VIDA LATINA MAGAZINE APRILE 2011

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NE il NUOVO MAGAZI & di Periodico di informazione, cultura e musica dedicato al mondo latino americano - DISTRIBUZIONE GRATUITA - anno 2 - N°3 Aprile 2011

PUGLIA A BASILICAT

Un saluto dallo staff del periodico Vida Latina Magazine.

Vorremmo farle conoscere la nostra rivista mensile, unica nel suo genere e nella sua distribuzio-

ne. Vida Latina Magazine è una realtà nata a dicembre 2010 con una grande ambizione.

Un periodico giovane, originale, che parla delle tematiche più vicine al mondo latino in genere

(informazione, attualità, cultura, musica, ballo, ecc.).

Capoeira

Ogni mese distribuiamo GRATUITAMENTE 4 mila copie (in aumeto nei prossimi numeri) in

tutti i locali da ballo e scuole di ballo di PUGLIA E BASILICATA, oltre 150 punti di distribuzio-

ne tra, pub, bar, caffetterie, pizzerie dei capoluoghi di provincia.

Fantasia, creatività e improvvisazione

I suoi contenuti sempre freschi, il suo formato maneggevole e tascabile, la sua colorata quadricro-

mia rendono il giornale molto appetibile, tanto da pensare ad una più ampia tiratura e distribuzio-

ne.

Distribuito capillarmente, Vida Latina Magazine entra in tutti i locali da ballo frequentati da

centinaia di persone: tutti i nostri sponsors hanno subito apprezzato tale modalità, appagati dal

ritorno economico per la loro attività; è grazie a loro che stiamo lavorando e siamo soddisfatti nel

diffondere efficacemente il loro nome.

Saremmo lieti se lei volesse usufruire del nostro periodico per pubblicizzare la sua attività, certi

che il nostro giornale con il suo nome arriverebbe tra le mani di migliaia di nostri lettori.

Donato Ciccimarra Direttore Editoriale Vida Latina Magazine

Vida Latina Magazine edito da: Ass. Culturale Ideando 2.0



LA REDAZIONE... Registrazione del Tribunale di Bari: n°3199 del 25/11/2010 Tiratura: 6000 copie Numero Chiuso: 06/04/2011 Edito da: Ass. Culturale IDEANDO 2.0 Via Berlino 86 Altamura (Ba) Tel. 339.3511452 info@vidalatinamagazine.it Direttore Editoriale: Donato Ciccimarra Direttore Responsabile: Giuseppe Disabato Direttore Artistico: Nunziella Buono Silvio Sisto Caporedattore: Alberto Pianetti Redazione: Michele Traversa Silvio Sisto Francesco Leoni Enzo Conte Daniele Blasi Lara Palmisano Loretta Moramarco Ricky Espino Denny dj Davidino dj Giulio Patruno Paolo Martano Nico Tursi Mirko Hp Osiris Proenza Domenico Giacomobello Vito Ranieri Stefania Errede Gaetano Mongelli Giuseppe Berloco Cubanito Dj Tony Guaguancò Hanno Collaborato in questo numero

Enzo Conte

Osiris Proenza

Silvio Sisto

Nunziella Buono

Francesco Leoni Giulio Patruno

Lara Palmisano

Alberto Pianetti

Davidino Deejay

Nico Tursi

Tony Guaguancò

Mario De Palo

Cubanito Dj Ricky Espino

Michele Traversa

Gaetano Mongelli

Vito & Enzo Dj Hp Vito y stefania

Paolo

Martano

Ciccio Cruciata PH Antonio Cubalatino Bari info e contatti: Tel. 339.3511452 vidalatinamagazine.it info@vidalatinamagazine.it Skype: vida latina magazine

Giuseppe Berloco Denny Deejay

Daniele Blasi Peppino Disabato


VIDA LATINA PEOPLE




Capoeira

fantasia, creativitĂ e improvvisazione


di Lara Palmisano La capoeira è un’arte brasiliana di origine africana, caratterizzata dall’uso della musica e da movimenti fluidi e armonici che spesso la accomunano più ad una forma di danza che di lotta. Incrocio fra arte marziale, espressione corporea, culturale e spirituale, quello che oggi chiamiamo capoeira è una sorta di lotta che si gioca (pratica) in coppia al centro di una roda (insieme di persone disposte a cerchio) ritmata dalle percussioni e dai canti dei partecipanti. Una tradizione orale molto diffusa afferma che la capoeira è nata all’inizio del 1600 come lotta degli schiavi neri sotto le vesti mascherate di una danza per ingannare i padroni bianchi che ne proibivano la pratica. A partire dai primi anni del 1800, la capoeira è vietata ai popoli africani insieme ad altre forme culturali e di aggregazione. Con la fine della schiavitù, viene associata alle forme più comuni di delinquenza di strada. Perseguita duramente dalle autorità, la capoeira viene legalizzata negli anni trenta e solo nel 1974 viene riconosciuta ufficialmente come sport nazionale brasiliano. Negli ultimi decenni la capoeira in Brasile ha conosciuto un vero e proprio boom: le academías si sono moltiplicate, i praticanti sono sempre più numerosi, viene insegnata anche nelle scuole e soprattutto è venuta meno la tradizionale diffidenza da parte delle autorità ufficiali brasiliane, che ormai tendono a riconoscerla e ad accettarla come parte integrante della cultura brasiliana. La musica è un ingrediente fondamentale della capoeira. Senza di essa il corpo non ha il ritmo e la persona non può giocare, perché la musica è in relazione intima con il movimento, il gioco e la spiritualità. La musica infatti determina il ritmo e l’andamento del gioco ed è realizzata dagli stessi partecipanti con strumenti tipici costruiti artigianalmente. Le canzoni fanno parte del repertorio culturale della capoeira e sono cantate in portoghese. La musica è eseguita a turno da tutti i capoeristi che

Il Berimbau, strumento simbolo usato nella musica della Capoeira


partecipano alla roda. Non esistono persone designate a cantare, suonare o giocare: tutti fanno tutto. L’insieme degli strumenti utilizzati per produrre la musica della capoeira si chiama bateria ed è formata dalla sezione degli archi e da quella delle percussioni. Strumento simbolo della capoeira è il berimbau, costituito da un arco di legno tenuto in tensione da una corda di metallo percossa da una bac-

chetta. L’arco è fissato ad una zucca cava che funge da cassa di risonanza. La capoeira viene comunemente distinta in due stili (o evoluzioni): l’Angola (capoeira tradizionale), la Regional (capoeira moderna). Promotori della nascita e distinzione tra i due stili sono Mestre Bimba, che ha inventato e codificato nel 1930 lo stile di lotta regionale bahiana, e Mestre Pastinha, che ha promosso lo stile angolano. Oggi Regional e Angola coesistono, ognuno con le sue peculiarità ed il proprio universo di valori.

