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Il consenso attorno a #iopagoifornitori

AIB: fare azienda responsabilmente

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In un mese 156 realtà produttive hanno già aderito alla campagna dell’Associazione bresciana

Il consenso attorno a #iopagoifornitori

Nel primo mese di lancio della campagna #iopagoifornitori,

promossa dall’Associazione Industriale Bresciana e ideata dal titolare di Becom S.r.l. Al

fredo Rabaiotti, l’iniziativa ha raccolto l’adesione di 106 aziende

associate ad AIB e di 50 non associate, per un totale

di 156 realtà produttive. Inoltre, sulla pagina Linkedin di Alfredo Rabaiotti, il post iniziale è stato condiviso oltre 500 volte e si sta avvicinando alle 100.000 letture mentre ogni nuovo post raggiunge in media circa 3.000 visualizzamente all’iniziativa, a rispettare i termini di pagamento pattuiti con i fornitori nonostante tutte le problematicità legate all’emergenza del Coronavirus e, in caso di effettiva difficoltà di liquidità, ad adottare

soluzioni e comportamenti etici, trasparenti ed efficien

ti. Il Manifesto - prosegue la nota dell’Associazione Industriale Bresciana - intende inoltre richiamare la Pubbli

L’obiettivo: stimolare le imprese del sistema economico a rispettare i termini di pagamento pattuiti

zioni in poche ore dalla pubblicazione.

L’obiettivo dell’iniziativa e del Manifesto - precisa AIB - è quello di sensibilizzare e stimolare le imprese del sistema economico che possiedono “valori” etici e che ritengono dunque di aderire volontaria

ca Amministrazione alle

proprie responsabilità, sollecitandola a maggior ragione in questa fase di straordinaria criticità, ad onorare i pagamenti verso tutti i propri fornitori. Il progetto vede Brescia come punto di riferimento di un messaggio di valore e responsabilità. Migliaia di aziende hanno già adottato il marchio in tutto il territorio nazionale. Affinché Manifesto, Marchio e tutta l’iniziativa nel suo complesso siano caratterizzate da efficacia, efficienza e reale qualità, dal 14 aprile il Pre

sidente Giuseppe Pasini ha costituito un Comitato di Gestione del Progetto, presieduto da Paolo Strepara

va (delegato AIB a Credito, Finanza e Fisco), di cui fanno parte anche: l’ideatore dell’iniziativa, Alfredo Rabaiotti, un rappresentante della Piccola Industria (Flavio Gandolfi), un rappresentante del Gruppo Giovani Imprenditori (Giorgio Costa) e un componente dell’Ordine dei Commercialisti della Provincia di Brescia (Patrizia Apostoli, Consigliere e Tesoriere dello stesso Ordine). Il Comitato di Gestione - precisa AIB - è già al lavoro per

sviluppare un Codice Etico nel quale le aziende italiane che rispondono ai loro impegni in modo responsabile

potranno riconoscersi. Altrettanto importante è la decisione che a questa operazione, una volta definite le linee guida, potranno aderire e collaborare tutte le associazioni di settore che possiedono una struttura per garantire il servizio ai propri associati. “Un rapporto corretto con i fornitori è determinante nella continuità aziendale, pagare

le fatture anche in momenti difficili come questi significa non mettere in difficoltà le proprie controparti e le filiere - commenta Paolo Streparava -. Un impegno che deve essere di tutti, a maggior ragione nell’ottica di quella che sarà l’imminente ripartenza del tessuto economico italiano”. “Il tavolo operativo formatosi in AIB è importantissimo - aggiunge Alfredo Rabaiotti -.Ora, infatti, i molti imprenditori che hanno adottato il manifesto desiderano poterlo rendere uno strumento tangibile. Grazie a questo Comitato, del quale faccio parte, lo sviluppo del Codice Etico sta trasformando questo hashtag in un forte segno distintivo per riconoscere le aziende italiane responsabili". Le aziende interessate alla sottoscrizione del manifesto #iopagoifornitori possono presentare la loro richiesta di adesione a questo indirizzo mail . Con tale dichiarazione, a firma del legale rappresentante, le aziende si assumo

no l’impegno di pagare i propri fornitori nei termini previsti dai contratti com

merciali che l’azienda sottoscrittrice ha in essere o, in caso di effettiva e oggettiva impossibilità a rispettare gli accordi presi, a trovare con i propri fornitori soluzioni concordate e trasparenti. Le richieste di adesione pervenute saranno esaminate e valutate dal Comitato di Gestione del Progetto, che fornirà poi l’autorizzazione all’utilizzo

del logo da utilizzarsi sui documenti, sui canali social e sui siti aziendali. Il marchio segnala al mercato ed all’intera collettività un’impresa che adotta pratiche etiche, virtuose e responsabili in materia di pagamenti.

