FEBBRAIO 2010 ANNO I, n. 2 - INSERTO PROMOZIONALE-REDAZIONALE MENSILE ALLEGATO AD "AMERICA OGGI" EDITO DA WTC ABRUZZO S.r.l., VIA MISTICONI, 54 - 65127 PESCARA (ITALIA)
- "Grazie America!" Chiodi, il Governatore della regione Abruzzo, ringrazia gli americani per l'aiuto ricevuto dopo il terremoto che ha colpito L'Aquila il 6 Aprile 2009. - Sierra Nevada College adotta gli studenti aquilani. - Macerata incontra il Console italiano a New York. PAG. 19, 24, 25
Taste of Europe
SPECIALE
Dall'Abruzzo, oasi verde d’Europa, dove la catena dell’Appennino offre le sue vette più alte con il massiccio del Gran Sasso, provengono aziende quali Reginella d'Abruzzo, Luigi D'Amico, Molino Alimonti e Agricola Forcella, nate dalla passione per la genuinità e dal legame con il proprio territorio. DA PAG. 6
Istituzioni
Il Gala Italia é stata ed é la più importante manifestazione dell'eccellenza del "Made in Italy" che si tiene annualmente sul grande palcoscenico di New York. Con il WTC Pescara sbarcano nella Grande Mela Agricola Forcella, Luigi D'Amico, Montalbano Toscana e Pasticcerie Nannini. PAG. 3
Aziende
Eventi
Il WTC con Walmart e SAM'S Club per il Made in Italy Il WTC promuove il "gusto italiano" a Walmart e SAM'S Club PAG. 4
3 Gala Italia: il "Bel Paese" si mette in mostra a New York
La ribalta del Made in Italy Una vetrina d'onore e un programma entusiasmante per il 25° anniversario del prestigioso evento
Montalbano A.A. Toscana S.p.A. Vinci - Firenze (Italia)
Il GALA ITALIA é stata ed é la più importante manifestazione dell'eccellenza del "Made in Italy" che si tiene annualmente sul grande palcoscenico di New York. Per sottolineare l'importanza della manifestazione ed il suo venticinquennale collegamento con la città di New York, il sindaco Michael Bloomberg proclamera' il 25 febbraio "GALA ITALIA DAY". Dopo il grandissimo successo della passata edizione del GALA ITALIA, è previsto un programma ancora più impegnativo ed entusiasmante che vedrà alla ribalta gli elementi più emblematici del "Made in Italy" dal vino alla gastronomia, dall'arte alla moda, dalla musica al design. Elemento portante del GALA ITALIA sarà il grande Wine & Food Tasting che vedrà coinvolti in prima persona i principali produttori vinicoli italiani e i loro migliori vini. Molti di questi produttori si distinguono quotidianamente per il loro prezioso contributo nel diffondere la corretta cultura e conoscenza del vino italiano e sono i paladini dell'importazione del vino italiano di qualità nel mercato americano Ospite d'onore del GALA ITALIA sarà la notissima personalità televisiva Simona Ventura, attualmente impegnata a condurre il celebre show televisivo "L'Isola dei Famosi", che verrà appositamente a New York per celebrare i 25 anni di vita del GALA ITALIA, spegnendo anche le candeline della grande torta che sarà appositamente preparata per l'occasione dallo Chef pasticciere di uno dei più noti ristoratori di New York. Simona Ventura presenterà anche una selezione degli eleganti capi sportivi della collezione StarChic. Durante il Wine & Food Tasting i produttori vinicoli riceveranno la tradizionale "Gold Medal" che una giuria americana assegnerà al miglior vino di ciascuna casa partecipante. La medaglia, appositamen-
te predisposta per il GALA ITALIA dal prestigioso orafo vicentino Fabrizio Vezzaro, sarà consegnata ai produttori da una personalità italiana unitamente ad un certificato attestante la loro appartenenza alla "Special Selection of the Top Italian Companies" nel mondo vinicolo. Tutto questo
permetterà di migliorare il livello di visibilità delle aziende partecipanti e dei vini che saranno presentati al GALA ITALIA. Il Wine & Food Tasting sarà preceduto una colazione-degustazione che si terrà nella Manhattan Ballroom del Marriott Marquis Hotel nel corso
Con il WTC Pescara volano al Gala Italia Agricola Forcella, Luigi D'Amico, Montalbano Toscana e Pasticceria Nannini, alcune eccellenze abruzzesi e toscane. L'ospite d'onore Simona Ventura
Lucio Caputo, il Presidente dell'Italian Wine & Food Institute
della quale sarà degustata, con uno speciale menù, una selezione di vini di particolare pregio appositamente selezionati dalle case vinicole partecipanti. Poggetto di Mezzo, Caffe' Lavazza, Ferrero, Acqua Smeraldina come water sponsor - a conferma dell'importanza dell'abbinamento ai vini della gastronomia e dei genuini prodotti alimentari italiani con i vini italiani. Fra le personalità dello spettacolo che verranno appositamente a New York vi sarà l'attrice Samuela Sardo (Un posto al sole, Incantesimo) e l'autore e regista di musical Massimo Piparo. Nel corso del GALA ITALIA sarà presentata inoltre la campagna promozionale in favore della Moda Italiana If
you speak Fashion, you speak Italian promossa dall'Istituto Commercio Estero. A tal fine, verranno proiettati dei video girati in Italia su Roma e la Moda Italiana, per rinvigorire il "Sogno Italiano" a beneficio dei commercianti e dei clienti americani Il design italiano sarà rappresentato dalla nuova Fiat 500, che entro l'anno arriverà negli USA per contribuire al revival della Chrysler e che sarà esibita unitamente alla mitica Fiat 500 degli Anni Cinquanta. Il design italiano vedrà inoltre come protagoniste la Vespa della Piaggio, una delle storie italiane di più grande successo negli USA, e la Italian Luxury Bicycle Fiat 500 Pop della Compagnia Ducale, disegnata dallo stesso designer della Fiat 500, Roberto Giolito. Si prevede che al GALA ITALIA parteciperanno più di 3.000 operatori, ristoratori e giornalisti esperti dei settori del vino, della gastronomia, della moda, del design e dell'arte provenienti dagli stati della Costa Atlantica degli USA.
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5 Taste of Europe: il WTC promuove il "gusto italiano" a Walmart e SAM'S Club L'italian food incontra la grande distribuzione americana
Il World Trade Center Arkansas localizzato in Rogers, dista soltanto pochi minuti dalla sede generale delle grandi catene distributive Walmart e SAM’s Club. L’elegante “building” è vicino all'Aeroporto Regionale del NorthWest Arkansas e a due passi dal magnifico centro commerciale “Pinnacle Hills Promenade”- dove si puo passeggiare per i negozzi di lusso e ammirare le attrazioni uniche di Bentonville e del
resto del North West Arkansas. Il WTC Arkansas fa parte dell'associazione mondiale di tutti i World Trade Centers che nasce nel 1970, per opera dell'attuale Presidente Guy Tozzoli come associazione apolitica per lo sviluppo del commercio mondiale e per sostenere programmi di cooperazione tra i diversi World Trade Centers. Dopo 37 anni d attività, la WTCA vanta più di 309 WTCs in 100 paesi del mondo che collaborano atti-
Bruna Mocka del WTC Pescara con Steve Bratspies di WalMart
Joe Lee e Brent Garner del WTC Arkansas
vamente tra di loro a beneficio dell'imprese e territorialità locali. Il WTC Arkansas ha colto lo spirito del WTC ed è oggi un WTC promosso a pieni voti, capace di fornire servizi professionali e completi tali da rendere il proprio centro il polo propulsivo per l’economia e l’impresa locale ed estera. Il WTC Arkansas si propone quindi come una struttura all'avanguardia che unisce le imprese ed agenzie governative coinvolte nel commercio estero per migliorare le prospettive economiche dello stato e per promuovere stabilità, pace e sviluppo commerciale a livello globale. Coopera strettamente con la principale università dello Stato, offrendo così agli studenti attività di formazione professionale con applicazioni pratiche nell'ambito del business globale. Dal 24 al 28 di gennaio, l’Arkansas ha visto l’arrivo di delegati di provenienza europea, che grazie alle capacità del WTC Arkansas hanno avuto l’opportunità di partecipare al “Taste of Europe”, un’opportunità unica dove poter presentare i propri prodotti alle due grandi catene di distribuzione americana dalla capillare diffusione in diversi paesi del mondo: Walmart e SAM’S Club. Le sessioni di lavoro sono state precedute da una serata di accoglienza e benvenuto, che
ha permesso ai vari delegati provenienti dalla Spagna, Italia, Francia, Danimarca, Austria, Germania, Belgio e Scozia di conoscersi e con-
frontarsi attraverso vari meeting informali svoltisi in un clima amichevole mostrando così ancora una volta l’impegno del World Trade Center
Qui sopra, da sinistra: Dan Hendrix, Presidente WTC Arkansas, Michael Heintzman, Vice Presidente Sam's Club, Bruna Mocka e Joe Lee
Per i produttori europei il mercato americano ha potenzialità enormi
Aziende presenti al "Taste of Europe" Deco Industrie Spa (Italy) Vergani & Dolciaria Gadeschi (Italy) Artebianca Natura & Tradizione (Italy) Compagnia Italiana Alimentari, (Italy) Aceites del Sur – Coosur S.A. (Spain) Alis srl (Italy) Pietro Coricelli spa (Italy) Farchioni Olii spa (Italy) Iberia Export (Spain) Jamondul, S.L., (Spain) Pita Hermanos, S.A. (Spain) Valdigrano di Flavio Pagani (Italy) Columbus srl (Italy) Inpa (Italy) Miguel Angel Palomo SA (Spain) GR.A.M.M srl, (Italy) Jolly Sbambaro (Italy) Riso Scotti SPA (Italy) Grapes of Spain, Inc. (Spain) Cave de Lugny (France) Grupo Berceo (Spain) Cantina Tollo (Italy) Agriverde (Italy) Coffee Legends (Europe) Mette Munk A/S (Denmark) Ruegen Fisch AG (Germany) Eurocraft Gourmet, L.L.C. (Austria) Riveria Imports (Belgium, Scotland)
con cura dallo staff del WTC Arkansas erano situati in tre aree differenti dell’elegante building. La Spagna, l’Italia, la Francia, la Danimarca, l’Austria, la Germania, il Belgio, la Scozia, hanno esposto alcune delle proprie eccellenze ai vari buyers di Walmart e SAM’s Club nei propri stand personalizzati e appositamente preparati per il “taste”. Ogni tour aveva la durata di circa 45 minuti seguito da un break di circa 15 minuti, durante il quale compratori e venditori hanno condiviso insieme, in un clima accogliente e stimolante, un momento di unica esperienza. "Questa è una grande opportunità - sostiene Michael Heintzman - per tutti noi, presenti. Siamo qui, per conoscere da vicino alcune delle
Scott Ford con il padre Joe, Coffee Legends
Arkansas a voler promuovere il motto del WTC: Peace & Stability through Trade (pace e stabilità attraverso il commercio). Il “Taste” vero e proprio ha avuto luogo il giorno del 27 Gennaio. Nell’introduzione
all’evento, Dan Hendrix, Presidente del World Trade Center Arkansas e Michael Heintzman, Senior Vice President of Merchandising di SAM’S Club e Steve Bratspies, Senior Vice President of Marketing di Walmart hanno ringraziato le
aziende provenienti da diversi paesi d’Europa per la loro partecipazione ad una giornata dall’esperienza unica dove compratore e venditore si confrontano. Sono seguite, poi, le sessioni di lavoro. Gli stand, allestiti
Il Caffè di "Coffee Legends" al "Taste of Europe"
migliori compagnie del vecchio continente. Ringraziamo tutti per essere venuti e per averci consentito di assaggiare i profumi e i sapori dei loro migliori prodotti. Io credo – poi, continua – che il network del World Trade Center sia un ausilio molto importante per
WTC, WalMart e SAM'S Club: una combinazione vincente
la business community locale. Grazie al WTC Arkansas, condividiamo oggi un’esperienza di lavoro unica. Conoscersi e confrontarsi in un clima caldo e accogliente per poi fare business è davvero stupefacente". "È senz’altro un incredibile evento – si esprime Scott Ford – dell’azienda Coffee Legends, situato in Jacksonville, Arkansas, che al Taste of Europe ha promosso il gusto e il profumo inconfondibile del caffè. - Essere oggi qui ed avere la possibilità di far conoscere il proprio prodotto a Walmart e SAM’s Club è davvero un’esperienza irripetibile. Grazie WTC Arkansas!".
