VIDA LATINA MAGAZINE - MARZO 2012

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Periodico di informazione, cultura e musica dedicato al mondo latino americano - DISTRIBUZIONE GRATUITA - anno 3 - N° 2 MARZO 2012

NE il NUOVO MAGAZI & di

PUGLIA A BASILICAT

ALBERTO VALDES Una delle ricchezze culturali latinoamericane che l’isola di Cuba ha regalato a tutti noi Italiani appassionati di salsa.



LA REDAZIONE Registrazione del Tribunale di Bari: n째3199 del 25/11/2010 Tiratura: 6000 copie Numero Chiuso: 08/03/2012 Edito da: Ass. Culturale IDEANDO 2.0 Via Berlino 86 Altamura (Ba) Tel. 339.3511452 info@vidalatinamagazine.it Direttore Editoriale: Donato Ciccimarra Direttore Responsabile: Giuseppe Disabato Advertising Manager: Nunziella Buono Direttore Artistico: Silvio Sisto Caporedattore: Donato Ciccimarra Redazione: Michele Traversa Giulio Patruno Daniele Blasi Domenico Tagliente Enzo Conte Vania Tria Lara Palmisano Ricky Espino Rossana Pellegrino Denny dj Davidino dj Paolo Martano Nico Tursi Omar Gallo Vito Ranieri Stefania Errede Mario De Palo

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Hanno Collaborato in questo numero:

Marcello Greco Massimo Roger Rocco Royce Di Perna

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Yadira Gonzales

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di Enzo Conte

Cos’è la Salsa? Una breve analisi attraverso gli occhi della storia Nei miei libri dedicati alla musica afro-latino-caraibica, ho sempre dedicato un capitolo alle tante polemiche che, da sempre, il termine salsa ha suscitato, avendo premura di includere le opinioni sia dei suoi tanti detrattori che dei suoi molti sostenitori: “Che cos’è la salsa? Quando è nata? E soprattutto dove è nata? E’ corretto affermare che sia una semplice rielaborazione della musica cubana, oppure hanno ragione quelli che affermano che la salsa sia una espressione autoctona nata nelle strade di Puerto Rico oppure nei quartieri latini di New York?” Questa discussione va avanti da anni e divide in maniera sempre più profonda gli storici, i musicologi come i semplici appassionati. Eppure in tantissimi generi musicali non c’è stato alcun problema a cambiare il nome di un ritmo: il boogie boogie è diventato rock and roll, il funky: hip hop; il reggae: raggamuffin, la disco-music: house music o techno music (con le sue mille diramazioni). Con la salsa non è stato così, anzi in molti continuano non solo a negarle la paternità di un ritmo o di un genere, alcuni addirittura arrivano al punto di mettere in dubbio la sua esistenza. Perché tanta avversione per la parola salsa? Non è difficile ipotizzare che alle spalle ci sia un vero e proprio problema politico determinato, da una parte dall’avversione delle elite culturali latine verso una espressione tipicamente proletaria; dall’altra dall’ingiusto e mortificante embargo che ha dovuto subire Cuba in tutti questi anni. Si ha quasi l’impressione che, utilizzando la parola salsa, si voglia oscurare il grande contributo dato dai cubani alla evoluzione della musica afro-latino-caraibica. Eppure i cubani per primi non hanno avuto difficoltà a cambiare il nome di alcuni ritmi da loro creati:

il danzón ha generato il danzonete, il danzón de ritmo nuevo è diventato mambo, il son si è il trasformato in songo, dal songo si è passati alla timba. Trovando dei nomi nuovi hanno di volta in volta ribadito che stavano suonando qualcosa di diverso rispetto al passato, pur avendo evidenti contatti con esso... Interessante quanto osserva, nell’opera “Nación y ritmo. Descargas desde el Caribe”, lo studioso boricua Juan Otero Garabís : “Per molti, incluso il famoso musicista portoricano Tito Puente, la salsa altri non era che uno slogan commerciale attraverso il quale si pretendeva di vendere la produzione di alcune orchestre latine radicate a New York. Addirittura il professore e critico letterario Luis M. Arrigotia (a dimostrazione della diffidenza che gli intellettuali portoricani nutrivano per questa musica), considerava la salsa una musica stridente, anestetica, ubriacante e frenetica assimilabile agli effetti del sesso, dell’alcol e degli stupefacenti... E’ stata citata fino alla sazietà la frase di Puente che afferma che l’unica salsa che lui conosce si vende in bottiglia e che lui suona musica cubana. Senza dubbio però Puente, col tempo, si è riconciliato con il termine, deduco per le stesse ragione commerciali per quali lo rifiutava negli anni ’60 e ‘70, al punto da includere nel suo disco numero 100, un tema intitolato “Salsumba”, il cui coro recitava “Esto se llama salsumba, sabor a salsa y a rumba”. Lo stesso Willie Colón indirettamente si riferisce a Puente quando segnala che quelli che si burlavano della salsa, dicendo che la unica salsa che conoscevano era quella di pomodoro, oggi partecipano a concerti di salsa dove guadagnano fama e denaro.” Così Garabís conclude la sua analisi: “Il fatto che (la salsa) sia una combinazione di ritmi di eredità afro-caraibica non esclude che sia uno


stile musicale con delle caratteristiche proprie, in quanto, come affermano i cubani Alejandro Carpentier e Leonardo Acosta, praticamente tutti i ritmi caraibici sono sincretici, incluso lo stesso son.” Finalmente, a distanza di diversi decenni, possiamo guardare questa antica diatriba non sull’impeto emozionale “della cronaca” ma con la ragionevolezza e la ponderatezza “della storia”. E’ indiscutibile che in origine il termine “salsa” era utilizzato in maniera molto diversa da quella odierna. In realtà non si voleva dire che questa musica “era salsa”, ma che al contrario “aveva salsa”. “Salsa” era tutta quella musica suonata con energia, con calore, con passione o come direbbero gli americani con swing. Originariamente la parola salsa non era quindi usata per definire un ritmo ma era “una caratteristica” che accomunava i principali ritmi dell’area caraibica. È innegabile però che con il tempo la salsa ha assunto delle caratteristiche diverse che l’hanno resa, via via, più autonoma: nuove orchestrazioni, nuovi arrangiamenti, nuove armonizzazioni, nuove combinazioni ritmiche, nuove sperimentazioni musicali, nuove interpretazioni vocali, nuovi testi, un contenuto sociale più evidente e soprattutto un’atmosfera più urbana.... La chiave del dilemma è se, a distanza di tanti anni, possiamo considerare la salsa “una nuova forma musicale”, oppure se dobbiamo continuare a considerarla una parola commerciale o generica che descrive un insieme di ritmi (come ad esempio succede nello stesso jazz e persino nel rock).

Molti studiosi sostengono, ad esempio, che ritmicamente la salsa sia figlia del son montuno, altri, invece, sostengono a spada tratta che si tratta di una rielaborazione del mambo o della vecchia guaracha. Guaracha che per alcuni è solo cubana, mentre altri sostengono, rivendicando la comune origine spagnola, che sia anche portoricana. Il problema vero è che non è così facile classificare “forme musicali poliritmiche” che si sono, tra l’altro, notevolmente modificate con il passare degli anni. Il son, ad esempio, è un ritmo, un genere o una semplice forma musicale che può contenere al suo interno ritmi diversi? Difficile dare una risposta certa visto che sono state classificate ben 22 varianti del son. Troppo spesso ci si dimentica che a fare la differenza tra un son, una guaracha o un mambo è il più delle volte il vestito sonoro, l’orchestrazione o l’arrangiamento del brano stesso. La salsa, in conclusione, è molto di più che una musica o una mescolanza di ritmi. E’ soprattutto un “movimento culturale”, figlio a sua volta dell’incontro o della evoluzione di diverse culture. Di conseguenza, pur ribadendo in questa evoluzione “il fondamentale ruolo dei cubani e della musica cubana”, non possiamo considerare la salsa espressione di una unica nazione, proprio perché alla sua creazione hanno contribuito uomini di diverse aree geografiche, di diverse razze e colori, che hanno finito col riconoscersi in essa fino a fare di lei una voce: “la voce del popolo latino”, che di fronte ad un colonialismo strisciante continua a reclamare a gran voce la propria identità...


di Yadira Gonzalez

A Pasqua…

Il giro del mondo!

