VIDA LATINA MAGAZINE APRILE 2013

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Periodico di informazione, cultura e musica dedicato al mondo latino americano - DISTRIBUZIONE GRATUITA - anno 4 - N° 3 APRILE 2013

Ben 10 date in Italia per il tour europeo di

ALEXANDER ABREU y Havana D’Primera Intervista

Esclusiva a Josè Alberto “el Canario”...

Eventi

Il Tropicana di Milano compie 18 anni...

Musica

Intervista al cantante Antonio Da Costa...







Registrazione del Tribunale di Bari: n°3199 del 25/11/2010 Tiratura: 12.000 copie Numero Chiuso: 08/04/2013 Edito da: Ass. Culturale IDEANDO 2.0 Via Berlino 86 Altamura (Ba) Tel. 339.3511452 info@vidalatinamagazine.it

Vida Latina Magazine Milano: Via Anguissola, 26

Direttore Editoriale: Donato Ciccimarra Direttore Responsabile: Giuseppe Disabato Direzione Commerciale: Nunziella Buono Direttore Artistico: Silvio Sisto - Ricky Espino Caporedattore: Donato Ciccimarra Redazione: Michele Traversa Daniele Blasi Loretta Moramarco Gordiano Lupi Enzo Conte Alberto Pianetti Yadira Gonzalez Silvio Sisto Berardino Caggiano Nunziella Buono Ricky Espino Denny dj Davidino dj Geppo dj Nico Tursi Gabriel dj Omar Gallo Marianna Melis Massimo Roger Giuseppe Boezio Giuseppe Montefiore Michela Vernati Fernando Rodrigues Saluiza Hanno collaborato in questo numero: Andria Panagi Gaspar Ribeiro

info e contatti: Tel. 334.7501437

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Vida Latina Magazine

HABEMUS PAPAM

EDITORIALE Di Daniele Blasi

C

ari lettori di Vida Latina Magazine, l’editoriale di questo numero è dedicato alla splendida figura del nuovo pontefice, Francesco I. Abbiamo tante ragioni per questa scelta, in primo luogo, la sua origine, la grande terra latino americana, il nostro punto debole, presi come siamo da un infervorato amore, un paese come l’Argentina, il più europeo dei paesi di quella regione, una miscela di tradizioni e culture davvero unica, nella quale la presenza d’italica stirpe è ben presente nei colori, nella cultura, nei modi di essere. Ogni paese dell’america latina porta come emblema un ritmo, una danza, che contraddistingue e marchia: il samba in Brasile, la saya in Bolivia, la cumbia in Colombia, senza dimenticare la salsa, il merengue ed i nuovi ritmi, tanto si potrebbe aggiungere, ma a ben vedere ognuno di questi

con grandi influenze africane o indios, tranne uno, unico ed inconfondibile, il tango. Il tango argentino, europeo, bianco, metropolitano, un grande contrasto con la cultura musicale circostante, rappresenta perfettamente l’Argentina, un paese lontanissimo dai clichè del sudamerica, che vive tra pampa e tierra del fuego il segno di un mondo tutto da scoprire.

Ed ancora una volta l’America Latina regala al mondo una personalità forte, limpida e coinvolgente. Per tutto quello che abbiamo scritto, o meglio,

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EDITORIALE di Daniele Blasi anche per questo Papa Francesco è entrato improvvisamente ma con delicatezza nei nostri cuori, un italiano ben parlato ma con la caratteristica cadenza “che”, un semplice buonasera un saluto e tanta dolcezza ne hanno immediatamente fatto uno di noi.

Dall’America del Sud porta con sè certamente la genuinità, la passione, l’amore per la gente, il creare comunità senza gerarchie, a

in collaborazione con:

ben pensarci una sorta di rivoluzione dell’essere “chiesa”, se non ancora nei contenuti, certamente nella forma. La storia della sua vita assolutamente “normale” gli amori giovanili, la passione per il calcio, la vocazione piuttosto tardiva, una vita lontana dalla “carriera”, un’esistenza molto terrena. Un papa che non nasconde le debolezze, che parla al cuore con il cuore, con la lingua semplice di chi vuole farsi capire senza ricercatezze lessicali, una sorta di amico, uno di noi. In periodi diffusamente duri come quelli in cui viviamo, aiutare lo spirito a superare le difficoltà è sempre più difficile, auguriamo al nuovo pontefice che il verbo di Francesco possa venirgli in aiuto per far tornare la chiesa a rappresentare un punto di riferimento, per chi soffre . La nostra copertina è dedicata ad Alexander Abreu, non a caso una delle espressioni più “spirituali” della musica cubana, leggere i testi di molte delle sue proposte, permette di comprendere quanta poesia e vita vera possa essere contenuta tra splendide note e diventare poesia. Ed oltre alle tante novità che scoprirete nelle nostre pagine, un’intervista speciale ad una figura leggendaria della salsa, Josè Alberto el Canario oltre trent’anni di carriera per un’inesauribile energia. Buona Lettura...

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PROSSIMI CONCERTI:

12 GIUGNO Maykel Blanco 10 LUGLIO Manolito Simonet


Alexander Abreu Il personaggio - di Denny Deejay

Alexander Abreu sarà presto in Italia: il suo tour prevede, infatti, ben dieci date italiane tra aprile e maggio. Virtuoso trombettista, compositore, arraggiatore e vocalist noto in tutto il mondo Alexander Abreu Manresa, classe 1976, nato a Cienfuegos (Cuba), dopo aver frequentato il conservatorio “Ignacio Cervantes” si è formato nella Scuola Nazionale d’arte di La Habana. E’ uno dei più famosi musicisti cubani nel mondo, per il suo talento e lo stile unico di suonare la tromba è considerato uno dei migliori trombettisti. Noto in Europa soprattutto per la sua collaborazione con il gruppo danese Danson, l’artista vanta un ricco percorso professionale che

lo ha visto collaborare con molti musicisti di pregio: da Paulito FG a Chucho Valde, Juan Manuel Ceruto, Issac Delgado, Irakere, Klimax, Los Van Van, Soneros All Stars. Nel 2002 Alexander suona anche con l’orchestra di Augusto Enrique Y Su Mambo, visitando l’Italia per partecipare al concerto benefico “Pavarotti & Friends”. Oltre che per il suo grande talento come trombettista, Alexander si è fatto apprezzare come compositore, arrangiatore e cantante, con il gruppo danese Danson, con cui ha registrato il disco “Mi Musica”. Alexander ha anche formato un’orchestra tutta sua, Havana D’Primera, la cui prima esibizione


in pubblico è avvenuta nel dicembre 2007 a La Habana, con la partecipazione di Pablo Milanés, Tanya Pantoja, Mayito Rivera e Roberton Hernandez. Nell’estate 2009, vede la luce “Haciendo Historia”, il primo album di Havana D’Primera, prodotto da Juan Manuel Ceruto, in cui si fondono molti generi, dal Jazz, al Son, alla Timba, alla Salsa e tanta tradizione sottolineata anche dall’uso dei tambores batà suonati dal bravissimo “El Panga”. Nel 2012 pasaporte, brano di spicco dell’omonimo album, il secondo per l’orchestra, accentua le qualità di Alexander tanto che I-tunes lo paragona al leggendario Louis Armstrong. Habana D’Primera nasce dal desiderio di Abreu di riunire tutti quei musicisti di talento che suonano con le più prestigiose orchestre cubane. Infatti, ispirato dalla Spanish Harlem Orchestra, vuole riproporre

