Why Marche n.27

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WHYMARCHE.COM Why Marche n.27 · Ottobre/Novembre 2015 · Bimestrale · Anno VI

EXPO 2015 EXPO 2015:

6 mesi di protagonismo

CONTADINO o agricoltore?

77

I

…E BUIO FU!

IN SCENA L’AUTUNNO

E





I PRODUTTORI DI VERDICCHIO PROTAGONISTI DELLA NUOVA CAMPAGNA PROMOZIONALE ACCADIA ANGELO www.accadiavini.it ALBERTO QUACQUARINI www.quacquarini.it ANDREA FELICI www.andreafelici.it BADIALI & CANDELARESI www.badialiecandelaresi.it BALDARELLI VALERIO www.vinibaldarelli.com BENIGNI MAURIZIO www.benignivini.it BIANCHI ANNALISA Tel. 071 7108876 BISCI www.bisci.it BOCCAFOSCA www.boccafosca.it BORGO PAGLIANETTO www.borgopaglianetto.it BORIONI GIANNI azienda.borioni@libero.it BROCANI GIUSEPPE www.cantinabrocani.it BROCCANERA www.broccanera.it BRUNORI MARIO & GIORGIO www.brunori.it CANTINA CAVALIERI www.cantinacavalieri.it CANTINA COLOGNOLA TENUTA MUSONE www.tenutamusone.it CANTINA DI RUSCIO www.cantinadiruscio.it CANTINA MA.RI.CA www.cantinamarica.it CANTINE BELISARIO www.belisario.it CAPOGROSSI BORGIANI ALBERTO Tel. 0731 789254 CASA VINICOLA G. GAROFOLI www.garofolivini.it CASA VINICOLA PIERSANTI www.piersantivini.com CASALETA www.casaleta.it CASALFARNETO www.casalfarneto.it

CECI ENRICO www.cecienrico.it CHERUBINI cherubini.simone75@gmail.com CIU’ CIU’ www.ciuciuvini.it COLLESTEFANO www.collestefano.com COLONNARA www.colonnara.it CONTI DI BUSCARETO www.contidibuscareto.com CROCE DEL MORO www.crocedelmoro.it F.LLI BUCCI www.villabucci.com F.LLI POLITI www.cantinepoliti.it FATTORIA CORONCINO www.coroncino.it FATTORIA LA VIALLA www.lavialla.it FATTORIA SAN LORENZO www.fattoriasanlorenzo.com FAZI BATTAGLIA www.fazibattaglia.it FINOCCHI www.viticoltorifinocchi.it FONTE ZOPPA www.cantinefontezoppa.com GAMBELLI VINI www.gambellivini.it GATTI MARCO www.gattiagri.it LA MONACESCA www.monacesca.it LA MORCIOLA www.lamorciola.it LA MUROLA www.murola.it LA STAFFA www.vinilastaffa.it LAILA LIBENZI www.fattorialaila.it LANDI LUCIANO www.aziendalandi.it LUCCHETTI MARIO www.mariolucchetti.it MANCINI BENITO www.manciniwines.it

MARANI SERGIO marani-luca@libero.it MARAVIGLIA FILIPPO www.vinimaraviglia.com MARCHEDOC www.colonnara.it MARCHETTI MAURIZIO www.marchettiwines.it MARCONI VINI www.marconivini.it MAROTTI CAMPI www.marotticampi.it MARTARELLI FERNANDA Tel. 0731 267032 MARTELLI GINA martelligina@alice.it MATTEI DANILO www.tenutamattei.com MEZZANOTTE SANDRINO www.cantinemezzanotte.it MONTECAPPONE www.montecappone.it MONTESANTO www.vinimontesanto.com MORICI ELIO Tel. 0731 779102 PIEVALTA www.pievalta.it PODERE SANTA LUCIA www.poderesantalucia.com PODERI MATTIOLI www.poderimattioli.it PRIORI ANDREA www.prioriegaldelli.it PRO. VI. MA. www.cantineprovima.it QUARESIMA DONATELLO www.aziendaquaresima.it ROMAGNOLI RENATO www.cantinaromagnoli.it SANFRANCESCO www.castelfiora.it SANTA BARBARA www.vinisantabarbara.it SARTARELLI www.sartarelli.it SECONDINI GIORGIO www.cantinasuasa.it SIMONETTI DINO www.verdicchiostaffolo.com

SOCCI UMBERTO www.verdicchio.it SPARAPANI FRATI BIANCHI www.fratibianchi.it STEFANO MANCINELLI www.mancinellivini.it TENUTA DELL’UGOLINO www.tenutaugolino.it TENUTA DI TAVIGNANO www.tenutaditavignano.it TENUTA SAN MARTINO www.cerionitenutasanmartino.it TENUTE PIERALISI MONTESCHIAVO www.monteschiavo.com TERRE CORTESI MONCARO www.moncaro.com TERRE SAN GINESIO www.terredisanginesio.it TOGNI www.togni.it TORRETTI WALTER Tel. 0731 982181 TRE CASTELLI www.vignedileo.it UMANI RONCHI www.umanironchi.com VALLEROSA BONCI www.vallerosa-bonci.com VENTURI ROBERTO www.viniventuri.it VICARI www.vicarivini.it VIGNA DEGLI ESTENSI www.vignadegliestensi.it VIGNAMATO www.vignamato.com VINI VALMUSONE Tel. 0731 245707 VINICOLA GAGLIARDI www.vinigagliardi.it VITIVINICOLA COSTADORO www.vinicostadoro.it ZACCAGNINI www.zaccagnini.it ZANNOTTI CLAUDIO E FERDINANDO www.zannottivini.com

CASTELLI DI JESI VERDICCHIO RISERVA D.O.C.G. / VERDICCHIO DEI CASTELLI DI JESI D.O.C. VERDICCHIO DI MATELICA RISERVA D.O.C.G. / VERDICCHIO DI MATELICA D.O.C.



EDITORIALE

L’AUTUNNO DELLE MARCHE Eh sì, questo numero lo abbiamo aperto volutamente con l’autunno. Non vi abbiamo, però, raccontato della stagione in generale, ma proprio del nostro autunno, quello di noi marchigiani. Perché di questa stagione, noi ne possiamo godere i colori ed i sapori più belli e, per questo, abbiamo scomodato addirittura Giacomo Leopardi, aprendo l’articolo con la sua poesia La Foglia, forse tra le meno conosciute, ma certamente molto intensa. Leggetelo con cura, sarà la vostra guida per vivere la stagione autunnale nelle Marche anche all’insegna dell’arte, della cultura e dello sport. Se poi vi piacesse andare per borghi, conoscere i personaggi tipici della nostra terra e deliziarvi dei sapori nostrani, non potete non leggere di Vittorio Beltrami e della sua gastronomia di Cartoceto. Una bottega d’altri tempi dove si respira ancora la genuinità dei prodotti e dove l’Einstein dei formaggi opera con grande passione tenendo sempre presente le proprie origini, in una sorta di “retroinnovazione”, come la definisce lo stesso protagonista. In questo numero, inoltre, diamo continuità alle Marche Esoteriche illustrate dal Prof. Stefano Longhi che, in particolare, ha dato risposta alle domande presenti nel numero scorso. Pertanto, andate subito a verificare se la vostra risposta è quella corretta. L’avevamo magnificata alla sua apertura e, dunque, non potevamo mancare alla chiusura del suo fantastico semestre. Pertanto, parleremo ancora dell’Expo con una bella carrellata di protagonismo della nostra regione con personaggi, storie, eventi, forum sia dentro che fuori all’Esposizione Universale… e tanto altro ancora. Il classico tour per le Marche questa volta ci vede a Montecarotto per il Museo Mail Art, ad Acqualagna per celebrare i 50 anni del suo tartufo e a Corinaldo per la tradizionale festa di Halloween. Nel nostro viaggio virtuale non abbiamo dimenticato Monte Grimano Terme, uno dei borghi più belli d’Italia e ci siamo incamminati in un bel percorso tra i mulini storici delle Marche dove la suggestione della bella fotografia la fa da padrona. Infine, come è nostro solito, abbiamo dato voce ai protagonisti “nascosti” della nostra regione. Questa volta il fil rouge è la musica, quella indipendente dell’anconetano Silvano Staffolani che ben si integra con quella dell’ascolano Dario Faini e il suo progetto Dardust, ma non potevamo non dedicare ulteriore notorietà alla 11enne Vittoria Truffa, da Fermignano, ormai grande star di Junior Masterchef. E allora, buona lettura a tutti, per trascorrere al meglio queste belle giornate autunnali.

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GAUDENZIO TAVONI



SOMMARIO A G O R A’

12 LA RETROINNOVAZIONE

ANIMA

P.12

16 QUANDO LA MAIL DIVENTA MUSEO 18 POTERE E MIRACOLI

Direttore Responsabile: Gaudenzio Tavoni REDAZIONE

P.62

Editor Loredana Baldi Stefania Cecconi Luca Capponi Ilaria Cofanelli Andrea Cozzoni Paola Donatiello Stefano Longhi Michela Marconi Alessandro Morbidoni

MENTE 34 MARCHET FORMAZIONE EXPORT 36 COMPETENZE DIGITALI 38 BLOCCA IL MUTUO 40 DIESELGATE 48 IL PROTAGONISMO DI MARCHE EXPO

Graphic Designer Isabella Gianelli Photographers Paolo Bolognini Foto di copertina Andrea Tessadori Marketing & P.R. Raffaella Scortichini r.scortichini@whymarche.com

P.44

Concept: Theta Edizioni info@whymarche.com

PRIMO PIANO

38 PASSEGGIATE D’AUTUNNO

www.thetaedizioni.it

PERCHE’

edizioni info@thetaedizioni.it

Casa Editrice: Theta Edizioni Srl Registrazione Tribunale di Ancona n° 15/10 del 20 Agosto 2010

57 MISSIONE SALVA SPRECO 62 VITTORIA JUNIOR MASTER CHEF

Sede Legale: Via Villa Poticcio 22 60022 Castelfidardo - Ancona www.thetaedizioni.it - info@thetaedizioni.it Tel. 0731082244 Stampa: Tecnostampa: Via Le Brecce - 60025 Loreto (AN)

TRAI MULINI STORICI

I PERCORSI DI WHY MARCHE

P.20

Abbonamenti:

SPIRITO 66 PAROLE E NOTE 68 BOOKCROSSING 70 CHEMICAL BROTHERS 73 L’UOMO CHE BADA AI CANI 76 SOCIAL DAY 78 I CONSIGLI DI BARBANERA

abbonamenti@whymarche.com Chiuso in redazione il 20 Ottobre 2015 COPYRIGHT THETA EDIZIONI TUTTI I DIRITTI SONO RISERVATI. NESSUNA PARTE DI QUESTO MENSILE PUO’ ESSERE RIPRODOTTA CON MEZZI GRAFICI, MECCANICI, ELETTRONICI O DIGITALI. OGNI VIOLAZIONE SARA’ PERSEGUITA A NORMA DI LEGGE. per qualsiasi informazione

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A G O R A’

IL VALORE DELLA MEMORIA A tu per tu con Vittorio Beltrami, “l’Einstein dei formaggi”

VITTORIO BELTRAMI È UN CONTADINO CON LA “C” MAIUSCOLA, UNO DEI POCHI RIMASTI CHE POSSONO FREGIARSI DI TALE TITOLO. PERCHÉ, PER BELTRAMI, ESSERE CONTADINO È UN VANTO E UN’ARTE, È IL MESTIERE CHE NE DERIVA.

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di Ilaria Cofanelli

Folti baffi bianchi, sguardo serio, curioso e attento, Vittorio Beltrami ci riceve nella sua gastronomia di Cartoceto. Varcata la soglia, l’intenso profumo dei formaggi caprini e pecorini esposti sui banchi ci inebria i sensi, così come i colorati barattoli di vetro contenenti marmellate e confetture di frutta e bacche di crescita spontanea, preparate dalle esperte e sapienti mani della moglie di Vittorio, Elide. Nella bottega si respira un’atmosfera d’altri tempi, piacevole, ospitale, familiare, si percepisce il sapore antico della tradizione. Fisse alle pareti spiccano le cartoline e i biglietti di auguri che i tanti clienti della gastronomia, nel corso degli anni, hanno inviato alla famiglia Beltrami, come ringraziamento per l’ospitalità e l’accoglienza con cui sono stati ricevuti. Sono due le aziende agricole che fanno capo alla famiglia Beltrami, che già dal 1870 coltivava olivi e produceva olio: si tratta del Frantoio della Rocca, situato nell’entroterra pesarese, e dell’azienda agricola Il Covo dei Briganti, a Cartoceto. Dall’amore per la propria terra nascono i prodotti Beltrami, dall’olio extra vergine di oliva con marchio DOP (denominazione origine protetta), alle marmellate e ai formaggi, conosciuti e apprezzati sia in Italia, sia nelle principali capitali europee, e non

solo: Lidia Bastianich, dall’America, definisce Vittorio Beltrami “l’Einstein dei formaggi”.

MA COSA SIGNIFICA, OGGI, FARE IL CONTADINO?

Una parola su tutte inquadra perfettamente il lavoro che Vittorio Beltrami e la sua famiglia da anni, con dedizione, cura e amore, portano avanti, e quella parola è “retroinnovazione”. Un neologismo coniato dallo stesso Beltrami, che così lo definisce: “Essere capaci di andare avanti, tenendo sempre a mente le origini, pensando a ciò che c’era prima, alla storia, alle radici”. Ecco perché il valore della memoria, punto su cui insiste Beltrami. Ma andiamo con ordine. Acuto osservatore e indagatore delle persone che si trova di fronte, Vittorio Beltrami si lancia in un racconto spassionato sul mestiere del contadino, ma più che di mestiere si potrebbe parlare di una scelta di vita che investe a tutto tondo ogni momento della quotidianità di chi decide di dedicarsi anima e corpo alla terra. Perché c’è una sostanziale e vitale differenza tra chi la terra la vive, la assapora, la fa sua e chi, invece, la vede solo come un mezzo, un espediente utile a raggiungere un profitto.

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A G O R A’

CHI È IL CONTADINO? COME LAVORA? COME VIVE?

“Ultimamente la parola ‘contadino’ è stata svilita, in luogo della più moderna ‘imprenditore agricolo’, ma si tratta di due figure completamente diverse”, chiosa Beltrami. “Il contadino è un uomo che si inventa ogni giorno nella sua azienda; l’imprenditore fa solo l’imprenditore. Si potrebbe obiettare che, allora, è irrazionale quello che fa il contadino. Da dove trae i suoi benefici economici? Beh, innanzitutto, sono poche le spese che deve sostenere per cibarsi: si produce tutto da solo, frutta, verdura, carne. Quello che produce in eccedenza lo rivende e il ricavato viene investito all’interno dell’azienda. Il contadino non fa mai monocoltivazione, individua un territorio in funzione delle sue peculiarità. Riconosce le stagioni, sa dove andare a impiantare un nuovo frutteto, un nuovo uliveto. Il contadino lavora con le mani, pota, innesta, munge, concia pelli. È un uomo che sa leggere i tempi, mosso dall’amore per la terra che calpesta e che non si fa problemi a mettere in bocca, per capire se è buona dal grado di concentrazione di sali minerali che contiene. Questo, l’imprenditore agricolo non lo fa.

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Il contadino ha passione, amore, intuito. Vive di tradizioni, di storie, di momenti. Oggi, nelle aziende agricole, tutto ruota attorno alla chimica. Ad esempio, l’estate di quest’anno è stata caldissima, con temperature anche al di sopra dei 35 gradi. Ebbene, il contadino sa che, con queste condizioni termiche, le mosche muoiono e dunque non avrà necessità di dare dei trattamenti all’interno delle stalle per debellare il fastidio che questi insetti arrecano alle bestie. Così come non ha dovuto trattare le olive: gli insetti, che nei mesi estivi infestano le campagne, quest’anno non c’erano. Il contadino rispetta le stagioni, l’imprenditore agricolo no, perché deve seguire un protocollo, deve solo vendere un prodotto, fa dei conti economici”. Di contadini che sanno innestare piante, che non imbottiscono di ormoni animali, frutta e verdure, che sanno come far nascere un vitello o una capra, come aiutare una bestia a partorire, riuscendo perfino a medicarla, sono rimasti in pochi, sostiene Beltrami, e andrebbero tutelati raccogliendone le memorie storiche, scrivendo dei libri.

IL VALORE DELLA MEMORIA, DUNQUE, DELLA TRASMISSIONE DELLA CONOSCENZA, DELLE BUONE PRATICHE. COME TRAMANDARLE, PERÒ, AI GIOVANI D’OGGI?

Ragazzi che studiano sui libri, che si impegnano, certo, ma che non hanno, forse, una conoscenza diretta della vita nei campi, nelle stalle, negli orti, del lavoro all’aria aperta, con qualsiasi condizione metereologica. “Una volta i bambini erano partecipi. Assistevano alla nascita degli animali all’interno delle stalle e così erano già educati, dalla famiglia, alla vita dei campi. Oggi non è più così. Dobbiamo, allora, dare delle motivazioni ai giovani, stimolarli. In che modo? Non so dare una risposta, ma posso fare delle considerazioni. Credo che dovremmo tornare a trasmettere dei valori all’interno del nucleo familiare. Oggi siamo sempre fuori casa, i genitori non riescono più a comunicare con i figli. Poche le famiglie che quotidianamente si riuniscono a tavola. Tanti mestieri antichi sono scomparsi. Una volta il contadino era anche macellaio; la donna, figura fondamentale nella famiglia contadina, sapeva fare la calza, era in grado di lavorare con l’uncinetto, addirittura riusciva a creare materassi. Queste conoscenze erano tramandate solo con la memoria visiva: si osservava chi lavorava e si immagazzinava mentalmente il procedimento, non si scriveva, né si leggeva. Tradizioni, mestieri, lavori che si sono persi e nessuno si è fatto promotore della loro conservazione. Ritengo, dunque, che salvare la manualità, risorsa fondamentale dell’Italia intera, equivalga a salvare la conoscenza, la nostra storia”, conclude Beltrami.

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ANIMA

IL MUSEO DELLA MAIL ART DI MONTECAROTTO QUANDO L’ARTE VIAGGIA PER CORRISPONDENZA E ANNULLA LE DISTANZE Visitando i piccoli borghi della nostra regione è possibile non solo accedere a paesaggi suggestivi, scoprire usi e costumi dimenticati o meravigliarsi di fronte a rare bellezze architettoniche, ma si può persino venire a conoscenza di correnti artistiche meno note. Tutto questo è possibile a Montecarotto, paese della provincia di Ancona posto a 380 metri sul livello del mare, a cavallo tra l’alta valle del Misa e quella dell’Esino, che ospita il Museo Civico della Mail art, l’unico in Italia insieme a quello virtuale, il MAGAM, di Fermo. Ma che cos’è esattamente la Mail art? È una pratica artistica d’avanguardia, già sperimentata nei primi anni del XX secolo dai Futuristi e dai movimenti Dada e Surrealista, che si avvale del mezzo postale per inviare opere di piccole dimensioni, e dove anche il supporto (la cartolina, la busta o il francobollo) entra inevitabilmente a far parte dell’opera o è esso stesso l’opera d’arte. Il Museo della Mail Art di Montecarotto venne inaugurato nel 1985 con l’obiettivo iniziale di raccogliere opere dei principali artisti delle Marche, quali elementi chiave necessari per documentare la storia della società marchigiana, ma anche quelle di artisti contemporanei di tutto il mondo. Proprio per sopperire alla difficoltà di raccogliere testimonianze artistiche provenienti anche da fuori regione, il sito fu declinato in un vero e proprio museo dedicato alla Mail Art, concepito come luogo di convergenza per le opere inviate da artisti sparsi in ogni parte del globo e collegati tra loro da iniziativi tematiche o libere.

