Luglio 2013

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Maggio/Giugno 2013


Maggio/Giugno 2013


Giugno 2013



1 luglio 2013


25 luglio 2013

Grandangolo IT Forum: Tecnologia, semplice è meglio La 14° edizione dell’IT Form organizzato da Grandangolo Communications ha visto alcuni dei più importanti attori del mercato IT discutere del ruolo della tecnologia in un momento complesso. Si punta su semplicità e innovazione. Il Forum IT di Grandangolo Communications è un po’ un indice del mercato IT. È arrivato alla 14° edizione, c’era all’epoca della bolla speculativa di Internet, c’era quando i primi distributori IT si sono quotati in Borsa e c’era anche quando è iniziata la stagione delle grandi acquisizioni. Il clima che si respira al Forum IT rappresenta bene il mercato. Se si dovesse riassumere l’edizione del 2013 potremmo dire che in un albergo prestigioso del Garda sotto una pioggia torrenziale distributori, produttori e operatori hanno discusso dei servizi innovative che stanno mettendo in campo per semplificare l’IT e fare emergere le eccellenze italiane. È quasi una metafora della situazione: sotto la pioggia di cattive notizie economica, l’informatica si ritrova compatta e propone idee innovative, nonostante tutto. Sono intervenuti Brocade (Networking) LifeSize (Videoconferenza) Panda Security (sicurezza e cloud), Riverbed Technology (ottimizzazione di rete) Teorema Group (system integrator), Sidin (distributore), Wildix (Unified communication), Zycko, (distributore). Secondo Marco Lupi, Country Manager Italia di LifeSize “gli strumenti della videoconferenza possono aiutare a incrementare sensibilmente la produttività, diminuendo anche i costi. La semplicità è il punto: l’utente deve avere tutte le funzioni e non vedere la complessità”. Perché in un momento di crisi economica quello che conta è offrire delle soluzioni che permettano di contenere i costi e aumentare le attività che si possono fare. “Per questo la crisi sta anche generando numerose richieste di outsourcing in molteplici settori – ha sottolineato Paolo Lossa, Regional Manager di Brocade Italia- aprendo così spiragli per un pioniere del networking come Brocade”. In questo contesto non solo l’outsourcing, ma anche il Cloud può rappresentare uno strumento vincente “l’approccio cloud apporta sicuramente numerosi vantaggi – ha precisato Alessandro Peruzzo, Amministratore Unico di Panda Security in Italia in quanto permette di snellire le infrastrutture, risparmiare una significativa quantità di tempo nella gestione delle componenti hardware e software”. Non mancano i progetti innovati comune “oggi molte aziende sono disposte a modificare su larga scala l’architettura IT esistente, anche per assicurare una migliore flessibilità” ha detto Albert Zammar, Regional Sales Manager di Riverbed Italia. Anche la strategia è un arma da utilizzare e l’estero un canale da esplorare “abbiamo annunciato un importante progetto denominato Sidin Go Hub, che consente a vendor non ancora presenti sul mercato italiano di poter utilizzare la nostra rete di contatti e le attività utili al lancio di nuovi brand”, ha dichiarato Vittorio Zunino presidente fondatore di Sidin. Per Piera Loche, Managing Director di Zycko Italia “bisogna amplificare gli sforzi orientati a dimostrare gli effettivi vantaggi assicurati da ogni singolo investimento, come i servizi SaaS che garantiscano benefici ai partner e agli utenti”


Wildix punta sull’innovazione “stiamo introducendo tecnologie ancora poco conosciute – ha spiegato Stefano Osler, Amministratore Delegato di Wildix- come WebRTC, lo standard emergente nato da un progetto open source che da settembre 2013 sarà integrato nativamente nelle soluzioni Wildix”. Per Piera Loche, Managing Director di Zycko Italia “bisogna amplificare gli sforzi orientati a dimostrare gli effettivi vantaggi assicurati da ogni singolo investimento, come i servizi SaaS che garantiscano benefici ai partner e agli utenti”


23 luglio 2013

IT Life – Alessio Porcellati, Group IT Manager & Development di Tempur, è nell’anima un imprenditore ma quando Tempur – azienda americana nata nel 1991 grazie alla collaborazione con la Nasa, che utilizzava l’innovativo materiale alla base dei materassi Tempur per permettere ai propri astronauti di alleviare la pressione subita durante i lanci – non resiste alla tentazione di accollasi la gestione e lo sviluppo dell’infrastrutture IT dell’azienda che è oggi presente in 76 Paesi, Italia inclusa, dove opera con 500 rivenditori autorizzati, due negozi monomarca (a Roma e Torino) e un importante sito di e-commerce per la vendita ai privati. “Fino a pochi mesi fa ero un imprenditore e consulente informatico, questo mi ha dato l’opportunità di lavorare in aziende e settori molto diversi fra loro. In particolare, grazie ai progetti legati all’integrazione dei sistemi multipiattaforma in sinergia con networking, sicurezza e critical problem solving, ho avuto l’occasione di lavorare su diverse piattaforme tecnologiche e approfondire tematiche negli ambiti della Business Analysis, Strategy and Intelligence”.Dopo vent’anni di calcio ama qualsiasi sport… 1. Qual è stato il progetto migliore della sua carriera? Quello che più lo ha appassionato, per le novità che portava, per la sfida tecnologica? Prima della mia esperienza in Tempur, il progetto che più mi ha entusiasmato è stata la start-up tecnologica della Fresenius Kabi Anti-Infectives (importante azienda chimico farmaceutica del gruppo Fresenius Kabi), un’azienda che stava affrontando il delicato passaggio da una gestione padronale all’integrazione in un gruppo multinazionale. Il progetto è durato circa 30 mesi, durante i quali sono state implementate l’infrastruttura server, la rete geografica correlata alle singole reti locali, i sistemi di Unified Communication and Collaboration, l’integrazione della piattaforma SAP Corporate con la soluzione di Dynamics AX sviluppate e personalizzate per la realtà italiana, i sistemi di sicurezza attiva e passiva nonché le procedure relative alla continua implementazione di soluzioni complesse. Questa evoluzione tecnologica ha consentito di far fronte a obiettivi ambiziosi, alla necessità di avere piattaforme hardware e software di elevate performance, networking geografico che appiattisse in termini di latenza le problematiche di distanza tra le sedi di produzione, gestione e management, e la necessità di fornire alle diverse business unit interfacce dati complete, sicure, profilate e relativamente semplici. 2.

Quale progetto sta seguendo oggi di particolare innovazione?

Fra i vari progetti che sto seguendo in Tempur, due in particolare vedono una grande spinta innovativa: il sistema di Unified Communication, per il quale ho scelto come partner Wildix, e la piattaforma di Business Intelligence che vede come player Microsoft BI e


gli applicativi correlati di ultima generazione. Per quanto riguarda il primo, si tratta di una soluzione tecnologica che sin dal momento della sua presentazione ha suscitato la mia curiosità ed un ampio interesse: una soluzione telefonica per lo stretto necessario ed informatica nel più ampio spettro del concetto. Questo ha permesso di non avere limitazioni in termini di personalizzazione, rapide da implementare, mantenere, aggiornare e modificare. L’ho soprannominata GCS (Geografic Communication System). La piattaforma di BI invece doveva soddisfare una duplice esigenza: uniformare e normalizzare le basi di dati provenienti da molteplici fonti e mettere a disposizione delle varie figure aziendali strumenti di analisi strategica di supporto allo sviluppo del business nei prossimi mesi. Queste due evoluzioni stanno dando vita ad una soluzione avanzata ed innovativa di certificazione ed analisi con la possibilità di integrazione di tutte le fonti dati dei diversi partner di business (produzione, logistica, canali di vendita, retail) e la generazione di piattaforme dinamiche di gestione dei dati. La piattaforma di BI che si avvale di una tecnologia applicativa di ultima generazione Microsoft permetterà di lavorare con velocità impensabili fino a poco tempo fa, e con un framework aperto allo sviluppo di tutte le idee innovative che sono convinto arriveranno dal top management al momento del deploy della prima release prevista per fine luglio 2013. 3.

Quale tecnologia utilizzava dieci anni fa?

Mi viene in mente in primis la tecnologia dati sui dispositivi mobile nel 2003: al tempo ero felice possessore di un Nokia Communicator 9210 (oggi visibile in qualche museo) che aveva una scheda di memoria da 16 MB e la connessione al Web/Wap in HSCSD alla fantasmagorica velocità di 56Kbit/sec. Oggi sono dati che fanno ridere quando pensiamo ai dispositivi mobile con processori QuadCore, con memorie da 64 GB e tecnologie dati LTE da 300 Mbit/sec. Quello che ho visto cambiare in 10 anni è sicuramente la facilità di integrazione dei sistemi e la sempre maggior ricerca della compatibilità di linguaggi diversi. Nel 2003 far parlare dinamicamente piattaforme diverse necessitava di svariate giornate uomo per la programmazione ed un continuo presidio di specialisti per modificare “la virgola”. 4. Quale tecnologia secondo lei si userà nei prossimi dieci anni? Sono convinto che in Italia la tecnologia mobile si spingerà verso orizzonti che ancor oggi non immaginiamo, questo unito alla diffusione del Cloud e delle tecnologie di “realtà aumentata”, renderanno l’accesso all’informazione “globale” istantaneo, dandoci strumenti per miglorare la qualità della vita e vivere esperienze interattive entusiasmanti abbattendo sempre più i limiti geografici. 5.

