Voce 04 del 01 02 2010

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Anno I n. 4 - 01 febbraio 2010

della comunità Parrocchia Santa Lucia - Gioia del Colle - BA Bollettino parrocchiale a diffusione interna

Verso la Quaresima di Don Giuseppe Di Corrado Il prossimo 17 febbraio inizia il tempo quaresima. Per ogni cristiano questo tempo non può passare sotto silenzio. È infatti il tempo forte per eccellenza della conversione, della preghiera, della carità e del ritorno a Dio. In quaranta giorni la vita del cristiano deve essere ricentrata. Infatti l'invito iniziale suona così: "Ritornate a Dio con tutto il cuore". In un tempo in cui Dio è uscito dalla coscienza e dalla vita degli uomini questo invito ha un valore di notevole importanza. La fede, nei brandelli nella quale sopravvive, deve tornare a essere proposta di vita e cammino sicuro per chi porta dentro un desiderio di infinito. Il vangelo della prima domenica di quaresima descrive le tre grandi tentazioni di Gesù nel deserto e la vittoria che egli riporta su satana. Esse sono il simbolo di tutte le tentazioni umane e di tutto ciò che si oppone alla missione salvatrice di Gesù. Nello scontro frontale con il diavolo

Gesù risponde in tre modi. Prima di tutto mettendo a fondamento la parola di Dio, perché "l'uomo vive di ogni parola che esce dalla bocca di Dio". In secondo luogo rifiutando la via facile e spettacolare dei miracoli, ma scegliendo la via dell'umiltà,

del nascondimento e del semplice dovere quotidiano. Infine, rifiutando ogni potere terreno, ogni successo mondano per proclamare il primato assoluto di Dio. Perché il primato di Dio costituisce la radice di tutto ciò che è giusto e retto, mentre la negazione di tale primato è la radice marcia di una cultura incapace di promuovere la vita là dove essa è maggiormente minacciata. Gesù ci insegna quindi a vivere la quaresima appoggiandoci alla parola di Dio, quotidianamente meditata nelle letture che la liturgia ci proporrà; vivendo serenamente e umilmente la nostra vita senza cercare spettacolarità, cose straordinarie, ma nascondendoci nel servizio e nell'amore che il Signore ci mette davanti; proclamando sempre e ovunque il primato di Dio, Dio sommamente amato, Dio al di sopra di tutto e Dio vita di tutto: "Adorerai il Signore soltanto, a Lui solo servirai". Questo non ci renderà estranei alla vita quotidiana, ma le darà più senso e la fede diventerà cultura che permea il nostro vivere di gioiosa novità.


