Natale: offerta speciale riservata ai lettori All’ultimo momento il produttore di questa scheda, saputo che stavamo per uscire con un test di banco sul suo prodotto, ci informa che, eccezionalmente, potrà destinare un’offerta speciale ai lettori di aquariophylia. Se nella vostra richiesta specificherete che siete lettori di questa rivista, vi verrà offerta la scheda al solo costo “nudo” riportato nel sito, senza tener conto delle spese postali per l’invio. Ringraziamo naturalmente per questa gentile concessione e vi invitiamo ad approfittarne. Poiché l’offerta ci giunge in extremis mentre siamo in procinto di pubblicare questo numero e non volendo divulgare notizie errate, vi preghiamo comunque di chiedere maggiori dettagli al produttore stesso, eventualmente mediante e-mail.
affermarlo con certezza, perché è quanto dichiarato sul sito web. Un kit da 12 led (36 watt) comprensivo di trasformatore costa sullo stesso sito 92 euro. Quindi con 180 euro potremo realizzare in casa una plafoniera di quelle che producono reazioni di ammirato stupore in qualsiasi acquariofilo, spesso non alla portata di tutti. In alternativa, potremo acquistare delle strisce led presso un supermercato (spesso ad un prezzo di pochi euro), un trasformatore di led dal cinese di turno (lo si trova anche in un cassetto, in casa, molto spesso) e potremo così realizzare un sistema comunque molto avanzato ed efficiente ad un costo di un centinaio di euro (certo i led non avranno la stessa qualità rispetto a quelli poco sopra citati ma… non si può pretendere di avere la botte piena e la moglie ubriaca!). Per chi vuole spendere meno sono disponibili anche i led strip nei vari colori, forse più facili da montare, sempre su una piastra-dissipatore di alluminio; è importante tenere in conto che a pari potenza fanno meno luce dei Power Led, ma hanno il grande vantaggio di essere isolati a norma IP65 e quindi al riparo degli spruzzi. In definitiva, questi kit mettono a disposizione di tutti i sistemi led di ultima generazione, permettendo peraltro di programmarne il funzionamen-
to, aprendo le porte della fantasia sulle utilizzazioni più svariate, ad un prezzo assolutamente accessibile. Vogliamo solo consigliare di isolare perfettamente tutte le parti e, se non disponete di led già inclusi in plastica, interporre una lastra di vetro tra le luci ed i vapori d’acqua. Queste operazioni richiedono una certa manualità: se non l’avete, meglio rivolgersi ad esperti qualificati. Nel complesso, comunque, siamo rimasti più che soddisfatti, divertiti, da questo gioiellino dell’elettronica. Maneggiarlo è come avere tra le dita un piccolo miracolo di automazione, di quelli che mai avremmo immaginato di aver potuto acquistare, avendo speso una cifra paragonabile a quella di una radiolina stereo. Che meraviglia! Se volete farvi un bel regalo natalizio pensateci seriamente: il periodo è quello giusto e durante le ferie troverete certo i venti minuti liberi necessari per effettuare tutti i collegamenti e metterlo in funzione sul vostro acquario. Avete ancora dei dubbi? Consigliamo comunque di cliccare sui link presenti e visitare il suo sito web http://www.chirio.com/prodotti.htm, ove troverete numerosi altri prodotti amatoriali che potrebbero stimolare le vostre fantasie natalizie, dai led singoli ai contatori Geiger! 109
111
INFO: http://www.aqua-medic.de/index.php?r=catalog/product&cid=38&id=125
e novitĂ
RECENSIONI
CATEGORIA accessori
z Aqua Medic Aquabreed 1000: un fiume di Artemia
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112
L’Artemia salina è un organismo largamente utilizzato in acquacoltura per l’allevamento di numerose specie di pesci, crostacei e molluschi. È fondamentale, per chiunque voglia cimentarsi nella riproduzione di pesci e invertebrati marini, l’utilizzo di strumenti atti all’ottimizzazione della schiusa di A.salina, al recupero e alla
semplice, economico, utilizzabile anche all’interno dell’acquario
somministrazione dei naupli. Tali organismi possono anche essere utilizzati per l’alimentazione di pesci particolarmente “difficili”, come cavalucci marini e pesci ago, che normalmente avrebbero vita breve nei nostri acquari.
può essere utilizzato soltanto con cisti decapsulate
L’AquaMedic ha in commercio un particolare schiuditoio per Artemia, l’Aquabreed 1000, che consente la schiusa e la coltivazione delle stesse con relativa facilità. Si presenta come un accessorio dalla forma pressappoco cilindrica, con fondo conico, provvisto di entrata per l’aerazione e per la raccolta del mezzo di coltura. Presenta inoltre, lateralmente, un sistema di aggancio alla vasca che ne permette l’allevamento sia esterno sia interno al nostro acquario. Lo schiuditoio necessita di una temperatura stabile superiore
Data la conformazione del reattore, consiglia-
ai 25 °C (l’esatta temperatura ottimale di schiu-
mo vivamente l’utilizzo di cisti decapsulate: le
sa dipende dalla specie di Artemia allevata),
cisti decapsulate sono esse stesse edibili per i
per tal motivo consigliamo vivamente il mon-
nostri pesci e possono essere direttamente
taggio del reattore internamente all’acquario.
dosate in vasca senza che vi sia la necessità di
La capienza è di circa un litro(80mm di diame-
separare i naupli dalle cisti stesse.
tro per una lunghezza di circa 45 centimetri),
È possibile trovare online numerose guide alla
sufficiente per una normale coltura casalinga di
decapsulazione casalinga delle cisti tramite l’u-
Artemia.
tilizzo di idrossido e ipoclorito di sodio. 113
INFO: http://www.acquaefiltri.net/web/negozio/osmosi-inversa/membraneosmosi/557-riduttore-di-flusso-con-valvola-di-lavaggio-incorporata-75gdp?keyword=lavaggio
e novità
RECENSIONI
CATEGORIA accessori
Aqua1 Riduttore di flusso: impianto
114
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d’osmosi sempre brillante
L’impianto di osmosi è un accessorio fondamentale per l’acquariofilia italiana: in molte località infatti l’acqua della rete idrica è semplicemente inadatta per il nostro hobby: elevate quantità di carbonati, cloro, metalli pesanti la rendono utilizzabile unicamente per l’allevamento di una stretta costo contenuto, efficace, semplicissimo da usare, ridotto ingombro
cerchia di organismi (ad esempio Poecilidi). L’acquisto di un impianto d’osmosi, o dell’acqua direttamente dal nostro negoziante di fiducia, rappresenta quindi una necessità più che una scelta. Avere un impianto di osmosi inversa in casa è sicuramente comodo: il trasporto di grandi quantità d’acqua è difatti una vera seccatura! E
completamente manuale
l’acquisto di acqua osmotica in negozio è decisamente antieconomico. Esistono in commercio molti impianti performanti e di buona qualità, ma quasi nessuno di questi prevede un sistema di pulizia dell’impianto stesso: sulla membrana osmotica tendono a formarsi elevate quantità di impurità e film batterici che vanno a limitare l’attività della membrana stessa, ostruendola e/o danneggiandola. L’utilizzo di un sistema di “lavaggio” della membrana è quindi utile al fine di ottimizzare il funzio-
L’utilizzo è semplice, banale ed efficace: una o
namento e la vita del nostro impianto, andando
più volta al mese, in base anche all’utilizzo che si
di fatto a “dilavare” i residui grazie alla pressione
fa dell’impianto, basta ruotare di 90° in senso
stessa dell’acqua.
orario la leva della valvola e questa ridirezionerà il
Aqua1 ha messo in commercio un efficace e
flusso d’acqua ripulendo la nostra preziosa
semplicissimo sistema manuale di dilavaggio
membrana di osmosi inversa.
integrato all’interno di un riduttore di flusso che
Il costo estremamente contenuto e l’elevata
va applicato alla linea dell’acqua di “scarto” del
importanza di tale accessorio ne fanno un ogget-
nosto impianto ad osmosi.
