VIDA LATINA MAGAZINE

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Periodico di informazione, cultura e musica dedicato al mondo latino americano - DISTRIBUZIONE GRATUITA - anno 2 - N째6 OTTOBRE 2011

Sofia Boutella, durante le riprese del film Street Dance2

HIPHOPvs SALSA

UNA COMPETIZIONE DA FILM



LA REDAZIONE Registrazione del Tribunale di Bari: n째3199 del 25/11/2010 Tiratura: 6000 copie Numero Chiuso: 04/10/2011 Edito da: Ass. Culturale IDEANDO 2.0 Via Berlino 86 Altamura (Ba) Tel. 339.3511452 info@vidalatinamagazine.it Direttore Editoriale: Donato Ciccimarra Direttore Responsabile: Giuseppe Disabato Advertising Manager: Nunziella Buono Direttore Artistico: Silvio Sisto Caporedattore: Donato Ciccimarra Redazione: Michele Traversa Giulio Patruno Daniele Blasi Domenico Tagliente Enzo Conte Vania Tria Lara Palmisano Ricky Espino Denny dj Davidino dj Paolo Martano Nico Tursi Omar Gallo Vito Ranieri Stefania Errede Mario De Palo Hanno Collaborato in questo numero:

Marcello Greco Massimo Roger Rocco Royce Di Perna Roberto Di Bello Pepe Bassan info e contatti: Tel. 339.3511452 vidalatinamagazine.it info@vidalatinamagazine.it Vidalatina Ma Gazine

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VIDA L

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La Salsa sul grande schermo di Vania Tria

STREET DANCE 2

Dopo l’indiscutibile successo della prima pellicola Max Giwa e Dania Pasquini, tornano sul grande schermo proponendo una nuova entusiasmante avventura, avvalendosi di un cast d’eccezione, scegliendo location ad hoc come Londra, Berlino e Roma. “Quando lo street dancer Ash (Falk Hentschel) è umiliato e deriso dal gruppo americano degli Invincible, decide di cercare i migliori ballerini del mondo per prendersela con loro, con uno stile di danza che non si aspettavano. Con luoghi importanti, una spettacolare fusione di stili di danza e una forza senza uguali, il sequel di StreetDance 2 vede il nostro eroe innamorarsi di Eva (Sofia Boutella) una bellissima ballerina di salsa mentre scopre la magia, il potere e la passione con lo scopo finale di un ballo globale.”


a sinistra: Sofia Boutella insieme a Gigi Bellomo, Ballerino dei Full Project

Sofia Boutella, dopo aver ballato in 2 tour mondiali di Madonna, Confessions e Sticky & Sweet) ed essere stata protagonista del video postumo di Michael Jackson “Hollywood Tonight”, vedremo Sofia Boutella danzare e recitare come protagonista nel film in 3D StreetDance 2 al fianco dell’attore Falk Hentschel. Non è la prima volta che Sofia Boutella si cimenta come attrice, infatti nel 2002 si cimentò come attrice nel film francese “La Defi” interpretando la parte di Samia.



La redazione di Vida Latina Magazine ha incontrato per voi uno dei protagonisti del film Maykel Fonts.

di Vania Tria

Com’ è nata questa collaborazione? Inizialmente mi hanno contattato per dare delle lezioni di Salsa e movenze Afro alla protagonista del film, Sofia Boutella, in quanto l’intento del regista era quello di fondere il mondo dell’hip hop con il mondo della salsa. Quindi per la prima settimana ho lavorato come personal couch di Sofia. La regista mi ha proposto di partecipare ai provini per la parte di Lucien, mi hanno assegnato il ruolo.Successivamente, mi hanno inserito nello staff dei coreografi. E’ stata la tua prima esperienza? Si, ho scoperto un mondo nuovo, è stato super-emozionante, super-interessante davvero!- sorride- è stato un periodo di scoperte nuove anche a livello emozionale. Continua nella pagina successiva

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Cosa pensi dell’inserimento della Salsa all’interno del film? Era da un po’ che tutti noi salseri volevamo fortemente che venisse data la giusta visibilità e la giusta importanza a questa disciplina che come l’hip-hop è una danza che nasce per strada. Quindi fondere la salsa con l’hip- hop è un miscuglio micidiale in quanto entrambe hanno la stessa ideologia, lo stesso temperamento, la stessa grinta, la stessa passione che cresce giorno dopo giorno. Questa fusione esiste da prima, ma mai nessuno aveva avuto il coraggio di portarla al cinema! I registi ti hanno dato fiducia da subito? Si. Sin dal primo giorno mi hanno permesso di lavorare in totale libertà, mi hanno concesso molta autonomia tanto da poter dar sfogo a tutta la mia creatività, cercando di portare sul set quello che fa parte del nostro piccolo mondo. Questo è stato possibile anche grazie ai miei ragazzi della Fonts Company, che hanno partecipato alle riprese.


21 luglio 2011, Carlos Santana festeggia il suo 64esimo compleanno nel capoluogo Pugliese. Vida Latina Magazine, insieme a piÚ di settemila fans scatenati era li per raccontarvi l’evento. Pag. 40 Foto: Nunziella Buono


di Enzo Conte

L’università della Danza

Il crescente interesse del pubblico italiano verso il mondo della danza e del ballo ha visto negli ultimi anni il prolificare di tantissime scuole ma soprattutto il dilagare di tantissimi maestri improvvisati, molti dei quali dedicatisi “all’arte di insegnare” praticamente dalla notte alla mattina. Ora pensate un po’ cosa succederebbe se tutti coloro in grado di suonare uno strumento si mettessero ad insegnare musica. Sarebbe il caos più totale!... Per fortuna non è così, da un lato perché la domanda di musica in Italia è scarsa e di conseguenza anche l’offerta è minore; dall’altra perché a regolare la figura del Maestro di Musica c’è una bellissima Istituzione che si chiama “Conservatorio”, dove si iscrivono coloro che vogliono dedicarsi all’insegnamento o all’attività concertistica (avendone chiaramente capacità e talento). La mancanza nel mondo della danza di una istituzione simile al Conservatorio, serve a spiegarci ampiamente la situazione di caos in cui viviamo ed i paradossi a cui oggi impotenti assistiamo. Oggi infatti qualsiasi persona con un po’ di iniziativa (ed in grado di fare almeno un passo base) può mettersi ad insegnare, perché lo Stato di fatto se ne frega, al punto da non riconosce ufficialmente il mestiere del maestro di ballo (basta andare ad un ufficio ENPALS, l’ente pensionistico dei lavoratori dello spettacolo, per rendersene conto). Per lo Stato esistono i Maestri di Musica (che escono dal Conservatorio), persino i Maestri di Educazione Fisica (quelli che in passato uscivano dall’ISEF) e gli allenatori sportivi (basti pensare ai tecnici che escono dalla scuola di calcio di Coverciano) ma non riconosce i Maestri di Ballo, perché ha il torto antico di non considerare questa una vera e propria professione, meritevole dunque di rispetto e di attenzione. Questo però, a ben vedere, è un torto che appartiene a tutta la nostra Organizzazione Scolastica che è rimasta ancorata ai programmi della riforma Gentile di epoca fascista. Nel frattempo il mondo è cambiato: sono sorte nuove professioni, nuovi mestieri, nuove figure professionali, nuove esigenze, ma

