Voce natale 2016

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Anno V n. 31 / Natale 2016

della comunità Parrocchia Santa Lucia - Gioia del Colle - BA Bollettino parrocchiale a diffusione interna

Tempo di Natale Natale, speranza dei piccoli

-dal 16 al 24 dicembre: Novena (al mattino ore 6,00/la sera ore 18,30)

Il tempo liturgico dell’Avvento, che è tempo di attesa, ci ha preparati ad accogliere ancora una volta il mistero consolante dell’Incarnazione e la luce del Natale. Questi doni discendono dall’alto e ci riempiono di speranza, tanta necessaria per un mondo, che sta vivendo una profonda crisi di fede. Non possiamo negare che la comunità mondiale stia attraversando un lungo tunnel di buio, che offusca la vita e il futuro dell’uomo. La vita cristiana è stata ridotta a parole ripetute e vuote, senza senso, ben lontana dall’essere cristiana, lievito nella massa, luce sul candelabro. Ben lontana da Dio. Anche dire “Dio” è diventato soltanto un suono vocale, o ci capita di sentirlo pronunciare come bestemmia sulla bocca di adulti e di giovani. Quale Natale possiamo celebrare se Dio è sconosciuto? Se Dio non è desiderato, non è accolto? Se la vita non è illuminata dalla sua parola, non è accolta e riscaldata dal suo amore? Si tratta di aprire il cuore a Dio e camminare sulla via che Lui ci indica. Lui aspetta tutti al suo appuntamento e viene per tutti. Noi camminiamo verso di lui e lui viene incontro a noi. Ma non dimentichiamo che la speranza è dono per tutti, in special modo dei piccoli. In una udienza del mercoledì, papa Francesco affermava: ”La vera storia – quella che rimarrà nell’eternità – è quella che scrive Dio con i suoi piccoli: Dio con Maria, Dio con Gesù, Dio con Giuseppe, Dio con i piccoli. Quei piccoli e semplici che troviamo intorno a Gesù, che nasce: Zaccaria ed Elisabetta anziani e segnati dalla sterilità, Maria giovane ragazza vergine promessa sposa a Giuseppe, i pastori che erano disprezzati e non contavano nulla. Sono i piccoli, resi grandi dalla fede, i piccoli che sanno continuare a sperare. E la speranza è la virtù dei piccoli. I grandi, i soddisfatti, non conoscono la speranza; non sanno cosa sia… Lasciamoci insegnare la speranza… La speranza non delude”. AUGURI DI UN NATALE DI SPERANZA A TUTTI GLI UOMINI DI BUONA VOLONTA’!

-dal 21 al 23 dicembre: Novena dei bambini (ore 16,30) -24 dicembre ore 22,30: Veglia di Natale -25 dicembre: Natale del Signore (Messe 7,30/9,00/ 10,30/18,30)- ore 10.30 : Battesimi -27 dicembre: Commemorazione della Consacrazione della Chiesa Parrocchiale di Santa Lucia -1 gennaio: Festa di Maria Madre di Dio (Messe ore 9,00/10,30/18,30) -6 gennaio: Epifania del Signore (Messe festive) Santa Messa delle ore 11,00: Cresime

Don Mimì

Miei cari, il freddo è una penitenza: se non lo sentite, che penitenza è? Vi riscalderà lo Spirito… se lo ascolterete in silenzio!!!

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Nelle pagine interne in seconda:

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La misericordia del viandante E’ festa! Anche un recital in onore di Santa Lucia

-in terza: Festa della famiglia Lassù Qualcuno ci guida Letto per voi/ Le donne di Francesco

-in quarta: Vecchie e nuove povertà La rimozione del “Vetitum” Voce… della comunità via Buonarroti 29 - 70023 Gioia del Colle Redazione: don Giuseppe Di Corrado, Vito Buttiglione, Francesco Giannini, Vito Sportelli, Vito Giannelli, Rocco Barbalinardo, Giovanni Capotorto, Marina Capodiferro, Marida Donvito Vieni a trovarci e a leggerci on line su http://parrocchiasantaluciagioiadelcolle.blogspot.com Pagina 1 e su http://www.upgo.org/upgov1/