to indispensabile per l’acquariofilo evoluto. 115
sale marino
INFO: http://www.seachem.it/-seachem-vitro/Products/salinity.html
e novitĂ
RECENSIONI
CATEGORIA
Aquavitro Salinity:
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bianchissimo, purissimo, bilanciatissimo 116
L’utilizzo di acqua marina naturale per i nostri acquari di barriera non è sempre possibile e di certo non consigliabile al grande pubblico di appassionati. La sceltà più ovvia è quindi l’utilizzo di sali marini artificiali, sviluppati proprio per questo scopo. elevata qualità, composizione costante, ricco di oligoelementi
La maggior parte dei sali marini in commercio presenta un certo grado di idratazione, cioè ogni molecola di sale è circondata da una certa quantità, non sempre calcolabile e costante, di molecole d’acqua. Ciò comporta una variabilità nella quantità di sale necessaria per raggiungere la
solo formati “generosi”, poco pratici per piccoli acquari
salinità, e quindi la densità, desiderata. L’Aquavitro salinity è un sale del tutto diverso: è sviluppato miscelando sali anidri (privi d’acqua, assicurano un’idratazione inferiore dello 0.5%). Ciò conferisce a questo sale un’elevatissima stabilità nella composizione e nel bilanciamento di tutti gli ioni presenti. In più, è un sale maggiormente concentrato, cioè è necessaria una quantità minore di sale per raggiungere la salinità desiderata. Questa tecnologia ha permesso ai laboratori Seachem di sviluppare un sale quanto
ti come cobalto, ferro, manganese, molibdeno,
più possibile simile, come formulazione, alla
rame, rubidio, nonchè di altri ioni importanti
composizione dell’acqua marina naturale.
come potassio, stronzio e iodio, il tutto a tutto
Reputiamo normalmente consigliabile l’utilizzo di
vantaggio della salute e delle colorazioni degli
acqua osmotica per la preparazione di acqua
animali allevati. Tutta questa tecnologia ha però
marina sintetica; in questo caso, il bilancio tra le
un costo: il Salinity è un sale di fascia alta, che va
concentrazioni di ioni carbonato, magnesio e
in concorrenza con i migliori sali attualmente sul
calcio, rendono tale scelta una necessità, pena
mercato. Il prezzo d’acquisto è però parzialmen-
la perdita del tanto ricercato equilibrio naturale
te ripagato dalla minore necessità di integrazioni
tra gli ioni. È un sale inoltre ricco di oligoelemen-
e dalla buona riposta degli animali allevati. 117
INFO:http://translate.google.com/translate?client=tmpg&hl=en&langpair=nl|it&u=http%3A//www.naturalaquatic.com/
e novitĂ
RECENSIONI
CATEGORIA attivatore batterico
NaturalAquatic Biota, attivatore caldo
118
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Quello di garantire al laghetto in giardino una ottimale presenza batterica, soprattutto nella fase di allestimento e, in quelle che seguono, interventi di manutenzione “importanti” o cambi d’acqua particolarmente sostanziosi, è sempre stato un problema. Gli attivatori batterici liquidi da tempo in
commercio
sono
una
semplicità e praticità d’uso. Efficacia
soluzione.
NaturalAquatic, azienda specializzata nei prodotti per laghetti da giardino, stagni e quant’altro si possa assimilare a questo affasciante settore, si propone tuttavia di fare di più e meglio. La rispo-
mancano al momento le istruzioni in italiano
sta più moderna ed efficace è Biota, un attivatore
batterico
semplice
e
funzionale
che
NaturalAquatic pone tra i gioielli della sua produzione. Si tratta di un attivatore del tutto originale nel quale la carica batterica è ottimizzata grazie al calore. Sul piano pratico si tratta di un congegno dal design elegante, che si può tranquillamente lasciare a vista: l’aspetto ricorda quello di un piccolo elettrodomestico da cucina. La macchina va collegata alla rete di distribuzione elettri-
duttore. Unico neo la mancanza di istruzioni in
ca, si versa la dose di batteri, si aggiunge acqua,
italiano, cui non sopperisce la traduzione auto-
si accende e, grazie al calore emesso, i batteri
matica alla quale si può fare ricorso visitando il
vengono attivati e possono essere versati diret-
sito dell’azienda. Prima del lancio sul mercato del
tamente nella vasca, subito “al lavoro” per garan-
Bel Paese converrà consultare un traduttore che
tire acqua limpida e pesci sani. Stiamo provando
abbia conoscenze nel settore acquariofilo. Un
già da qualche mese il prodotto e confermiamo
piccolo impegno per un prodotto che potrà facil-
la semplicità d’uso e l’efficacia promessi dal pro-
mente incontrare i favori del pubblico. 119
alimenti e integratori
INFO: http://www.seachem.it/-seachem-vitro/Products/fuel.html
e novitĂ
RECENSIONI
CATEGORIA
Seachem Aquavitro Fuel: per un acquario a dodici valvole 120
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In commercio vi sono numerosi prodotti destinati all’alimentazione di coralli duri e molli. Alcuni prodotti consistono in piccolissime polveri, da reidratare, che stimolano l’attività predatoria dei coralli in acquario e simulano più o meno bene lo zooplancton in mare. È possibile osservare in in forma disciolta, ricco di vitamine e molto nutriente
acquario la capacità di tali organismi di catturare, con i propri tentacoli, le piccole particelle sospese in acqua e di digerirle nella propria cavità gastrovascolare detta “Celenteron”. I coralli dei nostri acquari possono però assorbire sostanze nutritive dall’acqua anche tramite il pro-
non sovra dosare al fine di evitare l’accumulo di “nutrienti”
prio muco: in questo caso, i coralli assorbono sostanze in forma disciolta e quindi invisibile all’occhio umano. Tali sostanze, principalmente zuccheri, vitamine e amminoacidi, sono di fatto “catturati” dal muco che ricopre i tessuti “esterni” del corallo e penetrano velocemente nell’organismo. La Seachem ha scelto questa strada per la progettazione e produzione del proprio alimento per coralli: il Fuel, della linea Aquavitro, è una miscela di zuccheri, acidi grassi, elementi in traccia, amminoacidi e vitamine nonché acido ascorbico, velocemente assimilabili dal corallo e
le parti con elevato valore nutrizionale.
dall’elevato valore nutrizionale. Tali elementi ser-
Consigliamo la somministrazione del Fuel a luci
vono infatti a completare il fabbisogno degli
spente, al fine di non ossidare le numerose tipo-
organismi da noi ospitati dando loro quelle
logie di vitamine. Il dosaggio del prodotto deve
sostanze che non riescono a produrre autono-
essere molto graduale a partire da dosi dimezza-
mamente. Il Fuel, inoltre, contiene estratti della
te rispetto a quanto consigliato (7 ml in 110 litri
microalga Chlorella: tramite processi industriali è
ogni 3 giorni). Sovradosare il prodotto può por-
stato infatti possibile eliminare tutte le porzioni
tare ad un innalzamento delle concentrazioni di
difficilmente digeribili dell’alga estraendone solo
composti azotati e ioni fosfato. 121
INFO: http://www.crocispa.it/FLIPBOOK/CROCI/Corporate/Corporate_Aquaristik/HTML/index.html#68
e novità
RECENSIONI
CATEGORIA acquari completi
Croci Wave Box Cube 30:
122
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partenza, pronti, via!
