Periodico di informazione, cultura e musica dedicato al mondo latino americano - DISTRIBUZIONE GRATUITA - anno 2 - N째5 luglio/agosto 2011
SPECIAL SUMMER EDITION
FRANKIE MARTINEZ
Il principe latino a New York
Registrazione del Tribunale di Bari: n°3199 del 25/11/2010 Tiratura: 6000 copie Numero Chiuso: 13/05/2011 Edito da: Ass. Culturale IDEANDO 2.0 Via Berlino 86 Altamura (Ba) Tel. 339.3511452 info@vidalatinamagazine.it Direttore Editoriale: Donato Ciccimarra Direttore Responsabile: Giuseppe Disabato Advertising Manager: Nunziella Buono Direttore Artistico: Silvio Sisto Caporedattore: Alberto Pianetti Redazione: Michele Traversa Giulio Patruno Daniele Blasi Enzo Conte Francesco Leoni Vania Tria Lara Palmisano Loretta Moramarco Ricky Espino Denny dj Davidino dj Paolo Martano Nico Tursi Mirko Hp Osiris Proenza Domenico Giacomobello Vito Ranieri Stefania Errede Gaetano Mongelli Giuseppe Berloco Cubanito Dj Tony Guaguancò Mario De Palo
LA REDAZIONE...
Enzo Conte
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Silvio Sisto
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Francesco Leoni Giulio Patruno
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Alberto Pianetti
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Nico Tursi
Tony Guaguancò
Mario De Palo
Cubanito Dj Ricky Espino
Michele Traversa
Gaetano Mongelli
Vito & Enzo Dj Hp Vito y stefania
Paolo
Martano
Hanno Collaborato in questo numero:
Ciccio Cruciata Marcello Greco Luis Loco Dj info e contatti: Tel. 339.3511452 vidalatinamagazine.it info@vidalatinamagazine.it Skype: vida latina magazine
Giuseppe Berloco Denny Deejay
Daniele Blasi Peppino Disabato
E L P PEO
VIDA LATINA
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Un invito al congresso di salsa dal nostro amico e organizzatore di Eventopeople Vincenzo D’amato e tutto ha inizio. Vida Latina Magazine incontra lo “special guest” dell’ evento: il ballerino, istruttore e coreografo Frankie Martinez. Nato e cresciuto a New York senza mai negando le sue origini portoricane, Frankie
di Nunziella Buono
Istruttore, coreografo ballerino
Frankie ha iniziato sin da piccolo ad avere uno stretto contatto con il mondo latino. Tutt’ora Frankie Martinez è riconosciuto come uno dei più acclamati e ricercati ballerini, coreografi e istruttori di Salsa/ Mambo del Mondo. La sua unica tecnica di insegnamento assieme al suo stile graziosamente pulito è ciò che gli ha portato molte attenzioni. I suoi successi: Frankie Martinez si è esibito per Tito Puente, come primo ballerino nello stage di New York City’s Manhattan Center, con i ballerini “Eddie in Torres”. È anche ballerino ospite nel video di Tito Puente “Mambo Birdland”, che si è visto in tutto il modo. Frankie Martinez è il direttore e fondatore e coreografo della “ABAKUÁ Latin Dance Company”, (abakuadancers.com) che si esibisce in tutto il mondo con i propri spettacoli.
Frankie Martinez durante la serata di Evento People
Martinez Com’è nata la tua passione per il ballo? Ringrazio la mia famiglia, che sin da piccolo mi ha sempre reso partecipe del mondo e della musica latina. Ricordo quando ero piccolo e si organizzavano le feste per le strade di New York, si ballava e si cantava come ad esempio nei film come “Our Latin think” che vediamo oggi. Feste dove erano coinvolti anche Tito Puente o Tito Rodrigrez. Quando hai deciso che il ballo, diventerà il tuo futuro? Non ho mai pensato ad una carriera come artista, è nato tutto per caso quando mi fù fatta la richiesta di dare lezioni in una scuola di ballo. Più tardi decisi di iscrivermi alla scuola di Eddie Torres e nel giro di poco tempo ebbi la richiesta di prender parte al “Eddie Torres’ Dan-
cers”, un gruppo di ballerini di incredibile talento. Sei un noto Artista e molto richiesto in tutto il mondo, hai mai notato una differenza nello stile di ballo nei diversi paesi? Certo, in tutto il mondo la salsa viene ballata, ma ogni individuo ha la sua cultura e le sue tradizioni che inserisce involontariamente nello stile. Per questo solo una persona attenta nota la differenza. Oramai sei da giorni qui in Calabria, siamo in tanti raccolti in questo mega evento, cos’hai notato dei salseri qui al sud? Posso dire che mi sento a casa, i salseri qui al sud sono molto simili ai latini dei caraibi, il ballo è parte di sé. E’ la tua prima volta qui in Italia? No, il mio primo evento in assoluto è stato in Italia a Milano nel 1998, quando ballavo nel gruppo “Eddie Torres Dancers”, ma è la prima volta che mi esibisco in Calabria e soprattutto nel sud Italia. Prossimamente avremo l’onore di ospitarti per
un inizio di una lunga serie di eventi in Puglia? Si, sono felice di questo. L’ultima settimana di luglio infatti, che va dal 26 al 31 luglio sarò al “World Dance Movement” a Castellana Grotte, una settimana intera
tano al passato, al presente e al futuro e hanno sempre una storia da raccontare, catturando il pubblico con il loro ritmo ipnotico.
dedicata alla salsa ed al “Afro Latin Funk”. Parlando di Afro Latin Funk parliamo di Franki Martinez, creatore di questa nuova disciplina, com’è nata? Con le nostre radici africane sempre presenti ci avventuriamo nel mondo della musica latina, senza mai dimenticare l’origine della nostra musica Afro-Cubana che si è diffusa come fuoco selvaggio tra le isole dei Caraibi… e le profonde radici nel mio cuore portoricano. Frankie, cos’è ABAKUA? Il nome degli ABAKUÁ mi si è fissato in mente ancor prima che ne conoscessi il corretto spelling e l’origine o il suo significato. Ho adottato questo nome per il mio gruppo di ballo per il ritmo delle percussioni africane… quando sento le percussioni mi si sveglia una grande passione per la musica latina. Questo è il perché, la mia coreografia è un’espressione dei miei sentimenti. Il loro ritmo trae origine dalla batteria e percussioni della prima musica cubana e dai sensuali movimenti del corpo dell’Africa, mescolati con i nostri balli latini del presente. I loro spettacoli ci por-
Ogni gruppo di solito ha un credo, qual’ è il vostro? Il nostro credo “One Body, One Soul” (un corpo, una mente) ed esprime la convinzione che faremo spettacoli e continueremo insieme come una famiglia. Cosa prevedi per il tuo futuro da artista? Cerchiamo di inserire nel mondo del ballo la nuova disciplina Afro latin Funk. Spero che un giorno come si riesce a distinguere il mambo dal cha cha cha, così si potrà conoscere anche l’Afro Latin Funk. 9
Carlos Santana Carlos Santana nasce il 20 luglio 1947 ad Autlan de Navarro, in Messico. Già da piccolo viene attratto dalle note musicali grazie al padre ,violinista di mariachi, che segue successivamente nei suoi spettacoli. ll primo strumento che imbraccia all’età di 5 anni non è una chitarra bensì un violino. Proprio al violino si può ricondurre il suo amore per le note lunghe e tenute, così da caratterizzare il suo stile inconfondibile che lo rende unico fra tutti i chitarristi “elettrici”. Al violino segue la chitarra, più adatta al nuovo genere che si stava imponendo nel mondo: il rock. Carlos comincia ad esibirsi nei locali di Tijuana, un paese del Messico, ma la svolta arriva nel 1961 quando con la famiglia si trasferisce a San Francisco ed è qui che il giovanissimo musicista viene a contatto con stili diversi che ne influenzano l’attitudine a mescolare i “generi”. Carlos inizialmente aiutava la famiglia lavorando come lavapiatti, e crebbe appassionandosi alla musica della Bay Area. Quando poteva andava al Bill Graham’s Fillmore Auditorium ad ascoltare alcuni dei suoi musicisti preferiti come Muddy Waters, The Paul Butterfield Blues Band e The Grateful Dead. Nel 1966 crea la “Santana Blues Band” con il chitarrista Tom Frazier, il percussionista Mike Carabello, il batterista Rod Harper, il bassista Gus Rodriguez e Gregg Rolie (voce ed organo). Inizialmente né Carlos né Gregg Rolie sono mai stati ispirati da
di Silvio Sisto
elementi di musica latina per i loro capolavori, ma trassero ispirazione dei loro frequenti “showcases” al San Francisco’s Aquatic Park, dove suonatori di conga si univano a loro per le sessioni ritmiche. Così Santana scoprì che le percussioni latine attiravano il pubblico e le integrò alla propria musica. Il primo contratto lo firmarono con la Columbia Records e vi registrarono il loro primo album. Diventato ormai famoso, partecipa ad uno dei più grandi eventi musicali del secolo: Woodstock. E’ il 1969: Santana sul palco si scatena e offre una delle esibizioni più emozionanti della sua carriera.