Germania

New Orleans

Brasile

Spagna

Siamo ormai vicini alla festività di Pasqua, un evento straordinario che fa il giro del mondo mostrando tradizioni diverse e affascinanti. Penso che non si possa far altro che cominciare dalla terra santa dove sono nate le radici della Pasqua. La Pasqua Ebraica viene chiamata con il termine “Pessach” che significa “passare altro” e festeggia la liberazione di Israele dalla schiavitù sotto gli egiziani. Mentre la pasqua del cristianesimo festeggia la resurrezione di Cristo, la vita che si rinnova, questo è simbolizzato dalla tradizione di regalare uova di cioccolato e anche uova vere; come si faceva qualche anno fa. Si dice che dopo la resurrezione di Cristo, Maria di Magdala è andata a Roma e ha offerto un uovo rosso all’imperatore Tiberio dicendo: “Cristo è risorto”; anche se questo è solo un mito della tradizione ancora oggi l’uovo è il simbolo principale della pasqua. La festa della Pasqua cristiana dal IV secolo è fissata la domenica successiva alla prima luna piena dopo l’equinozio di primavera (il 21 marzo) ed è annunciata la data ai fedeli ogni anno durante la festa dell’epifania, il 6 gennaio. La chiesa ortodossa invece usa il calendario Giuliano e considera la Pasqua la festività più importante dell’anno. Ogni paese ha le sue peculiarità all’ora di celebrare la pasqua. La mattina del giorno di Pasqua la famiglia russa si reca sulla tomba di un parente e lì consuma un picnic mentre i tedeschi hanno scelto per indicare la pasqua il nome dell’antica divinità germanica della primavera “Eostre”. Le mamme francesi dicono ai loro bambini che “le campane sono volate via a Roma”. La mattina di Pasqua, i bambini corrono fuori di casa per guardare le campane “tornare indietro da Roma”. In New Orleans si fa un carnevale chiamato Madi Gras, con delle sfilate accompagnate dalla musica dal vivo per festeggiare l’arrivo della primavera. Questa tradizione è stata portata pure nel Nuovo Mondo. Negli Stati Uniti la Pasqua si divide in due feste, una religiosa e l’altra piena di giochi dedicata ai bambini. In America Latina la festività della pasqua è chiamata “Semana santa” (settimana santa) e viene a volte usata in maniera non corretta per indicare altre festività religiose; come


in Cile che indica il giorno della nascita di Gesù (Natale). In Messico invece ha una rilevante importanza, è un rituale (processione) dove si rappresenta il percorso finale di Gesù con la croce sulle spalle. In Brasile, nel Nova Jerusalém, uno dei teatri all’aperto più grandi del mondo, si rappresenta l’arrivo di Gesù a Gerusalemme, la morte e resurrezione; in questa mostra partecipano più di 80 attori e più di 500 comparse. In Venezuela in questo periodo molta gente si veste in costume rappresentando le personalità di quell’epoca della passione di cristo. Nel Cusco, la capitale degli Inca, si decorano le finestre con tele e tappeti fatti da fili dorati. La situazione a Cuba è diversa, dichiarata una nazione atea fino all’anno 1992, quando questa parola è stata tol-

ta dalla costituzione. I rapporti fra la chiesa e il governo hanno avuto momenti di alti e bassi con l’arrivo del governo di Fidel Castro. La visita di Papa Giovanni Paolo II a Cuba 1998 significò un’apertura al dialogo e alle manifestazioni pubbliche per i cattolici. Per queste ragioni oggi le tradizioni della festa della Pasqua cattolica sono quasi estinte nel popolo cubano. Questa è solo una piccola mostra dell’infinità di tradizioni di Pasqua in tutto il mondo. Un evento che ci appartiene e che non solo rappresenta il rinnovo della vita, ma anche della nostra fede e speranza. Buona Pasqua a tutti!.


Di Nunziella Buono

Tito Nieves,

il Pavarotti della Salsa

Vida Latina Magazine è lieta di introdurvi in attimi incantevoli condivisi con l’unico cantante latino ad aver avuto l’onore di essere paragonato al grande Luciano Pavarotti. Grazie all’organizzazione del Salsafestival Switzerland 2012, di cui siamo stati Mediapartner, abbiamo avuto la possibilità di incontrarlo e condividere questo momento con voi lettori. E’ stata un’ intervista singolare, abbiamo riso, scherzato e come se non bastasse abbiamo vissuto un momento di straordinaria poesia ascoltando la sua voce (a cappella) nell’intonare il brano“Fabricando Fantasia”. Nato a Puerto Rico il 4 giugno 1959 e cresciuto negli Stati Uniti, Tito Nieves (Humberto Nieves) inizia la sua carriera partecipando a Cimarrón, un’Orchestra Newyorkese. Successivamente, nel nel 1978, forma un gruppo con Héctor Lavoe e si unisce a Conjunto Clásico poco tempo dopo. Tito Nieves decide di intraprendere la carriera di solista nel 1988 cantando salsa in inglese. Il suo brano “I like it like that” fu il primo nelle chart del 1997 e uno dei brani più remixati in chiave Hou-

se Music da parecchi deejay di fama mondiale. Ad oggi Tito Nieves conta un notevole numero di brani, da lui interpetrati e scritti, di grande successo, molto noti a tutto il popolo latino e soprattutto salsero. Humberto Nieves, la prima volta in Svizzera? No è la quinta volta che sono qui in Svizzera. La prima volta nel lontano 1998. A che età hai intrapreso la tua carriera artistica? Ho iniziato quando avevo 15 anni, ma già all’età di 5 anni ero molto attratto dagli strumenti musicali come le percussioni e la chitarra. Ascoltavo tanta musica, dai Beatles a Celia Cruz passando sulle note di Tito Puente. Qual è il brano del tuo nuovo album che stai promuovendo? Il singolo “Eres Linda” è una salsa romantica scritta da Jorge Luis Piloto, stesso compositore del brano “Fabricando Fantasia” e “Esa Boquita” con gli arrangiamenti del maestro Ramon Sanchez, registrata a Puerto Rico. “Eres Linda” è il primo single della nuova produzione intitolata “Mi Ultima Grabacion”, la prima edita dalla nuova casa discografica “Tito Nieves Music” già in vendita da ottobre scorso.


In alto: Tito Nieves con lo staff di Vida Latina Magazine e Sorso Latino. A sinistra: L’ultima produzione del cantante.

Qual è stata la tua ispirazione nella creazione dell’ album? La mia più grande ispirazione sono le donne, mia Madrein particolare. Le creature più belle di questo mondo sono le donne. Ti è stato attribuito il titolo di “Pavarotti della salsa” grande icona della musica lirica italiana nel mondo; questo perché la tua voce ha una estensione e delle caratteristiche che ricordano il grande maestro, e non solo. Che ne pensi? La prima volta che ho ascoltato dal vivo il grande Luciano Pavarotti sono rimasto scioccato dalla sua voce. Era un’uomo fantastico. Quando penso che mi hanno attribuito “il Pavarotti della salsa” mi sento molto onorato e forse non mi sento all’altezza di così tanto. Il tuo rapporto con L’Italia? Essendo cresciuto in una Città poliglotta come New York e la gente a primo impatto pensa che io sia italiano per il mio aspetto fisico. L’Italia mi ha sempre affascinato, non solo gastronomicamente. Ti sei mai esibito nel nostro paese? Certo, durante l’estate mi esibisco al “Festival Latinoamericando” di Milano, ma non nego che mi farebbe tanto piacere esibirmi molto più spesso in Italia. Cosa pensi del festival Latinoamericando? Il festival offre tanto alla gente appassionata di

musica latina è organizzato in modo eccellente ed è sempre un piacere tornarci. Cosa ti piacerebbe fare in Italia? In italia mi piacerebbe organizzare un evento più “intimo” a contatto con la gente quasi “face to face” con gli ascoltatori, per trasmettere con molta più intensità la mia musica. Avete una storia musicale di grandi artisti e compositori famosa in tutto il mondo. Quindi sapete anche ascoltarla la musica. Humberto, che musica ascolti nel tempo libero o quando sei in auto? A casa, nel poco tempo libero che mi rimane dopo gli impegni, ascolto vari generi musicali sempre escludendo la salsa e i miei brani, odio ascoltare la salsa fuori l’orario di lavoro. Invece amo ascoltare la musica Jazz, e quella classica. C’è musica italiana in questa lista? Si, mi piace molto Laura Pausini,l’ascolto ben volentieri, ha una voce stupenta ed è molto brava ad interpretare musiche in lingua spagnola. Vi svelo anche un’altra cosa, adoro guardare film polizieschi italiani, conosco tutti i film di mafia a memoria. Grazie per la tua intervista e per questo momento con noi e i lettori Italiani. Grazie a voi di essere qui, un immenso saluto a tutta l’Italia e ai lettori di Vida Latina Magazine, ascoltate la musica latina e ballatela senza limiti. Un Saludo da Tito Nieves…


Il contributo della F.I.D.S. nel mondo della danza di Omar Gallo by Sorso Latino Parlando di mondo latino abbiamo sempre sottolineato lo spirito goliardico e ludico delle serate danzanti, durante le quali ci si incontra per ballare e divertirsi senza pensare a eventuali “competizioni” fra ballerini. “..divertirsi in compagnia..” è sempre stato il motto delle serate latine. Tuttavia non possiamo non soffermarci su quella parte di appassionati che, invece, fanno del momento competitivo, il fulcro dell’avvicinamento alla danza. Da qui l’esigenza di creare dei veri e propri appuntamenti sportivi in cui le rispettive preparazioni tecniche vengono giudicate da professionisti del settore. E qui entrano in gioco le varie federazioni di danza. In Italia ne sono presenti diverse e, a partire da questo numero di Vida Latina Magazine, abbiamo deciso di aprire una finestra su di esse, per approfondirne la conoscenza. Iniziamo dalla FIDS, Federazione Italiana Danze Sportive, nata nel 1990-91, unica Federazione riconosciuta dal CONI per organizzare e normare lo sport della Danza Sportiva in Italia. L’organizzazione federale prevede la nomina di comitati regionali e provinciali. Abbiamo avuto modo di intervistare il presidente FIDS della regione Basilicata, Antonio Abruzzese. Da quanto tempo è presente la federazione nella

