vida latina magazine marzo 2011

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Periodico di informazione, cultura e musica dedicato al mondo latino americano - DISTRIBUZIONE GRATUITA - anno 2 - N°2 Marzo 2011

NE il NUOVO MAGAZI & di

PUGLIA A BASILICAT

luto dallo staff del periodico Vida Latina Magazine.

mmo farle conoscere la nostra rivista mensile, unica nel suo genere e nella sua distribuzio-

da Latina Magazine è una realtà nata a dicembre 2010 con una grande ambizione.

eriodico giovane, originale, che parla delle tematiche più vicine al mondo latino in genere

mazione, attualità, cultura, musica, ballo, ecc.).

mese distribuiamo GRATUITAMENTE 4 mila copie (in aumeto nei prossimi numeri) in

locali da ballo e scuole di ballo di PUGLIA E BASILICATA, oltre 150 punti di distribuzio-

, pub, bar, caffetterie, pizzerie dei capoluoghi di provincia. contenuti sempre freschi, il suo formato maneggevole e tascabile, la sua colorata quadricro-

endono il giornale molto appetibile, tanto da pensare ad una più ampia tiratura e distribuzio-

buito capillarmente, Vida Latina Magazine entra in tutti i locali da ballo frequentati da

naia di persone: tutti i nostri sponsors hanno subito apprezzato tale modalità, appagati dal

o economico per la loro attività; è grazie a loro che stiamo lavorando e siamo soddisfatti nel

Merengue

ndere efficacemente il loro nome.

mmo lieti se lei volesse usufruire del nostro periodico per pubblicizzare la sua attività, certi nostro giornale con il suo nome arriverebbe tra le mani di migliaia di nostri lettori.

La Cultura Dominicana

Donato Ciccimarra Direttore Editoriale Vida Latina Magazine



Editoriale di Giuseppe Disabato Registrazione del Tribunale di Bari: n°3199 del 25/11/2010 Tiratura: 6000 copie Numero Chiuso: 11/03/2011 Edito da: Ass. Culturale IDEANDO 2.0 Via Berlino 86 Altamura (Ba) Tel. 339.3511452 info@vidalatinamagazine.it Direttore Editoriale: Donato Ciccimarra Direttore Responsabile: Giuseppe Disabato Direttore Artistico: Nunziella Buono Silvio Sisto Caporedattore: Alberto Pianetti Redazione: Michele Traversa Silvio Sisto Francesco Leoni Enzo Conte Daniele Blasi Lara Palmisano Loretta Moramarco Ricky Espino Denny dj Davidino dj Giulio Patruno Paolo Martano Enzo Straniero Nico Tursi Mirko Hp Osiris Proenza Domenico Giacomobello Vito Ranieri Stefania Errede Gaetano Mongelli Giuseppe Berloco Hanno Collaborato in questa uscita:

Alessandro Mazza Alfonso Grotta El Flaco info e contatti: Tel. 339.3511452 vidalatinamagazine.it info@vidalatinamagazine.it Skype: vida latina magazine

Passione

è il sentimento più ricorrente quando parliamo di musica latina. Siamo nel campo delle emozioni, quindi, difficilmente spiegabili a chi non conosce, non vive “l’ambiente latino”. E’ stato proprio questo lo stimolo che mi ha portato ad accettare la direzione di questo periodico: fare nuove esperienze e imparare parole nuove. Specie se la movida latina non viene declinata esclusivamente con l’elenco dei locali e delle tante serate di divertimento in giro per Puglia e Basilicata, ma diviene racconto, narrazione, scoperta di terre e culture così lontane da apparirci irraggiungibili. Con una redazione di collaboratori variegata, che si nutre di vissuti diversi e di molteplici punti di vista, il magazine ogni mese aggiunge una voce in più nel già vasto panorama dei giornali gratuiti ma si distingue per la sua originalità: qui non troverete sicuramente nulla di Ruby!

Noi tutti pensiamo di comunicare soltanto con le parole e non ci accorgiamo che il suono spesso prevale: accade al volante

di un’autovettura, più spesso nelle relazioni personali, soffocate da parole che spesso dicono poco. Forse conviene scoprire l’altro con il

corpo e vivere intensamente ogni attimo:

è questo, credo, il valore aggiunto della cultura sudamericana. L’obiettivo è quindi raccontare la vida latina agli appassionati, già navigati, a chi nutre le prime curiosità o amicizie e a tutti i lettori di Puglia e Basilicata, perchè è questa la dimensione di distribuzione del nostro magazine. Passione

per nuovi incontri, per la socialità delle esperienze, per il ballo, per una musica che ci emoziona, per una terra così lontana che, se vogliamo, diviene ogni mese l’orizzonte immediato delle nostre letture. 3


VIDA LATINA PEOPLE



LA REDAZIONE... Osiris Proenza

Silvio Sisto

Nunziella Buono

Giulio Patruno Lara Palmisano Enzo Conte

Francesco Leoni Gaetano Mongelli

Vito & Enzo

Alberto Pianetti Ricky Espino

Nico Tursi

Paolo Martano

Davidino Deejay

Vito y stefania

Michele Traversa Denny Deejay

Giuseppe Berloco

Dj Hp

Enzo Straniero

Daniele Blasi

Peppino Disabato


Katia Antonucci

Insegnante Latin Gem - Milano PH: Stefano Ricotelli, SR-Studio

‘


di Enzo Conte

IL BUSINESS HA INQUINATO L’ONDA SALSERA

Fare un analisi dello stato attuale della salsa in Italia non è facile. I dati sono assolutamente contraddittori in quanto si passa da grandi successi ad autentici flop. Sarebbe forse più saggio affermare che per molti anni l’onda salsera è andata sempre più crescendo ma ad un certo punto la parabola ascendente si è arrestata... Sicuramente abbiamo tirato troppo la corda, arrivando a proporre una dose eccessiva di salsa, che alla lunga si è dimostrata controproducente. D’altra parte “è la domanda che crea l’offerta” e mai viceversa. Stupidamente abbiamo dimenticato questa grande verità e così abbiamo continuato ad aprire locali, ad aprire scuole, ad organizzare festival, raduni, congressi e quant’altro, senza renderci conto che il pubblico stava andando in overdose. Credo però che più che dei numeri dovremmo preoccuparci del fatto che, strada facendo, molti hanno dimenticato i valori, le buone intenzioni e gli ideali dei nostri romantici esordi. La vera crisi è cominciata quando si è perso per strada la “spontaneità”, la passione disinteressata per cadere nelle trappole del business. Molti maestri a quel punto si sono trasformati in tanti piccoli manager di se stessi. Niente di male a fare delle propria passione un mestiere! L’artista da sempre è una delle professioni più nobili. Il vero problema nasce, però, quando si finisce col fare ogni cosa nell’ottica del lavoro e del tornaconto economico. E così finiti gli eroici tempi del “Tutti per uno, uno per tutti” ognuno ha preso a coltivare il suo orticello, trasformando la propria scuola in un “Hotel a 5 stelle all inclusive”, dove si fornisce di tutto: dalle lezioni di ballo agli stage, dai raduni salseri alle gite fuori porta, dalle pizzate alle cene, dagli incontri sociali alle serate danzanti, con tanto di dee jay personalizzato. Senza dimenticare poi il mercato delle magliette, delle tute sponsorizzate, delle scarpe da ballo e dei gadget personalizzati... E’ indubbio che nella diffusione della salsa in

Italia le scuole hanno avuto una importanza fondamentale, ma è altrettanto certo che una volta entrati nella logica del business piuttosto che della sana divulgazione, le scuole stanno rischiando di fare il deserto intorno a loro. Per spiegare meglio quello che sta succedendo mi verrebbe voglia di fare un paragone sportivo: una volta eravamo come un gruppetto di ciclisti in fuga, tutti desiderosi di arrivare al traguardo (magari anche di vincere), ma (seppur rivali) disposti a collaborare tra di noi pur di raggiungere uno scopo in comune. Oggi invece siamo come un gruppo fatto da migliaia di persone dove ognuno pedala per conto suo, per nulla disposto a mettersi al servizio degli altri. L’importante non è più vincere quanto non far vincere gli altri. Ormai è arrivato il momento di ognuno per sé, se non proprio tutti contro tutti. Ognuno sponsorizza le sue serate, i suoi eventi, senza però assolutamente desiderare appoggiare quelli degli altri. Manca assolutamente quello che si chiama “principio di reciprocità”. E oggi a dividerci non è più solo il ballo o la proliferazione degli stili. A dividerci è persino la musica, al punto che è sempre più difficile fare convivere sotto uno stesso tetto persone che, strada facendo si sono rese conto di avere non solo dei gusti musicali diversi, ma anche una idea assolutamente diversa di che cosa sia la salsa e di come vada vissuta. La mia sensazione è che non solo ognuno pedala per se, ma che andiamo persino per strade diverse... Alcuni fenomeni, purtroppo, sono irreversibili perché fanno parte dell’evoluzione delle cose. Di conseguenza dobbiamo accettare il fatto che il mondo della salsa probabilmente non tornerà mai ad essere quello di una volta. Ma se la direzione in cui sta andando non ci piace, perché non cominciare a rifiutarci di andare verso quella direzione? Credo che sia arrivato il momento di ribellarsi a


questo sfrenato business senza limiti e senza regole! Che ognuno torni a fare il proprio mestiere! I proprietari dei locali si preoccupino di migliorare i loro ambienti (a cominciare dall’acustica e dalla sicurezza) gli organizzatori facciano gli organizzatori, i dee jays i dee jays ed i maestri i maestri. Un bel no dovremmo dirlo soprattutto al “mercato” che si sta creando intorno alla salsa. Oggi, lo possiamo vedere con i nostri occhi, ci sono quasi più maestri che allievi. Fermare questa pazzia collettiva non è facile, ma se non possiamo arrestare questo fenomeno, possiamo per lo meno invocare un po’ più di etica. Basta con questa corsa al ribasso, queste offerte da supermercato: “prendi due e paghi uno”, questo proliferare di corsi per maestri, questa corsa al diploma rilasciato dal federazioni sempre più complici!!! E ancora più doveroso sarebbe dire no a coloro che considerano i maestri dei semplici porta-gente, a quelli che ti offrono persino dei soldi per partecipare alle loro serate. A chi ti invita a fare il week end salsero o al Festival Tal dei Tali solo se gli porti gli allievi o gli vendi dei pacchetti....” Quanti altri no, potremmo o dovremmo ancora dire? Gli altri non lo faranno? Problema loro! Quanti ne abbiamo visti apparire e scomparire come meteore? Non possiamo d’altra parte sperare che tutti “la pensino come noi”. Siamo ormai “così tanti e così diversi”, ma se solo riuscissimo a coagulare le forze di chi la pensa come noi, “questo sarebbe già un bel risultato!”...