Il pubblico va in delirio, Santana è riuscito ad imporre la sua miscela di rock e di ritmi sudamericani che dà vita al cosiddetto “rock latino”. Tuttavia Woodstock e il successo dei primi due album iniziò a creare problemi alla band, mettendo in luce le divergenze artistiche tra Rolie e Carlos. Il primo, insieme ad altri componenti, voleva enfatizzare il suono hard rock degli esordi mentre Carlos stava esplorando sonorità blues e rock cercando di inserire elementi jazz, ispirandosi a Miles Davis e John Coltrane. A complicare la situazione si aggiunse anche la grave emorragia cerebrale che colpì Chepito Areas. Santana e gli altri continuarono a suonare con vari sostituti (prima Willie Bobo e poi Coke Escovedo), ma i suoi colleghi, specie Michael Carabello, reputavano sbagliato lavorare senza Areas. Così i Santana cominciarono a sciogliersi e tutti i componenti a creare diversi gruppi. Nonostante tutto a partire dagli anni ‘70 Carlos continua un percorso musicale permeato di elementi mistici e di ricerca sonora e proprio in quegli anni esce “Abraxas” che, trainato da brani leggendari come “Black magic woman”, “Oye como va” e “Samba pa ti”, si piazza al numero uno della classifica americana per cinque settimane di seguito. L’anno seguente esce “Santana III” (forse il suo capolavoro assoluto), che rimane al numero 1 negli USA per un mese e mezzo. Il musicista spesso collabora come “special guest” con altri artisti ma la sovrapposizione tra vicende del gruppo e carriera solista comincia a diventare problematica. Santana nel frattempo approfondisce sempre di più i suoi interessi nei confronti della spiritualità e realizza un album ispirato a tali tematiche, “Love Devotion and Surrender”, insieme al compagno di fede John McLaughlin. Le opere di Santana sono un continuo oscillare tra progetti di fusion e rock più ortodosso, quest’ultimo preferito dalla stragrande maggioranza del pubblico. E’ in questo periodo che Carlos conosce Deborah King, che avrebbe poi sposato nel 1973. Insieme hanno tre figli: Salvador, Stella e Angelica. Con Deborah fonda l’organizzazione nonprofit “The Milagro Foundation”, che fornisce aiuti finanziari in tutto il mondo per l’istruzione e la salute dei bambini. Nel 1993 fonda una propria etichetta, la “Guts and Grace” mentre nel 1994 torna simbolicamente a
Carlos Santana sarà in tour a Bari il 21 luglio 2011 Woodstock per il 25ennale del festival che lo lanciò, inoltre incide “Brothers” con il fratello Jorge e il nipote Carlos. Gli anni 90 per Santana segnarono un calo nelle vendite tanto che verso la fine di questo decennio si ritrovò senza contratto discografico. Nonostante tutto Clive Davis della Arista Records lo scritturò e lo incoraggiò a registrare un album con la partecipazione di molti artisti giovani ed emergenti, e tutto questo segnò un’ulteriore svolta nella carriera di Carlos Santana. Era il 1999 ed uscì Supernatural, un album capolavoro che includeva le partecipazioni di Bobby Martin, Rob Thomas dei Matchbox 20, Eric Clapton, Lauryn Hill, Wyclef Jean, Maná, Dave Matthews, Eagle-Eye Cherry, Everlast e KC Porter. Il suo singolo di lancio fu “Smooth” che per dodici settimane occupò il primo posto di Billboard diventando così l’ultimo in ordine di tempo tra i grandi singoli degli anni novanta. Supernatural fu premiato in poco tempo con 3 dischi di platino, e raggiunse inoltre il primo posto delle classifiche USA. Il secondo singolo estratto fu “Maria Maria”, arrangiato da Bobby Martin ed eseguito insieme al duo R&B The Product G&B; anch’esso arrivo al numero uno in classifica, e vi rimase per dieci settimane nell’estate del 2000. Un altro singolo di successo fu “Corazon Espinado”, a cui collaborarono anche i Mana. Supernatural
ha venduto ad oggi più di 25 milioni di copie, di cui 15 milioni nei soli Stati Uniti. Il disco e molte sue canzoni vinsero 9 Grammy Awards (otto allo stesso Santana), fra cui album dell’anno, registrazione dell’anno (il singolo “Smooth”) e canzone dell’anno (premio andato a Thomas ed Itaal Shur). Nel 2001 Santana lavorò con Michael Jackson alla canzone “Whatever Happens”, dall’album Invincible. Un anno dopo rilasciò Shaman, realizzato sulla falsariga di Supernatural e a cui parteciparono i P.O.D., Seal e molti altri artisti di successo. Pur se meno fortunato in vendite del disco precedente, contenne altri due singoli di successo: “The Game of Love”, realizzato con Michelle Branch ed arrivato al quinto posto di Billboard, dove rimase per molte settimane; e “Why Don’t You and I”, con Chad Kroeger dei Nickelback e (nel remix) di Alex Band dei The Calling, che nella stessa classifica giunse al numero 8. “The Game of Love” vinse un Grammy come Best Pop Collaboration with Vocals. All That I Am, pubblicato nel 2005, seguì la stessa formula di Supernatural e Shaman, consistendo prevalentemente di canzoni realizzate con altri
artisti; il primo singolo, “I’m Feeling You”, fu eseguito di nuovo con Michelle Branch e i The Wreckers. Ad un altro pezzo, “Trinity”, lavorarono Kirk Hammett dei Metallica e Robert Randolph del gruppo Robert Randolph & the Family Band. Significativa anche la partecipazione di Steven Tyler degli Aerosmith al pezzo “Just feel better”. Inoltre “Illegal” è stato eseguito con la cantante colombiana Shakira. Tra l’aprile e il maggio del 2006 il chitarrista ha iniziato un tour in Europa, per cui ha aperto la band di suo figlio Salvador. Il 21 settembre 2010 è uscito l’ultimo album intitolato Guitar Heaven: The Greatest Guitar Classics of All Time, questo album vanta collaborazioni del calibro di Rob Thomas, India Arie, Yo-Yo Ma, Chris Cornell, Scott Weiland , Jacoby Shaddix e tanti altri Cosa dire di più di un mito della musica mondiale che ha venduto più di 80 milioni di dischi ed è considerato dalla rivista Rolling Stone al 15° posto tra i migliori chitarristi di tutti i tempi? Viva Carlos Santana!! Carlos Santana sarà a Bari con il suo tour il 21 luglio 2011, Arena Della Vittoria, correte a prendere i biglietti per non farvi scappare questo evento.
La croma latina è una band nata circa 10 anni fa ed è la formazione che ha dato vita alla musica latina targata made in italy. Nel mese di giugno ha presentato il suo nuovo singolo. Il brano in questione si chiama Fotonovela , una cover degli anni 80 proposta in versione bachata ed interpretata da Rita. A questo proposito abbiamo intervistato lei, la leader del gruppo che ci ha anticipato tutte le novità che la band ci riserva per l estate 2011.