L’allestimento di un nuovo acquario richiede sempre, ovviamente, un certo costo. Gli acquariofili più esperti spesso riciclano materiale proveniente da vecchi allestimenti e difficilmente buttano via acquari e/o attrezzature provenienti dai propri vecchi acquari. La propria attrezzatura è stata infatti, negli anni, scelta con cura, con fatica e con qualche sacrificio e siamo portati a riciclarla ogni qual volta ciò sia possibile. I nuovi acquariofili però, coloro che si avvicinano per la prima volta a tale mondo, devono acquistare tutto, e dico proprio tutto, l’occorrente per poter avviare e gestire un acquario. Spesso tale spesa può far desistere i neofiti sia perché poco motivati sia perché semplicemente il proprio budget non raggiunge tali cifre. Proprio per questo motivo si sono affermati sul mercato dei piccoli acquari ove poter allevare piccoli gamberetti e, a volte, pesci. Sono i classici “caridinai” ove le varie specie di Neocaridina la fanno da padrone. Abbiamo allestito da poco un piccolo acquario per un neofita e ci siamo trovati anche noi a dover scegliere la miglior offerta sul mercato. La nostra scelta è ricaduta su un acquario che oramai è sul mercato da diversi anni: il wave box cube 30. Il nostro negozio di fiducia ha fatto una proposta che “non si può rifiutare” [cit]: acquario 30x30x30 centimetri, lampada Cosmos di nuova generazione e filtro a zaino Niagara, il tutto per soli 50 euro, una spesa più che accettabile per qualsiasi neofita. Abbiamo, in pratica, aggiunto unicamente un po’ di sabbia e un tronco e abbiamo avviato la normale maturazione dell’acquario. L’acquario vero e proprio è un cubetto in vetro temprato, molto resistente, a vetro frontale e laterale unico, la cui caratteristica è di avere gli angoli arrotondati: ciò dona una grande luminosità all’acquario ma , di contro, costringe all’acquisto di specifici magneti non sempre facili da trovare sul mercato. Le caratteristiche del vetro lo rendono però molto adatto a chi inizia, essendo molto più resistente di un normale vetro ad urti e danneggiamenti. Il filtro è un normalissimo filtro a cascata con spugna a grana media e un lamina a polveri di carbone: ha una ridotta capacità di filtrazione biologica e una media capacità di filtrazione chimica e fisica. Per tale acquario però, considera-
adatto ad un modesto caridinaio
sistema di illuminazione insufficiente per la maggior parte delle piante
to il carico organico modesto, tale filtro non ci pare affatto sottodimensionato. In più in tale filtro, definito “a zaino”, l’acqua rientra in vasca tramite un pattino che forma una vera e propria piccola cascata che permette di innalzare il tasso di ossigeno disciolto in acquario e assicura un movimento delicato ed efficace. La lampadina è forse ciò che ci piace di meno: un po’ complicata la sostituzione, nel tempo, delle lampadine esaurite e un po’ piccola per piante che richiedono una luce media o medioalta. Con questa configurazione è possibile allevare soltanto muschi e le piante meno esigenti come Anubias e Cryptocoryne. A maturazione terminata inseriremo una seconda lampada per una migliore copertura del piccolo acquario. 123
Le interviste di Aquariophylia
Il medico delle carpe di Rita Colognola Durante il Koi show 2014, manifestazione
domestici più abituali, quali cani, gatti ecc., ci
che si tiene ogni agosto ad Arcen, in Olanda,
si può rivolgere a questa clinica per il tratta-
abbiamo avuto l’occasionde di intervistare il
mento specializzato delle carpe. Chiediamo
Dr. Rob Heijmans, veterinario presso la clini-
maggiori informazioni all’esperto riguardo a
ca Landhorst. Oltre al trattamento di animali
questa specializzazione affascinante.
124
alcuni dei prodotti presentati nallo stand della clinica veterinaria Landhorst
125
Lo stand della clinica veterinaria al Koishow di Arcen
È una specializzazione universitaria della
Lavorate solamente con carpe o anche con
facoltà di veterinaria? In Belgio o in Olanda?
pesci d’acquario o altri animali?
In Olanda
Nella nostra clinica trattiamo anche piccoli animali domestici (come cani, gatti, conigli, roditori, rettili, uccelli, pesci) e cavalli.
Ci sono molti veterinari con questa specializzazione? Tre in Olanda, due dei quali presso la nostra
I prodotti che presentate qui nel vostro stand
clinica, e cinque o sei in Belgio In Germania
possono essere ordinati anche online?
sono più numerosi. Abbiamo anche clienti in
Sì,
Italia.
Fishpharma.nl.com o telefonicamente alla
si
possono
ordinare
tramite
clinica e vengono inviati per posta. Oltre Vengono studenti stranieri, per esempio per
all’olandese i nostri assistenti parlano inglese
fare pratica?
e tedesco e qualcuno anche francese.
Fino ad ora dall’ estero abbiamo avuto un solo studente, ma abbiamo regolarmente
Cosa suggerisce ai giovani che vogliono
studenti olandesi nei diversi reparti
intraprendere questa carriera? Innanzi tutto devono avere ambizione, devo-
Quindi anche studenti italiani potrebbero
no volere; bisogna essere pronti a investire
venire da voi
molto tempo nella ricerca per poter padro-
Si, se vogliono possono rivolgersi a noi
neggiare adeguatamente la materia e sapere 126
tive agli organi interni, come malattie del fegato e dei reni, nel valutarne la gravità e decidere il trattamento adatto. I metodi diagnostici comprendono analisi del sangue e dell’urina e biopsie. Questo ci permette di analizzare la situazione e ci permette ogni volta di fare un piccolo passo avanti. Quali sono le malattie che più comunemente vi trovate a trattare? Quelle dovute a cattiva gestione dell’acqua, tanto in laghetto che in acquario. Problemi parassitari, generalmete conseguenza della cattiva qualità dell’acqua. Infezioni batteriche, micosi e, più raramente, infezioni virali. Naturalmente anche particolari categorie di tumori, avvelenamenti dovuti a sostanze tossiche presenti in acqua, scarsa ossigenazione. Meno frequenti le manifestazioni dovute a sovrapopolazione, scarso ricambio dell’acqua o troppo cibo. Si tratta sempre di malattie che si sviluppano in acqua. Grazie per averci concesso questa intervista
come comportarsi. E se non si è in grado di farlo, bisogna investire ancora più tempo nella ricerca. Credo che sia soprattutto questo a distinguersi.
Per chi fossse interessato a mettersi in
Se si presenta un problema e non riusciamo
contatto con la clinica, per trattamenti
a risolverlo, possiamo accordarci con il clien-
specializzati o acquisti di prodotti e per
te, per esempio se il pesce muore, per poter
studenti della facoltà di veterinaria inte-
condurre un autopsia e condurre uno studio
ressati a questa specializzazione: http://www.dierenklinieklandhorst.nl/
accurato, in modo da ottenere maggiori informazioni.
z
Vediamo come in questo modo nel corso degli anni i decessi sono notevolmente dimi-
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nuiti, soprattutto quelli causati da problemi degli organi interni nei pesci, quali infezioni della vescica, alcuni tumori ecc. Questi pos-
Grote baan 9
sono essere trattati chirurgicamente con
5445 PA Landhorst - Nederland
facilità e con successo. Siamo costantemen-
tel. +31-492-351140
te impegnati nello studio delle patologie rela127
Un tuffo, una foto a cura di Marco Gargiulo Continuiamo con la nuova rubrica che ci auguriamo apprezzerete. Un campione di fotografia subacquea ci racconta ogni mese, in modo sintetico, una sua esperienza inebriante. Lo fa con poche parole e con un bello scatto perché… una foto vale più di mille parole. Ci conduce così nelle profondità sottomarine che tanto spesso proviamo a riprodurre nei nostri acquari domestici. Potremo così ottenere spunti interessanti per i nostri layout marini ma anche prendere parte, virtualmente, a piccole avventure costiere. Il piatto forte resta la foto, prezioso omaggio di colui che sa farci sognare con un semplice… click!