Seminari interattivi promossi da Camera di commercio per una partenza informata ed efficiente 9

“Ripartire in sicurezza”: i webinar della CCIAA

L’importanza dell’informazione continua e sempre aggiornata, ma anche le migliori condizioni di lavoro

”Ripartiamo in sicurezza” è un progetto sulla prevenzione e sul contenimento del Covid19 dedicato principalmente

alle piccole e medie imprese, alle realtà artigianali e

del commercio. L’obiettivo è garantire alle aziende un’informazione continua sulle disposizioni nazionali e regionali e supportarle nella delicata fase della ripartenza.

L’iniziativa, promossa dalla

Camera di Commercio in collaborazione con i Medici del Lavoro di Brescia e il

supporto di CSMT (Centro Servizi Multisettoriale e Tecnologico), si è sviluppata attraverso una serie di webinar (seminari interattivi tenuti in Internet) che hanno riguardato tra l’altro le disposizioni di legge messe in atto da Governo e Regione Lombardia in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro; informazioni scientifiche sulla diffusione del contagio e le conseguenti procedure di contenimento; il ruolo dei medici di medicina del lavoro; il ruolo degli imprenditori per l’organizzazione aziendale, del personale, degli spazi produttivi e delle procedure di igienizzazione ed eventuale sanificazione dei locali.

Pagaredigitale

Il trend secondo SumUp Italia

Contactless e cashless: così cambierà il futuro quotidiano della spesa

Smartworking, webinar, videomeeting: il lockdown ci ha

abituati quanto mai all’uso

della tecnologia. E se già il contactless aveva conquistato gli irriducibili dei device da polso e non, i pagamenti digitali su piattaforma e in presenza pare abbiano vinto le resistenze hanno anche dei luddisti più convinti. SumUp, società fintech che offre a Pmi, commercianti e artigiani servizi di pagamento smart, ha confermato l’Italia come il Paese in

cui il volume delle transazioni digitali sia cresciuto di più: circa un 20% a settima

na. Le ragioni di questo cambio di rotta, che prende in considerazione anche l’uso di carte di

credito e bancomat nei ne

gozi, da un lato è di certo dovuto alla

minore propensione degli stessi a maneggiare, per motivi d’igiene, i contanti. A comprova, il fatto che numerose attività si sono dotate ex novo

di Pos e, soprattutto, sistemi

Nfc (quelli che non prevedono il passaggio di mano delle carte tra cliente e commerciante), anche solo per le consegne a domicilio. Non è un caso che il comparto più attivo in questo senso si sia dimostrato quello del Food & Grocery. E’ sotto gli occhi di tutti, del resto, l’im

pulso che la quarantena abbia dato a piccole botteghe e negozi di prossimità, prima del virus spesso in diffi

coltà. L'Eba (l'Autorità bancaria euopea) raccomanda da tempo l’uso di nuove soluzioni di pagamento e, una volta di più, promuove l’uso di sosti

tuti del contante che non ob

bligo ad inserimento del Pin. Non solo contactless, dunque, ma anche cashless (pagamento da remoto) che ben rispondono alle attuali esigenze di distanziamento sociale. Un trend, secondo SumUp Italia, che non si esaurirà al termine delle restrizioni da Coronavirus ma entrerà di diritto nelle abitudini d’uso quotidiano.

Online quella per la Fase2, ma ok all’uso della precedente barrando le voci non richieste

Sul sito del Viminale è pubblicto e reso disponibile il nuovo modello di autocertificazione

per gli spostamenti .Il Ministero dell’Interno precisa tuttavia che si può utilizzare anche la

precedente versione del documento, purché vi si barrino le

voci non più attuali. Ogni operatore di polizia, comunque, è già in possesso - fanno sapere - di quello appositamente predisposto per la Fase 2, che può essere all’occorrenza compilato al momento del controllo. I prefetti hanno inoltre ricevuto dal Viminale apposita circo

lare contenente le nuove misure da considerarsi effettive

fino al 17 prossimo. Anche se non si fa nota dell’autocertificazione, va osservato, la stessa

può comunque essere richie

sta dalle forze di polizia. In particolare: “le circostanze giustificative di tutti gli spostamenti ammessi, in caso di controlli - spiega la circolare -, possono essere fornite nelle forme e con le modalità consentite”. E ancora: “La giustificazione del motivo di lavoro può essere comprovata anche esibendo adeguata documentazione fornita dal datore di lavoro (tesserini o simili) idonea a dimostrare la condizione dichiarata”.