La misericordia del viandante Pian piano la folla si andava diradando e la piazza si svuotava, lasciando nell’animo una strana copia di quel vuoto. Quando il Santo Padre scomparve dalla sua vista, provò una strana sensazione… Strana e dolorosa. Come se, improvvisamente, fosse rimasto orfano. Aveva cominciato a sentire quello strano senso di solitudine, quando il Papa aveva chiuso la pesante Porta chiamata Santa, quella che i Pontefici, a cominciare dal 1300, erano usi aprire con regolarità, dapprima ogni cento anni, poi ogni cinquanta, poi ogni venticinque. E, spesso, anche meno. Come quest’anno. Il Giubileo straordinario della Misericordia… Vabbè, lo sappiamo! Tutti i Giubilei, ordinari e straordinari, sono della Misericordia: Dio è Misericordia e il Suo Vicario terreno è l’interprete e il dispensatore di questa Misericordia, con la parola e la concessione delle Indulgenze. Papa Francesco però voleva che il popolo cristiano assorbisse questo insegnamento in profondità. Egli sapeva benissimo che, in un mondo dove la religione è, al più, un fatto privato e in cui anche i cristiani difficilmente riescono ad intravedere la luce oltre il buio tunnel della Storia (e delle storie), se non assorbono la speranza di una clemenza, che vada ben oltre l’errore (e l’errore più terribile, come può essere quello di una madre che uccide il proprio figlio fin dal suo grembo) ela consapevolezza che da quel gior-

no di duemila e passa anni fa, in cui il Dio-Uomo ci abbracciò tutti dall’alto del terribile supplizio romano, offrendosi al Padre come riscatto, non c’è nulla che non ci possa esser perdonato e che tutto diventa possibile con l’amore vicendevole, quell’amore vicendevole che, checché se ne dica, non deve chiudersi nei confini angusti dei propri particolarismi, sia dei personalismi più stretti, sia dei nazionalismi più esasperati. Fu proprio il pensiero di non più sentire la mano assolutrice, che in nome del Santo Padre cancellava la dolorosa colpa, ad acutizzare quel senso di vuoto… Ma il tempo non aveva ancora cancellato l’eco della Porta Santa, che si chiudeva, ed ecco che arrivava l’eco di «Misericordia et misera», il documento che prolungava nella vita e per sempre l’essenza di quest’anno straordinario. Fu la sua felicità. Sapere che il Sommo Pontefice aveva prolungato l’essenza di quell’anno lo faceva come rinascere. Certo, l’Anno Santo, il Giubileo, si era chiuso; come tutti gli eventi terreni, che pur vogliono essere un riverbero dell’eterno, aveva mostrato il suo limite. Ma il Pontefice chiedeva che mostrasse nel tempo i suoi frutti: siamo stati oggetto della Misericordia del Padre, dobbiamo essere soggetti di Misericordia nei confronti dei nostri fratelli. Per sempre. Ma che significava essere soggetti di

Misericordia? – si chiedeva, mentre camminava per le vie di Roma. Improvvisamente, non seppe dire come, gli venne in mente il suo quartiere laggiù al paesello. Rivide Aziz e Fatima con il loro bambino, che si riparavano dal freddo della notte in un malandato e freddo pianterreno di pochi metri quadrati. Rivide Raffaele, un giovane che conosceva, che non riusciva a trovare un lavoro decente e si adattava, fra una birra e una sigaretta, a portare pizze per conto del pizzaiolo accanto alla sua abitazione. Pensò al recente lutto di Luisa, giovane donna senza la speranza cristiana, che riscaldava il suo cuore… Rivide… Rivide… Rivide… Ecco, sì! Sarebbe stato la carezza misericordiosa di Dio per tutti questi suoi fratelli. Come voleva la «Misericordia et misera». Come voleva Sua Santità. Rocco Barbalinardo

