CARTA RICICLATA 100%
Vo i ce O ver M agaz i ne : di A s s o ci a z i o n e C u l t u ra l e Vo i c e O ve r, v i a V i l n i u s s n c - L a d i s p ol i (R m ) - CO P I A O M AG G I O
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ecomagazine marzo 2012 anno 1- numero 10
GUIDA SPETTACOLI All'interno tutti gli eventi di Marzo In esclusiva
CINEMA
Stefano
SOLLIMA
Regista di ACAB MUSICA
NOBRAINO
Il nuovo album TEATRO
Maurizio
BATTISTA
Il mio secondo matrimonio
ImpIanto raccolta dIfferenzIata Gestione servizi di Raccolta e Trasporto Rifiuti Differenziati Impianto di selezione e riduzione volumetrica rifiuti provenienti da Raccolta Differenziata Progettazione e ottimizzazione sistemi R.D. Noleggio container scarrabili di varie capacità per raccolta e trasporto rifiuti Noleggio compattatori per la raccolta di carta e cartone Noleggio presse per carta e cartone per utenze commerciali Isole ecologiche modulari Servizio di Raccolta Rifiuti plastici provenienti dall’agricoltura Concessionaria attrezzature per raccolta differenziata
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Da 15 anni al servizio dell’ambiente Direzione: Via Verdi, 2 Chiomonte (TO) Tel 0122.744299 Fax 0122.54498 nsj@pec.it
Impianto raccolta differenziata e compostaggio Sede e Impianto: Località Olivastro s.n.c. - 01016 Tarquinia (VT) Tel. 0766/84.12.70 - Fax 0766/84.16.35 SITO INTERNET: www.consorziopellicano.it – E-MAIL: info@consorziopellicano.it - etruriaambiente@gmail.com
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ERICA MOU
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Teatro
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Diamo un valore AL RICICLATO Rubrica
BISTECCA DI TOFU Attualità
IL DIRETTORE IRRESPONSABILE
Rubrica
POLITICAMENTE SCORRETTO Rubrica
DAGLI OCCHI DI UN 2.0ENNE Progetto Misola 2011
UN GRANDE SUCCESSO PER ANIMO Corsi
LA STENCIL ART
ARRIVA A LADISPOLI
CrossRoads
MARZO:
ARIA DI PRIMAVERA E GRANDE MUSICA
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Stacca la guida e portala con te!
IL VECCHIO E IL BAMBINO Rubrica
LA FINESTRA DI FRONTE Rubrica
PENSIERI SMARRITI Rubrica
i VERONICA?
Cinema
ESTHER ELISHA Rubrica
FRAME
Rubrica NOMENTE
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VoiceOver
CONSIGLIA nei Teatri Rubrica
BACKFORWARD
Wj del mese
Radio VoiceOver
PALINSESTO
Rubrica
Rubrica
CARRELLATE D'ARTE
ANEDDOTI DEL ROCK AccaddeOGGI
Rubrica
Rubrica
LaBACHECA diALLURE Rubrica
LeCARTEdiPETERS
LA SUP/POSTA Graffi
FISCHIperFIASCHI
RubricaREAD'n'PLAY RubricaPOLAROID MANUALE DI
SOPRAVVIVENZA Rubrica
PUNK PENSIERO
Siccome sei molto lontano più forte ti scriverò... Era novembre e tornavamo da Bari dove con VoiceOver ed Etruria EcoFestival eravamo stati ospiti del Medimex, fiera della musica del mediterraneo. L’autostrada filava dritta e noi sul camper eravamo sdraiati alla buona nell’attesa del ritorno a casa. All’improvviso il ragazzo che guida il camper spegne la radio e mette un cd, la musica parte e lui si mette a cantare. “… Balla su una tavola tra due montagne e se balli sulle onde del mare io ti vengo a guardare...”. La giovane fidanzata lo guarda complice e di getto s’intromette nella strofa che segue per continuare insieme la canzone. “…Prendi il cielo con le mani vola in alto più degli aeroplani non fermarti…” Perfetta sintonia. Da dietro a noi spettatori distratti dalle luci che vengono dalla strada ci sembra che tra quei due si sia messo in moto un rito sacro che chissà quante altre volte avranno inscenato, chissà in quanti altri viaggi quella canzone li avrà presi per mano e li avrà spinti a
Rubrica RISVEGLI
SIMONE FRACASSO
IL SAPORE DELLA MUSICA
Rubrica
Musica
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Rubrica
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NOBRAINO
GUIDA DI MARZO
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Altro consumo
Musica Intervista a
Eventi
Stefano SOLLIMA
Maurizio BATTISTA
L’attesa non è mai stato il mio forte.
In esclusiva
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di Flavio Atzori
L
Musica
Cinema
EDITORIALE direttore@voiceovermagazine.it
PSYCOVER Racconti brevi
IL SENSO SOTTILE DELLA VITA (DONNE)
Rubrica La NEWYORKESE Rubrica GIRA...MONDI London
UNDERGROUND
Rubrica
TERRAdegli uominiINTEGRI OROSCOPO di Marzo
di Gianfranco Marcucci
condividere chissà quali sogni. I due cantano a squarciagola e seguono il ritmo della canzone che secondo dopo secondo diventa più incalzante e dove non arriva la voce arrivano i loro corpi che si muovono a scatti in una strabiliante danza da seduti. Sono due perfetti interpreti di quella canzone. Si capisce all’istante che quella è la loro canzone. “Canzone d’amore, ecco il mistero” lo dice anche il cantante che aggiunge poi nel finale “Che commozione, che tenerezza”. Che è anche la nostra che assistiamo allo show. Sprigionano un’allegria guascona in quegli acuti festosi ed ho la netta percezione che stiano toccando con mano la felicità. Più che altro mi sembrano liberi. Di una libertà simile a quella del protagonista della canzone. È inutile dire che quel loro rito privato automaticamente ci contagia per trasformarsi in collettivo. Il camper diventa una festa di parole. Una overdose di energia allo stato puro. Sembrava che come nella canzone avessimo fermato anche noi per un attimo “quel treno Palermo-Francoforte”. Ecco Lucio Dalla è stato questo per noi di VoiceOver. Un viaggio in camper di ritorno da Bari e due ragazzi che si amano cantando "Balla balla ballerino".
Ho sempre detestato dover attendere, aspettare. Mi son sempre sembrati momenti vuoti, privi di significato e inutili. Seduto sul mio posto vicino al finestrino dell’aereo, attendevo il decollo verso gli Abu Dhabi. Sei ore di aereo in cui avrei potuto ingannare il tempo vedendo dei film, ascoltando musica, giocando e via dicendo. Scorrendo le scelte cinematografiche a disposizione, mi imbatto in una produzione totalmente hollywoodiana che in Italia. Trattasi di In Time, film di Andrew Niccol, coi belloni di turno come protagonisti: Justin Timberlake e Amanda Seyfield. Decido di guardarlo anche perché l’idea cinematografica sembra originale. Mi stuzzica principalmente il concetto di tempo e il suo utilizzo. Intendiamoci, non mi attendo chissà quale capolavoro di arte audio-visiva, ma la curiosità c’è. Il film parte da un presupposto: alla fine del XX secolo le persone sono geneticamente programmate per vivere fino ai 25 anni. Poi, pur non invecchiando fisicamente, per poter continuare a vivere devono acquistare tempo. Il tempo, a conti fatti, diventa la moneta di scambio per cui la gente lavora. Ciascuno ha infatti una sorta di timer sul braccio che deve - per forza di cose - ricaricare. Questo punto nodale mi ha fatto riflettere, al di là della trama hollywoodiana perfetta per un film che doveva semplicemente farmi passare del tempo. Il tempo può essere una moneta di scambio? Se ci si riflette, non esiste moneta o prezioso al mondo che potrebbe valere di più della possibilità di poter avere tempo. E come potrebbe trasformarsi la nostra vita se riuscissimo a poter governare il dio Kronos? Come vivremmo ogni singolo istante, secondo e minuto, consci che questi ultimi sarebbero da conquistare, guadagnare e sudare ogni singolo giorno della nostra vita? Cosa faremmo per poter aver a disposizione non più la “tranquillità economica”, ma la “tranquillità della sopravvivenza”? Saremmo in grado di buttare tempo, attendendo, aspettando, lamentandoci di “tempi migliori”? Gli antichi romani, e più precisamente Virgilio, avevano già concepito questo pensiero con la locuzione latina tempus fugit. Eppure, ancora oggi viviamo in una società in cui è la ricchezza del denaro a farla da padrone, convinti che la moneta possa acquistare e, soprattutto, ingannare il tempo, con la tendenza a voler comparire giovani. Proprio come in In Time, dove persone di 70 anni hanno l’aspetto di un venticinquenne, ma che devono lavorare per vivere un giorno in più. In un mondo in cui la contrazione spazio-temporale - soprattutto a livello comunicativo - è diventato il punto nodale delle nostre vite, che senso ha perdere tempo? Forse, ancora non ci siamo resi conto che il tempo non va affrontato, né ingannato. Va vissuto senza attese e momenti vuoti, senza indugio né riflessioni. Perché quell’attimo, quel momento, non tornerà mai più indietro. È un secondo in meno che abbiamo per vivere realmente.
VOICEOVER ECOMAGAZINE Anno 1 - Numero 10 Direttore responsabile: Flavio Atzori Responsabile editoriale: Emiliano Giacinti Responsabile commerciale: Lorenzo Croci Hanno collaborato:
Gianfranco Marcucci, Michela Andreini, Roberto Brini, Paolo Trucchi, Alessia Fiorani, Simone Giacinti, Igor Artibani, Carlo Cuppini, Rita Leorato, Shaila Risolo, Arianna Mariani, Marzia Maier, Elena Laurenti, Marco Filacchioni, Alessio Pascucci, Gyani, Matteo Forte, Italo Gionangeli, Arcangelo Simioli, Francesca Pompili, Antonio Consalvi, Antonella Coluccia, Michele Dicorato, Roberto Fantini Perullo, Nancy Gasbarra, Aldo Anchisi, Matteo Orlando, Stefano Frischigneto, Stefano Fiaschi, Nadia Bellotti, S.G. il Nipote, Giuseppe Carella, Alessia Campodonico, Giuseppe Vitali, Marina Marcucci, Eleonora Taddei.
Redazione
Via La Spezia, 74 int. 2 ladispoli (Rm) Tel. 0699220146 Cel. 392.4269182 - info@voiceovernetwork.it
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Art director: Jessica Sergi Editore: Associazione Culturale VoiceOver Presidente: Matteo Forte Via Vilnius snc - 00055 Ladispoli (Rm)
Stampa: Tipografia Agnesotti Viterbo (Vt) Chiuso in redazione martedì 1 marzo 2012
Registrazione del Tribunale civile di Civitavecchia n. 989/2011 Autorizzazione n. 5 del 20/07/2011 La riproduzione totale e parziale d’immagini e articoli è vietata senza l’autorizzazione scritta dell’Editore. Il contenuto degli articoli rispecchia l’opinione dei singoli autori.
Hanno permesso l'uscita di questo numero: Le polpette - Le locazioni tumultuose - La concorrenza - Le m. secche, una particolare - I vecchi amici - Gli esercizi di stile - Strani odori - I debutti - Amò, basta che poi non me dici a me che puzzo - Peli clandestini - Le non risposte.
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ALTRO CONSUMO
di Francesca Pompili
ALLA SCOPERTA DI "MATERIA PRIMA" DOVE L'ARTE DE RICICLO DIVENTA MESTIERE
DIAMO UN NUOVO VALORE AL RICICLATO In un periodo storico in cui ci viene chiesto di riciclare qualunque cosa venga utilizzata, tra le polemiche che aleggiano sulla creazione di nuove discariche che nessuno vuole ma che da qualche parte dovranno pur essere costruite se vogliamo evitare di essere sommersi da tutto quello che scartiamo, la parola riciclo assume troppo spesso una accezione negativa. Siamo portati a pensare che riciclare voglia dire prendere dalla spazzatura qualcosa che è stato buttato, maleodorante e sgualcito, così il valore che gli diamo è minimo. Sarebbe importante invece rivalutare il recupero di quello che per mille motivi viene prima usato e poi scartato, dargli un nuovo aspetto in un contenitore diverso. Il nostro magazine è fatto interamente con carta riciclata… Su queste stesse pagine, magari con un'altra forma, sono state stampate lettere, che sono diventate parole e poi frasi. Le idee continuano a vivere sotto un’altra forma, cambiando aspetto e contenuti mantenendo però l’anima, la forza e la potenza di quelle che sono e restano comunque parole. Entrare nel laboratorio di Materia Prima è come fare un salto indietro nel tempo,
macchine da cucire, rocchetti di filo di tutti i colori e dimensioni, scampoli di tessuto variopinti o tinta unita… Il tavolo da lavoro, fatto dalla stessa stylist, è proprio lì davanti all’ingresso perché parte integrante del laboratorio. Simona, giovane livornese dinamica e piena di energia, ti accoglie con in mano puntaspilli o forbici, e ti fa entrare subito nel suo mondo. Un mondo fatto di creatività, gusto ed eleganza. Quella che lei chiama confusione altro non è che un’esplosione di colori, tessuti, manichini, stampelle. Qualcosa che nasce dalla sua mente e che, grazie alle sue doti assume una forma a volte neanche lontanamente somigliante alla sua origine. Quella che era una coperta, diventa per magia la manica di un cappotto caldo ed avvolgente. Una giacca di pelle si trasforma in una borsa comoda e capiente, una t-shirt in una maglia sexy, magia… Materia Prima è un luogo magico dove il passato si fonde con il presente creando dei modelli unici rifiniti ed accurati più, di quelli delle grandi firme. Dentro ciascuno di essi c’è tutta la passione e l’amore che la sua creatrice ci regala. Si può trovare l’abito elegante, il pantalone sportivo dipinto a mano, il cappotto in lana. Si può decidere di ridare vita a qualcosa che non si mette più, cambiandone la forma e lasciando a Simona il compito di trasformare in qualcosa di tangibile una vostra idea. L’arte ha tante forme, tanti aspetti: c’è chi canta, chi recita, chi dipinge e c’è chi grazie alla sua abilità ed al suo gusto riesce a creare uno stile degno di atelier d'alta moda. Simona gira per i mercati, raccoglie ed accoglie il materiale che le viene dato da amici e conoscenti, svuota i suoi armadi, prende tutto quello che nel potenziale potrebbe diventare una borsa o un paio di scarpe. Passa le sue giornate tra tagli e imbastiture, coglie al volo una sua intuizione e
riempie gli scaffali di capi unici. L’unicità, quella che ormai ci sta abbandonando sempre di più, globalizzati tra mode e tendenze, sempre più abituati a buttare quello che non ci piace dimenticandoci della sua anima. I nostri vestiti raccolgono parte di noi, ne prendono l’odore, spesso il nostro corpo si sagoma su di loro e sapere che possono assumere una forma diversa dovrebbe essere uno stimolo a non gettarli via. Il vintage è tornato di moda, e tutto ciò che è moda prima o poi passa per la grande fabbrica. Si paga la marca e non la qualità, l’etichetta ed il nome… Difendiamo il lavoro artigianale fatto di fatica e sacrifici, di occhi stanchi a fine giornata e mani bucate dagli spilli. Difendiamo la creatività, la fantasia, il volersi sentire unici in un mondo in cui di unico ormai è rimasto ben poco. VoiceOver consiglia il sito:
www.lab-materiaprima.com
e di andare a trovare Simona, se capitate a Livorno, per assaporare quella magnifica aria di nuovo che si riesce a respirare tra qualcosa che di vecchio ha solo il suo vissuto.
Politiche militari Ambiente
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BISTECCA DI TOFU
Nelle ultime settimane la maggioranza degli italiani è rimasta fin troppo disgustata (e ci mancherebbe altro!) dallo scoprire i redditi della “casta tecnica” guidata da Mario Monti per riuscire a vedere il bluff che il Ministro-Ammiraglio Giampaolo Di Paola sta portando avanti nella questione della riforma del settore della Difesa. La conferenza stampa dello scorso 15 febbraio ha inaugurato, questo è vero, alcuni tagli su armamenti e personale militare, ma niente risparmi o interventi sugli sprechi. Secondo la Rete italiana per il Disarmo, le misure adottate dal governo Monti (che è sempre lo stesso della “manovra lacrime e sangue”) rappresentano un vero e proprio gioco di prestigio, con nessun cambiamento di rotta rispetto agli impegni presi e ribaditi dai Governi di Prodi e Berlusconi e perfettamente contiguo al modus operandi, molto italiano, degli appalti e subappalti che alla fin fine portano i soldi sempre nelle tasche dei soliti pochi superimprenditori. Basti citare Finmeccanica, industria italiana attiva prevalentemente nella difesa e nell'aerospazio che negli ultimi decenni ha progressivamente assorbito quasi tutte le aziende italiane attive in questi settori, espandendosi in modo significativo anche all'estero, soprattutto in Stati Uniti e Gran Bretagna. Ad ogni modo, a dar retta alle dichiarazioni ufficiali, il personale militare in Italia subirà un ridimensionamento del 20% in dieci anni. Il piano punta a ridurre progressivamente a centocinquantamila militari e ventimila civili, cioè quarantatremila unità in meno, il totale del personale impiegato nelle varie Armi ed in particolar modo tra ammiragli e generali con un taglio del 30%. L’annuncio di quanto stabilito è stato dato da un ministro Di Paola rammaricato ma anche un po’ compiaciuto di poter fare la propria (impercettibile) parte nella sterzata anti-crisi che invece pesa in maniera sostanziale sul welfare: “La crisi non fa venire meno funzioni fondamentali come la Difesa”. Negli ultimi anni, grazie anche alle iniziative e alle pubblicazioni di associazioni e riviste critiche nei confronti delle spese militari, come Altra Economia, è stato acceso un ampio dibattito sul programma militare “JSF”, il più costoso della storia, portato avanti in partnership con Stati Uniti, Gran Bretagna ed altri sei Paesi (alcuni dei quali stanno seriamente ripensando la propria partecipazione) riguardante la progettazione, la produzione e infine l’acquisto - per quanto riguarda l’Italia - di 131 cacciabombardieri d’attacco Joint Strike Fighter F-35. Oggi, il Governo annuncia di aver ridimensionato il
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IL DIRETTORE IRRESPONSABILE Pensieri e parole sul mondo che ci circonda.
La Grecia è il quinto importatore mondiale di armi
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TAGLIATE LE SPESE PER LA DIFESA. MA È SOLO UN BLUFF!
Attualità
Visione critica della situazione.
di Matteo Orlando progetto a soli 90 aerei, ma con ogni ragionevole dubbio il prezzo da sborsare rimarrà pressoché lo stesso per l’aumento del costo unitario dei mezzi. Prezzo ufficiale, non meno di 15 miliardi di euro in 11 anni, con una media di 1,25 miliardi all’anno (il programma si concluderà nel 2023 – forse è prevista la terza guerra mondiale per quella data?), ma in questo non sono contenuti i costi di mantenimento, manutenzione e operatività dei mezzi. Oltretutto i progressi tecnici fatti sino ad oggi nel programma sono tutt’altro che soddisfacenti e l’Italia ha già speso circa 2,7 miliardi di euro. Per mesi, bisogna sottolineare, si è raccontato che gli accordi industriali sono in stato così avanzato che uscire dal progetto costerebbe in penali tanto quanto portar a termine il progetto. Bugia. Il Memorandum of Understanding del JSF, cioè l’accordo fra i Paesi compartecipanti sottoscritto dall’Italia il 7 febbraio 2007, contiene una serie di paletti che limiterebbero a circa 904 milioni di dollari gli investimenti andrebbero perduti. Altra grossa bugia è quella riguardante il ritorno industriale pronosticato (stabilito su un improponibile 75% dell’investito) e le stime occupazionali per l’industria italiana al progetto. I politici e i manager più coinvolti nel programma parlano di 10mila posti di lavoro a fronte dei 600 previsti dal Governo e dei 200 previsti dai sindacati. Studi recenti dimostrano che spostare un miliardo di dollari dalla Difesa al comparto delle energie rinnovabili aumenterebbe del 50% il tasso di occupazione e addirittura del 70% investendo in ambito sanitario. Le stime sono ancora più positive riguardo l’investimento nel settore dell’istruzione. Il Global Index of Peace, un documento elaborato dall’australiano Institute for Economics and Peace evidenzia che se nel mondo non esistessero conflitti armati si recupererebbe un valore economico di 8.000 miliardi di dollari, di cui un terzo derivante dalla riconversione dell’industria bellica. Appreso ciò, si consideri che la Grecia è il quinto importatore mondiale di armi, il paese europeo con le più alte spese militari (oltre il 3% del Pil; in Italia l’1,8%). Il Wall Street Journal ha rivelato che Merkel e Sarkozy avevano imposto l’acquisto di sottomarini, navi, elicotteri e carri armati come condizione per sbloccare il piano di aiuti alla Grecia. Conclude il quadro una dichiarazione del ministro Di Paola: “Per essere più europei ed atlantici dobbiamo realizzare uno strumento militare che sappia convergere con gli altri strumenti militari”.
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Il grande freddo e lo scongelamento dei partiti
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di A. Volta
Nelle gelide giornate di inizio febbraio, tra un disagio ferroviario e una chiusura della Capitale causa neve, una notizia ha fatto violenta irruzione tra le cronache del grande freddo. Alla Banca d’Italia, nell’ambito di controlli sulla trasparenza dei movimenti bancari, alcuni funzionari si sono accorti di una “leggera” anomalia. Dal conto corrente del partito “La Margherita” partivano regolarmente bonifici verso il conto privato del Tesoriere Luigi Lusi. Un importo di circa 13 milioni di euro in gran parte usati per acquistare abitazioni di prestigio. Potremmo essere di fronte all’ennesima, scandalosa ruberia individuale. Così banale da sollevare più di qualche interrogativo. Un ladro lascia tracce così evidenti? Si bonifica il maltolto e ci accende mutui altrettanto tracciabili? Nel partito non ci si accorge di stranezze nei bilanci? Nell’Italia di oggi la realtà supera sempre più spesso la fantasia. C’è gente che si è ritrovata a vivere in case di proprietà pagate da altri a propria insaputa, altri sono andati in vacanza scoprendo al momento del checkout che misteriosi benefattori avevano pagato il conto. Quando si dice la fortuna. Tra le righe dei resoconti giornalistici si affaccia però un’altra lettura. Le operazioni del Tesoriere potrebbero essere avvenute all’ombra di una gestione, tra il 2007 e il 2011, poco trasparente delle risorse economiche della Margherita. Anni in cui il Partito, intanto confluito nel PD, aveva in sostanza interrotto la propria attività politica pur conservando un’importante disponibilità economica. In sintesi la spregiudicatezza del tesoriere si sarebbe nutrita della consapevolezza di godere di una posizione chiave legata al semplice fatto di approvare in modo confidenziale eventuali scelte dei vecchi gruppi dirigenti su quali iniziative politiche finanziare o meno con i soldi ancora in cassa, favorendo in questo modo questa o quell’altra corrente. Nella versione Totò Truffa, la vicenda, pur gravissima, trattandosi oltretutto di soldi provenienti per lo più dal finanziamento pubblico, starebbe nel solco della “grande furbata individuale”. Materia per magistrati, in pratica una rapina, solo meno violenta e sicuramente più redditizia. È la seconda ipotesi, magari più intricata e noiosa, a sollevare interrogativi più profondi. La Costituzione definisce i partiti come lo strumento principale attraverso cui i cittadini concorrono a determinare la politica nazionale. Ma perché la concorrenza ci sia servono regole chiare e garantite dalla legge. Per motivi storici, era già nell’aria la guerra fredda, la Costituente non previde in materia vincoli ad hoc. Sono passati gli anni, nel 1974 è stato introdotto il finanziamento pubblico dei partiti, sono caduti muri e reciproche diffidenze, sono stati vinti referendum per l’abolizione del finanziamento pubblico e sono state fatte leggi per superare l’esito del referendum e reintrodurre il contributo pubblico sotto forma di rimborso elettorale. Nel frattempo non si è mai arrivati ad una legge sui partiti politici che ponesse delle condizioni di democraticità e trasparenza cui collegare anche l’attribuzione di un eventuale sostegno economico pubblico (che chi scrive non considera affatto sbagliato come principio). Oggi con immenso ritardo sarebbe tempo di intervenire al riguardo. Che le rendite di posizione, anche in termini di situazioni di potere politico alimentate dalle risorse economiche a disposizione, sono l’esatto contrario della garanzia delle pari opportunità. Presupposto non trascurabile di un sistema democratico.
SCORRETTO di Pascuino - pascuino@voiceovermagazine.it nostri rappresentanti in parlamento, quella rete invisibile di mobilitazione civile, che si batte spesso per il bene di tutti, deve manifestare e urlare sempre più forte per farsi ascoltare e per (provare a) far valere i propri diritti. È vero, viviamo in un’epoca che sembra di eccessiva comunicazione. In questi giorni Sanremo è passato, e nessuno ha saputo risparmiarci neanche un commento. Non contava se volessimo vederlo o no, se volessimo ascoltarlo o no. Per giorni, senza sosta, tutti (tutti!) hanno parlato della farfalla di Belen e delle lunghissime videoprediche del molleggiato. Parole che parlano di parole che parlano di parole che parlano di parole. Nei talk show televisivi c’è sempre qualcuno che urla più forte e con più violenza dell’altro. Oggi sembra che non conti ciò che hai da dire, ma il modo in cui lo gridi in faccia
Ci sono sempre manifestanti pronti a lamentarsi di qualcosa. Basti pensare semplicemente al nostro territorio: li abbiamo visti lottare contro la riconversione a carbone di Torre Valdaliga Nord, contro la privatizzazione dell’acqua, contro la reintroduzione delle centrali nucleari in Italia e oggi li vediamo in prima linea contro l’inceneritore a Pizzo del Prete. Sabato 25 febbraio, al termine della manifestazione organizzata proprio sulle bellissime colline di Pizzo del Prete (quelle colline che la Polverini vorrebbe riempire di rifiuti e di fumi), i manifestanti hanno piantato un palo di legno e hanno tracciato per terra i confini di quello che, con il tempo, diventerà il fortino della resistenza. In un momento storico particolare, in cui il governo cerca sempre di più di relegarci al silenzio, impedendoci addirittura di scegliere i
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TERZA REPUBBLICA (?)