nostra regione ? Dal 2000, quindi da 12 anni. Quando inizia la sua attività da dirigente con la Danza Sportiva qui in Basilicata? Dal Marzo 2009. L’ elezione dei presidenti regionali e “Antonio Abruzzese, presidenprovinciali avviene te regionale FIDS Basilicata ogni quattro anni, in concomitanza con le Olimpiadi, per cui entro quest’anno si organizzeranno le votazioni per il rinnovo del prossimo comitato. Quanti iscritti risultano nelle fila regionali ? La basilicata oggi conta circa 4500 iscritti, con una crescita costante rispetto ai 1800 dell’inizio del mio mandato. La stagione sportiva regionale è conclusa. Come si organizza annualmente la stagione? Ci può tracciare un bilancio? La stagione sportiva segue quella dei maggiori sport “invernali”, per cui ha inizio a settembre e si conclude tra Maggio e Giugno dell’anno successivo. Quest’anno (sportivo) ancora in corso ci ha riservato notevoli soddisfazioni, abbiamo


organizzato 3 tappe regionali amatoriali in collaborazione con Telethon, al quale abbiamo devoluto il 20% dell’importo del biglietto. Inoltre contiamo già 1000 iscritti al campionato regionale che si svolgerà a Melfi l’11 Marzo 2012. Quali sono i campi su cui il Comitato regionale della FIDS sta puntando? Per rispondere in primis a quest’ultima domanda dico che il primo obiettivo come comitato è la riconferma dello stesso per i prossimi anni, così da consolidare ed incrementare gli iscritti. Un traguardo invece che ci poniamo per quest’estate è la organizzazione in più piazze di un progetto pilota nato l’estate scorsa che si chiama Tour-dance Basilicata che si propone l’obiettivo di avvicinare quanto più pubblico possibile alle manifestazioni

di danza sportiva. Abbiamo appreso del commissariamento della FIDS nazionale da parte del CONI nel febbraio del 2011. Questo ha compromesso le attività regionali? La verità è che qui in Basilicata non c’è stato nessun cambiamento. I nostri iscritti hanno sempre apprezzato la nostra serietà e la nostra correttezza in tutte le nostre attività. La vicenda, peraltro ufficiale, ha portato alla giusta condanna chi ha illegalmente agito all’interno della federazione. Piuttosto la congiuntura economica e le ristrettezze dei tempi hanno inciso, non poco, sui livelli possibili di crescita. Ma non ci lamentiamo. Sogni nel cassetto per la Danza Sportiva lucana? Non sò se può definirsi un sogno, sicuramente l’augurio che sento di fare è ad una idea nata qui in Basilicata, e che è stata proposta a livello nazionale, e cioè la possibilità di organizzare tutte le gare della Fids in collaborazione con Telethon, in modo da dare un contributo sostanzioso a chi, ahimè, ha avuto meno fortuna di noi nella vita. Grazie per la sua disponibilità, nei prossimi numeri di Vida Latina Magazine e nel nostro programma radiofonico Sorso Latino, in onda su Radio Potenza Centrale, approfondiremo il discorso federativo nel suo insieme, discutendo con alcuni dei suoi colleghi operanti nel resto d’Italia. Grazie a Voi, un saluto a tutti i lettori.



Alberto Valdes

Amate la salsa e continuate a rivoluzionarla

Alberto Valdes è una delle colonne portanti della cultura cubana in Italia. Si può dire, senza paura di essere smentiti - che è stato lui a portare questa cultura in Italia e che molti ballerini arrivati ad altissimi livelli sono stati suoi allievi. Acclamatissimo dal pubblico salsero, che lo scorso 11 febbraio, l’ha visto partecipe di uno spettacolo entusiasmante presso L’Heineken Disco di Gioia del Colle con il suo gruppo “Clave Negra”. Vida Latina M. coglie l’occasione di intervistarlo.


Che cosa senti quando arrivi in Puglia? Una grande emozione, quì in Puglia ritrovo tanti amici a cui so di aver trasmesso qualcosa e loro apprezzano tantissimo il mio insegnamento. Lo vedo quando ballano, usano lo stile di Alberto Valdes. Mi fa piacere aver marcato una linea stilistica nel mondo salsero, con l’aiuto di tutto il gruppo de la “ Clave Negra”. Ci diamo tanta energia l’un l’altro e riusciamo a trasmetterla a chi ci sta accando. Quando sei arrivato in Italia? Vent’anni fa. Sono arrivato in Italia con il corpo di ballo del “Tropicana de Cuba” per una turnè e per realizzare un programma televisivo di nome: “Viva Colombo”. Subito abbiamo iniziato una tournee in tutti i teatri d’Italia, l’estate successiva abbiamo lavorato con il cantante, Pachito Alonso, per promuovere il ballo dell’estate: il ballo del Pilon, abbiamo presentato questo suo CD anche sulle reti Rai e Mediaset. Cosa ti ha fatto rimanere in Italia? Un po’ tutto. Un’associazione di Brescia, ritmo latino, ha contattato il mio impresario chiedendo una coppia di ballerini del Tropicana e così ho lavorato sei, sette mesi per loro. Mi sono fatto degli allievi e sono rimasto qui in Italia, un paese famoso per la cultura, il cibo. Poi ho conosciuto gli italiani. Ricordo che quando lavoravo a Cuba, in uno spettacolo folkloristico, quando arrivavano i turisti italiani tutto il gruppo era contento perché erano molto “casinisti”. Poi quando ho visitato un pò l’Italia mi sono convinto che è il paese più bello del mondo. Secondo me l’Italia è la capitale mondiale della Salsa. Non c’è un paese in Italia che non si balli lasalsa.


Gli italiani sono degli ottimi allievi? Siete stati i primi ad interessarvi allo studio della rumba e dell’afro. Vi siete innamorati di questa disciplina e, devo ammettere, che siete riconosciuti in tutto il mondo per la vostra bravura. Questo grazie anche a voi! In Italia quasi tutti i maestri cubani sono di formazione professionale. Chi non lo è ha avuto l’intelligenza di venire da noi a studiare. Infatti, quello che manca in Italia è una scuola di formazione, un’università del ballo. E’ stato proposto anche dalla federazione della danza. Penso che sia una cosa che pian piano arriverà. Stiamo arrivando al punto di entrare nelle scuole, dai bambini.

Quale cambiameto ha subito il ballo durante questi vent’anni che sei quì in Italia? Un’aspetto molto importante che ha cambiato il mondo salsero e del ballo in genere è l’età. Se la media d’età degli allievi all’inizio era dai 30 in su ora si avvicinano alla salsa anche ragazzi giovani e addirittura bambini. Le nuove generazioni tendono a mischiare gli stili, cosa ne pensi? Ci sono i conservatori e ci sono quelli che apportano un elemento in più. Le nuove generazioni vanno sempre a mescolare fino a creare un certo stile, che rimane stabile per un po’ e poi subisce un’altra evoluzione. Altrimenti ci si ferma. Alberto Valdes si è dovuto inventare 40 mila passi in più. Ho fatto anch’io delle evoluzioni, ogni tanto mi invento un nuovo passaggio e lo insegno. Altrimenti la salsa muore, non c’è più evoluzione. Un consiglio dal grande maestro Alberto Valdes a chi sta iniziando questo percorso. Amate la salsa, continuate ad amarla, studiate e continuate a rivoluzionarla, così non si fermerà mai.


Habana by Night Musica e tendenze che invadono la notte Cubana

di Geppo dj Ancora una volta si può dire che è il ritmo quello che muove la farandula cubana e che sia timba o cubaton, basta che sia divertente e di buon livello. Questo è quanto ho avuto modo di osservare nella mia settimana di permanenza a La habana. Così come in Europa tanto in quel di Cuba, non è un momento magico e di grande rilievo per storiche orchestre salsere come quelle di Adalberto Alvarez, Azucar Negra, Pachito Alonso, Chispa y los complices. Altre invece che hanno perso un pò di smalto come per esempio Bamboleo (soffre ancora la despedida di Tania ), Pupy, e altre ancora che cercano il colpo vincente per cercare di imporsi come Cristian y Ray Alonso (figli del grande Pacho), Havana C, Tania Pantoja, la stessa Haila che comunque è uscita da qualche mese con un ottimo album. Insomma la farandula salsera al momento è schierata con Los VanVan, Maikel Blanco, Manolito e soprattutto con la Charanga e Havana d’ Primera. Questi gruppi sono quelli che riempiono i locali della capitale cubana e che ti fanno sudare durante le serate. Poi ci sono Due figure che ancora non stanno trovando il loro collocamento giusto: Tirso Duarte, che continua a scrivere e cantare brani in compartecipazione; poi si sta materializzando il grande rientro di Paulo FG, e sarebbe anche ora, perchè il sofocador de La Habana manca in tutto questo contesto salsero. Il Cubaton tuttavia è onnipresente, per le strade, nelle piazze e nei locali. Il genere a Cuba sta vivendo da qualche tempo una terza fase. Iniziò diversi anni fa copiando come stile quello portoricano, poi a seguire sia “Gente de Zona” che “Los 4” furono tra i primi promotori della mezcla TIMBA con REGGAETON, mentre ora l’evoluzione sta portando a un mix Cubaton con Elettronico. Qui si sta trovando una chiave di successo giusta che sta dominando le scene con personaggi come gli stessi citati prima, ma soprattutto con Chacal y Yakarta, El Micha, Osmani Garcia, Los Desiguales (Principe y Damian ex Los 4)...e poi a queste fanno da contorno altre figure più o meno nuove come Yulien Oviedo, El Yonky, Patry White, Kola Loka e tante altre. Un fermento continuo, notti e notti senza dormire e sempre all’insegna del divertimento... però cosa importa, se è questo il momento di divertirsi, a disfrutar!



