Anatomia Anatomia delle delle piante piante acquatiche acquatiche Two Two Oceans Oceans aquarium aquarium Un Un laghetto laghetto per per ilil pesce pesce rosso rosso L’acquario L’acquario olandese olandese Un Un tuffo, tuffo, una una foto foto Conchiglie Conchiglie da da collezione collezione Recensioni: Recensioni: nuove nuove tecnologie tecnologie
Le rubriche del mese
LA RIVISTA È CLICCABILE Il sito web pure! Questo mese utilizzeremo il consueto spazio introduttivo per darvi una notizia sensazionale: il nostro sito web è stato upgradato. Dopo due anni di pubblicazioni abbiamo deciso di seguire i vostri suggerimenti e vi abbiamo dato un sito più semplice da usare. Ora peraltro potrete accedere indifferentemente dal vecchio indirizzo www.aquariophylia.it oppure dal nuovo www.aquariophylia.eu. Vi preghiamo innanzitutto di provarlo e di farci conoscere le vostre impressioni. Dobbiamo poi dare una notizia meno piacevole: è possibile che nel trasferimento dei dati al nuovo sito si siano persi alcuni dei nicknames e quindi potreste non essere più riconosciuti al log-in. Vi preghiamo pertanto di voler procedere a una nuova registrazione, come probabilmente avrete già appreso dalle nostre precedenti mail. Basteranno veramente pochi secondi per inserire daccapo nome utente e password. Dopo questa semplice operazione, potrete godere appieno dei vantaggi del nuovo sito (descritti in altra pagina di questa rivista). Pertanto, se non lo avete fatto ancora leggendo le nostre prime richieste (è comprensibile una certa diffidenza in questi tempi di spam!) correte adesso a farlo. L’invito parte dalla vostra redazione e ora sapete che è vero!
AQUARIOPHYLIA European Aquarium Hobbyist Magazine www.aquariophylia.eu Mensile di informazione per acquariofili e negozianti Autorizzazione del Tribunale di Napoli nr. 7 del 7 - 1 - 2011 Anno III numero 4 aprile 2013 Edito da Papyrus Publishing COMITATO DI REDAZIONE Valerio Zupo (Direttore Responsabile) Stefano Bertoni (Struttura web) Mariagiulia Peduzzi (Grafica & Impaginazione) Rita Colognola (Segreteria di Redazione) Ettore Peyrot (Web Marketing) Massimo Pagni (Revisione testi) CONSIGLIO SCIENTIFICO Dott. Rita Colognola, Dott. Francesco Denitto, Dott. Luciano Di Tizio Dott. Matteo Grassi, Mirko Mutalipassi, Dott. Valerio Zupo RESPONSABILI DI SEZIONE Mariella Bettarini (L’Acquario in Poesia) Tony Di Meglio (Mini-acquari) Luciano Di Tizio (Acqua dolce) Gennaro Iovino (Discus) Mario Loffredo (Link & Argomenti Strutturanti) Lorenzo Luchetta (NonSoloAcquari) Mirko Mutalipassi (Test & Recensioni) Antonio Piccolo (Come si fa) Stefano Rossi (Acquario Marino Mediterraneo) Roberto Silverii (Anabantidi) Franco Savastano (Spunti di immersione e di viaggio) Luigi Storoni (Oltre il Vetro) HANNO CONTRIBUITO A QUESTO NUMERO Silvio Arnone Carassio Aurato Stefano Bertoni Francesco De Rosa IppoCampo Marco Gargiulo Livia Giovannoli Mario Loffredo Lorenzo Luchetta Mirko Mutalipassi Antonio Piccolo Maurizio Quarta Fabio Russo Eleonora Silente Luigi Storoni Pubblicità e Redazione: Papyrus Wezelweide 15 - NL 2727 DK Zoetermeer - The Netherlands Tel. 0031-(0)6-48154024 e-mail: aquariophylia@gmail.com Per abbonarsi gratuitamente alla rivista e riceverla ogni mese: http://www.aquariophylia.eu Gli autori sono responsabili dei pareri espressi nei singoli articoli e questi non riflettono necessariamente l’opinione della redazione. È vietata la riproduzione, anche parziale, di contenuti, testi, foto o filmati pubblicati in questa rivista, salvo specifica approvazione scritta da parte della redazione. Per citare gli articoli contenuti in questa rivista usare il formato seguente: Nome dell’autore e titolo dell’articolo In: aquariophylia n., anno, pag. (www.aquariophylia.eu)
AQUARIOPHYLIA
EUROPEAN AQUARIUM HOBBYIST MAGAZINE
Anno III - n째 4 aprile 2013
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Ai Lettori Editoriale Questo numero in breve Lettere in redazione Vi presentiamo il nostro nuovo sito web di Stefano Bertoni Le piante in acquario. L’anatomia. Terza parte di Livia Giovannoli Inserto Pesci e poesia, il fascino del XVI secolo di IppoCampo Two Oceans: aquarium e dintorni di Silvio Arnone Questo non mi convince: il timer degli acquari Cayman a cura della redazione L’acquario in poesia. Lo schiumatoio di Eleonora Silente Un laghetto per il pesce rosso. Prima parte di Maurizio Quarta Un tuffo, una foto di Marco Gargiulo Vai col link. Oggi parliamo di... L’acquario olandese a cura di Mario Loffredo La rubrica del Carassio Recensioni e novità Aquaristica Balance Brightwell Aquatics Phytogold-M Seachem Excel LGM 575 Tunze 7096
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Dalle associazioni Il numero speciale si avvicina NonSoloAcquari. Conchiglie da collezione: i Terebridi e gli Epitonidi di Lorenzo Luchetta La scheda del mese. Scartella cristata di Fabio Russo e Francesco de Rosa Oltre il vetro. L’acquario e la colonna di Luigi Storoni Come si fa. Intervista con il responsabile di Tropical Fish di Antonio Piccolo Nel prossimo numero
Benvenuto let
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ttore!
Non ci riferiamo ovviamente agli abbonati, che già ci conoscono, ma a quei lettori appena arrivati, magari per caso, che ci hanno trovato su uno dei tanti siti che, con nostra enorme sorpresa, hanno cominciato a distribuire Aquariophylia. Se la rivista ti convince, se sei curioso di conoscerci meglio, vieni a trovarci nel nostro sito web, appena rinnovato, dove avrai la possibilità di registrarti (l’abbonamento è gratis! ti chiediamo solo di registrarti), di partecipare al forum e, fra breve, di scaricare tutti i numeri già pubblicati. Segui il link www.aquariophylia.eu e vieni a farci visita: ti aspettiamo per fare due chiacchiere, consultare gli articoli pubblicati, offrirti il caffè (virtuale, ma che c’entra, è il pensiero che conta) e ci auguriamo che resterai con noi!
Se sei uno spericolato navigatore di mari multimediali, allora ci trovi anche così: www.aquariophylia.blogspot.it Twitter.com (@aquariophylia) Facebook (rivista aquariophylia)
Arrivederci a presto! Lo staff di Aquariophylia
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I NOSTRI COLLABORATORI E RESPONSABILI DI SEZIONE Questa rivista si basa sul lavoro di un gruppo multidisciplinare di volenterosi che desiderano accrescere la diffusione degli acquari nel nostro paese. Possiamo affermare anzi che, in base alla struttura che abbiamo voluto imporre a questa pubblicazione, ogni responsabile di sezione abbia realizzato una sua propria rivista dedicata ad un singolo argomento. Speriamo che i loro sforzi vi siano graditi, ma attendiamo comunque da voi critiche e suggerimenti, per rendere la nostra famiglia sempre più efficiente e produttiva. Vi presentiamo dunque la squadra! VALERIO ZUPO (Direttore Responsabile) biologo, laureato a Napoli con lode. Ha frequentato l'Università Livre di Bruxelles per un PhD sulle reti trofiche in fanerogame marine ed ha ricevuto un Fullbright award nel 1994. È stato coordinatore di vari progetti di ricerca e tutt'ora svolge la propria attività di ricercatore della Stazione Zoologica di Napoli, presso il laboratorio di Ecologia del Benthos di Ischia (Napoli). Da molti decenni è appassionato di acquari ed ha scritto per numerose riviste nazionali, oltre a collaborare con varie riviste divulgative internazionali. I suoi interessi di ricerca sono focalizzati all'ecofisiologia dei crostacei decapodi, le reti trofiche ed i rapporti tra piante ed animali. Ha scritto 12 libri divulgativi sugli acquari, le malattie dei pesci, la fauna e la flora del mediterraneo. Nel campo degli acquari è particolarmente interessato agli aspetti ambientali, la gestione dei sistemi complessi, il filtraggio e la qualità dell'acqua, nonché le malattie dei pesci e gli acquari marini mediterranei. Ha inoltre pubblicato alcuni testi sui discus ed alcuni CD multimediali sulle malattie dei discus e sulla gestione degli acquari marini e d'acqua dolce. STEFANO BERTONI (WebMaster), nato a Milano nel lontanissimo 1967, da sempre appassionato di Computer, ha iniziato quasi 30 anni or sono ad interassarsi di informatica con il mitico Commodore Vic 20; esperto in sistemi Dos, Windows, in reti informatiche, si è specializzato in assemblaggio di pc e configurazioni avanzate e sicurezza mediante configurazioni di firewall e proxy. Realizza per passione siti internet e portali per amici e parenti, gestisce 2 siti personali (www.1diabetico.net e www.food4diabete.com); da poco ha pubblicato due libri in vendita su Amazon dal titolo “Rimecelate” e ” Vi racconto il diabete”. Da venticinque anni, grande appassionato di acquariologia, adora allevare ciclidi nani del Sud America, è apparso su questa rivista anche come autore, vorrebbe continuare a farlo qualora trovasse nuovi spunti da proporre. MARIELLA BETTARINI (Responsabile Sezione L’Acquario in Poesia) è nata nel 1942 a Firenze, dove vive. Dagli anni Sessanta ha collaborato a più di 150 riviste e ha pubblicato una trentina di libri di poesia, alcuni di narrativa e di saggistica. Nel 1973 ha fondato il periodico letterario “Salvo imprevisti”, che nel 1993 ha preso il titolo de “L’area di Broca”. Con Gabriella Maleti cura la Gazebo Libri. Ha tradotto scritti di Simone Weil e curato Il libro di Alice. Nel 2008 è uscita l’antologia poetica A parole – in immagini (1963-2007) e nel 2010 l’ebook Poesie per mia madre, Elda Zupo. Sulla sua poesia sono state discusse due tesi di laurea. Sito personale: www.mariellabettarini.it Sito della rivista “L’area di Broca”: www.emt.it/broca Link all’e-book: http://www.ebook-larecherche.it/ebook.asp?Id=43 FRANCESCO DENITTO (Autore e Consigliere di Redazione) biologo Marino, Francesco Denitto svolge attualmente attività di ricerca presso l’Università del Salento, ove ha conseguito la laurea in Scienze Biologiche ed il suo dottorato di ricerca in Ecologia Fondamentale. Subacqueo per diletto e professione, effettua studi sulla biologia delle grotte marine sommerse e sull’ecologia degli organismi planctonici, in particolare le meduse. È autore di svariate pubblicazioni scientifiche di biologia marina. Appassionato di lungo corso, è autore di numerosi articoli di acquariofilia e dedicati all’allevamento del discus. Collaboratore di riviste italiane del settore, oggi i suoi lavori sono pubblicati prevalentemente all’estero. Infatti, collabora regolarmente con le più importanti testate internazionali, tra cui lo storico Diskus Brief (Germania), la prestigiosa rivista americana Tropical Fish Hobbyist (TFH) ed alcuni magazine asiatici. È co-autore del libro “Trophy Discus” edito
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dall’americana Cichlid Press. Relatore per conferenze sul “mondo acquatico”, Francesco è anche giudice di gara nei concorsi internazionali di discus, tra cui alcuni prestigiosi campionati in Europa ed in Asia. È stato fondatore del Gruppo Acquariofilo Salentino (GAS), ove riveste la carica di segretario. TONY DI MEGLIO (Responsabile sezione mini-acquari) nato ad Ischia nel 1975 si è diplomato odontotecnico. Da sempre appassionato di natura e di animali domestici (..e non!) ha allevato vari insetti tra i quali compaiono cavallette, scorpioni mediterranei e insetti stecco thailandesi, di cui ha ottenuto varie riproduzioni. È naturalmente appassionato di acquari, e si è dedicato negli ultimi anni alla realizzazione di mini-vasche caratterizzate da grande fascino in poco spazio. Si interessa unicamente di acqua dolce ed è particolarmente interessato alle diverse varietà di Caridina. Ha allevato Betta ed altri pesci d’acqua dolce e riproduce Planorbis e vari altri organismi insoliti. LUCIANO DI TIZIO (Responsabile sezione acqua dolce & laghetto) giornalista professionista, si occupa di acquari da oltre 40 anni. Ha spaziato in tutti i settori di questo hobby, con una particolare attenzione al dolce nostrano ed all’acquario mediterraneo. È stato tra i fondatori dell’Associazione Acquariofili Abruzzese, della quale è attualmente il presidente, ed è stato per sette anni presidente dalla FIAAE, la Federazione che negli anni ‘90 del secolo scorso raggruppò tutte le allora numerose associazioni italiane di acquariofilia e di terrariofilia. Ha allevato e riprodotto pesci, anfibi e rettili ed ha condotto, da solo o con altri esperti, numerosi studi sul campo sulla piccola fauna italiana. Ha scritto oltre 1000 articoli per riviste specializzate, in Italia ed all’estero, oltre ad una dozzina di libri divulgativi. È stato a lungo membro del comitato di redazione e direttore responsabile della rivista Aquarium. Come erpetologo ha partecipato e partecipa a congressi scientifici con propri lavori ed è coautore di diverse pubblicazioni. GENNARO IOVINO (Responsabile sezione Discus) napoletano, commercialista di professione, coltiva da 15 anni la sua immensa passione per i discus. Ha tradotto in italiano e curato la pubblicazione del libro di Andrew Soh “Discus the naked Truth” (“Discus, la Nuda Verità” nella versione italiana). Ha contribuito ad organizzare l'edizione 2010 di Napoli Aquatica e a rendere quell'evento un grande successo internazionale. Ha inoltre partecipato come osservatore a tutte le edizioni della fiera internazionale di Duisburg, evento di risonanza mondiale per tutti gli appassionati di discus e di acquariofilia. Come selezionatore di discus ha partecipato a vari campionati internazionali ottenendo risultati salienti a Duisburg, Stoccolma e Lecce. Infine ha contribuito a portare in Italia i magnifici discus dei fratelli Tan e dei migliori allevatori europei. MARIO LOFFREDO (Responsabile sezione Link) è nato a Napoli il 9 marzo 1967 ed è cresciuto ad Ischia, dove è impegnato nel settore turistico. Ama profondamente il mare ed i suoi abitanti: avvicinatosi all’acquariofilia all’età di 14 anni non se ne è mai più allontanato. Per alcuni anni i suoi acquari sono stati i classici “da salotto”, ma in breve si è accorto che il suo vero interesse era rivolto più al comportamento ed alla biologia delle specie allevate, piuttosto che al colore e alla bellezza. Da diversi anni ha concentrato i suoi sforzi nella riproduzione di specie marine mediterranee. LORENZO LUCHETTA (Responsabile rubrica NonSoloAcquari) divulgatore naturalistico appassionato di piccoli mammiferi da compagnia, fauna montana, ed altri argomenti legati ad animali e piante. In merito a tali tematiche collabora con diverse riviste di settore ed ha scritto testi di cui è autore anche delle immagini. Si interessa da diversi anni come amatore di stagni naturali, acquari d’acqua dolce fredda e conchiglie. MIRKO MUTALIPASSI (Responsabile sezione Test & Recensioni) nato a Napoli nel 1983, da sempre ha coltivato la passione per il mare, la subacquea e gli acquari. Dopo una parentesi di studi presso la facoltà di Medicina e Chirurgia, si è laureato in Biologia delle Produzioni marine. Vanta numerose esperienze lavorative presso serre di importazione di pesci e invertebrati tropicali e collaborazioni con aziende del settore nella realizzazione di sistemi di fil-
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traggio per acquari marini. Ha organizzato e presenziato a numerosi convegni di acquariofilia diretti principalmente ai negozianti del settore. ALESSANDRO PALOMBA (Organizzazione editoriale) appassionato da sempre di acquariofilia mediterranea, crea nel 2000 il sito Acquario Marino Mediterraneo con il gruppo “Amici del Med” che riunisce tutti gli appassionati di acquario marino mediterraneo e non solo, con l'idea di dare un’informazione libera da profitti commerciali. Nel 2003 fonda con alcuni appassionati l'Associazione Italiana Acquario Mediterraneo e ne è presidente fino al 2009. Sempre nel 2003 scrive il disciplinare per un acquario mediterraneo ecosostenibile, che trova appoggio nella stessa A.I.A.M e viene presentato in diverse occasioni patrocinate da enti ed istituzioni. Nel 2010 fonda con alcuni amici l'Associazione EcoAcquario che ha come scopo prioritario la realizzazione di un acquario mediterraneo “tipo”, realizzato con i soli scarti della pesca professionale o con il recupero di organismi da manufatti destinati alla distruzione. Collabora con diverse scuole per portare avanti progetti di EcoAcquario e gestisce diversi siti tra cui www.aiam.info e www.acquariomediterraneo.it. Tra i fondatori di aquariophylia, ha creato e gestito il sito www.aquariophylia.it nei primi due anni di attività. ANTONIO PICCOLO (Responsabile sezione Come si fa) nasce a Napoli nel 1960. I suoi interessi sono: le arti, le scienze e la tecnologia. Opera nel campo della fotografia, video e musica. Dopo numerose mostre, concerti e performance, nel 1984 termina il corso di studi laureandosi in Scenografia presso l’Accademia delle Belle Arti di Napoli. Si trasferisce a Londra dove lavora con il regista americano Chatt Hall. Negli anni novanta si è occupato di fotografia naturalistica, ha lavorato nel campo della pubblicità, e-commerce e documentaristica. Attualmente è docente nella scuola secondaria, collabora con varie riviste on line e continua a produrre documentari e fotografie. STEFANO CARLO ANDREA ROSSI (Responsabile sezione Acquario Marino Mediterraneo) geologo professionista, nato a Milano nel 1962, è cresciuto circondato da acquari domestici. Dopo una pausa post-universitaria ha messo i ramponi nel cassetto, ha ripreso ad immergersi con l’autorespiratore ed infine ad allestire acquari, con vasche di acqua dolce, di sole piante e, finalmente, ancora marine mediterranee, grazie ai gruppi incontrati sul web fino alla mailing list che evolverà in AIAM (Associazione italiana Acquario Mediterraneo, www.aiamitalia.it) di cui attualmente è presidente. L’impegno all’indipendenza, alla divulgazione e alla didattica, l’apertura al confronto ed i contatti con il mondo della ricerca sono tra gli obiettivi che considera prioritari per un’associazione di appassionati, così che un semplice hobby possa divenire anche strumento di crescita personale per tutti. FRANCO SAVASTANO (Responsabile Spunti di Immersione e di Viaggio) napoletano, da molti anni residente ad Ischia, dove svolge attività subacquea come consulente, responsabile locale ed istruttore (in diverse specialità tecniche) della Federazione Italiana Attività Subacquee FIAS. È laureato in Giurisprudenza, giornalista pubblicista, scrittore specializzato nei settori Nautica, Mare, Subacquea. È conduttore di programmi televisivi per emittenti locali, corrispondente di riviste nazionali ed internazionali. È stato inviato speciale all’estero per importanti testate nazionali del settore subacqueo. È autore di rubriche periodiche di biologia marina su testate europee, scrittore di manuali tecnici subacquei per testate estere, vincitore di innumerevoli prestigiosi premi ed attestazioni internazionali in concorsi foto-video, tra i quali i massimi riconoscimenti mondiali Plongeur d’or Diaporama 1984, Plongeur Argent 1982, Diaporama e Plongeur de Bronze 1983, Diapositive al Festival Mondial de l’Image Sous-marine di Antibes Juan-Les-Pins. È stato presidente e più volte membro di giurie nazionali ed internazionali di fotografia e film. ROBERTO SILVERII (Responsabile Sezione Anabantidi) abruzzese, è nato nel 1984 a Roma e vive da alcuni anni a Bologna, ove studia Medicina Veterinaria. La passione per l'acquariofilia nasce sin da bambino dall'amore per gli animali e matura poi con l'iscrizione all'Associazione Acquariofili Abruzzese. Grazie a Luciano Di Tizio ed Amedeo Pardi si concentra nell'allevamento di Betta splendens, e dal 2005 si dedica alle varietà di selezione. È co-fondatore e presidente dell'Associazione Italiana Betta, che ha raggiunto proprio nell'ultimo anno traguardi importanti nella diffusione dell'allevamento delle varietà "show" di Betta splendens.
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LUIGI STORONI (Autore) L’architetto Luigi Storoni, nato a Napoli nel 1957, si è laureato con una tesi sul recupero architettonico di Pozzuoli. I suoi interessi spaziano nel campo dell’arte dalla pittura alla fotografia, dalla computer grafica alla progettazione architettonica, con particolare attenzione all’impatto ambientale e all’ ecosostenibilità. Attualmente è docente di Liceo Artistico a Napoli. SILVIO ARNONE (Autore) è un africanista ed appassionato acquariofilo. Vanta pluridecennale esperienza in ogni ambito afferente la conduzione dell’acquario, sia d’acqua dolce che marino; si è infine specializzato sulle specie africane, con particolare riguardo per i killifish. Ha soggiornato in diversi Paesi africani e nel 2009 si è trasferito definitivamente in Botswana, impegnando molto del suo tempo nell’esplorazione dei biotopi locali. MARCO GARGIULO (Autore) Fotografo e biologo marino quarantaduenne, condivide da bambino la passione per il mare con i suoi genitori, Enrico e Maria Rosaria, affermati fotosub di livello mondiale. Inizia ad immergersi con autorespiratore nell’estate del 1974 e inizia, undicenne, insieme al fratello Arturo, a scattare le prime foto subacquee. Partecipa con successo a numerose gare di fotografia in estemporanea e a concorsi nazionali ed internazionali. Dopo anni di lontananza dalle competizioni, nel 2009 fonda insieme ad amici subacquei il POSEIDON TEAM A.S.D., ricopre la carica di responsabile del settore Fotografia Subacquea e membro del Consiglio Direttivo. Ultimamente partecipa a numerosi campionati di fotosub, classificandosi al primo posto. Collabora con le riviste del settore, pubblicando articoli di biologia marina e reportage di viaggio. È webmaster, editore e moderatore del Poseidon Team A.S.D. Appena libero dagli impegni lavorativi, complice il bel tempo, soprattutto in inverno, si estrania nel silenzio e nell’oscurità della notte, per immergersi con la sua fotocamera, alla ricerca di sempre nuove emozioni, in compagnia dei magnifici abitanti del mare. LIVIA GIOVANNOLI (Autore) è nata a Venezia nel 1968 ed è uno dei pochi volti femminili dell’acquariofilia italiana. Appassionata Acquariofila con la A maiuscola dall’anno 2000 quando ha ‘scoperto’ l’acquario. Una vera passione per il discus la porta a collaborare attivamente con i portali nternet Discusfriends, DiscusPortal e Mondodiscus. La curiosità per l’acquario dolce tropicale e l’acquabotanica fa si che in casa ci siano sempre diverse centinaia di litri d’acqua allestiti secondo la curiosità del momento: Discus, Ciclidi sudamericani, Loricaridi, Caridine, piante acquatiche, palustri e muschi. Ha collaborato con diverse case editrici (Aquaedì, Aquapress, Primaris) e si impegna nella divulgazione dell’acquariofilia in Italia organizzando e partecipando attivamente alla creazione di manifestazioni legate all’acquariofilia (Discus Day, Aquascaping workshop). Attualmente oltre ad una consolidata collaborazione con Mondodiscus fa parte del Team project di Napoliaquatica. MAURIZIO QUARTA (Autore) salentino verace, nasce a Lecce nel 1976 ed è laureato in Tecnologie per i Beni Culturali. L’acquariofilo che è in lui emerge da ragazzino, con un piccolo acquario di pesci rossi, per arrivare con successo al marino tropicale. Ma il primo amore non si scorda mai!. Così da alcuni anni dedica la sua vasca di oltre 600 litri all’allevamento di varietà pregiate di carassio. I suoi interessi abbracciano anche la fotografia e la collezione di piante grasse rare. Per diversi anni membro dello storico G.A.S. (Gruppo Acquariofilo Salentino), è tra i soci fondatori del neonato Salento Aquarium Club. FABIO RUSSO (Autore) nasce a Sorrento nel 1978. Appassionato di fotografia subacquea e naturalistica, collabora con il sito www.mondomarino.net e partecipa alla progettazione e realizzazione di documentari naturalistici sul mare. Per l’associazione AMM “Acquario Marino Mediterraneo” cura la rubrica “strani e poco conosciuti” oltre a collaborare alla stesura di schede di organismi marini mediterranei.