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inutilmente, tentava di far ritornare il capitano e i suoi sottoposti al proprio dovere. Così come non possiamo e non vogliamo dimenticare le tante persone che hanno rischiato la propria vita per salvare quella degli altri. Di fatto, anche in questa vicenda, che ha ancora di più minato l’immagine della nostra Italia agli occhi della comunità internazionale (se mai fosse stato possibile scendere ancora più in basso), anche qui c’è stato chi
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non si è voluto sottrarre al proprio dovere. Più o meno nelle stesse ore, a pochi chilometri di distanza, proprio nel nostro territorio, nella città di Cerveteri, sono scattati i primi arresti a 4 delle 11 persone coinvolte nell’indagine sulla presunta corruzione di consiglieri e funzionari comunali da parte di imprenditori locali. Da quanto si apprende dalle informazioni diffuse dalle forze dell’ordine in merito alla vicenda, i tentativi di
di Matteo Forte
10, 100, 1000 CORTINA D’AMPEZZO
samente più basso. Si parla dei partiti. E si sente dire che la fiducia in loro sia al 4% (fonte Demos, gennaio 2012). Quei partiti che della seconda repubblica sono stati elemento fondante. È ragionevole dire, a questo punto, che la seconda repubblica, e con lei i partiti che la caratterizzavano, siano sepolti? Beh, sì. A opera di chi? Dei tecnici e dei professori, dei partiti stessi, incapaci di dare una risposta pronta (più pronta). Ma anche di gran parte
dire, ma almeno sanno di che parlano. Ci sarà un motivo se prendono questi provvedimenti, no? Sembrano dire. Ora, adesso, c'è un'occasione, che però è anche un pericolo: la riforma della legge elettorale. PDL, Terzo Polo e PD sono da tempo intorno al tavolo, e non è da escludere (anzi, probabilmente è condizione necessaria per la sua approvazione) che il testo sia condiviso da tutti e tre. Se la sistemeranno per garantirsi la sopravvivenza? Prove tecniche d'intesa? Il Terzo Polo, in fondo son Democristiani, non vede l'ora di creare un “grande polo moderato” in cui far confluire i più “moderati” dell'uno e dell'altro schieramento (come se ci fossero anche degli estremisti). E se da una parte c'è un fuggi fuggi che neanche La grande fuga dall'altra le correnti sono forti che neanche la Corrente del Golfo. Insomma, lo scenario è (sembra) fertile. Poi chissà, magari qualche tecnico si riscopre politico. E non è che non gli stiano facendo la corte, anzi. Se così dovesse essere, ma magari è solo
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È ragionevole dire, che la seconda repubblica, e con lei i partiti che la caratterizzavano, siano sepolti?
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Nasce la prima repubblica, poi lo scandalo tangentopoli. Nasce la seconda repubblica, svoltasi fra vallettopoli (e già si nota la differenza), altri soldi, mille processi, la crisi finanziaria e lo spread. Una pessima legge elettorale che premia le segreterie dei partiti al posto del volere del popolo sovrano (quando ci ricordiamo) l'ha fatta da padrone. Si dice vogliano modificarla. Giusto. Si parla di preferenze personali (non sarebbero meglio i collegi uninominali?). Si parla di premi per i partiti più rappresentativi (leggi più grandi). Si parla di Monti. Di incrinature che assomigliano sempre più a fratture. Da una parte il PDL allontanato dalla Lega, dall'altra il PD in disaccordo con SEL e IDV. Riguardo al sostegno a Monti, sia chiaro. Che lì, nei partiti, ha creato scompiglio. Anche tra la gente comune, tra i cittadini si parla di Monti. Che invece qui ha rimesso un po' d'ordine. Il suo gradimento è al 60%. Nonostante il gradimento sui singoli provvedimenti presi sia deci-
Politicamente
L’immagine della Costa Concordia arenata a largo (largo?) delle coste dell’isola del Giglio è ben impressa nelle nostre menti. Così come è impressa la triste vicenda di un capitano e un gruppo di ufficiali che abbandonano al proprio destino l’equipaggio e i passeggeri e se la danno a gambe su una scialuppa. Ma nelle nostre orecchie, al contempo, risuonano forti anche le urla del Capitano di fregata Gregorio De Falco che, ahinoi
dei cittadini, che hanno accolto con un sospiro di sollievo e un pizzico di stupore i Bocconiani e i loro modi pacati. Finalmente qualcuno di competente, altro che questi politici, sembrano dire. Poi ciò che fanno è un'altra questione, sembrano
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Le minori entrate per la collettività derivanti dall'evasione fiscale, affliggono l'intera collettività per oltre 120 miliardi di euro. La crisi è finita. Sarà annientata, spazzata via, entro qualche settimana sarà solo un lontano ricordo, fra un anno non ne saprà più niente nessuno. No, non è l’ennesimo mal riuscito slogan elettorale: è la verità! Pare che sia stato trovato un rimedio per aumentare del 400% il fatturato delle aziende. Chiaramente non ha funzionato in tutti i casi, però c’è stata una fetta di commercianti che, fungendo da laboratorio, ha tratto da quest’azione benefici incommensurabili. Il laboratorio si è tenuto a Cortina d’Ampezzo ad inizio Gennaio. Il rimedio è stato un blitz dell’agenzia delle entrate. Pare che la presenza dei controllori all’interno degli esercizi commerciali rassicuri i consumatori e che li porti a spendere quattro volte quello che spenderebbero altrimenti. Semplice, efficace. Gestori d’imprese e commercianti che fino al giorno prima avevano guadagni modesti si sono trovati d’un sol colpo i ricavi quadruplicati. A questo punto sarebbe stato normale un coro di ringraziamenti, canti di giubilo e politici locali con l’umore alle stelle. E invece che succede? Che i commercianti sono tristi e che il governatore della regione in questione si
offende dicendo “Eh, andate a farlo anche al sud”. Strani questi leghisti. Portano loro il metodo per quadruplicare i guadagni in un giorno e si offendono, mah. Allora noi siamo qui per gridare a gran voce che, se vogliamo uscire dalla crisi, ci auspichiamo che episodi come quelli di Cortina d’Ampezzo vengano replicati in tutta Italia (nord, centro, sud, levante, ponente, destra e sinistra, sopra e sottoterra). Il nome della campagna è
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Pare che la presenza dei controllori all’interno degli esercizi commerciali rassicuri i consumatori
pronto: “10, 100, 1000 Cortina d’Ampezzo”. Non vogliamo neanche i diritti, ci accontentiamo di aver risolto un enorme problema. Tra l’altro i commercianti dovrebbero essere ben lieti di pagare addirittura in prima persona lo stipendio dei funzionari preposti, visto l’indiscutibile vantaggio che portano loro. Se siete tra le attività commerciali che pensano di poter trarre vantaggio da un blitz dell’agenzia delle entrate, o
semplicemente se ne conoscete qualcuna (magari anche senza avvisarli, sarebbe una gran sorpresa) fatelo presente all’agenzia delle entrate o anche alla Guardia di Finanza, contattateli!. Ricordate che test in laboratorio hanno evidenziato ricavi aumentati del 400%. È vero che Natale è passato, ma che regalo! Non sprechiamo quest’occasione e spargiamo la voce. La crisi è finita!
Illustrazione di Valentino Spadoni
N
Illustrazione di Valentino Spadoni
"Dopo Cortina le città di Milano, Napoli, Courmayeur e anche Roma, con l'operazione Rugantino, sono state oggetto SCORRETTO dei blitz anti-evasione. 10,L100, 1000 Cortina d'Ampezzo, ricordate?"
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Politicamente
P.S. Pare che l'invito sia stato accolto e che anche a Milano (il 28 e 29 gennaio) ci sia stato un bel blitz per aiutare i commercianti ad aumentare i propri introiti. Stupisce che alcune discoteche ed alcuni locali, i cui proprietari sono evidentemente spaventati dall'aumento del proprio fatturato, siano rimasti chiusi non appena saputo dei controlli. AGENZIA DELLE ENTRATE: Direzione Provinciale I di Roma Telefono: 06/583191 - Fax: 06/5812277 E-mail: dp.iroma@agenziaentrate.it GUARDIA DI FINANZA: 117
un'impressione, questa Terza Repubblica assomiglierà tanto alla prima. E, sinceramente, noi under25 che non l'abbiamo vissuta non è che abbiamo tutta quest'ansia di sperimentarla, anzi. Purtroppo, a meno che non ci svegliamo, a farne le spese saremo noi. Noi ragazzi, s'intende. È ora che la politica torni al suo ruolo originale, che ritorni ad essere l'arte di governare la società, una cosa nobile. Dai movimenti (quelli veri, non quelli dei santoni), da molte persone al momento ancora ingabbiate dentro schieramenti antiquati e da chi magari in questi schieramenti non si riconosce, qualcosa può nascere. Deve nascere. Altrimenti sarà solamente un'altra occasione persa. Per noi s'intende, mica per loro. 6
stanza di ospedale dove dal 27 febbraio è ricoverato Luca Abbà, 37 anni, militante NOTAV, folgorato e precipitato da un’altezza di dieci metri dal pilone sul quale era stato costretto ad arrampicarsi per far sentire la propria voce. Non sappiamo ancora come siano andate le cose. Se si sia trattato di un incidente o di un gesto volontario (pochi attimi prima della tragedia aveva dichiarato: “Sono pronto e disponibile ad appendermi ai fili della corrente, se non la smettete”). Sentiamo soltanto questo silenzio che ci uccide. È per questo che tutto il nostro sostegno e la nostra solidarietà va all’amico Luca Abbà, uno di noi, con la certezza che terrà duro in queste ore delicate perché sa bene quanto sia importante che continui a lottare, al nostro fianco, per un mondo migliore. Soprattutto per questo.
ai tuoi interlocutori. E non possiamo quindi non gioire del fatto che, proprio nel tempio del consumismo, durante la notte degli Academy Awards, l’evento di comunicazione mondiale per eccellenza, il premio come miglior film venga assegnato a “The Artist”, film muto. Era dalla prima edizione degli Oscar, nel lontano 1929, che un film muto non aveva più vinto la statuetta. Nel 2012, nel mondo della confusione, delle parole gridate, delle urla, delle piazzate, delle liti, nell’epoca della comunicazione estrema, dopo più di ottant’anni riscopriamo il gusto di premiare chi le parole non le usa per niente. Le parole, si sa, distraggono. Ed è per questo che il silenzio spaventa così tanto. I manifestanti di tutta Italia, in queste ore, hanno smesso di gridare. Un silenzio assordante ha sostituito ogni rumore. È il silenzio che proviene dalla
CORSI
LA STENCIL-ART ARRIVA A LADISPOLI
Progetto Misola:
UN GRANDE SUCCESSO PER ANIMO
ISCRIVITI PER ESPRIMERE LA TUA CREATIVITÀ
Al via la campagna “QUEST’ANNO LA PASQUA è PIÙ DOLCE” a favore della costruzione della scuola di YERBA PEULH (BURKINA FASO)
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Si è ufficialmente chiuso a febbraio il PROGETTO MISOLA 2011. Gli obiettivi che ci eravamo prefissati sono stati raggiunti e con enorme sorpresa di tutti addirittura superati. Sono state vendute ben 921 cartoline regalo, i fondi raccolti sono stati pari a € 5.075,00. Una spedizione partita per Yako il 27 febbraio consegnerà ai bambini dell’Orfanotrofio la prima tranche di Misola e di altri beni alimentari. Ringraziamo tutte le persone che hanno aderito e hanno reso possibile l’autosufficienza alimentare per i bambini di Yako per tutto il 2012. Ma la nostra associazione non si ferma. Per l'Africa c’è ancora molto da fare e quindi dopo varie ricerche abbiamo deciso d’intraprendere un nuovo progetto: la costruzione di un edificio scolastico nel villaggio di Yerba Peulh in Burkina Faso. Il progetto prevede la ristrutturazione di un edificio
e di un magazzino e permetterà a 150 bambini in età scolastica di poter studiare in un’aula che abbia pavimento, soffitto, finestre e banchi. Abbiamo dato il via alla raccolta fondi per il progetto LA SCUOLA DI YERBA PEULH con una festa in maschera, in occasione del carnevale, al Malibù Beach di Ladispoli. Durante la serata abbiamo raccolto € 1.400,00. Ma non bastano, l’obiettivo da raggiungere questa volta è di 9.000,00 €, quindi abbiamo presentato nuove iniziative. Per le festività pasquali si potranno trovare in alcuni punti vendita di Ladispoli, Cerveteri, San Nicola, Cerenova, Roma e Firenze, le UOVA DI PASQUA DI ANIMO. Con un piccolo contributo a partire da 5,00 € si può contribuire al progetto. Tutti i dettagli sul progetto e sulle possibilità di sostenerlo si possono trovare su www.associazioneanimo.org e sulla pagina facebook Animo onlus.
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L’associazione culturale In Quel Posto, con sede a Ladispoli in via Vilnius, propone un corso di stencil-art, tecnica che sta avendo grande risonanza nel mondo dell'arte contemporanea. Ma che cos’è lo stencil? “Lo stencil è una maschera che permette di riprodurre le stesse forme in serie. La maschera è realizzata tramite il taglio di alcune sezioni della superficie del materiale per formare un negativo fisico dell'immagine da creare. Applicando della vernice o del pigmento sulla maschera, la forma ritagliata verrà impressa sulla superficie retrostante lo stencil, in quanto il colore passerà solo attraverso le sezioni asportate” (wikipedia). Questa tecnica permetteva e permette di produrre dei multipli dello stesso soggetto, è quindi una tecnica ancestrale di stampa. Nell'ambito del corso saranno illustrate ai partecipanti varie tecniche e materiali per la produzione di immagini, verrà insegnata l'elaborazione grafica di un soggetto, a scelta del corsista, a partire da una foto, attraverso l’uso di software per la grafica e il fotoritocco, si avrà la possibilità di sperimentare vari strumenti per l'intaglio della maschera e vari materiali pittorici per il
trasferimento dell'immagine finale su diversi tipi di supporti. Lo scopo del corso è rendere i partecipanti in grado di produrre autonomamente i propri stencil, che hanno le più svariate tipologie di applicazioni: dalla decorazione per interni, come “greche” sulle pareti di casa o motivi per la decorazione di tendaggi, alla street art da produrre in outdoor per esprimersi ed abbellire ambienti urbani, fino alla realizzazione di vere e proprie opere d'arte. La durata del corso è di ventiquattro ore complessive, suddivise in lezioni di due o tre ore a seconda della disponibilità dei partecipanti. La durata del corso, che partirà dal 15 marzo, sarà da un minimo di un mese a un massimo di due, sempre a seconda delle disponibilità. Tutti i materiali sono a carico dell' organizzazione e a disposizione dei partecipanti, che avranno modo di sperimentare la tecnica a loro più congeniale, dall'intaglio della carta semplice a quello del cartoncino pressato fino ai fogli di acetato e di poliestere, l'uso di cutter e di bisturi, la tecnica a tampone, la spugna o lo spray. Insomma ce n’è per tutti i gusti. Per ulteriori informazioni e iscrizioni
338.4246067 - Davide
Musica
NOBRAINO
In ESCLUSIVA per VoiceOver
di Flavio Atzori
V
Voce profonda, gutturale, cadenzata. In una telefonata con Lorenzo Kruger bisogna fare attenzione anche ai punti di sospensione, ai momenti vuoti. Percepisci l’anima profonda dei Nobraino, dettata dall’arte e non solo dalla musica. La profondità della voce è un vincolo, un tramite per trasmettere le emozioni sotto forma di parole. Come nascono i Nobraino? Ho letto che eravate prima una squadra di basket poi musicisti. «I Nobraino sono un fatto, un dato di fatto. Ci conosciamo da una vita - avevamo 16 anni - ora ne abbiamo più del doppio; non ha neanche più importanza di come sono nati i Nobraino. Ad un certo punto abbiamo cominciato a suonare, al di là di tante altre cose». Il nome da cosa deriva? «Sarai perfettamente in grado di fare un’analisi etimologica del nome no?! Abbiamo sempre pensato che non bisognasse essere razionali per fare musica, ma emozionali. Giochiamo con il fatto che Nobraino non vuol dire propriamente "stupido", quanto piuttosto... "Non con il cervello"». Quindi lasciarsi andare a quello che è il mondo della musica… «Almeno nel mondo del rock, che gira e orbita in questa dimensione, può prendersi il lusso di essere istintivo prima di tutto». Questo modo di intendere la musica, il rock e la vita, ha influito nel fatto che non vi siete legati a etichette discografiche di major? «Bisogna essere onesti... Anche noi non abbiamo ricevuto chissà quali proposte. Siamo sempre stati autonomi,
liberi, indipendenti. Tutt’ora siamo con la MarteLive che è un’etichetta, una dimensione molto a misura d’uomo e non a misura di business. Crediamo che la musica vada fatta con misura, cn le tempistiche giuste e con una certa teatralità». In questo rientra anche il fatto che, nei vostri spettacoli c’è molta teatralità. Da cosa deriva questa scelta? «Diciamo che di progettualità non ne abbiamo mai avuta. Non abbiamo mai stabilito che musica, fare ne che vestiti indossare. È semplicemente il frutto di tanto tempo passato insieme dentro una stessa... Cosa e forse anche la… Noia decide delle varianti. Lo spettacolo dei Nobraino è la somma di boh… Abbiamo fatto tipo 800 concerti. A forza di farne insieme, un giorno ti inventi qualcosa, un giorno te ne inventi qualcos'altro. È una sorta di evoluzione naturale. È molto darwiniana la cosa». Da cosa attingente a livello musicale? Avete dei gruppi o delle linee a cui ispirarvi? «Ovviamente ognuno di noi ha degli ascolti ed ognuno di noi riporta nella sua proposta musicale. Qualcuno in particolare… Si fa fatica, anche perché io ho dei miei riferimenti, come Paolo Conte piuttosto che altra roba del can-
tautorato italiano, quello serio ovviamente. Ascolto anche altra roba del panorama Indie italiano. L’ispirazione si trova dappertutto. Bisogna solo essere attenti e ricettivi». Quanto c’è di romagna in quello che fate? «Tanto. Noi veniamo da una terra di intrattenimenti, ospitalità, di generosità. la fortuna della romagna è dipesa dalla generosità, perché, una volta, faceva del turismo la sua bandiera. I Nobraino si danno molto . Uno spettacolo deve essere divertente in maniera sana. Abbiamo questa sorta di missione genetica». Mi parli della tua passione per il cinema? «Ho una passione più in generale per l’arte visuale. Anche la fotografia mi piace, la pittura, la moda mi piace molto. Il mezzo video invece mi attira, perché è una forma di arte molto completa. Negli ultimi anni ho seguito le produzioni video dei Nobraino, ed è una cosa che mi diverte, mi appaga. Fa tutto parte però di un mio occhio visuale, una mia tendenza. Questo, più che la passione per il cinema, perché bisogna essere coscienziosi che il cinema è un’arte molto complessa e grandiosa... Non bisogna fare i facili». Parliamo dell’ultimo album. Mi ha in-
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S’intitola “Disco d’Oro” il quarto album dei Nobraino in distribuzione da venerdì 9 marzo nei negozi di dischi, sul sito www.martelabel.com e in digitale sui principali negozi on line. Il nuovo album è stato registrato nell'autunno del 2011. I Nobraino hanno deciso di seguire la tradizione di storici album monocromatici (White Album dei Beatles, o il Brown Album dei Primus), e dovendo quindi scegliere un colore hanno puntato sull'oro, metafora del bene rifugio ma anche parodia del noto premio discografico. Due i singoli in anteprima estratti dal “Disco d’Oro” : “Film muto” e “Record del Mondo”. L'uscita discografica è accompagnata dal ritorno alle scene del gruppo che inaugurerà la ripresa del tour con una doppia data romana al Circolo degli Artisti - 9 e 10 marzo. Riparte così dopo sei mesi di lontananza dai palchi, il viaggio attraverso l'Italia della band in un continuum spazio musicale, in cui prenderanno posto le canzoni del nuovo disco insieme al vasto repertorio della band romagnola.
curiosito la scelta del colore univoco dell’oro. «Una scelta cromatica. Volevamo fare un album monocromatico in quel senso. Abbiamo giocato poi con la questione oro su diversi aspetti. Le scelte che facciamo tendono ad essere ad effetto sempre, ed in questo caso non siamo stati da meno». Su cosa vi siete spinti a livello musicale? «Siamo stati semplicemente più attenti a fare un disco più curato. Le ultime produzioni erano più che altro pause da concerti. Questa volta abbiamo messo un atteggiamento più serio». Si tratta quindi di un disco su cui puntare nei concerti e non più il contrario? «Come Nobraino, abbiamo avuto sempre concerti migliori del disco. Adesso vorrei che ci fosse maggiore equità». Devo consigliare ad un ragazzo totalmente ignorante di musica dei Nobraino una canzone dell’ultimo cd. Che canzone gli consigliamo? Dammi una scelta d’impulso… «Del nuovo disco? Boh… “Il mangia bandiere”. Perché ha un sound molto fresco. Anche se l’argomento è serio… Sai…in linea di massima, il cantautorato ha preso una forma più deficente (nel senso latino)…».
MARZO: ARIA DI PRIMAVERA E DI
GRANDE MUSICA
A
Aria di primavera, voglia di novità e straordinari eventi al Crossroads Live Club. Il prestigioso locale, uno dei più grandi e conosciuti della Capitale, la cui fama ha raggiunto oramai ogni angolo d’Italia, inaugura la bella stagione con una programmazione audace che nei mesi di marzo e aprile vedrà susseguirsi sul gigantesco palco una serie interminabile di grandissimi artisti e che andranno ad arricchire il già importante vissuto di questo storico luogo dove sono già passati tantissimi nomi, da Tommy Emmanuel a Tony Levin, da Steve Lukater agli Earth Wind & Fire, dal Banco alle Orme, e dove l’ascolto perfetto della musica, 20.000 watt di potenza e qualità, si affianca sempre alla gradevolezza dell’ambiente, al calore dei legni degli arredi, alla simpatia e cordialità del personale, e non ultimo, alla superiore cucina ricca di ottimi cibi e di birra di primissima qualità. Crossroads sta per “incrocio” e da questa prerogativa nasce proprio la filosofia di ricercare musica a tutti i livelli e in tutte le direzioni. Non è mai stato un mistero l’ambizione della direzione artistica di portare sulle tavole di questo palco il gotha della musica mondiale, e queste settimane che stanno arrivando saranno sicuramente foriere di gran-
Eventi
CROSSROADS
dissimi eventi, alcuni costruiti in esclusiva per il locale, secondo le direttive dell’attuale programmazione che cerca sempre di realizzare serate uniche ed irripetibili, all’insegna della creatività e dell’esclusività. Come ad esempio lo spettacolare evento "Pink Floyd" di febbraio con la riproposizione integrale di Atom Heart Mother da parte degli Acoustic Floyd, con coro polifonico ed orchestra di ottoni e la straordinaria partecipazione di Max Gazzè. E quindi marzo vedrà finalmente, dopo il rinvio di febbraio causa neve, l’arrivo di Billy Cobham, uno dei maggiori batteristi di sempre, un evento che si preannuncia elettrizzante ed appagante, come sempre succede quando ci sono in gioco personaggi di spessore mondiale come l’artista panamense. Ma altri spettacolari eventi rendono questo mese assolutamente godibile, a partire dal bassista ex UZAB Alain Caron e la sua band, alla simpatia di Tasha Rodriguez che nel giorno della festa della donna porterà certamente una nota di allegria e divertimento, alla scatenata energia dei Funk Off già visti con successo sul palco del 1 maggio. Grandi eventi anche nelle settimane seguenti, un salto nei mitici anni 80 con la musica fascinosa dei Matt Bianco ed il giorno
seguente la grande festa disco con gli Eiffel 65 ed il dj Gabry Ponte. A concludere il week end il grandissimo Mike Stern feat. Didier Lockwood in un concerto imperdibile. E a proposito di serate evento non si può non ricordare Arti e Mestieri, storico gruppo prog italiano che dividerà il palco nientemeno che con David Cross e Mel Collins, ex King Crimson, a fine mese. Ed Aprile non sarà certamente da meno. Da Steve Burns allo storico gruppo degli Area, riunitosi da qualche mese, al sontuoso concerto della big band dell’ormai affezionatissimo Matthew Lee per concludersi con l’evento forse più importante di sempre qui al Crossroads, il 27 e 28 aprile, con il doppio concerto della pianista giapponese Hiromi Uehara, musicista straordinaria e sicuramente artista del momento, accompagnata da Simon Philips e Antony Jackson, un evento fortemente voluto dalla direzione e che lascerà sicuramente un segno indelebile fra le pareti del locale romano. E non è finita qui, novità anche per maggio e giugno, un estate tutta da sentire e che si promette di grandissimo livello. Dunque artisti di livello mondiale, ricordando però che il Crossroads non dimentica proprio nessuno, anche i gruppi meno conosciuti avranno la loro chance attraverso il Futura contest che inizia proprio a marzo e che andrà avanti fino alla fine della stagione, regolamento e premi sul sito. Dunque ogni serata un evento, da ascoltare e da vedere gustandosi magari una delle tante specialità della cucina, comodamente seduti al proprio tavolo.
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Il Crossroads Live Club anche a Marzo propone un calendario di eventi di prima categoria. Grandi artisti e rassegne per spettacoli live di qualità unica. Qualche esempio?
VENERDÌ 16 MARZO Tornano alla ribalta dopo i fasti degli anni '80 i Matt Bianco il gruppo pop-soul britannico. Attualmente il gruppo è un duo, composto dal cantante Mark Reilly e dal musicista Mark Fisher, ma originariamente si formò come trio, con Reilly insieme al tastierista Danny White e alla cantante polacca Basia Trzetrzelewska.
SABATO 17 MARZO Gli Eiffel 65 sono un gruppo musicale italodance nato nel 1998 negli studi della casa discografica torinese Bliss Corporation. Hanno vinto il triplo platino negli Stati Uniti ed il disco di diamante in Francia (l’equivalente di due dischi di platino e di un oro in Italia) con l’album Europop; il triplo platino in Germania, Inghilterra, Australia con Blue (Da Ba Dee), il disco di platino per ogni singolo pubblicato ed il disco d’oro in Italia per l'album Eiffel 65. 11
Da segnalare anche l'esibizione il 18 marzo di Mike Stern, una delle migliori chitarre jazz fusion del momento e il 30 marzo di Arti e Mestieri, storica band di prog italiana.