noi siamo ancora lì con i programmi del secolo scorso, impegnati magari a buttare sangue su materie morte come greco, latino e (per certi versi) matematica. Da questo punto di vista ci sarebbe molto da imparare da un paese emergente come il Brasile dove hanno creato delle Università ad hoc per le professioni emergenti. Pensate, ad esempio, che mia moglie (che di professione è estetista) ha frequentato lì l’Università di Estetica (il corso dura tre anni). Non poteva poi mancare in una città musicale come Salvador de Bahia una Università della Danza, dove si laureano i futuri performers o i futuri maestri di ballo. E queste che ho citato sono tutte Università riconosciute dallo Stato. Persino nella affascinante Cuba esiste un Istituto del genere, ovvero l’ISA, Istituto Superiore dell’Arte che è contemporaneamente un Conservatorio di Musica, una Accademia di Danza e Teatro ed un Istituto di Belle Arti. Qui in Italia invece siamo rimasti proprio dietro, al punto che non esiste nulla di simile (a parte forse il DAMS di Bologna) Quindi se vogliamo salvaguardare il futuro della nostra professione, tutti i nostri sforzi dovrebbero essere rivolti non alla creazione dell’ennesima “Associazione tra Amici”, ma semmai alla nascita di una “Universita’ della danza e del ballo sociale e folklorico” , una Istituzione riconosciuta dallo Stato che possa fornire a tutti i maestri non solo una laurea, ma anche delle solide basi sia dal punto di vista didattico o metodologico che dal punto di vista psicologico e della comunicazione sociale. Il che non ci assicura certo che tutti i maestri che usciranno da quella Università saranno necessariamente i più bravi. Questa Università però potrebbe essere un ottimo strumento per mettere ordine all’ anarchia oggi


esistente, per darci delle regole, per fissare delle norme, per creare dei veri e propri programmi scolastici. In caso contrario, di questo passo, finirà che per il futuro ci saranno più maestri che allievi. Infatti mentre anno dopo anno cresce sempre più il numero degli insegnanti, il numero degli allevi non cresce, ed ecco perché un po’ tutte le scuole stanno cominciando a sentire i venti della crisi, semplicemente perché oggi l’offerta è superiore alla domanda. Qualcuno potrebbe optare che ci sono già le Federazioni di Ballo che elargiscono diplomi, ma stiamo parlando di due Istituzioni completamente diverse, con fini ed obbiettivi totalmente differenti. La presenza di una Università del Ballo non ostacolerebbe l’esistenza delle tante Federazioni oggi operanti, in quanto queste federazioni sono di fatto delle associazioni sportive, per cui si occupano di sport e quindi di gare. Una Università del Ballo è chiaro si dovrebbe occupare di tutt’altro, ovvero: arte, storia, cultura e formazione. Coloro che amano le gare, e che vedono nel ballo uno sport è giusto che si iscrivano alla loro bella Federazione, ma chi nella danza e nel ballo sociale (senza dimenticare quello folklorico) non vede né una gara, né uno sport, dovrebbe pure avere il diritto di avere una struttura specifica in cui studiare. Questo è un tema che il Ministro della Pubblica Istruzione Gelmini dovrebbe prendere a cuore. Oggi le Scuole di Ballo hanno un fatturato altissimo (spesso in nero) ed è assurdo che lo stato non si renda conto di tutto ciò e non si preoccupi Lui per primo di mettere ordine a questa giungla. Esiste poi un altro assurdo: proprio la riforma Gelmini prevede la nascita di Licei Musicali e Coreutici dove studiare sia musica che ballo. Sono stato al Ministero a chiedere informazioni

sui criteri di reclutamento degli insegnanti per le varie discipline. Ebbene all’ufficio informazioni del Ministero non mi hanno saputo dare una risposta esauriente. Mentre per gli insegnanti di Musica è naturale che vengano scelti tra coloro che sono diplomati al Conservatorio, non è ancora chiaro con che criterio vengano scelti gli insegnanti di ballo, visto che non ci sono Accademie o Università riconosciute dallo stesso Stato (con l’eccezione forse delle Accademia di Danza della Scala e del Teatro dell’Opera). Il che significa che per il futuro ci attende una vera e propria battaglia giuridica, perché al momento siamo considerati dei peones (se non proprio degli stravaganti). Dobbiamo sforzarci di volare più in alto e di capire che solo dando dignità e nobiltà alla carriera del Maestro di Ballo, potremmo un domani mettere fine al caos oggi esistente. La posta in gioco, cari amici e colleghi, va’ dunque ben al di là dei personali interessi di bottega. Prevede una vera e propria rivoluzione nel campo dell’insegnamento (se mai ce ne sarà una). Certo ad alcuni la cosa spaventerà, perché il giorno in cui lo Stato prevederà una Laurea per coloro che volessero dedicarsi al mestiere del Maestro di Ballo, sono certo che la cosa frenerà non pochi. Sono però altrettanto certo che una eventualità del genere sarebbe, al contrario, assolutamente gradita a coloro che da anni fanno di questa missione il proprio mestiere. Mi riferisco in particolare a quei maestri, di nome e di fatto, che sanno perfettamente di non avere nulla da temere da un corso di laurea del genere. Sono fermamente convinto che una Università del genere non solo ci permetterebbe di allargare le nostre conoscenze e di ottimizzare le nostre qualità, ma (cosa fondamentale) ci aiuterebbe ad uscire dall’anonimato assoluto (assumendo una vera e propria identità giuridica e fiscale) mettendo finalmente fuori gioco l’imperante “dilettantismo allo sbaraglio”, tipico di questi nostri tempi incerti...


Ph:Michele Traversa

HOUNDURAS

di Michele Traversa

Ph:Michele

Traversa

Io non ci credevo quando mi dicevano che il distacco (dalla solita routine, dai problemi, ecc...) si misurasse anche in distanza (Km), e per questo avevo viaggiato sempre in Italia ed Europa senza sentire il bisogno o il desiderio di allontanarmi di più. Poi con l’occasione di un periodo forzato di vacanza sono andato nell’America Centrale e più precisamente in Honduras, ora ancor più popolare grazie al reality L’Isola dei Famosi. Dopo la prima settimana passata a visitare le bellissime spiagge incontaminate e smaltire il fuso orario ho iniziato a girare un po’ per conoscere meglio quella parte del mondo, stimolato dalla quasi assenza di smog e di traffico, e ispirato da una tranquillità che da noi non si ricorda neanche più. Tutto questo è dovuto al fatto che l’Honduras mantiene a n c o r a oggi una dimensione d ’ a l t r i tempi, quasi dappertutto c’è una natura ancora intatta, ed è l’ideale per chi vuole fare escursioni di tutti i tipi dalla natura al mare. Camminando

in strada o sulla spiaggia, si ha l’impressione di avere un contatto con la storia: per le strade si vedono persone con tratti somatici che ricordano gli Atzechi e i Maya, che hanno lasciato grandi tracce della loro cultura, con resti ben conservati a volte anche di intere cittadine, come a Copan. Il viaggio ha inizio proprio da Copan, dopo essere arrivato all’aeroporto internazionale di San Pedro de Sula. Da lì conviene andare subito verso l’interno, dove si trovano i siti archeologici di Copan, lungo la strada ci sono le cascate di Pulapanzak in un parco sulle colline: il clima è fresco e si sta molto bene, si può campeggiare e fare il bagno discendendo la cascata fino in basso. Poi a Copan la meraviglia dei monumenti Maya! Da lì con pullman o navette private si può andare dappertutto. Sono partito dalla Ensenada per andare sull’isola di Utila, con il pullman, e conviene andare la sera, perché i traghetti partono la mattina presto e al porto ci si va solo in taxi. Il viaggio dura poco, e quando si arriva il porto è solo un pontile: si vedono i cayos vicini e ti viene subito voglia di andarci. Sul piccolo golfo le case sono tutte scuole di sub o localini che la sera sono sempre aperti. Si può dormire spendendo poco in piccoli hotel o case dove affittano stanze, ma esistono anche strutture di alto livello come i resort che si trovano a Roatan gestiti da Piero Dibattista (italiano trapiantato da diversi anni nella zona) . La gente dappertutto è cordiale e allegra, e


www.jollyrogertour.it

Ph:Michele Traversa

anche la musica che si ascolta dappertutto lo è. Al ritorno mi sono fermato alla Seiba da dove partono i traghetti. E’ una città più turistica, con locali, discoteche, ecc., ma c’è anche la possibilità di fare rafting