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Il mondo degli acquari è bello perché è
sto momento essi si comportano proprio
vario e noi consideriamo nostra “missio-
come due partner che dopo un periodo di
ne” quella di ospitare i pareri e i contribu-
amore a prima vista decidano di divorzia-
ti di tutti. Compito difficile, questo che ci
re: tirano fuori il peggio di quanto hanno
siamo dati… Tanto per cominciare non tutti sanno bene cosa desiderano realmente e in fondo sono in pochi coloro che riescono a esprimere dei concetti in modo intelligibile! È un dato preoccupante questo, perché in questa Italia del nuovo millennio la capacità di comunicare concetti complessi (neppure tanto… in fondo!) è divenuta un dono prezioso. Cominciamo a guardare con una certa ammirazione gli scritti di ragazzini del secolo scorso, stilati con una calligrafia invidiabile e resi in un italiano talvolta imperfetto, ma perfettamente comprensibile. Temiamo che telefonini, computer, pessimi programmi televisivi e isolamento domestico abbiano compromesso seriamente queste abilità. Compito della redazione, comunque, è quello di trovare “il buono che c’è” in ogni vostro contributo e presentarlo in una forma (quasi sempre) accettabile e intelligibile. Altro problema che ci pone la nostra scomoda posizione, è quello di stare in mezzo ad un pubblico troppo spesso litigioso. …Ma perché mai gli acquariofili sono tanto irascibili? Pare incredibile ma quasi inevitabilmente, quando cinque appassionati si riuniscono per cooperare, accade che dopo un primo periodo roseo e produttivo essi comincino a polemizzare. In que12
dentro! Di conseguenza, non potete nep-
ci vede, ahimè, soccombere per le percos-
pure immaginare le beghe nelle quali
se (come si sa, chi tenta di mettere pace
siamo costretti a immergerci per convin-
prende sempre un sacco di botte!).
cere l’appassionato di black molly dell’as-
Bisogna infine considerare che esistono i
sociazione Molisana di pesci neri, che in
grandi esperti, che si disgustano a ragione
fondo il club siciliano dei poecilidofili, non
per un accento errato sul nome della spe-
è fatto solo di pericolosi assassini!
cie, ma anche i tanti che fanno qualche
Talvolta pubblicare un articolo comporta
confusione tra il concetto di specie e di
operazioni di ricucitura e mediazione che
genere, eppure potrebbero avere ancora
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tanto da raccontare, utilizzando un ampio
numero e possiamo anticiparvi che vi farà
bagaglio di esperienze personali, magari
delirare dalla gioia: si tratta del tentativo
di tipo empirico.
concreto di condurre tutti voi a raggiun-
Il prodotto che avete tra le mani è il tenta-
gere i livelli di eccellenza dei grandi land-
tivo di conciliare tutto ciò, avendo in
scapers. Allo scopo, un autore italiano, a
mente l’obiettivo inizialmente ricordato,
nostro parere molto più preparato e bravo
che è quello di offrire a tutti una chance
di quelli ultra-gettonati dagli occhi a man-
per partecipare. Quindi lo troverete tal-
dorla, anche se meno famoso per ora (ma
volta imperfetto (riuscire a correggere
giudicherete voi e ci saprete dire) vi
tutto, vi assicuriamo, è un’impresa impro-
accompagnerà nei numeri a venire in que-
ba), talvolta banale (anche i meno esperti
sta interessante avventura. Sappiamo che
hanno un loro mondo di esperienze che va
molti di voi si fermano ammirati di fronte
rispettato e incentivato), talvolta troppo
alle vasche fittamente arredate con pian-
complesso. Di certo però rappresenta una
te e vogliamo darvi finalmente gli stru-
finestra piccola e significativa, del com-
menti per realizzare l’acquario dei vostri
plesso universo che stiamo esplorando.
sogni, il portachiavi completo per aprire
Il prossimo mese, ad esempio, pubbliche-
tutte le serrature “verdi” del vostro ango-
remo un articolo sulla “vecchia scuola”
lo di natura in casa.
che potrà essere condiviso o no nei modi e
Come di consueto vi presentiamo un
nei contenuti, il quale rappresenta senza
reportage dalle lontane terre africane. Si
dubbio la posizione di numerosi acquario-
tratta certo di un bel regalo per i nostri
fili che abbiano superato l’età scolastica.
lettori, perché riteniamo che la possibilità
Volevamo inserirlo in questo mese, poi
di avvicinarci fisicamente alle aree geo-
altre urgenze legate al nuovo sito web
grafiche di origine dei nostri beniamini
l’hanno fatto slittare. In questo numero
rappresenti un generatore di energie posi-
invece pubblichiamo un articolo sulle
tive, un integratore di passione pura. …E
piante acquatiche, a continuazione della
tanto per spaziare anche nel complesso
serie già iniziata nei numeri scorsi, che
universo del tempo, abbiamo invitato un
vuole rappresentare un mini-corso per
nostro collaboratore molto speciale a rac-
tutti gli amanti della vasca erborata.
contarci cose colte sull’universo dei pesci
Contiene non solo concetti di base corret-
osservato da una postazione situata a
ti, ma anche una serie di suggerimenti
circa 500 anni di distanza da noi! Vi offria-
pratici che aiuterà a crescere rapidamen-
mo questo dotto contributo insieme a pagi-
te sino a livelli molto elevati. Per rafforza-
ne originali di un testo antico, oramai
re la vostra preparazione specifica abbia-
introvabile: siamo certi che apprezzerete
mo voluto affiancarlo a una rubrica link
il dono, anche considerando che è possibi-
sugli acquari olandesi, in vista della serie,
le stampare le singole pagine insieme con
che ci accingiamo a regalarvi a partire dai
quelle che verranno nei prossimi numeri,
prossimi numeri, sul “landscape aqua-
per ricostruire un’opera rarissima.
rium”. Quest’ultima partirà dal prossimo
Tuttavia, come detto in precedenza, quel14
lo degli acquari è un universo d’infinita varierà e non poteva mancare dunque un articolo sui pesci rossi da sistemare in laghetto. …E la tecnologia pura allora? Pare quasi che questo mese sia relegata alla sola rubrica delle poesie, che vi parla del funzionamento di uno schiumatoio! In realtà c’è molto altro, perché nella parte centrale della rivista, come di consueto, i nostri esperti vi espongono pregi e difetti dei prodotti “cool” di questa stagione. Insomma, come sempre abbiamo tanto da leggere e speriamo che la selezione sia di vostro gradimento. Certo mancano ancora alcuni dei nostri argomenti “consueti”, che riprenderanno nel prossimo numero. Tuttavia, come sapete, lavoriamo con una redazione di hobbisti a causa della scarsità di risorse e, dunque, non possiamo pretendere sempre la puntualità nelle consegne! L’unico sistema per migliorare sarebbe ricevere un numero maggiore di contributi e in questo senso vi stimoliamo a cooperare: siamo certi che molti di voi avranno argomenti interessanti da proporre all’unica rivista italiana indipendente di acquari. Fatevi avanti! Ma soprattutto, speriamo che prima o poi le aziende più serie (siamo certi che ne esistano anche nel nostro paese), si accorgano del lavoro che stiamo facendo insieme e la smettano di metterci i bastoni tra le ruote. In fondo, verrebbe spontaneo da dire… stiamo lavorando per voi!
QUESTO NUMERO...
in breve TWO OCEANS: AQUARIUM E DINTORNI. La penombra avvolge le grandi vasche del Two Oceans Aquarium. Sono i colori dei pesci a ravvivare l’ambiente. Una moltitudine di Amphiprion affolla la prima vasca. La targa racconta che sono tutti nati in cattività e, notizia interessante, la struttura in plexiglass sul fondo è stata da loro accettata in sostituzione dell’abituale anemone. Resta da capire il motivo di quest’allestimento artificiale, però funziona. Le vasche successive sono più “naturali” e ognuna è riservata a specie diverse. Interessante la “pozza di marea” con effetto onda. Spettacolari sono poi le “stanze panoramiche”. È come sedersi sul fondo dell’oceano: difficile venir via. Vorremmo accompagnarvi di persona in questa visita ma… il Sud Africa è lontano. Vi forniremo dunque una guida d’eccellenza: il nostro inviato speciale Silvio Arnone, oramai ben noto e amato dal nostro pubblico. ANATOMIA DELLE PIANTE. Le piante possono essere anatomicamente suddivise in quattro parti principali: radici, stelo, foglie e fiori, sebbene alcune piante siano prive di un fusto centrale e altre, come muschi e felci (diversi dalle fanerogame che coltiviamo in acquario), non producano fiori come organi per la riproduzione, né frutti o semi. Tutte le parti svolgono ruoli essenziali, nella crescita, la riproduzione, la raccolta dei nutrienti e l’accumulo di sostanze di riserva. In questo numero, la nostra esperta continua con la terza puntata della sua dotta dissertazione sulle piante acquatiche, per insegnarvi a riconoscere le loro fattezze, prima di addentrarci nella loro coltura, a conclusione della serie, nel prossimo fascicolo. AQUARIOPHYLIA IN… POESIA. Questo mese la rubrica di Mariella Bettarini ci invita alla lettura di un contributo ricevuto da tempo e tenuto nel cassetto (o in cantina, come il buon vino!). Potremmo definirla… una poesia tecnica! Ci parla di uno strumento ben noto alla maggior parte di noi eppure, forse, non lo avevamo mai veduto sotto questa luce: lo schiumatoio. QUESTO NON MI È PIACIUTO. C’è una rubrica troppo spesso dimenticata dai nostri lettori. Serve a gridare al mondo che cosa ci è piaciuto e cosa invece non ha funzionato. A nostro parere i nostri lettori la utilizzano troppo poco 16
spesso. Eppure, di tanto in tanto… Alcuni mesi or sono abbiamo ricevuto un messaggio da un lettore che ha trovato il timer degli acquari Cayman poco funzionale. Sarà vero? Abbiamo analizzato la situazione con una prova di lungo termine e siamo pronti a informare sul problema e sulle possibili soluzioni. UN LIBRO ANTICO: REGALO PER I NOSTRI LETTORI. Abbiamo deciso di regalarvi la riproduzione di uno splendido, affascinante, imperdibile libro antico sui pesci. Siccome il libro è piuttosto grosso (due parti, per un totale di oltre 300 pagine!), ovviamente non possiamo fare le scansioni e pubblicarlo in una sola volta, ma ci vorranno diversi mesi: il primo libro antico a puntate! Inoltre la parte introduttiva (17 pagine di dedica, introduzione, privilegio, ecc.), può interessare solo gli appassionati bibliofili, perciò sarà saltata per il momento, per entrare subito in argomento. Saranno pubblicate, per amore di completezza, alla fine dell’opera. Se poi qualcuno muore dalla curiosità di leggere subito diverse pagine di presentazione in versi latini, basta dirlo e provvederemo a mandargli personalmente e immediatamente, il nostro collaboratore Ippo Campo… con il pdf tra le pinne! UN LAGHETTO PER IL PESCE ROSSO. La costruzione del laghetto, richiede un’accurata progettazione preliminare, per evitare errori difficilmente correggibili una volta riempito d’acqua e messo in funzione. Il primo passo è la scelta del luogo dove realizzare il nostro specchio d’acqua; la soluzione migliore è un’area esposta ai raggi diretti del sole, almeno per alcune ore della giornata. Andrebbero evitati alberi nelle immediate vicinanze, le cui foglie, frutti o aghi, cadendo, marcirebbero, inquinando l’acqua. Vogliamo allestirne uno per ospitare il nostro amico pesce rosso. UN TUFFO, UNA FOTO. Questo mese diamo inizio a una nuova serie, destinata a risvegliare emozioni e a insegnare com’è fatta la natura acquatica. Si parte da una foto. Non una foto qualsiasi, ma una scattata da un campione di fotografia subacquea. Cosa ci racconta? Questo è il punto! Il testo svelerà come nasce un attimo fuggente, come interpretare un fotogramma fermato dalla mano di un professionista della bellezza. Avremo da imparare sotto tutti i punti di vista. Vi anticipiamo, a mo’ di scoop, che il campione è Marco Gargiulo, figlio d’arte, in quanto i suoi stessi genitori sono campioni del mondo di fotografia subacquea… Noblesse oblìge! 17
OGGI PARLIAMO DI… L’ACQUARIO “OLANDESE”. Lo chiamano “olandese” ma sull’origine sorgono ancora molti dubbi. Certo, in Olanda si allestiscono da sempre acquari molto ricchi di piante e questo potrebbe spiegare l’attributo, ma vasche erborate sono altrettanto diffuse in Germania, in oriente, in America… Insomma, difficile stabilire se il termine possa corrispondere a una veritiera natura geografica, ma sappiamo certo di cosa stiamo parlando: di quegli acquari mozzafiato che tutti vorremmo possedere, con piante di tonalità diverse che spuntano da ogni dove, dotati di una straordinaria profondità di campo, in cui i pesci fanno solo da “contorno” a un ecosistema prettamente fotosintetico. Approfondiremo quest’argomento mediante la nostra mensile rubrica di link. LA RUBRICA DEL CARASSIO. Questo mese il nostro inviato molto speciale si è perso in un centro commerciale. Ne ha passate di tutti i colori. Dopo essersi fatto turlupinare da un distributore di orologi di plastica, ha cominciato, come suo solito, a fare considerazioni sulla vita e sugli acquari. Non sappiamo se ne sia derivato qualcosa di buono, ma sarà bene assecondarlo, come sempre, per evitare le sue ire furibonde. LA BAVOSA CRESTATA. La scheda dell’acquario marino mediterraneo, questo mese, ci porta su una scogliera riparata, a osservare le mosse di Scartella cristata. Secondo alcuni autori sarebbe una specie erbivora, quest’affermazione contrasta con le esperienze personali dell’autore. Pare, infatti, che non disdegni piccoli invertebrati e sia ghiotta di mitili accidentalmente rotti. Abbastanza comune nelle zone esposte ai frangenti in acque basse, si riproduce in primavera. Abita nei fori lasciati dai molluschi perforatori, in depressioni o piccole buche naturali della roccia o fra le alghe. OLTRE IL VETRO. Cosa ci riserva questo mese il nostro architetto? Un ambiente insolito, ampio e luminoso, ci si para d’innanzi. Potrebbe trattarsi di un ampio salone, oppure di un loft o ancora dell’interno di un negozio. Ampie vetrate conferiscono un’insolita luminosità diurna, mentre un taglio a “C” caratterizza una parete attrezzata in muratura ed è richiamato dalla pannellatura che ricopre una zona tecnica, contenente peraltro un grosso monitor. Quest’ambiente è vario e movimentato, non solo per i contrasti cromatici creati dall’utilizzo di materiali naturali, ma anche per la presenza di tecnologie d’immagine in grado di produrre emozioni nel visitatore. Eppure manca la vita vera! Come in che senso? Manca un acquario! 18
NON-SOLO-ACQUARI: CONCHIGLIE DA COLLEZIONE. Ecco che, in questo numero, si annuncia un altro viaggio nel mondo di questi fantastici “gusci”, che da tempo immemore sono oggetto d’interesse per l’uomo, il quale ha imparato a classificarli, custodirli e collezionarli. I Terebridi e gli Epitonidi sono l’argomento del mese. Vi presentiamo così altri due gruppi di gasteropodi molto amati dai collezionisti, per insegnarvi a classificarli e conservarli.
COME SI FA. INTERVISTA AL RESPONSABILE TROPICAL FISH. È Carmine Mazzei il nostro ospite di questo mese, che continua con la tradizionale carrellata di produttori accolti gioiosamente dalla nostra testata. Ancora una volta, dunque, un faccia a faccia con i personaggi che creano il mercato acquariofilo nel nostro paese, per sentire, dalla loro stessa voce, i concetti di base da prendere in considerazione per divertirci con i loro prodotti. In questo caso si tratta di un prodotto… vivo! La TF è, infatti, ben nota per la produzione di piante da micropropagazione e da qualche anno è giunta in modo prorompente sul mercato delle Caridina.
In questa sezione riceviamo le vostre lettere e rispondiamo sia sulla rivista sia per e-mail. Potete scrivere semplicemente collegandovi al nostro sito web (www.aquariophylia.it) ed utilizzando l’apposito spazio lettere. Ovviamente sono accettate anche lettere ricevute per posta normale, ma in questo caso i tempi di risposta sono molto più lunghi. Nei primi numeri la rubrica avrà l’aspetto che osservate, semplice e classico. In futuro, anche grazie ai vostri contributi, cercheremo di rendere le risposte sempre più “interattive” in modo che possiate contare sul parere di vari esperti per la risoluzione dei problemi sottoposti alla redazione.
www.aquariophylia.it PICCOLO ACQUARIO NUOVO Ciao a tutti, mi hanno regalato un acquario Vitakraft Polinesia 60. Volevo qualche consiglio per iniziare perché non sono un esperto. La mia idea era di mettere piante vere e come pesci dei guppy. Mi illustrate passo per passo cosa fare e da dove devo iniziare? Caratteristiche acquario: dimensioni: 60x30x37 (h) capacità: 57 litri (circa) filtro biologico (escluso mat. filtrante) pompa a immersione (150/300 Lt./h.) termoriscaldatore (50w) illuminazione: 1 lampadina da 20 w 10.000 k Grazie mille a tutti Mattia69 RISPONDE UN LETTORE Ciao Mattia, prima di tutto, giacché non compare sulla lista di ciò che costituisce la dotazione della vasca, dovrai comprare un fondo per la vasca. Vista la specie che intendi allevare puoi, senza dubbio, acquistare un fondo di ghiaino ceramizzato, possibilmente scuro (per non disturbare gli animali), che metterai in vasca arrivando a un’altezza di 6-7 cm nella parte posteriore e 3-4 nella parte anteriore (due confezioni da 5 kg dovrebbero bastare e neppure svenarti). Sistemato il fondo, dovrai preoccuparti di riempire la vasca. Io lo farei con acqua di osmosi addizionata a sali minerali per raggiungere un ph di 7-7,5, un valore di Gh di circa 8 e un Kh di 4-5. In alternativa, se la durezza dell’acqua di rete lo permette, potrai 20
usare acqua di rete lasciata decantare per 2436 ore ed eventualmente addizionata con un buon bio-condizionatore che catturi le sostanze nocive presenti nell’acqua come metalli ecc. Per riempire la vasca metti sul fondo un piattino o un pezzo di plastica su cui indirizzerai il getto del tubo di riempimento per non sconvolgere il fondo appena sistemato. Dopo aver riempito la vasca, avvia il filtro che dovrà funzionare sempre, ininterrottamente e dimenticati della vasca per almeno due settimane mentre il tutto comincia a maturare, magari con un inoculo di batteri buoni per avviare la colonizzazione del filtro e della vasca. Dopo due settimane di funzionamento puoi iniziare a misurare i valori dei nitriti in vasca (ti servirà un test specifico); li vedrai dapprima crescere e poi diminuire fino a tornare a zero; il picco dei nitriti, a questo punto è passato e, ad un mese circa dall’avvio, potrai iniziare a pensare ai primi abitanti della vasca. Ovviamente, nel periodo di maturazione, potrai iniziare a studiare come disporre piante e arredi in vasca e iniziare, nella seconda settimana
dall’avvio, a piantare le prime piante (occhio perché alcune non vanno piantate nel ghiaino ma legate a rocce o legni ad esempio Anubias sp. e Microsorium sp.). Un consiglio spassionato: non avere fretta di introdurre gli animali, fai maturare bene la vasca e nel frattempo documentati come meglio credi, su Internet, sui libri, sulle riviste del settore, e vedrai che il rischio d’insuccessi demoralizzanti si ridurrà enormemente. Non aver paura di chiedere Guido POI LA REDAZIONE Carissimo Mattia, siamo felici di avere un neo-acquariofilo a battesimo e vorremmo dunque fornire un corredo completo d’informazioni, anche se a questo scopo non basterebbe la rubrica lettere di questa rivista. Per prima cosa dunque ti consigliamo di identificare un negozio serio di acquari nella tua zona (ce ne sono diversi) e di prendere contatti diretti col negoziante, che potrà fornire una serie di spiegazioni tecniche “in diretta”. Qui faremo una breve carrellata delle ope-
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razioni indispensabili per iniziare, fermo restando che la lettura dei numeri precedenti (abbiamo pubblicato due serie di articoli dedicati al neofita) ed eventuali future richieste nella nostra rubrica lettere, potranno completare la prima formazione! Stabiliamo subito che l’acquario che ti hanno regalato non è un prodotto di alta gamma. Si tratta comunque di una vasca costruita secondo le norme, che potrà fornirti una serie di esperienze interessanti e che poi, in futuro, quando vorrai di più, potrai sostituire. Motivo in più per prendere contatto con un negoziante serio e onesto. Non ti consigliamo di modificare l’acquario, come potrebbe fare un qualsiasi acquariofilo alle prime armi: faresti peggio! Meglio usare la vasca com’è, per le tue esperienze di primo livello e poi, se vorrai, cambiarla o upgradarla (ma a quel punto ne saprai molto di più). Per prima cosa, devi decidere che tipo di acquario allestire: dolce o marino? Supponiamo dolce, perché nelle prime fasi perdona più errori! Quali specie vuoi allevare? In base alle specie da allevare potrai decidere che acqua utilizzare. Nella tua zona, in base alle notizie in nostro possesso, l’acquedotto fornisce un’acqua con questi valori: PH 7.6 durezza totale: 28.5° dGH, sodio 5 ppm potassio, 1.13 ppm calcio, 80.5 ppm altri ioni: nei parametri secondo le specifiche di Legge. Con questi valori, senza troppe correzioni, potrai allevare dei poecilidi (come i guppy cui fai riferimento) e qualche anabantide. Ti consigliamo di abbassare leggermente la durezza, in modo da rendere la vita più facile alle piante acquatiche. Per portare l’acqua a una durezza totale attorno ai 15°dGH, dovrai miscelare circa il 50% di acqua di rubinetto con acqua da osmosi inversa (reperibile in qualsiasi negozio del settore: quindi anche dal tuo negoziante di fiducia). Recati presso il negozio con una tanica da 25-30 litri e chiedi il pieno! In alternativa, puoi acquistare una confezione di BluResin e disporla nel filtro biologico. Spendi la stessa cifra, ma risparmi la fatica di portare la tanica a casa.
