Voce pasqua 2014

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Anno IV n. 19 / Aprile 2014

della comunità Parrocchia Santa Lucia - Gioia del Colle - BA Bollettino parrocchiale a diffusione interna

L' Angolo di Don Giuseppe

IL TRIDUO PASQUALE

E' la Pasqua del Signore La Pasqua è il giorno più solenne della Chiesa cattolica, il cuore della fede, che i credenti professano. Essa è al contempo annuncio della vittoria, invito alla gioia, augurio di pace, speranza e consolazione per ogni uomo. La Pasqua è “davvero il dono straordinario dell’economia della salvezza”, come afferma s. Teodoro Studita; Cristo annientò la corruzione e distrusse la morte. Superando l’alienazione dell’uomo dal suo Creatore, il Salvatore ci ha donato la possibilità di unirci a lui. Secondo san Giovanni Damasceno, per la croce di Cristo “ci è donata la resurrezione(…), le porte del cielo vengono aperte, la nostra natura viene collocata alla destra di Dio, noi diventiamo figli Dio e suoi eredi”. Tutti noi siamo chiamati a divenire degni di questo dono. Il Figlio di Dio, assumendo la nostra natura, si è fatto in tutto simile a noi, tranne che nel peccato. Con la sua vita terrena e la sua passione in croce ci ha mostrato un esempio di somma umiltà e obbedienza al Padre celeste, esempio di lotta contro le tentazioni e seduzioni, e con la sua risurrezione ha infranto le catene del peccato e ci ha dato le forze e i mezzi per vincere il male. E’ in questa lotta che l’uomo cresce e diventa libero e inespugnabile. Distruggendo la morte fisica, Cristo ci ha promesso la vita eterna, che non è una prosecuzione senza fine del nostro cammino terreno, ma la piena trasformazione di tutto il nostro essere umano, nella quale anche il corpo acquista nuove qualità. Nella risurrezione del Signore ci viene mostrato, nel mistero, l’immagine della nostra risurrezione futura. Nel Regno che verrà non vi sarà più né morte, né lamento, né lutto e neanche più il tempo. Dio “asciugherà ogni lacrima dai nostri occhi”(Ap 21,4,), la gioia sarà infinita e l’amore eterno. La vittoria del Signore sulla morte dà a tutti noi la speranza incrollabile che anche noi, alla sua nuova venuta nella gloria, risorgeremo a vita nuova, a una vita in piena comunione con Dio. Come cristiani, popolo di risorti, impegniamoci a condividere la gioia della risurrezione del Salvatore con quanti necessitano di attenzioni e cure, con i malati, con gli anziani soli, i sofferenti nello spirito, con chi è nell’afflizione, con chi si trova in prigione, con chi è nel bisogno e non ha dimora. E, facendoci imitatori delle donne e degli apostoli, che furono testimoni di Cristo risorto, annunciamo con fede e coraggio a vicini e lontani la buona notizia che Cristo è veramente risorto! AUGURI di BUONA PASQUA!

Miei cari, tenete pure accesi i telefonini...ho “postato” predica e auguri pasquali su tweetter! Almeno on line mi seguirete?!? Qualche dubbio mi viene...

Don Mimì

in drin r d n i r D

Nelle pagine interne -in seconda: Un Vangelo per tutti Il segno del cristiano Come parlare di Dio al bambino

-in terza: In udienza dal Papa

-in quarta: Meditando sulla resurrezione Vicini nel dolore con la preghiera Corso di diritto all’Università Urbaniana Voce… della comunità via Buonarroti 29 - 70023 Gioia del Colle Redazione: don Giuseppe Di Corrado, Vito Buttiglione, Francesco Giannini, Vito Sportelli, Vito Giannelli,Angelina Passiatore, Giovanni Capotorto Vieni a trovarci e a leggerci on line su http://parrocchiasantaluciagioiadelcolle.blogspot.com e su http://www.upgo.org/upgov1/ Pagina 1