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di Stefania Cecconi

Il Museo della Mail Art di Montecarotto in questi anni ha raccolto centinaia di opere per corrispondenza, facendosi promotore di questa forma d’arte visuale basata sullo scambio reciproco, sulla condivisione e capace di annullare ogni distanza spaziale. Il Museo, dopo una lunga inattività e alcune aperture saltuarie, è oggi ospitato all’interno dei locali, un tempo adibiti a cantine, del Teatro Comunale e strutturato in due sale tematiche. La prima, dedicata esclusivamente alla Mail Art, dove le opere giunte a Montecarotto per corrispondenza sono esposte in vetrine e su pannelli espositivi. La seconda, invece, ospita disegni, incisioni e opere degli artisti Ernesto Treccani, Arnoldo Ciarrocchi, Pericle Fazzini, Orfeo Tamburini, Sepo, Zauli, Umberto Mastroianni, Cesare Zavattini e Aldo Bergonzoni. Il Museo di Montecarotto negli anni ha accolto e promosso numerose iniziative quali mostre tematiche dedicate alla storia e alla società sia della realtà locale sia nazionale, manifestazioni, incontri dedicati all’arte contemporanea nelle Marche e mostre fotografiche. Inoltre, nel luglio del 2006, il Museo ha ospitato una mostra dedicata a Ray Johnson, l’artista statunitense, e personaggio chiave della Pop Art, che negli anni sessanta rilanciò la Mail

Art grazie alla New York CorrisponDance School da lui fondata nel 1962. Per immergersi in questo Museo particolare e prezioso e scoprire questa forma d’arte che concepisce l’opera come dono da scambiare, privandola di un valore economico e conferendole quindi un valore puramente interazionale, è necessario programmare la visita con leggero anticipo in quanto il Museo della Mail Art viene aperto solo su prenotazione o in occasione di iniziative o eventi. Visitando il Museo di Montecarotto e venendo a conoscenza di questa pratica artistica ci si rende conto del fatto che concetti quali la condivisione, l’annullamento della distanza sociale e comunicativa sono da sempre state esigenze dell’uomo. Se nella società attuale dominata dai Social Network il motto sembra essere “Condivido quindi sono” e le distanze sono annullate dalle nuove tecnologie, la Mail Art ci ricorda che la necessità umana di comunicare oltre il tempo e lo spazio e lo scambio reciproco di idee, concetti, perplessità esistono dalla notte dei tempi, e gli artisti, capaci di cogliere prima di noi comuni mortali le urgenze della società, avevano messo già in moto una dinamica sociale e comunicativa, oltre che artistica, che noi avremmo visto sorgere solo molti anni dopo.

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ANIMA

Loreto: una porta per il cielo

• Seconda Parte •

Il Potere del Drago e i Miracoli della Vergine Nera I LUOGHI DI ENERGIA O DI POTERE SONO LUOGHI SIA NATURALI, SIA CREATI DALL’INTERVENTO UMANO, CHE CONTRIBUISCONO AD AUMENTARE LA NOSTRA PERCEZIONE E IL NOSTRO BENESSERE PSICO-FISICO FINO A CONDURCI AD UN DIRETTO CONTATTO CON IL TRASCENDENTE. AUTENTICHE “PORTE DEL CIELO” CHE LE CIVILTÀ DELLA DEA MADRE CONOSCEVANO E POTENZIAVANO, AMPLIFICANDOLE CON PARTICOLARI ARCHITETTURE (MENHIR, PIRAMIDI E TEMPLI) DESTINATE AD IMBRIGLIARE E SFRUTTARE AL MASSIMO LE BENEFICHE RADIAZIONI DEL LUOGO CHE PROPRIO PER QUESTO ERA DEFINITO SACRO. 16 | WHY MARCHE

Nei luoghi di potere della cristianità, sempre eretti sopra i resti delle civiltà precedenti, due particolari annunciano una “porta del cielo”: la presenza di una Madonna Nera e una frase, spesso scritta sopra il portale della chiesa o riportata in qualche angolo all’interno: “terribilis est locus iste” (questo luogo è terribile). La frase rimane più chiara se si prende in considerazione per intero il versetto biblico da cui è tratta, dove prosegue dicendo: “hic domus dei est et porta coeli”, “Questa è la casa di Dio e proprio la porta del Cielo”. Frase che accompagna la visione di Giacobbe: una scala con esseri angelici che salgono e scendono dal Cielo. Dunque la frase non viene scritta sugli edifici religiosi per


a cura di Stefano Longhi

incutere timore, ma bensì per indicare che in quel luogo inizia la “scala”che conduce al Cielo (come non ricordare lo splendido brano del Led Zeppelin Stairway to Heaven). Un luogo di potere dunque che può trasformare i nostri desideri più profondi e inconsci, dove possono accadere cose straordinarie come guarigioni miracolose, una visione chiara delle cose e comprensione profonda di se stessi. Il santuario di Loreto contiene entrambi questi indizi, che lo annoverano tra i luoghi di potere o tra le “porte del cielo”: la Vergine Nera e la frase: “terribilis est locus iste” situata sopra la porta del rettorato e che introduce alla Sala del Tesoro detta del Pomarancio, sopranome del pittore Cristoforo Roncalli, che la affrescò tra il 1605 e il 1610. Voluta dal papa Clemente VIII per contenere l’imponente mole votiva dei pellegrini e gli arredi liturgici, questa sala po-

trebbe impressionare il visitatore per l’atmosfera particolare che in essa si respira. Non è improbabile avvertire un senso di pesantezza e disagio entrando all’interno di questa sala. Sorprendente il silenzio che cala improvvisamente attraversandone la soglia. Ma si tratta solo di una delle due polarità, quella negativa, creata dal potere del Drago. L’altra polarità, quella positiva, ci rimanda all’interno della santa casa posta sotto la cupola della Basilica.

Ma è proprio l’iconografia mariana che si presenta al visitatore entrando nella Santa Casa di Nazareth a suggerirci il Potere che questo luogo realizza. Dietro l’altare si erge imponente la statua della Vergine Nera, appoggiata sopra una specie di “caminetto” decorato con un motivo raffigurante ali di Drago, un segno che, come dicevamo nel precedente articolo, accompagna il pellegrino attraverso tutta la città fino nel punto più sacro del suo pellegrinaggio. Sopra il capo della Vergine il segno dello spirito divino: una colomba. Questa composizione simbolica già conosciuta nei misteri precedenti la cristianità, delle divinità femminili rappresentative del potere della Grande Madre e conservato dalle tradi-

zioni orientali, costituisce una importante formula pratica e realizzativa per ogni uomo che potremmo così enunciare: “un uomo che abbia raggiunto un equilibrio psico-fisico e che abbia appreso l’arte di dominare gli istinti e le emozioni (il piede che schiaccia il drago-serpente, il caminetto con le ali di drago su cui poggiano i piedi della vergine) in un momento di calma e serenità interiore può ri-nascere dall’alto (simbolicamente la colomba dello spirito santo) e partorire un essere superiore, il vero se stesso, l’Uomo Nuovo (nell’iconografia, il bambino che reca in braccio la vergine), l’essere divino che ognuno di noi è”. Si tratta soltanto di una rappresentazione allegorica o essa rivela una pratica da seguire e fondamentale per ogni uomo? Ciò che la chiesa non ci spiegherà mai e come potremmo “fare cose più grandi di Lui” come lo stesso Maestro Gesù rivela ai suoi discepoli in un passo dei vangeli. La chiesa sembra avere perduto l’abitudine a spiegare ai suoi fedeli l’utilità pratica dei suoi stessi simboli. Nel tempo ha preferito usare i simboli e le relative interpretazioni per suggestionare la mente e le emozioni degli uomini ed esercitare su di loro un controllo indiretto e la dipendenza. Ciò che doveva liberarci ha finito per imbrigliarci ancora di più nella rete inutile, eccessiva e carica di sofferenza della mente razionale, che nell’età della tecnica ha partorito la teologia, una scienza che riduce tutto alla spiegazione dialettica e mai al vissuto e alla pratica dei misteri come accadeva nella tradizione della Grande Madre. L’iconografia e la formula enunciata ripropongono invece, con tutti i significati discussi nel precedente articolo, l’arcaica relazione tra la Vergine e il Drago e i misteri di trasformazione, guarigione e conoscenza ad essi legati. Dimostrando così la perfetta continuità tra la Vergine Nera di Loreto e il Femminile Sacro del nostro territorio, nascosto dalla chiesa nei contenuti ma usato e riproposto nella simbologia Mariana. Il pellegrino che ha scelto, anche solo inconsciamente di visitare la Madre anziché il Figliolo, come recita il proverbio, giunto in pellegrinaggio ai piedi della vergine può compiere un rito arcaico e millenario: affidarsi al fuoco sacro e invisibile del Drago, abbandonandosi totalmente e coscientemente all’energia del luogo, una energia che ha il potere di facilitare l’apertura di quella “porta del cielo” che dovrebbe condurlo alla verità: attraverso la guarigione, la conoscenza, la sapienza, la visione e le rivelazioni di quella voce che mai ascoltiamo: la Vergine ovvero l’ anima cosciente che continuamente parla dentro di noi.

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ANIMA

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I PERCORSI DI WHY MARCHE

A vento o ad acqua, i

mulini si presentano come una delle invenzioni tecnologiche

più impressionanti dell’era antica, ma anche di quella moderna, essendo spesso delle vere e proprie macchine tuttofare. L’arte della molitura e il mestiere

storico del mugnaio

rappresentano una delle attività storiche e tradizionali della nostra regione, ricca di diversi esempi di mulini dislocati in tutto il territorio. Con il percorso illustrato di questo numero, Why Marche vi accompagna in un itinerario attraverso i mulini storici della regione, per scoprire frammenti di una storia da non dimenticare.

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ANIMA

È

Molino Spoletini, in località Piticchio di Arcevia (AN)

azionato ancora oggi dalla forza motrice dell’acqua il Molino Spoletini, antico mulino con macine a pietra risalente, addirittura, al XV secolo. Utilizzato per l’attività di macinatura per conto della Cooperativa agricola biologica “La Terra e il Cielo”, che sceglie di produrre farine integrali da vari cereali, sorge a ridosso di un boscoso avvallamento del fiume Misa, in località Piticchio di Arcevia, nei pressi della sede stessa della cooperativa, in una posizione naturalmente votata all’attività di macinatura. Il processo di molinatura perpetuato dal Molino Spolentini permette alle farine di mantenere le qualità nutrizionali e organolettiche insite nei cereali per le successive trasformazioni. È poi grazie alla maestria del mugnaio che collabora da sempre con la Cooperativa, discendente da una dinastia di mugnai del luogo, se i prodotti finali del Molino recano con sé un valore aggiunto determinante, tale da mantenere, a Piticchio, una testimonianza culturale e di economia tradizionale dal valore inestimabile.

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I PERCORSI DI WHY MARCHE

Molino di Ripalta, in località Ripalta, frazione di Arcevia (AN)

Photo Andrea Tessadori

S

ito nell’omonima frazione Ripalta di Arcevia, il Molino sorge su di una dorsale collinare, oltre Piticchio, nei pressi di San Pietro e Loretello. Le prime notizie di cui disponiamo sulla sua origine risalgono al 1220, anno in cui alcuni feudatari del luogo si sottomisero al comune di Rocca Contrada. Il molino reca con sé la sicura memoria storica del nostro passato, ma oggi versa in uno stato di completo abbandono, ed è, per alcuni versi, inagibile. Immerso nel verde delle piante e delle edere che si arrampicano lungo le sue pareti, l’idea che ci si fa, osservandolo dall’esterno, è quella di un antico casolare di campagna abbandonato, tanto che perfino i vicini dell’agriturismo che sorge a una manciata di metri dalla costruzione non erano a conoscenza del fatto che si trattasse di un mulino. Difficile scorgerlo dalla strada, per chi non conosce la zona. Un uomo del posto, rivelatosi discendente di una famiglia di mugnai, e mugnaio lui stesso, ci indica con precisione la posizione del molino e ci descrive i resti di quelli che una volta erano gli strumenti utilizzati per realizzare le farine. Lì una mola verticale e una tramoggia, là la carcassa della moto che trascinava il carretto. Fuori, i tunnel da cui fuoriusciva l’acqua, oggi ormai completamente nascosti dalla vegetazione.

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ANIMA

Molino di Piedicava, località Acquasanta Terme (AP)

Photo Andrea Tessadori

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e prime notizie sul mulino di Acquasanta risalgono al 1504. Altri documenti, poi, attestano che, tra il 1600 e il 1800 il molino fosse in piena attività. La costruzione attuale risale alla seconda metà del 1800 e l’aspetto finale è dovuto alla ristrutturazione d’inizio ‘900. Da allora il mulino è rimasto intatto, compresa l’abitazione del mugnaio al piano superiore, con l’antico camino, il forno, il lavandino e le credenze dei primi anni del XX secolo. Il mulino, infatti, venne acquistato tra il 1912 e il 1913 dal nonno dell’odierno proprietario, che lo amplia dotandolo di due macine e sopraelevando l’edificio per realizzare l’abitazione: in origine, infatti, esisteva solo il piano terra e un’unica macina. Nel 1914, come risulta dalla scritta originale sulla tramoggia, il mulino riprende la sua attività, portata poi avanti dal padre dell’attuale proprietario, fino alla fine degli anni Sessanta Con l’avvento dell’era industriale l’attività va scemando fino a divenire inesistente. Il mulino, però, non cessa mai la sua attività: continua infatti ancora oggi a macinare e a essere sottoposto a manutenzione.

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Molino di Rotella, località Rotella (AP)

II PERCORSI PERCORSI DIDI WHY WHY MARCHE MARCHE

Photo Andrea Tessadori

R

imanendo nell’Ascolano, nell’Ascolano, aa Rotella, Rotella, paese paese anticamente anticamentesorto sortosusuun unpromontorio promontorio alla confluenza il imanendo alla confluenza tratra il torrente Oste torrente e ilterritorio fiume Tesino, territorio ai piedi della pendice boreale del monte idell’Ascensione, i mulini e il fiume Oste Tesino, ai piedi della pendice boreale del monte dell’Ascensione, mulini sono particolarmente sono diffusi, grazie alla ricchezza di acqua. Purtroppo, mulino ad acqua di Rotella, diffusi,particolarmente grazie alla ricchezza di acqua. Purtroppo, l’ultimo mulino ad acqual’ultimo di Rotella, che sorge a ridosso del che sorge a ridosso del centro ha continuato la suagrazie attività fino al 1977, grazie al lavoro di Bruto centro abitato, ha continuato la abitato, sua attività solo fino al 1977, al solo lavoro di Bruto Ciambecchini, mugnaio rotellese, Ciambecchini, mugnaio rotellese, memoria storica dell’attività territorio comunale. Del mulino memoria storica dell’attività molitoria nel territorio comunale. Delmolitoria mulino di nel famiglia, acquistato dal padre nel 1916, di famiglia, acquistato dal padre nel 1916, sopravvivono oggi solo le due macine in pietra, il locale della ruota sopravvivono oggi solo le due macine in pietra, il locale della ruota orizzontale e la stanza di macinazione. Come il orizzontale e la stanza macinazione. Come il Molino di Ripalta, anche questo di Rotella è diventato della Molino di Ripalta, anchediquesto di Rotella è diventato preda della vegetazione: dato che i mulini sorgonopreda sempre vegetazione: dato che i mulini sorgono scorre acqua in abbondanza, ecco che, se abbandonati, dove scorre acqua in abbondanza, ecco sempre che, se dove abbandonati, purtroppo vengono completamente sommersi da edere purtroppo completamente sommersi da edere rampicanti e altre piante. rampicanti vengono e altre piante.

WHY MARCHE / 23


ANIMA

Molino fortificato di Montalto, località Montalto delle Marche (AP)

Photo Andrea Tessadori

S

postandosi il fiume Aso, è possibile andare alla scoperta di un altro edificio adibitoadibito a mulino, che sorge postandosilungo lungo il fiume Aso, è possibile andare alla scoperta di unantichissimo altro antichissimo edificio a mulino, nel territorio di un interessante borgo storicoborgo del Piceno, Montalto delleMontalto Marche, tra il fiume Tesino Si tratta che sorge nel territorio di un interessante storico del Piceno, delle Marche, trae il il fiume fiumeAso. Tesino e del MolinoAso. fortificato di Montalto, come Zecca di Sistoanche V. Già dal 1320 si riscontra, nella zona, il fiume Si tratta del Molinoconosciuto fortificato anche di Montalto, conosciuto come Zecca di Sisto V. Già dall’esistenza 1320 di mulini adzona, acqual’esistenza gestiti da privati, dunque logico supporre anche ildunque Molino di fosse, se non nel pieno, si diversi riscontra, nella di diversi mulinièad acqua gestiti che da privati, è Montalto logico supporre che anche il almenodi all’inizio della sua attività. epiteto “Zecca Sistosua V” che venneL’improprio attribuito all’edificio è dovuto fattoV” che la Molino Montalto fosse, se nonL’improprio nel pieno, almeno all’iniziodidella attività. epiteto “Zecca di al Sisto Zecca Sistina aveva avuto sede nei locali dell’antico incasato di Montalto, in funzione allanei fine del XVI secolo. Da documenti che venne attribuito all’edificio è dovuto al fatto che la Zecca Sistina aveva avutofino sede locali dell’antico incasato del catasto risulta che il Comune fosse appezzamenti di catasto terreno risulta nei pressi Molino; in effetti, dal 1536 la di Montalto, in funzione fino alla fine delproprietario XVI secolo.diDa documenti del chedel il Comune fosse proprietario struttura divennedi comunale. Attività basilare perildal sostentamento eraquella dimacinazione, dalgrano, riusciva di appezzamenti diproprietà terreno nei pressi del Molino; in effetti, 1536 la struttura divenne di proprietàche, comunale. Attività a ottenere farina. Scarsa era laera produzione cereali. In tempo carestia, Comune alla distribuzione basilare per il sostentamento quella didi macinazione, che,di dal grano, ilriusciva a provvedeva ottenere farina. Scarsa era la di pane o grano ai meno abbienti. produzione di cereali. In tempo di carestia, il Comune provvedeva alla distribuzione di pane o grano ai meno abbienti. Oggetto di restauro, Molino,ad adoggi, oggi,non nonèèininfunzione. funzione. Oggetto di restauro, ililMolino,

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I PERCORSI DI WHY MARCHE

Molino di Ponte Vecchio, località Frontino (PU)

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llMolino Vecchio sorge alle porte deldel comune di Frontino. La sua è documentata dal 1658, quando il cardinal MolinodidiPonte Ponte Vecchio sorge alle porte comune di Frontino. Laattività sua attività è documentata dal 1658, quando legato Omodei neautorizzò lacostruzione, selesueanche originise sono molto piùantiche, risalenti fondazione delalla Castello, il cardinal legato Omodei ne autorizzò la anche costruzione, le sue origini sono molto piùalla antiche, risalenti nel XIII secolo, castello chenel veniva di farinache e pane. Il Mulino è alimentato acque del Torrente Mutino.dalle Per secoli è fondazione del Castello, XIII rifornito secolo, castello veniva rifornito di farina dalle e pane. Il Mulino è alimentato stato notevole che molte comunitàimportanza, circostantitanto vi si recavano macinare il grano. acqueun delimpianto Torrente di Mutino. Perimportanza, secoli è statotanto un impianto di notevole che molteper comunità circostanti Era di due una per il grano e una per le biade, e di una ingualchiera per la follatura dei panni. Nel territorio vi sidotato recavano permacine, macinare il grano. comunale conservate da guado, alcune risalenti al tardo Cinquecento. Il complesso del Era dotatosono di due macine, diverse una permacine il granoinepietra una per le biade, e didelle una quali ingualchiera per la follatura dei panni. Nel Mulino di Ponte Vecchio si compone di tre stabili in muratura di pietra e di unaalcune torre destinata neirisalenti secoli scorsi all’avvistamento territorio comunale sono conservate diverse macine in pietra da guado, delle quali al tardo Cinquecento. nemici e alla grazie si al compone Comune didiFrontino, il Molino è Museo, ove idestinata visitatorinei possono Ildei complesso deldifesa. MulinoRestaurato di Ponte Vecchio tre stabilioggi in muratura diadibito pietra ea di una torre osservare leantiche attrezzature egli utensili perRestaurato l’anticaattività artigiana eagricola. Tantaè,inoltre, documentazione secoli scorsi all’avvistamento dei nemici e utilizzati alla difesa. grazie al Comune di Frontino, oggi il la Molino è adibito fotografica, e archivistica sui mulini ad acqua conservata nella struttura. a Museo, ovetestuale i visitatori possono osservare le antiche attrezzature e gli utensili utilizzati per l’antica attività artigiana e agricola. Tanta è, inoltre, la documentazione fotografica, testuale e archivistica sui mulini ad acqua conservata nella struttura.

