Viaggi&Foto - the Travel Photography Magazine - n. 1

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Anno I, Numero 0

One life. Live it.


Viaggi & Foto the Travel & Photography Magazine

Nasce Viaggi & Foto Questo periodico nasce dalla passione. E dalla fantasia … La voglia di viaggiare per scoprire nuovi luoghi e il desiderio di raccontare attraverso le immagini quello che i nostri occhi hanno visto. Un viaggio può cambiare la nostra vita. Per sempre. La passione per i viaggi mi ha poi portato prima in tutta Europa e poi in Africa e Asia, per arrivare in Sud America. Architetto per professione e viaggiatore/fotografo per hobby. … e non partirei mai senza la mia Nikon. La mia passione per le montagne mi porta ad arrampicare dovunque sia roccia verticale. Ho scalato montagne grandi e piccole in molti paesi e stretto mani di tutti i colori. Ho dormito nella mia tenda Svalbard fino -35° e respirato “l’aria sottile”. Ho calpestato la sabbia di molti deserti. Dice una leggenda Tuareg che il Sahara è un gigante disteso, assopito ma vivo. Spesso i Tuareg al tramonto siedono immobili sulla cima delle dune più alte; dicono di ascoltare la voce del gigante che risuona come un grido, il grido del deserto che non si può ignorare. Fermarsi un momento nel silenzio più assoluto e sentirne la voce, l’essere di fronte al vuoto, il terrore dell’ignoto, il battito del cuore, il respiro, l’amicizia, l’amore o l’indifferenza dei compagni, il vivere del pianeta intero. E poi il tè con i Tuareg, le arrampicate a mezzogiorno, il sole che ti brucia, l’odore dei somari, l’odore degli umani, il vento sulla tenda, la sabbia nelle orecchie, il cielo con le stelle, la voglia di restare … l’urlo del deserto … Ci si torna nel deserto! Sì, penso di essere un uomo fortunato! A. D’Onofrio


Viaggi & Foto Viaggi&Foto non è solo un magazine. Troverete tutte le notizie relative a viaggi fotografici e workshop sul nostro sito

www.viaggiofotografico.it Questo è il portale in cui potete interagire e iscrivervi alla newsletter E puoi seguirci sul nostro gruppo “Viaggi e Fotografia” dove potrete postare le vostre foto. Le migliori saranno scelte e pubblicate sul magazine

Viaggiare. Il Viaggio inteso come percorso fisico e sopratutto mentale. Viaggiamo per il piacere della scoperta e per imparare a conoscerci meglio.

Osservare. Osservare è la sintesi percettiva di tutti i sensi sommati tra loro in uno stimolo unico. Dall’osservazione si ha la conoscenza del mondo e la nostra capacità di raccontarlo.

Fotografare. Fotografare è il nostro modo di essere, il nostro stile di vita, il linguaggio con il quale preferiamo esprimerci. Un Viaggio è una straordinaria occasione di crescita fotografica .


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Come viaggiamo Viaggiare e fare fotografia è bellissimo e per esperienza sappiamo che è anche faticoso. Per questo motivo organizziamo minuziosamente il Programma di ogni Viaggio pensando anche al riposo. I nostri viaggi non sono mai rilassanti, infatti cerchiamo luoghi, eventi e persone che non sempre sono facilmente raggiungibili. Partecipare ai nostri Viaggi significa alzarsi presto al mattino per fare foto all’alba al gelo, scattare in mercati affollati o durante cerimonie sotto il sole… Ci piace l’avventura e la scoperta, ma vogliamo godere di ogni momento, per questo motivo selezioniamo e prenotiamo tutti gli alberghi già da prima di partire dall’Italia.

I mezzi di trasporto Usiamo quello più comodo per il raggiungimento dei nostri obiettivi che sono sempre fotografici. Per contenere i costi e i tempi di spostamento prendiamo mezzi privati comunque guidati da Autisti Professionisti locali che sono a nostra disposizione per eventuali soste e cambi di percorso. Conoscono il loro territorio e sanno consigliarci per la massima sicurezza del viaggio..

La gente Viaggio Fotografico vuole farti viaggiare e provare l’essenza dei posti che visitiamo insieme. Per questo motivo ci avviciniamo alle Gente e ne assorbiamo la cultura, le abitudini e lo stile di vita in modo immersivo. Ben vengano quindi tutte le esperienze fatte durante rituali, cerimonie, festival… Impossibile fotografare senza un contatto diretto con la popolazione locale, ne perderebbe l’efficacia delle nostre foto.

Le guide Durante i nostri itinerari i Viaggiatori sono sempre accompagnati da un Capogruppo di provata esperienza fotografica e sul Territorio di riferimento. Molto spesso l’approfondita conoscenza che abbiamo dei posti in cui viaggiamo ci fa incontrare amici locali che ci fanno anche da guida. Italiani espatriati, persone che ci portano a conoscere dall’interno le comunità locali, le famiglie. Questi incontri sono parte integrante dei nostri Viaggi, sono dei veri referenti esperti che ci mostrano un Paese da un punto di vista unico e straordinario che solo con Viaggio Fotografico potrai vivere in prima persona


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rEstate al MACRO! 12.6—6.9

MACROTESTACCIO

http://www.museomacro.org/it/didatticamacro-restate-al-macro

EXTRALARGE 28.3—11.5

MACROTESTACCIO

http://www.museomacro.org/it/extra-large

Hulmut Newton.

ROBERT CAPA 15.3—14.7

PALAZZO REALE—TORINO

http://www.piemonte.beniculturali.it/ index.php/it/homepage/227-roberto-caparetrospettiva

White Women / Sleepless Nights 6.3—21.7 PALAZZO DELLE ESPOSIZIONI—ROMA

http://www.palazzoesposizioni.it/categorie/ mostra-helmut-newton


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Dalla Terra all’Uomo Fino al 2.6

GENESI

Sebastiao Salgado 15.5—15.9

FORTE DI BARD (AO)

http://www.fortedibard.it/mostre/mostre/dalla -terra-alluomo-dal-7-dicembre-2012-fortebard-yann-arthus-bertrand

ARAPACIS—ROMA

http://www.arapacis.it/mostre_ed_eventi/ mostre/ genesi_fotografie_di_sebastiao_salgado

TOMMASO FILIPPI Venezia tra ‘800 e ‘900

LA NOSTRA AFRICA 13.5—13.6

BORGO GALLO—PARMA

http://www.fiaf.net/regioni/emiliaromagna/lanostra-africa/

30.3—3.11 MUSEO NAZIONALE DI VILLA PISANI

http://www.villapisani.beniculturali.it/mostre/ venezia-800-900-tommaso-filippi/


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Birmania—the Golden Land

di Antonio D’Onofrio

“Se penso alla Birmania il primo colore che mi viene in mente è il rosso. Un rosso corposo, denso, vitale che vedo ondeggiare intorno a piedi scalzi che calpestano strade polverose. E’ il rosso delle tonache che avvolgono i monaci buddisti. Le distese dolci attraversate dai fiumi ornate di alberi e di stupa si allontanano poco a poco ma restano nel cuore. Nel moltiplicarsi delle forme resta l’espressione della Vita Una. Ogni luogo Ogni tempo é Centro. L’anima lo sa e sorride in silenzio.”


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Viaggi & Foto Sono tornato da poco da un viaggio in Birmania e mi accingo finalmente a scrivere le impressioni di questo, che forse fra tutti i viaggi fatti nel continente asiatico, è il più bello. Quello che mi ha colpito di più. Come un enorme caleidoscopio vivente l’umanità si scomponeva in centinaia di cristalli colorati fatti di donne, bambini, anziani che attraversavano questo paese nella lentezza della vita stessa. “Terra d’oro” dove la cultura è insita in ogni angolo e in ogni persona che ho incontrato.