di Silvio Sisto

Barbaro Fines

DE LA HABANA A PERU: BARBARO FINES Y SU ORQUESTA MAYIMBE In questo numero parliamo di Mayimbe, orchestra composta da musicisti cubani e peruviani, diretta da Barbaro Fines, musicista cubano nato a Marianao (Havana) e diplomatosi presso il conservatorio Alejandro Garcia Caturla. Grazie alla stretta parentela con Manolito Simonet e al legame speciale con Juan Formell, del quale è considerato figlioccio artistico, già da giovanissimo Barbaro Fines fa parte di gruppi musicali come Suprema Ley di Maykel Blanco, Bakuleyé , La Caro Band e Los Conquistadores de la Salsa, ma per costruire il suo avvenire e la sua orchestra, Barbaro sceglie di trasferirsi a Lima, in Perù. Con molti sforzi e sacrifici riesce ad allestire una band di giovani talenti che oggi ha raggiunto livelli di assoluta eccellenza. La musica dei Mayimbe ripercorre la naturale evoluzione della musica cubana che dal “Son” si proiettava nelle nuove sonorità della “Timba”, un insieme di arrangiamenti potenti , innovativi e raffinati che hanno dato nuova linfa, nuova energia alla musica cubana. Questo è in breve è il progetto Mayimbe, un progetto che è esploso nel mondo salsero con forza grazie al ritmo trascinante e “sabroso” che Barbaro ha saputo trasmettere nelle sue produzioni, ma anche grazie agli arrangiamenti freschi e orecchiabili. Il gruppo dispone di quattro voci, tra cui quella del cubano Rafael Labarrera Montero, ex cantante di Bamboleo, e Angel Ramirez Ballesteros, peruviano di nascita, ma molto cubano

nel suo modo di cantare e di destreggiarsi sul palco. La formazione si è consolidata all’inizio del 2010, prendendo il nome dall’uccello sacro nella pratica liturgica del Palo Monte o Regla Conga Mayombe. Il Mayimbe è l’uccello messaggero e custode che dall’alto reca i messaggi spirituali ai paleros. “De la Habana a Perú” è la prima produzione musicale del gruppo Mayimbe, molto ballabile e basata sul concetto musicale del son, con sfumature timbere tanto nei cori come nel mambo della sezione fiati, ma senza tradire i tumbaos lineari e solidi della musica tradizionale cubana. I 9 brani che compongono l’album hanno come autore ed arrangiatore lo stesso direttore e pianista dell’orchestra Barbaro Fines. Molte delle storie raccontate nelle canzoni che compongono il disco prendono spunto dalle esperienze personali e artistiche di Barbaro. “Intro del Mayimbe” è la prima traccia del disco che presenta il gruppo, spiegando come è stato realizzato questo progetto musicale. “El Diablo”, è un tema basato sulla storia vera di un uomo che, dopo aver condotto una vita dissoluta impazzisce, cominciando ad uscire in strada nudo e spalmato di grasso. “La Fiera”, cantata da Rafael Labarrera, racconta di una bella ragazza dietro il cui volto si cela un carattere molto conflittuale. E’ ovviamente la storia di un amore giovanile del maestro Fines, così come “Acuer-



Barbaro Fines con alcuni elementi dell’orchestra Mayimbe

date”, un brano però più romantico. “De la Habana a Perú” è il pezzo autobiografico che dà il titolo al disco. Cantato da Angel Ramirez, è la narrazione del percorso artistico e personale di Barbaro dai suoi esordi a Cuba alla realizzazione dei suoi sogni in Perù. “Congo Lucumì” tratta del lato spirituale e religioso di Barbaro, negro lucumi figlio di Ochun con ascendenze congo da parte del suo trisavolo.” La Sartén” è un tema musicale timbero e allegorico, mentre in “Tren Bala” (il treno proiettile) vuole

sottolineare la originalità Mayimbe, che non intende assomigliare a nessuno ma proseguire sulla sua traiettoria artistica sparato e pericoloso come un proiettile. L’ultima traccia si basa ancora una volta su un amore giovanile di Barbaro e si intitola “El Cuchi”, espressione che nel linguaggio della strada si riferisce all’atto sessuale. La prima volta che ho ascoltato l’intero cd ho pensato che fosse bellissimo nelle sue sonorità e soprattutto ballabile al 100% e per questo un successo assicurato. Non è un caso che da quel momento in poi, nelle mie selezioni, in tutte le mie serate, sono almeno 3 i brani che propongo e che mi “salvano la pista”. Finalmente dopo aver ballato per più di un anno i loro successi avremo la possibilità di ascoltarli e vederli in Puglia dal vivo in due concerti imperdibili: il primo presso il Target di Bari il 14 Marzo ed il secondo presso il Fico Ricco di San Pietro Vernotico in provincia di Brindisi il 25 Marzo. Ci saremo anche noi di Vida Latina Magazine per un reportage completo e naturalmente aspettiamo anche voi. Non mi resta che dire: Que viva la musica!






I MIRA QUE LOCURA APPRODANO AL CINEMA Mira Que Locura. Di questo gruppo emergente di talentuosi danzatori di salsa avemmo già modo di parlare lo scorso anno. In quella occasione ci soffermammo sulla nascita e sullo sviluppo del progetto, nonché sulle prospettive di crescita artistica ancora inespresse, ma certamente nelle corde dei quattro giovanissimi artisti pugliesi. É di oggi invece la novità, che conferma tutto il potenziale di bravura del gruppo. Si tratta del loro approdo sul grande schermo, nel cast del film “Cuenta en Ochos” prodotto dalla HighCast e diretto dalla regista spagnola Yara Nodar. Il film è stato girato quasi interamente a Madrid dalla primavera alla fine dell’anno 2011 e di esso si prevede l’uscita nelle sale cinematografiche spagnole nell’autunno 2012. Successivamente, anche se in questo momento la produzione non è in grado di indicare il periodo preciso, “Cuenta en Ochos” approderà nelle sale di gran parte d’Europa e, quindi, anche d’Italia. Il film ha come tema centrale il ballo: un tema in sé non nuovo. Ma questa volta non si tratta delle solite storie di sfide fra ballerini, singoli o in

gruppo, particolarmente dotati in un particolare tipo di danza. Qui, con intuizione assolutamente originale, la regista Nodar ha voluto rendere un omaggio alla universalità della danza come arte e come linguaggio espressivo, sul presupposto che ogni brano musicale, essendo realizzato su uno spartito di otto tempi, possa essere interpretato ricorrendo a qualunque genere di danza. La location principale è un’accademia di danza nella quale, secondo l’impostazione tradizionale, si studiano tutte le discipline del ballo (classica, hip hop, flamenco, caraibici, contemporaneo…) e ogni allievo segue il corso esclusivamente della propria disciplina. Tutto cambia però con l’arrivo del nuovo direttore artistico, che stravolge ogni regola dell’accademia e impone invece la filosofia della contaminazione dei generi. Così ogni alunno dovrà essere in grado di ballare e coreografare qualsiasi tipo di disciplina, anche quelle dei corsi che non gli competono. Ed ecco che i MIRA QUE LOCURA, che nel film interpretano il ruolo di ballerini di danza classica, dovranno improvvisarsi anche coreografi e interpreti delle discipline caraibiche. Lo faranno


con successo: del resto i nostri quattro amici da sempre hanno alternato, nella loro preparazione, l’approccio alle due discipline. Fin qui il racconto del film, che ci auguriamo di vedere quanto prima nelle nostre sale. Possiamo aggiungere che girarlo è stata per loro una esperienza straordinaria (hanno trascorso nella capitale spagnola gran parte dell’estate), ma anche l’occasione per esibirsi, con il loro show, in numerosi locali di Madrid e dintorni. Una opportunità che ha dato loro grande visibilità nei confronti del pubblico spagnolo, che li rivedrà presto nei mesi di aprile e ottobre 2012. Dall’estate ad oggi inoltre, sempre in Spagna ma questa volta a sud, nella città di Cartagena, il gruppo ha partecipato e vinto la famosa gara del RISING STAR aggiudicandosi il voto di tutti e cinque i giurati e l’invito a partecipare ai congressi da loro organizzati. Parliamo di eventi quali Amsterdam Salsafestival, Sofia Fantafestival (Bulgaria), Berlin Salsacongress, Carthago Salsacongress, Salseando Beach, a cui i nostri amici parteciperanno

nel corso del 2012. La Spagna quindi sembra portare davvero una gran fortuna a questi 4 giovanissimi ragazzi e non solo la Spagna, visto che, a soli due anni dalla nascita della formazione, i Mira Que Locura, appena tornati dallo Switzerland Salsafesival, hanno già un calendario ricco di eventi nazionali e internazionali per l’intero 2012 con grandi sorprese addirittura per il 2013. Un risultato che rende orgogliosi gli italiani e i loro concittadini baresi che nell’ultimo periodo vedono sempre più talenti emergere dalla loro terra.




Wilmer y Maria Wilmer non era il più talentuoso dei giovani cubani che frequentavano la scuola di danza, ma ha saputo costruire un grande successo con la sua compagna di ballo e di vita, Maria Moreno. L’impegno e la costanza, nonostante le avversità iniziali, ha consentito a questa coppia di ballerini cubani di diventare ospite fisso di congressi nazionali e internazionali. Noi di Vida Latina Magazine abbiamo incontrato Wilmer per farci raccontare la sua storia...