sulle montagne del parco nazionale che si trova lì vicino, proprio poco fuori la città, basta girarsi spalle al mare e si vede. Da lì ho visitato Mosqitia, vista abbastanza velocemente per poi arrivare a Trujillo, la vecchia capitale, è in alto rispetto al mare, bisogna salire per arrivarci, e quando ci arrivi da su vedi un bellissimo paesaggio. Lì il mare è sempre calmo per la posizione del golfo, ed è facile trovare stelle marine a profondità non impossibili. Se chiedi c’è la possibilità, con barche di pescatori, di raggiungere Guanaja, una delle isole della baia che da lì è molto vicina. Il clima è più fresco e gli alberghi non costano molto. Ci sono molti locali spagnoli. L’ultima tappa che ho fatto è stata a Cayo Cocino. Ritornato alla Seiba ho scoperto che il posto da dove si parte per raggiungere Cayo Cocino è Nuova Armenia, e cosi ci sono andato con il pullman. Appena arrivato un ragazzino mi ha indicato dove dormire, molto tranquillo e pulito, e mi ha messo in contatto con quelli che ti portano sui cayos: in quei villaggi di solito sono tutti parenti. Si parte alle 4 o 5 di mattina per via delle onde dell’oceano, così mi aveva detto il ragazzino. La barca è un gozzo da pescatore, carico di provviste da portare a chi vive lì; in poco tempo sbattendo su e giù si vedono i cayos e sei quasi arrivato. Tornando ad Ensenada ho fatto l’escursione al parco marino di Punta Sal, dove si arriva solo in barca. Si possono incontrare delfini lungo il tragitto, vedere scimmie e fare immersioni. A punta Isopo, ho visto degli indios che avevano preso un armadillo.


In Foto da sinistra Ricky Espino e Zacarias Ferreira. negli stand de Latinoamericandoexpo

Zacarias Ferreira

“Immerso nelle note e nella gente” di Ricky Espino In occasione del suo concerto a latinoamericando expo, intervistiamo uno degli esponenti musicali di Santo Domingo più apprezzati nel mondo latino. Zacarias Ferreira. A nome di tutti gli italiani appassionati della musica latino americana e dei latini che vivono qui in Italia, un grande benvenuto. Raccontaci come è nata la tua voglia di cantare. Da bambino ero innamorato della musica, quello che ho sempre sognato era quello di poter vivere di musica e non solo, condividere con la gente la musica che creo, la voglia di donare e vivere immerso nelle note e nella gente del mio paese e naturalmente esportare la mia musica e la mia cultura nel mondo. Nelle tue produzioni quanto è opera tua, da compositore? La maggior parte è assolutamente mia, circa l’80% di quello che canto nasce dalle mie idee. Quanti album hai prodotto e quale ti ha dato più soddisfazioni? Con questa ultima uscita sono ormai arrivato al decimo album.Sono tutti molto importanti, ma quello che mi ha dato maggior soddisfazione e che ricordo con più emozione è stato il primo, perchè vedevo per la prima volta la realizzazione di un sogno, per la prima volta ero in copertina, per la prima volta avevo la sensazione di essere diventato un musicista vero, un professionista. Ricordo il mio primo album come un figlio!. Raccontaci di quello che di nuovo stai preparando, videoclip, produzioni e tutte le novità.

La mia ultima produzione si chiama “Tu y nadie màs” (tu e nessun altro) in questo progetto ho inserito sonorità nuove per me, il country, il blues e ne fanno parte personaggi noti nel mondo del merengue dominicano come Juan Valdes, è stato un lavoro completo. Ti salutiamo Zacarias, siamo certi che i tuoi concerti saranno un successo per la grande attesa del pubblico per te. Saluto tutti gli italiani appassionati della mia musica.



Yambù

IL LATO ROMANTICO DELLA RUMBA di Mario De Palo Rispetto alle serate danzanti di un po’ di anni fa, oggi siamo sempre più abituati a vedere ballerini che si approcciano al mondo della rumba, con le sue movenze ed i suoi diversi stili. Cerchiamo dunque con questo articolo di dare alcune nozioni fondamentali. In primis la rumba cubana si divide in: Yambù, Guaguancò e Columbia. Lo Yambù, nello specifico, è uno stile di rumba che nasce intorno al XIX secolo nella città di Matanzas (Cuba) e precisamente nei quartieri più umili dall’unione dei primi neri liberi che arrivarono in città con gli spagnoli che non riuscirono a concretizzare la fortuna sperata. Gli strumenti classici che accompagnano il canto ed il ballo sono il canjon grande (inizialmente una cassa di legno capovolta dove veniva stipato il baccalà), il cajoncito, due cucchiai e la clave di son, due bastoncini di legno definiti poeticamente “gocce di legno”. La musica dello yambù è romantica e melodica con una velocità di esecuzione medio lenta. Questa inizia generalmente con il tipico suono della clave, poi i cantanti intonano una sorta di cantilena che si chiama “lalaleo” più estesa rispetto al Guaguancò. Dopo una parte cantata che fa da guida alla linea melodica si avvisano i presenti di prepararsi a rispondere all’improvvisatore che comincia

a cantare. Dopo varie strofe si “vira para la rumba” ossia si gira in rumba con “l’estribillo” (ritornello) cantato da tutto il coro e dal pubblico presente. E’ proprio in questa parte chiamata “montuno” che inizia il ballo sino a terminare con la chiusura detta “cierre”. La caratteristica di questa danza è il dialogo amoroso tra l’uomo e la donna dove quest’ultima si muove con molta grazia e al tempo stesso civetteria mentre l’uomo, con movimenti lenti e cadenzati, è intento a conquistarla fino a quando non riesce a portarsela via. Lo Yambù viene ballato anche dagli anziani ed in esso non è contemplato l’elemento di forte contenuto erotico (che tutti noi conosciamo) che è il “vacunao”. L’uomo infatti fa molti movimenti di spalle, bacino, etc. ma è la donna al centro dell’attenzione la quale viene rispettata. Tante volte viene anche intonato dal coro durante l’esecuzione che nello Yambù non si vacuna. Ecco perché è importante conoscere a fondo cosa stiamo ballando e come interpretarlo in maniera corretta. Solo cosi potremo rendere il nostro ballo “tremendamente sabroso”!!



di Daniele Blasi

LaCUCINA CRIOLLA

Sancocho dominicano

U na delle parole più utilizzate nella quotidianità di ogni paese dell’america latina è “criollo” italianizzato in creolo,

questa parola in origine veniva utilizzata per definire i figli dei colonizzatori di etnia bianca (per la maggior parte spagnoli), nati nelle colonie. Quest’idea di mescolanza, si è, con il tempo, trasferita ad ogni elemento della vita, trasformandosi in un’indicazione di tipicità, oggi infatti, parlando di cucina creola o criolla, ci si riferisce a piatti tipici delle regioni in cui si consumano. Considerate le dimensioni del continente latinoamericano, si può immaginare quanta ricca diversità si incontri in questa parola, infatti dal Messico, alle antille, sino alla più lontana terra Argentina, la cucina assume sfumature affascinanti e sorprendenti.