Esplorare le vaste e antiche rovine dei millenari templi, salire in barca e scivolare lentamente lungo i fiumi, fermarsi ad assaporare una tazza di tè in luoghi dove sembra che il tempo si sia fermato. L’isolamento nel quale il paese ha vissuto per molto tempo ne ha conservato le caratteristiche, gli usi e i costumi Il viaggio comincia a Yangon. Le sei del mattino. La città è ancora silenziosa. Le strade quasi deserte. Ogni tanto passa una camionetta sferragliante. All’angolo di una strada un vecchio esegue i movimenti delicati della ginnastica orientale. L’alba comincia a colorare di rosa le facciate della città.


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Viaggi & Foto Una città che sembra sospesa in un’epoca differente, ancorata, come d’altra parte il resto del paese, a uno stadio di sviluppo antico, in cui il jeans non ha ancora sostituito il sarong, anche grazie a scelte autarchiche e repressive che hanno in qualche modo preservato la città e il paese da influenze e contaminazioni esterne, soprattutto occidentali e fanno sì che la diversità tanto cercata dai viaggiatori sia intensamente percepibile. Le persone salutano e ti guardano come se già il tuo passaggio fosse per loro un dono; quando si entra in contatto con loro scopri la semplicità, la dolcezza e la disponibilità che hanno nei tuoi confronti.

In tutto il paese tanti monaci, che si alzano all’alba e, girando di casa in casa, ricevono il riso, loro unico pasto. Molti mi dimostravano il loro affetto pregando per me in una delle tante pagode. Mai come in quei momenti mi sembrava di cogliere il significato di quanto Kipling intendeva scrivendo:” Questa è la Birmania e nessuna terra che tu conosci potrà essere come lei”. Da Mandalay, la città d’oro, parte all’alba il battello lento che, il mercoledì e la domenica, trasporta genti e merci lungo il fiume Irrawaddy attraverso una splendida regione. Il fascino della traversata è accentuato da una nebbia che, all’alba, rende tutto


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Viaggi & Foto Il fiume è in piena, molto più degli anni scorsi, mi dicono i navigatori locali. La navigazione offre paesaggi di incredibile bellezza, la chiatta galleggia tra le pagode, alberi e palafitte che spuntano dall’acqua, passa sopra risaie sommerse; i carri si spingono nel fiume fino al mozzo delle ruote di legno, i buoi con l’acqua fin quasi alla pancia aspettano tranquilli accanto alle canoe che portano nuovi passeggeri e un nugolo di venditori ad ogni scalo.

E dopo una giornata di navigazione, dietro un’ ansa del fiume, appare Bagan. E’ il sito più bello, più importante e più soddisfacente. Sono 40 kmq di campagna costellata da più di 5000 pagode delle più variegate fogge e stili, un sito tra i più magici al mondo. Non è ancora l’ora del tramonto e decido di salire in cima ad una pagoda, la più alta. Quando cala il sole lo spettacolo che mi si presenta è incredibile. Tuta la valle ai miei piedi. E il rosso del cielo mi avvolge come se fosse un mantello. L’unico rumore è il mio respiro. Una mongolfiera, lontana, vola sulla valle. Ormai è buio e scendo a ritroso gli infiniti scalini che ho percorso per salire. Inforco la mia bicicletta e torno in albergo. Ceno e vado a dormire, ma non sono tranquillo. Lo spettacolo appena visto mi ha eccitato.


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Viaggi & Foto Non riesco a togliermelo dalla menta. Ed è così che, alle 3.30, decido di tornare sulla pagoda. Pedalo veloce per sopportare il freddo intenso e, appena ai piedi della pagoda, salgo di corsa, ma va veramente freddo. Faccio su e giù dalla pagoda un paio di volta, di corsa, per scaldarmi, e così l’alba arriva all’improvviso. Non mi ha avvertito e mi coglie di sorpresa. Sono strabiliato. Com’è possibile che sia così bello? Violetto, arancio, rosa.

E quel disco che galleggia sulla valle. E un numero infinito di pagode che appaiono man mano che il sole si alza. E inizio a riscaldarmi. Rimango seduto a sentire il luogo. E questo è quanto mi rimane di Bagan, una valle dorata. Quando sono arrivato la prima volta sul lago Inle ho assistito allo spettacolo di un popolo in armonia con il lago. E ho provato felicità viaggiando su una lenta barca nei corridoi d’acqua. I miei giorni trascorsi nei villaggi che sorgono sulle sponde del lago erano pervasi della calma e le giornate trascorrevano lente visitando i mercati, le pagode, i villaggi. Non c’è fretta sul lago Inle. E ben lo sanno i pescatori che, remando con un piede solo, si muovono sul placido specchio d’acqua.. La natura, i templi o le pagode, il lago, la loro esistenza basata sull’agricoltura e sull’allevamento ci fa tornare indietro nel tempo, a


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Viaggi & Foto facendoci assaporare una purezza che spero, porteremo nei nostri cuori per molto tempo. Ragazzine col viso coperto di polvere di tanaka ci offrono ceste di frutta. Due monaci si fermano a parlare. Hanno due mele. Una la offrono a me. I ricordi che ho dopo il viaggio in Myanmar? Donne con i loro cesti in testa, donne e bambini con una crema chiamata tanaka sulle gote del viso che li protegge dal sole e mantiene loro la pelle morbida, bufali che arano con aratri di legno, donne mondine che piantano e raccolgono il riso,bambini che corrono e giocano in mezzo alle strade piene di polvere che salutano quando vedono qualche occidentale, donne e uomini che si lavano i capelli e fanno il bagno nei fiumi, pescatori che puliscono il loro pesce e lo mettono ad essiccare fuori le loro capanne, carri, carretti, biciclette che trasportano ogni cosa, monaci, col loro classico abito arancione, che girano i mercati per raccogliere qualche offerta, famiglie birmane che, nonostante siano molto povere , quando vanno a pregare Buddha, danno in offerta tutto quello che hanno.


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Viaggi & Foto Lasciando la Birmania ho sentito tanta tristezza nel cuore; questo paese, chiamato il paese del sorriso, ha suscitato in me tante emozioni, nonostante avessi la sensazione di essere fuori dal mondo per mancanza di informazioni, cellulari non attivi, internet quasi del tutto censurato. Arrivederci Myanmar‌‌Golden Land


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Iphoneography

“l’iPhoneography ha cambiato il mio modo di fare fotografia: ha dato un “quid” in più ai miei racconti fotografici. “