Qual è il suo eroe tecnologico?

Steve Jobs. Genio innovativo e grande business man, ma sempre e comunque grande conoscitore tecnico di ciò che voleva diffondere. Amava sporcarsi le mani e sono profondamente d’accordo con lui quando diceva che l’unico modo di fare un bel lavoro è amare quello che si fa. 6.

Qual è stata la sua tecnologia preferita? Quella che più ha amato?

Non parlerei al passato perché la tecnologia difficilmente muore, si evolve e cambia aspetto, ma alla base mantiene sempre i principi dalla quale è nata. Ho sempre amato il networking e le sue mille sfaccettature, è un mondo infinito ma che sposa dei principi fondanti imprescindibili. Ogni qual volta mi occupo di aspetti riguardanti i protocolli IP mi diverto nell’affrontare le problematiche o le sfide e ne esco soddisfatto ed appagato. 7. A parte l’azienda attuale in cui lavora, quale azienda lei ammira per il lavoro che sta facendo nell’IT?


Sarei sicuramente scontato se dicessi Apple o Microsoft, ma a dir la verità scopro sempre più spesso casi di successo italiani che oltre ad inorgoglirmi mi incuriosiscono molto. Ho avuto modo, poco tempo fa, di conoscere il CIO della Bedin Shop System ad un evento organizzato dal Sole 24 Ore ed incentrato sul “Cloud Retail”. Devo dire che non solo sono rimasto piacevolmente colpito delle scelte impreditorialmente ambiziose ma anche delle tecnologia alla base del loro successo, tanto che ho scelto di usarne le soluzioni per sviluppare l’ambito Retail di Tempur. 8.

Qual è la sfida più grande per un dipartimento IT oggi?

Scegliere le tecnologie corrette, integrarle per le migliori performance, renderle geografiche. Tutto ciò con i massimi requisiti in termini di sicurezza Out-In e In-Out. 9.

Favorevole al Cloud o contrario al Cloud?

Assolutamente favorevole, ma mai fine a se stesso. Il cloud presuppone sempre un’attenta analisi delle reali esigenze ed aspettative di chi lo approccia. Oggi purtroppo in Italia “Cloud” è una parola ancora usata a sproposito e quindi mal interpretata. È necessaria competenza del partner scelto per una soluzione cloud e cultura da parte dell’azienda che opta per questo percorso. 10. Cosa voleva fare da bambino? Ovviamente il pirata, che sempre citando il grande Steve, è decisamente più divertente che fare il marinaio.


19 luglio 2013

Universo banca ICT governance e cloud computing Come governare l’ICT e gestire efficacemente i sistemi informatici del finance sempre più orientati al cloud computing? L’esperienza delle due crisi finanziarie del 2003 e del 2008 ci ha insegnato che le aziende che credono nell’innovazione di processo e di prodotto sono capaci di resistere ed emergere anche in uno scenario competitivo sfavorevole Da alcuni anni, il sistema bancario e della finanza è sotto pressione. I principali fattori di stress sono rappresentati dall’indispensabile processo di armonizzazione normativa europea (Basilea 2 e 3, Single Euro Payment Area Directive e Payment Services Directive) e nazionale (“responsabilità oggettiva” e business continuity). Dal punto di vista del mercato poi, la crescita della profittabilità e la riduzione dei costi sono sempre più importanti e numerosi fattori stanno spingendo l’intero sistema verso il modello "open finance", basato sul disaccoppiamento della produzione dalla distribuzione dei prodotti-servizi. Cloud computing Sul versante tecnologico, le attuali ICT sembrano rivelarsi insufficienti e non più in grado di governare la complessità. Il panorama dei sistemi informativi (SI) sta, quindi, evolvendo verso l’interconnessione e l’esternalizzazione spinta con infrastrutture e architetture flessibili. In questo contesto, il cloud computing (CC) rappresenta il nuovo modello di utilizzo e di distribuzione delle risorse ICT e propone soluzioni concrete ai problemi di flessibilità e complessità. Il settore bancario sta muovendo i primi passi nell’adozione del CC, capitalizzando anni di esperienza su temi quali la virtualizzazione, l’outsourcing e la sicurezza. Le banche vedono il CC come un innalzamento dei modelli di servizio in essere, e valutano quali tipologie di carico computazionale far virare, privilegiando applicazioni non-core, nel rispetto delle policy di sicurezza. L’applicabilità del CC in banca necessita però di alcune considerazioni su specifici punti, che al momento sembrano costituire dei fattori di inibizione rispetto a un’adozione su larga scala e per le applicazioni core. Le banche e le istituzioni finanziarie - essendo soggette alla normativa specifica e obbligatoria di vigilanza della Banca Centrale Europea (BCE) e della Banca d’Italia (www.bancaditalia.it) - devono fare riferimento a queste istituzioni anche per l’adozione del CC e dell’outsourcing (OS). Analizzando il “documento per la consultazione” recante “disposizioni di vigilanza prudenziale per le banche, sistema dei controlli interni, sistema informativo e continuità operativa”, emesso recentemente dalla Banca d’Italia, emerge che, nella sostanza, il CC è identificato come caso particolare di OS. In altre parole, il possibile ricorso al “CC privato e localizzato all’interno del paese e/o della UE” è considerato come forma particolare di esternalizzazione. Uno dei grossi problemi che il CC non sembra risolvere, infatti, è quello del diritto di auditing totale ed esteso da parte della banca. Altra questione è quella del principio di “vendor indipendence”. Sotto il profilo della vigilanza, il CC privato sembra coincidere con l’OS. D’altronde il CC privato, nella forma consentita, esiste già per tutte quelle banche di media e piccola dimensione che si avvalgono di un fornitore esterno o consortile per l’ICT e il SI. In particolare, nel documento si afferma che “le banche che ricorrono all’esternalizzazione devono presidiare i rischi derivanti dalle scelte effettuate, mantenendo la capacità di controllo e la responsabilità sulle attività esternalizzate, nonché le competenze


tecniche e gestionali essenziali per re-internalizzare, in caso di necessità, il loro svolgimento”. In un altro punto del documento si legge che “nell’elaborazione del modello architetturale e delle strategie di sourcing, vanno considerate soluzioni tese a contenere il grado di dipendenza da fornitori e partner tecnologici (vendor lock-in), salvaguardando la possibilità di sostituire la fornitura con un’altra funzionalmente equivalente e prevedendo opportune exit strategies”. Nella scelta del fornitore, l’intermediario deve effettuare un’appropriata due diligence, con specifico riguardo alla solidità finanziaria, all’economicità della fornitura nonché alla maturità e diffusione del prodotto in un adeguato orizzonte temporale. E infine nel documento si legge che “l’intermediario deve porre particolare cautela nella valutazione di offerte di servizi in outsourcing erogati secondo il modello del cloud computing, che prevede la fruizione delle risorse informatiche nella forma di servizi accessibili via rete e configurabili in modo flessibile. Nel caso dell’acquisizione di servizi in community o pubblici, i maggiori rischi potenziali possono richiedere una più elevata complessità del sistema di controlli da predisporre. Va valutata nello specifico la capacità del fornitore di garantire il rispetto dei requisiti richiesti e di assicurare la piena ricostruzione degli accessi e delle modifiche effettuate sui dati, anche nel contesto di verifiche ispettive”. ICT governance L'attenzione si riversa, allora, sulla ricerca di un differenziale competitivo interno. Si rafforza, quindi, la pressione sui chief information officer (CIO), sulla gestione dell’ICT, del SI e sulla ricerca di integrazione tra applicazioni "legacy" e di nuova generazione, di flessibilità e di sicurezza. In previsione dell’avvento graduale del CC, la prima cosa da fare è mettere mano alla ICT governance con nuove logiche di gestione. Diviene fondamentale creare un assetto strutturale e un contesto di governo del SI che lo rendano costantemente coerente con le esigenze aziendali anche in assenza di scenari evolutivi precisamente definiti. Le metodologie al momento più efficaci sembrano essere COBIT (control objectives for information and related technology) e ITIL (IT infrastructure library), i framework per la ICT governance che con le nuove versioni sono focalizzate proprio sul lato business e governance. Da questo punto di vista è anche immediato pensare all’attuazione di standard recenti quali ISO/IEC 38500:2008, “Corporate Governance of information technology”. L'IT Governance Institute (www.itgi.org) ha rilasciato recentemente la versione COBIT 5 che segna appunto un’evoluzione importante. COBIT 5 include, infatti, linee guida per i consigli di amministrazione, i CIO e tutti i livelli di management. Altro aspetto rilevante è che, analogamente a quanto è stato fatto nello sviluppo software da molti anni, sono stati identificati 5 maturity levels (o 6 se si considera il livello 0) della ICT governance, che consentono a ogni banca di posizionarsi, applicando strumenti di valutazione razionali. Una volta determinato il livello di maturità specifico, si possono applicare metodologie che consentono razionalmente di passare ai livelli di maturità superiori. In questo quadro, i nuovi strumenti ICT assumono una importanza crescente in quanto - permettendo di supportare nuove logiche organizzative, forme di collaborazione e condivisione del know-how - consentono anche di ridisegnare i processi e le relazioni interne ed esterne. Le direzioni di servizio e di business possono trovare un valido alleato proprio nella direzione ICT per innovare i propri modelli, abilitare e guidare il cambiamento secondo un framework strategico in grado di unire coerentemente la dimensione organizzativa e tecnologica dell’innovazione. ICT GOV versus cloud «Il cloud computing è in sé un’occasione per gestire più efficacemente i SI, innalzando il livello di ICT governance» – sostiene Giovanni Schisano, direttore commerciale di Mauden (www.mauden.com). Naturalmente, il riferimento è al cloud privato: quello che offre maggiori garanzie in termini di sicurezza e di privacy. «L’adozione di best practices – spiega Schisano – può senz’altro contribuire allo sviluppo del CC. Occorrono, però, talune premesse come l’ottimizzazione dei sistemi, la centralizzazione, la virtualizzazione, ambiti nei quali Mauden vanta una grande esperienza». L’ultimo aggiornamento alle disposizioni di vigilanza di Banca d’Italia fornisce un’ulteriore spinta verso una maggiore conoscenza. «Una forte attenzione è stata data alla gestione e alla governance per la sicurezza dei dati, il controllo degli accessi e le