Mi auguro di cuore che questo mio nuovo libro possa, non solo ampliare il dibattito sulla storia della salsa, ma soprattutto aprire nuovi orizzonti a tutti coloro che volessero entrare a far parte di quella allegra brigata di indomiti giacobini e romantici scapigliati che non mettono mai fine alla loro sete di conoscenza. Al libro sono allegate in omaggio due compilation musicali in mp3 di 100 brani l’una, che ripercorrono “La Historia Musical” di questi due luoghi così importanti nello sviluppo della salsa e di tutti i ritmi che l’hanno generata. Enzo Conte

“La salsa sulla rotta Puerto-Rico-New York” edito da Salsa y Cultura. Il libro non sarà presente in libreria ma sarà acquistabile tramite spedizione postale prenotandolo a: salsaycultura@libero.it

FeedBack

Caro maestro, sto leggendo il tuo nuovo libro da qualche settimana. L’argomento appare vastissimo e tu sei stato capace di sintesi tanto da renderlo “masticabile” a chi come me non è mai stato a Puerto Rico. Lo ritengo tanto esaustivo da renderlo un documento su cui basarsi per affondare i denti sull’argomento a chi volesse poi fare ricerca in questo campo. Effettivamente rileggo più volte i primi capitoli per afferrare i contenuti e ogni volta mi accorgo di quante radici e diramazioni ci siano nella cultura caraibica e provo davvero una grande ammirazione per chi come te ha deciso di promuovere questa cultura e di condividerla. Francesco Gatto

Enzo, ti ringrazio per il bel lavoro fatto e per la passione che dimostri e che ci permette di continuare ad apprezzare questa meravigliosa realtà musicale. Ho sentito la musica ed è la nostra comune radice musicale in tutta la sua bellezza. Claudio Carli Neanche un abbonamento a vita a Penthouse mi avrebbe dato le emozioni potenti che già dalle prime dieci pagine che ho letto del tuo libro, ho avuto!!! Trasudi amore e entusiasmo per la musica portoricana da tutti i pori che mi hai già contagiato. La prossima estate pensavo di tornare (dopo trent’anni) a New York a respirare un po’ di mondo salsero, invece cercherò di andare a Puertorico. Complimenti per l’opera veramente imponente... Bruno (Trieste) 9


Luis Enrique

el Príncipe de la Salsa

di Ricky Espino

In occasione di un concerto a Milano dell’artista nominato “il principe della salsa” abbiamo avuto l’onore di ospitarlo negli studi di 105 Latino e di intervistarlo. Ringraziamo i loro tour manager, gli amici della Planet Records, Roberto, Claudio e Miguel e tutto l’ufficio stampa di Latinoamericando expo. E’ la prima volta che vieni in Italia a presentare i tuoi lavori? E’ un piacere essere qui di persona a Milano, la prima volta per me, la risposta del pubblico è stata meravigliosa nel concerto di Roma e aspettiamo di vedere che succederà questa sera qui. Sicuramente andrà molto bene il tuo concerto, siamo sicuri che sarà un grande successo, perché c’è tanta gente in attesa di sentire e vedere da vivo Luis Enrique e la sua musica. Luis raccontaci com’è stata la realizzazione di progetto, questo disco “Ciclos” e dicci tutto quello che hai vinto con questo disco. Ciclos è stato realizzato completamente a Miami sotto la tutela di Sergio George, cercavamo da tempo di fare qualcosa insieme, anche se avevamo già lavorato in “Mi Mundo” nel 1990 e poi in quattro canzoni di un disco che si chiamava “Transparente” uscito nel 2002, ma mai avevamo lavorato ad una produzione completa. Questo disco presenta per la maggior parte canzoni che parlano di vita vera, credo che abbiano molto a che vedere

con me, con questo momento di transizione e di apertura della mia carriera, facendo onore al titolo, ho chiuso alcuni cicli della mia vita e se ne stanno aprendo altri, per esempio produzioni come questa. Dieci canzoni completamente inedite. Sono composizioni tue? In qualche caso sono co-autore con qualche amico, “Yo no sé mañana” `di Jorge Luis Piloto e Jorge Villamizar, ex del gruppo Bacilos, come questa canzone altre ne sono arrivate e con molte mie creazioni, abbiamo cominciato a selezionare i brani e creare una produzione con dieci grandi canzoni, la realizzazione è durata circa tre mesi sempre a Miami. In questo periodo di assenza mi sono dato il compito di comporre e partecipare alla creazione dei brani con gli altri amici compositori coinvolti: Amaury Gutierrez, Fernando Osorio e gli altri già citati prima. Volevo dare alla gente canzoni che venissero viste dal punto di vista del cantautore, più che brani commerciali, sapevo comunque avrebbero preso la direzione della salsa, l’aspetto ritmico, perché Sergio ne era coinvolto e lo davo per scontato, quindi sapevo che sarebbe stato bello interpretare brani questo tipo . Luis raccontaci i risultati di questo lavoro. Mi ha portato cose bellissime, dopo che mi dissero che ero nominato a quattro grammy latini, “Yo no sé mañana” cominciò ad essere immediatamente sempre più ascoltata, senza dubbio questo è stato


l’inizio di tutto, due grammy latini vinti, nominato ad sono cambiati, l’industria è cambiata. No è più faun grammy americano, quattro nomine ai premi “lo cile come una volta, oggi un artista emergente per nuestro” ed anche un “billboard”, abbiamo comininiziare una carriera deve avere molta cultura musiciato molto bene! Inoltre con brani come questi che cale, molte capacità con le quali crescere per avere possono entrare nel cuore di tutti abbiamo coperto opportunità. I giovani che iniziano questo percorso uno spettro di gente impressionante dai più piccoli possono contare su una sola opportunità, raramente ai più grandi, quando ascoltai il brano per la prima ce ne una seconda, per questo se va male la prima, volta, mi sorprese, perché capii che avevo trovato può darsi che la seconda non si presenti. Bisogna qualcosa che io volevo dire, un brano per tutti in cui prepararsi per essere totalmente sicuri di quello che tutti potevano identificarsi, ma mai che sarebbe stato uno vuole fare ed essere per il pubblico, credo sia un quello che è diventato. Ciclos l’album ha seguito il consiglio valido per tutti. cammino di “Yo no sé mañana” e nel disco ci sono Grazie Luis a nome di 105 latino e Vida Latina un sacco di canzoni in cui la gente può ritrovarsi. Magazine, ti ringraziamo. Che continui così la tua Luis raccontaci i tuoi piani futuri. carriera, con tanto successo. In agosto cominciamo questa nuova produzione che Grazie a te Ricky e a tutti i lettori. portiamo avanti da più di un anno, uscirà per il mese di Gennaio, tutto è concentrato nel mese di Agosto. Il solito consiglio per i nuovi giovani che cominciano la carriera di artisti cantando o suonando, sia latini che europei. Penso che la cosa più importante sia prepararsi , qualsiasi cosa si voglia fare, cantare o suonare uno strumento bisogna studiare, la concorrenza è Luis Enrique e Ricky Espino negli studi di 105 Latino, Milano dura, i meccanismi

Chi è Luis Enrique? Luis Enrique Mejia Lopez, in arte Luis Enrique è nato il 28 settembre 1962 a Somoto, in Nicaragua. Con l’ entusiasmo di crescere musicalmente va a vivere a Los Angeles, negli USA, e a partire dal 1978, ispirato dalla musica jazz ed il rhythm & blues, iniziò ad aggiungere nuovi suoni alle sue composizioni. E’ arrivato all’attuale genere musicale quando si è reso conto che si poteva fare musica per ballare, senza sacrificare un buon messaggio, riconoscendo che è stato Ruben


Blades l’artista dove suona strumenti che gli ha modi percussione e adstrato il cammidirittura nel classico no. L’occasione brano e primo singogiusta arriva da lo di grande successo una audizione a mondiale “Mi Tierra” Miami, per essere l’intro del brano con il cantante di un le congas è il suo. Ha gruppo salsero. anche lavorato come La sua prima prostrumentista nella canduzione discograzone “María” di Ricky fica negli Stati Martin, e in produUniti: “Amor De zioni per Chayanne, Medianoche”, Arturo Sandoval, Alex uscito nel 1987. Acuña e Collective La carriera di Soul, tra i tanti. Luis Enrique acNel 2009 torna a reinquista forza e i ventarsi, mettendo suoi nuovi dischi tutta la sua passione diventano sempre in un nuovo album numeri uno neldal titolo “Ciclos” le vendite, oltre con l’etichetta appena a una dozzina di nata Top Stop Music Sergio George e Luis Enrique produzioni regidi Sergio George, un strate tra Costa nome che nel monRica, Venezuela, Messico e Nicaragua. do salsero rappresenta un marchio di garanzia e Da lì, il resto è storia conosciuta da milioni di perper Luis Enrique è significato un nuovo riconosone che attraverso tutta l’America Latina hanno scimento internazionale. Nel gennaio del 2010, potuto godere della sua arte, addirittura molte perl’ultimo riconoscimento al “Principe de la Salsa” sone credono che sia portoricano. Così nel tempo uno dei pionieri della cosiddetta “salsa romantiriuscì a guadagnarsi l’appellativo di “Príncipe de ca” e dopo ben 22 anni di carriera vince ancora un la Salsa”. Grammy nella categoria “Miglior Album TropicaIl suo talento si è contraddistinto anche attraverle Latino”, un ritorno più che trionfale! so collaborazioni con stelle come Gloria Estefan, Tratto da: Planet Records Italy sia nel cd “Abriendo Puertas” e in “Mi Tierra”



