Librosolidale 2007/8

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Man


“E se non puoi la vita che desideri cerca almeno questo per quanto sta in te: non sciuparla�



Xmas Project

Xmas Project è il regalo che vogliamo farci a Natale. E che abbiamo scelto di farci per tutti i Natali. Ci siamo regalati un’idea, la speranza e il coraggio di farla diventare realtà. Le abbiamo dato un nome, Xmas Project, l’abbiamo fatta diventare Associazione, le abbiamo consegnato un compito da portare a termine; faremo un libro, diverso ogni anno. Tutti coloro che desiderano farsi questo regalo: sono loro il Xmas Project.

L’idea nasce dalla necessità di dare una soluzione a un vecchio disagio, a un bisogno che non aveva ancora trovato risposta: il disagio del regalo inutile, della forma che ha perso significato, del piacere di donare divenuto sterile. Tutti noi facciamo regali diversi, in occasione del Natale: regali colmi di affetto, regali innamorati, regali pazientemente cercati, regali che non potevamo non fare, regali riciclati, regali “socialmente corretti”, regali di rappresentanza, regali frettolosi. Mille regali. Tanti soldi. Un vecchio e trito discorso. Che si lega a un’altra, solita, considerazione: l’inimmaginabile divario fra il tanto che noi sprechiamo e il poco che altri non hanno. Xmas Project si sostituisce al regalo di Natale, diventa dono, si fa libro che propone un’idea e che contemporaneamente la realizza. Perché il libro racconta di se stesso, del progetto di aiuto che, con i suoi proventi, riesce a realizzare e raccoglie i volti, le frasi, i disegni, le speranze di tutti coloro che hanno contribuito ad esso. Puoi scegliere anche tu di regalare e regalarti il Xmas Project, è molto facile: basta credere in un progetto di solidarietà; scegliere all’interno della tua cerchia di parenti, amici, conoscenti, clienti i destinatari di questo dono; quindi acquistare le copie del Librosolidale, alla cui realizzazione hai partecipato con un tuo segno, e contribuire così alla realizzazione del progetto, da un lato finanziandolo, dall’altro diffondendolo.

Milano, settembre 2001


Anche il progetto di quest'anno è in linea con la tradizione. Costruire, organizzare e gestire una biblioteca a Man, nel cuore di un Paese tormentato dalla guerra civile come la Costa d'Avorio, all'interno di una delle rare e precarie strutture sanitarie pubbliche. Tutto questo costituisce già di per sé un'occasione di formazione, di cultura e di aggregazione che può rappresentare per la popolazione locale una piccola ma splendente luce capace di irradiare prospettiva e speranza a tante travagliate esistenze. Per comprendere appieno però la modernità, la potenzialità e anche il significato del progetto “Una biblioteca per l'ospedale di Man”, bisogna necessariamente ragionare su ciò che dalle più autorevoli fonti viene oggi definito come la più rilevante disuguaglianza tra le popolazioni ricche e povere del mondo: quella che riguarda il libero e potenziale accesso alle informazioni, alle conoscenze, alle nuove tecnologie. Il cosiddetto digital divide, alla lettera divario digitale. I primi a parlare di DD furono Al Gore e Bill Clinton, quando, all'inizio degli anni Novanta, intrapresero una politica di forte sviluppo e potenziamento dell'infrastruttura di Internet negli Stati Uniti. In quegli anni Internet esplode come fenomeno di massa e diventa sempre di più un mezzo di lavoro e di business: non essere connessi alla rete (o non avere gli strumenti cognitivi per farlo), significa quindi essere relegati ai margini della società. Con il passare del tempo queste tematiche cominciano ad essere sentite anche in altri paesi fino a raggiungere anche il sud del pianeta. Prende così forma l'ultimo dei tanti “divide" che riguardano purtroppo il cosiddetto “terzo mondo”: povertà, sfruttamento delle risorse ad opera di multinazionali, mancanza di energia elettrica, problemi politici, mancanza di istruzione, degrado, emergenze sanitarie. Il digital divide si aggiunge a questa parziale lista di ritardi e rischia di incrementare ulteriormente la forbice tra paesi sviluppati e non. Di sancire definitivamente la non possibilità di recupero economico di questi Paesi. In questo scenario, l'idea di costruire una biblioteca a Man, all'interno di un ospedale, con collegamento satellitare a banda larga, con l'accesso garantito ai principali siti di informazione scientifica e di scambio di informazioni e di esperienze medico sanitarie assume per il personale ospedaliero e per tutta la comunità che gravita intorno alla struttura un significato molto più ampio di un mero

Ringraziamo il Policlinico “San Matteo” di Pavia e l'Istituto Neurologico “Carlo Besta” di Milano per le suggestive immagini scientifiche che fanno quest'anno da sfondo ai vostri contributi. “Vorrei sapere...” è il tema con il quale vi siete confrontati e i risultati sono come sempre molto significativi e stimolanti. Buona lettura a tutti.

deux | trois

La filosofia del Xmas Project è stata fin dal primo anno quella di promuovere e finanziare, attraverso questo libro, progetti di solidarietà dalle caratteristiche stringenti: propositi semplici e chiari, tempi di realizzazione certi, budget ben definito. Questi criteri ci hanno portato negli anni a realizzare progetti molto concreti, come costruire dal nulla una scuola, dei pozzi, una casa accoglienza per ragazzi di strada, un reparto ospedaliero.

intervento culturale e una rilevanza potenzialmente illimitata. Da un punto di vista teorico, quella biblioteca, quelle costose infrastrutture tecnologiche che verranno impiantate, l'accesso all'illimitato scibile oggi disponibile in rete rappresentano una potenziale fonte di sviluppo e informazione di valore assoluto. Confidiamo quindi nella attenta e organizzata gestione operativa del progetto perché tale potenziale possa nel tempo esprimersi al massimo. Da un punto di vista pratico, invece, basta leggere le testimonianze di Mirco Nacoti, l'ideatore del progetto, e il suo drammatico racconto dell'esperienza all'ospedale di Man, insieme a Medici senza Frontiere, per capire come un libero accesso allo scambio di esperienze medico scientifiche possa essere un aiuto decisivo a chi ogni giorno combatte una drammatica lotta per la sopravvivenza.

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Natale 2007, Man - Costa D’Avorio

Per il settimo anno, Buon Natale!

Indice Progetto 2007: Una biblioteca per l’Ospedale di Man

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Il budget

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Noi, Xmas Project 2007

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I nostri progetti: Romania 2001, Niger 2002, Colombia 2003, Nepal 2004, Italia 2005, Etiopia 2006 88 Xmas Project 2008: segnalateci i vostri progetti

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Il progetto 2007

Gli occhi dei bimbi del Centro Nutrizionale Terapeutico sono grandi, disarmanti e imperscrutabili come l'universo. Li ruberò con una fotografia che rimirerò a Bergamo quando il mio mondo avvinghiato nelle mie miserie quotidiane mi apparirà stretto e ostile. Mirco Nacoti



Non si sa molto della storia della Costa d'Avorio nel periodo precedente l'arrivo delle navi europee. I primi contatti avvennero nel 1637, quando alcuni missionari francesi approdarono nei pressi di Assinie, vicino al confine con la Costa d'Oro (attuale Ghana). Il gruppo etnico principale vi giunse in epoca piuttosto recente, dalle zone limitrofe: il popolo Kru migrò dalla Liberia attorno al 1600; i Senoufo e i Lubi vi giunsero scendendo verso sud dal Burkina Faso e dal Mali. Bisogna aspettare il XVIII e XIX secolo perché vi giungesse anche il popolo Akan, inclusi i Baoulé, che emigrarono dal Ghana nell'area orientale del Paese, insieme ai Malinké, migrati nello stesso periodo dalla Guinea verso il nordovest della Costa d'Avorio. In confronto con il confinante Ghana, la Costa d'avorio non ha sofferto molto dal traffico di schiavi. Le navi dei mercanti di schiavi preferivano altre zone lungo la costa che offrivano approdi migliori.

La Francia si interessò alla C o s t a d ' Avo r i o i n t o r n o a l 1840, persuadendo i capi locali a dare il monopolio dei commerci lungo la costa ai mercanti francesi. Successivamente i francesi costruirono delle basi navali per tenere lontano gli altri mercanti e iniziarono la conquista dell'interno. L'occupazione fu ottenuta soltanto intorno al 1890 dopo una lunga guerra contro i Mandinka, originari per lo più del Gambia. La resistenza armata da parte dei Baoulé e di altri gruppi dell'est continuò fino al 1917. I francesi avevano un obiettivo prevalente: stimolare la produzione di generi per l'esportazion e. In b reve t e m p o fur o no avviate lungo la costa delle piantagioni per la produzione di caffè, cacao e olio di palma. La Costa d'Avorio divenne l'unico Paese dell'Africa occidentale con un’apprezzabile popolazione di “coloni”; altrove in Africa occidentale e centrale i francesi e gli inglesi erano essenzialmente dei burocrati. Di conseguenza, un terzo delle piantagioni di cacao, caffè e banane erano nelle mani di cittadini

Costa D’Avorio

francesi e un odiato sistema di lavoro forzato divenne la spina dorsale dell'economia. Félix Houphouët-Boigny, figlio di un capo Baoulé, era destinato a diventare l'artefice dell'indipendenza della Côte d'Ivoire. Nel 1944 fondò il primo sindacato agricolo dei coltivatori di cacao, come lui stesso era. Irritati dal fatto che la politica coloniale favoriva i proprietari di piantagioni francesi, essi si unirono per reclutare lavoratori migranti per le loro stesse aziende agricole. Houphouët-Boigny assunse in breve un ruolo di rilievo e in un anno venne eletto al Parlamento di Parigi. Un anno dopo la Francia aboliva il lavoro forzato. Col tempo Houphouët-Boigny divenne più amichevole nei confronti dei francesi e lasciò gradualmente cadere le rivendicazioni più radicali. La Francia lo ricompensò facendolo diventare il primo africano a diventare ministro in un governo europeo. Al momento dell’indipendenza della Costa d'Avorio nel 1960, il Paese era nettamente il più prospero dell'Africa occidentale francese.

La Costa d'Avorio è un Paese dell'Africa occidentale sud-sahariana. La zona occidentale è caratterizzata dalla presenza di scogli, baie e promontori rocciosi; quella orientale è percorsa da grandi e profonde lagune. L'entroterra è ricoperto da fitte foreste pluviali, dimora e rifugio di svariate specie di piante. Le foreste digradano rapidamente verso nord lasciando il posto a una vegetazione più rada, tipica delle savane. Gli unici rilievi presenti si trovano nelle regioni occidentali di Man e Odienné, tra cui spiccano i monti Nimba, alti più di 1.750 metri. Il clima è caldo e umido, equatoriale sulla costa meridionale, tropicale nel centro e arido nella parte settentrionale. Sono individuabili tre stagioni: da novembre a marzo il clima è caldo e secco, da aprile a maggio torrido e asciutto e da giugno a ottobre caldo e umido. I fiumi principali sono il Bandama, il Sassandra e il Comoé, nessuno dei quali navigabile poiché interrotti in più punti da rapide o soggetti a siccità durante la stagione secca. Si dovette attendere il 1950 perché venisse costruito il primo canale, nella laguna Ebrié, ad Abidjan.


del Paese. Oltre a caffè, cacao e olio di palma, lo stato produce ed esporta grandi quantità di banane e ananas (soprattutto nell'Unione europea), noci, canna da zucchero, cotone, sesamo, copra, arachidi e caucciù. Ma è anche produttore di manioca, riso, mais, miglio, patate dolci e sorgo, destinati soprattutto al consumo locale. Un altro settore di notevole rilevanza divenne, a partire dal 1977, quello manifatturiero, grazie soprattutto alla scoperta di giacimenti di petrolio al largo della costa. Il principale legname destinato all'esportazione è il mogano e, per quanto riguarda le estrazioni minerarie, bisogna segnalare la presenza di notevoli quantità di diamanti, manganese, nichel, bauxite e oro.

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Il suo mercato dipende sensibilmente dal settore agricolo; infatti quasi il 70% del popolo ivoriano è impiegato in qualche forma di attività agricola. Il Paese è inoltre il maggior produttore ed esportatore mondiale di caffè, semi di cacao e olio di palma. Per questo motivo l'economia è molto sensibile alle fluttuazioni dei prezzi internazionali di questi prodotti e alle condizioni meteorologiche.

Dall'indipendenza del 1960 fino ai primi anni Ottanta il Paese godette di un lungo periodo di notevole sviluppo economico, conquistandosi in tal modo un posto tra i Paesi in via di sviluppo a medio reddito. Negli anni successivi l'economia subì però un forte arresto a causa del crollo dei prezzi dei principali prodotti d'esportazione e subì ulteriori danni a causa della siccità che interessò il Paese. Fu inaugurato un programma di privatizzazione e il governo tentò, senza successo, di differenziare l'economia nazionale. Nonostante tutti questi sforzi, la Costa d'Avorio continuò a dipendere ancora in gran parte dall'agricoltura e dalle attività a essa collegate; tutt'oggi quelle stesse attività danno la voro a circa il 68% della popolazione

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La Costa d'Avorio possiede una delle economie più prospere dell'Africa, benché fragile poiché basata principalmente sull'esportazione di materie prime.

Dati e numeri Capitale: Yamoussoukro (300.000 abitanti). Il trasferimento degli uffici amministrativi da Abidjan (capitale fino al 1983) a Yamoussoukro non è ancora avvenuto. Abidjan resta ancora oggi la sede del governo e il principale centro politico ed economico del Paese. Suddivisione Amministrativa: 19 regioni, 58 dipartimenti. Popolazione: 18.013.409 ab. (stima 2007). Densità: 54 abitanti per km2. Superficie: 322.460 km2 (318.000 km2 terre; 4.460 km2 acque interne) Lingue: francese (lingua ufficiale). Esistono, inoltre, numerose lingue locali (circa 60), parlate soprattutto nelle zone rurali (Dioula, Baulé, Bété, Agni ecc.).

Gruppi etnici: Akan 38%, Mande 20%, Krou 16%, Voltaici 12%, altri 14%. Religione: dal 25 al 40% animista e religioni tradizionali, dal 35 al 40% musulmana, dal 20 al 30% protestante con una minoranza cattolica. Forma di governo: Repubblica presidenziale. Indipendenza: 7 Agosto 1960 dalla Francia. Ingresso O.N.U.: 20 Settembre 1960. Costituzione: 23 Luglio 2000. Moneta: Franco CFA (600 CFA = 1 euro). Tasso annuale di crescita: -1,9%. Rischi sanitari: febbre gialla, colera, malaria. Telefonia: la rete cellulare è attiva su quasi tutto il territorio ivoriano.


Storia recente: la guerra civile.

La Costa d'Avorio, ex colonia francese, conquistò l'indipendenza il 7 agosto 1960 e il 27 novembre dello stesso anno venne eletto presidente Felix Houphouët-Boigny, ex parlamentare ed ex ministro del governo francese. Houphouët-Boigny governò lo stato africano per sette mandati consecutivi rimanendo in carica sino alla sua morte, avvenuta nel dicembre 1993. Durante questo lungo periodo resse in maniera efficace le sorti del suo Paese, portandolo ad un invidiabile sviluppo economico. Boigny ottenne buoni risultati economici soprattutto grazie al gran numero di francesi rimasti nell’ex colonia, anche se alcune sue iniziative procurano danni all'economia e all'immagine del Paese come, per esempio, la deforestazione sistematica e la costruzione di un’enorme basilica nel suo paese natale Yamoussoukro (seconda per dimensioni solo a San Pietro) che provocò l'indignazione del Papa. Ma l'errore più grande commesso da Houphouët-Boigny fu quel lo di non riuscire a scegliersi un successore. Resosi conto della stagnazione politica a cui si avviava il Paese, nel 1990 tentò di aprire la scena politica ivoriana al multipartitismo. Purtroppo tale apertura rappresentò uno degli elementi dirompenti della situazione interna poiché, invece di portare il Paese verso la democrazia, fu all'origine di frequenti lotte di potere.

Il 24 dicembre 1999 un ammutinamento dei militari si trasformò in colpo di stato e minacciò di far precipitare il Paese in una guerra a sfondo etnico. In quell'occasione il generale Robert Guei depose il presidente Konan Bedie. Alla fine di ottobre del 2000 Laurent Gbagbo venne eletto presidente con ele-

zioni regolari e promise di portare la pace nel Paese; ma l'insurrezione del settembre 2002 gelò ogni speranza.

La ribellione ebbe inizio il 19 settembre 2002, con lo scoppio di violenti combattimenti nella capitale commerciale Abidjan, a cui fecero seguito le uccisioni di alcuni responsabili della sicurezza, del ministro dell'Interno, della Famiglia, di quello della Difesa e del comandante militare della città di Bouaké, anch'essa teatro di scontri tra l'esercito governativo e i rivoltosi. All'origine di questi drammatici eventi ci furono lo scontento di una parte delle Forze armate nazionali e le ambizioni di rivalsa dei protagonisti del precedente tentativo di golpe, oggi esiliati. Dopo tre settimane di scontri e di tentativi di mediazione falliti, i ribelli del Movimento patriottico della Costa d'Avorio (MPCI) mantenevano il controllo di buona parte del Nord del Paese, compresa l'importante città di Bouakè che diventa la roccaforte delle forze non governative. Secondo gli osservatori presenti, i rivoltosi possono contare su un certo appoggio da parte della popolazione locale del Nord, in maggioranza musulmana (al Sud invece la religione più diffusa è il cristianesimo). Il presidente Laurent Gbagbo ha accusato il vicino Burkina Faso di essere coinvolto nell'organizzazione del tentativo di golpe ma nulla conferma la fondatezza di queste accuse. Dal canto suo il Burkina Faso, come il Mali, rimprovera alla Costa d'Avorio di avere espulso e perseguitato migliaia di suoi cittadini immigrati. Oltre che dalla debolezza istituzionale del presidente Laurent Gbagbo, la rivolta potrebbe essere giustificata con la crisi politica, economica e di identità che da quattro anni interessa la Costa d'Avorio. Il Paese è il pri-


Tutto il 2003 si caratterizza per le tensioni tra il governo e la coalizione delle forze di opposizione. Nel marzo 2004 una manifestazione organizzata dalle forze di opposizione ad Abidjan per protestare contro la mancata applicazione da parte di Gbagbo degli accordi di pace di Marcoussis, degenera molto presto nel sangue e nei sobborghi di Koumassi e Abobo gli scontri tra polizia e manifestanti causano un numero imprecisato di morti: 37 secondo le forze di sicurezza, più di 500 secondo l'opposizione. 27 dei 41 membri dell'esecutivo abbandonano la capitale per protesta. Le forze di opposizione chiedono alla comunità internazionale la creazione di un Tribunale penale per i crimini commessi in Costa d'Avorio dall'ottobre 2000, da quando cioè Laurent Gbagbo si insediò alla presidenza. L'ONU risponde con la creazione di una commissione d'inchiesta che faccia luce sui fatti del 25 marzo e con l'invio di un contingente (ONUCI) di circa 6.240 Caschi Blu nel Paese, che incorporeranno anche i 1.300 Berretti Verdi africani già operanti sul territorio. Oltre alla forza dell'ONU rimarranno in Costa d'Avorio anche i 4.000 soldati francesi. Il compito di questo contingente è di controllare la fascia di sicurezza, quella che divide il Nord del Paese controllato dai ribelli dal Sud, che va dal confine con la Liberia a quello col Ghana e che in alcuni tratti è ampia fino a 100 km. Nel luglio 2004 i lavori di Accra III, presenziati da ben 12 capi di stato africani e dal segretario

generale dell'ONU Kofi Annan, fissano 3 punti chiave per la ripresa del dialogo e del processo di transizione: la modifica dell'articolo 35 della Costituzione, che fissa i criteri di “pura ivorianità" su cui si basano i diritti di cittadinanza; l'effettivo trasferimento di numerosi poteri dal presidente Gbagbo al primo ministro Seydou Diarra; il disarmo di tutti i gruppi ribelli e paramilitari, che dovrà cominciare entro il 15 ottobre 2004.

