Vini delle Isole Minori - Proposta Vini

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… piantare una vigna è come fare un matrimonio con la terra, che non a caso la Bibbia pone come il primo gesto compiuto da Noè dopo il diluvio. Significa stipulare un’alleanza con un pezzo di terra, affermare che lì, in quel posto preciso, si vuole dimorare, che si prende il tempo di attendere lì e non altrove i frutti del proprio lavoro: coltura e cultura “radicalmente” diversa da quella nomadica è quella della vigna, una sorta di patto nuziale tra l’uomo e la natura senza il quale non può nascere la “civiltà”. ENZO BIANCHI, Il pane di ieri, Einaudi, 2008, Torino, pp. 48-49

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L’isola del tesoro L’isola di Arturo L’isola che non c’è L’isola di Robinson Crosuè

L’isola piccola permette alla fantasia l’approdo in un luogo ben definito, delimitato da precisi confini, con flora e fauna caratteristiche, in un clima unico e irripetibile. Ma le isole piccole esistono anche nella realtà e, in esse, l’uomo isolano ha dovuto accontentarsi di quanto l’ambiente gli offriva. Coltivando con fatica la terra, è riuscito (e riesce) a produrre vini che sono espressione della sua geniale operosità, ricchi di luce, di colori, di profumi.

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L’isola ritrovata L’isola di Montecristo

L’isola del giorno prima

L’isola Ferdinandea

L’isola è un mondo a sé nel quale ogni essere si è meravigliosamente adattato alle più disparate condizioni ambientali, ricavandosi un proprio spazio dove crescere e vivere. Anche le tipologie di viti, presenti da tempi remoti, hanno sviluppato caratteri peculiari, adeguandosi con maestria ai vari climi e alle differenti situazioni geologiche. Nelle isole minori questa selezione è stata ancora più dura, i risultati ancor più originali.

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I VINI DELLE ISOLE MINORI 9

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CAPRAIA ELBA FORMENTERA GIGLIO HVAR ISCHIA LIMNOS LIPARI MAZZORBO PANTELLERIA PAROS SALINA SAMOS SAN PIETRO SANTORINI

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vitigni bianchi vitigni rossi


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CA P R A I A • La cima del Monte Castello, con i suoi 447 metri, è il punto più alto dell’isola • La superficie è di km2 19,03 • Gli abitanti sono circa 400

Chiamata Aegylon, Anγυλov dai greci e poi Capraria dai romani, il suo nome dovrebbe significare luogo dove vivono le capre selva-

tiche, ma potrebbe anche derivare da karpa che significa roccia. È documentata la presenza sull’isola, nel IV secolo, di monaci cenobiti. Conquistata nel 1055 dai saraceni, fu poi per un periodo pisana e quindi, fino al secolo scorso, genovese. Dopo la seconda guerra mondiale, è stata sede di un penitenziario.


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La varietà d’uva tradizionalmente coltivata sull’isola è l’ALEATICO.

Segnaliamo:

La Piana Aleatico Toscano Cristino

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ELBA • La cima del Monte Capanne, con i suoi 1018 metri, è il punto più alto dell’isola • La superficie è di km2 225 • Gli abitanti sono circa 31.000 Il suo nome era Ilva, dal nome dei suoi antichissimi abitanti, gli Ilvati appartenenti all’etnia dei Liguri. Ricchissima di giacimenti di ferro, fu colo-

nizzata dagli etruschi e quindi dai romani, al cui successo militare contribuì la sua grande disponibilità di metallo. Nel periodo medioevale nell’isola furono edificate torri di avvistamento e la fortezza del Volterraio, situata su un’altura inaccessibile per trovare rifugio dalle scorrerie dei pirati. Nel 1814 vi fu esiliato per quasi un anno Napoleone Bonaparte.


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Le varietà d’uva tradizionalmente coltivate sull’isola sono ANSONICA, PROCANICO e ALEATICO.