Issac La India Delgado &

La Super Coppia della Salsa

di Miguel Melchionda

Hanno deciso di rinnovare la Salsa, riportandola al successo internazionale, mixando il meglio di Cuba e Puerto Rico. Nel 2010 un lungo e fortunato tour europeo insieme. Ora nel 2011 esce un nuovo brano, in uscita mondiale con Planet Records

Il tentativo è quello di riportare la Salsa al successo che merita”, ci ha detto Issac Delgado che insieme a La India canta il nuovo fantastico “Que No Se Te Olvide” brano prodotto da Planet Records in doppia versione (Salsa e Bachata) e che ha grandissime probabilità di diventare il tormentone latino di questa primavera. I due cantanti caraibici erano già stati in tournée insieme la scorsa estate: un progetto speciale nato per il pubblico di Miami e che vedeva sul palcoscenico una formazione poderosa che includeva anche Tito Nieves. Il “claim” della pubblicità recitava: “Se sei un salsero non ti puoi perdere un evento mondiale come questo” ed era vero! Il concerto vedeva insieme per la prima volta Miami un cantante cubano 100% (anche se ora radicato a Miami) Isaac Delgado e la Newyoricanissima India conosciuta come “La Princesa de la Salsa”, nome che le fu dato da Celia Cruz in persona e il puertoricanissimo Tito Nieves, altra stella.


Ma come è nato questo super progetto? Lo abbiamo chiesto direttamente al musicista cubano che ha rilasciato questa intervista esclusiva. Come è nata questa collaborazione? “Queste cose nascono quasi sempre per caso dice Issac Delgado. - Eravamo in tournée questa estate, avevamo anche molte date in Europa e come capita sempre stando sul palco insieme e poi nel backstage si discute, si prova, arrivano delle nuove idee”. Era una cosa che avevate in mente da tempo? “No, come dicevo è stata un’idea che ci è venuta strada facendo. Lo dimostra anche il modo in cui poi abbiamo prodotto il brano. Ma in passato avevo già collaborato con la India. Era il 1997 e partecipammo insieme a un megaconcerto “La Guerra de la Salsa” a New York. Ed ecco ora una nuova canzone.” Stiamo parlando di “Que No Se Te Olvide”? “Sì, infatti. Abbiamo fatto molte prove di registrazione. Non eravamo mai completamente soddisfatti. Siamo arrivati al brano definitivo dopo moltissime session”. Del brano esistono due versioni. “Infatti. Ho subito capito che il tema si prestava anche ad essere una bachata. Così ne esiste una versione salsa di base e poi una un po’ più contaminata”. Stiamo assistendo alla nascita di un nuovo fenomeno musicale? “Non lo so. Certo, per me e India questo è un brano molto importante e naturalmente il più bello, era da tempo che volevamo cantarlo. Potrebbe essere la base di una nuova serie di canzoni e forse l’inizio di una collaborazione. Certamente siamo molto amici”.

Chi è Gaetano Donatone

Issac:

El Chevere de la Salsa Figlio di un sarto e di un’attrice, Issac è nato nel 1962 a Marianao, un popolare quartiere dell’Havana, Cuba. E’ una della icone della Salsa mondiale ed è uno dei cantanti cubani più famosi al mondo: ha registrato molti album e vanta anche 2 cd pubblicati con la mitica etichetta RMM, il suo nome è ormai un punto di riferimento per i salseri di tutto il mondo. La sua carriera professionale è iniziata nel 1983 come componente dell’orchestra di Pacho Alonso. Nel 1988 è cantante solista di NG La Banda. Il suo primo gruppo risale al 1991. Da qualche anno vive a Miami con la sua famiglia, innumerevoli i grandi successi, sopra tutti va citata “La Vida Es Un Carnaval” realizzato nel 1999 e che ancora oggi è la versione più conosciuta di questa canzone nel mondo.

India: La Princesa de la Salsa Il vero nome è Linda Viera Caballero, e molti la chiamano ormai “La Princesa de la Salsa”. La cantante è nata a Río Piedras nell’isola di Portorico, il 9 marzo 1970 ma è una vera Newyorican, i suoi genitori, infatti, decisero di trasferire la famiglia da Portorico a New York poco dopo la sua nascita. E’ una superestrella della Salsa ma anche dell’House Music, genere in cui ha cantato innumerevoli successi modiali. Nella Salsa deve molta della sua fortuna a Eddie Palmieri che nel 1992 produsse il suo primo album di salsa “Llego La India via Eddie Palmieri”, per l’etichetta Acid Jazz Records. Vinse il premio come miglior disco di salsa dell’anno. Da allora ogni sua canzone diventa una hit. Tra le collaborazioni della cantante anche quella con Tito Puente, Marc Anthony e poi con Celia Cruz (La Reina de la Salsa), fu proprio lei ad acclamarla comne sua erede definendola “La Principessa della Salsa”. Celia Cruz è anche la sua madrina di battesimo. 13


Le Radio “latine”

idee e passioni di Daniele Blasi

sionati, Dj Latini, ballerini si misero al servizio dei La nascita delle radio private in Italia risale alla media, il pubblico chiamava musica e loro risponmetà degli anni ‘70, grandi e piccole riuscivano a devano con preziose collezioni, regalate all’ascolrompere il monopolio ed a programmare tutti i geto di tutti, anni di fervore, un mercato di musica neri musicali… ma proprio “tutti i generi?”. latina assente dai circuiti ufficiali, che cominciava Tra radio rock, alternative, dance e pop, le radio latine, non erano contemplate, la nostra era una musica troppo lontana, culturalmente e geograficamente, avremmo dovuto aspettare la metà degli anni ’90 per vedere l’embrione della nostra passione. La strada sera ormai segnata, FUEGO LATINO dal Lunedi aumento di interesse, richieste al Venerdi dalle 19 alle 20 del pubblico, apertura di tante con Nico Tursi. scuole di ballo, c’erano le basi www.idearadionelmondo.it per crescere, anche se si era perso del tempo . Nelle città più grandi cominciaONDALATINA dal lunedì rono a girare i classici della salal venerdì alle 15.00 e il sa e del merengue, e l’avvento del nuovo millennio, portò con sabato la Tropical Top con sé una carica incontrollabile ed Domingo entusiasmante, alla faccia degli scettici. Le radio ormai dovevano far LA FIESTA la classifica dei spazio e “crearsi” una nuova brani più ballati in onda il competenza musicale, alcuni sabato alle 12,30 con Enzo preferivano snobbare la nostra Straniero cultura comune, per non doversi impegnare a conoscerla, altri, più coraggiosi e lungimiranti, compresero che, per SORSO LATINO tutte le riuscire a realizzare contenitori domeniche dalle 17.00 alle di buon livello, era necessario 19.00 con Omar coinvolgere coloro che animavano questo mondo Fu uno splendido periodo pionieristico, in cui grandi appas-

Le radio latine che suonano musica latina in Puglia e Basilicata


a vivere in un commercio parallelo di nicchia. Grandi sacrifici, sorretti esclusivamente da una gran voglia di condivisione e gioia. Viaggi per il mondo alla ricerca di novità e ritmi, l’Italia radiofonica diventava sempre più simile a “Radio Caracas”. Ancora oggi, tutto è mosso dalla passione, non ho mai conosciuto qualcuno che curi una trasmissione latina, che si senta mosso dal danaro, noi latini siamo cuore, siamo coraggio. Ci siamo e ci saremo sempre, e siamo ogni giorno di più. Per merito di questi campioni di generosità, oggi in Italia abbiamo concerti, serate ed eventi con partecipazione sempre crescente. Tante belle trasmissioni in tutta la penisola e sul web. Artisti che vogliono venire in Italia perché vedono in noi la nuova frontiera. Il ringraziamento è sentito per chi si impegna o si è impegnato anche un solo giorno per far crescere “la familia latina” , ogni minuto dedicato alle “nostre” radio è stato un piccolo mattone con il quale si è riusciti tutti insieme a costruire una casa, magari piccola, ma calda ed accogliente come poche.


Flamenco:

un’emozione antica che scorre nelle vene Ritmi infuocati, melodie arabe, folklore spagnolo e ispanoamericano, canti di libertà e passionalità gitani, gestualità sciamanica: questo è il flamenco. Molto più che una semplice di Lara Palmisano danza o virtuosi accordi di una chitarra, il flamenco è amore, passione e dolore che si intrecciano in un meraviglioso equilibrio tra canto, ballo e musica. Fortemente influenzato dal popolo nomade dei Gitani, affonda le sue radici nella cultura dei Mori e degli Ebrei. È il risultato di un passaggio storico, antropologico e culturale lungo secoli e ancora in movimento. Oggi fa parte della cultura spagnola in toto, ha conquistato il mondo intero e nel novembre 2010 è stato dichiarato patrimonio culturale immateriale dell’umanità dall’UNESCO. Di origine antica e dalla trasmissione orale, molte informazioni sulla sua evoluzione si perdono nella storia della Spagna. Secondo alcuni studiosi il flamenco ha radici nel Kathak indiano (una vigorosa danza

orientale portata in Spagna dai Gitani attraverso l’Egitto), per altri invece nasce come canto senza accompagnamento fra gli strati più bassi della società andalusa per poi arricchirsi di forme musicali più varie sotto la dominazione araba e successivamente castigliana. Il flamenco assume un aspetto tragico e tormentato durante il regno dei re cattolici, che coincide nel 1492 con l’espulsione degli Arabi e degli Ebrei e con l’arrivo di carovane di famiglie di Gitani provenienti dall’Europa dell’Est. Tutte queste coincidenze storiche, con l’intensificarsi del triste fenomeno dell’ Inquisizione, fanno del sedicesimo secolo andaluso una vera e propria tragedia per tutto quello che veniva considerato eretico, fra cui i Gitani. In questo contesto, l’arte folcloristica andalusa diventa complice e allo stesso tempo veicolo dell’angoscia del popolo della bassa Andalusia, che ha dato riparo e protezione alla allora tanto indesiderata popolazione gitana. Ecco perché nel flamenco sentiamo quei tipici lamenti che rendono questa musica inconfondibile e accattivante. E risulta difficile non sentirsi13 coin-