E' festa! Anche un recital per celebrare Santa Lucia! Come sempre le celebrazioni in onore della Patrona della nostra Parrocchia hanno avuto un “look” prevalentemente religioso (come è giusto che sia!), che ha avuto il culmine nella “tre giorni” del triduo, nelle Sante Messe e nella processione per le vie della Parrocchia nel giorno della festività, dedicata alla Santa. Momenti questi tutti intensamente partecipati dai fedeli e vissuti con una grande affluenza. Quest’anno però c’è stato un tocco speciale con la presentazione di un Recital in onore di Santa Lucia e della Beata Chiara Luce Badano, ideato in sinergia dal Gruppo dei Coristi, guidati magistralmente da Tommaso Debellis (a sua volta coadiuvato da Ilaria Stoppini), e costruito in collaborazione con le catechiste Marta De Bellis e Annalia Benedetto (che hanno coinvolto i bambini). Naturalmente è stato fondamentale l’imprimatur e l’appoggio concreto del nostro Parroco Don Giuseppe. Titolo del Recital “Frammenti di luce”, con riferimento alla luce, che hanno portato nel mondo le due giovani “campionesse” della fede Santa Lucia e Chiara Luce, anche se in epoche molto lontane tra loro. Alto l’afflusso e il gradimento dell’iniziativa, che ha visto la nostra chiesa come “contenitore” dell’evento (la fede si celebra anche così!). Gli applausi dei presenti e della nostra Comunità Parrocchiale sono stati il giusto premio all’impegno e alla passione di chi ha ideato, costruito e realizzato il recital. Grazie ragazzi! Vito Buttiglione Pag.2


Festa della famiglia Il 20 novembre scorso si è svolta la Festa interparrocchiale della Famiglia, a chiusura dell’Anno della Misericordia. Dopo la celebrazione liturgica nelle singole parrocchie, animata da alcuni rappresentanti delle famiglie, i vari gruppi parrocchiali si sono dati appuntamento in piazza Plebiscito. Alla presenza dei vari parroci è stata recitata una preghiera alla Madonna e la preghiera delle famiglie e al termine don Tonino Posa ha impartito la benedizione. Ogni parrocchia ha portato in piazza 10 palloncini, di colore diverso per ogni comunità che hanno formato la corona di un rosario con 50 palloncini di 5 diversi colori. Al termine della cerimonia i 50 palloncini sono stati lanciati insieme ad altri 5 che fungevano da collegamento tra le diverse poste di rosario e ad altri palloncini a forma di Croce, che simulavano la chiusura della corona del rosario stesso. L’evento è l’inizio di un percorso interparrocchiale sul tema della famiglia, che dal prossimo anno vedrà impegnati i vari gruppi parrocchiali in un’attività di sostegno e supporto ai bisogni delle famiglie, come è emerso dalle risposte al questionario che era stato fornito alle famiglie durante l’inizio dell’anno. Francesco Giannini

Cronache catechistiche

Lassù Qualcuno ci ama...e ci guida! Dicembre, oltre ad essere il mese del presepe e dell‘albero di Natale, è anche il mese della stella di Betlemme, della stella cometa che illumina la grotta, ma è anche guida luminosa, senza la quale difficilmente i sapienti provenienti da Oriente sarebbero giunti a destinazione e avrebbero trovato la giusta direzione. Senza quella guida la loro vita sarebbe stata diversa! Ognuno di noi è chiamato ad intraprendere un viaggio e, benché nel nostro bagaglio a mano il Signore abbia posto il grande dono del libero arbitrio, il nostro cammino è ricco di segni, che, come la stella per i magi, ci indicano la via più giusta, soprattutto nei momenti di smarrimento. A queste parole la curiosità intelligente dei bambini a catechismo ha provocato una domanda più che legittima: -Come facciamo a capire quando Gesù ci manda un segno? -Fosse facile! -ho risposto - In genere è una capacità che si affina nel tempo. Ogni nostro passo è sotto la costante attenzione del Signore. Egli ci manda continuamente dei messaggi. Il modo più efficace per capirli e interpretarli è un continuo e intimo dialogo con Lui attraverso la preghiera. Non basta “dire” le preghiere, ma bisogna avere fiducia nell’amore, che il Signore prova per noi, affidandogli il cammino della nostra esistenza! Marina Capodiferro

Letto per voi/Le donne di Francesco/ Fabio Scarsato/Edizioni Messaggero Un’antologia scritta da padre Fabio Scarsato, che racconta il rapporto di san Francesco d’Assisi con le donne, la sua costante attenzione a evitare situazioni ambigue e a mettere in guardia i suoi frati dal “pericolo”, ma anche gli incontri e il dialogo con le donne del suo tempo. Un testo utile per scoprire un aspetto poco noto del santo, da alcuni considerato quasi misogino, ma anche per riflettere sulla relazione uomo-donna e sull’importanza dell’ascolto.

