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SENTIERO DEL BRIGANTE: IL CAMMINO PER TUTTI L’ASPROMONTE DÀ AVVIO AL ‘SENTIERO ITALIA
Un suggestivo viaggio a piedi, dall’Aspromonte alle Serre, attraverso aree di grande interesse naturalistico, foreste rigogliose, torrenti impetuosi, ruscelli, cascate, paesaggi alpestri e mediterranei, insediamenti rurali e dimore nobiliari.
Un’esperienza indimenticabile per la diversità dei contesti culturali, degli ambienti di vita e dei luoghi attraversati.
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Il Sentiero del Brigante è uno straordinario cammino sulle tracce di ribelli, briganti e fuggitivi di ogni epoca, in un territorio fortemente caratterizzato da identità e autenticità. Una inaspettata accoglienza in quella che, per troppo tempo, è stata considerata montagna aspra, ostile e impenetrabile.
Chi lo attraversa ha il privilegio di avere lasciato le orme lungo l’ultima frontiera dell’escursionismo continentale, crocevia di popoli, baricentro del Mediterraneo. Ha inizio a Gambarie, in Aspromonte, e fine a Serra San Bruno o Stilo.
La denominazione del sentiero, voluta dal GEA - Gruppo Escursionisti d’Aspromonte, è chiaramente evocativa, e lo diviene maggiormente se si approfondiscono le vicende che hanno caratterizzato la storia dell’estrema montagna meridionale. Lungo il cammino si susseguono designazioni toponomastiche che richiamano storie di ribelli e briganti.
Il più celebre è il leggendario Nino Martino. Con la sua banda soggiornò a lungo in Aspromonte durante la seconda metà del secolo XVI. Soprannominato “Cacciadiavoli”, fu violento e feroce, anche se generoso con i deboli secondo la leggenda. Il brigante Sonnino, vendicatore di torti subiti, usava risalire fino ai boschi delle Serre durante le fughe. C’è poi Giuseppe Musolino, conosciuto come il “U’ re i l’Asprumunti”, è stato l’ultimo dei briganti.
Il Sentiero del Brigante è l’itinerario per escursionisti di 120 km recuperato fisicamente e culturalmente dal GEA – Gruppo Escursionisti d’Aspromonte - alla fine degli anni ’80, individuato sul terreno con oltre 8.000 segnavia di colore rosso-bianco-rosso e sigla SB. Nel novembre del 2017 il Sentiero del Brigante è stato inserito nell’Atlante Digitale dei Cammini d’Italia del MIBACT.
VIVIBENE3 8 Si sviluppa lungo la linea di crinale, tra il Parco Nazionale dell’Aspromonte e il Parco Naturale Regionale delle Serre. Il Sentiero del Brigante collega e mette in relazione, restituendo continuità e armonia al paesaggio rurale e montano attraversato, aree di grande interesse naturalistico, insediamenti rurali, centri abitati, foreste, emergenze architettoniche e archeologiche, dimore nobiliari, strutture fortificate.
Può essere percorso a piedi, in mountain bike o a cavallo, ed è indicato, in alcuni tratti, per le attività didattiche delle scolaresche. Vi si accede da più punti. Non è pertanto necessario recarsi a Gambarie, Serra San Bruno o Stilo per percorrerne un solo tratto.
I caratteristici laghetti artificiali a Rumia, Zomaro, Mammola e Mongiana sono autentiche gemme che impreziosiscono il paesaggio. Indimenticabili sono gli scorci panoramici di cui si può godere percorrendo il sentiero.
Tornando al nome Sentiero del Brigante, il brigantaggio tra Aspromonte e Serre è stato quel fenomeno che ha interessato la Calabria sin dall’epoca romana, ai tempi di Spartaco (Misasi, 1900). Il termine “brigante” è stato utilizzato in maniera abbastanza estesa, e se per briganti s’intendono anche semplici sbandati, violenti, autori di saccheggi, scorribande e ribellioni, allora l’intero territorio aspromontano, fino alle Serre, conserva molte tracce che nel corso degli anni, in base ad evidenze storiche o solo per leggenda, ci parlano di briganti. I boschi e le campagne dell’Aspromonte erano il rifugio più sicuro per i briganti, che in questi luoghi vivevano, con sistemazioni di fortuna, tra un assalto e l’altro. Così racconta Spanò Bolani: “Assassinamenti ed eccessi eran pervenuti a tale per tutta la provincia di Calabria, che sollevarono l’indignazione del governo, ed il viceré finalmente vide quanto fosse necessario dare efficaci provvedimenti perché le comitive dè banditi fossero distrutte”.
Non è facile risalire con esattezza a quanti fossero i gruppi di briganti tra l’Aspromonte e le Serre, ma sicuramente si trattò di numerose bande, il più delle volte capeggiate da nomi che passarono alla storia. Anche dopo la fine del brigantaggio postunitario, vicende come quelle del celebre brigante Musolino, “Re dell’Aspromonte” o del brigante Sonnino, furono oggetto di approvazione e simpatia popolare. Dal centro dell’Aspromonte invece, fino a tutta la parte settentrionale, si muoveva nel XVI sec. il brigante Nino Martino. Alcuni luoghi portano il suo nome, mentre la sua figura è ancora viva nella leggenda e nel ricordo popolare. Ne parla Spanò Bolani, con particolare enfasi per le sue scorribande e per i mezzi che l’autorità impiegò per sconfiggere il brigante e la sua banda.
Nei primi anni del XIX sec., in piena occupazione francese, si muoveva il brigante Francesco Moscato originario di Vazzano detto “Bizzarro”. Così riportano le “Notizie Storiche Documentate sul brigantaggio nelle provincie napoletane” di Marc Monnier: “…né boschi e nelle montagne di Mongiana, nell’Aspromonte e nelle foreste lungo il Rosarno scorrazzava il bizzarro…”.
Il Sentiero del Brigante fa parte del Sentiero Italia, uno dei percorsi escursionistici più lunghi del mondo: con oltre 7000 chilometri. L’intero Sentiero Italia Cai si identifica nella segnaletica che lo traccia, uniformata da cartelli segnavia colorati di rosso-bianco-rosso, così come il Sentiero del Brigante.
Le sezioni del Club Alpino Italiano sono al lavoro per valorizzare i tratti di loro competenza. Si tratta di circa 400 tappe che uniscono le Alpi agli Appennini, utilizzando per lo più alcune grandi vie sentieristiche già pre-esistenti: la Grande Traversata delle Alpi in Piemonte, lunga circa 1000 km; l’Alta Via dei Monti Liguri in Liguria (44 tappe per oltre 400 km); le 28 tappe della Grande Escursione Appenninica in Toscana e in Emilia Romagna (425 chilometri); e il Sentiero del Brigante in Calabria, con le sue nove tappe (120 km di lunghezza).