Poi dovrai acquistare i materiali filtranti: una busta di lana di perlon, un sacchetto di carbone attivo e una confezione di cannolicchi di ceramica. Fatti spiegare dal negoziante come disporli nel filtro (o leggi i numeri precedenti di Aquariophylia). Riempi la vasca, accendi il filtro con la pompa regolata al massimo e regola la temperatura sul termoriscaldatore, usando un termometro a spirito (il negoziante ti spiegherà), sui 25°C. Effettua una misurazione dei valori dell’acqua usando uno stick multi test: in pochi secondi conoscerai in modo approssimativo ma sufficiente, il valore di pH, durezza totale e dei principali inquinanti. Dopo un giorno, aggiungi una dose di batteri attivatori del filtro (es. Sera Nitrivec o, anche meglio, Equò Bio Extra). Dopo una decina di giorni, aggiungi le prime piante (es. specie resistenti, come Anubias nana e Chryptocoryne) e accendi le luci per 10 ore il giorno, circa. Inizia un programma di fertilizzazione con ferro (leggi in proposito la serie sulle piante che stiamo pubblicando proprio ora). Dopo ancora una settimana effettua ancora una misurazione e, se non trovi ammoniaca e nitriti, aggiungi i primi pesci: solo dei Guppy, come dici, ma anche, in alternativa, una coppia di Black molly, tre coppie di Guppy, qualche carassio adatto alle acque calde (anche qui il negoziante ti spiegherà tutto sui “chicchi di riso”, ma digli di consigliarti solo specie che vivono bene in acque dure e pH leggermente alcalini). Oramai ci sei! Per il resto… facci sapere. In bocca al lupo dalla redazione tutta! RISPONDE UN LETTORE Personalmente trovo superfluo l’utilizzo di attivatori batterici e resine, nonché l’utilizzo del carbone attivo. Basta inserire un pizzico di mangime sopra le spugne una volta a settimana e il processo di decomposizione trasformazione prenderà avvio naturalmente. Non è poi la fine del mondo, l’utilizzo di un po’ d’osmosi.. ma siamo sicuri che quel 28 nell’acqua di rubinetto sia in °dGH? Mattia, prova tu stesso a misurare i valori dell’acqua che esce dal rubinetto. 24
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Non vedo poi perché debba usare i carboni attivi, all’inizio è normale che l’acqua sia un po’ torbida e si formi una pellicola oleosa in superficie (diamo a questi batteri il tempo di trovare il filtro), il resto si depositerà sul fondo. Inoltre i cannolicchi sarebbero meglio quelli in vetro sinterizzato, in quanto più porosi. Infine... penso sia meglio regolare la luce gradualmente, aumentando di mezz’ora a settimana fino al raggiungimento di 8-9 ore. Per le piante ti consiglio l’Egeria densa e la Limnophila sessiflora, sono piante rapide e semplici da gestire. I guppy e i black molly poi non vanno a coppie, ma a trii: 1 maschio ogni 2-3 femmine. Infine... considerando che queste specie sono molto prolifiche e che l’acquario è pur sempre di 60 litri lordi, un pesce rosso è proprio da escludere a priori anche solo pensando che si sta parlando di poecilidi. Se però prendi del ghiaietto che non abbia una granulometria troppo grossa, puoi inserire dei Corydoras, un gruppetto di aeneus o di paleatus (almeno 4-5 esemplari) potranno accompagnare tranquillamente i tuoi poecilidi. Sulla luce posso solo dirti che di solito si cerca di restare su una gradazione tra i 4000 e i 6500 K per le piante. Gippy CHIOSA DELLA REDAZIONE Siamo alle solite! Alcuni acquariofili costruiscono delle idee proprie in merito alla gestione dell’acquario (e questo è bene) ma poi tentano di esportarle al prossimo come se si trattasse di Vangelo (e questo è male). Cominciamo dalla prima affermazione “Basta inserire un pizzico di mangime sopra le spugne una volta a settimana e il processo di decomposizione trasformazione prenderà avvio naturalmente”. In realtà per dare inizio al processo di trasformazione non serve neppure aggiungere quel pizzico di cibo, perché i batteri decompositori sono ubiquitari. Allora perché aggiungere un attivatore batterico? Stabiliamo subito che il filtro non si occupa “principalmente” di decomporre alimenti in eccesso (o alme28
no non dovrebbe, se l’acquario è ben gestito) ma piuttosto di effettuare due ossidazioni fondamentali: da ammoniaca a nitriti e da nitriti a nitrati. Poi eventualmente effettua una riduzione: da nitrati ad azoto atmosferico. Moltissimi ceppi batterici possono effettuare queste trasformazioni, con efficienze diverse. Un ceppo di batteri potrebbe trasformare solo piccole quantità di nitriti in nitrati ogni giorno e, per giunta, potrebbe produrre delle tossine come metabolita secondario. Una volta attecchito nel filtro (casualmente a questo punto), non riusciremo facilmente a estirparlo e il nostro “biologico” continuerà a funzionare a metà. Gli attivatori batterici contengono ceppi selezionati, in grado di offrire le massime performances del filtro senza problemi. Vale la pena, dunque, popolare il filtro con i batteri giusti, invece che “sperare” che giungano casualmente. È un po’ come fare la birra in casa: fai bollire malto e luppolo e poi attendi. Qualche lievito di certo attecchirà e comincerà a fermentare il mosto. Ma il sapore di questa birra, nella maggior parte dei casi, sarà nauseabondo. Se desideri ottenere il sapore giusto, sarà meglio aggiungere i lieviti giusti! Ovviamente Mattia dovrebbe misurare i valori dell’acqua. Siamo partiti da quelli di riferimento perché non erano stati comunicati dal lettore. Eppure temiamo che i dati dell’acquedotto siano corretti. Non si comprende quali siano i problemi poi nell’usare del carbone attivo. Si tratta di un acquario con filtro poco efficiente e la presenza di un materiale adsorbente, potrà certo migliorarne la funzionalità. Non stavamo pensando, però a pellicole oleose in superficie o altri sintomi da eccesso di alimenti, anzi, riteniamo che il nostro neofita sarà in grado di evitare tali errori. D’altra parte il carbone attivo non elimina certo le pellicole in superficie (per queste esistono apposite sospensioni di batteri), ma è utilissimo per eliminare all’origine odori e coloranti, prima che siano decomposti nel filtro. Il vetro sinterizzato, ottimo materiale filtrante in alcuni casi, sarebbe certo dannoso nell’acqua29
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rio citato dal lettore, data la bassa velocità di flusso nel filtro: funzionerebbe per il 70% come substrato anaerobico. Meglio i classici cannolicchi di ceramica porosa, che peraltro costano molto meno. I (tanti) soldi risparmiati su questo materiale che non si adatterebbe al caso del lettore, potranno essere investiti meglio in batteri nitrificanti! Quanto poi alle convinzioni in merito alle piante e ai pesci da utilizzare… si tratta ovviamente di convinzioni personali prive di fondamento scientifico. Di pari, la storia che i poecilidi debbano essere allevati in triplette è alquanto peculiare. Si possono avere vantaggi simili allevando un solo maschio per dieci femmine. Basta definire gli scopi! In ogni caso, quando si parlava di carassi che vivono in acque calde, era evidente il riferimento a chicchi di riso, oranda e simili varietà che potrebbero raggiungere lunghezze teoriche di 15 cm ma in acquario restano regolarmente molto più piccoli, non certo il carassio da boccia, che necessita di acque fredde e vasche ampie. Vogliamo infine rammentare, che non esistono temperature di colore consigliabili in assoluto per tutte le piante acquatiche, poiché questo dato dipende da innumerevoli variabili. Persino l’irradianza più adeguata, varia in ogni acquario in base a variabili di tipo biologico e tecnologico. Maggiori dettagli in merito, potranno essere reperiti nella serie sulle piante acquatiche che stiamo pubblicando in questo periodo. Insomma, vogliamo concludere, che non esistono leggi universali in acquariofilia e che dovremmo tutti essere meno categorici, cercando di distinguere tra le convinzioni personali (sempre rispettabili) e le leggi della biologia, che sono spesso più complesse, di quanto un acquariofilo possa immaginare.
Corydoras, 10 cardinali e due pulitori di vetro. Dopo qualche giorno mi sono accorta che la femmina dei Colisa aveva la bocca tutta bianca. Il mio rivenditore mi ha consigliato di cominciare la cura con il DessaMor perché secondo lui è un fungo. Dopo una settimana, la bocca migliorava. Infatti per metà gli si era come staccata. Sono tornata dal rivenditore e mi ha detto di continuare la cura, oggi sono quasi due settimane di cura ma in due giorni mi sono morte tutte e tre le femmine di guppy. Come mai? Quale sarà il problema? La bocca della Colisa sembra sistemata ma, in compenso, sono uscite 1 o 2 macchiette rotonde e bianche sul corpo anche al
UN PROBLEMA DI MALATTIE Ho un grosso problema: ho introdotto nel mio acquario di 125 litri due Colisa lalia, un maschio e una femmina. In vasca avevo già due guppy maschi e tre femmine, due 32
esigenze delle specie allevate! Infatti, alcuni dei pesci che lei alleva (es. cardinali, Corydoras), necessitano di acque molto tenere ed acide, mentre altre (es. Guppy), necessitano di acque relativamente dure e leggermente basiche. Non possono esistere dunque aree di sovrapposizione. I suoi pesci soffrono per condizioni ambientali inadeguate. Passiamo all’impianto filtrante: probabilmente non è sufficiente a sostenere la popolazione del suo acquario e questo può aver prodotto infezioni da batteri opportunisti. Passiamo infine alla diagnosi del suo negoziante: è certamente errata, perché non esistono funghi che colpiscano la bocca dei pesci. Si parla impropriamente di “fungo della bocca” per indicare dei batteri che producono batuffoli cotonosi sulle labbra dei pesci. Si tratta di batteri però, non di funghi. Pertanto, il prodotto antimicotico da lei utilizzato non può che aver ulteriormente ridotto le proprietà depurative del filtro, contribuendo dunque alla diffusione di batteri opportunisti. In definitiva, abbiamo l’impressione che lei abbia commesso una serie di errori a catena! Come uscire da questa situazione? Innanzitutto si informi sulle esigenze dei pesci allevati. Dovrà ospitare nella stessa vasca solo pesci che abbiano esigenze compatibili e correggere i valori dell’acqua in modo da soddisfarle. Ad esempio potrà considerare l’opportunità di allevare solo guppy e anabantidi, regalando gli altri pesci acidofili a un amico acquariofilo o riportandoli al negoziante. Dovrà poi verificare l’efficienza del filtro ed eventualmente potenziarlo. Infine, dovrà curare le malattie batteriche che stanno probabilmente invadendo il suo acquario, tenendo presente che qualsiasi prodotto antibatterico andrà ad influenzare anche il filtro. Pertanto le consigliamo dei prodotti blandi, a base di verde malachite, che le permetteranno di veder regredire i sintomi da lei osservati (macchie, ecc.) sul corpo dei pesci. Un sostanziale cambio d’acqua al termine del trattamento permetterà di ristabilire anche le condizioni ambientali in modo da rendere improbabile un ripresentarsi del problema.
maschio. Come posso risolvere il problema? Aiutatemi non vorrei che mi muoiano altri pesci. Simo Ravi Naturalmente non possiamo esprimere pareri certi, senza aver visto i pesci di cui ci parla e senza conoscere i dettagli del suo acquario. Sarebbe utile, ad esempio, sapere se i valori chimici dell’acqua sono adeguati alle esigenze delle specie allevate e se l’impianto filtrante è sufficiente per sostenere quella popolazione di pesci. Possiamo però fare delle deduzioni tecniche e cercare, almeno, di offrirle un parere. Partiamo proprio dai valori dell’acqua. Non possono in alcun modo essere adeguati alle 33
Vi presentiamo il nostro nuovo SITO WEB di Stefano Bertoni Solitamente il nuovo - è risaputo - tende a spa-
riophylia.it è stato messo in pensione. Vi chiede-
ventare, ci auguriamo davvero che questa volta
rete il perché…
non sia così.
È molto semplice: avevamo bisogno di dare una
Dopo due anni di onorato servizio il sito aqua-
svolta, rendere il tutto fruibile da dispositivi diver-
Quando si accede al vecchio sito web aquariophylia.it viene mostrato questo quadro, che redirige al nuovo portale
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La home-page del nuovo sito. Si possono fare poche cose essenziali, senza rischio di errore: cliccare sulla copertina per scaricare l’ultimo numero, registrarsi o fare il log-in (in alto a sinistra), partecipare al forum o leggere i numeri precedenti, cliccando sugli appositi bottoni. Cliccando sulle finestre in alto invece si accede a contenuti aggiuntivi. si dai soli personal computer, sotto sistemi
immediatamente il nuovo numero senza nemme-
Windows o Mac.
no passare dal sito web, con un singolo “click”.
Per rendere possibile tutto ciò abbiamo dovuto
Ora potrete raggiungere il sito dai telefonini e dai
un po’… stravolgerlo. Innanzitutto è stato modi-
tablet e quindi seguirci da ogni angolo del piane-
ficato il dominio principale, appoggiandoci a un
ta con qualsiasi mezzo multimediale. Addirittura
nuovo sistema di hosting. Il CMS (content mana-
potrete fare il log-in e scaricare la rivista da essi
ger system) è stato sostituito da uno concettual-
(basta cliccare in alto a destra l’icona “menu” e
mente più moderno e funzionale, dotato di
poi scegliere “log-in”).
nuove funzionalità. È stata completamente ridi-
Potrebbe bastare, cosa ne dite? Come, no?
segnata la grafica e (questa è la lieta novella)
Va bene, allora aggiungiamo anche un forum
riconfigurata la modalità di download, resa più
nuovo di zecca, tante nuove funzionalità che ren-
semplice della precedente.
dono il sito semplice da usare anche per gli…
Tutto qui? Ebbene no. Altre grosse novità si pro-
over diciotto!
filano all’orizzonte. Ad esempio all’uscita della
Non nascondiamo una certa soddisfazione nel
rivista tutti gli abbonati riceveranno la newsletter
notare che gli sforzi profusi hanno dato buoni
con un link diretto, che permetterà di scaricare
frutti. Lo sapete oramai: quando facciamo una 35
La finestra di registrazione. Se aggiungerete tutti i vostri dati ne saremo fieri, perché potremo seguirvi ancora meglio ma, se non avete abbastanza tempo, limitatevi a riempire i campi obbligatori (indicati da un asterisco rosso), indispensabili per scaricare la rivista e partecipare al forum: nome prescelto dall’utente, indirizzo mail, password. Più facile di così…
La finestra del forum. Per entrare e partecipare bisogna fare il log-in o registrarsi, come appare nella parte sinistra dello schermo
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cosa, cerchiamo di puntare al meglio e ribadirlo
con la propria specifica esperienza e dedizione. I
fa bene alla nostra autostima.
Webmaster sono sempre dietro le quinte e non
Stiamo crescendo non vi è dubbio: ora avete a
amano apparire… sempre nascosti dietri codici
disposizione anche un blog, anch’esso nuovo di
e alambicchi informatici (sembra quasi di descri-
zecca. Lo trovate all’indirizzo http://aquariophy-
vere atmosfere da “Matrix”). È la loro missione! È
lia.blogspot.it/ Inoltre siamo su facebook all’indi-
anche vero, però, che il pubblico apprezza il loro
rizzo http://www.facebook.com/pages/AQUA-
lavoro quando si concretizza in un sito semplice
RIOPHYLIA/197345000288160.
e ricco di contenuti. Sono destinati al back-office
Dunque cosa aspettate? Visitate tutte le sfaccet-
a vita! Ma per questa volta il webmaster è venu-
tature della rivista e spargete la voce. Aiutate a
to allo scoperto, per presentarsi, per presentare
farci crescere: ne guadagnerete anche voi, in ter-
il suo lavoro sino a questo punto: quando finisce
mini di contenuti.
una cosa… ne inizia una nuova ancora più bella.
Potrebbe bastare così, ma è doveroso aggiun-
Concludiamo
gere un dettaglio organizzativo. Non è solo il sito
Webmaster per l’ottimo lavoro svolto: speriamo
ad essere cambiato ma anche chi se ne occupa.
ardentemente di saper essere ai suoi livelli e di
Lo scrivente, nella fattispecie, è il nuovo webma-
fornirvi insieme a tutta la redazione… il sito dei
ster ed è felice di potersi rendere utile alla rivista
vostri sogni!
ringraziando
il
precedente
Per leggere i numeri precedenti si rimane on-line. Se non avete scaricato i fascicoli pubblicati sino a questo momento potrete comunque sfogliarli nella finestra di consultazione, gestita da Issuu. Motivo in più per scaricare i numeri freschi, appena usciti!
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ANATOMIA DELLE PIANTE di Livia Giovannoli (terza parte) mento dei nutrienti. Di solito le radici non contengono clorofilla verde per cui sono bianche. Le radici di gran parte delle piante acquatiche, sono una combinazione di alcune radici centrali di diametro fino a 1,5 mm, con molte altre striscianti e piÚ sottili. All’interno vi sono molti sistemi vascolari che trasportano l’acqua, i nutrienti e il gas al resto della pianta e viceversa. Le piante grosse e/o voluminose come Echinodorus sp. sviluppano molte radici lunghe
Le piante possono essere divise in quattro parti principali: radici, stelo, foglie e fiori, sebbene alcune piante siano prive di un fusto centrale e altre, come muschi e felci, non producano fiori. Tutte le parti svolgono ruoli essenziali, come crescita, riproduzione, raccolta e accumulo dei nutrienti. LE RADICI Le piante sviluppano radici per ragioni fondamentali: ancoraggio, raccolta e immagazzinaRadici di Limnobium laevigatum
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L’anatomia delle piante: la funzione di ogni parte che compone una pianta. (Disegno di Rosario Curcio)
per garantirsi una buona tenuta e un’ampia zona da cui prelevare i nutrienti. Possono velocemente invadere tutto il fondale dell’acquario. La potatura delle radici è un sistema per controllare la grandezza di queste piante. Senza uno sviluppato apparato radicale la pianta rimane più piccola e compatta.
Alcune radici sono adattate a vivere sopra il substrato e si attaccano saldamente a legni e rocce e altri oggetti solidi. È sicuramente un vantaggio per le piante che sono in grado di crescere in posti dove altre non riescono ad ancorarsi. Microsorum, Anubias e Bolbitis sp. preferiscono essere piantate su oggetti solidi sopra il substra39
Fusti di Echinodorus ozelot
to. Le loro radici crescono sia orizzontalmente sia verticalmente, “sentendo” i posti giusti dove ancorarsi. Le radici pendenti prodotte sotto la superficie dalle piante galleggianti sono progettate solo per assorbire i nutrienti dell’acqua e sono spesso lunghe, sottili e dall’aspetto quasi soffice. Non dovendo trasportare gas, il sistema vascolare è molto semplice e, poiché non si devono ancorare, sono simili a peletti. La morfologia garantisce però, una maggiore superficie di contatto con l’acqua circostante, permettendo alle piante galleggianti di assorbire nutrienti molto più velocemente delle altre piante. LO STELO Lo stelo è presente nella maggior parte delle piante acquatiche e svolge due funzioni fondamentali: supporto e trasporto. Il suo ruolo è possibile, grazie alla presenza di cellule riempite d’aria o gas, che forniscono galleggiamento e aiutano a mantenere la pianta eretta. Poiché l’acqua circostante garantisce gran parte del sostegno, i fusti acquatici sono spesso molto più sottili e flessibili di quelli terrestri. Permettono, infatti, alla pianta di muoversi nell’acqua, invece di rimanere immobili contro di essa, con possibili danni. Allo stesso modo delle radici, gli steli contengono sistemi vascolari per trasportare i nutrienti, l’acqua e i gas lungo la pianta. L’area dello stelo è chiamata asse e cambia molto di dimensione tra le diverse piante. Nelle piante a stelo, l’asse si estende lungo tutta la pianta che fuoriesce dal substrato. È divisa in sezioni dette internodi, delimitati da due nodi che producono le foglie. Alcune piante sono dotate di asse molto corto su cui le foglie crescono a spirale, sembrano quasi non avere fusto e sono spesso chiamate a rosetta. In molte piante, la base del
fusto è adattata per immagazzinare i nutrienti e sembra far parte del sistema radicale. I rizomi e i tuberi di Anubias, Aponogeton, sono tipici esempi di estensioni atte a stoccare i nutrienti. LE FOGLIE Sono strumenti essenziali per catturare la luce, da utilizzare nella fotosintesi. Sono utili anche per lo scambio gassoso e per assorbire alcuni nutrienti. Le foglie delle piante terrestri sono dotate di uno spesso strato esterno ceroso chia40
La struttura fogliare di una Echinodorus “el diablo�: le forme delle foglie cambiano parecchio dalla coltivazione emersa a quella sommersa e dalle condizioni di allevamento 41
Fiore di Anubias sp. una delle poche specie che produce fiori sommersi, i loro semi galleggiano seguendo la corrente
42
43
Rotala rotundifolia: tipica pianta a stelo. Sono piantate in fitti gruppi per ottenere un cespuglio armonioso
mato cuticola, che impedisce alla foglia di disidratarsi. Nelle piante acquatiche è più sottile e i liquidi lo attraversano più facilmente, in modo da favorire l’assorbimento di nutrienti. Le piante acquatiche, che producono foglie aeree, spesso presentano foglie con due forme diverse sopra e sotto l’acqua. Dipende dagli ambienti diversi e dal differente strato di cuticola esterna. Le forme delle foglie cambiano parecchio tra le piante acquatiche e spesso dipendono dall’adattamento per sopravvivere in ambienti diversi.
mente adatte per il primo allestimento. Sono piantate in fitti gruppi per ottenere un cespuglio armonioso. Vanno eliminate le foglie inferiori sullo stelo e spuntato di nuovo (come nei fiori recisi). I singoli steli, o al massimo 2-3 alla volta, vanno inseriti nel substrato per 3-5 cm, esercitando una certa pressione. Data la rapida crescita è necessario potarle o accorciarle di frequente. La potatura corretta consiste nel tagliare l’apice di 15 cm e ripiantarlo nel fondo. Dagli steli spunteranno nuovi germogli laterali. Le piante a stelo prendono gran parte dei nutrienti dall’acqua.
I FIORI Anche se non tutte le piante d’acquario sono in grado di produrre con probabilità fiori in acquario, molte sono piante con fiori, che in natura producono semi e si riproducono grazie ai fiori. Di solito spuntano sopra l’acqua, dove possono essere impollinati dagli insetti, esattamente come le piante terrestri. Alcune piante acquatiche producono fiori sommersi (ad esempio Anubias) e i loro semi galleggiano seguendo la corrente. In alcune specie, invece, i fiori non sono prodotti, preferendo un sistema di riproduzione completamente asessuale.
LE PIANTE A ROSETTA Echinodorus e Cryptocoryne sono tipici rappresentanti delle rosette. Le nuove foglie crescono sempre sulla base inferiore del germoglio reciso, in modo da formare una spessa rosetta. Quando le piante vengono svasate, le foglie esterne vanno eliminate, le radici vanno accorciate di circa 2-3 cm. Quando si pianta nel substrato, questa va spinta in profondità nel terreno e poi va tirata nuovamente verso l’alto, raggiungendo la posizione nella quale è stata precedentemente coltivata in vaso; così facendo il rizoma è rivolto verso il basso e si formeranno velocemente nuove radici.
LE PRINCIPALI DIFFERENZE TRA LE SPECIE DI PIANTE LE PIANTE A STELO Le piante a stelo quali Alternathera, Hygrophila, Ludwigia, sono a crescita rapida e particolar44
Echinodorus “Regine Hildebrandt�: le nuove foglie crescono sempre sulla base inferiore del germoglio reciso, in modo da formare una spessa rosetta 45
Lilaeopsis brasiliensis: molte piante con stoloni, si possono tosare come la superficie di un prato, col tempo si forma un tappeto vegetale compatto
PIANTE A STOLONI (O DIRAMAZIONI) Le piante a stoloni quali Echinodorus tenellus, Lilaeopsis sp., Eleocharis sp. sono spesso minute e la soluzione migliore è dividerle in piccole porzioni. Si recide la lana per circa 1 cm con un paio di forbici affilate o con un coltello. La lana di roccia restante rende piÚ facile la piantumazione del piccolo cuscinetto. Molte piante con stoloni si possono tosare come la superficie di un prato, col tempo si forma un tappeto vegetale compatto.
Pianta con rizomi: Microsorum pteropus. La maggior parte delle piante con rizoma crescono in modo ottimale su pietre e radici e solitamente sono piante epifite, necessitano quindi di poca luce e crescono lentamente 46
Le Vallisneria, e le Sagittaria, che creano anche loro stoloni, invadono facilmente tutta la superficie dell’acquario, quindi vanno eliminate le diramazioni per evitare una crescita troppo massiccia. PIANTE CON RIZOMA I rizomi hanno un aspetto simile alle radici, ma in realtà sono gli steli ispessiti. Le specie Anubias, Microsorum, e Bolbitis fanno parte di questo gruppo di piante. Quando si piantano, occorre fare attenzione che il rizoma non sia completamente coperto dal terreno. Così facendo si evita il rischio di putrefazione. La maggior parte delle piante con rizoma, cresce in modo ottimale su pietre e radici e, solitamente, sono piante epifite; necessitano quindi di poca luce e crescono lentamente. Le foglie brutte o danneggiate dovrebbero essere eliminate direttamente dal rizoma.