volti da canti che narrano di amori non corrisposti, di famiglie spezzate, di lavori forzati, di anni di reclusione lontano dai propri cari. Gli stili musicali del flamenco, i palos, sono più di 50 - anche se alcuni eseguiti molto raramente- e sono classificati secondo ritmo, tonalità e melodia. Alcuni di essi provengono da altri generi musicali e sono stati “aflamencados” nel corso del tempo come la sevillana,il fandango e la farruca per citarne alcuni dei più famosi. Si pensa spesso che l’essenza del flamenco sia la danza. In realtà l’anima del flamenco è il canto. I cantanti possono esibirsi nella stessa serata in pezzi dove è presente il ballo e in altri di assolo. Di norma il chitarrista dopo aver suonato qualche falseta (assolo di chitarra) prepara un tappeto sonoro sul quale il cantante improvvisa una sequenza di letras (strofe) che si possono susseguire a suo piacimento. Quando il cantante si esibisce per il ballo la scelta delle letras è più obbligata, ma anche qui una dose di improvvisazione è presente grazie all’interazione degli artisti sul palco. Le letras sono spesso molto poetiche e sono state nel corso dei secoli imitate e salvaguardate da numerosi poeti come lo spagnolo Federico García Lorca (1898 – 1936) che negli anni venti, insieme al compositore Manuel de Falla (1876 – 1946) ed altri intellettuali, si è battuto per far riconoscere il flamenco come arte e per preservarne la purezza. Altro aspetto importante del flamenco oltre alla musica e ai testi, è il ballo che, con i suoi colori e i suoi movimenti suadenti, è l’espressione più conosciuta di questa arte. Complice la musica sanguigna, la danza nel flamenco è una manifestazione perturbante e trascinante della sensualità. Il dialogo tra i danzatori e l’improvvisazione sono fattori determinanti. I piedi danno il ritmo e rappresentano un vero e proprio strumento di percussione tant’è che le scarpe sono provviste di chiodi nella suola e nel tacco e le danzatrici usano sollevare i lembi del costu-

me. I passi sono nervosi e complicati mentre le braccia si muovono con molta eleganza, con il ventaglio e le nacchere che ne amplificano i gesti e marcano tempo e controtempo. Anche il “solo” assistere ad uno spettacolo di flamenco è un’esperienza che trasmette un’emozione calda e trasportante, come un fremito al continuo accelerare dei passi, in un costante crescendo che sembra infinito. Erotismo, forza, sfida, bellezza: il flamenco è anche questo, e qualcosa di più. Sono emozioni fondamentali, alle quali nessuno può sfuggire. 17


Santo Domingo Il paradiso tropicale di Michele Traversa

Michele Traversa, classe 1973, scrive e pubblica su diverse testate giornalistiche a livello locale e nazionale. Direttore responsabile del quotidiano on line LSDmagazine dal 1998 ha condotto programmi dedicati al Turismo ed alla Musica su Controradio Bari, Laltraradio, Radio Città Futura, Radio Popolare Milano, è stato l’autore di “Flycase”, un format televisivo andato in onda su All Music. In questi anni ha ricevuto diversi riconoscimenti per la professionalità dimostrata in campo giornalistico. Nel 2004 gli è stato consegnato il premio stampa ADUTEI (Associazione Delegati Ufficiali del Turismo Internazionale), nel 2010 ha ricevuto il premio nazionale Caravella durante la cerimonia Giornalisti del Mediterraneo. Ha pubblicato nel 2006 il libro “Per vie traverse…” ed. Stilo, Ad oggi Michele Traversa 53 Stati

La Repubblica Dominicana è nota nel mondo per la sua musica: non c’e casa, strada o spiaggia dove non regni sovrana la musica. Non sorprende, quindi, che la gente si lasci spesso contagiare dal ritmo e canti o improvvisi qualche passo. Ma c’è un momento speciale in cui la capitale Santo Domingo si trasforma per 4 giorni e 4 notti in una frenetica pista da ballo a cielo aperto: è l’annuale Festival del Merengue, che quest’anno si svolgerà dal 29 luglio al 1 agosto 2011. Uno spettacolo magico sia per gli appassionati di ballo latino sia per chi desidera vivere un vero e proprio sogno ad occhi aperti. In occasione dell’annuale Festival del Merengue, la capitale Santo Domingo si anima con esibizioni folkloristiche in costume, competizioni ufficiali tra barman, mercatini di artigianato, feste ed eventi dedicati alla succulenta gastronomia locale, come il Festival del dolce creolo.


Particolare e del tutto unico nel suo genere, è anche il “palco” scelto per questa straordinaria kermesse tutta dedicata al merengue: gli eventi principali si svolgono, infatti, davanti al Malecón, lo splendido lungomare della capitale, chiuso al traffico per l’occasione e trasformato in una pista da ballo davvero spettacolare dove si esibiscono giovani emergenti e stelle della musica dominicana e latina, proponendo i loro pezzi, all’insegna soprattutto di merengue e bachata, considerati i “balli nazionali”. Il merengue, in particolare, è considerato il “ritmo nazionale” della Repubblica Dominicana e si può dire che scorre nelle vene della sua solare popolazione. La sua storia è molto affascinante ed è strettamente legata a quella del Paese. Anche se è difficile stabilire con certezza le sue origini, sembra che questo ballo sia la derivazione di una danza chiamata Upa Habanera giunta nell’area caraibica tra il 1838 e il 1843, diffondendosi in un primo momento a Porto Rico. Si pensa che un suo particolare “movimento” venisse chiamato merengue, movimento che iniziò ad essere “ballato” nella Repubblica Dominicana a partire da metà ’800. Nell’arco di pochissimi anni e dopo qualche controversia, il merengue divenne molto amato a Santo Domingo, soppiantando la tumba, la danza più in voga dell’epoca. Con la diffusione del nuovo ballo, si iniziarono a scrivere anche nuove composizioni musicale. Pezzi come ¡Ay, Coco!, El sancocho, El que no tiene dos pesos no baila e Huye Marcos Rojas que te coje la pelota che hanno fatto la storia di questo irresistibile ritmo. Il merengue è espressione della cultura musicale popolare anche per gli strumenti che vengono utilizzati per accompagnarlo: le bandurrias domini-


cane e le chitarre tipiche “el Tres” e “el Cuatro”. Verso la fine del XIX secolo, la fisarmonica diatonica di origine tedesca, grazie alla sua maggiore maneggevolezza, sostituì la bandurria. La maggiore povertà melodica di questo strumento rese il merengue meno raffinato da un punto di vista sonoro e, di conseguenza, più facile da ballare rispetto a danze che avevano numerose figure e un approccio meno immediato. La sua nuova dimensione più semplice fu anche però l’origine della sua grande diffusione e del favore popolare. Partecipare a questi eventi è un po’ tuffarsi nel ritmo più travolgente e nel calore più autentico del Caribe: l’occasione ideale per tutti di sperimentare la spensieratezza e l’allegria, due tra le tante caratteristiche da sogno della Repubblica Dominicana.

MERENGUE: ALLEGRIA CON SENSUALITA’ di Mario De Palo

Il merengue non è un semplice genere musicale ma l’espressione più autentica del folclore dominicano. Le sue trombe, le sue percussioni trascinanti ed i suoi motivi popolari profumano l’aria di Santo Domingo in tutte le ore della giornata. Come per la maggior parte delle danze caraibiche la sua origine non è chiara e le ipotesi avanzate sono delle più svariate. Quella più stereotipata vede il merengue svilupparsi ai tempi della schiavitù franco-spagnola quando nelle piantagioni gli schiavi africani erano costretti a lavorare con catene ai piedi. Queste non davano la possibilità di grandi movimenti con le gambe e dunque la danza diveniva l’unico mezzo per lenire il dolore e sentirsi liberi, se non col corpo almeno con l’anima. Gli schiavi dunque iniziarono a muovere quello che potevano: bacino e spalle principalmente ed i piedi in maniera più contenuta data appunto l’impossibilità. La base ritmica del

ballo era semplice e riprendeva la cadenza delle marce forzate: un dos, un dos. Il merengue a Santo Domingo si balla in maniera molto semplice e per nulla coreografica. La spettacolarità sta tutta nella sensualità, nelle movenze, nei piccoli gesti e questo ci aiuta a capire come a volte un ballo, per eccellere, non ha bisogno di complicatissime o intricate “figure” ma semplicemente della giusta dose di “sabor” che lo rende unico. In Italia specialmente il merengue si presenta con un corredo di centinaia di figure, molto spesso attinte dalla salsa. Secondo alcuni questo è un arricchimento della danza, secondo altri è uno snaturamento. Sta di fatto che oggi siamo ormai abituati a vedere cavalieri che dimostrano la loro abilità nel gestire il corpo della dama attraverso giri e contro-giri, intrecci, casquè, ecc. Su un punto però sono tutti d’accordo: il merengue è un ballo che trasmette sensualità ed allegria. Vedere spuntare il sorriso sul volto dei ballerini quando si cimentano nel ballarlo è uno spettacolo ed un dono che questo travolgente ritmo riesce sempre a donarci.