WHY MARCHE | 25


ANIMA

Antico molino Patregnani, in località Corinaldo (AN)

A

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ttualmente adibito aa museo museo con con scopo scopo didattico, didattico, l’antico l’anticomolino molinoPatregnani Patregnanirisale risale al ttualmente adibito Medioevo ed era utilizzato, sinsin daidai primi anni del del Novecento e fino al 1993, anche come al Medioevo ed era utilizzato, primi anni Novecento e fino al 1993, anche frantoio, per la spremitura delle olive. Farina, e vinoolio erano i prodotti come frantoio, per la spremitura delle olive.olio Farina, e vino eranodell’antico i prodotti molino di cui poteva disporre comunità di Corinaldo. dell’antico molino di cuilapoteva disporre la comunità di Corinaldo. Oltre ad ammirare le macine Oltre ad ammirare le macine in in pietra pietra che che si si muovevano muovevanograzie grazie alla allaforza forza delle delle acque acquedeviate dal fiume Cesano, visitandovisitando l’antica struttura si riescesia comprendere come si otteneva deviate dal fiume Cesano, l’antica struttura riesce a comprendere come si l’olio extravergine prima spremitura conspremitura sistema a freddo. Un altro museo, poi, illustra otteneva l’oliodiextravergine di prima con sistema a locale freddo.del Un altro locale del il funzionamento delle attrezzature per la trasformazione uve nel nettare Bacco. museo, poi, illustra il funzionamento delle attrezzature per delle la trasformazione dellediuve nel La verdedieBacco. lussureggiante campagna che abbraccia l’edificio invita, al termine della visita, ad nettare assaporare la quiete che quicampagna si respira e invita i visitatoril’edificio a una piacevole fino al fiume, La verde e lussureggiante che abbraccia invita,passeggiata al termine della visita, un in bicicletta o semplicemente un po’ dieriposo prato verde: diversipasseggiata di apprezzare la ad giro assaporare la quiete che qui si respira invita sul i visitatori a unamodi piacevole pacealdelle campagne fino fiume, un giro incorinaldesi. bicicletta o semplicemente un po’ di riposo sul prato verde: modi L’associazione dipromozione “Ilmolinoracconta” sioccupadal2014diorganizzareeventi, diversi di apprezzare la pacesociale delle campagne corinaldesi. attività e laboratori rivolti a bambini adulti presso la struttura, con lo scopo L’associazione di promozione socialee “Il molino racconta” si occupa dal 2014didipreservare e custodire laeventi, memoria dell’antico molino e del frantoioequi collocato. organizzare attività e laboratori rivolti a bambini adulti presso la struttura, con lo scopo di preservare e custodire la memoria dell’antico molino e del frantoio qui collocato.


Mulino fortificato di Passo di Treia (MC)

I PERCORSI DI WHY MARCHE

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L

ungo vallata deldel fiume Potenza, sorgono in gran numero torri fortificate nei pressi di mulini: non solo erano ungolala vallata fiume Potenza, sorgono in gran numero torri fortificate nei pressi di mulini: non solofondamentali erano per la difesa degli ma essenziali controlloper delilterritorio delle vie di ecomunicazione. Ordinari erano, in fondamentali per stessi, la difesa degli stessi, per ma il essenziali controllo edel territorio delle vie di comunicazione particolare tra il in XIV e il XV secolo, le incursioni perpetrate ai danniperpetrate dei molini,aiche ricoprivano una veste Ordinari erano, particolare tra il gli XIVassalti e il XVesecolo, gli assalti e le incursioni danni dei molini, che economica importantissima; pertanto consistenti pertanto dovevanoconsistenti essere le dovevano opere difensive a tale scopo. ricoprivano una veste economica importantissima; esserecostruite le opere difensive costruite a Le origini del mulino di Passo di Treia dovrebbero risalire all’inizio del XV secolo. Nonostante nei vari secoli non siano mancati tale scopo. rifacimenti e modifiche, oggi è ancora leggibile forma architettonica originaria dellanei struttura, connon pianta a base Le origini del mulino di Passo di Treiafacilmente dovrebbero risalirelaall’inizio del XV secolo. Nonostante vari secoli siano quadrata, dalle dimensioni di circaoggi 10 metri di latofacilmente e muraturaleggibile dal consistente spessore, alta in origine 18,50 metri, disposta mancati rifacimenti e modifiche, è ancora la forma architettonica originaria della struttura, consu due piani. Anniquadrata, dopo venne aggiunto un solaio, per ricavare unditerzo Questi spazi originari, con funzione deposito, pianta a base dalle dimensioni di circa 10 metri lato ambiente. e muratura dal consistente spessore, alta in di origine presentano pavimentazione inmattoni evolte acrociera costolonate, mentre ilcollegamento traambiente. glistessièQuesti consentito dalla 18,50 metri,una disposta su due piani. Anni dopo venne aggiunto un solaio, per ricavare un terzo spazi presenza di botole. originari, con funzione di deposito, presentano una pavimentazione in mattoni e volte a crociera costolonate, mentre il Oggi il Molino ètra al centro di svariate polemiche accese discussioni collegamento gli stessi è consentito dallaepresenza di botole. in merito alla sua manutenzione e al suo mancato utilizzo. Oggi il Molino è al centro di svariate polemiche e accese discussioni in merito alla sua manutenzione e al suo mancato utilizzo.

WHY MARCHE | 27


ANIMA

Mulino fortificato di San Firmano, località Montelupone (MC)

Photo Andrea Tessadori

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a lapida posta sul lato nord-est della struttura, probabilmente si tratta dello stemma di Montelupone, reca la data a lapida posta sul lato nord-est della struttura, probabilmente si tratta dello stemma di Montelupone, reca la data 1471: 1471: ciò sta a significare che le origini della fortificazione del mulino di San Firmano risalirebbero al XV secolo. ciò sta a significare che le origini della fortificazione del mulino di San Firmano risalirebbero al XV secolo. La struttura era La struttura era predisposta, oltre all’attività molitoria, anche alla difesa dagli assalti tipici del periodo a cavallo predisposta,oltreall’attivitàmolitoria,anchealladifesadagliassaltitipicidelperiodoacavallofraTrecentoeQuattrocento, fra Trecento e Quattrocento, che determinarono la costruzione della torre quasi assimilabile alle altre disposte lungo la che determinarono la costruzione della torre quasi assimilabile alle altre disposte lungo la vallata del Potenza, di Passo di Treia, vallata del Potenza, di Passo di Treia, Pollenza e di Villa Potenza. Pollenza e di Villa Potenza. Tante sono le aperture a finestra che caratterizzano l’edificio, conseguenza degli svariati riusi (mulino, centrale elettrica, Tantesonoleapertureafinestrachecaratterizzanol’edificio,conseguenzadeglisvariatiriusi(mulino,centraleelettrica,scuola scuola elementare e campo di lavoro per i prigionieri della seconda guerra mondiale) che la torre ha avuto nel corso elementare e campo di lavoro per i prigionieri della seconda guerra mondiale) che la torre ha avuto nel corso degli anni. Una degli anni. Una strada interamente lastricata metteva in comunicazione il mulino fortificato con il centro storico di stradainteramentelastricatamettevaincomunicazioneilmulinofortificatoconilcentrostoricodiMontelupone,percorrendole Montelupone, percorrendo le fonti Janni e Fontanella sino a giungere al paese attraversando porta Santo Stefano. Il fontiJannieFontanellasinoagiungerealpaeseattraversandoportaSantoStefano.Ilmanufatto,tutelatodallaSovrintendenza manufatto, tutelato dalla Sovrintendenza architettonica per le Marche, è di proprietà dell’Enel e purtroppo versa in uno architettonica per le Marche, è di proprietà dell’Enel e purtroppo versa in uno stato di enorme abbandono. stato di enorme abbandono.

Photo Andrea Tessadori 28 | WHY MARCHE


www.acqualagna.com Comune di Acqualagna

50^ FIERA NAZIONALE DEL TARTUFO BIANCO

25.31. OTT 1.7.8.14.15. NOV 2015

Info: Ufficio Turistico Comune tel. 0721.796741

Provincia di Pesaro e Urbino MAIN SPONSOR

MEDIA PARTNER

TECHNICAL PARTNER


MENTE

LA FORMAZIONE A SOSTEGNO DELL’EXPORT

A sostegno delle piccole e medie imprese del territorio, Marchet, Azienda Speciale della Camera di Commercio di Ancona, fornisce strumenti adeguati di analisi di mercato, organizza seminari, Master e percorsi formativi dedicati a quanti, studenti, giovani disoccupati o esperti del settore, vogliano mettersi in gioco e conseguire competenze nei diversi settori economici. WWW.MARCHET.IT qui trovi tutte le info per rimanere sempre aggiornato

AL VIA LA EXPORT BUSINESS SCHOOL

Nuova opportunità formativa per le imprese del territorio. Il 28 ottobre è la data d’inizio dell’Export Business School, il percorso di formazione che consente ai partecipanti, attraverso cinque giornate in aula, di esaminare i principali temi legati ai processi di internazionalizzazione d’impresa, anche tramite l’analisi di casi pratici e il supporto di testimonianze aziendali. Lo scopo della Export Business School è quello di offrire alle aziende partecipanti un percorso di apprendimento modulare che passi attraverso un primo sguardo generale sugli aspetti organizzativi da presidiare quando si decide di esportare o internazionalizzare (la conoscenza) e proseguendo con un approfondimento degli argomenti utili alla fase seguente, quella operativa, di lancio di un progetto di export o di internazionalizzazione (l’azione). Il format è dedicato alla formazione di imprenditori, Export Manager e altre figure professionali che in azienda si occupano di commercio internazionale. Diversi i moduli formativi che compongono il corso: 1. Aprire all’estero – percorso strategico e business plan; 2. Opportunità e tutele per la crescita nei mercati esteri; 3. Digitalizzazione e e-commerce – due leve strategiche a supporto del business all’estero; 4. La contrattualistica e la fiscalità internazionale; 5. I sistemi di pagamento, garanzie e istituzioni che favoriscono l’export e l’internazionalizzazione. L’impresa interessata può anche decidere di far partecipare diverse figure professionali ai singoli moduli formativi. I docenti della Export Business School sono professionisti esterni e interni a UniCredit che, insieme a Marchet, organizza il corso. Non solo. I corsisti sono introdotti ai temi esposti anche da esperti della specifica materia trattata, che offrono ai partecipanti un’opportunità di approfondimento e confronto, basata sull’esperienza quotidiana di chi da anni opera nel settore. La didattica della Export Business School è arricchita dalle testimonianze di stakeholder ed aziende del territorio, con cui i partecipanti potranno confrontarsi per ampliare il proprio patrimonio conoscitivo e di networking. Le cinque giornate formative hanno luogo presso la Loggia dei Mercanti di Ancona. 30 | WHY MARCHE


SEMINARIO MAROCCO: OPPORTUNITÀ PER LE AZIENDE D’AFFARI ITALIANE

Il Marocco è un Paese politicamente stabile che si colloca al 57° posto nella graduatoria delle economie mondiali, con un PIL di 110,4 miliardi di dollari nel 2014. Crescita costante (+ 2,4% nel 2014), bassa inflazione (+ 0,4 % nel 2014), costo del lavoro contenuto e un ampio grado di apertura agli scambi internazionali sono le caratteristiche che l’economia marocchina ha ricoperto negli ultimi anni. L’Italia è il settimo fornitore estero per il Marocco, mentre quest’ultimo è, per l’Italia, il 46° cliente ed il 59° fornitore. Diventa allora importante, per non dire fondamentale, interfacciarsi con questo paese e le sue potenzialità. Verso questa direzione è incentrata una delle attività di Marchet, che organizza dei seminari tecnico informativi dedicati alle opportunità d’affari per le imprese italiane e agli strumenti di tutela della proprietà industriale e lotta alla contraffazione. L’ultimo, dal titolo “Marocco: opportunità d’affari per le aziende italiane e strumenti di tutela della proprietà industriale e lotta alla contraffazione”, si è tenuto presso la Sala Stracca della Camera di Commercio di Ancona, il 22 ottobre. Nel realizzare tali seminari, Marchet si avvale, infatti, della collaborazione con il network delle Camere di Commercio italiane all’estero. Queste iniziative, tra l’altro, si inseriscono nell’ambito del Progetto di “Assistenza alle imprese italiane in tema di tutela della proprietà industriale e lotta alla contraffazione”, promosso dal Ministero dello Sviluppo Economico – Direzione Generale per la Lotta alla Contraffazione (DGLC), Ufficio Italiano Brevetti e Marchi (UIBM) – e realizzato da Unioncamere, in collaborazione con Assocamerestero, le Camere di Commercio Italiane di San Paolo e Casablanca e Si.Camera.

POTENZIA IL TUO UFFICIO ESTERO

Nell’ottica di formare una classe dirigente sempre più competente in grado di operare con efficienza ed efficacia nei mercati internazionali, la Camera di Commercio di Ancona, tramite la propria Azienda Speciale, gestisce un nutrito programma di formazione, in collaborazione con l’Agenzia Ice, rivolto sia a giovani laureati disoccupati, sia a professionisti del settore. Sono due i Master in Export Management che intendono specializzare o aggiornare risorse utili e funzionali da spendere sui mercati esteri. Uno stage in azienda, della durata di due mesi, a partire da febbraio 2016, concluderà il percorso formativo dei partecipanti ai Master. Non poche sono quelle aziende che beneficerebbero della preparazione di quanti potranno vantare conoscenze nel campo dell’export. Le imprese, che sono dunque interessate ad ospitare uno stagista, possono proporre la propria candidatura entro il 3 novembre.

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MENTE

AICA

Congresso Nazionale 2015: percorsi ed esperienze di costruzione delle competenze digitali per l’innovazione delle imprese e dei territori

L’Università di Camerino ha ospitato gli scorsi 30 settembre e 1 ottobre la cinquantaduesima edizione del congresso nazionale di AICA – l’Associazione Italiana per l’Informatica ed il Calcolo Automatico. Il congresso è organizzato con l’Università di Camerino, nelle Marche: un ambito territoriale caratterizzato da un tessuto industriale dinamico e innovativo, storicamente connesso a centri di formazione tecnica e strutture universitarie aperte allo sviluppo di percorsi per formare i lavoratori del futuro. La partnership AICA-UNICAM ha dato origine a una collaborazione proprio in questo senso; in occasione del congresso, è stato infatti siglato un accordo che avvia un partenariato sul tema dello sviluppo e della diffusione delle competenze digitali. I due giorni di congresso sono stati dedicati a esplorare percorsi ed esperienze pratiche per costruire le competenze digitali necessarie all’innovazione delle imprese, con un serrato programma di interventi, tavole rotonde e confronto fra rappresentanti del mondo educativo, aziendale, istituzionale e della ricerca. La trasformazione digitale in atto richiede oggi più che mai un richiamo alla necessità di creare in modo concreto sinergie tra tutti questi mondi, per fare in modo che il potenziale del cambiamento digitale sia compreso e applicato. “Il digitale sta modificando radicalmente l’organizzazione delle imprese, sia a livello produttivo sia nella ridefinizione della catena del valore” ha spiegato Bruno Lamborghini, Presidente di AICA. “È una evoluzione rapida, che richiede di rinsaldare al più presto la collaborazione fra impresa, formazione e tutte quelle realtà del nostro paese che stanno già lavorando sulle nuove tecnologie e diffondendo nuovi paradigmi: penso ad esempio ai FabLab per quanto riguarda la progettazione e fabbricazione digitale. Si tratta di investire in soluzioni, ma soprattutto si tratta di sapere cosa fare di esse: e per questo servono risorse umane qualificate e la capacità manageriale per promuovere e applicare le tecnologie. Bisogna agire su tutti questi fronti in modo coordinato. Se chiediamo al mondo della formazione di interrogarsi su come creare percorsi per costruire nuove competenze, dobbiamo anche far capire al mondo dell’impresa che è necessario elaborare una visione strategica di e-leadership, una visione sull’utilizzo del 32 | WHY MARCHE

digitale da condividere anche con le istituzioni e con il territorio. Perché questo accada, in questa prima fase è fondamentale creare dei luoghi di scambio di esperienze e di confronto: ciò risponde alla vocazione storica di AICA come punto di incontro della comunità tecnologica, formativa e imprenditoriale italiana”. “Siamo molto lieti della partnership iniziata e del fatto che AICA abbia scelto l’Università di Camerino come sede per il suo congresso nazionale - ha dichiarato Flavio Corradini, Rettore dell’Università di Camerino. - Unicam, con i suoi corsi di laurea a vocazione prevalentemente scientifica, si caratterizza per essere un Ateneo che ha fatto della ricerca, dell’innovazione e del trasferimento tecnologico i suoi punti di forza, divenendo punto di riferimento per le realtà produttive regionali e nazionali. Del resto, il territorio marchigiano si è sempre contraddistinto per la sua continua attenzione all’innovazione e soltanto attraverso una concreta sinergia di tutti gli attori presenti in esso si potrà accrescerne la competitività”. Ospite d’eccezione Riccardo Luna, il Digital Champion italiano. Dopo i saluti iniziali, la prima sessione plenaria è stata dedicata a “Costruire le competenze digitali delle Imprese”, seguita dal panel “Tra Imprese e Territorio”, coordinato dal Rettore Corradini, che ha visto anche la partecipazione di rappresentanti di aziende quali Sigma, LUBE, i Guzzini, Loccioni, Tod’S, Poste Italiane, che si sono confrontati con rappresentanti delle Istituzioni, ma anche con realtà legate alla ricerca e innovazione e alla formazione, quali E-Lios e Halley Informatica. Nella seconda giornata, si sono invece tenute due sessioni parallele, dedicate al rapporto “Tra Scuola e Impresa” e all’approfondimento sul tema delle “Competenze per la fabbrica digitale”.

www.unicam.it comunicazione.relazioniesterne@unicam.it www.unicam.info



MENTE

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MUTUI E FINANZIAMENTI

OGGI E’ POSSIBILE SOSPENDERE LE RATE

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Nell’attuale situazione di crisi economica molte sono le famiglie che si trovano in difficoltà nel pagamento delle rate del mutuo contratto per l’acquisto dell’abitazione o di altri finanziamenti. Oggi esistono delle soluzioni che permettono, in presenza di determinati requisiti, di sospendere le rate sia dei mutui ipotecari che di altri finanziamenti, offrendo così un aiuto a tutti coloro che versano in situazioni di difficoltà economica. Per i mutui ipotecari contratti per l’acquisto dell’abitazione è attivo dal 2013 il “Fondo di solidarietà per i mutui per l’acquisto della prima casa”. Si tratta di una misura che prevede la possibilità di sospendere l’intera rata del mutuo per un periodo fino a 18 mesi. Il Fondo è gestito dalla CONSAP “Concessionaria Servizi Assicurativi Pubblici S.p.A.”, società interamente partecipata dal Ministero dell’Economia e delle Finanze. La domanda di sospensione può essere presentata alla propria banca in presenza dei seguenti eventi, che devono essere avvenuti nel corso dei 3 anni precedenti:

• CESSAZIONE DEL RAPPORTO DI LAVORO SUBORDINATO A TEMPO INDETERMINATO E DETERMINATO; • CESSAZIONE DEI RAPPORTI DI LAVORO PARASUBORDINATO, O DI RAPPRESENTANZA COMMERCIALE O DI AGENZIA (ART. 409 N. 3 DEL C.P.C.); • MORTE O RICONOSCIMENTO DI GRAVE HANDICAP OVVERO DI INVALIDITÀ CIVILE NON INFERIORE ALL’80%. E’ inoltre necessario avere un reddito Isee non superiore a 30.000 euro, l’importo del mutuo non deve essere superiore a 250.000 euro ed il mutuo deve essere in ammortamento da almeno 1 anno. Infine se ci sono rate insolute, il ritardo nei pagamenti non deve essere superiore a 90 giorni. La banca dal giorno della ricezione della domanda interrompe il conteggio dell’eventuale ritardo di pagamento delle rate ed entro i successivi 10 giorni lavorativi trasmette alla Consap la domanda di sospensione; la Consap, a sua volta, ha 15 giorni lavorativi per concedere l’autorizzazione alla sospensione e comunicare la decisione alla banca, la quale entro 5 giorni lavorativi deve informare il mutuatario dell’esito dell’istruttoria.In caso di esito positivo, la banca attiva la sospensione dell’ammortamento del mutuo entro 30 giorni lavorativi. Per ulteriori approfondimenti è possibile visitare il sito della Consap e del Dipartimento del Tesoro. Accanto al Fondo di solidarietà esiste un’altra misura, nata da un accordo tra l’ABI e 10 Associazioni dei consumatori tra cui l’Adiconsum sottoscritto il 31 marzo 2015 per la sospensione della quota capitale dei crediti alle famiglie. 34 | WHY MARCHE


L’accordo riveste una particolare importanza perché la prima volta include tra le iniziative a favore dei debitori in difficoltà anche i finanziamenti alle famiglie oltre che i mutui ipotecari. E’ infatti possibile la sospensione per un massimo di 12 mesi della sola quota capitale (e non dell’intera rata) sia dei mutui garantiti da ipoteca e contratti per l’acquisto dell’abitazione, sia di operazioni di credito al consumo di durata superiore a 24 mesi. Sono escluse da questa misura le operazioni di finanziamento contro cessione del quinto dello stipendio o della pensione e le carte revolving o aperture di credito.