Pianta con tubero: Aponogeton ulvaceus. Consiglio per le specie Aponogeton, per il periodo di quiescenza mettere il tubero fuori dall’acquario in sabbia umida, a una temperatura più fredda
IL TUBERO Un tubero vegetale è un organo carnoso e, spesso, dove è possibile immagazzinare sostanze di riserva. Le specie Aponogeton e Nymphaea lotus per esempio hanno un tubero molto compatto. Un aspetto tipico delle piante a tubero è che le fasi di riposo e crescita avvengono nel luogo naturale. Nell’acquario, il tubero viene inserito nel terreno esercitando una certa pressione, facendo in modo che il germoglio emerga in maniera evidente dal terreno. Nella cura, eliminare sempre una parte Bulbo di Crinum thaianum: prima di piantarle si accorciano di 3-4 cm le radici e si eliminano le parti morte del bulbo, piantare poi il bulbo nel terreno fino a metà. Il terreno dovrebbe essere profondo almeno 10 cm 47
48
Muschio di Giava (Taxiphyllum barbieri): sono di facile coltivazione e molto decorativi, necessitano solo di un’acqua pulita e di valori stabili
49
delle foglie esterne alla base del tubero. Consiglio per le specie Aponogeton: per il periodo di quiescenza mettere il tubero fuori dall’acquario in sabbia umida a una temperatura più fredda (16-18 °C) e al buio per 2-3 mesi. IL BULBO Anche il bulbo è un organo di deposito che serve per sopravvivere nei periodi di quiescenza e siccità. La Crinum calamistratum e la Crinum natans, africane, sono ottimi esempi. Prima di piantarle, si accorciano di 3-4 cm le radici e si eliminano le parti morte del bulbo, piantando poi il bulbo nel terreno fino a metà. Il terreno dovrebbe essere profondo almeno 10 cm. Le foglie più vecchie e danneggiate sono eliminate dalla base del bulbo. Limnobium laevigatum è una pianta galleggiante e le lunghe radici fluttuanti assorbono le sostanze nutritive dall’acqua
50
Eichhornia crassipes: una splendida pianta galleggiante per acquari aperti e laghetti. In acquario le lampade vanno tenute a una certa distanza per non bruciare le foglie
MUSCHIO I muschi creano principalmente tappeti e cuscini spessi. Piantati su pad di acciaio direttamente nel terreno, o legati a legni o rocce con filo o retine per i capelli. Rasandoli spesso con le forbici, si ottengono cuscini di muschio spessi e compatti. Le parti di muschio tagliate possono essere poi posizionate in altri punti. PIANTA GALLEGGIANTE Le piante galleggianti hanno sviluppato uno speciale corpo galleggiante che permette loro di germogliare sulla superficie dell’acqua. Eichornia, Pistia e Trapa sono adatte ai laghetti o grandi acquari aperti, Salvinia, Limnobium, Phyllanthus sono particolarmente adatte come consumatrici delle sostanze nutritive per gli acquari. Se la superficie dell’acqua è troppo coperta, le piante in eccesso vengono tolte. Anche il Ceratophyllum fluttuante è molto consigliato per ottenere un equilibrio biologico in acquario. 51
Inserto da stampa Pesci e poesia, il fascino del XVI secolo Eccomi di nuovo qui, dopo un prolungato sog-
saranno saltate per il momento, per entrare
giorno in biblioteca, reparto antichi e rari.
subito in argomento; verranno pubblicate, per
Sfogliando e curiosando, mi è venuta un’idea
amore di completezza, alla fine dell’opera. Se
pazzesca (come dite? Ho solo idee pazzesche?
poi qualcuno muore dalla curiosità di leggere
Qui si offende!). Sì, insomma, ho deciso di rega-
subito diverse pagine di presentazione in versi
larvi un libro antico. Beh, quasi antico… Cioè, il
latini, basta dirlo e provvederò a mandargli per-
libro è antico sul serio, ma proprio per questo
sonalmente e immediatamente il pdf.
ne ho a disposizione una sola copia, non posso
E adesso, una seconda sorpresa… Ma che sba-
mica farlo a pezzi per accontentarvi tutti. E allo-
dato, con la mia solita distrazione non vi ho
ra, miei cari lettori, vi dovrete accontentare
ancora detto di che libro si tratta! Bene, le
della migliore approssimazione possibile (second
informazioni dettagliate a fra poco. Per il
best, direbbero gli inglesi e, in fondo, il best com-
momento vi dico solo che si tratta di un’affasci-
pensa il second, vi pare?).
nante descrizione della fauna acquatica, o alme-
Per farla breve: ho deciso di regalarvi la ripro-
no di quella conosciuta nella seconda metà del
duzione di uno splendido, affascinante, imperdi-
‘500. La seconda sorpresa, dunque, eccola: tutte
bile libro antico. Siccome il libro è piuttosto
le specie considerate sono descritte in versi
grosso (due parti, per un totale di oltre 300
(ohimè, in latino) e sono illustrate da splendide
pagine!), ovviamente non posso fare le scansio-
xilografie (incisioni su legno, come usava all’epo-
ni e pubblicarlo in una sola volta, ma ci vorran-
ca). Le illustrazioni sono a volte sorprendente-
no diversi mesi: il primo libro antico a puntate!
mente fedeli e a volte, come dire, un po’ fanta-
Inoltre, le parti introduttive (17 pagine di dedi-
siose (o magari basate su un solo esemplare in
ca, introduzione, privilegio ecc.), possono inte-
cattive condizioni, o su racconti e descrizioni,
ressare solo gli appassionati bibliofili, perciò
senza che l’artista ne avesse mai visto un esem-
Inserto da stampa 52
are e conservare plare) e non rispondono quindi agli standard di
e data di nascita del nipotino più giovane, chia-
perfetta rappresentazione ai quali ci hanno abi-
ro? ‘Sti adulti, le pensano proprio tutte..., non ci
tuato foto e filmati.
si può distrarre un attimo.
I nomi indicati, inoltre, sono quelli che venivano dati all’epoca, quindi prima della standardizza-
Passiamo adesso alle specifiche tecniche, cioè
zione della nomenclatura proposta da Linneo.
alla descrizione dell’opera in questione:
…E proprio qui sta il bello, e la sorpresa: apria-
François Boussuet De natura aquatilium carmen,
mo un concorso fra tutti i lettori invitandoli a
Lugduni, apud Mathiam Bonhome, 1558. Unica
identificare le specie rappresentate, indicando-
edizione. Questo libro è fondamentalmente una
ne il nome comune moderno e, quando possibi-
riduzione del testo sulla fauna marina pubblica-
le, il nome scientifico. Se poi avete anche una
to da Guillaume Rondelet una trentina di anni
foto della specie in questione da mandarci, sare-
prima (De piscibus marinis, 1554-55) e in seguito
mo strafelici di pubblicarla. Infine se qualcuno
(nello stesso 1558) tradotto in francese da
vuole cimentarsi in una traduzione dei versi che
Laurent Joubert. L’autore, il medico François
accompagnano le illustrazioni: ancora meglio!
Boussuet (1520 – 1572), era stato, come pure
I premi? Già, un concorso prevede anche dei
Joubert, allievo di Rondelet. Boussuet è anche
premi. Vediamo... Per chi identifica una specie,
autore di un trattato di medicina in 12 volumi...
una menzione onorevole nella rubrica “vincito-
che vi risparmio. Le bellissime xilografie che illu-
ri del mese”; per chi, oltre ad identificare la spe-
strano quest’opera, sono probabilmente dell’in-
cie ne invia una foto, la menzione di “fotografo
cisore lionese Georges Reverdy, attivo tra il
prestantissimo” nella stessa rubrica; per chi
1531 e il 1564.
manda anche la traduzione del testo, la menzio-
I versi di Boussuet riassumono le osservazioni
ne di “traduttore massimo”. Contenti? Come, vi
di Rondelet, senza tralasciare l’aspetto gastro-
aspettavate di più? Ma che pretendete da un
nomico delle specie descritte: in effetti vengono
cavalluccio di mare? Al massimo posso offrirvi
suggerite diverse ricette nel corso del testo. Un
un fiore... di Posidonia!
altro concorso potrebbe essere di tipo culina-
Inoltre, per i lettori più giovani, le tavole, una
rio: provare le ricette suggerite da Boussuet e
volta stampate, sono bellissime da colorare e,
confrontarle con le proprie. Il vincitore potreb-
ovviamente, se ce ne mandate una scansione
be avere il privilegio di invitare a cena tutta la
saremo felici di pubblicarla... che ne dite? Su
redazione per far provare i suoi capolavori...
bambini, al lavoro! Ho detto bambini! Non cer-
No? Non siete entusiasti dell’idea? Peccato.
cate di ringiovanirvi per partecipare truffaldina-
Le specie descritte comprendono, oltre ai pesci,
mente a questa iniziativa e non usurpate nome
anche svariati invertebrati, quali molluschi, cefa-
are e conservare 53
lopodi, echinodermi, ecc. Persino gli usi in medi-
Per i più curiosi: Guillaume Rondelet (1507-
cina di diverse specie vengono presi in conside-
1566) era un medico e naturalista francese.
razione (qui però preferisco non proporre con-
Amico di Rabelais, quest’ultimo lo satireggiò
corsi né esperimenti casalinghi: non si sa mai).
sotto le spoglie di “Rondibilis” nella sua opera
Non mancano neppure i mostri descritti da
“La vie de Gargantua et Pantagruel”... vatti a fida-
Rondelet nella sua opera (e questi sfido chiun-
re degli amici!
que a capire da quale animale reale e da quale fantasia sbrigliata possano aver avuto origine).
Bene, eccoci pronti per la prima parte del
Infine una parte dedicata a pesci, crostacei e
nostro nuovo inserto. Sono curioso di sentire i
molluschi d’acqua dolce. Insomma, ce n’è per
vostri commenti, impressioni, consigli (datti
tutti i gusti.
all’ippica non verrà preso in considerazione),
Per i bibliofili e i masochisti seguono le indica-
insomma qualunque cosa, purché vi facciate
zioni bibliografiche, tratte dal catalogo di una
sentire.Adesso poi, potete farci sapere il vostro
libreria antiquaria: Adams B-2607; Mortimer
parere anche sul blog, twitter, facebook... Se poi
118; Baudrier X, 257 (collazione scorretta);
qualcuno riesce anche a rispondervi non ve lo
Durling 660 (incompleto); Nissen ZBI 511;
so dire. La solita segretaria sta tentando di
Nissen (Fischbücher) 31; Waller 11789;
aggiornare il blog con un manuale di istruzioni
Wellcome I, 1018; Paleari-Henssler 50. Boh!
in una mano e una bacchetta magica nell’altra
Sempre per le stesse categorie di lettori, ecco
(in realtà una bacchetta da direttore d’orche-
anche la collazione, sì, insomma, quante pagine
stra, in mancanza di meglio) perché, visto che
avrete alla fine della pubblicazione (ma perché la
comunque non ci capisce niente, dice che tanto
fanno così complicata i bibliofili?). Due volumi in
vale provarle tutte... Ehm... Eccola che si avvici-
1, 4to, 10 carte non numerate, 240, 135 (ma
na... Meglio sparire.
138, errore di numerazione) pagine, di cui 1 ripiegata. Marchio editoriale xilografato a
Vostro, sempre,
entrambi i frontespizi, 2 ritratti dell’autore in
IppoCampo
xilografia e 466 illustrazioni in xilografia. Boh un’altra volta!
Ippo Campo questa volta fa sul serio. Non sappiamo dove abbia trovato quel libro polveroso ma è determinato a regalarlo a tutti i lettori. Un libro del millennio scorso non è uno scherzo. Soprattutto considerando che si tratta di un’opera unica. Solo i lettori di aquariophylia potranno possederla. Per ottenerla tutta basterà stampare ogni mese, con una comune stampante a colori a getto d’inchiostro, tutte le pagine dell’inserto. Vi consigliamo di utilizzare una carta un pochino spessa, che possa dare giusto risalto a questi disegni da pergamena. Al termine dell’opera, possiederete una vera raccolta storica di pesci magnificamente disegnati e potrete eventualmente decidere di farla rilegare, oppure di conservarla in classificatori trasparenti in un blocco ad anelli.
54
Two Oceans: aquarium e dintorni di Silvio Arnone Cape Town - Sud Africa, 3 febbraio 2013
stata questa una spiacevole sorpresa, fortunatamente compensata da una gratificante visita al Two Oceans Aquarium. La moderna ed estesa
Dal punto di vista acquariofilo Cape Town non è
struttura offre una ricca esposizione della fauna
particolarmente affascinante. Non ci sono molti
marina locale.
negozi e quei pochi che esistono offrono un
La nostra visita inizia al mattino e la prima sosta
assortimento generico. La situazione è decisa-
è al bar, accogliente e ben fornito; segue d’obbli-
mente migliore a Johannesburg e a Durban. È
go una visita allo “store”, dove non mancano libri
Sandelia capensis
72
Piacere, Murena e souvenir vari. A questo punto siamo pronti per
Purtroppo non riceve molta attenzione l’ambien-
vedere l’acquario.
te dulcacquicolo locale. Solo una grande vasca,
La penombra avvolge le grandi vasche: sono i
alla fine del percorso, riproduce il fondale di un
colori dei pesci a ravvivare l’ambiente. Una molti-
fiume. Personalmente, sono rimasto deluso da
tudine di Amphiprion sp. affolla la prima vasca. La
questa mancanza. Mi sarei aspettato (o almeno
targa racconta che sono tutti nati in cattività e -
speravo) di vedere un soggetto autoctono molto
notizia interessante - la struttura in plexiglass sul
interessante e praticamente introvabile in com-
fondo è stata da loro accettata in sostituzione
mercio, Sandelia bainsii (amichevolmente ribat-
dell’abituale anemone. Resta da capire il motivo
tezzato “Rocky”) o almeno il suo “cugino”
di questo allestimento artificiale, però funziona.
Sandelia capensis (meno raro). Trattasi di grossi
Le vasche successive sono più “naturali” e ognu-
anabantidi presenti solo nella provincia del Capo.
na è riservata a singole specie. Interessante la “pozza di marea” con effetto onda. Spettacolari
IL SANTUARIO DEGLI UCCELLI
le “stanze panoramiche”. È come sedersi sul
Visitato l’acquario e posto che non si sia interes-
fondo dell’oceano: difficile venir via.
sati alle scimmie, altra meta da prendere in con-
È davvero il caso di dedicare almeno mezza gior-
siderazione è il “Bird’s Sanctuary”. Un’area palu-
nata alla visita. Si può assistere al pranzo dei pin-
stre molto vasta e incontaminata, ove sono stati
guini e partecipare ad altri momenti di vita della
fissati vari punti di osservazione.
struttura, accompagnati dal personale sempre
Purtroppo, le strutture di contorno (acquario e
disponibile e pronto a rispondere alle nostre
rettilario) versano in stato di abbandono e sono
domande.
chiuse al pubblico. Sono riuscito a visitarle dopo 73
Buongiorno! :) Ci sono anch’io!
74
Capo di Buona Speranza e Dias Beach
aver parlato con il direttore e (sorpresa!) l’acqua-
nero, gli occhi sono grandi e mobili, la bocca rac-
rio consta di un’unica grande vasca panoramica.
conta che si tratta di un predatore di quelli “tosti”.
L’acqua c’è ma è resa verde dalle alghe plancto-
A grandi linee, somiglia a una giovane cernia.
niche unicellulari. È bastato però soffermarmi
Cerchiamo di conoscerlo meglio. Il nome locale
qualche minuto per stimolare la curiosità degli
è “Cape Kurper”, sebbene sia considerata una
ospiti presenti, che si sono avvicinati al vetro per
specie a rischio, si ritrova in vari biotopi fluviali.
conoscere l’inatteso visitatore. Grosse tilapie e
Preferisce stazionare sotto rocce semi-emerse,
barbi vari sfilavano vivaci, magari sperando in un
rami pendenti in acqua o più semplicemente tra
pasto extra.
le piante. Da adulto supera di poco i 20 cm e per
Interessato e allo stesso tempo deluso dalla
ospitarlo degnamente in acquario è preferibile
“banalità” del luogo, stavo per allontanarmi quan-
allestire una vasca di almeno 250 litri arredata
do ho notato un altro ospite che aristocraticamen-
con piante galleggianti, rocce, legni e sabbia fine
te si manteneva distante dal gruppo degli avven-
sul fondo.
tori, i quali facevano ressa di fronte a me. Mi sono
I valori dell’acqua prediletti da questa specie e le
spostato sul lato sinistro della vasca, ove l’ombra
sue note fondamentali sono:
era apparsa dal verde e… sorpresa! È lui!
Temperatura = 18-22 °C
Un sia pur giovane ma robusto esemplare di
pH = 6,5-7,2
Sandelia capensis seguiva con sguardo vivace i
dGH = non oltre 15°
miei movimenti. È davvero diverso dagli anaban-
Alimentazione: praticamente onnivoro, si adatta
tidi che conosciamo: il corpo è grigio chiazzato di
al cibo secco ma è buona norma non fargli man75
Tutto bene, questi pagliacci mi tengono buona compagnia :)
76
77
Two Oceans Aquarium
care Chironomus vivi o surgelati e lombrichi
passione per i vini: varie aziende vinicole e filari di
spezzettati.
vigna si estendono a perdita d’occhio, proprio ai
Dimorfismo sessuale: il maschio è più intensa-
bordi della strada e la degustazione è gratuita (io
mente colorato.
non guidavo, dunque ne ho approfittato).
Riproduzione: il maschio accentua la colorazione
Se il tempo è tiranno, solo un’altra meta merita di
e scava una buca nella sabbia. Sebbene vi sia un
essere presa in considerazione, a mio parere: il
rituale di corteggiamento, non si assiste al tipico
Capo di Buona speranza. Qui finisce l’Africa; più
abbraccio degli anabantidi. La femmina rilascia le
a Sud oltre l’oceano, il Polo.
uova nella buca e il maschio le feconda. Dopodiché si prende cura delle uova fino alla schiusa (è preferibile allontanare la femmina). Quanto vorrei averne una coppia! MUOVERSI CON… BUONE SPERANZE Posto che non vi sia il tempo per esplorare qualche corpo idrico locale, non vi è molto altro da fare per un acquariofilo da queste parti. Andare in giro nei dintorni di Cape Town può essere gratificante per chi ha la
La struttura in plexiglass nella vasca degli Amphiprion 78
CLICCA SUL FILMATO!
...È COME SEDERSI SUL FONDO DELL'OCEANO: DIFFICILE VENIR VIA
La visita è molto agevole. È stato creato un
gli onori tributati al luogo in questione dovrebbe-
parco nazionale e si gira comodamente nel
ro andare di diritto al Cabo Agulhas, che si trova
modo che più aggrada, anche a piedi, volendo.
un po’ più a Sud e ben distante da Cape Town (circa 200 Km).
CARTE GEOGRAFICHE
Comunque, a parte le pignolerie geografiche, la
Chi è affascinato dalla geografia avrà indugiato a
visita procede in questo modo: dopo aver paga-
lungo sulla carta geografica, cercando d’indovi-
to il biglietto al cancello, si procede dritto per
nare i tratti di questo luogo mitico. Ebbene, seb-
alcuni chilometri, si parcheggia, si scende dal
bene maestoso, il luogo è un po’ deludente. Va
veicolo e ci si rende conto che c’è vento.
detto che il Capo di Buona Speranza (Cape of
Quindi lo sguardo incontra il faro, che è situato
Good Hope), è in effetti il “fratello minore” del più
sul punto più alto e ci si convince che quello è il
imponente Cape Point.
Capo di Buona Speranza. A questo punto si
Insomma, a esser pignoli, vi è molto da conte-
comincia a camminare convinti che il faro sia la
stare: nell’immaginario collettivo questo è il
nostra meta. Le signore che indossano abiti leg-
punto più meridionale dell’Africa ed è qui che
geri si ritroveranno nei panni di Marilyn Monroe
s’incontrano le acque dell’oceano Atlantico (geli-
sulla grata della metropolitana e i maschietti di
de) e quelle dell’oceano Indiano (più o meno
tutte le età si renderanno conto che non è il faro
temperate). Non è vero niente! Magari i primi
l’attrazione principale.
grandi navigatori non se ne sono accorti, ma tutti
Proseguendo perché lo si è sentito dire da qual79
Monodactylus, mon amour 80
81
Ciaooo
cuno o perché, fra un colpo di vento e l’altro, i
possessarsi di un panino o di una Coca Cola.
nostri occhi si sono appuntati sui cartelli indica-
Andiamo oltre e cominciamo a salire verso il faro:
tori, ci rendiamo conto che il Capo di Buona
c’è sempre vento, almeno questo...
Speranza è quella piccola altura in basso a
Giunti al faro, sia pure ansimanti (sì, c’è la funico-
destra, cui non avevamo dato nessuna impor-
lare, ma vuoi mettere?), il bel panorama è la
tanza, attratti dalla bella spiaggia alla sua sinistra.
nostra ricompensa. Riprendiamo fiato e comin-
Siamo, nel frattempo, arrivati di fronte al ristoran-
ciamo a scattare fotografie. Poi, leggiamo le tar-
te e ci sono venute fame e sete. Ci passeranno
ghe che ci sono in giro. Alcune sembrano molto
subito, rendendoci conto che è necessario met-
antiche, quindi interessanti.
tersi in fila per il resto della giornata prima d’im-
Mi attrae quella che riguarda il faro, fiore all’occhiello della tecnologia britannica dell’epoca. Racconta che è stato costruito da un ingegnere inglese (Gordon, mi pare) a metà dell’ottocento e posizionato nel punto più alto del luogo. Sfortunatamente, dopo aver finito i lavori, ci si rese conto che il faro era quasi perennemente avvolto dalla nebbia o dalle nuvole, per cui di fatto inutilizzabile.
Lactoria cornuta 82
Si è vero, preferiamo Linux!
Chaetodon marleyi (“South African Butterflyfish”endemico in South Africa. L’unico “pesce farfalla” rinvenibile nell’oceano Atlantico e nell’oceano Indiano, normalmente in coppia)
83
Colors and Fun
84
85
Veduta del Bird’s Sanctuary
86
87
CONCLUSIONE DEL VIAGGIO
pericolosità del luogo. Semmai, appena entrati in
Bene, siamo stanchi, non abbiamo nessuna
acqua, ci domanderemo perché nessuna nota
voglia d’imboccare il sentiero conducente alla
accennava alla temperatura. Ecco… se al costu-
lingua di roccia che si protende nell’oceano e
me e alla tavola da surf non abbiamo abbinato
torniamo indietro. Dato che è tutta in discesa (e
una muta da sub, capiremo subito che oltre il
c’è sempre vento), siamo rinfrancati e giù in
bagnasciuga non è il caso andare.
basso decidiamo d’imboccare l’altro sentiero
Quando decideremo di tornare indietro, la scali-
che conduce al Capo di Buona Speranza, quel-
nata che prima ci era tanto piaciuta, diviene
lo vero.
destinataria di varie considerazioni più o meno
Più ci si avvicina, più risulta evidente che quello
intime e che sarà meglio non elencare. L’unica
spuntone di roccia è davvero insignificante.
appena riferibile senza cadere nel volgare è: “ma
Molto più attraente è la spiaggia sotto di noi, alla
chi me l’ha fatto fare?”.
nostra sinistra (Dias Beach): sabbia bianca, pra-
Tornati in cima, l’unico desiderio è andar via e si
ticamente deserta e onde oceaniche che si sus-
punta decisi sul parcheggio. L’ultima insidia ci
seguono con maestoso fragore.
attende qualche chilometro oltre: la strada che
Se prima si saliva, adesso si deve scendere. Una
percorriamo è in alto. Poco dopo aver lasciato
comoda (lunga) scala porta fin giù.
l’area di parcheggio, ne vediamo un’altra in
Se abbiamo portato con noi il costume da bagno
basso, lambente l’oceano. Conduce al Capo di
e la tavola da surf, saremo impazienti di usarli e
Buona Speranza (direttamente e dal lato oppo-
non faremo caso ai cartelli che avvisano della
sto): all’incrocio l’idea di puntare verso l’uscita
Fulica cristata. Questo amichevole simpaticone s’incontra nei canali stile olandese di “Century” a Cape Town
88
Perché scappano tutti?
parte di un sommergibile tedesco), è il risultato finale del brillante piano elaborato dal responsabile della “sezione porcate” del servizio segreto britannico (su diretta ispirazione
di
un
certo
Winston Churchill) ed è avvesvanisce e svoltiamo a sinistra. La meta non è
nuto nel 1915, non molto lontano dall’Irlanda.
lontana ma l’unico motivo che la rende interes-
Che c’entra tirarlo in ballo? Quale causa determi-
sante, è la presenza delle foche e di numerosi
nante per lo spostamento del faro, oltretutto
uccelli marini.
datando l’evento al 1911, quando il bel piroscafo ancora navigava felicemente e ignaro del suo
NOTA A PROPOSITO DEL “LUSITANIA”
destino?
La targa sul faro è tutta un programma. Riferisce
Per correttezza racconto al Lettore che vado a
che esso è stato spostato più in basso rispetto
memoria riferendo di questa targa, perché tutte
alla collocazione iniziale. Però non vi è traccia di
le fotografie (targa compresa) scattate in occa-
altri fari nella zona. Si presume quindi che si rife-
sione della visita, sono andate perse: mi sono
risca allo stesso e alla sua collocazione definitiva.
ritrovato in loco con le batterie della macchina
Tuttavia non è questo il dettaglio più curioso,
fotografica scariche ed ho rimediato chiedendo
tanto era inutile quando doveva servire ed è inu-
in prestito un BlackBerry, che è stato rubato
tile oggi che è in disarmo. Evidentemente quel
pochi giorni dopo, prima che potessi trasferire le
faro è nato con un’unica vocazione: divenire un
foto.
monumento!
Ho la presunzione di ricordare bene quel che ho
Nella mia mente la sirena di allarme ha comincia-
letto e non ho resistito alla tentazione di raccon-
to a suonare quando ho letto che lo spostamen-
tare il fatto. La targa è ancora lì. Attendo dunque
to è avvenuto nel 1911, dopo che il Lusitania è
eventuali smentite da chi eventualmente si tro-
colato a picco. L’affondamento del Lusitania (da
vasse a passare da quelle parti.
Per approfondire le notizie fornite in questo articolo in merito a Cape Point e dintorni (in inglese), provate a cliccare sul link che segue:
http://www.turtlesa.com/fairestcape.html 89
QUESTO NON MI CONVINCE
QUESTO NON MI CONVINCE
QUESTO NON
Questo non mi convince... In questa sezione della rivista trattiamo di prodotti che hanno, per un motivo o per l’altro, riscosso poco successo presso singoli acquariofili. Avete acquistato una pompa centrifuga che vi è esplosa tra le mani? Avete usato un mangime che ha ucciso tutti i pesci in poche ore? Avete utilizzato un medicinale che non ha risparmiato neppure i pesci in ottima salute? Scriveteci una lettera con le vostre impressioni e cercheremo di chiarire l’accaduto. Innanzitutto effettueremo noi stessi una prova del materiale incriminato, per accertare che le vostre prime impressioni non siano state dettate da un uso sconsiderato o da errori di utilizzo. In seguito cercheremo di offrire pareri e possibili soluzioni, che potrebbero rivelarsi utili per gli stessi produttori. Ma cercheremo soprattutto di offrire un servizio agli appassionati tutti, per evitare che subiscano le stesse catastrofiche conseguenze. Nel caso di errori di utilizzo, ovviamente, potremo informare i lettori per evitare di inciampare negli stessi ostacoli. Questo potrà servire a “salvare” prodotti e accessori che potrebbero essere caratterizzati da ottima qualità, ma essere utilizzati erroneamente, a causa di scarsa informazione o errata comunicazione da parte del fabbricante. Fatevi avanti, dunque: siamo qui per accettare e discutere le vostre critiche! Le vostre sdegnate lettere potranno essere inviate direttamente al sito web o per posta, in redazione. Vi saremo grati per la vostra collaborazione.