Basti pensare alle influenze africane, molto presenti nella cucina della zona centro americana, riso e verdure, la grande presenza di legumi, proteici e ricchi di energia, in queste terre, le ricette più significative sono il “Sancocho” dominicano che sembra un classico cocido español” che con l’aggiunta della yuca, ñame, yautía, platano e cilantro, raggiunge un sapore davvero unico. La zona andina si caratterizza per i sapori forti delle specie di peperoncino, tra cui il locoto o rocoto è un incredibile shock per chi lo prova, sulla cordigliera è molto diffuso l’utilizzo della patata in mille varietà (anche le nostre patate derivano da qui), e l’immancabile carne, chi non la prova non ha idea di come possano esse-


re deliziose le ricette come il pique macho, tipico di consumato tra Venezuela, Colombia e paesi andini, si Perù e Bolivia. chiama chica, il loro whiskey amarillo Scendendo per il continente (per l’intensità del colore giallo), più o il mate argentino si arriva ai paesi più “bianmeno forte, prodotta quasi solo in casa, chi” ed europeizzati, Chile, il Singani, anicetta da diluire in tutte le Argentina ed Uruguay, per bibite analcoliche. questi c’è da dire che a volte Tra le simil tisane non si può fare menè sorprendente quanto usi e zione speciale per il mate, questo è culcostumi siano simili ai nostri, tura, se da noi prendere un caffè signila cucina creola, si consuma fica tante cose al di là dell’assumere un pasta anche a queste latitudiliquido, il mate per argentini, uruguaiani ni, ma spesso di grano tenero, e paraguaiani è una religione, tutti ne anche qui la carne è molto bevono assumendolo dal tipico contepresente, con diversa elaborazione. I ristoranti pro- nitore con canuccia metallica o materiale pregiato, si pongono delle specialità che ad un palato italiano passa il tempo si chiacchiera ci si innamora e si fanno possono richiamare aromi piacevolmente familiari. affari, il mate c’è sempre. Le bevande sono altrettanto originali, se ormai in Un viaggio nel continente latino americano è un’ottima Chile, Argentina e Brasile si produce vino ormai di occasione per percorrere le vie del gusto, tante tradiziogrande qualità, scoprire quante etichette di birra ven- ni che si sono fuse per crearne di nuove, si mangia, si gono prodotte è davvero incredibile, ogni regione di beve, a tutte le ore, le diversità sono una risorsa imperogni nazione ne produce orgogliosamente la sua che dibile, la manifestazione di un popolo, un tributo agli ne porta il nome, i latino americani, si sa, amano le avi ed uno slancio al futuro. feste ed il buon bere, la birra è una perfetta invitata Buen provecho a la criolla. ad ogni festa. Particolarissimo è il fermento di Mais

Ficoricco, la Woodstock della musica cubana Tutti hanno un sogno, il mio è stato realizzato: portare i Los Van Van nella nostra terra, la Puglia. Tutto è avvenuto il 29 Luglio 2011, giorno scelto per Festeggiare il quidicesimo anniversario di “passione cubana del FicoRicco” locale latino storico nella provincia di Brindisi. Sul palco “el Tren”, i “ Rolling Stones della musica latina” gli Ambasciatori della musica Cubana nel mondo: i Los Van Van. In tanti ricorderemo questo fantastico evento. “En Habana la farandula sigue comentando de una noche caliente en un lugar que se llama FicoRicco” Un’esibizione entusiasmante, con passione e carattere, in un crescendo contaggioso di positive emozioni che hanno coinvolto, in un irrefrenabile entusiasmo collettivo, il pubblico venuto da ogni parte del sud Italia. Tutti eravamo uniti e felici...Grazie. Abrazon Massimo dj Roger by FicoRicco

Ph: Nunziella Buono


ESORDI D’AUTORE

di Mariella Strippoli

Nel nostro ambiente, quello del ballo caraibico, ci si conosce un po’ tutti, una piccola comunità in movimento tra le varie serate danzanti. Ci si identifica in base alla scuola di ballo di appartenenza: vai dal maestro Tizio? Allora balli in tal modo; vai dal maestro Caio? Allora balli in tal’altro modo… e quando compare una faccia nuova occorre subito inquadrarla: matricola o veterano venuto da fuori? Dunque dicevo ci si conosce un po’ tutti con i nostri timidi esordi; però magari non sappiamo come hanno iniziato a ballare i nostri idoli, ballerini professionisti che ci incantano letteralmente con le loro esibizioni. Ecco quindi le storie di alcuni tra i più bravi ballerini residenti in Italia. BARBARA JIMENEZ (Cuba): Padre musicista, Barbarita inizia a ballare fin da piccola in una scuola d’arte del suo paese. Arriva in Italia con una compagnia di spettacolo e da allora non è più andata via, sommersa com’è di proposte di lavoro, grazie al suo incredibile talento che fa di lei una ballerina indimenticabile. Presenza assidua nella città di Corato anche come presentatrice del Festival Alegrìa, Barbara dice di sentirsi più vicina alla sua Cuba quando è qui al sud per il calore e la spontaneità della gente.

J H O N N Y VAZQUEZ (Mexico): Ballerino travolgente, all’età di 17 anni lascia il suo amato Messico per raggiungere i fratelli a Los Angeles nella loro scuola di ballo. La sua formazione avviene in quegli anni, ma poi la straordinaria bravura unita ad uno stile di ballo assolutamente innovativo, lo porta in giro per il mondo; si stabilisce prima in Spagna e poi, preceduto da una grande fama, arriva in Italia, Paese che Jhonny ritiene capitale Europea della salsa e che lo accolto come un vero principe. Unica nota dolente del nostro Paese per Jhonny è la nostra burocrazia….ma questo lo sapevamo già!!


YUNAISY FARRAY (Cuba): Figlia di una ballerina del mitico Tropicana dell’Havana, Yunaisy non poteva che diventare a sua volta una grande professionista, aiutata anche dalla sua bellezza; arriva in Italia per una vacanza e poi, come spesso accade, ci resta per amore. Presto questo amore si estende anche all’Italia che lei considera una seconda patria con gli Italiani così caldi e “rumorosi” come i Cubani. SEO FERNANDEZ (Cuba): Ballerino eclettico, Seo inizia a coltivare la passione per il ballo, osteggiato dalla famiglia che per lui voleva un’altra carriera. Una proposta di lavoro lo ha portato in Italia e Seo è arrivato qui carico di sogni…..ma con i documenti non tutti in regola ed il suo destino sarebbe stato diverso se quel giorno non avesse incontrato due donne poliziotto che si sono fatte in quattro per fargli avere un visto provvisorio: e come biasimarle! Bravura, bellezza e simpatia hanno fatto il resto; ormai Seo ama profondamente l’Italia e qui ha formato la sua famiglia. E tu che aspetti per iniziare a ballare?




E’ il fiore all’occhiello della Mariposa, il mio più grande orgoglio. Ormai da diversi anni frequento l’Accademia Metangala di Verona del maestro Esmil Diaz ed ho voluto riproporre in Puglia lo stesso modello didattico, creando un progetto unico nel meridione che vede protagonisti i più grandi maestri di folclore d’Italia tra cui Leonardo Magrini, Aida Sanchez e lo stesso Esmil Diaz. La musica è suonata e cantata dal vivo e le lezioni sono eseguite

Quando il ballo diventa stile di vita Intervista al maetro Antani de La Mariposa del Caribe Iniziamo con una domanda facile facile: “La Mariposa del Caribe”, la farfalla dei caraibi, come mai hai chiamato la tua scuola così? Cosa significa per te? La mariposa del caribe è il fiore nazionale di cuba, un orchidea simbolo dell’isola. In più le farfalle mi hanno sempre affascinato per la loro bellezza e per il senso di libertà che mi trasmettono. Infatti per me la Mariposa non è un’azienda ma un insieme di ideali molto più profondi. Negli ultimi anni con la Mariposa avete dato dimostrazione di grande preparazione vincendo spesso competizioni regionali e nazionali e con le esibizioni di folclore che hanno tolto il fiato alla gente facendo si che la città di Martina Franca, meritasse il nomignolo di capitale della salsa cubana in Puglia. Come ci si sente ad avere questo ruolo? Per noi la cosa più importante è lavorare bene e seriamente. Le vittorie nelle competizioni sono solo un aspetto ed una conseguenza del lavoro che facciamo durante l’anno. Per quanto riguarda la capitale della salsa non lo so. Ci sono tanti ragazzi in Puglia che stanno lavorando molto bene. Nella nostra scuola studiano maestri e allievi di tutta la Puglia e Basilicata ed è gente che ha riconosciuto nel nostro percorso formativo improntato fortemente sul folclore, la rumba e il son e tutta la cultura cubana un vero e proprio stile, non solo tecnico ma anche di vita, nel quale identificarsi. A proposito di folclore, nella vostra scuola è famoso ormai il corso accademico di afro seguito da allievi e maestri di tutta la Puglia. Di cosa si tratta?