128
Dopo il pomeriggio trascorso con gli amici romani del circolo MARE DENTRO a parlare di nozioni tecniche basilari di fotografia subacquea, oggi usciamo in mare per la prima giornata pratica del Workshop di Fotografia Subacquea. Alle ore 13:00 ripartiamo per il secondo tuffo della giornata, con direzione Baia di Puolo, ed in particolare la Punta Lauro. Questa volta ho montato il 105 micro con il teleconverter 1.4x ma, nel montaggio, si è spostato inavvertitamente il selettore autofocus su “limit” e non mi resta che fotografare con l’escursione limitata. Quasi subito incontro una piccola aragosta, poi qualche nudibranco, infine, attratto da un insolito addensamento di pesci intenti a mangiare sul fondo nei pressi della scaletta del Karama Beach, mi imbatto in alcuni corpi “estranei” …pasta e fagioli con le cozze, gettati in quantità industriale sul fondo dal sovrastante stabilimento balneare! Rientrati a terra, dopo una spettacolare insalata di pomodori e mozzarella, ci mettiamo a lavoro fino a sera, per controllare il lavoro svolto durante le due immersioni, quando saluto tutti e dopo aver mostrato uno slideshow, rientro a casa per la cena con la mia famiglia.
Una scheda relativa alla specie ritratta (Chromis chromis) è stata pubblicata nel n. 3 del 2012 di Aquariophylia, pagine 46-47.
129
Pesci fuor d’acqua? Acquariologia oggi di Rita Colognola - terza parte Continuiamo il discorso iniziato sul numero di settembre, prendendo in considerazione, nell’ambito dell’evoluzione degli acquari…
Selezione
Un aspetto affascinante della selezione è che
Una tendenza che non si può certo definire
chiunque, con un po’ di esperienza e con
moderna, ma che è certamente in continua cre-
pazienza sufficiente, può cimentarsi nell’impresa
scita, è quella della selezione di nuove varietà
e tentare di ottenere la ‘sua’ varietà, magari di
animali, nella costante ricerca di forme e colori
una sfumatura di colore appena differente da
sempre diversi e attraenti.
quelle usuali o con la coda dalla forma legger-
La creazione di nuove forme ha portato, anche in
mente diversa. Forse differenze non sufficienti a
questo caso, a un fiorire di gare a livello naziona-
fare accettare una nuova varietà, ma certamente
le e internazionale e alla conseguente codifica-
un impegno stimolante e appassionante.
zione dei criteri in base ai quali i concorrenti
Il rovescio della medaglia è però rappresentato
devono essere giudicati.
da una domanda: dove bisogna fermarsi? Esiste
Esempi classici a questo riguardo sono i discus e
un’etica di comportamento nei confronti degli
i Betta splendens, per i quali esistono ormai
animali che alleviamo e curiamo e, se è vero che
numerose varietà che si differenziano per il colore,
si tratta pur sempre di un hobby e che quindi
l’aspetto generale, la forma e le dimensioni delle
dobbiamo ricavarne piacere, non bisogna mai
pinne e della coda. Man mano che gli esperimen-
perdere di vista il fatto che abbiamo a che fare
ti continuano e nuove varietà vengono seleziona-
con esseri viventi, le cui esigenze non devono
te, anche i criteri di giudizio devono adeguarsi,
essere mai dimenticate e il cui benessere non
introducendo i nuovi arrivati tra le forme ammesse
deve mai passare in secondo piano.
in gara e adattando i parametri di giudizio.
Se selezionare un betta o un pesce rosso di un 130
1 In queste pagine: Pesci rossi (1), Betta (2 - 3) e Discus (4 - 5) sono tra le specie predilette dagli appassionati per la selezione di nuove varietà.
colore più intenso o più pallido dell’usuale, non
una vita felice, ma solo che hanno la possibilità di
ha nessuna conseguenza per la sopravvivenza e
sopravvivere nonostante le malformazioni estre-
il benessere dell’animale in acquario, uno svilup-
me.
po esagerato per forma o dimensioni, ad esem-
I limiti dovrebbero essere nel buon senso: non si
pio della coda e delle pinne, può avere conse-
ha il diritto di mantenere varietà con caratteristi-
guenze serissime sulla salute e la speranza di
che che palesemente rendono il movimento o la
vita dei soggetti con queste caratteristiche.
riproduzione o altre attività vitali, difficoltose per
Code e pinne eccessive possono ostacolare il
gli individui portatori di una certa caratteristica
nuoto e trasformare i soggetti in individui dal
morfologica.
movimento pesante e difficoltoso. Se questo non
Con questo limite, tutto è possibile. E già così di
porta alla morte di questi esemplari nelle condi-
spazio ne rimane tantissimo.
zioni artificiali di un acquario, dove può essere evitata la competizione con esemplari più agili e
Conservazione
controllata la sufficiente assunzione di cibo, que-
Parlando di cambiamento di atteggiamento del-
sto non vuol dire che questi pesci conducano
l’acquariofilo, uno degli argomenti che non veni131
2
3 132
vano certo presi in considerazione nell’800 e che
quello che dovrebbe fare, chi decide di prendere
ha cominciato a imporsi alla nostra attenzione, è
in casa qualunque altro animale domestico.
quello della conservazione delle specie.
È inoltre, anche in questo caso, una questione di
Da questo punto di vista, ci si trova di fronte a
semplice buon senso: non è necessario nessuno
due problemi diversi, che vengono affrontati
studio approfondito per rendersi conto che i
spesso con atteggiamenti contrastanti e, a volte,
pesci rossi e le tartarughine venduti come porta-
estremi in entrambi i casi.
chiavi (a quanto pare l’ultima moda in Cina), pos-
Da una parte quelli che accusano gli acquariofi-
sono essere classificati senza esitazione come
li di tenere prigionieri poveri esseri innocenti
un fenomeno di stupida crudeltà, originata non
strappati ai loro ambienti naturali e dall’altra quelli
solo dall’ignoranza, ma soprattutto dalla profon-
che son convinti che se un animale non muore
da indifferenza per la sorte di questi animali,
immediatamente, vuol dire che sta bene e non
destinati a morire in brevissimo tempo. Anche se
ha bisogno di nulla di più.
utilizzati solo per il trasporto fino a casa, questi
Da una parte i conservazionisti a tutti i costi che
portachiavi sono tutt’altro che idonei.
non vorrebbero vedere nessun animale sottratto
Ben diversa la sorte di pesci ospitati in vasche di
al suo ambiente naturale (anche quando questo
dimensioni adeguate, dotate di un efficiente
non esiste più o le varietà di allevamento sono
sistema di filtraggio, con acqua adatta alle loro
ormai così lontane da quelle parentali, che non
esigenze e ben ossigenata e nutriti tenendo
avrebbero nessuna speranza di sopravvivere in
conto delle loro abitudini alimentari. Le frequenti
‘natura’), dall’altra quelli che negano risoluta-
riproduzioni e i lunghi anni di vita (variabili ovvia-
mente che possa esistere un problema etico
mente a seconda delle specie considerate) che i
reale nel procurarsi esemplari di specie che
pesci raggiungono in queste condizioni, bastano
diventano sempre più rare.
a esprimere il loro benessere. Inoltre, anche se
Come spesso accade, a mio parere, il giusto è
questo può far ridere chi non ha mai avuto un
nel mezzo.
acquario, i pesci hanno un’espressione o,
Per quanto riguarda il primo aspetto, gli organi-
meglio, un modo di esprimersi: non certo utiliz-
smi tenuti in acquario non sono dei poveri prigio-
zando la mimica facciale, ma una pinna triste-
nieri che soffrono per mancanza di libertà: pos-
mente afflosciata, un nuoto incerto, l’inappeten-
sono diventarlo se l’acquariofilo è poco, o affat-
za, cento altri piccoli indizi, sono chiari quanto
to informato e gli animali vengono quindi tenuti in
una frase ben articolata, per chi abbia l’interesse
condizioni non adatte. È una questione pura e
e la pazienza di interpretarli.
semplice d’informazione ed è necessario fare
C’è anche chi fa una professione della cura dei
qualunque sforzo perché, chi decide di allestire
pesci “domestici”, o almeno di alcuni di loro:
un acquario in casa, lo faccia a ragion veduta,
all’annuale Koi show di Arcen (Olanda), è di soli-
senza dover imparare sulla pelle dei suoi ospiti
to presente un veterinario olandese specializzato
acquatici. Del resto, non è niente di diverso da
in carpe (vedere anche intervista in questo stes133
134
4 135
so numero di Aquariophylia). Tra i trattamenti
base alla valutazione del rischio di estinzione e
offerti, ecografie, raffinati sistemi diagnostici,
suddivise in nove categorie, ciascuna contraddi-
operazioni ecc. Aspiranti ittio-veterinari fatevi
stinta da una sigla, che ne fissano il maggiore o
avanti!
