Nomade tra i barili | Capitolo 4

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Alla fine degli anni Novanta, dopo la crisi economica dell’inizio del decennio, il mondo della notte, fino ad allora fatto di grandi discoteche e night club, si è trasformato. Nascono nuovi luoghi di incontro tra i giovani, dagli street bar e beach bar ai locali etnici con la musica latino americana, dove il rum comincia a diventare protagonista. In questo contesto nasce di conseguenza anche una nuova generazione di imprenditori, più informata, più professionale. Sono i giovani che gestiscono il mondo della notte con i loro locali che aprono nuovi orizzonti di consumo. Un giorno, leggendo Li Sao di Qu Yuan, l’Omero cinese del III secolo a.C., mi imbatto in questa frase: “Le aquile non volano mai in stormo, ciò avviene da tempi remoti”. La frase mi colpisce e mi apre una nuova visione dei nostri nuovi clienti. Questi nuovi imprenditori che, proprio come aquile, non volano a stormi ma viaggiano da soli, portando avanti nuove idee e nuovi format. Sono dei ragazzi che stanno cercando delle strade individuali. Quindi penso che non posso più creare delle promozioni genericamente rivolte a tutti i clien79

La nuova generazione e il mondo della notte


ti, ma devo adattarmi ai nuovi, andare con un vassoio di offerte e informazioni, in modo che ogni cliente possa scegliere tra le nostre offerte in base alla propria identità, al singolo locale. Le Aguilas

Con l’avvento dei computer e l’abbandono della distribuzione al dettaglio, le società del nostro settore tendono in questo periodo a una spersonalizzazione del rapporto con il cliente. Noi stringiamo invece un rapporto diverso con loro, e in particolare con gli opinion leader, che – su ispirazione di quel verso della poesia cinese – definiamo “Aguilas”. Così organizzo in diverse regioni italiane gli “Aguilas Camps”, dove possiamo presentare la nostra azienda e prevediamo anche una parte educativa, con lo svolgimento dei primi seminari della storia italiana dedicati al rum, alle cucine e alle musiche delle diverse isole caraibiche, cercando di inquadrare ogni rum all’interno del suo ambiente. Facciamo degustare i nostri prodotti, parliamo dei Caraibi, e diamo una serie di strumenti e materiali informativi. Dopodiché, ai nostri migliori clienti, cioè a quelli che raggiungono determinati risultati di vendita, offriamo dei viaggi-premio per andare a visitare le distillerie di persona nei Caraibi. E così nascono anche i “Viaggi delle Aguilas”. Benché questo avvenga vent’anni dopo i nostri primi viaggi nei Caraibi, è ancora un’iniziativa d’avanguardia. Nessuno porta i suoi clienti a visitare le distillerie nei Caraibi. Dal 2000 al 2006 organizziamo un viaggio delle Aguilas ogni anno. Andiamo in Repubblica Dominicana, in Brasile, a Cuba, in Venezuela, in Nicaragua, portando più di 200 clienti a scoprire con i loro occhi 80


il mondo dei rum. A questi viaggi partecipano anche le mie figlie, Alice, Benedetta e Maria Margaux, che erano già state nei Caraibi da bambine. Così inizio a trasmettere anche a loro la mia passione per il rum. Contribuiamo in questo modo alla conoscenza del rum in Italia, portando i rum da tutti i Caraibi. Siamo i primi a rompere le barriere della colonizzazione, accorpandoli tutti. L’Italia diventa cioè il primo paese dove si può consumare il rum di tutti i Caraibi democraticamente, a prescindere dai paesi di colonizzazione, a differenza di quanto accade in Spagna, Francia e Inghilterra, dove per tradizione ancora si consumano i rum provenienti dalle isole anticamente colonizzate. A questo punto il rum è nel suo boom. Il primo viaggio delle Aguilas è in Repubblica Dominicana, dove portiamo 24 clienti italiani. Partecipano alcuni dei proprietari e barman più famosi in Italia all’epoca. Tra gli altri ci sono i barman Peppino Manzi dell’Antigua, Pietro Pedrazzoli del Jom Bar di Tresivio in provincia di Sondrio, Stefano Menoni del Bodeguita del Medio di Milano (il primo bar al mondo ad avere la licenza di usare lo stesso nome del locale cubano). Veniamo accolti in maniera principesca dalla Brugal, visitiamo la distilleria, i depositi di Puerto Plata e, oltre al viaggio propriamente di lavoro, porto i nostri clienti anche a contatto con la vita vera delle terre che visitiamo. Quelli delle Aguilas non saranno viaggi organizza81

Primo viaggio delle Aguilas


ti come li si potrebbe immaginare. Sono pieni di avventure, con itinerari che ci portano dentro la vita caraibica, dove può succedere di tutto. Affittiamo delle auto, li porto fuori dalla città, a mangiare e conoscere la vita caraibica. In questo primo viaggio delle Aguilas, sulla strada vicino Imbert, un giorno riusciamo a penetrare nella piantagione di canna da zucchero di Eugenio Vicini. E, percorrendo le strade sterrate dentro la piantagione, arriviamo in un accampamento incredibile. È costruito con lattine pressate, a formare capanne dove la temperatura arriva a cinquanta gradi. Ci vive una comunità illegale, ufficialmente inesistente, di fuorusciti haitiani, che lavora qui in condizioni di schiavitù, insieme ai figli, bambini che tecnicamente non esistono perché le loro nascite non sono mai state registrate. Ogni famiglia ha il suo loculo in queste capanne fatte con le lattine delle bibite. È un incontro scioccante, un incontro che, come amante del rum, mi lascia una grande amarezza e fa nascere il mio sentimento di amore e rispetto verso gli haitiani, che poi crescerà negli anni.

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Nei miei frequenti viaggi di questo periodo con Lauda Air, Max Donati, appassionato di vino e distillati, capo cabina della business class e ormai diventato mio amico, mi chiede un consiglio. Gli piacerebbe andare per un weekend con la fidanzata, anche lei hostess della Lauda Air, a visitare un produttore, e mi chiede un suggerimento. Gli indico Movia, in Slovenia: hanno una piccola foresteria dove può essere ospitato, e Max ci va. Aleš e Vesna Kristančič, i proprietari della Movia, gli parlano della figlia di una loro amica e dipendente, una certa Urska, giovane e bellissima studentessa di architettura che, dovendo fare un master al Politecnico di Milano, è in cerca di una camera in affitto. Gli chiedono un consiglio e Max si offre di ospitarla a casa loro. Dopo qualche settimana, Max comincia a telefonarmi per dirmi che questa ragazza è la donna della mia vita e devo assolutamente conoscerla. Io che mi sono appena separato, e ho deciso di chiudere con le donne occidentali, sentendomi attratto dalle donne secondo me più autentiche e semplici dei Caraibi, della Polinesia o africane, non voglio saperne niente. Ma Max insiste, fino al giorno in cui mi fa chiama83

L’incontro con Urska


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