Le date Italiane del THE PASAPORTE TOUR 2013 23.04 24.04 25.04 26.04 27.04 28.04 01.05 02.05 04.05 05.05

Roma Roma Siena Milan Padaova Brescia Napoli Bari Cosenza Catania

Cafe Latino Caruso Café Club Cocopaya La Bomba Salsa Na Ma Extravaganza New Demodè Pala Garden Vità 11



Il personaggio - di Denny Deejay

un progetto che mantenga vivo tutto il sapore della musica cubana. Numerosi i premi che hanno consacrato la bravura dell’artista. Alexander è protagonista anche di un film dedicato interamente all’isola di Cuba: 7 days in Havana, precisamente nella sessione “Jam Session”, diretto dal regista argentino Pablo Trapero ed il greco Emir Kusturica. Nel film Alexander veste i panni di un tassista, che di sera diventa un abile jazzista. Nel prossimo numero di Vida Latina riporteremo un’esclusiva intervista dedicata al cantante e alla sua band, in occasione dei suoi concerti in Italia.

Estilo Libre

Musica - di Denny Deejay Traduzione a cura di Yadira Gonzalez

I nuovi orizzonti dello stile urbano Come avete iniziato il vostro percorso artistico? All’inizio eravamo in cinque, tutti abitavamo nello stesso quartiere. Siamo stati fortunati, in poco tempo abbiamo creato una band e abbiamo fatto il nostro primo disco con Z-records, intorno al 2001. Quell’esperienza con la “Boy band” è durata circa due anni, dopo il gruppo si è sciolto e abbiamo deciso di continuare come duetto visto che condividevamo le stesse idee. Come è nato il duetto? L’idea è nata a casa del nostro collega e amico, “Foncho”. Valutando le diverse possibilità di nome per il gruppo, fra queste c’era “Estilo Libre”. Lo abbiamo scelto perché era il più diverso il più commerciale e più adatto al nostro stile di musica. Chi sono il gruppo “Estilo Libre”? Siamo due ragazzi molto umili, semplici, seri e soprattutto impegnati al nostro lavoro. Abbiamo una grandissima energia positiva, siamo sportivi, ci piacciono le feste ma siamo persone sane con molta voglia di vivere la vita. A quali cantanti vi ispirate? Va riconosciuto che il livello della musica è sempre più elevato. Ci sono nuovi artisti molto valenti . E’ ben chiaro che sempre si guardano quelli di più alto livello, i famosi del momento: Pitbull, Wisin&Yandel, Daddy Yankee, ecc. Non rappresentano un’influenza musicale per noi perché abbiamo uno stile proprio, ma nelle loro produzioni ci sono le nostre canzoni preferite. Con quale artista vi piacerebbe condividere una canzone?

Estilo Libre Grazie a Dio uno dei nostri desideri di collaborazione si è già compiuto. La collaborazione con il Dj Valdi, Dj riconosciuto in tutta la Spagna per essere il DJ de la trasmissione televisiva “El Hormiguero” di Antena 3 TV. Quali sono i vostri prossimi progetti? Adesso stiamo promozionando il nostro ultimo tema “Linda Morena” della nostra discografica “Doble Music”. In questo mese di aprile ci sarà il lancio della nostra collaborazione e video clip con il Dj Valdi, intitolata “Macarena”. Questo sarà il 16 aprile 2013, è un tema molto “FRESH” e molto caraibico. Cosa pensate della rivista Vida Latina Magazine? Pensiamo che sia molto originale e aggiornato con la moda e la musica. I nostri complimenti per la vostra squadra di lavoro, molto professionale e seria. Per finire questa intervista, cosa possiamo augurarvi per il futuro? Che le cose più belle del nostro passato siano le più brutte del nostro futuro. E che non dimenticherete mai di supportarci. Grazie.


JOSE ALBERTO EL “CANARIO” SI RACCONTA A VIDA LATINA Quali sono le tue origini musicali? Sono nato a Santo Domingo e più precisamente in un quartiere dove, per così dire, la gente si nutre quotidianamente di salsa e son, dopo di che mi sono trasferito con i miei genitori a Porto Rico dove ho studiato presso una scuola militare e negli anni 60’ sono sbarcato a NYC. Li ho studiato musica e mi sono appassionato al mondo della musica live grazie ai Fania e ho avuto l’opportunità, di tanto in tanto, di suonare la mia musica con dei piccoli gruppi. Il 1974 è stato l’anno in cui ho fatto il primo vero passo verso livelli più alti grazie a Cèsar Nicolàs e la sua Orchestra. Al 1975, invece, risale il mio primo album in collaborazione con Tito Rodriguez junior e sempre in quel periodo ho cantato nell’orchestra “Tipica 73” tutto questo fino all’anno 1977. Tutto quello che sono riuscito ad ottenere nella mia carriere musicale, che ormai dura da circa 38 anni, ha dell’incredibile perché non si tratta solo di arrivare ad un certo traguardo, ma di riuscire a

restarci continuando a regalare bella musica ai propri fan; molto facile a dirsi ma non altrettanto a farsi, soprattutto nell’industria musicale dove esistono mille difficoltà. Grazie a Dio, tuttavia, siamo sempre riusciti a proseguire per la nostra strada e… ed eccoci qua! Quindi è stato il 1977 l’anno della svolta? Esatto. Come già detto, in quegli anni ero impegnato come cantante nella “Tipica73” che negli anni 70’ era una delle orchestre di salsa più importanti e con i quali ho registrato quattro album. Nel 1980 ho registrato un album con Louie Ramirez e che io definisco come il primo album di “salsa romantica” e si intitolava “Noche Caliente”. Sono stato il primo ad essere convocato da L. Ramirez, con lui ho registrato solo un paio di brani tra cui la famosa “Estar enamorado es”, dopo di che ho inciso un altro album con la “Tipica73” nei primi anni 80’ e alla fine del 1982 ho deciso di lasciare il gruppo. Nel febbraio del 1983 ho registrato il mio primo album


L’intervista di Nunziella Buono Traduzione a cura di Berardino Caggiano

Da New York, Porto Rico ai palchi di tutto il mondo, Jose Alberto El Canario dagli anni ‘70 è il protagonista della storia della salsa mondiale con la sua inconfondibile voce. Dopo 38 anni di carriera ha ancora voglia e capacità di emozionare e creare nuovi successi perché...

“la musica custodisce il segreto dell’eterna giovinezza e riesce a non invecchiare mai”. Vida Latina Magazine l’ha intervistato per voi a Zurigo al Salsa festival Switzerland.