di Daniela Cifarelli

LA FOTOGRAFIA, PER ME, È UNA FILOSOFIA di vita, un modo artistico di approcciarsi alla realtà per cui ogni elemento che attrae la mia attenzione ha diritto ad un attimo di poesia e merita un momento di gloria. E’ facile intuire che per cogliere quel preciso istante c’è bisogno di un mezzo che garantisca l’immediatezza nel fissare un’immagine, ed è così che mi sono avvicinata alla fotografia tramite iPhone. Un ampio spazio del mio lavoro è dedicato alla ricerca fotografica ed è in questo campo che l’iPhoneography trova il suo punto di forza: l’iPhone mi permette, infatti, di avere un’illimitata serie di scatti di rapida fruizione eliminando i tempi morti di upload invece necessari con una DSRL. Con la sua fotocamera altamente prestante ed un grandangolo eccezionale, consente di scattare foto con una discreta definizione e le azioni di “crop” ed “editing” si attuano in tempi decisamente veloci. Il prodotto finito è diretto e palpitante. Creazione ed emozione senza intervalli di tempi di reazione ma puro impatto visivo-sensoriale, cioè coinvolgimento a 360 gradi. Nell’ambito della ricerca fotografica, l’editing è un aspetto fondamentale e l’iPhoneography riesce, tramite la varie apps di post-produzione a bypassare in velocità quel potentissimo strumento qual’è Photoshop, regalando l’immediatezza di effetti già confezionati o, ancor meglio, possibilità di editazione semi-professionale con ampio spettro di espressione della propria creatività, abbattendo i tempi biblici dell’editing classico. Posso asserire che l’iPhoneography ha cambiato il mio modo di fare fotografia: ha dato un “quid” in più ai miei racconti fotografici. Ha dato un impulso ai miei progetti sui quali lavoravo già da tempo ma che ora, tramite la “discrezione”e la “riservatezza del mezzo”, prendono forma in maniera estemporanea. Senza l’iPhoneography non sarebbero nati “Waiting” una sorta di “candid” nelle sale d’aspetto o tra le estenuanti file negli uffici, né potrebbe continuare a prendere vita “Alterated states of counsciousness”, un vero e proprio reportage dell’animo umano. Pur offrendo un infinito potenziale creativo, questa “new age”della fotografia ha i suoi limiti. La camera reflex è un’altra realtà: è un contatto istintivo e passionale con ciò che si trova al di là del mirino. Se con l’iPhoneography il soggetto si “fissa” sul display, con una reflex l’oggetto fotografato “vive”con te, insieme a te in un postulato dell’isomorfismo che solo tempi di otturazione, lunghezza focale e ISO riescono ad attivare.



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Il mistero è la mia avventura

di Ignazio Vanadia

Sempre più spesso m’allontano dai territori della quotidiana banalità e mi addentro negli anfratti della mia città, sperando d’incontrare per caso frammenti della sua anima, antico groviglio di pietre e passioni. M’aggiro tra i suoi vicoli che s’ incrociano più volte con le mie visioni del giorno, fino a che ogni possibile meta si disperde nella vaghezza della mia disordinata memoria.


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Ascolto il rumore dei miei passi tra case che hanno riparato secolari povertà mentre gattopardi inerti si godevano l’inebriante panorama della fertile vallata. Su selciati consumati da fatiche infinite e fugaci allegrie lentamente andando, vado palpando i muri impastati con calce e acqua di pioggia, odore di bucato e di fritto, sole ed ombra. Incontro qualcuno, lo saluto e poi parliamo un po’: del tempo, dei figli che se ne vanno, della salute e di qualche ricordo. Valutiamo quanto pericolosa sia la nostalgia. Poi proseguo… E intanto le luci e le ombre, gli odori, i suoni, i silenzi, le presenze e le assenze si riverberano attorno a me ogni istante di più e si mescolano al cielo che tutto avvolge. La mia piccola Nikon quasi non mi serve più, perché tanto ho capito che quello che cerco in questo strano viaggio non sono immagini da far vedere, né parole da far pensare.


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Cerco solo qualche barlume di senso di questa mia vita così dolorosamente legata a questa terra. Cerco una fede tra ciò che non si vede, oltre gli effimeri contorni delle cose. I paesaggi e le figure che mi stanno intorno potrebbero essere di ovvia immediatezza, ma, come se sapessero cosa m’aspetto da loro, con sforzo lento e continuo si trasfigurano e mi appaiono con raggi di eterno, come le stelle. E così incontro il mistero e capisco che questa è l’avventura che più m’attrae. Se non m’avessero mai partorito, questi luoghi si sarebbero dispersi nell’infinità delle cose del mondo; sarebbero stati una luce mai accesa, una possibilità mai realizzata, un’eterna assenza, un nulla. Ma il mio respiro, i miei sensi, il mio spirito hanno dato consistenza all’identità della mia città, forma alla sua assoluta unicità nell’universo, spazio e tempo alla sua stessa esistenza…….


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Una milanese in Congo

testi e foto di Emanuela Cattaneo

Per andare a Zanagà, nella foresta equatoriale del Congo Francese, una milanese deve essere davvero motivata. Ci vogliono 2 giorni per arrivare, uno di aereo e uno di auto su strade per la maggior parte sterrate. Alla Missione, che in confronto alle casupole di bambù e fango del paese è un hotel 6 stelle lusso, non c’è acqua corrente, la doccia te la fai con l’acqua fredda che ti butti addosso con un bicchierotto di plastica. Lo sciacquone funziona nello stesso modo: a mano. Piatti e pentole si lavano in due catini con quattro dita d’acqua e alla fine è impossibile

Il grande sacrificio della sveglia alle 6 ripagato dall'alba avvolta nella foschia della foresta che si sta ritirando.

che quell’unto dalle mani possa un giorno andare via. La corrente non c’è e ringraziamo che il gruppo elettrogeno funziona un paio d’ore la sera. Non c’è la posta, non c’è internet. Si mangia riso, manioca, banane, ananas… e anche armadillo, antilope, porcospino. Niente dolci se non i biscotti alla vaniglia,in vendita dal mauritano, i più zuccherosi dell’emisfero australe. Quando piove, e piove spesso e torrenziale, sotto i piedi si aggregano 3 cm di argillosa terra rossa che ti incolla i piedi a terra e cerca di scalzarti le scarpe. E per gradire, i furù in due giorni ti ricoprono silenziosamente la pelle di bubboni rossi che prudono da tenere svegli la notte. Totalmente inutili zanzariere, repellenti e maniche lunghe: trapasserebbero anche una tuta da sci. Ma io, a Zanagà, ci ritornerei domani.


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Le elementari. La ricreazione è uguale dovunque.

Il bimbo Pigmeo quasi libero dalla dermatite. (ph. Stefano Dini)


Viaggi & Foto Quando sono partita da lì piangevo, ma piangevo proprio a fontana, nascosta dal buio senza elettricità delle 5 di mattina. E’ che per la prima volta ho fatto un viaggio stanziale. Tutti questi disagi li ho provati, girando un po’ per il mondo, per uno o due giorni al massimo. Invece qui ci ho sguazzato per due settimane eppure alla fine sono diventati niente. Forse un po’ perché perfino una milanese può abituarsi a guardarsi allo specchio ogni 4 giorni o forse perché anche dei luoghi si dà inevitabilmente una lettura affettiva e stare in un posto per un po’ di tempo, sebbene poco, in fondo, crea legami. Legami con un Paese duro e meraviglioso.

Le donne fanno davvero una vita di stenti. Ogni giorno trasportano sulla schiena, appesa con una corda alla testa, gerle piene di manioca, ananas, legna...

Le strade, sì,sono spesso fangose ma quella terra rossa è di un rosso bellissimo, che si accosta meravigliosamente con il verde, un bellissimo verde, della vegetazione. E da ogni capanna che si affaccia sulla via, la gente ti saluta, “Mbote”, “Bonjour”, eviene a stringerti la mano, tutti incredibilmente felici di essere ricambiati da un “mundele”, un bianco. E anche tutti quelli che per quella stessa strada ti incrociano, tutte le donne che tornano dai campi con le gerle appese alla testa – incomprensibile per me come anatomie così apparentemente fragili possano camminare per ore con quei pesi sulla schiena – piene di manioca, legna, ananas; tutti i bambini che vanno a scuola con le camicie rosa. Tutti, tutti ti salutano,ti parlano, ti invitano, ogni giorno, che tu passi una, due o cinque volte. Ci salutano anche gli autisti del camion che trasporta tronchi d’albero fermi in mezzo al paese per un guasto al semiasse e che,per tre giorni in attesa di soccorso, hanno steso i loro


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Anche la manioca, "pane" onnipresente, richiede tanta fatica. (ph. Stefano Dini)

Il campo da calcio, tra la scuola elementare e la missione. Quando i bimbi sono a scuola è il regno delle caprette.