La situazione continua tuttavia a degradarsi e le ostilità riprendono nel novembre 2004, quan do le FANCI decidono di riprendersi il Nord del Paese e iniziano a bombardare la città di Bouaké in preparazione di un'offensiva ad ampio raggio. Il bombardamento di una base militare francese a Bouaké provoca la risposta dei militari francesi che distruggono la forza d'aviazione dell'armata ivoriana interrompendone di fatto l'offensiva militare. Qualche ora più tardi scoppia ad Abidjan un moto di ribellione feroce contro gli stranieri e l'armata francese. Quest'ultima evacua 8500 stranieri, per la maggior parte francesi, verso l'Europa. Al nuovo summit, svoltosi a Pretoria nell'aprile 2005, si incontrano cinque tra i principali at tori della crisi politicomilitare in Costa d'Avorio: il presidente Laurent Gbagbo, i due leader dell'opposizione politica Henri Konan Bédié e Alassane Ouattara, il premier Seydou Diarra e il leader degli ex-ribelli delle FN Guillaume Soro. A fare da me diatore il capo di stato sudafricano Thabo Mbeki, che apparentemente riesce in un'impresa quasi impossibile: far giungere ad un accordo, seppur parziale, le varie parti del processo di pace ivoriano, ormai ai ferri corti da diversi mesi. L'accordo di Pretoria avrebbe risolto quasi tutti i

nodi del processo di pace ivoriano tranne quello (fondamentale) dei criteri per le candidature alle prossime elezioni presidenziali che dovrebbero tenersi a ottobre. Per quanto riguarda il disarmo dei ribelli è previsto infatti un incontro, fissato per il 14 aprile a Bouakè, tra rappresentanti delle FN e dell'esercito ivoriano per dare il via al programma. Per il disarmo delle mi lizie pro-Gbagbo attive ad Abidjan e nell'ovest del Paese invece Pretoria stabilisce solo che avvenga “il prima possibile". A maggio 2005 viene raggiunto l'accordo sul disarmo e la reintegrazione dei ribelli delle FN (Forces Nouvelles) e delle milizie pro-Gbagbo. Il processo del disarmo viene minato e rallentato dai continui scontri etnici tra le varie etnie che popolano la zona, scontri che nella parte occidentale del Paese si legano anche allo sfruttamento delle piantagioni di cacao, la principale risorsa economica del Paese; le elezioni previste per ottobre vengono rimandate con il consenso ONU all'autunno 2007.

Il 4 marzo 2007 è stata firmata la pace tra i due nemici. L'accordo è stato raggiunto intorno ai due punti chiave del disarmo e dell'identificazione. Per il primo, la forza d'interposizione ONUCI dovrebbe essere sostituita da un'altra internazionale. Il secondo riguarda il riconoscimento della cittadinanza di milioni di ivoriani che sono considerati ribelli espulsi e non hanno neppure i documenti. L'accordo tra i due contendenti prevede l'assunzione del ruolo di capo del governo per Soro. Restano tuttora insoluti i dubbi sulla possibilità di tenere presto le elezioni presidenziali già rinviate due volte e alle quali le opposizioni non avevano potuto presentare candidati.

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tembre 2003, Gbagbo designa René Amani e Martin Bléou per occupare rispettivamente i due posti. Questa nomina provoca le dure contestazioni del MPCI che decide di sospendere la sua partecipazione al governo e si ritira a Bouaké.

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mo produttore mondiale di cacao, ma la caduta dei prezzi di questo prodotto lo ha fortemente colpito. Non ha grossi giacimenti di petrolio ma occupa una posizione strategica di fronte al golfo di Guinea, i cui giacimenti offshore rappresentano una fonte prioritaria di approvvigionamento per gli Stati Uniti. L'industria petrolifera non ha però finora inciso significativamente sulla bilancia commerciale della Costa d'Avorio, così dal 1999 l'economia del “Paese del cacao" è in recessione. Le ricette economiche consigliate dalla Banca Mondiale e dal Fondo Monetario Internazionale non hanno fatto altro che aggravare l'indebitamento estero del Paese. Il presidente Gbagbo ha condotto una durissima repressione della rivolta, peraltro con esiti incerti. Tutti i tentativi di mediazione operati dai diplomatici della comunità economica degli stati dell'Africa dell'Ovest (CEDEAO) sono falliti. Dopo il tentato golpe, la Costa d'Avorio resta divisa in due: la zona sud controllata dalla forze governative, la zona nord dalle forze non governative. Il 24 gennaio 2003, sotto l'egida della Francia, il governo del presidente Gbagbo e il movimento della ribellione (rappresentato in maggioranza dal MPCI-Movimento patriottico della Costa d'Avorio) firmano gli accordi di Marcoussis che offrono nove incarichi ministeriali agli oppositori e l'incarico di primo ministro a Seydou Diarra. Dopo questi accordi, giungono sul territorio ivoriano le truppe della CEDEAO con il compito di mantenere la pace. Nel luglio 2003 le forze armate regolari (FANCI) e le forces nouvelles (FN, altrimenti detti exribelli) annunciano la fine della guerra. La situazione politica continua però a restare instabile in quanto le due parti in conflitto non riescono ad accordarsi sulla nomina dei ministri della Difesa e dell'Interno. Il 12 set-


“Secondo te l'Africa è molto lontana?”, chiede un bambino a un amico.


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“No, non molto” risponde l’altro. “Ma sei sicuro?” “Certo. Io ho un compagno di classe africano: ha detto che viene dalla Costa d’Avorio e tutte le mattine arriva a scuola in bicicletta!”


La Costa d'Avorio ha subito quattro anni di guerra civile che hanno diviso il Paese in due, con il governo che controllava il Sud e le Forces Nouvelles di opposizione il Nord. La linea del cessate il fuoco che inizialmente separava le parti belligeranti era diventata una “zona di confidenza”, (nella “zona di confidenza”, è proibito l'uso di armi da fuoco tranne i fucili da caccia) una zona cuscinetto pattugliata dalle forze di pace dell'ONU e da quelle francesi, denominate Licorne. Nella Costa d'Avorio occidentale l'interno e i dintorni della zona di fiducia erano diventati l'epicentro del conflitto, in cui erano e sono in gioco vari interessi, politici, etnici ed economici. Le forze del Nord e quelle del Sud si fronteggiavano attraverso la zona cuscinetto mentre interessi economici e conflitti per il possesso delle terre, legati alla produzione del cacao, si mescolavano alle tensioni tra le diverse etnie. Nella “zona di confidenza”, il perdurare del conflitto ha esposto la popolazione ad atti di violenza e a reiterati sfollamenti a breve termine con pesanti conseguenze sulla salute della popolazione. All'interno e nei dintorni della “zona di confidenza” MSF è intervenuta con progetti negli ospedali di Bangolo e Man, con il centro sanitario di Kouibly e, nelle aree più remote, con cinque postazioni sanitarie servite settimanalmente da cliniche mobili (Blenimehouin, Piebly, Pombly, Kahen, Tontigouiné). Lavorando con la popolazione all'interno e nei dintorni della “zona di confidenza” dal 2003, MSF ha potuto verificare le continue violenze cui vengono

sottoposti i civili. I nostri team sono stati testimoni dei ripetuti attacchi ai villaggi, delle violenze sessuali, dello sfollamento a breve termine ai danni della popolazione e del conseguente deterioramento dell'agricoltura e delle infrastrutture mediche. Questi avvenimenti, che si protraggono dal 2002 anche se non in modo continuativo, sono la norma nella parte occidentale del Paese e non ricevono attenzione da parte della comunità internazionale maggiormente interessata agli sviluppi politici globali. Tuttavia l'instabilità e la violenza restano e costituiscono una realtà quotidiana innegabile con gravi ripercussioni sulla salute fisica e mentale della popolazione e sulla capacità di quest'ultima di accedere a cure mediche indispensabili. Dal 2002, anno in cui è iniziata la guerra, il conflitto in Costa d'Avorio è stato caratterizzato da reiterati attacchi alle città e da episodi minori di violenza e di brigantaggio. Data l'atmosfera di paura e di instabilità generale, la reazione della popolazione di fronte alle violenze o anche solo alle voci di possibili attacchi è la fuga. All'interno e nei dintorni della “zona di confidenza” la popolazione è alla mercé di atti di violenza improvvisi da parte di persone non facilmente identificabili, potrebbero essere combattenti, banditi o aggressori di altro genere. Tuttavia qualsiasi aggressione o incidente ha ripercussioni sulla popolazione perché causa sfollamento, smembramento dei nuclei familiari, perdita di beni e traumi fisici e psicologici. Gli esempi riscontrati dallo staff di MSF nei nostri centri sanitari all'interno della “zona di confidenza” suggeriscono che il clima generale di instabilità ostacola l'accesso all'assistenza sanitaria per le vittime di violenze legate alla guerra o private e che anche i pazienti

con ferite gravi ricevono le cure con giorni di ritardo. La popolazione ha paura e ciò ostacola la libertà di movimento e quindi anche la ricerca di assistenza medica. Dopo un attacco nella regione, lo staff di MSF di Bangolo ha verificato che i pazienti con ferite da arma da fuoco arrivavano all'ospedale anche sei giorni dopo essere stati colpiti. Nel corso della nostra attività nella “zona di confidenza”, le nostre strutture sanitarie hanno curato in continuazione traumi violenti legati al conflitto in corso e al clima di instabilità. Nel 2006 le strutture di MSF presenti all'interno della “zona di confidenza” (Bangolo, Kouibly e le cliniche mobili) hanno trattato poco meno di 500 casi di traumi violenti, tra cui ferite da coltello e da machete (150), ferite da arma da fuoco (79), ustioni volontarie (59) e percosse (204). Nel 2006 i 492 casi di pazienti che hanno riferito di essere stati vittime di traumi violenti costituiscono oltre un quarto delle visite per traumi fisici effettuate da MSF nel progetto di Bangolo (25.2%, 492/1952). A seguito dei gravi incidenti legati al clima di instabilità, la percentuale di traumi violenti tra le visite traumatologiche è passata dal 14.3% (14/98) di novembre al 32.2% (49/152) registrato a giugno, tuttavia l'incidenza totale dei traumi resta notevolmente elevata. Inoltre, in seguito al forte clima di tensione presente nella regione, lo staff medico di MSF ha potuto verificare che molti pazienti riferiscono di essersi feriti in modo accidentale e di non essere stati vittime di atti di violenza. Ciò avviene con una frequenza tale da far sospettare che tra le otre 600 ferite “accidentali” da arma da taglio e da machete trattate nello stesso periodo vi possano essere anche quelle causate da atti di violenza.

Quando la violenza esplode improvvisa, la popolazione abbandona i villaggi cercando rifugio nelle città più grandi o nel bush. Lo schema degli attacchi e dei contrattacchi provoca ripetuti sfollamenti della popolazione di breve durata, dai pochi giorni ad alcuni mesi, durante i quali le famiglie perdono i loro beni, abbandonano i campi e quindi sono maggiormente esposte a malnutrizione e malattie. Tuttavia lo sfollamento non si limita a questi brevi episodi di fuga verso il bush dopo i quali la gente torna a casa. Non più tardi del luglio 2006, il team di MSF ha stimato che nella sola Bangolo si siano insediati tra i 6mila e i 7mila sfollati ospitati da famiglie o nei rifugi locali. Il continuo processo di sfollamento della popolazione non produce solo un senso generale di insicurezza ma si ripercuote anche sulla salute della popolazione, che arriva a soffrire di malnutrizione, in un Paese di per sé fertile. La malnutrizione nasce da una serie di fattori tra cui errate abitudini alimentari, malattie e la guerra, che ha lasciato orfani e capofamiglia donne. Ma la malnutrizione è spesso aggravata, se non provocata, dai continui sfollamenti. Il clima di instabilità ha ripercussioni sull'assistenza sanitaria e sulla capacità delle popolazioni di accedere alle strutture sanitarie. L'assenza di sicurezza ha in qualche caso ostacolato gli operatori umanitari nella loro azione di soccorso verso le popolazioni sparse qua e là. Al contempo le famiglie che si trovano in uno stato di grande vulnerabilità possono non essere in grado di accedere all'assistenza sanitaria fino al cessare degli atti di violenza; anche la grande diffusione del banditismo sulle strade impedisce alla popolazione di accedere alle cure mediche necessarie.


Che cos'è la guerra civile.

Alcuni dati statistici ne presentano la situazione di emergenza (dal RAPPORTO UNICEF “La condizione dell'infanzia del mondo 2007”)

1. Mortalità infantile entro il 1° anno di vita: 118 ogni mille nascite. 2. Mortalità infantile entro il 5° anno di vita: 195 ogni mille nati vivi. 3. Tasso netto iscrizione scuola primaria: 50% femmine, 62% maschi. 4. Tasso di alfabetismo fra gli adulti: 39% femmine, 61% maschi. 5. Speranza di vita alla nascita: 46 anni. 6. Prodotto nazionale lordo pro capite: 840 dollari USA. 7. Crescita annua della ricchezza nazionale (PIL) - 1990-2005: 0,5 %. 8. Accesso acqua potabile: 84% delle popolazione (74% nelle aree rurali). 9. Accesso servizi igienici: 37% della popolazione (29% nelle aree rurali). 10. Prevalenza stimata di HIV prima della guerra: 10%. 11. Prevalenza stimata di HIV dopo la guerra 15%.

Da un rapporto di MSF

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La guerra civile ha dissestato la struttura economica e sociale della Costa d'Avorio, ha diviso in due il Paese e reso precarie le comunicazioni e ogni forma di scambio e accrescimento culturale, in particolare nella parte Nord controllata dai ribelli. La regolare frequenza scolastica è stata bloccata soprattutto nella zona Nord e Ovest del Paese; l'accesso alle cure sanitarie è diminuito per la distruzione di numerosi ospedali e per la difficoltà di approvvigionamento dei medicinali necessari. Attualmente le strutture sanitarie private ad Abidjan sono di buon livello anche se molto costose. Le strutture pubbliche rimangono carenti soprattutto nelle zone interne del Paese. Le malattie diffuse a livello endemico sono molte: la malaria è estesa su tutto il territorio e in alcuni casi è particolarmente grave e resistente alla clorochina; soprattutto nelle zone rurali sono diffuse colera, tifo, tubercolosi. La Costa d'Avorio detiene oggi il triste primato del più alto tasso di malati affetti da HIV nell'Africa occidentale, diffusissimo tra i giovani e negli ambienti urbani. La condizione dell'infanzia è fortemente peggiorata.

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Dopo la guerra


“MSF-B Man" <msfb-man-sat@msf.be>

19/04/2004 21.28 To: <gianfranco.demaio@rome.msf.org> cc: “Loris DEFILIPPI" <loris.defilippi@rome.msf.org>

Subject: Cercasi adepti Ciao, sono Mirco, Costa D'Avorio Mission. Innanzitutto grazie per il pacco natalizio con le mie riviste preferite, davvero splendido! Raccontare tre mesi in una lettera, per un primino, è alquanto arduo e allora vi parlerò della mia proposta. La situazione è sempre alfa prèmiere senza particolari scontri, sebbene sempre precaria e incerta considerati poi gli ultimi eventi sanguinolenti di Abidjan. Lavorare presso il CHR di MAN offre frustrazioni quotidiane ed enormi prospettive. Idee ed energie individuali spesso si confrontano con le proprie stanchezze e gli standard MSF. L'impressione è che spesso l'o-

spedale venga gestito come una clinique mobile, senza attese di futuro più lontane di domani. Ma un ospedale, seppur africano, necessita di attenzioni minuziose e dettagliate, altrimenti la qualità delle cure non può evolvere. La carenza di mezzi viene sovente confusa e mescolata con la carenza di metodologia e approccio scientifico, che non devono conoscere discriminazioni territoriali. A mio avviso a Man i mezzi sono adeguati al contesto, ma l'approccio ai problemi e la metodologia per risolverli sono spesso trascurati in giustificazione di una supposta impossibilità a progettare in Africa e un’ingenua situazione di urgenza (che per altro non è). E ciò a mio parere è inaccettabile, perché la ricerca continua di competenza

e di qualità sono presupposti etici essenziali all'azione medica. Quaggiù mi occupo della sala d'urgenza, circa 1000 ammissioni al mese, e delle consultazioni esterne, circa 5000 ogni mese tra bimbi e adulti. L'urgenza è il mio pane quotidiano da anni; triage, formazione, metodologia sono le mie fissazioni. In Italia e qui; non vi può essere differenza. Mi sento a mio agio e felice di aver atteso lungamente, talvolta con fatica, questo viaggio. La mia esperienza europea mi ha permesso di essere incisivo da subito non dovendo fare apprendistato, come spesso accade – ahimè – nell'umanitario mondo in genere e anche in MSF, sugli sventurati di turno. Da subito nei miei incontri e discussioni formative con il mio

personale è emersa viva e trepidante la sete di conoscere e di collegarsi al mondo. Personale locale, sovente medico, tendente alla frustrazione per assenza di confronto scientifico. Un medico che non si confronta, che non si rinnova è un flaccido spettro. Ho messo a disposizione il mio PC e in qualche mese qualcuno ha già raggiunto un buon livello. Quale futuro per CHR MAN quando MSF se ne andrà?