Segnaliamo:

Mola Ansonica dell’Elba

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FORMENTERA • La cima del Monte Talaiassa, con i suoi 192 metri, è il punto più alto dell’isola • La superficie è di km2 83,20 • Gli abitanti sono circa 5.500 Per i greci Formentera era Ophiussa, ovvero “piena di serpenti”. In realtà sull’isola ci sono pochissimi serpenti ma moltissime lucertolone verdi, ormai simbolo dell’isola. I romani hanno lasciato all’isola il nome attuale; la chiamarono frumentaria, per la grande quantità di frumento che la sua terra offriva. Il periodo più florido dell’isola coincise con il X secolo e la dominazione dei mori: la chiamarono Koluyunka (Pecoraia) e svolsero

una grande attività di cui oggi restano cisterne, canali di irrigazione, ceramica e monumenti funebri. Il momento più buio dell’isola coincise con le ripetute incursioni dei pirati che durante il ’400 e il ’500 resero l’isola una specie di rifugio e punto di partenza per le loro spedizioni nel Mediterraneo. L’isola divenne disabitata e cominciò a ripopolarsi solo intorno al 1700. Fino alla svolta turistica degli anni ’70, Formentera era un’isola che viveva con le attività tradizionali, pesca, allevamento del bestiame, coltivazione delle terre. Una parte importante dell’economia era legata all’attività delle saline, ancora presenti e visibili.


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Le varietà d’uva tradizionalmente coltivate sull’isola sono PRENSAL BLANCO e MONASTRELL.

Segnaliamo:

Terramoll Es Monestir

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GIGLIO • La cima del Poggio della Pagana, con i suoi 496 metri, è il punto più alto dell’isola • La superficie è di km2 23,80 • Gli abitanti sono circa 1.450 Il suo nome deriva dalla latinizzazione del vocabolo greco capra ovvero Aegylion: isola delle capre. Sotto il dominio romano, con la famiglia dei Domizi Enobardi, visse uno dei momenti di maggior splendore. Carlo Magno donò l’isola all’abbazia delle Tre Fontane; dopo varie vicende essa passò agli Aldobrandeschi, ai Pannocchieschi, ai Gaetani, agli

Orsini e quindi al comune di Perugia. Dal 1264 l’isola fu tenuta dai Pisani, ai quali si deve la struttura di Giglio Castello. Nei secoli successivi, subì numerose dominazioni (tra cui quella dei Medici di Firenze dagli inizi del XV secolo) e scorribande saracene, una delle più disastrose ad opera del Pirata Khair ad-Din detto il Barbarossa, che nel 1544 aveva raso al suolo il paese e deportato come schiavi ben 1.000 dei 1.200 abitanti dell’isola. Il 18 novembre 1799 segna la fine delle incursioni barbaresche nonché l’eroica vittoria dei Gigliesi contro i “Turchi”.


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Le varietà d’uva tradizionalmente coltivate sull’isola sono ANSONICA e ALEATICO.

Segnaliamo:

Le Greppe Ansonica Costa dell’Argentario

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HVA R • La cima del Monte Sveti Nikola, con i suoi 628 metri, è il punto più alto dell’isola • La superficie è di km2 300 • Gli abitanti sono circa 12.000 I suoi primi abitanti furono gli illiri che la difesero strenuamente dai continui attacchi dei greci i quali, comunque, alla fine se ne impossessarono e vi fondarono la colonia di Faros, l’attuale Stari Grad.

I romani conquistarono l’isola nel 219 a.C. Dopo il crollo dell’Impero romano d’Occidente, Hvar cadde sotto il dominio di Bisanzio. Nel corso del VII e VIII secolo l’isola venne colonizzata dalle tribù slave e nell’XI secolo entrò a far parte del regno di Croazia sotto re Petar Kresimir. Nel 1331 divenne veneziana e tale rimase fino alla fine del XVIII secolo.


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Le varietà d’uva tradizionalmente coltivate sull’isola sono POŠIP e BOGDANUŠA, PLAVAC MALI e CRLIENÀK.