mettersi di dare troppo spazio ad un'attività considerata secondaria. Si tengono degli incontri in ogni parrocchia per cercare di coinvoldi Gianni Capotorto gere soprattutto i giovani, di solito più aperti alle nuove tecnologie, ma la proposta non sempre viene acQualcuno forse avrà notato una colta con entusiasmo: a volte perstrana sigla che compare sulle ché troppo impegnati in parrocchia, pagine del nostro bollettino parnello studio o nel lavoro; a volte rocchiale, seguita da un indirizzo perché assenti dai cammini eccleinternet. I più temerari avranno siali. provato ad avventurarsi sulla ReIl progetto comunque va avanti, te, ricevendo in parte la risposta anche se un po' "sottotraccia"; venai loro interrogativi. gono individuati in ogni parrocchia UPGO sta per Unione Parrocchie uno o più volontari, giovani e adulti, Gioiesi Online, una sigla che riappassionati di informatica, spesso manda ad un sito internet, credo autodidatti. unico nel suo genere, nato per Grazie alla disponibilità della parriunire insieme le cinque parrocrocchia di San Vito, che ci ospita chie gioiesi. La sfida impegnativa nei propri locali, ci si incontra per di mettere insieme le diverse coconoscersi e studiare i programmi munità, rispettandone il cammino necessari alla realizzazione del siindividuale, ma nel tempo stesso to, un vero e proprio corso di forcercando di costruire qualcosa mazione graduale, per permettere insieme. anche ai meno esperti di apprendeUn sito interparrocchiale unico re al meglio le nozioni base. per cinque realtà diverse, spesso Per ogni parrocchia viene costituito non comunicanti tra loro, rappreuno staff, spesso composto da un sentate nel logo con cinque sfere singolo responsabile, che opera in di colore diverso, più una sfera maniera autonoma, facendo rifericentrale più grande che simboleg- mento al proprio parroco e incongia lo spazio comune denominato trandosi periodicamente con gli altri UPGO. responsabili. Il progetto nasce nel 2004 da un Si comincia a progettare la struttugruppo di giovani del Sacro Cuora di base del futuro sito e poi ad re, già impegnati nella realizzainserire le informazioni su ogni parzione del sito internet della loro rocchia. Con fatica, a volte; molti parrocchia, che immaginano un partono quasi da zero in questo portale unico per le parrocchie campo; alcuni hanno già altri impegioiesi: sei spazi autonomi e indigni in parrocchia e devono ritagliarpendenti accomunati da un indisi con fatica momenti da dedicare a rizzo ed una grafica comuni. questo sogno che va avanti lentaComincia da lì un lungo cammino mente. per presentare l'idea ai parroci ed L'entusiasmo e la voglia di fare inialle comunità parrocchiali, spesso Il bollettino parrocchiale Voce… della accolti con diffidenza, come dei sognatori che seguono le mode comunità è disponibile anche su della Rete mentre nella chiesa ci UPGO, il sito delle parrocchie gioiesi sono altre priorità. Ogni parrocwww.upgo.org. chia ha i suoi problemi, le sue carenze di catechisti, educatori, di giovani impegnati e non può perPagina 2

UPGO… Cos’è ?

ziali spesso cedono il passo a momenti di stanchezza,in cui ci si sente soli, quasi abbandonati dalle comunità parrocchiali che dovrebbero essere i primi fruitori e collaboratori del sito. A volte per difficoltà nostre a comunicare con i parroci e le comunità parrocchiali, a promuovere il sito nel tessuto cittadino; a volte per una certa diffidenza che da sempre accompagna questo progetto, ritenuto da molti solo una perdita di tempo. Ma UPGO ha senso solo se diventa uno strumento, uno spazio utile per la parrocchia, sia per comunicare all'esterno, che per far interagire tra loro le diverse realtà parrocchiali, spesso troppo chiuse in se stesse. Altrimenti resta solo un bel contenitore vuoto, la differenza la fa l’interesse e lo scambio con la comunità parrocchiale, il farlo divenire uno strumento utile per tutti. Personalmente seguo questo progetto fin dalle prime fasi: su richiesta di don Giuseppe ho prima partecipato agli incontri di presentazione del progetto nel 2004 e poi dal 2007 sono stato coinvolto direttamente nella fase realizzativa, riuscendo a mettere lo spazio di Santa Lucia al passo con le altre parrocchie, pur essendo rientrato a progetto già iniziato, grazie all'aiuto degli altri membri dello staff interparrocchiale UPGO, di don Giuseppe ed altri amici che mi ha dato una mano preziosa.