In ESCLUSIVA per VoiceOver
Musica
ERICA MOU di Simone Giacinti
DIRETTAMENTE DA SANREMO VINCITRICE DEL PREMIO DELLA CRITICA (SEZIONE GIOVANI)
E PREMIO DELLA SALA STAMPA RADIO TV
G
Giovani, stravagante, simpatica e umile. Sembra un tema delle elementari con il titolo “descriviti in quattro aggettivi” invece è semplicemente quello che arriva di Erica Mou. Tra i mille impegni riesco a raggiungerla al telefono. A casa, a prendere fiato dopo Sanremo, ci concede il suo tempo. È disponibilissima come sempre, allegra, con una voce che trasmette tranquillità. Si sente che vuole comunicare, che vuole trasmettere qualcosa. Ha tanta voglia di parlare e di esprimersi. Inusuale sentire uscire dalla bocca di una ragazzetta del 1990 dei ragionamenti profondi che passano da Celentano a Sergio Endrigo, dalla Puglia al movimento politico-culturale di oggi, dal sogno di viaggiare ai Foo Fighters.
vincitrice lo stesso. Il premio Mia martini è una cosa a cui ho sempre ambito, per il nome, per la storia, per le persone che l’hanno vinto. Mio padre mi diceva sempre che il vincitore del Festival era quello che vinceva il premio Mia Martini». Vincono due cantanti e non due cantautori, nonostante la folta presenza di cantautori quest’anno. Non pensi si debba dare più importanza a questa categoria? «Si e no. Sicuramente sarebbe bello che partecipassero tutti cantautori, ma è importante molto anche la figura del paroliere. Gli interpreti sono necessari e sono difficili Prima domanda banale e scontata ma d’obbligo: im- da trovare, anche più di un buon cantautore». pressioni post Festival? Le polemiche su Celentano? «Mantengo una sensazione di grande felicità. Sono «Ho difficoltà a rispondere. Questo è il Festival che in contenta per come sia andato sia dal punto di vista ar- assoluto ho visto di meno. Non avevo il tempo tra pretistico, che per le opportunità parazioni, esibizioni. Ho ascolche ne derivano. Il Festival tato un pezzo del suo discorso non è solo l’esibizione, è tutto la prima sera, ma la seconda Schiva chi si conforta quello che ci gira attorno: involta non sapevo nemmeno ci con espressioni di gomma terviste con giornali, radio, la fosse. Da quello che ho letto settimana prima, la settimaè stata una presenza forte. In na dopo. Sono anche molto stanca lo ammetto, ma non un modo o nell’altro ne ha fatto parlare ed anche se ha è il momento di rilassarsi. Questo Festival mi ha fatto detto cose non condivisibili da tutti è forte il dibattito capire una cosa importante, che se l’avessi affrontato creato attorno alle parole di una sola persona. Il dibatqualche anno fa non l’avrei vissuto con la giusta sanità tito è sempre produttivo». mentale». Ha paura di invecchiare la giovane Erica? Tutti scrivono che sei la vincitrice morale. Io personal- «E certo! Proprio per questo ho scritto questa canzone, mente non ho mai creduto nelle vittorie morali, tu? ho pensato di aver paura di invecchiare. Poi ho capito «Non è che ha proprio senso, in effetti. Però mi sento che era un paura stupida e che, in realtà, era molto più
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grande la paura di non invecchiare. La canzone è stata anche una promessa per me stessa, su come vorrei invecchiare e con chi». Il suono e la musica da dove deriva? «I primi ascolti che ho fatto sono senza dubbio i cantautori italiani: Guccini, Fossati, Endrigo e Tenco dentro casa mia era all’ordine del giorno. Poi tutto ciò che ascolti entra nella tua cultura anche se non ti piace. La musica angolofona per esempio, che per forza di cose diventa musica di tutti. Soprattutto ora sono molto curiosa e, cerco di attingere e di farmi consigliare da tutte le persone che ho accanto, in modo da conoscere sempre musica nuova. C’è un po’ questa voglia di esterofilia nei giovani cantanti di oggi. Tu invece attingi molto dalla tua terra, la Puglia. È casa mia ed è un forte punto di partenza. Mi fa stare serena e l’ambiente che mi circonda mi da tranquillità, ed è importante perché traspare in ciò che fai. Inoltre è un momento fortunato per la nostra regione, dove noi tutti siamo orgogliosi e fieri di provenire da questa terra». Secondo te, questo nuovo vento del sud è una forza a se stante o è frutto di una politica che punta a rinascere proprio dal Sud? «Entrambi. Penso che ci sia, per prima cosa, una componente storica: le cose cambiano, i territori fertili culturalmente e soprattutto musicalmente non sono sempre gli stessi. Prima la Liguria, poi l’Emilia Romagna, poi il
Sono fiera di essere pugliese
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Musica
Lazio, ora siamo arrivati da noi. E in più c’è una strategia ed una consapevolezza degli entri del sud che vedono la cultura come il settore cardine per far ripartire l’economia. Quindi quando senti i tuoi sforzi sostenuti e ti senti incoraggiata a dare il massimo, hai un incentivo maggiore». Nell’intervista precedente ci avevi detto che ami viaggiare. Ora? «Ancora ho la passione e la voglia di viaggiare. Si potrebbe unire utile e dilettevole: un bel tour all’estero». Posata la chitarra Erica ancora studia? «Per ora sono ferma. Sono al secondo anno e intendo finire il prima possibile». 3 canzoni che fanno parte della playlist della tua giornata? «Aria di neve di Sergio Endrigo, che sentivo i macchina con la famiglia e mi ricorda i viaggi dell’infanzia.. Costruire di Niccolò Fabi, che per me è un must. E infine Gun di Emiliana Torrini». Con chi sogni di fare un duetto? «Ovviamente ho dei miti, ma non sono facilmente raggiungibili. Una volta ho pensato a quanto sarebbe stato bello fare un duetto con David Groll, poi Mina ha scritto su Repubblica che sognava di duettare con i Foo Fighters, capirai da te che… (ride ndr.) Ne ho altri, ma me li tengo per me, no si sa mai…».
DA NON PERDERE ERICA MOU In concerto 26 marzo 2012 ore 21:00 Teatro Parioli - Peppino De Filippo Via Giosué Corsi, 20 Info: 06.8073040 www.pariolinmusica.it
VERONIKA? Il nuovo album COME UCCELLI SUI CAVI ELETTRICI
A
Intervista a Luca Pet dei vicentini VERONIKA?
Abbiamo incontrato Luca Pet cantante dei Veronika? che il 17 marzo presenteranno il loro ultimo disco “Come uccelli sui cavi elettrici” all'Auditorium di Bracciano in occasione della serata di chiusura del Festival Lake Music Live. Il terzetto di base dei Veronika? Luca - voce, Michele - batteria e Andrea - basso, in realtà proviene dall'esperienza dei VIBRA che con l'etichetta LAKE RECORDS di Bracciano ha pubblicato già due dischi, e dunque la domanda è d'obbligo.
laiati sui cavi dell'alta tensione e l'immagine mi ha colpito molto e rappresentava bene il contenuto del disco che è fatto di momenti di tensione alternati a brani più quieti e “come uccelli sui cavi elettrici” mi sembrava una metafora perfetta. Solo dopo ho scoperto che il grande Leonard Cohen aveva inciso una canzone proprio con questo titolo, ma è stato solo un caso. Per quanto riguarda il disco i brani sono stati composti da Michele ed io ho lavorato ai testi. Questa volta ci un contratto discografico e dopo più di siamo direttamente occupati di tutta 10 anni siamo ancora legati a loro, con la pre produzione e registrazione del grande soddisfazione, credo reciproca! disco che abbiamo fatto nello studio di E poi sarà stato pure il vino... Michele e poi abbiamo affidato il mix al Il vino? In che senso? grande David Lenci e fatto masterizzare (Ride) Sai, noi veneti abbiamo la fama da Bob Weston a Chicago». di apprezzare molto il vino e quando Voi siete vicentini e i vostri dischi sono siamo arrivati a Bracciano il giorno del prodotti da un'etichetta di Bracciano nostro concerto al Rockness, ci siamo e siete molto seguiti da queste parti, presentati portando in dono una picci racconti il vostro legame con questi cola damigiana del nostro buon rosso luoghi? e abbiamo fatto un po' di baldoria. La «Tutto è nato sera quando siamo saliti sul dalla nostra esipalco siamo stati presentati bizione al Rockcon queste parole: se suonaness Festival sul ...COME UCCELLI SUI CAVI ELETTRICI TOUR... no come bevono ne sentirelago di Bracciano mo delle belle!». nel 2001, siamo stati subito accolti con grande VERONIKA? affetto e dopo 17 marzo - ore 21:00 il concerto i reAuditorium di Bracciano sponsabili della Serata conclusiva del Lake Records ci LAKE MUSIC LIVE Festival. hanno proposto
...COME UCCELLI SUI CAVI ELETTRICI TOUR...
VE RO NI KA
Come mai avete deciso di pubblicare questo ultimo lavoro con un nuovo nome e perchè il punto interrogativo dopo il nome? «Per correttezza nei confronti del nostro ex chitarrista, dopo la sua decisione di lasciare i Vibra, e con l'inserimento di 2 nuovi chitarristi, Alessandro e Paul, ci sembrava giusto il cambio del nome. La scelta è ricaduta su un nome molto femminile, perchè l'energia femminile è quella che fa girare il mondo e il punto interrogativo in realtà in un primo momento era dovuto ad un errore di stampa poi ci è piaciuta l'idea di dubbio e ambiguità che trasmetteva, in sintonia con i tempi che viviamo e l'abbiamo lasciato nel nome». Parlaci del disco “Come uccelli sui cavi elettrici” da dove hai preso il titolo? «Io sulla carta di identità sotto “professione” ho fatto mettere “cantante” ma come hobby guido il furgone per una ditta, e una volta mi è capitato di vedere proprio mentre guidavo il mio furgone la scena di molti uccelli appol-
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Dal film ACAB
Prima di chiedersi chi sono gli innocenti e i colpevoli bisogna chiedersi come funziona il lavoro della Celere
di Eleonora Taddei
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Cobra
Dopo la serie Romanzo Criminale il regista Stefano Sollima è tornato nelle sale con un altro film travolgente e che fa discutere: ACAB. Prima i delinquenti protagonisti e romanzati della Banda della Magliana, ora i Poliziotti presuntuosi e violenti. Favino, Nigro, Giallini (copertina del numero di febbraio ndr) e Diele sono la squadra della celere attorno a cui gira tutto il film. Un film forte che non condanna né assolve. Ma ce lo facciamo raccontare dal regista stesso. Con ACAB che messaggio voleva dare agli spettatori? «Mah, non penso che si manda un messaggio con un film. Con un film si racconta una storia, i messaggi si mandano con le mail, coi telegrammi, con le lettere. È un film: non c'è nessun messaggio. Preferisco definirlo tema. Qual è il tema del film? L'dio, la violenza nella nostra società, nel caso specifico a Roma». Non ha paura che con l'interpretazione data, si possa generalizzare e arrivare a considerare la celere e le forze dell'ordine un covo di corrotti? «No non credo proprio, non credo perché noi in Italia non siamo tanto abituati al cinema, nel senso che se negli Stati Uniti fai una serie su un'agente dei servizi segreti che protegge il presidente da un complotto dei suoi stessi uomini, a nessuno viene in mente di chiedersi se il servizio segreto è reale o no. (La serie in questione è 24 ndr). In Francia invece fanno 36, una bellissima serie, dove si raccontano le azioni di una squadra di poliziotti corrotti. A nessuno viene in mente di domandarsi se la polizia è veramente così, perché fuori confine si da un valore diverso a ciò che si vede. Quella è una serie, la realtà è un’altra. Solo in Italia ci poniamo il problema se facendo un film violento si crea una generazione di violenti. A me è successo con Romanzo Criminale e con ACAB. Quello che è successo in questi anni è stato
In ESCLUSIVA per VoiceOver
Cinema
L’ITALIA e L’ABUSO di POTERE ed è sotto gli occhi di tutti. È evidente che non si può generalizzare, non si può pensare che la polizia sia tutta così. È pur sempre un film». A che tipo di pubblico voleva rivolgersi? «Ai giovani, perchè il pubblico più adulto storicamente non va a vedere film se non le commedie, poiché il cinema di genere, il poliziesco per esempio è stato per decenni frutto delle produzioni americane. Mi sembrava corretto proporre anche una nostra visione di quel genere, com'era negli anni settanta. Quindi io mi sono voluto rivolgere proprio ai ragazzi, che sono stati il cuore del successo di romanzo criminale. Sono loro che vanno al cinema, sono loro che poi decretano i successi del cinema. Io ho 45 anni, ho due bambini piccoli, per andare al cinema mi devo organizzare, non è cosi semplice, paradossalmente fare un film diretto ad un mio coetaneo sarebbe, da un punto di vista concettuale e commerciale, un suicidio. Quindi penso che sia più giusto rivolgersi ai giovani perché per questo genere sono più recettivi, rispondono, vengono nelle sale. Noi siamo usciti parallelamente a Mission Impossible, che è un filmone, un co-
lossal. Il nostro ovviamente ha metodi infinitamente più limitati, però è stato nelle sale, ha potuto competere con un colossal e la gente è andata vederlo». Cosa le piacerebbe che lo spettatore dicesse all’uscita dal cinema? «Niente, che è quello che ho visto poi. La reazione che mi ha più colpito è quella che poi mi ha reso più felice: uscendo dal cinema, non ti viene da parlarne subito, per cui io ho visto sale svuotarsi in silenzio. Ma sale anche piene di ragazzi, di quindici o sedici anni che magari erano stati anche attirati dal tema, dalle botte, dalla violenza degli scontri, dallo stadio, che però poi uscivano silenziosi, un po’ toccati dal film. Quella mi sembrava la cosa più bella. Un'altra reazione che mi ha colpito positivamente è che non ho sentito nessuno che vedendo ACAB sia uscito gasato, come invece poteva essere con romanzo criminale. Con romanzo criminale anche una sessantenne, una signora, madre di famiglia, all’uscita della sala viene stuzzicata dall’idea di farsi la banda con le amiche! Con ACAB no, perché è un ritratto cosi spietato della società e della convivenza civile, che è chiaro che tocca chiunque».
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PROFILO
Il
Inizia la sua carriera realizzando cortometraggi. Lavora poi come cameraman per NBC, CBS, CNN realizzando diversi documentari in zone di guerra.
Dopo qualche spot tv entra nel mondo della fiction dirigendo alcuni episodi di Un posto al sole e La squadra. Nel 2005 è regista della miniserie televisiva Ho sposato un calciatore trasmessa da Canale 5. Il successo arriva nel 2008 quando realizza la serie televisiva Romanzo criminale, basata sull'omonimo romanzo di Giancarlo De Cataldo. Nel 2012 fa il suo esordio sul grande schermo con il film ACAB - All Cops Are Bastards, tratto dal libro di Carlo Bonini.
ESTHER ELISHA di Shaila Risolo
‘LA-BAS’ UN GANGSTER MOVIE CHE PARLA DI SOGNI
E
NELLE SALE DAL 9 MARZO
Esther Elisha, protagonista di La-Bas: “Un gangster movie che parla di sogni”. Il film che ha Venezia ha vinto il premio come miglior opera prima. Settembre 2011, Venezia: fra i tanti film presentati alla 68esima Mostra del Cinema ce n’è uno che suscita un interesse particolare. Si chiama ‘LaBas’. Nel cast non ci sono le solite stelle del cinema. Il regista, Guido Lombardi, è alla sua opera prima, eppure pubblico e critica sono stati conquistati da questo gioiellino della cinematografia italiana indipendente, in uscita nelle sale il 9 marzo. Leone d’Oro per la miglior opera prima e Premio Kino alla 26ma Settimana della Critica, ‘La bas educazione criminale’, racconta la storia di un ragazzo africano che emigra in Italia e, riposti i propri sogni in un cassetto, si ritrova a dover fare i conti con due sole possibilità: lo sfruttamento o la criminalità. ‘La- bas’ significa ‘laggiù’ è il termine con cui gli immigrati indicano l’Europa. Protagonista femminile del film è c, chiamata ad interpretare il ruolo di Suad. “Il film ha dei punti che hanno a che fare con la realtà degli immigrati in Italia, e in particolare a Castelvolturno (Caserta), ma è la storia di un ragazzo che vuole realizzare i suoi sogni, e che nel corso di questo tentativo si perde per strada. È un gangster movie, ma con il valore aggiunto di aderire alla realtà attraverso il linguaggio, le diverse lingue parlate dai protagonisti”. Nel film i molteplici idiomi dei personaggi
FRAME
Cinema
Q
Quando Hugo Cabret va a dormire, saluta il suo amico ‘automa’, mette uno dei suoi orologi accanto al letto, e infine spegne la luce.
creano un conglomerato di lingue che spostano l’asse di rappresentazione dalla finzione verso il docu-film. Cosa ti ha spinto a fare questo film? «La sceneggiatura, l’ho trovata meravigliosa e ho pensato che quel film avrei voluto vederlo da spettattrice. È stata la prima volta che ho provato questa sensazione! Poi sono fiera di fare parte di questo progetto, il primo film italiano con un cast i cui protagonisti sono di origine africana. Mi sembra di essere entrata nella storia del cinema italiano! Poi anche l’esperienza di Venezia, il fatto che il film abbia incontrato dei riconoscimenti. Ma sicuramente la cosa che ho apprezzato di più e stato vedere il pubblico commosso durante la proiezione. Ho sentito che eravamo riusciti ad arrivare al cuore delle persone, e spero che il film continuerà a suscitare le stesse emozioni quando uscirà al cinema». Il film ha un grande valore anche sociale, qual è il messaggio che vorresti restasse nel cuore delle persone che andranno a vederlo? «Di inseguire i propri sogni al di là del fatto che raggiungerli sia facile o meno. Il fatto che a volte realizzarli non sia
semplice, ma che si possa continuare a sperare rispettando la dignità delle persone e la propria». Il tuo personaggio è un personaggio in evoluzione, che lo spettatore scopre durante il film. Un personaggio anche complesso, come ti sei preparata per affrontare questo ruolo? «Mi sono preparata tentando di entrare in connessione con la psicologia di una ragazza che desidera essere qualcos’altro. Inoltre, ho imparato questo ‘broken english’, pidgin, e questa musicalità del linguaggio mi ha permesso di avvicinarmi al personaggio. Quando studio un ruolo cerco di trovare la chiave giusta, il mio intento è di fare delle scelte non didascaliche. Credo sia importante aggiungere l’imprevedibilità, quello che non si vede, che poi è l’imprevedibilità dell’essere umano». Come è stato lavorare con un gruppo di attori non professionisti? «Il fatto che siano in realtà quasi tutti musicisti, ha fatto sì che avessero comunque una ‘consapevolezza da
Il cinema visto da chi va al cinema.
Vive nei meandri della stazione di Parigi, in un luogo non ben identificato. Da qui, dal cuore della ferrovia, fra acciaio e fumo, arrivi e partenze, ha la sua casa e le sue avventure quotidiane, da qui guarda il mondo con i suoi occhi magici. Quegli occhi si chiudono, la giornata finisce, ma inizia il sogno. E allora eccolo, vicino ad un binario. Distrattamente perde la sua chiave a forma di cuore, fondamentale per sbloccare il suo automa e scoprire il messaggio nascosto che gli avrebbe lasciato il padre prima di morire. Immediatamente salta sul binario e afferra il suo ciondolo. Ma qualcosa lo blocca. Non torna subito sulla banchina, resta invece a temporeggiare sopra i binari del treno. Da lontano si sente, però, il rumore ingombrante della locomotiva che si avvicina. Lui è fermo, con i piedi incollati ai ciottoli delle rotaie e quella situazione si trasforma subito nel nostro incubo. “Dai Hugo, spostati sta per arrivare il treno! Non lo vedi? Non lo senti? Perché fai così, perché sei bloccato lì?”. In effetti lui lo vede, il treno. Lo vede e ha paura e non fa nulla. Resta fermo, impalato. E,
mentre il macchinista cerca disperatamente di arrestare la corsa, non capiamo perché lui non si muova. Proprio come quando la paura blocca e non fa andare avanti, non consente di fare le scelte migliori, diventa il nostro peggior nemico, una sindrome che blocca i muscoli, toglie il respiro, impedisce alle sinapsi di fare contatto. Tutto corre e noi siamo fermi. Tutto va avanti e noi stiamo a guardare. Hugo Cabret resta fermo, invaso dal terrore. Il treno lo travolge, e travolge anche la banchina, le persone, i tavoli, i binari, la stazione. Un tornado di ferro e metallo, un razzo infuocato pronto a trascinare nel suo percorso tutto quello che incontra. Allora ci sentiamo come gli spettatori della prima scena proietta sul grande schermo. La famosa scena dei fratelli Lumière, che tante volte viene riproposta nel film di Scorsese. La corsa finisce. Hugo Cabret si sveglia e noi tiriamo un sospiro di sollievo. Poi però qualcosa non torna. L’orologio da taschino che il protagonista aveva messo vicino al letto non c’è più. Lui si guarda il petto e scopre che si sta trasformando in una macchi-
In ESCLUSIVA per VoiceOver
Cinema
artista’. Direi che sul set si respirava una grande dedizione: non era un set tradizionale, non avevamo i permessi, non avevamo i camerini, era tutto di fortuna, ma ogni persona ha dato il massimo. Ogni film dovrebbe essere così, con lo stesso tipo di messa in gioco di sé». A Berlino i fratelli Taviani hanno vinto con un film interpretato dai detenuti del carcere di Rebibbia. Pensi che in Italia possa esserci sempre più spazio per progetti coraggiosi come questi? «Mi auguro che sia un periodo in cui sempre di più i giovani riescano a raccontare le proprie storie così come le sentono. Quando si ha il coraggio di rischiare, si incontra il pubblico. Le operazioni di marketing impoveriscono un autore e il suo linguaggio. Il pubblico premia il coraggio ed è molto più intelligente di quello che il mercato crede». Cosa ti auguri per il tuo futuro? «Spero di poter scegliere sempre progetti solo con il cuore. Così come ho scelto di fare ‘La-Bas!’».
di Shaila Risolo
na. Il suo cuore, il petto, le braccia e pian piano tutto il resto corpo stanno diventando di metallo. Proprio come il suo amico automa. Ma allora cosa succede? La stanza è invasa dai meccanismi degli orologi. Girano, crescono, stanno per schiacciare il bambino. Al ritmo incessante e asfissiante, il corpo del bambino di trasforma in quello di un automa, perdendo completamente i suoi connotati naturali. E poi, quando con la ragione non riusciamo più a spiegarci cosa stia accadendo, ecco che Hugo Cabret si sveglia di nuovo. Scorsese ci sorprende, mostrando in tre minuti la potenza del sogno. Il sogno nel sogno rivela la verità ultima. Che non è solo visione, ma un condensato di paure e presagi. Cosa accadrebbe al piccolo Cabret se non dovesse portare a termine la sua missione? Diventerebbe anche lui una macchina. Privo di cuore, di sentimenti e di calore, sarebbe costretto a vivere come il suo automa. ‘Il sogno è il destino’, c’è scritto da qualche parte. E anche per Scorsese, così come credeva George Méliès, la realtà nasce proprio dal sogno.
Il vecchio e
Illustrazione di Valentino Spadoni
ilvecchioeilbambino.tumblr.com
Proverò attraverso gli occhi di mio nonno a descrivere quelli che sono i gesti più usuali, ma per lui inconsueti, della nostra società. Spero di riuscirci con il passo di un giovane e la saggezza di un anziano.
