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EDITORIALE RIFORMARE LA FILIERA TESSILE ENTRO IL 2030

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Beatrice Guidi

Riformare la filiera tessile entro il 2030

La filiera tessile sta cercando di accelerare su transizione ecologica e digitale e, a marzo 2020, l’Unione Europea ha stabilito alcuni requisiti da rispettare. La sostenibilità della moda inizia con la sua progettazione: i capi dovranno essere predisposti per essere re-inseriti nel mercato, tramite diversi modelli di consumo come secondhand. Viene introdotta la nozione di Responsabilità Estesa dei Produttori, che riguarda la gestione del rifiuto post-consumo: tutti dovranno cooperare per ridurre al minimo le possibilità, che il prodotto finisca all’inceneritore o arrivi in discarica e diventi un rifiuto da gestire. È stata redatta una sorta di passaporto digitale dei prodotti, uno strumento che può garantire ai produttori e ai consumatori informazioni chiare e complete. Non ci sarà più posto per capi a prezzi stracciati e di pessima qualità. Cittadini e consumatori sono chiamati a essere protagonisti di un cambiamento culturale, che passa anche dagli acquisti consapevoli. Sarà quindi necessario responsabilizzare i consumatori, portandoli a scegliere un nuovo modello di acquisto consapevole, ma anche introdurre nuove normative per creare programmi formativi professionalizzanti sui temi della sostenibilità e dell’innovazione responsabile. Il rispetto per l’ambiente è diventato una priorità e un dovere per i brand e per i consumatori: ne sono un esempio le aziende che abbiamo incontrato alle fiere tra giugno e luglio e che raccontiamo attraverso le pagine di questo numero. Ci aspettiamo azioni sempre più concrete dalle imprese, che visiteremo nei prossimi mesi e alle prossime edizioni di Filo a Milano e di Performance Days a Monaco.

REFORMING THE TEXTILE SUPPLY CHAIN BY 2030

The textile supply chain is trying to accelerate on ecological and digital transition, and in March 2020, the European Union set some requirements to be respected. The sustainability of fashion starts with its design: garments will have to be prepared to be re-inserted into the market, through different consumption patterns as second-hand. The notion of Extended Producer Responsibility is introduced, which concerns post-consumer waste management: everyone will have to cooperate to minimize the chances, that the product will end up at the incinerator or arrive at the landfill and become a waste to be managed. A kind of digital product passport has been drafted, a tool that can ensure clear and complete information for producers and consumers. There will no longer be a place for poor-quality garments. Citizens and consumers are called upon to be protagonists of a cultural change, which also involves conscious purchases. It will therefore be necessary to empower consumers, leading them to choose a new model of conscious buying, but also to introduce new regulations to create professionalizing training programs on issues of sustainability and responsible innovation. Respect for the environment has become a priority and a duty for brands and consumers: an example of this are the companies we met at trade fairs between June and July, which we recount through the pages of this issue. We expect increasingly concrete actions from the companies, which we will visit in the coming months and at the upcoming editions of Filo in Milan and Performance Days in Munich.

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