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RECENSIONI

RECENSIONI

CELEBRAZIONI CHIAMPO Zanella 200 GLI EVENTI, LE MOSTRE E GLI INCONTRI LETTERARI

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IL 2020 È UN ANNO SPECIALE per la nostra città, poiché ricorrono i duecento anni dalla nascita del nostro illustre concittadino Giacomo Zanella. Il grande poeta nacque a Chiampo il 9 settembre del 1820. Ad appena nove anni lasciò il paese natio ed egli lo ricorda nei versi malinconici scritti all’amico Fedele Lampertico: “Io dentro picciol borgo, in erma valle, cui fan le digradanti alpi corona, vissi oscuri i miei dì, finché novenne alla città mi trasse il mio buon padre a dibucciar la prima scorza”. Dopo gli studi teologici nel seminario di Vicenza venne ordinato sacerdote. Numerosi sono gli incarichi di prestigio che ottenne, tra cui quello di Magnifico Rettore dell’Università di Padova, dopo moltissimi anni dedicati all’insegnamento. Morto a Cavazzale di Monticello Conte Otto il 17 Maggio del 1888, è passato alla storia come uno dei letterati di maggior pregio della sua epoca. L’amministrazione comunale vuole rendergli omaggio con una serie di iniziative che hanno come scopo quello di riscoprirlo e conoscerlo attraverso l’approfondimento del suo lavoro, della sua vita e della sua persona. È previsto un ricco calendario di proposte che dureranno tutto l’anno e saranno molto diverse tra loro allo scopo di rendere tutti i cittadini partecipi e protagonisti di questo momento storico. Tra gli appuntamenti in programma sono previste una serie di serate culturali curate da studiosi e appassionati della poetica zanelliana, tra cui sottolineo il prossimo evento a cura di Mario Bardin, il quale si terrà proprio nella data simbolica del 9 settembre presso via Zanella e affronterà la tematica di Zanella e l’emigrazione. Un’importante giornata a cura dell’Accademia Olimpica di Vicenza, nostro partner nell’organizzazione di alcuni appuntamenti, si terrà invece l’11 ottobre presso l’Auditorium comunale. I classici aperitivi culturali, spazi di dialogo e confronto di idee, hanno assunto invece una nuova veste diventando quest’anno “letterari”, poiché prendono spunto dai temi zanelliani al fine di mostrarne l’attualità e diventare pretesto per affrontare tematiche vicine ai nostri giorni. In via di realizzazione anche un originale percorso letterario grazie alla collaborazione con la scuola di formazione professionale Fontana di

Chiampo, che toccherà i luoghi chiampesi così cari al poeta e spesso ricordati con grande affetto nei suoi scritti. Il percorso partirà dal Santuario Francescano, attraverserà il Paese passando per via Zanella, giungerà in Parrocchia e in biblioteca, per poi concludersi nel centro della nostra piazza. Oltre ad alcuni spunti letterari, l’itinerario darà rilievo anche a luoghi di interesse turistico del nostro Paese. Protagoniste anche tutte le altre scuole del territorio che quest’anno stanno affrontando nella loro didattica la conoscenza del poeta. Le loro esperienze culmineranno nell’esposizione della mostra del libro dal titolo: “Sulle tracce di Giacomo”. Tra gli altri incontri già in programma ricordo la serata del 2 ottobre presso la Parrocchia, in cui si parlerà della figura di Zanella come sacerdote in un approfondimento curato da Andrea Dal Maso e Antonio Scavazza. Quest’ultimo ci parlerà anche del legame di Zanella con la natura e il territorio chiampese in una serata in Auditorium il 6 novembre. Il 3 ottobre verrà invece inaugurata una mostra personale di acquerelli a cura del pittore Fiorenzo Vaccaretti, il quale si è lasciato ispirare in questi nuovi capolavori dai versi del nostro amato concittadino. La mostra ospiterà anche alcuni importanti documenti provenienti da collezioni private e un innovativo progetto di realtà virtuale, realizzato grazie al contributo di enti e imprese del territorio, che ci permetterà di immergerci dentro casa Zanella tra i ri