N
LaFINESTRA diFRONTE Occhio indiscreto sul mondo...
di Nadia Bellotti
CARTA STRACCIA
“Nonno ma che te stai a legge?” gli chiedo con chiede. Non so rispondere purtroppo. gli occhi sgranati in stile Spielberg (a proposito “Qui nell'articolo parlano di sito web. Ma cosa vi consiglio subito un video molto interessante vuol dire sito web?” lo pronuncia non proprio The Spielberg Face, per capire bene come sono bene ma quasi meglio di mio padre quindi gliela rimasto di fronte a quel vedere http://snipr. passo. com/2215iaj). “È una pagina sul computer dove si scrivono Ha in mano uno dei quotidiani da me più cose. Ti ricordi quando abbiamo parlato di disprezzati. Uno tra i quotidiani più faziosi e Internet e di Feisbuc? È un po’ così. Per esempio ridicoli insieme a Il Foglio e Libero, con cui non mi il giornale dove scrivo io sta pure su Internet pulirei nemmeno il sedere per paura di trovare ed ha una sua pagina web”. Mi capisce, qualche residuo di saliva di Giuliano Ferrara o nonostante la spiegazione non sia quella di ancor peggio qualche pelo di Vittorio Feltri. Mio un docente di informatica nell’università della nonno stava leggendo Il Giornale. Il quotidiano di terza età. Ma poi torna alla provocazione del quella grande penna di Sallusti. giornale di Sallusti. Sgrano ancora più gli occhi perché penso non “Premesso che a me, per forza di cose i tedeschi sia vero quel che leggo. Quindi convinto di non possono stare simpatici. Aggiungi pure che essermi sbagliato mi giro, esco e mi chiudo la amo la mia patria quindi sentirmi attaccato da porta dietro. Aspetto ventitré secondi fuori un giornale tedesco che ha paragonato tutti gli la porta e rientro. Mio nonno è sempre lì italiani a Schettino mi fa un po’ girare le palle. con in mano lo stesso quotidiano, o pezzo di Però leggere quel titolo su Auschwitz mi ha fatto carta chiamatelo come volete. Scandisco il comunque incazzare. titolone d'apertura parola per parola ad alta Ti do tre motivi per farti capire quanto sia voce e i miei occhi rimangono strabiliati: A NOI ridicola questa esternazione agli occhi di SCHETTINO A VOI AUSCHWITZ! una persona anziana come me. Per prima “L’ho visto sull’espositore e l’ho preso” dice mio cosa Sallusti dovrebbe farsi un esame di nonno quasi in tono giustificatorio. “Pensavo coscienza, o quantomeno rispolverare un libro fosse un reportage per la Giornata della di storia qualsiasi per capire cosa succedeva Memoria e volevo leggere le solite storielle di veramente ad Auschwitz. Il secondo motivo, chi è sopravvissuto, di chi narra e si fa paladino molto divertente, è che all’interno c’è un’altra antisemita e nemmeno era nato, e tutte quelle accusa, questa fatta a Vauro, il vignettista di storie trite e ritrite che tutti i 27 gennaio sento Santoro. Viene accusato di antisemitismo per ovunque. Addirittura pensavo che mi dessero una vignetta del 2008 che ritraeva Fiamma un film in omaggio”. Poi mi guarda Nirenstein con un naso adunco e la stella e con la faccia di un pentito di Davide con il fascio sul petto. Te fa ride mi dice allargando le braccia e che chi scrive una cosa del genere in prima tirando su le spalle: “Io manco lo pagina poi accusa un altro di razzismo? conoscevo 'sto Giornale!” Ed infine l’ultimo motivo. Te lo pongo Una pausa lunga è riempita dal come domanda perché forse non ho rumore di mia nonna che lava i piatti, ancora capito bene come funzionano poi interrotta da mio nonno che le pagine web: c'entrano nella mi domanda: “Ma è un fascista pagina web del Der Spiegel i sei sto' Sallusti?” milioni di morti che il Giornale gli Al ché io ribatto: “A nò, non ha lanciato addosso?”. esistono più fascisti e comunisti. È vecchia 'sta divisione. Aggiornate. Per i Quando Vauro disegnò quella vignetta nel 2008 tempi che corrono sta sparendo pure si era in piena campagna elettorale il binomio sinistra-destra. Oggi se e la filoisraeliana Fiamma Nirestein si candidò nel PDL, che presentava in proprio vuoi fare una distinzione lista un nostalgico come Ciarrapico. puoi dire centrodestra/ centrosinistra.” “Quindi una grande Democrazia Cristiana?” mi Leggete quello che vi pare ascoltate quello che vi pare, ma fatelo con
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L
La mia finestra ha visto la neve, non solo la mia, anche le vostre e non potevamo non accorgercene bombardati da questa informazione. La neve ci ha benedetti e purificati come un colpo di spugna: Monti conquista l’Europa, la prima sentenza sull’Eternit apre nuove riflessioni, la Grecia implode sotto il peso delle misure anticrisi che inginocchiano sempre gli stessi, insomma, la vita scorre e mentre penso questo vedo la ragazza dell’attico di fronte al mio che sta traslocando. La vedo fare scatoloni, piegare abiti, inscatolare libri, ma sono così evidenti quei momenti di immobilità tra uno scatolone e l’altro, quelli in cui un pezzo di quella vita che si chiude riaffiora: le foto dei vecchi amici, di viaggi, i progetti ideati, realizzati, accantonati. Devi concentrarti e chiudere la tua vita, tutta, o perlomeno i pezzetti che puoi in scatole piccole piccole, perché sono più facili da trasportare e meno ingombranti. La vedo affannata, stanca, passarsi una mano sulla fronte indorata fino a notte fonde in una solitudine voluta come se quell’operazione richiedesse silenzio e concentrazione. Così sogno che le immagini che ricordo io di quella casa colorata, sempre animata e viva, le riveda lei ed inevitabilmente chieda a quelle pareti di custodirli silenziosamente. So che a questa fase distruttiva in cui si getta via il superfluo e si sradicano i chiodi dal muro, seguirà una fase costruttiva in cui ricomprare, riordinare, semplicemente forte Non è la specie più ricominciare. Tutte re, le migrazioni siano a sopravvive esse da una casa, e nemmeno quella da una persona o più intelligente da un continente, ponde ma la specie che ris hanno chiuso nel ento. iam meglio al camb profondo il dolore Charles Darwin della separazione e l’entusiasmo per la rinascita, sempre quando si compie una scelta è inevitabile applicare a se stessi delle rinunce, ogni scelta presuppone la perdita di qualcosa e l’acquisizione di qualcos’altro. Questo vorrei suggerirle mentre si guarda intorno smarrita a controllare che non ci sia più nulla, che la vita è fatta di passi ed il primo è sempre il più difficile da fare ma gli altri seguono al primo per moto di continuità quasi per movimento meccanico. E più si cammina, più ci si allontana, o forse ci si avvicina… Chissà? In questi gesti c’è la metafora della vita e non è un caso che chi ti aiuta a varcare quella porta, siano coloro che la porta al mondo te l’hanno aperta. Si vede anche da qui che hai preso tutto quello che hai vissuto come una lezione e quel che sei oggi altro non è che il frutto dell’esperienza acquisita , ora vedi la strada che hai dietro e sorridi a chi ha incrociato quel cammino e guardi il sentiero che hai avanti e sorridi a chi incontrerai, che la vita è una strada piena di bivi, di curve, di deviazioni e ciò che conta è rispettare il senso di marcia consentendosi qualche infrazione che poi, paghi la multa e tutto torna al suo posto. Ora si volta, sospira, ruota la testa, fa un giro su se stessa, sorride e chiude la porta: BUONA VITA A TE, DONNA!
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IL BAMBINO S.G.: il nipote
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occhio ed orecchio critico. Non prendete tutto per buono. Documentatevi e elaborate un vostro pensiero, internet aiuta. Io ho scritto ascoltando “A muso duro” di Pierangelo Bertoli ed sul mio comodino c’è “Romeo e Giulietta” di Shakespeare.
L'AMOR CHE MOVE IL SOLE E L'ALTRE STELLE
S
Si è da poco conclusa la ricorrenza di San Valentino. Festeggiando o no è sempre un buon momento per riflettere su quella parola magica che è Amore. La parola Amore può evocare tutto. Ed è proprio a questo tutto che voglio riferirmi. Non è l’amore per un ideale, per una professione, per una causa, per una bandiera che ci muove più di ogni altra cosa? Quando si pensa all’amore ci si ferma spesso a quello di coppia. L’Amore è anche
Pensieri
SMARRITI
Istantanee di una vita in un mondo bizzarro. Un diario leggero, un punto di vista e di fuga.
(PARADISO XXXIII,145) DANTE ALIGHIERI
qualcos’altro: tutto il resto intorno al rapporto di coppia. Avete mai provato a fare un lavoro che non vi piace? E poi a scoprire la magnifica e gratificante differenza con un altro che invece amate? Dobbiamo fermarci a pensare. Quello che stiamo facendo è davvero quello che abbiamo sempre voluto? Quello che abbiamo sempre amato? La persona che siamo oggi è davvero quella che volevamo essere al punto che potremmo innamorarci
di noi stessi? Perché l’amore più importante è forse quello che possiamo provare per noi stessi. Qualcuno ha detto che l’unica relazione che dura per tutta la vita è soltanto quella con noi stessi. Ovviamente non parlo di narcisismo, ma di quella autostima che spesso l’uomo moderno perde negli ingranaggi di questo strano mondo. Possiamo sempre diventare una persona migliore, quindi non fermiamoci e soprattutto
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di Marzia Maier non smettiamo di innamorarci ogni giorno. Una donna e un uomo felici sono quelli che riescono ad amare a 360 gradi, un’ardua impresa… Ma almeno vale la pena provarci! Soltanto chi è mosso dall’amore può raggiungere una serenità e un equilibrio concreto. Pensate e lottate per amare tutto ciò che vi circonda, forse è questa la vera rivoluzione. E se non avete mai scritto una lettera d’amore, non aspettate il prossimo San Valentino. Fatelo ora!
Scrivete quella lettera a voi stessi. Piegatela e mettetela nel vostro portafogli. Almeno una volta al mese andate a rileggerla, se non altro per capire chi eravate e chi sarete. Innamoratevi! Ogni istante della vostra vita.
Gli
EVENTI
STACCA LAGUIDA
da non perdere a cura di Gianfranco Marcucci
e portala con te!
MARZO
VUOI SEGNALARCI UN EVENTO? Scrivi a: redazionespettacoli@voiceovernetwork.it
GUIDA COMPLETA agli spettacoli ed eventi della Capitale e del Litorale LUNEDÌ 5 MUSICA Bixilander Swing Orchestra Roma - Micca Club - Via P. Micca, 7/a-ore 21:00 Rockabilly e 20s Berlin. A seguire dj set con La Notte del Giaguaro - info: www.miccaclub.com MUSICA Scala & Kolacny Brothers Roma - Teatro Sistina Via Sistina, 129-ore 21:00 Grandi classici del rock, un piano e un coro di 40 pulzelle - info: www. ilsistina.com MUSICA Uk Subs + Tv Smith + Poker Roma - Traffic - Via Prenestina, 738 - ore 22:00 - Leggende punk dall’Inghilterra - info: www.trafficlive.org
MARTEDÌ 6 MUSICA Maxxi Soundsystem Roma - Akab - Via di Monte Testaccio, 69 ore 21:00 - New disco & House - info: www. akabcave.com TEATRO L’Avaro (fino al 18 mar) Roma-Teatro India Lungo Tevere Re Papareschi, Via Pierantoni, 6 - ore 21:00 Arturo Cirillo porta in scena la commedia di Molière - info: www. teatrodiroma.net DANZA Festival Internazionale della Danza (fino a 11 mar) Roma - Teatro Olimpico - Piazza Gentile da Fabriano, 17 - ore 21:00 In scena la Compagnia Miguel Ángel Berna “Mudéjar… bailando mi tierra!” - info: www. teatroolimpico.it
MERCOLEDÌ 7
CULTURA Ciao America! (fino a 8 mar) - Roma - Palazzo delle Esposizioni - Via Nazionale, 194 - ore 21:00 - Sullo schermo “Medium Cool” di Haskell Wexler - info: www. palazzoesposizioni.it MUSICA Pollock Project Roma - Teatro Studio - c/o Auditorium Parco della Musica - Viale p. De Coubertin, 30 - ore 21:00 - Ambient jazz e musica libera - info: www. auditorium.com CULTURA L’arte pubblica nel ’900 - Roma-MAXXI Via G. Reni, 2/f - ore 18:00 - Lezione di Alessandra Muntoni dal titolo “Entra in scena l’architetto” - info: www. fondazionemaxxi.it
GIOVEDÌ 8 VOICEOVER CONSIGLIA: MUSICA TASHA RODRIGUESOsteria Nuova (Rm)CROSSROADS Live Club - Via Braccianese 771 -ore 22:00-Umori, suoni e armonie dall’Africa al Sud America fino al Mediterraneo-infoline e prenotazioni: 06 3046645 - www.crossroadsliveclub. com CULTURA Libri Come (fino a 11 mar) Roma - Auditorium Parco della Musica - Viale P. De Coubertin, 30 - ore 18:00 - Il festival dei libri dell’Auditorium quest’anno e si presenta ricco di spunti - info: www.auditorium.com MUSICA Burlesque Diva’s Day Roma - Micca Club - Via P. Micca, 7/a - ore 19:00 Spettacoli di burlesque, live con Velvettoni & Sharon Moran. A segurie dj set con Feldene - info:
www.miccaclub.com
Roma - Circolo degli Artisti - Via Casilina Vecchia, 42 - ore 21:30 Indie cabaret. A seguire dj set con Loretta - info: www.circoloartisti.it
EVENTI Bici a Roma (fino al 12 mar) Fiumicino (Rm) - Nuova Fiera Di Roma - Via Portuense, 1555 - ore 10:00/19:00 - A Roma la fiera dedicata alle due ruote a pedali - info: www.biciaromaexpo.it
VOICEOVER CONSIGLIA: MUSICA BILLY COBHAM Osteria Nuova (Rm) CROSSROADS Live Club Via Braccianese 771 - ore 22:00 - Grande evento da non perdere infoline e prenotazioni: 06 3046645 - www. crossroadsliveclub.com
MUSICA La Tua Fottuta Musica Alternativa Roma - Circolo degli Artisti - Via Casilina Vecchia, 42 - ore 21:30 - Poker di indie e alternative italiano con Drink to Me, News for Lulù, Appaloosa e GesamtKunstWerk - info: www.circoloartisti.it
VOICEOVER CONSIGLIA: MUSICA Lake Music Live (SCREAM FREEDOM - GLI DEI DEGLI OLIMPO) Bracciano (Rm)Auditorium Comunale - via delle Ferriere-ore 21:00 - Rassegna di musica indipendente info: www.lakemusicplace.it
VENERDÌ 9 MUSICA MACRO - Via Nizza (angolo via Cagliari), 138 - Roma-MACRO 138 - Via Nizza, 138 - ore 18:30 Conversazione e dialogo con gli artisti partecipanti al programma di residenza del Macro. Stasera è il turno di Ishmael Randall-Weeks info: www.macro.roma. museum
SABATO 10 MUSICA Little Taver And His CrazyAlligators Roma - Micca Club - Via P. Micca, 7/a - ore 22:00 Rock’n’roll, rockabilly e surf da Reggio Emilia. A seguire dj set con La Notte del Giaguaro - info: www.miccaclub.com
MUSICA Mama Marjas Roma - Rising Love - Via delle Conce, 14 - ore 22:00 - Reggae dal Salento. Sul palco anche Miss Mikela, Sistah Kinky, Kykah, Adriano Bono e James info: www.risinglove.it
CULTURA National Geographic Italia (fino al 13 mag) Roma - Palazzo delle Esposizioni - Via Nazionale, 194 - ore 10:00/19:00 - In mostra scatti di fotografi legati alla Society sul tema “Il senso della vita” - info: www.palazzoesposizioni.it
CULTURA Ciao America! (fino al 10 mar) Roma - Palazzo delle Esposizioni - Via Nazionale, 194 - ore 21:00 - Sullo schermo “Easy Rider” di Dennis Hopper - info: www. palazzoesposizioni.it
CULTURA Salvador Dalì (fino al 30 giu) Roma - Complesso del Vittoriano - Via S. Pietro In Carcere - ore 9:30/18:30 - Erano anni che Roma aspettava una
MUSICA Nobraino
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mostra su Salvador Dalì e finalmente il momento è arrivato - Tel: 060608 MUSICA Litfiba Roma - Palalottomatica - Piazzale dello Sportore 21:00 - Prevendite abituali
e accessori. EVENTI Mercato Monti Roma - Hotel Palatino Via Leonina, 46/48 - ore 10:00/20:00 - Creativi, collezionisti e store selezionati vendono i propri pezzi migliori. Riferimento per lo shopping alternativo romano CULTURA Ciao America! (fino al 13 mar) Roma - Palazzo delle Esposizioni - Via Nazionale, 194 - ore 21:00 - Sullo schermo “Five Easy Pieces” di Bob Rafelson - info: www.palazzoesposizioni. it
MUSICA 99 Posse Roma - Orion - Viale Kennedy, 52 - ore 22:00 Riottosità vesuviana info: www.radiorockroma.it VOICEOVER CONSIGLIA: MUSICA FUNK OFF Osteria Nuova (Rm) CROSSROADS Live Club - Via Braccianese 771 ore 22:00 - La migliore marchin’ band italiana infoline e prenotazioni: 06 3046645 - www. crossroadsliveclub.com VOICEOVER CONSIGLIA: MUSICA Lake Music Live (PATI - RAPSODI SMURINA)Bracciano (Rm) Auditorium Comunale - via delle Ferriere - ore 21:00 - Rassegna di musica indipendente - info: www. lakemusicplace.it
DOMENICA 11 EVENTI Ultra Temporary Vintage Store Roma - Villa Valiani - Via R. da Forlì, 25 - dalle ore 12:00 - Solo per oggi una parte della villa si trasformerà in un negozio vintage di abbigliamento
MUSICA Emis Killa Roma - Locanda Atlantide - Via dei Lucani, 22/b - ore 22:00 - hip hop - info: www. locandatlantide.com CULTURA Lezioni di storia Roma - Sala Sinopoli c/o Auditorium pParco della Musica - Viale p. De Coubertin, 30 - ore 11:00 Paolo Di Paolo introduce la figura di Maria Giuseppina Muzzarelli info: www.auditorium.com VOICEOVER CONSIGLIA: MUSICA Omaggio al signor G Osteria Nuova (Rm) CROSSROADS Live Club Via Braccianese 771 ore 22:00 - Cover Band Giorgio Gaber - infoline e prenotazioni: 06 3046645 www.crossroadsliveclub.com
LUNEDÌ 12 MUSICA Brad Mehldau Trio Roma - Sala Sinopoli c/o Auditorium Parco della Musica - Viale p. De Coubertin, 30 - ore 21:00 - Jazz per piano, contrabbasso e batteria
Gli
MARZO
info: www.auditorium.com MUSICA Piano 3 + Francesco D’Andrea Quartet Roma - Teatro Vascello - Via G. Carini, 78 - ore 21:00 - Jazz sperimentale tutto italiano - info: www. teatrovascello.it
MARTEDÌ 13 CULTURA Suoni e danze per un viaggio nel mondo di Rumi Roma - Auditorium Parco della Musica - Viale P. De Coubertin, 30 - ore 21:00 In scena uno spettacolo tra musica, danza, video e poesia ispirato dai versi del più grande poeta persiano del XIII Secolo info: www.auditorium.com MUSICA Noel Gallagher’s High Flying Birds Roma - Atlantico Live - Viale dell’Oceano Atlantico, 271 - ore 21:00 - Dal vivo il nuovo progetto musicale dell’ex Oasis - info: www. atlanticoroma.it
della Danza (fino al 18 mar) Roma - Teatro Olimpico - Piazza Gentile da Fabriano, 17 - ore 21:00 - In scena Eleonora Cassano in “Evita - La Duarte”. Coreografia e direzione di Silvia Vladimivsky, musiche di Sergio Vainikoff - info: www.teatroolimpico.it
MERCOLEDÌ 14 CULTURA Ciao America! (fino al 15 mar) Roma - Palazzo delle Esposizioni - Via Nazionale, 194 - ore 21:00 - Sullo schermo “Trash” di Paul Morrissey - info: www. palazzoesposizioni.it MUSICA Ivano Fossati (fino al 15 mar) Roma - Auditorium della Conciliazione - Via della Conciliazione, 4 - ore 21:00 - Da stasera, gli ultimi due concerti romani della carriera del cantautore - info: www. auditorium.com
EVENTI
da non perdere 21:30 - Live e dj set folk info: www.fanfulla.org MUSICA Lamalamela Roma - Sinister Noise - Via dei Magazzini Generali, 4/b - ore 22:00 Lamentele - info: www. sinisternoise.com CULTURA Doris Salcedo (fino al 24 giu) Roma - MAXXI - Via G. Reni, 2/f - ore 11:00/19:00 - L’artista porta in mostra la sua “Plegaria Muda”: 166 unità scultoree nate da una ricerca condotta per tre anni nei ghetti del Sud Est di Los Angeles - info: www. fondazionemaxxi.it
TEATRO Li romani in russia Roma - Cometa Off - Via L. della Robbia, 47 - ore 21:00 - Spettacolo di Elia Marcelli per la regia Alessandro Benvenuti. Simone Cristicchi tra i protagonisti - info: www. teatrodellacometa.it MUSICA Roberto Gatto, Han Bennink, Dado MoroniRoma - Teatro Studio - c/o Auditorium Parco della Musica - Viale p. De Coubertin, 30 - ore 21:00 - Jazz - info: www. auditorium.com DANZA Festival Internazionale
MUSICA In Zaire + Heroin In Thaiti Roma - Locanda Atlantide - Via dei Lucani, 22/b ore 21:30 Tribalisimi rumorosi e death surf - info: www. locandatlantide.com
CULTURA Dino Saluzzi, Anja Lechner, Felix Saluzzi Roma - Sala Petrassi c/o Auditorium Parco della Musica - Viale p. De Coubertin, 30 - ore 21:00 - Vai col tango - info: www.auditorium.com
SABATO 17
EVENTI Mercato Monti Roma - Hotel Palatino Via Leonina, 46/48 - ore 10:00/20:00 - Creativi, collezionisti e store selezionati vendono i propri pezzi migliori. Riferimento per lo shopping alternativo romano VOICEOVER CONSIGLIA: MUSICA MIKE STERN Osteria Nuova (Rm) CROSSROADS Live Club Via Braccianese 771 ore 22:00 - infoline e prenotazioni: 06 3046645 www.crossroadsliveclub.com
DANZA Festival Internazionale della Danza (fino al 25 mar) Roma - Teatro Olimpico - Piazza Gentile da Fabriano, 17 - ore 21:00 In scena la Scuola di ballo Accademia Teatro alla Scala diretta da Frédéric Olivieri con “La Bayadère”, “Evening Songs” e “Larmes blanches” - info: www. teatroolimpico.it
MUSICA Il Teatro degli Orrori Roma - Orion - Viale Kennedy, 52 - ore 22:00 - Capovilla e soci presentano il nuovo album “Il Mondo Nuovo” info: www.radiorockroma.it MUSICA Franco Battiato Roma - Auditorium della Conciliazione - Via della Conciliazione, 4 - ore 21:00 - ”Up Patriots to arms” tour - info: www. auditorium.com
MUSICA Mr. T-Bone Roma - Circolo degli Artisti - Via Casilina Vecchia, 42 - ore 21:30 Roots e ska. A seguire dj set con Giovedissimo info: www.circoloartisti.it
LUNEDÌ 19
VENERDÌ 16 MUSICA Nick The Nightfly Roma - Teatro Studio c/o Auditorium Parco della Musica - Viale p. De Coubertin, 30 ore 21:00 - Dal vivo il proggetto musicale dello storico speaker di “Monte Carlo Nights” info: www.auditorium. com
CULTURA L’arte pubblica nel ’900 Roma - MAXXI - Via G. Reni, 2/f - ore 18:00 Lezione di Renato Minore sulla figura di Massimo Bontempelli - info: www. fondazionemaxxi.it
VOICEOVER CONSIGLIA: MUSICA MATT BIANCO Osteria Nuova (Rm)CROSSROADS Live Club Via Braccianese 771 ore 22:00 - infoline e prenotazioni: 06 3046645 www.crossroadsliveclub.it
VOICEOVER CONSIGLIA: MUSICA EIFFEL 65 Osteria Nuova (Rm) CROSSROADS Live Club Via Braccianese 771 ore 22:00 - infoline e prenotazioni: 06 3046645 www.crossroadsliveclub.com
MUSICA Caparezza Roma - Teatro Tendastrisce - Via G. Perlasca, 69 - ore 21:00La questione meridionale vista da rapper pugliese Prevendite abituali
VOICEOVER CONSIGLIA: MUSICA Lake Music Live (CATFISH - special guest I VERONIKA! presentazione nuovo Album) Bracciano (Rm) Auditorium Comunale via delle Ferriere - ore 21:00 Rassegna di musica indipendente - info: www.lakemusicplace.it
GIOVEDÌ 15 MUSICA Okapi + Di Gasbarro Roma - Fanfulla 101 Via F. da Lodi, 5 - ore 22:00 Elettronica weird. A seguire dj set con Mondo Cane - info: www. fanfulla.org
DOMENICA 18 CULTURA Ciao America! (fino al 15 mar) Roma - Palazzo delle Esposizioni - Via Nazionale, 194 - ore 21:00 - Sullo schermo “The Last Picture Show” di Peter Bogdanovich info: www.palazzoesposizioni.it
MUSICA Appple Pie Roma - Forte Fanfulla - Via F. da Lodi, 5 - ore
MUSICA Orchestra di Piazza Vittorio (fino al 21 mar) Roma - Sala Sinopoli c/o Auditorium Parco della Musica - Viale p. De Coubertin, 30 - ore 21:00 - Tre concerti per festeggiare il decennale dell’orchestra meticcia dell’Esquilino - info: www.auditorium.com MUSICA Jason Moran Roma - Teatro Studio - c/o Auditorium Parco della Musica - Viale p. De Coubertin, 30 - ore 21:00 - Dal vivo uno dei più giovani e talentuosi pianisti jazz di oggi info: www.auditorium.com
MARTEDÌ 20 MUSICA Colapesce Roma - Locanda Atlantide - Via dei Lucani, 22/b ore 21:30 - Lorenzo degli Albanopower presenta il suo primo lp: “Un meraviglioso declino” - info: www. locandatlantide.com MUSICA Maledetto Jazz Roma - Le Mura - Via di Porta Labicana, 24 - ore 21:00 - Proiezione di un documentario, concerto monografico dedicato a George Benson con ospite Marco Rocchetti e jam session - info: lemuraliveclub@gmail.com
MERCOLEDÌ 21 MUSICA Daniele Silvestri & Pino Marino Roma - Sala Santa Cecilia c/o Auditorium Parco della Musica Viale p. De Coubertin, 30 - ore 21:00 In scena lo spettacolo musicale “E l’inizio arrivò in coda” - info: www.auditorium.com
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GIOVEDÌ 22 MUSICA The Field + Esperanza Roma - Locanda Atlantide - Via dei Lucani, 22/b - ore 21:30Axel Willner torna a Roma per presentare il nuovo “Looping State Of Mind” - info: www. locandatlantide.com CULTURA Ciao America! Roma - Palazzo delle Esposizioni - Via Nazionale, 194 - ore 21:00 - Sullo schermo “Images” di Robert Altman - info: www. palazzoesposizioni.it
VENERDÌ 23 CULTURA Arte cinetica e programmata Roma-Galleria Nazionale d’Arte Moderna - Viale Delle Belle Arti, 131ore 8:30/19:30 Retrospettiva dedicata al movimento artistico e ai gruppo italiani ed europei che lo hanno abbracciato - info: www.gnam. beniculturali.it MUSICA Marc Ribot Roma - Sala Petrassi c/o Auditorium Parco della Musica - Viale p. De Coubertin, 30 - ore 21:00 - Sperimentazione chitarristiche - info: www.auditorium.com MUSICA Red Light Century + The Old Mates Roma-Sinister Noise - Via dei Magazzini Generali, 4/b-ore 21:00-Indie rockinfo: www.sinisternoise. com MUSICA
Gli
EVENTI
MARZO
da non perdere Gianluca Grignani Roma - Orion - Viale Kennedy, 52 - ore 22:00 - info: www. radiorockroma.it
MUSICA Fiorella Mannoia Roma - Palalottomatica Piazzale dello Sportore 21:00 - Prevendite abituali.