Un Vangelo per tutti Domenica 6 aprile 2014 Papa Francesco ha fatto distribuire gratuitamente in Piazza San Pietro migliaia di copie tascabili del Vangelo ai numerosi fedeli riuniti per l'Angelus. Non si trattava di una strategia commerciale o di una trovata pubblicitaria per promuovere una nuova edizione della Sacra Scrittura. Sia perché questa edizione gratuita e fuori commercio è stata stampata appositamente per l'occasione, sia perchè il Vangelo (e la Bibbia in generale) è ancor oggi uno dei libri più diffusi nel mondo occidentale e non necessita certo di una promozione pubblicitaria. L'iniziativa è piuttosto una provocazione anzi un invito a riscoprire le Sacre Scritture, che quasi tutti abbiamo in casa, spesso in ingombranti edizioni illustrate relegate a prendere polvere sullo scaffale più alto della libreria. L'invito del Papa è chiaro: riprendere in mano i testi sacri e farli diventare parte della nostra vita . L'edizione tascabile suggerisce un uso quotidiano (o almeno frequente), invogliando il credente a portare la Parola sempre con sè. Per chi ama le moderne tecnologie sono disponibili oggi molte edizioni digitali della Bibbia, sia gratuite che in vendita a prezzo contenuto, che è possibile utilizzare con un ingombro minimo su computer, tablet, ebook reader oppure come app sullo smartfone. Ulteriori notizie in merito potete trovarle su UPGO nell'articolo "La Parola sulla Rete" in cui ho raccolto link e risorse utili per utilizzare anche questi mezzi. Link: http://www.upgo.org/upgov1/content/view/1110/2/1/2/ Soprattutto i più giovani potrebbero trovare una via alternativa per avvicinarsi alla Bibbia e scoprire la grande ricchezza della Sacra Scrittura, un tesoro spesso nascosto nelle nostre impolverate librerie. Gianni Capotorto

Riflessioni di una catechista

Il segno del cristiano Entriamo nella Settimana Santa, che ci condurrà alla luce di Pasqua. Ma prima è necessario attraversare la notte della morte con Gesù, della sua morte in croce. Qualche tempo fa durante l’incontro di catechismo parlavo ai bambini proprio della croce, segno e testamento perenne dell’amore del Signore per noi, il Signore che sta a braccia aperte ad accogliere ogni uomo, ogni sua sofferenza, ogni sua gioia. A questo proposito ho chiesto ai bambini se in casa avessero un crocifisso; una risposta mi è rimasta particolarmente impressa: ’la mia casa è troppo grande..non so se c’è un crocifisso”! Allora di colpo mi è tornato in mente un racconto di don Carlo Gnocchi. Parlava di un maestro di una piccola scuola elementare che un giorno ha distribuito il disegno di una casetta senza comignolo; gli scolari dovevano cercare quello che mancava e completare. Un istante di silenzio poi un lampo di sorrisi, ed ogni bimbo si è chinato sul lavoro per aggiungere il comignolo, soltanto un bimbo ha esitato: ha guardato il disegno, ha fissato il maestro e poi ha tracciato con decisione una gran croce sulla porta di casa. Come giustamente conclude don Gnocchi: ‘la croce vale molto più del comignolo’. Se l’istituzione della famiglia sta vivendo negli ultimi tempi una fase di regressione è forse perché si pensa troppo al comignolo senza curare la croce, si innalzano sempre più splendide mura, case ricche di quadri di valore e tappeti costosi senza però mettervi un’anima. Mi rivolgo a quelle coppie pronte ad impegnarsi nel sacramento del matrimonio e che sicuramente in questo periodo si affannano tra sfarzosi e dispendiosi preparativi (io ci son passata da poco e conosco bene i meccanismi..)..RIDIAMO LA CROCE AD OGNI CASA: un gran cuore cristiano ad ogni focolare. Marina Capodiferro Pag.2

Con mamma e papà dopo il Battesimo

Come parlare di Dio al bambino nel primo anno di vita Con il segno della croce tracciato sulla fronte del bambino ogni sera prima che si addormenti se ne è parlato in una scheda precedente – lo abbiamo abituato ad un gesto di profondo s ign ific a to, che costituisce un semplice ma importante appuntamento religioso delle sue giornate. Ora desideriamo offrire alcuni spunti su come introdurre il bambino all’idea di Dio Padre che ci sta accanto, ci conosce per nome e ci ama sempre. E’ opportuno iniziare a parlare di Dio fin dai primi mesi di vita, quando il bambino, pur non comprendendo il significato delle parole della madre, certamente ne percepisce la voce – per lui inconfondibile – e i messaggi di fondo (affettivi) che questa voce porta con sé. Una voce che impara a conoscere prestissimo, distinguendola da tutte le altre. Una voce che lo rassicura, lo incoraggia, gli trasmette serenità. Una voce che lo guida a conoscere pian piano la realtà e in essa la componente ultraterrena. Le mamme in certi momenti (mentre accudiscono il bambino, quando lo allattano, dopo la poppata o in occasioni del genere) fanno delle vere e proprie “chiacchierate” col piccolo, chiamandolo per nome, coinvolgendolo in prima persona su tante cose. Sono momenti di grande intensità e tenerezza (fondamentali come il cibo), che creano quel clima affettivo di cui il bambino ha bisogno per crescere bene. Proprio all’interno di queste “chiacchierate” è opportuno introdurre, con sobrietà e spontaneità, la figura di Dio Padre legandola al bambino. Ecco alcuni esempi possibili (ma saranno le mamme a trovare le parole giuste, quelle che vengono dal loro cuore): ° Martina, sei meravigliosa! Il Signore ti benedica e ti protegga sempre! ° Francesco, il Signore ti ama e ti sta sempre vicino! ° Giulia, lo sai che il nostro Dio grande e buono ti vuole tanto bene? Egli ti conosce per nome! ° Andrea, sei il dono più bello che il Signore ha fatto a me e a papà! Più avanti si comincerà ad indirizzare l’amore del bambino verso Dio con espressioni di questo tipo: ° Signore che sei tanto grande e buono, la tua Claudia ti vuole bene! ° Signore, tutte le creature ti amano e ti lodano. Anche Matteo si unisce a loro, anche Matteo ti vuole bene! All’inizio sarà la mamma a pronunciare queste invocazioni a nome del bambino. Poi – al momento opportuno, quando avrà imparato a parlare – sarà lui stesso a pronunciarle con le sue labbra. Angelina Passiatore