politiche di esternalizzazione di sistemi e servizi ICT critici» – evidenzia Dario Ambroggi, sales engineer di Software AG (www.softwareag.it). I framework COBIT e ITIL, anche se ancora parzialmente adottati dalle banche italiane, sono sicuramente dei facilitatori all’introduzione di una metodologia strutturata che permetta di allineare le richieste del business con lo sviluppo di soluzioni e servizi ICT nell’ottica di un maggiore controllo e mitigazione del rischio. «Software AG – dice Ambroggi – propone di creare un modello di gestione e implementazione dei servizi e dei processi ICT, applicando le linee guida ITIL e COBIT, con l’obiettivo di rendere più trasparente l’ambiente ICT bancario, tipicamente entropico, e consentire l’adozione delle quattro leve tecnologiche (big data, cloud, social e mobile) per la trasformazione da banca tradizionale a banca digitale». Secondo Giovanni Belluzzo, responsabile area sistemi di InfoCert (www.infocert.it), «l’adozione di COBIT e ITIL è motivata anche da esigenze di compliance». Le due metodologie, nella loro complementarietà, servono anche ad agevolare l’applicazione dei controlli ai principali processi ICT, e in particolare, come fattore abilitante per costruire - insieme ai fornitori di soluzioni cloud - un’architettura più estesa e adattativa. «L’adozione del modello cloud, superando i limiti fisici dell’azienda, richiede, infatti – sottolinea Belluzzo – una ICT governance matura e in grado di affrontare lo sviluppo di nuove strategie di gestione delle informazioni». Le potenzialità espresse dal CC sono certamente allettanti. La riduzione dei tempi di deployment, unita alle esigenze del business - però - espone a rischi di governance se l’utilizzo di tali servizi non è orchestrato in modo armonico con i meccanismi interni. «Per poter governare l’ecosistema ibrido, che si configura nel futuro delle infrastrutture ICT, è indispensabile – dice Belluzzo – approcciare il tema in modalità organica, a partire dall’organizzazione del demand, per proseguire nella armonizzazione all’interno dei processi di delivery e monitoring di servizi cloud based». Per questo è importante selezionare un partner tecnologico che sia un effettivo “co-designer” dei servizi erogati. InfoCert è spesso coinvolta anche nell’integrazione dei processi di governance con i sistemi di monitoraggio e misurazione degli SLA. Cloud e time to market «I servizi cloud, in grado di garantire time to market molto rapidi ed elevata scalabilità, se associati a infrastrutture sicure best of breed disponibili su scala nazionale e internazionale, possono essere la risposta giusta alle attuali esigenze della banca» – spiega Andrea Bertoldo, responsabile servizi cloud di BT Italia (www.bt.com/it). Un caso interessante, nel portafoglio BT, è quello di un importante gruppo bancario nazionale che voleva gestire in autonomia i servizi “core” del gruppo risolvendo le esigenze di sicurezza, disponibilità e razionalizzazione delle risorse di un servizio di home-banking in ottica multicanale. Si tratta di servizi critici con migliaia di clienti e con forte impatto sulla relazione. La soluzione implementata prevede un’architettura di private cloud in alta affidabilità, affiancata da una soluzione di disaster recovery con RTO prossimi allo zero. Secondo Bertoldo, «l’adozione del CC richiede di mettere mano all’ICT governance, ma non esiste una ricetta comune, perché sono molti i fattori in gioco e i requisiti possono differire a seconda delle dimensioni e dell’organizzazione». COBIT e ITIL sono framework di riferimento per la misura dell’efficacia dell’ICT governance e costituiscono un’utile guida per separare chiaramente i ruoli e le responsabilità tra chi eroga il servizio e chi ne beneficia. «Sempre più clienti chiedono il supporto a EMC per massimizzare non solo la conoscenza nelle tecnologie abilitanti, come quelle sviluppate da VMware, consociata di EMC, ma anche per l’esperienza maturata in molti progetti, per il cosiddetto ‘”jorney to cloud’” – afferma Giancarlo Marengo, responsabile enterprise North di EMC (italy.emc.com). «Un esempio di come i servizi cloud possano consentire di raggiungere vantaggi competitivi è quello di un’azienda leader nei sistemi di pagamento» – prosegue Marengo. «L’istituto - intendendo proporre un servizio di digital wallet, con una convergenza dei sistemi di digital e mobile payment - necessitava di una infrastruttura ICT abilitante all’approccio cloud, in grado di velocizzare al massimo i tempi di go-to-market e di fornire elevatissimi livelli di performance e scalabilità». Dopo la valutazione delle diverse proposte, la scelta è stata la soluzione Vblock di EMC e dei partner tecnologici Cisco e VMware, che ha consentito di completare il progetto in tempi record e garantire la capacità di sostenere un volume di transazioni elevatissimo. «In tutti i casi affrontati – dice Marengo – con il CC, l’ICT governance è stata fortemente rafforzata