cordi del poeta. Durante l’apertura nei tre fine settimana successivi, verranno organizzati diversi momenti culturali e visite guidate per le scuole. Il 4 dicembre torneranno, dopo il successo di questa estate, I Musicanti di Vicolo Zanella per un secondo appuntamento tra musica e poesia intitolato “Il fuoco di Natale”. Tutte queste iniziative verranno pubblicizzate nella pagina Zanella200 del sito del Comune di Chiampo, dove sono riportate anche tutte le proposte social che non si sono maifermate. Le sorprese non mancheranno e colgo l’occasione per invitare tutta la popolazione a condividere insieme questa annualità all’insegna della cultura Sofia Bertoli - Assessore cultura

CELEBRAZIONI MONTICELLO C. OTTO

Premio Zanella I CONCORSI, I CONVEGNI, GLI INCONTRI E GLI SPETTACOLI

Il prof. Mauro Maruzzo in Villa Zanella

L’AMMINISTRAZIONE COMUNALE di Monticello Conte Otto è da quindici anni impegnata nella riscoperta dell’autore e del personaggio Giacomo Zanella: a lui è stato dedicato un premio nazionale di racconti brevi (6000 battute), arrivato nel 2020 alla sedicesima edizione e, dal 2011, con una sezione dedicata ai ragazzi della scuola secondaria dell’ Istituto Comprensivo “Don Bosco” . Ogni anno il tema è diverso e la giuria è presieduta dall’assessore alla cultura dott.ssa Maria Luigia Michelazzo con il prof. Italo Francesco Baldo, le scrittrici Sara Rattaro e Monica Bianchetti, il prof. Mauro Maruzzo e il vicepresidente della FITA Aldo Zordan. Questi i temi degli ultimi anni: 2019 -15^ edizione: “Bella la vita...” - 187 concorrenti 2018 - 14^ edizione: “Voci di donna” - 97 concorrenti 2017 - 13^ edizione: “Pensieri sull’acqua...” - 161 concorrenti 2016 - 12^ edizione: “Come un ricordo...” - 233 concorrenti

Quest’anno l’Amministrazione, con il supporto dell’Assessorato alla Cultura, la Biblioteca Civica Bertoliana, la Pro Loco e il contributo della Regione del Veneto ha programmato per il bicentenario della nascita del poeta Giacomo Zanella, una serie di eventi e celebrazioni, tra cui le premiazioni della quindicesima edizione del Premio Letterario Giacomo Zanella, che sono state trasmesse solo online causa la pandmia di Covid-19, conferenze, incontri letterari, un convegno con il presidente dell’Accademia Olimpica, spettacoli teatrali, la nascita del sito “giacomozanella.it”, unico sito in Italia dedicato al poeta, della relativa pagina Facebook “GiacomoZanella1820.2020 e del canale YouTube “Giacomo Zanella 1820”. Dal mese di aprile è stato un susseguirsi di appuntamenti sia online in streaming che dal vivo, tra queste vogliamo ricordare le due conferenze online del prof. Italo Francesco Baldo su due pubblicazioni da lui curate, “Giacomo Zanella - Per Chiampo nostalgia e poesia” e “Dietro il bello van le genti: Giacomo Zanella e l’arte”, la conferenza multimediale tenuta dal prof. Mauro Maruzzo in Villa Zanella su “L’abate Zanella e la giovane Aganoor: storia di un’amicizia” e il cortometraggio “Giacomo Zanella:

Premio En plein Air: i vincitori

Premio Zanella Premio Nazionale di racconti brevi XVI^ EDIZIONE

Immagine di uno dei convegni.