È difficile in realtà trovare uno stile puro della capoeira forse anche perché è nella sua stessa essenza l’essere insofferente alle norme, alle prescrizioni e alle regole codificate. Ancora oggi la capoeira è una disciplina di lotta che privilegia più che la forza bruta l´astuzia, la fantasia e la destrezza. Le tecniche di attacco e difesa sono eseguite in un clima di jogo (gioco) collettivo. Il jogo enfatizza il dialogo fra i due corpi, il ritmo, l´estetica e la ritualità dei movimenti, ma anche la tattica e la malandragem (cioè la furbizia, l´arte dell´inganno). La particolarità della capoeira è che nella maggior parte dei casi non c’è contatto fisico tra i due lottatori-danzatori. I movimenti sono sincronizzati ed acrobatici e richiedono per questo grande agilità, forza fisica e coordinazione. La capoeira è un ottimo mezzo per allenare praticamente tutto il corpo in tutte le sue componenti: forza, elasticità, equilibrio, coordinazione e potenza. In più rafforza il senso del ritmo e la socializzazione nel lavoro di gruppo. Praticare la capoeira è faticoso ma allo stesso tempo redditizio e divertente. Nel passato a praticarla erano solo gli schiavi maschi, oggigiorno invece questo sport è molto amato anche dal pubblico femminile e non solo in Brasile. La capoeira si è ampiamente diffusa anche fuori dalla sua terra natia, all’inizio soprattutto negli Stati Uniti e nell’Europa del Nord, poi anche in altri paesi occidentali, tra cui l’Italia. Per iniziare a praticare la capoeira non sono richieste abilità particolari, né requisiti che un principiante debba già possedere in partenza. Servono solo costanza e impegno. E i risultati verranno di conseguenza. Appena ne avrete la possibilità allora, lasciatevi andare anche voi in un travolgente Joco de capoeira. Il coinvolgimento è assicurato!

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Salseros...

Tutti sotto una la stessa bandiera?

di Enzo Conte E’ interessante notare come il mondo della salsa sia sempre più diviso. Una valida testimonianza ci viene proprio da Facebook dove negli ultimi tempi sono sorti diversi gruppi in antitesi tra di loro: da una parte quelli che propugnano il ritorno agli anni ‘90 e alle atmosfere più romantiche, dall’altra gli amanti della salsa anni ‘70 e sull’altra sponda i timberi ad oltranza. Ormai ci si divide su tutto. Nemmeno la salsa riesce nel miracolo di riunirci tutti sotto una stessa bandiera. Durante l’ultimo Conjunto Salsero di Riccione, dedicato alla salsa portoricana, al New York Style ed al Los Angeles mi è capitato, ad esempio, di passare la serata fianco a fianco con Tito Ortos e Tamara Livolsi (due dei migliori ballerini di Puerto Rico). Dalle loro espressioni mi accorgevo che erano piuttosto sorpresi della musica che mettevano i dee jay di turno, incentrata prevalentemente sulle sonorità di New York degli anni ‘60 e ‘70. A Puerto Rico, in realtà, quel tipo di musica si ascolta poco, in quanto i portoricani preferiscono di gran lunga la musica più guarachera, ovvero la salsa gorda dei vari Cortijo y su Combo, Bobby Valentin, El Gran Combo de Puerto Rico, La Sonora Ponceña, Tommy Olivencia, Roberto Roena, Ralphy Leavitt o quella di immortali cantanti (portoricani e non) come Cheo Feliciano, Ismael Miranda, Hector Lavoe, Andy Montañez, Marvin Santiago, Gilberto Santa Rosa, Frankie Ruiz, Cano Estremera, José Alberto el Canario, Oscar de Leon, Celia Cruz etc etc...

Tito Ortos e Tamara Livolsi


Ma la cosa che Tito e Tamara trovavano ancora più sorprendente è il fatto che i deejay invece di miscelare la salsa dura con quella più romantica, la miscelavano con la bachata, genere che a Puerto Rico piace solo alla comunità dominicana. Ora è vero che ogni popolo ha le sue caratteristiche, ma mi chiedo se la musica che si sente oggi nei locali dipenda dai gusti del pubblico o da quelli dei dee jay, influenzati, a loro volta da quella fetta di insegnanti che ballano su un determinato stile piuttosto che su un altro. Questa radicalizzazione del gusto musicale rende sempre più complicata la convivenza sotto lo stesso tetto. Senza dimenticare poi l’antico problema dei principianti!...Hai voglia a dire che sono i maestri che dovrebbero influenzare il gusto dei propri allievi. Fatto sta che i principianti si avvicinano alla salsa perché la considerano una musica solare, allegra, passionale e quindi se gli proponi un son guaguancò che parla di sofferenza, emarginazione e che presenta toni cupi e violenti, è difficile che ne vengano attratti (almeno all’inizio). Finisce così che quegli stessi principianti pur andando a scuola di portoricana o di New York Style, preferiscono ballare su un bel brano cubano di Issac Delgado, di Paulito FG o di Willy Chirino, piuttosto che su uno di Bobby Quesada, Wiso Pagan o della Conspiracion. Personalmente mi sento una voce fuori dal coro, perché il mio interesse per la musica è a 360°. Mi appassiona la salsa sì, ma mi incuriosisce anche tutto il folklore afro-latino-caraibico (senza contare il mio smisurato amore per la musica brasiliana). Mi interessa poi il passato come il presente e mi piace poter spaziare in lungo ed in largo per tutto il continente latinoamericano. Non so se riusciremo mai a modificare l’attuale tendenza, ma è indubbio che dee jay, organizzatori e insegnanti dovrebbero sforzarsi di capire di più le reali esigenze del pubblico (in particolare quelle dei neofiti che sono, in fondo, quelli che assicurano ogni volta il ricambio generazionale). Questa apertura mentale, a mio parere, favorirebbe sicuramente una frequentazione più assidua di un certo tipo di serate specialistiche che se frequentate solo da ballerini di livello avanzato rischiano, prima o poi, di morire... Sono però convinto che tutte le divisioni e le diatribe che ci sono sia dietro la musica e gli stili di ballo sono frutto di una “non conoscenza” e di “una sorprendente mancanza di curiosità” che oggi nel mondo globale in cui viviamo non ha più ragione di esistere. Trasmettere una sana passione diventa quindi per noi “agitatori culturali” una cosa fondamentale, soprattutto se vogliamo dare un futuro a questo ambiente salsero sempre più malato... In fondo la salsa è un sinonimo di fratellanza, un antidoto contro il razzismo, una musica che unisce tutti i popoli latinoamericani, anche se, paradossalmente, qui in Italia, invece di unire, continua a dividere...


A quale tribù appartenevano gli indiani che abitavano Puerto Rico quando Cristoforo Colombo scoprì l’America? E che cosa erano gli areytos? Perché i portoricani vengono chiamati anche boricua o borincanos? Qual’è la cittadina portoricana in cui ogni anno si tiene il Festival della Bomba? Tutte queste risposte (e molto di più) le troverai nel nuovo libro di Enzo Conte: “La salsa sulla rotta Puerto-Rico-New York” edito da Salsa y Cultura. Al libro sono allegate in omaggio due compilation musicali in mp3 di 100 brani l’una, che ripercorrono “La Historia Musical” di questi due luoghi così importanti nello sviluppo della salsa e di tutti i ritmi che l’hanno generata. Il libro non sarà presente in libreria ma sarà acquistabile tramite spedizione postale prenotandolo a: salsaycultura@libero.it