e questo richiede uno sforzo interno aggiuntivo da parte della banca da considerare a priori». Per Alberto Carrai, direttore commerciale di Able Tech, proprietaria del software ARXivar (www.arxivar.it) «la scarsa diffusione del CC tra i gruppi bancari italiani, 20% rispetto al 50% delle banche straniere, secondo dati della Convenzione Interbancaria per i Problemi dell’Automazione (CIPA), è effetto, almeno in parte, dell’inadeguatezza degli strumenti di governance». Quindi l’utilizzo più diffuso di COBIT e ITIL è più che mai necessario proprio per permettere alle banche di approdare in tutta sicurezza al CC. «COBIT e ITIL, e in generale l’ICT governance – spiega Carrai – hanno bisogno di tecnologie che permettano la corretta gestione dei documenti e dei processi a loro collegati». Able Tech, infatti, propone in quest’area ARXivar Cloud, uno strumento completo di esternalizzazione del document e process management, che sfrutta le risorse del cloud, assicurando automazione dei processi e sicurezza dei documenti e dei dati. Secondo Paolo Pittarello, founder e amministratore delegato di IKS (www.iks.it/), «è fondamentale porsi un obiettivo chiaro, stabilendo cosa si vuole ottenere dal cloud e definire il modello organizzativo. Poi è opportuno adottare best practices, ITIL e COBIT che possono offrire molti vantaggi per procedere per passi». I due strumenti sono molto utili e forniscono un quadro di riferimento per aiutare a definire i processi; occorre però adattarli e cucirli sulla organizzazione specifica. I modelli di CC sono, infatti, fortemente ispirati ai framework ITIL e COBIT, quindi la loro adozione agevola notevolmente anche il passaggio al cloud. Un grande gruppo bancario italiano ha coinvolto IKS nella progettazione e implementazione di strumenti e processi per trasformare il data center. L’obiettivo a lungo termine è la realizzazione di un private cloud, mentre l’obiettivo intermedio già raggiunto è stato un forte livello di automazione nel provisioning di servizi ICT. IKS ha poi collaborato anche con un centro servizi bancario per creare un public cloud che offre servizi IaaS e PaaS, attualmente erogati in modo tradizionale. IKS ha, infine, condotto un’interessante attività di analisi e definizione di un catalogo servizi ad hoc e supportato la realizzazione dell’infrastruttura. Approccio Ibrido «Dopo una prima fase di maggiore focalizzazione del mondo bancario su soluzioni di tipo private cloud, rileviamo una recente apertura nei confronti di modelli di servizio ibridi, in cui le risorse e le applicazioni on-premise e in cloud sono governate centralmente dall’ICT nel rispetto di SLA condivisi con il business» – afferma Giovanni Boniardi, cloud infrastructure consultant di IBM Italia (www.ibm.com/it). E’ questo il momento di ripensare l’ICT per servizi, rivedendo i processi di service management secondo efficienza e una chiara definizione dei compiti, automatizzando le attività ricorrenti e individuando i punti di controllo per un costante monitoraggio della qualità del servizio. A livello di ICT governante, è importante che la gestione della domanda avvenga da parte dell’ICT coinvolgendo sempre il business nella definizione dei livelli attesi di qualità, prestazioni e affidabilità. IBM offre piattaforme di cloud management capaci di indirizzare l’interoperabilità tra piattaforme miste, scongiurando il proliferare senza ritorno di soluzioni di gestione e integrazione ad hoc. «Le best practice riconducibili a ITIL – prosegue Boniardi – garantiscono un approccio globalmente efficiente all’intero ciclo di vita dei servizi e si rivelano quindi utili nella fase di ridefinizione dei processi. COBIT invece, come framework per il governo end-to-end dell’ICT, dà una mano importante nell’individuazione dei punti di controllo fondamentali per una governance efficace dell’ICT». Stefano Osler, amministratore delegato di Wildix (www.wildix.com) mette l’accento sul fatto che «alla base del miglioramento dei servizi, con la diffusione dei sistemi cloud, è necessario un sistema di comunicazione efficiente e versatile, in grado di collegare gli utenti in mobilità e gli ambienti multisede e di generare benefici sulla produttività e sull’ottimizzazione delle risorse». COBIT e ITIL sono framework utili anche a supportare la crescita della produttività e il potenziamento del marketing. «Per essere davvero efficaci – dice Osler – i SI devono garantire l’usabilità. Spesso, infatti, accade che istituti bancari adottino soluzioni costose e funzionali, ma non riescano a sfruttarle a pieno a causa della difficoltà di utilizzo». Una soluzione tecnologica, quindi, deve essere innovativa, performante e versatile, ma prima di tutto semplice e intuitiva per gli utenti. «Le banche sono sempre più attratte dall’idea di ricorrere all’application management per ridurre i costi dell’infrastruttura ICT e dedicarsi maggiormente alle attività core» – sottolinea Giovanni Mocchi, vicepresidente di Zucchetti Group (www.zucchetti.it). Sono clienti Zucchetti banche prestigiose, per le quali l’azienda ha


realizzato progetti importanti soprattutto per la gestione del personale, sia lato amministrativo per la gestione delle paghe e delle presenze, sia dal punto di vista organizzativo per la valorizzazione del capitale umano, l’analisi delle performance, i piani di retribuzione e di carriera. All’inizio di quest’anno, ad esempio, Banca Popolare di Milano ha scelto la suite HR Infinity di Zucchetti per ottimizzare in logica end-to-end l’intero sistema di governance delle risorse umane del gruppo, oltre 10mila dipendenti, mediante un progetto di “HR transformation”. «Nella nostra esperienza – conclude Mocchi – possiamo dire che COBIT e ITIL sono più utilizzati come linee guida che come modelli assoluti di organizzazione dei processi». Maurizio Martinozzi, manager sales engineering di Trend Micro (www.trendmicro.it) richiama l’attenzione sul fatto che «orientandosi verso il cloud, la governance ICT deve affrontare il problema gravoso della gestione e sicurezza delle informazioni negli ambienti condivisi». In questo senso, COBIT e ITIL sono sicuramente utili e devono essere adottati per il controllo dei processi ICT e per garantire la conformità. Nel cloud, questi si rivelano cruciali per il governo e la sicurezza delle informazioni, contribuendo a definire con precisione la logica di “chi fa cosa” con relativi diritti di accesso e policy. «Prima di applicare sistemi di auditing e linee guida – spiega Martinozzi – bisogna investire sulla formazione del personale con l’obiettivo di accrescere la consapevolezza rispetto all’attenzione che è necessario prestare alle informazioni sensibili e ai rischi associati ai nuovi attacchi». Le esperienze sul campo vedono crescere la consapevolezza dei rischi che le nuove minacce comportano, sfruttando le vulnerabilità che tendenze come CC, accesso in mobilità o social network presentano. In particolare, l’avvento delle APT (advanced persistent threat), attacchi mirati e prolungati che hanno sempre più come obiettivo i servizi finanziari. «Ogni giorno un numero maggiore di banche – dice Martinozzi – sceglie di avvalersi di strumenti evoluti e intelligenti, aggiornati in tempo reale e in grado di effettuare un presidio costante di accessi, operazioni e rete. Tra questi c’è Deep Discovery, che offre un livello di visibilità e intelligence superiore per combattere gli APT». Conclusioni Nello scenario competitivo che caratterizza il sistema bancario, il vantaggio fondamentale è quindi costituito dalla capacità di mettere in atto un’efficace ICT governance prima ancora di adottare tecnologie innovative e metodologie CC, per sviluppare un più elevato valore aggiunto. Tali scelte non si giustificano di per sé, ma si motivano solo in funzione dello stretto legame con il business e con le strategie e la cultura dell’impresa. Ricerca della flessibilità operativa, ICT governance, cloud computing, modello di business reattivo, sono condizioni necessarie per trasformare il veloce susseguirsi di cambiamenti in vantaggio competitivo. La grande opportunità risiede sempre, in definitiva, nella possibilità di combinare efficacemente la specifica competenza finanziaria con i nuovi strumenti e metodologie offerti dall’ICT.


17 luglio 2013

Il business oltre il VoIP Le soluzioni di comunicazione e collaborazione possono far migliorare i risultati In questi anni tra le aziende italiane è cresciuta molto l’adozione delle soluzioni VoIP, ma pur se il mercato è lontano dal potersi considerare come saturo, in parallelo non sembra essersi sviluppato un altrettanto fiorente mercato di soluzioni di Collaboration. Eppure, il salto verso l’adozione di queste nuove metodologie dovrebbe essere facilitato non solo dalla promessa di aumento della produttività che queste soluzioni portano intrinsecamente, ma proprio dalle tante esperienze, vissute ormai anche in questi anni da molte aziende italiane, che confermano un aumento della capacità della propria struttura a rompere le barriere interne alla comunicazione e, in definitiva, a essere più pronte a rispondere alle esigenze del business. Per capire quali sono i fattori che ancora sembrano bloccare un’ampia diffusione delle soluzioni di Collaboration in modo pervasivo nel tessuto economico del nostro Paese, abbiamo intervistato alcune delle aziende protagoniste di questo mercato. Uno sviluppo favorito dal VoIP “In un periodo di contrazione dei mercati, la richiesta di soluzioni di Collaboration, che comportano investimenti in infrastrutture, ma anche un differente approccio nel modo di lavorare da parte di tutta l’azienda, impatta numerosi elementi (applicazioni, reti, processi e device), subendo inevitabilmente un rallentamento – spiega Vittoria Raiola, product manager UCC Solutions, BT Italia. D’altro canto però introdurre in azienda soluzioni di Collaboration consente alle aziende di efficientare i processi produttivi, contenere i costi e velocizzare i processi decisionali per acquisire maggiore competitività sui mercati”.

“Le soluzioni legate al VoIP e ad altre forme di Collaboration come la videoconferenza hanno cominciato ad avere un discreto successo circa un paio di anni fa – racconta Pierangelo Rossi, amministratore delegato Italsel. Tuttavia, l’incompleta diffusione della banda larga e l’‘avversione’ da parte dei carrier hanno influito sul mercato. Inoltre, nonostante gli evidenti vantaggi come, per esempio, il risparmio economico in termini di bolletta telefonica, si può però notare come la qualità del servizio non sia ancora all’altezza della fonia tradizionale. Siamo entrati nell’era del Byod e se per Collaboration intendiamo la condivisione del dato, riteniamo che queste soluzioni avranno un successo sicuramente crescente e molto articolato grazie alla capillare diffusione dell’uso dei dispositivi mobili in azienda”.