Mi si insinua l'idea biblioteca. Contatto amici bergamaschi italiani. Trovano PC, libri e cultura, soldi per inviarli, pezzi interi di Paesi che si mobilitano per questa idea di un futuro, tornei sportivi organizzati in funzione


di. Una enorme contaminazione. La mia presenza qui ha valore a mio avviso soprattutto se il mio mondo riesce a farsi contaminare un poco dalla visione del mondo che MSF propone. Quale occasione migliore di un’azione concreta di terreno? Propongo ai miei vari coordinatori di avallare il progetto (soltanto avallare, tutto il resto è già in fieri). Le ritrosie e le opposizioni sono le più svariate e bizzarre. Non è standard MSF, quando MSF partirà che ne sarà della biblioteca, ci sono cose ben più urgenti, non accettiamo nul la dall'esterno, non siamo un’agenzia che fa elemosina, ma medicina. La verità è che i miei coordinatori sono persone assai valide e motivate, ma non hanno alcuna idea di come un ospedale debba funzionare, indi-

pendentemente dal luogo, non avendo uno standard di riferimento. E un ospedale che non offre possibilità di confronto e cultura è il cimitero delle menti. Insisterò sino alla fine, senza tregua; al momento ho già ottenuto la possibilità di utilizzare una sala per gli incontri. Libri veri giungeranno finalmente da Bruxelles; un ospedale – ospedale ripeto – e non clinique mobile, non può offrire ai suoi medici solamente le guide MSF. È un’assurda pretesa di supponente onniscienza. Coinvolgerò le persone con cui lavoro per continuare a costruire questo piccolo ma denso angolo di futuro. La mia gente bergamasca sarebbe strafelice di contattarvi ed essere supportata idealmente, solo idealmente. Nonostante tutto, l'esperienza è unica, grazie a MSF.

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per biblioteca... ATTESTATO - DONAZIONE DI UNA BIBLIOTECA Io sottoscritto Dr. Mirco Nacoti, anestesista e rianimatore di nazionalità italiana, attesto, in piena libertà, di aver fatto dono di una biblioteca medico sociale al collettivo (Garante della squadra dei formatori): TAI KEI BERNARD (pediatra) Presidente; MR MOH CEDE (infermiere, capo sala chirurgia) Vicepresidente; MR LAINE MAMADOU (infermiere, capo sala pediatria) Logistica e Relazioni Esterne; Mr MALA EDMOND (infermiere, capo visite pediatriche) Tesoreria. In ricordo degli eccellenti rapporti di amicizia e fratellanza nonché di una franca collaborazione che hanno animato il mio soggiorno presso il CHR di MAN in veste di medico a contratto espatriato presso Medici senza Frontiere (Belgio), questo dono possiede un carattere strettamente privato e personale e permetterà a questo collettivo (comitato di amministrazione), beneficiario della biblioteca, di promuovere le scienze mediche e sociali nel dipartimento di Man, nella regione delle montagne (a ovest della Costa d'Avorio) e permetterà a questo collettivo (comitato di amministrazione), Di beneficiare di questa biblioteca per promuovere le scienze mediche ecc. Si produce codesta attestazione per sottolineare il carattere strettamente privato di un dono che si vuole collante dei legami di amicizia e fratellanza che sono stati stretti durante tutta la durata del nostro soggiorno. Attendendo il momento di potere dare completezza a questa scrittura con documenti legali e vincolanti, forniamo la presente attestazione per gli usi consentiti dalla legge. MAN, 29 giugno 2004, il donatore


Il perché e il percome dell'ICT nei Paesi a risorse limitate Il termine ICT significa tecnologie dell'informazione e della comunicazione. Nel mondo 980 milioni di persone vivono in condizioni di estrema povertà, con meno di un dollaro al giorno, senza possibilità di avere acqua, istruzione, medicine. L'Africa sub-sahariana continua a mantenere il triste primato con un numero di poveri che supera i 300 milioni. Secondo una stima della Banca Mondiale, se continua l'andamento attuale, entro il 2015 la povertà diminuirà solo del 10%, ben lontano dal primo degli Obiettivi del Millennio, e cioè il dimezzamento della povertà nel mondo entro il 2015. In questo contesto come le tecnologie della comunicazione e della formazione possono aiutare lo sviluppo e uno sviluppo sostenibile? In questo contesto l'ICT non è un bene di lusso? I fondi per lo sviluppo non potreb bero essere indirizzati verso necessità più primarie?

Potremmo forse partire da una frase del Presidente del Rwanda “La nostra scelta non può essere tra i vaccini anti-retrovirali e l'ICT per lo sviluppo; o tra la penicillina e il Pentium. La sfida per noi, nei Paesi in via di sviluppo, è come applicare al meglio l'ICT per avere più possibilità nella nostra lotta contro la povertà, le malattie e l'analfabetismo, la mancanza di informazione e di lavoro specializzato.” Paul Kagame, Presidente Rwanda, WSIS - 10 dicembre 2003.

ICT come abilitatore. La rivoluzione dell'informazione rappresenta un’opportunità per lo sviluppo: il Summit Mondiale sulla Società dell'Informazione (WSIS) ha riconosciuto che le ICT giocano un ruolo chiave come “abilitatori” per uno sviluppo sostenibile e per la riduzione della povertà in vista del raggiungimento degli Obiettivi del Millennio. Il dibattito sulle ICT ha spostato il proprio focus dai temi prevalentemente tecnologici verso l'enfatizzazione della dimensio-

ne umana e di sviluppo. Allo stesso tempo sta aumentando il consenso tra gli attori coinvolti sul fatto che le ICT non dovrebbero essere viste solo in termini del loro potenziale economico, ma come una piattaforma che “abilita” la costruzione di una equa società dell'informazione globale per raggiungere obiettivi di sviluppo individuali e collettivi. Le ICT hanno la possibilità di dare uno specifico contributo per lo sviluppo in settori come la salute o l'educazione. Per esempio, l'utilizzo di Internet ci offre una concreta possibilità di ridurre l'isolamento causato dalla posizione geografica o dalla situazione socioeconomica. Vi propongo una breve panoramica dei settori in cui lo sviluppo dell'ITC può agire come motore per lo sviluppo: • Educazione: facilita, e in molti casi rende possibile, l'accesso a informazioni altrimenti inaccessibili (per esempio Wikipedia contiene 8 milioni di articoli in 253 lingue – sarebbe come avere in casa un’enciclopedia di 30.000 volumi). Numerosissime le applicazioni: la for-

mazione a distanza dei docenti, al contatto diretto con culture diverse attraverso iniziative di educazione informale. • Telemedicina: consente iniziative come la formazione degli operatori sanitari, l'accesso alle pubblicazioni scientifiche, le collaborazioni tra ospedali sia per second opinion, che come supporto di diagnostica remota. • Riduzione della povertà: facilita in modo efficiente, scalabile, sostenibile e diffuso la distribuzione di beni, servizi e informazioni tra persone, i governi e le aziende. • Diffusione delle iniziative: può facilitare la diffusione degli investimenti e delle iniziative di sviluppo, sia in termini di pianificazione, implementazione e monitoraggio, sia in termini di allargamento dell'accessibilità ai servizi. • Partecipazione della società civile: può facilitare il coinvolgimento strategico nel dibattito e nella formulazione di politiche pubbliche di un vasto numero di attori, dai movimenti sociali agli imprenditori locali, società civile e ricercatori, analisti politici e giornalisti, studenti e insegnanti.


Act Now Alliance Act Now Alliance nasce con l'intento di contribuire a far sì che tutti possano trarre beneficio dalle opportunità che l'ICT offre. L'idea nasce dall'esperienza di collaborazione maturata nell'ambito del progetto MediaSpace con ESA, Alcatel Alenia Space e i relativi contatti avuti con UNESCO e ITU, per l'utilizzo di applicazioni ICT via satellite da parte di organizzazioni no profit a diffusione internazionale. Act Now Alliance è una Alliance di associazioni no profit e di altre componenti della società civile interessate a collaborare nell'utilizzo di strumenti ICT per lo sviluppo delle proprie mission in linea con gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio in un’ottica di pace, dialogo e di fraternità universale. • Mission L'Alliance si propone come strumento di partnership tra le associazioni che vi aderiscono e le agenzie governative e il settore privato per favorire e aumentare l'accesso e l'utilizzo dei servizi digitali come mezzo di sviluppo sociale. • Obiettivi Favorire e aumentare la cooperazione tra le componenti della società civile per creare nuove opportunità, attraverso lo sviluppo e l'utilizzo di reti e servizi digitali.

• Progetti operativi 1. Associare le richieste/necessità/progetti. 2. Creare una cooperazione dinamica tra organizzazioni. 3. Creare una cooperazione dinamica con il settore privato. Attualmente aderiscono ad Act Now Alliance 26 ONG, di varie provenienze culturali e ambiti di azione. Stiamo partendo lentamente cercando di capire dalle circostanze quale strada fare e sopratutto cercando il maggior coinvolgimento possibile delle ONG del sud del mondo. E questo richiede tempo e pazienza. In concreto stiamo lavorando a due progetti sull'Africa subsahariana in collaborazione con ESA e ASI e con altri partner, tra cui quello della biblioteca per l'ospedale di Man. L'aspetto qualificante di queste azioni ci sembra soprattutto il fatto che questi progetti coinvolgono più ONG che lavorano nel territorio di intervento. Questi progetti prevedono l'installazione di stazioni satellitari DVB-RCS che permetteranno un accesso a Internet di qualità che verrà distribuito tramite WiFi e con il quale poter permettere l'accesso alle pubblicazioni scientifiche e la formazione a distanza. Come osservato da Vera Araujo nel corso del primo workshop di ActNow: “In questi ultimi dieci anni, la crescita della società civile è stata straordinariamente efficiente. Quello che ancora fa

difetto è la capacità di tutte queste associazioni di arrivare ad assumere nei confronti delle grandi sfide che la società globale pone una voce unitaria. Vuol dire di proporre delle cose che vanno nella stessa direzione, che riescono a incidere sulle grandi agenzie internazionali, sui governi nazionali”. Nel dicembre 2003 i capi di Stato si sono impegnati a “costruire una Società dell'Informazione che sia incentrata sulla persona, inclusiva e orientata allo sviluppo, nella quale ognuno possa creare, accedere, utilizzare e condividere informazioni e conoscenza, ponendo le condizioni affinché gli individui, le comunità e i popoli possano sfruttare appieno le proprie potenzialità nel favorire il loro sviluppo sostenibile e nel migliorare la loro qualità di vita”. Vorremmo collaborare per far sì che questa prospettiva non rimanga sulla carta e che le tecnologie diventino realmente strumenti per realizzare un mondo più unito. Cesare Borin Ingegnere elettronico Movimento dei Focolari/Act Now Alliance

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• Buon governo: migliorando da una parte l'efficienza, la trasparenza, la responsabilità e la partecipazione e dall'altra fornendo strumenti per il monitoraggio del territorio, la prevenzione e la risposta alle calamità naturali. • Efficacia: ICT può aiutare ad aumentare l'efficacia degli aiuti facilitando il coordinamento dei vari attori coinvolti e la condivisione di informazioni e conoscenze. Il potenziale positivo delle ICT non si esprime in modo automatico. Le ICT hanno bisogno di essere decisamente allineate e ancorate ad ampie strategie di sviluppo e di riduzione della povertà. Il punto di partenza per ogni discussione politica sul ruolo delle ICT per lo sviluppo deve essere su come esse contribuiranno all'ampio fine della riduzione della povertà e di uno sviluppo sostenibile e non semplicemente su quanto aumenterà l'accesso alle ICT stesse. È necessaria una maggior sensibilizzazione e la costruzione di un maggiore bagaglio di esperienze e di prove che aiutino a comprendere meglio e predire l'impatto e il potenziale delle ICT nel processo di sviluppo. Solo combinando tutti gli attori interessati (gli stakeholder) – i governi dei Paesi in via di sviluppo e di quelli sviluppati, il settore privato, la società civile e le organizzazioni internazionali – in un’ampia rete globale, le ICT potranno esprimere il loro pieno potenziale per lo sviluppo.

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Durante il Vertice del Millennio nel settembre 2000, 189 capi di Stato hanno adottato all'unanimità gli 8 “Obiettivi di Sviluppo del Millennio", “Millenium Development Goal” (www.developmentgoals.org): 1. Sradicare la povertà estrema e la fame; 2. Raggiungere l'educazione primaria universale; 3. Promuovere l'eguaglianza fra i sessi e le opportunità delle donne; 4. Ridurre la mortalità infantile; 5. Migliorare la salute materna; 6. Combattere l'AIDS, la malaria e le altre malattie infettive; 7. Assicurare la sostenibilità ambientale; 8. Sviluppare la partnership globale per lo sviluppo.


La storia di Sguazzi

Sguazzi nasce per volontà di un gruppo di amici che, per diversi anni, condividono esperienze di natura differente e che, nell'ottobre 2005, decidono di costituire un'associazione di volontariato.

L'idea di Sguazzi è maturata con il tempo e – grazie alle esperienze vissute – è passata da uno stadio embrionale a un “essere sociale” dai lineamenti ben definiti. Ci piace pensare alla nostra associazione come a un essere vivente che, in quanto tale, cambia e cresce grazie ad un interscambio e ad un confronto interno e con l'ambiente esterno. Il cuore dell'associazione è l'As-

semblea Generale, costituita da tutti i volontari; i polmoni sono rappresentati dal Gruppo di Coordinamento che raccoglie e rilancia spunti di riflessione e confronto sui vari progetti; il cervello dell'Associazione sono gli Amici del Presidente, detti gli AdP, che costituiscono il Consiglio Direttivo: uno di loro si assume il ruolo di Presidente; e infine le braccia, ovvero i Responsabili di Progetto, che coordinano e rendono possibile la vita di ogni progetto. Ecco quindi il soggetto Sguazzi: cuore, polmoni, cervello e braccia; uniti tra loro da una linfa vitale, da una continua pulsione alla domanda di senso che permea e modella l'identità dell'associazione. Ed ecco il suo dinamico orizzonte d'esperienza e di solidarietà sociale: il miglioramento del benessere dell'individuo e della collettività, nella loro declinazione relazionale, culturale e ambientale. Il nostro atteggiamento, in parte letto a posteriori, in parte posto dinamicamente come obiettivo, non consiste tanto nel cercare “la soluzione” – ammesso che esista – né nel proporre una risposta corretta: bensì nel produrre un punto di vista su un problema, coerente con il nostro modo di essere “sguazzanti". Il percorso ci ha portato nel giugno di quest'anno a intitolare l'annuale Assemblea Generale “Essere, ma soprattutto esserci", incentrandola sui temi dell'identità e dell'appartenenza. Essere volontari di Sguazzi si gnifica mettersi continuamente in gioco e scoprire dei lati di sé che non si conoscevano. Significa sentirsi parte dell'associazione e parte-

ciparvi con entusiasmo. Significa trasferire questa convinzione e questo entusiasmo ai volontari nuovi e al territorio. Questa condivisa sensibilità sociale, che si vive nell'ideare, progettare, e realizzare le nostre attività, ci porta a prestare grande attenzione a: • porre al centro il benessere delle persone, con particolare attenzione alla dimensione sociale; • ricercare punti di vista originali, che potenzialmente possano ribaltare le prospettive dominanti; • aprire spazi di protagonismo che permettano a ciascuno di noi di sperimentare le proprie competenze, capacità e passioni; • mettere in campo occasioni di riflessione, di condivisione e di realizzazione pratica che possano interpellare la nostra sensibilità politica e aprire spazi d'espressione pubblica al nostro diritto di cittadinanza. È proprio questo il senso dell'associazione, la linfa vitale, il si stema nervoso che permea ognuno dei nostri progetti. Ovvero la modalità con cui Sguazzi persegue i propri obiettivi. I progetti che Sguazzi propone, promuove, patrocina e realizza. Attualmente i progetti attivi sotto la gestione di Sguazzi sono cinque, oltre naturalmente al Progetto “Una biblioteca per l’Ospedale di Man”, oggetto di questo Librosolidale e ampiamente descritto e affrontato in queste pagine. Eccone una breve descrizione:

Progetto Piscina Il progetto storico di Sguazzi, basato sull'idea che l'ambiente acquatico divenga un luogo privilegiato per lo sviluppo delle relazioni tra le persone, indipenden-


Questo progetto ha come obiettivo primario il fare in modo che a Bergamo e in provincia d'estate si pratichi sport e ci si incontri per solidarietà tramite una rete di tornei sportivi/ludici. Organizzati su tutto il territorio bergamasco da associazioni, oratori, amici, comuni ecc., i tornei condividono il fine ultimo di raccogliere fondi da devolvere in solidarietà a due progetti di cooperazione internazionale. La partecipazione finanziaria alla realizzazione dei progetti è in ogni caso solo uno degli obiettivi. Non meno importanti sono: • il coinvolgimento di persone appartenenti ad altri contesti e/o gruppi attorno a un'iniziativa comune (rete) promuovendo il piacere di stare insieme e la progettualità di ciascuno, soprattutto dei giovani; • la sensibilizzazione dei partecipanti ai tornei nei confronti dei temi della solidarietà sociale; • favorire il ripristino e la valorizzazione di spazi degradati o in disuso.

Orientamenti di Senso Questo progetto soddisfa l'esigenza di dare spazi e tempi di riflessione, di indagare il “non detto” che interroga la nostra attività di volontariato, di dialettizzare le ineludibili cifre critiche e problematiche del nostro agire.

Progetto Famiglie Dedicato alle famiglie delle persone diversamente abili, si propone di affrontare ed elaborare insieme alcuni temi di interesse comune, partecipare a eventi culturali e trascorrere un po' di tempo libero insieme. Partendo, più che dai bisogni, dai desideri e dalle curiosità, mira a costruire occasioni di condivisione sociale che ridiano un respiro di normalità a esperienze di vita quotidiana spesso condizionate in maniera pesante dalle incombenze quotidiane.