VOICEOVER CONSIGLIA: MUSICA RIFF RAFF AC/DC Osteria Nuova (Rm)CROSSROADS Live Club Via Braccianese 771 - ore 22:00 - Tribute Band infoline e prenotazioni: 06 3046645 - www. crossroadsliveclub.com
MUSICA Giovanni Lindo Ferretti Roma - Orion - Viale Kennedy, 52 - ore 22:00 - info: www. radiorockroma.it
VOICEOVER CONSIGLIA: MUSICA BLACKBERRY’S Band Osteria Nuova (Rm)CROSSROADS Live Club - Via Braccianese 771 -ore 22:00 - Rolling Stone Tribute - infoline e prenotazioni: 06 3046645 www.crossroadsliveclub.com
MUSICA Caracallas Total Show Roma - Angelo Mai - Via delle Terme di Caracalla, 55/A - ore 22:00 Spettacolo-concerto a cura di Francesco Forni e Armando Pirozzi. A seguire dj set con Bluemotion - info: www. angelomai.org MUSICA Ben L’Oncle Soul Roma - Sala Sinopoli c/o Auditorium pParco della Musica - Viale p. De Coubertin, 30 - ore 21:00 - Gente che riesce a diventare famosa con una cover di “Seven Nation Army” - info: www.auditorium.com MUSICA Amycanbe + Vegtable G Roma - Circolo degli Artisti - Via Casilina Vecchia, 42 - ore 21:30 Slow electro indie. A seguire dj set con Screamadelica - info:
MUSICA Yar Ensemble Roma - Teatro Studio - c/o Auditorium Parco della Musica - Viale p. De Coubertin, 30 - ore 21:00 Indie rock da Londra. A seguire dj set - info: www.auditorium.com MUSICA Eugene Chadbourne Roma - Dal Verme Via L. dal Verme, 8 ore 22:00 - Tre live di elettronica spaziale dala label di Lorenzo Senni Burgerdreams
LUNEDÌ 26 MUSICA Erica Mou ore 21:00 Teatro Parioli - Peppino De Filippo Via Giosué Corsi, 20 Info: 06.8073040 www.pariolinmusica.it
MARTEDÌ 27 CULTURA Fucking Good Art Roma - MAXXI - Via G. Reni, 2/f - ore 18:30
Vecchia, 42 - ore 21:30 Indie e wave al femminile dalla Danimarca - info: www.circoloartisti.it
MERCOLEDÌ 28 MUSICA Man on Wire + Omid + Sad Side Project Roma - Init - Va della Stazione Tuscolana, 133 ore 22:00 - Showcase di indie italiano firmato Jestrai - info: www. initroma.com
MUSICA Simple Plan Roma - Orion - Viale Kennedy, 52 - ore 22:00 Power pop da classifica info: www.radiorockroma.it
VOICEOVER CONSIGLIA: MUSICA ARTI & MESTIERIOsteria Nuova (Rm)CROSSROADS Live Club Via Braccianese 771 ore 22:00 - infoline e prenotazioni: 06 3046645 www.crossroadsliveclub.com
MUSICA Mest Roma - Traffic - Via Prenestina, 738 - ore 22:00 - Punk rock dagli States - info: www. trafficlive.org
MUSICA Samuele Bersani Roma - Auditorium della Conciliazione - Via della Conciliazione, 4 - ore 21:00 - info: www. auditorium.com
TEATRO Incendi Roma - Teatro India Lungo Tevere Re Papareschi, Via Pierantoni, 6 - ore 21:00 In scena lo spettacolo di Wajdi Mouawad per la regia di Renzo Martinelli info: www.teatrodiroma.net
MUSICA Fedez Roma - Circolo degli Artisti - Via Casilina Vecchia, 42 - ore 21:30 Hip hop - info: www. circoloartisti.it
GIOVEDÌ 29 CULTURA
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Andrea Rivera (al 31 mar) Roma - Teatro Ambra Jovinelli - Via G. Pepe, 43 - ore 21:00 - Teatro da citofono. In scena lo spettacolo “Pericolo pubblico” - info: www. ambrajovinelli.org
EVENTI Photoshow (fino al 2 apr) Fiumicino (Rm) - Nuova Fiera Di Roma - Via Portuense, 1555 - ore 10:00/19:00 - Torna a Roma il principale appuntamento fieristico italiano dedicato alla fotografia e all’Immagine digitale - info: www. fieraroma.it
CULTURA Ciao America! (fino al 28 mar) - Roma-Palazzo delle Esposizioni - Via Nazionale, 194 - ore 21:00 - Sullo schermo “Badlands” di Terrence Malick - info: www. palazzoesposizioni.it
DOMENICA 25
SABATO 24 CULTURA Ciao America! Roma - Palazzo delle Esposizioni - Via Nazionale, 194 - ore 21:00 - Sullo schermo “Pat Garrett and Billy the Kid” di Sam Peckinpah - info: www. palazzoesposizioni.it
Nel pensiero comune, “artista” e “uomo che non vuole legami per viaggiare senza meta” si corrispondono - info: www.fondazionemaxxi.it
www.circoloartisti.it
VENERDÌ 30 MUSICA Darkness Falls Roma - Circolo degli Artisti - Via Casilina
SABATO 31 MUSICA Bandabardò Roma - Orion - Viale Kennedy, 52 - ore 22:00 Sirecupuera la data rimandata causa neve info: www.radiorockroma.it VOICEOVER CONSIGLIA: MUSICA ARTI & MESTIERI Osteria Nuova (Rm)CROSSROADS Live Club Via Braccianese 771 - ore 22:00 - ABBADREAM infoline e prenotazioni: 06 3046645 - www. crossroadsliveclub.com
Il
SAPORE DELLA MUSICA di Marco Filacchioni
Ogni mese una ricetta diversa, da preparare a suon di musica. Press play and let’s start cooking
Cheescake in the U.S.A.
H
“Hey kid, you think that's oil? Man, that ain't oil, that's blood” Cimentarsi con i grandi che hanno fatto la storia della musica è sempre un impresa ardua ma è da questi personaggi che escono i piatti e le ricette migliori, almeno lo spero!.
PLAY LIST We Take Care Of Our Own Blinded by the Light Born in the U.S.A Streets of Philadelphia Born to Run Glory Days The River Hungry Heart I'm on Fire The Rising
INGREDIENTI (per 4 persone) 5 digestive (o biscotti a piacere) 80/100g circa 300g Philadelphia 75g zucchero a velo 200ml Panna montata 25g Burro 100g Mirtilli 100g Lamponi 4 cucchiai di Zucchero
Un nome, Bruce Springsteen, una leggenda. “Io sarò anche il presidente, ma lui è e resta il Boss” (Barack Obama); un soprannome guadagnato a colpi di Rock. Con le sue canzoni, ha aiutato generazioni di americani non solo metaforicamente. Con l’album The Rising è intervenuto sulla tragedia degli attentati dell'11 settembre aiutando fattivamente la popolazione del New Jersey, dove è nato. Non sto qui a raccontarvi la sua storia, a marzo infatti uscirà il suo nuovo album e tour negli States. Quindi, per omaggiare questo grandioso artista, gli dedicheremo una Cheescake in the U.S.A. Preparate la Playlist, gli Ingredienti e let’s start coking! Iniziamo con l’ultima arrivata, la nuova canzone del Boss We take care of our on con la giusta carica. Mettete sul fuoco 2 cucchiai di zucchero, lasciatelo sciogliere aggiungete i blueberry, lasciateli cuocere per 2-3 minuti circa. Fate lo stesso con i lamponi. Frullate il tutto lasciando le due salse separate. Occhi aperti e non Blinded by the light perché vanno frullati con un cutter i biscotti; quando saranno sbriciolati per
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bene fate sciogliere il burro in un pentolino e unitelo ai biscotti. Aspettando qualche minuto, per non bruciarvi, preparate la base con i biscotti ricoprendo con l’impasto il fondo di quattro bicchieri o degli stampi monoporzione. Lasciatelo solidificare in frigorifero. Montare la panna è un’operazione che richiede la giusta carica, e quale pezzo se non Born in the U.S.A.? Prendete le fruste e montatela a neve. Quando la panna sarà montata perfettamente, è ora di trasferirci per le Streets of Philadelphia. (Passatemi la battuta). Prima di unire il philadelphia alla panna lavoratelo con lo zucchero a velo in una terrina, poi aggiungete a mano a mano la panna girando sempre dal basso verso l’alto. Tutto è pronto. Per completare la ricetta va preparato il piatto e non è un caso che ad accompagnarci in sottofondo ci sia Born to Run la canzone simbolo del Boss. Prendete i bicchieri con la base biscottata e iniziate a sovrapporre uno strato di impasto della cheescake, salsa ai lamponi, cheescake, salsa ai mirtilli fino a riempire i bicchieri. Lasciateli solidificare in frigo. Dopo 20 minuti avrà la giusta consistenza e sarete pronti ad assaggiarlo e gustarvi un Glory Day.
Arte/Design
CarRellate D’ARTE
di Giuseppe Carella
CICCIO e L'ACCADEMIA
F
Racconto semi-serio di un ragazzo che avrebbe voluto essere artista. E c'è riuscito.
Francesco, un mio amico, si iscrisse all’Accademia Delle Belle Arti, dopo aver invano cercato di far felice il padre frequentando Scienze Politiche per due anni e aver dato quattro esami, per l’università di allora, Francesco non stava messo poi male con i corsi di studio, ma era insoddisfatto, si sentiva in una sorta di limbo, aspettando con rassegnazione la destinazione definitiva. Un pomeriggio ci ritroviamo a fare un giro con Emilia, una tipa molto alternativa (detto tra noi… Mi piaceva), che ci propose di andare a una festa speciale, dove ci sarebbero state delle performances
Sol LeWitt Mural NYC's Columbus Circle subway station
stucco, di palline di polistirolo, di toner, di acido acetico, di sbianca… E soprattutto lo ha reso pregno della curiosità di guardare. Andare a bottega, per nutrire, come i giovani talenti di un tempo, volontà, sensibilità, competenza tecnica e intelligenza, a diretto contatto con simili e non, respirando arte in ogni istante. Porta al sogno appassionato dell’immaginazione. Aprire uno spazio artistico, affinché si possa regalare una congrua opportunità ai viaggiatori di nutrirsi del mondArte e di sperimentare, percepire sempre in modo più peculiare la realtà circostante, sviluppando la capacità di scoprire nuovi linguaggi, nuove visioni, di ascoltare edemozionarsi, di provare meraviglia della nostra potenzialità troppo spesso sottovalutata. Il gesto creativo (spesso sopito) deve riprendere vigore in un potente e giocoso confronto con gli altri, facendo sue le grandi lezioni degli artisti del passato, ma soprattutto con i contemporanei. Allora perché non riusciamo a capire l’importanza dell’Accademia?
Sol LeWitt Installation Kaldor Family Collection AGNSW
artistiche, un po’ concettuali. Francesco piaceva a Emilia, e quindi ero rassegnato a reggere il moccolo, ma Ciccio non se la filava, lui era rapito dalle performance, mi sembrava John Belushi in “The Blues Brothers” quando inizia a vedere la luce. Ciccio il giorno dopo andò in Accademia, prese informazioni e aspettò gli esami di ammissione, li superò e, superò soprattutto l’esame, apparentemente proibitivo e decisamente ostico, con il padre. Sono passati un po’ di anni e vi assicuro che Ciccio si ritiene un uomo fortunato, ha fatto quello che sognava, si destreggia fra materiali, colori, fotocamere e, purtroppo, computer. A volte mi fermo a guardarlo quando, come dice lui, è in fase creatina e, mi viene spontaneo chiedergli se quelle strane alchimie gli sono state insegnate in accademia. Lui mi sorride e mi dice di no, ma farebbe altre mille volte l’Accademia. Quest’ultima gli ha insegnato poco, ma gli ha dato tanto, ha intriso le sue narici di odori di legno, di colori, di polvere di
Perché vorremmo che ci vengano risolti tutti gli assiomi dei processi tecnici della creatività. Kant dice: “Arte è libertà creatrice Arte è libera da qualsiasi regola l’oggetto artistico è tale solo se creato spontaneamente. Se la bellezza artistica fosse riducibile alla semplice esecuzione di un insieme di regole prestabilite, l’arte sarebbe un’attività puramente meccanica. L’opera d’arte sarebbe eseguibile automaticamente da parte di chiunque avesse appreso le regole dell’arte. Dunque l’arte è tale se e solo se non segue nessuna regola predeterminata […] l’artista segue delle regole ma queste non vengono a lui imposte dall’esterno, è lui stesso che liberamente le crea…” Francesco dopo avermi menzionato il pensiero di Kant (in passato, risultatomi poco simpatico), mi ha convinto, e penso che a tornare indietro avrei scelto anch’io le performances dei concettuali, all’uscita con Emilia… Che fra l’altro non sapeva neanche baciare.
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BACHECAdiALLURE
di Allure
La
C
labachecadiallure@libero.it
Che barba... Che noia... Non succede mai niente! C’era qualcuno che non faceva che ripeterlo vi ricordate? Probabilemte è il mantra che recita ognuno di noi quando tra amici un pò perplessi ci si domanda “E stasera che si fa?”. Stanchi dei soliti schemi? Dei locali troppo bon ton o troppo scatafascio? Beh come solito Allure vi da una dritta. Vi dice nulla Extravaganza? Si tratta dell’associazione di cinque menti argute che hanno deciso di imbattersi nell’organizzazione di serate folli e Come nasce l'idea del dress code? «Un po' stanchi delle solite serate, abbiamo iniziato con l'intento di creare qualcosa di diverso che coinvolgesse il pubblico in prima persona. Ne è nata Extravaganza: un grande contenitore di scenografie, musica, performance e costumi. Per ogni tema ci lasciamo influenzare da tutto ciò che ci circonda: telefilm, cinema, musica e moda: Love Boat; Medical; Rockabilly; Geriatric; Woodstock; Galà Bordello sono solo alcuni dei tanti temi che abbiamo fatto. Siamo molto attenti nella ricerca dei dettagli, ma spinti sempre da tanta autoironia. Il risultato è positivo: la gente ha sempre più voglia di partecipare a serate del genere». Chi c'è dietro extravaganza? «Extravaganza è un progetto targato Demò, un gruppo di cinque amici, ognuno proveniente da diversi ambiti lavorativi (grafici, designer, videomaker, musicisti, compositori, scrittori, ingegneri gestionali, PR) che hanno deciso di unire il loro know how per coordinare e progettare a 360° qualsiasi tipo di evento. Vogliamo scuotere fino al limite la creatività e la libertà di espressione della gente e creare dei bei momenti da ricordare. Momenti che rimangano impressi come in una fotografia». Tutto si svolge all’interno di Lanificio 159, come mai la scelta di una location del genere? «Il Lanificio 159 è sicuramente uno dei migliori locali a Roma. Abbiamo iniziato a collaborare con loro saltuariamente già prima di progettare Extravaganza e ci siamo resi subito conto che gli spazi si prestavano bene alle nostre esigenze scenografiche. Anche lo stesso staff del Lanificio crede molto nel progetto e ci supporta con professionalità e coinvolgimento, dal personale addetto alla sicurezza che intrattiene con noi la gente in attesa all'ingresso ai barman che ad ogni evento sfoggiano look in tema con la serata». Un anticipo sui prossimi dress code? «I dress code sono top secret e vengono svelati solo poche settimane prima dell'evento sulla nostra pagina Facebook Se siete curiosi, vi invitiamo ad iscrivervi. Siamo certi che non rimarrete delusi». Un aneddoto simpatico su di voi? «Basterebbe spiarci ogni volta che allestiamo qualche scenografia per Extravaganza. Potreste trovarci su un'ambulanza degli anni '60 a sirene spiegate o su un vecchio calesse a prenderci al lazo. L'evento per noi inizia già dal "montaggio". Siamo cinque pazzi che fanno il lavoro più divertente del mondo! Creatività allo stato puro ragazzi...accen-
NOI GIOVANI NEL MONDO. scritto dalla studentessa Adria Varone Lasciarsi andare al pianto, riconoscere la vera bellezza quando la si vede ma non saperla descrivere a parole, una filosofia di vita, la voglia sfrenata di essere indipendenti ma al tempo stesso aver paura del futuro e di affrontarlo da soli: siamo noi; siamo giovani. Quando si parla di noi si pensa sempre al peggio, di giovani irresponsabili incapaci di pensare con la propria testa, influenzati da una società che sembra portarci ad essere ciò che in realtà non siamo per piacere alle altre persone e non sentirci "diversi." Io sono giovanissima, ho sedici anni, e non voglio essere rappresentata da quest'immagine che poi molto spesso non è la verità, ma un'illusione creata solo perché è più facile spiegare la nostra generazione in questo modo, anzichè ascoltarci, saper interpretare le nostre paure, i nostri sogni, aprire gli occhi e rendersi conto che il mondo è bello perché è vario. Noi giovani, oggi siamo chiamati ad essere studenti e figli, ma siamo anche chiamati a conoscere diverse cose, sperimentare varie emozioni tra cui l'odio e la cattiveria come è giusto che sia. Credo che sia giusto perché per combattere questi sentimenti, dovremmo conoscerli, per contrastarli dovremmo individuarne il punto debole e disintegrarli, facendoli uscire dalle nostre vite. Ma se la famiglia è davvero ciò che dovrebbe essere, essa ci insegnerà che al mondo non ci sono sono la cattiveria e l'odio, ma anche sentimenti come la gratitudine, l'umiltà e la generosità, sentimenti che potrebbero rendere migliore non solo la nostra vita, ma anche quella di chi ci sta accanto. Ma, al contrario di ciò che si possa pensare, andando contro una gran parte dell'opinione pubblica, noi giovani siamo davvero degli esseri sensibili, esseri che hanno bisogno di qualcuno, sempre, al loro fianco. Esseri in cui si può investire gran parte del proprio amore, perché, anche se spesso non lo dimostriamo, la ricompensa, ciò che torna indietro da parte nostra, è sempre dieci volte tanto. Siamo esseri di cui si può andar fieri, ma quando non è così, quando ci
mettiamo nei guai, non è perché siamo cattivi, al contrario, molto spesso è una semplice e disperata richiesta d'aiuto che poniamo ai nostri cari, difronte ai problemi che la vita ci presenta, difronte alle difficoltà che in alcune situazioni sembrano essere più grandi di noi; aspettiamo solo che qualcuno se ne accorga e ci porga una fune facendoci capire che non siamo soli, mai; una fune chiamata speranza. Ma soprattutto si, siamo esseri che abbiamo un grandissimo bisogno di amare, ma anche di esseri amati a nostra volta. Ragazzi, non scoraggiamoci, distinguiamoci dall'immagine che ci viene associata e dimostriamo ciò che siamo realmente, i problemi, non lo nego, ci sono e ci saranno sempre; la differenza la fa il modo in cui decidiamo di affrontarli, la differenza siamo noi! Spesso basta solo una piccola scintilla per far esplodere una carica enorme; con quella scintilla il mondo, il nostro mondo, può cambiare dandoci la possibilità di riscattarci e di far ricredere chi ancora non crede in noi. E' un'impresa? Si, ma è un'impresa dove si guadagna più di ciò che si spende. Regaliamoci un'opportunità, quell'opportunità di dimostrare che sappiamo ragionare con la nostra testa che, credetemi, non è un'utopia!
Centro Studi
ARCADIA Acli Via della Fenice, 5 00055 Ladispoli tel 06.9947592 - 342.3252455 info@arcadiacentrostudi.it www. arcadiacentrostudi.it centro studi arcadia
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indimenticabili, quelle di cui ti ritrovi a parlare anche a distanza di anni, che rimangono a lungo negli archivi temporali di tutti coloro che ne prendono parte. Qui non esistono tabù nè regole precise se non un dress code da seguire in base al tema della serata. Mi rivolgo a loro, ho difronte caratteri decisi e variegati, sono veramente curiosa di sapere cosa li ha spinti nell’impresa.
dete la lampadina del cervello e volate con la fantasia...possiamo finalmente spogliarci di tutto ciò che si è nella vita di tutti i giorni per calarsi nelle braghe di qualcunaltro, magari un anziano signore in ciabatte e plaid oppure da ultimo dei mohicani, oppure ancora da allegro chirurgo, con un’unica raccomandazione ...quella di non prendersi mai troppo sul serio! Hasta la vista amigos». www.facebook.com/eventidemo
AVVISO PER PUBBLICITÀ ELETTORALI Nel rispetto della legge n.28 del 22/02/2000 in materia di disposizioni per la parità di accesso ai mezzi d’informazione durante la campagna elettorale e per la comunicazione politica pubblicata VoiceOver Network comunica in vista delle elezioni amministrative del 6 e 7 maggio 2012 e dei possibili ballottaggi del 20 e 21 maggio 2012 che mette a disposizione pagine a pagamento del magazine, del portale web e della web radio per la diffusione di comunicazioni pubblicitarie delle diverse formazioni politiche. L’associazione culturale VoiceOver garantisce pari trattamento per tutti i candidati e per tutti i partiti. I listini prezzi sono pubblici e verranno pubblicati il 15 marzo 2012 sul sito web www.voiceovernetwork.it
LeCARTE diPETERS
Educarci all’altro: stralci d’autore per raccontare un mondo sempre più uguale e sempre più diverso.
di Marina Marcucci
IN UNA NOTTE DI TEMPORALE - Alla tua età credi ancora nelle favole? Questa è una domanda che spesso mi sento ripetere - Sì,sì,sì!!! Rispondo sempre così, con convinzione, oggi più che mai! Anzi sono così convinta in questo periodo che lo scrivo, lo ribadisco e lo sottoscrivo… Aggiungo anche: Che Fortuna! Che fortuna… Ci sono ancora le favole che illudono, che permettono ad un lupo e una capretta di incontrarsi, in una capanna buia, durante una notte di temporale. […] “Anch’io se fossi capitato in questa capanna da solo, in una notte di temporale, mi sarei sentito perduto”. Anche il lupo non aveva capito che il suo compagno era una capra. Non solo in una favola vera può capitare anche che né il lupo né la capra capiscano l’identità dell’altro e che diventino amici. […] “Di solito vado a cercare qualcosa da mangiare nei dintorni, ai piedi della montagna dove abito.” “Anch’io faccio così” “Da quelle parti il cibo è molto buono” “Sì, il profumo è invitante” “E morbido da masticare” “Anche se lo mangi tutti i giorni non ti stanca” […] “Che buona l’erba” disse la capra. “Che buona la carne” disse il lupo… Ma il fragore di un tuono coprì quelle parole. “Sai da bambino ero magrolino: anche adesso lo sono, ma a quei tempi mia madre mi diceva sempre: mangia ancora, mangia ancora!” “Ma guarda, anche la mia mi diceva; Se non mangi abbastanza non riuscirai a scappare.
Ti mancherà il fiato per correre” “Ah,ah,ah, ci assomigliamo veramente molto” Sono così felice nel vedere come la loro amicizia, pur agevolata dalle circostanze, sia così spontanea, sincera, tenera! […] “Improvvisamente il boato di un tuono fece tremare la capanna. “Aiuto!” I due si strinsero. Ah, scusami, è che mi sono spaventato” “Sì,non importa,anch’io ho avuto paura” “Però, ci assomigliamo molto, vero?” “Abbiamo avuto la stessa reazione” “La prossima volta, perché non ci troviamo a mangiare col bel tempo? “Va bene. Pensavo che sarebbe stata una pessima serata, per via del temporale, ma siccome ho incontrato un buon amico, si è rivelata migliore di quanto non m’immaginassi” Quando il temporale finisce i due amici si salutano cortesemente, dandosi appuntamento per il giorno dopo. L’autore lascia un finale aperto Io, che credo ancora nelle favole, sono convinta che la favola finisca con il trionfo della loro amicizia, inconsueta ma possibile proprio perché l’amicizia non ha schemi predefiniti, non ha limiti e confini I bambini che credono nelle favole lo sanno molto bene, senza aver bisogno di nessuno che glielo insegni, Purtroppo quando si diventa grandi tutto ciò si dimentica. Tratto da “In una notte di temporale” di Yuichi Kimura, Salani
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La
SUP@POSTA del
Dr. Suppinski
I
Il dr. Sarlo Suppinski, tuttologo di fama internazionale e professore emerito in sette università sparse nel globo, risponde ogni mese alle domande dei lettori. Scrivete, a vostro rischio, a sup@pin.ski.
Egregio dr. Suppinsky, credo che lei mi debba delle spiegazioni. Ieri sera, infatti, sono rincasata dopo una dura giornata di lavoro, tra impegni al ministero, consulenze private, ripetizioni di greco al figlio ritardato del notaio et due partite professionali di bridge con l’associazione “Zie di Ostuni” che si trova in trasferta a Roma. Visto che il mio maggiordomo è in USA per un corso di aggiornamento obbligatorio alla Casa Bianca et - infausta concomitanza - il suo vice è in ospedale con gli orecchioni, et - colmo della sfortuna! - il vice-vice si è preso uno sciagurato permesso di ben tre giorni per tornare in Nigeria per rivedere i suoi 14 figli (adducendo come giustificazione il fatto che non li vede dal ’92... non c’è davvero limite al patetismo della servitù!)... insomma: trovandomi in questi giorni a deficere dei miei inservienti negri, devo sbrigare un po’ di vili occorrenze domestiche quotidiane da sola. Non dico fare la lavapiatti e il bucato, per l'amor
del buon Dio che sempre ci guarda et, come nella Genesi, si compiace! I piatti di porcellana li butto dalla finestra dopo averli usati, è ovvio, et anche le mutande sporche, le appallottolo et lancio giù dal balcone in testa alla plebaglia che abbia l'ardire di passeggiare troppo accostata ai muri della mia magione - ma questo lo faccio anche comunemente: è così digestivo il lancio del piatto fuori dalla finestra senza neanche alzarsi dalla tavola, tra un rutto all’escargot et un peto al caviale... è così rasserenante gettare le mutande di seta con la sgommata marròn in faccia agli interinali, agli operai e ai disoccupati, e a tutta quella feccia che sogna il posto fisso vicino a mammà, come dice la mia ministrevole collega, non crede dr. Suppinski? Ma sto divagando, accidenti!, me lo diceva sempre la maestra di filosofia morale medievale alla scuola elementare dei gesuiti... “Paolina Severina, su non divagare! Torniamo ai principi di
economia domestica di Kant!”. Insomma, per farla breve, dr. Suppinsky, anche ieri sera, rincasando, ho dovuto aprire di mia mano la cassetta delle lettere e arraffare la corrispondenza. E tra le bollette (che cestino, tanto le pagherò tra 18 anni con una risibile mora), richieste di raccomandazioni di vecchi amici (che ignoro, perché noi del governo Monti siamo quelli onesti) e inviti a cena dell'emiro del Stikazzistan (che declino garbatamente perché so che è interessato solo al mio quattrino e non al mio buon cuoricin), che cosa mi ritrovo tra le manin? Una busta gialla con dentro una banconota da 20 euro et un bigliettin che reca scritto in sul rovescio: “Omaggio del dr. Suppinsky”. Ora io mi domando et dico: che cosa l'ha spinta a questo inconsueto et inconsulto gesto? Forse che noi ci conosciamo? Forse che lei mi deve qualcosa? Forse che intedeva raccomandarmi suo nipote (ma con 20 euro per cosa crede di poter
raccomandare qualcuno, per la pizzeria dell'egiziano di via Teomondo Scrofano a Vibo Valentia?)? O forse che intendeva attuare una sottile et impertinente presa per il deratano della sottoscritta, magari per via della mia limpida et onesta et ammirevole trasparenza nel dichiarare pubblicamente che mi incamero onestamente 7 milioni di euro lordi l'anno, ovvero 250 mila euro netti al mese, ovvero 8 mila euro puliti puliti al giorno, mentre la media degli italiani ne piglia 23 mila all'anno e i più sfigati (che non son pochi) tirano a campar con mille euro al mese se poi a mille ci arrivano?? La prego fornire risposta precisa et circostanziata. Sua (eccellenza) Ministra Paolina Severina ***** Per ragioni di precisione et circostanziazione et brevitas risponderò solo all'ultima delle sue domande: sì.
vojo di’, a ’sto giornalista, a tutti li giornalisti demmerda der monno, che de certe cose nun se deve parlà, perché chi nun parla campa, e chi parla crepa, o dice anche er proverbio. Nun so se rendo – perché io rendo, ma nun m’arendo... però se me ’ncazzo poi sò orendo! De ’ste cose nun se deve parlà: de la negropoli, de li negri, de la monnezza, der lavoro nero, de li morti ammazzati, de la droga, de li mortacci loro, de tutte ’ste cose ce occupamo noi, che ce capimo. Perciò io giro intorno alla negropoli quanto me pare, con la smart
e co’ l’occhiali scuri, e controllo che i regazzini spaccheno tutto per bene, che quanno viene l’unno... L’unnesco... Come cazzo se chiama, qua ce deve stà er macello vero, così quello je toje er padrocinio, e noi famo er ladrocinio, e poi ce costruimo l’arbergo. Ma questi sò cazzi mia, e voi ve dovere fa li vostri, cioè dovete parlà de la farfalla de
Belen. Se no, ve famo scoppià le rote, e er cervello.