“Il livello di diffusione e lo stato di maturità delle soluzioni VoIP non rappresentano di per se una barriera all’introduzione della Collaboration ma è innegabile che ne favoriscano lo sviluppo – dichiara Gianfranco Ulian, direttore business development Siemens Enterprise Communications. Le persone che incontro rimangono positivamente colpite ed affascinate dalle opportunità e dal potenziale aumento di produttività derivante dall’adozione di metodi e processi di lavoro basati su applicazioni polivalenti, in grado di offrire un set integrato di strumenti hardware e software studiati per favorire la comunicazione e l’interazione tra persone, ovunque esse siano locate e di qualsiasi dispositivo dotate. Ahimè, l’entusiasmo però si infrange ben presto su aspetti che nulla di tecnologico hanno: necessità di cambiamenti nei processi organizzativi, resistenze degli individui all’utilizzo di nuovi strumenti, mancanza di sponsorship interna”. “Per l’esperienza maturata da TWT in questo ambito, il rallentamento nell’adozione di questi strumenti è probabilmente dovuto al fatto che, spesso, le soluzioni integrate risultano complesse da implementare e richiedono un investimento, da parte dell’azienda, sia di tempo sia di risorse – è l’opinione di Brian Turnbow, network manager di TWT. È quindi molto importante, affinché questo mercato possa davvero esplorare le proprie potenzialità, che chi opera in questo settore non sia solamente un provider di soluzioni ma un vero e proprio partner, in grado di affiancare le aziende nel deployment e nella comprensione dei reali vantaggi. Non esiste ancora, purtroppo, una conoscenza approfondita di questo mercato tanto che spesso riscontriamo la distinzione tra voce e dati sia da parte dei system integrator o manutentori del centralino sia all’interno delle aziende”. “Spesso le aziende non conoscono i reali benefici degli strumenti di Collaboration e non sanno che investire in questi sistemi genera un tornaconto non solo in termini di produttività ma anche di risparmio economico – spiega Stefano Osler, amministratore delegato di Wildix. Basti pensare a come si riesca a ridurre i tempi legati agli spostamenti per le riunioni, così come sia semplice e immediato condividere documenti e file audio e video, il tutto anche in mobilità. Attualmente il mercato offre diverse soluzioni, anche valide, ma il più delle volte complesse da utilizzare. La difficoltà di utilizzo è una barriera davvero importante da superare, perché diventa un ostacolo alla diffusione delle tecnologie. Infatti, in generale, quando gli strumenti sono complicati da usare, gli utenti tendono a non farne uso. Nelle PMI è un fenomeno piuttosto frequente, e i produttori devono tenerne conto”. Come si superano le criticità A questo punto diventa indispensabile capire come i fornitori di soluzioni di Collaboration possono aiutare le aziende a superane le criticità che bloccano il mercato di queste soluzioni. “Con la creazione delle business unit Mobability.it, con un’offerta di soluzioni legate al mobile computing, e Shareprise.it, dedicata al delivery di soluzioni in cloud, Italsel si pone come obiettivo la divulgazione e la distribuzione di software destinati specificamente alla Collaboration, alla condivisione sicura dei dati, nonché alla loro fruibilità dall’esterno del perimetro aziendale e a un’integrazione più trasparente all’interno dei sistemi informatici – dichiara Pierangelo Rossi di Italsel. Quasi tutte le soluzioni sono, inoltre, già disponibili in modalità on-premise e in modalità Saas”. “Siemens Enterprise Communications propone OpenScape Web Collaboration – spiega Gianfranco Ulian della società. È una soluzione modulare erogabile anche in modalità cloud; download veloce e installazione rapida in pochi secondi ci consentono di farla sperimentare


all’organizzazione potenziale cliente, in modalità del tutto sicura, gratuita e con impatto zero sull’attuale infrastruttura tecnologica. Tale esperienza permette di raccogliere effetti ed impatti nella propria organizzazione, in modo da individuare sponsor da utilizzare come ‘trascinatori’ interni e sacche di resistenza da accompagnare con attività di coaching. Un free-trial di 30-60 giorni, estendibile anche al personale esterno alla propria organizzazione, è disponibile attraverso i nostri rappresentanti commerciali o direttamente dal nostro sito http://www.siemens-enterprise.com/it/. Il successivo acquisto prevede la possibilità di una configurazione come soluzione autonoma, o come componente integrata con altre applicazioni OpenScape o di altri fornitori”. “TWT è in grado di fornire, attraverso l’offerta UComm, una soluzione totalmente chiavi in mano di Unified Communication & Collaboration, basata su tecnologia cloud – afferma Brian Turnbow di TWT. La nostra soluzione garantisce un’implementazione facile e veloce e, grazie alla tecnologia cloud-based, non richiede alle aziende investimenti nella dotazione di un’infrastruttura ad hoc e nella manutenzione delle stesse. In questo modo TWT è in grado di offrire, ad aziende di tutte le dimensioni e con esigenze anche molto diverse, soluzioni all’avanguardia per la Collaboration aziendale, superando quelle criticità che frenano nell’adozione di questi strumenti”. “Wildix propone una soluzione tecnologicamente avanzata e di semplice utilizzo – dichiara Stefano Osler di Wildix. L’usabilità è la chiave di lettura del mercato delle tecnologie. Vale il principio illustrato nel Lazy User Model, secondo il quale gli utenti scelgono gli strumenti che comportino minor sforzo di utilizzo. Questo ha reso possibile il grande successo di internet: nessuno ci insegna a navigare, perché è così semplice, da essere ‘naturale’. La soluzione di Collaboration Wildix è totalmente basata sul web, per avvicinarsi alle abitudini e alle conoscenze già possedute dagli utenti e facilitarli al massimo. Un altro aspetto che aiuta a superare le criticità del mercato è la formazione offerta ai business partner di Wildix. Grazie a programmi come l’Academy, i partner sono in grado di mostrare ai clienti sia i benefici che la soluzione Wildix può apportare all’azienda, sia quanto semplicemente si possano effettuare le operazioni di comunicazione, anche le più sofisticate”. “Due sono i fattori chiave in grado di superare queste criticità: come BT ci facciamo carico con soluzioni di outsourcing di ridurre al minimo la complessità per il cliente e sul fronte del pricing siamo in grado di offrire dal modello ‘pay per use’ al modello di licenze flat – spiega Vittoria Raiola di BT. BT ONE COLLABORATE include una nuova generazione di soluzioni di collaborazione a distanza che comprende i sistemi di comunicazione audio, web e video, così come i servizi di streaming. Le nostre soluzioni sono dotate di un modello d’implementazione flessibile, dal cloud privato a soluzioni on-site, che consente ai clienti di ottimizzare le infrastrutture preesistenti”. Trovare il giusto compromesso tra qualità e costi della videocomunicazione Le soluzioni per la videocomunicazione, vengono giudicate a priori da molte aziende come molto onerose per quanto riguarda il costo della connessione necessaria. E quindi l’ultimo tema affrontato con le aziende intervistate è stato proprio come si trova il giusto compromesso tra qualità e costi. “I fornitori di soluzioni di videocomunicazione hanno ridotto significativamente i costi dei loro prodotti, incrementando notevolmente l’affidabilità, le prestazioni e soprattutto la semplicità di utilizzo che ne ha rappresentato sicuramente una delle più elevate barriere allo sviluppo – dichiara Gianfranco Ulian di Siemens Enterprise Communications. Purtroppo, l’alta definizione, necessaria per garantire la qualità dell’interazione molto vicina a quella diretta, richiede una banda elevata, generalmente sono necessari svariati Mbps, a oggi costosa, ancor di più se parliamo di sessioni multipoint. Porto la mia personale esperienza di utilizzatore dicendo che non è sempre necessario operare con la massima definizione. Una percezione dell’immagine DVD-like è più che soddisfacente; esistono poi soluzioni che grazie ad algoritmi intelligenti di elaborazione dei segnali garantiscono prestazioni buone anche significativamente al di sotto del