Alegria Salsa Congress Vida Latina Magazine incontra lo staff de “Alegria salsa congress” di Lara Palmisano Dal 29 aprile al primo maggio 2011 si terrà a Castellaneta Marina l´ Alegría Salsa Congress. Che cos’è? Alegrìa Salsa Congress è una vera e propria vacanza-stage, un appuntamento per tutti gli appassionati di musica latinoamericana all’insegna del divertimento e del ballo. Perché un evento di questo tipo in Puglia e a chi è diretto? Non ci sono molti appuntamenti di questo genere in Puglia e spesso i salseri sono costretti a spostarsi, a fare tanti chilometri per trovare determinati artisti. Inoltre la Puglia è davvero una zona molto bella e da valorizzare; la struttura da noi scelta per l’evento è dotata di ogni comfort ed il cibo è eccellente: cosa chiedere di più? L’Alegría Salsa Congress è ormai alla sua terza edizione, che evoluzioni ha avuto in questo triennio a livello di proposte, di pubblico, etc? Nel corso degli anni abbiamo cercato di migliorarci sempre più, nell’organizzazione dei vari appuntamenti e nella scelta degli artisti ospiti del congresso, in modo da offrire ai partecipanti tre giorni davvero indimenticabili. Anche quest’anno ci saranno ospiti di caratura internazionale. In base a cosa sceglie gli artisti da invitare? Nella scelta degli artisti cerchiamo innanzitutto di offrire ballerini professionisti di ogni stile e disciplina per poter soddisfare tutte le esigenze dei salseri, inoltre cerchiamo di affiancare ad artisti di fama internazionale, universalmente conosciuti ed apprezzati, talenti emergenti e sopratutto locali perché anche i ballerini nati e cresciuti professionalmente in Puglia, possano avere un’opportunità di farsi conoscere. Che cosa ci segnala in particolare dell’edizione del 2011? Grandi novità per l’edizione 2011: la serata del venerdì avrà come tema “Questa notte è solo nostra” ossia una vetrina per tutte le scuole partecipanti al congresso e che potranno esibirsi con un proprio spettacolo; la grande serata caraibica del sabato - che per l’occasione si terrà in una delle più belle discoteche pugliesi, “Cromie Disco” - con gli show di tutti gli artisti ospiti del congresso e con l’apertura di tre piste da ballo, sarà un appuntamento davvero imperdibile!



MUSICA CUBANA: PLAYSON DE CUBA E’ Uscito ufficialmente il 26 febbraio, il primo cd dei PlaySon de Cuba dal titolo Musica Cubana, una produzione musicale di Miguel Enriquez (ORULA RECORDS), il quale si conferma ancora una volta un eccezionale musicista, arrangiatore, autore e soprattutto un meticoloso scopritore di talenti. “Il nostro impegno”, dice Miguel, “è dedicato a tutti coloro che apprezzano la nostra dedizione al rispetto della musica e della cultura latina e a coloro che con la musica latina ci lavorano e la diffondono nel mondo” PlaySon de Cuba è una band cubana di grandi qualità tecniche e artistiche con la direzione musicale di Alexander De Armas che cura anche le percussioni e i cori, la voce di Onasis Castro, il Basso di Ernesto Garcia Piñol ed il Trombone di Carlos Pérez. In questo cd sono presenti tre tracce. La prima è “MUSICA CUBANA”, con l’arrangiamento di Richard Ortega, una timba molto bella che ti

di Silvio Sisto

Miguel Enriquez

catapulta in pista dal primo all’ultimo secondo, travolgente già al primo ascolto e di sicuro uno dei riempi pista e tormentone della prossima estate; la seconda traccia è “OYE NO”, una salsa con accenni al pop, alla timba ed al reggaeton, coinvolgente ed orecchiabile, dove traspare lo stile e l’arrangiamento del grande


Miguel Enriquez ed infine “OLVIDAME” , una salsa inizialmente romantica che si trasforma in una timba accattivante e travolgente. Tre tracce che racchiudono una fusione di changüi, timba e son con tratti di pop e reggeaton, pieni di energia, talento e cubania. Questi tre brani sono solo l’anticipazione dell’album che uscirà entro il 2011 con l’etichetta ORULA RECORDS di Corato (BA), diretta magistralmente da Fiorella La Montanara. Il produttore musicale, Miguel Enriquez, dopo il recente successo della compilation SALSA TOO MUCH SALSA si appresta a intraprendere una nuova avventura con i PlaySon De Cuba. “In un momento nel quale il mercato guarda a un orizzonte musicale molto diverso”,dice Miguel,” non è

facile andare contro corrente, ma la nostra forza è nel credere in quello che facciamo. Grazie ad Internet oggi le persone hanno ottenuto un potere che non si può più controllare. Forse, dieci anni fa la nostra musica non poteva arrivare così lontano. Stiamo assistendo a un cambiamento che spaventa”. Quello che auguriamo a chi investe tante energie e capitali nella musica latina è di raccogliere consensi nelle vendite, seppur ridotte dallo sciacallaggio incontrollabile dei pirati “on- line”.Con questo, invito personalmente a comprare legalmente la musica per far sì che un domani il mondo discografico possa continuare a sopravvivere e offrire a tutti noi opere sonore come quella dei PlaySon e di tantissimi altri gruppi in tutto il pianeta terra.


Viaggio nei locali latini piu belli D’Italia

Sedicesimo anniversario del Tropicana Milano di Ricky Espino

Quasi cinquanta artisti provenienti da tutto il mondo, djset, spettacoli di danza, dal ballo di coppia ad autentici saggi di musical: domenica 13 marzo il Tropicana di Milano festeggia il suo sedicesimo anniversario con un autentico festival planetario. Ospiti come ogni anno artisti internazionali e nazionali. Qualche esempio? Si pensi in particolare a Dj Henry Knowles, da New York, il numero uno al mondo in ambito salsa ed al dj tedesco David Munoz; direttamente dalla trasmissione tv “Amici” di Maria De Filippi, Josè Perez ed Eleonora Scopelliti si esibiranno in un esclusivo “passo a due”; Gabriele Goffredo, Campione Mondiale di danze latino-americane, presenterà in anteprima la sua nuova ballerina, affiancati nelle loro performance dalla coppia formata da Vincenzo Mariniello e Sara Casini. Spazio, altresì, all’hip hop con il parigino Salah, e a tante altre danze con performers provenienti da New York, Barcellona, Londra e da tutta Italia. Domenica 13 al Tropicana si fa festa già dalle 17, con

stage supervisionati dal ballerino salsa e pachanga Adolfo Indaconcea da New York e da Salah (hip hop popping and looking). Alle 20 l’apertura vera e propria della serata, con il royal buffet, danze, balli e tanta musica doc. Il modo migliore per festeggiare il sedicesimo anniversario di un locale davvero decisivo per i destini della musica latinoamericana in Italia e non soltanto. Foto in alto da sinistra: Freddy Mansueta, Gaetano Ambrosio gestore Tropicana, Ricky Espino Deejay. Foto nella pagina accanto: Dall’alto: gli interni del Tropicana; I ballerini Gianni Pugliese e Roberta Cassano ospiti del Tropicana; Giulia Setti, Freddy Mansueta, Katia Antonucci (PH Stefano Ricotelli)


Tropicana: musica latinoamericana di qualità Da sempre, il Tropicana è sinonimo di musica e danze latino-americane di qualità. Da quindici anni detta ritmi e tendenze per quanto concerne salsa, merengue ed altri balli di matrice caraibica. Se in Europa si pensa ad un locale di riferimento per la categoria, non si può non pensare al Tropicana e alla connessa scuola Latin Gem, storica fucina dei migliori ballerini e delle migliori ballerine degli ultimi tempi. Merito di un team affiatatissimo e serissimo, capace negli anni di organizzare a più riprese il Congresso Mondiale De La Salsa ed altri tanti eventi importanti, quali concerti, stage di danza e tanti altri eventi. E le sorprese del Tropicana non finiscono certo qui. Dal 22 al 25 aprile tutti in Romagna con Latin Beach.

La programmazione 2011 Il Tropicana di Milano è aperto dal martedì alla domenica. Martedì, mercoledì e venerdì spazio alle ritmiche sudamericane. Ecco la programmazione del “Disco Teatro d’ Italia” per antonomasia: Martedì Latino: Pupo dj, Dj Bado e Animazione con Los Chocolate.Com. Il vero ed unico martedì latino della Lombardia. Mercoledì Latino: Dj Mattero La Frescura, dj Enzo Mdg e Animazione by Son Colombianos. Giovedì universitario: Un giovedì tutto nuovo, esclusivo, ormai divenuto un riferimento per i giovani della Milano bene. Musica house mixata da Marco Rigamonti dj e dai migliori deejay del panorama meneghino. Feste a tema ed ospiti a sorpresa. Venerdì Latino: Il week-end del Tropicana inizia nel migliore dei modi, con la serata latina e la musica di Corrado El Diablo. In pista l’ animazione dei Los Chocolate.Com. Sabato sera: serata Mon Amour. Musica a 360°: si comincia con una selezione della miglior musica house ottanta e novanta, per poi arrivare ai giorni nostri. Il tutto all’ insegna del divertimento “sano, intelligente e consapevole”. Domenica sera: Aperitivo Latino. Si comincia alle 20, con musica selezionata e curata da dj Ricky Espino e gli spettacoli d’ animazione dei Los Chocolate.Com. Gran buffet royal per tutta la serata, spettacoli di animazione e saggi di danza che alternano ritmi latini a tango e hip hop. Ormai un appuntamento di riferimento per chi ama le atmosfere raffinate ed eleganti ma soprattutto divertenti.