Premio Zanella 2016 : i vincitori e la giuria

uomo e poeta” realizzato dai ragazzi dell’ICS “Don Bosco”, Scuola Secondaria di I grado. Tutti questi eventi sono visibili sul canale YouTube e hanno avuto finora, in totale, oltre 2500 visualizzazioni in quattro mesi. Anche il sito dedicato a Zanella dalla sua messa online, in aprile, ha avuto finora oltre 3500 visite, mentre gli eventi e i post della pagina Facebook si battono con oltre 2000 visualizzazioni per evento e circa 1000 per i post settimanali. I post del blog sul sito di Giacomo Zanella sono curati principalmente dal prof. Italo Francesco Baldo, coadiuvato dal “Webmaser Zanelliano” dell’associazione culturale Life in Progress, che cura sito, pagina Facebook e parte dei video. In particolare il mese di settembre, in cui ricorreva il bicentenario della nascita del poeta (9 settembre 1820), è stato il momento clou per eventi di Monticello Conte Otto con il concorso “En Plein Air nei luoghi zanelliani”, l’anteprima dell’intenso spettacolo della compagnia teatrale “La Trappola” “Zanella racconta Zanella”, incontri letterari a cura di “Prosa&Prosit” e il convengo “Zanella e la scienza”, nella prestigiosa villa Valmarana Bressa, con il presidente dell’Accademia Olimpica Gaetano Thiene, il prof. Italo Francesco Baldo e don Giovanni Costantini. Essendo Zanella un letterato non sono mancati poi gli incontri con gli autori, curati con la collaborazione di “Prosa&Prosit”. Da giugno a settembre si sono alternati in Villa Zanella Paolo Malaguti con il romanzo “Se l’acqua ride”, Sara Rattaro con “La giusta distanza” e Mariapia Veladiano con “Lei”.

Premio Zanella 2017 : i vincitori e la giuria

Premio Zanella 2018 : i vincitori e la giuria

PASSIONELIBRI

RECITAL

MONTICELLO C. OTTO

Zanella racconta Zanella Zanella racconta Zanella

Il recital della compagnia teatrale “La Trappola” Viaggio alla scoperta del Poeta Recital scritto da Pino Fucito

Gruppo Teatrale La Trappola

Che son? Che fui? Pel clivo della vita discendo e parmi un’ora che garzoncel furtivo correa sui monti a prevenir l’aurora.

A rispondere a tali esistenziali interrogativi sarà proprio Lui, il Poeta, certo più conoscitore di sé stesso di quanto possa pretendere di conoscerlo il più perito dei critici.

Il viaggio introspettivo, del quale si fa discreto compagno lo spettatore, si snoda attraverso scritti originali, seguiti dai versi più suggestivi del Nostro, nei quali Egli affronta i temi più cari della sua poetica: l’incanto dell’adolescenza, il sentimento della natura, la Fede, il mondo contadino e degli umili, i grandi temi sociali del lavoro e della scienza, il sentimento patriottico, il gusto classico per la forma, fatta di misura, di armonia, di nobiltà di linguaggio.

Giacomo Zanella serbava la ferma convinzione che la poesia è sentimento, espressione di ciò che il poeta sente meditando sui grandi temi della vita.

Al lettore ed all’uditore non resta che lasciarsi serenamente condurre ponendosi in perfetta sintonia con l’animo del Poeta ed arrivando, per dirla con Manzoni, a “sentire e meditare” all’unisono col Poeta stesso.

Pino Fucito LETTORI Pino Fucito, Stefano Farina, Lidia Munaro, Alberto Bozzo Luci e fonica Andrea Munaretto Selezione musiche Alberto Bozzo Disegno Silvia Fucito Regia Pino Fucito

PROGRAMMMA Ad un ruscello Natura ed arte Psiche San Bastian dalla viola in man Per la morte di Daniele Manin Ora meridiana a Recoaro Egoismo e carità Il mezzogiorno in campagna Microscopio e telescopio Ad un’antica immagine della Madonna Gli ospizi marini La religione materna Dopo una lettura dell’“Imitazione di Cristo” La veglia Otto sonetti da “L’Astichello” Sopra una conchiglia fossile nel mio studio