A stronzo, te vojo dì ’na cosa, ma la vojo dì a tutti i giornalisti demmerda come te. Ah, prima me devo presentà. So’ er capo de la banda de tombaroli de la negropoli de Cerveteri, nun so se me spiego – perché io me spiego ma nun me piego, cioè... me piego ma nun me spezzo, però se me ’ncazzo te spezzo! Perché c’è un giornalista demmerda der Coriere che ha scritto che ce stanno i tombaroli che se portano via i vasi e i mosaici e li mortacci loro. E dice che è ’no schifo e che ce dovrebbero fermà, se no je tolgono l’unnesco, ar sito der cazzo. Je
Giggi er tombarolo ***** Egregio signore, le garantisco che in questo magazine nessuno scriverà mai una riga su tale argomento.
UNA POLTRONA PER DUE
FischiperFIASCHI Stefano Fiaschi
a, ali siano piuttosto esclusi dalla mod È una fortuna che gli uomini eterosessu gli Se era. carri in a donn la anno un , un anno abbiamo la donna burlesque a ali andrebbe di moda sempre la donn stilisti fossero maschi ed eterosessu vacca. //// //////////////////////////////////////// //////////
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sognare un'Italia senza corruzione, Perché la mia generazione non può valore superiore all'onestà, un'Italia un sia non un'Italia dove la "furbizia" i d'oltralpe, dove gli imprenditori del affidabile, lavoratrice come i nostri cugin quenti, dove l'evasione fiscale delin dei te men "quartierino" siano semplice rapina? Un'Italia civile, quella une com sia semplicemente un reato, come una noi a far conoscere al mondo intero? civiltà che, 2000 anni fa, siamo stati
ILI E VERI!
QUELLO CHE C’È... C’È! CON SCONTI INCREDIB
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Consigli
read'n'play Antonella Coluccia da Genova ci suggerisce una letture e Giacio da casa ci accosta una canzone. Buona lettura, e buon ascolto!
read
di Paolo Trucchi paolotrucchi@voiceovermagazine.it
La La
Michela Murgia
AVE MARY
Editore: Einaudi - Prezzo: 16€
Ave Mary, con le parole della autrice stessa, è un libro di esperienza, non di sentenza. È un libro “sulle donne che conosco e in cui mi riconosco....ma anche sugli uomini, sia quelli che ci vorrebbero silenti, sia gli altri che vorrebbero amarci per come siamo e non per come tutti dicono che dovremmo essere” . In poco più di cento pagine M. Murgia articola una profonda e acuta disamina del ruolo che è stato assegnato alla donna nella nostra società e dell’influenza fondamentale che l’educazione cattolica ha avuto in questo disegno. L’autrice ci racconta come, secondo la sua tesi, l’interpretazione di Maria quale figura docile ed obbediente sia stata utilizzata dalla chiesa per giustificare la predominanza del maschio nella nostra società relegando il ruolo della donna soprattutto a quello di madre e moglie. Ave Mary è un invito a guardarci dentro e fuori di noi e a riflettere sulle dinamiche tra uomo e donna della nostra società, sui falsi bisogni e sui falsi valori perché si tratta di “un falsa storia da cui non esce nessuno se se non ci decidiamo ad uscirne insieme”.
Che si scriva, si parli, o solo si sia visti, restiamo impercettibili. E ciò che siamo non può in una parola o in un volto tradursi. Da noi l’anima nostra è infinitamente lontana. Per quanta forza nei nostri pensieri mettiamo per mostrare l’anima come fanno i vetrinisti, i nostri cuori restano indicibili. Per quanto ci mostriamo, noi restiamo ignoti. L’abisso tra le anime non può essere colmato da un miraggio della vista o dal volo d’un pensiero. Perfino nel fondo del nostro essere restiamo nascosti quando alla nostra mente parliamo di noi stessi. Siamo i sogni che di noi facciamo, parvenze di anime, E all’uno resta dell’altro il sogno dell’altrui sogno.
Fernando Pessoa, 1909
play
MADDALENA
di Alessandro Mannarino ................................................. ....................
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Alla fioca luce delle ultime candele, in questi freddi giorni di venti devastanti, polveri che si alzano nelle strade, lontani richiami di animali perduti, qui e ora, ho acquisito una nuova consapevolezza: la Terra non è fatta per gli uomini. La Natura non ci vuole, disprezza la nostra specie come noi abbiamo sempre fatto con Lei. Il mondo si è ribellato all’opera distruttiva degli umani; la loro cupidigia ha fatto il resto. Non ne sento la mancanza, non mi piacerebbe essere con nessun altro tranne me in questo momento. Il ricordo di mia moglie, quello mi perseguita, ma anche lei diviene spesso un flebile ricordo di cui posso fare a meno. Le giornate sono lunghe, lunghe e senza fine, ma stare solo è una terapia che allarga la mente. E ti constringe a pensare. Così, anche se il tempo si dilata e non c’è più alcuna distinzione tra il giorno e la notte, tranne che il riflesso opaco di un sole imbrunito che penetra sempre più a fatica, riesco a capire con esattezza il mio ruolo, giorno dopo giorno, qui e ora! Gli echi di morte rimbalzano tra le pareti di questa stanza e tra le membrane del mio corpo, urla strazianti di antichi pensieri che perdono consistenza e contatto con la realtà. Il pensiero. Nel momento stesso in cui non c’è nessun’altra forma di confronto, quando non esistono più nè paragoni nè accompagnamenti... a che serve? Che motivo ha di esistere? Che motivo ho di dare voce o spiegazione a quanto ho saputo, immagazzinato, riflettuto nella vita? L’ultimo uomo sulla terra! Suona strano se paragonato al fatto che fino a qualche giorno fa non lo ero dopo aver pensato di esserlo stato. Poi ho risolto il problema. Ed eccomi, pronto a dire, ingarbugliare il cervello, fare con le poche forze rimaste. Quando tutto il cibo finirà sarà forse arrivato il mio momento?
di Igor Artibani - igorartibani@voiceovermagazine.it Nessuno lo saprà mai. Così come la prova che io sia vivo non sussiste perchè nessuno lo può dimostrare! Tante volte ho detto che tutto questo mi sembrava strano, che poteva essere qualsiasi cosa e il contrario di tutto. Nell’avamposto di mondo che mi ospita, ho passato gli ultimi mesi a ripetere e ripetermi che ero l’ultimo uomo sulla Terra. Presenze umane a cui sono riuscito a togliere la vita hanno messo in dubbio il mio principio base; poi sono riuscito a rimanere di nuovo solo e a dimostrare il mio assioma. Buio, fame, freddo, malattie: questi sono i miei compagni. Vago da giorni per dimostrare la mia tesi e non ho trovato niente e nessuno in grado di confutarla. L’esistenza ha preso una nuova piega e io ne faccio parte. Lascio questo testamento in memoria di me, a quanti riusciranno un giorno a ripopolare questa terra ormai distrutta. Per quante volte l’abbia detto, ammetto di essermi sbagliato. E lo ripeto, qui e ora. Io NON sono l’ultimo uomo sulla Terra. Nossignore. Il nuovo corso degli eventi ha fatto sì che accadesse un miracolo. Da queste ceneri, da queste polveri che scorrono tra le mie mani germoglierà il seme della Nuova Rinascita. Lo dico Io. Io che sono il capostipite, l’Adamo della Nuova Era. Io Qui e ora. Il primo uomo sulla Terra. Per sempre. ...
Lo urlo al buio, negli angusti perimetri della notte. E quando un cane abbaia capisco che è tempo di ricominciare. Fine ©Copyright WGAwest, Igor Artibani, 2011 Riproduzione riservata
PUNK
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Pensieri
di Gianfranco Marcucci
Anche i muri parlano, basta saperli ascoltare!
Se nu te scierri mai delle radici ca tieni rispetti puru quiddre delli paisi lontani! Se nu te scierri mai de du ede ca ieni dai chiu valore alla cultura ca tieni! Sud Sound System - Le Radici ca tieni (Dialetto Salentino) Venezia - Gennaio 2012
RISVEGLI di Gyani
UNA STRANA SITUAZIONE
C
TUTTI NOI CERCHIAMO LA FELICITÀ, MA NESSUNO LA TROVA: O È NASCOSTA ASSAI BENE OPPURE CERCHIAMO MALE.
"Cosa è per te la felicità?" mi chiese una volta un mio insegnante a scuola. Ero molto giovane e risposi che mi avrebbe fatto felice avere tanti soldi così non avrei avuto bisogno di lavorare, una casa grande, una bella ragazza senza impegni, e tanta libertà. Lui mi rispose che ero troppo superficiale, per lui la felicità era avere una buona cultura, essere rispettato, amato, e avere una bella famiglia. Cavolo, mi sentii un cretino ma mi passò presto. Nella vita molto spesso sperimentiamo sia l'infelicità che gli stati euforici di gioia e, poi, tutto ricade avvolto da mille emozioni negative. Col tempo non ho più cercato quel tipo di felicità che desideravo da ragazzo. Con gli anni sono cambiate le richieste alla vita e i desideri… fino a che non è successa una comprensione, semplice e antica come è antica la meditazione: la felicità è già in dotazione alla vita di ciascuno di noi, perché cercarla fuori? Perché non rilassarci in essa? Ma come? Ecco allora il grande segreto. Immaginate di essere un attore sul palcoscenico, di interpretare un ruolo molto emozionante e coinvolgente. Per essere convincenti il vostro personaggio deve essere
credibile. Dovete cercare di provare le emozioni del dramma che state recitando con tutte le sue sfumature e reazioni. Ma da qualche parte, dentro di voi, sapete bene che siete un attore-attrice. È solo una scena, non è reale e dura un tempo breve. L'attore e l'attrice sanno bene qual è la loro identità perché conoscono se stessi e chi sono in realtà. Nella vita - questo immenso palcoscenico - accade la stessa cosa: possiamo perderci nel ruolo che recitiamo con tutti i suoi precipizi o esaltazioni emotive e dimenticare la nostra vera natura, identificandoci con ogni speranza e desiderio, rabbia, gelosia, e infelicità oppure recitare bene la nostra parte guardandola passare e con sottile felicità assistere a questo gioco senza tempo. Con gli anni assisto anche allo sbiancare dei miei capelli, osservo che prendo nota delle esperienze della vita in diversi modi... Eppure dentro di me nulla cambia, quel testimone è sempre lì a guardare il bene e il male che scorre dentro e fuori. Senza cercarne il senso… La felicità, al tavolino di un bar, sorseggiando uno spritz e guardando la gente passare.
NOMENTE
Crescita personale, spiritualità e salute. Ascoltare il vostro cuore e il vostro istinto.
L
LA DOMANDA GIUSTA
La domanda più importante da farsi è sicuramente: che cosa vuoi? Siamo dei maestri nel dire cosa non vogliamo, cosa ci dà fastidio, chi non vogliamo vedere e cosa non vogliamo fare. Quando chiedete a qualcuno che non vuole qualcosa cosa vuole veramente, la risposta è quasi sempre vaga. Qualsiasi azione ha un suo specifico scopo. Perseguiamo continuamente un obiettivo, ma non sempre sappiamo esattamente qual è. Il comportamento umano è finalizzato sempre ad uno scopo. Cosa vuoi in questo preciso momento? Quando chiedete ad un bambino cosa vuole fare da grande, risponde quasi sempre di voler fare qualcosa che lo appassiona. Se chiedete ad un teenager cosa vuole veramente, nella maggior parte dei casi risponde: “boh, non lo so”. C'è differenza fra obiettivi e risultati. Il risultato è l'esito di ciò che vogliamo ottenere veramente nella vita e si percepisce solo quando lo otteniamo. L'obiettivo è ciò che vogliamo. A volte non riusciamo ad ottenere il risultato che vogliamo per diversi fattori che possono dipendere direttamente o indirettamente da noi stessi. Quando fissiamo degli obiettivi ci facciamo limitare da ciò che è possibile in quel momento specifico, diminuendo così la possibilità di conseguire un grande risultato. Per i campioni del mondo delle varie discipline sportive che hanno battuto un record, gli obiettivi erano di andare oltre il limite che qualcun'altro aveva già segnato. Decidendo cosa vogliamo di giorno in giorno, noi creiamo il nostro futuro. Dicendo cosa non vogliamo, non arriviamo da nessuna parte. La paura di non riuscire a raggiungere un risultato ci limita in partenza e la paura di commettere degli errori ci impedisce di agire al meglio. La cosa importante
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di Michele Dicorato
è non concentrarci sul problema. Fissarsi sul problema genera domande come: perché ho quel problema? Di chi è la colpa? In che modo mi blocca? Scoprire il perché di qualcosa o darne la responsabilità a qualcuno ci lascia in una situazione di stallo. Quando ti poni un obiettivo molto ambizioso, le persone che hai intorno ti scoraggiano dicendoti che è impossibile riuscirci e che sei un pazzo a pensare di farcela. Se guardiamo ai grandi uomini o ai grandi leader, quasi tutti sono stati considerati dei folli. Solo grazie ad una forte focalizzazione sull'obiettivo e ad una grande determinazione, ce l'hanno fatta, ignorando ciò che pensavano gli altri. I motivi per cui non riusciamo a raggiungere i risultati voluti sono: 1 Non sono realisticamente raggiungibili 2 Non sono sufficientemente supportati da una grande motivazione 3 Non sono i nostri veri obiettivi. Porsi le giuste domande aiuta a trovare la strada per migliorare. I giapponesi lo chiamano Kaizen, continuo e costante miglioramento. Uno dei segreti per migliorare è appunto farsi le domande giuste. Una volta chiaro il risultato che si vuole conseguire, dobbiamo farci delle domande di verifica. Sei in grado di intraprendere e di perseguire fino in fondo questo risultato? Il risultato è specifico? Hai un'idea chiara di quando dove e con chi lo volete raggiungere? Quali sono le tue risorse disponibili? Quali conseguenze ha il conseguimento del risultato? A cosa devi rinunciare? Insomma, per cambiare in meglio dobbiamo essere capaci di formulare le domande giuste in uno specifico momento della nostra vita ed avere un atteggiamento tendenzialmente positivo. La domanda finale per te è: vuoi veramente migliorare?
Teatro
VoiceOver consiglia
neiTEATRI
IL MIO SECONDO MATRIMONIO
a marzo
Ostia Lido ospiterà Francesco Pannofino al Teatro Nino Manfredi dal 20 marzo al 1 aprile nella commedia "I Soldi Non Servono a Niente". Il trio di protagonisti (con Pannofino recitano Emanuela Rossi e Felice Della Corte) si sfida in una divertente commedia degli equivoci diretta da Claudio Boccaccini, il regista di "Le Belle Notti" e "Il Rompiballe" e creata da Nino Marino, l'autore di "Gente Di Facili Costumi". E, oltre a un segreto terribile, agli equivoci e ai colpi di scena, gli attori racconteranno anche qualcosa di delicato e inaspettato. Dal 10 aprile anche al Sala Umberto.
di Alessia Fiorani
UNA COLF A CREDITO ILLIMITATO:
AL TEATRO SISTINA BATTISTA SI RISPOSA FINO ALL’11 MARZO
A
Annunciato come una commedia, “Il Mio Secondo Matrimonio” è in realtà uno spettacolo di cabaret spezzato dalle vicissitudini di un divorziato (Maurizio Battista) che sta per risposarsi. Battista solleva il sipario esibendosi in un’abbondante mezz’ora di assolo, seguendo il filo dei temi abituali: satira dei giornali e delle situazioni vissute “dai romani”, quelle cose che solo chi possiede il senso della “romanità” può comprendere: neve, metropoli ingestibile, politica pigra. Poi apre il cuore dello spettacolo, la commedia, con le donne. È qui che lo spettacolo si fa “universale”, e Battista abbandona ogni campanilismo per cercare di afferrare il pubblico con l’argomento più sentito, prendendo per sé tutta la scena e lasciando le briciole ai co-interpreti che verranno dopo. Parla di donne che aspirano, tutte, a essere mogli, o a tenere gli uomini al guinzaglio – un uomo in particolare, almeno: Maurizio Battista, proprio lui, alla sua seconda corsa a ostacoli verso il matrimonio. Paludato in un completo stile “giorno più importante della vita”, in attesa della sposa ritardataria, con un’occhiata al pantalone calante e una al passato, Battista si lancia
BACK "Bambole non c'è un euro": si è sentito il bisogno di ribadirlo. Gli ingredienti dello spettacolo di Pippo Franco al Sistina hanno seguito il solito filone senza scosse, cosa che gli italiani, con la migliore buona volontà, non sono riusciti a fare. A guardare il palco sembra che gli anni non siano trascorsi: la combinazione di battute, belle donne e canzoni ammicca molto al passato, al punto che il titolo, a parte alcune scene che descrivono un futuro prevedibile, risulta superfluo.
in una mordace disamina delle storie sperimentate dopo un divorzio su cui non si sofferma, a dimostrazione di una scottatura non ancora guarita. Saltando (anche letteralmente) da una donna all’altra, il comico romano le scudiscia tutte, stemperando un sarcasmo feroce con battute infilate una di seguito all’altra e provocando il pubblico. Dall’obesa che si presenta sfoggiando completini leopardati e lo trasforma in muratore, all’intellettuale fanatica d’arte moderna che lo fraintende considerandolo “artista de noantri”, Battista descrive un universo di donne con un limitatissimo senso della realtà umana, tutte unite nell’intento di trasformare ogni malcapitato in modo da costringerlo, prendendolo per stanchezza o chissà che altro, a lavorare per i loro scopi. La rassegna di figure femminili prosegue fino ad arrivare alla futura sposa, in ritardo all’altare come da copione, e personificazione di uno stereotipo così classico che di più non si può: la nevrotica/isterica, non più tanto giovane, angosciata perché deve accasarsi il prima possibile, determinata a non lavorare e a restare succube di mammà. Come se non bastasse, la signorina Francesca sembra ben decisa a ricavare dal matrimonio con
Battista due soli piaceri, sfilargli il portafoglio e insegnargli a fare le pulizie. Ma chi me lo fa fare, si chiede Battista più e più volte, spalleggiato dal prete furbo e dal diacono fradicio di vino, e il pubblico resta in attesa mentre la futura sposa sbraita come un’ossessa cercando di costringere quel pover’uomo di Maurizio. Eh già, ma chi glielo fa fare? Va bene la solitudine insopportabile e la necessità inspiegabile di venire derubato dei sudati soldi dalla donna che lo sposa quasi solo per questi, va bene la voglia insopprimibile di essere bacchettato e diretto da una moglie/mamma, ma a un certo punto si intuisce pure che Battista, nonostante le proteste, la voce grossa e gli ammiccamenti da povero sfruttato, non disdegna di essere costretto a fare le pulizie, con un’attenzione particolare al lavaggio dei pavimenti: da muratore con la soggettona in completo leopardato a colf con la futura moglie. Eppure il comico romano sembra così concentrato sugli stereotipi da abbandonare questo punto senza morderlo, forse troppo preso dal suo ruolo di trascinatore dello spettacolo, e lascia il pubblico un po’ interdetto. Ma chi gliel’ha fatto fare?
KCAB di Alessia Fiorani FORWARD
Percorso da un buonismo che vorrebbe forse suggerire qualcosa di diverso, tutto si perde nelle esibizioni delle ballerine e nelle infedeltà di uno dei due interpreti, che sono il vero fulcro dello spettacolo. Perché sforzarsi tanto di rendere profondo e moralista il cabaret? Alla fine si ha l'impressione, come al solito, che le risate servano solo a rendere la vita meno amara, come se non ci fosse futuro.
FORWARD Andata in scena al Teatro India e al Teatro Tor Bella Monaca, "Gli Innamorati Immaginari" ha riportato alla luce l'antica e geniale tradizione della commedia dell'arte. Basata su antichi canovacci, la commedia è stata interpretata da giovani attori che si sono prestati perfettamente alla regia energica di Leonardo Petrillo. Quando non erano sul palco gli attori si muovevano comunque intor-
Mariangela Melato, diretta da Luca Ronconi, sarà al Teatro Argentina in "Nora alla Prova da 'Casa di Bambola'", adattamento dell'opera di Ibsen. L'attrice interpreta il doppio ruolo Nora/Kristine (l'amica e confidente della protagonista), lasciando così intravedere uno spaccato piuttosto ampio sui comportamenti femminili. Il titolo merita una particolare attenzione e anticipa le decisioni della protagonista che, oltre a ribellarsi alla tradizione, fa un passo in più e mette in dubbio le certezze dei personaggi che interpretano un ruolo, facendo teatro nel teatro. Dal 13 marzo al 1 aprile. "Diceria dell'Untore" sarà lo spettacolo di punta di marzo al Teatro Eliseo (in programmazione dal 28 febbraio al 11 marzo). Luigi Lo Cascio e Vincenzo Pirrotta (anche regista e sceneggiatore) mettono in scena la prima trasposizione drammaturgica del romanzocapolavoro di Gesualdo Bufalino. Lo Cascio, il protagonista, un reduce di guerra, racconta quello che ha vissuto sulla pelle, il conflitto eternamente irrisolto fra amore e morte. Pirrotta ha affrontato la sfida di mantenere per quanto possibile il linguaggio di Bufalino, esaltandolo con le particolari atmosfere create in scena.
no, sollecitando la partecipazione di un pubblico sorpreso ed eccitato. Danza, musica, scherma e giochi fanno da cornice alle due movimentatissime ore di racconti su "chi s'assomiglia non si piglia". Visto il successo della rappresentazione, la speranza è che si sia riaperta la strada antica e allegra di un teatro 'partecipato' che ha insegnato a recitare a braccio e ha portato nutrimento alle scene per lunghi secoli.
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WebRadio
Il wj del mese di radiovoiceover.it
radiovoiceover.it
SIMONE FRACASSO SIMONE FRACASSO acculturato wj di "A noi piace così" in onda tutti i giovedì dalle 21 alle 22.
AL VIA LA NUOVA PROGRAMMAZIONE
/PALINSESTO
Your VoiceYour Radio
negli orari non coperti dai programmi... VoiceOver ti fa compagnia con musica h24
/Lun
/Mar
9:00/11:0
9:00/11:00
11:00/13:00
IO, ME E GIACIO (Simone"Giacio"Giacinti)
IO, ME E GIACIO (Simone"Giacio"Giacinti)
WAKE UP VOICEOVER (Giuseppe Fresca)
14:00/15:00
11:00/12:00
14:00/16:00
DI PADRE IN FIGLIO (Alessandro Esposito e Simone Cappelli)
PISTONI ROVENTI (Flavio Atzori)
TUTTILIB(E)RI! (Valerio Valentini)
14:00/15:00
18:00/20:00
15:00/17:00
DI PADRE IN FIGLIO (Alessandro Esposito e Simone Cappelli) 20:00/22:00IntoNANDO (Simone Biferari)
PERCORSO ALTERNATIVO (Gianluca"Toxic"Onorati e Luca"Verne"Virno)
COFFEE BREAK (Luca Caroselli)
18:00/20:00
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Conduttore radiofonico...perchè? «In realtà più che un conduttore sono un tuttofare! Mi è sempre piaciuto comunicare e appena mi è stata data l'opportunità di farlo "a tutto il mondo" , tramite il microfono di una web radio ho colto la palla al balzo!». Qual'è il tuo film preferito? «Senza dubbio "Big Fish" di Tim Burton è quello che più si avvicina al mio modo di vivere e vedere la vita. Consapevole della realtà, difficile da affrontare, ma meravigliosa se farcita con un pò d'immaginazione». Cosa c'è sul tuo comodino? «Il libro "Viva Tutto!" di Lorenzo Jovanotti Cherubini, un cubo di Rubik e l'inseparabile accoppiata Taccuino/ Pilot G-Tech C4». La musica nella tua vita... «Non potrei mai farne a meno...in quattro parole: La mia migliore amica». Chi sono le tue muse? «Senz'altro mi faccio ispirare da tutto ciò che mi circonda, a partire dalle piccole cose, ma sopratutto i libri che leggo. Sono un chiacchierone, ma mi piace anche ascoltare e i libri hanno tanto da dire!». La tua playlist ideale.... «Frank Sinatra-I get a kick out of you Jovanotti - La linea d'ombra The Strokes - Someday Cecco - La libertà Michael Franti & Spearhead - Obama Song». Come ti vedi tra 10 anni? «Sicuramente con la pancia, il resto chi lo sa!».
