Voce estate 2013

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Anno IV n. 15 / Giugno 2013

della comunitÄ Parrocchia Santa Lucia - Gioia del Colle - BA Bollettino parrocchiale a diffusione interna 

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C’e ancora il tempo libero? Mi sorge questo interrogativo perch• spesso sento parlare di gente che non ha tempo, di gente oberata di impegni, che corre di qua e di l‚, che passa da un posto all’altro senza mai fermarsi, per i piƒ svariati e anche futili motivi. Mi viene in mente un vecchio adagio: “Il tempo … denaro!”; e in questi tempi di magra si cerca in ogni direzione, per poter affrontare la vita divenuta problematica sotto tutti i punti di vista. Eppure nonostante il nostro dinamismo il tempo scorre irreparabilmente e noi non possiamo aggiungere neppure un minuto alla nostra vita. Di quale tempo libero allora voglio parlare? Non tanto di quello estivo, che sembrerebbe il piƒ adatto, ma di quello libero dal lavoro e libero per il Signore: di quel tempo che non produce denaro, ma riempie la vita di pace. Non … il tempo nel quale non si fa nulla, quello libero, sgombro cio… da ogni impegno prefissato: quegli scampoli della giornata, delle ore e dei minuti, in cui possiamo essere con noi stessi, conoscerci meglio, spaziare con la mente e con il cuore, pregare a modo nostro e dove vogliamo. Ritagli di tempo, che dobbiamo ritenere preziosi e liberare di ogni altra pre-occupazione, che abitualmente ci assorbe e distrae. Il cristiano dovrebbe ben sapere che i residui di tempo sono preziosi: in un certo senso, sono i piƒ importanti e ricercati della vita. Non possono essere sciupati, ma neanche assorbiti da questa o altra attivit‚ pratica. Anzi bisogna desiderarli . Anzi, bisogna cercarli come un dono, per non essere risucchiati nella spirale delle cose quotidiane; viverle nella gratitudine e nella vigilanza, provando a trasformarle in azione di grazie per la nostra esistenza. Sappiamo bene che neanche questi residui di tempo sono incolumi. Hanno bisogno di essere bonificati dal peccato, che sempre incalza, e protetti dal vento delle tentazioni. Occorre liberarli dall’erbaccia, dalle spine che soffocano la loro crescita, per renderli fecondi e viverli, quanto piƒ possibile, nella disponibilit‚ per il Signore, padrone del tempo e della storia. Chi ha compreso che questo tempo … un dono ricevuto, non s’impegna a realizzare chiss‚ quale progetto personale, ma lo dedica alla ricerca del Signore, con un sincero atteggiamento d‡ ascolto. Per quanto noi umani ci dedichiamo ad allungare i “i tempi”, il cristiano sa con certezza che “passa la scena di questo mondo”, il tempo resta limitato e continuamente insidiato. Ma non teme che gli venga a mancare. Un amico mi ripeteva con insistenza: “C’… piƒ tempo che vita!”. Allora capiamo che dobbiamo procedere imparando a trasformare in tempo libero ogni stagione della vita e in tempo guadagnato anche ogni contrattempo, senza lasciarsi sconvolgere e spiazzare. La vita del cristiano non ha tempi morti: basta una parola del Vangelo per riempire una giornata di sofferenza, un’esperienza triste, un incontro indesiderato. Le parole di Cristo sono spirito e vita e queste illuminano il nostro cammino e ci offrono i segni, che annunciano i tempi nuovi.

   

Chiss€ forse questo “copricapo” mi dar€ piƒ autorit€ per farmi ascoltare da voi…. ma dubito! Non sono Papa Francesco io….