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7 Molino Alimonti:
Quattro marchi, un'anima
Farina, Amore e Innovazione La tradizione incontra l'innovazione
“Molino” è una parola che evoca gesti antichi, fatiche suddivise a metà tra l’uomo e l’acqua che anche all’inizio del terzo millennio, raccontano la stessa storia: un incredibile equilibrio tra uomo e natura. Scoprire la storia del Molino Alimonti e del suo successo, vuol dire partire dall’Abruzzo, Regione Verde d’Europa, patria dei Parchi Nazionali dove l’aria è salubre, l’acqua è pura e dove nel DNA degli abruzzesi c’è una sorta di devozione per i buoni sapori, per le tradizioni alimentari. Dal 1938 Molino Alimonti si dedica all’arte molitoria, e lo fa con passione e impegno visti gli obiettivi raggiunti in termini di qualità e clientela. Il capostipite della famiglia è Giacomo Alimonti, che fin da giovanissimo impiegava le sue energie nella gestione del molino del padre. Da allora l’attività è cresciuta costantemente passando per la trasformazione in società per azioni nel 1977, fino ad assumere oggi la consistenza di un Gruppo che opera sul mercato con 4 società operative dirette dai figli di Giacomo, Leonardo e Angelo e rappresenta oggi il secondo Gruppo molitorio in Italia.
Ma ancora più interessante è scoprire il lavoro del Molino Alimonti, che in sé non ha segreti, perché affascinante è la scoperta di come esso sia filtrato dall’amore costante della famiglia, ormai alla terza generazione, che continua ad avere per il grano un rispetto atavico accompagnando con mille gesti amichevoli la sua lenta trasformazione in farine apprezzate in tutto il mondo. Il claim “Farina, amore e innovazione” rispecchia fedelmente la filosofia dell’azienda che porta ad offrire ai clienti sempre nuovi sapori, nuovi prodotti e nuove esperienze, nel pieno rispetto delle tradizioni. Ma , in casa Alimonti nuove tecnologie
In alto, il Presidente, Leonardo Alimonti con il padre Giacomo. Qui sopra, il fondatore, Giacomo Alimonti.
La famiglia Alimonti: tre generazioni alla guida del Gruppo
semilavorati dedicati al settore artigianale per fare fronte ad esigenze molto particolari degli utilizzatori. Alla vasta linea di farine destinate alle più svariate esigenze dei panificatori, si affiancano quelle dedicate alla pizzeria e alla pasticceria, frutto di una attenta e puntuale attività del Reparto di Ricerca e Svi-
scelta si misura direttamente sul campo e anche in questo la famiglia Alimonti è maestra, da quando il grano si valutava stringendolo nel palmo della mano: una capacità tramandata di generazione in generazione. Questi gesti oggi sono sostituiti da tecniche di laboratorio e di lavorazione raffinatissime, che
La famiglia continua ad avere per il grano un rispetto atavico accompagnando con mille gesti amichevoli la sua lenta trasformazione in farine e tradizione viaggiano in parallelo, e le innovazioni abbracciano anche le miscele, spesso messe a punto direttamente con i clienti per sfornare veri e propri prodotti su misura. Infatti, il Gruppo Alimonti, attraverso i suoi molini, offre un’ampia gamma di farine e
luppo e garantite dal Controllo Qualità. Ogni giorno, infatti, dai porti di Civitavecchia e Ortona arrivano tonnellate e tonnellate di grano raccolte in ogni parte del mondo dove gli esperti del Gruppo Alimonti vanno a valutare e selezionare i grani migliori. La
debbono confermare le scelte effettuate sul campo, ma dove rimane forte e viscerale il rapporto tra l’uomo e il prodotto. L’attenzione continua dell’azienda non si ferma qui ma cura ogni dettaglio come il packaging e la logistica: tutti i prodotti sono stati completa-
mente rinnovati nella grafica, e già ad una prima occhiata si connota una forte personalità rispetto agli altri competitors. L’immagine di un’azienda passa anche da questi, non trascurabili dettagli, confermati dal puntuale servizio di consegne effettuato dalla nutrita flotta aziendale. Per Alimonti il conseguimento delle certificazioni ottenute (ISO 9001:2000, BRC, IFS) non rappresenta un mero aspetto formale, ma è testimonianza di come giorno dopo giorno riescano a concretizzare i valori che sono alla base della filosofia aziendale. La forza di Alimonti è stata anche quella di riuscire a trasferire la sua cultura, l’amore per il grano, la logica della ricerca continua, a tutte le aziende del Gruppo: non importa dove il grano viene trasformato a Orto-
na, Roma o Caserta, lo standard è omogeneo e garantito. Un aspetto confermato anche dallo sviluppo di nuovi prodotti creati sempre per i professionisti del settore, ma con un occhio alle esigenze del consumatore finale. GranFibra, ultima nata all’interno del Gruppo, ne è la più viva testimonianza. Questa miscela infatti, non è stata sollecitata dal professionista, ma è frutto delle scelte di marketing che hanno letto, da parte del mercato, una forte esigenza di prodotti che si
inseriscano nell’area della salute e del benessere anche in un prodotto base come il pane. Si tratta infatti di un semilavorato a base di farine di cereali diversi, composto dunque da soli ingredienti naturali e senza aggiunta di additivi e conservanti, capace di dare vita a prodotti ricchi di fibre dagli alti valori nutrizionali. Il pane ottenuto con GranFibra è fragrante e ricco di sapore, mantiene la sua freschezza per ben 48 ore ed è ideale per chi conduce una vita sedentaria, consuma pasti veloci e ipercalo-
Da tre generazioni Alimonti è sinonimo di competenza nella molitura del grano. Tradizione artigianale e spirito di ricerca sono gli ingredienti di un successo incentrato sulla serietà. Sotto la guida della famiglia Alimonti, il Gruppo Alimonti è un'organizzazione efficiente che garantisce una qualità superiore dei prodotti, della gestione degli ordini, della logistica, delle consegne. Il Gruppo non si limita all’offerta di farine e semole, ma commercializza e distribuisce ogni altro prodotto ausiliario selezionato per i professionisti della panificazione, pasticceria, pizzeria, pastificazione e ristorazione. Una storia di successo legata all'amore per un lavoro a metà fra arte e industria, testimonianza forte della qualità e potenzialità del made in Italy nel settore food. Nel tempo il Gruppo è progredito costantemente, conquistando nuove fette di mercato e acquisendo importanti marchi del panorama nazionale. Nel Gruppo spiccano la vocazione all’innovazione della storica azienda di famiglia, Molino Alimonti, la tecnica di
rici, segue una dieta, ma anche per chi svolge attività fisica o semplicemente preferisce cibi sani. GranFibra assicura infatti una scelta nutriente, equilibrata e che piace al palato.
Romana Macinazione, il dinamismo del giovane management di Molini Campani, il servizio accurato e puntuale di Natural Catering. Fatti e numeri misurano le performance del Gruppo: stabilimenti realizzati negli ultimi 10 anni, impianti di macinazione e parco automezzi sempre al passo con i tempi, capacità di stoccaggio di 70mila tonnellate di grano, 2500 tonnellate di materia prima macinata quotidianamente in 3 stabilimenti situati nell’Italia centrale e in prossimità di importanti porti mercantili per ottimizzare sia l’approvvigionamento dei grani sia la distribuzione. Senza dimenticare la consolidata presenza nel mercato europeo e mondiale e un fatturato aggregato che aumenta di anno in anno. La scelta della qualità totale, dunque, incontra i favori del mercato, qualità che significa anche ricerca costante, evoluzione del know-how, massima attenzione al prodotto. Per questo il Gruppo Alimonti guarda sempre con estremo interesse alle richieste del mercato mettendo a punto nel proprio reparto Ricerca e Sviluppo nuove, efficaci soluzioni per i professionisti. Offrire ai clienti sempre nuovi sapori, nuovi prodotti e nuove esperienze, è uno dei suoi principali obiettivi.
Perché è questo che il mercato si aspetta dal Molino Alimonti: una innovazione continua nella formulazione delle farine, nella garanzia di processi produttivi, nella divulgazione di informa-
zioni utili, conoscendo l’amore che la famiglia Alimonti mette nella sua produzione. La Qualità la conoscono tutti, dal 1938. (C.A.) La vasta gamma delle farine Alimonti
ph. Mario Sabatini
Lo stabilimento del Molino Alimonti a Ortona, in provincia di Chieti.
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9 Il dolce che seppe infiammare l'animo dannunziano
di Rita Pelusi
Il Parrozzo: dulcis in fundo Il cioccolato si stempera al calore delle dita nell’atto di spezzarlo, costringendoci a succhiarle come fossimo bambini. Dulcis in fundo dicevano i latini, ed è sempre stato così. Quale momento conviviale non termina con un dolce? E’ come se volessimo prolungare il piacere del cibo già gustato, svegliando la parte più profonda dei nostri sensi, quella che fa capo alla dolcezza, espressa negli alimenti attraverso gli zuccheri, che hanno la capacità di raggiungere velocemente il cervello, dinamizzandolo, tanto da renderci brillanti, quali risultiamo alla fine di un pranzo. In quel momento è come se ci riconciliassimo col mondo. La nostra indole si fa più accomodante,
Ritratto d'epoca di Luigi D'amico
disponibile, ogni parte di noi diventa più accogliente ed è pronta a mitigare eventuali tensioni. Questa è la principale funzione del dolce sulle nostre tavole. Nella tradizione
Dedica di apprezzamento del Parrozzo scritta dal poeta Gabriele D'Annunzio
Come si presenta il tradizionale Parrozzo di Luigi D'Amico nella sua caratteristica forma e confezione
abruzzese Luigi D’Amico deve aver colto questa particolare funzione. Il suo dolce: il Parrozzo nasce nel 1920, quale riproduzione dolciaria del pane rozzo dei contadini abruzzesi, ma con una felice intuizione, quella di renderlo raffinato nel gusto, tanto da soddisfare anche palati più esigenti, quali potevano essere quelli di Gabriele D’Annunzio, Luigi Antonelli, Armando Cermignani o il maestro di Iorio che musicò le parole dell’umanista De Titta, dedicate proprio al Parrozzo. Pare che fosse proprio D’Annunzio a suggerire il nome Parrozzo. Il suono stesso dà l’idea della compattezza e della consistenza di questo dolce. Sicuramente il vate nel dargli questo nome aveva voluto fondere due parole: pane e rozzo, per conservarne il fascino della tradizione e il radicamento al territorio. Ma qual è stato il passaggio gastronomico operato da D’Amico nel produrre questa prelibatezza? Il grande maestro pasticciere pescarese, voleva conservare non solo la forma dell’antico pane contadino, ma anche il colore, fu così che pur non usando gli stessi ingredienti usati dai contadini abruzzesi (farina di granturco), mantenne il colore giallo, unendo i tuorli d’uovo alla semola di grano duro. La forma emisferica per certi versi ricorda il seno abbondante e consistente della donna per antonomasia: la donna madre terra, che accoglie e
dà. Rimarrà inalterato anche il colore scuro esterno, segno del bruciacchiato, caratteristico del pane cotto al forno a legna. Nel Parrozzo questa caratteristica viene ricordata da una colata di finissimo cioccolato fondente. Ma all’interno cosa racchiude questo dolce? Il sapore preponderante è dato dalle mandorle, dolci e amare, che conducono i nostri sensi verso primavere vissute all’ombra di acerbità giovanili, rendendo sublime il momento della degustazione.
Reginella d'Abruzzo: il latte, una passione di famiglia
Freschezza tutti i giorni Chiunque varchi i confini del territorio della regione Abruzzo non può fare a meno di notare la straordinaria eterogeneità dei paesaggi, le morbide colline che improvvisamente si spezzano in dirupi scoscesi o le ripide pareti montane che terminano in inattesi prati. Abruzzo, oasi verde d’Europa, dove la catena dell’Appennino offre le sue vette più alte con i massicci del Gran Sasso e della Majella, è il teatro di un equilibrato rapporto tra uomo e natura. È qui, nella regione Abruzzo, immerso nel verde, dove affonda le radici l’Azienda casearia “Reginella d’Abruzzo”. La storia di Reginella d’Abruzzo si lega alla vita della famiglia D’Amico e del suo fondatore Venanzio, che agli inizi del secolo cominciò ad operare nella
pastorizia divenendo un piccolo produttore di formaggi freschi e stagionati. Ben presto l’arte e la passione si trasmisero al figlio Paolo che nel 1947, affiancato dai figli Filippo, Mario, Angelo e Salvatore, si trasferì in Puglia dove fondò l’azienda casearia “Paolo D’Amico & Figli”. Nel 1963 Filippo torna in Abruzzo e precisamente a Sulmona. Sulmona - città raffinata, forte e orgogliosa, da un illustre passato, dove nacque Publio Ovidio Nasone uno dei massimi poeti della romanità – vede nascere in quell’anno l’azienda casearia “Reginella d’Abruzzo”. Oggi, il timone della storica azienda è nelle mani della quarta generazione: Paolo, Simone e Incoronata. Da oltre quarant’anni una sola costante accompagna l’attività di tutti i
Il profumo delle spezie dell’impasto inebria il nostro olfatto, mentre il cioccolato si stempera al calore delle dita nell’atto di spezzarlo, costringendoci a succhiarle come fossimo bambini. In questo percorso a ritroso dentro di noi e nel territorio, ci conduce ogni singolo elemento presente in questo dolce antico eppur sempre attuale, la cui fragranza viene ancor oggi apprezzata.