seguendo lo stesso approccio didattico dell’Istituto Superiore d’Arte dell’Habana e dell’accademia Metangala. Per me l’afro è una grande passione e studiarla è una cosa molto seria e sono convinto che l’unico modo per studiarla bene sia seguire la strada che con il mio staff stiamo perseguendo. Molti ti chiamano “il maestro dei maestri”… ti riconosci in questo ruolo? No, per niente! E’ vero che tanti dei maestri che gironzolano in Puglia sono stati sfornati da me ma è anche vero che io stesso ho un maestro e che il mio maestro ha un maestro e che il maestro del mio maestro a sua volta ha un suo maestro… Insomma la catena è lunga, io non sono niente, i veri Maestri sono altri. Da quanto tempo fai parte di questo mondo? Raccontaci dei tuoi esordi. Precisamente non ricordo. Dal 93, 94, ho fatto una gavetta lunghissima iniziando come animatore nei locali della Toscana. All’epoca le figure di salsa più complicate erano il sombrero e la setenta. Per imparare qualcosina in più, tipo una setenta complicata io ed il mio amico Leonardo ci alzavamo la domenica mattina alle 5, dopo esserci ritirati alle 4 dalla serata, per andare a Roma in treno per seguire delle lezioni private da Lazaro Martin Diaz. Gli stage erano rarissimi, tipo due all’anno, e non era possibile


riprendere con le videocamere. Per avere una videocassetta con qualche figura di Alberto Valdes dovevi barattare con qualcos’altro come con le figurine dei calciatori negli anni ’80. I primi corsi li ho tenuti negli scantinati con tre o quattro persone. Oggi è tutto diverso: c’è internet, youtube, facebook, stage ogni settimana, congressi a non finire, ecc. e’ tutto più facile e veloce, in un anno si diventa maestri e il primo giorno di scuola ci si trova con minimo venti persone in sala. Ma va bene così, in fodo è grazie a questi sacrifici che maestri come me, Miguel, Nico, Salvatore ecc. riconoscono il valore di ciò che hanno e di ciò che danno mantenendo quell’umiltà che ci permette di essere sempre sulla cresta dell’onda. Peccato che i giovani non hanno memoria e non sempre sono riconoscenti. Quali sono stati i tuoi riferimenti più importanti? Oltre a Leonardo Magrini e Carmelo Marotta di Firenze la svolta vera è proprio l’ho avuto quando nel ’97 ho avuto la possibilità di far parte del gruppo di coreografia di Lazaro Martin Diaz, i “Caribbean Son”. Questa esperienza mi ha formato come ballerino. Maestro e coreografo. Negli anni ho avuto tanti maestri di riferimento ultimo tra i quali Esmil Diaz, soprrattutto per ciò che riguarda l’afro, la rumba e il son. Qual è la musica che ti trasporta di più? La rumba e il son.

Come mai questa passione? Sinceramente non lo so. So solo che quando parte un brano di son, mentre sto ballando quasi piango per l’emozione e quando parte la cascara della rumba mi si drizzano i peli delle braccia e non riesco a stare fermo. Non c’è un perché, è qualcosa di profondo, di tribale, che tocca direttamente le corde dell’anima. Non è stato facile all’inizio far capire la rumba alla gente. Dieci anni fa quando parlavo di rumba le persone mi prendevano in giro. Oggi invece è di moda e la ballano tutti (bene o male) già dal corso base, spesso senza neanche conoscere il significato di quello che si sta facendo. La cosa divertente è che molte di quelle persone che mi prendevano in giro oggi pagano un corso di ballo per imparare. Per finire c’è qualcuno che vuoi ringraziare? Ringrazio tutti i miei maestri che mi hanno dato tutto quello che so, ringrazio il mio staff che è la mia seconda famiglia, grazie al quale la Mariposa è diventata grande, ringrazio la mia compagna Michela che mi è sempre vicino nelle decisioni importanti, tutti i miei allievi e tutta la gente che crede in noi e nel nostro lavoro e tutti coloro che con il loro lavoro e la loro passione hanno reso grande il modo caraibico.


IDENCE

A EV LA BACHATA URBANA TARGAT La BACHATA URBANA è tra i generi musicali latini che in questi ultimi anni stanno vivendo un momento di fama planetaria. L’esempio più tangibile è quello degli Aventura ,di Toby Love o dell’ultimissima rivelazione: Prince Royce. di Silvio Sisto Che il genere piaccia anche a grandi nomi come Usher o Rihanna, nessuno lo può negare, viste le loro ultime collaborazioni. Nella “jungla” delle produzioni mondiali si sta facendo strada un gruppo talentuoso dal nome EVIDENCE, composto da Jhonny Henriquez Guerrero e da Juan Camilo Martinez (Junior) e formatosi nella Repubblica Dominicana, nella città di Higuey nel 2002. Gli EVIDENCE si son fatti conoscere dal grande pubblico bachatero con la hit internazionale “Soy un pobre diablo” di Teodoro Reyes ,conquistando i vertici delle programmazioni di tutte le radio latine, tanto che gli ascoltatori pensavano che a cantarla fosse il Gruppo Aventura. In Italia e in tutto il mondo il successo di “massa” arriva con il tormentone “Colgado en tus manos” cantato insieme alla famosa Juliana Oneil. Infatti conquistano le simpatie di Daddy Yankee e partecipano come guest al suo concerto in Cile. Dopo la loro trionfale tournè negli Stati Uniti sono pronti a conquistare anche l’Italia dove oltre a “Colgado en tus manos” hanno 2 brani in programmazione in tutti i clubs e le radio latine : “Otro corazon” e “Tu

y Yo”. Entrambi i brani sono stati scritti e realizzati dallo staff del BLUE SOUND ESTUDIO di Milano con le edizioni della Alosibla e di Solo Musica (Hit Latin). La consacrazione ufficiale nel “Bel Paese” avverrà il 12 Ottobre 2011, con l’uscita ufficiale del primo album dal titolo CONFESIONES, totalmente prodotto in Italia dalla HIT LATIN e contenente 19 tracce, tra cui spicca la nuovissima ed esclusiva “SOLO Y TRISTE”, brano nato dalla collaborazione artistica di GERSON CORNIEL e LENNY SANTOS , creatori e musicisti degli AVENTURA. Per ulteriori informazioni e per acquistare il cd degli EVIDENCE cliccate su www.hitlatin.com

LIBRI SULLA SALSA E LA CULTURA AD ESSA LEGATA www.enzoconte.it



Cubano soy

di Domenco Tagliente

ma con il cuore pugliese! Ritorna in tournee per la stagione 2011/2012 il famoso cantante cubano di Camaguey Miguel Enriquez in formazione quartetto accompagnato da Fiorella Montanara(Italia), Alexander de Armas(Cuba) e Ernesto Garcia Piñoll(Cuba). Ha presentato in anteprima sul palco della “Cascina disco pub” di Taranto il suo nuovo progetto musicale dedicato alla musica popolare cubana riscuotendo un grande successo da parte di tutti i salseros e bailadores tarantini e non solo, poiché nella parte dedicata agli storici della musica cubana : “Chan Chan”, “Besame Mucho”, “Guantanamela”, “El son de la loma”, “El quarto de tula”, “Pintate

Blue Sound Estudios presenta LaFuenteLatina Volume 1. In collaborazione con Hit Latin, LaFuenteLatina.com e Ondatropical.it Il team di produzione Blue Sound Estudios, leader in Europa per la musica latina, guidato dal dominicano Luis Javier, e dalla colombiana Mariah Angie, che ha appena ricevuto in Italia un importante riconoscimento con il Money Gram Awards 2011, continua a stupirci e a produrre brani di notevole interesse nel pubblico latino americano. Abbiamo appena assaporato le note di nuove produzioni nazionali ed internazionali, che ecco arrivare già una nuova produzione che lascia a bocca aperta gli appassionati del genere. Sonorità e colori differenti, dosate insieme come piccoli assaggi di questa sapiente produzione discografica che esce con il nome La Fuente Latina Vol 1, per celebrare l’omonimo portale di musica latino americana lafuentelatina.com, curato e ideato dal Dj Gabri

los labios Maria”, ecc…ha coinvolto tutti i presenti, sia chi era seduto al tavolo a godere la cena sia chi era in pista a ballare. Ha proposto le sue grandi hits: “Abre que voy”, “Cubano soy”, “Sandunga”, ma il grande momento è stato quando ha presentato in anteprima la nuova hit salsera “Llegamos”, che Miguel ha registrato per “Orula Records” avvalendosi di tre grandi voci della musica cubana: Roberton Van Van, Dagoberto Vasquez(La Revè), Sixto “El Indio” Llorente. Il brano comprende in se svariati filoni di musica cubana, come il Son, il Guaguanco, il Changui, che amalgamati sfociano in una bellissima e ballabilissima salsa cubana moderna. Il grande successo di pubblico ha fatto si che sicuramente questa splendida serata possa essere ripetuta nel mese di Novembre.