Caltagirello Project Ha come diretto interessato Ale, il Calta, uno sguazzante. Il girello è un attrezzo tramite il quale allena il suo corpo per contrastare l'azione invalidante della sua malattia. Alex ha tante passioni. E tanti amici. Il progetto intende partire dai suoi bisogni per cercare di sperimentare forme di ricollocazione e ridefinizione del limite; individuando le barriere ambientali e sociali che limitano le sue attività e la sua partecipazione alle cose piacevoli della vita e cercando quindi di ridurle. Attorno ad Alex si intreccia una rete di amici e appuntamenti: le occasioni di incontro facilitano il suo accesso alle “cose belle della vita”. Sguazzi ha ormai 3 anni di vita e ha imparato a camminare da sola. In questi anni ha sperimentato in modo curioso il mondo che la circonda, condividendo esperienze e momenti di riflessione che hanno rafforzato il legame di amicizia e condivisione tra tutti i suoi membri. Nuovi volontari si sono lasciati attrarre dallo spirito del gruppo e sono entrati nelle attività e nella vita dell'associazione. Altri sono stati attratti da diversi interessi e priorità. Sguazzi è diventata un'espressio-

ne sociale, che ritiene di aver sviluppato un livello di consapevolezza maturo sulla propria identità e sul proprio ruolo, che parimenti avverte la necessità di non darlo per scontato, di doverlo rimettere continuamente in discussione, per evitare il rischio dell'autoreferenzialità. Consideriamo preziose le occasioni di apertura verso l'esterno, di confronto con il territorio, di col-

laborazione con altri gruppi e associazioni. Crediamo che questo sia il senso, per noi, del cammino che Sguazzi sta percorrendo, che ci gratifica e ci arricchisce: presentarci come un soggetto piccolo ma ambizioso, che ha modi e contenuti da proporre, e che si felicita di essere in grado di raccogliere intorno a sé interlocutori e collaboratori prestigiosi per portare avanti le proprie idee.

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Tornei della Solidarietà

Si concretizza nella creazione di occasioni (presentazioni di libri, proiezioni di film, dibattiti…), all'interno delle quali poter promuovere riflessioni il più possibile pubbliche e interconnesse con il territorio che ci ospita e che, con la nostra presenza, contribuiamo a descrivere e produrre.

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temente dal loro grado d'abilità. Un'ora di gioco tra persone con abilità diverse in due piscine della bergamasca, Osio Sotto e Ghisalba. Il Progetto Piscina mette al centro un'accezione relativizzante della disabilità, affermata dall'Organizzazione Mondiale della Sanità, ovvero: data una menomazione che una persona può avere, il livello di disabilità che ne consegue è un fatto relativo, determinato pesantemente dalle condizioni ambientali in cui l'individuo vive. Il progetto propone un'attività (il gioco) e un ambiente (l'acqua) che permettono di rimettere in discussione le abitudini e favoriscono la nascita di relazioni interpersonali spontanee, immediate, attente ai bisogni e al benessere reciproco.


Il Comitato Biblioteca del Centro Ospedaliero Regionale di Man.

Il Comitato Biblioteca si è costituito nel giugno 2004, quando perdurava lo stato di emergenza dovuto al conflitto interno e la gestione dell'ospedale di Man era affidata a Medici senza Frontiere. La finalità che si proponeva il Comitato era quella di offrire opportunità di formazione continua in una situazione di isolamento e di assenza di risorse locali. Dotare il Centro Ospedaliero Regionale (CHR) di una biblioteca scientifica con possibilità di accesso a database on-line e a possibilità di e-learning era la scelta più praticabile ed efficace. Attualmente il Comitato Biblioteca è costituito da 15 membri.

Il presidente è il Dr. Kei Bernard, primario del reparto di pediatria, che non è mai fuggito da Man durante la guerra ed è un punto di riferimento per l'ospedale nonché per la città, e che conosce bene il contesto ospedaliero regionale e nazionale. Il Comitato si incontra regolarmente una volta a settimana, è costituito da personale ospedaliero ed extraospedaliero, da un tesoriere e da responsabili dei settori logistica, relazioni esterne, gestione. La presenza di un informatico di riconosciuta esperienza è una garanzia per il mantenimento dell'apparecchiatura tecnologica e per la formazione di altro personale al suo utilizzo. Nel Comitato è presente anche

un responsabile scientifico, il Dr. Carlo Montaguti, che of fre la sua competenza nell'ambito dell'e-learning e della formazione a distanza. A oggi la struttura gestita è dotata di due aree: aula per conferenze e aula biblioteca. Nell'aula biblioteca ci sono le attrezzature informatiche (3 computer connessi a Internet tramite la linea telefonica, di cui uno fa da server ed è in rete con gli altri, 1 scanner, 1 stampante) e testi (300 libri scientifici, 100 di cultura generale e 20 in formato elettronico). Un bibliotecario garantisce l'apertura dei locali tutti i giorni feriali e il sabato mattina. Gran parte del materiale presente nella biblioteca è stato donato al Comitato dalle Associazioni

Nord Sud Onlus e Sguazzi Onlus, che insieme hanno organizzato nel 2004 la prima raccolta fondi (derivati da proventi di attività sportive svolte nella provincia di Bergamo) e la prima spedizione di libri e computer. Medici senza Frontiere ha la sciato una donazione di 70 volumi a carattere scientifico al momento della chiusura del suo progetto a Man. Corsi di informatica, lavoro di stampa e copisteria, pagamento quota per accesso a Internet sono le attuali attività attraverso le quali il Comitato si autofinanzia per sostenere le spese di gestione. Nel progetto è previsto che il Comitato metta a disposizione risorse di valorizzazione per un totale di 4.500 euro.


L'Associazione Sguazzi, in collaborazione con Nord Sud Onlus, compartecipa allo stipendio del bibliotecario e alla ricerca di materiale scientifico e letterario in lingua francese, sia cartaceo che elettronico. Il Comitato ha proposto a Nord Sud Onlus e a Sguazzi di sviluppare l'attuale offerta della Biblioteca, elaborando un progetto di connessione satellitare a banda larga. Il referente scientifico si occuperà in particolare della progettazione e della programmazione delle attività: • di coordinamento interno; • di incremento del patrimonio della biblioteca; • di autoformazione sull'utilizzo delle nuove tecnologie; • di gestione finanziaria;

• di mantenimento delle sale; • di mantenimento e sorveglianza delle apparecchiature; • di relazione con Nord Sud e Sguazzi; • di divulgazione del progetto all'interno dell'Ospedale e all'esterno, a Man e nella regione delle 18 Montagne; • di ricerca di partner locali; • di promozione di dimensione regionale alla biblioteca. Entro la fine del 2007 il Comitato si costituirà Associazione al fine di ottenere tutte le prerogative istituzionali per la gestione autonoma della biblioteca e il legale possedimento dei beni ad essa annessi. Lo Statuto della futura Associazione è già stato redatto dal Comitato.

Il progetto “Una Biblioteca per l'Ospedale di Man” Questo progetto di Sguazzi ha lo scopo di mantenere e promuovere presso la città di Man, in Costa d'Avorio, uno spazio che garantisca al personale medico – e alla popolazione tutta – l'accesso alla letteratura, alla condivisione di informazioni e alla possibilità di comunicare con il mondo. Si pensa all'installazione di un impianto di collegamento a Internet a banda larga, stabile ed economicamente sostenibile, come a uno strumento per immaginare un futuro di auto-sviluppo per una popolazione. Naturalmente non solo la parabola, ma il supporto e la formazione per costituire un comitato in grado di usarla e gestirla, e una rete di riferimenti, rapporti e relazioni che permetteranno di veicolare contenuti preziosi e qualificati all'interno di questo canale di scambio.

Xmas Project 2007 ha l’obiettivo di contribuire al finanziamento di questo progetto.

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1. Mr BRICE (capo della commissione MSF-B) 2. Mr MALA EDMOND (infermiere) 3. Dr. LEE 4. Mr MOH CEDE (infermiere) 6. RAFFAELLA (infermiere expat) 7. Dr. MIRCO NACOTI 8. Dr. TUO 9. TIERRY DJEKOU (programmatore) 10. BENJAMIN 11. JHOANNA (amministrazione finanziaria) 12. Mr LAINE MAMADOU (infermiere)

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Alla riunione erano presenti:

Il Partner locale

RIUNIONE DEL COMITATO INFORMATIVO DELLA BIBLIOTECA Il Comitato informativo della biblioteca ha incontrato il capo della missione Medici senza Frontiere della Costa d'Avorio, Brice, con l'obiettivo di presentargli il progetto e i membri del Comitato composto da personale di MSF fuori sede e locale. Il progetto è stato presentato da Laine, infermiere. Moh Cede si è occupato dell'edificio preposto all'allestimento della biblioteca, di proprietà di ex funzionari del CHR di Man (periodo precedente alla guerra). In molti hanno affermato che ciò non rappresenta un problema e che in ogni caso la funzione del Comitato è proprio arginare questo tipo di difficoltà. L'obiettivo principale della biblioteca è permettere ai suddetti funzionari di informarsi nell'interesse di CHR. Pioniere del programma, il Dr. Nacoti auspica che la biblioteca sia gestita da una squadra dinamica che dia un carattere forte al Comitato e aggiunge che il budget del progetto allo stato attuale delle cose è di 3.000 euro. In Italia ci si attende che la gestione della biblioteca produca un feedback permanente che possa col tempo divenire segnale di stabilità e autonomia. La realizzazione del progetto acquisisce notorietà grazie a tale feedback progressivo. Come MSF, anche Brice approva il progetto, ne mette in evidenza il carattere privato e ritiene che i lavori e le riunioni inerenti la biblioteca debbano tenersi al di fuori delle ore di lavoro di MSF. È stata altresì avanzata la proposta di dedicare la biblioteca all'infermiera Philomène, mancata sabato 5 giugno 2004.


Sguazzi in viaggio per Man Resoconto del viaggio in Costa d'Avorio della delegazione Sguazzi per valutare lo stato del progetto “Una biblioteca per l'ospedale di Man”. La delegazione era composta dal presidente di Sguazzi Andrea Ciocca e dai soci Marta Panzera e Mirco Nacoti. Raffaella Gentilini, infermiera professionale italiana attualmente impiegata con Medici senza Frontiere ad Abidjan, ha costruito la parte logistica del viaggio in modo superlativo. Arrivo ad Abidjan il 28 notte. Il 29 viaggiamo per circa 8 ore da Abidjan a Man, con sosta a Yammousoukro. Viaggio tranquillo su taxi locale e scortati dal Dr. Kakou, chirurgo di riferimento dell'ospedale di Man, e da Raffaella, sua compagna italiana, infermiera professionale e socia di Sguazzi.

I posti di blocco sono diminuiti e gli agenti di guardia fanno parte delle truppe governative. L'abitudine di tentare di estorcere denaro è ancora presente. Man è ormai poco militarizzata e i maquis (piccoli ristoranti) sulla via principale (rue Princesse) sono stati riaperti. Collocazione ottimale per vitto e alloggio presso il centro dei Focolari, ubicato a 2 km dall'ospedale. Tale tragitto lo abbiamo percorso in taxi e a piedi nelle ore diurne. Spostarsi a piedi o in taxi da soli nelle ore notturne non è ancora prudente (per possibili atti di delinquenza). Momento delicato per l'ospedale di Man. Medici senza Frontiere parte a fine giugno e lo stato riprende la gestione. “Sarà difficile mantenere gli stessi standard ma ci proveremo” dice il direttore ospedaliero. Per il momento il personale verrà ridotto da oltre 300 elementi a meno di 100. Sono previsti tre infermieri per servizio. La gente ricomincerà a pagare le prestazioni (con MSF tutto era gratuito) e il carico di lavoro si ridurrà di conseguenza come prima della guerra. La settimana è stata densa di incontri. Tre con il comitato (per un totale di circa 10 ore), e diversi incontri singoli (per un totale di 10 ore circa) con il presidente del comitato, Dr. Kei, con il direttore ospedaliero, con il bibliotecario Silvaine, il referente informatico Dominique, il referente scientifico in loco, il Dr. Montaguti, alcuni nuovi cooptati del comitato (Dr. Kakou, Jeremie, Carmen). Altre 10 ore circa sono state impiegate per la preparazione degli incontri (diapositive e documenti). La biblioteca è ancora aperta dopo 3 anni. Il comitato garante della stessa è ridotto a tre elementi, da 4, e ci attende molto per capire le direzioni da prendere. “Aiutateci a comprendere dove possiamo arri-


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consapevole che dovrà lavorare in collaborazione con Sguazzi (di cui ha conosciuto la struttura e le modalità volontarie d'azione) senza compenso pecuniario, ma è altresì consapevole che se il progetto andrà in porto sarà invidiato da tutta la regione e anche dalla capitale (già se ne parla) e Man diverrà un polo di attrazione culturale per tutta la Costa d'Avorio. Risulta sufficientemente condivisa la necessità di inventare il futuro del progetto insieme. Durante il viaggio sono effettuate riprese audio-video per circa 2 ore (che abbiamo già cominciato a montare), sono stati recuperati musica e video locali e oltre 500 fotografie sono state scattate (è già in corso la scrematura). Tutto questo materiale servirà come supporto a Sguazzi, per la diffusione e la comunicazione, e alla compagnia Brincadera, che ha iniziato ha occuparsi del braccio divulgativo-artistico del progetto. Il giorno dopo la nostra partenza si è verificato un attentato nei confronti del primo ministro, ex-capo dei ribelli, Soro. L'ipotesi sui mandanti spazia da gruppi ribelli ostili al presidente Gbagbo interessati a destabilizzare il processo di pace. Sono morte quattro persone al seguito di Soro, ma quest'ultimo è rimasto illeso. Il processo di pace per il momento continua. Pensieri. Prima della fine dell'anno servirà un altro viaggio esplorativo cercando di coinvolgere qualche referente dei partners italiani. Alla prossima AG di Sguazzi dovremmo trovare il modo di far partecipare qualcuno del comitato ivoriano. Giovedì 19-07. Ad Amsterdam c'è un nuovo appuntamento con i referenti dell'Agenzia spaziale europea. Sarà presente anche qualcuno in rappresentanza di Sguazzi.

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vare” dice il Dr. Kei, presidente e pediatra. Parliamo dell'ICT – information communication technology – e dei partners trovati in Italia per scambi culturali e formazione a distanza. Esperienze serie a riguardo non sono poi molte (presentata revisione della letteratura in proposito: “The digital divide”). Esprimiamo la necessità che si formi un comitato di persone più ampio e trasversale per diffondere il progetto nella città, trovare partners locali ivoriani e creare basi per futuribilità e sostenibilità dello stesso. Il direttore ospedaliero è entusiasta. Prima di partire il comitato si è allargato a 15 elementi con competenze diverse all'interno: informatici, medici, infermieri, logisti, contabili. Sono presenti anche due italiani: il Dr. Carlo Montaguti, responsabile scientifico in loco del progetto (lavora presso il dispensario dei Focolari) e Carmen (lavora da 14 anni in Costa d'Avorio per un'industria locale). Da segnalare che il referente informatico Dominique, cooptato nel comitato, ha espresso soddisfazione per la possibilità di partecipare a un progetto culturale di questo tipo e metterà a disposizione le sue competenze in modo volontario. Impostiamo insieme un piano d'azione fino a dicembre 2007. Il comitato locale si strutturerà meglio e si costituirà come associazione. Ciò sarà di importanza cruciale per garantire autonomia e autorevolezza al progetto. Cercherà partners per il progetto (direttore regionale – peraltro già a conoscenza del progetto -, ministero della Sanità, ong locali, canali d'informazione), che verrà presentato al bando della Regione Lombardia (scadenza ottobre 2007) e a quello dell'Agenzia spaziale europea (ESA- scadenza agosto 2007). Parallelamente, Carlo proporrà incontri di alfabetizzazione informatica presso la biblioteca (dotata di PC e accesso Internet via telefono) per educare il comitato circa le potenzialità dell'ICT e aiutarlo nell'opera di divulgazione. Ciò servirà a essere pronti per il 2008 quando ESA dovrebbe fornire la parabola per il collegamento 2 ways e potremo iniziare a utilizzare l'ICT al massimo delle potenzialità. “Il problema in Costa d'Avorio”, dice il Dr. Kei “sono i soldi. Nessuno fa niente se non ci sono soldi da guadagnare”. Il comitato è


Un giorno come tanti Giovedì, 15 Gennaio 2004 Guiglou, a 1 ora e 30 minuti da Man. Ore di auto per arrivare a Man. Bimbi soli con la pancia gonfia che chissà se ha la splenomegalia, donne con la testa carica di materiale, disabili con la bicicletta da pedalare con le mani. Ci fermiamo a mangiare in una bettola. Sul tavolo ricoperto da una tovaglia di plastica unta e bucata stanno incollati sciami di mosche eccitate. Un puzzo di liquami organici mi inceppa la deglutizione. A fatica ingoio riso in salsa piccante, su cucchiai da ripulire con tovaglioli strinati, che mi scatena una terribile acidità gastrica. La paura di ogni malattia trasmissibile monta. Spero passi presto. Non arriviamo a Man, perché c'è un expat che sta male; ha la febbre da tre giorni. Il medico ha voluto un consulto chirurgico. Mi pare molto stressato... il medico. Spero di non finire così. Mercoledì, 21 Gennaio 2004 [...] Stamane all'incontro con gli infermieri del servizio di medicina e pediatria ho chiesto quante persone muoiono in media ogni giorno: circa 2-3 per 60 posti letto. La morte pare turbare assai poco. Venerdì, 30 Gennaio 2004 […] Approfitto per preparare materiale scritto per il pronto soccorso e per la formazione degli infermieri. Lo staff medico è al completo. Situazione definitiva: 2 chirurghi (1 espatriato, Tanja, più il chirurgo locale); 1 anestesista espatriata (Marie Cristine, agée); 1 medico espatriato che si occupa del centro nutrizionale (Moreira, angolano); 5 medici che si occupano di medicina, pediatria, ginecologia e salle d'urgence (io e Ly espatriati, Theo, Atté, Marie Claire locali). Ogni espatriato è il patron di uno o più servizi. A me toccano la salle d'urgence e le consultazioni. Ly è il patron della medicina e della pediatria. Il sabato e la domenica lavora un medico soltanto. Non c'è il riposo dopo la notte. Molti decessi notturni. Qui occorre più insegnare e gestire, piuttosto che fare, vista la pochezza di personale preparato. Venerdì, 6 Febbraio 2004 QUANTE MORTI EVITABILI La leggerezza africana mi turba, mi devasta. La gente muore e il personale non se ne cura. Mi affanno inutilmente. Vent'anni, trent'anni, cinque anni, neonato, non fa differenza. Il diritto o il desiderio di vita pare non abitare

quaggiù. Dio è vivo più che mai, gli uomini sono spettri. Non devo giudicare una storia millenaria che non conosco. Eppure non voglio abituarmi all'apatia dinnanzi alla morte. Soprattutto non posso accettare che un medico non sappia emozionarsi dinnanzi a essa. Pazienterò, lotterò. Le percussioni africane cominciano a bussarmi dentro piacevolmente.

perché e del quando. È già morta da un pezzo. Sono incazzato, non frustrato. Uomini o bestie non fa differenza. Per la prima volta intravedo un senso di umano disagio negli occhi dei miei infermieri. Finalmente. Sono affezionato a loro. C'è bisogno di pietà, c'è bisogno di commozione. Prego di poterle condividere con loro prima che sia io a smarrirle completamente.