Alitalia e Lufthansa scelgono il Parrozzino Per tre mesi e fino a tutto gennaio 2010, Alitalia ha scelto il Parrozzino come dolce per i pasti in Business Class dei voli intercontinentali, mentre dal 1 marzo al 30 settembre 2010 Lufthansa lo servirà su tutte le classi dei voli europei in partenza da Malpensa. Spulciando nel libro dei ricordi affiorano altri profondi legami tra i D’Amico e l’aviazione dei primordi. Nell’agosto del 1910 Biagio D’Amico, padre di Luigi, artefice del Parrozzo, organizzò a Pescara una pionieristica manifestazione aerea, la quinta in assoluto in Italia, con la partecipazione di tre velivoli. Ancora oggi, come una volta, la lavorazione avviene in modo artigianale
giorni dei giovani imprenditori: la ricerca spasmodica dell’alta qualità, divenuta nel tempo una vera missione. Paolo, Simone e Incoronata, figli di Filippo, al passo con i tempi, hanno affiancato all’abilità artigianale e all’arte tradizionale dei maestri casari, voglia di crescere e di innovare, creando così un punto di incontro tra passato e presente, con lo sguardo costantemente rivolto al futuro. Paolo, l’amministratore delegato, l’anima dell’azienda, Simone impegnato nella produzione e nella logistica, Incoronata impegnata nel marketing e nella comunicazione, hanno trasformato l’azienda storica in un’attività industriale di successo. Ogni giorno nello stabilimento di Sulmona, sito nel cuore verde dei parchi d’Abruzzo, si lavora il latte proveniente dai vicini pascoli producendo così, prodotti unici e inimitabili. I gustosi alimenti dal sapore antico e dal packaging accattivante, raffinato e sempre innovativo, il Fior di Latte, le Scamorze abruzzesi classiche e affumicate, i formaggi tipici come il Caciocavallo, sono solo alcuni prodotti a marchio Reginella. L’azienda impiega, tra dipendenti diretti e indiretti, circa 40 unità lavorative e attualmente
Qualità, tradizione, innovazione: gli ingredienti per soddisfare il palato di chi cerca sapori veri.
I proprietari dell'azienda Paolo, Incoronata e Simone D'Amico
commercializza più di 30 prodotti, ideati e confezionati tutti nel sito di Sulmona. Il territorio, le origini è il know how acquisito negli anni, la voglia di migliorare puntando sulle risorse umane e sull’innovazione è la chiave di successo per Reginella d’Abruzzo. A testimonianza della professionalità c’è anche il celebre premio “Mercurio d’Oro" ricevuto nel 1974 dal padre dei tre giovani imprenditori, Filippo. La distribuzione degli articoli marchiati Reginella, raggiunge
l’Abruzzo, le Marche, il Lazio, l’Umbria, l’Emilia Romagna, la Lombardia e la Toscana. L’arte della lavorazione del latte, ereditata dalle generazioni passate, la passione per il proprio lavoro, l’alta qualità dei prodotti rende Reginella d’Abruzzo un rappresentante d’eccellenza del Made In Italy, pronta a far scoprire, oltre ai confini nazionali, la qualità e l’unicità del proprio brand. (B.M)
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Montalbano, un olio "geniale" di Marco Presutti
Leonardo da Vinci, il genio del Rinascimento italiano, di recente proclamato alla televisione come “il più grande italiano di tutti i tempi”, scrisse che «la vita dell’omo si fa delle cose mangiate». Questa preziosa verità, confermata ogni giorno di più dalla scienza medica, fu probabilmente scoperta dal grande scienziato anche a partire dall’esperienza diretta dei cibi generosi, sapidi e genuini della sua terra d’origine, il Montalbano, un’area di morbide e fertili colline tra Pistoia e Firenze. Colline lavorate con pazienza dalla mano dell’uomo, sulle quali vegetano rigogliosi, allo-
ra come oggi, viti, olivi e castagni. Tra i tesori gastronomici di questa zona si distingue in particolare l’olio d’oliva, che ha meritato il riconoscimento di una speciale Menzione Geografica Tipica nell’ambito dell’olio toscano IGP. Questo riconoscimento vuole segnalare la particolare qualità di questo olio, ottenuto dai cultivar Frantoio, Moraiolo, Leccino, Pendolino, Rossellino, Piangente, che presenta colori cangianti dal verde al giallo oro e un odore fruttato che esprime sentori di mandorla e carciofo, con una percezione di piccante e un’acidità massima di 0,5%. Un prodotto eccellente anche perché realizzato con passione nella consapevolezza di perpetuare una grande tradizione culturale. La Montalbano Agricola Alimentare Toscana attraverso l’Oleificio Cooperativo Montalbano, unisce oltre 2.000 olivicoltori, i quali producono con questa passione mediamente 900 tonnellate di olio extra vergine di oliva Toscano Montalbano. L’alta qualità dell’olio Montalbano è frutto
La sede dell'oleificio Montalbano Agricola Alimentare Toscana S.p.a.
della cura con cui vengono raccolte e poi molite le olive, tutte rigorosamente provenienti dai comuni del Montalbano, in frantoi di proprietà della Cooperativa a Lamporecchio (Pt) e Vinci (Fi), nel rispetto di tutte le norme igienico-sanitarie. L’olio così ottenuto viene confezionato e commercializzato dalla Cooperativa in una moderna e avanzata struttura di 4.600 metri quadri, dotata di un laboratorio di analisi con sala di assaggio, oltre a macchinari all’avanguardia per lo stoccaggio e il confezionamento, in modo da garantire in tutte le fasi della lavorazione l’assoluta qualità del prodotto. A ulteriore garanzia dei consumatori, l’olio Montalbano è tracciabile in tutte le fasi della sua lavorazione, come evidenziato dai lotti di produzione indicati su ogni etichetta. La Montalbano confeziona diverse tipologie di olio per venire incontro alle moltepli-
ci esigenze di un mercato che sta ampliando la sua domanda grazie alla diffusione di una più consapevole cultura dell’olio, non solo in Italia ma anche all’estero. E proprio sull’estero l’Azienda Montalbano sta investendo risorse, conquistando visibilità e apprezzamenti in Europa, ma anche in Giappone e negli Stati Uniti d’America con una tendenza allo sviluppo per diffondere la qualità del buon olio italiano nel mondo. Questa annata, in particolare, si mostra particolarmente interessante, visto che le frangiture hanno registrato buone rese e bassa acidità, il parametro più importante per distinguere un olio di qualità. Una qualità che sarà ulteriormente garantita dalla certificazione Agriqualità, che la Regione Toscana riconosce alle aziende che certificano il rispetto dei disciplinari di produzione di olivicoltura integrata. Non resta che procurarsi una
La Nannini di Siena: cento anni di storia
Ricetta vincente Poche aziende possono vantare così tante elementi “made in Italy” come la Nannini di Siena. Innanzitutto, è toscana, e la Toscana, si sa, è la bandiera dell’Italia (che piace) nel mondo; poi c’è Siena, che da sempre è una meta turistica privilegiata; e infine il nome, Nannini, che in Italia e nel mondo evoca immediatamente tre cose: lo sport, la musica, e naturalmente la pasticceria. Alessandro Nannini, imprenditore con un passato da pilota di F1, fratello della celebre cantante
Gianna, è alla guida dell’azienda di famiglia dal 1998, anno in cui disse addio alle piste per… le paste, quelle che ogni giorno affollano i banconi dei quattro locali senesi ormai diventati attrazioni turistiche quanto i monumenti cittadini, cui si aggiunge un locale sulla tangenziale est. Lo abbiamo incontrato nel nuovo stabilimento di Monteriggioni, in cui si preparano i prodotti Nannini –incluso il caffè– pronto a sbarcare con Ricciarelli, Panforte e Cavallucci nella grande distribuzione ameri-
cana. Un passo importantissimo per un’azienda che si può ancora, a buon diritto, definire “artigianale”. “Essere artigiano oggi vuol
Alessandro Nannini
dire utilizzare certe materie prime piuttosto che altre, per esempio se nel Panforte ci va il 24% di mandorle, noi ci mettiamo il 24% di mandorle. E se per un dolce ci vogliono le noci italiane, aspettiamo che arrivi la stagione e ci mettiamo quelle piuttosto che andarle a prendere altrove. Magari costa un po’ di più, ma almeno si lavora con qualità. Quanto poi si riesca a produrre o quanto personale si abbia in azienda, questo riguarda anche la storia aziendale, e la nostra
buona scorta di bottiglie per gustare un prodotto straordinario, ricco di tutte le qualità che lo rendono prezioso sul piano nutrizionale e fondamentale nella “Dieta mediterranea”, e per scoprire, con Leonardo, quanta vita si cela nel frutto dell’ulivo. www.oliomontalbano.it
è una storia che ha quasi cento anni”. Come si riducono i costi e si aumenta la produzione? “Per esempio scegliendo un packaging leggero, semplice, che mantenga comunque alta la visibilità del prodotto. Preferisco sottrarre qualcosa all’estetica che alla qualità”. Il passo che state per compiere è sicuramente molto sentito, e mi sembra sia un modo splendido di celebrare il centenario dell’azienda, che cadrà nel 2011. Avevate già avuto esperienze di vendita all’estero? “Siamo già presenti sul mercato americano, anche se ovviamente non in modo massiccio, e i risultati sono positivi. Speriamo di raggiungere molte più persone”. (F.G.)
13 Le cravatte di
Prestigiose come gioielli cola grande opera d’arte. Se la storia ha la sua importanza ed incide sul nostro modo di essere, la stessa importanza ce l’ha anche sul nostro modo di vestire. Nel 1967, proprio di fronte alla Croazia, quindi a Silvi Marina, nasce l’azienda Santo Stefano. Quarantadue anni dopo, la Santostefano è un’azienda da 60 dipendenti, e vede il coinvolgimento, oltre che di Italo Ferretti in cabina di regia, ovvero nel reparto produzione, anche dei figli Carlo, direttore commerciale, Federico, responsabile commerciale per gli Stati Uniti e Giacomo, responsabile della creazione della collezione. Le cravatte Italo Ferretti hanno goduto di una prestigiosa passerella internazionale quando sono state scelte dal Governo italiano come regalo per i potenti della Terra riunitisi per il G8 a L'Aquila lo scorso luglio. Ciò che rende
uniche al mondo le cravatte Santostefano, ci spiega Carlo Ferretti, “sono i brevetti che abbiamo registrato, e che costituiscono davvero un valore aggiunto all’”oggetto cravatta” che di per sé è già un simbolo del made in Italy: la “navetta”, brevettata nel 1990, evita movimenti indesiderati del codino e aiuta a mantenere la cravatta nella giusta posizione; il supporto “ballast”,
del 2003, è una cucitura applicata solo nel tratto che passa sotto il colletto della camicia, che aiuta il tessuto a restare piatto evitando antiestetici rigonfiamenti”. Valore aggiunto, si diceva, perchè il valore artigianale e creativo delle cravatte di Italo Ferretti sono argomenti assolutamente indiscutibili: “Naturalmente la nostra è una lavorazione artigianale, anche se riusciamo a produrre
Marina” a testimonianza della loro esclusività e per garantire al cliente la sicurezza del luogo di fabbricazione”. Un luogo che da oltre trent’anni è ben conosciuto anche negli USA, dove Ferretti esporta fin dal 1972: “Quando mio padre ha cominciato, la sua attività si è subito rivolta al mercato estero. Oggi siamo presenti in più di trentasette Stati, dal New Mexico all’Alaska. Senza con-
Lavorazione artigianale, rispetto per la tradizione, moderna tecnologia e stile raffinato brevettato nel 2003, serve ad evitare la torsione della cravatta appesantendone la parte terminale, in modo da renderla più equilibrata; infine la cucitura girocollo, anch’essa
annualmente 70mila cravatte Italo Ferretti. Siamo orgogliosi di poter dire che siamo gli unici a tagliare a mano ogni singola cravatta; le numeriamo, e su ognuna stampiamo la scritta “Italo Ferretti - Silvi
tare che esportiamo in tutta Europa, in Asia, Giappone, Australia, Canada, Egitto e Puerto Rico”.