Dalla Bolivia, la Saya, viaggio nei ritmi sconosciuti. di Daniele Blasi Della salsa, si conosce molto, come per la bachata, la timba, il merengue e tanti altri, naturalmente il gran merito è dovuto alla sensazionale miscela di musica e danza, che alle nostre latitudini, ha trovato un consenso, spontaneo e naturale, quanto la voglia di vivere e lo stare insieme. Un viaggio nell’America Latina, offre però ulteriori spunti musicali. La musica andina in particolare è arrivata da noi, attraverso le affascinanti figure dei musicisti girovaghi che hanno, dalla prima metà degli anni 90, riempito fiere e piazze d’Italia con il loro inconfondibile “sound”, alzi la mano chi non ha mai incontrato queste esplosioni di colore che con il suono del panflute portavano il pensiero a terre lontane e mistiche. Tutto molto diverso dai ritmi caraibici a noi tanto cari. Il ballo in realtà, non è solo un piacere, in tutto il mondo è una necessità, una forma di espressione, dove l’occhio più attento riesce a scorgere, tradizioni e culture, attraverso movenze ed abiti. Ogni paese ha la sua storia in musica, il fatto che non siano arrivati da noi, non ne mina, originalità e bellezza. Qualche anno fa in un viaggio a Cochabamba con il famoso musicista Boliviano, Ricardo Valencia, ho avuto il piacere di scoprire la Saya, una vera pietra miliare della musica andina In queste zone del mondo, l’influenza dell’africa è più diluita, le influenze spagnole si fondono quindi con le tradizioni Aymara, ovvero gli indios in seguito assoggettati dagli spagnoli. La Saya, in tutte le città della Bolivia, è la regina incontrastata delle feste, con abiti sfavillanti, ricchi di colori e pailletes, gonne microscopiche, per 13


le donne, grandi sombreros per gli uomini, questa una danza cadenzata, nella quale il passo quasi marciato dei cavalieri, alternato a salti e giri, si contrappone ai giri ei colpi d’anca delle dame che mostrano le gambe , la musica è molto interessante quasi ipnotica, i tamburi battono mai frenetici a scandire il movimento, le voci sono possenti ed i temi, naturalmente legati all’amore. Osservare la danza accompagnati dalla musica, è fantastico, provare a cimentarsi, esperienza per uomini veri, ma sbirciare sotto le gonne che si alzano… una vera tentazione In Italia è ahimè impossibile acquistare produzioni andine, cercare su qualche shop online può sortire risultati positivi, i gruppi che interpretano la Saya sono tanti, mi piace ricordare i Pacha, Kyarkas, Tupay, nati quasi tutti da uno stesso ceppo, il brano che senza dubbio porterò nel cuore e la memorabile “negrita”dei Kyarkas, youtube può aiutare i più curiosi. La musica è tutta bella, lasciatela suonare



La Combinacion Perfecta:

Timba Cubana!

Cos’è una timba cubana? Un diverso arrangiamento musicale? Un nuovo stile musicale o di danza? Difficile dirlo ma una cosa deve essere chiara: LA TIMBA NON E’ SALSA. Definiamola pure una “evoluzione musicale” che partita dal son, passando per il songo, è sfociata negli anni novanta nella timba. Forse tutto è iniziato con un modo differente di arrangiare la musica, forse si è sviluppata a seguito della nascita di un nuovo stile di ballo il “despelote” (che letteralmente significa “la-

di Mario De Palo


sciarsi andare”) generando una forte ispirazione per i musicisti. C’è di fatto che la sua consolidata identità consiste nel rompere gli schemi classici, nel sperimentare nuove soluzioni lasciandosi contaminare da altri generi musicali come la rumba, l’afro, la santeria, i sincopati del jazz, il rock, i ritmi energici dell’hip hop. La struttura musicale di un brano di Timba non si consuma nella classica sequenza strofa–ritornello, ma, fa seguire ad una prima parte narrativa (largo nel son e canto nella rumba) una sezione decisamente più lunga chiamata montuno. In essa troviamo inseriti cori, interruzioni, pause, frasi strumentali che spezzano il flusso del discorso. Qui gli staccati dei fiati, il sincopato del piano e del basso, gli incalzanti ritmi delle percussioni, producono un suono vigoroso e denso. Tutto questo rende impossibile ballare i brani di timba alla maniera tradizionale, in coppia. Infatti è nel montuno che i ballerini trovano le motivazioni migliori per la loro espressione corporea. Purtroppo molti, anche di quelli

che ballano “alla cubana”, sembrano non voler proprio approcciare con questo genere musicale ed il motivo è che la timba, con i sui cambi repentini, mette molte volte in crisi chi non sa come interpretare ostinandosi imperterrito a volerla ballare con le figure del casino cubano quando invece l’approccio deve essere totalmente differente. Bisogna esprimere la musica con il corpo attingendo da tutte quelle movenze che abbiamo a corredo derivanti dai vari stili e di cui la timba è composta. Capiamo dunque come non è eseguire meccanicamente delle figure, bisogna saper “leggere” il brano aumentando la nostra sensibilità e il nostro orecchio musicale riuscendo a cogliere le varie sfaccettature, i cambi di ritmo e di stile. Certo è necessario iniziare uno studio serio ma che nel tempo ci regala grandi soddisfazioni e ci aiuta a capire come le danze caraibiche non sono di certo dei “figli minori” di altri stili di danza.

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BACHATANGO di Silvio Sisto

Oggi, fra le nuove tendenze musicali e di ballo in rapida diffusione, vi è la bachatango: un genere che, fin da subito ha suscitato entusiasmi, ma anche qualche dubbio tra i puristi del tango e della bachata. La bachatango musicalmente nasce, come si può ben capire già dal nome, dalla fusione della bachata con il tango. Per entrambi i generi la musica è suonata in un tempo 4/4 e le affinità tra alcuni suoni di bachata e tango facilitano la fusione. Bachata e tango, che all’apparenza mantengono una certa distanza ritmica, si intersecano nei temi trattati. Infatti entrambi derivano dal bolero, il quale racconta nei suoi testi l’amore, la passione e la nostalgia. Sono gli strumenti che vengono utilizzati, però, a fare la differenza. Sulla bachata prevalgono le chitarre (Il

tres e la segunda) che con i loro effetti di reverbero, eco e flanger forniscono quell’inconfondibile sonorità. Le percussioni marcano con il loro inconfondibile “TOC” il 4° e 8° tempo musicale. Nella bachatango, invece, le chitarre vengono messe meno in evidenza a favore di violini, pianoforte e fisarmonica. Nel ballo, la struttura di base rimane quella della bachata: 3 passi ed un TAP (passo senza peso con sola punta del piede appoggiata). All’appoggio del TAP effettuazione dell’ MCB, ovvero movimento caratteristico del bacino. Altri tre passi ed altro TAP con relativo MCB. Fin qua la bachata. Anche le figure di esecuzio-


ne sono della bachata: giri, vueltas, figure semplici come il “cabral”, “catalina”. L’ influenza del tango interviene su quelle parti tecniche che servono alla realizzazione del linguaggio, dello stile. Ballare bachatango non significa prendere le figure del tango e ballarle sulla trama musicale e sulla ritmica della bachata, perché la cadenza ed il ritmo sono diversi, in origine, tra i due generi e si rischia di vedere figure di tango, eseguite sul ritmo bachata, divenire lente e statiche, ovvero l’opposto del ballo. Piuttosto, sono le figure di bachata che vengono concluse e modificate con parti tecniche di tango, con una sentada, un voleo, un casquè, cercando di mantenere il ballo dinamico, vitale, armonioso e affascinante. E’ uno stile che piace a tutti anche se per i puristi snatura il vero significato della bachata dominicana, quella originale, o del tango argentino puro. Per altri è solo un’invenzione commerciale per “spillare soldi “ a chi la vuole imparare. Io

personalmente penso che il ballo, come molte forme d’arte, si fondi sulle contaminazioni tra elementi diversi, e in questo caso si parla di una contaminazione ottimamente riuscita, senza naturamente nulla togliere allo splendore della bachata “classica” o del tango argentino. Non è un sistema delle scuole per avere nuovi iscritti, ma e’ una variante divertente che ci voleva nei balli caraibici. E, dopotutto, l’innovazione nelle tecniche e negli stili di ballo non può che portar bene a tutto il “sistema danza”.E allora, divertiamoci ascoltando e ballando anche la Bachatango.