9 aprile 20014: In udienza dal Papa Lo scorso 9 aprile la nostra comunità parrocchiale si è recata a Roma in Piazza San Pietro, per assistere all’Udienza Generale di papa Francesco. Eravamo un centinaio le persone partite da Gioia, confusa tra le tante migliaia di pellegrini, giunti da tutto il mondo per incontrare ed ascoltare il successore di Pietro. Una grande emozione ha pervaso il nostro cuore, giungendo lì nella piazza, già gremita alle 7 di mattina di gente in attesa di prendere posto. Tra di noi si è instaurato un clima familiare ed è stato anche bello nelle ore, in cui abbiamo atteso il papa, instaurare un dialogo e una conoscenza con persone, che erano lì come noi ad attendere. Il cuore ha cominciato a battere forte, quando la papamobile è arrivata nella Piazza, cominciando a girare tra i vari corridoi e percorrendola tutta per intero. Papa Francesco stupisce sempre per il modo di avvicinarsi e salutare i bambini, per le sue improvvisate nel far salire gente sulla papamobile ed anche per il curioso modo di guardare spesso l’orologio, per essere nei tempi. Personalmente ho vissuto una grande emozione per l’idea, che avevo progettato, cioè quella di donare una stola viola al papa in riferimento al suo costante invito ai sacerdoti di amare il sacramento della Riconciliazione e di conseguenza al suo perenne richiamo al Dio infinitamente misericordioso. La papamobile stava per avvicinarsi al settore dove eravamo tutti noi ed io ero pronto lì ai margini della transenna e potete immaginare il brivido, che ho provato, quando il papa è passato e, notandomi con la stola in mano, l’ha benedetta. Non ho riflettuto un solo momento (e forse ora me ne pento…) e così gliela ho consegnata. Insomma potrei dire “missione compiuta”, anche se con qualche rimpianto postumo... Ma il centro della mattinata è stata la breve ma intensa catechesi, che il Pontefice ha tenuto, riflettendo sui doni dello Spirito Santo, dono supremo di Dio. Il papa si è soffermato sul primo dono, cioè la sapienza, che non è semplicemente saggezza umana, ma la grazia di poter vedere ogni cosa con gli occhi di Dio. Con il dono della sapienza il cristiano “ha il gusto e il sapore di Dio”. Con grande forza il papa ha affermato: “ quanto è importante che nelle nostre comunità ci siano cristiani cosi! Tutto in loro parla di Dio e diventa un segno bello e vivo della sua presenza e del suo amore”. Al termine dell’Udienza il papa ha salutato i pellegrini di varie lingue e impartito la Benedizione Apostolica sui presenti ed in modo particolare sugli ammalati e i sofferenti. E’ stato bello anche nel pomeriggio poterci recare in visita alla Basilica papale di San Paolo Fuori le Mura, per pregare sulla tomba di Paolo e all’Abbazia delle Tre Fontane sul luogo del martirio dell’Apostolo delle genti. Siamo tutti grati al Signore per questa esperienza di grazia e di fraternità, vissuta nella consapevolezza della bellezza di essere cristiani e di far parte con Pietro di un unico corpo, che ha in Gesù il centro ed il motivo Don Alessandro del nostro esistere ed agire. Pag.3