minore rischio. L’evolvere della situazione
Il secondo problema presenta aspetti più com-
ambientale può far cambiare la sigla attribuita a
plessi.
ogni singola specie, in base al miglioramento o al
Molte specie, per cause diverse quali lo sfrutta-
peggioramento delle condizioni.
mento eccessivo, l’inquinamento, la riduzione
Il grosso limite è che non tutte le specie effettiva-
degli habitat naturali, sono in rapido declino e il
mente a rischio sono inserite nelle liste suddette,
raccogliere indiscriminatamente esemplari da
ma è comunque una buona base di partenza e,
popolazioni già in equilibrio precario, può signifi-
se si vogliono importare specie esotiche o racco-
care comprometterne definitivamente la speranza
gliere specie in natura, è assolutamente neces-
di sopravvivenza. Si è quindi resa necessaria una
sario controllarne la reale situazione.
regolamentazione a livello internazionale, per limi-
Per quantificare il problema è interessante esa-
tare e regolare la cattura e l’esportazione di
minare i dati riportati da Brunner nel già citato
esemplari appartenenti a specie a rischio di estin-
The Ocean at home (edizione del 2011): sulla
zione. È stato quindi raggiunto un accordo inter-
base di uno studio delle NU pubblicato nel 2003,
nazionale e compilata una normativa CITES
si stima che circa venti milioni di pesci tropicali e
(Convention on International Trade in Endangeres
fino a dodici milioni di coralli, vengano catturati
Species of Wild Fauna and Flora) che, attualmen-
ogni anno per il commercio in Europa e negli
te applicata da oltre 130 Stati, è in vigore in Italia
USA, comprendendo circa 1500 specie di pesci,
dal 1980 (http://www.cites.org/eng/app/).
140 di coralli e oltre 500 di invertebrati. Brunner
“Dal punto di vista pratico, la CITES è strutturata
asserisce, inoltre, che “The catching of colorful,
in tre appendici, nella prima delle quali sono
tropical saltwater fish is a lucrative business. In
elencate le specie più minacciate e quindi sotto-
fact, animals for aquariums are ‘the highest
poste a regime di controllo più severo. Salendo
value-added product that can be harvested from
nella numerazione si trovano via via animali e
a coral reef’. This can be seen in a very revealing
piante che sono meno a rischio di quelle che tro-
comparison: in the year 2000, 1,1 kg (2 ? lb) of
viamo nella prima Appendice, ma necessitano
aquarium fish from the Maldives were worth £
comunque di un monitoraggio adeguato”
322; the same weight of fish for food wa worth
(Lorenzo Luchetta, Aquariophylia, 2011 n. 3
only £ 4”. Bisogna, inoltre, tenere presenti altri
pag.36-40). Esiste inoltre la cosiddetta lista
due fattori relativi alle specie marine: la difficoltà
rossa IUCN (http://www.iucn.org/), documento
che ancora si riscontra nel riprodurre in cattività
internazionale redatto dall’Unione Internazionale
molte specie e i metodi di raccolta utilizzati, a
per la Conservazione della Natura, nel quale le
volte estremamente dannosi per l’ambiente oltre
specie animali e vegetali, sono classificate in
che per le specie stesse che si intende catturare 136
5 (basti per tutti citare l’uso del cianuro di sodio,
ralmente non intimiditi dalla presenza umana.
diffuso in Indonesia).
Ciò non toglie che l’allevamento di specie a
Qual è dunque la soluzione? Rinunciare comple-
rischio sia un mezzo proprio per creare delle
tamente al piacere di avere un acquario in casa,
‘riserve’ di individui, nel caso in cui in natura
come suggerisce Brunner? In realtà basta com-
dovesse verificarsi il peggio. Questo va, però,
portarsi in maniera da incidere il meno possibile
fatto solo da persone che abbiano una solida
sulle popolazioni naturali: bisogna quindi preferi-
esperienza nell’allevamento e riproduzione di
re in ogni caso, individui di allevamento rispetto a
specie almeno simili e che si siano documentate
quelli catturati in natura.
in maniera approfondita. Un lavoro da professio-
Si riduce così l’impatto ambientale da parte degli
nisti, insomma, niente che si possa fare chieden-
acquariofili e si ha, inoltre, il vantaggio di avere a
do al negoziante sotto casa di procurarci una
che fare con esemplari nati in cattività e, quindi,
coppia di “quel bellissimo pesce ormai così
già adattati all’assunzione di cibo secco, e gene-
raro”. 137
QUESTO NON MI CONVINCE
QUESTO NON MI CONVINCE
QUESTO NON
Questo non mi convince... In questa sezione della rivista trattiamo di prodotti che abbiano, per un motivo o per l’altro, riscosso poco successo presso singoli acquariofili. Avete acquistato una pompa centrifuga che vi è esplosa tra le mani? Avete usato un mangime che ha ucciso tutti i pesci in poche ore? Avete utilizzato un medicinale che non ha risparmiato neppure i pesci in ottima salute? Scriveteci una lettera con le vostre impressioni e cercheremo di chiarire l’accaduto. Innanzitutto effettueremo noi stessi una prova del materiale incriminato, per accertare che le vostre prime impressioni non siano state dettate da un uso sconsiderato o da errori di utilizzo. Successivamente cercheremo di offrire pareri e possibili soluzioni, che potrebbero rivelarsi utili per gli stessi produttori. Ma cercheremo soprattutto di offrire un servizio agli appassionati tutti, per evitare che subiscano le stesse catastrofiche conseguenze. Nel caso di errori di utilizzo, ovviamente, potremo informare i lettori per evitare di inciampare negli stessi ostacoli. Questo potrà servire a “salvare” prodotti ed accessori che potrebbero essere caratterizzati da ottima qualità, ma essere utilizzati erroneamente, a causa di scarsa informazione o errata comunicazione da parte del fabbricante. Fatevi avanti, dunque: siamo qui per accettare e discutere le vostre critiche! Le vostre sdegnate lettere potranno essere inviate direttamente al sito web o per posta, in redazione. Vi saremo grati per la vostra collaborazione.
a cura di Mirko Mutalipassi
TETRA EASYCRYSTAL FILTERBOX 600 Ho comprato tre mesi fa un filtro Tetra Easy Crystal Filter box 600 e lo sto usando ininterrottamente per il mio acquario da 95 cm di lunghezza, con un volume interno da 130 litri netti. Il mio negoziante mi aveva consigliato questo filtro ma a me sembrava un po’ ridotto. Avevo ragione, perché dopo tre mesi non sono ancora riuscito a far partire l’acquario. All’inizio non ho messo nemmeno il carbone attivo, perché le istruzioni dicono che elimina dall’acqua tutti i principi attivi, ma dopo un mese avevo l’acqua marrone e puzzolente. Ho aggiunto solo pochi pesci che finora sono tutti morti, quasi tutti dopo pochi giorni. I nitriti sono sempre molto alti e l’ammoniaca misurata una volta al giorno misura sempre in zona rossa. Ho provato ad aggiungere Nitrivec e altri batteri su suggerimento del negoziante, ma non c’è niente da fare. In più la pompa è molto rumorosa, vibra e non mi pare che produca molta acqua. Dopo un mese quasi di funzionamento si era anche rotto l’alberino ma il mio negoziante l’ha sostituito in garanzia. Però ancora oggi non riesco a vedere risultati, l’acqua è sporca e puzzolente di miasmi e non posso aggiungere più di due pesci per volta. Un amico che ha avuto problemi simili, ha cambiato 138
MI CONVINCE
QUESTO NON MI CONVINCE
QUESTO NON MI CONVINCE
questo filtro mettendone uno molto più semplice,
traggio: per ovviare a tale inconveniente, si cerca, in
diviso in tre scomparti ed ha risolto. Lo farò anch’io
fase di progettazione, di ottimizzare il flusso d’ac-
ma prima voglio dire che quest’accessorio non fun-
qua, facendo attraversare in modo costante tutta la
ziona affatto, eppure il suo prezzo è molto alto.
cartuccia, aumentando la quantità di ossigeno
Spero che pubblicherete questa mia protesta, in
disciolto nell’acqua in arrivo e ottimizzando la car-
modo da evitare gli stessi problemi ad altri di noi.
tuccia stessa, cercando di massimizzare la superfi-
Grazie
cie rispetto al volume disponibile.