Viaggi & Foto vestiti ad asciugare sui tergicristalli alzati. Di quei camion pieni di tronchi ne passano di continuo. La foresta equatoriale africana è una grande potenza della natura - come le Ande, come le Cascate Victoria - che fa comprendere come mai l’uomo ci abbia da sempre riversato le sue necessità di trascendenza. La foresta equatoriale africana è una grande compagnia composta da alberi tutti diversi tra loro, altissimi ed elegantissimi, tanti con il fusto bianco e tanti con le foglie di infinite forme geometriche diverse. Ogni albero è un individuo di grande carisma, questo si percepisce perfettamente. E mi fa piangere quando quei camion,

Le medie. Qui i ragazzi hanno percorsi di vita poco lineari, per così dire, quindi anche alle medie capita di trovarne di grandicelli. Poco male, l'importante è che ci siano.

di cinesi e malesi venuti qui a disboscare in accordo con il governo, passano enormi per queste strade silenziose carichi di fusti tagliati, così grandi, vecchi e umiliati da non sopportarlo. Noi stiamo bene, siamo qui per poco tempo e osserviamo con la gioia di chi scopre ma appartiene a un altro mondo, più facile. Eppure anche qui potrebbe essere più facile, questa è una terra piena di risorse anche se corrotta e zavorrata da una mentalità che se per tanti versi ci è di insegnamento, per altri, in primis la corruzione, la condizione femminile e l’incapacità di progettare, non lascia crescere questo paese. Queste cose ce le ha spiegate Padre Rufino, il nostro ospite, con il cuore pieno di rabbia e di amore. Rufino è un duro,un uomo tutto d’un pezzo che non deve chiedere mai e molto severo, a volte addirittura tirannico, con i suoi, tanto da restarci male.


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...qualcuno ha lo spirito imprenditoriale di aprire una piccola attivitĂ

George, uno dei ragazzini ospiti della Missione. Sveglio da matti.


Viaggi & Foto Non certo un docile prete tutto sorrisi e accoglienza emotiva. Ma è veramente un padre, che ama il Congo e la sua gente con un amore profondo e incrollabile, nonostante tutto. Nonostante i problemi e le colpe che lucidamente vede e combatte. E’ in questa visione stereo che ci ha immersi, con tutti i suoi racconti, le storie, i fatti e le traduzioni che ci hanno incantati fino all’ultima parola del suo italiano a volte imperfetto ma sempre incredibilmente raffinato. Lui è nato e cresciuto lì, a Zanagà, ha studiato teologia in Italia ed è tornato nel suo villaggio di origine per rimettere in uso la missione francese da tempo abbandonata.

Un biscotto ai bimbi che ci salutano rende la giornata speciale. A loro e a noi.

E l’ha fatto aggiungendola scuola elementare, le medie, la pompa per portare l’acqua dalla sorgente – che sgorga a circa un km in fondo a una ripidissima e sdrucciolevolissima discesa che poi le donne del paese risalgono con 35 litri in testa – al retro della Missione e il gruppo elettrogeno. C’è anche il pollaio, l’orto e a breve anche una stalla. E poi c’è l’importantissimo ambulatorio, per cui noi abbiamo portato dall’Italia 5 valigioni di medicinali lì introvabili e quindi simbolicamente e praticamente ancor più potenti. Quattro compresse di penicillina e qualche passata di disinfettante hanno guarito un bimbo pigmeo da una dermatite pesantissima sul faccino – giuro, mi si torce il cuore a ripensarlo – in 5 giorni. Sarebbe andato avanti per chissà quanto e chissà come. A dire il vero a Zanagà c’è un ospedale ma è inattivo e il primo ospedale vero è a centinaia di km di distanza.


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Una baracca, di legno quindi già piuttosto bella, del paese. Non c'è rete idraulica.

Orisha, una delle ragazzine ospiti della Missione. Il faccino piĂš dolce che si possa immaginare.


Viaggi & Foto E di solito ci si va con l’auto di Rufino, l’unica del paese, utilissima anche per portare le bare ai funerali e mille altre necessità di un luogo nel quale le distanze sono vissute sempre a piedi. Ma quello che più mi colpisce sono i bambini, quelli che Rufino ospita alla missione accogliendoli da situazioni familiari problematiche e che ho visto e conosciuto poco alla volta ogni giorno di più. Questi ragazzini sono delle pesti incontenibili ma sono anche amore puro, sono riservati e pieni di dolcezza, quando pian piano riesci ad avvicinarti un pò. Si alzano alle 5:30, si preparano, aiutano i più piccoli, fanno dei lavoretti di

Il frigorifero del paese. Come l'ospedale, è in disuso e decadenza.

missione perché ognuno ha le proprie responsabilità e vanno a scuola, imparano l’inglese. Poi compiti, giochi e altri lavoretti nell’orto, nel piazzale, in cucina. Ne combinano di ogni e dopo la spiegazione dell’errore e la punizione, scrivono lettere di pentimento e buoni propositi a Rufino.Riescono a stupirmi in tanti modi. Una sera come altre,belli puliti dal sudore e dalla polvere della giornata grazie al grande piacere della doccia fredda a mano illuminata dalla pila frontale (giuro, bellissimo), con una temperatura perfetta per l’aria fresca proveniente dalla foresta circostante, al buio e in attesa della cena, con i miei due compagni di viaggio, Orsola e Stefano, e una certa quantità di pipistrelli e insetti che non vediamo ma sentiamo perfettamente, riguardiamo un po’ di foto della giornata sulla balconata. Ed ecco che accade una scena epica e contemporaneamente di una tenerezza incantevole.


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Il rifornimento di acqua alla Missione dopo l'avvio della pompa. (ph. Stefano Dini)


Viaggi & Foto Parte il gruppo elettrogeno ma tutto resta buio, l’energia deve concentrarsi in un’unica attività. Alla luce di una torcia che appoggia su un gradino, proiettando mille ombre che si animano sul muro opposto, Rufino accende la pompa che trasporta l’acqua dalla sorgente al praticello dietro la Missione. Senza una parolai venti ragazzi si sincronizzano. I più piccoli raccolgono le taniche gialle vuote, le insaponano e le mettono man mano in fila fino alla pompa, dove due addetti, uno per ogni bocchettone, le sciacquano bene e le riempiono. I più grandi prendono le taniche piene e le portano sotto il portico o verso i loro dormitori. Non ridono, non scherzano, non cincischiano come fanno di giorno perché, anche se la presenza dell’acqua rende tutto magico,hanno la serietà di chi lavora e per una mezz’ora funzionano come un orologio. Noi scendiamo dal secondo piano, ma non riusciamo a inserirci, possiamo solo fare luce con le nostre pile e qualche difficoltosa foto: il meccanismo è troppo perfetto e sinceramente è un’armonia che ci incanta guardare.

Questi ragazzini sono il futuro. Ci sono ancora tante cose che ho visto, scoperto, capito e che vorrei raccontare. Quello che so dire per certo è che in quel futuro questa milanese tornerà a Zanagà, di nuovo si infangherà fino alle ginocchia e si coprirà di punture di insetti e di nuovo piangerà andandosene. Chiunque volesse concretamente aiutare Padre Rufino può contattare Graziella Storti* a questa mail : lellast@virgilio.it oppure effettuare un versamento sul ccp nr. 32782369 intestato a MBANI ALPHONSE RUFIN – VICENZA. (*) Graziella ha adottato Padre Rufino durante gli studi di teologia in Italia. Rufino non fa parte di associazioni, ma è semplicemente un parroco che ha deciso di dedicare tutto il suo tempo e tutte le sue risorse economiche alla sua gente. .