Qual è il segreto del vostro successo? Tanta umiltà e tanto lavoro. E sicuramente la vostra propensione per la danza. Penso che ci sono due tipi di ballerini: Il ballerino che ha talento naturale ed arriva ad ottimi livelli con lo studio e il ballerino senza talento che con il lavoro riesce a raggiungere gli stessi risultati del ballerino talentuoso. E’ tutto dentro di te. Se vuoi ballare balli. Con questo vuoi dire che non hai talento, che quello che fai è nato perché vuoi ballare? Si, a scuola a Cuba eravamo 12 ragazzi. Io ero quello meno talentuoso, però ero quello che aveva più voglia di lavorare e arrivare ad una meta. Cosa ti ha invogliato a diventare qualcuno nel mondo della danza? Mia madre mi diceva sempre: qualunque cosa tu voglia fare, devi essere il migliore. Fare il ballerino a Cuba è molto difficile, come in Italia fare il calciatore. Entrare in una scuola così importante come la E.N.A. era difficile e richiedeva sacrificio anche economico. I miei genitori hanno puntato tutto su di me, sacrificandosi per mandarmi a scuola, ed io non potevo deluderli, così mi sono impegnato per arrivare ad una meta. Quando hai deciso di diventare un ballerino? A quattro anni. Mio padre mi ha detto “prova a ballare con la porta come se stessi ballando con una ragazza”. Lui ha visto che stavo giorni a fare la stessa cosa con la porta e mi ha detto: tu diventerai ballerino. Quindi è una passione che ti è stata inculcata soprattutto dai tuoi genitori? Si, soprattutto da mio padre. Anche se quando sono entrato alla E.N.A. mi ha detto: “questo non è da maschi”. La mia specializzazione è folcrore cubano, ma in sei anni ho studiato di tutto. Per lui danza classica e moderna non erano da maschi. Poi si è ricreduto vedendo i risultati. La tua famiglia dov’è? I miei a Cuba, mio fratello si è sposato in italia a Net-

tuno. Perchè hai scelto l’Italia? Non ho scelto, mi hanno portato. Lavoravo al cabaret Macumba Havana. Un giorno un’impresario italiano ci ha proposto un progetto di un cabaret “El nino de fuego” e ci ha portato in Italia per lavoro: eravamo 22 cubani tra ballerini, cantanti, musicisti, cuochi, baristi…Il progetto durò quattro anni dopo i quali ero innamorato dell’Italia e ci sono rimasto. Sei entrato subito nel mondo salsero Italiano? No, non sapevo neanche l’esistenza. Quando è finito il progetto di cabaret, il mio manager mi ha portato al Salsa World Festival e di li è partito tutto. Come hai conosciuto Maria? A Cuba, quando ballava con la sua gemella al Cabaret Macumba. Dopo il primo anno in Italia ci siamo fidanzati. Ed è stata la mia morte… [risate] E’ tempo di nozze o no? Si, penso proprio di si, ma ora siamo impegnati con il lavoro, poi si vedrà. Chi ti ha aiutato ad entrare nel mondo latino in Italia? Il mio manager italiano, che ringrazio. Mi ha detto: tutto quello che hai imparato a Cuba dimenticalo. Sei in Italia adesso: lo show è diverso. Mi ha dato tutti i video dei migliori ballerini dell’epoca e mi ha consigliato di guardarli e di estrapolare il meglio. E così ho fatto.


Hai copiato gli show di altri ballerini? No, ho creato la mia maniera di ballare. Negli show serve velocità, essendo molto alto è quasi impossibile essere veloce per tutta la durata dello spettacolo, per questo ho inventato uno stile tutto mio con una tecnica di danza contemporanea lento/veloce, con cambi di velocità. E’ una tecnica che ho studiato a Cuba ma per me molto utile quì in Italia per esibirmi. I miei balletti sono tutti così. Lento veloce, lento veloce. Il pubblico devi sempre stupirlo! Anche la tua partner è molto alta. Siamo i ballerini più alti. Fisicamente è devastante. Se devi sempre passare da lento a veloce devi fare il doppio lavoro: rilassare e contrarre i muscoli continuamente. Il tuo rapporto con gli italiani? Alla grande. Io mi trovo bene con tutti. Nonostante noi cubani abbiamo una maniera di essere molto diretta ed esplicita. In Italia invece ho imparato ad essere un po più diplomatico, ho imparato ad ascoltare più gli altri, difatti, quando finisco uno spettacolo chiedo sempre se è piaciuto o no alla gente che mi sta intorno. Qual è stato l’ostacolo più grande da superare nella tua carriera? Va bene essere umili, salire sul palco sempre con la consapevolezza che non sei il migliore, ma bisogna

essere anche convinti di quello che si è. L’ostacolo più grande da superare è stato proprio questo, credere in noi. Per fortuna ho lei: Maria Carmen, lei si piega ma non si spezza sia fisicamente che mentalmente. Chi inventa le coreografie dei vostri spettacoli? Io metto su la coreografia, ma è Maria la figura principale. Lei è quella che fa diventare tutto più bello. Forse i miei colleghi cubani hanno pensato troppo a loro e poco alla figura della donna. Sulla danza cubana alcuni affermano che le donne non contano niente. Io non sono di questo parere. Vedere ballare una donna è la cosa più bella in uno spettacolo. Forse è proprio questo il segreto del nostro successo. Ballare insieme. Qual’è il tuo idolo nel mondo del ballo? Quando avevo undici anni ho visto uno spettacolo di Sergio Larrinnaga, sono rimasto a bocca aperta, poi l’ho conosciuto ed è stato mio maestro. E’ una persona che sa tanto della danza è molto bravo ed è molto preparato, non è mai chiuso mentalmente. Lui è il mio idolo nel ballo. A chi dedichi questo tuo successo oltre che a Maria? Ai miei genitori e a tutti gli amici italiani che ci hanno aiutato ad andare avanti. All’inizio è stata veramente dura, ma grazie a loro ci siamo riusciti.


SIMONA ATZORI

UN ANGELO SENZA ALI

Dal Festival di Sanremo alla Comunità di San Marcello, in beneficenza per Unitinsieme a cura di Giuseppe Muolo

E’ nata senza braccia, ma con una gran voglia di volare. Toccata dalla grazia di Dio, usa i piedi anche al posto delle mani. Grazie alla sua grande forza d’animo, Simona Atzori ha raggiunto traguardi prestigiosi, come ballerina e pittrice di fama internazionale. Nata a Milano il 18 giugno 1974 si è avvicinata alla pittura all’età di quattro anni come autodidatta e all’età di sei anni ha iniziato a seguire corsi di danza classica. Alla sua brillante carriera di pittrice si aggiungono numerosi successi nel campo della danza che permettono a Simona di portare avanti le due grandi passioni della sua vita. E’ stata ambasciatrice per la Danza nel Grande Giubileo del 2000, portando per la prima volta nella storia la danza in Chiesa. E’ stata protagonista della cerimonia di apertura delle Paralimpiadi di Torino 2006. E’ anche molto impegnata nel sociale. Con la Fondazione Fontana è stata in Kenia, dove ha danzato per i bambini disabili, malati di Aids, detenuti e ragazzi di strada. Il 17 febbraio scorso è stata ospite del Festival di Sanremo, danzando sulle note di un brano dei Nirvana eseguite al violino da David Garrett. Dal teatro Ariston, dove ha commosso e appassionato tutta l’Italia, ha dato in pochi minuti il suo messaggio struggente e pieno di vita: «Ce l’ho fatta io. Potete farcela anche voi». Anche noi, della Parrocchia di San Marcello, avremo l’opportunità di incontrare questa grande artista e di conoscerla personalmente. Il 14 e 15 aprile prossimi, infatti, Simona Atzori sarà a Bari, ospite della nostra Comunità, per una due giorni di incontro e spettacolo. Sabato 14 aprile, alle ore 17:00, organizzeremo un incontro con tutti i giovani della Parrocchia, dove potremo ascoltare la personale testimonianza di Simona Atzori, assistere ad un video sulla sua esperienza artistica e confrontarci con lei sul grande mistero della vita. Domenica 15 aprile, alle ore 18:00, la nostra Comunità parteciperà massicciamente ad una serata di beneficenza presso il teatro Royal di Bari, dove Simona Atzori si esibirà in uno spettacolo di

danza organizzato dall’ Associazione Unitinsieme. Questo evento, promosso su iniziativa della Parrocchia San Marcello e, in particolar modo, di don Gianni, è finalizzato a raccogliere fondi in favore dell’Associazione Unitinsieme, per la realizzazione della Comunità d’Accoglienza “La Nostra Casa” per persone diversamente abili. L’Associazione Unitinsieme, che annovera fra i propri soci molti amici della nostra comunità parrocchiale, sta infatti portando a termine la ristrutturazione di un immobile, ubicato in Bari alla via Bruno Buozzi, dove avrà sede la Comunità d’Accoglienza; presso tale struttura saranno ospitati un Centro Diurno e una Comunità Residenziale per persone disabili, prive di idoneo supporto familiare e in condizione di disagio sociale. Il progetto portato avanti dall’Associazione Unitinsieme, unico nel suo genere nel nostro territorio, intercetta un bisogno reale ed urgente, avvertito in modo drammatico dalle persone disabili e dalle loro famiglie, soprattutto per quanto concerne il tema del “Dopo di Noi”. Per questo motivo, conoscendo anche personalmente i soggetti promotori dell’iniziativa, la nostra Comunità intende sostenere con forza e convinzione l’Associazione Unitinsieme, ponendosi al suo fianco nella fase di esecuzione dei lavori di ristrutturazione dell’immobile. Tutta la comunità parrocchiale, quindi, è invitata a partecipare allo spettacolo di danza di Simona Atzori del 15 aprile prossimo, con la consapevolezza di donare un contributo in favore del progetto della Comunità d’Accoglienza “La Nostra Casa”. Per informazioni e acquisto dei biglietti si potrà telefonare ai seguenti numeri: 335.5204835 – 347.4001694.