MARCIA E VEGLIA DIOCESANA PER LA PACE di Gianni Capotorto

Martedì 5 gennaio 2010 si è svolta a Gioia del Colle la Veglia Diocesana della Pace, come suggerito dal nostro vescovo mons. Francesco Cacucci nell'incontro conclusivo delle visite pastorali nelle cinque parrocchie gioiesi. Un appuntamento annuale organizzato dall'Ufficio di Pastorale Giovanile in cui tutta la diocesi si ritrova insieme per riflettere insieme su pace e salvaguardia del creato, aiutati dal messaggio del Santo Padre per la Giornata Mondiale della Pace. Sono 43 anni ormai che la Chiesa dedica il primo giorno dell'anno al tema della Pace ed il Santo Padre affida a tutti i fedeli e uomini di buona volontà una sua riflessione, quest'anno dal titolo "Se vuoi coltivare il creato, custodisci la pace". La Veglia è cominciata alle ore 19.30 circa, nel piazzale antistante la scuola elementare San Filippo Neri con un breve momento di preghiera, introduttivo alla marcia per le strade di Gioia. Assenti il vescovo Cacucci, impegnato a Lecce per i festeggiamenti per il ventennale dell'ordinazione episcopale di mons. D'Ambrosio ed il sindaco di Gioia, per impegni istituzionali, rappresentato dal vicesindaco dott. Israele, che ha tenuto un breve intervento a conclusione dell'incontro. Grande affluenza soprattutto dei giovani provenienti da tutta la diocesi, un po' scarsa quella della comunità ecclesiale gioiese. In testa al corteo lo striscione con il tema per la Giornata Mondiale della Pace 2010, seguito da giovani e adulti che hanno percorso insieme alcune vie principali di Gioia, intonando alcuni canti. Purtroppo la lunghezza del corteo ed una amplificazione forse non adeguata, hanno in alcuni tratti reso difficoltoso seguire i canti per chi non era nelle prime file. Giunti in Chiesa Madre è cominciata la Veglia, articolata in tre parti. La prima, denominata "'ordine della creazione" è cominciata con la lettura di un brano dalla Genesi (Dio pone Adamo nel giardino di Eden), poi la proiezione di un video su "la bellezza del creato" e la recita del salmo 8. Il secondo momento, "il disordine provocato dal male", ha continuato la lettura dalla

Genesi (Dio manda il diluvio per punire i malvagi). A seguire una lettura a più voci dell'articolo "La nuova guerra mondiale" di Barbara Spinelli dedicato ai problemi dell'ambiente, ai cambiamenti climatici ed al dialogo tra le chiese. Per finire il breve brano "Senza vergogna", contro l'aberrante iniziativa leghista del White Christmas, natale per soli bianchi. Il terzo momento "la pace per rinnovare la faccia della terra è stato improntato sulla lettura di un brano di don Tonino Bello, introdotto dal segno di un tronco di albero reciso portato in processione. A seguire un lungo intervento di frate Ettore Marangi, che ha affrontato tanti argomenti interessanti, ma accostati un po' alla rinfusa. Dall’aneddoto, di Tommaso Fiore dedicato ad un cafone del tavoliere pugliese che viene mandato all'inferno e scopre di stare meglio lì che dove viveva, all'inquinamento nella nostra regione, dovuto all'ILVA di Taranto, alla centrale elettrica di Cerano ed altre industrie. Dalla crescita esponenziale del numero di tumori nella nostra regione, in particolare tra i bambini di Statte, alla “moda” dei pannelli solari installati a terra, che rubano ettari di terreno all'agricoltura e al turismo. Dopo un excursus biblico sul valore della terra, affidata da Dio all'uomo, l’oratore ha ricordato che la salvezza passa attraverso il corpo, il Verbo che si è fatto carne, che è sceso sulla terra e ci salva attraverso le sue ferite che parlano d'amore. Sta a noi ascoltare la voce del nostro corpo, le cui sofferenze ci dicono la volontà di Dio. Il peccato non è nel corpo, ma nell'anima (pensieri, passioni, egoismi). L’intervento si è concluso con l’esortazione a recuperare nella famiglia l'equilibrio armonico tra uomo e donna per eliminare la pazzia della guerra e a cambiare il nostro rapporto con la terra, adottando un nuovo stile di vita. La Veglia si è conclusa con il canto San Francesco e l'invito ad essere nel mondo operatori di pace.