Mbps”. “Il servizio di videochiamata di TWT, integrato in UComm, viene offerto ai clienti secondo due modalità diverse, entrambe pensate per ridurre al minimo l’investimento in hardware – specifica Brian Turnbow di TWT. Nel primo caso il servizio viene fornito attraverso un webclient, che consente di effettuare e ricevere video-telefonate utilizzando semplicemente un personal computer dotato di webcam. La seconda modalità prevede direttamente, invece, l’utilizzo di un video telefono. In termini di connessione, inoltre, i costi variano sensibilmente secondo la qualità scelta per le videochiamate. TWT, proprio per incontrare le necessità di contenimento costi delle aziende, ha scelto di offrire, di default, una qualità video non HD, fornendo l’alta definizione solo su richiesta del cliente”. “Investire sulla banda è necessario, oggi, per garantire la qualità delle comunicazioni – è il punto di vista di Stefano Osler di Wildix. L’investimento sulla connessione, comunque, deve essere accompagnato da un investimento sulla tecnologia. Occorre dunque valutare accuratamente entrambi gli aspetti, per evitare di ottenere risultati di scarsa qualità. Per un sistema di videoconferenza, per esempio, per ogni mille euro investiti in connettività (banda e strumenti tecnologici) si possono ottenere ben 10 mila euro di risparmio su altre spese, soprattutto quelle legate agli spostamenti fisici. Si devono inoltre considerare i benefici sulla produttività, sull’efficienza e sull’ottimizzazione delle risorse”. Ma l’amministratore delegato di Wildix vuole lanciare anche un altro importante messaggio: “Ci teniamo a sottolineare che, nella situazione attuale, bisogna avere il coraggio di cambiare, investendo su nuovi strumenti, perché solo se si mettono a disposizione le giuste infrastrutture gli utenti possono cambiare le loro abitudini di comunicazione”. “Oggi, le soluzioni di videocomunicazione unificata hanno raggiunto un livello tale di ottimizzazione delle risorse e flessibilità delle configurazioni che il problema della banda è in realtà meno rilevante di quanto normalmente si pensi – afferma con sicurezza Vittoria Raiola di BT. Grazie alla sempre maggiore diffusione di collegamenti di tipo Ethernet a costi abbordabili e di soluzioni wireless, il problema dei costi è in realtà sempre più limitato. L’ampia offerta di BT in termini di apparati e tecnologie di videoconferenza, la disponibilità e il controllo end-toend dell’intera infrastruttura e il supporto dei servizi professionali per analizzare costi e benefici di ciascuna soluzione per ciascuna sede consentono al cliente di disegnare la migliore soluzione, con un costo esattamente proporzionato ai benefici che se ne traggono”. “La qualità della banda si paga e questo incide inevitabilmente sul costo del servizio, tuttavia le aziende devono anche considerare il risparmio che queste soluzioni generano comparate alle spese che in media si sostengono in trasferte, carburante, tempo, e altro – spiega Pierangelo Rossi di Italsel. In questo senso, anche Italsel stessa, nel corso del 2012, ha ridotto di circa il 30% i costi relativi alle trasferte e di oltre il 50% il tempo investito dai commerciali nel contatto con il cliente aumentando, al contempo, il numero dei contatti stessi. L’Agenda Digitale, inoltre, fa ben sperare che il tema della disponibilità di banda nel nostro Paese venga al più presto affrontata e risolta”.



12 luglio 2013

Tempur scopre lo spazio virtuale con Wildix L’azienda americana di materassi sceglie il sistema di Unified Communication targato Wildix Tempur, azienda americana produttrice di materassi e guanciali, nota in tutto il mondo per la sua collaborazione con la NASA, che dagli anni Settanta utilizza il materiale alla base della produzione dei materassi Tempur per permettere ai propri astronauti di alleviare la pressione subita durante i lanci, ha scelto la Unified Communication di Wildix. Tempur, nata nel 1991, è presente in Italia con circa 500 rivenditori autorizzati, due negozi monomarca a Roma e a Torino e un sito e-commerce per la vendita di materassi e guanciali ad uso privato. L’azienda, da sempre attenta all’innovazione, era alla ricerca di un sistema telefonico che si integrasse con le varie esigenze di negozi, rivenditori, magazzini ed uffici, ma una soluzione di semplice telefonia appariva all’azienda come troppo limitativa. Su proposta di BF Forniture Ufficio, Tempur ha deciso di adottare la tecnologia Wildix ed ha optato per la centrale Wildix WGW90 e per la sua virtualizzazione su server, che permette di semplificare la gestione dell’infrastruttura IT. Inoltre per le comunicazioni fra collaboratori il sistema CTIconnect e l’app CTIconnect Mobile per Android ed Apple hanno offerto il dinamismo necessario all’azienda, sommando alle telefonate l’invio di SMS, post-it e chat grazie allo stesso strumento. L’innovazione più interessante nel sistema di comunicazione di Tempur è il nuovo modo di gestire il Servizio Clienti: questo settore si avvale di 5 addetti specializzati, che adesso nel 98% dei casi si relazionano alla clientela attraverso il servizio di Live Chat, presente sulla home page del sito web dell’azienda e di semplice utilizzo.


12 luglio 2013

Aziende: Tempur va nello spazio virtuale con Wildix La Unified Communication di Wildix è stata scelta da Tempur, storica azienda americana produttrice di materassi e guanciali, nota in tutto il mondo per la sua collaborazione con la NASA, che dagli anni Settanta utilizza il materiale alla base della produzione dei materassi Tempur per permettere ai propri astronauti di alleviare la pressione subita durante i lanci. Tempur nasce nel 1991, grazie all’accordo con l’agenzia spaziale americana, ed è attualmente presente in 76 paesi nel mondo. Effettivamente, gli astronauti sono stati i primi ad aver testato i materiali Tempur, che ora regalano sonni tranquilli a milioni di persone in tutto il mondo. In Italia l’azienda conta circa 500 rivenditori autorizzati, due negozi monomarca a Roma e Torino e un importante sito di e-commerce per la vendita di materassi e guanciali ad uso privato. Tempur è dinamica, aperta all’innovazione, per sua natura attenta alle nuove tecnologie ed era per questo alla ricerca di un sistema telefonico che si integrasse con le varie esigenze di negozi, rivenditori, magazzini e uffici. Inoltre, una soluzione di semplice telefonia era limitativa sia per i vari collaboratori di Tempur, sia per il loro Servizio Clienti. Per rispondere a queste poliedriche richieste, BF Forniture Ufficio, azienda con trentennale esperienza nell’offrire soluzioni di comunicazione e forniture di prodotti e servizi per uffici, ha proposto a Tempur il sistema Wildix nella sua accezione più completa e moderna. Tempur, infatti, ha optato per la centrale Wildix WGW90 e per la sua virtualizzazione su server, che permette di semplificare la gestione dell’infrastruttura IT. Inoltre per le comunicazioni fra collaboratori il sistema CTIconnect e l’app CTIconnect Mobile per Android ed Apple hanno offerto il dinamismo necessario all’azienda, sommando alle telefonate l’invio di SMS, post-it e chat grazie allo stesso strumento. L’innovazione più interessante nel sistema di comunicazione di Tempur è il nuovo modo di gestire il Servizio Clienti: questo settore si avvale di 5 addetti specializzati, che adesso nel 98% dei casi si relazionano alla clientela attraverso il servizio di Live Chat, presente sulla home page del sito web dell’azienda e di semplicissimo utilizzo. “Uno dei pregi di Wildix – ha commentato Alessio Porcellati, IT Manager di Tempur – è che nasce come azienda innovativa nel mondo IT, non come una semplice azienda di telefonia. Questo ha permesso a Tempur di creare una vera e propria sinergia con Wildix: il sistema, infatti, è aperto, trasversale e in grado di soddisfare le nostre esigenze”. “Siamo orgogliosi di aver lavorato con Tempur, un’azienda così importante a livello mondiale – ha aggiunto Stefano Osler, Amministratore Delegato di Wildix -. Come dimostrato da questo caso, tra le varie soluzioni comprese nella nostra offerta, il cliente trova sempre quella che si modella meglio al proprio tipo di organizzazione, con un’ampia gamma di opzioni disponibili, sia per la piccola impresa sia per le grandi aziende internazionali. Tempur, in particolare, ha scelto una soluzione completa, che a breve sarà implementata con WebRTC, per semplificare, velocizzare e migliorare ulteriormente l’efficienza della loro comunicazione.”


11 luglio 2013

Tempur va nello spazio virtuale con Wildix L’azienda americana leader nella produzione di materassi e guanciali sceglie le soluzioni Wildix per la sua comunicazione La Unified Communication di Wildix è stata scelta da Tempur, storica azienda americana produttrice di materassi e guanciali, nota in tutto il mondo per la sua collaborazione con la NASA, che dagli anni Settanta utilizza il materiale alla base della produzione dei materassi Tempur per permettere ai propri astronauti di alleviare la pressione subita durante i lanci. Tempur nasce nel 1991, grazie all’accordo con l’agenzia spaziale americana, ed è attualmente presente in 76 paesi nel mondo. Effettivamente, gli astronauti sono stati i primi ad aver testato i materiali Tempur, che ora regalano sonni tranquilli a milioni di persone in tutto il mondo. In Italia l’azienda conta circa 500 rivenditori autorizzati, due negozi monomarca a Roma e Torino e un importante sito di e-commerce per la vendita di materassi e guanciali ad uso privato. Tempur è dinamica, aperta all’innovazione, per sua natura attenta alle nuove tecnologie ed era per questo alla ricerca di un sistema telefonico che si integrasse con le varie esigenze di negozi, rivenditori, magazzini e uffici. Inoltre, una soluzione di semplice telefonia era limitativa sia per i vari collaboratori di Tempur, sia per il loro Servizio Clienti. Per rispondere a queste poliedriche richieste, BF Forniture Ufficio, azienda con trentennale esperienza nell’offrire soluzioni di comunicazione e forniture di prodotti e servizi per uffici, ha proposto a Tempur il sistema Wildix nella sua accezione più completa e moderna. Tempur, infatti, ha optato per la centrale Wildix WGW90 e per la sua virtualizzazione su server, che permette di semplificare la gestione dell’infrastruttura IT. Inoltre per le comunicazioni fra collaboratori il sistema CTIconnect e l’app CTIconnect Mobile per Android ed Apple hanno offerto il dinamismo necessario all’azienda, sommando alle telefonate l’invio di SMS, post-it e chat grazie allo stesso strumento. L’innovazione più interessante nel sistema di comunicazione di Tempur è il nuovo modo di gestire il Servizio Clienti: questo settore si avvale di 5 addetti specializzati, che adesso nel 98% dei casi si relazionano alla clientela attraverso il servizio di Live Chat, presente sulla home page del sito web dell’azienda e di semplicissimo utilizzo. “Uno dei pregi di Wildix – ha commentato Alessio Porcellani, IT Manager di Tempur – è che nasce come azienda innovativa nel mondo IT, non come una semplice azienda di telefonia. Questo ha permesso a Tempur di creare una vera e propria sinergia con Wildix: il sistema, infatti, è aperto, trasversale e in grado di soddisfare le nostre esigenze”. “Siamo orgogliosi di aver lavorato con Tempur, un’azienda così importante a livello mondiale – ha aggiunto Stefano Osler, Amministratore Delegato di Wildix -. Come dimostrato da questo caso, tra le varie soluzioni comprese nella nostra offerta, il cliente trova sempre quella che si modella meglio al proprio tipo di organizzazione, con un’ampia gamma di opzioni disponibili, sia per la piccola impresa sia per le grandi aziende internazionali. Tempur, in particolare, ha scelto una soluzione completa, che a breve sarà implementata con WebRTC, per semplificare, velocizzare e migliorare ulteriormente l’efficienza della loro comunicazione.”