NELLA PAGINA SEGUENTE FORNIAMO COPIA DEL DOCUMENTO DI AUTOCERTIFICAZIONE

Ilsottoscritto ________________________________________________________ , nato il ____ . ____ . _____

a ____________________________________ (______), residente in _______________________________________

(______), via ________________________________________ e domiciliato in _______________________________

(______), via ________________________________________, identificato a mezzo __________________________

nr. _____________________________________, rilasciato da _____________________________________________

indata ____. ____ . _____ , utenza telefonica ________________________ , consapevole delle conseguenze penali

previste incaso di dichiarazioni mendaci a pubblico ufficiale (art. 495 c.p.)

DICHIARA SOTTO LA PROPRIA RESPONSABILITÀ

➢ di non essere sottoposto alla misura della quarantena ovvero di non essere risultato positivo al COVID-19(fatti

salvi gli spostamenti disposti dalle Autorità sanitarie);

➢ che lo spostamento è iniziato da ________________________________________________________________

(indicare l'indirizzo da cui è iniziato) con destinazione_______________________________________________ ➢ di essere a conoscenza delle misure di contenimento del contagio vigenti alla data odiernaed adottate ai sensi

degli artt. 1 e 2 del decreto legge 25 marzo 2020, n.19,concernenti le limitazioni alle possibilità di spostamento

delle persone fisiche all'interno di tutto il territorio nazionale; ➢ di essere a conoscenza delle ulteriori limitazioni disposte con provvedimentidel

Presidente delle Regione______________________________ (indicare la Regione di partenza) e del Presidente della Regione______________________________ (indicare la Regione di arrivo) e che lo spostamento rientra in uno dei casi consentiti dai medesimi provvedimenti __________________________________________ _________________________________________________ (indicare quale); ➢ di essere a conoscenza delle sanzioni previste dall'art. 4 del decreto legge 25 marzo 2020, n. 19; ➢ che lo spostamento è determinato da: o - comprovate esigenze lavorative;

o o

- assoluta urgenza;

- situazione di necessità;

-motivi di salute.

A questo riguardo, dichiara che ________________________________________________________________

Fino a 1.200 euro per chi è in difficoltà: chi può richiederli e come funzionano le domande

Il Vescovo di Brescia mons. Pierantonio Tremolada per rispondere alle gravi emergenze generate dall’epidemia, ha istituito un Fondo di solidarietà al quale sono chiamati a contribuire tutti i fedeli della Chiesa bresciana e primariamente la Caritas diocesana e i ministri ordinati, in particolare i presbiteri.

Il fondo è destinato a singoli o famiglie che, a causa della situazione di emergenza sanitaria, hanno perso il lavoro o non hanno potuto proseguire la loro attività. I criteri per accedere agli aiuti economici sono:

- essere residenti sul territorio della diocesi di Brescia;

- essere lavoratori autonomi o dipendenti (sia a tempo determinato che a tempo indeterminato), disoccupati a partire dal 1° marzo 2020 causa emergenza Covid-19;

- non avere entrate nel nucleo familiare, compresi sussidi da altri enti pubblici e privati, superiori a € 400 al mese se singolo, € 700 al mese se 2 componenti o € 1.000

- al mese per più componenti. Per poter procedere alla richiesta è necessario compilare il modulo (vedi qui) allegando copia del documento d’identità, del codice fiscale, del modello ISEE ordinario 2020 o corrente, eventuali copie contratto di locazione, certificato di invalidità e permesso di soggiorno. Serve aggiungere quindi IBAN bancario o Postale e liberatoria per la privacy firmata. In aggiunta: - il lavoratore autonomo deve fornire copia comunicazione alla Camera di Commercio di cessata attività (non antecedente al 01/03/2020) e/o Certificato

Camerale aggiornato; - il dipendente a tempo indeterminato copia DID (Dichiarazione Immediata Disponibilità) con data a partire dal 01/03/2020 (in alternativa domanda di NASPI o di DIS-COLL) e le tre ultime buste paga; - il dipendente a tempo determinato copia del relativo contratto e le tre ultime buste paga.

Il parroco in collaborazione con la Caritas parrocchiale (Centri di ascolto) accoglie

rà la domanda e la trasmetterà firmata al Centro di ascolto “Porta aperta” della Caritas Diocesana. La Caritas provvederà, analizzata la domanda, a predisporre il bonifico a famiglia o parrocchia (n questo caso sarà il parroco a consegnare il denaro ai richiedenti nelle modalità che riterrà più opportune). Se necessario, inoltre, Caritas inoltrerà all’Ufficio per l’impegno sociale, Acli e MCL la richiesta per favorire percorsi di orientamento al lavoro. A fronte di presentazione di un regolare contratto di locazione (e atri documenti), alle quote prima indicate potrà aggiungersi un ul

teriore contributo di € 200 al

mese.

Un aiuto a singoli o famiglie che, a causa della situazione di emergenza sanitaria, hanno perso il lavoro o non hanno potuto proseguire la loro attività

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