NUOVI TALENTI

Jonathan La Lokura: un talento senza frontiere

Jonathan La Lokura è un nuovo artista sudamericano residente in Italia che sta portando avanti la sua carriera di Ricky Espino grazie anche a diverse collaborazioni come Sin discusion, un mix tra salsa e reggaeton con la straordinaria partecipazione di Oliver Urdaneta e del suo album “La ruta sin fin”, dove Jonathan La Lokura si integra nelle note della salsa senza lasciare indietro il suo reggaeton e il flow urbano che sta facendo di lui un pezzo forte di questo genere non solo in Europa, ma in tutto il mondo. Il 2 aprile dell’anno scorso Jonathan La Lokura ci ha presentato il suo primo lavoro discografico intitolato “La recompensa”, un album pieno di energia prodotto a Porto Rico con nomi molto noti nel reggaeton come Rafy El Mercenario (produttore che ha lavorato con Don Omar), contenente 14 tracce non solo reggaeton ma anche hip hop e una bellissima bachata con la curata produzione della Blue sound studios. Il lancio piu forte di Jonathan La Lokura e’ stato quello di “Mira” un brano dance in collaborazione con il noto Dj Simone Pisapia entrato anche nelle charts italiane con il flow latino di Jonathan e il sound europeo di Simone. E’ in uscita un’altra collaborazione di Jonathan e Simone: si tratta di “Movida”, per cui è già pronto il video girato a Salerno nello scorso ottobre. Sappiamo molto poco di Jonathan per quanto riguarda la sua strada verso la musica, ma ho avuto il piacere di

incontrarlo e di togliermi questa curiosita!!! Jonathan, cosa ti ha portato alla musica? Se ti dico che il mio sogno era di fare il calciatore, lo capisci subito che non avrei mai pensato di entrare un giorno nel mondo della musica, però fin da piccolo sono stato un grande sognatore e questo non mi ha mai impedito di intraprendere quello che mi faceva stare bene, cosi ho scelto la musica! Perche in Italia? In Italia mi ci ha portato mia madre quando avevo appena 10 anni, sapevo ben poco del reggaeton; poi sono stato due anni in Spagna, dove ho vissuto la strada e imparato anche il valore della musica e il ballo street. Tornato in Italia a 18 anni pronto per affrontare di tutto, ma -vedendo che non c’era minimamente un movimento reggaeton - ho fatto la scelta di avviare qui la mia conquista! Quali sono le tue origini? (ride) Questa e’ una domanda che mi viene fatta in continuazione! Ho sempre detto che sono un figlio del mondo, non ho frontiere né tradizioni. Comunque vengo dal Ecuador, dove si trovano le famose isole Galapagos. 31


La storia del Cha cha cha Negli anni ’50 Cuba vive la spietata dittatura di Batista, caratterizzata da crimini, ingiustizie d’ogni sorta e da una corruzione dilagante. L’Havana, consegnata dallo stesso dittatore nelle mani della mafia americana, di Davidino Dee Jay diventa nel giro di poco tempo un grande casinò a cielo aperto, al punto che l’esigenza di diffondere il gioco d’azzardo e di divertire i turisti che quotidianamente affollano i casinò, favorisce indirettamente il bisogno di nuovi locali, di musica e la creazione di nuove espressioni musicali. E’ proprio in quegli anni che le charangas (tipiche formazioni cubane caratterizzate dalla presenza dei violini e del flauto) raggiungono il loro apogeo, specie grazie all’entusiasmo provocato dalla nascita di un nuovo ritmo: il cha cha cha, creato da Enrique Jorrin, violinista, arrangiatore e direttore d’orchestra. Questo nuovo ritmo è favorito dall’introduzione, nella classica formazione di charanga, delle congas, che contribuiscono a creare un’interessante variante ritmica sincopata, accolta di buon grado dai ballerini cubani del tempo. “La Engañadora” è il titolo del brano composto dal maestro Jorrin nel 1951, brano considerato in assoluto il primo cha cha cha della storia. Il violinista cubano, in realtà, al momento della creazione di questo nuovo genere musicale, non sapendo quale nome attribuirgli, lo battezzò “mambo-rumba”. Questo perché evidentemente lo percepiva come un genere non ancora autonomo o del tutto originale, come un miscuglio di ritmi e sonorità pre-esistenti nelle danze caraibiche e latino-americane. Solo due anni più tardi, quando ormai la sua stessa creazione sembra svincolata dall’influenza delle sonorità tipiche del mambo, della rumba e del danzòn, Jorrin decide di conferirle il nome di “cha cha cha”, ispirandosi evidentemente al suono che provocavano i ballerini nel marcare con i piedi la caratteristica sequenza sincopata del ballo. Ma ci sono varie ipotesi, una seconda teoria, infatti, specifica come il “cha cha cha” sia anche il nome di un sonaglio costruito col baccello di alcune piante ed utilizzato come strumento musicale nelle danze propiziatorie e nelle manifestazioni religiose tipiche dei Paesi caraibici. A partire dagli anni ’50 quindi, il cha cha cha prende letteralmente il volo, iniziando a diffondersi nel giro di un decennio anche nei Paesi d’oltreoceano, e diventando così uno dei più famosi generi musicali ed uno dei più grandi balli di tutti i tempi: una vera e propria rivoluzione musicale dunque, alla realizzazione della quale hanno contribuito le più grandi orchestre musicali cubane del tempo, come l’Aragon de Cienfuegos e quella di José Fajardo y sus Estrellas; le innumerevoli incisioni dei portoricani Tito Rodriguez e Tito Puente; e ancora le creazioni musicali di Carlos Santana, chitarrista californiano di origine chicana, che grazie alla sapiente

Enrique Jorrin

Carlos Santana fusione di rock e cha cha cha ha regalato al mondo una serie di incredibili successi, tra cui “Oye como va”, “Black magic woman”, e la più recente “Corazòn espinado”, tenendo alto nel tempo l’interesse del pubblico mondiale verso la musica di origine afrocubana. Il cha cha cha attualmente rientra tra le danze standard latino-americane, insieme a samba, paso doble e jive. Col passare degli anni, naturalmente, il suo repertorio si è arricchito notevolmente: sono state introdotte nuove figure a quelle già esistenti, fino ad arrivare a tecniche molto raffinate e ad una precisa codificazione valida ormai a livello internazionale.



Congressi dal M ndo Secondo reportage della rubrica dedicata ai bailadores: “Congressi Dal Mondo”. Giornalisti e reporter sono i due noti ballerini Vito y Stefania (in foto a sinistra): sempre in giro per il mondo, ci aiuteranno a scoprire e vivere attraverso le loro emozioni i meravigliosi e coinvolgenti eventi latini internazionali. Cari lettori di Vida Latina, siamo da poco tornati dal grandioso Hong Kong Salsa Congress e siamo pronti a rendervi partecipi di un nuovo straordinario evento: il “BoLuca Ferioli logna Salsa Festival”. Un filo di tristezza ricopre i nostri visi pensando a colui che ha reso possibile questo bellissimo raduno internazionale e che ora, non è più tra noi: Luca Ferioli, un grande amico e un grande maestro, direttore artistico del Bologna Salsa Festival (ma anche del Roma Salsa Festival) che ha cominciato il suo percorso nel 1996 , insegnando con la moglie Carlita, “Salsa Portoricana, Salsa N.Y Styles e Cha Cha dopo essersi recato a studiare in loco con i principali maestri. Nel 2007 ha vinto il premio“El Latino de Oro”, per aver diffuso la cultura Latino Americana in Italia, per due volte ha conquistato il primo posto nel Roma Salsa Festival e nel 2009 è diventato Campione Europeo. E’ grazie a Luca se vari artisti internazionali sono arrivati nel nostro paese per la prima volta ed è a lui – che ci ha permesso di lavorare nei suoi eventi - che dobbiamo quello che siamo oggi in tutto il mondo. Sono passati già due anni da quella mattina del 17 febbario 2009 quando, su internet, apprendemmo la tragica notizia della sua scomparsa che ha riempito di sconforto la popolazione salsera Italiana e che ha lasciato sgomenti noi, che, proprio la sera prima, lo avevamo raggiunto telefonicamente. Dopo la sua morte avremmo potuto cancellare gli

eventi o rimboccarci le maniche e portare a termine il lavoro a cui Luca da anni stava dedicando la sua vita. Tutto lo staff del Bologna Salsa Festival, con a capo Maurizio Balboni, dj e attuale direttore artistico dell’evento, scelse di proseguire il lavoro di Luca. L’evento risultò un vero successo tanto che Maurizio decise di continuare con le successive edizioni sino ad arrivare all’attuale settima edizione del Festival che si terrà l’11-1213 Marzo 2011 al Palacavicchi di Bologna, dove i Salseri provenienti da tutto il mondo si daranno appuntamento per 3 giorni di entusiasmante ballo, musica, spettacoli con più di 80 ore di workshops. Le discipline trattate saranno Salsa N.Y style, Cha Cha, Salsa Portoricana, Salsa Cubana, Rueda de casino, Son, Rumba-Afro, Bachata, Reggaetton e Hip Hop. Tra gli artsiti presenti nel Line Up di quest’anno, troviamo Nelson Flores y su Descarga Latina from N.Y city sicuramente un rappresentante del mambo classico on2; Anne e Anichi da Friburgo-Germania, 2 grandi amici ed ottimi ballerini, con le loro rapide combinazioni mozzafiato; i Tropical Gem, sicuramente uno dei gruppi più creativi al mondo; Maike Fonts ballerino completo ed ecclettico; Ci saremo anche noi dalla Puglia, Ciquito y su Dominica Power con la sua Maurizio Baldoni, direttore artistico del Bologna Salsa Festival


sito ufficiale: www.bolognasalsa.com Salsa Hip Hop e raggaetton; Yunaisy e Alexander Carbò da Cuba (danza, afro y Salsa; Angelo Rito ballerino di Salsa N.Y style; da Boston 2 grandi amici Ana y Joel: Masacote da Boston; Manuel Mascarell e Sabrina dalla Spagna, Daria e Pietro Mingarelli, Kaytee and Ester dall’India, Marcus e Dyana da New York, Tito Tassinari, Luis zegarra, Ahi Nama Dance Company e tantissimi altri!! Salsa per tutti Gusti!! Allora cosa aspettate ragazzi preparate la valigia, lucidate le vostre scarpette da ballo e preparatevi a tre giorni di pura follia. Cultura, musica e colori per dare vita ad uno degli eventi salseri più belli al mondo. Ci vediamo sulla pista da ballo ragazzi!

Vito y Stefania da poco tornati dal 10° Anniversario dell’Hong Kong Salsa Congress 2011 dove hanno incantato il pubblico d’oltreoceano con le loro performance mozzafiato ed i loro bellissimi workshop, hanno inoltre gareggiato rappresentando l’Italia all’Asia-Pacific Salsa Open Championships classificandosi 1St Runner Up. Titolo questo che va ad aggiungersi al 1° posto ai Campionati Europei 2009, al primo posto ottenuto al Roma Salsa Festival 2007 ed al primo posto del Roma Salsa Festival 2009. Senza dimenticare che sono stati anche Semifinalisti al World Salsa Championship nel 2009 a Miami in Florida e Semifinalisti al 1° World Latin Cup 2010 a San Diego-Usa. Facciamo un grandissimo augurio ai nostri campioni!! Forza ragazzi!!