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Nelle pagine interne -in seconda: Con mamma e pap€ dopo il battesimo (2^ parte) In trepidante attesa

-in terza: Il dubbio: Chi seguiamo davvero? A Roma da Papa Francesco con l’A.C. Diocesana Ricorrenze Memoranda: I 39 anni di sacerdozio di Don Giuseppe

-in quarta: Letto per voi: “Io cristiano come voi” L’angolo del D.V.: il processo di nullit€ (2^ parte) Voce… della comunit• via Buonarroti 29 - 70023 Gioia del Colle Redazione: don Giuseppe Di Corrado, Vito Buttiglione, Francesco Giannini, Vito Sportelli, Vito Giannelli,Angelina Passiatore, Giovanni Capotorto Vieni a trovarci e a leggerci on line su http://parrocchiasantaluciagioiadelcolle.blogspot.com e su http://www.upgo.org/upgov1/

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   

PERCH„’ DICIAMO: “ Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo? ” Apparteniamo a Ges… Quando un cristiano si segna con il segno della croce e dice: ”Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo” egli afferma di appartenere a Ges…, di essere un membro della sua famiglia. Quando ci presentiamo a qualcuno e diciamo il nostro nome e cognome, affermiamo:”Ecco chi sono (nome). Ecco la famiglia cui appartengo!”. Siamo orgogliosi del nostro nome e cognome e certamente non li scambiamo con altri. In nome di… Parlare poi “in nome di qualcuno” significa essere il suo messaggero. Nell’antichit€ signori e re mandavano persone di fiducia a portare i loro messaggi ai sudditi. Essi prestavano la loro voce per far conoscere i voleri del sovrano. Inoltre, si combatteva o si gareggiava in nome di qualcuno. Cos‡ quando il cristiano dice “in nome di Dio”, dichiara di voler essere con la sua persona un messaggio vivo dell’amore di Dio Padre, Figlio, Spirito Santo. Cominciare e concludere la giornata con questo segno ˆ un modo semplice e profondo per dire: “ Signore, io sono tuo!”. E’ il nostro credo Il segno della croce, con le parole che lo accompagnano, ci permette infine di esprimere , in un solo, semplice gesto, le verit€ che sono a fondamento della nostra fede: tracciando il segno della croce annunciamo Ges…, morto e risorto per noi, dicendo Padre, Figlio, Spirito Santo dichiariamo che Dio non ˆ solo, ma ˆ una comunit€ d’amore a cui tutti noi siamo chiamati a partecipare. Come scriveva un grande vescovo, don Tonino Bello, Dio non ˆ: uno + uno + uno, ma piuttosto uno x uno x uno. In Dio ogni persona vive per l’altra. E questo ˆ una specie di marchio di famiglia. Perch‰ anche Ges… ha vissuto per gli altri e ha insegnato ai suoi discepoli (e a noi oggi)a fare lo stesso. Angelina Passiatore

Cari amici, come ormai credo sappiate, il prossimo 7 settembre sarŠ ordinato sacerdote. Durante il mio percorso di vita e di formazione in preparazione al sacerdozio nella comunit€ del seminario, ho vissuto tanti momenti, tante tappe che mi hanno un po’ fatto assaporare quello che vivrŠ in quel giorno. Ma il solo pensiero di non dover pi… vivere un’ennesima tappa, bens‡ giungere alla “mˆta”, suscita in me un’emozione grande fatta di gioie, paure per il grande compito che mi verr€ affidato e in rapporto al quale forse non sono n‰ capace n‰ degno, ma anche tanta tanta trepidazione. A volte il rischio grande, che si corre quando ci si prepara all’evento unico della propria vita, come puŠ essere l’ordinazione o anche il matrimonio ( penso a tante coppie che vivono anch’esse in attesa trepidante), ˆ quello di farsi coinvolgere totalmente dalle cose da preparare, dal far s‡ che il tutto per quel giorno sia pronto e vada per il meglio. Ma vi sono tanti momenti durante le mie giornate, soprattutto negli spazi di intimit€ e di dialogo con il Signore Ges…, in cui lascio da parte tutte le ansie, tutti i pensieri, tutto ciŠ che puŠ farmi allontanare dal centro, e mi fermo a pensare a quello che sta per accadermi. La domanda pi… frequente ˆ una : “Signore perch‰ proprio me?”, e la sua risposta ˆ il silenzio su quel volto mite e obbediente disteso sulla croce. Diceva don Tonino Bello: “Egli chiama chi-ama”. E’ proprio vero, sentirsi chiamati dal Signore significa anzitutto sentirsi guardati e amati prima di essere chiamati. E’ difficile trovare parole, che possano descrivere i sentimenti,che affollano il mio cuore in questi ormai ultimi tre mesi prima di diventare sacerdote. Credo che la gioia e il silenzio orante sono gli unici atteggiamenti veri, che si debbano avere in questi momenti. E sono gli atteggiamenti pi… belli, che caratterizzano anche la liturgia di ordinazione: la gioia grande e il silenzio orante, quel silenzio che caratterizzer€ il momento dell’imposizione delle mani del vescovo sul mio capo e dopo di lui di tutti i sacerdoti presenti. Vi chiedo un dono grande: la preghiera. Senza la preghiera tutto ˆ vano. Come quella casa costruita sulla sabbia: cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde perch‰ era costruita sulla sabbia. Invece pregate tanto per me in modo particolare in questi mesi, anche se forse saremo distratti dal relax delle vacanze estive. Pregate, affinch‰ la casa del mio sacerdozio sia costruita sulla roccia. Sar€ anche un modo per non dimenticarci che il Signore non va in vacanza ed ˆ sempre l‡ ad intercedere a nostro favore. Alessandro Decimo D’Angelo Pag.2