DESCARGA CUBANA: 335.7508456 GRUPO HABANA: 331.7395591 MARIPOSA DEL CARIBE: 329.4274533


Il Tres lo strumento della storia di Daniele Blasi

Alla fine degli anni 90 grazie alla proiezione nelle sale dei cinema italiano del capolavoro di Ry Cooder “Buena Vista Social Club”, molti di noi si innamorarono delle splendide figure di artisti immarcescibili del Calibro di Compay Segundo, Eliades Ochoa, Omara Portuondo solo per ricordarne alcuni. Una storia fenomenale, resa ancora più magica da un continuo sottofondo musicale arricchito dalle note del tres cubano. Il tres è il meno africano degli strumenti diventati tradizione a Cuba, infatti è frutto della fusione della tradizione musicale spagnola degli strumenti a corda, reinterpretati in chiave creola. La sua struttura, nella conformazione attuale ricorda molto da vicino quello di una chitarra, dopo essere passato nei secoli attraverso numerose trasformazioni ed adattamenti, poche sono le differenze che possono permetterne la distinzione, sicuramente la parte interna della cassa armonica e la più evidente, la disposizione delle corde, non distribuite come sulla chitarra a distanza unifor-

me, ma in tre gruppi da due ciascuno. I materiali per la costruzione più diffusamente usati sono prevalentemente cedro e mogano. Il tres naturalmente si è diffuso in tutta l’area caraibica, a Puerto Rico si è sviluppato con la variante dei tre gruppi che presentano tre corde, non solo due. Tra i più celebri rappresentanti del tres occorre ricordare nomi ormai leggendari nella musica de la Isla Grande, Arsenio Rodriguez in primis, Joe Pena e Gilberto “Papi” Oviedo e tanti altri che per questioni di spazio non citiamo. Il suono del tres è unico, non si può confondere con quello più deciso e puro della chitarra, nè appare così leggero e strozzato come quello della mandola. Il suo essere così radicalmente legato a quelle terre ne ha fatto un vero ambasciatore della tradizione, quando si sente vibrare, ci si ritrova inevitabilmente nella magia del caribe


ritmo: salsa. Sei la ballerina di Francisco Vasquez, quando è iniziato il vostro percorso insieme? È iniziato quasi un anno fa, il primo spettacolo con Francisco fu in un locale a Grottaglie, in Puglia, l’emozione era tanta quanta la responsabilità di fare tutto bene senza sbagliare nulla! Poi l’invito a ballare nel congresso “Que viva la salsa”. Tutto andò molto bene! Ero molto contenta perché alle spalle c’erano pochissimi giorni di prove ed era contento anche Francisco, che con me é stata sempre una persona splendida! Ricordo che dopo il secondo spettacolo gli chiesi cosa ne pensasse, mi rispose con queste parole: - “dentro di te hai un talento, deve solo venire fuori!” Eravamo in macchina, accompagnavo Francisco all’aeroporto, di lì a poche ore sarebbe ritornato in America, mi domandò se avessi il passaporto per ballare in un tour negli Stati Uniti. Il passaporto non l’avevo, però gli dissi che il giorno dopo sarebbe stata la prima cosa che avrei fatto! New York, Los Angeles, Hollywood, Las Vegas, Atlanta e un salto a Marrakech in Africa, queste le tappe di un’esperienza bellissima! Ora ti trovi a Los Angeles, che impressione hai avuto del pubblico americano? Un’impressione positivissima! Pronto ad applaudire con calore, ad apprezzare ogni lavoro dietro al quale sia stato speso tempo e fatica, un pubblico aperto a qualsiasi novità, pronto ad apprezzare e a sostenere ciò che è diverso, senza rifiutarlo o denigrarlo. Non è un pubblico freddo, anzi...Questa è stata una delle primissime piacedi Rossana Pellegrino voli sorprese dell’America. Quante emozioni ti ha regalato questo percorso? Mi ha regalato emozioni bellissime ed indimenticabili, ballare in congressi importanti, provare un misto tra pauDaniela Settanni, giovane ragazza pugliese è riuscita a ra e felicità prima di entrare in scena, essere felice per il lavoro svolto, essere farsi amare anche dal pubblico americano! felice perché la gente apprezza quello che fai. Cosa ti ha spinto ad entrare in questo mondo? È stato interessante conoscere come viene senÉ capitato tutto per caso! Era l’estate del 2006, una tita, percepita, ballata la salsa dall’altra parte del sera incontrai il mio amico Arcangelo, il quale mi mondo, apprezzarne gli stili differenti, l’interpretachiese se un giorno mi sarebbe piaciuto andare a zione. E non solo, condividere pensieri e opinioni ballare salsa in un locale chiamato Magik Park. con le tante culture che sono riunite in America, “Perché no” gli risposi. Fu amore a prima vista: il l’aspetto culturale per me è stato molto importanritmo della musica, le movenze sinuose e sensuali, te, ho preso coscienza di realtà differenti, diverse la magia sempre nuova che si creava tra i ballerini. dalla mia! Iniziai ad interessarmi a questa nuova disciplina, a Raccontaci il tuo esordo nel mondo caraibico. studiare la sua danza, la sua cultura, ben differenIl mio primo spettacolo è stato ad Ostuni, ad un te da tutto ciò che avevo studiato come ballerina evento del quale non ricordo più il nome, uno negli anni passati, ma fu l’idea di poter creare una show di rumba, afro e salsa. Ricordo che l’emo“mezcla” di unire tutto ciò che sapevo, ciò che più zione era tanta! Il mio primo ballerino è stato Toni mi conquistò. Una sintesi sotto il nome di un unico

L’EXPLOIT DI

DANIELA SETTANNI


di Francisco V. Al detto il Timbero, la persona con la tour in America. I quale ho mosso i miei primi passi luoghi. La bellezza in questo mondo, insieme abbiamo dei posti che ho partecipato al nostro primo conconosciuto e visigresso: il Salsitaly, e di qui a tanti tato. altri. Insieme abbiamo condiviso Quale consiglio tante esperienze, tra le quali anche daresti a chi vuola direzione di una scuola di ballo; le intraprendere Insieme abbiamo studiato l’afro, la questo percorso? rumba con i maestri Wilmer NavarUn consiglio? ro y Maria Moreno, la timba con mmm... Credo Roly Maden, e con tanti altri maeche mi aiuterò, a stri. Il mio primo punto di riferimenmio modo, con to femminile, nonché la mia prima le parole di uno insegnante è stata Kirenia Cantin, dei miei scrittori ho sempre amato il suo stile: la sua eleganza, sensualità e femminilità! Cosa vorresti modificare del mondo salsero? La competizione fine a se stessa, la competizione nelle serate salsere dove si dovrebbe andare solamente a divertirsi. Un’altra cosa che mi Daniela Settanni con piacerebbe che cambiasse è queFrancisco Vasquez sta: non mi piace quando la gente si perde in discorsi infiniti e inconcludenti sul tema salsero, cercando di trovare un’unica verità che credo sia impossibile preferiti: Paulo trovare, io credo che su questo tema esistano punCoelho. Se una ti di vista differenti che possono convivere tranpersona sceglie quillamente, senza che sia eletta la persona che ha di intraprenderagione. Io dico sempre questa frase: “ la salsa o si re questo perballa o si mangia, non si parla”. corso, significa Sogni nel cassetto? che ha indiviNe ho tanti e riguardano tutti l’arte, in tutte le sue duato la montagna che intende scalare. Nell’informe. Innanzitutto, alcuni si sono avverati altri dividuare la montagna ci vuole però autocritica magari un giorno si avvereranno. Mi piacerebbe e consapevolezza: sarà un percorso impegnativo, conciliare la recitazione con il ballo, in Italia negli perciò bisogna, essere decisi e sicuri della propria anni passati, iniziai a studiare recitazione e a fare scelta, per due motivi: Punto primo - incaponirsi spettacoli teatrali. È per questo che da settembre su fissazioni può solo frustrare; Secondo - si potrà credo che inizieró a studiare recitazione in un’imcontare sempre e solo su se stessi. portante scuola di Hollywood. Scalare la montagna significa andare incontro al Mi piacerebbe anche ballare per qualche cantante proprio sogno, e se tu vai verso di lui...lui verrà famoso, in un video, nei suoi spettacoli, perché no? verso di te. Se rimaniamo nel chiuso delle nostre La vita qui a Los Angeles mi motiva, mi affascina case o dei soliti ambienti che frequentiamo nesmolto, è la culla dell’arte e dello spettacolo, mi suno, verrà a bussare alla nostra porta! Il sogno ha sento di essere nel posto giusto. bisogno di sapere che lo desideriamo davvero! Quali sono i ricordi più belli che porterai sempre Io la penso così, so che ho i piedi un po’ sollevati con te? da terra, ma chi ama l’arte difficilmente ha i piedi L’emozione che provo prima di uno show, l’adrenaattaccati al suolo. Sono una persona sì concreta, lina che sale mentre ballo. I sorrisi e le parole delle ma in me convivono piacevolmente anche un lato persone che apprezzano il mio modo di ballare, spirituale e fatalista. Ringrazio Francisco Vazquez che hanno percepito l’amore con il quale lo faccio. per tutto ciò che ha fatto e che continua a fare per Tutta la gente che ho conosciuto, che nel bene o me... grazie Paparin! Ringrazio “Vida Latina Maganel male mi hanno lasciato qualcosa, perché tutto zine”, quindi tutte le persone che ne fanno parte serve per crescere. Gli studi di danza nella scuoper questa piacevole intervista! la di ballo più importante di Hollywood. L’invito