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Rufino. Un vero Padre.


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Riflettori su… a cura di Rosalba Grassi

“Genesi” di Salgado e World Press a Roma Gli amici di ‘VIAGGIO FOTOGRAFICO’ al finissage del World Press Photo 2013 poi rapiti da "Genesi" di Sebastiao Salgado, nella capitale fino al 15 settembre La forza delle coppie, quando sono unite dalla passione, si scopre dai sogni e dagli obiettivi fissati. Le mete da raggiungere diventano semplici, quando c’è sana ambizione e competenza e diventano mete ambite ed anche condivise da molti. Lo stanno dimostrando quattro amici di Latina, uniti da un interesse comune per i Viaggi e per la Fotografia e che già avevano in passato organizzato eventi di settore con ‘Viaggi Randagi’. Un Fotografo, due architetti e una giornalista Roberto Gabriele e Simona Ottolenghi, Antonio D’Onofrio e Rosalba Grassi. Un connubio perfetto nel lancio di un progetto: “Viaggio Fotografico” con la mission di accompagnare iscritti in percorsi condivisi durante week end con workshop di foto e architettura o in viaggi alla scoperta di altre culture, riportando reportage sotto la guida di professionisti. E, ad attestare che la passione unisce, è soprattutto una coppia illustre nel campo fotografico: Leila e Sebastiao Salgado in Mostra all’Ara Pacis di Roma fino al 15 settembre con ‘Genesi’, un’esposizione di oltre 200 fotografie in bianco e nero che, il 26 maggio scorso, il gruppo pontino ha deciso di assaporare. Un evento fotografico di spessore internazionale dagli scatti inconfondibili di un artista sostenuto dalla moglie, la quale è anche curatrice della mostra, in cui si respira tutto il rispetto per la natura incontaminata. In cui si assapora, attraverso la texture perfetta dei chiaroscuri, la capacità tecnica ma anche umana dell’attesa, di fronte alla meraviglia delle abitudini degli animali anche più feroci. Di fronte a costumi più disparati dei popoli indigeni di vari continenti. Nel fantastico scenario moderno dell’Ara Pacis, costruito su scavi antichi, si procede ad ammirare l’esposizione di Salgado, dalla Penisola Antartica con i suoi pinguini dal volto nitido su lastre di ghiaccio che sembrano tangibili, alle balene dalle code gigantesche da cui scivolano scrosci di oceano.


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E poi Canada, Alaska, Arizona, fino all’immagine inquietante del Vulcano Ilinsky in Russia che, a guardarlo, pare abbia un volto umano che seppure fermo, appeso alla parete grigio scuro, sembra intento a non perdere di vista il suo dirimpettaio: l’Albero secolare del Simien National Park che spicca sul muro rosso, dove sono esposte le foto dell’Etiopia, scattate nel 2008 da Sebastiao. Si prosegue il viaggio africano tra i deserti della Namibia e le bellezze statuarie delle donne dei popoli Himba e poi dei Boscimani in Botswana. La fauna assume ancor più fascino con la foto ravvicinata del Gorilla di Montagna in Ruanda e della meravigliosa fotografia dell’Elefante che fugge lontano dai bracconieri in Zambia.

Il prestigio di Salgado, nel fotografare, sta proprio nell’avvicinarsi alla specie animale scevro della superiorità che di solito si attribuisce alla specie umana. Un atteggiamento che poi paga quando, gattonando sui gomiti, si riesce ad imbattersi come è successo al fotografo Brasiliano, proprio face to face con la Tartaruga gigante delle Galapagos.


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Riflettori su… a cura di Rosalba Grassi

Visitare la mostra di Salgado significa assistere ad uno spettacolo che sembra animato. Percorrendo i corridoi del piano inferiore dell’Ara Pacis, si arriva in Amazzonia attraverso occhi di coccodrillo che si accendono nel buio del Mato Grosso in Brasile e, ancora, sembra che ti si poggino sulla testa le zampe di caimani giganti, affiancati da giaguari, mentre scopri una popolazione, quella degli Zo’è che ancora oggi indossano il Poturu, il bastone inserito nel labbro inferiore, che viene forato con un osso appuntito di scimmia su maschi e femmine appena giunti all’età della pubertà. Anche le immagini della sezione ‘Santuari’ restano scolpite nella memoria visiva con i ritratti degli Stone Korowai le ultime persone sulla terra che praticano il cannibalismo in Papua Occidentale (Indonesia) e degli Yali, in Papa Nuova Guinea, con i loro singolari astucci penici fatti di zucca bislunga essiccata.Roberto Gabriele e Antonio D’Onofrio sono stati seguiti in questa esperienza di visioni in bianco e nero, da un gruppo di 15 persone di Latina e Roma, appassionati di viaggi e fotografia che hanno partecipato, ringraziandoli per la capacità di coinvolgimento ad iniziative di tale spessore culturale.


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Ma le emozioni non sono finite qui. Nella stessa uscita è stata inserita anche la visita all’evento fotogiornalistico dell’anno: il finissage del Premio ‘WordPress Photo 2013’, al Museo di Roma in piazza Sant’Egidio in Trastevere, promossa da Roma Capitale Assessorato alle Politiche Culturali e Centro Storico -Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, in collaborazione con Contrasto e la World Press Photo Foundation di Amsterdam. Il gruppo pontino è rimasto estasiato di fronte alle immagini più belle e rappresentative, che hanno documentato e illustrato in tutto l’anno gli avvenimenti sui giornali di tutto il mondo. Ad aprire la mostra la foto vincitrice dello svedese Paul Hansen in cui si legge la disperazione e la rabbia, un dolore maschile collettivo e intimo di un gruppo di uomini nel portare in braccio, verso la Moschea per la cerimonia di sepoltura, i cadaveri di bambini innocenti, i loro nipoti, uccisi durante un raid aereo a Gaza. A questo punto, non si può far a meno di tornare n la memoria al World Photo dello scorso anno, rimasto indelebile, della fotografia dello spagnolo Samuel Aranda, pregna di disperazione di una mamma con il figlio o un parente, ucciso tra le braccia durante gli scontri nello Yemen, che come è stato scritto rinnova il concetto della Pietà di Michelangelo. Quest’anno sono sei i fotografi italiani premiati: Fabio Buciarelli, Vittore Buzzi, Paolo Patrizi, Paolo Pellegrin, Alessio Romenzi e Fausto Podavini. .


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Riflettori su… a cura di Rosalba Grassi

Quest’ultimo ha ritratto un crudo spaccato di vita quotidiana in cui una donna assiste suo marito malato di Alzheimer fino alla fine. E a tal proposito, viene spontanea la lettura della situazione femminile al World Press Photo 2013. Singolari sono le foto relative alla donna, che risalta dallo scatto di Felipe Dana, brasiliano, per The Associated Press. Ha ricevuto la menzione d’onore per il ritratto con le lacrime agli ochhi, di Natalie Gonzales, 15 anni, dipendente dal crack e che vive nelle favelas. Ancora a carpire l’attenzione, è il primo premio foto singola, categoria contemporary issues, ricevuto da Micah Albert per la fotografia della donna seduta in una discarica di Dandora, fuori Nairobi sui sacchi di spazzatura, intenta a sfogliare un libro trovato nell’immondizia, con uno sguardo compiaciuto che contrasta con la cruda realtà.