Segnaliamo:

Zlatan Plenkovic´ Plavac

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ISCHIA • La cima del Monte Epomeo, con i suoi 789 metri, è il punto più alto dell’isola • La superficie è di km2 46,30 • Gli abitanti sono circa 62.000

al 725 a.C., la famosa Coppa di Nestore, scoperta nel 1953 dall’archeologo tedesco Giorgio Buchner nella necropoli di San Montano, che riporta i versi…

L’isola, abitata fin dal neolitico, diventò colonia e base commerciale greca a partire dalla fine del IX secolo e fu probabilmente il primo insediamento greco nel Tirreno. Lo documenta il più antico esempio pervenutoci di poesia scritta in lingua greca, risalente

Io sono la bella coppa di Nestore, chi berrà da questa coppa subito lo prenderà il desiderio di Afrodite dalla bella corona Nel 322 a.C. divenne romana.


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Le varietà d’uva tradizionalmente coltivate sull’isola sono BIANCOLELLA, FORASTERA, UVA RILLA, PER’ ’E PALUMMO.

Segnaliamo:

Il Giardino Mediterraneo Per’ ’e Palummo Ischia

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LIMNOS • La cima del Monte Skopia, con i suoi 470 metri, è il punto più alto dell’isola • La superficie è di km2 477,60 • Gli abitanti sono circa 18.000 Secondo la mitologia, Limnos è l’isola di Hephaestus, il dio del fuoco e dei vulcani. Nel VI a.C. fu conquistata dall’ateniese Milziade. Al dominio ateniese seguì quello

macedone, romano e quindi bizantino. La sua posizione geografica e la sicurezza dei suoi golfi ne aumentarono l’importanza militare per la flotta imperiale. Dopo la IV crociata l’isola divenne veneziana, poi per un secolo di nuovo bizantina, quindi genovese fino al 1479 quando fu conquistata dagli ottomani e come tale rimase fino al 1913, anno in cui divenne greca.


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La varietà d’uva tradizionalmente coltivata sull’isola è il MOSCATO DI ALEXANDRIA.

Segnaliamo:

Hatzigeorgiou Limnia Ghi

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L I PA R I • La cima del Monte Chirica, con i suoi 602 metri, è il punto più alto dell’isola • La superficie è di km2 38 • Gli abitanti sono circa 11.000 Lipari, come le altre isole Eolie, fu popolata fin dal IV millennio a.C. (neolitico) da genti provenienti dalla Sicilia attratte dalla disponibilità enorme di ossidiana. Divenne colonia greca e quindi cartaginese. Nel 260 a.C. nelle acque di Lipari ci fu uno scontro tra la flotta cartaginese, capitanata da Annibale, e la flotta romana agli ordini di Caio Duilio, che riportò una grande vittoria. Lipari fu soggetta a una serie di attacchi da parte della flotta romana nel 258 e nel 257 a.C., cui i Liparesi si opposero con ardore;

furono però costretti a capitolare dopo un lungo assedio nel 252 a.C. I romani rasero al suolo la città e ne abbatterono le mura per punire gli isolani della resistenza tenace; iniziò così per le Eolie un periodo di grave decadenza a seguito della perdita dell’indipendenza, difesa strenuamente. Lipari conservò comunque i caratteri puri della grecità, pur sotto il dominio romano. Divenne successivamente bizantina, mussulmana e normanna e sotto il dominio normanno rinacque economicamente. Nel 1610 Lipari, dopo continue richieste degli isolani, fu staccata dal regno di Napoli e annessa al regno di Sicilia sotto Filippo III; da allora in poi seguì le sorti del regno delle due Sicilie e dell’Italia, riunificata sotto la dinastia sabauda.


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Le varietà d’uva tradizionalmente coltivate sull’isola sono MALVASIA DELLE LIPARI e CORINTO NERO.

Segnaliamo:

Tenuta di Castellaro Bianco Pomice

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MAZZORBO

Il suo antico nome era Maiurbium e, come tutti gli antichi centri lagunari, nacque per effetto dello spopolamento delle città dell’entroterra, sotto la spinta delle ricorrenti

invasioni barbariche. Mazzorbo raggiunse il massimo splendore, assieme a Torcello, attorno al X secolo. Dopo il Mille, come i centri vicini, iniziò a declinare in favore di Venezia, diventando un’isola campestre dedita alle attività agricole e luogo di svago per i patrizi veneziani. Dell’antica Mazzorbo è rimasta la chiesa di Santa Caterina, del XIII secolo, con la campana più antica della laguna (1318).

foto Nevio Doz

• L’isola è tutta piana, il campanile della chiesa di Santa Caterina, alto 20 metri, è il punto più alto dell’isola • La superficie è di km2 0,52 • Gli abitanti sono circa 360


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La varietà d’uva tradizionalmente coltivata sull’isola è la DORONA.