ESTATE 2011 LA CROMA LATINA CONQUISTA LE CLASSIFICHE DELLA MUSICA LATINA
di Giulio Patruno
Ciao rita, la vostra band Croma Latina sta ottenendo grandi risultati e successi, cosa ci puoi dire? qual è il segreto? Vorrei iniziare ringraziando tutti coloro che amano ed apprezzano la nostra musica e che, se oggi la Croma Latina è riuscita a scalare le classifiche italiane ed estere, è anche merito loro trasmettendoci forza e grinta di continuare ad andare avanti anche nei momenti più difficile. Abbiamo lavorato molto e non è stato facile. Oggi siamo molto entusiasti dei nostri risultati, il secreto? non c è, forse tanta fatica. Vuoi parlarci di fotonovela? Fotonovela è una canzone che ballavo negli
anni 80 ed era gia in spagnolo , ancora non sapevo che sarebbe stata il mio futuro. Un mio grande amico mi ha ricordato questa melodia e da li è nata l’idea. L’abbiamo, anzi, in questo caso il merito è di Fausto Olmi, trasformata e arrangiata in versione bachata. La cosa bella e divertente è stata la registrazione del video. Ho avuto la possibilità di lavorare e ballare con 4 grandi artisti: Maykel Fonts, Enrique Aguero “Black Energy”, Franklin Romero, Camilo Acosta. Mi sono divertita molto e spero di poter avere un’altra occasione. Fotonovela è solo un anticipazione del nuovo album ? Esattamente. Quest’inverno abbiamo lavorato molto per la realizzazione del nostro terzo album che si chiama “vuela”e che è uscito a fine di giugno. Il nome vuela non è stato scelto casualmente ma perché ci piace
I Croma Latina durante un concerto in Salento
volare anche con la fantasia e soprattutto molto in alto. Vi sono collaborazioni con grandi artisti ma soprattutto la grande voce e grande interpretazione di Maximo Estupinan, la voce maschile della Croma Latina. Una persona che stimo e che ammiro molto non solo perché è un mio amico. In questo album ci sono 11 tracce che vanno dalla salsa alla bachata. Abbiamo voluto accontentare tutti i nostri fans che amano la salsa ma anche i romantici della bachata . Dimenticavo ci sono anch io. Tornerete in Puglia per un concerto?
Quest’ estate presenteremo in giro per l’Italia e l’Europa il nostro nuovo album e naturalmente anche i nostri vecchi successi. Saremo in Puglia per una grande notte latina il 18 AGOSTO al Praja Disco di Gallipoli, per l’unica ed escusiva data per la Puglia, adoro il pubblico caliente e dalle vostre zone trovo sempre quel calore che mi da adrenalina e che mi fa sentire sempre a casa. Per tutte le info andate sul mio facebook: cromalatina fan facebook, un saluto a tutti i lettori di Vida Latina Magazine.
COSTA RICA
il piccolo grande paese più felice del mondo
di Michele Traversa
La Costa Rica è puntualmente in cima alle più credibili indagini sulla felicità della popolazione condotte a livello mondiale. Quali sono le ragioni? Perché nel piccolo Paese centroamericano la gente vive meglio che in qualsiasi altro luogo? Certamente una serie di fattori concorre a creare quelle condizioni di vita: il clima moderato, una natura spettacolare molto rispettata, una concentrazione di biodiversità unica al mondo, un’atavica propensione alla convivenza pacifica, uno dei migliori sistemi sanitari del continente, investimenti crescenti in istruzione e cultura, un formidabile impegno nello sviluppo delle energie rinnovabili. Ma tutto ciò può spiegare perché questo è un Paese speciale, non perché è un luogo unico. Il Costa Rica è una dichiarazione d’amore. E non trattandosi d’una donna, ma d’un paese, l’oggetto di tanta passione non poteva che essere questo piccolo paese (circa due volte la Sicilia), incastonato in America Centrale tra Nicaragua e Panama - due fra gli Stati più turbolenti e instabili del continente - protetto dalla natura e dalla saggezza del suo popolo, mi è sempre apparso come un pezzo di un altro pianeta, un meteorite precipitato in una regione povera e sfortunata. La fortuna della Costa Rica sta paradossalmente nella scarsità di materie prime, nell’assenza di petrolio e di altre ambite ricchezze. Ciò l’ha resa meno interessante agli occhi della superpotenza regionale - gli Stati Uniti d’America - che sulla regione che va dal Rio Grande alla foresta del Darién mantiene un’influenza spesso intrusiva. Insomma, per dirla tutta, esiste anche “la fortuna di essere poveri”. Lo ripete il costaricense più famoso al mondo, Oscar Arias, due volte presidente della Repubblica e Premio Nobel per la Pace, che il sottoscritto ha avuto già il privilegio di incontrare a Bari nel giugno 1990, durante i Mondiali di Calcio, di cui la squadra della Costa Rica parve la grande rivelazione. Fino ad allora, chissà quanti italiani ne avevano mai sentito parlare. Ma non è solo economia. E’ anche psicologia, cultura.
Óscar Rafael, presidente esimio della Costa Rica, nel 1987 ha ricevuto il Premio Nobel per la Pace per gli sforzi contro le agitazioni politiche in molti paesi del Centro America.
Esiste un’indole costaricense, il quedar bien, il restar bene, figlio della consapevolezza che in quelle aree incerte e contestate del mondo è meglio evitare lo scontro. E che in fondo ogni contrasto si può sciogliere con una buona bevuta. Per cui quando la Unimer Research International, specialista in sondaggi nella regione, si chiede - e su questo interroga un campione di abitanti - se el tico (ossia il costaricense) sia felice, ottiene un plebiscito positivo. Forse il paragone con i vicini settentrionale (Nicaragua) e meridionale (Panama) ha giovato indirettamente alla fama di questo piccolo paese. Fama cresciuta dopo la rivoluzione del 1948, da cui scaturisce il dissolvimento delle
Forze Armate. Ma la stabilità della Costa Rica ha radici antiche. Nell’omogeneità sociale e territoriale - con la popolazione storicamente concentrata negli altopiani di mezzo - e nella scarsa virulenza dei contrasti politico-ideologici, come quelli fra conservatori e liberali che hanno segnato nell’Ottocento e oltre il destino dell’America Latina. Naturalmente non mancano nella Costa Rica i problemi e le insidie che affliggono la vita dei popoli di quella parte di America, cerniera fra il ricco Nord e l’emergente (?) Sud. Primo fra tutti, il flagello del narcotraffico, con le relative infusioni di narcodollari. Lungo la rotta che dalla Colombia e ormai sempre più dal Venezuela, nuova base logistica delle mafie colombiane, attraverso gli Stati centroamericani, i Caraibi e il Messico sfocia nel vasto mercato statunitense. Ma nessuno è perfetto, anche se è felice. Ho amici che si sono stabiliti nella Costa Rica, sul Golfo Dulce o nella capitale San José, e me ne scrivono felici e gaudenti. Decantandomi la dolcezza dei locali, creoli, meticci o amerindi che siano. La Costa Rica è insomma un luogo tranquillo, di raccoglimento e di entusiasmante contatto con la natura e la musica. Che probabilmente non rimpiange
il fallimento delle ricorrenti tentazioni di riunire in età moderna gli Stati della regione in una sorta di Unione Centroamericana. In tempi di cosiddetta globalizzazione, sono anche queste isole felici a ricordarci che il mondo non è piatto, che ciascun paese, ciascun individuo continua a essere diverso dall’altro. Per fortuna. E con Vida Latina Magazine in mano, vien proprio voglia di gettarsi a esplorare il piccolo grande paese più felice del mondo.
4° EDIZIONE FESTIVAL LATINO-AMERICANO
“ALEGRÍA” 16 – 17 LUGLIO 2011
L’idea del festival latino-americano nasce dal desiderio di avvicinare due culture lontanissime fra loro, quella europea e quella caraibica. Una distanza, in realta’, solo geografica perche’ le similitudini ed i punti d’incontro sono effettivamente molti. Questo festival, dopo il grande successo dei precedenti appuntamenti del luglio 2008, 2009 e 2010, sta entrando a far parte della storia della nostra città, rappresentando un momento di aggregazione per la popolazione, avvicinando cultura arte e musica . E’ questa la ragione di questo ambizioso progetto a Corato, “alegría”, una meravigliosa osmosi tra cultura e divertimento, perche’ la cultura non e’ necessariamente una gran noia, ma puo’ essere magia che coinvolge tutti senza distinzioni di eta’, estrazione sociale, o razza e religione. Per due giorni Corato sara’ una “citta’ della gioia” accessibile a tutti con colori, sapori, ritmi, suoni, danza, arte e tradizioni, un vero incantesimo, in una parola “alegría”.