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 Il clamore mediatico suscitato dall'ostensione permanente del corpo di San Pio a San Giovanni Rotondo impone alcune riflessioni sul nostro essere cristiani. Dicono che la gente ha bisogno di vedere, di toccare concretamente il miracolo, ricorrendo anche a discutibili trucchi cinematografici come la maschera in silicone che ricopre il volto del santo, simulando un volto incorrotto. Forse ˆ vero, l’essere umano ha bisogno di segni concreti, di prove, come ci insegna la storia dell’apostolo Tommaso (che perŠ alla fine credette senza aver toccato). Il nostro rapporto con i santi o con la Madonna ˆ spesso basato sulla concretezza dei miracoli o delle apparizioni, sul voler vedere. Fa parte della nostra natura, del nostro bisogno innato di avere una guida, un maestro che ci insegni la verit€, un testimone che ci mostri il cammino, un punto di riferimento stabile nella nostra vita a volte traballante. Qualcuno che ci dia delle certezze, che ci faccia stare bene. Come i discepoli e la folla che seguiva Ges…, senza sapere bene perch‰, alla ricerca di qualcosa di pi… grande. Solo che a volte ci fermiamo troppo in superficie. Veneriamo i santi, tralasciando i loro insegnamenti, la loro vita, il loro essere prima di tutto ‹discepoliŒ di Cristo. Celebriamo l'uomo e le sue opere, attribuendogli titoli altisonanti, trascurando Colui in nome del quale sono state compiute. Eppure lo stesso Ges… ha sempre messo al primo posto la volont€ del Padre, pregandolo con fede prima di ogni guarigione o altro evento miracoloso, per sottolineare che ogni suo potere veniva dall'alto. E tutti i santi hanno seguito il suo esempio, considerandosi umilmente solo strumenti nelle mani di Dio che opera prodigi attraverso di loro. A volte lo dimentichiamo, attribuendo loro guarigioni o altri eventi miracolosi, che spettano solo al Creatore, all'unico Maestro e Giudice. Li facciamo diventare degli idoli, dei "santini" piuttosto che degli esempi da imitare, dei ‹fratelli maggioriŒ che ci indicano la via da percorrere. Discutiamo magari su chi sia il santo pi… grande o pi… ‹miracolosoŒ, esaltando le loro opere terrene o i miracoli piuttosto che la fede in Ges… che le ha ispirate, rischiando di cadere nell’idolatria. Mettiamo da parte Ges… e i suoi insegnamenti per concentrare l’attenzione su questo o quel santo, seguiamo il messaggero piuttosto che il messaggio. Dimentichiamo che solo Dio puŠ operare miracoli; anche se a volte lo fa attraverso di noi, non ne abbiamo alcun merito, se non quello di esserci affidati a lui.