Carlo Ferretti, direttore commerciale
ph. Mario Sabatini
La costa abruzzese dove si trova Silvi Marina dista da quella della Croazia circa 215 chilometri. Una distanza di quasi tre secoli separa invece il 1692 dal 1967: il primo è l’anno che vede la nascita della cravatta, indossata in Francia dalle truppe mercenarie croate di Luigi XIV (si chiamava Kravatska); il secondo è l’anno della nascita di uno tra i più importanti cravattifici italiani, quello di Italo Ferretti, che a Silvi Marina nel 1967 diede appunto vita alla Santostefano, dal nome del paesino teramano in cui era nato ventitrè anni prima. L’Italia è il paese dove ancora si conserva la tradizione del handmade, tant’è si puo’ ancora trovare il bottone di osso tagliato a mano, o la stoffa orlata da un esperto artigiano, dove il pregio nasce dal tatto nel riconoscere un tessuto, perche sara’ quel contatto tattile a trasformarlo in una pic-
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Azienda Agricola Forcella: olio DOP per passione
di Federica Gialloreto
L'oro verde dell'Adriatico La storia dell’azienda agricola Forcella affonda le radici nel 1600. Già a quell’epoca, tra le attività che si svolgevano nei terreni di proprietà della famiglia Forcella, c’era anche la coltivazione dell’olivo. È il 1924 quando Giacinto Forcella acquista dei possedimenti a Città Sant’Angelo. Nel corso degli anni viene modificato il metodo di coltivazione e l’azienda fa progressi: vengono innovati i metodi di raccolta ed estrazione dell’olio e l’azienda angolano diventa un punto di riferimento nella regione per la produzione dell’oro verde. La parola d’ordine è qualità. E a garantirla è prima Italo Iannetti, genero di Giacinto, e oggi i figli di Italo, Giovanni e Paolo. È anche grazie a loro che il territorio pescarese rappresenta il fiore all’occhiello dell’Abruzzo e non solo, nella produzione olivicola. “Il nostro obiettivo – spiega Paolo Iannetti – consiste nella quotidiana ricerca dell’eccellenza e nella perfetta armonizzazione tra tradizione e tecnologia, innovazione e continuità”.
Gianni e Paolo Iannetti, i proprietari dell'Azienda Agricola Forcella
Da generazioni la famiglia Forcella produce olio di oliva di qualità, utilizzando le olive prodotte nei propri poderi. Il segreto del successo di un olio, oggi tanto ricercato, è nel terroir : la posizione degli oliveti di Città Sant’Angelo è infatti sulle colline a ridosso sul mare, con un’esposizione ideale per coltivare olive tipiche e, in particolare, la specie denominata intosso. Di recente sono stati acquisiti nuovi uliveti a Loreto Aprutino sui primi rilievi a ridosso del Gran Sasso, in una zona di eccellenza nella produzione viti-olivicola. Gli ettari olivetati sono dodici, con oltre 3.000 piante e
Uliveti acquisiti di recente a Loreto Aprutino, in provincia di Pescara
una produzione media annua di 75 ettolitri di olio. La punta di diamante della coltivazione è rappresentata dalla dritta e dall’intosso altre cultivar sono il leccino e il frantoio. “Ogni fase del processo produttivo – aggiunge Iannetti – che va dalla coltivazione alla raccolta e molitura delle olive, alla conservazione e confezionamento, viene attentamente curata e l’intero ciclo rispetta rigorosi parametri. Il risultato è un olio extravergine d’oliva Dop, di grande qualità. Un piacere per il palato, insomma. La filosofia aziendale che è poi il segreto del successo della famiglia Forcella, consiste nella attenta cura dell’oliveto con una potatura annuale, una lotta ai parassiti con l’ausilio di trappole biologiche, ed una raccolta precoce prevalentemente meccanica. La lavorazione delle olive viene effettuata entro 24 ore dalla raccolta per limitare i
processi di fermentazione, e l’estrazione dell’olio avviene con impianto a ciclo continuo a bassa temperatura, nel pieno rispetto delle più innovative tecniche peer l’alta qualità. L’olio viene poi conservato a temperatura controllata, sotto azoto, in contenitori di acciaio, fino all’imbottigliamento, che avviene in azienda. Sin dal 1998, l’Agricola Forcella aderisce al consorzio di tutela del Dop Aprutino Pescarese, uno dei primi ad avere ricevuto la denominazione di origine protetta per il suo olio di qualità. Deve essere garantito un controllo rigoroso, dalle pratiche colturali degli oliveti sino all’imbottigliamento per ricevere il marchio Dop. “Bisogna eseguire un’analisi chimico-fisica - continua Iannetti - e un panel test del prodotto prima del confezionamento. Il bacino di produzione si avvale di 1 milione e 800 mila
piante che danno, in media, più di 70 mila quintali di olio. Ma soprattutto, il punto di forza del nostro olio è la qualità, la fragranza di un prodotto frutto di lavoro, sacrificio e tanta, tanta passione. Un prodotto che è espressione delle caratteristiche uniche del territorio in cui viene realizzato”. Va detto, infine, che l’utilizzo dell’olio Dop rientra tra gli ingredienti principali della dieta mediterranea e stimola altresì un abbassamento del colesterolo nel sangue, favorendo la prevenzione di malattie cardiovascolari e dell’arteriosclerosi.
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in collaborazione con
www.abruzzoipresa.it
Tre giorni di incontri tra ICE, Camera di Commercio, Consolato ed Enit
"Macerata in New York"
di Maurizio Lombardi
Si è rivelato un format vincente “MACERATA IN NEW YORK”, iniziativa nata per promuovere il territorio, le eccellenze del food, del mondo produttivo maceratese e lo Sferisterio Opera Festival, la Stagione Lirica estiva che nel 2010 celebrerà la sua 46ma edizione con un programma di opere dedicate al maceratese Matteo Ricci, il gesuita considerato tra le 100 personalità più importanti dello scorso millennio. Una “tre giorni”, tra il 7 ed il 9 febbraio, fitta di appuntamenti tra ICE, Camera di Commercio, Consolato ed Enit organizzati da Provincia di Macerata - www.provincia.mc.it - e Sferisterio - www.sferisterio.it - che hanno coinvolto le aziende di uno dei territori a più alta densità di imprese d’Europa (9 ogni 100 abitanti) con punte di eccellenza nelle calzature, nel food, design e arredo. La delegazione guidata dal Presidente della Provincia di Macerata, Franco Capponi, era composta dalle aziende maceratesi Distilleria Varnelli -www. varnelli.com (settore spirits con i prodotti di punta rappresentati dall’Anice secco Varnelli e dall’Amaro Sibilla), Oleificio Cartechini -www.oleificiocartechini.com, TO.MA -www. tomasrl.com (abbigliamento professionale per alberghi e ristoranti), HORO di Luigi Pasqualini -www.horomusic.
il Centro Oli non è opportuno. Ortona è una città aperta alla natura che vive di natura». Lei ha accennato alla politica. In Abruzzo, regione tradizionalmente a vocazione agricola, qual’è lo stato dell’arte del settore enologico, come si investe, insomma come siamo messi? «Non bene. La classe politica ha
lasciato in “isolamento” il nostro Abruzzo del vino. È mancata la programmazione, tutto è stato lasciato al caso. Manca, a mio avviso, una volontà politica forte di collaborazione con i produttori. Sono stati commessi molti errori e, attualmente, se vogliamo stare al passo con i nostri competitori, dobbiamo darci da fare. È un peccato. In Abruzzo abbiamo delle potenzialità assolute. Un esempio
concreto degli sbagli compiuti è stata l’apertura di due sedi di promozione del vino abruzzese in Brasile e Romania, due mercati che, per tante ragioni, non possono interessarci. Tutte le forze, politiche in primis, devono concentrare gli sforzi in altre direzioni». La forza del marchio Farnese. Solo merito suo? «Assolutamente no! Camillo De Iuliis,
com (produttore di uno strumento unico al mondo per il settore musicale), il Tour Operator Uniglobe di Dania Battistelli che ha presentato alcune proposte di incoming nelle Marche, in rappresentanza dello Sferisterio l'agenzia Mirus, società di comunicazione con sedi a Macerata, Pescara, Milano e Roma. Tra i momenti più significativi dell’evento “MACERATA IN NEW YORK”, oltre alla partecipazione in qualità di special guest al 50mo dell’Accademia Italiana di Cucina, è stata la presentazione il giorno 8 febbraio dell’offerta turistica e culturale di Macerata presso la sede dell’Enit al Rockefeller Center, un evento nell’evento coordinato dal direttore Riccardo Strano. Gli oltre 120 tra giornalisti e Tour Operator hanno sottolineato come negli States non sia frequente assistere ad una così efficace e sinergica presentazione che vede coinvolti istituzioni, aziende, territorio e un’eccellenza nell’ambito della musica internazionale quale appunto lo Sferisterio. Il pubblico è rimasto incantato dai video che mostravano la bellezza delle colline maceratesi, del mare, dei centri storici e soprattutto dell’esclusivo contenitore che da 46 anni ospita la Stagione Lirica che quest’anno si svolgerà dal 29 luglio al 10 agosto. Le opere in cartellone all’Arena sono il “Vespro della
Beata Vergine” di Monteverdi, “Faust” di Gounod, “La forza del destino” e “I Lombardi alla prima crociata” di Verdi; accanto ad esse il “dittico” di Massimo Gasparon “Juditha triumphans” di Vivaldi e “Attila” di Verdi. Il Presidente della Provincia Franco Capponi ha vo-
applaudito è stato l’intervento del Console italiano a New York Francesco Maria Talò che ha esaltato le eccellenze di Macerata, definendolo un “territorio esclusivo dove si mangia bene, si vive a lungo, zero criminalità, ideale per rilassarsi dallo stress della grande me-
luto sottolineare alcuni valori chiave del territorio maceratese che dalle classifiche del benessere 2009 del Sole 24 Ore risulta quarto in Italia per qualità della vita, longevità e presenza di numerose bellezze artistiche e naturalistiche, l’ideale per un pubblico speciale come quello americano, il quale sempre più tende a scegliere proposte turistiche di aree semi-sconosciute ma fortemente vocate ad un turismo soft. Particolarmente
tropoli”. Dopo l’evento all’Enit e l’incontro con i vertici della Camera di Commercio italiana ed il suo Presidente Federico Tozzi, il Presidente Capponi ha avuto anche un incontro con il Console presso la sede di Park Avenue, con il quale sono stati approfondite alcune interessanti opportunità specialmente nell’ambito degli scambi culturali con la provincia soprattutto sul versante del turismo studentesco. E’ stato sottolineato
l'ottimo “appeal” della lingua italiana nelle scuole USA, l’unica lingua europea in crescita e che si avvia a raggiungere e superare la quella francese. Questa “luna di miele” degli americani con l’italiano, aggiunta alla tradizionale attrazione per la storia e la cultura del nostro Paese, rappresentano punti di forza su cui inserirsi per movimentare gli scambi anche con la provincia di Macerata e far sì che gli studenti che studiano la lingua italiana in America, grazie a delle vacanze studio organizzate, possano diventare “promoter” di un intero territorio. Infine, particolarmente interessante, anche per gli eventuali sviluppi dal punto di vista delle relazioni internazionali, l’incontro con Aniello Musella, Direttore Generale dell’ICE di New York. Due gli argomenti oggetto dell’incontro che si è svolto presso la sede a Manhattan: la scuola di design del settore calzaturiero e la missione di buyers interessati al settore degli “spirits”. Musella ha fornito importanti spunti al Presidente Capponi per organizzare la visita di studenti delle principali scuole di design e moda della East Coast interessati a trascorrere gli ultimi 6 mesi del master presso aziende calzaturiere al fine di apprendere i segreti dello stile e delle tecniche produttive di uno dei distretti più integrati al mondo.
il nostro presidente, al quale sono legato dalla fine degli anni ottanta è per me un maestro di vita. E poi c’è il nostro enologo Filippo Baccalaro, piemontese doc, terza generazione di enologi, con il quale collaboriamo con successo da anni. Ma tutti coloro che si adoperano per la Farnese vini hanno dei meriti; senza di loro non si sarebbe potuto concretizzare un discorso così importante»
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Da sinistra: Dania Battistelli - Uniglobe, Cleto Sagripanti - Manas, Marco Cartechini-Oleificio Cartechini, Franco Capponi - Presidente Provincia Macerata, Francesco Maria Talò- Console Italiano NY, Isabella Parrucci - Presidente Commissione Cultura Provincia di Macerata, Luigi Pasqualini - Horo Music, Orietta Varnelli - Distilleria Varnelli, Gianni Marcone - Toma srl
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Le mani esperte di maestri artigiani creano un design unico e irripetibile che cura i dettagli, quasi a voler ricordare il gusto tipicamente italiano per il bello.