L’intervista a Josè Alberto el Canario - di Nunziella Buono

da solista con l’etichetta discografica Audiorama e si intitolava “Tipicamente”, al 1985 risale il mio secondo album “Canta Canario” il cui nome deriva da una situazione singolare nata a NYC in uno dei locali dove mi esibivo spesso, situato nella parte nord di Manhattan, in cui tutti mi incitavano a cantare durante le mie serate di improvvisazione dicendo “Canta Canario!”. Nel 1986, il mio terzo album per il quale sono stato seguito da Rock McCarrol, ovvero il guru della musica latina in quegli anni, e che mi ha proposto di incidere un album per l’etichetta discografica che aveva intenzione di fondare in quegli anni, così ho accettato, anche perché in scadenza con la vecchia etichetta, dando vita ad una serie di successi discografici improntati su un genere

tutto nuovo all’epoca, la salsa romantica. Tutto quello che abbiamo fatto sinora è straordinario, ma la cosa più importante è continuare ad essere sulla cresta dell’onda, farsi amare dai fan e lavorare duro per fare sempre meglio. Puntiamo ad una musica che sia sempre e comunque ballabile, anche se con sfumature romantiche. Hai anche avuto modo di collaborare con la regina della salsa Celia Cruz. Come è stato il vostro rapporto? Celia Cruz era tutto per me: madre, nonna, sorella e mentore visto che ho collaborato con lei per 17 anni. Nel dicembre dell’84, tramite Rock McCarrol, sono stato ingaggiato da un privato perché mi esibissi all’inaugurazione della sua nuova casa e anche a Celia Cruz era stato chiesto lo stesso. Siamo subito stati in sintonia e siamo piaciuti così tanto che si è pensato valesse la pena di continuare


L’intervista a Josè Alberto el Canario - di Nunziella Buono

a collaborare insieme anche per altri lavori con esiti senz’altro positivi. Grazie a Celia, quindi, ho girato il modo e ho visto molte porte aprirsi davanti a me. Siamo stai ospiti di diversi show televisivi e radiofonici e Celia ha sempre richiesto la mia presenza accanto lei. Per usare un paragone direi che Celia era il mio dizionario. Qual è l’aggettivo che useresti, quindi, di fronte al nome di Celia Cruz? La migliore, nessuno come lei, la regina. Chi altro ha lasciato dei segni così profondi nella tua carriera artistica? Un altro artista con cui ho collaborato tanto è stato Tito Puente. Abbiamo creato tanti lavori assieme, lui ha lavorato molto con la mia orchestra, siamo stati in posti dove altri artisti latini non sono mai arrivati, ed è stato il primo a portarmi a Salvador de Bahia. A quando risale la tua ultima tappa italiana? Ho visitato tantissimi posti italiani, in particolare la Sicilia. È lo scorso anno sono stato a Milano per il “Latino Americando expo” e a Treviso. Cosa pensi dei fan italiani che amano la tua musica e che viaggiano in lungo e in largo per vederti esibire? Li adoro naturalmente. Mi permetto di dire che i salseri italiani sono, secondo me, i migliori d’Europa, sono i migliori ballerini, i più presenti agli eventi, e organizzano tantissime competizioni e congressi. Per questo li ammiro molto e ci tengo a congratularmi con tutti loro. Ogni anno presenzio un congresso di salsa a Portorico e gli italiani sono sempre presenti a questo evento. Come valuti l’evoluzione della musica latina fino ad oggi? Tutti i cambiamenti non sono altro che i modi che la musica ha di adattarsi alle epoche in cui vive, e questo vale per tutti i generi musicali. Mi viene in mente, ad esempio, la musica colombiana che ultimamente sta fondendo in un unico genere svariati generi come merengue, salsa, bachata, cumbia, vallenato ed altri ritmi musicali. Io invece tendo a rimanere più tradizionalista e a mantenere la mia musica quanto

più semplice possibile cercando di non distaccarmi troppo dal mambo ad esempio, e come me, questo è quello che altri artisti come Tito Puente, Benny Morè e tanti altri facevano in passato. Durante la mia carriera mi sono esibito in duetti di meregue, raggaeton, bachata, attualmente è anche in progetto una collaborazione con Tito el Bambino, cantante di reggaeton. Ho appena terminato un featuring con Guayacan così come con il Sexteto Santiaguero de Cuba con un genere piu vicino al son. E’ in uscita a breve un mio nuovo Cd dal titolo “Jose Alberto Intensamente”, un live che ho deciso di mettere sul mercato in risposta alla pirateria che gira intorno alla mia musica live. Ogni mia esibizione dal vivo viene registrata e venduta a nostra insaputa, per questo motivo mi sono detto; “perché non farlo in maniera del tutto trasparente?” ed ecco quindi un live a tutti gli effetti. Questo Cd contiene anche alcuni brani inediti registrati durante gli anni 90’ mai messi sul mercato che molti potranno pensare siano delle novità ma che, di fatto, non lo sono. In questo momento, inoltre, sto lavorando ad un altro progetto; un Cd che richiederà un po’ più di tempo (fine 2013/2014) dato che sto cercando di crearlo brano dopo brano e con un lavoro di promozione anch’esso brano dopo brano. È un modo tutto nuovo di produrre musica. Una strategia questa, in risposta al calo che l’industria musicale sta riscontrando ultimamente senza contare la quantità di musica che viene prodotta oggi rispetto al passato e tutti i giovani artisti che crescono e che hanno fame di successo. Noi non siamo più così giovani, ma la musica custodisce il segreto dell’eterna giovinezza e riesce a non invecchiare mai; ancora oggi ascoltiamo musica prodotta forse 50 o 60 anni fa, gruppi come i Beatles ancora vendono come anni fa come pure Bob Marley o Michael J. e tanti altri.

Vorrei che la mia musica fosse ricordata, apprezzata, che continuasse ad essere ascoltata e a rendere la gente felice.



CIPRO: L’ISOLA DELLA DEA DELLA BELLEZZA

Viaggi di Michele Traversa

L’isola di Cipro è anche soprannominata “l’isola di Afrodite” perché l’incredibile bellezza di questa fantastica meta, è associata alla dea Afrodite, dea della bellezza e dell’amore. Un viaggio a Cipro vi porterà a scoprire fantastiche spiagge da cartolina, tra le quali la più famosa è la spiaggia di Konnos Bay, ma anche molte altre sono le meravigliose spiagge in cui potersi rilassare immersi nell’incredibile atmosfera che caratterizza tutta l’isola. Il mare non è da meno: acqua cristallina e fondali caratterizzati dalla sottilissima ghiaia, offrono un ambiente ideale per poter godere della meravigliosa acqua dall’ottima temperatura.