Gli eventi segnalati da Bologna Salsa Festival dal 12 al 14 Marzo Bologna www.bolognasalsafestival.com Liguria In Salsa dal 19 al 21 Marzo Liguria www.liguriainsalsa.it Salsa Per La Vita 21 Marzo ROMA www.salsaperlavita.it Bailando Salsa Festival 27 e 28 Marzo - Modena www.bailandosalsafestival.com Sicilia Salsa Congress dal 02 al 5 aprile - Siracusa www.siciliasalsacongress.com Unido Por La Salsa 09/04 - 11/04 Torino www.unidosporlasalsa.it Vicenza Baila 17 e 18 aprile Vicenza www.vicenzabaila.com Uragano 2010 dal 23 al 25 Aprile Terrasini (Pa) Tropicando Spring week 23-24-25 Aprile - Pesaro www.tropicando.it

Alegria Salsa Congress dal 29 aprile al 1 maggio Castellaneta Marina (TA) Salsa Fiesta 2011 dal 29 aprile al 2 maggio Cervia - ww.salsafiesta.info Aqui Se Baila 30 aprile al 2 Maggio Rimini Salseando Beach dal 29 aprile al 2 marzo Rimini www.playlatino.it Evento People dal 20 al 22 maggio Scalea (Cs) www.eventopeople.it Que viva la salsa da 1 al 5 giugno Vieste (Fg) www.quevivalasalsa.it Salsitaly XII ed. dal 1 al 5 giugno Monopoli (Ba) www.salsitaly.com Sexy and sensual holiday dal 5 al 12 giugno Rivamarina www.sexylatinfestival.com

Per maggiori informazioni: 339/3511452


In arrivo la nuova edizione di

MISS ITALIA SALSA di Alessandro Mazza Ph: Alfonso Grotta

Mentre siamo tutti in fermento per la nuova edizione di MISS ITALIA SALSA, che quest’anno si terrà a Rimini, voglio presentarvi chi si sta godendo la vittoria della finalissima 2010. Incontriamo in un elegante ristorante partenopeo, Francesca Buono, la vincitrice della prima edizione di Miss Italia Salsa 2010. Dovendo incontrare una salsera d.o.c. il ristorante ci è sembrato il posto più indicato! Battuta sciocca (scontata, ndr) a parte, ci accomodiamo ad un tavolo perfettamente preparato per ospitare una cena luculliana, e dopo aver ordinato un po’ di cibi dietetici (sigh…) ad un cameriere vistosamente affascinato dalla bellezza della


MISS ITALIA SALSA nostra amica, cominciamo l’intervista. Dovendo proseguire la serata in un locale latino, dove Francesca è attesa, mi sono lasciato convincere a mantenere, per una sera almeno, la mia vacillante linea sottocontrollo. Mentre preparo il taccuino per prendere appunti, ripasso a mente la valanga di domande che ho da chiederLe e curiosità da soddisfare. Francesca Buono è nata a Napoli, dove vive, ed ha appena compiuto 22 anni. E’ alta 1,60 e le sue misure sono 90 - 65 - 95 e porta il 36 di scarpe…il peso? Non si chiede mai ad una signorina! Ha studiato come operatrice in servizi ristorativi e alberghieri ed attualmente lavora come estetista professionista freelance. Ama ballare ed ascoltare musica, da sempre. Ma anche scrivere, per questo tiene un diario, in cui ripone tutto ciò che le accade ed in cui tiene nota delle sue esperienze. Ama tutta la musica, non solo quella latina ed i suoi artisti preferiti sono: Beyonce, Don Omar, Ne-yo, Jamie Lewis, è anche una buona lettrice e l’ultimo libro che ha letto e a cui dice di esseri appassionata è “ Una vita che ti aspetto” di Fabio Volo. Dice di saper cucinare “abbastanza bene” e che il suo piatto preferito è la pizza. Francesca ha un piercing all’ombelico, ma non ha tatuaggi e non crede che se ne farà mai! Quando Le si chiede qual è il Suo mito risponde: “Julia Roberts”, ma poi aggiunge: “Mi piace moltissimo Josh Hartnett”. Così giovane, non ha ancora viaggiato tantissimo, è stata in Tunisia, ma vorrebbe tanto andare a Miami. Chiederemo a DJ Gino Latino d’invitarLa in una delle puntate di “Momento Latino” che si producono proprio a Miami Beach! E’ una ragazza semplice, veste principalmente in jeans o minigonna con t-shirt e usa scarpe col tacco a seconda delle

situazioni. Non fuma e non beve alcolici…e non le piace la verdura, ma sta cercando di abituarsi a mangiarla “perchè fa bene!” Qualche curiosità? “Mi piace talmente tanto sfilare…” ed in famiglia non è sola, c’è la sorella Maria che “è veramente una fuoriclasse in pedana”. Invece i tuoi amici come hanno preso la tua vittoria a Miss Italia Salsa? “Erano e sono tutti contentissimi ed orgogliosi di me!”. Quali sono i tuoi stilisti preferiti? “Ce ne sono tantissimi, principalmente però mi piacciono: Giorgio Armani, Christian Audigier e Gucci“. Il suo sogno nel cassetto lo sappiamo già…diventare un’Imprenditrice e “ Ballerina” . Arriva la prima portata, mentre il cameriere indugia al tavolo per strappare ancora uno sguardo a Francesca; chiudo il mio taccuino e mi preparo per una cena in deliziosa compagnia con una bellissima Miss: sono certo che continuando a chiacchierare scoprirò una persona speciale. E dopo cena tutti a ballare! Le fotografie ed altre curiosità su www.missitalasalsa.it ed ovviamente nelle comunity di Facebook, Twitter e Myspace.


Cuba e la Musica L’isola di Cuba senza preconcetti, di Giulio Patruno regala a tutti coloro che la visitano molte sorprese a cominciare dal fatto che manchi di una vera e propria razza cubana e dall’assenza della minima traccia di razzismo. Questo fa del popolo cubano uno dei più assortiti al mondo, un popolo sempre in festa malgrado tutti i problemi che l’embargo ha provocato dal 1959 ancora fino ad oggi. Senza dubbio la musica è una delle grandi fonti di sviluppo per la popolazione. Si dice che la gente parla, cammina e si corteggia ballando. Generi musicali come il Son ed il Bolero nati intorno al secolo scorso, lasceranno il segno in quella che ancora oggi è la vera cultura e tradizione della musica cubana dove tra i grandi classici ricordiamo il “Son de la loma” e “Lagrimas Negra” del Trio Metamoros scritte intorno agli anni ‘20. Qualche anno più tardi un musicista che porta il nome di Benny Morè (conosciuto anche come “El Barbaro del Ritmo”) rivoluzionò la musica del Son grazie ad un concetto di jazz band contribuendo al processo evolutivo della musica cubana e caraibica in genere. Intorno agli anni ‘70 nasce l’orchestra dei Los Van Van, divenuta famosa grazie alla sua caratteristica compo-

Los Van Van

sizione di musica popolare ballabile e moderna. Il Son lascia così il posto alla Salsa, una perfetta fusione di ritmi e sonorità caraibiche provenienti dalle comunità cubane, dominicane, portoricane e newyorkesi. La Salsa cubana è conosciuta in quasi tutti i paesi del mondo. Los Van Van, Charanga Habanera, Paulito FG, Issac Delgado, Manolito Simonet, Cesar Pupy Pedroso e tanti altri ancora sono l’esempio vivente di un successo che vive ancora oggi.

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BALLA COME SE NESSUNO TI STESSE GUARDANDO!

Di Paolo Martano E’ il motto di Carol, una amica carioca, bravissima ballerina di zouk e samba di gafieira. Senza entrare in merito se qualcuno si prenda effettivamente la briga di perdere tempo a guardare cosa facciamo mentre balliamo in una serata, la questione è un’altra: per chi o anche perchè balliamo? Non credo ci sia una risposta unica, ma forse si possono catalogare tendenze e motivazioni diverse, con tutte le gradazioni intermedie ovviamente. Impariamo a ballare perchè ci è piaciuto molto vedere l’esibizione dei nostri ballerini preferiti, oppure perchè abbiamo bisogno di socializzare, e magari speriamo di trovare anche un flirt durante una serata oppure, forse meno spesso, perchè quella musica ci manda in estasi. Una cosa non esclude l’altra ovviamente, e spesso sono mescolate con varie gradazioni, ma le motivazioni sono diverse e creano un diverso approccio al ballo. Il primo è un approccio di tipo esterno: come se fossimo su un palco ci preoccupiamo di come si vede, teniamo in gran conto l’estetica e cerchiamo di fare le figure che ci hanno insegnato per non sfigurare, scusate il gioco di parole (voluto). Nel secondo caso siamo tutti rivolti verso il nostro partner del momento, e il ballo è un pretesto per dialogare, nel terzo cerchiamo la complicità del nostro partner per di esprimere lo stato d’animo che la musica ci suggerisce. Il primo caso è il ballo ‘ufficiale’ almeno da noi in Italia dove per molti decenni il modello del ‘ballroom’ anglosassone (vedi ‘Ballando con le stelle’) ha avuto il monopolio, oggi intaccato dai movimenti ‘salsero’ e ‘tanguero’. Ancora oggi quando qualche estraneo viene a sapere che mi dedico al ballo in coppia da più di 25 anni credo che mi prenda sicuramente per matto quando sa che non ho mai neanche lontanamente pensato di partecipare a una gara. Balliamo per essere bravi e belli, scegliamo i vestiti,