Quando nessun dettaglio è trascurato, la perfezione è il risultato
Questo è Tedeschi U.S.A., benvenuti! di Valentina Auditore
Viviamo nel tempo dell’uniformità? Dovunque si getti lo sguardo sembra di poter vedere solo le stesse forme, le stesse immagini, che subdolamente
ci impongono un’estetica che non ha nulla a che fare con i bisogni di libertà che ogni persona porta dentro di sé. Per questa ragione devono avere un bel coraggio imprenditoriale alla Tedeschi
USA per conservare lo sguardo al particolare, tipico della tradizione artigiana, intesa come valore che va a incidere positivamente sulla nostra qualità di vita, senza perdere di vista il mercato che corre
dal resort alle residenze di pregio. Per questa ragione la Tedeschi USA propone arredi e crea ambienti confortevoli, concepiti con cura sul piano della funzionalità, ma senza mai tradire la ricerca della bellezza e dell’eleganza che è tipica della tradizione italiana. Una bellezza di forme che si sostanzia nella qualità dei materiali e dei progetti. L’approccio emotivo con un ambiente creato dalla Tedeschi USA è sicuramente profondo, perché le linee sono perfettamente armonizzate. Si percepisce sicurezza ed allo stesso tempo senso di spazialità. Il rigore delle linee converge in un’armonia che suscita piacere in chi vi si trova. La Tedeschi USA ha alle spalle la tradizione di attività della famiglia Tedeschi che da oltre 50 anni opera nel settore
dell’arredamento e nel tempo ha creato un’unica rete di fornitori e artigiani che offrono alla compagnia gli strumenti affinché l’azienda possa offrire al mercato arredamenti di alta qualità sia classici che moderni a prezzi competitivi per i grandi developers americani e non solo. Da questa radice Mr. Felice Tedeschi (CEO) nel 2005 ha creato la Tedeschi USA per offrire nuove risposte alla domanda americana di articoli di arredamento italiani di alta qualità nei mercati residenziali e commerciali. L’azienda propone spazi innovativi, combinando lusso e semplicità. Vere e proprie creazioni personalizzate secondo i desideri del committente attraverso l’uso delle tecnologie più avanzate sin dalla fase progettuale, per soddisfare le singole esigenze e combinarsi con ogni spazio e dimensione. La fusione di elementi senza tempo, un design minimalista, materiali di altissima qualità, perfezione nella maestria sono le caratteristiche
Spazi ambiziosi, dal grattacielo al l'hotel, dal resort alla residenza di pregio
Ocean Resort Cipriani, Miami Beach
su binari veloci e moderni. La Tedeschi USA porta avanti un discorso di raffinato recupero della grande tradizione di arredo italiana, fatta di sobrietà e di eleganza, ovvero la risposta alla domanda americana e non solo, che vede nell’Italia ancora il bel paese dove ogni materiale e ogni prodotto è di nicchia. Niente viene lasciato al caso.
Le mani esperte di maestri artigiani creano un design unico e irripetibile che cura i dettagli, quasi a voler ricordare il gusto tipicamente italiano per il bello. Questo va a soddisfare anche il piu difficile edonista, giustamente esigente soprattutto nel costruire lo spazio più ospitale in cui ritrovarsi, dal grattacielo all'hotel nonché
Qui sopra: due immagini dell'Hotel Indigo a New York
che rendono Tedeschi USA un leader nel suo settore e un riferimento sicuro per la passione per il particolare. Ogni fase progettuale è rivolta al cliente e alla sua completa soddisfazione, dal design dell’arredamento schematico allo sviluppo vero e proprio, passando attraverso l’offerta e la negoziazione. Ogni esigenza è studiata per comprenderne bisogni e desideri; le informazioni dettagliate vengono utilizzate per poter fornire il miglior supporto possibile durante la pianificazione. In questo modo viene fatta l’analisi delle condizioni spaziali; si studiano i fattori estetici ed ergonomici, priorità di sviluppo e soluzioni funzionali innovative. La Tedeschi USA raccoglie in una presentazione 3D i desideri del cliente, accompagnandolo da una stima di costi basata sul budget. L’abilità di avere una visuale dei risultati prima della costruzione è il valore aggiunto della Tedeshi USA. Il realismo delle immagini generate dal computer cattura materiali, luci, consistenza, colori e forme. L’abilità di visualizzare questi elementi prima della costruzione permette di ridurre i costi che possono presentarsi durante la fase di realizzazione. Ogni progetto è meticolosamente curato nei dettagli e guidato dal principio alla fine da Mr. Felice Tedeschi affiancato da professionisti altamente qualificati. Quando nessun dettaglio è trascurato, la perfezione è il risultato! Questa è la Tedeschi USA!
In alto: il Tower Hotel a Beverly Hills. Qui sopra: un interno del Tower Hotel arredato con l'unicità dello stile Tedeschi
Lusso, grandezza ed eleganza CIPRIANI RESIDENCES Historic building in the heart of the Financial District MANHATTAN TOWNHOUSES HOTEL INDIGO 127 W.28th St. New York CIPRIANI Miami Beach LA NEW HOTEL TOWER HOTEL Beverly Hills FONTAINEBLEAU Las Vegas
Tedeschi USA LLC 110 East 42nd Street, Flat 300, New York, NY 10017 Phone +1 (212) 812-8957 - Fax +1 (212) 953-0433 www.tedeschiusa.com
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La Toscana e la crisi immobiliare
di Francesca Andreini
L’immobile di pregio regge il valore Volendo fare il punto sul mercato immobiliare italiano attuale, potremmo senz’altro dire che le previsioni catastrofiche effettuate dagli osservatori, hanno avuto ragione solo in una parte dei casi: L'ufficio studi UBH ha fornito un aggiornamento a gennaio 2010 sulle tendenze e le previsioni relative al mercato immobiliare residenziale italiano. Dal 1985 ad oggi non si era, infatti, mai verificato che il mercato immobiliare residenziale italiano facesse segnare un calo degli scambi per tre anni di seguito. Le stime sul consuntivo 2009 degli addetti ai lavori si at-
testano tutte intorno alle 600.000 unità scambiate, con un calo in termini percentuali rispetto al 2008 di circa il 12,5%. La provincia soffre più della grande città ; Localmente le flessioni maggiori si fanno sentire soprattutto nei comuni non capoluogo di provincia, dove in un biennio le compravendite sono calate mediamente fra il 30% e il 40%, mentre nelle grandi città il calo medio è stato più vicino al 25%. Le aree maggiormente interessate, sono state purtroppo quelle cittadine, lasciando invece da parte quello che è il mercato della seconda casa nelle località vacanziere, sempre più apprezzate anche in qualità
di bene rifugio; Portofino, Cortina, Costa Smeralda, Toscana ed altri angoli d’Italia rimangono a quanto pare le mete preferite di molte famiglie e non solo Italiane. Questo ha creato un fiorente mercato parallelo che non ha conosciuto crisi e dove, il momento di stasi, ha lasciato solo la possibilità di effettuare buoni affari un tempo impensabili. La frenata subita dal mercato del credito alla casa, con cali sulle nuove erogazioni in alcuni casi superiori al 40%, ha fatto scomparire dal mercato almeno 130.000 compravendite a cui si sono andate a sommare almeno altre 100.000 dovute più al clima di incertezza e sfiducia che ha segnato il Paese unitamente alle conseguenze legate alla recessione economica (ritardi sui pagamenti, crescita della disoccupazione, calo dei consumi in generale). Nei comuni capoluogo, si comincia a registrare quella che è la vera nota positiva oggi sul mercato: il venditore si rende disponibile a valutare le offerte che gli vengono proposte mediamente più basse del 10/15,0% rispetto al prezzo proposto. Confrontando i valori di oggi con quelli di metà 2008 ci si accorge che non ci sono sostanziali differenze nelle medie generali. Il tasso di inflazione che abbiamo avuto durante l'ultimo anno
non ha intaccato il valore reale delle abitazioni, rafforzando così il concetto che fa dell'immobile italiano un bene che difficilmente perde valore nel tempo. Confrontando il dato consuntivo del 2009 con lo stesso periodo del 2008 rileviamo prezzi in calo in tutte le grandi città, una sostanziale conferma dei tempi medi di vendita (superiori ai 6 mesi in media) e della forbice fra prezzo d'offerta e prezzo di vendita che supera i 15 punti percentuali. Il 2009 è stato anche l’anno più difficile dell’ultimo decennio
per il mercato delle locazioni a Milano e Roma. I due mercati hanno risentito fortemente l’impatto della crisi economica. A Milano, l’assorbimento ha raggiunto 180.000mq, cifra ben lontana dalla media degli ultimi cinque anni (280.000mq). Il numero delle transazioni di superfici piccole (meno di 1.000mq) ha continuato ad aumentare anche durante gli ultimi mesi dell’anno, rappresentando complessivamente il 65% di tutte le transazioni realizzate nell’anno.
Il progetto del mese Senza dubbio il momento attuale ci conferma che al mondo alcune cose non potranno mai cambiare e che, fortunatamente, il bello continuerà a piacere a tutti. Il progetto del mese, oggi, è rappresentato da un borgo medievale nel centro della Toscana Storica, quella dei quadri di Leonardo, e dei filari di cipressi, con vista sul castello di Monteriggioni ed il Chianti, a 12 km da Siena. Gli aeroporti più vicini: Firenze a 45 km e Pisa a 80 km. Si tratta infatti di un antico complesso colonico del ‘600 con un piccolo borgo in pietra, viale di cipressi e 18 ettari di terreno coltivati prevalentemente ad olivo, con una superficie di 1. 300 mq. La proprietà si compone di una villa padronale su tre livelli, ristrutturata ed arredata con buon gusto, due capanne ed una depen-
dance che offrono la possibilità di essere adibite a guest house oppure in appartamenti per vacanze o residenziali. Si tratta di un luogo di riservatezza e storia in un contesto di straordinaria bellezza. Ideale per villa privata, attività ricettiva e resort. L’attrattiva della zona risiede nelle molte mete di charme che si trovano intorno: Firenze, Siena, le colline del Chianti con i suoi vini, le selvagge spiagge della
Maremma. La crisi immobiliare non riuscirà mai a toccare l’attrattività di mete di questo prestigio e la possibilità di sentire il proprio investimento in una botte di ferro.
