Santuario del Carmine Frati Carmelitani Palmi
Lectio divina 26 ottobre 2011
INVOCAZIONE ALLO SPIRITO SANTO Del tuo Spirito, Signore, è piena la terra! E’ piena la terra! L. 1 «Quale uomo può conoscere il volere di Dio? Chi può immaginare che cosa vuole il Signore? I ragionamenti dei mortali sono timidi e incerte le nostre riflessioni. A stento ci raffiguriamo le cose terrestri, scopriamo con fatica quelle a portata di mano; ma chi può rintracciare le cose del cielo? Chi ha conosciuto il tuo pensiero, se tu non gli hai concesso la sapienza e non gli hai inviato il tuo Santo Spirito dall'alto?» (Sap 9,13-14.16-17). Rit. L.2 «Darò loro un cuore nuovo e uno spirito nuovo metterò dentro di loro; toglierò dal loro petto il cuore di pietra e darò loro un cuore di carne; saranno il mio popolo e io sarò il loro Dio. Infonderò in voi lo spirito e rivivrete: saprete che io sono il Signore»» (Ez 11,19.20b; 37,6b) Rit. L.3 «Tutti quelli infatti che sono guidati dallo Spirito di Dio, costoro sono figli di Dio. E voi non avete ricevuto uno spirito da schiavi per ricadere nella paura, ma avete ricevuto uno spirito da figli adottivi per mezzo del quale gridiamo: «Abbà, Padre!». Lo Spirito stesso attesta al nostro spirito che siamo figli di Dio.» (Rm 8,14-16) Rit. Dal libro del profeta Malachia (Mal 1,14-2,2.8-10) Io sono un re grande – dice il Signore degli eserciti – e il mio nome è terribile fra le nazioni. Ora a voi questo monito, o sacerdoti. Se non mi ascolterete e non vi darete premura di dare gloria al mio nome, dice il Signore degli eserciti, manderò su voi la maledizione. Voi invece avete deviato dalla retta via e siete stati d’inciampo a molti con il vostro insegnamento; avete distrutto l’alleanza di Levi, dice il Signore degli eserciti. Perciò anche io vi ho reso spregevoli e abietti davanti a tutto il popolo, perché non avete seguito le mie vie e avete usato parzialità nel vostro insegnamento. Non abbiamo forse tutti noi un solo padre? Forse non ci ha creati un unico Dio? Perché dunque agire con perfidia l’uno contro l’altro, profanando l’alleanza dei nostri padri? Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Tessalonicesi (1Ts 2,7-9.13) Fratelli, siamo stati amorevoli in mezzo a voi, come una madre che ha cura dei propri figli. Così, affezionati a voi, avremmo desiderato trasmettervi non solo il vangelo di Dio, ma la nostra stessa vita, perché ci siete diventati cari. Voi ricordate infatti, fratelli, il nostro duro lavoro e la nostra fatica: lavorando notte e giorno per non essere di peso ad alcuno di voi, vi abbiamo annunciato il vangelo di Dio. Proprio per questo anche noi rendiamo continuamente grazie a Dio perché, ricevendo la parola di Dio che noi vi abbiamo fatto udire, l’avete accolta non come parola di uomini ma, qual è veramente, come parola di Dio, che opera in voi credenti.
Dal vangelo secondo Matteo (Mt 23,1-12) In quel tempo, Gesù si rivolse alla folla e ai suoi discepoli dicendo: «Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei. Praticate e osservate tutto ciò che vi dicono, ma non agite secondo le loro opere, perché essi dicono e non fanno. Legano infatti fardelli pesanti e difficili da portare e li pongono sulle spalle della gente, ma essi non vogliono muoverli neppure con un dito. Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dalla gente: allargano i loro filattèri e allungano le frange; si compiacciono dei posti d’onore nei banchetti, dei primi seggi nelle sinagoghe, dei saluti nelle piazze, come anche di essere chiamati “rabbì” dalla gente. Ma voi non fatevi chiamare “rabbì”, perché uno solo è il vostro Maestro e voi siete tutti fratelli. E non chiamate “padre” nessuno di voi sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello celeste. E non fatevi chiamare “guide”, perché uno solo è la vostra Guida, il Cristo. Chi tra voi è più grande, sarà vostro servo; chi invece si esalterà, sarà umiliato e chi si umilierà sarà esaltato». Breve pausa di silenzio PER LA RIFLESSIONE PERSONALE • •
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Il nome "Malachia" significa "il mio messaggero": siamo anche noi "messaggeri" di Dio? Portiamo anche noi la "profezia" del suo amore a quanti incontriamo? Il lavoro nella vigna del Signore, è esigente ed esclusivo, richiede un impegno costante "giorno e notte", e non solamente fisico, ma anche spirituale ed affettivo, perché è un lavoro atto a generare vita nuova in coloro che a noi si relazionano. In che maniera si incarna l'insegnamento di san Paolo nella nostra quotidianità? In che maniera nella mia vita si relazionano lavoro e Vangelo? «La carità non abbia finzioni» dice san Paolo nella lettera ai Romani, nella nostra famiglia, lavoro, responsabilità la nostra autorità è finalizzata al vanto o al bene degli altri? C'è coerenza tra ciò che professiamo essere e ciò che viviamo effettivamente? «Voi siete tutti fratelli»: qual è il limite del mio essere fratello/sorella? La mia comunità? Gli iscritti al Terz'Ordine, Congrega, gruppo ecclesiale? Fino a tutti i cristiani, o almeno a quelli praticanti?... O fino ad ogni essere umano al di là del credo che professa, al di là del proprio stile di vita, al di là della propria ambigua morale, al di là del male che mi arreca? «Il più grande tra voi sia il vostro servo»: fino a che punto sono disposto a credere che ogni responsabilità ed autorità concessami è orientata al servizio dei fratelli?
Condivisione - preghiera spontanea - Padre nostro... O Dio, creatore e Padre di tutti, donaci la luce del tuo Spirito, perché nessuno di noi ardisca usurpare la tua gloria, ma riconoscendo in ogni uomo la dignità dei tuoi figli, non solo a parole, ma con le opere, ci dimostriamo discepoli dell'unico Maestro, fratelli del Figlio, che si è fatto uomo per amore, Gesù Cristo nostro Signore.
Egli è Dio, e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen Canto mariano