6 minute read
Fai squadra, gioca e sostieni chi ci cura
Con la caccia al tesoro virtuale di “Xtreme adventure”
Ritrovarsi tra amici (anche se virtualmente), giocare, trascorrere del tempo alla scoperta di luoghi e curiosità della nostra terra: già detto così la cosa invoglia parecchio. Ma se in più, facendolo, si possono aiutare i nostri “angeli in corsia”, resta solo da chiedersi “quando si parte?!”.
Advertisement
Per scoprirlo dovete solo andare sul sito www.xtremeadventure.it dove vi sarà spiegato come iscriversi, come formare la propria squadra (massimo 10 persone) e come versare la quota di partecipazione (50 euro a squadra) che sarà direttamente versata sul conto corrente di #aiutiAMObrescia.
Non solo: scoprirete quanto sia divertente fare del bene ai nostri medici e infermieri al fronte nei nosocomi provinciali. Vi aspettano infatti 10 prove in 30 giorni fatte di enigmi, indizi, misteri e curiosità su Brescia e i suoi personaggi. Indagherete storia ed arte del territorio e affronterete quiz su monumenti e leggende locali. E per finire, i migliori riceveranno perfino degli splendidi premi.
Ma l’obbiettivo della realtà guidata da Alessandro Maccabelli è anche quella di distrarre chi è bloccato forzatamente a casa e, oltre a distrarsi, potrà in questo modo socializzare via Facebook, incontrare e confrontarsi virtualmente con gli amici e, chissà, magari farsene di nuovi.
Lodovico Cherubini
a cura di Massimo Mattoni
Le piazze di Brescia
Un itinerario, oltre 2000 anni di luoghi d’arte, storia e aggregazione: nuove idee per future passeggiate
Luoghi di aggregazione, centri di vita collettiva dal tempo dei Greci e dei Romani, le piazze rappresentano la vera identità di un centro urbano e ne sottolineano il livello di evoluzione e di caratterizzazione artistica e culturale.
La piazza, da sempre, a Brescia, come anche in molte città italiane, rappresenta il luogo ideale dello svolgimento delle principali funzioni urbane: il governo, il mercato e il culto, oltre ad alcune accessorie quali quelle civili e celebrative.
Sin dal tempo dei romani, il modello di piazza del foro, di forma regolare, solitamente chiusa da un porticato sui quattro lati, collocata all’incrocio fra i due assi maggiori della città, il cardo e il decumano, si configura come l’asse strutturale di molti centri urbani del nostro Paese.
La storia della piazza riprende vigore in epoca medioevale, in cui si assiste allo sviluppo della funzione commerciale, con la piazza del mercato, di quella religiosa con la cattedrale e dell’espressione del potere con il palazzo e la torre comunale.
Si tratta di uno spazio più irregolare, in cui assume importanza la necessità di costruire strutture difensive come torri, rocche e castelli, dalle quali è possibile dominare il territorio circostante.
Successivamente, nei primi due secoli della dominazione veneta di Brescia, con Piazza della Loggia, nuova sede municipale, si attua la trasformazione in ambito
rinascimentale e la città diventa espressione di decoro e magnificenza della Repubblica Serenissima.
Ma è con l’età barocca che si assiste alla necessità di stupire, regola cui devono sottostare edifici e spazi urbani: ville, parchi urbani, viali, anche se essa non ha portato alla creazione di esempi significativi di piazze.
Più diffuse sono le piazze neoclassiche di nuovo impianto, in cui l’aspetto muta e si connota ai canoni della “città moderna” illuminista, come quella dedicata ad Arnaldo da Brescia.
In epoca più recente, nel Novecento, in epoca fascista, degno di nota è l’intervento urbanistico compiuto nel centro storico, che ha dato alla luce Piazza della Vittoria, nell’intento di edificare una nuova piazza intitolata alla vittoria della essa si coniuga con le linee essenziali dell’architettura del ‘900.
Il nostro itinerario parte da PIAZZA DEL FORO, nell’area dell’antica Brixia romana, dominata dall’imponente struttura del Capitolium, il tempio eretto dall’imperatore Vespasiano nel ’73 d.C. sui resti di un precedente santuario di età repubblicana.