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Una novità riguarda anche le condizioni per cui la sospensione può essere richiesta. Infatti, accanto alle casistiche già previste per il Fondo di solidarietà, è prevista anche la sospensione o riduzione dell’orario di lavoro per un periodo di almeno 30 giorni, anche in attesa dell’emanazione di provvedimenti di autorizzazione dei trattamenti di sostegno del reddito (ad es. Cig, Cigs, i cosiddetti ammortizzatori sociali in deroga etc.). Tali condizioni devono essersi presentate nei due anni precedenti la presentazione della domanda.

Sono esclusi i finanziamenti che fruiscono di agevolazioni pubbliche e quelli che hanno già fruito di misure di sospensione per un periodo di 12 mesi. Anche in questo caso l’eventuale insolvenza o ritardo nei pagamenti non può essere superiore a 90 giorni e la domanda va presentata direttamente alla Banca o Società Finanziaria con la quale il finanziamento è stato contratto, che si impegna a fornire un riscontro, sia positivo che negativo, entro 20 giorni. La sospensione è operativa entro 30 giorni dall’accoglimento della richiesta ed il cliente può, in qualsiasi momento, chiedere la ripresa del pagamento delle rate. Al termine del periodo di sospensione riprende il normale ammortamento del finanziamento, con il suo allungamento per una durata pari al periodo di sospensione. L’adesione all’accordo è facoltativa, ma ad oggi hanno aderito tutti i principali Intermediari, sia banche che Società Finanziarie. Per verifiche ed approfondimenti è possibile visitare il sito internet dell’ABI dove è pubblicato l’elenco delle banche e degli intermediari finanziari aderenti all’Accordo. Tale iniziativa, pur se indubbiamente positiva, presenta tuttavia una criticità, data proprio dalla possibilità di sospendere soltanto una parte della rata, la quota capitale. Ciò significa che il cliente continuerà a pagare una rata certamente minore, data soltanto dalla componente interessi, ma purtroppo non siamo ancora giunti ad un accordo che permetta di sospendere interamente la rata di un finanziamento, in analogia a quanto previsto per i mutui ipotecari. La convenienza dell’iniziativa è indubbia, in quanto comunque la rata da versare è minore, ma dipende da quanto “pesa” all’interno della rata la componente interessi. Maggiore sarà la quota interessi minore sarà la convenienza per il cliente. di Loredana Baldi

www.adiconsumarche.it adiconsum.marche@gmail.com

www.facebook.com/adiconsum.marche

“Realizzato nell’ambito del Programma generale della Regione Marche finanziato dal Ministero dello Sviluppo Economico ai sensi del D.M. 21 marzo 2013- intervento 2”

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MENTE

IL DIESELGATE NELLE MARCHE Lo scandalo sull’emissioni truccate recentemente esploso in Casa Volkswagen ha creato sconcerto tra gli automobilisti. Siamo andati a sentire alcuni concessionari dei Marchi facenti parte del gruppo tedesco per verificare l’attuale situazione e per chiarire, se ancora ce ne fosse bisogno, l’entità del problema. La notizia, apparsa qualche settimana su tutti gli organi di informazione, sembrava non vera. La Volkswagen, uno dei maggiori produttori di veicoli a livello mondiale aveva truccato per diversi anni i valori delle emissioni di alcuni modelli di vetture diesel commercializzate negli Stati Uniti attraverso l’installazione di un software illegale che “falsava” i risultati in occasione dei test in laboratorio, riportando nella norma valori che, di fatto, erano oltre a quello consentito dalla normativa americana. La scoperta, fatta da un’agenzia statunitense,

però, diveniva nel giro di pochi giorni una vera e propria “bomba”, minando la credibilità del colosso tedesco e generando problematiche di ogni genere: tecniche, economiche, legali e, non da ultimo, di immagine. In un primo momento sembrava che la problematica fosse ristretta al solo mercato americano, tra l’altro poco interessato alle motorizzazioni diesel, ma con il passare dei giorni si è subito compreso l’entità del problema, grazie alla collaborazione dei dirigenti e tecnici della casa madre Volkswagen, che hanno ammesso il coinvolgimento anche del mercato europeo e di quello italiano. Dai primi dati sono apparsi subito numeri importanti, che vogliamo qui sintetizzare: nel mondo sono 11 milioni i veicoli coinvolti dallo scandalo, 8,5 milioni in Europa e oltre 640 mila in Italia. Non esistono attualmente dei dati ufficiali per la nostra regione, ma si stima che siano oltre 30 mila i veicoli coinvolti. I marchi interessati sono alcuni tra quelli facenti parte della “galassia” del gruppo tedesco, e cioè Volkswagen, Audi, Seat e Skoda, ma occorre precisare, così come stanno facendo da tempo le case automobilistiche, che i veicoli non hanno alcun problema di tipo tecnico e possono circolare in tutta sicurezza e legalmente. Effettivamente non c’è alcun rischio nell’utilizzare i veicoli coinvolti e identificabili con il codice EA 189 Euro5. Occorre precisare, inoltre, che la questione non riguarda i veicoli attualmente in commercio, cioè quelli Euro6. Certo, la problematica ambientale ha il suo peso in uno stato moderno ed è per questo che il Gruppo Volkswagen, conscio dell’importanza


di Gaudenzio Tavoni

della questione, ha dimostrato subito la massima disponibilità nel risolvere la questione ed è corsa ai ripari. I dirigenti e i tecnici della casa madre, infatti, in questi giorni stanno valutando e predisponendo soluzioni e tutta una serie di accorgimenti, meccanici, tecnici e di software, per riportare nella norma i valori. Il termine per la presentazione alle autorità competenti di un “piano di azione” è stato fissato dal Gruppo di Wolfsburg entro la fine di ottobre e siamo certi che tutto potrà essere risolto, grazie anche alla disponibilità delle Case coinvolte e dei concessionari locali. A questo proposito siamo andati a sentire dalla loro viva voce come stanno affrontando la situazione, anche perché il Gruppo Volkswagen ha fatto sapere che i proprietari delle vetture coinvolte nel maxirichiamo saranno contattati nel corso delle prossime settimane e nei prossimi mesi. “ Sì, la nostra casa sta predisponendo un piano di richiamo che prenderà il via a gennaio tiene a precisare Paolo Giacchetti, amministratore delegato di Domina Spa, concessionaria Audi, e di Viavai Spa, concessionaria Volkswagen che aprirà prossimamente ad Ancona una nuova filiale – ma già sul sito Volkswagen c’è la possibilità di verificare attraverso il numero di telaio se la vettura è tra quelle coinvolte. Qualora lo fosse, il nostro cliente non deve assolutamente allarmarsi in quanto l’azione di richiamo non riguarda problematiche di sicurezza, la vettura può circolare liberamente e non sarà soggetta ad alcun blocco. Alcune notizie di stampa – aggiunge Giacchetti – avevano invece un po’ distorto la realtà, ma ci tengo a precisare che non esiste alcun problema di sicurezza per i nostri clienti. Con l’occasione voglio ribadire che l’intervento di aggiornamento sarà interamente gratuito e le vetture non subiranno modifiche di prestazioni, ma solo un allineamento dei valori all’interno della norma attualmente in vigore. Effettivamente alcuni nostri clienti si erano un po’ allarmati dopo le prime notizie – prosegue Giacchetti – giravano voci di blocco delle vetture, ma questo rischio è ben presto svanito. Del resto ormai da qualche tempo non venivano più commercializzate vetture Euro5 e quelle Euro6 non sono minimamente coinvolte nella questione e soddisfano ampiamente gli standard ambientali. Inoltre nelle nostre zone, almeno per quanto riguarda il marchio Volkswagen, la vendita di vetture alimentate a metano e benzina ha superato ampiamente quelle a gasolio e, quindi, non abbiamo minimamente risentito di un calo delle vendite addebitabile a questo problema. L’azione di richiamo delle vetture – ribadisce Giacchetti – sarà strutturata in modo da renderla fruibile in tutte le concessionarie

anche con lo scaglionamento degli interventi per rendere ancora più semplice per il nostro cliente l’adeguamento della propria vettura. In conclusione voglio assolutamente tranquillizzare i nostri clienti, il nostro grande patrimonio, che da parte nostra sarà data sempre la massima assistenza e che nessuna vettura coinvolta ha avuto e avrà una riduzione degli standard di sicurezza tipici del Gruppo Volkswagen” Tra i marchi coinvolti c’è anche la Seat, casa rappresentata nella provincia di Ancona dall’Autottanta di Osimo. “Il problema per il nostro marchio è minimo – dichiara Sandro Corona, uno dei responsabili della concessionaria – e soprattutto non ci sono problemi di sicurezza sulla vetture. Il caso è nato in California dove sono in vigore parametri molto più restrittivi dei nostri e non riguarda il CO2 ma bensì di ossido di azoto. La nostra Casa, comunque, si è assunta ogni responsabilità e ha predisposto dal prossimo anno un programma di richiamo per aggiornare le vetture coinvolte, ma già sin d’ora chiunque può consultare i siti della Case coinvolte per verificare se il proprio veicolo sarà richiamato. Comunque – prosegue Corona- in queste settimane stiamo notando che non abbiamo alcun impatto negativo e questo problema non si sta ripercuotendo sulle vendite. Del resto Seat è coinvolta minimamente e da alcuni mesi stiamo vendendo i modelli Euro6 che rispondono a pieno a tutte le normative antinquinamento e, se dovessi quantificare le richieste di chiarimenti e spiegazioni da parte della nostra clientela, queste non arrivano neanche all’1 % del nostro portafoglio clienti. Comunque in caso di richiami – conclude Corona – la serietà del nostro Marchio e la professionalità della nostra concessionaria ci fanno star tranquilli circa l’assistenza ai nostri clienti che continuano come sempre a darci fiducia.”

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PRIMO PIANO

COLORI

SAPORI e PROFUMI dell’autunno marchigiano

Mentre

“la nebbia a gl’irti colli piovigginando sale e sotto il maestrale urla e biancheggia il mar” e “per le vie del

borgo

dal ribollir de’ tini va l’aspro odor dei vini l’anime a rallegrar”, ci apprestiamo ad accogliere

questa romantica stagione dai colori caldi e piacevoli. Iniziato ufficialmente il 25 settembre, tra acquazzoni al centro, caldo inaspettato al sud e precoci nevicate al nord, il timido autunno sta muovendo

i suoi primi passi su tutto lo stivale, così come nella nostra regione.

Per salutarne l’arrivo, ecco una poesia del

poeta recanatese

Giacomo Leopardi, che certamente molti

di noi ancora serbano fra i loro remoti ricordi scolastici. 38 | WHY MARCHE


La Foglia Lungi dal proprio ramo, povera foglia frale, dove vai tu? Dal faggio là dov’io nacqui, mi divise il vento. Esso, tornando a volo dal bosco alla campagna, dalla valle mi porta alla montagna. Seco perpetuamente vo pellegrina, e tutto l’altro ignoro. Vo dove ogni altra cosa, dove naturalmente va la foglia di rosa, e la foglia d’alloro. Giacomo Leopardi

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PRIMO PIANO La stagione autunnale evoca inesorabilmente le immagini di grandi distese di foglie dalle sfumature gialle, marroni, rosse. Tra i luoghi più suggestivi della regione in cui scorgere questi immensi tappeti, spuntano il Parco Nazionale dei Monti Sibillini, dove aceri e faggi abbandonano progressivamente il loro caratteristico colore verde, o la Faggeta sotto l’Eremo di San Leonardo, fino ai folti boschi dei Piani di Ragnolo. L’autunno coincideva anche, fino a qualche decennio fa, con l’acuto trillo della campanella scolastica che segnava l’inizio dell’anno scolastico, o con l’odore di nuovo dei quadernoni a quadretti, per non parlare dell’inconfondibile suono delle foglie accartocciate che scricchiolavano sotto le scarpe nel tragitto da casa a scuola. Autunno, un tempo, era anche raccogliere i frutti dell’ippocastano: come non ricordare quell’ovale perfetto dal lucido e brillante color marrone, racchiuso tra le spine del riccio? E come era intensa la delusione quando i compagni più grandi ti ammonivano, esclamando: “Ma non si può mangiare, è velenoso!”, mentre la nonna sussurrava: “Tienili nelle tasche e non ti verrà il raffreddore quest’anno”. Giorni pieni di nostalgia per quel periodo lontano, giorni in cui la natura e i suoi colori segnavano davvero il passaggio del tempo e delle fasi nella nostra vita, a differenza di oggi, dato che, per raggiungere scuola o lavoro, si utilizzano mezzi anonimi che scorrono su nastri neri e grigi contornati da semafori e lampioni. Da sempre protagonisti della stagione autunnale, poi, sono i campi arati,

marroni, che si alternano agli alberi dalle foglie gialle e pericolanti, foglie che provano in tutti i modi a resistere alle prime raffiche di vento. Con questo scenario in sottofondo, la campagna sembra riposarsi, ma è proprio in autunno che si raccolgono squisite prelibatezze locali. Si inizia con la vendemmia già col finire dell’estate, per raccogliere le pregiate uve dei vini marchigiani, e ci si ritrova presto tra ottobre e novembre a dividersi tra la raccolta delle olive da portare al frantoio per produrre il prezioso olio, e le passeggiate tra i boschi alla ricerca delle castagne. Qui spicca la provincia di Ascoli: ogni borgo dell’entroterra, infatti, organizza la sua “castagnata”, allietata dal vino novello e dal vino cotto. Per chi volesse invece perdersi tra i boschi e poggiare i propri passi su tappeti gialli di foglie, consigliamo il Parco nazionale dei Monti della Laga, nella zona di Umito,

Photo Andrea Tessadori

: “Tienili nelle tasche e non ti verrà il raffreddore quest’anno”.

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a nord di Acquasanta Terme, al confine tra Marche e Abruzzo. Magnifici boschi di castagni, composti da veri e propri alberi monumentali, con il loro fascino ammalieranno tutti i visitatori. Insomma, sarà difficile scegliere se volgere lo sguardo a terra in cerca delle castagne o verso l’alto, per scorgere qualche simpatico scoiattolo. L’autunno nelle Marche è ricco di sagre ed eventi legati all’enogastronomia e dedicati ai prodotti tipici di questa stagione. La nostra regione è, infatti, una delle poche, in Italia, a vantare una buona produzione delle principali specie di tartufo durante tutto l’anno. Numerose sono le Feste nazionali dedicate a questo prezioso alimento: ad Acqualagna, la Fiera Nazionale del Tartufo Bianco Pregiato prenderà avvio il 25 ottobre, protraendosi fino al 15 novembre, a Sant’Angelo in Vado, nell’alta valle del Metauro, invece, si terrà la Mostra Nazionale del Tartufo Bianco Pregiato delle Marche fino al 1° novembre. Come non citare, poi, le gustose ciambelline di mosto d’uva tipiche di questo periodo dell’anno. Biscotti, gelatine, sughetti, fette sono solo alcune delle preparazioni che ben conoscono tutti i marchigiani doc. Noi, nel nostro piccolo, abbiamo preso le ricette di queste bontà tramandateci da una tradizione secolare e le abbiamo riproposte nella nostra cucina, godendo di quei sapori. Ora abbiamo il piacere di proporvi un sommario e una raccolta delle nostre ricette della tradizione contadina marchigiana con protagonista assoluto il mosto Le ricette della tradizione contadina marchigiana.


I BISCOTTI DI MOSTO, un dolce da credenza

Sciogliere la massa col mosto; aggiunge il lievito diluito in acqua tiepida. Unire pian piano tutti gli altri ingredienti lasciar lievitare in ambiente caldo fin quando la pasta non ha raddoppiato il suo volume. L’impasto deve essere molto morbido. Dare la forma di filoncino o di trecce. Allinearli nelle teglie

unte di strutto e far lievitare ancora. Con le dita, spalmare il rosso d’uovo sul dorso dei biscotti. Cuocere nel forno a legna. A cottura ultimata, debbono avere il caratteristico color bruno dorato. I biscotti raffermati un paio di giorni e tagliati a fette seccate al forno, si mantengono chiusi in sacchetti di lino, per cent’anni.

LA CACAMBRACIA,

POLENTONE COL MOSTO,

d i fa t t o una f ocaccia

u n pia t t o cos ì lon t an o n el t empo ma s e m pre cos ì b u on o !

Sulla spianatoia impastare tutti gli ingredienti. Tirare una sfoglia alta un dito. Cuocere sul piano del focolare con i coperchio ricoperto di brace per mezz’ora a metà cottura capovolgere la crescia Con la cacambracia si beve mosto frizzante

Far bollire il mosto. Schiumare di tanto in tanto. Versare lentamente la farina girando con il lungo cucchiaio di legno. Aggiungere a sorsi la sapa. Far cuocere come la polenta. Versare in un piatto “reale”. Fredda, tagliata a fette va offerta nei piattini da dolce. C’era chi ci beveva il “vin santo”

fonte ricette - Antologia della cucina popolare - 1986

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PRIMO PIANO

Photo Andrea Tessadori

L’autunno nelle Marche può essere vissuto anche all’insegna dell’arte, della cultura e dello sport. La Regione è ricca di musei e strutture architettoniche degne di essere ammirate, non ci resta che l’imbarazzo della scelta. Si va dal Palazzo Ducale di Urbino, al Museo Archeologico di Ancona, passando per il Palazzo Pianetti di Jesi, con l’incantevole Galleria degli Stucchi. E che dire delle Grotte di Frasassi a Genga? Meritano senz’altro una visita queste suggestive e caratteristiche grotte, soprattutto in questo periodo dell’anno, data la maggiormente gradevole temperatura interna. Un’occasione ghiotta per scoprire questi scorci nascosti che il tempo ha modificato, regalondoci così uno spettacolo sorprendente e attraente. L’autunno nelle Marche coincide anche con trekking, equitazione, passeggiate in bicicletta o a piedi, tutte attività sportive che permettono di godersi il panorama naturale che nei mesi autunnali cambia letteralmente pelle.L’estate è ormai un lontano ricordo, ma la nostalgia per le spiagge assolate è ancora viva nei

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cuori di molti. Non c’è migliore “cura” per questo stato psicologico che recarsi a trascorrere una giornata su una spiaggia deserta. Una famosa canzone parlava della magia del mare in inverno: siamo solo in autunno, ma una puntatina alle spiagge del Conero ci caleranno in una dimensione diversa da quella del restante Adriatico. Per concludere, da citare sono alcune feste rinomate anche al di là dei confini regionali. Si tratta della Festa di Halloween che si tiene a Corinaldo, in provincia di Ancona, e delle svariate festività dedicate a San Martino che sono organizzate in più città e paesi marchigiani. Affascinanti scenografie, presenze inquietanti, ambienti suggestivi e taverne a tema creano un’atmosfera da brividi nei vicoli della rinascimentale città corinaldese. A San Martino, figura legatissima alla propria terra, sono invece collegati l’arrivo del vino nuovo e delle castagne. I marchigiani sono molto affezionati a questa festività, che sembra sancire l’arrivo del freddo.


domenica 8 e 15 novembre 2015

APPASSIMENTI APERTI

degustazione della Vernaccia di Serrapetrona Docg e del Serrapetrona Doc

#saporiantichi

10

o

anno

Le cantine: Colleluce | Alberto Quacquarini

Lanfranco Quacquarini | Fontezoppa Vitivinicola Serboni | Tenuta Colli di Serrapetrona PER INFO: Comune di Serrapetrona tel. 0733.908321

www.appassimentiaperti.it


MENTE

MARCHE

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“TERRITORIO E PROTAGONISTI”


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L’

esposizione universale del XXI secolo, a differenza delle edizioni del XX e del XIX secolo, in cui a essere celebrata era la potenza di una scienza e di un’economia motori del progresso continuo e senza confini, riflette sul tema dei limiti allo sviluppo, come questione centrale della nostra epoca. È proprio l’Expo di Milano che fa sue le considerazioni sulla potenza del limite, ossia sulla capacità di quest’ultimo di dar vita a processi di innovazione economica, sociale e culturale. In tale ottica, Padiglione Italia ha focalizzato il suo operato tra esposizione e territori del paese, a partire dai protagonisti istituzionali, soggetti dell’innovazione locale.

Enti locali, associazionismo, regioni e imprese hanno collaborato con il territorio, sia mobilitandosi su esso, sia rappresentandosi a Expo. Tutto questo è stato possibile a Milano, per sei mesi meta di milioni di visitatori, in cui anche le Marche hanno giocato un ruolo da protagonista, proponendosi in tutte le loro sfaccettature al moderno viaggiatore del 2015. La biodiversità della nostra regione “al plurale” ha preso vita attraverso i suoi vini, i frutti della sua terra, le opere d’arte. A Milano, le Marche hanno mostrato l’immagine di un territorio solido, forte, coeso, in cui l’integrazione di azioni e fattori diversi concorre verso un unico obiettivo: quello della qualità della vita.