Salvatore Barbato
Tutto ciò non sempre concorda con le mode del momento, con le richieste della clientela e con
Innanzitutto vogliamo ringraziare il lettore per la
alcuni miti e leggende diffuse nell’ambiente
sua testimonianza. Abbiamo esaminato a lungo le
acquariofilo: bisogna necessariamente scendere a
caratteristiche del Tetra EasyCrystal FilterBox 600, al fine di valutare eventuali pro e contro del sistema di filtraggio “tutto in uno” sviluppato dalla Tetra. La linea di filtri interni Filterbox consta di tre differenti modelli: il 250, il 300 e il 600, destinati ad acquari di volume differente. Sono sistemi di filtraggio compatti, in cui vi è una pompa in basso che raccoglie l’acqua dalla camera del termostato e la forza ad attraversare una prima cartuccia filtrante costituita da un filtro meccanico e chimico (carboni granulari e/o in polvere) e successivamente una spugna a maglia larga con funzione di supporto batterico, per i batteri aerobi nitrificanti. La necessità di ridurre le dimensioni e, quindi, l’ingombro in acquario, ha portato Tetra a
compromessi. Il Tetra EasyCrystal FilterBox è un fil-
sviluppare un filtro basato unicamente su tali car-
tro che deve essere accettato per quello che è, cioè
tucce filtranti, non disponendo di spazio utile per
un compromesso tra filtraggio e il ridotto spazio
l’inserimento di eventuali cannolicchi e/o spugne o
occupato. È un filtro che permette di sostituire l’u-
carbone attivo. L’utilizzo di tali cartucce non è da
nità meccanica con il minimo sforzo, che consente
criticare in senso assoluto: permettono all’utente
l’acquisto di una cartuccia già pronta all’utilizzo.
medio di sostituire con facilità il modulo del filtrag-
Non vuol essere un filtro capace di ossidare enor-
gio meccanico e chimico, senza doversi nemmeno
mi quantità di materia organica. Piuttosto vuol
bagnare le mani durante la manutenzione… un’at-
essere un filtro ben dimensionato all’acquario sul
tività rapida e solitamente indolore. Di contro, tali
quale è montato, un acquario che dovrà essere
cartucce hanno un volume molto ridotto atto al fil-
attivato e popolato in modo molto graduale, per 139
QUESTO NON MI CONVINCE
QUESTO NON MI CONVINCE
QUESTO NON
far sì che le popolazioni batteriche presenti nel fil-
600 è suggerito per acquari da 50 a 150 litri. Questa
tro, ma anche nel fondo e negli arredi, possano svi-
è, a nostro parere, una stima molto ottimistica delle
lupparsi al meglio.
capacità filtranti di detto accessorio che, vista l’area
Dalla lettera del nostro amico appare evidente che
utile al filtraggio biologico, non dovrebbe essere a
il filtro assolutamente non ha mai iniziato a funzio-
nostro parere montato su acquari con volume lordo
nare. Innanzitutto, prima di introdurre qualsiasi
maggiore di una cinquantina litri. È un filtro per pic-
organismo in un acquario di nuovo avvio, è neces-
coli acquari, non di certo per acquari con lato “mag-
sario assicurarsi che si siano sviluppate adeguata-
giore” di quasi un metro.
mente le popolazioni batteriche autotrofe indi-
In più, molto ci lascia sospettare l’osservazione del-
spensabili per il funzionamento del filtro.
l’utente di elevata rumorosità del filtro e ridotto (se
È quindi importante seguire l’andamento e l’evo-
comprendiamo correttamente) flusso d’acqua.
luzione dei composti azotati, prima ammoniaca e
L’idea che ci siamo fatti,è di un filtro (o un lotto) pro-
poi nitriti, fino alla completa scomparsa di questi
dotto con qualche difetto, con una pompa di man-
ultimi, testimoniata dall’aumento del valore di
data poco performante o difettosa, che non per-
nitrato. È altresì importante assicurarsi che non vi
mette un funzionamento ottimale del comparto
siano sostanze che possano interferire con le atti-
biologico e, al contempo, crea delle zone di acqua
vità batteriche: metalli pesanti, pH troppo alto o
stagnante in acquario, zone con concentrazioni di
basso, sostanze ossidanti o tossiche, sono tutti ele-
ossigeno ridotte, ove le popolazioni batteriche non
menti in grado, semplicemente, di distruggere le
possono insediarsi e “lavorare”. In questo caso, infat-
popolazioni batteriche del filtro.
ti, nemmeno il fondo e gli arredi si popolerebbero
Anche l’utilizzo di acqua ricca di cloro, provenien-
dei ben noti batteri “buoni”, che tanto sono utili nel
te dalla rete idrica cittadina, può portare rapida-
nostro hobby. Ciò è confermato dalla rottura dell’al-
mente alla morte dei batteri “buoni” presenti in
berino della girante, segno che qualcosa non sta
acquario; a volte ciò accade utilizzando biocondi-
funzionando come dovrebbe.
zionatori oramai scaduti o che presentano difetti
Il parere della redazione è innanzitutto di contat-
di fabbricazione.
tare l’azienda produttrice, Tetra, per chiedere spie-
Ciò che ci appare più strano è che il fondo, gli arredi
gazioni e/o una sostituzione della pompa difetto-
e le piante, non abbiano sviluppato, nel primo mese
sa e, in seguito, di continuare a confrontarsi con la
di avvio, nessun tipo di flora batterica. Non riuscia-
nostra redazione per approfondire l’argomento,
mo a spiegarci, quindi, come sia possibile che dopo
con l’aggiunta di foto e/o video.
un mese, un acquario non popolato, possa presen-
Infine un piccolo appunto riguardante la classica
tare ancora così elevati livelli di composti azotati
parete biologica a tre scomparti: è un filtro econo-
pericolosi (ammoniaca e nitriti), che danno il carat-
mico, molto visibile e occupa spazio in acquario.
teristico odore di “acqua stagnante”.
Inoltre, lascia un eccessivo margine di scelta all’u-
Dato per assodato che tutto sia stato fatto alla per-
tente finale: la scelta della pompa per il filtro è,
fezione, che non ci siano motivazioni fisiche o chi-
infatti, fondamentale, per il buon funzionamento
miche esterne che abbiano potuto danneggiare
dello stesso.
l’attività delle popolazioni batteriche, passiamo alle
Consigliamo anche in questo caso di affidarsi alle
nostre analisi del EasyCrystal FilterBox: il modello
specifiche del produttore. 140
ERRATA CORRIGE
Dietro le quinte di un discus contest Nel numero precedente è comparso un articolo con alcuni errori. Al fine di rendere completo l’articolo sul Discus Contest di Napoli Acquatica 2013 apparso sullo scorso numero, riportiamo in questo errata corrige due domande che erano saltate, per problemi tecnici, nell’articolo: In particolare, questa domanda era rimasta senza risposta: Osservando i pesci in gara non si può fare a meno di notare che alcuni presentano piccole abrasioni in corrispondenza della coda o delle pinne dovute, credo ad un inevitabile sbalzo al momento dell’inserimento in vasca. Ormai abuso della genitlezza di Carmelo piuttosto sfacciatamente! In che modo o come si è affrontato questo problema? I pesci che hanno patito di più il viaggio avevano una leggera abrasione, ma le buone condizioni trovate, hanno bloccato subito il fenomeno, come hai visto, senza necessità d’intervento. Seguiva questa domanda: Ogni vasca è dotata di un impianto luci autonomo. Come mai si è optato per un’illuminazione di questo tipo? L’illuminazione è piuttosto standard, come in tutti i concorsi. Usiamo delle lampade Aquastar Sylvania, che hanno uno spettro di luce che meno di tutti gli altri falsa le colorazioni, o meglio questo è l’orientamento condiviso dalla gran parte dei giudici.