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IL PANE Finito il Tempo di Natale – Tempo di Natale liturgico e tempo di Natale “folkloristico-festaiolo” con annessi lustrini, colori e... mangiate più o meno abbondanti –, la Chiesa ci pone davanti alla tradizionale pratica delle «Quarant’ore», durante la quale contempliamo il mistero di un Dio talmente innamorato dell’uomo da farsi suo cibo. Dopo aver fissato lo sguardo sul Dio-Bambino a Betlemme, dopo che il Padre stesso, al Giordano, con la teofania dello Spirito Santo, ci ha mostrato il suo Figlio eletto di cui si è compiaciuto, adesso siamo di fronte al Miracolo della Sua presenza viva fra noi in quel semplice pezzetto di pane, che ogni domenica e ogni giorno in cui ci accostiamo all’altare per vivere la S. Messa, prendiamo fra le mani. Il pane. L’alimento per eccellenza. Tanto che gli antichi Greci indicavano gli uomini come “Quelli che mangiano pane”. Dio, dunque, si fa incontro a noi con quanto ci è di più connaturato: il cibo e il cibo più necessario. Le nostre società contadine davano a questo prezioso alimento una valenza sacrale, era il cibo creato da Dio stesso e non doveva andare sprecato o gettato. Oggi, invece, le nostre pance piene di tante leccornie non lo considerano più né come “creato da Dio” né come “frutto del nostro lavoro” e, quando avanza, viene gettato senza troppi riguardi (è recente la notizia che persino i panettieri devono “liberarsi” di tanto pane avanzato e si sa che in una metropoli come Milano esso ammonta a centinaia di chili) o, al più, diventa cibo per animali, alla faccia dei più bisognosi che si accalcano sempre più anche nelle nostre strade. Appare, dunque, quanto mai necessario rientrare in quello stile di sobrietà che viene sempre più raccomandando il Papa quando ci indica la strada per la salvaguardia del pianeta e la creazione di maggior equilibrio sociale per costruire le condizioni di una vera pace, ma anche per riguadagnare la prospettiva del necessario e del superfluo. Fa pensare, a questo proposito, anche la raccomandazione di Gesù stesso agli Apostoli dopo la moltiplicazione dei pani e dei pesci a raccogliere e a mettere da parte quello che era avanzato alla folla ormai sazia (Gv. 6, 12). Rocco Barbalinardo


SPIGOLATURE DI NONNA IANGELINE Per i prossimi sposi Ricordate. DÈSTRE CHE DÈSTRE, ANJIDDE A MÀNGHE (Mano destra con mano destra e anello a sinistra) U’ BENE VENE DALL’ALTE BENE (Il bene viene dall’altro bene) PRIME I CHEMBITTE E PO’ I DEFJITTE (Prima i confetti e poi i difetti)

Ci sape quanda volde sò penzàte a cci ha parlàte apprime u dialette; fù 'u Paddretèrne acquànne ngi ha creiàte? Percè nzijme 'o serpènde, Adame ed Eve e ttutte l'alde c'avonne nate dope, s'avèvena parlà trà llòre e llòre, e nnu nzegnàle o 'na paròle stève. E allore certamende u dialette, iè state 'u Terzeddì ca u-ha nvendàte.