IL TIMER degli acquari Cayman a cura della redazione Avete chiesto tante volte di mandare le nostre opinioni anche sui prodotti che non funzionano e voglio assecondare la richiesta. Se non cominciamo noi lettori a fare chiarezza sui prodotti che non funzionano, nessuno potrà dire che le riviste non affrontano questi argomenti. Mi ritengo abbastanza esperto, perché fin da piccolo ho avuto acquari a casa mia ed ho allevato tutte le specie di pesci, quando nei negozi se ne trovavano ancora poche, ma questo problema che mi ha fatto perdere tempo e soldi, non sono riuscito a risolverlo. Mi hanno regalato un acquario Cayman 60 Professional due anni fa e vi devo dire che funziona molto bene, meglio del modello di acquari che avevo prima e che è andato a sostituire. L’acqua all’inizio si presentava lattiginosa ma poi il filtro ha cominciato a funzionare bene e ora non mi posso proprio lamentare visto che l’ho popolato con moltissimi pesci, che sono aumentati con le continue riproduzioni di Guppy e funziona ancora molto bene. Anzi, amici più esperti mi dicono che sembra la vasca di un pescivendolo, ma a me piace così e visto che tutti i valori dell’acqua sono buoni o entro la norma, non vedo perché dovrei cambiare. Un problema però l’ho trovato ed è grosso. Da due anni a questa parte ho dovuto portare l’acquario 90
MI CONVINCE
QUESTO NON MI CONVINCE
QUESTO NON MI CONVINCE
ben quattro volte al mio negoziante per far sostituire il timer delle luci. Si blocca all’improvviso e smette di accendere e spegnere. L’unica soluzione per azionare le lampade è spostare il bottone bianco che è a destra. La prima volta pensai che si trattasse di un caso e svuotai l’acquario per portarlo al negoziante. Ma poi l’evento si è ripetuto spesso. Ogni volta devo aspettare due settimane che il negoziante riceva un timer in sostituzione.Adesso sono riuscito a staccare la parte alta del coperchio, così non devo rifare l’acquario ogni volta, ma si tratta comunque di una grande seccatura. Continuo a tenere l’acquario perché l’ho detto, funziona molto bene, ma questa storia del timer non può continuare, senza contare la spesa continua, ogni due o tre mesi. Leby32 LA NOSTRA VERIFICA Abbiamo avuto modo di parlare degli acquari Cayman, prodotti da Ferplast, in precedenti numeri di questa rivista e possiamo senza dubbio concordare con il nostro lettore sulla qualità tecnologica e la robustezza dell’impianto. La vasca dalla forma capiente e il coperchio ben strutturato sono elementi fondamentali di que-
st’acquario, che lo rendono facilmente riconoscibile rispetto a modelli delle stesse dimensioni, per robustezza, qualità dei materiali ed estetica. Il filtro poi è un piccolo gioiello, studiato nei dettagli per eliminare dall’acqua non solo ammoniaca e nitriti (per ossidazione) ma anche nitrati (per riduzione), composti coloranti (spugna adsorbente) e materiali organici in sospensione. Il problema relativo alla delicatezza del timer, in passato, ci è stato segnalato anche da altri lettori e deve dunque essere verificabile. Per la verità noi stessi abbiamo testato a lungo vasche di questo tipo senza osservare problemi al timer per lunghi periodi, ma evidentemente la comparsa dell’inceppamento è del tutto casuale e, dunque, potrebbe presentarsi spesso oppure mai. Difficile comprendere i motivi di tale malfunzionamento. Apparentemente (in base alla casistica esaminata), l’evento diviene più frequente quando si manovra spesso la ruota del timer per regolare l’ora e, in base ad una casistica che siamo riusciti a riassumere, appare più
Svitare le due viti posteriori è facilissimo, infilando un giravite con punta a stella nei fori sul coperchio
Sollevato il coperchio posteriore si mette allo scoperto il timer con i suoi collegamenti
Le viti non sono visibili ma facilmente raggiungibili 91
meraviglia solo a causa di questo… difettuccio? Allora abbiamo testato un acquario marino tropicale per un periodo abbastanza lungo, in modo da riproporre il problema suggerito dal lettore e provare a risolverlo. Speravamo che salsedine e calore avrebbero prodotto quanto atteso. Inutile dire che tutto ha funzionato alla perfezione per un periodo lunghissimo! Questo non significa comunque che le impressioni del nostro amico fossero errate: abbiamo una casistica abbastanza ampia che dimostra la loro veridicità. Allora, stanchi di attendere abbiamo “simulato” la rottura del timer, per identificare possibili soluzioni pratiche. La più semplice è quella di sostituire il timer in casa, senza spostare la vasca. Ovviamente si tratta di un’operazione che dovrebbe essere affidata a un elettricista o comunque a personale pratico di connessioni elettriche, ma molti acquariofili hanno abilità professionali di questo tipo.
Timer sollevato dai supporti
Si spostano i cavetti uno per uno dal timer vecchio al nuovo (sulla destra)
spesso nei mesi estivi, forse a causa di surriscaldamenti. Senza dubbio, dobbiamo confermare le impressioni del lettore: il Cayman è un acquario eccezionale, tale da superare in eccellenza la qualità media degli acquari completi disponibili in commercio, ma il timer potrebbe creare dei problemi nel tempo. Vogliamo rinunciare a questa
Il vecchio timer ed il mammut con i cavetti
Dunque, molto più semplice che staccare il coperchio come suggerito dal nostro lettore, è svitare le due viti che sostengono la copertura del timer. Basta infilare un giravite con punta a stella nei due fori posteriori della vasca (facilmente identificabili nelle foto) e sollevare poi la sottile lamina di plastica, per mettere alla luce il vecchio timer. Inutile rammentare che tutto ciò va eseguito solo dopo essersi assicurati di aver staccato la spina dalla corrente elettrica. Torniamo al nostro timer. Ora è scoperto e a nostra disposizione, ma bisogna maneggiarlo con cautela. Noterete che esso è collegato a quattro cavetti, che vanno assolutamente rimes-
Solo l’ultimo cavetto è rimasto in sede e sta per essere trasferito
92
Al termine dell’operazione il nuovo timer viene rimesso in posizione nel coperchio
Il nuovo timer collegato con tre cavetti in sede
si nella loro posizione. Pertanto, quando acquisteremo il nuovo timer (un negoziante specializzato è perfettamente in grado di fornirne di nuovi a prezzi contenuti e in breve tempo) dovremo fare in modo da riportare ogni singolo cavetto nella sua corretta posizione, per evitare cortocircuiti e malfunzionamenti. Se il nuovo timer è stato fornito con i cavetti già assemblati e collegati a dei mammouth di plastica, consigliamo di staccare gli innesti metallici delicatamente, con l’aiuto di una pinza, in modo da liberare il nuovo accessorio. Lo disporremo quindi di fianco al vecchio, nella stessa posizione (regolatevi utilizzando lo spigolo smussato come riferimento) e cominceremo a staccare un cavetto per volta, inserendolo nella stessa posizione sul nuovo timer. In questo modo sarà facile evitare errori. Per collegare e scollegare gli innesti metallici consigliamo di utilizzare una pinza. A questo punto potremo disporre il nuovo timer al posto del vecchio, facendolo combaciare con
Ora che tutti i collegamenti sono stati effettuati possiamo riavvitare il coperchio
gli appositi supporti, e disporremo infine la copertura in plastica, per fissarla nuovamente con le sue viti.Tutta l’operazione dura solo pochi minuti ed ha un costo irrisorio. In definitiva, il problema del timer può rappresentare un fastidioso inconveniente in alcuni casi, ma si risolve rapidamente e facilmente. Se proprio dovesse ripresentarsi, comunque, si può prendere in considerazione l’ipotesi di scollegare i neon dal timer per collegarne i cavi a un timer esterno. Quest’ultima operazione, in ogni caso, dovrebbe essere affidata a un elettricista, ma risolverà il problema definitivamente. Speriamo che quanto da noi sperimentato possa essere di aiuto, dimostrando peraltro che non vale la pena rinunciare a un acquario di tale livello tecnologico a causa di un evento relativamente raro, risolubile in vari modi e che, in definitiva, potrebbe non presentarsi affatto.
Timer pronto per essere trasferito
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Aquariophylia in‌ poesia
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Questo mese la rubrica di Mariella Bettarini ci invita alla lettura di un contributo ricevuto da tempo e tenuto nel cassetto (o in cantina, come il buon vino!). Potremmo definirla… una poesia tecnica! Ci parla di uno strumento ben noto alla maggior parte di noi eppure, forse, non lo avevamo mai veduto sotto questa luce.
Lo schiumatoio
Torna su in alto e cambia di stato
di Eleonora Silente
Contiene tutti i mali del mondo Nitriti nitrati fosfati precipitati
Soffice e lieve, lenta lenta
Terribili ostaggi di mari inquinati
Sale, si posa, s’alza, respira
L’aria santifica, chiarisce, pulisce
S’infila la schiuma e scoppietta leggera
Ossigeno ed acqua insieme. Svanisce!
Sibila fischia si sposta, non posa
Il denso nemico vinto ormai pasce
Pasce, poi cresce, rinasce, sparisce
Nel ricettacolo scorre pesante
L’acqua ribolle nella colonna
Passa nel tubo ma lui non lo vuole
Lercia ma chiara subisce, rischiara
Vinto dall’aere e dal suo vigore
Poi torna in basso, ribolle, sconquassa
Posa oramai senza più dignità
Viene respinta da pompe e ventagli
Pronto al momento del cambio ch’attende
L’illustrazione di questo mese, prodotta da Flora Palumbo è tanto bella e poetica che abbiamo ritenuto bello farne anche una copertina. dipinto di Flora Palumbo Pescata - acrilico su tela 60x60 contact : 349 - 0836387 flographic@yahoo.it http:/ florapalumbo.wix.com/florapalumbo 95
Un laghetto p
pesce rosso
96
er il
97
di Maurizio Quarta - prima parte Nell’immaginario collettivo, a un laghetto si
è più rigido, d’inverno la superficie del laghetto
associa universalmente l’immagine di pesci
può ghiacciare. La temperatura minima di
rossi che vi nuotano tranquilli, sotto un tetto di
sopravvivenza dei pesci è 4 °C e questa tempe-
ninfee splendidamente fiorite. Un laghetto rap-
ratura è quella a cui si trova l’acqua in profondità,
presenta un’occasione, per il nostro giardino,
anche se fuori si scende sotto 0 °C e la superfi-
di ospitare un biotopo acquatico ricco di vita e
cie ghiaccia. Se la profondità del laghetto non è
ideale area relax all’aria aperta davanti alla pro-
adeguata, il rischio è che ghiacci in maniera tale,
pria porta di casa.
da non permettere il raggiungimento della tem-
La costruzione del laghetto richiede un’accura-
peratura minima di 4°C sul fondo.
ta progettazione preliminare, per evitare errori
Una profondità superiore a un metro non è
difficilmente correggibili una volta riempito
consigliabile per vari motivi: sia perché compli-
d’acqua e messo in funzione.
cherebbe non poco la manutenzione, sia per-
Il primo passo è la scelta del luogo dove realiz-
ché qualche incauto animale domestico o,
zare il nostro specchio d’acqua; la soluzione
peggio ancora, un bambino, potrebbe cadervi,
migliore è un’area esposta ai raggi diretti del
rischiando di annegare.
sole, almeno per alcune ore della giornata. Andrebbero evitati alberi nelle immediate vici-
COME FARE, IN PRATICA
nanze le cui foglie, frutti o aghi, cadendo, mar-
Esistono due vie principali per ottenere il
cirebbero, inquinando l’acqua.
laghetto dei nostri sogni in giardino:
La dimensione del laghetto, per motivi estetici,
- laghetti prefabbricati, in polietilene;
deve essere proporzionata al terreno adiacen-
- scavarlo nel terreno e poi utilizzare un telo in
te; tuttavia, una superficie tra i 6 e i 15 metri
PVC per impermeabilizzare lo scavo.
quadri, consente di mantenere l’equilibrio bio-
I vantaggi offerti dai laghetti prefabbricati sono
logico con una certa facilità e nel tempo. Per
la facilità d’istallazione e la lunga durata; gli
quanto riguarda la profondità ideale, almeno
svantaggi sono che non possono adattarsi al
un paio di metri quadrati devono trovarsi a una
terreno e nelle loro dimensioni, poiché, in
profondità di 1 metro, per almeno 2 buone
generale, permettono di realizzare solo spec-
ragioni:
chi d’acqua di piccole dimensioni e poco
1) durante le assolate giornate estive, l’acqua
profondi, ma sono abbastanza ingombranti da
in superficie si può scaldare molto e così i
richiedere il trasporto con grandi furgoni e rela-
pesci hanno la possibilità di rifugiarsi in profon-
tivo aggravio di costi. Inoltre, dato la loro natu-
dità, dove l’acqua rimane più fresca e, quindi,
ra prefabbricata, saranno i desideri di chi li
più ricca d’ossigeno;
possiede ad adattarsi alla forma del laghetto e
2) al contrario, specie nelle regioni dove il clima
non viceversa. 98
99
100
Il telo in PVC ha il grande vantaggio di adattar-
avere parti del bordo scoperte, dalle quali l’ac-
si allo scavo e perciò permette di realizzare
qua uscirebbe, erodendo il terreno. Inoltre, è
qualsiasi forma. Non si ha alcun problema per
possibile costruire una barriera contro l’uscita
dimensione e profondità ed è molto facile da
d’acqua per capillarità, poiché il terreno circo-
sistemare. Lo svantaggio è che, ovviamente,
stante i bordi, l’erba e in particolar modo le
richiede più lavoro rispetto a una scocca
radici, assorbono l’acqua dal laghetto.
preformata. Il PVC è un materiale morbido ma robusto,
QUANDO E COME COMINCIARE
duraturo nel tempo e resistente ai raggi UV. Va
Il periodo migliore per costruire un laghetto è la
scelto preferibilmente nero, sia perché meno
fine dell’inverno. Le piante, infatti, escono dal
visibile, sia perché riflette meno la luce del sole,
riposo invernale ed hanno forza sufficiente per
riducendo il pericolo di proliferazione di alghe
attecchire e svilupparsi al meglio, aiutate dal
infestanti. Lo spessore del telo varia general-
fatto che l’acqua inizia a scaldarsi, con l’au-
mente tra 0,5 e 1,5 mm e la scelta dipende
mento della temperatura che indica l’approssi-
dalle dimensioni del laghetto; date più impor-
marsi della primavera.
tanza alla qualità che al prezzo, scegliendo un
Per effettuare lo scavo, sul luogo prescelto
telo che sia biologicamente neutro verso pian-
tracciate il perimetro del bacino utilizzando
te e pesci e garantito contro i raggi UV, che,
delle corde o del gesso in polvere. Allo stesso
altrimenti, ne causerebbero rapidamente lo
modo segnate le diverse zone interne del
screpolamento nei punti esposti al sole.
laghetto, che corrisponderanno a profondità
Per determinare le dimensioni del telo, prima di
diverse, in modo da soddisfare le diverse esi-
comprarlo disegnate la sezione progettata, sia
genze di piante e pesci, permettendo loro di
in lunghezza sia in larghezza, su un foglio di
convivere armoniosamente. Vi sarà quindi una
carta millimetrata. Disegnate anche le pareti
zona d’acqua bassa, profonda da 5 a 30 cm
con le terrazze e gli avvallamenti per le piante
(corrispondete a uno scavo di 20 – 50 cm),
e aggiungete lo spazio per il bordo, circa 70
che occuperà circa un terzo della superficie,
cm. Otterrete così la dimensione del telo. Se
preferibilmente nella parte posteriore del
invece avete già eseguito lo scavo, potrete
laghetto, poiché è destinata ad accogliere
posare una cordicella lungo pareti e fondo,
molte piante palustri anche piuttosto alte, che
prima nel senso della lunghezza e poi in quello
potrebbero ostacolare le operazioni di manu-
della larghezza, aggiungendo i 70 cm per i due
tenzione. La zona di acqua media o centrale,
bordi (= 140 cm), per ottenere le dimensioni
sarà estesa tra il 10% e il 50% della superficie,
del telo appropriate. L’aggiunta di 70 cm per il
a ridosso di quella d’acqua bassa, con uno
bordo, serve ad assicurare una superficie
scavo gradualmente più profondo.
maggiore, giacché nessun telo si può stende-
L’inclinazione tra le terrazze deve essere la
re senza pieghe e, soprattutto, ad avere una
meno ripida possibile. L’ideale è un’inclinazio-
sporgenza sufficiente a non correre il rischio di
ne di un metro per 50 cm di dislivello. Infine, la 101
102
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Nota della redazione Come sempre, nel rispetto totale delle opinioni dell’autore, la redazione pubblica informando che alcuni concetti meriterebbero di essere approfonditi in modo scientifico e discussi. Ad esempio, dimostrare che l’acqua più profonda e più fresca sia anche più ricca di ossigeno, richiederebbe indagini approfondite. Di certo, esistono pubblicazioni che dimostrano la stratificazione di corpi d’acqua, anche dolce, alle elevate temperature. In questo caso si può osservare il fenomeno contrario: le acque più profonde, rimanendo fisicamente separate dagli strati superficiali, risultano totalmente anossiche. Ma senza dubbio, la presenza di aree profonde e meno calde perché più prossime al terreno dove possono scaricare energia termica, rende il laghetto più ospitale per molti organismi che non possono vivere a temperature elevate. È vero, tuttavia, che a temperature inferiori, l’indice di saturazione in ossigeno sale e dunque, se queste sono in contatto con i gas atmosferici, riescono a contenere maggiori quantità del prezioso gas, quando a saturazione. Insomma, i diversi concetti esposti meriterebbero approfondimenti accurati, ma vogliamo qui solo invitare a discutere criticamente, tra noi, ogni concetto e ogni affermazione categorica.
zona di acqua profonda, occuperà il resto
evitare che conduca all’esterno anche i
della superficie. Terminato lo scavo, è impor-
pesci. N.d.R.), in modo tale che l’acqua pio-
tante togliere tutti gli oggetti appuntiti (chiodi,
vana possa defluire senza far esondare il
sassi, pezzi di vetro) che potrebbero bucare il
laghetto, confluendo nelle acque bianche
telo vanificando il nostro lavoro e foderarlo con
della casa o in un letto di ghiaia, dove poter-
uno strato di sabbia fine spesso 3 – 5 cm, che
si disperdere.
avrà una funzione protettiva sul telo, ammor-
A questo punto dovremmo continuare con la
tizzando le asperità. Un buon consiglio è di
disposizione del fondo ma… lo spazio a nostra
stendere il telo approfittando di una giornata
disposizione è terminato. Continueremo dun-
calda e soleggiata, perché più la temperatura
que il mese prossimo, anche per riposarci dalle
dell’aria è alta, più il telo diventa elastico, di
fatiche dello scavo, che ci hanno completa-
conseguenza si adatta meglio alle pareti dello
mente debilitati!
scavo ed è più facile sistemare le pieghe. È
Mettendo insieme questi due articoli, però,
importante fare in modo che il telo non sia in
sarete pronti a iniziare i lavori nel vostro giardi-
tensione, perché a lungo andare potrebbe
no e perfettamente in tempo per allestire il
cedere, richiedendo riparazioni alquanto pro-
laghetto nel periodo ideale per la sua rapida
blematiche.
maturazione. Nel frattempo, visitate il nego-
Un utile accorgimento è prevedere, già nella
ziante locale o un buon centro di giardinaggio,
fase di scavo, un canale o un tubo di troppo
per cominciare a scegliere i materiali da utiliz-
pieno (da proteggere con una reticella, per zare. 104
Un tuffo, una foto a cura di Marco Gargiulo Iniziamo questo mese una nuova rubrica che ci auguriamo apprezzerete. Un campione di fotografia subacquea ci racconterà ogni mese, in modo sintetico, una sua esperienza inebriante. Lo farà con poche parole e un bello scatto perché… una foto vale più di mille parole. Ci condurrà così nelle profondità sottomarine che tanto spesso proviamo a riprodurre nei nostri acquari domestici. Potremo così ottenere spunti interessanti per i nostri layout marini, ma anche prendere parte, virtualmente, a piccole avventure costiere. Il piatto forte resta la foto, prezioso omaggio di colui che sa farci sognare con un semplice… click!
105
DANZE D’AMORE AL “VERVECE” Il primo maggio 2012 sono uscito con l’allegra brigata degli amici sorrentini, per un tuffo al “Vervece” (dal latino Vervex, caprone, è un caratteristico scoglio sito in Massa Lubrense, presso Napoli. N.d.R.). Pur arrivando in anticipo, sono l’ultimo a salire in barca. La Ligeia è già colma di subacquei e immediatamente salpiamo verso lo scoglio. Il tempo è incerto, con un cielo velato ma con mare calmissimo. L’acqua è verde, come atteso in questo periodo primaverile. Raggiungiamo l’area delimitata dalle boe gialle e ci tuffiamo in mare. Sotto le mie pinne, s’intravede un branco di enormi barracuda; scendo sopra di loro, ahimè, facendoli allontanare prontamente. Proseguo verso il largo e raggiungo una nota spaccatura sui -25 metri, dove riposa un grosso scorfano. Poco sopra si staglia una bella murena. Di cernie, oggi, neanche l’ombra. Pochi anche i saraghi maggiori. Più numerosi invece sono i saraghi fasciati e le donzelle. Proseguo il giro fin quando incontro una coppia di peperoncini gialli, intenta all’accoppiamento. La posizione della roccia su cui si sono sistemati è molto disagevole. L’obiettivo usato poi, il 105 micro, non è adatto a ritrarre in modo ottimale la situazione. Il maschio si muove continuamente, saltellando intorno alla femmina che lo attende ferma e immobile. Ardua l’impresa di ritrarli contemporaneamente nel fotogramma ma eccitante l’assistere a tale miracolo della natura!
106
107
vai col...
ww w
link! a cura di Mario Loffredo In questa rubrica prendiamo in considerazione ogni mese un argomento di base, per guidarvi nella perfetta
comprensione dei
principi e
delle tecniche che ogni buon acquariofilo dovrebbe conoscere. Oramai la
rete offre una vasta gamma di notizie in proposito e non è necessario, dunque, che Aquariophylia predisponga articoli specifici in merito. La rete, però, contiene anche tante notizie errate, non essendo verificate in alcun
esperto della rivista si prenderà cura di leggere ed esplorare suggerendo solo pagine corrette o, perlomeno… non totalmente scorrette! In tal modo potrete godere di una navigazione “sicura”, sfruttando le recensioni proposte ogni mese. Vi modo. Per questo motivo un
proporremo pagine in varie lingue, per assecondare le vostre preferenze, indicate dalle
bandierine
al fianco di ogni link, per assecondare le
vostre preferenze. Accetteremo ovviamente con grande piacere anche i vostri
suggerimenti:
se avete trovato una pagina particolarmente
interessante, inviateci un riferimento e saremo felici di valutarla ed eventualmente recensirla. 108
Oggi parliamo di…
L’ACQUARIO “OLANDESE” Lo chiamano “olandese” ma sull’origine sorgono ancora molti dubbi. Certo, in Olanda si allestiscono da sempre acquari molto ricchi di piante e questo potrebbe spiegare l’attributo. Tuttavia le vasche erborate sono altrettanto diffuse in Germania, in oriente, in America… Insomma, difficile stabilire se il termine possa corrispondere a una veritiera natura geografica, ma sappiamo certo di cosa stiamo parlando: di quegli acquari mozzafiato che tutti vorremmo possedere, con piante di tonalità diverse che spuntano da ogni dove, dotati di una straordinaria profondità di campo, in cui i pesci fanno solo da “contorno” a un ecosistema fortemente fotosintetico. Qualcuno obietterà: ma stiamo allora parlando di “landscape aquarium”? In un certo senso sì! Ma allora, si potrebbe pensare, stiamo anche parlando di vasche erborate in “stile Amano”? Certo, in un certo senso… Insomma, al di là delle mode e delle tendenze, la vasca ricca di piante riscuote da sempre un successo eccezionale, rallentato solo dalla consapevolezza delle difficoltà insite nella realizzazione di simili opere d’arte. Sarà davvero tanto difficile da realizzare? Forse impossibile per i più? In uno dei prossimi numeri (probabilmente il prossimo), inizieremo una serie appositamente dise-
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gnata per accompagnarvi in quest’opera, con il contributo di un autore molto esperto nel settore. Ma prima di addentrarci nella materia, come sempre, sarà bene leggere e informarci, per arrivare “ferrati” e ben preparati all’appuntamento ed evitare i rischi di una conoscenza superficiale. Ecco allora una bella carrellata di siti web che vi parlano di queste tecniche e vi forniscono una buona infarinatura di base. Studiate, dunque, perché probabilmente dal prossimo numero, metteremo alla prova la vostra destrezza in questo campo, invitandovi a realizzare il vostro personale landscape, con l’aiuto di articoli scritti ad hoc per voi, fortunati lettori di Aquariophylia!
http://digilander.libero.it/acquarimania/acquario_olandese.htm http://www.acquarimania.org/biotopo_olandese.htm http://www.tuttozampe.com/acquario-tecnica-olandese/31074/ http://www.acquadivetro.com/Modelli/Acquario%20olandese.html http://hexacorallia.weebly.com/acquario-olandese.html http://www.acquariofilando.it/un-olandese-da-scrivania/ http://www.aquagarden.it/articoli/57_olandese.asp http://www.aquagarden.it/articoli/59_storia.asp
http://www.practicalfishkeeping.co.uk/content.php?sid=4627 http://www.aquascapist.com/aquascaping/art-of-aquascaping-which-style-fits-you/ http://www.okeanosgroup.com/blog/aquariums/going-dutch-the-intricate-beauty-of-dutch-style-aquariums/ http://www.aquaticplantcentral.com/forumapc/aquascaping/258-weekly-topic-dutch-aquarium-style.html http://deosfluviatilis.hubpages.com/hub/aquarium-design-aquascaping-fish-tank-plant-placement http://www.aquahobby.com/tanks/e_tank0212.php http://www.aquabotanic.com/?tag=dutch-plant-tanks http://www.aquatic-gardeners.org/budget.html
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110
di Carassio Aurato Forse alcuni di voi non mi conoscono... Ebbene sì! Sono proprio un pesce, e allora?