Vogliamo parlare di quanto sia raccapricciante vedere l’immagine di una donna iraniana non ancora trentenne con in braccio sua figlia di 3 anni attaccate con l’acido e sfigurate in volto dal marito, solo per avergli chiesto il divorzio dopo anni di maltrattamenti? L’evento crudele ha permesso a Ebrahim Noroozi di conquistare il primo premio ritratto in presa diretta. Un altro evento che fa comprendere la difficile situazione delle donne, stavolta, è quello delle ragazze fotografate in Somalia, che rischiano la vita solamente perché si azzardano a giocare a basket.


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Un’altra femmina ma di specie animale ad essere maltrattata risulta il macaco a coda lunga in Indonesia, scimmia che viene comprata al mercato del bestiame e addestrata per camminare sui trampoli, andare in bici o mendicare addirittura con vestiti da bambina e teste da bambola applicate sul collo, come si nota dalla foto di Ali Lutfi, Indonesia, che ha conquistato il secondo premio. Donne lesbo sono poi ritratte da Maika Elan che ha vinto il primo premio per aver documentato come il Vietnam sia contrario a pratiche omosessuali. Ancora documenti fotografici nella periferia romana, attirano lo sguardo con le foto di alcune prostitute che si riposano su un materasso in mezzo al prato, mentre unico spiraglio per un miglioramento della vita femminile si legge dall’immagine fermata da Majid Saeedi, che ha vinto il secondo premio attualità per aver ritratto donne tutte vestite di nero, con il burka integrale che partecipano ad un workshop a Kandahar per fare vestiti all’uncinetto alla Barbie. Un corso organizzato dall’ONG per aiutare le donne ad andare verso l’emancipazione. Non resta che ringraziare Antonio D’Onofrio e Roberto Gabriele che collaborano con le loro compagne di vita in questo progetto legato ai Viaggi e alla Fotografia. Gli stessi che, dopo varie esperienze di viaggio e con la competenza propria delle loro professioni, hanno deciso di creare e offrire pacchetti di viaggio fotografici, in Italia e all’estero e workshop con uscite in outdoor, per far scoprire posti meravigliosi legati alle arti e, in particolare, a festival musicali, fotografici e architettonici. Obiettivo: trasmettere la forza dell’immagine e dei reportage di viaggio e valorizzare il territorio. A far da volano alle iniziative, è il web attraverso il portale http:// www.viaggiofotografico.it/ dove si può trovare il programma di viaggio con la formula del coaching, e la neonata rivista on line Viaggi&Foto, corollario del Blog di Antonio D’Onofrio, ricca di contenuti sulla cultura del viaggio inviata in omaggio agli iscritti, i quali diventano protagonisti con le loro migliori foto o racconti di viaggio pubblicati sulle stesse pagine per poi indire, chissà, un concorso ad hoc.


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Renato Santicchia—Maxxi, Roma


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Fabio Ruggeri

Stefania Boddi—Cambogia - Angkor Wat al tramonto


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Massimo Briccoli—Piazza del Popolo, Roma


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Layla Otto - I tappeti di Ghardaia


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Morelli Stefano

Umberto Braga — Fogliano, Latina


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Giuseppina Pieropan — Nel delta del Po

Alessio Brinati


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Domenico Ruggieri—Capalbio


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Silvia Cartotto—Casa Batllò, Barcellona


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Claudio Simeoni

Roberta Santilli窶年infa, il giardino romantico e misterioso


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Lorena De Coppi—Tra le risaie di Bali


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Fotoconsigli

Saper cogliere l’attimo Qual è il segreto per realizzare uno scatto indimenticabile? Come faccio a scegliere il momento più adatto per premere il pulsante? Anticipare l'attimo è caratteristica dei grandi fotografi che sanno perfettamente quando scattare e cogliere così un momento e trasformarlo in una grande immagine.

India—ph. A. D’Onofrio

Se avete la sensazione che intorno a voi stia per accadere qualcosa di particolare e che un momento unico stia per accadere, fidatevi del vostro istinto. Lasciate da parte l’ansia, assaporate il momento e siate pronti a catturare la magia di quell’istante. Non cedete alla tentazione di scattare per fissare quel momento perché sarebbe troppo presto. Aspettate, sentite quallo che succede intorno e voi, siate pazienti e riuscirete a catturare il magico momento che sognavate. Attimi emozionanti, difficili da cogliere. Vita quotidiana, vita straordinaria, vita vissuta. Ecco cosa catturerete con la vostra macchina.


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Birmania—ph. A. D’Onofrio

Lo sfondo è importante, anche in una situazione dinamica. Quando si tenta di cogliere l'istante perfetto, è fondamentale che che il fotografo scelga la giusta angolazione, che si posizioni nel punto migliore per il suo scatto. Se lo sfondo è confuso, distrarrà chi vede la foto dal momento che è riuscito a cogliere.

Uganda—ph. A. D’Onofrio

La frase "Aspetta il momento giusto" deve essere stata coniata da un fotografo, perché condensa una parte essenziale della nostra professione. Quando fotografiamo la natura, cogliere il momento perfetto ha una grande importanza, così come ne ha quando fotografiamo le persone. Solo che in questo caso occorre ancora più pazienza.


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Viaggi e Fotografia sono sempre stati un binomio inscindibile perché la fotografia aiuta a ricordare genti, luoghi, situazioni permettendo poi anche una sorta di viaggio a ritroso nel tempo. E permette di poter raccontare agli amici, una volta rientrati, le emozioni provate Viaggiare nel tempo, alla ricerca delle cose autentiche e preziose. Un viaggio per riflettere, amarsi, liberare la mente e viaggiare…. e per acquisire, attraverso gli stimoli che solo un luogo ricco di emozioni può offrire, quelle conoscenze di base che si rendono necessarie a chiunque voglie “scrivere” fotograficamente la storia dei suoi viaggi. Questo è anche uno stimolo a far meglio confrontandosi con gli altri partecipanti e non è necessaria attrezzatura professionale. Chi non ha una preparazione approfondita potrà contare sull’aiuto e sui consigli di un architetto-fotografo e viaggiatore incallito che ha prodotto decine di reportage di viaggio in diversi luoghi del mondo. I fotografi più smaliziati, invece, troveranno nuovi stimoli e sfrutteranno le situazioni che si presenteranno durante il viaggio. Il corso è diviso in due parti: la prima in studio con la visione e la discussione di reportage di viaggio e la seconda in un tour a Roma “città eterna”, un luogo pieno di significato e in cui non sarà difficile “riportare” a casa il materiale per organizzare un reportage. L’itinerario è stato studiato per poter realizzare un reportage e quindi sono stati considerati tempi che consentono di approfondire le tematiche e gli obiettivi da realizzare ed è stata data la necessaria importanza alla visita di luoghi.

• Finalità e obiettivi L’obiettivo di “Roma Urban Vision” è quello di guidare i partecipanti al workshop nello sviluppo di un progetto personale di esplorazione e narrazione del tessuto urbano a partire dalla propria esperienza. Gli allievi saranno sollecitati attraverso l'analisi delle architetture di autori come Bramante, Borromini, Brunelleschi, Michelangelo e ad esercitare così la propria percezione visiva per cercare di capire cosa si nasconde dietro l’architettura della città e determinare così una scelta stilistico-fotografica. Particolare attenzione sarà data allo sviluppo dell'idea e a quali possono essere le risorse offerte dal linguaggio fotografico. Il Workshop sarà finalizzato alla selezione di un portfolio fotografico e alla sua pubblicazione sul sito Viaggiofotografico.it.