Per informazioni: Ag. Immobiliare Case e Ville www.caseeville.com info@caseeville.com +39 0577 589545
A Siena un'eccellenza cestistica
La Mens Sana Basket Nell’universo della Provincia italiana, alcune città si sono storicamente sempre distinte per la loro tendenza all’eccellenza, realizzando con coraggio nel corso dei millenni, il motto recentemente assurto a slogan, ovvero “Small is big”! Tra questi baluardi della nostra gloriosa storia fatta di arte, cultura e gusto per la vita, Siena rientra a pieno titolo tra le prime. Il suo nome lo potrete trovare ogni anno nelle classifiche delle città più vivibili di Italia in termini di servizi e sicurezza, e per vedere le splendide immagini del suo territorio ancora oggi di caratteristiche pittoriche più aderenti al gusto rinascimentale che moderno, vi basterà sintonizzarvi il 2 di luglio ed il 16 di agosto sui canali RAI dove viene trasmesso ogni anno “Il Palio”, dallo splendido salotto che è la Piazza del campo, una tra le più belle d’Italia. Un comune con queste caratteristiche, non poteva non persegui-
re il gusto per eccellenza anche nello sport. La Mens Sana Basket Siena, sezione cestistica affiliata alla s.s. Mens Sana in Corpore Sano (fondata nel 1871), inizia la propria attività sul finire degli anni Quaranta del secolo scorso. L’approdo in Serie A avviene nel maggio 1973 ed inaugura una tradizione trentennale sulla massima ribalta cestistica italiana che caratterizzerà la futura storia societaria. La gente ha sempre seguito con amore questa istituzione, riconoscendole sempre un po’ il ruolo di cuore sportivo della città. Nel 2000 l’accordo diretto con lo sponsor MONTEPASCHI ha permesso alla squadra un salto di qualità che ne fa ad oggi una delle maggiori espressioni cestistiche del panorama italiano ed una realtà oramai consolidata in Europa. Il primo titolo tricolore della storia mensanina, conquistato al termine del torneo 2003/2004, è infatti figlio di una programmazione che vede Siena passare dai quinti posti del 1998 e del 2002
alla semifinale del 2003 e proseguire con la conquista della Supercoppa italiana nel settembre 2004. Una progressione ricalcata dalle avventure internazionali che, in ordine cronologico, hanno visto la Mens Sana Basket Siena raggiungere i quarti di finale di Coppa Korac (1999), la vittoria in Coppa Saporta (2002), due volte il terzo (2003 e 2008) e una volta il quarto posto (2004) in Euroleague al termine delle Final Four disputatesi a Barcellona, Tel Aviv e Madrid, a cui si aggiungono anche i quarti di finale della Coppa Uleb (2007). Tornando al fronte italiano, nella stagione 2006/07 arriva poi il secondo grande successo tricolore: la Mens Sana Basket Siena stravince lo scudetto e scrive il suo nome nel libro dei record. Con coach Simone Pianigiani in panchina infatti, al suo esordio come capo allenatore in serie A, la Montepaschi finisce la regular season con 16 punti di vantaggio sulla seconda; una cavalcata fatta di 39 vittorie in 44 partite. La
La premiazione per la vincita dello scudetto.
nuova stagione 2007/2008 inizia con un altro successo: battendo la Benetton Treviso arriva anche la seconda Supercoppa italiana. Il successo fa da apri pista ad un’altra stagione da record (41 vittorie su 45 incontri tra stagione regolare e playoff), che culmina con la vittoria del terzo scudetto, il secondo consecutivo. La stagione 2008/2009 inizia come la precedente, ovvero con Siena in trionfo, dopo aver battuto l’Air Avellino, detentrice della Coppa Italia, per 108-72 nella Supercoppa Italiana. Nel febbraio 2009 arriva anche il primo successo in Coppa Italia, con la Mens Sana Basket che, superando in finale La Fortezza Bologna per 70-69, aggiunge in bacheca l’unico trofeo nazionale ancora mancante. A coronamento di
una stagione straordinaria, pochi mesi dopo, (giugno 2009) la Montepaschi si aggiudica anche lo scudetto 2008/2009, il terzo consecutivo e completa lo slam italiano che comprende anche Coppa Italia e Supercoppa. La stagione 2009/2010 viene inaugurata nel migliore dei modi con la vittoria della Supercoppa Italiana, battendo la Virtus Forza Bologna per 87-65. E’ entusiasmante capire che il successo di un team possa crearsi dalle sinergie di secoli di storia e gusto per l’eccellenza. La Mens Sana Basket continua la sua cavalcata verso i successi della stagione che sta vivendo, lottando durante ogni match per raggiungere i risultati che merita di avere, supportato dalla sua città. (F.A.)
Un team di successi
Ferdinando Minucci
Il presidente Mens Sana Basket La figura del Presidente Minucci per Siena è divenuta oramai familiare negli ultimi anni: la sua faccia seria e compassata viene spesso inquadrata dalle telecamere quasi a sottolineare i passaggi focali delle partite che hanno portato la Montepaschi a vincere meritati riconoscimenti degli ultimi anni. E’ senza dubbio il “Grande Timoniere” della squadra, la persona che ha saputo con abilità e buon senso guidare Minucci e Simone con la Coppa la squadra verso il successo, senza mai concedersi soste nella programmazione e senza mai cullarsi sugli allori già conseguiti. Grande appassionato e conoscitore di sport, nei primi anni Novanta ha scelto di dedicarsi al basket: dal 1990 al 1992 si è occupato di marketing e pubblicità all’interno della Mens Sana Basket, di cui dal 1992 ricopre la carica di Direttore generale; dal 1999 al 2008 ne è stato anche Vice Presidente, per divenirne infine Presidente da giugno 2008. E’ stato lui a riuscire a far crescere la società senese, considerata oggi tra le più importanti d'Italia e d’Europa, impostando un progetto che nel corso degli anni ha coinvolto lo sponsor Monte dei Paschi ed ha reso partecipi dei successi sportivi anche tutte le componenti Istituzionali cittadine e della provincia. E’ uno dei dirigenti più attivi ed apprezzati del basket italiano, ricoprendo ruoli di assoluto spessore all’interno della Lega Basket, che per tre anni consecutivi lo ha premiato come miglior dirigente della Serie A Tim. Lo Stato italiano lo ha insignito prima con la carica di Cavaliere e nel 2002 con la carica di Commendatore per i risultati sportivi ottenuti. La città di Siena, nell’agosto 2004, lo ha insignito del Mangia
d’Oro, la più importante onorificenza cittadina, tributatagli per i grandi risultati sportivi conquistati. L’8 luglio 2008 riceve il premio “Euroleague Basketball Executive Award 2007/2008”, risultando il più votato tra i dirigenti delle squadre di tutta Europa, unico dirigente italiano a ricevere questo premio. Nel dicembre dello stesso anno il Presidente della Repubblica gli conferisce l’onorificenza di Grande Ufficiale Ordine at Merito Repubblica Italiana Come è riuscito a portare la Mensana a divenire la protagonista del panorama del Basket italiano? Quali sono stati gli elementi decisivi nella svolta? Attraverso un progetto solido. Credo che questa sia l’unica base di partenza che permetta di crescere ed ottenere risultati importanti. Ovviamente la sponsorizzazione diretta della Banca Monte dei Paschi è stato un passo decisivo che, però, si è concretizzato solo nel momento in cui il club era pronto ed aveva già dimostrato di avere le capacità per gestire questa responsabilità. Cosa serve per tenere il timone di una grande squadra di una piccola città? Il nostro è un club con una particolarità unica essendo composto per la quasi totalità da persone del luogo. E’ un gruppo di lavoro che può essere tranquillamente definito una famiglia. E’ vero, Siena è una piccola città, ma ha grandi ambizioni e una grande storia. Competere contro le metropoli italiane ed europee non spaventa, anzi, rappresenta una sfida affascinante. La Mensana oramai è indubbiamente la "squadra da battere" per gli altri team del campionato italiano, ma cosa succederebbe se ci fosse la possibilità di una sfida con un team USA, di quelli che si facevano negli anni 70? Il punto è che la pallacanestro europea è molto diversa da quella Nba. Ci sono regole diverse, il format del campionato non è neppure paragonabile: la regular season italiana è di 30 partite, quella americana di 82. Così non c’è tempo per allenarsi ma solo una lunga serie di viaggi e partite, prima dei play off in cui la competizione cresce a livello esponenziale. In Italia ed in Europa, invece, contano tutte le gare anche perché il campanilismo è forte, cosa che invece manca negli States. Una sfida contro una squadra Nba potrebbe essere quindi divertente, anche promozionale per la nostra pallacanestro. Ma non rappresenterebbe un confronto interessante dal punto di vista tecnico. La nostra Nba è l’Euroleague. Quali giocatori NBA vorrebbe avere qui da noi a Siena? Giocatori Nba? Non siamo abituati a fare voli pindarici. Piuttosto a programmare in modo concreto. Il budget delle franchigie Nba è smisurato rispetto al nostro. Però se potessi sognare avrei in mente un quintetto stellare che vincerebbe tutto in Europa e anche nell’Nba.
Simone Panigiani il coach
In Italia, Simone Pianigiani, è conosciuto come il Coach della nostra Nazionale di Basket: lo scorso dicembre ha ricevuto l’investitura formale dalla Federazione Italiana Pallacanestro con lo scopo di riuscire a raggiungere in campo Nazionale gli stessi risultati che ha conseguito con la sua squadra, la Mens Sana Montepaschi Siena. Questo ultimo passo conferma la posizione predominante che la sua figura ha acquisito nel panorama cestistico italiano, in qualità di allenatore della squadra che negli ultimi anni ha vinto tutto quello che c’era da vincere in Italia. Simone inizia giovanissimo la carriera di allenatore nel settore giovanile della Mens Sana Basket, dove conquista, tra il 2002 ed il 2005, 5 titoli nazionali consecutivi: Cadetti nel 2002 e nel 2003, Under 20 Open nel 2004 e Juniores Eccellenza nel 2004 e nel 2005, collezionando nel frattempo tutta una serie di riconoscimenti quali il Premio Formigli e partecipazioni in ambito di tornei internazionali quali gli “Euroleabue Junion Tournament” di Tel Aviv e Mosca. Ma già dal 1995 viene promosso a vice allenatore della Mens Sana Basket, ruolo che ricoprirà fino alla stagione 2005/2006 lavorando al fianco di allenatori esperti quali Cesare Pancotto, Phil Melillo, Luca Dalmonte, Edoardo Rusconi, Fabrizio Frates, Ergin Ataman e Carlo Recalcati. Nell’estate del 2006 arriva la promozione a head-coach della Mens Sana Basket. Al suo primo anno da capo allenatore centra scudetto, ottiene i quarti di finale di Uleb Cup e vince la Supercoppa con la consecutiva cavalcata che lo porterà a far vincere alla squadra senese 4 scudetti e tutto il vincibile sul territorio Nazionale, oltre a 3 supercoppe ed una Coppa Italia, e la partecipazione alla Eurolega che li ha visti arrivare alle finali di Barcellona, Tel Aviv e Madrid. Simone Panigiani e Minucci tra i tifosi
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Un uomo di classe e un politico lungimirante
di Katia Scolta
Chiodi: governatore d’Abruzzo in una regione di rara bellezza Gianni Chiodi è il Governatore dell’Abruzzo, 48 anni, teramano, commercialista, sposato, con tre figlie. Uomo di classe, serio ed affidabile. E’ un politico lungimirante e di grande equilibrio. Decisivo per lui è stato il rapporto con il premier Silvio Berlusconi che ne ha sempre riconosciuto leadeship e grandi capacità e lo ha indicato, nel 2008, quale candidato alla presidenza della Regione. All’epoca Chiodi decise di dimettersi da sindaco di Teramo e di proporsi alla candidatura della Regione per il centrodestra avendo dalla sua parte un’ottima preparazione amministrativa e buone capacità
Il palazzo della Regione Abruzzo a L'Aquila
organizzative. Oggi è il “Presidente degli abruzzesi” in una regione italiana di rara e suggestiva bellezza, con un ricco patrimonio paesaggistico, artisticoculturale ed agroalimentare. Una regione unica che colpisce per la sua conformazione geografica e per la molteplice offerta del territorio, dal mare alla montagna. D'inverno diventa il luogo ideale per splendide vacanze bianche mentre d’estate riesce a coniugare perfettamente l’attrattiva di spiagge e mare con la possibilità di ammirare bellezze storiche e culturali che fanno di questo lembo di penisola un formidabile apparato turistico da vivere pienamente in ogni stagione dell’anno. Chiodi al comando della Regione ha dimostrato di essere dotato di grandi qualità innovative e, al tempo stesso, di essere in grado di pilotare i processi difficili che, giorno dopo giorno l’Abruzzo sta affrontando. Da questo primo anno e più di governo regionale il Presidente ne è uscito trasformato. Ha conosciuto il successo delle elezioni prima e la tragedia del terremoto poi: L’Aquila, città capoluogo, il sei aprile scorso è stata duramente colpita dal sisma. Ingenti i danni subiti. “L’Abruzzo, però, ha le risorse culturali, politiche ed economiche per vincere una sfida difficilissima – ha detto Chiodi
Gianni Chiodi, Governatore della Regione Abruzzo
- I risultati della gestione postterremoto sono sotto gli occhi di tutti. In questi mesi all’Aquila siamo riusciti, in sinergia con il governo nazionale, ad assistere tutta la popolazione a far ripartire case, scuole e università in brevissimo tempo. L’Aquila e l’Abruzzo al centro dell’attenzione mondiale ha ospitato un evento unico, il G8, momento irripetibile destinato a segnare la storia della regione. Attraverso questa manifestazione abbiamo portato alla ribalta internazionale una città e un’intera regione oltre a tenere viva la sensibilizzazione dell’opinione pubblica sulla tragedia del terremoto.