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MENTE

LIFE EXPECTATIONS

C

uore dell’esposizione, sono stati i 15 maxischermi touchscreen sui quali sono scorsi i cortometraggi realizzati da filmaker marchigiani, all’interno di un’ esposizione con il concept di una grande galleria d’arte con quadri in movimento. Per il progetto sono stati selezionati dalla Fondazione Marche Cinema i registi: Federica Biondi, Michele Coppari, Giorgio Di Tullio, Alessia Gatti, Damiano Giacomelli.Dietro le pareti bianche ed immacolate che hanno caratterizzato con particolarità e nettezza lo spazio, si sono nascosti percorsi di conoscenza che si sono attivati solo e soltanto dai visitatori, creando così ogni volta un’esperienza di fruizione unica e personale. Il lavoro scientifico, con il quale è stato affrontato l’argomento, è stato premiato da una presenza di pubblico stimata in decine di migliaia di visitatori. L’allestimento poi è stato arricchito con il “Longevity check up corner” realizzato dall’Associazione Italia Longeva – Rete nazionale di ricerca sull’invecchiamento e la longevità attiva, dove i medici hanno effettuato circa 1.400 esami

L

ad altrettante persone che si sono sottoposte alla diagnosi predittiva sull’invecchiamento.

BELLEZZA, LIMITE, SAPER FARE. LE POTENZE DELL’IDENTITÀ MARCHIGIANA

L

a Potenza della bellezza, la Potenza del limite e del futuro, la Potenza del saper fare. Ovvero le tre anime che incarnano la ricchezza della Regione Marche all’interno della mostra sull’identità italiana al Padiglione Italia. Qui le Marche, attraverso immagini e testimonial, hanno tradotto e rappresentato la Potenza della bellezza attraverso l’unicità estetica degli incantevoli paesaggi della Riviera del Conero, legata alle magnifiche facciate rinascimentali di Piazza del Popolo di Ascoli Piceno e ai suggestivi interni della Santa Casa di Loreto; la Potenza del saper fare con l’eccellente olio extravergine d’oliva prodotto nella Fattoria Petrini, che da oltre mezzo secolo produce ed esporta in ogni angolo del pianeta il pregiato prodotto, tutto biologico; la Potenza del limite e del futuro con la Smart Community del gruppo Loccioni, 2 km di futuro lungo le rive del fiume Esino.

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LONGEVITÀ E MACROREGIONE: LA FORZA DELLE MARCHE L

ongevità e Macroregione: la forza delle Marche Sana alimentazione, buone abitudini, bei paesaggi, società coesa. Perfettamente in linea con i temi di Expo 2015, la Regione si è presentata al mondo come paradiso del ben vivere e della longevità. Le Marche, terra ricca di storia e di bellezze naturali, culla di artisti e studiosi celebri, con un modello economico-imprenditoriale tipico ed esemplare, sono infatti la regione più longeva d’Italia e d’Europa. Ed è proprio alla prospettiva di vita che è stato dedicato il forum internazionale “Longevity is what we eat and…?”, ossia, “Longevità è ciò che mangiamo e…?”. Questa la grande domanda cui si è cercato di rispondere attraverso gli interventi di esperti e tramite la mostra a forte impatto visivo “La prospettiva di vita”, che ha inaugurato lo spazio Marche. Dai Longevity Check Up condotti da Italia Longeva all’interno dell’area espositiva, è emerso che sovrappeso, pressione alta e colesterolo sono i tre nemici più pericolosi per la longevità, ancora poco contrastati. Le Marche hanno dunque proposto il proprio

“elisir di lunga vita”, ovvero l’insieme di quelle buone pratiche e tradizioni secolari, che, unite all’unicità dei paesaggi, alle esperienze artigiane e sociali dell’uomo, hanno dato vita al modello alimentare gastronomico, ma anche culturale, emblema della nostra Regione. Le Marche, inoltre, si vanno sempre più consolidando come baricentro della Macroregione Adriatico-Ionica. Si è discusso del futuro delle nuove forme di regolazione delle Macroregioni proprio all’interno di un altro forum internazionale, dal titolo “Territori in cerca di rappresentanza e rappresentazione: Le Macroregioni come possibile spazio di nuovo sviluppo”.

LE MARCHE PERSONIFICATE: I TESTIMONIAL

A

fare grandi le Marche agli occhi del mondo presente a Expo 2015 ci hanno pensato dei marchigiani d’eccezione. Diciotto, per la precisione: Vittorio Beltrami (formaggi), Michele Bernetti (vino), Moreno Cedroni (culinaria stellata), Diego Della Valle (moda), Roberta Fileni (carni), Piero Guidi (borse e pelletterie), Adolfo Guzzini

(illuminazione), Silvano Lattanzi (calzature e pelletterie), Vittorio Livi (arredo e design), Enrico Loccioni (high-tech), Paolo Marzialetti (cappelli), Marcello Pennazzi (pasta), Francesca Petrini (olio), Gennaro Pieralisi (agroindustria), Vincenzo Spinosi (pasta), Igino Straffi (cartoons), Orietta Maria Varnelli (distilleria e liquori) e Angela Velenosi

(vino). I diciotto testimonial hanno raccontato e descritto l’anima e il cuore delle nostre terre, con passione, forza di volontà, spirito di sacrificio e creatività. personificando l’eccellenza umana e professionale del sistema produttivo marchigiano attraverso le loro storie di vita e di successo imprenditoriale.

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MENTE

VINI MADE IN MARCHE,

INDISCUSSI AMBASCIATORI DELLA REGIONE 114 etichette, 50 produttori, 20 denominazioni: sono cifre che parlano chiaro e che delineano un racconto a tutto campo sulla produzione vinicola regionale, una storia che strettamente si intreccia alla cultura, alle tradizioni e alle bellezze paesaggistiche. Le eccellenze vinicole marchigiane, con 15 D.O.C. e 5 D.O.C.G. diffuse su tutta la regione, sono state presentate al mondo all’interno del Padiglione Vino - A Taste of Italy, dove protagonisti sono stati i territori di produzione, i vitigni autoctoni e le aziende produttrici, rappresentate dall’Istituto Marchigiano di Tutela Vini e dal Consorzio Vini Piceni che, per tutta la durata di Expo, hanno avuto a disposizione uno spazio “multi-sensoriale” in cui promuovere e far degustare il nettare degli dei, prodotto nel verdeggiante Olimpo fra il Tronto e il Foglia.

EDUCAZIONE ALIMENTARE SOSTENIBILE CON “PAPPA

FISH”

“Pappa Fish. Mangia bene, cresci sano come un pesce” è la campagna della Regione Marche che Expo ha scelto per diffondere un buon modello di educazione alimentare sostenibile all’interno del Vivaio Scuole, nel Padiglione Italia. Pesce fresco a km 0 è uno degli alimenti che fanno parte del menu adottato nelle mense scolastiche della regione dal 2013. Il progetto, che vede coinvolti 42 Comuni con 282 scuole dell’infanzia, primarie e secondarie, per un totale di oltre 25 mila bambini, intende promuovere il consumo di pesce direttamente pescato nel nostro mare, l’Adriatico; una particolare varietà di pesce, quello azzurro, ricco di Omega 3, proteine nobili altamente digeribili, vitamine e sali minerali, tutti elementi nutritivi preziosi per la crescita dei più piccoli. Quello di Expo non è il solo riconoscimento che “Pappa Fish” ha ottenuto: il progetto, caso esemplare e unico nel suo genere in Europa, è stato segnalato anche dall’Unesco e da Lifelong Learning Programme, il programma dell’Unione Europea che sostiene la formazione permanente.

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I GIOVEDÌ DEL GUSTO AL

I

l ricchissimo patrimonio agroalimentare marchigiano è passato da Brera: il quartiere milanese fornisce una bella vetrina e dà voce alle imprese del territorio marchigiano. Buyers, operatori turistici ed economici, istituzioni universitarie, associazioni ed enti locali hanno utilizzato questo spazio per iniziative di promozione

FUORI EXPO ed eventi di business. Inoltre, tra approfondimenti tematici e degustazioni, grazie ai Giovedì del Gusto, si è portata in scena al Fuori Expo la migliore offerta enogastronomica regionale, sotto la duplice veste della qualità e della ruralità. Dall’olio, energia per la vita, al miele e ai formaggi, dalla coloratissima frutta, agli ortaggi

freschi di campo. E poi carni, salumi, pesce, per non parlare del piatto forte delle Marche: la pasta, senza dimenticare il pregiatissimo tartufo bianco o nero… tutto all’insegna del biologico, per tutelare sia l’ambiente, sia l’uomo stesso. La biodiversità agraria si fa viva e partecipe in questo spazio, grazie al palinsesto dei dodici eventi dei Giovedì del Gusto.

BIOLOGICO

DALLE MARCHE A EXPO: “AGRICOLTURA BIOLOGICA: FA BENE ALL’UOMO, TUTELA L’AMBIENTE - LA CASE HISTORY MARCHIGIANA”

L

a Regione Marche rappresenta una delle regioni italiane in cui l’agricoltura biologica è maggiormente diffusa in termini di numero di aziende e in termini di superficie agricola utilizzata. Un valore aggiunto per l’agricoltura e l’economia marchigiana, che punta sulla qualità del prodotto e cerca di tutelare e salvaguardare l’ambiente, ma anche il consumatore. Una scelta, quella di puntare sul biologico, di valore, fondata sulla volontà di rispettare il territorio marchigiano, destinato per la sua conformazione morfologica a produzioni di nicchia, più che di massificazione. Da sempre il mondo del biologico si contraddistingue per l’interesse finalizzato all’innovazione e alla

valorizzazione del prodotto, nella ricerca continua di una produzione agricola sostenibile e di qualità. Grazie a questa sua dinamicità e professionalità, anche il biologico marchigiano ha esteso, negli anni, il proprio segmento di mercato, realizzando una storia e una tradizione di primaria importanza rispetto al panorama nazionale.

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MENTE

TUTELARE I SEMI DELLA NOSTRA

O

BIODIVERSITÀ

rzo nudo, cece quercia di Appignano, fagiolo monachello, fagiolo americano, fagiolo occhio di capra, fagiolo cenerino, fava di Fratte Rosa, mais ottofile di Raccontrada, cicerchia di Serra de’ Conti, anice verde di Castignano. Non sono parole tratte da libri di favole, ma dieci varietà di semi che una

volta si trovavano in abbondanza nel territorio marchigiano e di cui oggi, invece, sono restate ben poche tracce. Chi ha visitato lo Spazio Marche a Expo ha potuto scoprirli, toccarli con mano e così comprenderne l’importanza, ai fini della tutela della biodiversità e della sopravvivenza del nostro pianeta.

LA PROPOSTA PIANESIANA A EXPO S F

ornire una sana e giusta alimentazione a tutti e nel rispetto dell’ecosistema è possibile anche grazie a esperienze semplici e concrete come un’etichettatura trasparente. Una corretta informazione, riconosciuta a livello scientifico, su origine, qualità e tracciabilità dei prodotti è ciò che prospetta già dagli anni ’70 lo scienziato autodidatta marchigiano Mario Pianesi, pioniere di un’alimentazione consapevole, attenta, ed ecologica, oltre che fondatore dell’associazione “Un Punto Macrobiotico, movimento che mira al raggiungimento di un’agricoltura “equo-solidale”, basata sull’assoluta esclusione di prodotti chimici di sintesi, il recupero di antiche varietà di semi e la loro auto-produzione spontanea.

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e il grande obiettivo di Expo 2015 è stato quello di mettere a confronto strategie per il futuro, non poteva non esserecitataunaproposta che riduce di oltre il 90% il consumo di risorse ambientali e manifesta efficacia terapeutica contro molte patologie croniche.


Le

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MARCHE ALLA PINACOT

F

orse non tutti lo sanno, ma furono proprio le Marche a dare il maggiore contributo all’istituzione museale della rinomata Pinacoteca di Brera, che da circa due secoli ospita stabilmente un vero e proprio patrimonio artistico di provenienza marchigiana. I capolavori di artisti dal calibro di Gentile da Fabriano, Carlo e Vittore Crivelli, Pietro Alemanno, Luca

ECA DI B RER A

Signorelli, Piero della Francesca, Federico Barocci, il Pomarancio, Pietro da Cortona e tanti altri, infatti, furono requisiti da Napoleone Bonaparte nel 1811 e raccolti a Milano in una sorta di Louvre italiano. Proprio per ricollegare in chiave storica e artistica la nostra regione a Milano, durante Expo 2015, è stato ideato “Le Marche disperse a Brera”, percorso d’arte che apre le porte a tesori suggestivi e tutti nostrani.

LA POESIA DEL GIOVANE FAVOLOSO SULLE NOTE DELLA MUSICA ROSSINIANA

T

ra le peculiarità artistiche e culturali che le Marche hanno esportato a Expo 2015 non potevano mancare due figure di spicco universalmente riconosciute, come Giacomo Leopardi e Gioacchino Rossini, due dei più straordinari talenti regionali che si sono imposti come punto di riferimento nel panorama nazionale e internazionale. La figura del poeta recanatese è stata oggetto della trasposizione cinematografica del regista Martone, nel suo film Il

giovane favoloso, campione di incassi al botteghino, mentre la musica di Rossini, rappresentata nei maggiori teatri lirici, continua ad ammaliarci con le sue note melodiose e armoniose. Ad accompagnare il celebre poeta di Recanati e il grande compositore pesarese a Milano, ci ha pensato il Macerata Opera Festival, sotto la direzione artistica del maestro Francesco Micheli, nell’ambito dell’iniziativa “Le Marche tra Leopardi e Rossini” al Padiglione Italia.

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INTERNAZIONALIZZARE E INTERNAZIONALIZZARSI

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ue le grandi sfide della Regione Marche a Expo 2015: parlare di sé da Milano al mondo, potenziando i legami già esistenti e cercando di attrarre quante più possibili delegazioni economiche straniere nel proprio territorio. In una parola: internazionalizzazione. È per questo, allora, che i sei mesi di Expo hanno visto una sistematica strategia di “Incoming”, attraverso itinerari individuati sulla base di specifici cluster tematici e attività di raccordo con le istituzioni estere già partner. Tra i maggiori risultati conseguiti vi è l’accordo tra la Regione Marche e la Provincia cinese dello Shandong. Nell’incontro tra il Presidente della regione e il vicesegretario del partito comunista dello Shandong, si è ribadita la volontà di intensificare i rapporti istituzionali tra i due territori, incentivando i collegamenti culturali e turistici e favorendo la sinergia e

la cooperazione tra piccole e medie imprese. Cinquanta, le delegazioni estere in visita istituzionale o imprenditoriale nelle Marche, alla ricerca di collaborazioni economiche. Arrivati da Cina, Europa dell’Est, Canada, Turchia, Russia, Stati Uniti, Africa, Giappone e Brasile, i delegati si sono interessati principalmente ai settori dell’innovazione, della moda, dell’agroalimentare, del turismo e della cultura.

QUINTANA, SUMMER GUSTA LE BANDIERE JAMBOREE E NON SOLO! MARCHIGIANE A EXPO C

hiamarli “eventi” è forse riduttivo, e d’altronde se fossero stati soltanto degli eventi né la Quintana, né il Summer Jamboree avrebbero scavalcato i confini regionali per arrivare direttamente a Expo. Due piccoli e festosi pezzi di Marche hanno preso il volo dal territorio marchigiano e sono planati magnificamente tra i Padiglioni dell’Esposizione Universale di Milano. La Giostra della Quintana di Ascoli Piceno è stata protagonista in occasione dell’inaugurazione dello Spazio Marche a Expo Milano e lungo il Decumano ha sfilato il Summer Jamboree che ha poi allietato i visitatori nella Terrazza del Padiglione Usa, con un’intensa e partecipata esibizione musicale. Quintana e Summer Jamboree, ma non solo. Diverse altre iniziative tutte marchigiane sono sbarcate a Expo: dal Festival maceratese Musicultura che si è presentato nel palco del Padiglione del Belgio, allo storico Carnevale e alla Musica Arabita di Fano, dalla mezzanotte bianca dei bambini di Pesaro, al Corteo storico delle rievocazioni del fermano, per non parlare della suggestiva esibizione del gruppo folkloristico Ortenzia, per concludere con l’evento di promozione turistica ed enogastronomica “Sapori e profumi di mare” di San Benedetto del Tronto.

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L

e Marche vantano 19 Bandiere arancioni e 17 Bandiere blu. Si tratta di prestigiosi sigilli che sventolano sulle eccellenze del territorio, marchi che certificano, nel primo caso, la qualità turisticoambientale dei comuni dell’entroterra che brillano per un’offerta di eccellenza e un’accoglienza di qualità. D’altra parte, le Bandiere blu attestano la qualità ambientale del mare e delle coste, oltre alla cultura dell’ospitalità marchigiana. “Gusta l’arancione e gusta il blu” è il progetto regionale che ha coinvolto diversi Comuni che si sono messi in rete per promuovere il prodotto turistico locale, attraverso l’incremento e il consolidamento dei flussi turistici nelle Marche, tramite scambi culturali, eventi e manifestazioni.


www.expo2015.marche.it

I

EXPO NELLE MARCHE: PORTE E PRESIDI

n occasione dell’Esposizione Universale di Milano, la regione Marche ha pensato di realizzare dei punti informativi all’interno della regione stessa per accogliere quanti, colpiti dalle eccellenze marchigiane, volessero toccare con mano le bellezze paesaggistiche della nostra regione, o assaggiare in loco i prodotti enogastronomici per i quali siamo apprezzati in ogni parte del mondo. Due le porte d’accesso al territorio: dall’Aeroporto Raffaello Sanzio di Falconara Marittima, URBINO LA DATA

FALCONARA MARITTIMA AEROPORTO RAFFAELLO SANZIO

al Diamond Center di Porto Sant’Elpidio, cuore dello shopping di qualità a due passi dal mare. Cinque, invece, i presidi: la Data di Urbino, Ancona e la Blue Economy, Civitanova Marche, l’incantevole Abbadia di Fiastra e il Centro Agroalimentare Piceno a San Benedetto del Tronto. Ogni presidio mostra una peculiarità della nostra regione: dalla cultura, al design abitativo, alla natura e alla spiritualità per terminare con l’agroalimentare.

ANCONA E IL SUO TERRITORIO

SAN BENEDETTO DEL TRONTO CENTRO AGROALIMENTARE

CIVITANOVA MARCHE LIVING & MORE

L L

TOLENTINO ABBADIA DI FIASTRA

PORTO SANT’ELPIDIO DIAMOND PALACE

LE NOSTRE SCUOLE A EXPO

a scuola. Quale miglior terreno fertile ove piantare il seme dell’educazione e del rispetto? Per gli studenti della nostra regione, viaggi d’istruzione a Expo hanno rappresentato una ghiotta occasione di crescita e arricchimento del proprio bagaglio esperienziale. Tante le iniziative e numerosi gli eventi pensati e realizzati per i giovani che hanno avuto la possibilità di visitare l’Esposizione Universale. Anche la nostra regione ha voluto coinvolgere gli studenti marchigiani nell’organizzazione di progetti e laboratori, come Expo e territori, La Scuola per Expo 2015, Together

in Expo 2015, Policultura Expo, Cibo-Territorio-CulturaLegalità, Risparmiamo il Pianeta. Iniziative incentrate sulla buona e sana alimentazione sostenibile e sulla cultura della legalità coniugata al cibo e al territorio, atte a sensibilizzare le nuove generazioni al tema della tutela dell’ambiente e del pianeta.

BRAND REPUTATION CON

S

L’EMPATIA DIGITALE

S

e è vero che il successo di una buona comunicazione, oggi, passa anche dai social-media, allora la Regione Marche ha un’ottima verve comunicativa. Premiata più volte per la sua intensa ed efficace attività su tutti i maggiori social network, la cosiddetta “brand reputation” marchigiana, ossia la “reputazione di marchio”, ha preso letteralmente il volo con #destinazionemarche, il fortunato blog della Regione Marche. Oltre tre milioni e mezzo, poi, le visualizzazioni dei video dedicati al territorio che son stati diffusi attraverso social network e web proprio in occasione di Expo, segno che l’interesse intorno alle Marche si è mantenuto alto anche al di fuori dei confini regionali.

