Voce 08 del 13 06 2010

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Anno I n. 8 - 13 giugno 2010

della comunità Parrocchia Santa Lucia - Gioia del Colle - BA Bollettino parrocchiale a diffusione interna

di don Giuseppe Di Corrado L'11 giugno, solennità del Sacratissimo Cuore di Gesù, il papa Benedetto XVI ha concluso l'Anno Sacerdotale da lui voluto, circondato da quindicimila sacerdoti, altre trecento vescovi e molti cardinali,convenuti a Roma da tutto il mondo. E' stato un anno bello, ricco di preghiera e di iniziative come gli esercizi spirituali di 1500 sacerdoti confluiti ad Ars, sud della Francia e località dove san Giovanni Maria Vianney, patrono dei parroci e ora anche di tutti i sacerdoti, ha vissuto pienamente il suo ministero sacerdotale. Il Santo Curato d'Ars, per troppi anni tenuto in ombra, perché ritenuto poco dotto ma ricco della sapienza del cuore e di doni spirituali, è apparso in un una luce nuova e affascinante, al cui centro risalta uno stile di vita di preghiera, di penitenza, di carità evangelica e la bellezza del ministero sacerdotale tutto rivolto alla santificazione personale e delle anime. Eppure, questo Anno Sacerdotale è stato anche un anno di grande sofferenza per il Papa e per la Chiesa a motivo del gran parlare che si sta facendo su di essa e sugli scandali di alcuni pastori. La "macelleria mediatica" non risparmia nessuno, anzi gonfia, distorce, falsifica tanti fatti e getta ombre su tante persone. Un prete è buono, è gentile, è disponibile, è apprezzato quando

asseconda le richieste e le aspettative della gente. Al contrario è scontroso, allontana, è poco simpatico se cerca di svolgere il suo ministero nella fedeltà, con coerenza e seguendo la logica del Vangelo. Certamente la categoria dei sacerdoti e dei vescovi oggigiorno non è la più amata, anche se qualcuno ci rimette la vita. Senza andare per il sottile, al sacerdote oggi non vengono risparmiati i più lusinghieri complimenti. Lo scandalo della "pedofilia" è parola che sta sulla bocca di tutti: anticlericali, che grazie a Dio pullulano, e di baciapile. I peccati dei preti sono esecrabili — e lo sono realmente! — quelli dei laici sono virtù, basta un applauso in TV e subito scatta non soltanto l'assoluzione, ma anche l'approvazione, diventano modelli da imitare. Ma Dio continua a fidarsi di coloro che chiama al suo servizio, anche se il dono del sacerdozio è portato in vasi di creta fragile. Il mondo vorrebbe eliminare il sacerdote per escludere Dio dalla vita degli uomini, ma Egli rimane in eterno. Anche se in questo Anno Sacerdotale sono venuti alla luce i peccati dei Sommario:

Editoriale: Ama la tua Parrocchia

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POESIA

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CONOSCIAMOLI MEGLIO IL SETTIMO GIORNO

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sacerdoti, il nostro Papa, che molti fanno fatica ad accettare, ad amare e ad accogliere coi suoi splendidi insegnamenti, non teme di "perdere la faccia" chiedendo perdono alle vittime umiliate e ai loro familiari, facendo ogni sforzo nel purificare la Chiesa dai suoi peccati e a ripeterci senza stancarsi che Dio ci ama. In questo ginepraio di miserie occorre solo carità, quella carità che l'apostolo Paolo nella lettera ai romani dice che "non deve essere ipocrita"(Rom 12,9), ma vera e leale. Per questo, ho ritenuto opportuno riportare un testo del Papa Paolo VI, pronunciato nel 1964, in occasione d e l l' in a u g u ra z io n e d i u n a parrocchia di Roma, che può aiutare tutti a crescere nella stima reciproca, nel rispetto e nella collaborazione costruttiva. Queste parole hanno in sé un'attualità sconcertante: " “Collabora, prega e soffri per la tua parrocchia, perché devi considerarla come una madre a cui la Provvidenza ti ha affidato: chiedi a Dio che sia casa di famiglia fraterna e accogliente, casa aperta a tutti e al servizio di tutti. Da' il tuo contributo di azione perché questo si realizzi in pienezza. Collabora, prega, soffri perché la tua parrocchia sia vera comunità di fede: rispetta i preti della tua parrocchia anche se avessero mille difetti: sono i delegati di Cristo per te. Guardali c o n l'o c ch io de lla f ede, non ac cen tua re i lo ro d if ett i, non giudicare con troppa facilità le loro miserie perché Dio perdoni a te le tue


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