Attenti a Yoandys Lores Gonzalez

BABY LORES di Miguel Melchionda

Baby Lores, fondatore del conosciuto “Clan 573” con El Chacal e Insurrecto, é il pioniere del Cubatón. Con la hit “La Mujer Del Pelotero” raggiunsero i primi posti di airplay e popolarità in tutta Cuba, la Florida e la costa Est. Yoandys Lores Gonzalez, in arte Baby Lores, nasce il 27 Dicembre del 1983 a Cienfuegos. Dal 1994 e per i successivi 8 anni appartiene al prestigioso gruppo infantile degli Ismaelillo, di Cienfuegos. All’interno di questo gruppo inizia la sua attività di chitarrista, cantante e pianista. All’inizio della sua carriera vera e propria fa parte integrante di gruppi come quello di Jose Miguel y su Balanza, nel 2003 diventa direttore musicale, compositore e arrangiatore dell’orchestra Mercedes y su Achè e Sabrosura Viva, apportando, grazie al suo talento ed alla sua professionalità, la maggior parte del repertorio che ancora oggi questi gruppi eseguono a Cuba e nel mondo. In questo stesso anno inizia la sua collaborazione con Cubanos en la Red, come cantante ed arrangiatore. Nel 2004 è il direttore musicale del progetto La Formula Produccion. Dopo poco tempo, ed insieme a Leandro Medi-

na, artisticamente conosciuto come “Insurrecto”, integra il progetto musicale del Clan 537 del produttore Adriano Tota. Comincia da quel giorno una vertiginosa crescita musicale che lo porta con molte delle sue canzoni ai vertici delle hits parade delle radio e tv cubane, latinoamericane ed europee. Alla fine del 2007 Lores decide separarsi da “El Insurrecto” e continuare la sua carriera insieme ad un altro cantante conosciuto con il nome di “El Chacal”, altro forte esponente del cubatón a Cuba. Dopo pochi mesi, ed in risposta ad una campagna promozionale, decide di unirsi ancora una volta con el Insurrecto, con il quale, sempre insieme a El Chacal, incidono il disco Los Reyes Del Trono, una produzione discografica che riesce a vendere migliaia di copie in tutto il mondo. Durante la sua carriera Baby Lores ha sempre lavorato come produttore ed autore per differenti gruppi musicali come Gente de Zona, Eddy K, Acento Latino, Azucar Band ed Energia Total tra le altre. Ultimamente Baby Lores interpreta vari brani con El Micha, e da quel momento è nata una collaborazione che ora li vede sullo stesso palcoscenico.


quei due! Tournèe europea in coppia per El Micha e Baby Lores, due fenomeni della musica caraibica. Un autentico evento per tutti gli appassionati del genere del Cubatón

Michael Fernando Sierra Miranda

EL MICHA In qualsiasi strada siate dell’Havana, state certi che qualsiasi giovane conosce Michael Fernando Miranda detto anche “El Micha”. Nato il 12 settembre del 1981 in un quartiere popolare della capitale con i difetti e i pregi di qualsiasi altro posto dell’Havana, lo stile di El Micha è il risultato del rimescolamento di molte culture e stili di vita. Gente che lavora e disoccupati, miscugli di religioni, musiche, è un figlio del suo tempo e nelle sue canzoni ricorda sempre le sue origini. Mescola le idee e le mescola bene sfruttandondole tutte, giocando con il tempo e con la realtà descrivendola alla sua maniera, con il suo linguaggio e legandole tra di loro in maniera differente. Nelle sue canzoni gioca con la nostalgia della sua infanzia e con quella dei suo compagni e amici. Racconta al mondo le sensazioni che dà il baseball, lo sport nazionale, utilizzando nozioni e conoscenze e senza paura come un autentico lottatore. Micha crea in continuazione versi tra la realtà e il gioco, ma non solo come cubano ma anche come cittadino del mondo. I problemi planetari sono gli stessi che ci sono a Cuba, il pubblico così continua ad identificarsi sempre di più in questo nuovo giovane interprete e ama sentirlo cantare e improvvisare il suo rap e il suo cubatón. Musica e

versi che ha cominciato a scrivere quando lavorava come agente di sorveglianza per una ditta e da solo passava il tempo a scrivere versi e lettere, infatti, è completamente autodidatta. Non ha frequentato corsi di musica, la sua forza sono le idee e come ha raccontato in una canzone “la mia penna è come un’arma”. Nel 2005 ha cominciato a collaborare con altri cantanti. Il primo è stato Pipey con il quale ha registrato canzoni come “Gerente” e “Esa Chica Es Mía”. Da allora è diventato interprete di più di 80 brani. In questa maniera ha guadagnato il rispetto degli artisti cubani contemporanei come Baby Lores, Los 4, Gente de Zona, Acento Latino, Insurrecto, Tecnocaribe, Kola Loca, Haila, Pupy y Los Que Son Son, la Charanga Habanera, Paulo FG. Nel 2010 è stato in tournée in Europa, un progetto che continuerà nel 2011.


di Giulio Patruno

Idolo eterno della canzone popolare

Elegante, sublime e perfezionista, cantante eccezionale con uno stile interpretativo unico, Tito Rodriguez è la voce di tutti i tempi, venerato nell’ambiente musicale caribeno di New York negli anni tra il 1950 e il 1960. Grande personalità scenica e perfetta combinazione di immagine e talento! Musicista, cantante, leader di orchestra e ballerino. Voce indiscussa di son & bolero. Spi-

Tito Rodriguez el muchacho del pueblo Homenaje a

rito tenace e lottatore che lo ha sempre contraddistinto dalle esigenze del mercato musicale dominato dalle sonorità afrocubane! La sua grande virtù fu quella di distinguersi come cantante di ritmo, stile e cadenza musicale di Guaracha, Boogaloo, Mambo, Cha Cha Cha, Bolero, Pachanga, Son & Salsa, ragion per cui divenne una delle figure più rinomate dell’ambiente neuyorkino. Gli anni ’50 marcarono il periodo più importante della carriera di Tito, creando un progetto musicale di ritmo contagioso, i Los Diablos del Mambo. La sua prima produzione discografica da solista risale al 1947 : Mambo Style with Tito Rodriguez, seguono Nostalgia con Tito Rodriguez (1949), Wa Pa Cha (1951), Latin Jewels (1952), Senor Tito Rodriguez (1953). Seguiranno gli album Charanga Pachanga (1961), Live at Palladium (1961), Returns to The Palladium (1961), Let’s Do The Bossa Nova (1962), In Puerto Azul, Venezuela (1963), Live at Birdland (1963), Tito Tito Tito (1964), In Buenos Aires (1965), En Puerto Rico, Isla de Amor (1967), Bailando con Tito (1968), Estoy Como Nunca (1968). In questi anni il suono della sua orchestra trovò la consacrazione come il più grande prodigio dell’ambiente musicale latino di New York , segnando la competizione con le band di Tito Puente & Frank *Machito* Grillo, costituento una dinastia insuperabile….è l’epoca del Palladium di Nueva York, uno dei locali per ballo da sala che rappresentò lo scenario principale del nuovo ritmo latino…il resto è storia!