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MENTE

SPAZIO ESPOSITIVO REGIONE MARCHE AD EXPO: “LIFE EXPECTATIONS” 5 film-makers marchigiani

12 chef marchigiani 20 denominazione regionali

16 maxischermi

60 etichette 80 showcooking

1.400 esami Longevity check up corner

800 bottiglie

209 mq superficie espositiva

decine di migliaia di visitatori

6.000 degustazioni

LE MARCHE AD EXPO MILANO 2015

12.000 visitatori nelle due settimane di protagonismo

2 forum internazionali

CASCINA TRIULZA

3 potenze rappresentate all’interno della mostra “La Casa dell’identità italiana”

3 ambasciatori

14

SPAZIO LOVE IT

6 mesi i protagonismo eventi durante la presenza nello spazio delle regioni nel Padiglione Italia

18 testimonial 500 persone coinvolte in occasione degli eventi

22.550 passaggi video promozionali delle Marche su 4 maxi schermi all’interno del Cardo

SPAZIO REGIONE MARCHE AL FUORI EXPO BRERA

1 evento dentro Padiglione Italia

1 evento con 35 giornalisti nazionali e rappresentati di Ecuador e Russia a Cascina Triulza

2 settimane di protagonismo a cura di Anci Marche e Tipicità

47 comuni protagonisti EXPO NELLE MARCHE 2 porte di accesso

5 presidi

23 comuni e altre località interessati dal Gran Tour Anci

60 soggetti coinvolti

Marche e Tipicità

12 giovedì del gusto organizzati dal Servizio Agricoltura

25 eventi nell’ambito del Gran Tour Anci Marche e

Regionale e dall’ASSAM

140 giornate di iniziative promozionali SCOPRI LE MARCHE ALLA PINACOTECA DI BRERA

1 video sull’arte marchigiana proiettato in non stop all’interno della Pinacoteca

26 opere marchigiane presenti in Pinacoteca promosse e

250 eventi organizzati nelle porte e nei presidi: mostre, degustazioni, convegni, presentazione libri, showcooking

DELEGAZIONI ESTERE IN VISITA NELLE MARCHE

valorizzate dall’iniziativa

17 paesi esteri di provenienza

PADIGLIONE VINO

35 delegazioni estere ad oggi

6

mesi di protagonismo giornate di promozione e degustazione a cura dell’Istituto Marchigiano di Tutela Vini e del Consorzio Vini Piceni aziende vinicole

6

Tipicità 100 eventi culturali ed enogastronomici promossi con il logo “Marche Expo 2015”

50

114 etichette

SPAZIO COLDIRETTI 3,5 tonnellate di prodotti agroalimentari consumati 40 appuntamenti di promozione

700 produttori agricoli marchigiani

50 delegazioni estere in visita entro la fine dell’anno 330 delegati esteri

500 aziende marchigiane coinvolte PROMOZIONE NEL WEB

1 portale dedicato www.expo2015.marche.it

1 profilo Facebook Marche Expo 2015

3.500.000 persone raggiunte dalla campagna video sui social Regione Marche

8.000 visitatori nelle due settimane di protagonismo Dati aggiornati al 20 Ottobre 2015

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VI AGGIORGANI ZZATI DALLEMARCHE TUTTELESETTI MANE

WWW.ESITUR.COM 0731.59932 - INFO@ESITUR.COM


PERCHE’

a cura di Michela Marconi

UNDICESIMO: NON SPRECARE! “NON SI LASCIA NIENTE NEL PIATTO, PENSA AI BAMBINI CHE NON HANNO DA MANGIARE!”

CHI NON HA MAI SENTITO QUESTA FRASE ALMENO UNA VOLTA NELLA SUA VITA? SEMBRA IERI CHE IL MIO BISNONNO NOVANTENNE, DOPO AVER RACCOLTO DA TERRA UN PEZZO DI PANE E AVERLO SPOLVERATO E BACIATO, MI SUSSURRAVA CON FARE SOLENNE “IL PANE NON SI SPRECA MAI, NEANCHE LE MOLLICHE!”. AVEVA VISTO DUE GUERRE, LUI, E CONOSCEVA LA FAME E IL SACRIFICIO, ERA VISSUTO NEL TEMPO IN CUI SI FACEVA IL PANE IN CASA E POI SI ANDAVA A CUOCERLO NEI FORNI PUBBLICI DOPO AVERLO SEGNATO CON UNA BELLA CROCE SOPRA PERCHÉ ERA UN DONO DI DIO, DA NON SPRECARE MAI.

Per non buttare il cibo e far quadrare il bilancio familiare si riutilizzava ogni alimento che oggi viene considerato da alcuni uno scarto: il pane raffermo veniva ammollato, condito e riproposto sulle tavole come panzanella o simili, quello secco veniva tritato e usato per i ripieni oppure veniva messo in pentola con brodo, odori e olio per diventare un morbido e profumato Pancotto, la carne avanzata rendeva più golosi vincisgrassi, polpette e olive all’ascolana. Quello che proprio non si poteva riutilizzare veniva lasciato per sfamare gli animali da cortile o mescolato insieme al letame e alla terra per fare il concime. Ormai da qualche anno in Italia assistiamo a un’attenzione maniacale e morbosa verso il cibo, che potremmo impropriamente definire bulimica, non c’è trasmissione in cui non si dispensino nuove o vecchie ricette di cucina e gli chef e critici culinari hanno quasi superato in popolarità attori e presentatori nell’immaginario collettivo, con un conseguente boom di iscrizioni a corsi di cucina e istituti alberghieri. Ciò nonostante la mole di cibo ancora commestibile ridotto allo stato di rifiuto è impressionante: ogni anno in Italia finiscono nella spazzatura oltre 5 milioni di tonnellate di alimenti per un valore di quasi 13 miliardi di euro (Dati del Banco Alimentare, indagine condotta dal Politecnico di Milano). Più della metà del cibo gettato via, viene dal «settore primario» (produzione e ristorazione) e potrebbe essere recuperato e dato a chi ne ha bisogno (4 milioni di persone in Italia), ma la cosa al momento non è conveniente per le aziende, a volte è anche più difficile e costoso donare il cibo in eccedenza piuttosto che buttarlo nell’immondizia. Purtroppo siamo in “ottima compagnia”, nell’Unione Europea vengono sprecate 90 milioni di tonnellate di cibo all’anno, 180 kg a testa, per lo più frutta e verdura ancora fresche. A livello mondiale il 33% degli alimenti destinati a consumo umano finisce nella spazzatura; 1,3 miliardi di tonnellate annue di puro spreco alimentare (Dati FAO). WHY MARCHE | 57


PERCHE’

IN ITALIA Il tema dell’Expo 2015 “nutrire il pianeta” ha inevitabilmente richiamato l’attenzione su tutto ciò che concerne l’alimentazione in generale e quindi anche sullo spreco che ruota attorno alla produzione e alla distribuzione di cibo, sembra però che le iniziative concrete e la spinta vera al cambiamento finora vengano più che altro dal basso. Fortunatamente in tutte le regioni d’Italia fioccano le azioni anti-spreco ma, non essendoci ancora una regia dall’alto, è difficile conoscerle, se non localmente. Realtà come il Last Minute Market dell’Università di Bologna e il Banco Alimentare da tempo si pongono come trait d’union tra istituzioni, produttori, distributori e volontari. Nel paese è sicuramente in crescita la sensibilità al tema e c’è una generale tendenza a ridurre gli sprechi, vuoi per una cresciuta consapevolezza dei consumatori (o consum-attori, come amano definirsi alcuni, per sottolineare l’assoluta determinazione nelle loro scelte), vuoi per la crisi che da anni stringe d’assedio il paese. E’ cresciuta l’attenzione alla qualità e alla provenienza dei cibi, con un aumento della preferenza verso quelli a km zero. Per andare incontro a questa rinnovata sensibilità e per proporsi, più o meno genuinamente, come partecipanti alla sfida verso la sostenibilità, anche i produttori hanno aderito ad alcune iniziative delle associazioni di volontariato e alla filiera corta e non è raro trovare nei supermercati della grande distribuzione banconi-frigo con prodotti in scadenza al 50% di sconto. Tra le numerose e lodevoli iniziative ve ne segnaliamo alcune: Il 15 ottobre a Milano verrà firmato il Milan Urban Food Policy Pact un patto internazionale, proposto dal sindaco Pisapia, che impegna le grandi città a rendere più sostenibile il loro sistema alimentare. Questo protocollo è stato firmato, tra gli altri, dai sindaci di New York, Vancouver, Dakar, Barcellona, Londra e Parigi che stanno affrontando in vari modi i problemi legati allo spreco, all’obesità, all’accesso al cibo sano. Il testo firmato sarà consegnato al Segretario Generale delle Nazioni Unite il 16 ottobre, giornata mondiale dell’alimentazione. Il progetto “Io non spreco” del comune di Milano (attivissimo su questo fronte) che col suo sacchetto “Salvamerenda”, distribuito nelle mense scolastiche, incoraggia i bambini a portare a casa avanzi non deperibili, un ottimo esempio di educazione alimentare. “Il Pasto Buono”, promosso da QUI Foundation, che recupera il cibo sano e invenduto da ristoranti, locali e supermercati di tutta Italia, salvandolo dalla spazzatura, per donarlo alle famiglie più bisognose. “Brutti ma Buoni”, con questo progetto, nato in collaborazione col Last Minute Market, la Coop Adriatica nel 2014 ha donato alimenti provenienti dai punti vendita di Emilia Romagna, Veneto, Marche e Abruzzo a più di 100 Onlus che assistono persone in difficoltà e accudiscono animali. Le App salva-cibo MyFoody e Food Maps che geolocalizzano gli alimenti che rischiano di rimanere invenduti nei negozi, nelle rosticcerie o in altri esercizi commerciali e li mette a disposizione degli utenti. In questo modo i clienti possono venire a conoscenza delle offerte in “tempo reale”, grazie alla tecnologia del proximity marketing.

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NELLE MARCHE Nel 2013 i sindaci di 82 città hanno firmato la “Carta per una Rete di Enti Territoriali a Spreco Zero”, promossa da Last Minute Market per stimolare Comuni, Province e Regioni ad impegnarsi nella riduzione degli sprechi alimentari. Per quanto riguarda i generi alimentari, i marchigiani prediligono i prodotti italiani, di stagione e possibilmente a chilometro zero, favorendo così la filiera corta e spesso acquistano frutta e verdura a peso, evitando involucri di plastica e polistirolo. Le iniziative virtuose coinvolgono tutta la regione. In regione negli ultimi anni sono aumentati i mercati contadini e artigiani dove i produttori vendono direttamente, così come pure i Gruppi di Acquisto Solidale, gruppi di cittadini che acquistano dalle aziende produttrici, dando la precedenza a quelle del territorio. Ad Ancona, nell’a.s. 2013 - 2014 circa 200 alunni hanno lavorato con le proprie insegnanti sul kit didattico di ActionAid “Io mangio tutto”, contro lo spreco alimentare nella refezione scolastica, e hanno realizzato lavori ed elaborati sul tema, monitorando in alcuni casi la quantità di rifiuti alimentari prodotti dalla propria mensa. In alcune città come Fabriano è nato il Social Market, un supermercato che distribuisce alimenti in scadenza, donati dalle aziende, a persone in uno stato di indigenza certificato. “Qui puoi trovare un panino in sospeso” è l’adesivo che si può notare in alcuni negozi di Tolentino dove è possibile acquistare del pane in più per chi non può permetterselo. Una rivisitazione marchigiana del ben noto “Caffè sospeso” partenopeo. Con la campagna pluripremiata “Fatti gli avanzi tuoi” la catena di ristoranti self-service Pesce Azzurro, nata a Fano, propone ai clienti una “doggy-bag” per portare gli avanzi di cibo a casa. Anche Macerata ha aderito al Progetto Scuole “Io mangio tutto” e Daniele Spinsanti, Referente Territoriale delle Marche di Action Aid, la definisce un comune particolarmente virtuoso perché, grazie alla sensibilità delle istituzioni e alla partecipazione delle famiglie, ha anche portato avanti un progetto pilota nella scuola Anna Frank, preferendo un approvvigionamento di cibi di stagione e a km zero, che hanno garantito un risparmio di energia e una forte riduzione degli sprechi. La volontà del Comune è quella di estendere il progetto a tutte le scuole della città. Questa iniziativa di Action Aid è particolarmente interessante se si pensa che quello delle mense scolastiche è un comparto dove si consumano 2 milioni di pasti ogni giorno nelle sole scuole elementari e medie inferiori, per un fatturato di 1.3 miliardi di euro annui. Non esistono di fatto dati nazionali sugli sprechi alimentari prodotti nelle mense scolastiche ma si pensa che circa il 10% dei pasti serviti (pari a 87mila tonnellate di cibo) siano eccedenze, delle quali l’85% va totalmente gettato via (fonte Action Aid). La scuola è un punto cardine dal quale partire perché rappresenta un bacino enorme dove si può davvero educare a stili alimentari sostenibili, rispettosi della propria salute e delle risorse disponibili, promuovendo con forza e a tutti i livelli la lotta agli sprechi. Il Comune di Jesi ha avviato il progetto, promosso dal Last Minute Market, “Il Tavolo della Solidarietà”, che l’anno scorso ha ottenuto il Premio “Vivere a spreco zero” e ha trasformato la città in modello nazionale per il recupero e la redistribuzione dei beni alimentari. L’articolato progetto coinvolge enti, associazioni, gestori di centri di produzione pasti, esercizi della grande distribuzione e imprese agro-alimentari del territorio, tutti impegnati nella ridistribuzione di alimenti a famiglie in condizioni di disagio e nella sensibilizzazione degli alunni delle scuole alla consapevolezza del valore del cibo.

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PERCHE’ ALCUNE INIZIATIVE ALL’ESTERO In Francia il ministro dell’Ecologia e dell’Energia ha lanciato nelle scuole una campagna contro gli sprechi alimentari. I primi mille istituti che doteranno le proprie mense di un piano anti-spreco, avranno a disposizione un orto didattico per educare i bambini in modo divertente, grazie all’aiuto di associazioni di agricoltori. Inoltre è stata varata una legge che obbliga le mense di aziende, ospedali e case di riposo a elaborare dei piani contro gli sprechi di cibo. I paesi anglosassoni e scandinavi hanno da sempre legislazioni meno restrittive delle nostre, dal punto di vista igienico sanitario, ciò ha permesso la nascita di luoghi come il «Rub & Stub» di Copenaghen, il primo ristorante in Europa che utilizza l’invenduto delle aziende (non gli scarti, ma ciò che non può essere venduto per questioni di estetica, eccessi di produzione o prossimità della scadenza) e devolve i profitti in beneficienza. La maggior parte delle donazioni di cibo arriva dalle principali catene di supermercati danesi e il menù cambia ogni giorno, in base a quello che arriva al locale.

COSA FARE?

Salvare l’invenduto e l’invendibile dal macero è molto importante ma la ridistribuzione delle eccedenze da sola non risolve le vere cause di una problematica così ampia. Anche noi consumatori, nel nostro piccolo, possiamo orientare il mercato, che è comunque molto più attento alle nostre scelte di quanto si pensi. Si possono ridurre gli sprechi facendo attenzione a piccole cose: non comperare più del necessario evitando i cibi che arrivano da lontano e quelli fuori stagione, acquistare direttamente dai produttori preferendo l’agricoltura sostenibile e di piccola scala, ridurre i cibi trasformati e imparare a cucinare recuperando gli avanzi, preferire i prodotti sfusi a quelli confezionati, trasmettere ai propri figli il valore del cibo ed istruirli sulla sua provenienza e preparazione, infine, importantissimo, “fare rete” (tra aziende, istituzioni e associazioni o tra consumatori e produttori). Non è banale, la consapevolezza dell’origine di quello che si mette nel proprio piatto è un ottimo punto di partenza per poter scegliere e migliorare il proprio stile di vita.

SITI INTERESSANTI Last Minute Market - www.lastminutemarket.it Banco Alimentare Marche - www.bancoalimentare.it/it/marche Action Aid - www.actionaid.it Slowfood - www.slowfood.it www.foodmaps.it e www.myfoody.it Pasto Buono - www.quifoundation.it/cosa-facciamo/pasto-buono Genuino Clandestino - www.genuinoclandestino.it

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LIBRI Autoproduzione in cucina, Lisa Canali, Gribaudo, 2013 Cucinare senza sprechi Andrea Segrè, Ponte alle Grazie, 2012 Il Gourmet degli avanzi Allan Bay, Touring Edizioni, 2003



PERCHE’

PICCOLI CHEF CRESCONO HA ENERGIA E GRINTA DA VENDERE, L’UNDICENNE VITTORIA TRUFFA, CONCORRENTE DELLA SECONDA EDIZIONE DI JUNIOR MASTERCHEF, IL NOTO TALENT COOKING SHOW DEDICATO AGLI ASPIRANTI CHEF FORMATO “JUNIOR”, ANDATO IN ONDA LA SCORSA PRIMAVERA SU SKY. VITTORIA NON SI È AGGIUDICATA IL TROFEO DEL PRIMO PREMIO, MA QUELLO CHE HA OTTENUTO L’HA ARRICCHITA MOLTO DI PIÙ. CE LO RACCONTA PROPRIO LEI, ACCOGLIENDOCI NELL’APPARTAMENTO CHE CONDIVIDE, A FERMIGNANO, CON LA MAMMA, IL PAPÀ E IL FRATELLINO. PLANETARIA IN BELLA VISTA E INNUMEREVOLI LIBRI DI RICETTE SU MENSOLE E RIPIANI, VARCANDO LA SOGLIA DELLA CASA DI VITTORIA GIÀ SI INTUISCE LA PASSIONE PER LA CUCINA CHE HA PORTATO LA GIOVANE CHEF A PARTECIPARE AL TALENT.

62 | WHY MARCHE


di Ilaria Cofanelli

“So che è un progetto ambizioso, - esordisce Vittoria, che ha già le idee ben chiare su ciò che vorrebbe fare da grande - però ci voglio provare. Vorrei aprire tre pasticcerie, una a Londra, una a Parigi e un’altra a New York. Adoro cucinare dolci”. Vittoria frequenta la prima media e nel tempo libero si diletta in cucina, soprattutto le piace inventare e sperimentare nuove ricette, proprio come quella che ha incantato lo chef Bruno Barbieri, uno dei giudici del talent, e che le ha permesso di conquistare il tanto agognato grembiule. Si tratta della Torta Vittoria, dove cioccolato, mandorle e arancia si amalgamano a creare un gusto unico e delizioso. Anche le quantità degli ingredienti che Vittoria ha impiegato per realizzare il dolce sono frutto della sua inventiva: “Per le dosi si va a occhio - spiega la junior chef, che però si corregge subito - anche se con i dolci non si dovrebbe mai andare a occhio! In cucina, tuttavia, si fanno esperimenti, a volte vengono pasticci, altre volte cose buone; dipende, se hai fortuna o no!”. L’avventura di Vittoria con Junior Masterchef ha inizio un pomeriggio dell’ottobre 2013 quando, tornando a casa da una lezione di ginnastica, la nostra si sfogò con la madre perché presa in giro dalle altre compagne di corso. Mamma Daniela, evidente l’affetto e l’amore che lega le due, le domandò cosa le piacesse davvero fare. “Cucinare” è stata la decisa e secca risposta di Vittoria. Mamma Daniela non ci pensa due volte e invia, per e-mail, la domanda di partecipazione alle selezioni del talent, in cui si richiedeva un video che immortalasse l’aspirante chef durante la preparazione di un piatto a sua scelta. “Nella clip (in cui Vittoria sfoggia la lunga treccia che sarà la sua “divisa” per tutte le puntate del programma, ndr) cucinavo Passatelli di Montefeltro con fave, pecorino di fossa e goletta”. Il video, in cui Vittoria esibisce tutta la sua entusiasmante verve, ha conquistato gli autori di Junior Masterchef, che hanno invitato la nostra a presentarsi a Milano al secondo step del casting, dove Vittoria presenta due mousse: “Una al cioccolato e pistacchio, un’altra alla fragola. Le hanno assaggiate e hanno detto che erano buone, anche se mi sono dimenticata di dire loro che avevo lasciato la mousse alla fragola senza zucchero, perché volevo far assaporare un gusto più naturale. Infatti mi hanno detto che mancava un po’ di zucchero, ma per il resto è andato tutto bene”. Talmente bene che finalmente Vittoria ottiene l’ambito grembiule ed entra tra i magnifici quattordici per contendersi il titolo di giovane cuoco amatoriale più bravo d’Italia.

VITTORIA TRUFFA

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PERCHE’ la terza puntata del talent, ndr). Matilde e Nicola, i miei vicini di fornelli, mi hanno tranquillizzato e dato una mano. Non sono molto brava a fare gli impasti!

Come è cambiata la tua vita dopo il talent?

Sono stata invitata, come ospite, al Festival Internazionale del Brodetto di Fano e alla Festa del Prosciutto di Carpegna. Poi sono migliorata a scuola e mi sento più matura. Ho imparato tante cose che prima non sapevo, ho conosciuto persone nuove e, per me, partecipare a Junior Masterchef è stata un’esperienza bellissima.

Chi ti ha trasmesso l’amore per la cucina?

Mia mamma, sicuramente, che cucina molto, così come la nonna. Preparano il pane e la pasta fatti in casa e a me dà proprio gusto guardarle, spesso le aiuto anche io, soprattutto la domenica quando cucinano arrosto e patate al forno. La passione, comunque, è sbocciata quando ho iniziato a seguire in televisione i programmi di cucina, in particolare Masterchef e il Boss delle Torte. Sarei stata tutto il giorno ad ammirare quelle fantastiche e gigantesche torte!