di Enzo Conte
Udire Ascoltare Sentire
Il senso ritmico non è per tutti una “cosa naturale”. Ci sono persone che hanno difficoltà a riconoscere il primo tempo musicale persino su un banale 4/4, altri che hanno difficoltà a rendere costante un tempo d’esecuzione. Fin qui non dico niente di nuovo. C’è però una cosa interessante che ho scoperto analizzando meglio il comportamento degli allievi. Spesso a fare la differenza è il diverso rapporto che ogni singola persona ha con la musica stessa. Ho notato ad esempio che alcune persone, a prescindere dal ballo, sono abituate ad “udire” la musica distrattamente. Ovvero la utilizzano come un piacevole sottofondo ma non si “concentrano” su di essa, al punto da non ricordarsi mai le parole di una canzone o determinati passaggi caratteristici di quello stesso brano. Altre persone invece amano “ascoltare” la musica attentamente al punto da riconoscere un brano fin dalle prime note. Altre ancora hanno capacità di “sentire” la musica, ovvero di viverla sulla propria pelle, riuscendo a ricavar-
ne un coinvolgimento emotivo più profondo. Partendo da questo presupposto iniziale possiamo affermare tranquillamente che c’è dunque una sostanziale differenza tra: “Udire” “Ascoltare” “Sentire” In realtà oggi tendiamo a considerare questi tre termini dei “sinonimi”, ma se analizziamo bene il loro significato troveremo delle sostanziali differenze. Molti ballerini, ad esempio, quando si lanciano in pista di fatto “non ascoltano” la musica, “la odono solamente” al punto da utilizzarla solo come colonna sonora delle loro performance coreutiche. Come è possibile direte voi? E’ possibile in quanto loro si concentrano esclusivamente sul ballo, sulle figure o sulle sequenze apprese, disinteressandosi completamente di quello che la musica suggerisce in quel momento. A pensarci bene è lo stesso procedimento che molti inconsciamente utilizzano quando fanno l’amore. Magari mettono una musica di sottofondo ma non è che poi fanno l’amore a tempo di musica!!!... Diverso il caso di quando si «ascolta» un brano. «Ascoltare» in realtà vuol dire «udire con attenzione», ed è proprio quella «perenne soglia di attenzione» che ci permette di entrare sempre nella musica in maniera corretta. «Sentire» la musica è chiaramente uno stato ancora più avanzato ed è appannaggio di quelle persone che non solo sono capaci di ballare in maniera ritmicamente
corretta, ma sono in grado anche di assecondare l’andamento emotivo di un brano che spesso è composto di diverse parti, ognuna delle quali esprime un andamento particolare (a prescindere se si tratti di musica cubana o portoricana) C’è però da segnalare una difficoltà oggettiva che complica la vita a molte persone: ovvero la mancanza di «agilità» o di «controllo» del proprio corpo. Molti allievi «ascoltano» la musica, sanno riconoscere il tempo ma non sono capaci di rispettarlo in maniera costante perché è il loro corpo (o le difficoltà coreografiche che impongono a se stessi) ad impedirgli una corretta esecuzione. Faccio un esempio: avete presente il film «Ben Hur»? Quei poveracci che remavano incatenati sulle navi romane? Ebbene su quelle navi c’era un percussionista incaricato di marcare il tempo che i rematori dovevano seguire. Quando però il ritmo diventava «da battaglia» per molti di quei disgraziati era quasi impossibile (nonostante le frustate dei loro carcerieri) tenere il tempo richiesto. Questo fenomeno nel ballo succede spessissi-
mo perché molte persone oggi amano ballare in maniera super-coreografica ma quando la musica si fa troppo veloce di fatto non riescono a stargli dietro. Cosa fare dunque per assecondare sempre l’andamento ritmico di un brano? La risposta in teoria è semplice: cercare di ballare in maniera meno esasperata, magari scegliendo brani più adatti alle proprie corde espressive... Dico in teoria, perché in realtà non sempre è facile trovare nei locali una musica che possa adattarsi alle esigenze di tutti... Paradossalmente poi anche i brani lenti possono essere di enorme difficoltà. Se nei brani veloci bisogna essere molto agili, in quei lenti bisogna avere infatti un perfetto controllo del proprio corpo, senza lasciarsi troppo tradire dalla foga e dalla adrenalina del momento. Sicuramente, dopo tanti anni di esperienza sul campo, in cui ho cercato di sperimentare moltissimo, sono arrivato alla conclusione che più che impegnarci ad insegnare passi e figure ipercomplicate, sarebbe auspicabile aprire in parallelo dei veri e propri corsi di «ascolto della
musica». Un semplice seminario sulla ritmica da solo non è infatti sufficiente per risolvere alcuni problemi che sono invece a monte. Un pianista, ad esempio, per acquisire un buon senso ritmico fa le scale ed alcuni esercizi ritmici, creati allo scopo. Un ballerino dovrebbe fare lo stesso. Da alcuni anni nell’insegnare a ballare mi avvalgo anche di un metronomo elettronico o di un cd ritmico (da me stesso prodotto), ma mi sono reso conto che molte persone non solo non sono in grado di seguire strumenti complessi come la clave, la conga, il bongó o la campana ma addirittura sono incapaci di stare dietro alla linearità
I MIEI LIBRI SULLA SALSA E LA CULTURA AD ESSA LEGATA www.enzoconte.it
cronometrica di un semplice metronomo. Un esercizio che trovo molto interessante per colmare questa lacuna è quello di far camminare i propri allievi sia a tempo di musica, marcando i tempi un-due-tre, sia in controtempo, marcando i tempi due-tre-quattro. Nei Caraibi si dice spesso che il ballo non è altri che una “camminata danzata”, per cui è importante insegnare ad un allievo a «camminare» prima ancora di «correre». Grande verità che troppe volte, presi dal nostro delirio tecnicistico, tendiamo a dimenticare...
“Salsa, il Tropico dell’Anima”.
Gremese editore. 1995. Il primo libro in lingua italiana sulla storia della salsa. Va dalle origini fino ai giorni nostri (include due compilation musicali in mp3 di 100 brani l’una). Euro 25 (Il libro sarà nuovamente disponibile a partire dal mese di marzo)
“La salsa portoricana”. Metodo storico-didattico per l’insegnamento dello stile portoricano.
Edizioni Salsa y Cultura. 1997. Un originale e innovativo metodo didattico pensato specificamente per l’insegnamento della salsa, in particolare dello stile portoricano. (Questo libro al momento non è disponibile. Sarà in ristampa ad ottobre)
“Salseando y bailando”.
Gremese editore. 2002. Un appassionante viaggio dedicato alla evoluzione di tutte le danze afro-latino-caraibiche dal danzon alla salsa, con particolare riguardo al “fenomeno italiano” (include una compilation musicale in mp3 di 100 brani). Euro 20 (Disponibile nelle maggiori librerie e, contemporaneamente, in vendita sul mio sito)
“La Salsa sulla rotta Puerto Rico-New York”.
Edizioni Salsa y Cultura. 2010. Un affascinante viaggio alla scoperta del folklore, della musica, della ballo, della cultura e delle bellezze geografiche della “isla del encanto” e della New York Latina (include due compilation musicali in mp3 di 100 brani l’una). Euro 25 (In vendita sul mio sito) Ma è in arrivo anche un quinto libro che affronterà tutte le problematiche riguardanti l’insegnamento ed il delicato ruolo del maestro di ballo. Il libro si intitolerà: “L’Arte di Insegnare. Come insegnare e trasmettere agli altri una sana passione”.