Ma un viaggio a Cipro non è solo spiaggia e mare: sono moltissime le mete da poter visitare ed ammirare inoltrandosi nell’entroterra dell’isola di Cipro. Il mare di Cipro? Acqua cristallina, azzurra e spiagge da favola. Sono cinquantasei le spiagge che nel 2001 sono state insignite della Bandiera Blu mentre il sito TripAdvisor.it ha giudicato Agia Napa miglior spiaggia europea, inserendo al terzo posto Protaras, altra località dell’isola. Basta solo questo a far venir voglia di prenotare un viaggio che abbia come meta lo splendido mare di Cipro. Ad Agia Napa, nella zona Est della costa meridionale dell’isola, spiagge dorate e mare trasparente si offrono ai visitatori e anche alle famiglie con bambini visto il fondale che rimane basso per parecchi metri. In questo distretto non potete perdere la spiaggia di Makronissos, la spiaggia di Lanta o la spiaggia di Glyki Nero con i suoi duecentocinquanta metri di lunghezza per quaranta di larghezza di sabbia dai riflessi dorati. Da visitare anche Protaras: quello che era un villaggio di pescatori è oggi diventata una delle mete preferite di villeggiatura con la Fig Tree Bay, una delle sue spiagge più famose. Il mare di Cipro della costa



Viaggi - di Michele Traversa

occidentale non ha ovviamente nulla da invidiare ad Agia Napa e le sue spiagge. Chi preferisce i ciottoli e i faraglioni non potrà perdere la spiaggia Petra tou Romiou che si trova ad Est di Paphos, dove si narra sia nata dai flutti la dea Afrodite. Qui il mare limpidissimo diventa quasi subito profondo e il paesaggio incontaminato lo rende più adatto agli amanti della natura. Quest’atmosfera selvaggia culmina nella penisola di Akamas con la sua spiaggia Akamas Polis. Lasciate ogni mezzo di locomozione e godetevi una passeggiata a piedi. In questa zona il mare di Cipro si offre a voi in tutta la sua naturale bellezza fatta di tante insenature dove poter osservare una flora e una fauna ricchissima. Sulla costa meridionale il mare di Cipro offre ancora molto altro. C’è ad esempio Capo Greco, il posto adatto per tutti coloro che praticano lo snorkeling e le immersioni. È raggiungibile attraverso sentieri da percorrere a piedi o arrivando direttamente in barca

dal mare. Un luogo perfetto per chi vuole scoprire un mare diverso, fatto di natura incontaminata e dal fascino selvaggio. Il mare di Cipro offre anche tanto divertimento e vita notturna nella baia di Akrotiri con la spiaggia Lady Mile, tutta di sabbia e ciottoli. Si trova a Sud di Limassol ed è molto frequentata da surfisti visto che, quando alza il vento, si formano belle onde da cavalcare. C’è infine la costa settentrionale: anche qui il mare di Cipro si presenta in tutta la sua bellezza. Provate a rilassarvi sulla spiaggia di Latchi nella quale la sabbia si mescola con la ghiaia e il vento batte il litorale. Cosa c’è, infine, di più naturale della spiaggia di Chrysochou dove la straordinarietà del mare di Cipro si mescola con la mitologia: imperdibile la piscina naturale dove, secondo antichi racconti, veniva a fare in bagno la dea Artemide.

LO ZOUK BRASILIANO

La rubrica Zouk di Gaspar Ribeiro

L’EVOLUZIONE CARIOCA DELLA LAMBADA

Dopo diversi anni di successo mondiale, il genere Lambada entrò in crisi. I Dj non la suonavano più, contribuendo alla “sepoltura” di questo stile musicale. La danza, però, sopravvisse perché i ballerini utilizzavano altri stili musicali che contengono il ritmo essenziale Lambada. Ad esempio, con la Gipsy King band gitana - le cui vendite sono aumentate significativamente grazie al ballo – abbiamo sperimentato anche musiche francesi, spagnole, dei paesi arabi, dell’America, dei

Caraibi e questo ha garantito continuità alla danza. Ma è stato l’incontro con la musica zouk originaria delle isole Guadalupe, ritmo musicale creato dalla banda “KASSAVE” negli anni 70, che ci ha permesso di creare un nuovo stile, una lambada carioca. La musica zouk era più lenta, con più pause e variazioni di ritmo che non esistevano nella lambada: questo ha permesso l’evoluzione della danza, sempre più sensuale, fluida e bella. I movimenti si fanno più dolci con influenze visive di altre danze e musiche. Il rapporto interpersonale nella coppia che danza, finalmente torna ad essere di grande valore e le figure acrobatiche danno un valore estetico aggiunto. Con il tempo e l’evoluzione nasce lo Zouk Brasiliano, famosa in tutta l’ Europa con congressi e stage dedicati alla danza brasiliana più famosa. Una danza che arriva in Italia come un’onda, danza che può essere ballata con la musica ZOUK o KIZOMBA o anche mixata con canzoni RNB e HIP HOP. Provare a ballare zouk immerge in un mondo di emozioni, connessione e movimento a cui non si può più fare a meno. Nel prossimo numero di Vida Latina Magazine scriveremo ancora di questa fantastica danza in ancora in espansione in Italia.



TROPICANA MILANO COMPIE 18 ANNI

UNA GRANDE FESTA PER LA DISCOTECA IN CUI SI E’ SCRITTA LA STORIA DEL MONDO LATINO ITALIANO (E NON SOLO)

Eventi: A Cura di Ricky Espino sede l’Associazione Latin Gem, che ha sempre avuto Lo scorso 21 Marzo Vida Latina Magazine è stata tra i suoi insegnanti i più qualificati del settore. Ma ospite del diciottesimo anniversario di una delle più torniamo al locale e alla sua storia. Non solo i ballerini importanti e famose discoteche latinoamericane sono stati fondamentali per la fama del Tropicana, d’Italia: il Tropicana Milano. ma la musica e i personaggi che la proponevano Diciotto anni di storia durante i quali questo locale hanno lasciato una firma indelebile nei suoi 18 anni può vantarsi di avere fatto tendenza, lanciando di storia. mode e personaggi del mondo latino in Italia e in Questo palcoscenico ha ospitato in tutto il mondo. concerto riconosciuti “monumenti” La carriera “Italiana” dei più della cultura latinoamericana come grandi ballerini latini, come il maestro Roberto Roena, il Sonero Alberto Valdes, Maykel Fonts, Venezuelano Orlando Watussi, i Fernando Sosa, Esmil Diaz, Arnay Grandi cantanti Andy Montañez Ferreiro, solo per citarne alcuni, e Domingo Quiñones e altri come comincia da questo locale. Senza Victor Manuelle, Wayne Gorbea per poi dimenticare anche “i grandi poi arrivare ai più moderni Toby Love, maestri della salsa” passati dal Pupo Dj con Johnny Vasquez Jerry Galante, Aventura e Alex Matos. Tropicana come Papito JalaJala, La musica è protagonista anche dalla Eddie Torres, Frankie Martinez, consolle, perchè proprio da questa Felipe Polanco e i Fratelli Vazquez. consolle si sono formati i più affermati Insomma, in Italia tutti i grandi Dj Latini del Settore: la “Scuola del Ballo Latino sono passati o Tropicana” vanta nomi di “livello” addirittura partiti dal Tropicana partendo da Pepe Bassan (che è stato Milano. uno dei pionieri), Francisco Rojos, Non solo. Tutto il settore Latino Danis La Clave, passano da questa deve qualcosa a questo locale: consolle Silvio Sisto, Ricky Espino, i primi grandi eventi sono stati Ricky Espino con Gaetano Ambrosio Renato Ghelli, Henry Knowles(NY). realizzati qui e promossi dallo Nasce qui anche una New Generations di LatinDj’s staff del Tropicana; i Congressi Mondiali della Salsa che ottiene grandi consensi dal pubblico. Stiamo nacquero sì a Puertorico, ma fu proprio al Tropicana parlando di Matteo “La Frescura”, Corrado “Dj El che ebbero la “tana” europea sin dal 1999. Diablo” e Antonello “PupoDj”… Gaetano Ambrosio, è uno dei coofondatori del locale Tutto questo lo abbiamo rivissuto durante la festa e ci spiega qual è stato il punto di forza del Tropicana. per i 18 anni del Tropicana, che negli anni ha saputo “Sono state le persone che investivano denaro, anche rinnovarsi e cambiare look, mantenendo, credevano nel prodotto ma che sicuramente però, sempre “el mismo sabor”. Anche il palinsesto è amavano il mondo latino, ad aver realizzato stato rivisto: il Tropicana propone, infatti, due serata questa “MACCHINA”, grazie ad una coordinazione latine con lo staff “Los Chocolate.com” il Martedì e il equilibrata tra i nostri principali prodotti: locale Giovedì, mentre nel fine settimana (venerdì e sabato) (Tropicana), agenzia artistica (Eventi Latini) e Scuola propone un esclusivo ambiente e musica dance. di Ballo (Latin Gem)” Sopra il Tropicana, infatti, ha