Inoltre, abbiamo messo in piedi una serie di azioni che daranno alla città, una capacità ricettiva per residenzialità universitaria mai avuta prima. L’Aquila, come tutte le città che hanno affrontato disastri naturali, sarà più forte, volerà più in alto e sarà ancor di più l’emblema della Regione”. In un solo anno Chiodi è riuscito a ridurre il fortissimo indebitamento di ben 237 milioni di euro ed entro il 2012 conta di risanare le finanze dell’Abruzzo che al momento del suo insediamento ha trovato in condizioni disastrate. “La regione Abruzzo, del resto, - ha proseguito il governatore
d’Abruzzo è sinonimo di regione laboriosa, sana e creativa, forte di una classe imprenditoriale dinamica e di un territorio fortemente ospitale che le consentiranno di guardare al futuro con grande fiducia. Solo l’Aquila e il suo circondario, che resta tuttavia una splendida città medievale, è ferita a causa del forte sisma, il resto dell’Abruzzo è vivo più che mai. Le strutture di servizio al turismo sono in perfetta funzionalità per accogliere visitatori. L’Abruzzo resta la Regione Verde d’Europa, la Regione del turismo natura, dal mare alla montagna, accogliente e funzionante come sempre”.
Chiodi a Washington: “Grazie America” Il presidente della Regione, Gianni Chiodi è stato accolto da un'autentica ovazione quando il Segretario Generale della Niaf John Calvelli lo ha invitato a salire sul palco, per il suo discorso a Washington, in occasione dell'evento celebrato in onore della Regione Abruzzo nel mese di ottobre dello scorso anno. Chiodi ha voluto ringraziare pubblicamente la Niaf, tutto il popolo americano il Segretario di Stato Clinton, il Segretario per la sicurezza Napolitano, la Speaker Pelosi e il Presidente Obama. “E’ stata per me una grande emozione – ha commentato Chiodi - accogliere all'Aquila
il Presidente Obama in occasione del G8 ed accompagnarlo, assieme al Premier italiano Berlusconi, a vedere non solo le rovine causate dal terremoto, ma anche e soprattutto la reazione degli abruzzesi, la loro dignità a fronte delle difficoltà della vita, la voglia di lavorare e di ricostruire. E poi è stato un onore ricevere una illustre italo-americana di origini abruzzesi come Nancy Pelosi in Abruzzo. Al vertice dei “Grandi della terra” abbiamo mostrato al mondo come l'Italia abbia saputo gestire da sola l'emergenza ed abbiamo chiesto ai Paesi amici di aiutare nella successiva fase della ricostruzione. Nel ringraziare chi
Da sinistra: John Calvelli, Gianni Chiodi, Joseph Del Raso e Nancy Pelosi
ha dimostrato con i fatti la sua amicizia e vicinanza, io posso quindi oggi rivendicare con orgoglio i rapidissimi progressi della ricostruzione". La giornata del Presidente si
era aperta all'inizio della mattina con un incontro con il vice ambasciatore italiano negli Stati Uniti d'America, mentre successivamente Chiodi ha avuto una lunga riunione con il Pre-
sidente Niaf Joseph Del Raso e con il segretario generale John Calvelli. Infine, una visita agli stand abruzzesi dell'Aptr, dell'Arssa e della Get export, il consorzio di imprese del teramano che ha realizzato la "First Lady Bag" che tanto successo ha riscosso in occasione del G8. Chiodi ha posto le basi per proseguire i rapporti di collaborazione avviati, grazie anche alla disponibilità di alcuni importanti rappresentanti della Niaf in settori chiave come il turismo, l'enogastronomia, lo sviluppo imprenditoriale e il sistema delle Università americane.
Il Sierra Nevada College accoglie gli studenti aquilani dopo il terremoto
Un'opportunità unica Il 6 Aprile 2009, 27.000 studenti dell’Università de L’Aquila, in Abruzzo, sono stati svegliati nei propri letti dal rumore della propria stanza che sobbalzava e del mondo che letteralmente crollava: era la notte del terremoto che ha devastato questa regione del centro Italia. Nel giro di pochi secondi, questi studenti facevano parte di quelle 66.000 persone rimaste senza casa. Circa 300 persone rimasero uccise e 1.200 furono i feriti. Le strutture danneggiate furono 11.000, compresi i due edifici dell’Università. Il dormitorio principale è crollato e con esso gli innumerevoli sogni di ragazzi studenti. In collaborazione con la National Italian American Foundation (NIAF), la prima organizzazione dedicata a preservare e promuovere l’eredità e la cultura degli Americani di discendenza italiana, quattro college americani si sono offerti di aiutare 125 studenti sfollati de L’Aquila con generosi sussidi di insegnamento, affinché possano proseguire i loro studi negli stati Uniti nell’anno accademico 20102011, durante la ricostruzione della loro Università. Il partecipante più attivo in questa questione è il Sierra Nevada College, che ha concordato di accettare 100 di
questi studenti e, con il supporto dei suoi donatori, di rinunciare a gran parte delle loro quote di insegnamento. Il Sierra Nevada è un piccolo college che non solo offre un ambiente naturale ed intimo, ma che ha anche guadagnato una certa reputazione per essersi spinto oltre i confini locali con un genuino sguardo al globale. Situato proprio a poca distanza dal Lago Tahoe, il college rappresenta uno scenario educativo entusiasmante per l’insegnamento e l’apprendimento. Raccolto tra le maestose montagne della Sierra Nevada e centrato sugli studenti, offre più trenta aree di studio e facoltà in Scienze, Bella Arti, Master in Scienze dell’Insegnamento e dell’Educazione. La mission al Sierra Nevada College è di educare gli studenti ad essere allievi e allo stesso tempo a contribuire ad un mondo sostenibile. Il modo migliore di dimostrare la propria mission è offrire un’esperienza educativa distinta a questi studenti bisognosi di un luogo dove continuare la loro educazione
universitaria nell’attesa che la loro sede venga ricostruita. I responsabili vogliono assicurarsi che l’esperienza personalizzata del college messa a disposizione dal Sierra Nevada College sia effettivamente possibile per i 100 meritevoli studenti dell’Università de L’Aquila. Il supporto all’insegnamento da parte di questo college solleva questi studenti da un grossa spesa finanziaria, di modo che possano continuare i loro studi. Ma essi anno bisogno di aiuto anche in altre spese. La Campagna “Adotta Uno Studente” è impegnata a fornire borse di studio accademiche a 100 studenti sfollati provenienti dall’Università de L’Aquila per l’anno accademico 2010/2011. Normalmente, il costo per un anno di insegnamento scolastico, tasse, dormitorio e pensione si aggira intorno ai $ 35.000. Ma grazie ai sussidi, resi possibili dai donatori del College, $ 20.000 saranno sufficienti a coprire tutte le spese dell’intero anno accademico: l’insegnamento, i costi
dei libri di testo, la pensione completa e i trasporti da e per l’Italia. Attraverso la raccolta di fondi per coprire tutte le spese, i sogni di questi studenti di un’educazione universitaria possono essere mantenuti vivi. Il Sierra Nevada College ha bisogno del vostro supporto per portare avanti un progetto che cambierà per sempre la vita degli studenti de L’Aquila e allo stesso modo toccherà da vicino le vite degli studenti propri del Sierra Nevada College, ispirando un’eccezionale esperienza di apprendimento, relazioni internazionali e leadership globali.
Per questo periodo di ricostruzione lungo e faticoso, c’è bisogno di aiuto adesso. Creatività, competenza, abilità tecniche, supporto, attenzione e continuità: sono gli elementi indispensabili per la riuscita di questo grande progetto umanitario. Inoltre, aprendo il proprio cuore e restituendo speranza a questi studenti, si offrirà un prezioso supporto per ricostruire giovani vite e a rafforzare il legame già importante esistente tra queste due nazioni.
Unisciti alla campagna “Adotta uno Studente” e fai la differenza oggi!
Madylon Meiling
$20.000 copriranno le spese per uno studente sfollato dell’Università de L’Aquila, Italia, per poter frequentare il Sierra Nevada College per l’anno accademico 2010/2011.
$100.000 copriranno le spese per cinque studenti sfollati dell’Università de L’Aquila, Italia, per poter frequentare il Sierra Nevada College per l’anno accademico 2010/2011. Per maggiori informazioni, è possibile contattare: Madylon Meiling, Vice Presidente per lo Sviluppo e le Relazioni Universitarie del Sierra Nevada College, allo 775-881-7522 o all’indirizzo e-mail: mmeiling@sierranevada.edu; Serena Cantoni, Direttore per l’Educazione e la Cultura della NIAF, allo 202-939-3111 o all’indirizzo e-mail: serena@niaf.org.
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India: opportunità di mercato e prospettive in un’economia emergente
APPROFONDIMENTI
Riccardo Gucci
è Professore Strordinario di Coltivazioni Arboree presso il Dipartimento di Coltivazione e Difesa delle Specie Legnose della Facoltà di Agraria dell'Università di Pisa. La sua principale attività di ricerca riguarda l'ecofisiologia delle specie legnose da frutto, ed in particolare i processi di assimilazione e di ripartizione dei carboidrati in risposta a stress abiotici. L'attività di ricerca in Olivicoltura riguarda sia aspetti di fisiologia dell'olivo (tolleranza alla siccità ed alla salinità) che di tecnica colturale nell'oliveto, quali l'ottimizzazione della gestione dell'irrigazione, le forme di allevamento a minimo fabbisogno di manodopera per la potatura, e la gestione del suolo. Ha coordinato diversi progetti di ricerca a livello italiano ed europeo. Nel 2006 gli è stato conferito dall’Accademia dei Georgofili il Premio scientifico “Antico Fattore” per l’olivicoltura. Attualmente è Direttore del Master di I livello in “Olivicoltura e Olio di Qualità” dell’Università di Pisa. E' autore di oltre 140 articoli scientifici su riviste italiane ed internazionali e, insieme al Dr. C. Cantini, del libro “Potatura e forme di allevamento dell’olivo”, Edagricole Bologna. E’ stato consigliere della Società Orticola Italiana dal 2004 al 2006, Socio Ordinario dell’Accademia Nazionale dell’Olivo e dell’Olio dal 2002 e membro del Consiglio Direttivo dal 2006, e Socio Corrispondente dell’Accademia dei Georgofili dal 2006.
L'ulivo e la vite trovano spazio al Global Economic Summit di Mumbai grazie all'intervento di docenti dell'università italiana
Il Prof. Gucci, docente dell'Università di Pisa, durante il suo intervento al Global Economic Summit
Tendenze e nuove frontiere nell’olivicoltura Riccardo Gucci, Dipartimento di Coltivazione e Difesa delle Specie Legnose, Università di Pisa, Italia Nonostante l’olivicoltura sia generalmente associata alle tradizionali pratiche di coltivazione, un gran numero di tecniche innovative è stato sviluppato ed applicato negli ultimi anni. La densità di semina, l’irrigazione, i sistemi di lavoro, la gestione del suolo, i tempi e i metodi di raccolta si sono evoluti dalle metodologie tradizionali e attualmente sono molto differenti da quelle comunemente utilizzate in passato. Ad esempio, la densità di semina nei moderni frutteti varia da 250 a 2000 alberi ha-1 , laddove le tradizionali piantagioni raggiungevano a stento i 200 alberi ha-1. L’architettura delle volte, risultato della consuetudine di crescita e della storia della potatura dell’albero, si è altresì evoluta. In passato, gli alberi di ulivo erano lavorati in modo da ottenere forme regolari, ma oggigiorno la geometria delle volte ha una minore importanza. Ad oggi la tendenza è quella di lavorare le volte nella maniera più
libera possibile e di potare il meno possibile. La scelta del sistema di lavoro a cui sono sottoposti gli alberi deve essere fatta prima di dar vita al frutteto e deve essere basata principalmente sulla tipologia di raccolta. Inoltre, prima gli alberi erano solitamente coltivati grazie all’apporto della pioggia, adesso invece i frutteti ad alta densità sono irrigati. L’irrigazione accresce la produzione, la taglia dei frutti e modifica la qualità e il contenuto dell’olio. E’ stato dimostrato che regolato il deficit di irrigazione, una pratica di controllo orientata a ridurre il volume dell’acqua a specifiche tappe senza intaccare la produzione, l’RDI ha il beneficio di ottimizzare l’uso dell’acqua e la qualità dell’olio. Anche il controllo del suolo si sta evolvendo verso metodi che riducono l’erosione del suolo e ne mantengono la fertilità. Grande attenzione è poi rivolta alla maturazione dei frutti per ottimizzare il tempo di raccolta, cosa che ha un’importanza rilevante poi nella qualità dell’olio. Anche il concetto della qualità dell’olio si sta evolvendo in base alle nuove scoperte scientifiche. Tutti questi argomenti sono stati presentati e discussi in relazione ai bisogni di una moderna ed attuabile industria dell’olio.