India
di Vito Ranieri e Stefania Errede
Ciao,.. cari amici e lettori di” VIDA LATINA”… Finalmente ci ritroviamo!! Siamo a Luglio l’estate è ormai arrivata anche se questo tempaccio si ostina a non andare via! Impegnatissimi come sempre tra viaggi, allenamenti e grossi progetti in “ballo”siamo sempre felici di regalarvi un po’ di “noi” e del nostro tempo, ma soprattutto delle nostre emozioni. Questa volta torniamo in Asia..stupenda terra ricca di tradizioni, bellezze, mistero e vi narreremo dell’INDIA INTERNATIONAL SALSA CONGRESS , che ci ha visti come protagonisti ed ospiti la scorsa estate. Vi starete chiedendo se anche in INDIA ballino SALSA??Eh sì, cari amici,la salsa è senza barriere..non conosce distanze. Partiti dall’ormai familiare aeroporto Karol Wojtyla di Bari e dopo numerosi scali tra Roma-Cairo e Mombay( e quasi 2 giorni di volo )..finalmente arriviamo a BANGALORE. L’India è un’esperienza di vita, è un’esperienza che attiva tutti e cinque i sensi: dall’olfatto alla vista. È una terra di paradossi, di contrasti, che pulsa e che travolge che, o si ama al primo viaggio o si rifugge immediatamente, ma che comunque è destinata a restare impressa nella storia personale di chiunque decida di visitarla. Ovunque, danza e musica manifestano la cultura e l’evoluzione della storia di un paese, e in India sono strettamente legate alla religione. Hindustani e Carnatico sono i due stili principali indiani. La musica carnatica è tipica dell’India meridionale, ed è caratterizzata dall’uso di strumenti a percussione. La musica hindustana
è caratterizzata dal non uso di spartiti che consentono di lasciare molto spazio all’improvvisazione. Nella danza molto importante sono i movimenti delle mani, tutte espressioni codificate nel Natya Shastra, un trattato del 4°secolo. Le danze più note sono, la danza dell’Orissa, nata per ringraziare gli dei, la Bharat Natyam, che origina nella regione Tamil Nadu, e si basa sui movimenti di occhi e mani, e la danza Manipuri, che interpreta la leggenda di Rahda e Krishna. Ricordando il nostro arrivo, il primo impatto fu abbastanza forte; usciti dall’aeroporto, il taxi attraversò la città passando per delle zone davvero poverissime: gente che dormiva per strada, mendicanti, baracche di lamiere e cartone, il tutto avvolto da un clima altamente umido. Questo si presentava alla nostra vista…ben presto però raggiungemmo l’albergo che si trovava nella zona commerciale e moderna di “Bangalore”, dove il tutto, era un’altra storia! La cosa che ci sorprese subito, fu la presenza di Mucche (animale qui considerato sacro) libere di camminare nel traffico, sui marciapiedi, tra la gente. Un’altra grandissima sorpresa fu la presenza di centinaia di mini taxy ottenuti grazie alla trasformazioni dei Piaggio Ape, utilizzati in Italia 50 anni fa; davvero caratteristici! Tornando a noi ,è importante dire che in India la Salsa ed il latino non sono di certo “un’attività” per tutti, in quanto possono permetterselo solo i borghesi o comunque la gente benestante. La 5° edizione dell’INDIA INTERNATIONAL SALSA CONGRESS 2010, che si è tenuto dal 13 al 15 agosto, ha ospitato l’India Salsa Championship ovvero la competizione salsera più importante della nazione che ci ha visti con altri artisti tra i giudici dell’importanatissima gara. E’ stato davvero stupendo sentire il calore della gente. Qui non ci sono tantissimi eventi come in Europa e un festival di queste dimensioni con oltre 4000 persone rappresenta davvero un evento culturale imperdibile. Stranissimo, ma allo stesso tempo eccitante e stimolante è stato ballare di fronte a personalità Indiane vestite con abiti tipici del posto, con veli, strani copricapi e bellissimi gioielli.
La cosa ancor più interessante era il fatto che gli show partivano alle 19.30 puntualissimi e dopo 2 ore esatte partiva la serata che durava esattamente sino alle 24.00, quando veniva staccata la musica. (a differenze dell’Europa dove gli show talvolta partono a mezzanotte) Possiamo affermare che in India prevale essenzialmente uno stile di ballo improntato sull’1, anche se pian piano alcuni maestri locali stiano cominciando a diffondere il break on2. Ringraziamo Dio che ci Vito e Stefania con i salseri dell’India guida dall’alto in tutta questa bellissima avventura che è la nostra vita. Ognuno di noi ha un compito, una funzione... e il nostro compito, la nostra missione è la danza. Ci sentiamo fortunati, privilegiati per aver ricevuto un dono così grande, ed è proprio per questo che cerchiamo sempre di fare il nostro meglio. Un forte abbraccio cari amici lettori alla “prossima puntata”.
foto: pugliabaila.it
L’alchimia fra musica e passione per la danza consacra l’unione di due ballerini versatili, capaci di interpretare musiche caraibiche mescolandole con stili innovativi e svariate discipline ,dando vita a spettacoli imponenti ed entusiasmanti. Leo e Matteo, “La Nueva Generaciòn” coadiuvati dalla professionalità dei Maestri Nico Coletta e Fara Anna della scuola di danze caraibiche “El mundo del caribe” partecipano a numerosi raduni salseri italiani (Galà de los Salseros 2010, SALENTUNIDOS SALSA FESTIVAL 2010, ospiti presso il Palacavicchi di Roma in occasione delle Gare Nazionali 2010 LIDCI, Premio Salsabor di Puglia e Basilicata, EVENTO PEOPLE 2010 ,SALSITALY 2010,Alegria salsa congress) dove riscuotono consensi positivi: vincitori del SALSAPULIA, miglior gruppo della provincia di Bari al PUGLIA SALSA FESTIVAL. Proclamati vincitori del SalsItaly 2011. La redazione di Vida Latina magazine li ha incontrati per voi, per conoscerli più da vicino.
La Nueva Generaciòn
Pomeriggio assolato, occhiali da sole, quattro chiacchiere che profumano d’estate, due ragazzi diversi una forte stretta di mano e un timido sorriso.
: foto
aila liab pug
.it
“Nueva Generacìon, perché questo nome, e da cosa è nata questa idea? LEO e Matteo: L’idea nasce da Leo, ma quello che ci ha uniti sin dall’inizio è stadi Vania Tria ta la voglia di creare qualcosa di nuovo, di abbandonare la solita routine. Studiando, impegnandoci e affrontando qualche difficoltà il 16 aprile 2010 c’è stato il nostro esordio con lo spettacolo “En Principio” ed è stata proprio la base musicale a suggerirci il nome di questo duo, infatti la frase del brano diceva: “Esta es la nueva generacìon” e sembrava quasi che l’avessero scritta per noi, calzava a pennello. Allora, cosa significa per voi ballar salsa? Matteo: “ E’ senza dubbio una passione, qualcosa che inizi per
gioco ma della quale non puoi più farne a meno. Ballare mi da la possibilità di esprimermi al cento per cento, è diventata una valvola di sfogo, riesco a scaricare tutta la tensione e quando ballo non penso a nulla!” Leo: “ Devo molto alla danza in generale ed in particolar modo al mondo salsero, sono riuscito a vincere la mia timidezza, potrà sembrare assurdo ma quando sono sul palco, quando ballo in generale nonostante ci siano 1000 persone attorno a me riesco ad esternare tutti i miei stati d’animo cercando di comunicare attraverso il mio corpo.” Cosa proponete di diverso al vostro pubblico? Matteo e Leo: “ Per evitare di annoiare il pubblico e per cercare di rendere quello che facciamo sempre più interessante abbiamo cercato di addentrarci completamente nel mondo della danza, studiando tutte le discipline: hip-hop, flamenco, jazz, contemporaneo… inoltre un buono spirito d’osservazione ci aiuta a carpire dettagli da ogni ballerino anche dai nostri allievi. Restiamo con i piedi per terra e continuiamo a studiare . Alla fine nella vita, e nella danza in questo caso, non si finisce mai di imparare! “ Raccontatemi i vostri esordi.. Matteo: “ Sono sempre stato un appassionato cultore della musica, e ho sempre ballato sin da piccolino, non sono mai rimasto seduto ad una festa.. fino a che nel 2007 ho deciso di entrare a far parte di “el mundo del caribe”; sono arrivato a scuola con le idee chiare, il mio obiettivo era quello di insegnare ed in poco tempo l’ho raggiunto -sorride soddisfattoLeo: “ In realtà io sono stato trascinato dai miei genitori che ballano ormai da molti anni, odiavo il mondo salsero ma sono stato subito coinvolto dalla simpatia del maestro Nico. Con le prime gare, ho iniziato a crederci e ad impegnarmi concretamente e così sono arrivate le prime soddisfazioni.” Dagli esordi al SalsItaly..un bel salto di qualità! Cosa ha significato per voi vincere questo premio? Leo e Matteo: Una grandissima soddisfazione, un’emozione indescrivibile sia per noi che per tutti quelli che ci sostengono. Se si lavora sodo prima o poi le soddisfazioni arrivano, gli sforzi vengono premiati e si raggiungono i risultati auspicati. Non bisogna mai smettere di crederci, stringere i denti ed arrivare fino in fondo! Adesso vorrei che vi descrivesse così possiamo svelare qualche segreto… Matteo: Leo è una delle poche persone capaci di farmi perdere la pazienza -sorride- ma nonostante questo piccolo difetto credo che sia uno dei
migliori ballerini. Alle volte devo fargli da “papà” devo tranquillizzarlo ed incoraggiarlo perché è un po’ troppo pessimista. Senza di lui tutto questo non sarebbe stato possibile, la sua creatività è essenziale nel montaggio di ogni coreografia. Leo: “ Confermo ciò che ha detto Matteo, lui è davvero il “Papà” della situazione, mi sprona continuamente e devo ringraziarlo perché mi ha cambiato molto. Il suo difetto più grande è senza dubbio l’essere testardo, vuole sempre aver ragione anche quando tutto è contro di lui. Siamo complementari, lui trasmette qualcosa a me e viceversa.” Cosa non vi piace del mondo salsero? Leo e Matteo: “ Questo a nostro avviso è il mondo più pulito che c’è. Tutti quelli che in un modo o nell’altro decidono di farne parte dovrebbero comprendere le origini e la storia della cultura caraibica e appassionarsi a tutto ciò che l’argomento concerne. Sfortunatamente a volte non c’è lo spirito giusto, non si respira un clima di sana competizione ma nascono scontri inutili che rovinano l’intera atmosfera. Se tutti ci unissimo il risultato sarebbe diverso. Com’è che si dice? L’unione fa la forza!” Progetti per il futuro e sogni nel cassetto… Stiamo riscuotendo notevole successo con il nostro ultimo spettacolo “ANTS”, dopo la vittoria del Salsitaly si sono aperte molte porte -sorridono emozionati- abbiamo in serbo una sorpresa per il nostro pubblico ma non possiamo anticipare nulla! Leo: “ Io in realtà vorrei diventare un medico affermato!” Matteo: “ed io il suo portaborse!” Scherzi a parte, vorrei continuare a vivere in questo ambiente per portare avanti il nostro progetto, vorrei che il nostro duo si affermi in Italia e perché no..oltre Oceano! Vorrei vedere i miei allievi su un palco, vorrei che loro provassero le stesse emozioni e vorrei poterle condividere con loro! Certamente avrete qualcuno da ringraziare…giusto? Leo e Matteo: “ In primis i nostri genitori ,tutto il pubblico, i nostri “fans”, lo staff della nostra scuola che è diventata ormai una seconda famiglia per noi e soprattutto Nico Coletta e Fara Anna che ci hanno permesso di arrivare fin qui. Infine un ringraziamento va a anche a coloro che hanno composto le musiche per i nostri spettacoli Gabriel e Pino Valerio.