Sabato scorso mi sono perso in un centro commerciale ed è stata una delle esperienze più degradanti, terrificanti, inconcludenti della mia lunga e, (poco) serena, esistenza. Ero stato inviato colà dal capo (inchino) per scrivere un servizio sulla qualità degli acquari in vendita nei grandi magazzini (li chiamano “Grande Distribuzione”, ma a me paiono piuttosto una brutta rappresentazione del Grande Fratello). Scopo del capo era di studiare gli acquari in vendita presso la G.D. (come cos’è, ve l’ho appena detto, Grande Distribuzione. Ma allora non state attenti…) ed io, inviato speciale di Aquariophylia con diritto di uccidere (il commesso), avrei dovuto scovare tutti i trucchetti in base ai quali un acquario completo che in negozio ti costa cinquecento euro, te lo porti via con cinquanta euro e ti danno anche un buono sconto per il prossimo acquisto di pannoloni. Dunque, sono entrato ed ho seguito il flusso, cercando inutilmente la “directory”. Noi in USA la chiamiamo così, almeno. Parlo di quel tabellone posto in genere all’entrata del centro, dove sono riportati per filo e per segno tutti i negozi con la collocazione, i marchi offerti, gli orari d’apertura, ecc. Inutile dire che qui siamo in Italia e di Directories nemmeno l’ombra. Ho provato a chiedere a dei gentilissimi passanti che non mi hanno neppure degnato di uno sguardo, forse distratti 111
arrivare al centro commerciale. Poi ti stressi per il parcheggio. Poi ti stressi per trovare la tua merce desiderata. A quel punto sei tanto stressato che compri praticamente di tutto. Dovremmo pensare anche a questo. La terza considerazione è che avete perfettamente ragione quando dimostrate di non fidarvi di nessuno! Noi della redazione ridiamo sempre a crepapelle quando uno dei nostri lettori trova strano che una rivista come la nostra sia regalata. …Quando ci rechiamo alle fiere campionarie e la gente chiede di acquistare un abbonamento ad Aquariophylia e poi, sentito che è gratuita, fugge via a gambe levate! …Quando leggiamo nei forum che di certo qualche entità segreta (russi? Comunisti?) ci paga per parlare bene o male di questo e di quello. Ci sono troppi imbroglioni in giro e non ci si può più fidare di nessuno. Ma non dovrebbero esserci delle leggi che ci proteggono da queste cose? Se uno va in giro a proporre contratti capestro, non dovrebbe temere, almeno, che un poliziotto prima o poi gli metterà delle manette ai polsi? Se ciò accadesse, forse, la gente potrebbe vivere con meno fobie. Ma a quanto pare la ciarlataneria è entrata in ogni sezione della nostra esistenza: dal supermercato alla politica. Spararle grosse non è reato e, dunque, si fa a gara a chi la spara più in alto! Puoi andare tra la gente ad affermare che hai fondato un nuovo parlamento, o giurare di raddoppiare tutti i soldi che i ragazzini hanno nei portafogli, sapendo che nessuno ti dirà: “adesso basta, hai esagerato”. Che tristezza! Le parole non hanno più alcun valore. E noi che viviamo scrivendo… La quarta considerazione deriva dal fatto che l’acquario infine l’ho trovato. Era tardi e l’altoparlante invitava a spostarsi verso le casse, ma dopo un pomeriggio intero speso per identificare l’og-
dai saldi delle borse da donna, forse stufi di gente che li fermava per ogni più diverso motivo. L’unico che mi ha preso in considerazione, è stato un signore che distribuiva gratuitamente dei gratta e vinci, il quale mi ha invitato a grattare senza impegno. L’ho fatto e ora sono orgoglioso proprietario di un orologio in plastica del valore di un centesimo, vinto con quel biglietto, senza aver dovuto pagare neppure un centesimo (quello in questione, appunto). Peccato che per ottenerlo io abbia dovuto sottoscrivere un contrattino che m’impegna, per i prossimi sei anni, ad acquistare ogni mese un orologio di simili fattezze, pagandolo appena duecento euro. Queste e altre disavventure, mi sono accadute mentre cercavo il reparto acquari del supermercato e ciò mi spinge a una prima serie di considerazioni che spontaneamente giungono alla ragione. In primis mi chiedo: ma dove correva tutta quella gente? Perché lo faceva? Temo che questa domanda resterà senza risposta. Eppure, a pensarci, non sarebbero stati meglio a passeggiare in un bel bosco, magari con delle profumatissime bancarelle per la vendita di graffe calde? Insomma, immaginate di teletrasportare tutta quella gente in un parco inglese, con tanto di laghetto con i cigni, ombrellini da sole, fiori, palloncini colorati e graffe calde. Non credete che starebbero molto meglio? Niente da comprare, nessuno sconto speciale… solo profumo di graffe, polline e aria da respirare. Ehi, gente, ma dove stiamo andando? Purtroppo i parchi all’inglese scarseggiano mentre i centri commerciali proliferano. Dovremmo pensarci su questa faccenda. E protestare… La seconda considerazione che mi viene in mente, è che trovare l’acquario è stata un’impresa. Non solo ti stressi per 112
Cosa accade, però, se compro un acquario presso il negoziante specializzato? In teoria tutto il contrario. Purtroppo non sempre va così. Ci sono alcuni negozi specializzati che vendono acquari solo di poco migliori rispetto a quelli G.D. Tuttavia c’è dentro il negoziante specializzato, direte voi. E se poi quello se ne intende meno del commesso del centro commerciale e comincia a suggerirvi di acquistare un fertilizzante a base di ferro per curare i puntini bianchi sul corpo dei pesci (malati) che vi ha appena venduto? Beh, evidentemente in questo caso potrete sentirvi molto stupidi, perché non solo avete sprecato il vostro tempo (proprio come sarebbe stato se aveste acquistato un acquario G.D.) ma avete pure speso molto di più! Conclusione del mio viaggio di sabato scorso: non lo so! Non so proprio cosa consigliarvi. O meglio, lo so, ma è difficile da dire. La conclusione è “fatevi furbi”. Dovrete essere così scaltri da identificare un negoziante serio e poi scegliere delle merci che valgano quello che pagate. In genere ci riuscite pure a naso, anzi, solo a naso, ma dovete essere certi di stare allerta e di non fidarvi dei tanti imbroglioni che ci premono da ogni parte. Come riuscire nell’impresa? Usate il vostro naso! È l’unico senso, probabilmente, che ancora non sono riusciti a imbrogliare del tutto. Fatelo in modo cosciente e razionale e resterete sorpresi dai risultati. Ma per carità, smettete di usare il cervello. Quello è stato irrimediabilmente bruciato dalla pubblicità e dagli ingredienti dei ketch-up che vi propinano sin dalla più tenera infanzia. Vi porterebbe a fare spese errate e, talvolta, persino a votare come prevedono gli esperti di marketing! Vostro, nasocentrico Carassio
getto del mio servizio giornalistico, avrei mai potuto mollare? Certo, chiunque lo avrebbe fatto… ma non Carassio! Ecco allora che mi avvicino con un po’ di puzza al naso, cercando di non sporcarmi troppo con quella roba, per analizzare il sedicente acquario da cinquanta euro, messo in bella mostra all’inizio del corridoio “pet”. Non avevo preclusioni: mi aspettavo semplicemente il peggio. A conti fatti, dopo analisi approfondite e un giretto di prova nella vasca, devo ammettere, pur sapendo che farò imbestialire il capo che… quello è un acquario. Va bene, tanto per non indurre in errori grossolani, non è un acquario da superesperti. Si tratta di una vasca in vetro sottile ed anche un po’ verdino, contenente un filtro approssimativo, un coperchio termoformato e un neon che… fa acqua da tutte le parti. Quando lo confronto col gemello da cinquecento euro però, lo devo dire, non c’è proporzione. In questo caso la vasca è incollata meglio ed ha pareti un po’ più spesse. Il coperchio è più elegante e si stacca meno facilmente quando si apre il cassetto del mangime. Il neon è meglio isolato e di qualità migliore. Il filtro è più efficiente. Ma a onor del vero, non potrei giurare che queste differenze giustifichino un prezzo tanto diverso. Cosa consigliare allora ai nostri lettori? Secondo me, ma posso sbagliarmi, esiste una serie di motivi che ci dovrebbe spingere ad acquistare l’acquario (e tutto il resto) presso un negozio serio. Se compro quell’acquario (poco) funzionante presso il centro commerciale, molto probabilmente andrò incontro a piccoli problemi che il commesso del negozio non sarà in grado di risolvere. A seguito degli stessi potrei perdere la pazienza, gettare tutto alle ortiche e raccontare in giro che l’acquario è un hobby insulso. Ecco perché non dovrei acquistare un acquario G.D. 113
115
biocondizionatore
Info: http://www.aquaristica.it/trattamento/default.htm
e novitĂ
RECENSIONI
CATEGORIA
Aquaristica Balance: cinque millilitri, naturalmente 116
Molto spesso dimentichiamo l’importanza dell’acqua nella gestione dei nostri acquari: un’acqua di qualità, priva di metalli pesanti, cloro, silicati, è fondamentale per la buona riuscita del nostro hobby. In alcuni casi l’utilizzo di un’acqua dura è consigliabile: basti pensare
biocondizionatore per acquari formulato a partire da prodotti naturali. Elimina metalli pesanti e cloro e contiene composti umici a protezione dell’epidermide
all’allevamento dei vari pesci del genere Poecilia, che preferiscono un’acqua con un elevato grado di alcalinità. In questi casi spesso si adopera l’acqua del nostro acquedotto cittadino che, in molte parti d’Italia, risulta essere decisamente “dura” dal punto di vista chimico e sicuramente ricca di cloro, aggiunto
è importante favorire la sedimentazione dei metalli pesanti prima del cambio
al fine di ottenere un liquido sterile. Il cloro, come altre sostanze normalmente presenti nell’acqua cittadina, come i metalli pesanti, può dare fenomeni di accumulo o tossicità acuta sui nostri ospiti. È utile quindi trattare l’acqua del cambio, al fine di limitare la presenza di questi composti o renderli inoffensivi. Aquaristica ha proposto il proprio biocondizionatore, il Balance, contenente prodotti natura-
zione utile è simile a quella svolta da qualsiasi
li atossici e utile non solo per l’eliminazione del
additivo della stessa categoria, ma l’effetto è
suddetto cloro ma anche al fine di donare una
ottenuto non già utilizzando prodotti di sintesi
parziale protezione alle mucose dei nostri
ma naturali biocondizionatori, per assecondare
pesci, come di prassi per i prodotti di questo
la natura del nostro acquario.
tipo. Vi è, infatti, una discreta quantità di acidi
Il dosaggio è semplice: 5 millilitri di prodotto
umici che, com’è ben dimostrato, permettono
per ogni 10 litri di acqua del cambio. Il prodot-
di proteggere la cute dei nostri pesci sia da
to può essere utilizzato anche in acquario.
un’acqua chimicamente aggressiva (ad esem-
Tuttavia ne consigliamo l’uso specialmente nel-
pio con un pH particolarmente basso), sia dal-
l’acqua del cambio, che deve essere opportu-
l’attacco di eventuali parassiti. In definitiva, l’a-
namente stabulata per qualche ora. 117
alimentazione
Info: http://brightwellaquatics.com/products/phytogoldmt.php
e novitĂ
RECENSIONI
CATEGORIA
Brightwell Aquatics Phytogold-M: omega tre dalle piante che nuotano 118
Il fitoplancton è alla base della rete trofica marina ed è fondamentale per sostenere gran parte della vita negli oceani. Si può dire, banalizzando e con le relative eccezioni, che ove c’è fitoplancton, si troveranno anche copepodi, pesci, mammiferi marini, uccelli. Anche lungo le nostre amate barriere coralline, il fitoplancton è abbondante: queste alghe picco-
alimento a lunga conservazione, adatto a tutti i filtratori di fitoplancton. Arricchito con acidi grassi omega 3
lissime, invisibili a occhio nudo, sono, infatti, fonte alimentare per una larga diversità di coralli e fungono spesso da motore per questi ecosistemi. In acquario le alghe fitoplanctoniche assolvono una doppia funzione: da un lato, sono alimento diretto per l’acquario e per alcuni coralli e animali filtratori nello specifico, dall’altro le alghe tendono ad assorbire nutrienti dall’acqua-
la soluzione di conservazione non è eterna: meglio evitare confezioni con date di scadenza prossime
rio e servono, almeno in parte, per produrre una fitodepurazione naturale molto efficiente. Non tutti ovviamente hanno tempo, conoscenze e spazio, per poter allevare a casa propria fitoplancton. Molte società oramai da anni distribuiscono flaconi di fitoplancton “più o meno” vivo, in uno stato di quiescenza forzata. La brightwell è leader nel settore dell’alimentazione per l’acquario ed ha un campionario di tutto rispetto: ci sono, infatti, prodotti per tutti i gusti, di tutte le dimensioni e per tutte le necessità. Produce, solo come fitoplancton, tre differenti tipologie di prodotto, in base alle necessità dell’acquariofilo:
apporta normalmente in acquario. Andranno
fitoplancton di piccola, media e grande taglia.
quindi evitati prodotti troppo vicini alla scadenza
Abbiamo
e/o prodotti mal conservati.
provato
a
utilizzare
il
Marine
Phytogold–M, una sospensione di Thalassiosira
È purtroppo raro osservare una corretta conser-
sp., una diatomea molto diffusa negli oceani,
vazione di prodotti di questo tipo: trattandosi di
dalle dimensioni di circa 10/15 µm, arricchita con
esseri viventi, essi non andrebbero mai esposti a
notevoli quantità di acidi polinsaturi del genere
temperature troppo elevate e andrebbero con-
Omega 3.
servati possibilmente in frigo. È particolarmente
Queste dimensioni sono ideali al fine di nutrire al
evidente come un’aggiunta costante di fitoplanc-
meglio la maggior parte dei coralli molli, delle tri-
ton, possa migliorare notevolmente non soltanto
dacne, delle spugne, dei tunicati e dei vermi tubi-
il benessere dei nostri coralli ma anche la loro
coli. La soluzione di conservazione mantiene viva
colorazione, grazie alla normale capacità di nutri-
l’alga a lungo, nonostante questa vada, nel
zione eterotrofa, presente in quasi tutti gli
tempo, a perdere tutte le proprietà benefiche che
Antozoi. 119
Info: http://www.seachem.com/Products/product_pages/FlourishExcel.html
e novitĂ
RECENSIONI
CATEGORIA fertilizzanti
Seachem Excel:
liberi dalle alghe, belli nelle piante
120
Tutti sappiamo che le piante sono degli organismi autotrofi che utilizzano l’energia luminosa e l’anidride carbonica (oltre all’acqua), al fine di produrre zuccheri semplici come il glucosio e via via più complessi, come la cellulosa. L’anidride carbonica è quindi fondamentale per la fotosintesi delle piante anche dei nostri acquari e sap-
favorisce la crescita delle piante anche senza l’utilizzo di CO2. Aiuta nella lotta alle BBA.
piamo quanto l’aggiunta di un impianto di diffusione della CO2, possa trasformare il nostro acquario in una vera e propria selva di piante. I plantacquari più belli e ricchi di specie vegetali richiedono, oltre alla suddetta anidride carbonica e all’ovvia illuminazione, anche un’adeguata fertilizzazione. Un prodotto molto interessante,
è importante non sovradosare: anche se non sono noti danni a piante o animali, bisogna ricordare che ogni composto chimico va usato nelle giuste dosi
veramente unico nel suo genere, è distribuito dall’americana Seachem e consta di una fonte liquida di carbonio che può sostituire, più o meno completamente, la CO2 durante il processo di fotosintesi. Il prodotto, il cui nome è Flourish Excel™, è quindi la migliore scelta per tutti coloro i quali vogliano stimolare la crescita delle proprie piante senza troppo modificare gli equilibri del proprio acquario. Ricordiamo, infatti, che un’eccessiva produzione o liberazione di anidride carbonica, modifica il pH del nostro acquario: il biossido di carbonio, come tutte le
ta, che può essere usato preferenzialmente
anidridi, in acqua si trasforma in un acido debo-
come fonte di carbonio.
le, in questo caso l’acido carbonico, che appun-
Le nostre piante si sentiranno coccolate e acqui-
to in seguito ad una reazione chimica detta di
steranno nuovo vigore. Abbiamo infine osserva-
dissociazione acida, riduce il valore di pH.
to, ma è un fatto già noto alla comunità acqua-
Ovviamente l’uso dell’Excel, non vieta l’utilizzo
riofila, che l’utilizzo di Excel inibisce e combatte
dell’anidride carbonica e può quindi produrre
la crescita delle fastidiosissime alghe nere a pen-
soltanto benefici.
nello (in gergo BBA). Da un lato questa inibizione
Al momento non si conoscono controindicazioni
è causata da alcune aldeidi presenti nel compo-
per un uso corretto, senza sovradosaggi, del
sto, che ne limitano la proliferazione, dall’altro
prodotto in questione. L’Excel non è altro che un
sono le stesse piante che, rinvigorite da Excel,
intermedio organico della fotosintesi: è in pratica
competono con le alghe per i nutrienti, metten-
un composto normalmente presente nella pian-
dole in seria difficoltà. 121
schiumatoi
Info: www.lgmaquari.com
e novitĂ
RECENSIONI
CATEGORIA
LGM 575: la soluzione potente per piccoli spazi 122
Gli schiumatoi per acquari marini si possono dividere in tre categorie in base al posizionamento in acquario: schiumatoi hang-on, schiumatoi interni e schiumatoi per sump. I primi sono comodi poiché non occupano spazio prezioso in acquario, ma sono solitamente rumorosi e, con l’eccezione di alcuni modelli, non particolarmente effiingombro contenuto. Il diffusore migliora le prestazioni, ottimizzando la turbolenza interna. Scarico emerso regolabile e cilindro divisorio interno
cienti. Gli schiumatoi interni sono molto utilizzati in vasche piccole senza sump ed hanno il grosso limite dell’ingombro in vasca, che ne pregiudica a volte il corretto funzionamento. Vi sono infine gli skimmer per sump che, se da un lato possono sfruttare spazi maggiori, dall’altro richiedono la costruzione di tracimatori, la foratura dell’acquario e l’utilizzo di una o più pompe di risalita. Nonostante
in
alcuni
casi
gli
il prodotto non è confrontabile con i modelli standard muniti di pompa esterna (la colonna di contatto utile si riduce di circa 8 centimetri)
skimmer
interni/hang-on possano essere sufficienti (ad esempio acquari di “molli” o acquari “solo pesci” in cui gli schiumatoi siano affiancati da un filtro esterno biologico), solitamente chi alleva animali particolarmente delicati, decide di utilizzare skimmer da sump e di sfruttare la maggiore capacità di schiumazione e l’ottimale regolazione dei flussi nonché una maggiore stabilità di funzionamento. L’organizzazione degli spazi è in ogni caso un problema sentito, specialmente in piccoli acquari. LGMAquari ha sviluppato uno skimmer apposito, il 575, che promette prestazioni di tutto
tare le turbolenze nella colonna di contatto, fat-
rispetto a fronte di un’area “a terra” occupata di
tore negativo in tutti i modelli di Skimmer singola
soli 15 centimetri per 21.
pompa e l’utilizzo di un cilindro divisorio interno,
La soluzione adottata, in verità già sperimentata
permette di ottimizzare la schiumazione dividen-
su modelli di altre marche, è l’inserimento della
do il percorso dell’acqua da schiumare, indirizza-
pompa all’interno del cilindro stesso, nella parte
ta verso il collo dello skimmer, da quello dell’ac-
bassa della colonna di contatto. A differenza di
qua già schiumata che s’indirizza invece verso lo
quanto osservabile in altre soluzioni, però, è
scarico. Quest’ultimo poi, che permette una
stata prestata evidentemente massima attenzio-
certa regolazione, è del tutto innovativo, assicu-
ne agli ingombri interni, limitando quindi lo spa-
ra assoluta silenziosità e contribuisce al conteni-
zio occupato dalla pompa e sfruttando in ogni
mento dell’ingombro: l’acqua in uscita scivola
caso un’alta colonna di contatto. Inoltre, l’utilizzo
semplicemente lungo il bordo esterno del tubo di
di un diffusore “in testa” alla pompa, riesce a limi-
scarico per finire la propria corsa in sump. 123
Info: http://www.tunze.com/149.html?&L=3&C=IT&user_tunzeprod_pi1%5B predid%5D=-infoxunter063
e novitĂ
RECENSIONI
CATEGORIA pompe e filtri
Tunze 7096:
pompe su tutti i canali
124
La tedesca Tunze è al momento uno dei maggiori produttori di attrezzature per l’acquario marino. Il proprio listino spazia dai filtri biologici alle lampade, ai sistemi di gestione della temperatura, ai test elettronici, per non parlare delle stazioni di filtraggio già pronte, degli skimmer e delle pompe di movimento. Abbiamo già trattato in passato alcune Turbelle elettroniche e vorremmo oggi porre la nostra attenzione su uno dei controller di pompe di movimento più venduti al momento: il Tunze 7096. Il nuovo controller Tunze è, a tutti gli effetti, un mini-computer, che permette di comandare a proprio piacimento fino a 4 canali e fino a 8 pompe elettroniche (grazie all’acquisto dello specifico adattatore). Questo rende possibile la riproduzione di correnti di laguna, del fronte della barriera, la riproduzione di ambienti calmi, di flussi multidirezionali, ecc. Quest’accessorio è, in pratica, una scelta obbligata per tutti coloro che possiedono pompe Tunze elettroniche e vogliano sfruttare appieno la capacità di “dimmerazione” di queste ultime. Se in passato la Tunze ci ha abituati a modelli analogici ricchi di manopole e spie (come il Tunze 7095), ora bisognerà mettersi al passo con i tempi e accettare l’idea che l’informatica ha raggiunto anche il nostro hobby: il 7096, infatti, è impostabile e configurabile unicamente tramite personal computer, attraverso un cavo USB (in dotazione) e apposito software. Questo non soltanto rende il nuovo multicontroller più compatto, ma permette un contenimento dei costi notevole. Il primo dato positivo è, infatti, un costo all’incirca dimezzato rispetto alla versione analogica (7095). In secondo luogo, sono state aggiunte alcune funzionalità totalmente nuove, come ad esempio lo “storm cicle” (brevi cicli a massima potenza utili al fine di smuovere il sedimento accumulato) o presenti solo su alcuni modelli, come il pilotaggio del Tunze Box (opzione disponibile unicamente sul Tunze 7092). Queste opzioni si aggiungono a un vasto numero di personalizzazioni già presenti nei precedenti modelli: simulazione di onde a impulso, simulazione di maree, simulazione di correnti laminari e/o flussi sequenziali, correnti casuali o oscillatorie, ecc. Alcune chicche aiutano noi acquariofili nella manutenzione giornaliera del nostro acquario: la
controlla fino a 8 pompe su 4 canali. Costo contenuto e ricchezza di funzioni
l’enorme quantità di parametri da poter settare, può confondere l’acquariofilo alle prime armi
modalità di riduzione notturna del flusso; la simulazione delle fasi lunari (con fotocellula e led di serie) e l’interruzione manuale per la somministrazione di cibo, sono aggiunte a tutti ben gradite. Il prodotto ha, infine, una propria batteria tampone per il salvataggio delle impostazioni e quindi può essere programmato tranquillamente anche a una certa distanza dall’acquario, per poi collegarlo solo in seguito al nostro sistema “wave maker”. L’unico apparente difetto è dato dall’enorme quantità di settaggi, di modalità e di opzioni in genere, che disorientano l’acquariofilo alle prime armi. Talvolta sono richiesti alcuni giorni per trovare la giusta impostazione al fine di ottenere gli effetti desiderati. Anche questo però è parte dell’enorme versatilità di questo prodotto personalizzabile. 125
In questa sezione diamo voce a tutte le associazioni acquariofile che vorranno partecipare alla vita della rivista. Non ci sono regole (a parte la legislazione vigente!) perché si tratta di spazi autogestiti. Ogni associazione dunque è libera di inviare ogni mese “la propria rivista”, fatta proprio come vorrebbe. Potrà servire alla campagna associativa, a pubblicizzare la prossima mostra di acquari, a tenere piccoli corsi di acquariofilia o semplicemente a mostrare la foto del socio del mese. Per noi l’importante è dare voce alle associazioni acquariofile, per creare una rete fitta di contatti tra gli acquariofili italiani. E saremo dunque fieri di partecipare a questa missione, anche semplicemente facendo da tramite tra associazioni e lettori. Per ora il numero di associazioni acquariofile che partecipano all’iniziativa potrà essere ancora piccolo. Ma contiamo sul vostro spirito “imprenditoriale” per invadere la rivista con una valanga di notizie dalle associazioni. Forza: è giunto il momento di partecipare, di espandersi, di cooperare!