Sabato, 14 Febbraio 2004 Durante la guardia notturna due morti. Un bimbo di tre mesi, con grave anemia da malaria. Lo trovo alle dieci di sera agonizzante. Il tempo di chiedere l'ambu per ventilare e il respiro cessa. Inizio la rianimazione; il personale qui non è abituato a vedere ciò. Trenta minuti, vagoni di adrenalina, ventilo a fatica con una maschera facciale per adulti. Mi sono accanito; il cuore è ripartito, il respiro no. Fosse stato trasfuso qualche giorno prima... I genitori prendono il corpo e se lo portano a casa. Non so il suo nome.

Mercoledì, 3 Marzo 2004 Qui nessuno possiede un PC. Mi accontenterei anche solo di uno.

Lunedì, 23 Febbraio 2004 Adesso quando un paziente è davanti mi domando immediatamente quanti chilometri deve fare per raggiungermi. Il rischio è incominciare, come tutti fanno qui, a riempire i pazienti di medicine perché la distanza costituisce un grave problema e il laboratorio è pressoché inesistente. Si diventa prescrittori onniscienti. Molti infermieri e medici europei si esaltano per questa possibilità. A me francamente ripugna. Niente libri, nessun confronto, molta diffusa presunzione e inconsapevole ignoranza. Vai e prescrivi, questo è il motto. Alla peggio puoi accampare la scusa che non v'è trattamento o che a Man si curano solo le urgenze. È frustrante. Mercoledì, 25 Febbraio 2004 Occorre trovare un modo per far giungere dei vecchi PC quaggiù. C'è una sete indicibile di collegarsi col mondo. Ho promesso ai miei infermieri che cercherò una soluzione. Venerdì, 27 Febbraio 2004 LA RABBIA DI OGGI Due morti, due bambini di 12 anni. La bimba, proiettile vagante. Arriva in arresto cardiaco credo. Nessuno mi chiama. Qui il personale cammina, non si affanna. Un infermiere che passa di lì per caso comincia ad abbozzare un massaggio cardiaco in qualche zona imprecisata del torace. Quando arrivo e vedo la scena ordino di smettere e lasciarla stare; qui si fa, senza alcuna idea del come, del

Domenica, 7 Marzo 2004 Spesso faccio il becchino o l'annunciatore di sventure. Chiunque sappia leggere può improvvisarsi medico con i quattro patetici manualetti di MSF. Non ci sono libri, purtroppo, la gente è abituata a farne senza e non li chiede. Nessun tentativo di metodo scientifico, e imperizia attribuita sempre alla mancanza di mezzi. I principi guida di MSF sono a mio avviso imperituri, ma l'approccio da boy scout è un po' datato. E siamo al top dell'umanitario. Il mio coordinatore medico è una brava persona. Ha 31 anni, esperienza occidentale nulla, credo non legga un articolo da 10 anni. Attualmente decide le sorti sanitarie e quindi sociali, di parte della Costa d'Avorio. [….] Mille vite salvate non valgono ahimè una sola vita educata alla competenza, all'armonia, alla non violenza, a trovare soluzioni semplici per un mondo troppo complesso. Martedì, 16 Marzo 2004 IMMAGINA ORA Che giorno e notte siano indistinguibili, che giovani, adulti, corpi malandati, bimbi denutriti con costole in vista e pancioni enormi ti inseguano ovunque. Immagina che i tuoi sonni siano continuamente intrisi di pianti e stridori. Immagina morti a popolare le tue menti, paure e angosce ad affollare i tuoi silenzi. Epidemie incombenti di ogni sorta perché l'acqua non c'è e se fai la cacca non è detto che ti puoi lavare bene le mani, armi affioranti senza troppe remore, rambo muscolosi e minacciosi. Gente inoperosa ai bordi delle strade, gente in attesa di un futuro che non c'è. Immagina che quella città esiste. Benvenuto a Man, la città delle 18 montagne, a soli 500 chilometri da Abidjan. Mercoledì, 17 Marzo 2004

Salute è benessere, benessere è pace.

Martedì, 23 Marzo 2004 BOLLETTINO DELLE ULTIME 24 ORE OSPEDALE DI MAN 1 morto bimba 2 anni; 1 morto bimbo 6 mesi; 1 morto donna 35 anni; 1 ormai morto 30 anni emorragia digestiva, sangue non disponibile; 1 grave meningite 11 anni, esiterà disabilità grave in un villaggio africano. Mi muovo come un automa alla ricerca di frammenti di vita. Domenica, 28 Marzo 2004 Amorevoli colleghi, ricevo vostre notizie. Da dove posso cominciare per raccontarvi gli ultimi mesi? Non leggo il New England da tre mesi, la biblioteca bergamasca mi manca. Potrei cominciare dal coinvolgervi. L'accesso alle informazioni qui è praticamente nullo. Se c'è una speranza di tirarsi fuori dal girone dantesco ebbene quella è l'accesso alla cultura. Potreste inviarmi materiale su CD, iconografia medica, possibilmente in francese. ------Immaginate ora l'ospedale di Bergamo. Immaginate ci siano tre chirurghi, due infermieri che fanno gli anestesisti, un pediatra che lavora solo il mattino dal lunedì al venerdì, cinque medici generici, più io, come staff medico. La notte e i fine settimana della durata di 1 o 2 giorni consecutivi si rimbalza di continuo tra medicina, pediatria, centro nutrizionale, sala d'urgenza, a volte sala operatoria. In tre enormi tendoni circensi trovano asilo allo stato attuale circa 200 bambini malnutriti; quando vi entro mi chiedo sempre che impressione farà ritornare nella rianimazione pediatrica con sei posti letto. Tasso HIV 10% circa; ciò vuol dire che ne incoccio almeno dieci al giorno. Morti tanti, almeno 35 al giorno, quasi la mortalità annuale del nostro reparto. Non ci si abitua a tanti morti se ne viene travolti. Lunedì, 5 Aprile 2004 Il capo villaggio ha convinto la popolazione a scegliere la vaccinazione per i propri bimbi invece che recarsi nei campi per il riso e il caffè. Non è così scontato! Mercoledì, 7 Aprile 2004 La solita giovane donna proveniente da lontano. Le solite ore e ore di viaggio su strade inammissibili. La solita gravidanza molto complicata. Taglio cesareo d'urgenza e per fortuna il


Domenica, 9 Maggio 2004 Enrico e Matteo, ho ricevuto finalmente risposta dai membri di MSF ITALIA riguardo il progetto della biblioteca. Sono molto entusiasti dell'idea. Non so quanto possano aiutare in concreto. Ma sono pronti a sostenervi idealmente. Potrebbero fuoriuscire eventi, incontri, nuove opportunità. Sono contento per la prima volta dopo mesi. Sento una vicinanza professionale (colleghi di reparto, MSF ITALIA), improvvisa quanto impensata, che mi fa sentire medico meno solo, meno folle, meno rabbioso. Venerdì, 21 Aprile 2004 Medico solo, senza farmaci, senza diagnosi, senza soluzioni, a rischio permanente di malattia e morte quasi come gli africani. Occorre avere timore per sbatterci contro la testa quotidianamente. Senza imprudenza. Occorre avere amore per non soffocare di terrore senza ritorno. Sabato, 5 Giugno 2004 Bastassero grinta e determinazione per le vite di quaggiù. E invece servono acqua pulita, cibo che non sia solo riso, libri, formazione, denaro a sufficienza per poter pensare almeno a dopodomani, strade, infrastrutture, stato sociale, occasioni culturali, elettricità, mezzi di trasporto e comunicazione Lunedì, 14 Giugno 2004 Non sarò più forte di prima, sarò più fragile,

Mercoledì, 28 Luglio 2004 TERAPIA INTENSIVA PEDIATRICA A BERGAMO Credevo di aver già scritto l'ultima lettera di questo angolo di mia vita e invece mi ritrovo a scriverne l'atto finale alle tre di notte, durante la guardia notturna nella terapia intensiva pediatrica di Bergamo. Una bimba con trapianto di polmone, due bimbi in attesa di trapianto di fegato, due bimbi intubati con grave cerebropatia, un bimbo operato per malformazione aortica. Un'infermiera ogni due pazienti. Un'imponente biblioteca a portata di mano. Acceso ad Internet illimitato. Cartella medica computerizzata. Sul sito di MSF ITALIA leggo dell'emergenza Darfur con un milione di profughi e tanti morti e poche medicine e richiesta di personale. Una galassia incolmabile tra due mondi alieni tra il nulla e il tutto tra l'oggi e il domani. Sono felice di essere tornato. E non inveisco contro l'Occidente in cui sono nato e che mi ha offerto un futuro dorato. Sono ancor più colmo di desiderio di partecipare attivamente alla creazione di un mondo più equo e pacifico. Continuando a studiare per migliorarmi senza tregua perseguendo un radicamento ancor più profondo alle mie città per poterne modificare le fondamenta. E allora avrà un senso ripartire.

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Venerdì, 9 Aprile 2004 Le mie buone notizie sono che nella riunione settimanale il progetto biblioteca è stato inserito nell'ordine del giorno. Io non mollo di certo, nonostante mi sia infilato in questa giungla, dove ogni protezione fisica o mentale sembra essere assente. Non scordo il privilegio assoluto di poter tornare al mio boschetto.

più vulnerabile. Mercoledì, 30 Giugno 2004 Non credevo di poter avere tanta paura di tornare. Paura di essere troppo cambiato per riuscire a riprendere la vita di prima. Paura di non farcela. Bisogno di essere abbracciato. Così tanta morte mi ha invaso che non so come riuscirò a raccontarla.

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bimbo è vispo. La donna. Troppo sangue perso. Troppe ore perse. Troppi medicamenti assenti. Troppe cose storte. Marie Cristine, l'anestesista da poco in pensione, alla prima esperienza MSF, piange rabbiosamente; perché è stanca di vedere morire a quel modo anche se rientra negli standard . Tanja, chirurgo 35enne, cinque anni di MSF piange rabbiosamente; perché non si può ingiuriare gli standard MSF ed è normale morire a quel modo in Africa. La notte solo tanta pioggia amica battente. Sulla domanda montante. È normale morire così? Si può accettare di morire così?

Estratti dal libro di Mirco Nacoti Un giorno come tanti, Edizioni dell'Arco. Il libro è il diario personale di Mirco Nacoti sul suo soggiorno in Costa d'Avorio, presso l'ospedale di Man, per sei mesi nel 2004, con Medici senza Frontiere. Per maggiori informazioni e per chi volesse procurarsi il libro, scrivere a: info@sguazzi.com


Linguaggi: respiro d’Africa

Il teatro della Compagnia Brincadera

I bambini brincano, giocano. Soprattutto loro. Se la vita non si è già accanita, si divertono. Brincade(i)ra, in portoghese, è questo: gioco, scherzo, divertimento, sciocchezza, festa improvvisata, quisquilia, incoscienza, follia carnevalesca. È parso appropriato a esprimere leggerezza e disincanto. Questo lo spirito di Compagnia Brincadera, che ha cercato il sorriso africano nella vita quotidiana di un popolo. Compagnia Brincadera esprime se stessa in un insolito Manifesto dalle parole impossibili: partitura, organicità, grottesco, buffet, paracarro, catarsi, bolle di sapone. La partitura è la base per gli attori: il primo e più importante riferimento per la propria performance, uguale nei contenuti ma differente, di volta in volta, nelle forme. Una partitura che si basa sulla

ricerca incessante di una relazione profonda con lo spettatore. Il termine organicità rimanda all’idea di organismo. Un organismo è una macchina perfetta capace di integrare corpo e mente in una sintesi perfetta, funzionale, funzionante. Questo uno degli obiettivi di chi si espone sul palcoscenico. Creare la perfetta corrispondenza tra quello che sentiamo dire e quello che vediamo fare fino a che lo spettacolo stesso diventi un organismo, con una sua storia e una sua vita. Il grottesco è un modo di vivere e vedere le cose. Il grottesco vive negli spettacoli di Compagnia Brincadera: protagonista il bizzarro, il paradossale, l’eccentrico, il deforme al punto da risultare ridicolo. Il buffet è simbolo delle esperienze sensoriali differenti. Come i sapori di un buon buffet trascinano per i piaceri del gusto, così uno spettacolo della compagnia accompagna attraverso più percorsi di senso, stimolando lo spettatore con emozioni per la vista e per l’udito, riservando un ruolo speciale all’atmosfera musicale.

Sullo spunto di Renzo Vescovi, regista teatrale italiano, direttore del Teatro Tascabile di Bergamo, la Compagnia Brincadera nel suo manifesto parla del paracarro sul quale un attore può sedersi a riflettere. Solo dopo aver vissuto in assoluta libertà sul palco. Vivere da folli, morire da saggi, ci suggeriscono. La catarsi è il percorso di evoluzione che libera. L’attore propone il verosimile, rappresenta la tragedia e libera lo spettatore dall’angoscia. Favorire la serenità è compito loro. Anche scoppiare le bolle di sapone è missione dell’attore di Compagnia Brincadera. Soffiare nelle bolle di sapone. Accompagnare lo spettatore nel gioco spettacolare attraverso la suggestione e riportarlo, di volta in volta, alla realtà. Il manifesto è questo. Per chi vuole riflettere, sorridere, stupirsi, emozionarsi. Per chi vuole scherzare per un po’, tornare a riflettere, soffrire per chi soffre, poi sognare e ancora sperare. E subito dopo fare qualcosa nella vita reale. Un buon programma per credere in un gesto solidale.

Morir cuerdo y vivir loco


Alfa première

Ringraziamo Sguazzi per questo lavoro. Siamo molto felici d'aver messo a disposizione la nostra personale impotenza. Regia: Giuseppe Goisis. Con: Nicola Cazzalini, Fiorella Corona, Alberto Benigni. Compagnia Brincadera www.brincadera.it

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Alfa première è lo spettacolo teatrale ideato per sostenere il progetto “Una biblioteca per l’Ospedale di Man”. Mirco Nacoti, anestesista, amico di Compagnia Brincadera, ha speso sei mesi a Man, in Costa d'Avorio, nel 2004, per conto di Médecins Sans Frontières. Laggiù ha collaborato con il personale ospedaliero locale nell'avviare una biblioteca che tentasse di colmare il grave gap di informazione scientifica cui sono costretti gli operatori e la popolazione dello stato africano gran produttore di cacao. Ha poi continuato a difendere e consolidare l'esistenza e il funzionamento della biblioteca una volta tornato in Italia, insieme a Sguazzi, l'associazione di volontariato di cui fa parte. “Una biblioteca per l'ospedale di Man” è il nome di questo sforzo, che coinvolge numerosi soggetti, istituzionali e privati, e che Xmas Project ha deciso di sostenere. Nei sei mesi africani, Mirco scrisse un diario, poi pubblicato dalle Edizioni dell'Arco con il titolo Un giorno come tanti, di cui avete letto qualche stralcio nelle due pagine precedenti. Da quel libro-diario che racconta come nacque la biblioteca, siamo partiti, mettendone in scena pagine, in forme che ci sono consone. Alfa première, codice che in stato d'emergenza indica una situazione sotto controllo, mette in scena in particolare la goffaggine quasi ridicola di un europeo spaventato, seppur medico, o forse proprio in quanto medico, deprivato delle proprie abitudini sicure, sconvolto dall'onnipresenza della morte, dalla rassegnazione apparente con la quale viene accolta, dalla personale impotenza nel contrastarla. Insieme alla sua goffa inadeguatezza, c'è l'Africa appunto, immagini e gesti che ne esprimano il quotidiano e le ferite: una donna china sotto il peso dei secchi d'acqua e dei bimbi avvolti nel pagne, come quelli del centro nutrizionale dell'ospedale di Man; il battere delle percussioni che ritmano l'anima, che scandiscono i vuoti e i pieni del tempo. Uno spettacolo capace di restituire con essenzialità la vita africana. Pochi dettagli per descrivere un popolo che incanta, e sopravvive. La musica, i colori, gli odori, gli accampamenti sono il respiro d'Africa. Tutto quanto si vede in scena avvicina lo spettatore al continente nero cercando di trasferire allo spettatore le emozioni che solo chi è stato in Africa può rivivere veramente.

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Lo spettacolo



Il progetto 2007. Una biblioteca per l’Ospedale di Man. Il budget


La Costa d'Avorio è una ex colonia francese, indipendente dal 1960. Fino ai primi anni Novanta ha rappresentato un esempio di sviluppo economico e di stabilità politica per tutti i Paesi africani. Fra il 2002 e il 2004 in Costa d'Avorio c'è stata una guerra civile. Sono stati inviati 10.000 caschi blu dell'ONUCI (Forza pacifica dell'ONU per la Costa d'Avorio), tra i quali 4.600 francesi. Il 4 Marzo 2007 venne firmata la pace tra le due parti. La cittadina di Man, a nord ovest del Paese, è la capitale della Regione delle 18 Montagne. Prima della guerra contava circa 100.000 abitanti, oggi la popolazione è ridotta a 40.000. Nel Paese si vivono grandi contraddizioni: buona parte delle persone fa un solo pasto al giorno e sono diffusissimi i cellulari, unico mezzo di comunicazione. Le scuole (dopo il periodo di interruzione della guerra) hanno riaperto, ma molti insegnanti non percepiscono stipendio da tempo o solo a singhiozzo. Nella città di Man c'è un ospedale regionale, gestito dal 2003 da Medici senza Frontiere (Belgio); prima della guerra era la più grande attività lavorativa della città con oltre 200 addetti. Dopo la dipartita di Medici senza Frontiere, nel giugno 2007, lo Stato ne ha ripreso la gestione e il personale è stato ridotto per problemi di budget a 100 addetti. L'accesso a Internet è limitato dalla precarietà delle infrastrutture e dall'assenza di un'offerta di connessione a banda larga da parte degli operatori locali; la distribuzione di energia elettrica è intermittente, la copertura di telefonia fissa non è capillare e non garantisce un grado di servizio adeguato. L'unica soluzione per fornire in tale contesto una connettività sufficiente a implementare sessioni di videoconferenza e formazione a distanza è l'installazione di un sistema di comunicazione dati satellitare two-ways.