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Viaggi & Foto • PROGRAMMA

1° giorno ore 16,00 - 16,30 Registrazione partecipanti e presentazione della giornata Ore 16.30 – 17,30 La fotografia di architettura: tecnica di ripresa 2° giorno ore 9,30 - 13,30 Tecnica di ripresa ed elementi di storia attraverso l’itinerario guidato: Porta del Popolo - Piazza del Popolo - Santa Maria del Popolo - Santa Maria di Montesano -Santa Maria dei Miracoli - Piazza San Lorenzo in Lucina - Palazzo Montecitorio Pantheon ore 13,30 - 14,30 Pausa ore 14.30 - 18,30 San Luigi dei Francesi - Palazzo Madama - S. Ivo del Borromini - Piazza Navona - S. Agnese in Agone - via del Governo Vecchio - Palazzo Farnese - Campo de' Fiori 3° giorno Ore10,00 – 13,00 Analisi critica e scelta delle foto dei partecipanti ore 13,00 - 14,00 Pausa ore 14,00 - 17,00 Composizione dei portfoli ore 17,30 Consegna attestato


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• Rivolto a: fotografi, artisti, studenti e appassionati di fotografia. • Requisiti: conoscenza base di cultura e tecnica fotografica. • Quota iscrizione: 100 Euro. • Informazioni e Preiscrizioni: tel 0773-668147 – Roberto 347-711641 – Antonio 3478144544 – Simona 3393493106 www.viaggiofotografico.it


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Viaggi & Foto DOCENTI

Roberto Gabriele (fotografo professionista) Fotografo Professionista classe 1968 con al suo attivo oltre 20 viaggi fotografici in tutto il mondo. Formato presso l’Istituto Superiore di Fotografia di Roma ha conseguito il Master in Linguaggi Fotografici all’Università di Tor Vergata di Roma. Insegna Fotografia da 15 anni nella sua Photo Academy e durante i viaggi e le spedizioni che organizza con Gruppi di Fotografi e appassionati. Predilige i Viaggi etnici in cui emergono storia e cultura dei Popoli attraverso i quali racwww.robertogabriele.it

Antonio D’Onofrio (architetto) Affianca alla professione di architetto l'attività artistica di fotografo. Laureato presso la Facoltà di Architettura di Roma. La voglia di viaggiare per scoprire nuovi luoghi e il desiderio di raccontare attraverso le immagini quello che i nostri occhi hanno visto. Un viaggio può cambiare la vostra vita. Per sempre. Non nasce viaggiatore. Ma inizia già da piccolo ad “esplorare” gli spazi che lo circondavano. La passione per i viaggi lo ha poi portato prima in tutta Europa e poi in Africa e Asia, per arrivare in Sud America. Predilige viaggi natura ed etnici … e non partirebbe mai senza la sua Nikon. La sua professione di architetto lo conduce attraverso una ricerca fotografica fatta per immagini e che percorre l’analisi degli elementi che costituiscono la città. viaggiefoto.wordpress.com


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Simona Ottolenghi (architetto) Architetto, viaggiatrice e fotografa. Classe 1972, si laurea in Architettura alla Sapienza di Roma d tualmente vive e lavora come libero professionista. La sua grande curiosità la porta da anni in gir mondo a scoprire posti e culture molto diverse tra loro. Dalle popolazioni primitive dell’A dell’India, ai festival Blues e alla natura sconfinata degli Stati Uniti… insomma ogni scusa è buo scappare dalla città… e la macchina fotografica è la sua fedelissima compagna! La passione per l grafia nasce proprio dall’esigenza di voler raccontare e documentare le realtà che incontra e riu http://www.simonaottolenghi.com/home.html


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Il festival della musica Gnawa Essaouira-Marocco dal 19/6 al 24/62013

19/6 : ROMA - MARRAKECH Partenza da Roma per Marrakech. Trasferimento aeroporto Marrakech – Riad Moulay Said 3*** ,o equivalente, centrale per il pernottamento in camera doppia 20-21/6: MARRAKECH Visita Marrakech con guida il primo giorno, il secondo giorno a disposizione per la visita libera. Pernottamento. 22/6 : Trasferimento MARRAKECH-ESSAOUIRA Riad Dar Adul centrale 3*** ,o equivalente per pernottamento in camera doppia 23/6 : ESSAOUIRA Visita Essaouira e festival musica Gnawa Pernottamento Giorno 24/6 Trasferimento ESSAOUIRA-MARRAKECH Partenza per Roma Incluso: Trattamento di mezza pensione (colazione e cena) - Assicurazione medico/bagaglio “base”- Transfer A\R Essaouira -Transfer aeroporto-hotel -Guidaa in italiano a Marrakech e Essaouira. Non incluso: Volo da/per Marrakech da Roma—Supplemento singola € 140 —Tkt concerto musica Gnawa—Extra e spese personali.—Bibite—Pranzi—Mance OPERATIVO VOLI RYANAIR da euro 173,00 19/06 Roma h. 15.45 – Marrakech 18.10 24/06 Marrakech 18.10 – Roma 23,00

Quota base in camera doppia Riad cat. 3* € 400,00 Info Viaggio: www.avventuriamoci.com Sergio:  334.6590539 Layla:  333.5965446  info@avventuriamoci.com


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Si viene a Essaouira per la musica e vi si scopre la magia. Che l’effetto di questa magia sia da attribuirsi al misticismo che si respira ascoltando questo genere di musica, nata per condurre a un’estasi mistica? Al forte vento fresco che soffia incessantemente sulla città? O ai gabbiani, pronti ad accompagnare col loro ininterrotto canto ogni concerto? I due protagonisti del Festival sono gli Gnawa e la città di Essaouira. È un festival unico perché non potrebbe essere spostato altrove. Si dice che il vento di Essaouira porti con sé energie creatrici di ogni sorta. Ogni anno, la splendida città di Essaouira dedica il suo labirinto di strade, spiagge incantevoli, e le vivaci piazze alla musica. Nel giro di pochi anni la città è diventata la risposta del Marocco a Woodstock. Notti colorati ed emozionanti per calmare lo spirito, migliaia di amanti della musica che ondeggiano al ritmo in un ambiente conviviale e intima - questa è la città durante il Festival! E 'prima di tutto un ambiente. Nessuna situazione è così favorevole all'ascolto e a lasciarsi andare. Ad Essaouira i musicisti si distinguono tra virtuosismo, inventiva e talento. Essi invitano gli spiriti, e con loro tutto è possibile!


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Quando la loro magia ha inizio, anche gli spettatori più riservati iniziare a muoversi al ritmo e ci si lascia andare. La «magia» del Festival di Musica Gnaoua e World è al lavoro. Incontri musicali si rinnovano per attirare e sorprendere. La partecipazione al viaggio è uno stimolo per chi ama la fotografia per far meglio confrontandosi con gli altri partecipanti e non è necessaria attrezzatura professionale. Chi non ha una preparazione approfondita potrà contare sull’aiuto e sui consigli di un architettofotografo e viaggiatore incallito che ha prodotto decine di reportage di viaggio in diversi luoghi del mondo e che, nella fattispecie, ha organizzato decine di viaggi in Marocco tra oceano e deserto. I fotografi più smaliziati, invece, troveranno nuovi stimoli e sfrutteranno le situazioni che si presenteranno durante il viaggio. L’itinerario consenti di poter realizzare un reportage di viaggio poichè è stata data adeguata importanza alla visita di luoghi che lasceranno per sempre un segno nella vita di ogni viaggiatore-fotografo. Il viaggio è anche adatto anche a chi non interessa approfondire le tecniche fotografiche e vuole godersi ritmi e tempi diversi e del tutto personali. Lasciatevi trasportare dallo stupore di un particolare, dallo charme di un momento, dal mistero di un ombra, assaporando in ogni dettaglio questi, con la sua gente, la sua Storia e i suoi colori…. il sogno sta per avverarsi… Il viaggio in programma è aperto a fotografi principianti ma anche ad accompagnatori non fotografi