105_latino_225x290 13/05/11 10.11 Pagina 1
Ore 9:00 Dai ritmo alla tua giornata. Latin Pop, Bachata e Hits: “MUSICA PAR LA RAMBLA” scatena il buonumore. Ore 14:00 e Ore 21.00 Metti le lancette sui tropici. Tutte le Hits Latine del momento sono su “TROPICAL HITS”. Ore 16:00 Pomeriggio latino al sapore di Merengue, Salsa e Reggaeton. Ore 12:00 Venerdì-Sabato-Domenica
LATINO MIX
Appuntamento con la musica e la cultura Latino Americana con dj Ricky Espino.
Dj Ricky Espinio
Adele Franco
Ivana Padolecchia
Roberto Lesiati
Michele Angeloni
MIRA QUE LOCURA 4 corpi, 4 storie diverse, 4 generazioni diverse..... Un solo amore.... la danza. I Mira que Locura fanno il loro esordio nazionale nel 2010 prima al “Que viva la salsa” e poi vincendo il primo posto al “Trofeo Salsitaly” dello stesso anno con lo show “cresciendo juntos”, un misto di più stili caratterizzato dal ritmo incalzante e dalla spettacolarità delle acrobazie. In pochissimo tempo si aprono, per loro, le porte dei più importanti congressi ed eventi salseri fino ad arrivare, dopo soli sei mesi dall’esordio, alla vittoria delle selezioni per il “world salsa meeting di Milano”, una conquista importantissima per loro in quanto si rivela una vetrina non solo a livello nazionale, ma anche e europeo. Risquotono così un significante successo varcando il palco spagnolo del “burgosalson”, acquistando maggior visibilità anche all’estero e iniziando una serie di tourneè a Madrid, da cui la proposta di far parte del cast artistico di un film di produzione spagnola che gireranno nell’estate 2011 intitolato “Cuenta en ocho”. La voglia di trasformare il sogno che li accomuna in realtà, il legame fraterno che li unisce, il desiderio di migliorarsi e di regolare l’emozione di qualche minuto con quella che, per loro, è essenza di vita sono le ragioni della loro forza e continua ascesa. Da quanto tempo vi conoscete? ADELE:” sette anni... Ci siamo conosciuti nella nostra ex scuola di ballo in cui, all’epoca, eravamo semplici corsisti ai primi passi nel mondo caraibico”. MICHELE: “Come dimenticare i primi giorni, mi sentivo un pesce fuor d’acqua! Loro, provenienti dalla danza classica, mi sembravano così impostati, tutti vestiti a puntino ed io, che provengo dall’hip hop di strada, con i miei pantaloni larghi e la mia felpa, affogavo sempre
di più la testa nel cappuccio pensando: “ Ma dove sono capitato?”. Una particolarità del vostro gruppo è la differenza di età tra i componenti: tra il più piccolo e il più grande ci sono 11 anni. Come vivete questa realtà? IVANA: La differenza d’età non conta quando alla base ti unisce un amore ed una passione così forte da avere uno stesso obiettivo -sorride- e il nostro obiettivo ci lega molto!!” ROBERTO: “Si infatti, e poi ci conosciamo da
soli sette anni, ma con tutto il tempo che trascorriamo insieme quotidianamente, tra prove in sala e uscite di gruppo, è come se ci conoscessimo da sempre”. ADELE: “Ormai è come se il nostro gruppo fosse anche una seconda famiglia per noi e, in una famiglia, la differenza di età tra i componenti non conta, il bene fraterno và oltre e poi noi siamo bravi a gestire tutto ciò che riguarda il gruppo insieme in maniera paritaria e se abbiamo bisogno di qualche consiglio in più, ci rivolgiamo al “papà” del gruppo -ride- Giacomo, il titolare della scuola di ballo in cui lavoriamo che ci fà anche da manager!”. Il nome del gruppo? come nasce mira que locura? MICHELE: Abbiamo composto le prime lettere dei nostri nomi ed è uscita la parola MIRA che in spagnolo vuol dire guarda. ROBERTO: “Vero! E la prima cosa che chiunque nota nel conoscerci è anche ciò che più ci accomuna, nella vita artistica come in quella sociale: “la pazzia!” Da qui il nome mira que locura, ossia “guarda che pazzia”. Cosa provate quando salite sul palco? MICHELE:”Fino a un paio di anni fà vedevamo tutti i grandi artisti esibirsi nei vari congressi solo come spettatori e pensavamo: “sarebbe un sogno poter salire su quel palco!”. Non avremmo mai pensato che da lì a due anni sarebbe successo tutto questo anche se studiavamo tanto ogni giorno per poter veder realizzata la speranza di poter avverare il nostro sogno e ora che pian pianino effettivamente vediamo concretizzarsi il nostro progetto è come se ancora nn ci credessimo del tutto”. ROBERTO:”Si, è successo tutto così velocemente che spesso neanche noi ci rendiamo conto che davvero possiamo esibirci sullo stesso palco dei nostri idoli! E quando li vediamo riscaldarsi dietro le quinte e noi siamo proprio lì con loro, ci sentiamo piccoli piccoli e ci tremano le gambe. Per fortuna la loro umiltà e il loro modo di approcciarsi a noi cn tanta semplicità ci permette comunque di sentirci a nostro agio e graze alla carica del pubblico, alla fine, l’ansia termina alle prime ottave dello spettacolo”. Sappiamo che siete voi a coreografare interamente i vostri show, ma ci sarà un artista o un gruppo a cui vi ispirate... IVANA:”Si ,certo! Anche più di uno a dire il vero
... Abbiamo avuto l’onore di studiare per un pò di tempo con il grandissimo maestro e artista Fernando Sosa, lui è di certo il nostro principale punto di riferimento, con la sua compagnia di ballo Tropical Gem. Se qualcuno ci chiedesse quale sarebbe il nostro sogno nel cassetto, penso che risponeremmo in coro: “Avere almeno un quarto delle sue conoscenze artistiche e delle sue capacità nel coreografare!” ADELE:”Senza alcun dubbio!! Però di Fernando c’è ne è uno solo e cercare di diventare una copia del suo gruppo quando esiste “l’originale” sarebbe inutile! Ora stiamo cercando di studiare il più possibile anche stili che si distaccano dal caraibico per poter pian pianino dare al gruppo una propria impronta e personalità. Cosa volete dire a tutti coloro che vi seguono e grazie ai quali il vostro sogno sta diventando realtà? MIRA: “Vorremmo ringraziare di cuore tutte quelle persone che sin dalle origini del gruppo e, anche prima, hanno sempre creduto in noi e nei momenti difficili o di sconforto ci hanno dato la giusta carica per insistere e credere nei nostri sogni. Tutti coloro che ci seguono e ci sono accanto nella vita artistica ma anche in quella privata e che spesso subiscono tutte le ansie e le frustrazioni del nostro lavoro senza mai esitare un attimo, dandoci sempre il loro appoggio ed esultando ad ogni nostra conquista. Un ringraziamento alle nostre origini senza le quali non avremmo mai scoperto il mondo caraibico. E per concludere ringraziamo quello che per noi è amico, titolare, manager, supporto morale, e anche “papà” della nostra pazza famiglia: Giacomo Milillo, grazie alla sua fiducia in noi e al suo supporto, oggi iniziamo ad avverare i nostri sogni.