IL DIALETTO : anche Gesù lo parlava

Un bene da salvaguardare

di Angelina Passiatore

Ho letto, in un recente articolo di Vittorio Polito su un quotidiano barese, una divertente difesa del dialetto che condivido pienamente e che sottopongo alla riflessione di quelle mamme che inorridiscono se sentono i loro figli o le insegnanti esprimersi in dialetto, (però sono in prima fila quando viene proposta una commedia in vernacolo). Preciso che, come in ogni cosa, vanno evitati l’eccesso e la volgarità e vanno considerati luoghi e situazioni per parlarlo, ma perché non farlo quando può essere il mezzo più immediato di comunicazione, di allegria,di amicizia, di complicità. Quante volte abbiamo notato che se vogliamo esprimere con esattezza ciò che sentiamo non esiste termine più efficace di quello dialettale dire “Come sei pignolo!” non rende l’idea come “Cè sì chjumme!” “Il dialetto, lingua sorella dell'italiano, rappresenta un patrimonio da non disperdere in quanto non solo strumento di comunicazione, di cultura, di esaltazione della parola, ma anche di tradizioni, usi, costumi, poesia, cucina, proverbi e soprannomi e quindi da insegnare ai giovani per tramandarlo ai posteri. Il dialetto è anche una forma di linguaggio verbale più immediata e nello stesso tempo più sofisticata, in quanto riesce ad imprimere quel tanto di drammatizzazione al nostro parlare, funzionando l'espressione dialettale anche come efficace rafforzamento del nostro eloquio”. Il dialetto, si parla ancora? Certo che si parla ancora, ma sempre meno fra i giovani e bambini che spesso non solo non sanno parlarlo, ma nemmeno tradurlo. Eppure proliferano le pubblicazioni, le trasmissioni televisive, i teatri che rappresentano commedie e rassegne in vernacolo; il moltiplicarsi di convegni sull'argomento, di rappresentazioni teatrali, anche a livello scolastico, è la dimostrazione della sete di sapere e di conoscenza del pubblico. È il caso di ricordare che anche Gesù parlava una varietà dialettale dell'aramaico, una lingua appartenente al gruppo occidentale delle lingue semitiche. Lo stesso Vangelo è stato scritto in aramaico, mentre San Francesco, un anno prima di morire, completamente cieco ma fortemente illuminato, canta il Cantico delle Creature scritto in "volgare", per non parlare di Goldoni, Edoardo De Filippo, Totò, Gilberto Govi, Trilussa, tanto per citare i più noti. "Il dialetto gioiese è Gioia: la sua storia, la sua anima, la ragione stessa dell'esser suo", per cui esprimiamoci liberamente nel nostro dialetto, che rappresenta anche un ulteriore mezzo per abbattere le barriere della comunicazione e, soprattutto, insegniamolo ai nostri figli per conservare nel tempo la memoria storica da tramandare alle generazioni future. Per restare in tema, ecco alcune strofe di una poesia di Peppino Franco dal titolo Dialette bedde mì sì nnu tresore, nella quale l'autore esprime tutto il suo amore per la lingua dei nostri nonni, ipotizzando che il dialetto è stato inventato da Dio e che fu Lui stesso il primo a parlarlo.

Congratulazioni Antonio ……. Il nostro carissimo amico e dinamico catechista Antonio Nicastri si è laureato brillantemente ed è già in procinto di iniziare la sua prima esperienza professionale, purtroppo per noi dovrà lasciare la sua attività in Parrocchia (ma la domenica potrà continuare ad animare la Messa del Fanciullo). Siamo molto felici per lui e gli auguriamo tutto il bene possibile perché ha saputo lottare con coraggio e fede per conquistare traguardi non facili. A nome di tutti i catechisti e catechizzati, ancora: CONGRATULAZIONI DR. ANTONIO La redazione La Catechesi Comunitaria si tiene ogni mercoledì dopo la Messa vespertina • Ogni giovedì dopo la messa vespertina preghiamo insieme con i Vespri • L’Adorazione Eucaristica (Quarant’ore) si terrà a San Francesco nei giorni 7- 8 e 9 febbraio 2010 a Santa Lucia nei giorni 28 febbraio, 1 e 2 marzo 2010 •

Sommario:

VERSO LA QUARESIMA UPGO... COS’È MARCIA PER LA PACE IL PANE

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SPIGOLATURE

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CONGRATULAZIONI A…

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Voce… della comunità via Buonarroti 29 - 70023 Gioia del Colle santalucia@upgo.org - www.upgo.org *** Redazione: don Giuseppe Di Corrado, Angelina Passiatore, Giovanni Capotorto Collaboratori: tutti i componenti della Comunità

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