L’ITINERARIO
L’importante sito archeologico, dichiarato dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità, è inquadrato sulla destra della chiesa di San Zeno, a sua volta introdotta da un’elegante cancellata coronata da decorazioni di putti e delfini. Sui restanti lati della piazza si presentano in successione edifici nobili tra cui spicca, sul lato occidentale, il seicentes
Prima guerra mondiale.
co Palazzo Martinengo Cesaresco, oggi utilizzato per ospitare esposizioni temporanee e sede di un percorso archeologico sotterraneo.
Ai margini dell’area archeologica romana, sorge l’incantevole PIAZZETTA LABUS, un tempo denominata “del beveratore”, in relazione alla presenza di una vasca destinata all’abbeveramento degli animali la cui struttura è ancora visibile in corrispondenza dell’angolo nord est della piazza.
Lungo il lato orientale della piazza, ribassati rispetto all’attuale livello del terreno, si trovano i resti dell’antica Basilica, struttura giudiziaria di epoca romana che chiudeva a sud piazza del Foro, successivamente inglobata in edifici posteriori oggi occupati degli uffici della sede bresciana della Soprintendenza per i beni archeologici della Lombardia.
Poco distante sull’area dell’antico brolo di pertinenza della chiesa medievale dedidedicata a San Benedetto, si colloca PIAZZETTA LEGNANO, istituita nella seconda metà del XV secolo.
Gli edifici che affacciano sul lato nord del perimetro sono il risultato di interventi architettonici che si sono succeduti nei secoli inglobando resti romani, medievali e rinascimentali.
Ottocentesco, invece, si presenta il versante occidentale costituito da un intervento edilizio su progetto dell’architetto Vantini, finalizzato alla realizzazione di una casa per appartamenti in affitto.
Non lontano troviamo PIAZZA TEBALDO BRUSATO, la più grande tra le piazze cittadine. Realizzata in epoca medioevale, in seguito alla delibera comunale del 1173, fu inizialmente destinata ad ospitare il mercato, da cui l’originaria denominazione di “Forum Novum".
Incorniciata dalla successione sui lati occidentale e orientale di palazzi nobiliari tra cui spicca il rinascimentale palazzo Cigola, la piazza avrebbe assunto nel tempo l’attuale titolazione a Tebaldo Brusato, eroe guelfo nella difesa citta-dina, dall’invasione delle truppe di Enrico VII.
La piazza si presenta come uno splendido slargo alberato, un giardino in stile francese, dal 1820 interessato dalla presenza di piante di ippocastano che ne abbracciano il perimetro facendone uno dei luoghi più caratteristici e gradevoli del centro cittadino.
Sullo sfondo suggestivo dei Ronchi si apre PIAZZA ARNALDO, porta cittadina ad est del centro storico, nata nel corso del XIX secolo. Fortemente caratterizzante è la struttura porticata lunga oltre cento metri che occupa il versante sud, cosiddetto Mercato dei grani, cui era legata la precedente struttura, edificato nel 1821 su progetto dell’architetto Angelo Vita. Un edificio imponente e austero che venne ad occupare l’area corrispondente agli orti di pertinenza dell’ex convento di Sant’Eufemia.
Interessante, senza dubbio, il monumento bronzeo dedicato ad Arnaldo da Brescia, frate riformista del XII secolo, opera di Odoardo Tabacchi inaugurato nel 1882. Eretta sull’alto piedistallo studiato dal Tagliaferri, la figura del monaco domina la piazza da ogni punto di osservazione.
Proseguendo in zona sud ci dirigiamo verso PIAZZA degli stretti e angusti vicoli e delle abitazioni adiacenti.
Il quartiere era interessato dal corso del canale Molin del Brolo, la cui copertura si procedette nei medesimi anni. Al 1898 risale l’introduzione del monumento a ricordo del Moretto che tutt’oggi campeggia al centro della piazza e adiacente all’ingresso del cinquecentesco palazzo Martinengo da Barco, al cui interno è ospitata la pinacoteca Tosio Martinengo.
La tranquilla e raccolta piazzetta è chiusa a sud dal fianco dell’antico monastero di San Faustino, oltre la cui struttura si staglia la chiesa seicentesca oggi dedicata a Sant’Angela Merici.
Nelle immediate adiacenze è possibile visitare PIAZZETTA SANT’ALESSANDRO
MORETTO, intitolata ad uno dei maggiori maestri del Rinascimento bresciano.
Essa prese forma a partire del penultimo decennio dell’Ottocento, con la demolizione che si innesta in un luogo in cui, in passato, doveva affacciarsi l’antico convento dei Serviti.