“Io mi inchino riverentemente alla scienza moderna; ma non posso indurmi a credere che altro al mondo non esista se non ciò che soggiace all’analisi del fornello e delle storte. Per quanto una filosofia detta positiva siasi studiata di limitare le nostre ricerche ai soli fatti sensibili; per quanto siasi provato di staccare l’attenzione dell’uomo dall’idea per ridurlo a contentarsi delle apparenze, sente l’uomo intorno a sé qualche cosa di arcano e d’indefinibile, della cui realtà non è men certo che della presenza degli oggetti che tocca con mano. Oltre i mondi che noi abitiamo, oltre i mondi che ci sono rivelati dal telescopio, esistono mondi inaccessibili al senso, ma non meno noti allo spirito che vagheggia in essi l’idea della verità, della giustizia, della bellezza, dell’ordine. Questa tanto decantata scienza somiglia a certi archi di trionfo non ancora compiuti, de’ quali, per festeggiare la venuta di un principe, si coprono gli spazi vuoti con tele colorate. Purtroppo, nel nostro caso, il principe festeggiato è lo spirito umano, che si lascia abbindolare da siffatte illusorie parvenze. Anche l’idea dei miei doveri e come sacerdote e come professore non era estranea all’interna battaglia che si combatteva nel mio animo”. (Giacomo Zanella - Microscopio e telescopio)

IN LIBRERIA STORIA VICENTINA

CotoRossi di Oscar Mancini Una narrazione che restituisce il sapore di un’epoca. Una memoria preziosa e irrinunciabile per una comunità di cui l’industria tessile era generatrice di imprese, commerci e botteghe.

Sul finire degli anni Settanta

la scintilla della lotta democratica in difesa di una fabbrica chiamata CotoRossi si accende ovunque: per strada, nelle chiese, perfino nella sede della Banca Nazionale del Lavoro, e dentro il glorioso stadio Menti dove gioca il formidabile Lanerossi Vicenza. E’ questa la Vicenza che nessuno si aspetta, quanto mai viva, anticonformista, straordinariamente coesa e originalmente ribelle, qui raccontata con esemplare passione e meticoloso rigore. La narrazione ci restituisce il sapore di un’epoca, ricorrendo non solo a ricordi personali ma soprattutto ai documenti. Una memoria preziosa e irrinunciabile per una comunità di cui l’industria tessile era parte fondante, nonché generatrice di imprese, commerci e botteghe.

OSCAR MANCINI

CotoRossi: una storia collettiva Ronzani Editore - Vicenza www.ronzanieditore.it In libreria: € 18,99 e-book IBS.it: € 9,99 pag. 320