Buena Vista Social Club

“la pelicula y la revoluciòn” “Buena Vista Social Club” di Wim Wenders, tutti ne hanno sentito parlare, sono trascorsi circa 15 anni Compay Segundo dall’uscita nelle sale italiane, ma il segno che ha lasciato è davvero indelebile, in tanti ci innamorammo di una Cuba sconosciuta sino ad allora. Compay Segundo, Ibrahim Ferrer, Omara Portuondo, Eliades Ochoa, Barbarito Torres , ma tanti altri meriterebbero la citazione, solo adesso, momento in cui il tempo comincia a chieder loro il conto, molti di noi hanno compreso quanto importante sia stato poter godere di artisti di quella taglia, quando erano ancora in vita. Il progetto Buena Vista, offriva uno spaccato diverso della cultura “vera” cubana, non solo il ballo, ma la musica, la passione e soprattutto la quotidianità, parole, musica, sguardi, emozioni, una pellicola semplice, dal profilo basso, ma dall’intensità entusiasmante. Il film ed il clamoroso successo che riscosse in tutto il mondo, aprì la grande stagione dei concerti dedicati alla tradizione cubana, che reclamava le sue origini troppo facilmente messi in ombra dalla dilagante risposta che la musica ballabile aveva ottenuto. Anche la Puglia, fortunatamente fu lambita da questi Omara Portuondo tour. Qualche lacrima è scesa sul viso di molti, nello scoprire che gli artisti raccontati da Cooder e suo figlio, nonostante la loro grandezza artistica, solo alla soglia dei settant’anni, riuscirono a veder un po’ di mondo, la curiosità di bambini con i capelli bianchi, la sincera commozione nello scoprire quanta vita fosse passata attorno a loro. Puro come un fiore, così fu descritto l’esperimento Buena Vista Social Club e mise d’acIbrahim Ferrer cordo tutti, i cultori della Cuba storica, sigaro, Rum, Josè Martì, revoluciòn, ed i cultori della danza, quelli che vivono 365 giorni all’anno con la bandana, sulla e dentro la testa. Per chi avesse avuto la sventura di non vederlo, o per chi, magari ancora troppo giovane, non Barbarito Torres ne abbia avuto occasione, questo è il momento giusto per recuperare

di Daniele Blasi


Sidecar

A CURA DI Giuseppe Boezio

IL COCKTAIL DEL MESE CATEGORIA: AFTER DINNER INGREDIENTI E QUANTITA: 1 – ½ Oz ( 4,5 cl) Brandy ¾ Oz (2 cl) Cointreau 2 dashes (0,5 cl) Succo di limone MISE EN PLACE: Brandy, Cointreau, Succo di Limone, Boston Shaker, Strainer, coppetta Cocktail. PROCEDIMENTO: La tecnica usata è la Shake and Strain. Per preparare il drink, prima bisogna raffreddare la coppetta cocktail; dopo si riempie il boston shaker di ghiaccio, vi si versa il Cognac,

il Cointreau ed il succo di limone. Shakerate per alcuni secondi e versate filtrando con l’apposito strainer nella coppetta cocktail, infine decorate il tutto con una strisciolina di buccia d’arancia. STORIA: Il cocktail è stato ideato da Harry Mc Halone barman dell’Harry’s Bar di Parigi, la leggenda vuole che questo drink sia stato creato e nominato in onore di un capitano Americano di stanza in Europa nel periodo della prima guerra mondiale che era abitudinario arrivare con il suo sidecar al bar. E proprio per il suo mezzo che questo cocktail ha preso il nome.


Hablas español?(Parli Spagnolo?) di Yadira Gonzalez

Perché studiare lo spagnolo?... Si calcola che nel mondo parlano spagnolo 370millioni di persone circa. E’ la quarta lingua più parlata dopo il cinese mandarino, l’inglese e l’hindi ed è la lingua ufficiale in 21 paesi. Si parla in Spagna, in quasi tutta America Latina, in Guinea Equatoriale, nelle Filippine e in alcune zone d’Israele. Ci sono 38 milioni circa di Spano parlanti che vivono in paesi dove lo spagnolo non è la lingua ufficiale ed anche gli stranieri che imparano questa lingua per motivi di lavoro, di studio o perché semplicemente amano la cultura ispana. Per tutto questo lo spagnolo è una delle lingue con migliori prospettive di crescita. È stimato che il numero d’ispano parlanti arriverà a 600 milioni fino alla fine di questo secolo. In questa rubrica troverete sempre un tema diverso che vi farà scoprire e imparare la cultura, tradizioni e tanto altro di questa lingua affascinante. Vi invito a seguire insieme questa sfida!

Hasta pronto! (A presto!)


Per moda o per amore?

Donne Sui Tacchi Bootcamp - Workshops

Per moda o per amore, per sedurre o per vedere il mondo dall’alto o anche solo per divertimento portare i tacchi non è cosa da tutte. E anche se per molte il sogno è quello di indossare almeno una volta un paio di scarpette di Manolo Blahnik, il designer più cool di New York, di altezza vertiginosa. Parliamo del Boot Camp, ovvero una innovazione nel settore del fitness che consiste nell’allenarsi in vero e proprio stile Militare. Il Boot Camp, che ha conquistato star di Hollywood, consiste in un allenamento in vero stile marines questa volta solo per donne sui tacchi! Tanto successo in America sta attirando soprattutto il pubblico femminile che popola letteralmente i camp che sono nati da New York a Los Angeles dove le donne si ritrovano per trovare la forma fisica. In Italia la formula sarà un po’ diversa, nel Boot Camp Donne sui tacchi Sheila De Jesùs, Frances Nieves & Yanet Fuentes in un solo giorno di stage vi renderanno in ottima forma x un miglioramento e aumento di sicurezza di sé e autostima.Il primo appuntamento ufficiale per l’Italia è fissato a Buccinasco il 10 Marzo 2012. Per avere tutte le informazioni necessarie e prenotazione basta chiamare al +393314478693 email: dstbootcamp@libero.it - Camana Club : Via Palermo 12, Buccinasco (MI) (Accanto Scuola di Ballo “Sosa Academy”)


Toby Love

ad eventopeople festival 2012 18.19.20 Maggio - Scalea - Calabria

Toby Love approda ad eventopeople festival dopo aver dominato le classifiche di Bachata per tutto l’anno. All’apice del suo successo arriva la notizia di una collaborazione con una super star come Adele e l’imminente uscita del nuovissimo album con tantissime sorprese prevista nei giorni antecedenti il festival. Unica data dell’anno in Italia. Nato da genitori dominicani, cresciuto nel quartiere del bronx, Toby si forma come solista del gruppo Aventura, che lascia dopo circa sei anni per intraprendere la carriera di cantante del genere bachata. Si propone al pubblico con bachate calde, tipiche del paese domenicano, mischiando influssi R&B e ritmi Hip Hop, con testi, in inglese o in spagnolo, che si caratterizzano per tematiche d’amore, di tradimento e di vita sociale. Viene definito il Michael Jackson latino, per l’influenza nella musica Love del più famoso cantante, e per la somiglianza della voce. E’ previsto un concerto dalle mille emozioni abilmente calato nell’atmosfera incredibile dell’eventopeople festival. Un momento romantico e di aggregazione per migliaia di giovani salseri provenienti da tutta europa. Un song in-

Toby Love

Adele


novativo su di un palco che verrà adibito esclusivamente per il grande evento, un evento nell’evento, dove toby si esibirà insieme al suo corpo di ballo cantando ed entusiasmando i cuori sulle note di super hit come “Te Parece Poco” “Tengo Un Amor” “Casi Casi” “Llorar Lloviendo” “Tu y yo” veri riempi pista delle serate latine di tutto il mondo. Un artista di livello mondiale che interagirà esclusivamente con il pubblico dell’eventopeople nei giorni della kermesse per arrivare al culmine del grandissimo spettacolo. Un evento che prevede il tutto esaurito nonostante sia stato predisposto per una capienza superiore agli anni precedenti. Un Mix esplosivo per il 18.19.20 maggio dove brilleranno ballerini di fama internazionale, giovani promesse ed un grandissimo cantante che lascerà un segno indelebile che tutti poteranno nel cuore per tanti anni! Eventopeople festival 2012 da non perdere… www.eventopeople.it

I LIBRI SULLA SALSA E LA CULTURA AD ESSA LEGATA www.enzoconte.it

Ogni anno ormai già da un po’ di tempo, si svolgono dei concorsi online che hanno lo scopo di promuovere il movimento salsero nella nostra regione. Per poter votare è sufficiente collegarsi al sito internet www.salsapuglia.com e selezionare uno dei sondaggi tra: miglior locale, scuola di ballo, dj e gruppo di ballo in Puglia. I risultati parziali fino ad oggi sono i seguenti, mentre vi ricordiamo che sarà possibile votare fino al 31 Marzo 2012:


Tambien te amo di Omar Gallo by Sorso Latino

E’ da poco uscito l’ultimo singolo dei Croma Latina, questa volta insieme ad un’altro gruppo che sta riscuotendo notevole successo, Grupo Extra. Il connubio ha prodotto una bachata dai sapori romantici, con una freschezza tipicamente dominicana...il tutto racchiuso in un video ( girato a Venezia,location da sogno ) che ne amplifica i contorni e le peculiarità italiane. Un sicuro successo per questa primavera-estate 2012.