126
A.I.K. ASSOCIAZIONE ITALIANA KILLIFISH Quest’anno in occasione del 21° Congresso di AIK che, come gli ultimi anni, si svolgerà al CEA di Borzano di Albinea (RE) il 25 e 26 Maggio (appuntatevi le date), avremo due relatori e ben tre conferenze! Il primo è Thomas Litz esperto allevatore di killifish, responsabile dell’archivio DKG (Associazione Killifish Tedesca) e appassionato dell’Uruguay e della sua ittiofauna. Nella sua presentazione ci parlerà dell’Uruguay, dei suoi pesci e si focalizzerà sulle varie specie di Austrolebias e la loro distribuzione. Il secondo relatore è Luca Dorni, Scuola Normale Superiore di Pisa gruppo Cellerino. Luca è interessato allo studio dei meccanismi molecolari della diapausa, confrontando tra loro specie annuali e non annuali, sia africane sia sudamericane. La prima presentazione verterà circa le ultime novità sullo sviluppo delle uova di killi (con filmati in altissima risoluzione) e diapausa delle uova. La seconda invece (la domenica mattina), sulla realizzazione di una nursery da laboratorio per killifish. Saranno inoltre presenti acquari allestiti, centinaia di pesci in concorso, possibilità di acquistare starter di cibo vivo, attrezzature specifiche, uova & pesci; si potranno vincere acquari completi con la famosa lotteria della Domenica e tanto altro ancora! Prossimamente il programma completo su www.aik.it, intanto spargete la voce e segnatevi le date. Un appuntamento da non perdere! Stefano Valdesalici Staff AIK
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A.I.B. ASSOCIAZIONE ITALIANA BETTA Ultimissime AIB: dalla Germania con furore... Come ormai da diversi anni, il mese di marzo per gli appassionati allevatori di Betta europei, è il mese del campionato IBC di Friedrichshafen, in Germania. Dalla prima edizione, fino a questa, la nona, continua il binomio Kampffischfreunde (l’associazione tedesca “amici del pesce combattente”) - Aqua-Fisch, fiera di acquariofilia e pesca sportiva, che ospita il campionato internazionale di Betta “show”. Noi dell’Associazione Italiana Betta, anche quest’anno abbiamo preso parte a questo importante evento, non solo da spettatori ma anche da protagonisti. La delegazione Italiana formata dai due fondatori e da due soci storici, è arrivata in fiera il giovedì sera per alloggiare i Betta italiani nelle vasche del campionato. In totale, i pesci italiani sono stati 56, provenienti da 7 diversi allevatori, tutti rigorosamente AIB. Dalle notizie e dagli scambi di battute sui forum di tutta europa, si preannunciava una partecipazione massiccia e quindi un campionato particolarmente difficile e le aspettative non sono state disattese: hanno partecipato, infatti, 332 Betta “show”, da 46 allevatori di tutto il mondo; massiccia è stata la presenza di pesci dai più importanti allevamenti del sud-est asiatico, che in alcune classi, come quella dei Crowntail, hanno fatto man bassa di piazzamenti. Il nostro Paese si è difeso benissimo, come accade ormai da un anno e mezzo a questa parte, portando a casa la bellezza di 23 piazzamenti (primo, secondo e terzo posto in diverse classi oltre ad un Reserve Best of Variety) e addirittura due piazzamenti nella TOP10 degli allevatori dell’Area2 IBC riferita all’anno 2011/2012: il 10° posto ad Alberto Montalbetti e il 6° posto ad Andrea Queirolo. La prima da giudice per gli Italiani Con questo campionato è iniziato anche il corso da apprendista giudice IBC per il nostro fondatore Eugenio e per il socio Alberto, finalmente in breve tempo, anche l’Italia avrà i suoi primi giudici IBC! Una bellissima esperienza, anche se molto stancante, sotto la guida dei principali giudici europei e di una guest star: il Presidente dell’IBC Joseph Becerra, che, insieme alla moglie Amy, è stato invitato al campionato tedesco come “Main Judge”, ovvero giudice principale. È stato proprio il Presidente IBC a svolgere il corso da giudice ai nuovi apprendisti... un inizio importante! “Rosetail” e “Big Ears” Lo show Tedesco si è rivelato anche un ottimo spunto per discutere delle nuove varietà presenti nel panorama dei Betta “show”. La discussione più interessante, è stata quella che ha riguardato la varietà Rosetail (molto simile agli Halfmoon ma con una eccessiva ramificazione della pinna caudale, che spesso implica problemi nel nuoto e può accompagnarsi a malformazioni più o meno gravi): diversi allevatori europei si sono chiesti, rivolgendosi direttamente al Presidente IBC, come fosse possibile accettare nei concorsi esemplari con marcatissime caratteristiche “rosetail”. Ne è emerso che lo standard IBC, non prevede alcuna penalizzazione a riguardo, poiché questa varietà si sta diffondendo solo negli ultimi anni... 128
nei prossimi mesi quindi potrebbero esserci novità... vi terremo aggiornati! Intanto abbiamo voluto riportare questa interessante discussione anche tra i soci AIB, ne parliamo nel nostro forum nella categoria “Forme Particolari”. La posizione della maggior parte degli allevatori riguardo ai “Big Ears” o “Dumbo” (Betta con le pinne pettorali molto estese) invece, è più che altro quella di attesa e di curiosità; sembra, infatti, che questo ingrandimento delle pinne pettorali, non porti a nessuna difficoltà nel nuoto e particolare problema, inoltre sembra una varietà molto apprezzata... anche in questo caso ci vorrà tempo perché gli standard possano adeguarsi e per ora questi Betta partecipano, insieme ai Crowntail Plakat e ai Veiltail, nella categoria delle “Variazioni”. In Italia Vi ricordiamo che la prossima tappa dei campionati IBC europea, sarà proprio in Italia: dal 10 al 12 maggio 2013. Si terrà, infatti, a Ranco, il III° Italian Betta Show; è prevista la partecipazione di oltre 200 Betta splendens “show” da tutta Europa e dall’Asia e una esposizione di vasche biotopo con specie di Betta differenti dallo splendens allevate in Italia. Vi aspettiamo!! Iniziative di questo mese Organizziamo un import di Betta splendens “show” dai più rinomati allevamenti asiatici, con consegna a mano proprio a Ranco e staffetta disponibile, per chi non potrà esserci, in quasi tutta Italia. Trovate tutte le informazioni nel nostro forum, sezione Mercatino I nostri contatti: Sito - www.aibetta.it Forum - www.bettaforum.it Sito dedicato allo show (iscrizione, regolamento ecc) - www.bettashow.it Informazioni - info@aibetta.it
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BETTAITALIA.IT AMBI - ASSOCIAZIONE MEDITERRANEA BETTOFILI ITALIANI
Un caloroso saluto ai lettori di Aquariophylia! Continua la collaborazione fra BettaItalia.it e AMBI, la quale sta dando sempre più frutti fissando sul nostro forum un grande punto di riferimento nazionale per tutti i Bettofili! Grazie a questa stretta collaborazione stanno vedendo la luce importanti eventi sul web e non solo, insomma che dire? avanti tutta cosi!! BettaForum Italia, il forum di BettaItalia.it e di AMBI: www.bettaitalia.it/bettaforum BETTAITALIA.IT Per prima cosa vogliamo ricordarvi come sempre i nostri link dove potrete seguirci: Il nostro sito internet, BettaItalia.it : http://www.bettaitalia.it Il nostro canale Video su YouTube: http://www.youtube.com/BettaItaliaVideo La nostra pagina Facebook: http://www.facebook.com/BettaItalia.it Il nostro profilo Facebook: http://www.facebook.com/betta.italia La nostra e-mail: info@bettaitalia.it Esposizione fotografica Dal 15/04/2013 al 15/05/2013 si svolgerà sul nostro forum l’esposizione fotografica intitolata “Scatta il Betta di Maggio”, le nostre esposizioni fotografiche riscuotono sempre più successo. Come sempre non essendo un concorso a premi, saranno distribuiti come ringraziamento per la partecipazione, degli omaggi ai partecipanti, gentilmente offerti dai nostri sponsor: Terracquario www.terracquario.com , Tetra www.tetra.net/it/it e Askoll www.askoll.com, che naturalmente ringraziamo. Naturalmente continueremo a organizzare altre esposizioni fotografiche dedicate ai nostri beniamini per tutto il 2013.
Betta splendens – L’esperto risponde Anche questo mese, nell’ambito di questa piccola rubrica, vogliamo selezionare tra i tanti messaggi ricevuti uno tra i più significativi, la cui risposta crediamo possa essere d’interesse per tutti gli appassionati di betta. (domanda ricevuta via e-mail) Edoardo da Savona chiede : Qual è la giusta dieta per i Betta splendens? Avete alimenti da consigliarmi?
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La risposta del nostro Esperto: Ciao Edoardo, la cosa importante è tenere ai nostri Betta una dieta varia e alimentarli in modo moderato. Infatti la maggiore causa di malattie nei Betta è proprio il troppo alimento, quindi per prima cosa ti consiglio di alimentare il Betta una volta al giorno con una quantità di alimento che può consumare in pochi minuti, e poi cosa importante un giorno a settimana digiuno completo. Così facendo già farai qualcosa di veramente importante per la salute del tuo Betta. I Betta splendens in natura si alimentano principalmente di larve d’insetti, quindi sarebbe l’ideale procurarti del mangime vivo come larve di zanzara, dafnie, grindal, artemie e chironomus. In commercio poi esistono vari alimenti congelati o liofilizzati a base di questi “animaletti” elencati, da non dimenticare anche un po’ di vegetale come la spirulina o un pisello, sbollentato e sgusciato, a settimana. Come alimento di base ti sconsiglio assolutamente quello in scaglie, ma ti suggerisco un buon granulare, come quelli dedicati ai Discus. Come detto prima, variare e moderarsi nella somministrazione del mangime deve essere un buona abitudine. Le foto di vasche e pesci dei nostri utenti Ecco a voi alcune foto dei numerosi accoppiamenti che stanno effet1 tuando i nostri iscritti, grazie ai consigli dei nostri esperti che li seguono passo passo! Oggi vi facciamo vedere le foto dell’utente e socio AMBI Pierluca (sul forum Lux) che ha accoppiato una bellissima coppia di Betta splendens HalfMoon.
2 Foto 1-4: La coppia di Betta splendens Half Moon di Pierluca e i nuovi nati
Sono sempre disponibili, messi a disposizione dai nostri soci gratuitamente per tutti gli iscritti ad AMBI e BettaItalia.it inoculi di mangime vivo per i Betta, come dafnie, ostracodi, grindal, anguillole dell’aceto, cyclops, microworms e inne-
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sti di piante galleggianti e muschi vari. Per finire vi diamo una bellissima notizia, sul nostro forum si stanno creando tanti gruppi regionali, quello che vogliamo citare oggi è il Gruppo Bettofilo Piemontese, che ha anche aperto un suo gruppo su Facebook: h t t p : / / w w w. f a c e b o o k . c o m / g r o u ps/314314445338330 Da BettaItalia.it un caloroso arrivederci al prossimo numero di Aquariophylia
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4 AMBI ASSOCIAZIONE MEDITERRANEA BETTOFILI ITALIANI Di seguito i nostri link per rimanere sempre connessi con noi: www.ambibetta.it questo è il sito ufficiale della associazione AMBI dal quale sarà anche possibile accedere direttamente al Forum integrato di bettaitalia. www.facebook.com anche su facebook puoi restare sempre connesso con noi, basta essere iscritti su fb, cercare la nostra pagina “Associazione Mediterranea Bettofili Italiani“ e cliccare su “mi piace“ www.twitter.com/AMBIbetta Resta connesso con noi tramite twitter uno dei social più diffusi, entra e seguici per non perderti nessuna iniziativa AMBI&BETTAITALIA. ambettofiliitaliani@gmail.com: l’indirizzo mail per poter entrare in contatto con noi L’anno 2013 si sta sempre più arricchendo di nostri eventi, infatti annunciamo che durante NapoliAquatica 2013 si terrà un campionato internazionale IBC di Show Betta, il nostro primo campionato IBC e il primo nel sud Italia, insomma un evento di grande importanza per tutti i bettofili e da non perdere, ma nei prossimi numeri vi terremo aggiornati. L’evento AMBI di questo mese è il 2° Mediterranean Betta show, esposizione di Show Betta e Betta Wild e in più saranno proiettati vari video seminari registrati dai nostri esperti, un evento da non perdere che si terrà durante la mostra acquariofila dal GAS (Gruppo Acquariofilo Salentino) denominata SalentoAcquari 2013, si terrà a Lecce dal 25 al 28 Aprile. Durante l’esposizione i visitatori potranno votare il Betta più bello. Vi aspettiamo! Agli inizi di Marzo 2013 abbiamo effettuato con nostri soci e utenti del forum, un grosso import di Show Betta di altissima qualità, direttamente dai migliori allevamenti asiatici, l’import ha avuto un grande successo con ben 13 partecipanti per un totale di ben 22 coppie importate; nel prossimo numero inseriremo qualche foto dei migliori esemplari importati.
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DISCUSCLUB 2.0 Eccoci con un piccolo resoconto che è nostra consuetudine offrire, e che ti ruba poco tempo. Adesso, l’augurio è che tu abbia intanto trascorso un periodo di serenità accanto alle persone che ami, e che tu possa aver contagiato tanta gente con questo splendido hobby, che vale la pena vivere con passione e divulgare con entusiasmo. Siamo lieti di segnalarti questi articoli: - DISCUS DAY 2013: quando le tradizioni s’impongono spontaneamente, un bellissimo viaggio insieme ai nostri compagni di avventura di sempre (Mondodiscus Staff) a Genova, presso Mondo Sommerso. Testi e foto di un giorno davvero speciale - NAPOLIAQUATICA 2013 - International Aquarium Expo - Ebbene, con onore e piacere possiamo annunciare che durante il Discus Day, Christian Pedone ci ha annunciato la terza edizione (settembre) di NapoliAquatica, piano e lavori. La locandina ufficiale, visitatela. - [SCHEDA] Corydoras duplicareus di Matteo Dougny, che sul forum è Wado. Un ragazzo con esperienza sul campo, disposto a condividerla con tutti, come vedrete dagli innumerevoli articoli che ci sta regalando, con un pizzico d’invidia perché il suo sguardo arriva dove non è facile per tutti arrivare. Molto onorati. Bellissimo articolo/diario maturato “sul campo” - Microworms Piccoli e nutrienti vermetti, alternativa validissima ai nauplii di Artemia, che Matteo Dougny (Wado nel forum) alleva con successo. Ci spiega i vari passaggi che vanno dal terreno di coltura alle caratteristiche alimentari, chimiche e fisiche di quest’approccio con un’alimentazione conosciuta, ma non da tanti e molto utilizzata. Questo è ‘abbastanza’ per avere la tua attenzione... altrimenti perdonaci, se è stato per te un motivo di scocciatura. Ci auguriamo che il tuo inverno stia sfumando con auguri di un futuro prospero e radioso. Buona lettura... e se non ti va di leggere, c’è anche molto da vedere!! Non dimenticare che abbiamo un grande dovere morale: (ri)lanciare l’hobby più bello del mondo. Noi siamo un club, diffida da chi usa “Discus Club” se non risponde all’unico Discusclub 2.0 per definizione, che ti aspetta nella community. Diventa fan DiscusClub 2.0 e seguici su Facebook! Sincerely Lo staff DiscusClub 2.0
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MAREVIVO ‘Delfini Guardiani’ mille ragazzi per proteggere sei perle del Mediterraneo: Il Giglio, Capri, Ischia, Ponza, Lampedusa e Linosa mobilitate per il progetto di salvaguardia ambientale
Crescono le domande e le osservazioni dei giovanissimi sulla malattia che sta uccidendo i delfini nel Tirreno 01 marzo 2013 – Stanno imparando a conoscere i delfini, dai quali hanno simbolicamente preso il nome, e sono sempre più preoccupati per questi magnifici abitanti del mare che, in queste settimane, stanno misteriosamente morendo nel Tirreno. Tornano alla carica i “Delfini Guardiani” di Marevivo e, per il quarto anno consecutivo, abbracciano l’Isola del Giglio, Capri, Ischia, Ponza, Lampedusa e Linosa: continua l’innovativo progetto di educazione ambientale che trasforma in eco-sentinelle i ragazzi delle isole minori, e questa volta sono coinvolti quasi 1.000 studenti delle sei straordinarie perle del Mediterraneo. Sotto la guida di esperti Marevivo, i futuri “Delfini Guardiani” sono impegnati in ricognizioni in spiaggia, in attività di sea-watching, vanno a scuola dagli artigiani e dai pescatori locali, esplorano i segreti racchiusi nelle rocce e nella flora mediterranea e si cimentano anche come giovani reporter dell’ambiente.. Al termine del percorso didattico, dopo aver imparato a conoscere fino in fondo il proprio territorio, i ragazzi riceveranno il distintivo di “guardiani dell’isola”, che darà loro il diritto di presentarsi, senza accompagnatori adulti, alla Capitaneria di Porto o ai Comuni per segnalare eventuali problemi di carattere ambientale. Mentre a Capri, i ragazzi, guidati da Antonia Tafuri, hanno già visitato la costruzione storica più antica dell’isola, cioè La Certosa di San Giacomo, a Ponza le scolaresche sono pronte per esplorare la vecchia cava di bentonite, ormai abbandonata, di Le Forna. A Lampedusa si uscirà in gommone per osservare delfini e tartarughe marine, a Ischia invece i piccoli detective del mare perlustrano in lungo e in largo le spiagge. Al Giglio si preparano a ricreare i colori naturali dell’isola, dopo uno studio certosino della macchia mediterranea e delle sue proprietà tintoree. Il progetto “Delfini Guardiani” è realizzato dall’associazione col sostegno dei Comuni, della Fondazione Peretti, di Castalia e si avvale della collaborazione della Capitaneria di Porto, del Corpo Forestale dello Stato e di molteplici attori che operano, a vario titolo, sul territorio. A Capri, oltre ai Comuni di Capri e Anacapri, al fianco dei “delfini guardiani” ci sono Marina Militare Italiana, Fondazione Axel Munthe, gli ornitologi dell’Ispra, Soprintendenza per i Beni culturali e ambientali di Napoli, Museo Cerio, Associazione Capri Outdoor, Amici di Cetrella,
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Delfini Guardiani: 1 Giglio, 2 Ponza, 3 Capri, 4-5-6 Lampedusa, 7 Ponza 136
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Legambiente Capri, Carthusia, Rotary, Foto Flash Capri, Arte fotografica anacaprese, Hotel ’La Minerva’, Buonocore. A Ischia possono contare sull’appoggio dei Comuni di Lacco Ameno e Forio, di Volaviamare, di Hotel Mezzatorre, mentre a Ponza ci sono Comune di Ponza, Capitaneria di Porto, Corpo Forestale, ISPRA, Compagnia di Trinchetto (Federazione Italiana Vela), Museo di Frontone e Rossano Di Loreto. Per Lampedusa e Linosa si avvalgono della collaborazione del Comune di Lampedusa, dell’Area Marina Protetta Isole Pelagie, del WWF, di Legambiente, invece al Giglio ci sono il Comune del Giglio, Capitaneria di Porto e Corpo Forestale. L’esperienza dei Delfini Guardiani - che sta crescendo da alcuni anni nelle isole minori del territorio italiano fino a creare un network di giovani attivi nella salvaguardia dell’ambiente - sta dando la possibilità a isolani e non, a giovani e adulti, di riappropriarsi di patrimoni naturali e culturali che, altrimenti, rischiano di perdersi o di essere condivisi solo tra i pochi cultori della bellezza delle piccole terre circondate dai mari. Ufficio Stampa Marevivo 063202949 - 3381090669
Arrivano nelle scuole di Roma, Palermo e Agrigento i giovani protagonisti di “Riversea” Il concorso “Il mare che vorrei” premierà la migliore proposta sul mare e sui suoi abitanti 19 marzo 2013 – Giovani che insegnano ad altri giovani a proteggere il mare e i fiumi: è arrivato nel mondo della scuola il progetto RiverSea, promosso da Marevivo, finanziato dal Dipartimento della Gioventù presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, e che dallo scorso maggio coinvolge sessanta ragazzi, tra i 18 e i 35 anni, su Roma, Palermo e Agrigento. Nei mesi scorsi, i ‘Giovani Protagonisti’ - ovvero i ragazzi selezionati per questa campagna - hanno affilato i ferri del mestiere necessari per le attività di educazione ambientale, in città e sulle spiagge, approfondendo conoscenze e metodologie. Ora è arrivato per loro il momento di andare direttamente nelle scuole dove, offrendo un ciclo gratuito di incontri, sensibilizzeranno gli studenti sulla tutela del mare e del fiume. Ogni volta, attrezzati di mini-catalogo della biodiversità, di schede didattiche, di reperti del mare come la posidonia o altri organismi marini, questi giovani consentono alle classi di approfondire e approcciare argomenti che ancora non trovano adeguato spazio all’interno dei programmi scolastici. Infatti, gli habitat, le specie, la biodiversità con un focus su quella marina, le minacce all’ecosistema marino e fluviale, la pesca illegale, l’alimentazione e, più in generale, i comportamenti sostenibili sono alcuni aspetti che verranno affrontati, prediligendo la didattica del ‘fare per capire’. Circa ottocento alunni, cinquanta docenti, trentasei classi di scuole primarie e secondarie coinvolte a Roma, Palermo e Agrigento: sono i numeri della fase ‘winter’ di questo progetto che vuole far 138
“Riversea” Il concorso “Il mare che vorrei” emergere la creatività ed il protagonismo dei giovani di oggi e contemporaneamente stimolare stili di vita ecosostenibili, con particolare attenzione al mare e ai fiumi. Gli istituti che a Roma hanno aderito sono: ‘Angelica Balabanoff’, ‘Mar Rosso’, ‘Ennio Quirino Visconti’, ‘Karol Wojtyla’, ‘Marco Polo’, ‘A.Fanelli – E. Marini’. A Palermo, invece, gli istituti ‘Padre Pino Puglisi’, ‘Quasimodo-Oberdan’, ‘Gregorio Russo’, ‘Francesco Riso’ all’Isola delle Femmine. Infine, ad Agrigento le scuole coinvolte sono ‘Anna Frank’, ‘Antonio Vivaldi’, ‘Roncalli’, ‘Villaggio Mosè - Peruzzo’. Per le classi che prendono parte al progetto RiverSea è stato lanciato anche un concorso, “Il mare che vorrei”: a maggio sarà premiata, in occasione della Giornata Mondiale della Biodiversità, la migliore proposta sul mare e sui suoi abitanti, che può essere raccontata attraverso una poesia, un elaborato o un disegno o un video o anche una foto. Verranno assegnati in premio tre iPad alle classi vincitrici. Dal 31 maggio al 3 giugno la quarta e ultima azione “Insieme” sarà realizzata in Sicilia ad Eraclea Minoa, sede dell’omonima Oasi gestita dalla delegazione provinciale Marevivo di Agrigento, da anni punto di riferimento sul territorio per le attività di educazione ed animazione ambientale a livello locale e nazionale. L’obiettivo è far emergere lo scambio delle esperienze attraverso un gemellaggio fra le realtà territoriali che hanno realizzato il progetto. Nell’occasione sarà presentato ed illustrato il “Diario del mare”, un reportage composto da foto, video, disegni, elaborati sull’esperienza vissuta dai giovani protagonisti. Ufficio Stampa Marevivo 063202949 - 3381090669 139
SBC SICILIAN BETTA CLUB Salve, volevo comunicarvi che noi del Sicilia Betta Club faremo un’esposizione denominata il: V° Trinacria Betta Show – Trofeo Nino Palio, nei giorni 11-12 Maggio 2013 presso l’Acquario Comunale di Messina sito all’interno della Villa Mazzini. Questa esposizione si propone di far conoscere al grande pubblico le forme, le varietà, i colori e gli aspetti tipici dell’allevamento dei betta show selezionati dagli allevatori, così come di quelle specie sulle quali l’uomo non ha compiuto selezioni di alcun genere e che mantengono intatto il loro fascino selvatico. Al contempo ricordare un amico scomparso prematuramente. Prevista la presenza di 100 esemplari adulti ognuno all’interno della propria vaschetta da esposizione comprese di separatori visivi asportabili cosi da non stressare troppo i pesci e di targhetta identificativa di ciascuna varietà; verranno posizionate inoltre vasche allestite con piante acquatiche e potature delle stesse collocate in sacchettini da regalare ai visitatori. Verranno altresì esposte vasche di avanotti in varie fasi di crescita, assieme a degli alimenti (cibo vivo) fondamentali per la corretta crescita dei piccoli (anguillule dell’aceto, microworms, daphnie, artemie, ecc.) Nella saletta adiacente saranno invece esposte vasche contenenti altre specie selvatiche appartenenti al genere Betta. Ogni vasca sarà dotata di una scheda informativa, riguardo alle caratteristiche della specie in essa ospitata e della cura che va a essa dedicata. Verrà inoltre da noi preparato un video che mostrerà i momenti salienti del particolarissimo accoppiamento di questi pesci nonché immagini di passate esposizioni, immagini di betta selvatici e ovviamente immagini dei nostri beniamini da selezione. Per la giornata dell’11 Maggio provvederemo a preparare una presentazione in power point, molto esplicativa, tramite la quale daremo ai visitatori delle informazioni basilari attinenti ai betta, dalle origini alle forme, l’allevamento, l’alimentazione, la riproduzione ecc. I soci del club provvederanno inoltre all’affiancamento dei visitatori per rispondere a qualsiasi domanda, facendosi supportare da interpreti L.I.S. per i visitatori sordi. Messina 07/03/2013 Per il Sicilia Betta Club Condello Giuseppe per ulteriori info: giuseppecondello@live.it contatto Facebook http://www.facebook.com/groups/siciliabettaclub/ sito web: www.siciliabettaclub.it
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Il numero speciale si avvicina!