Gianni Capotorto

 Il 22 giugno prossimo ricorre il 20Ž anniversario della morte di don Paolo Meliota, parroco di Santa Lucia. Lui ha continuato l’opera del suo predecessore, don Rocco Passiatore, del quale il 1Ž settembre prossimo ricorre il 50Ž della morte. Don Paolo, oltre a reggere la Parrocchia per oltre venti anni, provvedendo ad un primo restauro della chiesa, danneggiata dal terremoto del 1980, ha svolto la sua opera di educatore nel locale Liceo Classico. Il 28 giugno ricorre il 39Ž anno di sacerdozio del nostro Parroco, don Giuseppe. Il 7 settembre il diacono don Alessandro, che da qualche tempo collabora con il nostro parroco, ricever€ il sacramento del sacerdozio dal nostro Vescovo. Preghiamo per tutti i sacerdoti della nostra parrocchia, accompagniamo con la preghiera il futuro presbitero e chiediamo al Signore non solo di conservarli nel suo amore, ma anche che chiami sempre nuovi pastori nella sua messe. Francesco Giannini

    Ho avuto la grazia di partecipare con il gruppo dell’Azione Cattolica diocesana all’incontro del 18-19 maggio dei movimenti e delle associazioni laicali con Papa Francesco, in occasione della veglia di Pentecoste. L’incontro, organizzato dal Pontificio Consiglio per la nuova evangelizzazione, ha avuto un riscontro molto positivo in termini di presenza numerica e di partecipazione attiva alle varie celebrazioni previste. Sento di dover rendere testimonianza di questo evento. Vorrei soffermarmi su due aspetti E’ stata una occasione di conoscenza reciproca delle realt€ ecclesiali. Ci sono stati infatti momenti di testimonianza di diversi rappresentanti di gruppi e movimenti che hanno posto anche alcune domande al Santo Padre, ma vi sono stati anche momenti di presentazione sui maxi – schermi dei vari gruppi presenti. Dire che ˆ stata una esperienza unica, affascinante e densa di significato ˆ altamente riduttivo. In mezzo alle migliaia di persone, mi sono sentito come i discepoli dopo la discesa dello Spirito Santo a Pentecoste. Nonostante il caldo ed il disagio per la stanchezza accumulata per il viaggio in pullman vi era un grande clima di preghiera e di festa, dai nostri cuori sono usciti canti di gloria al Signore ed invocazioni. All’apparire del Santo Padre, poi, un boato si ˆ sparso per la piazza e centinaia di bandiere con i nomi delle associazioni e dei gruppi si sono levate al vento: era un modo per dire papa Francesco, siamo qui e ti vogliamo tanto bene! La sua parola ˆ entrata nei nostri cuori e lasciando la piazza quella sera, gi€ nel pullman si parlava di come applicare nelle nostre comunit€ particolari le indicazioni ricevute. Durante la messa di domenica 19 maggio, giorno di Pentecoste, le tre parole del Santo Padre (novit€, armonia, missione) hanno fornito ulteriori indicazioni per il lavoro pastorale che ci aspetta. Vito Giannelli

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          

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 Le esperienze di Don Gino Rigoldi maturate nel corso della sua missione pastorale si traducono in riflessioni che lo stesso affida al testo “Io cristiano come voi” delle Edizioni Paoline. Una disamina a 360 gradi dei precetti della dottrina cristiana, talvolta espressa anche con toni alquanto vibranti e che, ad una prima sommaria lettura, potrebbero disorientare quanti, come me, sono abituati ad avvicinarsi alle tematiche affrontate dall’Autore con una visuale classica. Ad una piƒ attenta lettura, invece, la disamina dell’Autore … molto efficace e si cala senza giri di parole nel contesto delle emergenze e delle esigenze dell’epoca attuale, rivendicando l’attualit‚ dell’insegnamento cristiano, che perˆ non … sempre ottimamente attualizzato da quanti lo professano. Attenzione … rivolta l’Autore a come il fedele di oggi rielabori, talvolta non sen-