141
In fondo è un “laghetto”, anzi due, pure questa originale soluzione per l’allevamento di piante acquatiche fotografata nel giardino di un locale pubblico a Idro (Brescia), in Lombardia. In questo caso, ovviamente, non c’è alcuna attrezzatura tecnica in funzione 142
PASSIONE L AGHE TT O di Luciano Di Tizi0 Seconda parte: Progettazione e realizzazione Sappiamo già, ne abbiamo parlato il mese scor-
“sulla carta”, risolviamo le questioni aperte dal
so, qual è il materiale migliore per il nostro
capitolo sulle scelte e i presunti problemi e poi
laghetto. La scelta tra cemento, scocche prefor-
passeremo, in questa stessa chiacchierata, a
mate e telo è stata fatta: ognuno di noi, in base
lavorare “in giardino”.
alle sue esigenze e alle condizioni di base in cui deve operare, ha scelto non il meglio in assolu-
A) - SULLA CARTA
to, che non esiste, ma la soluzione più adatta al
La prima cosa da fare è procurarsi o preparare
proprio caso. È un grosso passo in avanti. La
da sé (vi assicuro: è divertente) un disegno in
fase preliminare tuttavia non è conclusa: va
scala del nostro giardino, sulla quale segneremo
affrontato anche il capitolo “programmazione”.
pure la presenza degli alberi (che non è certa-
La vasca in giardino deve essere, infatti, per
mente il caso di spostare) e delle piante “impor-
forza di cose progettata sulla carta prima di
tanti”, la rosa che ha piantato la nonna, ad esem-
compiere qualsiasi azione “sul campo”. Questo
pio, o il papiro al quale non vogliamo proprio
per evitare errori che potrebbero comportare
rinunciare… i punti fermi, insomma, dei quali
costi considerevoli sia in termini economici sia di
tenere conto. Appena pronta la mappa, fatene
lavoro. Guardiamo dunque quel che c’è da fare
qualche copia perché è improbabile che possia143
In questo piccolo invaso, realizzato con una scocca, un filtro aiuta enormemente per tenere l’acqua pulita e pesci e piante in buona salute
te trovare soluzioni pienamente soddisfacenti al
lo verde da villetta a schiera. La “regola” è la giu-
primo colpo.
sta misura.
A questo punto, disegno alla mano, provate a
Terzo punto da tenere presente è la necessità di
immaginare lo stagno semplicemente disegnan-
scegliere sin dall’inizio l’obiettivo che ci poniamo
dolo a matita nel posto nel quale pensate di rea-
con la nostra realizzazione. Se è semplicemente
lizzarlo. Ci sono alcune cose da tenere ben pre-
quello di abbellire il giardino, sarà il senso esteti-
senti. In primo luogo la questione sicurezza: se ci
co a prevalere: in questo caso prevedere zone di
sono dei bambini in giro, l’accesso al laghetto
diversa profondità per poter ospitare un insieme
dovrà essere protetto in modo tale da rendere
armonioso di piante sommerse, palustri e da ripa
del
incidente.
potrà rappresentare una buona scelta di base.
Secondo punto: le giuste proporzioni. Il laghetto
Se invece ci interessa creare un laghetto “natu-
non deve essere né troppo grande né troppo
rale” che si integri perfettamente col paesaggio
piccolo rispetto al resto del giardino. Una scoc-
circostante e che ospiti esclusivamente fauna
ca con un centinaio di litri d’acqua sarà del tutto
autoctona, diventerà necessario prevedere una
insignificante se interrata in un prato di qualche
riva dolce che consenta a eventuali graditi visita-
ettaro; un laghetto da parecchi metri quadri di
tori (anfibi in particolare) di entrare e uscire senza
superficie sarà al contrario eccessivo in un ango-
problemi. Se infine sono i pesci la nostra scelta
tutto
impossibile
qualsiasi
144
di base, occorrerà valutare subito quali sono,
spensabili scelte) di cui si parla nella letteratura
almeno in linea di massima, le specie preferite.
specializzata, sono tutti risolvibili più o meno
Una cosa sono, ad esempio, i piccoli spinarelli e
facilmente. Vediamone alcuni insieme…
le piccolissime gambusie, un’altra i pesci rossi e un’altra ancora le carpe giapponesi. Se ci inte-
Alberi
ressano queste ultime in particolare, le cosiddet-
Una questione ricorrente è quella degli alberi
te koi, dovremo puntare su un invaso profondo
caducifoglie, che in autunno si spogliano e che,
almeno un metro e con pareti laterali nette,
si legge, sono un impedimento serio per la rea-
senza zone di riva ad acqua troppo bassa, nelle
lizzazione di un laghetto: l’appassionato improv-
quali pesci grandi e lenti, nella migliore delle ipo-
vido che piazzi la sua scocca nei pressi sarà
tesi non andranno mai, nella peggiore potrebbe-
condannato a vedere il suo stagno imbrattato e
ro persino restarvi impantanati, con tragiche
inquinato ogni anno con il ritorno dell’autunno.
conseguenze.
Tutte cose vere, sia chiaro, per cui se abbiamo spazio e possibilità, è certamente meglio star
B) - SCELTE E “PROBLEMI”
lontani, anche a scanso di sempre possibili…
Premesse queste poche considerazioni di carat-
sgradite interferenze con le radici. Per evitare
tere generale, possiamo dare libero sfogo alla
ogni problema legato alla caduta autunnale delle
creatività e al gusto. Gli altri problemi (e le indi-
foglie (che, non dimentichiamolo, complice il
Un laghetto troppo vicino a piante caducifoglie fotografato in autunno. Le foglie sono un problema, ma in fondo basta un guadino…
145
Un grande laghetto “naturale”, come questo nell’Oasi WWF di Borrello (Chieti), in Abruzzo, può certamente fare a meno di qualsiasi impianto di filtraggio senza alcun problema
146
147
Un piccolo invaso in cemento ben costruito. La roccia al centro nasconde il filtro che restituisce l’acqua dall’alto (occorre una pompa relativamente potente) e contribuisce a ossigenare l’acqua vento, possono arrivare anche da lontano!),
renderci più comoda la vita, sono classificate
basterà tuttavia una rete leggera di copertura
nella categoria “artificiale”. Si tratta di una catalo-
temporanea da montare per qualche settimana
gazione che può anche farci comodo, ma che
in autunno, o anche, ancora più semplicemente,
non ha grosso significato. Tutti i laghetti in giardi-
un guadino e un po’ di buona volontà.
no sono certamente artificiali poiché costruiti volontariamente e sono pure, in qualche modo,
Naturale o artificiale?
naturali, perché ci avvicinano all’ambiente ester-
La vasca in giardino, specie se relativamente
no alle quattro mura di casa. Dico subito che
grande, può anche essere senza filtro, perché
possono funzionare benissimo gli uni e gli altri e
all’aperto è molto più facile raggiungere un equi-
che è solo questione di scelte personali. In caso
librio tra piante e pesci rispetto a un acquario tra-
di grandi spazi non c’è, nei fatti, alcuna differen-
dizionale. Conosco personalmente decine di
za; in piccoli invasi l’assenza di attrezzatura tec-
laghetti senza alcuna attrezzatura tecnica, per la
nica ci costringerà a stare un po’ più attenti nella
cui gestione, gli appassionati si affidano sempli-
gestione, ma niente di più: pensateci prima e
cemente alla natura e alla propria costanza per
scegliete di conseguenza, in piena tranquillità.