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Come annunciato il mese scorso, pubblicheremo fra breve un numero monografico, interamente dedicato al Betta splendens. Se, come ci auguriamo, questa iniziativa incontrerà il favore dei lettori, è nostra intenzione continuare a pubblicare occasionalmente dei numeri monografici anzi, ci sono già stati suggeriti i temi per almeno altri due numeri. Ma non anticipiamo! Per il momento sono al centro dell’attenzione il Betta e, naturalmente, i bettofili. Il numero speciale sta prendendo forma (e noi ci stiamo prendendo gusto): numerosi autori si sono dichiarati disponibili e molti sono gli aspetti che essi hanno offerto di trattare. Inoltre, grazie agli sforzi del nostro efficientissimo coordinatore, sono stati presi contatti con numerose associazioni straniere, alcune delle quali hanno accettato di contribuire a questo numero, che promette di essere veramente speciale. Cosa manca ancora? Come al solito voi, sì, proprio voi, i lettori. Mandateci i vostri contributi, foto, esperienze personali, riflessioni, domande, tutto quello che vi viene in mente insomma, che riguardi quest’amatissimo ospite di tanti acquari. Mandateci anche (perché no?) disegni, fatti dai vostri bambini, del vostro Betta preferito, perché anche ai più piccoli sarà dedicato dello spazio. Non dimenticate di sottoporre al più presto il materiale che desiderate vedere pubblicato, perché la data limite è, inderogabilmente, il 15 maggio. Per domande, suggerimenti, critiche, siamo come sempre a vostra disposizione al nostro indirizzo e-mail: aquariophylia@gmail.com. Che aspettate? Fatevi sentire. La redazione 145
Conchiglie da collezione di Lorenzo Luchetta VIAGGIO NEL MONDO DI QUESTI FANTASTICI “GUSCI” CHE DA TEMPO IMMEMORE SONO OGGETTO D’INTERESSE PER L’UOMO, CHE HA IMPARATO A CLASSIFICARLI, CUSTODIRLI E COLLEZIONARLI
I TEREBRIDI E GLI EPITONIDI: presentiamo altri due gruppi di gasteropodi molto amati dai collezionisti I TEREBRIDI
Il loro habitat “tipo” è rappresentato dalle sabbie madreporiche del piano infralitorale, anche se talune specie prediligono gli strati superficiali fangosi dei piani circalitorali.
La famiglia dei Terebridi è composta da conchiglie contraddistinte da una forma turrita, anche se in alcune specie la struttura è talmente estesa per il lungo, da farle somigliare a bacchette, mentre in altre è molto più compatta, arrivando a farle somigliare di più ai Mitridi, di cui abbiamo di recente parlato. I colori sono vari ma raramente molto sgargianti. Possono andare dal crema chiaro della Triplostephanus triseriatus (ex Terebra triseriata), all’arancione opaco della Terebra guttata, al bianco striato di marrone della Oxymeris senegalensis (ex Terebra senegalensis). La stragrande maggioranza delle specie è tipica della provincia caraibica e delle coste dell’Atlantico, anche se specie come la Oxymeris strigata (ex Terebra strigata), sono tipiche della provincia panamense e talune altre di quella giapponese.
Terebra Bruguière, 1789 (Terebra subulata) Fa parte di quel gruppo la cui struttura è molto affusolata, la colorazione è bianca con maculatura asimmetrica di un marrone marcato. La punta della conchiglia è particolarmente delicata ed è sicuramente il punto più facile da danneggiare per il collezionista. Un buon metodo per preservarla da rottura anche in caso di piccoli urti, è quello di posizionare una sorta di “cappuccio” in plastica, o gomma, che abbia la capacità di attutire gli urti. L’utilizzo di questa protezione non è tanto consigliato quando la conchiglia è esposta in una bacheca (e tutti i corpi estranei stonerebbero), bensì quando la si imballa in occasione di trasporti e spostamenti. 146
Terebra subulata
anche se vi è una densità decisamente maggiore nei mari caldi o temperati. Anche dal punto di vista dell’habitat queste specie sono assai variabili. Si possono rinvenire difatti a notevoli profondità, come su tutti i tipi di fondali del piano infralitorale. Non è cosa rara trovarle associate ai celenterati sessili più comuni, come le madrepore e le attinie.
GLI EPITONIDI La famiglia degli Epitonidi è composta da conchiglie di taglia medio-piccola, con struttura molto fragile dalla forma particolare a spire coniche. In diverse specie, alla struttura di base si aggiunge una sovrastruttura costituita da una sorta di coste in rilievo, distribuite longitudinalmente; questo particolare si può definire tipico di questa famiglia. La distribuzione delle specie è assai vasta e interessa sia le acque calde sia le acque fredde,
Epitonium scalare È considerata la conchiglia più rappresentativa 147
Epitonium scalare
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della famiglia, poiché unisce tutte le caratteristiche tipiche della stessa, a partire dalla sovrastruttura di lamelle molto particolare e apprezzata dai collezionisti. Il fatto che sia così “popolare”, ha portato in passato a svariati tentativi di vera e propria falsificazione della conchiglia. Fino a non tantissimi anni fa era, infatti, abbastanza rara, oltre che molto richiesta e i trafficanti disonesti provvedevano a creargli la particolare sovrastruttura con vari artifizi, di cui il più comune prevedeva l’utilizzo di pasta di riso per creare i rilievi! Non era però cosa difficile “smascherare” il trucco. Infatti i falsi, se immersi in acqua o semplicemente inumiditi, si distruggevano come ghiaccio al sole, cosa assai improbabile nei veri Epitonium scalare, che come tutte le conchiglie… si producono nell’acqua! Un’ultima curiosità riguarda Caterina seconda di Russia, che nel diciottesimo secolo si vantava di possedere l’esemplare più grande di questa conchiglia, bramata da tanti sovrani e potenti per la sua particolarità e la sua rarità in quell’epoca. 149
LE SCHEDE DEL Bavosa crestata Scartella cristata (Linneo, 1758) Testo di Fabio Russo e Francesco De Rosa - foto di Fabio Russo Philum: Cordati Superclasse: Osteitti Ordine: Perciformi Famiglia: Blennidi DESCRIZIONE È presente un sottile ciuffo di tentacoli nasali e sopraorbitali. Carattere distintivo è una serie bassa di appendici filamentose che decorrono dalla nuca all’attaccatura della pinna dorsale: una vera e proprio cresta. Corpo di colore verdastro, olivaceo, con bande trasversali nerastre, base delle pinne giallognola, come anche i lati del capo, attorno agli occhi. HABITAT Abita le zone rocciose poco profonde e le pozze di marea, fra 0 e 10 m di profondità. BIOLOGIA Secondo alcuni autori sarebbe una specie erbivora. Quest’affermazione contrasta con la mia esperienza personale. Infatti, non disdegna piccoli invertebrati ed è ghiotta di mitili accidentalmente rotti. Abbastanza comune nelle zone esposte ai frangenti in acque basse. Si riproduce in primavera. Abita nei fori lasciati dai molluschi perforatori, in depressioni o piccole buche naturali della roccia, o fra le alghe. Ambiente in vasca: ambiente roccioso con anfratti e buchi che gli permettono di nascondersi in caso di pericolo. Illuminazione: tollera illuminazione anche intensa Temperatura: mal sopporta temperature superiori ai 25-26 °C Osservazioni: è una bavosa molto curiosa. Ama girovagare per la vasca ma una volta scelto un anfratto o buco che gli è congeniale, lo riterrà “la propria casa” Cure: come quasi tutti i blennidi, sopporta temperature abbastanza alte, soffre la presenza di serranidi per il rischio di divenirne preda. Alimentazione: pezzetti di gambero, o di pesce, cozze, artemia liofilizzata Per maggiori info consultare il sito Acquario Marino Mediterraneo – www.ecoacquario.it
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MEDITERRANEO
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LE SCHEDE DEL
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OLTRE A CURA DI
Luigi Storoni
il vetro
L’acquario e la colonna
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ambiente insolito, ampio e luminoso, ci si para d’innanzi. Potrebbe trattarsi di un ampio salone, oppure di un loft o ancora dell’interno di un negozio. Ampie vetrate conferiscono un’insolita luminosità diurna, mentre un taglio a “C” caratterizza una parete attrezzata in muratura e viene richiamato dalla pannellatura che ricopre una zona tecnica, contenente peraltro un grosso monitor. Quest’ambiente è vario e movimentato, non solo per i contrasti cromatici creati dall’utilizzo di materiali naturali ma anche per la presenza di tecnologie d’immagine in grado di produrre emozioni nel visitatore. Eppure manca la vita vera! Possiamo aggiungerla inserendo, in questo contesto, un frammento di natura viva, un pezzo di fiume ritagliato tra pareti di vetro. Un acquario, insomma! Iniziamo l’opera di revisione. Tanto per cominciare, spostiamo il monitor televisivo dalla pannellatura in legno, alla parete attrezzata in pietra. Ciò creerà un maggiore contrasto e conferirà una migliore visibilità, con la possibilità di aggiungere vasi con fiori vivi per incorniciare quest’angolo tecnologico. Si realizza inoltre una colonna di cemento destinata a creare una separazione visiva delle vetrate, per conferire all’ambiente maggiore riservatezza, pur senza eliminare la possibilità di passaggio negli ambienti attigui. La colonna, di per sé, sarebbe statica se non avessimo deciso di costruirvi un acquario intorno. Essa è vuota nella parte superiore, per ospitare alcune attrezzature tecniche, nascoste da pannelli sfilabili. Posizionare un acquario alla base di una colonna, però, non è cosa semplice: decidiamo di costruire la vasca intorno alla stessa. Alla base della colonna, viene costruito un piano di appoggio in cemento, molto solido perché costituito da vari strati degradanti e sporgenti. In questo modo il peso della vasca è tutto scaricato alla base della colonna, ove è presente un solido anello in cemento armato, che distribuisce il peso sul solaio. La presenza di questa struttura è essenziale, per evitare che tutto il peso della vasca si scarichi su un’area ristretta, pari alla base della colonna: si supererebbe facilmente il limite di carico del solaio stesso. Di fatto, si realizza così una base d’appoggio solida e stabile, che contiene al centro la colonna in cemento. Sulla base bisognerà costruire la vasca. La parte più complessa è nella ricomposizione della lastra di fondo. Ovviamente non può essere inserita dall’alto (!) per cui, dopo averla realizzata nelle misure corrette, l’abbiamo tagliata a metà lungo una diagonale. Abbiamo quindi disegnato al centro, il profilo della colonna aumentato di due centimetri per lato e l’abbiamo segnato al diamante, per estrarlo nelle due metà. Infine, le due metà base sono state posizionate sul supporto in cemento, ricomponendo la lastra. Si preparano ora due listelli di vetro aventi una punta “a freccia” e si dispongono sull’area di taglio, per accertarci che possano ricoprirla totalmente. Le due estremità a freccia s’inseriscono negli angoli, giungendo
Un
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che isolano dalla colonna. Sono tagliate in modo da poggiare sulla base per essere incollate con mastice al silicone lateralmente a essa. S’inseriscono le prime due, più strette, l’una di fronte all’altra. S’incollano quindi le altre due,
a combaciare con gli angoli della base. A questo punto si dispone un cordolo di silicone sulla base e si ricopre con i due listelli. Abbiamo ricomposto perfettamente la lastra di base! Cominciamo quindi, a incollare le quattro lastre 156
che prendono posto tra di esse. Abbiamo ora una base con una magnifica colonna di vetro al centro. Incollare le quattro lastre laterali, disponendole di fianco alla lastra di base, è un gioco da ragazzi. Si dispongono i cordoli di silicone sia sugli spigoli della colonna centrale, sia su quelli esterni. Quando il silicone sarà polimerizzato, potremo eliminare l’eccesso con una lametta. Iniziamo dunque la disposizione dell’attrezzatura tecnica. Un filtro esterno molto efficiente, viene disposto nella pannellatura in basso, situata proprio sopra il livello della vasca, dentro la colonna di cemento. I tubi di entrata e di uscita vengono occultati nella colonna stessa e si potrà osservare solo la porzione che raggiunge la vasca. Di fatto risultano invisibili. Nella pannellatura alta della colonna, invece, disporremo il sistema d’illuminazione a Led, appena sporgente ma tale da illuminare totalmente la vasca aperta, che è ornata, nella fascia alta, da una bordatura esterna di colore metallico. Sul fondo disponiamo prima un cavetto riscaldante, poi del ghiaietto fertilizzato, e infine quattro centimetri di sabbia scura non calcarea, sulla quale piantumiamo un prato di Cryptocoryne. Anubias nana disposte su legni di torbiera completano l’arredamento. La vegetazione, non particolarmente bisognosa di luce, potrà prosperare in questa vasca illuminata dall’alto. L’acquario sarà popolato con pesci non aggressivi e, definitivamente, non saltatori! Si prediligeranno specie che possano mostrare la loro eleganza anche quando osservate dall’alto. L’effetto ottenuto è senz’altro inconsueto e l’ambiente inizialmente osservato, prende vita ed eleganza, grazie alla peculiare costruzione in vetro e acqua, che potrà essere osservata da ogni lato, oltre che dall’alto. La manutenzione è agevolissima, data la presenza dei pannelli a scomparsa disposti nella colonna. L’allestimento, superata la fase più complessa di costruzione della vasca, è assolutamente semplice. 157
Come di Antonio Piccolo
In questa sezione verranno proposti ogni mese FILMATI tesi a dimostrare attivitĂ di particolare rilevanza, oppure a illustrare argomenti e concetti che non potrebbero essere facilmente fruibili attraverso le classiche presentazioni con testo e foto. Preghiamo i lettori stessi di volerci proporre argomenti di loro interesse, in modo da permetterci di soddisfare le loro reali aspettative.
CLICCA SUL FILMATO!
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si fa... Intervista al responsabile Tropical Fish Aquariophylia, come sapete, è impegnata da anni nel tentativo di avvicinare il grande pubblico ai produttori e viceversa, per stimolare un rapporto diretto di cooperazione e comprensione, che possa risultare utile per tutte le parti in gioco. Siamo convinti che in questo modo, i produttori possano migliorare la loro attività e correggere eventuali errori, mentre gli appassionati, riuscendo a entrare in contatto direttamente con chi realizza le cose che essi usano, non dovendo passare necessariamente attraverso un’informazione “filtrata” dal negoziante specializzato, possano comprendere meglio quali siano i vantaggi e gli svantaggi di ogni singola scelta. È Carmine Mazzei il nostro ospite di questo mese, che continua con la tradizionale carrellata di produttori accolti dalla nostra testata. Ancora una volta, dunque, un faccia a faccia con i personaggi che creano il mercato acquariofilo nel nostro paese, per sentire dalla loro stessa voce, i concetti di base da prendere in considerazione per divertirci con i loro prodotti. In questo caso si tratta di un prodotto… vivo! La TF è, infatti, ben nota per la produzione di piante da micropropagazione e da qualche anno è giunta in modo prorompente sul mercato delle Caridina. Abbiamo chiesto al responsabile dell’azienda, di offrire ai nostri lettori poche e chiare informazioni per iniziare con questo hobby, senza pretendere di insegnare nulla ai superesperti (per quelli cercheremo di produrre articoli ad hoc). Abbiamo così ottenuto una simpatica conversazione che, in pochi minuti, permetterà a chiunque di iniziare nel modo più semplice, riuscendo in seguito a crescere, utilizzando testi specifici o le stesse pagine di questa rivista. Insomma, vogliamo provare a divertirci con le Caridina? Vediamo cosa ci suggerisce un grande ri-produttore! 159
NEL PROSSIMO NUMERO...
in breve Sistemi filtranti nell’acquario marino medi-
che si prospetta dunque come un nodo epocale
terraneo. L’acquario marino nostrano è sempre
per la nostra rivista. Nei cataloghi delle ditte
una grande fonte di soddisfazione per chi abbia
specializzate in piante acquatiche, che sono
il coraggio di avventurarsi nel suo allestimento.
distribuiti nei negozi, ci sono di volta in volta
Le tecnologie però cambiano rapidamente e si
centinaia di diverse specie a disposizione e,
rischia di rimanere indietro rispetto ad altre
scorgendo un listino, un catalogo o anche un
sezioni del nostro hobby. Esaminiamo allora,
buon libro sulle piante, alla fine si può essere
quali sono le possibilità offerte dalle nuove
disorientati dall’enorme quantità di specie e
frontiere del filtraggio, per ottenere un acquario
varietà. Nell’ultima puntata della serie sulle
mediterraneo stabile e facile da gestire.
piante, ci occuperemo della scelta delle specie per il nostro layout, argomento che viene ripre-
La storia di Amedeo e Isabella (Hemichromis
so, a mo’ di staffetta, per iniziare una nuova inte-
bimaculatus). Pare che sia esperienza comune
ressante serie pratica, destinata ad accompa-
avvicinarsi al mondo acquatico portando a casa
gnarvi nei prossimi numeri.
una boccia con dentro i pesciolini rossi, poi si passa a un acquario vero e proprio con popolazio-
Vecchia Scuola. Una cosa è certa: allevare
ne mista e in molti casi, a questo punto, si apre la
pesci tropicali non è come adottare un cane o
strada delle vasche dedicate a una singola specie,
un gatto. Il piccolo quattrozampe, necessita sì
ove si cerca di ricreare un biotopo il più possibi-
di cure - bisogna vaccinarlo una volta l’anno,
le simile alla casa dei nostri ospiti in natura.
spazzolarlo, dargli un’alimentazione adeguata e
Ovviamente, questa è la condizione ottimale che
farlo visitare, poi con un pochino di esperienza
ci consentirà di osservare l’intero ciclo vitale dei
riusciamo a capire i suoi atteggiamenti e i suoi
soggetti in questione, quale esso realmente è.
malesseri - ma con i pesci è molto diverso! Non
Restano da considerare l’arredamento e l’alimen-
avendo un rapporto di reciproco confronto con
tazione. Dato che desideriamo parlarvi di
gli animali acquatici, dobbiamo basarci sulle
Hemichromis bimaculatus, prenderemo in consi-
nostre conoscenze. Dobbiamo diventare per
derazione quel che è meglio per esso. Prima però
forza di cose piccoli chimici, relazionarci con i
vi racconteremo come mai questo simpatico
valori dell’acqua per garantire ai nostri piccoli
ciclide è diventato uno dei nostri preferiti.
amici un habitat congeniale, effettuare cambi d’acqua con certosina scadenza, sapere quando
Piante acquatiche. Ultima parte. Interessante
i filtri necessitano di manutenzione e tante altre
osservare che da una parte si completa la serie
cose. Ecco, forse, questo è il punto dolente e
sulle piante acquatiche, dall’altra inizia quella
una motivazione per il crollo d’interesse nel
sull’aquascaping, proprio nel prossimo numero,
nostro paese. 160
AquaDom di Berlino. L’acquario è interessante
del Giardino Zen e trova presto diffusione tra gli
ma, vista la quantità di luoghi da visitare, tutti
abitanti dei grandi centri urbani, che attraverso
imperdibili, che offre Berlino, questa non è forse
la realizzazione di piccoli acquari di piante, rie-
la meta più ovvia. Muniti del biglietto con il
scono a soddisfare la loro esigenza culturale di
quale si è già visitato il SeaLife, ci si mette
rilassare la mente praticando giardinaggio, in
pazientemente in fila per aspettare il proprio
questo caso giardinaggio acquatico…
turno. Ai piedi del colosso, in un “fossato” di
Queste creazioni, definite anche “acquari natu-
dimensioni più contenute, nuotano delle carpe
rali” hanno l’ambizione di evocare paesaggi
giapponesi. Tutto intorno, la consueta animazio-
ideali e di essere capaci di esprimere e trasmet-
ne della hall di un grande albergo. Finalmente,
tere emozioni vissute al cospetto della natura.
arriva il momento di salire in ascensore, accolti
Nel prossimo numero iniziamo un mini-corso
da un gentile “addetto ai lavori” che accompagna
con l’aiuto di un meraviglioso esperto del setto-
i visitatori nella risalita. Ecco ancora un’occasio-
re. Ne vedremo delle belle!
ne, per visitare virtualmente “a sbafo” uno degli acquari più interessanti del mondo. Il biglietto ve
Questi sono solo alcuni assaggi di quanto stia-
lo paga, come sempre, Aquariophylia!
mo preparando per voi. Nel frattempo siamo impegnati nell’ottimizzazione del sito web, alla
The discus matrix. Vivere nel mondo azzurro
ricerca di nuovi modi per permettere una frui-
facendo proprie le convinzioni altrui e vivere
zione comoda della rivista, nel coinvolgimento
felici di rendita, o fare accomodare nel proprio
di sponsor che vogliano aiutarci con sincerità e
cervello l’universale domanda che libera e allo
dedizione nella nostra impresa di portare un
stesso tempo rende schiavo chi la formula.
acquario in ogni casa italiana. Speriamo che
Perché? Perché si fa così, perché non si fa così,
tutto ciò incontri i vostri favori ma in caso di
perché si ha successo o perché no. Alzare sem-
richieste specifiche, come sempre, non esitate a
pre il tiro e a suon di pillole rosse, non essere
scriverci.
mai completamente soddisfatti. Scoprire poi,
Ci faremo in quattro per assecondare i vostri
quanto le pillole che sembravano rosse, in realtà
desideri!
fossero dannatamente azzurre. Entriamo nell’universo discus da un punto di vista… diverso. Principi e tecniche per realizzare suggestivi paesaggi sommersi. L’Aquascaping è la disciplina che permette, attraverso la conoscenza e l’applicazione di principi e tecniche, di realizzare all’interno di acquari delle composizioni ispirate alla natura. Nasce in Giappone a metà degli anni ’90, incarna lo spirito e la filosofia del Bonsai e 161
ARRIVEDERCI AL PROSSIMO NUMERO È sempre triste concludere un numero congedandoci dai lettori. Eppure è anche un momento di grande soddisfazione: vi stiamo affidando il prodotto di un altro mese di intenso lavoro e speriamo che possa riscuotere il vostro apprezzamento. Non ci illudiamo certo che sia perfetto. Abbiamo commesso piccoli errori in passato e certamente ne faremo ancora. Tuttavia la rivista potrà orientarsi verso la perfezione grazie a voi, ai vostri suggerimenti, alle vostre stesse correzioni. Quindi non esitate a farci conoscere il vostro parere, perché oramai sapete bene che la nostra politica di totale trasparenza, ci obbliga a pubblicare ogni vostro giudizio e a correggere il tiro in base ai vostri consigli. Da parte nostra, possiamo solo promettere che continueremo a lavorare sodo per soddisfare le vostre richieste. Se poi vorrete, da parte vostra, continuare a diffondere la rivista tra amici e conoscenti, come state già facendo in tanti, permettendoci di divulgare gli acquari anche in case in cui non erano mai stati ospitati in precedenza, riusciremo certo a vincere persino l’esitazione dei nostri non-sponsor, di quelli che stanno (inutilmente) cercando di tappare la bocca, alla vostra unica fonte indipendente di notizie acquariofile. Lo faremo insieme… col vostro aiuto per il quale, sin da ora, vi ringraziamo sentitamente.