Segnaliamo:

Tenuta Venissa Dorona Venissa

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PA N T E L L E R I A • La cima della Montagna Grande, con i suoi 836 metri, è il punto più alto dell’isola • La superficie è di km2 83,02 • Gli abitanti sono circa 7.600 Fin dalla preistoria (V millennio a.C.) vi si estraeva l’ossidiana. Il primo insediamento del quale ci è rimasta traccia è il villaggio fortificato di Mursia

risalente al 2000 a.C. Dopo un lungo periodo, durante il quale l’isola è rimasta probabilmente disabitata, vi sono tracce di insediamenti punici. I romani la occuparono nel 217 a.C. Nell’VIII secolo la popolazione cristiana fu sterminata dagli arabi e, nel 1123, fu conquistata dai normanni. Fu aragonese fino al passaggio all’Italia nel 1861.


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Le varietà d’uva tradizionalmente coltivate sull’isola sono MOSCATO DI ALESSANDRIA (ZIBIBBO), CATARRATTO.

Segnaliamo:

Ferrandes Passito di Pantelleria

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PA R O S • La cima del Monte Profitis Ilias, con i suoi 771 metri, è il punto più alto dell’isola • La superficie è di km2 196,30 • Gli abitanti sono circa 13.000 Paros fu abitata fin dalla preistoria. Durante l’età del bronzo l’isola aveva contatti anche con la Grecia continentale. Dall’VIII secolo a.C. fino alle guerre persiane, Paros conobbe uno splendore eccezionale commerciando, soprattutto, marmo bianco,

fino a Mileto in Asia Minore e fondando una propria colonia: Thassos. Nel VII secolo a.C. il poeta Archiloco vi soggiornò a lungo. Paros fu macedone e poi romana; in epoca bizantina decadde anche in seguito a incursioni e saccheggi pirateschi. I veneziani la occuparono nel 1207 annettendola al ducato di Naxos fino al 1537. Nel 1770-1774 fu la sede della flotta russa e prese parte attiva nella rivoluzione greca del 1821.


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Le varietà d’uva tradizionalmente coltivate sull’isola sono MONENVASIA e MANDILARIA.

Segnaliamo:

Moraitis Paros bianco Paros rosso

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SALINA • La cima del monte Fossa delle Felci, con i suoi 961 metri, è il punto più alto dell’isola • La superficie è di km2 26,08 • Gli abitanti sono circa 2.300 Il suo nome deriva da un lago dal quale si estraeva il sale ma il suo antico nome, Didyme, in greco Διδυµη, che significa gemelli, deriva da due antichi vulcani spenti: il Monte dei Porri e il Fossa delle Felci. I più antichi siti umani documentati sulle Eolie risalgono alla fine del V millennio a.C.

e sono relativi a insediamenti umani dediti alla lavorazione e al commercio dell’ossidiana. Dall’età del bronzo alla dominazione romana (252 a.C.) si alternano varie colonizzazioni di diversi popoli. Salina fu conquistata dagli arabi nell’838 che la spopolarono, quindi dai normanni nel 1084, ne seguì il dominio angioino, quello aragonese e, infine, passò sotto il regno di Napoli. Dopo l’unità d’Italia Salina diventò comune autonomo rispetto a Lipari e fu successivamente suddivisa nei tre attuali comuni: Leni, Malfa e Santa Marina.


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Le varietà d’uva tradizionalmente coltivate sull’isola sono CATARRATTO, INSOLIA, MALVASIA DELLE LIPARI, NERELLO CAPPUCCIO, NERELLO MASCALESE, CORINTO NERO.