info prenotazioni:
334 75 01 437
di Ricky Espino
Latin Sound Machine Conversando con Fabio Gianni, ideatore del progetto “latin sound machine” e compositore della salsa romantica del momento “tell you how i’m feeling” presente nella compilation SALSA. IT VOL.7 che sta avendo tanto successo in Italia e all’estero. Parlaci del tuo progetto. Nata quasi per gioco l’idea di comporre un brano soul, ispirandomi a George Michael e Simply Red ed arrangiarlo secondo uno stile in parte salsa ed in parte pop. Conoscevo un cantante con le qualità vocali giuste (Fabio Ilacqua) e, suonando come pianista in moltissime orchestre di salsa, non mi è stato difficile trovare musicisti di alto livello con i quali collaborare. Il pezzo è partito subito bene e francamente non me lo aspettavo, visto che per molti versi si discosta parecchio dalle salse tradizionali di maggior successo. Il pubblico lo ha apprezzato per quello che è e per quello che comunica in pista ma anche solo come ascolto. Testo, musica ed arrangiamento sono ideati da te? Si, ma l’apporto dato dai musicisti e soprattutto dal cantante è stato determinante. Ho lasciato spazio anche alla loro creatività e questo ha dato origine ad un sound speciale. Tra l’altro io sono un pianista di latin jazz (ho da poco suonato nel
tempio del jazz, il “Blue Note” con grande soddisfazione personale) e sono abituato a vedere i miei colleghi come elementi dai quali imparare e trarre ispirazione. Inoltre 15 anni di gavetta nella salsa (ho anche accompagnato cantanti conosciuti come Tony Vega, Maelo Ruitz, R. Blades) mi hanno aiutato molto ad entrare nel complesso mondo della musica latina. Cosa c’è nel futuro di Latin Sound Machine? Per prima cosa il video ufficiale di tell you how i’m feeling, realizzato da Ivan Rivalta della “Immaginivideo” con una maestria ed una inventiva che mi hanno lasciato sorpreso. Poi è già pronto il prossimo pezzo, che uscirà a novembre in SALSA.IT VOL.8 col quale spero di ripetere questo percorso fortunato. Colgo l’occasione per ringraziare i musicisti: Adrian Cisneros dal Venezuela (grandissimo bassista e cantante) Carlo Napolitano e Simone Bonizzi (trombone e tromba), Rafael “Chichi” Valero da Cuba (fantastico percussionista) e chi per primo ha creduto nel progetto: Francisco Rojos (e tutto il suo staff), chiaramente un saluto a tutti i lettori di Vida Latina Magazine.
La “rueda” dell’estate 2011 Uno di quei brani che fin dai primi rintocchi di percussione richiama alla rueda de casino.... Stiamo parlando del lavoro del cantante, musicista e compositore Miguel & La Formula, all’anagrafe Juan Miguel Queipo Jimenez intitolato No La Llores. Ua traccia editata circa due anni fa e rivisitata dal latin dj Mirko Hp che ha saputo fornire quel valore aggiunto al brano, pur mantendendo essenzialmente la ritmica tradizionale della salsa. Il brano presenta una introduzione in cui l’esaltazione del basso, del montuno, e della voce molto orecchiabili forniscono quel “sabor” che si percepisce all’istante, in piu corredato da diversi intermezzi di reggaetton reppato dal cantante e per concludere la parte dell’improvvisazione della voce molto dinamica e piacevole. La prima presentazione ufficiosa del pezzo è avvenuta nella meta di giugno del 2011 con un coinvolgimento eccezzionale della pista. Attualmente siamo in attesa dell’uscita ufficiale ma nel frattempo è possibile contattare l’indirizzo info@deejayhp.it per informazioni sulla distribuzione promozionale della traccia. Buon Ascolto...
UNA GRANDE PASSIONE …LA TIMBA CUBANA
di Luis Loco Dj La timba è stata protagonista degli scenari della musica popolare negli ultimi anni. E’ sempre presente nel repertorio di una parte importante dei gruppi emblematici della musica popolare ballabile cubana, “fondendosi” con tutti i generi, dal pop fino ad al reggaetón, dandogli un tocco di Cubanía ed uno stile unico ed originale.
I primi riferimenti sonori ed ambientali della salsa caraibica arrivarono all’Isola dai fini degli anni 60 e fino alla metà degli anni 70, attraverso gruppi orientali come I Taínos, I Karachi, ed alcuni dei suoi musicisti che dopo si proiettarono in altri gruppi. I brani di cantanti come Óscar D’ León, Vladimir, Héctor Lavoe, Roberto Roena e Dimensione Latina, tra altri distaccati interpreti di questo genere, cominciarono a diffondersi in quell’epoca nelle stazioni di radio cubane grazie alle registrazioni che i musicisti cubani portavano con sé al loro ritorno dai tour promozionali nei paesi latinoamericani, fondamentalmente in cassette ed altri supporti sonori. Quindi
cominciò la “discussione” circa il movimento salsero e quello che si denominava salsa a Cuba. Approssimativamente nei primi anni degli anni 80prevaleva un rifiuto inconfutabile al vocabolo timba. Oltre ai criteri che mettevano in dubbio l’originalità della proposta, furono frequenti quelli che consideravano che questa musica non differiva quanto basta dal son cubano quanto per avere i requisiti e corrispondere ad una nuova categoria. Più tardi il termine si cominciò ad utilizzare come una maniera molto intuitiva per nominare i nuovi stili di son cubano, “contaminati” col movimento caraibiconewyorkino della salsa. Così, gruppi come Issac Delgado e la sua Orchestra, Adalberto Álvarez e suo son, NG la Banda, Juan Formell y Los Van Van, La Charanga Habanera, Yumurí y sus Hermanos, tra gli altri, optarono per iscriversi all’etichetta pubblicitaria in voga al momento, perché trovarono in lei l’unica via fattibile per riuscire a farsi conoscere nel mercato internazionale. La timba, dal punto di vista musicale, nasce approssimativamente a Cuba nella decade dei 70. L’incorporazione graduale di nuove maniere di suonare i piani e contrasti ritmici, le sonorità aggressive, la dislocazione di elementi, etc., sono alcuni dei tratti fondamentali che continuarono a segnare lo stile compositivo ed interpretativo delle giovani generazioni di allora, e diede luogo ad un risultato sonoroespressivo ballabile ben differenziato rispetto alle epoche anteriori. Questo processo si compattò e si consolidò tra la fine degli anni 80 ed iprincipi dei 90, anche condizionato o catalizzato da determinati fattori socio musicali di quel momento. Benché si consideri il celebre gruppo Irakere uno degli antecedenti più
importanti del fenomeno, è nell’orchestra NG la Banda, diretta per José Luis Cortés “Il Tosco”, dove si concentra una vasta rappresentativa di incrocio tra manifestazioni sonero-salsere cubane, caraibiche ed altri elementi di indole varia, facendo della timba, sin dai primi momenti, un nuovo tipo di creazione caratterizzato per una marcata confluenza di diversi stili. La decade dei 90 fu testimone di una congiunzione sempre maggiore di gruppi e di artisti che accederono gradualmente, per vie diverse, alla pratica creativa ed interpretativa della musica popolare ballabile. Ci fu una grande affluenza di giovani musicisti che arricchirono il settore musicale e fecero si che la timba emergesse sempre più. La linea innovativa di questo nuovo stile e la crescente formazione di orchestre che nascevano, diede luogo alla reiterazione di schemi all’ interno di un panorama sonoro quasi unico nell’ambito di riferimento. Tra i leader dell’esplosione degli anni
90 troviamo, oltre a NG la Banda, a Paulo F. G. e la sua Élite, La Charanga Habanera, Manolín “il Medico della salsa”, Bamboleo, Giraldo Piloto ed il suo gruppo Klímax, ai quali si sommarono i progetti di Azúcar Negra, Danny Lozada e la Timba Cubana,La Charanga Forever, Tamayo y su salsa M., Sello L.A, tra altri. Si distinguono anche gruppi come Juan Formell ed I Van Van, Issac Delgado e la sua orchestra, Azúcar Negra e Carlos Manuel y su Clan che propongono un approccio un po differente. In conclusione vorrei aggiungere un “motto” che non vorrei mai nessuno dimenticasse: che sia timba, salsa brava, colombiana, venezuelana, rumba , guaguancò, ecc…l’ importante è sempre e comunque divertirsi! A presto salseri..