IL POLIEDRICO ANTONIO

DA COSTA RITMO LATINO E CALORE PUGLIESE L’intervista: di Silvio Sisto Vida Latina Incontra Antonio Da Costa, l’artista che ha segnato la mia carriera di dj, colui che mi ha fatto avvicinare ai ritmi latini e scoprire le sonorità etniche sin dai primi anni novanta. Antonio Pellicoro, in arte Antonio Da Costa, nasce a Gioia Del Colle in provincia di Bari nel…,insomma qualche anno fa. Entra nel mondo della musica come sassofonista e successivamente entra nel conservatorio “Nicolò Piccinni” di Bari e si diploma in contrabbasso. Il suo talento lo porta ad incontrare quello che però diventerà lo strumento della sua vita: la chitarra. Comincia a studiare la chitarra con la docente Calzoraro e a frequentare corsi di flamenco a Malaga con il maestro Luis Cordones e a Madrid con Andres Del Palacio. La sua carriera di compositore, cantante, chitarrista e arrangiatore lo ha portato a realizzare ben 17 cd pubblicati dalle migliori etichette mondiali come la Sony, la Polygram, la Irma, la Level One e la Pachanga production. Negli anni 90, con l’esplosione della cosiddetta “social dance”, compone il suo maggior successo dal titolo Casamañana, conosciuto in tutto il mondo come Tequila Boom Boom. E’ un brano coinvolgente e di presa immediata tanto che viene

ricantata da artisti famosissimi come i Los Del Rio o gli Olodum (band storica di Bahia in Brasile) e tanti altri gruppi. E’ sempre in quegli anni che sforna successi come Parranda, Il Ginecologo del ritmo, Soca Soca, Vado lavorando, El reventòn e tanti altri. Negli ultimi anni si è dedicato anche alla televisione come direttore artistico e copresentatore insieme a Federica Moro e a Natalie Caldonazzo nella trasmissione “L’Aia, suoni e danze del Mediterraneo”. In onda sulle reti del gruppo Norba, il programma era interamente dedicato alla rivalutazione della musica popolare del Sud-Italia. La musica di Antonio Da Costa non è altro che la fusione delle sue esperienze musicali vissute direttamente con popoli di etnie differenti ed il calore inconfondibile della sua terra (la Puglia). Grazie a lui e ai viaggi fatti insieme in tutto il mondo, ho avuto la possibilità di vivere e scoprire tanti ritmi direttamente nelle terre dove venivano “partoriti”, come Cuba, Repùblica Dominicana, Messico, Colombia, Brasile, Venezuela. Ora lascio da parte il Silvio amico e mi trasformo per i lettori di Vida Latina in un intervistatore con tanto di carta e penna cercando di scoprire altri lati di questo artista poliedrico e per alcuni versi misterioso.



Chi e’ Antonio Da Costa per Antonio Pellicoro? Sono un uomo che gira le strade del mondo con una voglia matta di scoprire colori, suoni, odori di ogni genere e di ogni razza. La musica cosa rappresenta per te? Per me la musica è espressione, comunicazione e crescita spirituale. Quanti paesi hai visitato? Ho visto quasi tutto il mondo ad eccezione dei paesi freddi, visto che amo il caldo. Come mai nasci come sassofonista, ti diplomi in contrabbasso e diventi uno dei primi 10 chitarristi in italia? Quand’ero ragazzo ho studiato diversi strumenti, oltre a quelli che tu hai citato, per la voglia di imparare a crescere nell’immenso mondo della musica, ma lo strumento piu’ affine a me è sempre stata la chitarra classica. Mentre gli altri strumenti verso i 30 anni cominciavo a lasciarli uno per volta, con la chitarra incalzavo sempre di piu’ gli studi, seguendo corsi di bossa-nova in Brasile e di flamenco in Spagna. Poi ho cominciato a trasportare studi di altri strumenti sulla chitarra “come la percussione, il tres cubano, il sitar indiano lo shamisen giapponese” creandomi una mia tecnica personale. Raccontaci del tuo ultimo lavoro. Si tratta di un lavoro registrato a Santiago de Cuba e intitolato “Volver”, cioè tornare. Infatti confesso che il mio desiderio sarebbe tornare ai miei albori, cioè a quando ho cominciato a suonare, componendo solo brani strumentali. Questo brano è una miscela tra melodia spagnola e ritmica cubana, in cui la mia chitarra duetta con il

Silvio Sisto con Antonio Da Costa

violino, usando fraseggi tipici della musica cubana. I musicisti che hanno collaborato sono italiani o cubani? Ho lavorato rigorosamente con musicisti cubani e ne approfitto per presentarveli: Al violino Fernando Castillano Ricardo, alle percussioni Alberto Castellanos Fieuerda, al basso Ivan Rodriguez Tigrado, li potete conoscere guardando il video su youtube “Antonio Da Costa - Volver”. Il tour della prossima estate? Si chiamerà “PARAISO” e durante il tour sarò affiancato da una “carovana” di artisti, composta da: due ballerine brasiliane, un danzatore di capoeira, un mangiafuoco, una contorsionista cubana, una ballerina di pizzica, due violinisti, un flautista, un chitarrista e un batterista. Inoltre durante il concerto, avverrà la proiezione di immagini su due mega schermi. Sei un lettore di Vida Latina Magazine? Sì, lo seguo spesso e volentieri. Finalmente un magazine che ci informa su quello che accade nel mondo latino in Italia e non solo. Un saluto ai lettori? Certo! Ragazzi si te gusta Tequila, te gusta Cerveza leggete Vida Latina che parte la cabeza!