Venezuela di Michele Traversa

Si passa tutto l’inverno a sperare che venga il tempo delle vacanze, del mare, del riposo e per noi aficionados di Vida Latina e del ballo. Si sopportano giornate interminabili in viaggio, nel caldo per arrivare alla tanto sognata destinazione. In questo caso è il Venezuela: mare meraviglioso, gente ospitale, tradizioni e modernità, cibo squisito, città e monumenti di prima categoria e soprattutto Musica di tutto rispetto. Il Venezuela è un paese considerato da molti Terzo Mondo, ma può vantare un sistema musicale, dal quale noi occidentali abbiamo soltanto da imparare, nel quale sono coinvolti qualcosa come 250 mila giovani! In Venezuela la musica ha una valenza sociale fortissima, che non si è riscontrata da nessun altro Paese del mondo. Tutto questo è stato, ed è tuttora, possibile grazie al Maestro Antonio Abreu, che trent´anni fa ha dato vita a un sistema musicale che salva i giovani dalla strada, dalla criminalità, dalla droga, ed offre loro l´opportunità - gratuita - di farsi una cultura, il che, in ultima analisi, significa, farsi una vita. In Venezuela, grazie ad Antonio Abreu, ci sono create ben 100 orchestre giovanili, 90 orchestre infantili, soltanto a Caracas ne esistono una quindicina e la musica latina ha travalicato i confini patri e ha fatto diventare questo fenomeno unico ed i suoi protagonisti vere e proprie icone degne dei più blasonati gruppi pop internazionali. La formazione parte dal basso, ci sono scuole di musica sparse per tutto il paese, scuole di ogni tipo, di salsa, bachata, milonga, reggeton ecc. ecc. e tra i gruppi musicali mi piace citare il gruppo dei Mano Blanca, io personalmente ho assistito ad un loro concerto lo scorso anno e sono davvero incredibi, sono un gruppo di bambini, che crea bellissime coreografie con le mani, seguendo la musica cantata da un coro. Ma poi, continuando si crea indotto anche con le scuole di liuteria, di ballo e di portamento che insegnano un mestiere ai ragazzi.

Sono sempre di più le coppie e i singoli che scelgono di trascorrere una serata all’insegna della cultura e della musica in Venezuela e non solo: un vero ritrovo come nelle balere dove si possono ascoltare novità discografiche, immergendosi nello “espacio latino”, tra tanti ritmi caraibici. Caracas è una città pericolosa, con tanta criminalità, una città piena di miseria, con enormi e visibilissimi contrasti fra ricchezza e povertà, un città dove purtroppo non si può nemmeno girare tranquillamente di sera.


Angel Falls majestic

È proprio per questo motivo che, a mio avviso, il sistema socio-musicale dell´amico Antonio Abreu lo si può considerare ancora più forte. Il Venezuela considerato come uno dei 17 paesi con la maggiore diversità ecologica nel mondo, con una geografia variegata che combina regioni tropicali, climi desertici, giungle, ampie pianure e ambienti andini. In questo Stato si trova la più grande area protetta dell’America

Latina (zone soggette a regime di amministrazione speciale), che copre circa il 63% del territorio nazionale. Sono presenti nel Paese anche molti europei (spagnoli, italiani e portoghesi in particolare) e loro discendenti, mentre gli indigeni allo stato puro e gli asiatici rappresentano una parte trascurabile della popolazione. La multietnicità del Venezuela ha fortemente influenzato sia la sua vita sociale e culturale che l’arte.


di Silvio Sisto

Pedrito Calvo Jr. Dime Que Tu

Si avvicina l’Estate e con la bella stagione produttori ed interpreti di música latina e non solo cercano di capire quale sarà l’onda giusta da cavalcare. In questo momento uno degli interpreti più dinamici del panorama latino italiano è Pedrito Calvo Jr. Pedrito Calvo Jr. nasce all’avana il 4 marzo del 1979, figlio d’arte del grande e famoso cantante cubano PEDRITO CALVO. Inizia i suoi studi musicali nel 1993 nella scuola elementare di musica Guillermo Tomas de Guanabacoa, a Cuba, nello specifico di chitarra e canto e successivamente comincia a far parte di varie band ma la sua carriera professionale a Cuba inizia con LM SOBREDOSIS ed in seguito con LA FARANDULA e con la famosa CHARANGA FOREVER. Per 5 anni sperimenta le sue doti musicali nell’ orchestra di suo padre,

Pedrito Calvo , dove ha anche inciso in vari cd dell’orchestra. La sua carriera è cresciuta di anno in anno acquistando una gran padronanza del palcoscenico e lavorando in musical e spettacoli come “Paradise Road” e “Mango Tropical Cafe” e concerti di tutti tipi. Ha condiviso scenari con grandi artisti della musica cubana come Ibrahim Ferrer, Omara Portuondo, Pio Leiva, Los Van Van, Amadito Valdez, Barbarito Torres , praticamente i più grandi del panorama cubano. Fonda la sua orquestra al principio del 2009 composta da vari musicisti famosi a


Cuba ed in Europa e partecipa con essa al suo primo giro internazionale al CUBAMEMUCHO 2009 in Germania, uno dei festival cubani piu importanti d’europa. Dopo tante produzioni di successo alla vigilia dell’Estate 2011 si propone al pubblico latino con la bachatango DIME QUE TU. Prodotto da Cristian Madera della TWOMUSIC di Brescia , DIME QUE TU è un mix di energía e sensualità , un’alchimia perfetta per un successo assicurato. Il brano scritto a sei mani da Grosso ,Zucchelli ed il sottoscritto ,esce in mini CD con 4 tracce audio ed una traccia Video. Tra le 4 versioni abbiamo anche una versione femminile cantata dalla bravissima Liuba Calvo , sorella di Pedrito Jr,e presente nel video sempre prodotto dalla TWOMUSIC. Nell’augurarvi un buon ascolto e soprattutto un buon ballo ,vi invito a visitare il sito www.twomusic.it per richiedere maggiori informazioni su questa ed altre produzioni della TWOMUSIC e di Pedrito Calvo Jr.

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Congressi dal M ndo Secondo reportage della rubrica dedicata ai bailadores: “Congressi Dal Mondo”. Giornalisti e reporter sono i due noti ballerini Vito y Stefania (in foto a sinistra): sempre in giro per il mondo, ci aiuteranno a scoprire e vivere attraverso le loro emozioni i meravigliosi e coinvolgenti eventi latini internazionali. Hola Chicos..abbiamo appena ricevuto le pressioni del Capo redattore che ci dice..: “ Ragazzi l’articolo è pronto”? …E noi: “Certo che si”..in realtà siamo tornati ieri sera da Roma; la valigia è ancora chiusa e domani siamo nuovamente in partenza!!! Il sole primaverile comincia a farsi sentire..e tra un po’ ci ritroveremo a ballar salsa all’aperto, magari in qualche locale che si affaccia sul mare, con la brezza marina che ci accarezza!! Sfogliamo l’agenda e guardando i nostri impegni, ci rendiamo conto che il prossimo week and saremo in Jordania(8-9 aprile), a nord est della penisola Arabica ; un posto meraviglioso che è in gran parte un altopiano che si innalza dalla depressione formata dalla Valle del Giordano e Dal Mar Morto. La SALSA non conosce limiti: non bada al colore della pelle, alle religioni, alla cultura, alla ricchezza! E’ una potentissima macchina sociale in grado di unire chiunque e dovunque. Volendo ricordare altri viaggi in terre limitrofe come Israele o Turchia possiamo affermare che da quelle parti la gente balla prevalentemente ON1, anche se ultimamente il 2 e la tecnica del New York Style sta arrivando anche lì. E’ interessante notare anche come la cultura conservatrice del posto investa il mondo delle spettacolo( basti pensare agli abiti delle ballerine che non possono essere sotto una certa lunghezza o magari devono essere indossati con delle coulotte). Una cosa è certa..lo spirito di far fiesta da quelle parti è straordinario!! Ebbene torniamo a noi..oggi nel mondo delle Con-