Motivazione dell'intervento e bisogno a cui si intende dare risposta Con la sospensione del conflitto armato nell'area di Man, dal giugno 2007 la Direzione Regionale della Sanità ha acquisito la gestione del CHR, dove ha ripreso servizio il personale già in forze prima della guerra, con un'anzianità di servizio media di circa 10/15 anni per i medici. Le competenze professionali e tecniche sono datate e non c'è possibilità di formazione continua presso gli ospedali universitari e specialistici della capitale Abidjan, sia per la lontananza (500 Km) e l'assenza di strumentazione per la formazione a distanza sia per il ristretto mandato istituzionale che vede le università preposte esclusivamente alla formazione iniziale. Per rispondere a tale bisogno, nel 2004 un Comitato locale costituito soprattutto dal personale ospedaliero di Man, ha realizzato una biblioteca medica che ha permesso al personale sanitario di accedere a pubblicazioni scientifiche aggiornate, evidenziando ulteriormente il desiderio e le necessità di aggiornamento. I rapporti sviluppatisi attraverso Nord Sud Onlus hanno permesso di individuare nelle strutture pubbliche e private del sistema sanitario lombardo, i partner in grado di garantire interventi di Formazione A Distanza (FAD) di eccellenza. Per l'ospedale di Man l'uso del FAD può rappresentare uno strumento di aggiornamento importante per favorire un miglioramento sostenibile dei servizi sanitari interni al Paese. La necessità di disporre di un accesso ad Internet ad alta velocità non trova risposte nel panorama tecnologico e commerciale

della città di Man. L'unica possibilità praticabile è dunque l'installazione di un impianto di ricezione e trasmissione satellitare, che possa sfruttare il servizio di connettività di provider internazionali e garantire standard di qualità adeguati, richiedendo d'altra parte costi di gestione decisamente contenuti.

Il progetto Il progetto intende favorire l'autosviluppo nella Regione delle 18 montagne della Costa d'Avorio, secondo gli indirizzi delineati nel Millennium Action Plan, prevedendo lo sviluppo di rapporti di cooperazione tra i sistemi sanitari e dell'alta formazione pubblici e privati, lombardo e ivoriano finalizzati alla formazione continua del personale medico e sanitario. L'utilizzo prioritario della modalità di Formazione a Distanza, permetterà la trasmissione del know how di eccellenza sanitario e didattico presente all'interno delle strutture dei partner lombardi del progetto, promuovendo al contempo opportunità di autoformazione, garantite dalla disponibilità della dotazione necessaria ad adottare modalità di e-learning. Quando il collegamento satellitare sarà a regime, la biblioteca, che è attualmente l'unica della città, diverrà un polo di attrazione culturale per la regione delle 18 Montagne e per la Costa d'Avorio. Alla formazione continua nel settore sanitario sarà affiancata un'offerta formativa di alfabetizzazione informatica, rivolta ad un amplissimo target (personale sanitario, scuole, realtà produttive, singoli cittadini, giovani) sia come prerequisito per la FAD, sia come opportunità di autofinanziamento del progetto, ma soprattutto come ottimizzazione delle risorse tecnologiche a favore dell'intera comunità civile locale.


ASSOCIAZIONI Sguazzi Onlus - Osio Sotto - www.sguazzi.com COFINANZIATORE, PROGETTAZIONE, LOGISTICA, DIVULGAZIONE, AMMINISTRAZIONE, RELAZIONI CON MAN Nord Sud Onlus, Bergamo - www.nordsudbergamo.it SOGGETTO PROPONENTE, COFINANZIATORE, PROGETTAZIONE, LOGISTICA, DIVULGAZIONE, AMMINISTRAZIONE, RELAZIONE CON LA REGIONE LOMBARDIA Act Now Alliance - www.actnowalliance.org SUPPORTO LOGISTICO/FORMATIVO PER SVILUPPO ICT Medecins Sans Frontiers, Holland www.artsenzondergrenzen.nl FORMAZIONE IN LOCO, REPERIMENTO TESTI Comitato Internazionale Croce Rossa (CICR) www.icrc.org REPERIMENTO TESTI Compagnia Brincadera - www.brincadera.it DIVULGAZIONE Compagnie artistique TRÔ AFRIQUE, Man, Costa d'Avorio SUPPORTO ATTIVITÀ CULTURALI/GESTIONALI

STRUTTURE SANITARIE CHR (Centro Ospedaliero Regionale) di Man SUPPORTO LOGISTICO, FORMATIVO

Il ruolo del Comitato locale Il Comitato locale è il promotore del progetto, ne ha delineato gli obiettivi, individuando bisogni e risorse locali. Presiede alla direzione scientifica, partecipando alla programma-

FORMAZIONE A DISTANZA Dip. di Malattie Infettive, Ospedali Riuniti, Bergamo FORMAZIONE A DISTANZA L'Azienda Ospedaliera San Paolo - Polo Universitario, Milano - Unità di Ematologia e Trombosi Dipartimento di Medicina, Chirurgia e Odontoiatria FORMAZIONE A DISTANZA

zione degli eventi di formazione continua, allo sviluppo del progetto mettendo in relazione la biblioteca con il sistema sanitario regionale e nazionale, alla messa in atto di eventi di promozione e divulgazione, nonché alla definizione degli indicatori di valutazione dello stato di avanzamento del progetto. Tutto il materiale acquistato resterà proprietà del Comitato e della biblioteca. Il Xmas Project è il principale finanziatore

FORMAZIONE A DISTANZA Politecnico, Milano. Dipartimento di Bioingegneria METID (Methods and Technologies for Innovative Didactic). www.metid.polimi.it PROGETTAZIONE, LOGISTICA

CENTRI DI RICERCA

IMPRESE

International Heart School, Bergamo e Associazione di Bergamo per la Formazione Medica Continua Onlus www.medinfopoli.polimi.it/accademia-ihs FORMAZIONE A DISTANZA

Tino Sana arredamenti s,r.l., Almeno S. Bartolomeo, Bergamo - www.tinosana.com COFINANZIATORE E DIVULGAZIONE

Istituto Farmacologico Mario Negri, Milano www.marionegri.it FORMAZIONE A DISTANZA

Consulenze ambientali S.p.A., Scanzorosciate, Bergamo - www.consamb.it COFINANZIATORE E DIVULGAZIONE

Sistema Bibliotecario Biomedico Lombardo (SBBL) www.sbbl.it FORMAZIONE A DISTANZA

Aethra S.p.A. telecomunicazioni, Ancona www.aethra.com COFINANZIATORE

ENTI LOCALI

Cliniche Gavazzeni S.p.A. - www.humanitasgavazzeni.it FORMAZIONE A DISTANZA

Casa Editrice Elsevier, Francia - www.france.elsevier.com COFINANZIATORE 4EMME Italia S.r.l. - www.4mitalia.it SUPPORTO PER LE SPEDIZIONI

UNIVERSITÀ

Centre de Santé Focolari Mariapolis Victoria, Man SUPPORTO LOGISTICO, FORMATIVO

Università degli Studi di Bergamo, Cattedra UNESCO Diritti dell'uomo ed etica della cooperazione internazionale - www.unibg.it DIVULGAZIONE

Azienda Ospedaliera Ospedali Riuniti di Bergamo www.ospedaliriuniti.bergamo.it

Università Bicocca. Dipartimento di Medicina Perioperatoria e terapia intensiva - www.medicina.unimib.it

trente | trente et un

La rete dei partner

all'utilizzo delle risorse di connettività via satellite che ESA metterà a disposizione per un periodo di due anni.

Comune di Bergamo, Ufficio Pace e Cooperazione. www.comune.bergamo.it FORMAZIONE A DISTANZA Consiglio Generale di Man, Commission Santé, Environnement et Affaire socials. Costa d'Avorio SUPPORTO PER ATTIVITÀ DIVULGATIVE

GRUPPI/COMUNITÀ DI ISPIRAZIONE RELIGIOSA Caritas, Man DAPH SUPPORTO PER ATTIVITÀ DIVULGATIVE e FORMATIVE Fraternità dei Frati Cappuccini, Abidjan, Costa d'Avorio. SUPPORTO PER SPEDIZIONI E SDOGANAMENTO Oratorio di Curno, Bergamo - www.ojpdinamo.it

Descrizione del progetto

30|31

A lungo termine questo tipo di intervento potrà valorizzare non solo il centro ospedaliero, ma la stessa città, che avrà la possibilità di diventare un modello per altre città del Paese e un polo culturale di riferimento. Il progetto “Una biblioteca per l'Ospedale di Man” verrà inserito nella proposta “Capacity building through ICT, The Satcom element” che è stata presentata all'Agenzia Spaziale Europea (ESA) il 12 ottobre 2007. La biblioteca di Man potrà partecipare


Descrizione della connessione a Internet con l'impiego di un sistema satellitare a due vie. Questa tecnologia mette in comunicazione bidirezionale il sistema informativo di terra (TAP - Top Access Point) direttamente con una dorsale Internet sfruttando un ponte satellitare. Presso l'utente viene installato un kit formato da una parabola, da un decodificatore

di segnale e da un sistema trasmettitore. Si realizza una linea comparabile a un CDN (Circuito Diretto Numerico), cioè una connessione dedicata su cavi ad alta velocità di trasmissione. I vantaggi sono evidenti in termini di banda e quindi di velocità nella ricezione e nell'invio di dati. In pratica con una connessione satellitare si stabilisce un collegamento diretto con una dorsale, evitando i colli di bottiglia imposti dalle tradizionali connessioni via cavo / linea telefonica: per questo motivo è possibile trovare, anche a prezzi

piuttosto accessibili, offerte per connessioni a 4mbps in ricezione e 2mbps in invio. Questa tecnologia consente anche di ottimizzare in modo automatico e dinamico la banda impegnata a seconda della tipologia dei dati scambiati – a seconda cioè che si tratti di veri e propri dati, oppure segnali vocali, immagini o fax – minimizzando l'impiego effettivo della banda e di conseguenza i relativi costi. Altre caratteristiche vantaggiose sono il ridottissimo livello di BER (Bit Error Rate, cioè l'incidenza di errori durante lo scam-

bio dei dati) e la possibilità di sfruttare la connessione in modalità data broadcasting, rendendo un flusso di informazioni contemporaneamente disponibile a più utenti connessi (per esempio nel caso di una videoconferenza). La copertura di un servizio dati tramite sistema satellitare geostazionario è in grado di raggiungere le zone operative definite “regioni isolate", che da un punto di vista geografico, logistico, politico non offrono infrastrutture adeguate all'allacciamento di reti cablate.


Il budget

a. Incremento del patrimonio e dei servizi della Biblioteca del CHR L'azione è finalizzata a garantire stabili opportunità di autoformazione e di sviluppo di iniziative formative e culturali a cura del Comitato Biblioteca. La biblioteca è già dotata di 300 volumi medicoscientifici e 100 testi di cultura generale. Si procederà all'acquisto dell'Enciclopedia Medico Chirurgica redatta da Elsevier, che è il riferimento scientifico per tutti gli operatori sanitari di formazione francofona (medici e infermieri professionali). Con l'acquisto dell'opera in 44 volumi si ha diritto all'iscrizione alla newsletter informativa e alla possibilità di scaricare gli aggiornamenti trimestrali, in versione integrale direttamente sul computer, comprensivi di immagini e video sulle tecniche chirurgiche. b. Adeguamento tecnologico della Biblioteca La realizzazione di tale azione è la condizione imprescindibile per poter gestire gli interventi di Formazione a Distanza e per sviluppare future opportunità di collaborazione con le istituzioni sanitarie ed accademiche ivoriane. c. Interventi di formazione a distanza Gli interventi di formazione rappresentano l'azione principale del progetto, finalizzata a soddisfare le più urgenti necessità di aggiornamento e sviluppo del know how tecnico professionale del personale medico e sanitario locale. 2. Garantire la sostenibilità delle attività del Comitato Biblioteca L'ottimizzazione dello sfruttamento della dotazione ICT del Comitato permetterà lo sviluppo di nuovi servizi in grado di garantire redditività: • formazione di base (alfabetizzazione informatica e lingua inglese); • connessioni on-line; • videoconferenze; • service stampa.

accademico della capitale. Il più rilevante risultato indiretto atteso dagli sviluppi del progetto è infine il miglioramento degli standard qualitativi dei servizi di diagnosi e cura del CHR e dei dispensari cittadini che parteciperanno alla Formazione a Distanza. La strumentazione, che resterà di proprietà del Comitato Biblioteca, permetterà anche l'attivazione di servizi rivolti alla cittadinanza, in particolare il Comitato gestirà autonomamente interventi di alfabetizzazione informatica e di lingua inglese rivolti alla popolazione locale, con proposte dedicate a insegnati, studenti con l'obiettivo di innescare un ulteriore circuito virtuoso di diffusione delle competenze informatiche e di base. Un altro target cui sarà dedicata una particolare proposta saranno le imprese loca-

Preventivo Biblioteca di Man TOTALE

trente-deux | trente-trois

1. Ampliare le competenze professionali del personale sanitario locale

a. Sviluppo delle competenze gestionali del Comitato Biblioteca La realizzazione di tale azione ha lo scopo di creare le condizioni per una fruttuosa, autonoma e continuativa gestione dei servizi del Comitato Biblioteca. b. Gestione attività di marketing e autofinanziamento La realizzazione di tale azione ha lo scopo di garantire la gestione economica dei servizi a bassa redditività, rispondendo al contempo ad una domanda di formazione in loco ed ottimizzando lo sfruttamento delle risorse tecnologiche offrendone l'accesso alla popolazione della regione. c. Sviluppo di una rete locale per l'alta formazione continua nel sistema sanitario. La realizzazione di tale azione permetterà di valorizzare le risorse locali incentivando le opportunità di scambio all'interno del sistema sanitario ivoriano e le collaborazioni con il mondo

(€)

QUANTITÀ

COSTO

1 1 1 2

4.200 1.500 1.500 2.800

4.200 1.500 1.500 5.600

2 2 2 4 1 800 1

200 350 80 80 500 forfait 3.500

400 700 160 320 500 400 3.500

1 2 2 2 1 1 1 1

799 940 239 7 29 714 4.130 200

799 940 478 14 29 714 4.130 200

1 1 1

1.500 1.250 2.500

1.500 1.250 2.500

A) Satellite Antenna Cband+TX + modem Computer e accessori Trasporto antenne Installazione

B) Wireless Antenne - ospedale Wireless ospedale - Victoria Wireless ospedale Router Apparati vari Cavi Installazione

C) Materiale per videoconferenza Videoproiettore Carrelli mobili 125/175 cm Diffusore acustico con supporti Adattatore fissaggio Borsa x diffusori Radiomicrofono Set top Materiale x installazione

D) Hospital Library Stipendio tecnico informatico locale Stipendio bibliotecario locale Direttore scientifico

TOTALE

31.334

32|33

Obiettivi del progetto


www.sguazzi.com

Bibliothèque CHR Man biblioman@aviso.ci Tel. + 225 33 78 03 17 Bibliothécaire: Jolly Sylvain GLEH [mailto: jollysylvain@yahoo.fr]


trente-quatre | trente-cinq 34|35

Associazione SGUAZZI Onlus c/o Biblioteca Civica via Matteotti, 10 24046 Osio Sotto, BG info@sguazzi.com bibliotecadiman@sguazzi.com


“…fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza”.


Noi,

mas Project 2007


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r ica , sono fortu nata (Elena)

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Io sono fortunato perché attraverso i libri posso scoprire qual è il fiume più lungo dell’Africa

Chiederò a mio papà, che lavora in ospedale, come mandare tante medicine in Africa

(Roberto)

(Giulia)

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(Alessandro C.)

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Vorrei sapere se in Africa ci sono tanti alberi che portano ossigeno

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assero a questo progetto così i medici potranno salvare più persone (A

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lessandro V. e Camilla)

Vorrei sapere perché in Africa alcuni bambini lavorano invece di studiare (Alice)


rica (Davide e M.A n Af i o qu son ant i c i i animal

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Quando sarò più grande vorrei andare in Africa per portare tante medicine, acqua, cibo e vestiti (Vittoria e Costanza)

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Io posso vedere gli animali dell’Africa attraverso la televisione (Eleonora)

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trente-huit | trente-neuf

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CLASSE IV A Scuola Primaria Fabbri viale Zara, 98 - Milano

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Vorrei sapere se nei villaggi ci sono tanti ammalati

Vaso cerebrale umano Sezione al microscopio ottico

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38|39

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Sed de saber Mi imperioso deseo de conocerte, de explorarte, de ampliar los horizantes de mi conocimiento, me ha abierto los caminos mas importantes durante estos tiempos. Es por esto que sigo teniendo sed de ti... esencia del espirtu humano. La pasion el alma por entrar en los confines del conocimiento. Cyndra Velasquez

“Andiamo alla scoperta del mondo!”

Vorrei Sapere: “Ma quando si mangia?”

Vania, Isabel, Matteo e Pablo Panizza

Alberto Bruno

Oggi vorrei sapere… ...che faccia ha la Margherita e cosa fa mentre sta nella pancia… ...se sarò in grado di essere una brava mamma (!) come lo è stata la mia… …come ci organizzeremo le domeniche tra pannolini, calcio e corsi di formazione… Ho saputo recentemente... …che ci sono saperi “veramente” più importanti, che vanno protetti e favoriti…

Comincio a sapere sempre di più... …che la conoscenza è una mela preziosa… …che può essere nascosta nell’ambizione o nei propri confini... …che è un bene che si moltiplica e che c’è qualcuno che si adopera sempre perché sia diffusa... …che non si può spiegare tutto... ….ma conoscere aiuta a vivere meglio! Sara Panizza


Mai prima d’ora... avevo appieno compreso la voglia di sapere che spinge l’essere umano oltre confini che a volte sarebbe meglio non superare. Giulia, tre anni, ogni secondo della sua giovane vita sperimenta, ascolta e domanda ed io stupefatta e a volte smarrita tento di appagare la sua sete. Simona Dinetta

Hai un momento Dio? No, perché sono qua, insomma ci sarei anch’io. Hai un momento Dio? O te o chi per te, avete un attimo per me? Perché? Perché ho qualche cosa in cui credere perché non riesco mica a ricordare bene che cos’è. Almeno dì se il viaggio è unico e se c’è il sole di là se stai ridendo, io non mi offendo però, perché perché nemmeno una risposta ai miei perché perché non mi fai fare almeno un giro col tuo bel gilet. Hai un momento Dio? No perché sono qua, insomma ci sarei anch’io Hai un momento Dio? O te o chi per te avete un attimo per me?