za distorsioni, l’insegnamento cristiano nel proprio vivere quotidiano, e dunque la banalizzazione che spesso corre nel parallelo tra vita di fede e vita sociale. La vita sociale finisce per sovrastare la vita di fede, ed il permissivismo, la banalizzazione che connotano la prima informano anche la seconda. Ad esempio, … convinzione di Don Rigoldi che il sacramento della Confessione “sia stato pesantemente danneggiato dalla banalit‚”, quando questo … invece un momento di verifica dei peccati commessi ed insieme progetto di vita futura, che non incorra negli stessi errori. Una vita sociale banale rischia di informare di banalit‚ anche il rapportarsi del fedele a Dio. Attenzione … ancora rivolta dall’Autore alla giustificazione, imperante nell’epoca attuale, di taluni comportamenti che la nostra fede reputa sconvenienti, ma che per taluni divengono meritevoli di compassionevole indulgenza, in quanto compatibili con gli idoli della vita di oggi, secondo quei modelli di relativismo dai quali il pontificato di Papa Benedetto XVI ha cercato di metterci in guardia. Da questa analisi di Don Rigoldi non sfuggono nemmeno le responsabilit‚ di quanti, operando all’interno della Chiesa, non sanno cogliere fino in fondo le esigenze delle comunit‚ nelle quali operano, nel senso che l’insegnamento cristiano, sebbene universalmente attuale in tutte le epoche, va meglio attualizzato

nel “fare concreto” dei pastori selle singole comunit‚. “Un cristiano, e quindi anche la Chiesa, deve essere strabico, con un occhio rivolto a Gesƒ e l’altro alle persone, alle condizioni dell’uomo di oggi”, dice l’Autore, che li esorta ad uscire dall’astrattismo di molti loro discorsi che appaiono espressione di “una vita parallela lontana da quelli che sono i bisogni e il sentire del popolo cristiano”. L’aspetto piƒ sorprendente … che questo testo … stato pubblicato due anni fa e rappresenta un po’ l’orientamento che sta segnando anche questa prima parte del pontificato di Papa Francesco, che ha invitato i rappresentanti della Chiesa ad “uscire ed andare nelle periferie”, per far sentire la sua concreta vicinanza agli ultimi ed ai fedeli piƒ lontani da raggiungere. Il testo si presenta alla fine come una collana, in cui ogni diadema … il riflettersi del cristiano nella vita sociale, lavorativa, dell’impegno sociale e politico, per i quali Don Rigoldi detta utili suggerimenti al fine di interpretarli secondo l’orientamento cristiano. Anche in questa parte finale del testo, l’Autore rivolge un occhio al fedele ed un occhio alla Chiesa, che, mi si perdoni l’espressione apparentemente contraddittoria, “non deve temere di avere coraggio”, forgiando i temi etici sottesi alle mutevoli esigenze della vita moderna agli insegnamenti di validit‚ imperitura che la Chiesa stessa conserva. Vito Sportelli

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  Qualunque sia la motivazione giuridica indicata dalle parti per chiedere la dichiarazione di nullit‚ il giudice istruttore raccoglie sempre le dichiarazioni delle parti e dei testimoni. Si suole dire nella prassi forense che la deposizione delle parti … l’inizio della prova. Ciˆ avviene per una ragione facilmente intuibile. Chi conosce in prima persona le problematiche della coppia sono proprio gli sposi. Con la riforma del codice del 1983, le dichiarazioni delle parti hanno assunto la qualifica di veri e propri mezzi di prova. Pertanto, con l’ausilio di una coerente prova testimoniale che riporti le circostanze antecedenti, concomitanti e susseguenti … possibile al Collegio dei giudici giungere alla certezza morale. Le deposizioni sia delle parti sia dei testimoni avvengono in maniera riservata a porte chiuse alla presenza del Giudice istruttore, del notaio – attuario, del Difensore del Vincolo e dell’avvocato. Il verbale redatto sotto dettatura del Giudice istruttore, viene scritto al computer dall’attuario. Gli atti rimangono sempre riservati. Anche dopo la cos‡ detta pubblicazione degli atti solo i patroni ed il difensore del vincolo ricevono copia per poter stendere le loro difese, mentre le parti ne possono prendere visione. Ad oggetto vi sono infatti comportamenti e fatti inerenti l’intimit‚ piƒ recondita delle persone che deve essere salvaguardata con molta attenzione. Approfitto per augurare buone vacanze a tutti. Vito Giannelli Visita il blog parrocchiale on line su

http://parrocchiasantaluciagioiadelcolle.blogspot.com

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