/Mer
PERCORSO ALTERNATIVO (Gianluca"Toxic"Onorati e 20:00/22:00 Luca"Verne"Virno) 22:00/23:00 VIETATO L'ASCOLTO 20:00/21:00 BLACKSTYLE NOI SIAMO FUORI (Giorgia Fiorini) (Felice"Bandito"Sorrentino (Simone Romagnoli e Flavio Atzori) 22:00/23:00 e Riccardo"Rick"Paoluzzi) 23:00/24:00 ALLACCIATE 21:00/22:00 BOYSOVER VOICEOVER RHUM LE CINTURE (Matteo ("Granny"-"Caspermat" e (Daniele Scotti-Flavio Atzori Forte e Simone Cappelli) "YoghiNoise") Marco Filacchioni e Wj-Fancy) 23:00/24:00 22:00/23:00 AMORE ELECTROSHOCK AL CUBO (Gabriele Abis e (Felice Sorrentino) Giorgia"Giogio'"Cesarini) /Ven 23:00/24:00 ATUTTADANCE /Sab ALL NIGHT LONG 11:00/13:00 11:00/13:00 (Alessandro"Stolav"Valotta) WAKE UP VOICEOVER WAKE UP VOICEOVER (Giuseppe Fresca) (Giuseppe Fresca) 14:00/16:00
/Gio
TUTTILIB(E)RI! (Valerio Valentini)
11:00/13:00 WAKE UP VOICEOVER (Giuseppe Fresca) 15:00/17:00 OGNI MALEDETTA DOMENICA (Valerio Dieni) 18:00/20:00 MADEINSUD (Ciro Atteo e Alessio De Sclavis)
20:00/21:00 TITOLI DI CODA (Shaila Risolo e Gianfranco Marcucci) 21:00/22:00 A NOI PIACE COSI' (Simone Fracasso-Marco Giorgi-Mattia Ubaldi e Valerio Salviani) 22:00/23:00 SCALO A GRADO (Gianfranco Marcucci e Emiliano Giacinti) 23:00/24:00 NORMALE AMMINISTRAZIONE (Roberta Agrestini Marco Filacchioni e Roberta Fantini Perullo)
16:00/18:00 LA DIFFERENZA TRA D. E D. (Daniel Coltrinaux e Editori Viktor) 20:00/21:00 ATUTTADANCE (Alessandro"Stolav"Valotta e Francesco"Granny"Granata) 21:00/23:00 LIFE4MUSIC (Giovanni"Joe Intenso"Izzo) 24:00/02:00 THE ROCK SIDE "NIGHT EDITION" (Wj-Fancy e Giovanni Mendiola)
15:00/16:00 INTERVISTA CON LA CITTÀ (Stefano Fierli)
16:00/17:00 TUTTA SCENA (Sarah Penge e Eleonora Foglio)
17:00/19:00 FRA L'APERITIVO E IL GIUSE (Francesco De Angelis)
20:00/21:00 VOICEOVER CLUB CHART (Alessandro"Stolav"Valotta e Francesco"Granny"Granata)
/Dom 18:00/20:00 LAZIO GRANDE LAZIO (Felice Sorrentino-Francesco Granata) 20:00/21:00 BLOODYINDIE (Lorenza Blasi-Marta Moser) 21:00/23:00 MASCELLE STRETTE (Matteo Orlando) 23:00/24:00 DELL'AMORE ED ALTRI DEMONI (Andrea Gherardi-Riccardo Rossi-Riccardo Bartolini)
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OGGI
Accadde
Aneddoti del ROCK
BOHEMIAN RAPSODY: i Queen all’...Opera! (seconda parte)
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Avevamo lasciato i Queen - intenti a produrre quello che sarebbe diventato il loro capolavoro, “Bohemian Rapsody” - alle prese con ostacoli tecnici apparentemente insormontabili: le tecnologie di registrazione disponibili all’epoca erano a dir poco insufficienti. Nastri “corti”, piastre di registrazione multitraccia con “poche tracce” disponibili contemporaneamente, mixer con “pochi canali”: insomma serviva un miracolo, o un’invenzione. Ed i Queen, Freddie Mercury in testa, inventarono! Per i nastri magnetici, pensarono bene di creare dei supporti per bobine di grandezza esagerata, sui quali avvolsero veri e propri chilometri di nastro costruito aggiuntando molte sezioni di nastro magnetico l’una all’altra. Per la registrazione vera e propria ed il successivo mixaggio, sovrapposero più e più volte intere sezioni di brano, fino a 180-200 volte, per creare quegli inconfondibili effetti di riverbero e coro che contraddistinsero questo capolavoro. Tutto questo lavoro venne svolto per sei settimane, a parire 24 agosto 1975, nel “Rockfield Studio 1” a Monmouth, in Galles, guadagnandosi la palma della produzione musicale rock più costosa di sempre. La sua lunghezza – oltre sei minuti – e la sua struttura, che richiamava un vero e proprio brano di musica classica (una “rapsodia”, da cui il nome del brano stesso) lo resero poco “radiofonico” (in radio, i brani musicali non devono oltrepassare i tre-quattro minuti di lunghezza) e ancor meno adatto ad essere pubblicato come singolo su un - allora - “45 giri”. Una monumentale mole di lavoro sprecata? Freddie Mercury aveva molti amici nel campo della musica, tra i quali un dj, Kenny Everett, il quale, venuto a conoscenza di questo incredibile progetto dei Queen, ne chiese una copia a lavoro finito, con la promessa di non tra-
Un viaggio nella storia della musica Rock, tra aneddoti, curiosità e protagonisti.
di Roberto "Wj Fancy" Fantini Perullo smetterlo via radio. Per fortuna di “Bohemian Rapsody”, in barba alla promessa fatta al suo amico (della quale Freddie Mercury era sicuro che non l’avrebbe mantenuta!) Kenny Everett iniziò da subito a trasmettere per radio il brano dei Queen, addirittura fino a quattordici volte al giorno. Un “battage” così serrato di un brano rock in radio non poteva che avere il successo che comunque meritava, per cui la casa discografica fu praticamente costretta, a furor di popolo, a pubblicare il singolo di “Bohemian Rapsody”, per l’occasione in formato EP (di grandezza poco meno di un LP a 33 giri, visti i sei minuti di lunghezza!). Per la cronaca, il lato B del sigolo si intitola “I’m in love with my car”, un brano composto e cantato dal batterista Roger Taylor, inciso “live”, che parla della passione del batterista dei Queen per le 4 ruote. Anche il videoclip promozionale di “Bohemian Rapsody” è un capolavoro di cinematografia: assieme ad alcuni video dei Beatles ed il video di “Waterloo” degli Abba, è precursore dei videoclip moderni. Questo capolavoro rock dei Queen fa parte dell’album “A Night at the Opera”, ed ha totalizzato, come singolo, 50 settimane di vetta della classifiche nel Regno Unito e ben 56 settimane (più di un anno, quindi) di primo posto nella “Billboard” statunitense. È stata eletta “Canzone del Secolo” nel Regno Unito e ha anche un altro singolare primato: ha raggiunto la prima posizione della classifica di vendite britannica ben due volte in periodi diversi, nel 1975 (anno di uscita) e nel 1992 (come colonna sonora del film “Fusi di Testa” con Mike Myers). Un capolavoro vero, “Bohemian Rapsody”, da un genio vero, Freddie Mercury. Alla prossima e... Up the Rocksiders!
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2 marzo 1933 - Il film King Kong viene presentato per la prima volta a New York, diretto da Merian C. Cooper, Ernest B. Schoedsack. Nella realtà, Kong era un pupazzo articolato di una cinquantina di centimetri, ricoperto di peli di coniglio. Fu filmato, immagine per immagine, da Willis O'Brien e dalla sua équipe, su dei plastici rappresentanti la giungla e la città di New York. 4 marzo 1966 - John Lennon pronuncia la celebre frase: "I Beatles sono più famosi di Gesù". 4 anni dopo, i Beatles si separarono ufficialmente. 6 marzo 2005 - Rubate alcune opere del pittore Edvard Munch appartenenti ad una collezione privata dell'albergo Refsnes Gods, a sud di Oslo, Norvegia. Le opere consistono in due litografie, un acquerello - Vestito blu, un autoritratto ed il ritratto del commediografo August Strindberg. Le opere verranno ritrovate il giorno seguente. L'opera più conosciuta del pittore: L'urlo è divenuto il simbolo di un mondo ferito e spaventato dagli orrori delle guerre mondiali, dell'Olocausto, della bomba atomica. Munch ne aveva dipinto quattro versioni: una era stata rubata e poi ritrovata dopo alcuni mesi nel 1994. Nel 2004 nel museo di Oslo furono trafugati altri due capolavori - L'urlo e la Madonna - ci vollero due anni per ritrovarli. 7 marzo 1933 - Nasce il gioco da tavolo più diffuso al mondo: Il Monopoli. Secondo l'editore americano Hasbro, questo gioco è stato giocato da circa 750 milioni di persone dal 1935, anno in cui Charles Darrow lo registrò, rendendolo il più giocato gioco da tavolo della storia. 17 marzo 1991 - In seguito ad un controllo antidoping Diego Armando Maradona viene trovato positivo alla cocaina. «So di aver fatto del male prima di tutto a me stesso e quindi alla mia famiglia, alle mie figlie. Credo che in futuro imparerò a volermi più bene, a pensare di più alla mia persona. Non mi vergogno però. Non ho fatto male a nessuno, salvo a me stesso e ai miei cari». Dichiarò l’argentino. Nel 1994, durante i mondiali americani, Maradona fu trovato positivo all’efedrina. 29 marzo 1946 - La Piaggio presenta sul mercato la Vespa, storico modello di scooter della Piaggio, fu brevettato su progetto dell'ingegnere aeronautico Corradino D'Ascanio. Il nome, divenuto in seguito famoso in tutto il mondo, sembra sia nato da un'esclamazione di Enrico Piaggio che alla vista del prototipo esclamò: «Sembra una vespa!», per via del suono del motore e delle forme della carrozzeria. 31 marzo 2005 - Washington - muore Terri Schiavo, dopo aver vissuto per 15 anni in coma vegetativo. Il 18 marzo il marito Michael aveva ottenuto dal Tribunale l'autorizzazione ad interrompere l'alimentazione artificiale della moglie, malgrado i genitori della donna fossero decisamente contrari. La lenta morte della donna diventa un grande caso mediatico sia negli USA che nel resto del mondo.
Rubrica PSYCOVER
IL CORPO IN PSICOTERAPIA INFANTILE a cura del Dott. Italo Gionangeli - Neuropsichiatria Infantile - Analista C.I.P.A.
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“Tutto ciò che siamo, le nostre emozioni, i nostri sentimenti, come anche la nostra attività intellettuale sono inseparabili dal nostro corpo” Pierre Vayer, 1974 Partendo da questa citazione possiamo ritenere, quindi il corpo, come lo sfondo di tutti gli eventi psichici, concezione alla quale si è giunti dopo l'emancipazione della psicologia dall'ambito filosofico, che da Platone a Cartesio considerava l'uomo, invece, come scisso in due entità: la psiche (lo spirito) e il corpo (la materia). Negli ultimi tempi si è arrivati a capire come lungi dall'essere un oggetto in sé, proteso su se stesso, il corpo rappresenta un'apertura verso il mondo, un protendersi verso le cose. Ogni movimento da esso generato è un'azione che invia fuori da se il proprio essere, assumendo quindi una funzione predittrice del reale modo di essere di un individuo. Il corpo comunica attraverso codici definiti convenzionalmente "comunicazione non verbale" ed esprime in modo coerente e sintetico una molteplicità di messaggi anche molto complessi. Esso è un filtro del linguaggio della nostra psiche attraverso il quale si manifesta e si evidenzia l'Io che pensa, che vive, che percepisce. Prendere in considerazione il corpo significa capire un sistema di codici che esprimono le più profonde sensazioni. Da queste considerazioni, quindi, è evidente come il movimento corporeo possa esprimere il significato di un pensiero, possa rappresentare un imitazione di un movimento, come avviene nel caso di bambini piccoli, possa essere legato ad un emozione controllata o meno dal sistema nervoso. Risulta di conseguenza più incisivo ed immediato rispetto alla parola e questo è
essere oggettivato in un setting particolare che non può che essere rappresentato da possibilità di gioco e d'espressione corporea destinato a facilitare la comprensione del giovane paziente. È molto importante che l'analista sia responsivo nello stare al gioco del bambino, traducendo a volte il tutto in drammatizzazioni con conseguenti azioni fisiche e corporee che assumono un significato ed un effetto terapeutico. In terapia è molto importante cercare di "essere con il corpo" del bambino, fargli compagnia nelle tensioni, nella compulsività, nella ripetitività e nella giocosità che danno vita ai suoi movimenti o che cristallizzano la sua inibizione. Il corpo, dunque, come luogo d'incontro, sede della comunicazione tra bambino e terapeuta, strumento della relazione e quindi ponte necessario per la distanza necessaria ad ogni atto conoscitivo. Il terapeuta profondamente implicato entra in relazione con il bambino in un dialogo infraverbale autentico, in cui ciascuno vive il corpo dell'altro in una dialettica costante tra pensiero e azione; il pensiero infatti è azione proprio perché il bambino con il suo corpo esprime le sue emozioni, la sua vita affettiva e l'azione al contrario è pensiero perché agendo con gli oggetti esplorando lo spazio, scoprendo il suo corpo il bambino accede alla capacità di rappresentazione di sé e degli altri e quindi al
di fondamentale importanza, ad esempio, nel caso di individui con deficit sensoriali o nel caso specifico, che intendo riportare in questo articolo, di bambini che necessitano di un intervento terapeutico. In questi casi, infatti, la comunicazione non verbale assume un'importanza fondamentale rispetto al linguaggio parlato. I bambini piccoli, in particolare, si servono del proprio corpo per comunicare con l'esterno ed è molto importante che l'adulto esponga la propria corporeità per rispondere ai loro segnali. Ed è proprio tenendo in considerazione questo aspetto che vorrei riportare una distinzione tra la psicoterapia infantile e quella adulta. Come ben sappiano, l'attenzione per il linguaggio corporeo e la comunicazione pre e paraverbale è fondamentale anche nelle analisi con gli adulti. Qui però il corpo dell'analista è in ombra e quello del paziente, a meno che non si tratti di patologie gravi o di pazienti molto regrediti, assume una posizione in un certo senso marginale, in quanto si è intenti a cogliere maggiormente aspetti simbolici e verbali. Il corpo esiste nei silenzi, nel tono della voce, nei movimenti, nelle posizioni che sia il paziente sia il terapeuta assumono all'interno del setting. Nella stanza d'analisi infantile, il corpo, invece, è il gran protagonista fin dalle prime battute: “tutto nella stanza degli adulti appare immobile, mentre tutto è in movimento in quella dei bambini” (Flegheneimer, 1983). Il setting interno, teso all'ascolto e alla comprensione, in presenza dei bambini ha bisogno di
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pensiero. In una comunicazione a livello così primitivo, un sorriso, una immobilità un gesto è necessariamente vissuto e non può essere razionalmente controllato a rischio di perdere ogni autenticità nella relazione terapeutica. Il terapeuta deve quindi fare affidamento alla sua spontaneità entrando in una sorta di atteggiamento empatico a livello corporeo, a livello psico-tonico. Le conoscenze teoriche sono evidentemente necessarie, ma resteranno inutilizzate finché non saranno vissute appunto sul corpo. Per dare o ridare senso ad un gesto o ad un movimento del bambino è necessario che l'adulto 'abiti quel luogo'. Seguendo il percorso che il bambino indica possiamo imparare a trovare nuovi significati ad un azione che si ripete senza fine: così ad esempio, il suono che possiamo dare al movimento, il limite che sappiamo porre con il nostro corpo, la noia che possiamo riconoscere con l'immobilità dei gesti, costituiscono un terreno sul quale e dal quale può prendere vita una relazione. Concludendo possiamo ribadire quindi che il corpo non costituisce solamente un antecedente della parola, ma una dimensione importante, che necessita di un suo riconoscimento in ogni fase dello sviluppo.
Racconti brevi
IL SENSO SOTTILE DELLA VITA (DONNE)
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di Aldo Anchisi
“Nessun uomo è un’isola” (John Donne) “Perché dovrebbe esserlo una donna, allora?” (Io)
***** Angela rabbrividì dentro il suo caldo e confortante paltò, chiedendosi che vita fosse, la sua. Quali le caselle già percorse, gli imprevisti e le probabilità già voltati sul tavolo e quanti passaggi dal Via. Il suo ruolo nel mondo, in quello spazio vuoto, sotto un cielo che cadeva a grappoli come note, e quella sera troppo magica. Fissò sospettosa la parte lontana della piazza. Sui gradini della chiesa una povera vecchia raccoglie ciò che continua a cadere da un carretto stracolmo. Sporco su sporco, miseria su miseria; il cielo suona ma la vecchia non sente. Angela nemmeno. Angela distoglie lo sguardo dagli inutili gesti della vecchia, da quel chinarsi e raccogliere sapendo di doversi poi chinare ancora. Angela continua invece a ispezionare il fondo del suo caldo cappotto. Sa di non sapere più niente di sé e della vita, e questo le sembra una costante forte. Sprofonda le mani nelle tasche andando a cercare uno dei tanti ciondoli che porta sempre con sé. Quanto ingombro in quel bagaglio che anche lei trascina nel suo mai quieto vivere. Tasta con le dita gli angoli piegati di una fotografia, e sorride. Olbia 1969. La spiaggia quasi deserta, la bambina sembrava triste. Nelle foto appariva sempre corrucciata, come accecata dal sole. Sarà stata quella fronte già importante, l’aria seria che veniva scambiata per tristezza. Torna con lo sguardo alla vecchia, che ha finito di rassettare il carrello riponendo la mobilia in ordine, e sorride pensando che in fondo tra le sue tasche e quel carretto non c’é differenza. ***** La luna per fortuna era nuovamente un disco bianco, e nessuno se lo era mangiato. Angelina sospirò spingendo in fuori le persiane per far entrare la luna nella stanza. Polvere, e buio, nella stanza; la luce blu della luna, fuori. Angela guardò la piazza, vide la signora vecchia curva sul carrello e la signora giovane curva sulle sue tasche, e rabbrividì. Chiese alla luna una risposta ma quella si limitò a cantare, e sembrava come il coro della Butterfly, quando lei aspettava di scorgere il fil di fumo. Angela sprofonda nella finestra appena sotto il disco bianco, e si perde nelle cose. Angela Angelina / di notte o di mattina Il vento sarà lieve / i baci saranno neve Angela Angelina / Ti giri, ed è mattina La luna splende chiara / la notte fugge amara, a nascondersi impaurita / risveglia la tua vita risveglia il tuo sorriso. / Angela Angelina L’aveva composta per lei il nonno, ma poco dopo averle insegnato ad amare la Butterfly era andato via lasciando tutti gli orologi da riparare, e il ricordo di cose buone. Che ne può sapere un orologiaio di poesie? Angela sorride scorgendo
nel rilievo della luna il nonno, alto, con il gilet nero sulla camicia bianca, le maniche arrotolate. Era altissimo, il nonno. ***** Angela tossì, e sembrava che un pezzo di vita si staccasse a ogni colpo di tosse. Il percorso dei suoi anni si sfilacciava tra la miseria e le malattie, e tutto quel daffare è fatica sprecata, tanto ne cadono sempre più di quante ne riesci a raccogliere. È in notti come queste che la verità arriva più facile. Questa luna non può mentire. Era come quei pezzi di pane che restano in gola a mezza corsa, e non vanno su né giù, fanno groppo e tu devi calmarti e aspettare che scendano. Angela si sedette faticosamente sul gradino anche oggi in attesa, e alzò le mani davanti alla prepotenza della luna. Poi, complice la luna, tornò timidamente a sognare. Le cose che sognava si accalcavano senza ordine come una foto nel cortile di scuola. Sognò l’amore che arrivava e quello che va via. Sognò le piccole e grandi crudeltà che per amore si fanno, e sognò la paura di farle e il dolore di riceverle, e sognò col puntiglio e la precisione bastarda di chi vive e conosce gli errori, ma tanto li rifà. Non c’era garanzia o esenzione, nei suoi sogni. Niente indulto per il cuore. E poi, secoli che non riusciva a farlo, si sognò bambina. Alzò lo sguardo verso la finestra in fondo alla piazza, e a fatica si rivide affacciata, a sprofondare col mento tra i gomiti, e sognare sotto quella luna di collina. Angela Angelina, sembra cantare la luna. ***** Angela tentava di annullarsi dentro il caldo del suo cappotto, ci si raggomitolava abbracciando quel tesoro di ricordi. Da piccola lo faceva spesso. Quando era piccola era innamorata di due cose: il nonno e la luna, ed entrambi abbracciavano così. Sfiorò nella tasca la foto di nonno, la riconobbe perché era lucida e tutta rugosa, era rimasta accartocciata per tanto tempo dentro un cassetto della mamma, chissà a seguito di quale rabbia. La immaginò col tatto, non aveva bisogno di vederla. Lui, in piedi accanto al bordo basso di un’aiuola, camicia e gilet, sguardo serio, e un taglio di luce che arrivava di sbieco e formava un cono di polvere dorata nel cortile della vecchia casa. Angela passa in rassegna qualche altro tesoro: un bottone, una tesserina plastificata, una chiave chissà di dove. Poi tira fuori le mani interrogando ansiosa l’orologio. Sorveglia gli accessi della piazza quadrata, ma non arriva nessuno. Cercò nelle tasche e nei suoi cindoli la cura all’ansia. Sfiora con le dita angoli di memoria e conchigliette raccolte chissà dove, e sassolini dipinti a mano, e dolori conservati con la cura di chi non se ne può disfare, santini e immaginette catalogati in una lunga litania. Passa con le dita sopra tutto questo, sugli ingombri di una vita da elefante, con la tortura di una memoria purtroppo mai fallace, a trasportare la propria mole e la propria casa come quella della barbona che da lontano la fissa. E tasta, stringe, porta il suo cuore in punta di dita, non trova aiuto né conforto. Nessun appiglio per ritrovare la spinta, nessuna sporgenza in quelle catenine consunte. Rabbrividisce allora delusa dalla luna. Il cielo, deluso anche lui, sbrodola una cascatella di note come un giro di blues. ***** Angelina dall’alto fu la prima a vedere i nuovi arrivati. Erano persone a cui sicuramente lei avrebbe un giorno voluto bene; scesero dall’auto, ridevano, uno portava in mano una bottiglia; si diressero verso la donna che li aspettava, sorridendo sguaiati. E lei corse loro incontro, e Angelina ne riconobbe finalmente il sorriso, e tutti si salutarono con affetto. La bambina vide tutto questo e sorrise alla luna, sapendo che ora tutto sarebbe tornato a posto. Salutò nonno Gugliel-
mo che le sorrideva da lassù e chiuse la persiane alla notte e alla vecchia piazza. Dentro casa era buio, ma di un tepore senza sogni. E tornò a dormire.
lievo di chi vede gli altri, per fortuna, diversi da sé. E restano così per un tempo indefinito. Una guarda l’altra come a dire: e ora? L’altra guarda come a rispondere: non trovo più sotto quale piega sia la mia vita. Una guarda come a dire: eccomi finalmente qua, ma non so come fare. Una sorride sdentata, e come a voler dire: tranquilla.
***** Angela li vide arrivare per seconda, dalla parte dove stava, ed erano il ritratto di qualcosa di bello. Ricordava i loro volti, ma la vita a volte gioca E poi come a offrirsi in sacrificio: lascia tutto a strani scherzi e ti mostra facce che ti sembra di me, carica pure, sembra una schiena fragile ma conoscere ma mischia i posti, confonde i riferi- è allenata… E la prima chiude quasi gli occhi menti, e tu non ricordi più se quel viso apparte- come colpita e affondata, e come a dire: devo neva a quel ricordo e a quel contesto. Succede, proprio?, ma lo sà che deve proprio, e lo spae questo è dolore grave perché è dimenticanza. zio tra loro diminuisce ulteriormente. Arrivano quasi a sfiorarsi adesso - non completamente Ma succede. Angela represse l’ultimo colpo di tosse e si perché pare che non si incontrino mai come due rassettò per i nuovi ospiti, che pure non se la rette – e in fondo non possono toccarsi e venifilarono. Ricontrollò il carrello, pietoso check re a contatto perché rappresentano due mondi up dall’esito sempre regolare. Quattro ruote, diversi, non collidono al pari materia e antimadue camere e cucina: tutto lì, piegato compres- teria, particelle antagoniste, e restano ferme ad so stropicciato consumato, rapÈ tempo che sfugge preso perfino, pronto a seguirNiente paura la dovunque le Che prima o poi ci riprende gambe abbiano Perché c’è tempo, c’è tempo, c’è tempo, c’è tempo ancora la forza di Per questo mare infinito andare. Li guardò uno per uno, Di gente. Ivano Fossati - “C’è tempo” vide quello con la bottiglia alzare il braccio per salutare, si accorse di quanto era accarezzare le curve delle loro vite ma senza il bella la giovane donna. Che belle gambe magre, coraggio di violare quell’ultimo millimetro; lei anche le sue un tempo erano state belle; ma era era ciò che non voleva che l’altra diventasse, l’aldavvero tanto tempo fa, e forse non erano ne- tra era ciò che lei sarebbe potuta essere e quello che avrebbe potuto aver perso. anche belle come queste. La giovane signora pareva felice, salutava anche Angela fece scorrere un dito, con infinita lentezlei, e nella piazza si sentivano chiare le loro voci za, su una ruga più lunga di Angela, e per un attimo diventarono davvero una sola cosa. L’amico che sembravano i padroni dell’universo. col Sauternes restò col braccio a mezz’aria, qualcun altro con la bocca aperta, ma nessuno in Ehi! ma non arrivavate più. fondò capì bene cosa stava accadendo. L’abbiamo fatto apposta. Siamo tornati indietro Poi, a riprendere questa, la stavamo dimenticando. lentamente, Angela sfilò le mani dalle tasche del cappotto, e Ehi, ma lo sapete che questo è un ristorante portando in superficie i suoi tesori stese le mani piene all’altra. E la guardò ancora come a dire: come si deve? Perché avete portato il vino? io ti regalo tutto, ma tutto è un peso pesante… Ma come, cresci ma perdi la memoria? Questo è Sauternes, sentenziò quello con la bottiglia in E l’altra guardò decisa come mai era stata, e guardava come a dire: ho sopportato cose pegmano. Non è vino normale. giori, e persone che mi interessavano meno. E sorridevano tutti come a dire: nessuno di noi lo è. Angela si china con pudore a raccogliere E Angela, allora, stende bene le mani cariche e le ultime carabattole, torna ancora a guardarli lo fa. Lo fa perché non può fare altrimenti, non come incapace di staccarsi da quel ricordo ri- perché ne capisca bene il senso. Meglio così. E trovato. Poi accade, quando non pensava più si libera delle sue gioie sapendo solo che queche sarebbe accaduto. I suoi occhi incontrano sto andava fatto, e va fatto ora o mai più, che quelli dell’altra, e per un attimo si riconoscono. va fatto proprio in quella piazza e in questa sera Stanno così, per lunghissimi istanti, una verso pungente di marzo. Si libera dei suoi pesi e solo l’altra, a tirare la bisettrice della piazza, a fissarsi qualche piccolo dolore le resta aggrappato al sospettose e con cautela mentre gli amici e le fondo della tasche, ma tintinna insieme alle cianfrusaglie affacciate al carrello fanno il tifo stelle e poi le stelle tornano a fermarsi. Tutto il per questa situazione bizzarra. Accade con la resto, tutti i ciondoli gli umori i ricordi, i rimasufatalità delle cose sublimi, e la magia delle cose gli, i biglietti del treno strappati le ricette le fotoa cui in fondo non si crede. Come il fil di fumo grafie consumate dal tempo e le lettere ricevute e quelle mai spedite, le lettere che avevano della Butterfly, esile e lontano. Accade, con quel fissarsi dentro e quella at- creato dolori fortissimi e quelle che avevano tenzione ai dettagli che entrambe conoscono annoiato, tutto quanto il resto si trasferisce alle troppo bene. Accade, con quella memoria degli mani curve della vecchia e da là subito nel carocchi che tanto male ha sempre portato a en- rello, due vani e cucina, laggiù in fondo al tinello trambe. buono, velocemente dentro un cassetto che era La giovane allora si avvicina, tutto il suo cache- rimasto aperto ora lei sa perché, e lo sanno enmire avanza morbido verso l’altra. L’altra spazzo- trambe, la con la mano ciò che può, e si tira su mentre ed Angela sorride ad Angela, le ossa non la seguono come vorrebbe. E infine e anche Angela sorride ad Angela, restano a pochi centimetri una dall’altra, mentre e ciascuna poi riprende la sua strada allontananla piazza assiste in silenzio, e la luna ormai cresce dosi dalla piazza, col sorriso ancora dentro e la come un’overture di Gershwin. luna in fondo al cuore.