Rivetta e Laura Barone. Due salse, due bachate e un Cha-Cha, gli ingredienti semplici ed efficaci per far divertire subito “el bailador”. Gli arrangiamenti delle salse sono curati dal pianista Jorgue “El Coqui”, a cui va un merito speciale per gli assoli che ha saputo regalare in questi brani. Da ammirare anche il trombonista Humberto Amesquita, il percussionista Moñoño, il trombettista Olancy Carpio e il bassista Adrian Cisneros, così come notevoli sono le chitarre e gli arrangiamenti a cui ci ha abituato Luis Javier. Novità da segnalare in questa mini compilation, la partecipazione di Esau Sanchez, un giovanissimo talento venezuelano, famoso nel suo paese e in tutta l’America Latina per brani come “Mi Niña Amada” e “Dime Como Hago” tra gli altri, oltre che per molteplici apparizioni televisive ed eventi rilevanti. Non di meno è l’importanza e la bravura del cantante Pepe Perez, meglio conosciuto come “El Pepe”. Anche in questo disco non poteva mancare lo “zampino” del co-produttore Pepe Bassan, oltre naturalmente del Dj Gabri Rivetta e la collaborazione di Luigi Brigida, mentre le edizioni musicali sono affidate a Solo Musica di Gregorio Mascaro. Ma ora “bando alle ciance” e preparatevi a ballare, e ancora una volta spazio al “Made in Italy” ..... hecho con sabor! Signore e signori, La Fuente Latina llegò ... para quedarse! Pepe Bassan per Blue Sound Estudios



di Vito Ranieri e Stefania Errede

Congressi dal mondo

Un saluto a tutti i lettori, dopo un’estate intensa e piena di emozioni rieccoci pronti per ripartire con il nuovo anno accademico! Quest’ estate tra i tanti congressi e festival dove eravamo presenti come ospiti, vi racconteremo di alcuni: In primis tra gli eventi di punta di luglio spiccano “Elche Salsa Congress” ad Elche in Spagna, che si è tenuto quest’anno il 1-2-3 luglio. La città si trova a circa 22 km a sud di Alicante e a 50 da Murcia, lungo il fiume Vinalopó e sicuramente offre un panorama davvero unico dato dal famosissimo Palmeral de Elche, dichiarato nel 2000 dall’UNESCO patrimonio dell’umanità, grandissimo palmeto che costituisce un’attrazione turistica. È formato da centinaia di migliaia di palme coltivate con cura fin dall’epoca cartaginese e irrigate da una rete di canali salmastri; la maggior parte delle piante supera i 20 metri d’altezza e ha un secolo di vita. Questa è la seconda volta che torniamo in questo bellissimo posto. Quest’anno oltre noi dall’Italia il line up artistico vantava nomi come Anne e Anichi (Friburgo-Germania), Nuno e Vanda (PortogalloSpagna), Juan Pablo y Cristina (Valencia, Spagna), Falco y Virginia (Zaragoza-Spagna), Gaby y Estefy (Rep. Dominicana-Madrid), Kaytee ed Ester (India) ed Eli Torres da Philadelphia in Usa. Eli con Yen Dorado sono stati la prima coppia formata da 2 uomini a vincere nel 2009 la Salsa Mayan Competiion negli Stati Uniti, ovvero una delle competizioni più importanti e rinomate degli Usa che si tiene a Los Angeles. Bellissimo evento considerando che gli show ed il ballo sociale si tenevano all’interno del parco. Altissimo il livello dei ballerini spagnoli: sicuramente lo stile che prevale è quello on1 e cabaret anche se ormai il mambo e i ritmi pachangueri cominciano ad influenzare lo stile dei ballerini nostrani. In questo evento abbiamo anche presentato il nostro nuovo show “Latin Sharm”, un mix tra cha cha e salsa on2. Tornati dalla Spagna, siamo ripartiti verso l’Olanda, per il grandioso “Salsa Beach Festival”. Per

l’esattezza questo bellissimo congresso è ubdicato a Scheveningen; l’anno passato lo staff organizzativo aveva avuto come special presenter i pluricampioni del mondo Oliver Pineda e Luda Kroitor. Quest’anno invece siamo stati felicissimi di essere noi la coppia richiesta dall’organizzazionecon la nostra Salsa Italian Class Concludendo come ultimo spettacolo, uno degli eventi più glamour dei Paesi Bassi. Nel cast artistico erano presenti anche Super Mario (denominato million moove man) e Susana Montero from Uk, Alex Lima de Brasil uno dei primi ballerini a coreografare degli assoli di shines molto “musicali”, Brian & Mechteld campioni e dell’ Olanda, Pasty e Josta ballerini di zouk e tantissimi altri. Il festival si è tenuto sul famosissimo “Pier”(nella foto in alto), un pontile che si estende sul Mar del Nord dove al termine si sviluppa una struttura ellittica che ospita ristoranti e sale congressuali. Era stupendo ballare avendo la sensazione di essere sospesi sull’acqua. La “terra dei Tulipani” è davvero incantevole. Anche qui lasciamo alla partenza un pezzo del nostro cuore. Concludiamo questo flash tra gli eventi più cool dei questa stagione estiva con il Crystal Salsa Congress in Polonia, tenutosi a Wieliczka dal 9 all’11 settembre. Per l’esattezza questo congresso si è svolto in una location davvero d’eccezione, ovvero la “Salt Mine”. La miniera raggiunge la profondità di 327 metri, e presenta gallerie e cunicoli per un’estensione totale di più di 300 km; davvero un’esperienza indescrivibile e unica al mondo, ballare sotto terra. Cast artistico davvero d’eccezione qui: Frankie Martinez la compagnia Abakuà al completo, Jhonny Vazquez e Jennifer Silvas, Yunaisy e Alexader ,Swing Guys, Adrian e Anita, Pablo Baez, Shaka Brown e tantissimi altri. Show e workshop di altissima qualità. Il tutto esaltato da un’atmosfera incantata. E’ stupendo respirare l’energia e l’adrenalina che si respira dietro le quinte tra noi artisti. Non c’è competizione ma pura amicizia. Del resto cari amici questo dovrebbe essere il ballo, non dimenticatelo mai!