LA CULTURA DEL BALLO di Enzo Conte

LO STRETTO LEGAME TRA

INSEGNAMENTO ED APPRENDIMENTO

Molti sono convinti che se un maestro è competente, se ha un eccellente curriculum e una buona didattica, i suoi allievi, come d’incanto diventeranno bravi. Provate però a dirlo a quegli insegnanti che si trovano davanti a degli adolescenti distratti o ad adulti poco motivati, ognuno dei quali vorrebbe trovarsi da qualsiasi altra parte piuttosto che in classe. Che siate un educatore, un allenatore, un insegnante o più semplicemente un oratore, la cosa essenziale è “trovare il canale giusto” per stimolare un efficace stato d’apprendimento nel vostro potenziale pubblico. Sicuramente ciascuno di noi, negli anni della scuola, ha avuto almeno un insegnante capace di rendere interessante la sua materia. Come ci è riuscito? Ci è riuscito prima di tutto dimostrando passione, dedizione ed entusiasmo. Gli stati d’animo positivi sono contagiosi. Di conseguenza un maestro che ama la sua materia è in grado di rendere un argomento coinvolgente ed appassionante anche per gli altri. E’ interessante notare come la parola russa “obuchenie” significhi allo stesso tempo “insegnare” e “imparare” o avere entrambi i significati. Di fatto l’insegnamento e l’apprendimento sono due processi intimamente legati tra loro, anzi complementari ed è per questo che si usa anche dire che “insegnando si impara”. Nell’insegnare non solo apprendiamo meglio le cose che sappiamo fare, ma soprattutto impariamo a trasmetterle agli altri. Non è, d’altra parte, quello che normalmente succede in tutte le scuole di ballo? I maestri di ballo,

a differenza dei maestri di musica che hanno la possibilità di studiare al Conservatorio, non escono, infatti, da nessuna scuola né tanto meno da dei veri e propri Centri di Formazione. Si formano sul campo, il più delle volte buttandosi allo sbaraglio nella maniera più totale. D’altra parte, anche volendo, in Italia manca proprio fisicamente una struttura in cui studiare, dove ci siano classi, professori, libri di testo e programmi scolastici. Esistono solo delle Federazioni di Ballo che si preoccupano di formare dei maestri a distanza, rilasciando anche dei diplomi. Queste Federazioni hanno però, in partenza, dei grossi limiti. Sono innanzi tutto delle Associazioni Sportive e non delle Associazioni Culturali, per cui il loro fine non è quello di fare cultura o di fare formazione. Nessuna federazione si preoccupa, ad esempio, di diffondere e preservare le tradizioni folkloriche (sia le nostre che quelle degli altri popoli); il loro fine principale sembra, al contrario, quello di organizzare delle gare (attorno alle quali girano dei grossi interessi economici), dove, almeno in teoria, si dovrebbe giudicare chi è il più bravo nella sua disciplina. L’altro grosso problema è determinato dal fatto che le Federazioni ragionano con la logica dei vecchi partiti, per cui più iscritti hanno, (tecnici compresi) più diventeranno forti agli occhi del CONI (la nostra massima istituzione sportiva). Nessuna Federazione infatti ragiona con la logica “pochi ma buoni” ed è veramente raro che qualcuno dei candidati che si presenta alle sessioni di esami venga bocciato. Rispetto al passato, indubbiamente sono stati fatti molti passi in avanti. Sono stati approntati alcuni manuali di ballo, allo stesso tempo, chiamati a far parte delle commissioni d’esame persone di comprovata preparazione, ma di fatto non c’è



LA CULTURA DEL BALLO di Enzo Conte la volontà di creare un Centro di Formazione, superpartes, che possa condurre per mano gli aspiranti maestri nei delicati meandri di questa professione. La maggior parte dei nostri maestri si forma dunque sul campo, magari mandando a memoria alcune nozioni inserite nei vari manuali di ballo. Solo col tempo, percorrendo una via crucis lastricata da errori e tentativi, apprenderanno ad insegnare. In realtà, se andassimo ad approfondire alcuni dei manuali esistenti ci renderemo facilmente conto della loro limitatezza e della loro estrema sinteticità. Ci accorgeremo inoltre che essi sono improntati più su quello che gli insegnanti “dovrebbero insegnare” piuttosto che “sulla maniera corretta per farlo”. I maestri, di solito, cercano di migliorare la loro didattica interagendo con i propri allievi, sfruttando le più recenti tecnologie (come cd o Dvd prodotti da altri), facendo, allo stesso tempo, leva sulle loro innate capacità comunicative. Quello che però in genere non fanno è cercare di capire come le persone apprendono. Spesso il loro principale punto di riferimento è rappresentato da se stessi. Si ricordano di quando erano allievi, delle loro, più o meno, difficoltà nell’apprendimento ed in base alle loro esperienze personali basano la propria didattica, dimenticando che non tutti gli allievi sono come loro e che lo scopo di un vero insegnante,

non è quello di creare dei mostri di bravura, ma aiutare gli studenti a imparare nell’ambito delle loro possibilità. Di conseguenza, per trasmettere al meglio ciò che si sa, la prima cosa da fare è scoprire come le persone apprendono. Bambini e adulti, ad esempio, apprendono in maniera diversa. Mentre gli adulti apprendono usando la ragione, i bambini sono, al contrario, più imitativi (...) Da uno studio condotto nel Regno Unito si è scoperto che esistono due principali modi di studiare: a)Un modo che potremmo definire “superficiale” improntato sulla memorizzazione del materiale didattico. b)Un modo invece “profondo” basato sulla comprensione totale del significato delle cose. Molto spesso la scelta tra questi due tipi di studio è determinata dai metodi di insegnamento e di valutazione degli stessi insegnanti. Nel ballo, se il maestro baserà la sua didattica solo sull’insegnamento di passi e figure, lo studente si concentrerà esclusivamente su di essi. Al contrario se il maestro stimolerà l’interesse dell’allievo anche verso la musica e la cultura che c’è dietro quel tipo di ballo, l’allievo capirà che per apprendere bene sarà necessario un approccio più profondo, basato sulla comprensione del significato che c’è dietro ogni singolo gesto... Tratto dal libro “L’Arte di Insegnare”


GRUPO EXTRA extraordinario di Omar Gallo by Sorso Latino

Il Grupo Extra nasce nel 2008 ed è subito una rivelazione. Formato dal duo Tony Santana Y Didi Cruz, insieme ai musicisti della loro band, portano avanti il proprio stile caratterizzato da bachata e merengue urbano, dal sapore spiccatamente romantico. La particolarità di questo gruppo è la “extrema” capacità di dominare il palcoscenico, animando le performance con coinvolgenti coreografie che rappresentano al meglio il sorriso e la cultura latina. Li abbiamo incontrati, subito dopo il concerto, nei camerini del Cycas di Potenza lo scorso 23 aprile.