PASSIONELIBRI

Il 26 marzo e il 14 maggio del 1944 l’antico opificio Cotorossi a Borgo Berga, in Vicenza, fu gravemente bombardato. I giorni seguenti tra le macerie fumanti, si frugò palmo a palmo per liberare i macchinari danneggiati e recuperare il salvabile. Vennero estratti, irriconoscibili dalla ruggine e dal calore, filatoi, roccatrici e telai, che furono trasportati e recuperati nell’officina organizzata nell’opificio di Debba. Finita la guerra il Cotorossi era pronto a risorgere e a riprendere l’attività sotto la direzione giovanile di Domenico Rossi, figlio di Carlo e nipote di Gaetano Rossi. Sotto la sua direzione l’azienda si espanse e si ingrandì. Tra il 1954-55 fu tecnicamente ammodernata la tessitura, la pettinatura, la tintura dei filati, e la carderia dei coloranti. Fu rilevata la “Prima Manifattura Veneta di Medicazione Antisettica Giovanni Ponzani” di San Martino Buonalbergo (VR) che divenne il quinto opificio del gruppo. Nel 1961 il cotonificio Rossi non indifferente alla questione meridionale, con la consociata Rossi-Sud costruì a Latina il sesto stabilimento. Nel 1962 l’azienda decise di concentrare la tessitura a Vicenza e lo stabilimento di Chiuppano, sorto nel 1891, fu riconvertito a confezionamento. Nello stesso anno vi fu un radicale ammodernamento delle centrali elettriche di Debba, Calvene e Rozzola, collegate ad una linea da 25.000 wolts in grado di coprire il fabbisogno del 50% degli stabilimenti veneti. Nel 1967 vi fu la ristrutturazione tecnologica e chimica, introducendo il “tinto in filo”, e la Cotorossi fu riconosciuta come una delle industrie tessili italiane più all’avanguardia. Purtroppo la Cotorossi non riuscì a mantenere la posizione, poiché con il nuovo assetto sociale stavano cambiando anche le mode: si entra nell’era del casual, del sportivo, del jeans. L’azienda ha bisogno di nuova linfa gestionale, più giovanile, più moderna a passo con i tempi, in grado di prevedere in tempo i cambiamenti della moda. Il vecchio criterio gestionale di tipo patriarcale e accentratore, cominciò a scricchiolare. Negli anni ‘70 Domenico Rossi passa la direzione ai figli Alvise e Carlo e il Cotorossi con i suoi otto stabilimenti, tra Vicenza, Verona, Pordenone e Latina, passò tra il 1975 e il 1976, da più di 3.000 addetti a 2.570 con un calo del 15%. Malgrado gli ingenti investimenti economici, con esposizioni importanti con le banche, vi fu da parte loro un disimpegno negli investimenti aziendali e, anzi, i pochi ricavi non venivano rinvestiti nell’azienda. Alla politica gestionale miopistica ed arcaica, si aggiunsero ritardi innovativi con investimenti in settori moda in fase di declino. La Cotorossi incapace quindi, per responsabilità dei Rossi di proporre un suo prodotto e di cogliere l’inversione della moda, tralasciato il settore tradizionale da sempre ancora di salvezza dell’azienda, si indirizzo ad una politica amministrativa gestionale basata sul consuntivo invece che sul preventivo, con ritardi di consegna nell’ordine di 4-5 mesi, con rimanenze di invenduto nel magazzino a seguito di annullamenti d’ordini, mancati pagamenti dei fornitori, mancato versamento dei contributi previdenziali dei lavoratori oltre al ritardo nell’erogazione degli stipendi; alla luce di tutto questo l’azienda, presentò nel 1976, un bilancio negativo. Conseguenza del quale gli istituti bancari non avendo garanzie, ritirarono i finanziamenti e chiesero il rientro dei crediti finanziati, che erano nell’ordine di 4-5 miliardi di lire. La vertenza Cotorossi iniziò quindi, tra la primavera del 1976 e l’inizio del 1977. Il 30 luglio del 1977 si riunì per risolvere la crisi della più importate azienda di Vicenza, con 1800 lavoratori nel vicentino, di cui circa 1000 solo a Vicenza, il Comitato Unitario, costituito dalle parti sociali (i sindaci, la Chiesa e il sindacato) e quelle politiche (la Regione e i parlamentari). Il Comitato si prefisse di sbloccare la situazione con le banche visto che sino alla fine i Rossi sostennero che la questione era di natura liquida e non gestionale. Nell’ottobre del 1977 la situazione precipitò sotto pressione degli istituti di credito, fu chiesta da parte dei Rossi, per evitare il fallimento, l’amministrazione controllata per lo stabilimento di Vicenza, cuore del gruppo, che durò sino al 9 ottobre 1978. Ad ottobre 1978 visti i scarsi risultati, analizzati anche dal Comitato unitario, e i lavoratori senza stipendio da più di due mesi, la Cotorossi è sottoposta in amministrazione straordinaria in base alla legge 44/78, o Prodi, sino al 1983.

IN LIBRERIA STORIA VICENTINA

I Trissino dal Vello D’oro La storia di Villa Cricoli patrimonio Unesco

All’avvincente storia dei Trissino, Giovanna Dalla Pozza Peruffo ha il merito di offrire non pochi elementi aggiuntivi e per certi aspetti sorprendenti relativamente a villa Cricoli, preziosi per gettare nuova luce su questa dimora oggi patrimonio dell’Unesco.