periodici interventi di manutenzione. Questi tipi di vasche, senza filtro, giochi d’acqua, ecc., vengo-
Filtro e giochi d’acqua
no definite “naturali”, mentre, per contrapposi-
L’acqua del laghetto può essere filtrata oppure
zione, quelle nel quale utilizziamo apparati utili a
no, come abbiamo appena detto. Se rinunciamo 148
non ci servirà nulla, se invece pensiamo che un
micida (quelle appositamente studiate per il
impianto per la depurazione possa esserci
laghetto), utile in molte occasioni.
comunque utile, dobbiamo decidere se optare per un filtro interno o esterno, scelte entrambe
L’attrezzatura tecnica
validissime. Per il filtro esterno ci sarà ovviamen-
Il filtro funziona ovviamente con una pompa, che
te bisogno di un piccolo scavo supplementare,
va alimentata collegandola alla rete elettrica.
nel quale interrare una vasca a più scomparti
Diventa per questo necessaria una presa di sicu-
analoga a un normale filtro da acquario e di…
rezza, da esterni, da collocare nei pressi del
un’idea per rendere la struttura a un tempo facil-
laghetto e quella dovrà per forza di cose montar-
mente accessibile per la manutenzione e “invisi-
cela un tecnico qualificato, per due ragioni: per-
bile” all’osservazione: la soluzione più ovvia è
ché una tale scelta è ormai obbligatoria per legge
coprirla con una lastra di roccia o con un grande
e perché con la sicurezza non c’è niente da
vaso, ma ogni scelta può essere egualmente
scherzare. La pompa è indispensabile se c’è un
valida. Prima di passare ad altro, aggiungo che
filtro. Una pompa a immersione, la stessa o una
sul tubo di restituzione, quello che riporta il liqui-
supplementare, può essere utilizzata anche per
do filtrato nello stagno, può essere saggio preve-
giochi d’acqua e cascatelle, di grande effetto
dere la possibilità di montare una lampada ger-
estetico e utili per ossigenare l’acqua, specie nei
Ottima ossigenazione anche per questo piccolo laghetto (in esposizione in una passata edizione di Zoomark) dotato sia di filtro esterno, sulla destra nella foto, che, al centro, di una pompa che crea un bell’effetto ornamentale. I pesci staranno benissimo. Per le piante occorre “accontentarsi! Di quelle esterne che comunque rendono l’insieme affascinante
149
In quanto a ossigenazione un impianto del genere (è un laghetto in un giardino pubblico) dà davvero risultati ottimali, ma qui le piante di sicuro non prosperano caldi mesi estivi. Non sempre il movimento si
to il posto, definito le dimensioni, chiarito se
sposa alle esigenze di coltivazione delle piante,
avremo o meno necessità di un filtro e di un
ma questo è argomento un po’ più particolare,
eventuale cavo per il collegamento elettrico…
che tratteremo a tempo debito.
Sappiamo insomma già tutto quel che ci occor-
Bisogna ancora aggiungere che il laghetto può
re. Si tratta finalmente di scavare: dobbiamo pro-
anche essere illuminato, con le normali lampade
curarci picconi, pale e… mano d’opera più o
da esterno in uso nei giardini, oppure dall’interno,
meno volontaria (parenti e amici), oppure mette-
con faretti sommergibili, normali o colorati e per-
re mano al portafoglio per incaricare altri, scelta
sino “psichedelici”, quasi da discoteca. Il merca-
meno faticosa e più costosa, comunque per la
to offre ampia possibilità di scelta. Personalmente
gran parte degli appassionati, indispensabile se
le luci da interno non mi piacciono, ma ognuno
si ricorre al cemento. Fate voi...
potrà ovviamente scegliere a suo gusto.
Bisognerà in ogni caso scavare andando sempre
A parte gli accessori elettrici di cui si è sin qui
un po’ più in profondità rispetto alla quota che
detto, non ci occorreranno nient’altro che un gua-
abbiamo scelto per il nostro stagno, indicativa-
dino a manico lungo e, per le emergenze, secchi
mente per una decina di centimetri. Una volta
e tubi. Poca roba a fronte di grandi soddisfazioni.
realizzata nel terreno la forma voluta (facciamo attenzione, verificando con una livella, di essere
C) - IN GIARDINO
sempre bene in piano), si tratta di rimuovere
Passiamo dalla teoria alla pratica. Abbiamo scel-
sassi, legni e ogni altro oggetto aguzzo. 150
Useremo quindi la maggiore profondità realizza-
parti che rimangono all’asciutto, potranno esse-
ta per cospargere la fossa di uno strato di soffi-
re facilmente mimetizzate con sassi, terra e
ce sabbia, che proteggerà il nostro invaso.
quant’altro. La sistemazione di piante di bordura
Se abbiamo una scocca a questo punto,
completerà il tutto. Un’ultima accortezza potrà
basterà calarla nella fossa e riempire (meglio se
essere quella di prevedere un angoletto più
con sabbia o comunque con terra molto fine e
basso nel telo che possa fungere da troppo
asciutta) gli spazi laterali, bagnando di tanto in
pieno, ad esempio in caso di maltempo persi-
tanto per far scendere il materiale in profondità e
stente, studiato in modo che possa incanalare
colmare bene questi spazi. Gli ultimi centimetri
l’acqua eventualmente fuoriuscita senza provo-
verso la superficie, quelli accanto ai bordi della
care danni. Un mio amico, ad esempio, ha inter-
scocca, dovranno essere invece riservati a terra
rato un serbatoio e usa l’acqua accumulata con
fertile, perché è proprio in quella fascia che
questo sistema in inverno, per annaffiare il giardi-
dovremo poi sistemare le nostre piante orna-
no durante l’estate successiva.
mentali.
Spazio finito anche questa volta. Ci fermiamo
Se abbiamo invece scelto un telo in PVC, la
qui. Nella prossima puntata parleremo dell’ac-
prima cosa da fare è controllare la temperatura!
qua. Prima di occuparci di piante e pesci, ci
Strano ma vero: il telo PVC diventa troppo rigido
vorrà, insomma ancora un po’ di pazienza.
quando la colonnina di mercurio è al di sotto dei 10° C, per cui possiamo metterci subito al lavoro, solo in giornate di freddo non eccessivo. Tra i tanti metodi teoricamente possibili per la posa in opera, ve ne consiglio uno che ho personalmente sperimentato più volte: si stende il telo sul solito strato di sabbia, fermandolo al di sopra dello scavo con mattoni o altro e si comincia subito a riempire l’invaso. Man mano che l’acqua sale ci si muove intorno al laghetto e si tira il telo qua e là per evitare che si formino pieghe, utilizzando sempre i soliti mattoni per tenere ferme le parti man mano sistemate. Se qualcuno ci aiuta e se stiamo attenti, riusciremo certamente a ottenere il risultato desiderato. Ricordatevi (ne abbiamo parlato il mese scorso), che il telo dev’essere un po’ più ampio di quel che realmente occorre per la vasca vera e propria. Le In questa vasca in un giardino privato il filtro esterno restituisce l’acqua depurata con una piccola cascata. Buona soluzione sia sul piano estetico sia per piante e pesci 151
ARRIVEDERCI AL PROSSIMO NUMERO Siamo proprio all’ultima pagina. Speriamo vivamente che questo numero di inizio inverno sia stato abbastanza caldo da riempire la vostra giornata. Se non lo è stato, ce ne scusiamo, ma allora scriveteci per dirci come vorreste che la rivista fosse fatta. La volete più grande, più piccola, più completa, più colorata? Sapete bene che siamo al vostro servizio e che cercheremo di accontentare tutte le vostre richieste, nei limiti del possibile. Certo le nostre risorse sono poche, per i motivi che ben conoscete, e non sappiamo neppure fin quando riusciremo a lavorare in mancanza di cooperazione da parte del mercato (con la meravigliosa eccezione di pochissime ditte che hanno a cuore la vostra passione). Quindi dateci una mano almeno voi: diteci come la volete. E se desiderate davvero fare una cosa utile per questo hobby, scrivete subito una mail a qualche amico per informarlo che Aquariophylia esiste ed è gratis. Siamo certi che ve ne sarà grato. …Proprio come noi!