Qual è il tuo piatto preferito? E quale quello che proprio non ti piace?

Adoro la cheesecake, ricetta che ho brillantemente soffiato alla mamma! Il parmigiano, invece, non mi piace: sono una bambina dai gusti particolari!

Cosa ti ha colpito di più durante le registrazioni delle puntate?

Lo studio, che è stupendo, anche se guardandolo da casa sembra più grande. Poi la cucina, dove tutto era super accessoriato, dallo scolapasta, alla planetaria più professionale, le forchette, i coltelli, le fondine, i piatti rotondi, quadrati, cubici, di tutto e di più. Per non parlare della dispensa, la cosa più bella di tutte! Ogni volta c’era qualcosa di nuovo. Un altro momento che mi ricordo particolarmente è quello della sfida del caramello salato. Era stato realizzato un piano di sale di tutti i tipi: c’era il sale rosa, il sale di Cervia, quello a scaglie, fino, grosso, di tutti i tipi.

Come ti senti quando cucini?

Mi sento libera, è come se mi chiudessi nel mio mondo: quando cucino ci siamo solo io e la preparazione che sto elaborando… a parte qualche breve incursione della mamma, che utilizzo come cavia!

Hai dei progetti che ti piacerebbe realizzare nel futuro? Innanzitutto mi piacerebbe frequentare la scuola alberghiera, una volta terminate le medie, ma non nelle Marche, vorrei andare a Milano. Poi in cantiere ho un bel progetto di cui non posso rivelare nulla… dico solo che riguarda le ricette inventate da me, il resto è top secret!

Raccontaci un momento negativo e uno positivo Parteciperai anche a Masterchef Italia, quando sarai più grande? che hai vissuto mentre partecipavi al talent. Uno negativo è stato durante la prima prova a squadre: mi hanno scelto per ultima e mi sono dispiaciuta, mi sono sentita incapace. Posso dire una cosa, però: chi viene scelto per ultimo è sempre nella squadra che vince! Un momento positivo, che è stato anche il più significativo per me, è stato quando lo chef Barbieri mi ha riempito di complimenti, assaggiando la Torta Vittoria.

Tra voi concorrenti eravate competitivi?

No, assolutamente. Ci aiutavamo sempre. In particolare, ricordo quando dovevamo ricreare, durante l’Invention Test, gli gnocchi in guazzetto di mare di Emanuela (Tabasso, vincitrice della prima edizione di Junior Masterchef, ospite del64 | WHY MARCHE

Sì, mi piacerebbe. Anche se preferirei prendere parte a Bake Off.


da

e

SCELTA DI CLASSE

L’eleganza entra in tavola

FINO AL 10 GENNAIO 2016 Raccogli i bollini, uno ogni 10 Euro di spesa, per collezionare i bicchieri e la caraffa Bohemia Crystal ed impreziosire così la tua tavola.


SPIRITO

Giochi di parole, racconti, poesie, magie e simboli danno voce alle note del cantautore anconetano Silvano Staffolani che si racconta per Why Marche accompagnandoci lungo viaggi indimenticabili.

Silvano Staffolani

Quando ti sei avvicinato alla musica e come? La musica la ricordo come sempre presente nella mia vita fin da bambino, quando ascoltavo quella che mandavano alla radio o in tv e consumavo quelle strane cose che si chiamavano “45 giri”, era una continua ricerca delle canzoni sentite e di cui a volte non conoscevo titolo o autore, un mondo intero da scoprire pian piano. La musica suonata invece inizia da adolescente con l’acquisto di una chitarra classica e la ricerca dei primi accordi e melodie tra le sei corde e subito è diventata passione da cui non mi sono allontanato mai più di tanto. Quando e cosa ti ha spinto ad iniziare a creare musica cantautoriale? Alla fine del 2012 c’è stata da parte mia la forte esigenza di poter dare voce ad alcune cose che mi premevano, sai a volte capita che alcune idee o situazioni, parole o persino immagini ti si fermino in mente e le vivi come fossero un piccolo “corto circuito” da riparare per far tornare tutto a funzionare nel migliore dei modi; non puoi semplicemente non considerarle o dimenticarle facendo finta di niente, purtroppo non funziona così. Scrivere una canzone, dando forma con parole e musica a quanto è fermo a stazionare dentro di noi e farlo in maniera “cantautoriale” con chitarra e voce rappresenta al momento per me la forma più ottimale con risultato garantito; non è stata dunque una scelta valutata ma più che altro una sorta di esigenza da soddisfare; c’erano alcune parole che dovevano essere dette e raccontarle in musica le ha rese più facili da pronunciare. Da dove trai ispirazione per i testi? Per me non c’è bisogno di andare molto oltre le cose che vivo o che ho vissuto; certo anche i ricordi che spesso si affacciano a reclamare la dovuta attenzione, pure questi finiscono per diventare righe scritte. Osservare, assimilare e raccontare cercando anche di far parlare in maniera diretta il soggetto della canzone piuttosto che inserire semplicemente un mio punto di vista, ecco questa è sempre una sfida che mi tenta. C’è però un piccolo segreto: lasciare l’immaginazione libera di correre dove vuole, sognare qualcosa è già renderlo reale. A volte servono le lenti di ingrandimento per vedere i dettagli ed io le uso spesso quando scrivo. 66 | WHY MARCHE

Quanto delle Marche è raccontato nei tuoi brani? Quale l’influenza della nostra regione? Sono sparse qua e là e le puoi riconoscere già nei titoli di parecchie canzoni prima ancora che nei contenuti : “Nel paese d’Ottrano” (dedicata a Filottrano testo di Bruno Trillini), oppure “U confine tra Montefa’ e Recanati” (la curiosa storia della diatriba tra i due paesi per stabilire dove finisse l’uno e cominciasse l’altro risolta in modo alquanto originale, testo sempre di Bruno Trillini), o ancora “Semo l’anziani de Porto Potenza” e “La Madonnetta” (testi di Maria Luisa Barbaccia) e altre ancora. Mi piace usare il nostro dialetto per dare più sostanza a tante di queste storie narrate in cui ci sono citazioni riconoscibili della nostra bella terra. Spesso mi imbatto in testi scritti da autori marchigiani che, per una sorta di pudore che comunque ci caratterizza, non vengono per niente valutati per quello che sono ossia poesie di notevole spessore. Ci sono versi perfetti, evocativi e in grado di prenderti per mano e farti viaggiare tra il nostro mare e le colline e che con semplicità ti rapiscono e ti cullano nella strada da compiere. Non ce ne rendiamo conto ma abbiamo tanti di quei bravi parolieri che per me a volte è un obbligo morale tributare loro un giusto e meritato omaggio. Come definiresti il/i genere/i che fai? Vediamo, se fosse una etichetta da metterci sopra per poter vendere a “scatola chiusa” il prodotto ci scriverei: “qui troverai una buona parte di te quindi mettici la giusta attenzione perché è sapientemente mascherata da vita di qualcun altro” oppure molto più banalmente “la giusta continuazione dello stile del menestrello filtrato attraverso le possibilità della contemporaneità” Hai pubblicato tre album, raccontaci l’evoluzione musicale del tuo percorso. Vorrei intendere come evoluzione la continua ricerca che porta ad “incastrare” nel migliore dei modi i suoni, i ritmi, le parole ed il loro senso. A seconda dello stato d’animo questi elementi variano nelle rispettive dosi e nella scelta della tipologia. E’ probabile che all’inizio di questa sorta di percorso il tutto fosse molto più calcolato e pensato come una sorta di traguardo a cui mirare. Credo che ora tutto sia molto più naturale e quello che mi interessa è la partenza, l’inizio contiene già tutto, se stai cammi-


VIAGGIO ATTRAVERSO LA MUSICA INDIPENDENTE DELLE MARCHE nando sai già che continuerai perché è il camminare che ti dà soddisfazione e non la mèta. I tre album (ed un singolo con due brani) sono così legati fra loro che è un percorso circolare, non c’è un principio ed una fine; le canzoni sono l’una il completamento dell’altra e i protagonisti si spostano da un pezzo all’altro, è un bel gioco inseguirli e riconoscerli. Cartoline d’autore segna una svolta nella tua crescita musicale, raccontaci le emozioni, i retroscena, le curiosità ed altro legato a questo album? Prova a leggere in sequenza i titoli dei tre album: “Cartoline d’autore” “...di paesi, persone e animali” “...qualcuna giunta a destino”. Ecco, si potrebbe definire un unico album fatto appunto di cartoline imbucate verso una destinazione ignota (attenzione la destinazione è ignota ma il destinatario è ben chiaro). Ho deciso di iniziare ad incidere alcune delle canzoni che avevo in mente perché sentivo fosse il momento giusto per liberarle e lasciare che percorressero la loro strada. La tecnologia oggi offre la possibilità di realizzare artigianalmente e abbastanza semplicemente quello che fino a qualche anno fa sarebbe rimasto per molti un sogno nel cassetto: incidere canzoni. Io utilizzo un semplice computer e programmi scaricabili gratuitamente da internet per la composizione e la registrazione, aggiungo gli strumenti suonati dal vivo e le voci e posso subito sentire “materializzarsi” quello che avevo in mente, è un po’ come poter ascoltare la libertà e non è poca cosa. Spesso mi domandano chi ho chiamato a suonare questo o quello strumento o chi è che canta e chi è a fare i cori...ehm...sono sempre e solo io. Il CD non è in vendita, come mai? Ritengo che la musica debba essere libera, totalmente libera. Non sono poi così sicuro che quello che canto e suono mi possa appartenere, possa essere esclusivamente mio e dunque messo in vendita. Le cose più belle della vita sono tutte gratis non bisogna dimenticarlo; so bene che in tanti non sono capaci di apprezzare quello che ricevono come dono perché appunto non riescono a dargli valore monetario ma questo non è un problema mio. Generalmente c’è una sorta di rispetto che viene a mancare quando ciò che riceviamo non lo paghiamo per cui magari un tramonto lascia del tutto indifferenti mentre per un quadro con la raffigurazione dello stesso c’è chi

di Paola Donatiello

è disposto a pagare chissà quanto. Con presunzione ritengo di aver fatto qualcosa di bello e la bellezza non la si può sciupare dandole un prezzo. A quale album e/o canzone sei più affezionato e perché? Quella che ha dato origine a tutto: “Ah Silva’ e famme gira’ “ ; era una frase che purtroppo chi la pronunciava invitandomi a ballare ora non può dire più ma ogni volta che la canto, anche se per pochi secondi, riesco ancora ad ingannare me stesso. E’ la prima “cartolina” spedita, spero davvero che questa sia giunta a destino, anzi ne sono sicuro. Etichette indipendenti: perché la scelta e quale è la vostra/e? Tutti i miei album sono usciti on line per l’etichetta umbra “Vittek Records” che è sempre molto attenta alle novità in uscita, italiane e non, e che utilizza la formula del “free download” cioè il poter scaricare gratis l’album pubblicato; è stata finora quella più vicina al mio modo di intendere la pubblicazione e distribuzione dei cd quindi sono molto soddisfatto di questa collaborazione. Quali progetti in corso e progetti futuri? Al momento sto terminando le canzoni che saranno utilizzate in un prossimo spettacolo “Orfeo e Euridice” per la compagnia “Il cantiere dei sogni” la cui prima credo sarà vicino Milano a fine Novembre, è un bellissimo spettacolo con una nuova rilettura del mito di Orfeo ed un finale originale. Si è trattato di dare una voce moderna a quello che è stato il primo poeta cantore e spero di essere riuscito nell’intento, qualcosa si può già ascoltare in rete. E subito dopo...c’è già una nuova canzone da scrivere. Hai qualche aneddoto da raccontarci? Tipo di quando mi hanno scritto dall’Olanda dicendomi che avevano ascoltato una mia canzone “il guardiano notturno al deposito dei sogni” e che secondo loro rappresentava bene il suono italiano e che dunque mi chiedevano il permesso di utilizzarla per uno spot? Ci ho messo un po’ a credere che non fosse una presa in giro di un qualche mio conoscente sotto mentite spoglie ma invece era tutto vero e per diversi mesi sono stato la colonna sonora di un filmato destinato al mercato inglese e tedesco dove si pubblicizzavano vacanze in agriturismo sulle colline della Toscana.

Siti e link utili date concerti: www.cartolinedautore.blogspot.it - https://www.youtube.com/watch?v=tJ3RhSlPnLs https://www.youtube.com/watch?v=5n7sk0JibbQ - https://www.youtube.com/watch?v=KmvjbDRkx4w WHY MARCHE | 67


SPIRITO

ELOGIO DEL BOOKCROSSING LIBERO E GRATUITO SCAMBIO DI LIBRI A MONTE GRIMANO TERME, PAESE DEL BOOKCROSSING

Una terrazza panoramica, una torre e un nido pieni di libri. Dei luoghi magici, antichi, accoglienti e suggestivi, dove poter liberamente soffermarsi e gustarsi una bella e appassionante lettura. No, non stiamo delineando uno scenario da favola, né stiamo parlando di un film di fantascienza, ma semplicemente di Monte Grimano Terme, un piccolo borgo di 1200 anime che sorge nel cuore del Montefeltro, in provincia di Pesaro Urbino. Monte Grimano Terme, dal 2014 uno dei borghi più belli d’Italia, è un paese privo di biblioteche e librerie, ma non per questo sprovvisto di libri, tanti, tantissimi libri, circa un migliaio, disseminati nei punti più disparati del paese. Si tratta di volumi che chiunque può ritirare e leggere comodamente a casa propria, senza la necessità di iscriversi ad alcun servizio e, soprattutto, in modalità del tutto gratuita. Sono queste, infatti, le caratteristiche del Bookcrossing, o meglio di Libera libri, progetto nato in seno all’amministrazione comunale del paese. È proprio il sindaco, Luca Gorgolini, che ci accompagna in un tour virtuale del paese, ribattezzato “Capitale italiana del Bookcrossing” da alcune testate giornalistiche di settore. IL SINDACO LUCA GORGOLINI

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di Ilaria Cofanelli

Monte Grimano Terme è un paese in cui la voglia di leggere non manca di certo, nonostante il borgo sia privo di biblioteche e librerie. Può spiegarci quando e come ha avuto origine il progetto Libera Libri? Innanzitutto premetto che l’idea del Bookcrossing è nata in America diversi anni fa, poi si è diffusa in Europa e, infine, in Italia, grazie essenzialmente agli esercizi commerciali e, dunque, agli operatori privati. Il progetto si basa sul libero scambio di libri che vengono presi, letti e poi rimessi di nuovo in circolo. Ogni libro ha un codice e, in base a quello, è possibile risalire al percorso che ha seguito nei vari anni, accedendo al sito web dell’iniziativa. Noi di Monte Grimano Terme, che abbiamo ribattezzato il progetto Libera Libri, abbiamo deciso, nel luglio 2013, di istituzionalizzare l’idea, proprio per sopperire alla mancanza di biblioteche e librerie.

LA TERRAZZA DELLA LETTURA

LA TORRE DEI LIBRI

IL NIDO DEI LIBRI

Quanti sono i punti di scambio libri all’interno del borgo e quanti i libri in essi esposti? Siamo partiti con otto postazioni, ad oggi le abbiamo raddoppiate. Si tratta sia di casette di legno, sia di mensole o scaffali, questi ultimi posti all’interno dei negozi. Per quanto riguarda la quantità, da trenta libri abbiamo raggiunto quota mille, molti dei quali gentilmente donati dallo scrittore Umberto Eco, che ci ha messo a disposizione alcuni volumi della sua biblioteca personale. Quali sono i luoghi adibiti allo scambio? Oltre agli esercizi commerciali, abbiamo inaugurato questa estate la “Terrazza della Lettura”, una balconata che si affaccia sulla Valle del Conca, dove uno splendido giardino fa da sfondo alla casetta lilla che raccoglie i libri del progetto e alle panchine e alle sedie che qui sono collocate. Dopo il recente restauro, è stata adibita a luogo di scambio anche la Torre civica, in Piazza Garibaldi, comprensiva di tre piani, di cui uno interamente dedicato ai più piccoli. Infine, nella mediateca comunale è stato allestito il “Nido dei Libri”, una sala lettura pensata per i bambini fino ai dieci anni. Letture e laboratori sono affidati a volontari Nati per Leggere che, ogni giovedì pomeriggio, propongono ai bambini delle attività legate al mondo dei libri. Quali altre iniziative, collegate al mondo della cultura, state realizzando? La nostra idea è quella di continuare ad arredare il centro storico con delle librerie a cielo aperto, che vadano anche a costeggiare le mura del paese. Stiamo, inoltre, cercando di distinguerci come “borgo delle arti”. Il progetto è quello di ospitare, ogni anno, un intellettuale straniero che nel paese d’origine non può esprimersi liberamente, essendo sottoposto a censura. Quest’anno, in collaborazione con il comune di Montecatini Terme, abbiamo accolto Nidaa Badwan, artista palestinese di ventisette anni che vive nel Sud della Striscia di Gaza, conosciuta all’opinione pubblica per una serie di autoritratti fotografici che la giovane donna scattò all’interno della sua stanza da letto, dove si rinchiuse di sua volontà per oltre un anno, in seguito all’aggressione subita da miliziani di Hamas che le avevano contestato il mancato uso del velo. L’artista ha esposto le sue opere presso la Torre civica ed ora si trova a San Marino, dove sta cercando di prolungare il suo visto per l’Italia.

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SPIRITO

L’AVVENTURA MUSICALE DEI Prendete i Chemical Brothers ed il loro primo “Exit Planet Dust” (ma non solo, perché in origine il duo si faceva chiamare The Dust Brothers) e poi aggiungete la pietra angolare Ziggy Stardust, l’alieno di David Bowie che voleva rivoluzionare il rock; questo per capire, in parte, l’origine di un’avventura musicale tutta marchigiana che sta conquistando l’Italia. Ma non solo. Perché le mire, favorite dal taglio che mescola minimalismo, elettronica, pianoforte classico e noise, puntano decise oltre le Alpi. «Stiamo lavorando per uscire sul mercato francese» conferma Dario Faini, autore e musicista ascolano alla testa del progetto Dardust, ensemble che comprende Carmelo Emanuele Patti, Simone Sitta e Simone Giorgini (archi) e Vanni Casagrande (synth) e che vanta all’attivo un album uscito di recente, intitolato “7” e registrato a Berlino, una compilation in cui lo stesso viene remixato dal meglio della scena elettronica della Penisola, la vittoria sfiorata agli Mtv Awards nella sezione Best New Generation, due videoclip girati da Tiziano Russo che narrano la storia di un bambino astronauta ed una tournée estiva.

FAINI, LA SUA È UNA PROPOSTA UN PO’ INUSUALE PER L’ITALIA. SI È PRESO DEI RISCHI CON “7”?

«Sono stato completamente incosciente, fossi stato lucido avrei avuto molti più timori. Forse è stata proprio questa la forza del progetto, una purezza di fondo, ingenua magari, che l’ha fatto arrivare sia agli addetti ai lavori che al pubblico. Si tratta di un successo che cresce lento ma solido, ed è questo quello che mi interessava».

COME MAI LA SCELTA DI UN GENERE COSÌ PARTICOLARE?

«Racchiude tutto ciò che amo come ascoltatore, un crossover dove ci sono tante anime diverse, dall’elettronica al minimalismo fino alla scena nordica, gli archi irlandesi ed il noise».

IL TITOLO DEL DISCO È STATO DETTATO DA COINCIDENZE LEGATE AL NUMERO (DAI GIORNI DI REGISTRAZIONE FINO AL TOTALE DEI BRANI): IN QUESTI MESI IL NUMERO SETTE È TORNATO?

«Basta dire che il nostro concerto più bello ad oggi si è tenuto a Milano dove aprivamo per i Of Monsters and Men: c’è stata una grande reazione del pubblico che nessuno si aspettava, molto forte. Era il 7 luglio, vale a dire il 7/7...».

QUALI SONO I PROSSIMI STEP DI DARDUST?

«Oltre al tour, ai remix ed all’uscita in Francia, a settembre uscirà terzo singolo “Enjoy the light”. Poi voleremo in Islanda per registrare il secondo disco della trilogia. La terza parte verrà realizzata a Londra. Abbiamo tante idee, non so quando partiremo ma io vorrei uscire per marzo almeno con un singolo».

QUAL È IL COMPLIMENTO PIÙ BELLO CHE LE HANNO FATTO SINORA PER “7”?