11 luglio 2013

Tempur va nello spazio virtuale con Wildix La Unified Communication di Wildix è stata scelta da Tempur, storica azienda americana produttrice di materassi e guanciali, nota in tutto il mondo per la sua collaborazione con la NASA, che dagli anni Settanta utilizza il materiale alla base della produzione dei materassi Tempur per permettere ai propri astronauti di alleviare la pressione subita durante i lanci. Tempur nasce nel 1991, grazie all’accordo con l’agenzia spaziale americana, ed è attualmente presente in 76 paesi nel mondo. Effettivamente, gli astronauti sono stati i primi ad aver testato i materiali Tempur, che ora regalano sonni tranquilli a milioni di persone in tutto il mondo. In Italia l’azienda conta circa 500 rivenditori autorizzati, due negozi monomarca a Roma e Torino e un importante sito di e-commerce per la vendita di materassi e guanciali ad uso privato. Tempur è dinamica, aperta all’innovazione, per sua natura attenta alle nuove tecnologie ed era per questo alla ricerca di un sistema telefonico che si integrasse con le varie esigenze di negozi, rivenditori, magazzini e uffici. Inoltre, una soluzione di semplice telefonia era limitativa sia per i vari collaboratori di Tempur, sia per il loro Servizio Clienti. Per rispondere a queste poliedriche richieste, BF Forniture Ufficio, azienda con trentennale esperienza nell’offrire soluzioni di comunicazione e forniture di prodotti e servizi per uffici, ha proposto a Tempur il sistema Wildix nella sua accezione più completa e moderna. Tempur, infatti, ha optato per la centrale Wildix WGW90 e per la sua virtualizzazione su server, che permette di semplificare la gestione dell’infrastruttura IT. Inoltre per le comunicazioni fra collaboratori il sistema CTIconnect e l’app CTIconnect Mobile per Android ed Apple hanno offerto il dinamismo necessario all’azienda, sommando alle telefonate l’invio di SMS, post-it e chat grazie allo stesso strumento. L’innovazione più interessante nel sistema di comunicazione di Tempur è il nuovo modo di gestire il Servizio Clienti: questo settore si avvale di 5 addetti specializzati, che adesso nel 98% dei casi si relazionano alla clientela attraverso il servizio di Live Chat, presente sulla home page del sito web dell’azienda e di semplicissimo utilizzo. “Uno dei pregi di Wildix – ha commentato Alessio Porcellati, IT Manager di Tempur – è che nasce come azienda innovativa nel mondo IT, non come una semplice azienda di telefonia. Questo ha permesso a Tempur di creare una vera e propria sinergia con Wildix: il sistema, infatti, è aperto, trasversale e in grado di soddisfare le nostre esigenze”. “Siamo orgogliosi di aver lavorato con Tempur, un’azienda così importante a livello mondiale – ha aggiunto Stefano Osler, Amministratore Delegato di Wildix -. Come dimostrato da questo caso, tra le varie soluzioni comprese nella nostra offerta, il cliente trova sempre quella che si modella meglio al proprio tipo di organizzazione, con un’ampia gamma di opzioni disponibili, sia per la piccola impresa sia per le grandi aziende internazionali. Tempur, in particolare, ha scelto una soluzione completa, che a breve sarà implementata con WebRTC, per semplificare, velocizzare e migliorare ulteriormente l’efficienza della loro comunicazione.


11 luglio 2013

Tempur va nello spazio virtuale con Wildix La Unified Communication di Wildix è stata scelta da Tempur, storica azienda americana produttrice di materassi e guanciali, nota in tutto il mondo per la sua collaborazione con la NASA, che dagli anni Settanta utilizza il materiale alla base della produzione dei materassi Tempur per permettere ai propri astronauti di alleviare la pressione subita durante i lanci. Tempur nasce nel 1991, grazie all’accordo con l’agenzia spaziale americana, ed è attualmente presente in 76 paesi nel mondo. Effettivamente, gli astronauti sono stati i primi ad aver testato i materiali Tempur, che ora regalano sonni tranquilli a milioni di persone in tutto il mondo. In Italia l’azienda conta circa 500 rivenditori autorizzati, due negozi monomarca a Roma e Torino e un importante sito di e-commerce per la vendita di materassi e guanciali ad uso privato. Tempur è dinamica, aperta all’innovazione, per sua natura attenta alle nuove tecnologie ed era per questo alla ricerca di un sistema telefonico che si integrasse con le varie esigenze di negozi, rivenditori, magazzini e uffici. Inoltre, una soluzione di semplice telefonia era limitativa sia per i vari collaboratori di Tempur, sia per il loro Servizio Clienti. Per rispondere a queste poliedriche richieste, BF Forniture Ufficio, azienda con trentennale esperienza nell’offrire soluzioni di comunicazione e forniture di prodotti e servizi per uffici, ha proposto a Tempur il sistema Wildix nella sua accezione più completa e moderna. Tempur, infatti, ha optato per la centrale Wildix WGW90 e per la sua virtualizzazione su server, che permette di semplificare la gestione dell’infrastruttura IT. Inoltre per le comunicazioni fra collaboratori il sistema CTIconnect e l’app CTIconnect Mobile per Android ed Apple hanno offerto il dinamismo necessario all’azienda, sommando alle telefonate l’invio di SMS, post-it e chat grazie allo stesso strumento. L’innovazione più interessante nel sistema di comunicazione di Tempur è il nuovo modo di gestire il Servizio Clienti: questo settore si avvale di 5 addetti specializzati, che adesso nel 98% dei casi si relazionano alla clientela attraverso il servizio di Live Chat, presente sulla home page del sito web dell’azienda e di semplicissimo utilizzo. “Uno dei pregi di Wildix – ha commentato Alessio Porcellati, IT Manager di Tempur – è che nasce come azienda innovativa nel mondo IT, non come una semplice azienda di telefonia. Questo ha permesso a Tempur di creare una vera e propria sinergia con Wildix: il sistema, infatti, è aperto, trasversale e in grado di soddisfare le nostre esigenze”. “Siamo orgogliosi di aver lavorato con Tempur, un’azienda così importante a livello mondiale – ha aggiunto Stefano Osler, Amministratore Delegato di Wildix -. Come dimostrato da questo caso, tra le varie soluzioni comprese nella nostra offerta, il cliente trova sempre quella che si modella meglio al proprio tipo di organizzazione, con un’ampia gamma di opzioni disponibili, sia per la piccola impresa sia per le grandi aziende internazionali. Tempur, in particolare, ha scelto una soluzione completa, che a breve sarà implementata con WebRTC, per semplificare, velocizzare e migliorare ulteriormente l’efficienza della loro comunicazione.”


9 luglio 2013 Ucc

Tempi di attesa dimezzati per chi chiama la Kvw Il VoIp e il software di collaboration CtiConnect Pro di Wildix al servizio dell’Associazione Cattolica dei Lavoratori dell’Alto Adige.