Cipro vection Internazinali latine siamo abituati ad ascoltare nomi come Salsa “Congress”, o Salsa “Festival”, Salsa “Week”, Salsa “Cruise”..ed altro..ma pian piano una nuova tipologia di evento sta prendendo piede: lo SPRING SALSA WEEK AND! Ebbene questo mese parleremo del “1st NORTH CYPRUS SPRING SALSA WEEKEND”, un meraviglioso evento che si terrà nell’Isola di Cipro dal 15 al 17 Aprile. Questi gli ingredienti fondamentali: una spiaggia divina, un Hotel e centro congressi a 5 stelle , ed un cast firmato dai migliori performer internazionali: Juan Matos & Amneris Martinez (Usa & Italy ) - Vito & Stefania (Italy) - Luis Vasquez & Melissa Fernandez (Mexico&Usa) -Diana Montoya & Arneys Rubio ( Spain) - Pablo Baez Hug & Jeniffer Silvas (Spain)


sito ufficiale: www.cratospremium.com

- Dimitris & Stella (La Secta) Greece - Alexandros Iacovides X-Pressions Dancers ( South Cyprus) - Ussr Team ( Cyprus / Russia) - Salsa Beats (North Cyprus ) - Deni̇z Seven & Bahar Hacimehmet (North Cyprus) - Eda Söz (Turkey ) - Aytunç Bentürk (Turkey) - Si̇nem Aslanoğlu & Umit Yumlu (Turkey) - Ag Double Team Aki̇f Okudan & Gencay Cüce (Turkey) - Fati̇h Haktan Coşkun & Gi̇zem Kiliç ( Turkey

Naturalmente durante l’evento sarà possibile studiare e partecipare ai workshops nelle varie discipline di Salsa on1, Salsa Aerial and Lift, Salsa N.y Style On2, Cha cha, Cuban, Afro Cuban, Raggaetton e ritmi folcloristici. Il divertimento non mancherà..e di certo anche la bella musica. Apriamo una piccola parentesi qui..e un invito che possiamo fare a tutti coloro che abbiano voglia di crescere,studiare e migliorarsi nel ballo, è proprio quello di partecipare a questi eventi! Così facendo si ha la possibilità di confrontarsi, carpire le nuove tendenze e i nuovi stili ma soprattutto di studiare e guardare dei veri professionisti all’opera. Il ballo richiede passione..ma lo studio e la tecnica sono componenti fondamentali. Allora ragazzi..come al solitò controllate i vostri passaporti, riempite le vostre valigie e catapultatevi nel fantastico mondo dei Salsa Festival Around the World!!


Sogno Boricua di Tony Guaguancò Ero appena un ragazzo quando, per puro caso, mi avvicinai al ballo latino. Qui in Italia risultava ancora una musica “strana”, ma io in pochissimo tempo fui rapito dai suoi ritmi musicali così variegati. Col passare degli anni, l’ascoltarli ha fatto di me un vero appassionato della cultura latino americana. Ho sempre sognato, fin da subito, di poter toccare con mano tutto ciò di cui sentivo parlare: un sogno divenuto realtà l’estate scorsa, quando ho conosciuto un portoricano che lavorava nella mia città e, quasi naturalmente, siamo diventati amici. Dopo aver conosciuto la mia grande passione per la musica e la cultura Boricua, sono stato invitato a trascorrere 15 giorni a Puerto Rico in sua compagnia. Non mi sembrava vero, sentivo di essere ad un passo dal sogno, dovevo solo accettare affinché potesse diventare realtà. Come in un film, il 17 settembre 2010 dopo 12 lunghe ore di viaggio, sono atterrato a San Juan, la capitale. Mi guardavo intorno incredulo, sentivo la gente parlare spagnolo, tutto era nuovo, inverosimile ma bellissimo. Come un bambino alla sua prima gita scolastica ho cominciato a fotografare tutto quello che mi passava vicino; tutto per me era speciale, ogni og-

getto, ogni persona e ogni posto! Anche se stanco, la sera stessa sono stato portato nel locale di salsa più rinomato di San Juan: il Latin Roots. All’interno, mentre stai degustando uno dei piatti tipici locali, orchestre popolari conosciute in tutto il mondo suonano salsa dal vivo. È stato meraviglioso entrare e ascoltare e ballare canzoni famose come “Pa Bravo Yo” e “Guaguanco Pa’l Que Sabe”: ho subito dimenticato tutta la stanchezza che il lungo volo – e il fuso orario- mi avevano procurato. Puerto Rico è fuori dalle rotte turistiche internazionali (almeno per gli italiani, ai quali vengono offerti Cuba – Messico – Santo Domingo): è un isola non troppo grande, quindi percorribile senza troppa fatica con un’auto a noleggio. Detta Isla del Encanto per i suoi paesaggi meravigliosi immersi in un palcoscenico tropicale è dotata anche di grandi spiagge. Qui si può fare il bagno praticamente tutto l’anno perchè Puerto Rico ha un clima tra i 24 e i 35 C° con un’


umidità molto alta. L’alta stagione va da Novembre sino a fine Aprile e, a differenza di altre isole tropicali caraibiche, non ci sono rischi di uragani grazie alla posizione geografica dell’isola. Sono molto sviluppati i fast food di grandi catene americane come Mc Donald, Burger King, Church’s Chicken etc. La cucina boricua è molto speziata: tra i piatti tradizionali si trovano zuppe di verdure, cipolla, mais e peperoncino (sancocho); la zuppa di granchio (calalou); riso pollo e fagioli (comida criolla); il mofongo, piatto abbastanza diffuso servito come piatto laterale con i tostones (platani verdi fritti) o come piatto principale ad esempio farcito da gamberi (mofongo de camarones con churasco). Ho trascorso dei giorni indimenticabili fuori dagli schemi, con gente che ha il sorriso stampato sulle labbra ma soprattutto nel cuore, toccando con mano l’amore per la vita, come avviene ascoltando la loro musica! A voi che condividete la mia passione, nel prossimo numero, racconterò l’emozionanti incontri che ho avuto con personaggi che hanno fatto la storia della salsa ….


Clave Cubana di Omar & Gallo Sorso Latino

In occasione del concerto della Clave Cubana tenuto al Cycas di Potenza, Sorso Latino (programma radiofonico) ha voluto conoscere più da vicino questo gruppo, intervistandolo durante le prove. L’incontro è stato davvero interessante, tant’è che KLC , per voce di El Pachy, ci ha condotto all’interno dell’anima dei loro brani, in un percorso che, partendo da storie e pezzi di vita vissuta, ha portato alla realizzazione di Bandolera, album in promozione, e di un nuovo Album, ancora in lavorazione e di prossima uscita. In esclusiva per Sorso Latino il nome dell’Album: FIESTA Benvenuti, come gruppo siete nati da poco (2003) ma già state riscuotendo un notevole successo. Qual’è il vostro segreto? Il nostro segreto sta nel raccontare storie di vita vissuta, eventi capitati direttamente a noi, cercando in questo modo di arrivare al cuore della gente che ascolta i nostri brani. In questo modo cerchiamo di toccare i sentimenti, come se chi ascolta facesse un viaggio fra le proprie

esperienze. Il vostro è un genere particolare, qualcuno sintetizza Reggaeton...in realtà è un mix di sonorità tra bachata, merengue e salsa. Esatto. Noi, in realtà, cerchiamo di fare un “miscuglio” di sonorità sud-americane ma ora stiamo lavorando ad un progetto nuovo, che vi annuncio in anteprima: si chiama FIESTA, un album che uscirà per la metà di quest’anno (Maggio 2011). Questa mi sembra davvero un grande notizia, stasera invece suonerete pezzi di Bandolera, il vostro ultimo Album prodotto. Si, suoneremo per la maggior parte i pezzi tratti da Banolera, visto che sono brani che