«Oggi la fruizione della musica è diventata passiva, distratta e veloce. Ecco, mi dicono che il disco ha fatto riscoprire il contatto con l’opera, il fatto di concentrarsi nell’ascolto. E’ quello che ho cercato e ne vado fiero, se ci fosse stato un secondo titolo sarebbe stato “Slow is the new laughness”, un messaggio 70 | WHY MARCHE

CHEMICAL


di Luca Capponi

BROTHERS

che dice di rallentare, di rispolverare il vecchio significato di long playing; non a caso abbiamo stampato il disco anche in vinile».

differenza, se c’è emozione il brano arriva anche se il produttore ci è passato sopra con la pialla».

PASSIAMO ALLA SUA PROLIFICA CARRIERA DI AUTORE. QUALI SONO I MOMENTI CHE RICORDA CON PIÙ PIACERE?

COME RICORDA LE SUE ESPERIENZE SANREMESI. L’ULTIMO È DEL 2014 CON CRISTIANO DE ANDRÈ, NOEMI E GIUSI FERRERI.

«Il Festival di Sanremo con Francesco Renga, “La tua bellezza” era il mio primo brano importante, è stato emozionante vedere Francesco salire sul palco. Poi il primo inedito ad “Amici”, “Inverno” di Annalisa. Sì, i momenti che mi hanno dato il là sono questi, hanno premiato la mia voglia di approfondire tale percorso. Pure Fedez è in lista (Faini ha scritto il singolo record “Magnifico”, ndr), anche se è stata una cosa più graduale e non un momento in particolare».

ESISTE UNA FORMULA MAGICA NELLA COMPOSIZIONE DI UNA HIT? «Purtroppo no, è un insieme di tanti fattori, dalla scrittura fino alla melodia ed alla voce che lo interpreta. A volte poi accade l’imprevedibile ed un brano che ha meno spinta e che sottovaluti rispetto ad un altro riesce ad andare oltre. L’importante per un autore è comporre un brano onesto, non da “mestierante”, che emozioni anzitutto chi lo scrive. L’ascoltatore percepisce la

«E’ uno stress inutile andare lì, non lo farò mai più. Preferisco godermelo da casa. Sanremo è un frullatore. Poi c’è la componente inaspettata che fa emergere a sorpresa un brano piuttosto che un altro ed è una cosa che non puoi controllare, quindi c’è sempre il fattore ansiogeno che incombe sulla situazione e non te lo fa godere».

OGGI QUALI SONO I SUOI BRANI IN RAMPA DI LANCIO?

«Ho scritto il nuovo singolo di Emma “Occhi profondi” insieme a Ermal Meta ed alla stessa cantante; poi c’è “Io ti aspetto”, terzo estratto da “Parole in circolo”, ultimo di Marco Mengoni e il nuovo singolo di Luca Carboni “Luca lo stesso” scritto insieme a Tommasso Paradiso e allo stesso Carboni. Ho collaborato anche a “Non importa di noi”, dei Dear Jack. Per il futuro c’è qualcosa di importante ma non posso anticipare nulla». WHY MARCHE | 71


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TUTT’ALTRO CHE MORBIDO a cura di Alessandro Morbidelli

In fuga da Milano, il rifugio trovato nelle campagne marchigiane e l’incontro con lui, l’uomo che bada ai cani, Natalino. Nuovo appuntamento con le avventure del Meticcio, secondo episodio della serie breve in esclusiva per Why Marche. Fateci sapere cosa ne pensate a: a.morbidelli@whymarche.com

Meticcio [2] Natalino ha gli occhi rossi. È vecchio, troppo vecchio per non sapere più piangere, ma ha un modo tutto suo. Lo fa in silenzio. Senza cambiare espressione. Il dolore non ce la fa a piegare le labbra o ad aggrottargli la fronte. La sua pelle è dura, scura, impenetrabile. Solo dagli occhi riesce a passare, il dolore. E allora ti guarda e vedi le lacrime scorrergli lungo le gote, perdersi nei baffetti bianchi. Dopo un po’ tira su con il naso. M’hanne detto che è difficili le scole, a Milano. Te che scola fai? Ah non ce vai più a scola. ‘Nte piace tanto a discore, a te, vero? Che sarebbe stata una mattina diversa dalle altre l’hai capito subito, da quando sei arrivato. Natalino era già lì. Di solito prima di inchiodare la Panda a due passi dal cancello del canile faceva sempre il giro delle scuole e poi passava al ricovero, a prendere le pagnotte avanzate. Così tu di solito entri, sai dove sono le chiavi, e un box dopo l’altro spali via gli escrementi, li metti in un secchio. Lui arriva dopo, con i sacchetti. Questa mattina però Natalino ti ha anticipato. Entri e lo vedi. Per un attimo ti frega. Perché fa quello che fa sempre. Poi vedi Rex. E gli occhi rossi di Natalino. Bisogna che ‘l metto dentro a ‘n sacco e po’ ‘l porto giù l’isola cologiga. Era vecchio, poretto. Era vecchio quanto me. Ma era bono, sa’. Era bono bono...

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Rex era un pastore tedesco. Adesso che sta disteso su un fianco sembra l’immagine sottile di un lupo che salta, con le zampe vicine, due a due, per fendere l’aria. Un’aria che ha il colore del fango su cui è adagiato. Qualche goccia, dal cielo, cade ancora. Gli manca un orecchio a Rex. Natalino parla, parla, parla. Continua a chiedere e a raccontare. Milano, la scuola, come sta tuo nonno, quanto ti fermerai. Tu chiedi se stesse male e lui ti risponde che aveva un tumore all’intestino. Che l’avevano già operato due volte. Chiedi cosa avesse fatto all’orecchio mancante.

CONSIGLI DI LETTURA:

Eh? Quello je l’ha staccado Pippo, perché c’avevane da fa’ a cagnara un giorno e è andada cuscì. Però a Rex j’hanne staccado il core, prima della recchia. Era bono bono... Inizi a spalare, come ogni volta. Natalino prepara le crocchette, poi bagna il pane con l’acqua. Quel tanto che basta per ammorbidirlo. Non riesci a staccare gli occhi da Rex. Pensi che come lui ce ne sono tanti di cani che soffrono. E ancora di più, ci sono le persone. Però sono le lacrime di Natalino ad affogarti. Non si fermano. Continuano a scendere anche se il vecchio parla con un altro cane, carezzandogli la testa, o se bestemmia perché dal lavandino non arriva acqua calda. Cosa gli hanno fatto? Chiedi. Se te vai cento medri più avanti da chì, trovi ‘na casa gialla co’ ‘n macchino’ rosso parcheggiado lungo la strada. Lì ce sta de casa Livio, l’allevatore. Rex è nado senza ‘na palla. L’hanne fatto cresce lì casa co’ loro e po’ me l’hanne portado, perché non je potevane fa ‘l pettigrì. Dovevi sentì quanto piagnea pora bestiola. Era bono bono... Cento metri li fai. Il rumore della Panda di Natalino che porta Rex all’isola ecologica te lo lasci alle spalle. La casa gialla è alla tua destra. E lungo la strada, un Volkswagen Tiguan rosso fiammante. Prendi un sasso, lungo la strada sterrata ne trovi uno bello grande, con i bordi aguzzi e sbeccati. Vai davanti al Suv e ti vedi riflesso sulla carrozzeria. Tiri su il cappuccio della felpa. Il parabrezza non esplode, rimane integro. Solo una fitta ragnatela di crepe si sviluppa per tutta la superficie. E l’antifurto urla come un demone dannato. Aspetti. Immobile di fronte all’auto. Livio, l’allevatore, esce di corsa. Si ferma al cancello metallico. Può vederti da dietro, non in faccia. Urla qualcosa, ma non esce. Lui i cani li conosce. Sa che i meticci possono essere dei veri bastardi. Tu non sei uno da pedigree, tu non sei buono buono. Così ti incammini verso la via di casa. Presto ti perdi nelle stradine di campagna. Nessuno ti segue. A pranzo tuo nonno ti versa un bicchiere di Lacrima. Brindi a Rex e alla sua palla.

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Con i consigli di lettura di questo numero si vuole omaggiare quello che il vostro Tutt’altro che Morbido considera il premio letterario più importante e vero d’Italia: il Premio Campiello. E lo si fa consigliando “L’ultimo arrivato” di Marco Balzano (Sellerio), vincitore del prestigioso premio, e “La vita prodigiosa di Isidoro Sifflotin” di Enrico Ianniello (Feltrinelli). Due romanzi che parlano di ragazzi: il primo, Ninetto, detto pelleossa, abbandona la Sicilia e si reca a Milano, lascia dietro di sé una madre ridotta al silenzio e un padre che preferisce saperlo lontano, ma con almeno un cenno di futuro. Quando arriva a destinazione, davanti agli occhi di un bambino che non capisce più se è “picciriddu” o adulto si spalanca il nuovo mondo e la scoperta della vita. Invece Isidoro Sifflotin, protagonista del romanzo di Ianniello, sa fischiare, e fischia in modo prodigioso. Con il suo inseparabile merlo indiano Alì dagli sbaffi gialli, e l’aiuto di una combriccola stralunata, crea una lingua nuova, con tanto di Fischiabolario, e un messaggio rivoluzionario comincia magicamente a diffondersi. Proprio quando il progetto di un’umanità felice e libera dal bisogno sta per prendere forma, succede però qualcosa che mette sottosopra l’esistenza di Isidoro.



SPIRITO

CHI MI AMA MI SEGUA (LETTURA AD ALTO TASSO SOCIAL)

La prima cosa che faccio la mattina è dare il buongiorno ai miei follower su instagram. Mi siedo sulla tazza e fotografo la carta igienica baciata dal sole. Uno, due, dieci, sedici, ventitré mi piace. Ad ogni cuoricino il mio ventricolo sobbalza e il sangue mi scorre veloce nelle vene. Aspetta un attimo, solo ventitrè? Mi collego a twitter e condivido la foto e rinnovo il saluto, poche stelline e nessun retweet. Twitter non è proprio il mio social. Riesco comunque ad alzare di un cuore o due il mio rating instagram. Mentre inzuppo i biscotti nel latte e caffè controllo le notifiche di facebook, qualche video divertente, due o tre citazioni strappalacrime, qualcuno che è già al lavoro e si lamenta. La mia bocca esplode in una smorfia di disprezzo e cambio copertina al mio diario per ripicca, la foto della carta igienica appunto. Le mie quotazioni volano, una cinquantina di pollici alzati e dieci commenti, allocchi, ci cascano subito. Non rispondo a nessun commento e mi beo della popolarità tra i miei amici di sempre, qualche collega e la zia Marisa che mi rimprovera bonariamente per la sconcezza della suddetta copertina. Mi metto in macchina e il mio smartphone vibra 35 messaggi nel gruppo quellidelliceo, ex compagni di classe che tentano inutilmente di accordarsi per una rimpatriata che finisce immancabilmente per essere un tripudio di smile e aneddoti sul prof di matematica e sui suoi denti da coniglio. Aggiungo uno o due faccette per non fare lo snob e spero vivamente che questa cena non si faccia mai, non ho voglia di rivedere Trasatti e Feroni, non avevamo niente da dirci all’epoca, figuriamoci adesso! Di cosa vogliamo parlare? Di come sta andando il campionato della Juve o di quanto sia difficile trovare un buon asilo? Arrivo al lavoro e apro Pinterest, ufficialmente per trovare spunti creativi da copiare per il mio lavoro poco creativo, in realtà per trovare memo esilaranti da mandare ai colleghi nella chat di Skype. Quattro nuove ragazzine giapponesi seguono la mia board sul design scandinavo, cerco una lampada di Norman Copenhagen e la pinno per farle felici. Mi arriva una notifica sul trend del momento di twitter e approfitto della pausa caffè per capire di cosa si tratta, l’ennesima starlette che ha fatto una gaffe unpollitically correct. Mi scrive Marco per invitarmi al cinema stasera,

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controllo IMDb per capire che cosa si dice del film, 4,2, col cavolo che ci vado. “Stasera non posso, ho promesso a mia madre che sarei andato a cena da lei, sarà per la prossima! Oh, poi dimmi com’è!” Ingoio due forchettate di pasta scotta della mensa e scorro la timeline di Instagram, è andata, ventinove cuori, non mi muoverò da qui. Tento un’impresa disperata dispensano cuori a destra e a manca per farmi notare, selfie duckface-cuore, gattino-cuore, cartaccia per strada-cuore! Odio abbassarmi fino a tanto. Lo sgombro con rucola e pomodorini mi ricorda che devo ancora recensire il ristorante dove abbiamo mangiato sabato sera con Giorgia e Luca e apro Tripadvisor per mettere due stelle: troppo pretenzioso. Torno in ufficio e dlin qualcuno vuole aggiungermi alla sua rete, ma che c’entro io con un geometra di Bellaria? Ok entra nella mia rete, ma almeno verificami qualche competenza! Visto che ci sto ritocco il mio curriculum e aumento il livello del mio inglese scritto e parlato, in fondo vedo un sacco di serie tv in inglese con i sottotitoli. Mentre preparo la cena, nella solitudine del mio appartamento con la tv accesa qualcuno mi scrive su Badoo, non ha nemmeno una foto a figura intera e alla fatidica domanda sul film preferito risponde Hachiko... tante care cose. Sistemo i piselli e le uova sul piatto e li metto sotto una buona luce e click! Buona cena a tutti! #nicedinner #foodporn #homecooking. Trentadue mi piace! Cerco qualcosa da vedere alla tele, con il barattolo di cioccolata in mano e controllo Bla Bla Car, mi serve un passaggio per Bologna per sabato prossimo. Mentre seguo un Live Tweeting di Chi l’ha visto?, continuo a chiedermi perchè non riesco a sfondare quota mille follower e cosa hanno di speciale stellina29 e carlitosway che ne hanno più di quindicimila, onestamente fanno pena. Mi metto a letto, guardo il libro sul comodino e lo aggiungo alla mia libreria virtuale di Anobii, l’ho comprato alla Feltrinelli domenica quando ci sono entrato perchè mi annoiavo ad aspettare Marica, non sono riuscito a leggerne una sola pagina. Mi vedo un video su Youtube per capire chi ha passato le audizioni di X Factor e metto su una playlist su Spotify per prendere sonno. #buonanotte


di Andrea Cozzoni

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SPIRITO

OTTOBRE - NOVEMBRE Il proverbio: Chi ben ripone, ben ritrova

Un giorno accadde 14 ottobre 1964. Martin Luther King viene insignito del Premio Nobel per la Pace grazie al suo impegno per i diritti civili e la giustizia sociale. Nel ricevere la notizia, il reverendo affermò che il Premio Nobel non era rivolto solo a lui, ma a tutte “le nobili persone” che avevano lottato al suo fianco. Quando ritirò il Premio, Martin Luther King espresse la speranza di vedere tutte le genti ottenere, oltre ai pasti per il corpo, «... istruzione e cultura per la loro mente e dignità, uguaglianza e libertà per il loro spirito.».

Ho sognato… ... Un’acquila – 69 – La fierezza dell’aquila è un’ottima anticipazione onirica di come sapremo comportarci nel prossimo futuro. La sua maestosa presenza in sogno è messaggera di libertà, di sconfinate ambizioni e anticipa la serie di straordinari successi che probabilmente riusciremo a ottenere. Lascia presagire buona sorte, intuito, orgoglio.

Barbanera buongustaio Dolcetti alle Nocciole Tempo (min.): 60 Difficoltà: Facile Calorie per porzione: 610

INGREDIENTI (per 4 persone): 200 g di nocciole già sgusciate - 200 g di cioccolato fondente 2 bicchierini di liquore dolce - 4 cucchiai di zucchero in granella. Tostare le nocciole in forno, lasciarle un po’ raffreddare, strofinarle con un canovaccio per togliere la pellicina scura che le riveste e tritarle piuttosto finemente. Riscaldarle quindi in una terrina con il cioccolato grattugiato e il liquore, aggiungendo, se necessario, un po’ d’acqua, in modo da ottenere un impasto di media consistenza. Ricavare dal composto delle palline, rotolarle nello zucchero e sistemarle negli appositi pirottini di carta.


BUONE ECOPRATICHE d’Autunno SORELLA ACQUA

I dentisti dicono di spazzolarsi i denti per almeno due minuti, ma da un rubinetto in un minuto escono circa dieci litri d’acqua. Due minuti equivalgono a venti litri d’acqua: uno spreco enorme! Per lavarsi i denti, allora, meglio inumidire lo spazzolino, chiudere il rubinetto e riaprirlo per il risciacquo. Con venti litri d’acqua si può fare una doccia veloce o anche lavare il pavimento di un appartamento di dimensioni medie per ben due volte!

IL COMPITO DI “ECOGUARDIA”

Difendere l’ambiente può anche diventare un gioco. Come? Affidando a turno, ad un membro della famiglia, il compito di “ecoguardia”. Ruolo che consiste nel controllare la raccolta differenziata, l’uso della lavatrice, la lavastoviglie a pieno carico, lo spegnimento delle lucine di stand-by di televisore, impianto hi-fi, stampante e computer quando non vengono utilizzati. Ruotare il compito permette a tutti di responsabilizzarsi.

PESCANDO QUA E LÀ!

A volte basta una mela... Spesso capita di vivere un momento di ansia o di sentirsi inadeguati di fronte a situazioni che ci sembrano ingestibili. Prima di ricorrere ai farmaci, però, proviamo ad aiutarci con rimedi naturali. Uno di questi coincide con l’abitudine di mangiare, alla sera, una mela cotta al forno con la buccia. È uno straordinario antistress! La buccia della mela contiene infatti una sostanza analoga allo psicofarmaco diazepam, efficace nel trattamento di angoscia, tensioni e spasmi muscolari.

L’oroscopo di Barbanera ARIETE Se sta nascendo un sentimento, lasciatelo fluire liberamente. Deciderete in seguito se viverlo come passione temporanea o renderlo un legame più profondo.

BILANCIA Notevole la lucidità mentale, che sarà arricchita anche da una consistente sensibilità emotiva. Fluidi e molto amichevoli i rapporti con colleghi e superiori.

TORO Siete tentati di occuparvi di mille progetti contemporaneamente? Tornate sui vecchi binari e concentrate le energie puntando solo su questioni importanti.

SCORPIONE Creatività ed efficienza sono ai massimi livelli. Formulerete, e realizzerete, importanti progetti che vi porteranno moltissimi profitti, anche economici.

GEMELLI Convincetevi di essere nel giusto. Dovete allontanare, senza dubbi né ripensamenti di alcun tipo, le persone che potrebbero complicare la vostra vita affettiva.

SAGITTARIO Riuscirete a calarvi nei panni della persona amata e insieme prenderete una decisione che si rivelerà della massima importanza per il vostro futuro in coppia.

CANCRO Cambiamenti, anche inattesi, si susseguiranno a tutto spiano. Non fatevi prendere dall’ansia e non scoraggiatevi: saprete cavalcare l’onda meravigliosamente!

CAPRICORNO Con Nettuno disposto ad appoggiarvi senza condizioni, sarete pervasi da un’insospettata vena di romanticismo che meraviglierà piacevolmente la persona amata.

LEONE La situazione economica promette bene. Finalmente potrete concedervi uno sfizio piacevole desiderato da tempo, ma che finora era fuori dalla vostra portata.

ACQUARIO Di fascino e sex appeal ne avete da vendere, ma potreste non essere all’altezza delle aspettative del partner. Sarà che siete un po’ impacciati? Lasciatevi andare!

VERGINE Riuscirete a creare solide basi per i vostri progetti, fate però attenzione a non eccedere in ambizioni poco realistiche. E non rifiutate l’aiuto di un amico.

PESCI Con la vostra grazia innata sfiderete, sconfiggendoli, eventuali rivali in amore. Siete amabili, romantici e sensuali al punto giusto: nessuno riuscirà a resistervi! WHY MARCHE | 79


EVENTI

OTTOBRE - NOVEMBRE 2015

Festa di Halloween

Corinaldo (AN) Dal 24 al 31 ottobre

Saperi e sapori della mela rosa

Monte San Martino (MC) dal 7 all’8 novembre 2015

Festa d’autunno

Piticchio Arcevia (AN) dal 5 all’8 novembre 2015

48° Stagione Lirica Pergolesi

Dal 16 Ottobre al 13 Dicembre

Festa dell’olio nuovo

Scapezzano (AN) 11 e 15 novembre 2015

Cartoceto DOP

Cartoceto (PU) 8 e 15 Novembre

50° Fiera Nazionale del tartufo Bianco Acqualagna (PU) 25.31 ottobre 1.7.8.14.15 novembre

X edizione “Appassimenti Aperti” Serrapetrona (MC) 8 e 15 novembre 2015

Festa della cicerchia

Serra de’ Conti (AN) dal 27 al 29 Novembre


l’almanacco del buon vivere In tutte le edicole

regala e regalati

un nuovo anno di felicità dal 1762 l’almanacco più celebre d’italia


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