impariamo accuratamente la coreografia, e vorremmo ricevere applausi, quanto meno, se non vincere una competizione. Niente di male, ma ci sono anche altre strade possibili. Infatti invece di focalizzare l’attenzione all’esterno, si può farlo all’interno, come quando la musica ci tocca molto e desideriamo comunicarlo al nostro partner attraverso il ballo, creando e mantenendo il più possibile una connessione che faccia entrare in risonanza il nostro stato d’animo e quello del nostro partner e mantenendo il più possibile desta l’attenzione perchè ogni momento sia vissuto in maniera unica. Paradossalmente questo funziona meglio se non si ripetono sequenze note, ma se si vive il momento della musica come viene. Il mio primo maestro di ballo a Rio de Janeiro, Jai-


me Aroxa, diceva sempre che per creare connessione con la partner bisognava paradossalmente rompere le sue aspettative (ossia le sequenze ‘note’), altrimenti è come se si ballasse con il pilota automatico e l’attenzione al momento si perde. Non è che i passi le figure non servano, al contrario: bisogna averne masticate tante per non dovere più pensare alle figure mentre balliamo, e invece ricomporle liberamente come vengono mentre siamo focalizzati nella comunicazione con il nostro partner: lei, lui e la musica, come amava dire Jaime. E basta: il pubblico qui non è previsto. Paradossalmente quindi anche per improvvisare ci vuole tanto studio e tecnica di cui dobbiamo essere padroni: non si può creare un quadro senza saper già usare i colori. Il grande jazzista Charlie Parker diceva: devi studiare ore e ore la tecnica e centinaia di fraseggi a menadito, per poi dimenticare tutto, fare vuoto nella testa lasciare fluire quello che esce in sintonia con gli altri musicisti quando cominci a suonare. Ci tengo a dire quindi che rispetto e ammiro i professionisti del palcoscenico, e non solo perchè io non sono mai riuscito a ricordare a memoria una coreografia intera, ma anche perché è la fucina della tecnica e il banco di prova delle figure più ardite e spettacolari, e il ballo diventa veramente gratificante e comunicativo quando la tecnica acquisita lo consente. Semplicemente credo che questi diversi modi di

vedere siano complementari e debbano proficuamente dialogare e arricchirsi a vicenda e che il palcoscenico non rappresenti necessariamente sempre il fine ultimo del ballo a due, dove c’è già il proprio partner per soddisfare l’esigenza di condivisione e comunicazione che noi tutti abbiamo. Vorrei concludere con una storia vera, vissuta alcuni anni fa a Rio de Janeiro, dove mi trovai ad assistere, durante una serata di ballo, ad una esibizione di tango da parte della mia amica Sheila, una bravissima ballerina professionista che però io conoscevo solo per il ballo brasiliano. Non la avevo mai vista prima di allora ballare tango e dopo l’esibizione andai a salutarla, e giacchè continuavano a suonare alcuni tanghi la invitai a ballare. Lei mi guardò con aria di scusa e mi disse con semplicità tutta brasiliana: ‘ Paolo, ma io non so ballare Tango, ho solo fatto la coreografia per l’esibizione!’

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I lettori di Puglia e Basilicata

Cubarte - Andria

I Bambini della scuola Havana Dance di Triggiano


La parola all’esperto Accade spesso che ragazze e ragazzi con la passione per la danza, lo sport ed attività affini, sentano il bisogno di trasformare i loro interessi in attività di gruppo, e perché no, di costituire una vera e propria associaziodi Gaetano Mongelli ne per condividere, divulgare Dott. Commercialista e sviluppare i propri interessi. L’idea è stimolante ma incontra da subito una serie di domande alle quali occorre dare delle risposte. Come nasce una associazione? La procedura per costituire una associazione culturale è uguale a quella richiesta per qualsiasi associazione. E’ necessario redigere atto costitutivo e statuto, con alcuni requisiti, e registralo all’agenzia delle entrate. Questo sia per tutelare il nome e l’attività dell’associazione, sia per godere dei benefici fiscali previsti dalla legislazione tributaria. Occorre innanzitutto stabilire lo scopo della futura associazione e la sua attività specifica. Riunire almeno 3 soci fondatori; successivamente vanno redatti l’atto costitutivo e lo statuto dell’associazione, inserendo tutti i requisiti previsti dalla Codice Civile e dalla legge fiscale stampare due copie dell’atto costitutivo e dello statuto datati e firmati dai soci fondatori, applicando agli atti una marca da bollo di euro 14,62 ogni 4 pagine; (come avviene per la generalità delle registrazioni di contratto); recarsi all’Agenzia delle Entrate della vostra Provincia per la registrazione dell’associazione; Dovrete prima richiedere l’attribuzione del Codice Fiscale dell’associazione la registrazione dell’atto costitutivo e dello statuto. A questo punto è nata una associazione culturale e da questo momento può iniziare la propria attività. Oltre la quota associativa, le associazioni culturali possono richiedere ai loro associati corrispettivi specifici, per partecipare alle attività organizzate dall’associazione (convegni, corsi, lezioni ecc...). Tali corrispettivi non sono soggetti a tassazione, sempre che lo statuto preveda i requisiti richiesti dalla normativa fiscale.

Ulteriori informazioni sulle procedure di iscrizione contattate questo numero: 338.4993889

Fuego Dance Show.

Presentato lo scorso mese il nuovo spettacolo del gruppo Fuego Dance, presso il Must di Altamura (Ba). I quattro giovanissimi, Gennaro Cifarelli - Carlo D’ Abramo - Nino Centonze - Angelo Disabato con il maestro di ballo Lorenzo Giordano hanno stupito il pubblico con pasitos , hip hop e acrobazie. info: www.fuegodance.it


Le serate latine di Puglia & Basilicata

Segnalaci la tua serata: info@vidalatinamagazine.it

MARTEDI:

Mulata - Bari New Magazine - Massafra (Ta) Night & Day - Molfetta (Ba)

MERCOLEDI:

Target - Bari Relais degli Ulivi - Terlizzi (Ba) Prime - Castrignano dei Greci (Le) Flying Chip - Vaglio Basilicata (Pz) Coco Bongo - Bari Il Mondo di Bea-Gioia del Colle (Ba) Casa Particular - Manfredonia - (Fg)

GIOVEDI:

Palace - Altamura (Ba) Moai Coffe - Conversano (Ba) Arena Pub - Bari Babylis Club - Carosino (Ta) Manaus - Martina Franca Cohiba - Lecce

VENERDI:

Magik Tumbao - Bisceglie (Bat) Mulata - Bari Coco Bongo - Bari La Cascina Disco Pub - Taranto Marlene & Salsa-Manfredonia (Fg) I 3 Santi - Grottaglie (Ta)

VENERDI: Ficoricco - S.Pietro Vernotico (Br) Macarena Latino - Potenza Victorian Pub - Monopoli

SABATO:

Timo’s - Fasano (Br) Last Exit - Grumo Appula (Ba) Nautilus - Giovinazzo (Ba) El Carneval Show - Putignano (Ba) Bizantino - Massafra (Ta) Lemonade - Trani (Bat) Off Street - Barletta (Bat) Heineken - Gioia del Colle (Ba) Cycas - Tito Scalo (PZ) Domus Area - Foggia La Clave - Ostuni (Br)

DOMENICA:

Mulata - Bari Target - Bari Bloom - Soleto (Le) Zero Caffe - Polignano Must - Altamura (Ba) Moulinrouge- Martina Franca Cadillac Caffe - Ostuni (Br) Cafè del Mar - Taranto Peccato Divino - Tito (PZ) Pepe Nero - Villa d’Agri (PZ)


Il cocktail del mese

Nome: Cheek to Cheek Ingredienti: 6 bar-spoon di Ananas fresco a cubetti 2 rametti di Rosmarino 3 spicchi di Lime 1/2oz. di Zucchero liquido di Canna 1 1/2oz. di Sauza Hornitos Reposado tequila

Metodo di Preparazione: Pestare all interno di un double rocks glass i cubetti di ananas e gli spicchi lime. All’ interno di un mixing glass aggiungere cubetti di ananas, due rametti di rosmarino, zucchero liquido di canna e versare 1 1/2oz di Sauza Hornitos, shakerare vigorosamente e filtrare all’interno del bicchieri double rocks, aggiungere ghiaccio tritato e decorare il tutto con due foglie d’ananas.

Francesco Leoni


BRINDISI TARANTO

BEAUTIFUL DANCE LATINO, Brindisi DANCE MOVEMENT EVOLUTION, Brindisi RUMBANTELA, Brindisi GRUPO RELANPAGO, Ceglie Messapica BAILA OTRA VEZ, Ostuni FARANDULA ESPLOSIVA, Ostuni NATY STYLE, Ostuni ISLA DEL CARIBE, Francavilla BAILA OTRA VES’, Francavilla PROJECT LATIN DANCE, Francavilla VIVIANA LATIN GROUP, Francavilla STUDIO 54, Fasano GLAMOUR DANCE, San Vito dei N. FREE TIME 2000, Taranto KRYSTALL DANCE, Taranto LA CLAVE CALIENTE, Taranto LOS SALSERIN, Taranto NATURAL DANCE, Taranto PUERTORICAN STYLE, Taranto RI.CA. DANCE ACADEMY, Taranto RITMO CALIENTE GROUP,Taranto SALSABOR DANCE STUDIO, Taranto SALSERO PARA SIEMPRE, Taranto WINNER DANCE, Manduria BARRIO CALIENTE, Martina Franca MARIPOSA DEL CARIBE, Martina Franca TROPICAL STYLE, Martina Franca ISLA CUBANA, Crispiano ISLA DEL ENCANTO, Massafra HOLLYWOOD DANCE, Massafra QUARTIERE LATINO, Massafra NEW ALEX DANCE ACADEMY, Grottaglie PAQUITO DANCE, Talsano DANCING MY LIFE, S.Giorgio Ionico

BASILICATA

BARI - BAT

ANGELS DE LA HABANA, Lecce BAILADORA, Lecce SANTIAGO DE CUBA, Lecce SHALL WE DANCE, Lecce TRIBUSALSERA, Cassarano BETTY BOOP A.S.D, Gallipoli DESCARGA LATINA, Galatina NEW AURORA DANCE, Maglie PARRANDA LATINA, Monteroni TROPICAL DANCE, Traviano

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LECCE

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