Alla fine del 2012, in Alto Adige, la Katholischer Verband der Werktätigen ha scelto di implementare un sistema di comunicazione unificata Wildix per migliorare l'efficienza della comunicazione tra i propri 40mila soci e le 13 sedi sparse sul territorio di competenza. In collaborazione con Brennercom, realtà specializzata nel mercato dell'Ict e delle telecomunicazioni attiva nel Nord Italia, l'Associazione Cattolica dei Lavoratori della Regione a Statuto Speciale ha potuto implementare le tecnologie della realtà di Trendo al fine di rispondere al meglio e semplificare i contatti in materia di consulenza su lavoro, pensioni, assistenza alle famiglie, abitazione e contabilità svolta all'interno della comunità. Intenzionata a innovare il proprio sistema di comunicazione, l'Associazione ha così scelto di dire addio alla centrale analogica tradizionale in uso fino a quel momento per dare il benvenuto a un sistema Wildix che, ridondato in datacenter nella sede di Bolzano, gestisce gli interni di tutti e 150 i dipendenti della Katholischer Verband der Werktätigen permettendo di rispondere alle telefonate ricevute anche fuori dall'orario di apertura. In questo modo, i soci non sono mai lasciati soli e ricevono sempre risposta alle loro esigenze, grazie anche all'automatizzazione del centralino. Ma non solo. Oltre all'implementazione dei telefoni VoIp Wildix, che consentono di mettere in contatto tutte le sedi come se si trovassero in un unico edificio, per l'It manager di Kvw, Alfred Larentis, la vera rivoluzione nei servizi è stata segnata dall'introduzione del software di collaboration CtiConnect Pro. Utilizzato da ben l'85% dei dipendenti dell'Associazione, quest'ultimo consente di conoscere la posizione di ogni collaboratore, la sua reperibilità, lo stato e la localizzazione geografica, così che gli utenti possono usare il proprio pc al posto dei telefoni per gestire più velocemente il traffico telefonico. Il ché ha permesso agli operatori della Katholischer Verband der Werktätigen di dimezzare il tempo necessario al trasferimento di una qualsiasi chiamata all'interno desiderato. All'interfaccia grafica totalmente Web-based offerta da Wildix si aggiunge, poi, lo strumento di analisi e controllo delle chiamate, che possono ora essere monitorate con grafici e tabelle, anche a supporto delle strategie aziendali future. In futuro, in accordo con Larentis, la previsione della società guidata da Stefano Osler è di integrare la tecnologia esistente con WebRtc, così da incrementare ulteriormente l'efficienza dei call center attraverso un sistema di comunicazione real time che, eliminando anche l'Ivr tradizionale, non necessita di installazioni di software per mettere in contatto l'operatore con l'utente.


8 luglio 2013


8 luglio 2013

Domotica e antivirus le start-up alla prova del mercato ESPOSTE AL FORUM GRANDANGOLO LE INNOVAZIONI “MADE IN ITALY” PIÙ AVANZATE: DALLE VIDEOCONFERENZE IN ALTA DEFINIZIONE FINO AI SOFTWARE CHE VANNO ALLA CACCIA DEL “MALWARE” INFORMATICO OVUNQUE SIA ANNIDATO Ilaria Fusco

Verona Semplificare la tecnologia, abbattere i costi d’azienda, seguire il trend delle esigenze del cliente per acquisire competitività sul mercato It: è il dettame seguito dalle start-up che hanno partecipato al forum di Grandangolo sul lago di Garda. Vediamo alcuni casi. LifeSize, azienda di videoconferenze in alta definizione, presenta Icon Series, un sistema compatibile con infrastrutture già presenti in azienda. «I nostri prodotti per dispositivi mobili, dai tablet agli smartphone, si basano su sistemi Ios, Android o Softphone: il nostro è software stand-alone particolarmente snello, ideale per piccole realtà d’impresa», spiega Marco Lupi, country manager di LifeSize. «Gli strumenti della videoconferenza possono aiutare a incrementare sensibilmente la produttività, dalla formazione del personale distribuito nelle filiali al lavoro in mobilità». Wildix, produttore di soluzioni hardware e software basate su tecnologia Ip di comunicazione unificata, punta tutto sui sistemi video innovativi, proponendo “WebRtc” che sposta l’attività dei call center sul web grazie ad un’applicazione che consente di comunicare con gli operatori dal sito aziendale. Spiega l’ad Stefano Osler: «Così l’operatore conosce già tutto il percorso che il cliente ha svolto online, e quindi cosa stia cercando, per cui si snellisce il tempo di comunicazione». Le soluzioni di ottimizzazione hanno portato all’azienda una crescita del 30% del fatturato nel primo trimestre 2013 e contribuito alla spinta verso l’internazionalizzazione: in Francia le vendite sono salire in un anno del 150% fino a 180mila euro, e ora Wildix punta sui mercati svizzeri e tedeschi. Ridurre le voci di spesa mantenendo alti gli standard è l’obiettivo di Panda Security, specializzata in soluzioni di sicurezza per grandi aziende ma declinabili anche all’utenza domestica. «La protezione da virus, hacker, spam e malware è un elemento ineludibile per l’attività informatica, ma il costo dellantimalware era visto come una sorta di Imu del computer », dice il direttore vendite Domenico Fusco. «Oggi le piattaforme cloud based, permettono un risparmio fino al 50%». La piattaforma è in grado di gestire nel cloud l’intera infrastruttura e consente da una console il monitoraggio del corretto funzionamento e l’installazione automatizzata delle applicazioni». Infine, Teorema Group, consulente informatico partner di Microsoft, ha presentato il progetto Domare: «Usiamo la domotica per migliorare la qualità della vita durante la navigazione in mare», spiega Gianpaolo Centuori, business manager. Il prodotto, finanziato dalla Regione Friuli, gestisce il controllo del condizionamento, la regolazione delle luci, i dispositivi work&office, da qualsiasi punto dell’imbarcazione con un semplice touch sul proprio tablet. «Stiamo lavorando all’integrazione del sistema con servizi di soccorso e telemedicina per garantire a bordo confort e benessere a 360°».


Luglio 2013


Luglio/agosto 2013






28 giugno 2013

Gestionali per hotel e resort, la novità Wildix Debutta una nuova soluzione per la gestione di alberghi e resort. Si tratta di Wildix Wgw-Hotel, che consente di controllare la totalità dei servizi di accoglienza, prenotazioni, check-in e check-out, stato delle camere in tempo reale, fatturazione, creazione automatica di moduli Istat e di Pubblica Sicurezza. Il gestionale, che non richiede installazione, è un prodotto totalmente basato sul web. L'applicazione funziona anche su Android e iPad, permettendo di gestire, in sede o a distanza, il proprio hotel. Con il sistema Wildix Network, invece, è possibile mettere in rete una catena di strutture, visionandone la situazione dell'attività con dispositivi mobili o fissi.


26 giugno 2013

L’Alto Adige apre le porte alla Comunicazione Unificata di Wildix L’Associazione Cattolica dei lavoratori si avvale della tecnologia Wildix per comunicare in modo più semplice ed efficace

La Katholischer Verband der Werktätigen, l’Associazione Cattolica dei Lavoratori dell’Alto Adige, l’organizzazione più estesa della Regione, ha scelto di implementare un sistema di Comunicazione Unificata Wildix per migliorare l’efficienza e la comunicazione tra i soci e le diverse sedi. Le nuove tecnologie Wildix, azienda internazionale che opera nel settore delle telecomunicazioni, specializzata in prodotti VoIP e soluzioni di Comunicazione Unificata, sono state implementate in collaborazione con Brennercom, azienda che opera in ambito ICT e telecomunicazioni nel Nord italia. L’Associazione, nata nel 1948, ha un ruolo fondamentale nella comunità, prestando consulenza nei settori del lavoro, delle pensioni, dell’assistenza alle famiglie, dell’abitazione e della contabilità. Proprio da qui è nata l’esigenza di una comunicazione facile, veloce e a tutto tondo, sia per rispondere al meglio alle esigenze dei soci, sia per semplificare i contatti con le varie sedi. Nel 2012 è stato installato un sistema Wildix ridondato in data center, nella sede di Bolzano, che gestisce tutti i 150 interni, nelle diverse sedi, permettendo di rispondere alle telefonate ricevute anche fuori orario di apertura. In questo modo i soci non sono mai lasciati soli e ricevono sempre risposta alle loro esigenze, grazie anche all’automatizzazione del centralino PBX. Sono stati, inoltre, installati i telefoni VoIP Wildix che consentono di mettere in contatto tutte le sedi, come se si trovassero in un unico edificio e il software di collaboration CTIconnect PRO. “Il vero miglioramento dei servizi – evidenzia Alfred Larentis, IT Manager di KVW – è dato soprattutto dall’introduzione del CTIconnect PRO , usato ormai ben dall’85% dei dipendenti della nostra associazione”. L’interfaccia grafica totalmente web-based di Wildix permette, infatti, di conoscere la posizione di ogni collaboratore, la sua reperibilità, il suo stato, se libero o occupato, e la sua localizzazione geografica, permettendo agli utenti di usare il proprio PC al posto dei telefoni, per gestire così il traffico telefonico con grande velocità. A questo si aggiunge lo strumento di analisi e controllo delle chiamate, che possono ora essere monitorate con grafici e tabelle che supportano oggi la decisione delle strategie aziendali future. Grazie a questo strumento KVW si è resa conto che un operatore del call center impiega ora il 50% di tempo in meno per trasferire la chiamata all’interno desiderato, semplicemente verificando sul proprio PC la presenza del collega e inoltrandogli la telefonata con un click.


Giugno 2013


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