Ho inseguito le stelle in un giorno di pioggia Ho dipinto una barca di bianco rosso e blu C’è una casa in fondo a quella strada Che nessuno conosce C’è un cane che non abbaia C’è un cancello che nessuno apre C’è un libro, un quaderno e una matita La barca tranquilla cerca il suo mare La casa, un focolare. Riscaldatevi piccini al suo scoppiettare Una favola aspetta chi la sa ascoltare. Federica Capuzzo

40|41

…che tu sia un angelo o un diavolo, ho tre domande per te: chi prende l’inter, dove mi porti e poi dì, soprattutto perché? Perché ci dovrà essere un motivo, no? Perché forse la vita la capisce chi è più pratico.

- LUCIANO LIGABUE -

…Vorrei conoscere il senso e dove porta la mia strada… ma mi “tocca viverla”. Benedetta Nocita

“E invece come potevano annoiarlo, a volte, le persone! Come se troppo spesso sapesse in anticipo che cosa avrebbe udito. E ogni volta che pensava <<Adesso questo qui dirà così>>, se la prendeva con se stesso, si trovava odioso, a ancor più quando il tipo effettivamente lo diceva. Allora soffriva e supplicava un dio qualunque

quarante | quarante et un

Un giorno quando

di concedergli un giorno la sorpresa e non la conoscenza. [...] No, non avrebbe dimenticato quella donna, quel frammento della bellezza del mondo sul punto di infrangersi. E non era in grado di sapere in anticipo ciò che lei gli avrebbe detto. – FRED VARGAS, L’UOMO DEI CERCHI AZZURRI –

Trypanosoma brucei Malattia del sonno trasmessa dalla mosca tse-tse


Chiara, Alberto, Elena, Michela e Dario Regazzoni

Tutto il sapere del mondo Mi chiedi come mi chiamo. In questa stanzetta male illuminata ascolti la mia risposta, e vedo che non mi credi, te lo leggo negli occhi. Qualche tuo collega mi ha passato le dita nell’inchiostro e me le ha schiacciate su un foglio dove c’erano scritte parole che non ho saputo leggere. Mi chiedi se ho documenti, mi chiedi di mostrarteli. Quello che mi è rimasto dopo la traversata è un foglietto mezzo mangiato dal sale del mare, quel mare che ho visto ingoiare mia madre e persone sconosciute con cui ho diviso per settimane sete, paura e speranza. Te lo porgo, e la mia mano è ferma. Lo spieghi sul tavolo che ci divide, lo osservi. Mi chiedi da dove vengo. Il nome del villaggio dove sono nato non ti dice niente, mi guardi, e nei tuoi occhi leggo una stanchezza che è diversa dalla mia, ma esiste anch’essa. Nel mio francese storpiato dal dialetto ti racconto da dove sono partito, andando ad ampliare la mappa delle tue conoscenze: il villaggio, la città più vicina, la regione del paese, lo Stato che mi ha donato la vita e poi la rivoleva indietro, per uccidere e bruciare e violentare e morire. Mi chiedi che cosa facevo per vivere, lì nel mio villaggio. Le gambe iniziano a dolermi, la mia stanchezza è diversa dalla tua però esiste, ma non l’ascolto. Ti racconto della scuola e del sapere, ti racconto del liceo dove ho studiato e di ciò che ho appreso e che ho voluto riportare lì, dove ero nato, dove aspettava la mia famiglia. Aspettava che tornassi per guarire i campi e i pozzi d’acqua, e il grano che stenta a salire e a dorare. Ti racconto dei libri che ho studiato, delle informazioni che ho raccolto, e della famiglia che aspettava, e sperava, e della mia solitudine odierna, del mare che ha ingoiato ciò che restava del mio sangue e dei miei sogni. Mi chiedi perché sono qui. Ti racconto della guerra, ti racconto della mia famiglia dispersa e cacciata, dei miei fratelli diventati bestie per un dio diverso. Mi ascolti, mi ascolti e non mi credi, te lo leggo negli occhi che riflettono lo schermo del computer acceso, lì al tuo fianco. Ti racconto la mia vita, ti racconto la mia morte che mi aspettava dietro l’angolo, dietro l’albero nel centro del villaggio, dentro al pozzo avvelenato, delle bestie ammazzate, dei bambini con il fucile e delle lacrime delle madri. Quante storie hai ascoltato, quante parole hai scritto su quei tuoi fogli bianchi come la tua pelle, quanti libri hai letto alla ricerca di risposte, a caccia delle domande giuste da fare, dall’altra parte del tavolo, quel tavolo che ora ti divide da me, che sono un uomo. E questo è tutto ciò che dovresti sapere. Dovrebbe bastarti questo: che sono un uomo, e che sono qui, in attesa del tuo giudizio. Stefano Errico


Una bambina e una donna

Serena, 10 agosto 2007

rappresentano due generazioni diverse che hanno e avranno nella loro vita esperienze e possibilità completamente diverse... Mi piacerebbe poter pensare che in questo mondo in un futuro non troppo lontano questa bambina possa avere le stesse opportunità di questa donna!

Ora è piccola ma un domani vorrà sapere ogni cosa, tutto quello che accade nel mondo... Saprà leggere i migliori libri con curiosità, saprà apprezzare i nonni che le racconteranno con saggezza tutto quello che hanno appreso con il tempo... non avrà paura di non conoscere qualcosa... avrà i mezzi per poter fare conoscenza... e sarà ghiotta di sapere. Lara e Maurizio

quarante-deux | quarante-trois

Alessandra Ghirotti Sergio Febbi Riccardo Febbi

Navigare necesse est.

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Sì, lo sappiamo, ma come mantenere la rotta? Nebbie, scogli, banchi di sabbia, allettanti richiami da invisibili isole. Dove stiamo andando? Che cosa cerchiamo? La nebbia della nostra inerzia ci offusca lo sguardo; gli scogli dei nostri pregiudizi c’insidiano; i banchi di sabbia della pigrizia rischiano ad ogni istante di farci arenare; voci melodiose sussurrano: perché tanta fatica? Ascolta: non le senti le dolci sirene dell’ozio, del menefreghismo, come sono seducenti? Eppure, quella piccola luce laggiù non dà tregua: avanti, più avanti. E là, sul mare aperto, diventerà ad un tratto abbagliante, costringerà ognuno di noi ad aprire gli occhi: Guarda, dirà, eccolo il Mondo. Ecco gli altri, quelli che ti rifiutavi di vedere. È in quel mare umano che devi navigare, là devi tuffare la tua coscienza, perché questo ti chiede la vita. Questo vuole Dio; quello stesso Dio che ogni anno rinasce per farsi come noi; anzi, come loro, gli ultimi, i deboli, i malati: quelli che Lui preferisce. Conoscere, condividere, aiutare, questa la tua meta. E, illuminato dalla Sua luce, anche il nostro oscillante veliero saprà mantenere la rotta. Bruna Dell’Agnese Vacciago di Ameno, Lago d’Orta, 30/10/07

Citomegalovirus Coltura in vitro di fibroblasti umani infettati con CMV


È vero, a noi insegnano a leggere, scrivere, contare, moltiplicare. Ad analizzare testi, risolvere problemi, parlare in altre lingue. Se siamo fortunati ci insegnano a ragionare. A loro però, chissà, forse insegnano a vivere. Silvia Bailo

Andrea Ferrari Michela Casanova Pietro Ferrari

“... c’è vero progresso solo quando i vantaggi di una nuova tecnologia diventano per tutti ...” - H. FORD -

Vorrei sapere perché questa frase, tanto semplice da sembrare banale, quanto straordinariamente rivoluzionaria, raramente ispira chi decide del futuro degli uomini e dei loro figli e del diritto alla loro salute, sviluppo, istruzione, informazione... Alberto Cometto

Mi rendo conto di essere stata fortunata, in questo paese in cui vivo: affascinante, ricco di tradizioni, rumoroso, e dove la vita per molti non è facile, dove il baratro tra povertà e ricchezza è sorprendente… Proprio fortunata, perché sono una di quelle bambine di strada, senza famiglia, che ha incontrato un giorno una persona buona, che mi ha portato in una famiglia, fatta da suore e da altri bimbi come me; ma ho avuto anche di più: un’istruzione, dei compagni di scuola, una disciplina, un’educazione che mi ha formato, mi ha aperto nuove strade da percorrere, nuove possibilità di scelta in questo mio Paese o in un altro. E ho scoperto, negli anni trascorsi qui nella missione, che la conoscenza è scelta, che la scelta è futuro, un futuro colorato di speranza, che la speranza è vita! Grazie quindi non solo alla “mia” persona buona, ma anche a tutti coloro che hanno permesso che io rimanessi qui, a CONOSCERE, non solo la storia, la matematica, l’inglese ecc. ecc.… ma l’amore di persone vicine e lontane. - TESTIMONIANZA DI KALPANÀ, UNA DELLE BAMBINE ACCOLTE NELLE MISSIONI SEGUITE DALLA FONDAZIONE MILLESOLI ONLUS -

Fondazione Millesoli Onlus


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quarante-quatre | quarante-cinq

Vorrei sapere quanti anni vivrĂ mio figlio.

Forse la risposta è nella parabola di Man.

Aliviaggi Tour Operator supporta e diffonde il Xmas Project 2007


Vorrei sapere cosa c’è oltre i miei occhi, vorrei salire sul dorso di una giraffa e guardare il cielo alto alto. Vorrei correre tra la terra ancora umida di pioggia e spalancare le braccia per respirare tutta l’aria intorno a me. Vorrei imparare e parlare e ridere e vivere e ancora correre senza fermarmi. Valentina Russello

Vittorio Salvini e Marina Gemic


Vorrei sapere come andrà a finire.

Parole a un coetaneo birmano Combattere per la qualità dell’informazione significa combattere per la libertà. Vivere in una società libera significa potersi liberamente informare per definire il proprio critico e libero pensiero. Numerosissime sono le forme di censura. Meno visibili nei paesi sviluppati. Comunque efficaci. Nei più poveri, crude e brutali. Repressione, radicale negazione del diritto all’informazione e allo studio, ad esempio. C’è chi dedica o ha dedicato l’intera vita perseguendo tale ideale di libertà. È una questione di scelte. E c’è chi muore per questo.

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quarante-six | quarante-sept

Renato Plati

Studio. Leggo. Viaggio. Ascolto musica. Scelgo. Amo. E sono libero. Lo sono. Sogno. Libertà anche per te.

Qui non scriviamo sulla sabbia e non scriviamo con i legni ma con le matite e le penne. Noi abbiamo il computer io ho il Mac e Internet.

Vittorio Ramella

Vorrei sapere perché gli amici di Sofia in Etiopia non hanno queste possibilità.

Malaria Tommaso Volpi

Trofozoiti ad anello di P. falciparum su striscio di sangue periferico


Fabio Maragno

Vorrei sapere se esiste un modo simpatico per esprimere la riconoscenza, un modo leggero e non troppo formale. È un grazie che devo a Cesare Ponti, colui per il quale ho il privilegio di lavorare sentendomi a casa, perché sa comprendere e ha sempre saputo offrire una risposta positiva al mio bisogno di sapere e migliorarmi. Cristina Poletti

Vorrei sapere….

Vorrei saper che dirti… quando, gli occhi bagnati, mi parli di tuo figlio: di lui ora sai solo che ti manca! Vorrei saper farti sorridere quando la sera ti addormenti pensando a lui, che non puoi più cullare. Vorrei saper come svegliarti quando nei sogni ti parla e ride e gioca e cresce. Vorrei sapere in quali mondi accompagnarti per non vederti piangere e soffrire. Vorrei saper… Agnese Consonni

… un desiderio che ci pervade fin da piccoli: “Perché? Perché fa così? Perché è così?”... e poi ancora tanti, tanti, piccoli perché! Una domanda insistente, ma che riflette un desiderio unico: VOGLIO SAPERE VOGLIO IMPARARE VOGLIO CONOSCERE!!! Come saremmo se non potessimo imparare? Se qualcuno non ci spiegasse come tenere una matita, come usare una matita e anche... che cos’è una matita! Perché il desiderio di conoscenza parte dal nulla, è una piccola torre cui giorno per giorno si aggiunge un “mattoncino” di cose imparate, conosciute, di cose che SAPPIAMO! Guardando le mie bambine ho capito che cosa vuol dire conoscere, imparare, voler sapere: leggendo il loro stupore nello scoprire che questa cosa, che è una matita, fatta di legno e grafite, può fare il mondo tutto azzurro, o tutto giallo o tutto rosso! Nel loro interesse a scoprire, giorno dopo giorno, una lettera diversa dall’altra che compone il nome di una... o che “proprio quello” è il numero 7 (che sembra il mio seggiolone, mamma!!!)... o che se schiacci quel bottoncino bianco la luce si accende... oooohhh! Non spegniamo in nessuno la voglia di sapere... coltiviamo in tutti la voglia di scoprire cose, vecchie e nuove, note e meno note… Federica Biasin (e MassiMatiGioia)


Sapere è potere? (a Primo Levi e a Jean, il Pikolo)

Sapere è potere, ma non potere, inteso come oppressione, dominio, sottomissione, latrocinio bensì Sapere è poter difendere Le proprie idee Sapere è comprendere e rispettare Le idee degli altri Sapere è superare L’ideologia Sapere è tolleranza E tutela dei più deboli Sapere è vincere l’annientamento,

e ammoniscono noi tutti, nel caldo dei nostri letti, nella quiete delle nostre certezze, ancora ora e sempre, che “fatti non – fummo – a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza” Claudio Dozio

Matteo Fiorini

Citomegalovirus Infezione congenita, miocardite, encefalite

quarante-huit | quarante-neuf

due Haftlinge che camminano fianco a fianco e ritrovano la loro “semenza”, ancora viva, vitale, potente, non sconfitta dalla brutale barbarie

Vorrei sapere come uno, uno solo della Casa dei Sogni, racconterà al proprio figlio cosa voleva dire deglutire ciorba ogni giorno. Vorrei sapere se uno, uno solo della Scuola di Assada, lancerà in alto il cappello, a Cambridge, magari. Vorrei sapere se uno, uno solo di Casa Albachiara a Bogotà scenderà nel buco del culo della città e anche lui allungherà una mano. Vorrei sapere quanto forte una, una sola donna a Rupandehi, vorrebbe urlare ogni mattina al silenzio intoccabile. Vorrei sapere se all’asilo nido Giramondo, a Milano, uno, uno solo dei piccoli salirà in cima al Duomo, con tanta voglia di dare una sveglia alla nostra cara madunina. Vorrei sapere se basta una, una sola pozza d’acqua per arrugginire e inghiottire tutti i kalashnikov ancora nelle baracche di Gongode. Vorrei sapere se a Mirco, appena vedrà comparire Tino Kakou in biblioteca a Man e lo sentirà parlare, scenderà una lacrima. Vorrei sapere tutto, tutto subito. E invece no: caminante no hay camino, se hace camino el andar.

48|49

Sapere è il 1944, d’estate, a Oswiecim, Polonia, ovvero Auschwitz, nel Reich “millenario”, simulacro di cartapesta,

Patrizia Sevieri


Dura lo spazio di un attimo questo mio grazie. Annulla parole, pensieri, desideri. Poi torno a vivere di sete. _____________

Timeo lectorem unius libri SAN TOMMASO D’AQUINO

Anch’io lo temo, soprattutto se è un libro di medicina; se la conoscenza permette a tutti di non viver come bruti, a molti salva proprio la vita.