BERNA JAM

THE KING OF REMIX Berna Jem. Un nome che racchiude ormai da più di un decennio l’essenza stessa del mix latino. Nato a L’avana Cuba, è considerato oggi un Dj e Music producer tra i più affermati al mondo. Si è esibito in tantissime location, da Cuba a Miami, da S. Francisco a Barcellona. Passando, ovviamente dall’Italia, dove risiede attualmente ed è Dj resident presso il “2 di Picche” di Reggio Emilia e collabora come Produttore per l’etichetta “Dabliu Sound” Noi di Sorso Latino – Radio Potenza Centrale abbiamo avuto l’onore e il piacere di intervistarlo.

di Omar Gallo by Sorso Latino

Qual’è stato il tuo percorso artisticomusicale? Sai che sono un musicista, bassista per la precisione ma ho studiato anche altri strumenti ed esibendomi dapprima a Cuba in diversi gruppi (“Arte Vivo”, “Fusion 4”, “Calle 42”, ed altri ). Sono arrivato in Italia nel 1994 nel modenese e devo dire che non è stato facile crearsi un proprio spazio, poi con il tempo ho intuito che la rivisitazione di alcuni brani classici in chiave “latina”,

quindi con sonorità tipicamente sud-americane e cubane in particolare, poteva darmi più soddisfazioni. Così ho iniziato a remixare brani celebri per poi creare delle produzioni artistiche mie, insieme ad altri artisti. Il tuo, però, non è un remixaggio comune. no, non sono semplici remix costruiti sul master originale, bensì nuove creazioni che affiancano al brano originale, totalmente ricomposto, sonorità della cultura musicale Nordamericana (Rock, Pop, Hip-Hop, etc…) e della cultura cubana (Son, Guaracha, Mambo, Rumba, Cha-Cha-Cha, Timba, etc...) in un Mix che tende ad enfatizzare quella parte di Sabor Cubano presente in ogni Tipologia Musicale


contemporanea Riguardo quest’ultima cosa, ricordiamo alcuni tra i più famosi Berna Jam’s remixs :”You Rock My World” di Michael Jackson, “Get Busy” di Sean Paul, “In Da Club” di 50 Cents Berna quali sono invece gli artisti prodotti direttamente da te? Ce ne sono diversi, ultimamente sta andando davvero bene questo progetto realizzato con Roly Maden e Barbara Jemenez (Album Timbateate alcuni titoli: “Conmigo no”, “Ahora”) e poi c’è stato Seo Fernandez a altri. A proposito di produzioni, ho un’anticipazione, una chicca per Sorso Latino: Stiamo preparando un nuovo lavoro insieme al grandissimo ballerino portoricano Jesus Aponte, un progetto che permetterà

di esprimere al massimo tutta la vena artistica di questo eccezionale protagonista della realtà latina. Questa mi sembra davvero una notizia entusiasmante, non vediamo l’ora di avere ulteriori info. Ti salutiamo augurandoti il meglio. Sarà un piacere per me tenervi informati. Il 24 settembre 2011 inaugureremo una nuova location a Reggio Emilia dove sarò Dj resident. Colgo l’occasione per salutare tutti gli appassionati del genere latino ed in particolare gli ascoltatori di Sorso Latino. Si conclude qui l’intevista ad uno dei più grandi artisti in circolazione ,che ha saputo con le sue conoscenze musicali anche dei generi Hip-Hop, R&B, Soul, Pop riscrivere in taluni casi e comporre in altri successi di indiscussa bellezza e vastissima diffusione, non solo nelle radio latine nel mondo ma , e forse soprattutto ,fra gli amanti del genere che sempre più amano ballare ed esibirsi sulle sue composizioni.


Un“Sorso Latino” per ballare e sognare Sorso Latino, programma radiofonico dedicato alla musica latina, in onda il Giovedì (dalle 18.00 alle 20.00) ed il Sabato (dalle 17.00 alle 19.00) su Radio Potenza Centrale. Nasce da un’idea di Omar Gallo, già conduttore di programmi in altre emittenti radiofoniche, che decide, insieme a Rocco “Royce”di Perna , di intraprendere una nuova avventura “Latina “ in Radio. E così, l’iniziale passione per il ballo si trasforma in amore per un mondo, quello latino americano, che ha trovato un suo modo di esprimersi in Sorso Latino. E così in solo 8 mesi di programmazione, quello che era partito come un contenitore di musica e info sulla movida si è trasformato in un appuntamento imperdibile, fatto di interviste (Roly Maden e Barbara Yjemenez, Maikel Fonts, Felipe Polanco, Berna Jem, Angelo Valentino Rito, Francisco Rojos e tanti altri ), recensioni, novità discografiche e tanta buona musica. Il tutto spinto dalla passione, caratteristica importantissima per chi vuole arrivare al cuore degli ascoltatori . E allora buon ascolto a tutti , con Sorso Latino. Per sentirci on-line in real time: www.radiopotenzacentrale.com



due suoi amici che si chiamano (il film usa i nomi veri degli attori) Gustavo Naveira e Fabian Salas. E non è un caso. I due tipi sono infatti i creatori di un modo diverso di vedere e insegnare il Tango, per tradizione strutturato in passi e sequenze. Lo stesso Gustavo (oggi ritenuto un ‘guru’ del perfezionamento in fatto di Tango) racconta di essere stato per anni totalmente incapace di ricordare le sequenze coreografiche, che tradizionalmente si insegnavano nel Tango Salon tradizionale, perché non capiva come funzionavano, e nessuno glielo sapeva spiegare. Questo lo ha indotto a un periodo di oltre 10 anni di studio e discussione critica insieme all’amico Fabian. Un periodo fatto di osservazioni, pratica, sperimentazioni e confronto con i vecchi ‘milongueros’, gli anziani ballerini di tango da sala, per arrivare infine alla ‘desestructura’ cioè la destrutturazione dei passi in movimenti di base. Pochi movimenti e dinamiche reciproche tra i partner, logiche e facili da ricordare, con cui si potevano ricostruire non solo tutti i vecchi passi e sequenze, ma anche crearne di nuovi con la stessa tecnica di base, e quindi si poteva improvvisare al momento sulla musica invece che ripetere coreografie: d’altra parte il Tango non era nato come improvviso libero?. Nasceva quello che fu poi battezzato come Tango ‘Nuevo’ che altro non è che un distillato logico della quintessenza del Tango stesso, che ne riabilita anche l’improvviso, fatto però su una tecnica di base sofisticata: l’improvviso, come nella musica anche nel ballo, non è improvvisazione!. E oggi c’è un ballerinomuscista-pittore, che non si esibisce mai con coreografie montate: allievo geniale di Gustavo è il simbolo vivente

Tango Nuevo? di Paolo Martano

Il 1997 è stato un anno storico. E non solo per il sottoscritto, che in quell’anno cominciava a studiare il Tango, ma anche perchè usciva un film che confermava ormai il rinnovato interesse mondiale verso il Tango: ‘Lezioni di Tango’ di Sally Potter. Tango visto oltre l’aspetto del ballo, anche come fenomeno socioculturale che caratterizza la vita di Buenos Aires, dove è girato il film, e impersonato dall’astro nascente di Pablo Veron, protagonista del film e coinvolto nella storia d’amore con la protagonista nonchè regista Sally. Ma c’è un aspetto del film che spesso sfugge: nel film Sally non imparara il Tango con Pablo, come avrebbe voluto, ma deve invece ricorrere a


della creatività che il sistema ‘nuevo’ ha permesso: Mariano Frumboli detto ‘Chicho’ (la metà degli abitanti di Buenos Aires ha cognome italiano, e il soprannome’Chicho’ gli deriva proprio dal soprannome italiano ‘Ciccio’, datogli da bambino per il fatto di essere un po’ grassoccio). Per vederlo in azione basta andare su Youtube o su www. centromusicafrolatina.com – videoclips , ma dato che ora vive in Italia è facile incontrarlo anche negli innumerevoli festival di Tango nostrani. Paradossalmente con il sistema ‘Nuevo’ il Tango assume una maturità tecnica superiore a quella raggiunta da molti balli di coppia, e contemporaneamente torna alla freschezza originaria facilitando creatività e improvviso. La stessa possibilità di destrutturare passi e sequenze fissati dalla tradizione permette di ballare su musiche non tradizionali: in primo luogo Piazzolla, bestia nera di tutti i ‘tangueros’ tradizionali, e poi le nuove correnti degli autori di Tango contemporanei e perfino brani Soul e Pop. Un bel risultato, no?