stiamo ancora promuovendo e che vengono trasmessi da molte radio, anche on-line. Lo faremo sicuramente anche Noi di Sorso Latino su Radio Potenza Centrale. Parliamo ora dell’accoglienza: come vi siete trovati in Italia ? Molto bene, sia con la gente che con i musicisti, infatti abbiamo una collaborazione con un

musicista italiano, che ha prodotto con noi “Solo un momento”, mi piacerebbe farlo ascoltare in Radio, perchè è il frutto di una collaborazione tra CUBA e ITALIA, è un genere nuovo, non ancora provato da altri gruppi, molto simile alla musica italiana con fusioni di musica cubana , insomma un po’ Pop e un po’ Reggaeton. Sto per lasciarvi al concerto un messaggio per gli amci di Sorso Latino. In bocca al lupo per il programma, mi auguro parta alla grande, un mega saluto agli ascoltatori di Sorso Latino da parte di KLC Clave Cubana.. Avete in mente un tour, insomma dove possiamo venire ad ascoltarvi? Quest’estate saremo in Calabria...poi abbiamo in programma Napoli...e poi c’è il Caffè Caruso a Roma, dove ci esibiamo il martedì...poi partiremo in tournè fino a fine estate.... Ok...allora invito tutti a collegarsi al sito della Clave cubana per tutte le info clave-cubana. com grazie ragazzi.


Dj era digitale = confusione globale

Di Francisco Rojos Abbiamo superato il primo decennio degli anni 2000 e possiamo dichiarare con estrema franchezza che nella professione DJ si è innescata una vera e propria rivoluzione. Dopo aver affidato tutti i nostri vinili allo scaffale “vintage” del nostro studio o delle nostre abitazioni, sembra sia arrivato il momento di affiancare al sacro disco in vinile anche i nostri CD. Ma cosa ci aspetta per i prossimi anni? Beh!! la domanda sembra trovare subito una risposta.. ecco servito il digitale!! Farcito di negozi virtuali, software con aggiornatissime consol virtuali, controller di ogni

forma, prezzo e prestazione, negozi on line dove acquistare la nostra musica, insomma siamo entrati in una nuova era dove chi si ferma è obsoleto... Sembra tutto bello e funzionale, ma è davvero così? Purtroppo la risposta è NO!!! Questo particolare periodo di transizione lo definirei con 2 parole.. “confusione globale” Parliamone e analizziamo velocemente la tecnologia attualmente disponibile. SOFTWARE: I software che in questi anni si sono affermati a furor di popolo (per indubbie qualità basate su performance e affidabilità) sono 4, Serato Scratch Live, Serato Itch, Virtual DJ e Traktor. Come cita una famosa pubblicità: “Liberi di scegliere!!”, Schermata del: virtual dj


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Salsa Allegra dal 27 al 29 maggio Ugento (Le) descargacubana.it Evento People dal 20 al 22 maggio Scalea (Cs) www.eventopeople.it Que viva la salsa da 1 al 5 giugno Vieste (Fg) www.quevivalasalsa.it Salsitaly XII ed. dal 1 al 5 giugno Monopoli (Ba) www.salsitaly.com Sexy and sensual holiday dal 5 al 12 giugno Rivamarina www.sexylatinfestival.com

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ONDALATINA dal lunedì al venerdì alle 15.00 e il sabato la Tropical Top con Domingo LA FIESTA la classifica dei brani più ballati in onda il sabato alle 12,30 con Enzo Straniero SORSO LATINO tutte le domeniche dalle 17.00 alle 19.00 con Omar e Gallo

I PIRATI DEI CARAIBI tutti i sabato dalle 15 alle 16 con Mirko HP e Vincenzo Alfieri.


DAL MAMBO ALL’ HIP HOP ripercorrendo la nascita della “Salsa” El Cubanito dj Ripercorrere le origini della Salsa non è cosa facile considerando che, come lo stesso termine indica, il tutto risulta essere una miscela esplosiva di diverse tradizioni, movimenti e culture che, in un modo o nell’altro, hanno caratterizzato un percorso musicale e culturale che nasce nella comunità latina del Sud e si incontra con le nuove generazioni statunitensi in particolare quelle del Bronx di New York. In questo senso un contributo notevole ci viene offerto da un film documentario pubblicato nel 2007 e riedito nel 2009, ma di estrema attualità: “FROM MAMBO TO HIP HOP”. Prodotto da Elena Martinez e Steve Zeitlin e Diretto dal cronista di vecchia data Henry Chalfant, la

pellicola narra la storia e l’incontro di due diverse generazioni di abitanti di New York - soprattutto cubani e portoricani – che hanno dato vita a forme d’arte musicale culturalmente specifiche ma col tempo rivelatesi avere risonanza universale, grazie ad un linguaggio che inglobava diverse culture musicali popolari miscelate egregiamente con le più nuove tendenze offerte dal blues e dal jazz americano. Da un parte la generazione più vecchia, quella dei genitori, che si esprimeva attraverso il ritmo e la danza sensuale di Cuba o quella più dinamica ed energica dalla bomba portoricana. Dall’altra quella dei giovani che, cresciuti nelle strade del Bronx, si riunivano in gruppi ed utilizzavano la musica ed il ballo come vera e propria forma di ribellione in risposta ad un ambiente oppressivo che toglieva loro ogni speranza per il futuro. Il tutto comunicando la loro forte volontà attraverso un nuovo linguaggio della musica e del corpo: l’HIP HOP. Il MAMBO rappresentava quindi la tradizione musicale che si incontrava e si andava pian piano sviluppando in una forma più universale, l’HIP HOP esprimeva in maniera energica la fusione della danza con la musica stessa per raffigurare


al meglio la realtà e il degrado del ghetto. “FROM MAMBO TO HIP HOP” esplora soprattutto la creatività di questi gruppi di persone che, in un paesaggio urbano alquanto povero e desolante, hanno dato forza e significato ai propri sforzi di costruire una forma di comunità globale che, in qualche modo, li potesse coinvolgere e rappresentare tutti. Studioso, fotografo ed amante dei graffiti e della cultura del Bronx, Henry Chalfant tenta di racchiudere nel film più di vent’anni anni di migrazione ed emarginazione che hanno caratterizzato la nascita di diverse comunità etniche e la loro successiva ricerca d’identità soprattutto attraverso la danza e la musica. Dopo la rivoluzione cubana, New York divenne infatti il punto di riferimento di tutti i musicisti latini alla ricerca di successo e la Grande Mela, con tutti i suoi locali, teatri ed industrie discografiche, rappresentava dunque una meta importante per lo sviluppo della stessa musica latino-americana. New York era l’ unica città in grado di ampliare e sperimentare questa nuova onda sonora caratterizzata dalla fusione di diversi ritmi e musicalità e conferirle un’ identità unica in modo da poterla diffondere nel mondo ed elevarla a patrimonio universale attraverso un termine che potesse rappresentare al meglio questa “mezcla” di varie culture, ovvero “SALSA”. Tra i più importanti interpreti di questo rinnovamento musicale sono da citare i grandi Willie Colòn, Eddie Palmieri, Ray Barreto e Larry Harlow, ma all’interno del dvd sono presenti altri personaggi illustri come Tito Puente, Celia Cruz, Benny Bonilla, Curtis Brown, Orlando Marin, Angel Rodriguez, Bonny Sanabria e tantissimi altri ancora. Essi, nella loro diversità, raccontano di aver avuto lo stesso obiettivo, quello di far musica cercando di veicolare in modo forte e deciso un messaggio politico, culturale e sociale che , mediante la Salsa, potesse raggiungere le coscienze di tutto il mondo attraverso una voce comune: quella della musica e del ballo. Certo il fine da raggiungere era quello di rendere partecipi anche tutti coloro non direttamente coinvolti in questo straordinario mondo che esprimeva una società in evoluzione. Parliamo di uno sviluppo culturale che partiva dalla gente, dal popolo e che di essi ne aveva tutte le caratteristiche. Le storie vengono raccontate dal punto di vista dei ragazzi “nuyoricani” partendo dall’interno delle gangs del quartiere in cui i giovani si raggruppavano per razza o nazionalita’ . Ma il malessere viene trasformato, non cede ai compromessi ne alle minacce. Si riparte per costruire una società migliore. Tra i rottami degli edifidi bruciati nascono parchi pubblici e Club aperti alle gare di breakdance. Dagli scontri fra le bande nascono le battaglie di parole alle quali solo il rap può dare massima comunicazione. Questa ricerca spasmodica di libertà e creatività da vita ad una rivoluzione musicale senza precedenti, ormai diventata universale, dove le diversità si fondono diventando una sola entità. In un Bronx logorato e assediato viene alla luce un movimento che incanta il mondo intero e che da voce a chi non ne ha mai avuta. Per i giovani arte, musica e danza appaiono l’unico modo per essere se stessi, per cercare di costruire un futuro che non sia solo di speranza ma di vita quotidiana.