Le serate latine in Puglia & Basilicata

Aggiornamento Marzo 2012

Martedì:

Mulata, Bari Tropicana Pub, Bari Nedina Cafè, Mesagne (Br) New Magazine, Massafra (Ta) Duemiladieci Caffè, Taranto Cape Diem, Ostuni (Br) Kimama Bistrot, S. M. Salentino (Br) Coyote Ugly, Manfredonia Take Away, Potenza

Mercoledì:

Target, Bari Nautilus, Taranto Nuove Dimensioni, Crispiano (Ta) Rouge Cafè, Monteiasi (Ta) Jacana Cafe, Massafra (Ta) Pasteus, San Giovanni Rotondo (Fg) Prime, Castrignano Dei Greci (Le) La Plaza Lounge Bar, Cutrofiano (Le) Deja Vu, Leverano (Le) The Flying Ship, Vaglio Basilicata (Pz)

Giovedì:

Arena Pub, Bari Moai, Conversano (Ba) Rafca Club, Brindisi Pepe Nero Club, Galatina (Le) Prosit Bar, Maglie (Le) Alaska, Veglie (Le) Cascina Disco Pub, Taranto Manaus, Martina Franca (Ta) Morrison Disco Pub, San Severo (Fg) Cafe Pigalle, Corato (Bat) Babylis Club, Carosino (Ta)

eventi in Per info su serate ed iama il: ch a Puglia e Basilicat

7 43 01 7ala5tinam 4 33 .it agazine info@vid

Venerdì:

Coco Bongo, Bari Victorian Pub, Capitolo (Ba) Magik Tumbao, Bisceglie (Bat) I 3 Santi, Grottaglie (Ta) Fico Ricco, S.Pietro Vernotico(Br) Simple Cafè, Martano (Le) Art@Cafe, Massafra (Ta) Lucignolo, Marconia (Mt)

Sabato:

Heineken Disco, Gioia del Colle (Ba) Last Exit, Grumo Appula (Ba) Mulata, Bari Moonlight, Acquaviva (Ba) Off Street, Barletta (Bat) Timos, Fasano (Br) Bizantino, Massafra (Ta) Maybay Disco Pub, Manduria(Ta) La Clave Discoteque, Porto Cesareo (Le) Oblò, Gandoli (Le) Red Passion, Acquarica del Capo(Le) Domus Area, Foggia La Sfinge, Manfredonia (Fg)

Domenica:

Target, Bari Zero Caffé, Polignano a Mare (Ba) Must, Altamura (Ba) Onis Club, Terlizzi (Ba) Night & Day, Molfetta (Ba) Bloom, Soleto (Le) Sonik di Calimera, Lecce (Zona PIP) OroNero San Vito dei N.nni(Br) Neropaco Monopoli (Ba) Insomnia Style, Martina Franca (Ta) Caffe’ Del Mare, Taranto New Refill, Manduria (Ta) Mabai Disco Live, Manduria (Ta) Dolium White, Corato (Ba) Memoire, San Severo (Fg) Samanà, Potenza


BRINDISI TARANTO

ANGELS DE LA HABANA, Lecce BAILADORA, Lecce SANTIAGO DE CUBA, Lecce SHALL WE DANCE, Lecce TROPICALIA, Lecce ALEX & MAGGHY ACROBATIC NEST, Lecce MOVIMENTO CUBANO, Gagliano del Capo CUBA LIBRE - Tricase TRIBUSALSERA, Cassarano BETTY BOOP A.S.D, Gallipoli DESCARGA LATINA, Galatina NEW AURORA DANCE, Maglie PARRANDA LATINA, Monteroni TROPICAL DANCE, Traviano

BEAUTIFUL DANCE LATINO, Brindisi DANCE MOVEMENT EVOLUTION, Brindisi RUMBANTELA, Brindisi GRUPO RELANPAGO, Ceglie Messapica BAILA OTRA VEZ, Ostuni FARANDULA ESPLOSIVA, Ostuni NATY STYLE, Ostuni ISLA DEL CARIBE, Francavilla BAILA OTRA VES’, Francavilla VIVIANA LATIN GROUP, Francavilla STUDIO 54, Fasano GUAPERIA RUMBERA, Fasano GLAMOUR DANCE, San Vito dei Normanni CAYOS DE CUBA, Taranto FREE TIME 2000, Taranto KRYSTALL DANCE, Taranto FALO’ LATINO, Taranto ALL DANCING E DINTORNI, Taranto LA CLAVE CALIENTE, Taranto LOS SALSERIN, Taranto NATURAL DANCE, Taranto PUERTORICAN STYLE, Taranto RI.CA. DANCE ACADEMY, Taranto RITMO CALIENTE GROUP,Taranto SALSABOR DANCE STUDIO, Taranto SALSERO PARA SIEMPRE, Taranto TIMBA LATINA, Taranto WINNER DANCE, Manduria BARRIO CALIENTE, Martina Franca MARIPOSA DEL CARIBE, Martina Franca TROPICAL STYLE, Martina Franca ISLA CUBANA, Crispiano ISLA DEL ENCANTO, Massafra HOLLYWOOD DANCE, Massafra QUARTIERE LATINO, Massafra NEW ALEX DANCE ACADEMY, Grottaglie PAQUITO DANCE, Talsano PROJECT LATIN DANCE, Sava DANCING MY LIFE, S.Giorgio Ionico

BASILICATA

AGUA,Bari - AMORLATINO, Bari ALL DANCE, Bari A.S.D. PIANETA LATINO, Bari BALLI DAL MONDO, Bari CORAZON LATINO, Bari COLONIA CUBANA, Bari DIANA & TEATRO DIANA, Bari EL BARRIO, Bari EL MUNDO DEL CARIBE, Bari EL GUAPO DE CUBA, Bari EL SUENO DE CUBA, Bari GRUPO HABANA, Bari GRUPO BAILADOR, Bari GRUPPO ESTRELLAS, Bari HABANERO’S, Bari LA ISLA GRANDE, Bari MEMORY DANCE, Bari PIANETA LATINO, Bari QUIERO BAILAR, Bari SOUL DANCE, Bari SWING Y SABOR, Bari VILLA CAMILLA, Bari VIVO LATINO, Bari TROPICAL STYLE, Bari MOVIMIENTO LATINO, Barletta PARAISE LATINO, Adelfia BOLERO DANCE SANTORO, Altamura FUEGO DANCE, Altamura HABANA LIBRE, Altamura LATINO’ CLUB, Altamura LET’S DANCE, Altamura ALMA LATINA, Andria CUBARTE, Andria PARAISO CARAIBICO, Andria (BAT) MONTON DE ESTRELLAS, Andria ACCADEMIA DE CUBA, Barletta MOVIMENTO LATINO, Barletta FUROR LATINO, Barletta ISLA TROPICAL, Barletta ALMA BUM BUM, Bitonto GUARACHANDO, Bitonto CUCARACHA,Bisceglie TIMBERO MAJOR, Bisceglie WORLD DANCE ACADEM, Carbonara VASCO DANCE, Cassano ESENZIA LATINA, Castellana Grotte HAVANA LOCA, Castellana Grotte LOS ANGELES SCHOOL, Conversano MIRAL DANCE, Conversano CLUB BUENA VISTA, Corato HABANERA CLUB, Corato LATIN LIFE, Corato UN PASO ADELANTE, Corato LES ART, Gioia del Colle TRIBU’ CHE BALLA, Gravina ACCADEMIA DEI TALENTI, Molfetta AGUANILE DANCE COMPANY, Modugno A.S.D. VALERY DANCE, Modugno DESCARGA CUBANA DOS, Modugno EL SUENO DE CUBA, Modugno, Carbonara Lebelècumbè Arte e Danza, Modugno HAVANA LOCA, Monopoli LA MARIPOSA DEL CARIBE, Monopoli MIRAL DANCE, Monopoli VITO Y STEFANIA, Noicattaro ISLA DEL CARIBE DANCE, Noci ASD BAILA CONMIGO, Terlizzi SUPERNOVA DANCE, Terlizzi ANGEL Y PEPE, Trani CLAVE LATINA,Trani ENJOY DANCING, Trani EXPRESSION LATINA, Trani 100x100 LATINO, Trani MONTON DE ESTRELLAS, Trani ARTE DANZA, Triggiano L’ALMA DE CUBA, Triggiano SALSA Y SABOR, Triggiano HAVANA DANCE, Triggiano

BARI - BAT

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ALMA DE CUBA, Foggia ASD TUMBAO, Foggia CUBAILANDO A.S.D., Foggia EL ALMA DE LA SALSA CARIBE, Foggia EL MANICOMIO DELLA SALSA, Foggia LA ISLA TROPICAL, Foggia CARIBE DANCE ACCADEMY Manfredonia DIRTY DANCING, Manfredonia NUMERO UNO, Manfredonia PLAYA DEL NINO, Manfredonia EL ALMA DE LA SALSA, San G.Rotondo HAVANA CLUB, San Severo TROPICARIBE, San Severo SONIDO LATINO, Torremaggiore AQUI SE BAILA... TODO, Trinitapoli

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