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Una notte ferma e tersa come l’esecuzione di un brano di jazz. Le stelle in alto, crome e biscrome. Angela attraversò quel pentagramma fino ai gradini in fondo alla piazza, trascinando con fatica i ricordi sulle ruote disassate del suo carrello. Arrivata dall’altra parte riprese fiato. Si voltò a guardare la strada percorsa, il cielo smise di suonare ma suonò l’orologio sulla torre. Mai tornare, andare sempre, convincendosi che la via fosse quella. Andare sempre, le diceva papà quando ancora esistevano gambe su cui trottare e i carrelli servivano nelle discese ripide, e non come case su ruote. Andare e non tornare l’avevano praticato una vita intera, lui e lei. E sapere che con la vita non si scherza non diminuì per Angela il senso di quei tradimenti. Le ruote cigolarono nel silenzio della piazza antica, e tutto sembrò risuonare chiaro tranne il cuore cigolante di lei. Guardò in lontananza cercando oltre il ricordo del padre e il confortante trotta trotta cavallino, e vide la giovane donna fermarsi davanti al locale. Le finestre illuminate, la silouette lunghissima davanti alle sue gambe, il selciato freddo della notte.
Dai, Angela, vieni qua! A che fai?, quello con la bottiglia chiama agitando il braccio. E la giovane sorride alla vecchia, come a scusarsi di loro, e la vecchia sorride senza denti senza scusarsi di come sarebbe diventata, ma col sol-
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Cerveteri, vigilia di un 8 marzo augurale di particolare magia e di particolare attesa, quando penseresti che tutto sia un arrivo - e forse lo è pure ma quando tutto è anche, misteriosamente, partenza di qualche altro viaggio. E a viaggiare, per fortuna, ci sei sempre tu. E i ciondoli in tasca, a volte sono ingombro, a volte conforto. La vita non ci deve spaventare. La vita siamo solo noi.
Gira...MONDI
La Grande Mela attraverso lo sguardo di una moderna Alice nel Paese delle Meraviglie
Racconti di un viaggiatore alla scoperta di luoghi meravigliosi tra Parole&Musica
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di Shaila Risolo
A volte ho bisogno di guardare il cielo, ma nella penisola di Manhattan questo semplice gesto diventa quasi un’impresa eccezionale. È impossibile contemplare l’orizzonte, scrutare l’azzurro, ammirare le stelle o giocare con le nuvole. C’è un susseguirsi di grattacieli che impedisce allo sguardo di perdersi nell’infinito. Allora quando questo desiderio diventa impellente ci sono solo due soluzioni possibili: o salire fino all’ultimo piano di un grattacielo o andare a Brooklyn, dove è ancora possibile perdere la vista in spazi larghi e ariosi. Per chi vive a Manhattan, Brooklyn sembra un luogo lontano e irraggiungibile. Ci sono newyorchesi che solo a sentirne pronunciare il nome rabbrividiscono facendo smorfie di terrore. Ma se fosse una città sarebbe la terza degli Stati Uniti per numero di abitanti, e in realtà occupa gran parte del territorio di NYC. È un crogiolo di quartieri, tanto variegato da rendere la sua fisionomia indescrivibile e inafferrabile. Appena credi di aver colto l’essenza di un quartiere ecco che cambia nuovamente, angolo dietro angolo, semaforo dopo semaforo. Negli ultimi anni poi la maggior parte dei giovani ha scelto di trasferirsi in questa parte di città. Un po’ per via dei prezzi degli affitti di Manhattan, un po’ perché le tendenze spingono verso i quartieri di Brooklyn, poiché è qui che nascono le mode che in seguito da Manhattan si diffonderanno nel resto del pianeta. Ma questa mattina, dopo settimane di lavoro su e giù per le avenues della penisola, voglio andare a Brooklyn per soddisfare il semplice, ma impellente bisogno di respirare davanti all’azzurro. Così prendo la metro, linea F, fino a York Street. Destinazione: Dumbo. È un quartiere relativamente nuovo e si trova sotto i due ponti, il Manhattan Bridge e il Brooklyn Bridge. È formato soprattutto da vecchi docks ristrutturati, trasformati in moderni loft costosissimi. Dopo anni di lavori per valorizzare questa zona, ci vivono soprattutto giovani famiglie, professionisti e artisti, in un clima calmo e disteso, dove il traffico è inesistente, la vita è lenta e l'ambiente sorridente e solare. È un pezzo di città nascosto, all’ombra dei due ponti. Arrivata a Dumbo ho subito la sensazione infatti di essere sbarcata dall’altra parte del mondo, quando invece sono solo ad una fermata di metro. Sembra un territorio di frontiera, fra il passato del porto e il presente caratterizzato dallo spirito di un quartiere trendy. Mi ricordo che da qualche parte vendono del sushi a portar via e decido di andarlo a mangiare nei giardinetti davanti al fiume. E qui mentre immergo il nighiri di tonno nella soia, alzo lo sguardo e per la prima volta dopo mesi un cielo azzurro ampio e spazioso si apre verso l'infinito, partendo dalla linea tracciata dai ponti. Davanti ho lo spettacolo dello skyline di Mahnattan, così come appare in molti film e cartoline. Qui nella calma di questo piccolo quartiere, NYC si trasforma in una bolla di caos e rumori. Un suono tonfo e pieno attraversa l’acqua e arriva sulle sponde di questa parte di città. Dall'altro lato ci sono stress, folla, taxi gialli a tutta velocità, caffè nei bicchiere di cartone, la città 'che non dorme mai', i negozi di fiori di Chealsea, i bar dell’east village, le signore dell’upper side e le luci di midtown. Ma per ora, sdraiata al sole, da questa parte del fiume voglio godermi il panorama e decidere, come Mary Poppins, di saltare nel quadro non appena cambierà il vento.
di Giuseppe Vitali
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Ci sono momenti in cui eventi sportivi e mondani si uniscono. Momenti in cui percepisci il desiderio di esserci,di seguire una passione; in questo caso 2 passioni da vivere. Questi erano i pensieri che mi giravano in testa mentre percorrevo il Mar Tirreno a bordo di una nave della Moby partita da Olbia e diretta a Civitavecchia. Dinnanzi al mare tetro delle ore 4.30 del mattino, mi apprestavo a sognare come potesse essere la costa azzurra di li a poche ore, dato che fino a poche ore prima ero immerso in quel di Nuoro! D’altronde qui non dedichiamo un’esperienza ad una città ma a 2 eventi per eccellenza! Arrivato al porto di Civitavecchia con le prime luci del mattino, con le cuffie dell’Iphone che strillano Due del Teatro degli Orrori, sono in viaggio direzione aeroporto di Fiumicino a bordo di una fiammante decapottabile rossa quasi fosse un presagio al Gran Premio che si sarebbe disputato a Montecarlo quel fine settimana; qui si cambia compagnia, ora di gran lunga migliore rispetto alla nottata. Di primo mattino, si cambia musica: le casse dell’auto suonano i Bee Gees e la loro Night Fever. Arrivato a Fiumicino ancora stordito dalla nottata passata in mare, colazione, check-in e di volata verso il gate della Blu Panorama destinazione Nizza. Non ero mai atterrato all’Aeroporto Cote d’Azur, e devo dire che apprezzo sempre più i piccoli ed ordinati aeroporti rispetto ai mega scali stile Roma Fiumicino o Londra Heathrow; recuperati infatti i bagagli nel giro di 10 minuti, passo dall’aereo a passeggiare per le Boulevard Renè Cassin per raggiungere l’hotel. Sulle note dei Zero 7 in Waiting line giriamo per Nizza, città molto ordinata e vivibile. Raggiungiamo la piccola località di Antibes, per l’esattezza Juan-les-Pins, dove ci aspetta una graziosa e ridente cittadina marittima molto gettonata per quei turisti che intendono esplorare la costa azzurra in auto, in yacht o con qualsiasi altro mezzo possibile. Giusto il tempo di rilassarsi un po’, gustare l’intramontabile baguette francese con sopra un po’ di formaggio roquefort e siamo pronti per la serata. Raggiungiamo Cannes dove si sta svolgendo il festival del cinema, quindi città ornata a festa, e la reale possibilità di incontrare registi, attori, attrici, produttori dai più famosi agli emergenti e, sulle note dei Crystal Waters con la loro Gypsy Woman, superiamo la miriade di fans accorsi per scorgere dal mitico tappeto rosso l’arrivo dei tanto attesi vip; ci dirigiamo infine verso l’auditorium muniti di biglietti per le proiezione dei film in gara. Qui conosciamo quasi per caso il simpatico Dario Ballantini vestito da Valentino per Stri-
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Montecarlo & Cannes
LaNewyorkese
Parte I scia la notizia, oltre ad uno di quei volti che vedi al cinema e in televisione e non sai mai come diamine si chiama: parlo di Omar Benson Miller, attore nero grosso come un armadio famoso per alcune parti in film e serie tv come CSI New York, American Pie Bad Camp ed 8 Mile. Ci dirigiamo verso il rinfresco con Omar neanche ci facesse da bodyguard per quanto abbia una stazza imponente, e proseguiamo verso la proiezione del film tra mille telecamere e flash rivolte in tutte le direzioni possibili ed immaginabili. Usciti dalla sala, ritroviamo tutta la baldoria che c’era all’inizio della proiezione a dimostrazione che la festa era appena ricominciata e si sarebbe protratta per tutta la nottata. Usciti dall’auditorium decidiamo di andare a cenare in qualche posto e avviciniamo verso i ristoranti di fronte agli yacht ormeggiati li di fronte. Chiamarli yatch è un po’ riduttivo: mi trovo immerso in una miriade di colori e bandiere di ogni paradiso fiscale presente nella terra: Isole Cayman, Principato di Monaco, Cuba, Papua e anche alcune bandiere italiane. Una moltitudine di catamarani, panfili, persino il Force Blue di Briatore e lo yacht lancia di Lapo Elkann. Con tutto questo colore e musiche differenti provenienti dalle imbarcazioni passiamo nei giro di 15 metri da Bob Sinclair in Love Generation a Rihanna in Pon de Replay concludendo con la versione lounge di Space cowboys di Jamiroquai. Concluso il giro panoramico tra i catamarani di grandezza minima 80 mt ci Avviciniamo all’hotel Majestic sulla promenade de la croisette poiché si terrà una festa offerta dalla produzione del film che abbiamo finito di vedere qualche ora prima. Qui ci accomodiamo in delle bolle a forma di poltrone in attesa che ci portino da bere. Durante la festa conosciamo un gruppo di australiani che ci prendono in simpatia sarà la musica alta, il tasso alcolico elevato per tutti e la presenza di donne mozzafiato in ogni angolo che ci raccontano che loro stanno li con un catamarano intestato ad una società fantasma con sede legale alle isole cayman e che domenica andranno a Montecarlo per vedere il gran premio, e su questo possiamo difenderci anche noi, dato che avevamo provveduto a prendere in tempo utili i biglietti online sul sito della fia. Questa però è un’altra storia e l’esperienza delle rosse di Maranello a Montecarlo la saprete al prossimo numero nella parte due: destinazione Montecarlo.
London
UNDERGROUND Brixton e Bowie
N
Non troverò, ma cercherò per tutto il giorno la scusa per saltare la lezione di francese, mentre pigra strangolo la bustina dell’Earl Gray tea stringendola viva con la sua corda attorno al cucchiaino. Cerco una canzone della mattina che si trasforma in Garden degli Ernomus Extinct Dinosaurs, rivivo nel contatto con l'acqua, gioisco al pensiero della mia camicia a pois, non leggo i giornali
di Arianna Mariani
italiani, ho fame di pane, cerco mia madre telematicamente e ovviamente ho perso il telefono. Sono per strada, sguardo beffardo al ragazzetto del macellaio che pretende che io capisca il suo accento irish, passo lenta davanti alla casa dove quattro anni fa abitavo con Sara e dove, vista la dotazione di un giardino dal prato curato, bagni in camera, moquette carta da zucchero e un biliardo al centro della living room in pochi mesi trasformammo la luxury villa di Waldegrave Road in Disneyland, che ne causò l'aspettato sfratto. Affretto il passo ho solo quindici minuti prima che arrivi il treno e voglio fumare prima di prenderlo. Non posso non girarmi a guardare la struttura del St. Mary College: campi da tennis, da rugby, da calcio, piscine, palestre, campus, chiesa, aule, laboratori, parco, pista da atletica e soprattutto la benedizione che diede con le sue mani il Papa due anni fa, arrivando appositamente da Roma incontrando i futuri campioni olimpionici della nazionale inglese comunemente chiamati studenti che vivono come nei telefilm americani. Arrivo nella pretty stazione di Strawberry Hill in tempo per fumare, faccio il viaggio in treno ascoltando due can-
zoni di Pink Martini come ripasso della lezione di francese e prendo l'insana decisione di scendere dal treno diretto a Waterloo. La stazione è Vauxhall e non penso molto prima di intravedere i miliardi di antenne e parabole sui tetti, graffiti ovunque, supermercati tutto ad un pound, bicchieri di carta take away abbandonati sui secchi, sotto dietro e lungo i cornicioni dei sottopassaggi, buste di patatine, filtri pestati, filippine con giacchetto asky e i piedi minuscoli, mercati di frutta e verdura indiani, Bob Marley, British African-Caribbean community, banchi di accessori per telefonini, spacciatori, puttane, i Clash e le Guns of Brixton. Brixton è il quartiere più chiacchierato, più malfamato, più Vittoriano, più divertente, meno controllato e troppo multietnico di Londra. I parchi circondano le lunghe strade trafficate dai bus con autisti blindati nella cabina, si estendono fino alla Brixton Prison, che sembra un incubo a metà fra Rebibbia e il video di The Wall dei Pink Floyd. Soliti volti gonfi da alcool e mani rosse che tengono strette lattine di birra ridono liberi alle battute dei compagni che gli ciondolano intorno. Mi chiedo per quale squadra si tifi qui a Brixton.
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Osservo tutto questo dalla scalinata della Brixton Accademy da dove sono uscita e ho trascorso l'ultima ora e mezza. Sono seduta bevendo Ribena alla fragola, mentre ringrazio la lezione di francese che mi ha permesso di uscire di casa, deviare e investire ventisette sterline per ascoltare quell'uomo di un'età che poteva essere qualsiasi, con un dolcevita verde bottiglia, una giacca di velluto blu e delle scarpe lunghissime che leggeva delle poesie di Shakespeare, con un suono così British degno esponente di una generazione cresciuta a Brixton quando la vita era sommossa. Era lo stesso uomo che ho visto apparire la prima volta a dodici anni in un concerto nel film "Noi ragazzi dello Zoo di Berlino". È stato il mio Albachiara moment. Perche io ci ho creduto davvero come tutti, quando cantavo la sua Heroes. Mi faceva fantasticare la scelta dei suoi amici. Perchè lui è nato al 40 Stansfield Road - Brixton - e si chiama David Bowie. Oggi, tornato a casa sua ha sussurrato parole e poesie che non ho capito ma che ancora mi tengono incollata su questa scalinata circondata da bohemiens, fannulloni, punks e artisti. Ora di scendere perché, la strada a me piace vista dal basso. Con una bustina ricordo. Baci da Brixton.
Marzo
OROSCOPO
di Alessia Campodonico
di Rita Leorato
Ariete Una fetta di mondo chiamata:
«C’è un bel movimento planetario che vi coinvolge in questo mese, il quale vi saprà regalare una bella carica di iniziativa, intuizioni feconde, forse qualche piacevole sorpresa. Non si escludono anche momenti più delicati o stressanti, in particolari se o quando vi sentirete troppo frenati o influenzati nella vostra libera espressione e affermazione: cautela, nel caso, perché il mese risulterà più soddisfacente e proficuo se eviterete colpi di testa».
TERRA degli UOMINI INTEGRI Cronache, progetti e pensieri dall'Orfanotrofio Wend Mib Tiri (Burkina Faso)
S
Sono passati quasi 5 mesi dal rientro dei Burkina Kamba. Undici persone che non si conoscevano tra loro, che in nome di un ideale comune – abbracciato per istinto – hanno cominciato a lavorare insieme e che si sono infine trovate catapultate in una realtà sconosciuta di cui solo avevano sentito parlare. Una realtà difficile, dove la condivisione è stata d’importanza fondamentale per farsi forza e per ottenere piccoli grandi risultati. Un’esperienza ricca per ognuno di noi e per ognuno di noi la forte emozione regalata dai bambini dell’orfanotrofio di Yako. Un’esperienza che non si dimentica e che imprime una svolta nella vita di chi la vive. Talmente forte e coinvolgente che ciascuno ha promesso a se stesso di ripeterla. Ci siamo dati un anno di tempo per lavorare qui in Italia, studiare e portare avanti un progetto a lungo termine, far conoscere e sensibilizzare prima di tornare a Yako con altri risultati concreti. Ma un anno è lungo se un pezzetto di cuore è rimasto là! Novembre rimane la data comune del nostro ritorno, ma intanto ognuno scalpita valutando se sia possibile un viaggio più vicino almeno per abbracciare i bambini! Certo non è facile, Yako non è dietro l’angolo, ci vogliono almeno una decina di giorni a disposizione e un biglietto aereo che purtroppo non è gratuito. Ma Daniela ed Elena sono riuscite ad organizzarsi e saranno le prime a tornare a Yako alla fine di febbraio. La nostra collaborazione con l’organizzazione non governativa Bambini nel Deserto ha allargato gli orizzonti e il viaggio delle nostre due amiche è diventato il pretesto per promuovere un campo di lavoro. Non abbiamo avuto molto tempo per lavorarci , eppure appena pubblicato sul sito di Bambini nel Deserto c’è stata una
risposta istantanea: 5 persone hanno subito aderito da varie parti d’Italia: Roma, Milano, Brescia, Vicenza e molte altre ci hanno contattato per chiederci altre date. Il perché di questo successo è piuttosto semplice: a differenza di tanti campi di lavoro, questo non richiede specializzazioni (anche se avremo un geometra a disposizione a cui sono già stati assegnati compiti specifici) ma tanta buona volontà, tanto amore per cullare bambini sfortunati e tanta umiltà per vivere la vita dei più umili della terra. In questo viaggio non ci saranno gli obiettivi ambiziosi dello scorso settembre come le visite dei medici o la costruzione di alcune strutture, ma soprattutto la condivisione del quotidiano. Sembra banale, ma non lo è. Perché dietro c’è uno scopo ben preciso: dare un esempio di come rapportarsi con i bambini, per garantire loro una vita migliore. I punti cruciali che avevamo individuato erano proprio l’alimentazione, l’igiene, il rapporto interpersonale. Bambini malnutriti (per ragioni economiche), spesso sporchi (anche per fattori ambientali), senza qualcuno che li stimoli a camminare o a giocare. I nostri volontari faranno proprio questo: con sistematica regolarità puliranno gli ambienti, i bambini, controlleranno l’alimentazione (la vendita delle cartoline di Natale ci permetterà 4 cicli di dieta altamente proteica e l’acquisto di molti altri generi alimentari!), li faranno giocare. Qualcosa che non può venire imposto dall’alto (i soliti “bianchi” che la fanno da padrone!) ma che si insinua con la compartecipazione e cambia la mentalità e la cultura di un popolo troppo impegnato a combattere la sua battaglia contro la povertà per capire che una crescita dignitosa ha bisogno di certe attenzioni. Andremo avanti così, a piccoli passi, con la certezza che l’amore può cambiare il mondo. Buon viaggio ragazzi!
Gemelli «La prima parte del mese è ancora un po’ strana, incerta, con alternanze di umore e buone idee che si arenano nella pigrizia o negli ostacoli. Testa e cuore sembrano proprio darsi il cambio, in questo mese, al seguito dei pianeti corrispondenti. Tutto sommato, avrete a disposizione risorse e strumenti per affrontare eventuali problemi in corso o certe giornate più antipatiche. Insomma, non sarà il mese migliore dell’anno ma non va poi tanto male, anzi, diciamo pure che va meglio».
Leone «Finalmente un mese più generoso! Comincia una fase più vivace anche per il vostro lavoro; alcune situazioni potrebbero sbloccarsi, dopo un inizio anno frustante. Attenzione in amore: la dissonanza di Venere e Giove potrebbe rendervi troppo sicuri di voi stessi, testardi, un po’ rigidi o persino arroganti. Sarebbe meglio, poi, evitare storie con partner non liberi, lontani o eccessivamente gelosi».
Bilancia «Il cielo di questo mese astrologico presenta qualche dissonanza: niente di grave, ma qualche momento faticoso va messo in conto. In linea generale, è dunque possibile che il mese sia più noioso che impegnativo, e che quindi avvertiate un certo calo di tono psicofisico, seppur passeggero. Vale però la pena di portare pazienza, in prospettiva dei prossimi mesi: riposate, sistemate le cose in corso, fate programmi, e preparatevi quindi ad una primavera-estate di riscossa!».
Sagittario «Non sarà il mese migliore dell’anno ma nemmeno vi mancheranno le risorse per renderlo comunque proficuo. Come al solito sono i contesti individuali a fare la differenza, e chi non ha particolari problemi in corso se la caverà con qualche giornata storta. In questo mese i giorni più delicati saranno l’1, 2,7,8 e 14 marzo, nei quali aumenterà l’emotività e le reazioni istintive. In compenso, per il lavoro, marzo sembra davvero un buon mese».
Acquario «Il mese astrologico in arrivo vuole invitarvi a fare un bilancio innanzitutto interiore, per confermare le vostre risorse e trovarne, scoprirne d nuove. Un mese, dunque, in parte contraddittorio e un po’ stressante. Potrete incontrare una fase di scoraggiamento, incognite sul futuro che vi rendono incerti e timorosi. Ma non perdetevi d’animo: Venere sarà splendida già da aprile, e parla di un futuro prossimo, a cui vale la pena dare fiducia, andandogli incontro».
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Toro «Venere viaggia veloce ed entrerà nel vostro segno già il 5 marzo, congiungendosi poi a Giove. Questo connubio tra i due paesi “benefici” della Tradizione è davvero un ottimo transito per voi. Complessivamente il mese in arrivo porterà un sollievo, un compimento, un successo, comunque una soddisfazione: mettetecela tutta per realizzare i vostri progetti di lavoro, i vostri sogni d’amore, per affrontare e risolvere le cose che non vanno o richiedono più attenzione».
Cancro «Il mese si presta a regalarvi soddisfazioni e novità interessanti. I pochi transiti dissonanti potranno essere senz’altro gestiti meglio. Occhio comunque alle giornate più nervose e confuse, tra le quali si evidenziano il 9, 15 e 16 marzo. Qualche momento nervoso nelle relazioni di coppia è ancora possibile, ma non dovrebbe essere niente di eccezionale. Le problematiche affettive o lavorative attuali diventano immediatamente più abbordabili, se pensiamo alla primavera 2011».
Vergine «La prima parte del mese è ancora un po’ nervosa, confusa, ma già dal 15 marzo le cose andranno meglio e saranno caratterizzate da maggiore sicurezza, fiducia e forse qualche bella soddisfazione un po’ a tutti voi. Indubbiamente è strano, questo periodo, per voi: da un lato vi porta qualche dubbio, da un altro Marte vi rende dinamici. Eppure qualcosa vi aiuta a rimanere calmi, ottimisti e quasi fatalisti. Onorate il presente e andate incontro al futuro: non è poco, e non è da tutti.».
Scorpione «Il mese astrologico presenta qualche aspetto contradditorio, e quindi sembra avere tutte le intenzioni, tranne quella di essere un mese noioso o banale. Non dovrebbe dispiacervi, visto che amate le emozioni. I transiti planetari saranno intensi, generosi, che stimolano la mente, il cuore, l’anima. In questo mese ritroverete la vostra grinta, senza rabbia ma con creatività. In ambito lavorativo non è più tempo per pessimismo o rassegnazione: è invece il tempo giusto per muovere le cose, fare proposte, prendere contatti».
Capricorno «A giudicare dal cielo del mese, sembra già primavera per voi. Resta un cielo di grande recupero, un cielo più promettente o persino sognante! Un cielo, soprattutto, che offre sostegni proprio là dove servono. Attenzione comunque agli sporadici temporali che possono presentarsi anche in primavera. Pur tra alti e (pochi) bassi, potrete avvertire nel corso del mese i mutamenti della vostra energia e del vostro umore, del vostro stesso approccio alla vita. Fondamentale la presenza della speranza, nel verde primaverile».
Pesci «Parte alla grande questo mese, il quale sembra abbastanza stabile e gratificante, e per renderlo migliore dovete solo sforzarvi di usare il buonsenso, la concretezza, l’obiettività e razionalità: tutte doti che non vi caratterizzano certo in modo particolare ma di cui non siete affatto sprovvisti… Se volete. Sul lavoro aumenta un po’ l’inquietudine e contemporaneamente diminuisce la pazienza: puntante sul fare decisioni ponderate e pianificate».
OROSCOPO