Eddie Palmieri La creatività esplode in una passione senza limiti contro ogni oppressione e ogni pregiudizio, contro ogni ghettizzazione e rivolta ad un’assoluta apertura al mondo intero. Da questo punto di vista, dapprima il MAMBO e successivamente l’HIP HOP, hanno determinato in maniera forte il consolidarsi di questo percorso che ha portato la danza e la musica afrocubana ad ottenere quel successo che, passando proprio dalle macerie del sud del Bronx, si e’ trasformato nel corso degli anni a seguire in quel vortice irrefrenabile che oggi ci accomuna, ci appassiona e che tutti conosciamo oramai con il nome di “SALSA”.


Fuego y Pasion

Beni Castro, meglio conosciuto come ballerino con “Corazon” è tra i ballerini insegnanti di Salsa più noti, in Svizzera e nel centro Europa . Nel 2003, ha formato il gruppo Fuego y Pasion. Il gruppo formato da quattro ballerini di varie nazionalità dal Cile (Beni) alla Spagna (Marco) al Portogallo(Marta) con una eccezione Italiana (Veronica) . Tutti con un grande curriculum individuale di studio di varie discipline dal Classico alla Capoeira , dalla Kizomba al Modern Jazz al latino fondendo così le loro culture x creare avvincenti coreografie che riescono sempre ad entusiasmare il pubblico. Los Angeles Style è la loro passione, uno stile dinamico, veloce e spettacolare. Ogni anno il gruppo vanta tanti successi in ambito internazionale. Da segnalare la vittoria del gruppo ad Ottobre 2010, dello Stargate, al Salsa Congress di Berlino a detta di tanti e degli addetti ai lavori uno dei più belli e importanti x affluenza di utenza congressi degli ultimi anni. Oggi è difficile trovare sempre nuove ispirazioni e idee per creare nuove coreografie, afferma Beni Castro, bisogna lavorare e studiare tanto per raggiungere sempre alti livelli di ballo. La difficoltà più grande e trovare il tempo per allenare, tra lavoro e la vita quotidiana, tra aggiornamento e studio. Tutto il gruppo sacrifica giorno per giorno quel poco tempo libero, famiglia e amici, per allenare insieme. A volte è difficile, ma troviamo sempre un modo per collegare entrambe le cose, perché tutti noi amiamo Salsa! La forza di Fuego y Pasion è disciplina, ma soprattutto l’unità che abbiamo. Siamo come una famiglia con gioia, discussioni e litigi, ma sempre uniti. Que viva la salsa del corazon!!


Le serate latine in Puglia & Basilicata MARTEDI:

Mulata - Bari New Magazine - Massafra (Ta) Night & Day - Molfetta (Ba)

MERCOLEDI:

Target - Bari Relais degli Ulivi - Terlizzi (Ba) Prime - Castrignano dei Greci (Le) Flying Chip - Vaglio Basilicata (Pz) Coco Bongo - Bari Il Mondo di Bea-Gioia del Colle (Ba) Casa Particular - Manfredonia - (Fg) Pasteus - San Giovanni Rotondo (Fg) Civico 11 - Taranto

GIOVEDI:

Palace - Altamura (Ba) Moai Coffe - Conversano (Ba) Arena Pub - Bari Babylis Club - Carosino (Ta) Manaus - Martina Franca Cohiba - Lecce

VENERDI:

Magik Tumbao - Bisceglie (Bat) Mulata - Bari Coco Bongo - Bari La Cascina Disco Pub - Taranto Country Club - Manfredonia (Fg) I 3 Santi - Grottaglie (Ta) Ficoricco - S.Pietro Vernotico (Br) Macarena Latino - Potenza

Victorian Pub - Monopoli

SABATO:

Timo’s - Fasano (Br) Last Exit - Grumo Appula (Ba) Nautilus - Giovinazzo (Ba) El Carneval Show - Putignano (Ba) Bizantino - Massafra (Ta) Lemonade - Trani (Bat) Off Street - Barletta (Bat) Heineken - Gioia del Colle (Ba) Cycas - Tito Scalo (PZ) Domus Area - Foggia La Clave - Ostuni (Br)

DOMENICA:

Mulata - Bari Target - Bari Bloom - Soleto (Le) Zero Caffe - Polignano Must - Altamura (Ba) Moulinrouge- Martina Franca Cadillac Caffe - Ostuni (Br) Cafè del Mar - Taranto Peccato Divino - Tito (PZ) Pepe Nero - Villa d’Agri (PZ) Cayo Rico - Foggia

Segnalaci la tua serata: info@vidalatinamagazine.it


Selle & Salsa Domenica 8 Maggio 2° edizione di “Selle & Salsa” un’iniziativa di “Lossalserin staff” in collaborazione con “I Cavalloni bed and horse”. L’idea nasce per caso quando si incontrano due vecchi amici, Domingo (promoter della salsa) e Angelo de Pace (titolare insieme alla famiglia del centro di equitazione) che con entusiasmo decidono di far trascorrere una giornata all’aperto a tanti amici che oltre a ballare le musiche caraibiche si lasciano coinvolgere nel provare a cimentarsi con l’equitazione. Di lì “Selle & Salsa 1°edizione” sabato 1° maggio 2010 con il “battesimo della sella”, stage di ballo e grande pomeriggio danzante all’insegna del coinvolgimento ed entusiasmo. Opera ben riuscita che oltre a maestri e scuole ha la partecipazione di altre 130 persone che fanno si che anche per questo maggio 2011 venga nuovamente proposta nella 2° edizione sempre con il concetto di “Selle & Salsa” con il programma che rimane invariato: domenica 8 maggio 2011 h10:30 - battesimo della sella; - lezione gratuita di equitazione; - mini stage di ballo in mattinata e nel pomeriggio; - pranzo del cavaliere con un ricco barbecue - e per l’intero pomeriggio e sera salsa, merengue, bachata, balli di gruppo, animazione, ecc. ecc. Per info e prenotazioni Domingo 3472988848.


BRINDISI TARANTO

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