Alcuni partecipanti al Global Economic Summit
Si è tenuto a Mumbai, in India dal 20 al 22 Gennaio scorso il “Global Economic Summit”. L'evento, organizzato dal World Trade Center di Mumbai e dall’AIAI, (all India Association Industries), Associazione Leader delle Industrie Indiane, si è tenuto al Taj Mahal Palace & Tower, meraviglia architettonica, celebre per la sua storia, dove hanno alloggiato capi di stato e personalità come i Kennedy, il Papa, Marylin Monroe ecc. L’India è oggi una delle più importanti economie emergenti. L’'obiettivo del Summit era infatti, quello di proiettare l'India come la prossima centrale economica e presentare le opportunità di investimento nell’infrastruttura, nelle costruzioni, nelle strade e nelle ferrovie, nonché nelle energie rinnovabili e nell’agroalimentare Il Global Economic Summit, inaugurato dall’onorevole,
H.E. Mr. S.C. Jamir, Governatore dello stato di Maharashtra e promosso da alte personalita’ del governo e della repubblica indiana, ha visto una platea internazionale con la partecipazione di oltre 20 paesi.
Tra le varie sessioni del Summit, dove i delegati hanno potuto approfondire temi relativi alle opportunita’ di business e di investimento in India, merita di essere citata la sessione “B2B meetings”, sessione durante la quale i compratori e i venditori di diversi paesi hanno colto le opportunita’ di business che vi possono nascere dallo scambio di relazioni La World Trade Center Pescara-Chieti, membro della
World Trade Center Association in collaborazione con la World Trade Center di Mumbai, ha portato il proprio contributo al “Global Economic Summit”, invitando 2 personalita’ illustri del mondo accademico italiano, che meglio potessero in quella sede rappresentare e descrivere alcuni importanti settori produttivi italiani quali: la olivicoltura e la viti-vinicoltura, rispettivamente: Prof. Riccardo Gucci (Universita’ Di Pisa) e Prof. Luigi Bavaresco (Universita’ Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza) Il prodotto Olio di Oliva come il Vino di produzione italiana, come ben sappiamo sono già ben individuati e ampiamente ricercati ed apprezzati all’estero. Prof. Riccardo Gucci esperto in Olivicoltura e Prof. Luigi Bavaresco esperto in VitiVinicoltura, sono intervenuti con una propria relazione scientifica al fine di alimentare nei mercati esteri, nel caso concreto in quello indiano, gli
scambi del prodotto finito, nonche’ l’interesse alla introduzione e allo sviluppo della coltivazione stessa per nuove iniziative imprenditoriali L’economia mondiale sta spostando il suo baricentro sempre più a Oriente e l’India con un modello di specializzazione proprio sta acquisendo un
peso crescente. Il Global Economic Summit 2010 grazie al suo ricco programma ha fornito una maggiore conoscenza di questa nuova potenza emergente e una maggiore cooperazione con l’India non può che giovare alla nostra economia.
Luigi Bavaresco
è laureato in Scienze Agrarie all'Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza (1980) dove è professore associato di Viticoltura . Ha ottenuto il dottorato di ricerca in Scienze Agrarie, menzione Viticoltura, presso l'Ecole Nationale Supérieure Agronomique (ENSA) di Montpellier (1991). Ha effettuato soggiorni di studio presso il BFA für Rebenzüchtung Geilweilerhof (Germania) nel 1985, presso il Dipartimento di Viticoltura ed Enologia dell'Università della California a Davis (USA) nel 1992, presso l'Institute Jules Guyot dell'Università di Borgogna (Dijon, Francia) nel 2000, presso la Pontificia Università Cattolica del Cile (PUC) a Santiago nel 2009. La sua attività di ricerca nel campo della viticoltura (miglioramento genetico, resistenza alle malattie, metabolismo degli stilbeni, nutrizione minerale, tecniche colturali) è do-
cumentata da 120 pubblicazioni scientifiche. E’ referee di 18 riviste scientifiche nazionali/internazionali e membro dell’Editorial Board di 2 di esse. E' stato vice-presidente dell'AZIONE COST 858 (Viticulture: biotic and abiotic stresses, grapevine defence mechanisms and grape development) dell'European Science Foundation (2003-2009) ed è membro del Consiglio Scientifico di AGER (Associazione temporanea di scopo tra Fondazioni bancarie) per il finanziamento della ricerca nel settore agro-alimentare (2008-2010), e membro di 6 società scientifiche nazionali/internazionali. Ha partecipato a numerosi simposi nazionali ed internazionali ed è stato invitato come relatore a 23 di essi. E’ direttore del master universitario di primo livello in Viticoltura ed Enologia Europea ed Internazionale presso l’UCSC di Piacenza.
La viticoltura e l’industria del vino in Italia Luigi Bavaresco, Istituto di Frutti-Viticoltura, Università cattolica del sacro Cuore, Piacenza, Italia
La Viticoltura e la produzione del vino in Italia si possono far risalire a circa 3.000 anni fa, trattandosi di un caratteristico tratto culturale del Paese e rappresentando oggigiorno un importante settore dell’economia, specialmente per quanto concerne le esportazioni. La Viticoltura è diffusa in tutto il Paese, abbracciando un territorio che va da Nord (47°Lat N) a Sud (36° Lat N), con una produzione di vino che si aggira intorno ai 41.000.000 hl (valori di produzione nel 2007). Le tipologie di vino sono davvero numerose, dovute alle differenti varietà di uva utilizzate e anche ai diversi ambienti in cui le viti sono coltivate. I vini italiani vengono solitamente classificati in due categorie, gli uni non collegati al territorio di produzione dell’uva, gli altri, invece, proprio relativi a quel tipo di territorio (IGT, DOC, DOCG). I due gruppi rappresentano circa il 50% ciascuno della produzione, e gli ultimi sono rivendicati come i vini più caratteristici e di più fine qualità. Da sinistra: i delegati del WTC Mumbai insieme a Bruna Mocka, del WTC Pescara-Chieti
Il Prof. Bavaresco, docente dell'Università di Piacenza
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Tre occasioni per rafforzare l'operatività dei WTCs Cooperazione tra il WTC Pescara e la Camera di Commercio di New York Il WTC Pescara Chieti ha recentemente avviato una nuova coooperazione con la Camera Di Commercio di New York. Crediamo molto nelle buone relazioni – afferma l’ing. Di Mascio, Presidente & Ceo del WTC Pescara-Chieti. Il network e le buone relazioni sono la chiave per avere successo oggi nel mondo sempre più globalizzato. La Camera di Commercio di New York è un altro passo che
il WTC Pescara compie per offrire ulteriori opportunità alle aziende associate, per promuovere il proprio territorio e le proprie attività nella Grande Mela, città strategica per lo sviluppo del commercio internazionale. Periodicamente, porterà alla vetrina di New York le migliori eccellenze italiane nei settori del Food, Wine, Fashion, etc.
Dicembre 2009: i WTCs a New York Si è tenuto a New York dal 14 al 16 Dicembre il seminario della World Trade Centers Association. L’annuale appuntamento ha visto arrivare 120 delegati da diversi WTC sparsi in tutto il mondo. Il Seminario è un evento che la WTCA organizza annualmente
versi argomenti e, in particolar modo, il fulcro delle discussioni si è concentrato su come crescere e migliorare il proprio WTC di appartenenza. Al seminario hanno partecipato, inoltre, nuovi delegati che si avvicinavano al mondo e ai servizi del WTC per la prima volta. Francesca Andreini
Il WTCs Regional Meeting a San Diego Il 4 e 5 febbraio si è tenuto a San Diego il Seminario dei WTC nordamericani. Il seminario ha visto la partecipazione dei delegati
Bella Heule, Presidente del WTC San Diego, con Bruna Mocka.
Francesca Andreini del WTC Pescara durante una sessione di lavoro.
Da sinistra: Mark Jaffe, Presidente della Camera di Commercio di New York con Nicola Di Mascio, Presidente del WTC Pescara-Chieti.
nel mese di dicembre e ha lo scopo di riunire tutti i membri per condividere insieme, in un clima prenatalizio suggestivo, esperienze e progetti futuri sotto il motto del Presidente e fondatore Guy Tozzoli: “Peace and Stability through trade”. Le sessioni di lavoro e le tavole rotonde hanno trattato di-
e Bruna Mocka del WTC Pescara hanno distribuito a tutti i delegati presenti una confezione natalizia contenente alcune delle eccellenze italiane: pasta e olio De Cecco, Caffe’ Lavazza e preziosi dolci della Pasticceria Nannini.
Il Presidente onorario del WTC Pescara
Gilberto Ferri
Laureato in giurisprudenza presso l’Università di Bologna, Gilberto Ferri, imprenditore pescarese, coltivava, da giovane, un sogno: diventare avvocato. E invece è diventato uno degli imprenditori più illuminati del territorio abruzzese. Portano la sua firma numerose infrastrutture: dal porto all’aeroporto, all’interporto e al porto turistico. Sempre alla sua lungimiranza e grande capacità di pensare globale, si deve la nascita del World Trade Center di Pescara. Oggi Gilberto Ferri, che il 17 febbraio scorso ha spento le 90 candeline, è un esempio di sa-
crificio, abnegazione, passione per molti suoi colleghi imprenditori. Il capitano di industria, pioniere dell’energia elettrica, è in attesa dell’uscita del suo libro autobiografico che racconta la sua storia. Una storia lunga un secolo. La famiglia Ferri ha, infatti, con l’Abruzzo un legame lungo e profondo. Cento anni fa, all’inizio del secolo scorso, un giovane studente, Ferdinando Ferri, approdò a Farindola con l’incarico di fare da supervisore alla costruzione di quella che probabilmente è stata la prima centrale idroelettrica abruzzese. Dalla produzione di energia alla distribuzione attraverso linee di media tensione, alla produzio-
ne di trasformatori e cabine di trasformazione, alla vendita di materiali elettrici per impianti interni, è stato un susseguirsi di iniziative da parte dell’eclettico Ferri. È nel 1945 che entrano in affari col papà, i figli Danilo, Rina e Gilberto e grazie a loro, comincia la strada della ricostruzione del territorio e dell’espansione di quella che nasce come officina e oggi è un’azienda con oltre 400 dipendenti. Ed è proprio grazie alla dedizione e alle capacità imprenditoriali di Gilberto Ferri che l’azienda progredisce: oggi il gruppo Ferri rappresenta una realtà storica tra le più importanti del centro Italia che si occupa di materiale elettrico, elettronica di consu-
mo, articoli per la casa, servizi amministrativi, finanziari, logistici e trasporti. L’attenzione all’innovazione, alla formazione del personale e soprattutto la responsabilità sociale d’impresa, hanno consentito lo sviluppo esponenziale dell’azienda che oggi conta 24 filiali in Abruzzo, Molise, Marche, Lazio, una in Brasile, 15 affiliati e l’ultima, in
provenienti dai diversi WTC nordamericani, quali WTC Denver, WTC Delaware, WTC Los Angeles, WTC Baltimora, WTC Miami, WTC Winsconsin, WTC Arkansas ecc. Le ricche sessioni di lavoro e le tavole rotonde hanno permesso ai delegati di conoscersi e di confrontarsi per migliorare i servizi dei wtc presso i quali operano. I Delegati hanno avuto modo di visitare i diversi ambienti del WTC San Diego per conoscere da vicino e vedere in azione un WTC di successo, quale è quello di San Diego.
corso di apertura, in India. Lo stesso Ferri nel corso di tutta la vita si è distinto come imprenditore impegnato nel sociale e per il suo contributo allo sviluppo del territorio. Consigliere della sede pescarese della Banca d’Italia, e fondatore del primo consorzio fidi in Abruzzo, Ferri è stato presidente della Camera di Commercio di Pescara dal 1979 al 1997. Presidente del comitato nazionale per l’innovazione tecnologica nell’Unioncamere, è stato ed è tuttora promotore di diverse iniziative nel settore dell’energia. Ferri ha lasciato un segno forte, indelebile sul territorio, è sempre stato attivo anche in Confindustria, con tante idee e progetti. La sua imprenditoria è sana, innovativa e lui ha il merito di aver creato occupazione, movimento economico e di essere stato uno tra i mecenati più generosi della città.
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LUIGI D'AMIC
O "PARRO
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