Segnaliamo:

Salvatore d’Amico Malvasia delle Lipari

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SAMOS • La cima del Monte Kerketeas, con i suoi 1445 metri, è il punto più alto dell’isola • La superficie è di km2 461 • Gli abitanti sono circa 35.000 Abitata fin dal 3000 a.C., fu colonizzata dai Pelasgi, dai Cari e dai Micenei. Tra il 700 e il 532 a.C. Samos divenne un

centro di potere autonomo che proteggeva tutta la regione ionica. Raggiunse l’apogeo dello sviluppo sociale e culturale sotto il tiranno Policrate tra il 532 e il 522 a.C. Fu macedone e poi romana; bizantina, veneziana, genovese, ottomana e definitivamente greca dal 1913.


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La varietà d’uva tradizionalmente coltivata sull’isola è il MOSCATO BIANCO (MUSCAT).

Segnaliamo:

Boutari Moscato di Samos

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SAN PIETRO • La cima del bricco (monte) Guardia dei Mori, con i suoi 211 metri, è il punto più alto dell’isola • La superficie è di km2 51 • Gli abitanti sono circa 6.600 Fu luogo di scalo e di approdo sulle antiche rotte per i fenici e per romani. La sua storia prese avvio dalla lontana Genova quando le venne dato in concessione l’isolotto di Tabarka, prospiciente le coste tunisine. I tabarkini colsero l’invito di Carlo Emanuele III di Savoia, il quale, per popolare la poco abitata Sardegna, concesse a una delegazione di

recarsi sull’isola di San Pietro. Il 17 aprile del 1738 giunse il primo contingente di coloni da Tabarka, e presero il via i lavori di costruzione del principale nucleo abitativo dell’isola, chiamato Carloforte in onore del sovrano sabaudo. Nella notte del 2 settembre 1798 alcune centinaia di corsari tunisini devastarono la città e condussero con sé, come schiavi, ben 830 abitanti. Solo nel 1803 il Re di Sardegna, Vittorio Emanuele I, riuscì a riscattare dalla loro prigionia i carlofortini che finalmente poterono tornare nella loro amata isola. Ecco perché a Carloforte si parla un dialetto genovese!


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Le varietà d’uva tradizionalmente coltivate sull’isola sono VERMENTINO, NASCO, CARIGNANO, BOVALEDDU.

Segnaliamo:

Tanca Gioia Roussou

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SANTORINI • Il paese di Fira è sito, a 300 metri slm, sul punto più alto dell’isola • La superficie è di km2 73 • Gli abitanti sono circa 14.000 Il nome Santorino le fu dato dai veneziani in onore di Santa Irene. Già nel IV secolo a.C. fu sede di un’importante civiltà. Un’eruzione di straordinaria intensità la distrusse nel XVII secolo a.C. e

fu di tale violenza che gli storici ipotizzano che fu essa la causa della scomparsa della civiltà minoica. Nel 1300 a.C. circa vi si stabilirono i fenici per circa un secolo. Al periodo ellenistico succcesse quello romano. Tra il 1200 d.C. e il 1579 l’isola fu prima bizantina e poi veneziana. Tra il 1579 e il 1821 fu occupata dai turchi fino alla rivoluzione greca.


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Le varietà d’uva tradizionalmente coltivate sull’isola sono: ASSYRTICO, ATHIRI e AIDANI.

Segnaliamo:

Argyros Atlantis

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Sparse per il Mediterraneo vi sono tante altre realtĂ che potrebbero entrare in questo libretto: alcune isole della Turchia, della Dalmazia, della Grecia ionica, del Nord-Africa e, naturalmente, ancora qualche isola italiana. Speriamo di poterne inserire di nuove nella prossima edizione. Suggerimenti e segnalazioni sono graditi.

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Stampato nel mese di marzo 2011 Publistampa Arti Grafiche Pergine Valsugana (Trento)

copertina: cartoncino Kilim Stucco pagine: carta ecologica sbiancata senza cloro o biossido di cloro con cellulosa da foreste gestite responsabilmente. Per la stampa sono stati usati inchiostri con solventi a base vegetale.


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