Meditando sulla resurrezione al Cristo, che risorge sì, ma dopo il passaggio durissimo della morte in croce. La gioia del cristiano non è dunque una felicità superficiale, una cosa da “ingenui”: al contrario è una conquista, che solo con una profonda maturità religiosa si può conseguire. Per questo è “inattaccabile” e “contagiosa”: i “cristiani della resurrezione” irradiano gioia e diffondono naturalmente la bellezza del messaggio evangelico. D’altra parte il significato profondo della Pasqua è da ricercare nel messaggio delle beatitudini, in quel discorso della montagna (anche qui c’è un monte come nella crocifissione), che costituisce la vera sintesi del cristianesimo. E cos’altro è il cristianesimo se non la conquista della purezza del cuore e Settimana Santa, settimana della Pas- quindi il privilegio di “vedere Dio”? sione ma soprattutto settimana della Resurrezione. La vera dimensione del Sforziamoci dunque ogni giorno di cristianesimo è proprio questa: la resur- “morire al peccato”, per risorgere ogni rezione. La nostra fede non avrebbe giorno di più alla luce della verità della senso, se Cristo non fosse risorto. La Fede e “vedere” Dio in tutti i momenti nostra vita non ha senso, se non ci com- della nostra vita, qui sulla terra, per veportiamo da risorti e se non risorgiamo derlo poi in tutta la sua luce con la reogni giorno dalle nostre debolezze e surrezione promessa a tutti i credenti. insufficienze. Per chi crede infatti la resurrezione è già Ecco quindi che il tema della resurrezio- cominciata con la vittoria di Cristo sulla ne non è un’esercitazione teologica, ma morte e deve irraggiarsi attraverso le il senso profondo della nostra esistenza nostre parole e opere. La Fede infatti di cristiani. Non ho mai capito il non ha valore senza le opere della Fede “cristianesimo della tristezza”, che ho e cioè la carità e la disponibilità generosempre visto come la negazione della sa verso il prossimo. “buona novella”, che Cristo Risorto ha trasmesso agli uomini di tutti i luoghi e di In caso contrario saremmo “cristiani ditutti i tempi. Questo non significa che la mezzati” e non avremmo capito il signifi“resurrezione” possa essere un dono cato profondo del Cristo che è risorto, totalmente gratuito: per risorgere biso- per darci la gioia di poter vedere Dio, gna passare attraverso il cammino peni- ma solo dopo una vita di Fede autentica tenziale, il “deserto” della desolazione e e di “traduzione” del Vangelo nelle nospesso la croce...ma quello della croce stre parole e nelle nostre opere. è un “dono”, che ci avvicina più di tutto Vito Buttiglione

Vicini nel dolore con la preghiera

La Comunità Parrocchiale si stringe nel dolore alla carissima catechista e maestra Annalia Benedetto per la perdita improvvisa del figlio Domenico. Cara Annalia, saremo di conforto a te e alla tua famiglia con la preghiera, per implorare il sostegno forte di Dio in questo momento tragico

L' ANGOLO DEL D. V. INTERESSANTE CORSO DI DIRITTO PENALE ALL'UNIVERSITA ' URBANIANA Il 24 e 25 marzo u.s. presso l’Università Pontificia Urbaniana in Roma, sotto il patrocinio della Congregazione per la Dottrina della Fede si è tenuto il secondo corso intensivo di diritto penale canonico sui delicta graviora, alla presenza di oltre centotrenta partecipanti da tutto il mondo, con relazioni significative dei prof. Papale, Dezzuto e Kimes. Oggetto delle relazioni è stato il motu proprio Sacramentorum Sanctitatis Tutela del beato Giovanni Paolo II, unitamente al rescriptun ex audentia Norame de gravioribus delicti approvato in forma specifica da Benedetto XVI. Sono riservati alla Congregazione per la Dottrina della Fede i delitti contro la fede, quali l’eresia, l’apostasia e lo scisma, i delitti contro la Santissima Eucaristia, i delitti contro la santità del sacramento della penitenza, l’attentata sacra ordinazione di una donna ed i delitti contro i costumi (pedopornografia, abuso sui minori ecc.). Se presso il Dicastero Romano è costituito il così detto Turno giudicante unitamente al Promotore di Giustizia che rappresenta l’accusa, è vero che secondo l’art. 16 delle Normae l’investigatio praevia preferibilmente deve essere condotta, se non vi sono esigenze particolari, dall’Ordinario del Luogo, informando però da subito la Congregazione che è giunta notizia di reato. Inoltre, l’art. 21 prevede che si instauri regolare processo penale giudiziale. Solo in casi particolari si procederà per decreto extragiudiziale. Data la complessità dell’argomento torneremo sul diritto penale canonico nei prossimi numeri. Buona Pasqua a tutti. Vito Giannelli

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