Lector in fabula Pag.3


Vecchie e nuove povertà

Proprio in questi giorni, l’ISTAT ha reso chiaro quanto anche la gente comune conosceva da tempo. Il Paese si va impoverendo sempre più e la forbice fra ricchi e poveri si allarga. Naturalmente non è il caso (qui manca lo spazio!) e neppure il luogo adatto per commentare tale sondaggio. Sappiamo tutti quali sono le cause di questo impoverimento. Le ultime vicende politiche e il risultato di un referendum lo hanno chiaramente dimostrato: i nostri politici sembrano voler nascondere la realtà. Questo per dire che l’italiano medio è costretto a riscoprire quello che, a detta di molti, è una nostra tipica arte: quella di arrangiarsi. Ahinoi, nota dolente! Perché, fin-

ché quest’arte non lede la libertà e la dignità proprie o altrui, si potrebbe anche accettare l’idea. Ma, poiché la bussola valoriale da troppo tempo non segna più il Nord, diventa difficile stabilire la rotta. Credo che la metafora sia abbastanza scoperta per dilungarmi nella spiegazione. Allora diventa urgente agire. Il Natale ormai alle porte ci interpella tutti ad essere quella bussola, che deve segnare il Nord. L’Amore del Padre, che si è fatto Bambino nell’umile capanna di una sperduta provincia del grande impero, ci spinge a farci amore l’uno per l’altro; le luci colorate, gli alberi, i presepi e le musiche, che vivacizzano e colorano le nostre case e le nostre strade, ce lo ricordano. Il Miracolo di quella santissima notte deve continuare in noi. Siamo chiamati ad essere dono e presenza. Non dovremmo, però, cercare di tacitare le nostre coscienze solamente aprendo il portafogli una volta o due per dire a noi stessi che, in fondo, siamo bravi e buoni. Quello no, o meglio, non basta! Questo è giusto e, specialmente in tempi come quelli attuali, mai abbastanza per sopperire alle ne-

cessità di tanti nostri fratelli, che bussano alle nostre porte (la porta della Parrocchia o del Centro Caritas dovremmo sentirla come porta di casa nostra!), ma ciò che dovremmo fare è seguire e accompagnare queste persone per essere veramente vicini ai loro bisogni (come ci suggerisce, ad esempio, anche il Gruppo Famiglia con l’istituzione della “Banca del tempo”, che si mette concretamente accanto al prossimo). Mi ha sempre colpito il fatto che il Bambinello, che mettiamo nel presepe, abbia le braccia aperte e le gambe incrociate. È già prefigurazione del suo destino di Crocifisso. È già Donazione sofferta. Cerchiamo di farci coinvolgere da questo Amore e non voltiamoci dall’altra parte! Rocco Barbalinardo Per il Gruppo Caritas

L' ANGOLO DEL D. V.

La rimozione del "Vetitum" Nella sentenza di dichiarazione di nullità di matrimonio, dopo il dispositivo della sentenza, il Collegio si esprime anche sulla possibilità o meno delle parti di potersi sposare nuovamente. Non è così scontato. Infatti colui, il quale ha simulato o ordito il dolo di consenso e dunque ha causato la nullità del patto nuziale, non può contrarre matrimonio, se non dopo aver consultato l'Ordinario del Luogo, in cui il nuovo matrimonio deve essere celebrato. L'Ordinario del luogo chiede, anche attraverso la collaborazione del parroco, notizie circa il cammino di revisione, che il fedele ha compiuto, e davanti al cancelliere della diocesi si procede ad un particolare verbale, nel quale il fedele giura di voler contrarre matrimonio secondo rette intenzioni. Quando invece è accertato che una parte è impotente o incapace a contrarre matrimonio per ragioni di natura psichica, l'Ordinario del Luogo deve sentire il Tribunale, che ha emesso la sentenza, il quale richiede solitamente alla parte di sottoporsi a nuova perizia psichica o psicologica. L'istituto giuridico del “vetitum”, regolamentato dalla Istruzione “Dignitas Connubii” all'art. 251, è previsto onde tutelare il terzo ovvero chi si appresta a contrarre matrimonio con un fedele, che ha visto dichiarare nullo il suo precedente matrimonio.

Vito Giannelli Visita il blog parrocchiale on line su

http://parrocchiasantaluciagioiadelcolle.blogspot.com

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