el CANTANTE di Cubanito Dj Ambientato nel periodo che va dal 1960 al 1980, “El cantante”, film che celebra l’ascesa e il declino di Hector Lavoe, originario di Porto Rico, ma trasferitosi a New York contrariamente alla volontà del padre a diciassette anni dove, giovanissimo, aveva trovato la sua strada nella musica dapprima come vocalist nell’orchestra di Willie Colón e successivamente con i FANIA ALLA STARS prima di affermarsi come solista. Un film biografico duro ed intenso, su di un personaggio che ha fatto la storia della musica latina e che raggiunse il successo proprio negli Stati uniti a partire dalla metà degli anni ’70, grazie al connubio di musica latina ed urbana. L’interpretazione di Marc Anthony è impeccabile, come se avesse trascorso i pomeriggi della sua adolescenza ad imitare il suo idolo davanti allo specchio, e l’intensità e l’onestà della sua interpretazione è accompagnata da quella della bellissima Jennifer Lopez che interpreta Puchi, l’indomabile moglie di Lavoe. Nella loro prima prova in coppia sullo schermo, i due attori riescono così ad esprimere la complessità di un rapporto, di un amore che ha saputo resistere per vent’anni fino alla morte di Lavoe, raccontando la sua ascesa al successo attraverso un sound che ha saputo miscelare la migliore tradizione portoricana con la modernità della street music. “La storia di Hector Lavoe e di sua moglie Puchi, al suo fianco per vent’anni. Il grande amore che finisce male. Musica irresistibile. Allo specchio New York e Puerto Rico. E’ una storia vera. Non è una cattiva ricetta per un film”, sottolinea il regista Leon Ichaso. “L’intera idea di un paradiso tropicale all’interno di locali notturni a New York City, al finir dell’inverno - prosegue il regista - è sempre seducente, quasi impossibile. Ma tutto esiste ed il calore e la pulsione di camminare dentro quel mondo mi affascina”. Il film, conclude Ichaso, “mi ha dato l’occasione di documentare, attraverso una storia d’amore non funzionante, un tempo magico… per far resuscitare la musica e porla in un contesto appropriato accanto al meglio che venne fuori in quei giorni”.
R E V E 4 A T A BACH
di Giulio Patruno & Daniela De Francesco
Inoel, Delvis, Eidan E Luis… loro sono i 4EVER, quattro giovani cantanti di origini portoricane che fanno parte della cultura “spanglish” degli Stati Uniti… amano la musica, divertirsi e il mondo è il loro palco! Il gruppo ebbe origine in una piccola città chiamata Lawrence, nel Massachusetts, non lontano da Boston. La loro passione per la Bachata e la loro influenza dell’ R&B e Pop è ciò che li rende unici, contribuendo ad un nuovo stile di bachata, oggi conosciuto come: “Bachata Latina Urbana”. Le loro canzoni sono molto melodiche e i loro testi, in inglese e spagnolo, parlano di temi romantici come l’amore. I 4EVER iniziano la loro carriera musicale studiando alla “Latin School of Music and Arts”. Per la loro particolare armonia di voci e la loro abilità nell’interpretare canzoni in Inglese e Spagnolo, furono chiamati a presentarsi in Fenway Park (sede della famosissima squadra di baseball Boston
Red Sox) per cantare l’inno nazionale degli Stati Uniti. Il loro primo singolo “Porque Te Amo” ha avuto un gran successo su scala mondiale ed è entrato nella classifica di “Latin Billboard”, così come le successive canzoni “Locutor” e “Mas Que Un Amor”. Si sono esibiti nelle più grandi città degli USA, come New York, Miami, Boston, Chicago, Dallas, Huston, Toronto, Santo Domingo, Los Angeles e San Diego, al Sexy & Sensual Latin Dance Festival a Londra, al Bachata Festival a Sydney, in Germania, Danimarca, Spagna ed ora finalmente saranno in tour in Italia, presentando il loro nuovissimo single “No Te Quiero Ver”. Durante i loro concerti, questi giovani talenti coinvolgono il pubblico in maniera stepitosa e lo intrattengono con coreografie di ballo per ogni singola canzone, creando ogni volta uno show pieno di stile, carisma ed energia! I 4EVER saranno di scena DOMENICA 17 LUGLIO 2011 al PRAJA DISCO di Gallipoli in un sensazionale LIVE CONCERT, ospiti nell’imperdibile appuntamento della Domenica Latina in una delle coste più belle del Sud Italia. Confermati per il loro carisma e per la loro energia, i 4 EVER regaleranno a tutto il pubblico presente una sensazionale performance, dove l’emozione di una dolcissima Bachata potrà essere la cornice e il ricordo della bellissima Estate 2011. Non perderti dunque l’occasione di vivere una serata magica! In esclusiva per il Sud Italia, unica data in Puglia!
Salento incontra la Spagna
Marcos e Valentina
Quando il
Marcos e Valentina s’incontrarono a 14 anni nella scuola chiamata SalsaOlé in Svizzera e da allora sono passati 8 anni crescendo artisticamente insieme. I due hanno frequentato moltissimi congressi e stage con i ballerini tra i più famosi al mondo mondo come anche Eddie Torres a New York o Yamulè studiando in giro per il mondo. Grazie a queste esperzienze sono riusciti ad evolversi, a diventare dei buoni istruttori e dopo tanti spettacoli con il gruppo SalsaOlé sono giunti ad un propio stile affermandosi come coppia. Entrambi di nazionalità diverse. Marcos di nazionalità Spagnola riesce a conquistare il cuore del pubblico con uno stile dinamico. Valentina invece rappresenta il nostro amato Salento in Svizzera, la terra ove è nata. Anche lei riesce a conquistare l’occhio del pubblico, in particolare quello maschile con il suo stile che trasmette la gioia e sensualità . Sarà l’energia del Sud? Insieme sono una perfetta combinazione “On2” tra eleganza e dinamismo. “Sognamo di continuare a crescere ancora per tanti anni e soprattutto di trasmettere ad altri l’emozioni che proviamo mentre balliamo perché entrambi siamo cresciuti con un detto: baila por amor al
baile”, afferma Valentina. Valentina e Marcos due ballerini promettenti che vivono il ballo con allegria e temperamento. Orgogliosi di conoscere ballerini che continuano ad amare le proprie radici, orgogliosi di essere una grande famiglia, y siempre que viva la salsa !!!
friends
Vito y Stefania - Noicattaro (Ba)
SalsaPower - Potenza
Le serate latine in Puglia & Basilicata
SUMMER 2011 MARTEDI:
VENERDI:
Mulata - Bari Night & Day - Molfetta (Ba) Santo Graal Village - Trani La Cascina Disco Pub - Taranto Giamao Disco - Massafra (Ta) Il Rifugio del Rè- Massafra (Ta)
Moon Vida - San Vito (Ta) Country Club - Manfredonia (Fg) Fico Ricco - S.Pietro Vernotico (Br) Victorian Pub - Monopoli (Ba) Lido Azzurro - S. Maria di Leuca (Le)
MERCOLEDI:
Club Kedros - Bitetto (Ba) New Time Out - Corato (Bat) La Vela - Castellaneta Marina (Ta) Mashad - Pantanagianni (Br) Arancento Latino-Rosa Marina (Br) Rosa Negra - Squinzano (Le) Orange Sun - Torre Lapillo (Le) Antica Posta - Foggia
Target - Bari New Time Out - Trani (BAT) Prime - Castrignano dei Greci (Le) Flying Chip - Vaglio Basilicata (Pz) Le Stelle - Foggia Kalua Cafe - San Giorgio Ionico
GIOVEDI
AltaVilla - Bari Havana - Polognano a Mare California Beach - M. di Pulsano (Ta) Dreams - Mottola (TA) Manaus Disco Pub - Martina Franca Parco Gondar - Gallipoli Lido Boomerang - Ginosa (Ta) Cava del Gusto - Villa Convento (Le) Cohiba - Lecce Sotto il Cielo - Pignola (Pz)
VENERDI:
Magik Tumbao - Bisceglie (Bat) Nautilus - Giovinazzo (BA) Lido Nettuno - Metaponto (Mt) Coco Bongo - Bari Mulata - Bari La Cascina Disco Pub - Taranto
SABATO:
Torquemada - Margherita di Savoia (Bat)
DOMENICA:
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