Le origini della famiglia Dresseno divenuta Trissino risalgono alla fine del XI secolo, provenienti dalla Germania, si installarono nella Valle dell’Agno zona Trissino. Un documento del 1173 riporta il nome di Antonio de Dresseno. Nel 1208 il nome di Olderico Dresseno risulta in un Decreto edilizio del Comune di Vicenza.Miglioranza Trissino nel 1219 ottiene l’investitura dal Vesco-vo. La famiglia si lega al convento di San Tommaso (ora sede G. di F.) in Borgo Berga a Vicenza, poi Distretto Militare. Il 4 aprile 1236, Federico II° Imperatore dei Romani e Re di Sicilia, assegna ai Trissino il feudo con Castello per Trissino, Quargenta, Cornedo e della Vallata del Chiampo, e con relativo Diploma li nomina Conti. La famiglia Trissino nel 1510 fu ascritta nel Consiglio Nobile di Vicenza, aveva a disposizione 18 posti o seggi. Il 17 dicembre 1532 Carlo V imperatore creò Gian Giorgio Trissino Conte Palatino: a lui e a tutti i discendenti fu data concessione di inquartare lo stemma gentilizio con l’insegna del Vello d’Oro. Gian Giorgio Trissino, magnificò la sua famiglia con origini leggendarie nella sua opera “Italia Liberata dai Goti”. Giovanni da Schio scrisse dei Trissino: “Erano così numerosi che non vi è angolo in Vicenza ove essi non abitassero”. Lo stemma. Spaccato d’oro e d’azzurro, alla fascia increspata d’argento, attraversante sulla partizione, ed accompagnata in capo da un’aquila bicipite di nero, rostrata e membrata di rosso, ciascuna testa coronata d’oro.

PORTA LA FIRMA di Giovanna Dalla Pozza Peruffo il volume dal titolo I Trissino del Vello d’oro. Villa Cricoli nel contesto delle domus rurales del ‘400 vicentino, pubblicato in queste settimane dall’Accademia Olimpica. Storica dell’arte, per vent’anni presidente della sezione cittadina di Italia Nostra e autrice di numerose pubblicazioni, nelle 272 pagine di questo suo nuovo studio l’accademica propone un viaggio ricco di approfondimenti storici, artistici e letterari tra volti più e meno noti della nobile famiglia vicentina dei Trissino, indagandone la genealogia, dalle radici più antiche fino all’ultima discendenza, nonché le dimore in città e nel territorio vicentino e, naturalmente, la villa di Cricoli: un luogo, questo, interessante tanto per le sue peculiarità architettoniche quanto per le vicende che vi si svolsero, imperniate in modo paricolare attorno alla figura dell’umanista Giangiorgio Trissino (1478-1550), che proprio qui, tra l’altro, compose Sofonisba, prima tragedia regolare all’antica della letteratura italiana e opera che nel 1562 inaugurò l’attività dell’Accademia Olimpica, fondata sette anni prima, nel 1555. Trattandosi di una ricerca molto ramificata, due aspetti sono particolarmente interessanti: l’aver ricostruito parte della storia dei Trissino attraverso l’inedita analisi delle stemmario di famiglia esplorato in chiese, ville e palazzi, e l’interpretazione davvero nuova del toponimo che dà il nome alla villa e al suo contesto paesaggistico. All’avvincente storia dei Trissino, Giovanna Dalla Pozza Peruffo ha dunque il merito di offrire non pochi elementi aggiuntivi e per certi aspetti sorprendenti relativamente a villa Cricoli, preziosi per gettare nuova luce su questa dimora oggi patrimonio dell’Unesco. Una specifica attenzione, al riguardo, è riservata all’oratorio dedicato a santa Savina Trissina, un tempo presente davanti alla villa, ma successivamente scomparso. Il volume è aperto dalle presentazioni del presidente dell’Accademia Olimpica, Gaetano Thiene, dell’accademico Vittorio Trettenero, proprietario-protettore della villa, dell’accademica Paola Marini, presidente della Fondazione Roi, già direttrice delle Gallerie dell’Accademia di Venezia e presidente dei Comitati privati internazionali per la salvaguardia di Venezia, e di Franco Benucci, ricercatore di Linguistica all’Università di Padova - Dipartimento di Scienze storiche.

Per informazioni si può contattare l’Accademia Olimpica al numero 0444 324376 o scrivendo a segreteria@accademiaolimpica.it.

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