Bentornati in Italia! Grazie. Siamo molto onorati e contenti di esserci esibiti davanti ad un pubblico così entusiasta come quello Italiano. Durante il vostro concerto abbiamo avuto una grande dimostrazione della vostra forza e del vostro calore, tutto il pubblico vi ha seguito con grande entusiasmo e trasporto. In questo momento risiedete a Zurigo. Avete incontrato difficoltà nel divulgare e promuovere la cultura dominicana al pubblico europeo? E’ vero, grandissimo pubblico! Assolutamente no. Anche se in Europa i latini non sono in molti, ancor di meno in Svizzera, abbiamo incontrato un pubblico caloroso e ben disposto ad accogliere la musica e la cultura dominicana. Oltre ai successi avuti con i vostri brani, avete avuto delle esperienze con altri artisti del panorama internazionale? Sì abbiamo avuto altre esperienze con diversi artisti tra i quali Calle 13, Toby Love, El Torito e tantissimi altri. La cosa più emozionante è che nonostante siamo un gruppo giovane abbiamo già avuto la fortuna di aprire grandi eventi Il Grupo Extra con i conduttori del programma Sorso Latino con nomi importanti


LA CULTURA DEL BALLO di Enzo Conte

e quindi provare delle sensazioni splendide con un pubblico di grandi occasioni... Questo ci dà una grande carica che permetterà al nostro gruppo di crescere. Grazie soprattutto al pubblico italiano che ci ha seguito con più forza. Il vostro ultimo album sta riscuotendo un grandissimo successo con brani tipo “No se como me enamore” o “Quisiera llorar”. A breve uscirà un vostro nuovo album? Sì certo, è già in programma l’uscita del nostro prossimo album per settembre, ci stiamo mettendo tutta la passione e la dedizione possibile e sappiamo già che sarà il miglior album del Grupo Extra, ma prima di settembre abbiamo in programma l’uscita di un altro progetto (per giugno) un omaggio alla bachata dominicana, dove riadatteremo dei grandi successi di bachata dominicana alla bachata moderna. La bachata urbana ed il merengue urbano stanno riscuotendo molto successo da diversi anni tant’è che molti artisti si sono ispirati a questo

stile; secondo voi, l’urban style rappresenta ancora il futuro della musica latina, o si avrà un cambiamento? Abbiamo l’esempio del Grupo Aventura che ha fatto la storia della bachata, che a sua volta si e’ evoluta...cosa prevedi nel futuro? Aventura ha fatto la storia della bachata, e l’ha internazionalizzata, ma credo che sia uno stile in continua evoluzione, e subirà sempre dei cambiamenti. Com’è composto il vostro gruppo, i musicisti sono tutti dominicani? La nostra squadra è composta da 7 persone, 6 sono sul palco. Siamo 5 dominicani e 2 cubani, da qui l’unione del mondo latino, la forza e la carica della musica cubana e dello stile dominicano. Le coreografie, la carica e l’energia che esprimete sul palco, questo vostro stile è qualcosa di spontaneo o di pianificato dietro le quinte? Tutto ciò che si vede sul palco è spontaneo e fa parte della “chimica” che c’è tra i componenti del gruppo e che sprigiona la musica. Cerchiamo di dare al pubblico qualcosa di diverso ogni volta che saliamo sul palco. Raccontateci in breve l’esperienza con i Croma Latina. Quella con i Croma Latina è stata una delle più belle esperienze avute. Sono dei professionisti e delle persone stupende, siamo stati con loro a Venezia. Da loro abbiamo appreso tanto. Grazie ragazzi. Un saluto affettuoso a tutti i lettori di Vida Latina.



LA SANTERIA CUBANA: qualcosa di più di una religione CULTURA dI Gordiano Lupi

Per capire a fondo la cultura cubana non è possibile prescindere dalla santeria e dai suoi rituali. E’ forse uno dei misteri più affascinanti che unisce la variegata popolazione del caribe, composta da un crogiolo di razze e culture amalgamate da tempo in un popolo capace di sentire con forza la propria unità nazionale. A Cuba è una bestemmia solo parlare di razzismo: creoli, bianchi, mulatti e negri convivono da sempre senza problemi e la Santeria ha la sua parte di merito. E’ vero che l’intensità con la quale si pratica questa religione non è uniforme, infatti a Oriente (Santiago e Baracoa) la sua influenza è maggiore che a Occidente, così come nelle campagne la religiosità è più diffusa rispetto ai grandi centri urbani. Basta aggirarsi un po’ per i quartieri de L’Avana per rendersi conto che a Guanabacoa si praticano riti santeri in misura superiore rispetto ai quartieri centrali del Vedado e Miramar e che là dove la popolazione nera è in maggioranza la santeria ha una percentuale di pratica e diffusione notevole. E questo è abbastanza ovvio se solo si pensa alle origini di queste credenze. La santeria nasce nella Nigeria sud occidentale, la patria degli Yoruba, che in pieno XVII secolo furono deportati nel Nuovo Mondo come schiavi. Fu così che gli africani trasferirono a Cuba la loro pittoresca e variopinta mitologia che prese nome di lucumì. Le divinità, chiamate orisha, ci ricordano molto da vicino gli dei dell’Olimpo greco perché sono un coacervo di vizi e difetti umani. La

stessa religione africana si diffuse nel resto d e l l ’A m e r i c a centro meridionale con diverse modificazioni. A puro titolo esemplificativo diremo che in Brasile dette vita al Candomblé o Macumba e ad Haiti al vudù. A Cuba il tratto fondamentale di quella che si chiamerà santeria è dato da una commistione e identificazione della mitologia Lucumì con la iconolatria cattolica dei dominatori spagnoli. Gli schiavi africani si preoccuparono di occultare le loro pratiche magiche e religiose agli occhi degli spagnoli, che non sono mai stati un esempio di tolleranza. Fu così che gli Orisha presero i nomi dei santi cristiani e i riti magici yoruba andarono progressivamente a fondersi con le tradizioni della Chiesa cattolica. Ecco perché è appropriato parlare di sincretismo religioso a proposito della santeria, che oggi subisce pesantemente l’influenza del cattolicesimo. Quei santi che servivano inizialmente solo a mascherare la realtà di un culto che veniva dall’Africa, adesso sono una cosa sola e inscindibile con i rispettivi orisha. Al giorno d’oggi non c’è santero che non si dica cattolico e che non sia battezzato. La necessità di un tempo si è trasformata in una religione nuova che non nasconde più niente a nessuno, ma è diventata un cattolicesimo sui Generis, costretto a fare i conti con i rituali venuti dall’Africa quattrocento anni fa. A Cuba la Chiesa non può che chiudere un occhio se vuole convertire e farsi accettare, perché qua non è possibile prescindere dalla tradizione. Ed è quello che sta facendo, come a suo tempo ha fatto il regime comunista, per impostazione culturale ostile a ogni culto religioso. CONTINUA NEL NUMERO DI MAGGIO 2013 >>>