Tutta la redazione di Vida Latina Magazine esprime i migliori auguri ai novelli sposi

Neia ed Enzo

Mariagrazia e Pino


Squadra che vince non si cambia

di Michele Traversa Foto: Nunziella Buono

Carlos Santana è arrivato all’arena Delle Vittorie di Bari per festeggiare il suo compleanno (lo scorso 21 luglio) e la sua Honey Moon ovvero la sua Luna di Miele regalando a più di sette mila fans scatenati la sua musica ricca di patos. Il suo ultimo tour Guitar Heaven che è anche il suo ultimo disco aveva visto solo l’Umbria Jazz in Italia e con questo tour ripropone - almeno parzialmente - la formula che l´ha reso nuovamente una star, quella dei duetti con cantanti affermati. Il tutto sempre grazie a quella vecchia volpe della discografia, Clive Davis, il suo mentore da sempre; questa volta Davis l´ha convinto ad una variazione sul tema: non più pezzi inediti, ma classici rivisitati. Guitar Heaven, un viaggio nei più noti ed amati standard del rock, da Smoke on the Water dei Deep Purple a Little Wing di Jimi Hendrix, da Can’t You Hear Me Knockin’ dei Rolling Stone a While My Guitar Gently Weeps dei Beatles, nei quali la sua chitarra si fa umana, piange e


urla, graffia e seduce sostenuta da una band affiatatissima. Ma Santana ha anche aggiunto dei classici: da Oye como va, a Maria Maria e persino A love supreme di Hendrix. E dopo il caldo infernale della mattinata pugliese, anche la notte di Bari si è fatta incandescente. Già, ma il risultato com´è? Incantevole, e la musica suonata negli stadi ha un certo non so che di magico. Le ottime scelte: per dire, “Whole lotta love” la canta Chris Cornell, uno dei pochi in grado di reggere quella parte che fu di Robert Plant. E come trasformare “Back in black” in un rap con Nas. Nulla si può dire sulla parte musicale, (sullo sfondo sullo schermo gigante scorrevano i momenti salienti della carriera di Santana dei primi anni ‘60 fino ai giorni nostri) e le canzoni che funzionano meglio sono quelle un po´ più liquide e meno granitiche. Quelle con meno riff e con più spazio al suo suono di chitarra. Tipo “Sunshine of your love”, per intenderci: intesa perfetta con Rob Thomas - anche grazie alla sua voce in “Smooth” cominciò la rinascita di Santana a fine anni ´90. O ancora “Riders on the storm” dei Doors, in cui compare l´inconfondibile

organetto di Ray Manzarek. O, ancora meglio, in “Little wing”, affidata all´esperienza di Joe Cocker. Insomma, questo concerto è la degna prosecuzione di un modello fortunato, quello iniziato con “Supernatural”, rivisitato e applicato a grandi canzoni, interpretate con rispetto e originalità. Una grande festa musicale, resa ancora più avvincente da una scenografia imponente e da una band dinamica e aggressiva con fiati e voci, ma soprattutto con la scatenata sezione ritmica formata da Dennis Chambers, Karl Perazzo, Raul Rekow oltre che dall’anziano Armando Peraza.

Il concerto di Carlos Santana è stato eccellentemente organizzato da Delta Concerti. www.deltaconcerti.it


! e l a n i g i r o IL MOJITO

di Roberto Di Bello

Il famoso Mojito non è un cocktail ma una bevanda, l’origine è cubano e sarebbe stato inventato da Angelo Martínez, un famoso barman che gestiva il bar “La Bodeguita del Medio” all’Havana. Mojito deriva dal termine spagnolo mojo, un condimento che spesso contiene succo di lime, altra possibilità è che il termine mojo derivi dal verbo spagnolo mojar che significa “inumidire. Gli ingredienti del Mojito sono; Foglie di menta (Hierba Buena, a Cuba cresce spontanea ed è più delicata della menta comune), Rum Havana 3 anos, Zucchero di canna raffinato bianco, Succo di lime Soda (o inalternativa acqua frizzante no acqua tonica) Ghiaccio a cubetti. Viene servito freddo ed ha un sapore decisamente particolare dovuto alla combinazione della freschezza della menta e al gusto deciso del rum Secondo la tradizionale ricetta cubana, il Mojito si prepara ponendo sul Fondo del bicchiere la menta, due cucchiaini di zucchero bianco e il succo di Mezzo lime. Gli ingredienti devono essere mescolati insieme in modo da liberare l’aroma dalle foglie della menta. A questo


punto si aggiunge il ghiaccio, il rum e infine la soda o in alternativa l’acqua frizzante. Il composto ottenuto viene poi servito con una cannuccia e un rametto di menta decorativo. È importante ricordare che la menta non deve essere pestata ma solo leggermente

premuta ed amalgamata insieme al succo di lime e allo zucchero. Questo accorgimento fa sì che dalla menta non si sprigionino le note amare esaltando così gli olii essenziali e mantenendo il drink limpido anziché renderlo opaco. Al di fuori di Cuba il Mojito si è ormai diffuso in una sua variante non propriamente corretta, detta semplicemente “versione europea”o “Mojito sbagliato”.Si prepara ponendo sul fondo del bicchiere il lime a pezzi e lo zucchero di canna grezzo. A questo punto si amalgama il tutto schiacciando vigorosamente con il pestello (muddler) aggiungendo poi la menta premuta delicatamente,il ghiaccio tritato e infine il Rum bianco.Tecnicamente dunque il cocktail che si ottiene in questo modo.



Le serate latine in Puglia & Basilicata Martedì:

Cafe Del Mar, Bari Mulata, Bari Nedina Cafè, Mesagne (Br) New Magazine, Massafra (Ta) Kimama Bistrot, S. M. Salentino (Br) Take Away, Potenza

Mercoledì:

Target, Bari Nuove Dimensioni, Crispiano (Ta) Jacana Cafe, Massafra (Ta) Prime, Castrignano Dei Greci (Le) Pub The Flying Ship, Vaglio Basilicata (Pz)

Giovedì:

Altavilla, Bari Moai, Conversano (Ba) Palace, Altamura (Ba) Rafca Club, Brindisi Cascina Pub, Taranto Manaus, Martina Franca (Ta) Cafe Pigalle, Corato (Bat) Babylis Club, Carosino (Ta)

eventi in Per info su serate ed chiama il: Puglia e Basilicata

334 75 01 437

105_latino_225x290 13/05/11 10.11 Pagina 1

Ore 9:00 Dai ritmo alla tua giornata. Latin Pop, Bachata e Hits:

Venerdì:

Coco Bongo, Bari Victorian Pub, Capitolo (Ba) Magik Tumbao, Bisceglie (Bat) I 3 Santi, Grottaglie (Br) Art@Cafe, Massafra (Ta) Fico Ricco, S.Pietro Vernotico(Br) Il Drago, Potenza

Sabato:

Heineken Disco, Gioia del Colle (Ba) Timos, Fasano (Br) Mulata, Bari Bizantino, Massafra (Ta) Off Street, Barletta (Bat) La Clave Discoteque, Porto Cesareo Domus Area, Foggia Lido Nettuno, Metaponto (Mt)

Domenica:

Target, Bari Zero Caffe, Polignano a Mare (Ba) Must, Altamura (Ba) Bloom, Soleto (Le) Caffe’ Del Mare, Taranto Mabai Disco Live, Manduria (Ta) Notes Of The Night, Martina Franca (Ta) Dolium White, Corato (Bat) Membi, Cellino S. Marco (Br) Samanà, Potenza


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Habanera Club - Corato (Bat)

WorldDanceMovement - Castellana Grotte (Ba)


BRINDISI TARANTO

ANGELS DE LA HABANA, Lecce BAILADORA, Lecce SANTIAGO DE CUBA, Lecce SHALL WE DANCE, Lecce TROPICALIA, Lecce ALEX & MAGHI, Lecce MOVIMENTO CUBANO, Gagliano del Capo CUBA LIBRE - Tricase TRIBUSALSERA, Cassarano BETTY BOOP A.S.D, Gallipoli DESCARGA LATINA, Galatina NEW AURORA DANCE, Maglie PARRANDA LATINA, Monteroni TROPICAL DANCE, Traviano

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