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GEORGIA…cultura, storia e avventura nel Caucaso! Viaggio fotografico 2/7 luglio 2013 La perla del Caucaso. L'antica Via della seta, passando da Tbilisi, apre le porte verso la regione euro-asiatica. alla scoperta del Paese attraverso percorsi che si snodano tra storia, arte, cultura e antiche tradizioni Le quote comprendono:  5 pernottamenti in hotel camera doppia  4 prime colazioni  4 cene  Minibus 20 posti dal 1 al 6 giorno  Accompagnatore italiano al seguito  Guida locale parlante italiano  Visite guidate ed ingressi presso Stalin Museum, Vardzia, Akhaltsikhe Rabati Fort, Uplistsikhe, Borjomi Park  Assicurazione assistenza medica e bagaglio

1° giorno – martedì 18/6: Roma–Tiblisi 2° giorno – mercoledì 19/6: Tiblisi Mtskheta - Ananuri - Gudauri 3° giorno – giovedì 20/6: Alto Caucaso Avventura nella natura 4° giorno – venerdì 21/6: Gudauri Uplistsikhe-Borjomi-Bakuriani 5° giorno – sabato 22/6: BakurianiVardzia-Tbilisi 6° giorno – domenica 23/6: Tiblisi-Roma

Quota partecipazione in camera doppia escluso volo - € 690.00

Per info e dettagli sul viaggio: YouTour  331-3256129 o.battisti@youtourgroup


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TURCHIA 2013 Viaggio in moto dal 3/8 al 25/8/2013

Numero minimo partecipanti: 20 Come si può arrivare a toccare la luna? tutto è possibile con Raid Inside! si parte alla volta di questo stato-ponte tra oriente ed occidente, sospeso fra tradizione e modernità, ed, appena arrivati, si può acquistare una bandierina della Turchia da lasciar sventolare sulla moto, così, oltre alla luna, si potrà toccare anche la (buona) stella che ci assisterà nel nostro viaggio. sempre rispettosi delle usanze ed abitudini locali, sarà nostro privilegio distinguerci dai turisti/predoni cercando di respirare e rispettare la cultura antica di questo popolo riservato e cortese. toccheremo zone agricole ancora arretrate ed altre in pieno sviluppo turistico/ industriale. passeremo dalle temperature calde di spazi assolati, dove qualche temerario potrà cimentarsi con un rinfrescante succo di cipolle rosse o energizzarsi con il tipico the bollente (cay), e luoghi più aspri, dove forse ci sarà offerto l’ayran (latte acido cagliato). ammireremo le belle pecore di lana d’angora, che non conoscono il silenzio, ed alcuni paesaggi desertici ci inviteranno alla contemplazione ieratica. rivivremo, inoltre, quel pizzico di deja vu nell’ usare ancora la vecchia “lira” (turca) per i nostri acquisti dal sapore orientale, addentrandoci nei bazar tra oli profumati e spezie multicolori. fuori dalle città nugoli di bambini ci chiederanno caramelle e qualche timida ragazzina ci invoglierà all’acquisto di merci Quota di partecipazione Conducente moto propria € 2470,00 Passeggero moto propria € 2380,00 Passeggero veicolo Organizzazione € 2500,00

Programma consultabile sul sito: www.raidinside.it Info viaggio e prenotazioni: Nicola Piccioni – 348 8232261 – 393 9116502 nicola.piccioni@raidinside.it Direzione Tecnica: Go Asia S.r.L. – Via Canale 22 – 60125 Ancona


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Books to travel...Even from your couch

“Guardati dall’uomo che legge un solo libro” S.Tommaso d’ Aquino

Ho sempre amato leggere libri quasi quanto viaggiare. Con i libri puoi partire in ogni momento. Un viaggiatore che si rispetti non parte mai senza il suo libro. E prima di partire ne ha letti molti per preparare il suo viaggio. E molti ne leggerà al suo ritorno. Il viaggio ha un inizio ma potrebbe non finire mai. Continua anche al nostro rientro a casa. Si svuota lo zaino, si rimettono a posto le cose, si ordinano le foto, si sistemano i souvenir che abbiamo riportato dal nostro viaggio. E poi tocca ai libri. Si corre in libreria a comprare quel volume che ci mancava prima della partenza, ma che soltanto al rientro sappiamo essere fondamentale per completare le tessere del mosaico. Walter Bonatti negli anni è riuscito a conquistarsi un privilegio raro: la possibilità di vivere due vite. Dopo la stagione delle scalate che lo hanno reso uno dei protagonisti della storia dell’alpinismo, ha infatti deciso di modificare i suoi orizzonti e mettersi in cammino alla volta delle regioni più lontane e affascinanti del pianeta. Da queste straordinarie esperienze, spesso solitarie, è nato un libro di ricordi nel quale i paesaggi sconfinati diventano lo sfondo di un percorso interiore alla ricerca di sé e dell’ ancestrale armonia con il pianeta Terra. Sul filo della memoria si delinea così una traiettoria esistenziale in cui la passione per l’esplorazione ha dovuto fare i conti con la scoperta dei propri limiti di fronte a una natura primordiale. Il racconto di viaggio diviene quindi biografia, restituendoci la storia di un uomo che è stato in grado di realizzare il prorpio sogno di libertà, rendendoci partecipi dello stupore di fronte a quello che appare come un mondo perduto.


La foto del mese -

Se hai una bella foto e pensi che possa diventare la “foto del mese” inviacela.

La redazione sceglierà a proprio giudizio le foto migliori e le pubblicherà in questo spazio i mesi prossimi. Quando invii la foto ricorda di indicare il tuo nome e di scrivere una didascalia. C’è spazio anche per un breve commento (max 25 caratteri). La redazione non archivierà le foto non pubblicate e presumibilmente apporterà delle modifiche alle stesse per renderle compatibili allo stile del magazine.

India Ph. A. D’Onofrio


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Viaggi & Foto è una associazione senza scopo di lucro fondata nel 2010 allo scopo di creare un “luogo” dove poter parlare di fotografia e di reportage di viaggio. Il reportage di viaggio è la forma visuale, il linguaggio di ogni viaggiatore. E in questo “luogo” si ha la possibilità di potersi esprimere e comunicare. Si possono così proporre alla redazione idee, progetti ma anche quesiti e richieste sulle tematiche della fotografia e del viaggio. Si conosceranno così altre persone che condividono la nostra stessa passione e poter così organizzare anche un bel viaggio. Perché no?

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the Travel & Photography Magazine Anno I Numero 0 Redazione: viaggiefotografia@gmail.com Art Direction e impaginazione: Antonio D’Onofrio Hanno collaborato a questo numero: Rosalba Grassi - Daniela Cifarelli - Ignazio Vanadia -Simona Ottolenghi Roberto Gabriele - Emanuela Cattaneo - Stefano Dini Raidinside - FlowerTravel - Avventuriamoci - ViaggioFotografico Viaggi&Foto garantisce la riservatezza dei dati e la possibilità di richiederne gratuitamente la rettifica o la cancellazione ai sensi dell’art. 7 D.L. 196/2003 scrivendo a: viaggiefotografia@gmail.com Il materiale pubblicato non può essere utilizzato, in tutto o in parte, senza il consenso di Viaggi&Foto. Il materiale inviato alla redazione non viene restituito e non ne viene garantita la pubblicazione.

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