ELEVATEDI ILNELSON NUOVO ALBUM FREITAS Kizomba - di Geppo dj

Il 7 marzo con impeccabile puntualità è uscito il nuovo album di Nelson Freitas dal titolo ELEVATE. Nato e residente in Olanda, Nelson Freitas è uno dei maggiori esponenti a livello mondiale del genere musicale kizomba. La sua carriera artistica, però, comincia come ballerino di Breakdance e poi come voce principale di un gruppo sconosciuto dal nome Quatro. Nella sua musica sono sempre presenti le contaminazioni house e R&B, sin dai primi album come solista. Il successo discografico arriva con l’album Magic nel 2008 con oltre 70.000 copie vendute. Dopo due anni, la fama di questo cantante aumenta grazie allo strepitoso album MY LIFE, che contiene i singoli di punta come “Rebound Chick” (noto tormentone) e “Saia Branca”, raggiungendo questa volta le 90.000 copie di vendita. Arriviamo così a ELEVATE, disco strepitoso che non si può non comprare. Include alcuni singoli già usciti nello scorso 2012 come “Simple girl” e “King of the world”. Quest’ultimo singolo era uscito con un altro titolo e in collaborazione con Big Nelo, ma nell’album tutto è cambiato (non si sa il perché). Uno dei brani più belli è “Certeza”, ma il cd è ricco di grandi pezzi e di collaborazioni importanti con: C4 Pedro nel tema “Bo tem mel” (che è anche il secondo video e anche il più recente di questo album); Djodje con il brano “Bem pa mi” e poi ancora Eddy Parker in “All upon you” e Anselmo Ralph con “Drinks on mi”.

Un grande disco che farà piacere a tutti i kizombeiros poter ballare ma anche solo ascoltare perché di altissima qualità. Vi segnaliamo anche alcuni singoli di rilievo usciti di recente come “Nha vida” di G-Amado di cui speriamo presto di poter ascoltare l’intero album, “Dentu mi” di Susi e infine Rich Feat. Dikey con “Like This”. A proposito di uscite imminenti, siamo quasi pronti per il nuovo album di un altro grande artista: Mika Mendes che ha ultimato la realizzazione del suo disco dal titolo “Sem limite” che presto troveremo sul mercato e di cui parleremo nei prossimi numeri di VIDA LATINA magazine.




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Il progetto della scuola “CUBABAILA” nasce nel 2001 con l’idea di creare una scuola rappresentativa della cultura musicale cubana e del ballo cubano, ampiamente diffusi nel mondo latino-americano. Il nostro obiettivo fondamentale è la diffusione e l’insegnamento delle espressioni e dei sentimenti del folklore, tramite il dialogo, la poesia, la musica e la danza del nostro popolo. Pertanto saranno il mambo, la salsa, l’afro, la timba, il cha cha cha e la rumba cubana a fare da tramite tra due continenti separati dall’immenso oceano ma uniti dal canto, dal ballo e dalla musica. info@cubabaila.net

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Latin Passion Group nasce da un’idea di Michele Di Benedetto che, da oltre vent’anni, coltiva la passione per l’arte e lo spettacolo. L’amore per la danza, in particolare per i balli caraibici, lo hanno portato a concretizzare anni di sacrifici svolti con impegno e professionalità, trasformando questo grande sentimento in un vero e proprio lavoro. Ad oggi, l’associazione sportiva LATIN PASSION GROUP conta più di 400 iscritti, dislocati in diverse sedi tra Campania e Basilicata. La scuola è diretta dai maestri Michele Di Benedetto e Chiara Barone che sono fra i migliori esponenti della “salsa New York Style”in Italia. Le lezioni sono aperte a tutti, single o coppie, giovani o meno giovani, e naturalmente anche ai bambini. Latin Passion Group non è soltanto una scuola di ballo, ma è anche una compagnia di danza che oggi conta numerose partecipazioni a livello nazionale ed internazionale. CAMPANIA E BASILICATA

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Da noi si balla solo per divertimento e passione . “I nostri super maestri Wilmer e Maria ci insegnano a ballare ed ad essere umili”. Corsi di Salsa cubana, son, cha cha cha, rumba, afro, hip-hop, tango argentino, kizomba, Rumba. Esibizioni e spettacoli in ricorrenze in genere. Lezioni private.

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Associazione CUBAILANDO nasce nel 2002 dalla passione per le danze caraibiche...professionalità, dedizione e divertimento sono i principi basi sui quali si basa la nostra realtà. salsa cubana, portoricana, merengue, bachata, kizomba, tango argentino, hip-hop sono le discipline che si studiano da noi.

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Perchè a Matera scuola di ballo si dice PIELMORENA. La scuola di ballo Piel Morena nasce nel settembre del 2001 da una idea dei maestri Antonio Farina e Tina Gravela, già insegnanti dal 1997. Siamo specializzati in danze caraibiche e precisamente salsa cubana, portoricana, merengue, bachata, son y rumba afro-cubana. Oggi la nostra scuola è sicuramente riconosciuta tra le più attive a livello nazionale per la promozione e per la diffusione della cultura caraibica.

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LE SCUOLE DI BALLO PARTNER La scuola di ballo “Santiago de Cuba” nasce da un’idea dei maestri Massimo e Simonetta Mazzotta nel 2005. Nel corso degli anni la passione per la danza è stata trasmessa a Maurizio e Carmelina Fuso, i quali oggi sono parte integrante dello staff direttivo. Specializzata nell’insegnamento delle Danze Caraibiche, la Santiago de Cuba si avvale della collaborazione di Vincent, Arianna, Lidia e Gianni per i corsi di Salsa Portoricana, Balli di Gruppo e Tango Argentino. Alla Santiago de Cuba, entri camminando…esci ballando!!! salsalecce.it 389.08 25 099 349.64 08 866 LECCE CORIGLIANO D’OTRANTO

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¿ Què dìa es hoy?

LEZIONI

DI SPAGNOLO di Yadira Gonzalez

¿ Què dìa es hoy? Che giorno è oggi? ¿Sabìas que….?

Sapevi che…?

En español como en italiano, el origen de los dìas de la semana viene de la Luna, el Sol y los planetas Marte, Mercurio, Júpiter, Venus y Saturno

In spagnolo come in italiano, l’origine dei giorni della settimana viene dalla luna, il sole e dai pianetti Marte, Mercurio, Giove, Venere e Saturno.

Sábado deriva de la palabra hebrea shabbat (día de descanso), y domingo de la palabra latina domínica (día del Señor), transformadas por el critianismo. Solamente en inglès se mantiene Saturday(dia de saturno) y Sunday (dìa del sol). Interesante!!!

Sabato deriva dalla parola ebrea shabbat (giorno di rioposo) e domenica dalla parola latina dominìca (giorno del signore), trasformate dal cristianesimo. Solo in inglese si mantengono Saturday(giorno di saturno) e Sunday (giorno del Sole) Interessante!!!

-Què dìa es hoy ? Che giorno è oggi? -Hoy es lunes Oggi è lunedì -El fin de samana es el sàbado y el domingo Il week end è il sabato e la domenica

Lunes (lunedì) Martes (martedì) Mièrcoles (mercoledì) Jueves (giovedì) Viernes (venerdì) Sàbado (sabato) Domingo (domenica)

Attenzione!!!

I giorni della settimana in spagnolo sono invariabili al plurale. El lunes – Los lunes La domenica in spagnolo e di genere maschile: el domingo

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