La canzone di Lamyae Canta parole di pace Lamyae, dagli occhi scuri e profondi, quasi una nenia proveniente da mondi lontani. Ha scoppi luminosi di gioia Lamyae e risate cristalline ed improvvise tristezze mentre il viso si fa buio, la voce incerta e lo sguardo velato. Canta parole di pace Lamyae, dagli occhi scuri e profondi… …nel cortile della scuola sono nati due papaveri rossi. - ROSANNA TRAVAGLINO -

Paola Masini

Immagine: rielaborazione di San Gerolamo nel suo studio, Antonello da Messina

Monica Colombo

Vorrei sapere… perché in un’epoca in cui si può conoscere tutto, non si sa il nome del proprio vicino di casa non si è capaci di tollerare chi supponiamo diverso da noi non si sa controllare l’aggressività che c’è in ognuno di noi non si sa fa altro che incolpare gli altri – stato-chiesa-istituzioni – di tutto ciò che di negativo succede non si sa più far durare l’amore, il tempo necessario per rinsaldare un’unione e costruire una famiglia per sempre. Vorrei sapere che mondo vivranno le mie nipotine e quanti “buchi neri” stiamo loro aprendo. Augusta Mamoli

A mio padre, per tutte le volte in cui ha strappato le pagine del quaderno pieno di orecchie e buchi di cancellature, per tutte le volte in cui mi ha fatto rifare i compiti e mi ha sgridato perché non c’era niente da fare, per lo sconforto che ha provato quando ha saputo che ero stato rimandato in quinta elementare e per l’orgoglio che gli ho letto in viso il giorno della mia laurea. Sei stato il primo a credere e volere fortemente che noi studiassimo anche a costo di grandi sacrifici perché hai sempre saputo che la più grande forza dell’uomo è la sua cultura. Grazie. Rino Cimmino


cinquante | cinquante et un 50|51

LA VITA ha ALI di SAPERE che solcano cieli di PAROLE Cosimo Gian Giorgio Vincenzo

Safety Partner srl supporta e diffonde il Xmas Project 2007


“Fatti non foste a viver come bruti” ... Forse basterebbe anche solo questo verso. Al liceo ci si innamora di queste parole e poi accade, come avviene sempre per la grande poesia, che rimangano dentro, impigliate fra i pensieri, in groppa ai ricordi, rannicchiate in qualche angolo nascosto della mente. Sarà per via di quelle f e di quelle t che giocano a rincorrersi (fatti… foste), sarà perché a pronunciarle è un personaggio affascinante, che ha conosciuto il mondo e i suoi inganni, e di tanti inganni è stato anche l’artefice, sarà perché a scriverle è quel poeta che è stato capace di dare un nome a ogni cosa, fatto sta che sono diventate quasi un riflesso incondizionato, una specie di assioma, un “a priori”. Tanto che certe volte si rischia di darle per scontate e rimane solo l’invito a ricordarsi dell’imperativo categorico: l’indole umana, la semenza, si realizzi nella conoscenza e nella virtù, tutto il resto è roba per bruti, animali dotati solo dell’istinto! Tuttavia, in un certo senso, viene da sorridere a pensare a quanto spesso le cose appaiano semplici, e in realtà non lo siano per niente. Qualche verso più in giù è proprio Ulisse (ma è Dante il grande burattinaio…) a definire “folle” il viaggio che egli ha compiuto: spingersi oltre le colonne d’Ercole, alla ricerca di una conoscenza convalidata solo da se stessa, ora lo sa, è stato un tragico errore. Siamo fatti per conoscere, è vero, ma non solo per questo. Ulisse, agli occhi di Dante, probabilmente rimane un eroe affascinante, ma velleitario: a testa bassa, con l’ariete in mano, è andato avanti a sfondare limiti, ad abbattere porte, a forzare serrature, ma questo non è servito a salvarlo. Come dire: la conoscenza, la scienza portano in alto, interpretano la nobile natura dell’uomo, ma da sole non bastano, c’è un altro tipo di ricerca di cui non si può non tenere conto e che reclama la sua parte. Dante, certo, pensava a Dio, perché Ulisse era un senza Dio, ma rimane valido il senso: privata di un orizzonte etico e morale verso cui tendere, ogni strada, anche quella che si intraprende “per seguir virtute e canoscenza”, può diventare pericolosa. E questi sono altri due pregi della grande poesia: ha effetti a lungo raggio ed è capace di centrare il cuore dell’umanità. Cristina Traverso

Vorrei sapere cosa stanno facendo adesso i miei amici, come fa il seme a fare la pianta e la pianta a fare il seme, vorrei sapere come sono fatti gli angeli e come ha fatto a nascere Dio, che la mia maestra di religione non lo sa e dice che nessuno lo sa… Irene Fiorini

“...il silenzio è rotto e bastano solo poche parole... per sapere che dopo sarà ancora silenzio ...uguale per tutti”. Vale e Marco


Memo sulla Biblioteca a Man - 5 punti 1. A New York c’è una biblioteca di più di 50 milioni di volumi. Nessun uomo potrà mai leggerli tutti. 2. Internet contiene informazioni e testi che, stampati tutti, comporterebbero una pila alta sei volte la distanza tra la terra e il sole. 3. Si può dire che: a. tutta la bellezza della civiltà è contenuta nei libri; b. tutto l’orrore infernale del nostro mondo spappolato è stampato nei libri; c. tutto il rischio della cultura nella vita è descritto nei libri. 4. Se la cultura non è concepita per la ricerca del Vero diventa inutile zavorra. 5. È sempre da un primo libro che si parte verso l’avventura dell’Utile e del Bello. Anche in Costa d’Avorio.

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Franco Troiano

“Il padrone è padrone perché conosce mille parole più dell’operaio” - DA “LETTERE AD UNA PROFESSORESSA” -

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La conoscenza è potere. Le informazioni sono potere. In molte aziende si parla il concetto knowledge management, ben sapendo che più le conoscenze sono diffuse e diventano patrimonio di tutti, e meglio l’azienda funziona. E c’è chi resiste, consapevole che la cessione di informazioni significa perdita di potere. Nella società il controllo dei mezzi di informazione è cruciale. Poter decidere cosa diffondere, come diffondere, che risalto dare ad una notizia piuttosto che distorcerla, se non addirittura negarla, è fondamentale per orientare (manipolare?) l’opinione pubblica. Il dibattito senza fine sulla struttura dell’organizzazione scolastica (più scuola pubblica o più scuola privata? Orientata allo sviluppo della persona o al servizio delle aziende?) dimostra quanto la conoscenza e il sapere siano temi tra i più sentiti e importanti della società odierna e futura. A oltre 40 anni di distanza, le parole di don Milani sono ancora attuali. Una società più equa e più giusta non può che passare attraverso una migliore distribuzione della conoscenza, garantendo a tutti l’accesso al sapere. Parafrasando un noto motto, “Dieci, cento, mille biblioteche!!!!”

HIV (Aids) Carlo Carlini

Retrovirus umano a RNA, immagine al microscopio elettronico


Sofia, I anno di Scuola materna: Sofia e tu che cosa impari a scuola? Un bel niente!!! (Mi ha colto alla sprovvista e le ripeto la domanda) … mi fanno imparare a disegnare le zucche con gli occhi a triangolo, un po’ di lettere, mi fanno imparare a disegnare i tricicli, a fare le case e poi le canzoni in italiano e inglese. Guido Francesca Ludovica Sofia e ... Gelpi

Canzoni in inglese!? Me ne canteresti una? “Vieni tu da me che non hai paura…” (si capisce subito che la sta inventando al momento e Ludovica interviene facendo notare che canta in italiano, allora Sofia cambia canzone)

“…happy birthday to you!” Cosa ti piace di più della scuola materna? Disegnare… (pausa di riflessione)… però io non corro mai dentro l’asilo ed è più bello perché così non mi sgridano.

Ludovica, I elementare: Ludovica, che cosa si impara a scuola? Si impara a leggere e a scrivere. A cosa serve saper leggere e scrivere? A farci imparare le cose perché siamo ancora piccoli e non sappiamo tutte le cose. A cosa ti servirà saper leggere e scrivere quando sarai più grande? Quando sono grande posso leggere i libri. Scrivere mi servirà per tipo mandare una lettera ai miei amici. A scuola si impara anche a disegnare, a colorare, le forme, a star seduti e poi ci aiuta anche a crescere perché piano piano cresciamo e le cose le sappiamo di più.

Vorrei sapere Vorrei sapere Perché il fuoco brucia Vorrei sapere Perché il mare è salato Vorrei sapere Perché le stelle stanno in cielo Vorrei sapere Perché il sole è caldo Vorrei sapere Tante, tante, tante cose Che solo sui libri puoi imparare. Carlotta Volpi

Paola Maragno


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Il vostro cuore conosce nel silenzio i segreti dei giorni e delle notti Ma il vostro orecchio è assetato dal rumore di quanto il cuore conosce. Ed è bene che sappiate: La fonte nascosta della vostra anima dovrà necessariamente effondersi e fluire mormorando verso il mare. - PENSIERO ESTRAPOLATO DA UNA POESIA SULLA CONOSCENZA DI GIBRAN KALHIL GIBRAN -

Speed Transport S.I. srl supporta e diffonde il Xmas Project 2007


A me piace la geografia. Vorrei conoscere molto di più sul mondo. A me piace molto la storia, in particolare un argomento, quello della Vorrei poter conoscere cose nuove e proprio come diceva Ulisse noi Guerra di Troia che fu combattuta da tutti i Greci uniti contro Troia non siamo nati per vivere come bruti, ma per imparare. Silvia Saleri […] La guerra durò dieci anni finché l’astuzia di un guerriero di nome Ulisse pose fine alla guerra. […] Samuele Maruca Una delle materie che amo è storia. L’argomento più avvincente è stato quello dei Greci. Mi ha colpita soprattutto la costruzione dei Durante lo studio della storia in particolare mi hanno colpito gli Egizi. templi e le grandi opere d’arte. […] Mi piacerebbe andare un po’ Mi è piaciuta la loro religione; gli egizi credevano possibile la vita nelindietro nel passato e vivere un giorno ad Atene. Lia Gugino l’oltretomba infatti mummificavano i faraoni e i ricchi. Alice Marangon

A me è piaciuto l’argomento dei Greci perché mi ha colpito di più la storia degli dei e anche le Olimpiadi. […] Le Olimpiadi vennero celebrate nel 776 a.c., lo stadio era la corsa da 200 metri […] il pentathlon erano 5 gare, c’erano anche la lotta, il pugilato, la quadriglia, la famosa corsa a quattro cavalli … Mehdi El Batal A me piace molto la storia, soprattutto mi ha interessato il popolo dei Greci: mi ha affascinato Achille che combatte nella guerra di Troia. Per me è considerato il più grande guerriero greco per la forza, l’ardore ed il sentimento che metteva in tutto ciò che compiva. Melanie Del Genio

Io vorrei sapere perché per colpa di Ulisse io adesso devo fare i compiti e andare a scuola al posto di giocare […] però devo continuare a studiare perché da grande mi piacerebbe fare la dottoressa come mia zia. C’è un sentimento di gioia che provo quando sono a scuola ma sento che anche dopo, fuori da scuola, posso fare qualcosa di bello e non vedo l’ora di uscire. […] Lara Cimmino

In questi anni scolastici […] ho imparato moltissime cose. In storia, la mia materia, abbiamo imparato la vita di alcune civiltà antiche come per esempio gli Egizi. […] Le donne erano molto considerate! […] Mi appassionano anche come civiltà i Greci […] consideravano gli spettacoli un’importante occasione per discutere ed imparare, sia perché come dice Pericle la poesia tocca ed ingentilisce gli animi, sia perché come dice Aristotele, la tragedia suscitando “pietà e terrore” produce nello spettatore la purificazione dei sentimenti. Silvia Maria Mora

Io trovo affascinante la storia […] perché è interessante scoprire cosa è successo in passato, ma, del futuro, non è che mi interessi più di tanto, ma la storiaaa!!! […] Cavolo, mi sono piaciuti gli dei e poi studiarli è stata un’emozione […] ma non sono le uniche cose che so e soprattutto provate a studiare anche voi, sarà divertente imparare e poi come ha detto Ulisse noi siamo nati per questo. Erika Godi


In questi anni ho studiato molte cose: ma l’argomento che mi è piaciuto […] veramente tanto sono le olimpiadi. I Greci davano molta importanza all’aspetto fisico e quindi si dedicavano molto allo sport. […] I vincitori ricevevano una semplice corona d’ulivo o d’alloro ma l’onore e la gloria era immensa e in battaglia per premio stavano al primo posto. A me questi giochi hanno veramente affascinato ma non solo questo. Spero che da grande possa imparare più cose sui Greci. Elena Colli

Gli dei in cui gli Egizi credevano erano numerosissimi. Era AmmonRa il più importante, Osiride, Iside, Horo, Anubi, Thot, Bastet dea protettrice della casa e dei bambini. Le donne egizie potevano diventare regine, erano famose per la loro bellezza e per la loro eleganza, si vestivano con anelli e gioielli, si truccavano con ombretto verde e annerivano ciglia e sopracciglia. Agli Egiziani piaceva giocare e divertirsi […]. Shu Thongprachum A me piace venire a scuola perché ci fa studiare, leggere e imparare tanto; io gioco durante l’intervallo con i miei compagni che sono bravi. La maestra Graziella è brava; la maestra Giuliana è più severa e per questo mi è meno simpatica. Carmela D’Antonio

La civiltà che ho studiato più volentieri è stata quella dei Greci. Tra le loro tantissime idee, secondo me, la più bella fu quella di inventare il teatro. Lo consideravano un luogo dove imparare e discutere, quindi era quasi una scuola per il popolo. Per questo potevano partecipare tutti i cittadini, le donne e persino gli schiavi a cui veniva pagato l’ingresso dallo stato. […] Jacopo Smorgon

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A me piace andare a scuola perché mi piace imparare cose nuove. La mia materia preferita è la matematica perché mi piace fare i conti. Davide Manzo

Ho deciso di scrivere su una civiltà […] : gli Egizi. […] Gli Egizi avevano un Faraone che governava il suo popolo sia in pace sia in guerra, ma era considerato un dio vivente […]. Era il padre della terra, degli uomini e degli animali. Il Faraone viveva nel lusso, vestiva abiti preziosi, teneva nelle mani lo scettro ricurvo e la frusta. Sul capo indossava la doppia corona rossa e bianca […]. Marika Callegari

Agli alunni della V A Alfieri, perché la loro vita sia piena di “Vorrei sapere...” e da adulti, rileggendo questi pensieri, ne possano sorridere; e anche alle loro maestre che con pazienza e dedizione hanno offerto loro l’opportunità per un domani migliore.

Mappa cromosomica Multifluorescente di una cellula esposta a radiazioni cosmiche

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Studiando storia abbiamo visto il teatro Greco. Mi ha colpito il fatto che i Greci ritenessero importante il teatro, per loro era un’occasione per imparare oltre che un divertimento – anche se venivano narrati fatti drammatici. Ai poveri l’ingresso era pagato dallo stato. Beniamino Valsesia

Quest’anno durante l’approfondimento dei Greci mi hanno colpito molto gli dei e le olimpiadi. […] chi mi ha affascinato di più è Zeus, è un po’ come Dio, è nato dal cielo e dalla terra e a sua volta si è sposato ed ha avuto tre figli: […]. Un altro particolare che mi ha colpito sono state le Olimpiadi, per me è veramente incredibile che alcuni sport che pratichiamo noi siano stati fatti anche dai Greci nel 776 a.c. […] Andrea Bizzetti


Quest’anno sto approfondendo con la mia classe lo studio dei Greci, civiltà unica ed insuperabile per quello che ci ha lasciato, per quanto riguarda la cultura e la vita sociale. Nell’età di Pericle nasce la grande tragedia greca che ebbe i suoi massimi autori in Eschilo, Sofocle ed Euripide (tutti del V sec. a.C.). Secondo Pericle le rappresentazioni tragiche avevano un grande valore educativo, sia perché l’alta poesia tocca ed ingentilisce gli animi, sia perché, come dice Aristotele, la tragedia “suscitando pietà e terrore, riproduce nello spettatore la purificazione dei sentimenti”. Le tragedie infatti mettevano sempre in scena un “atto di violenza” compiuto contro le leggi divine ed umane e che veniva, alla fine, inesorabilmente punito. Il teatro era dunque una scuola per il popolo. Per questo Pericle volle che gli Ateniesi assistessero alle rappresentazioni drammatiche, comprese le donne e gli schiavi. (Ricordiamo però che le donne non potevano recitare; ne dovrà passare del tempo prima che una donna calchi la scena). Parallelamente alla tragedia, si sviluppa in Atene la Commedia che ha quasi sempre il carattere di Satira ed affronta, polemicamente, gli argomenti di attualità (la vita politica, le attività culturali, il costume) con linguaggio disinvolto. Gli autori mettevano a volte in ridicolo personaggi reali, spesso potenti con una libertà che solo l’Atene democratica poteva permettersi. Il punto più alto della commedia venne toccato, tra la fine del quinto secolo e l’inizio del quarto, da Aristofane, che essendo di convinzioni radicalmente conservatrici, non risparmiò il governo della città ed i suoi rappresentanti. Penso alla satira in televisione di oggi: non esiste. Se qualcuno ci prova viene censurato ed allontanato dagli schermi. Oppure ci possiamo accontentare di quella ad acqua e rose dei vari Crozza, Albanese e Rossi. C’era più democrazia ad Atene allora rispetto all’Italia di oggi. E questo deve farci pensare. Anche noi oggi possiamo rivolgerci al teatro. Esiste un teatro satirico comprensibile. La realtà della cultura in Italia oggi ci lascia un po’ d’amaro in bocca. Anche la scuola fa il suo dovere di maestra degli uomini per il futuro o lascia che “tutto scorra”? Sono molto pessimista, essendo trent’anni che insegno; oggi non vedo un bel futuro per la cultura, ma trovo ovunque un’ipocrisia trionfante, si fa di tutto per giungere al potere, inteso come oppressione verso il più debole, verso colui che non è in grado di difendere i propri diritti e soccombe. Ma Aristofane né “le nuvole” ci insegna come risolvere il perenne conflitto delle generazioni e il problema di una corretta scelta educativa… Graziella Tabozzi

…Numeri, numeri... ancora numeri… Mi sembra di sentire nell’aula il rumore leggero di ingranaggi che sì muovono… forse si fermano, a volte tornano indietro, poi all’improvviso riprendono con nuova energia… ed ecco: trovano la via giusta! È il brusio laborioso dei vostri pensieri che ancora dopo tanti anni mi commuove, e più spesso mi meraviglia ! Giuliana Dall’Ara


Imparare a vivere nel rispetto reciproco, Imparare a mettersi nei panni degli altri. Ridere insieme Condividere i momenti Belli e quelli brutti. Cercare di farcela da soli Sapendo però di non essere soli. CRESCERE Sforzandosi di essere persone migliori. Mimma Giannetto

VORREI SAPERE… due verbi di fondamentale importanza nella nostra vita: VOLERE: avere volontà, intenzione di… SAPERE: venire a conoscenza di… Termini semplici ma, secondo me, uno degli stimoli principali che ci aiutano a crescere cercando di conoscere, non a tutti i costi o immagazzinando tutto ciò che è superfluo, ma riuscendo a discernere autonomamente e a interiorizzare quelle informazioni positive che il mondo circostante ci dà giornalmente. Annalisa Castelli

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Lo affermava Platone, la parola “insegnare” vuol dire imprimere dei segni nell’anima, perché le cose importanti si possono scrivere solo nell’anima, nel cuore e nella mente, infatti l’anima rappresenta la sede del “Logos”, del ragionamento e dei pensieri. Vorrei sapere… come è possibile imprimere dei segni nel cuore dei nostri bambini? Secondo me attraverso la capacità di innovare, animare, organizzare e creare. La scuola è il luogo in cui sì “imparano gli altri”. Gli altri non sono degli oggetti, ma una forma di sapere! Il sapere dovrebbe avere la forma dei bambini, cioè la forma di ciascuno di noi. Se il bambino non dà senso alle cose che sente, non le impara! Caterina D’Agostino

Le maestre della Scuola Alfieri

Carcinoma epatocellulare Preparati istologici da biopsia epatica


Una biblioteca telematica per l’ospedale di Man Da quando esiste il Xmas Project, viene benevolmente ospitata nel suo bel Librosolidale una mia paginetta, per lo più di riflessioni sul tema proposto, e quest’anno la sollecitazione che mi avrebbe dovuto interessare era tratta dai versi del XXVI Canto della Divina Commedia: “Fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza”. Bene, quest’anno io non seguirò il tema previsto. Quest’anno, mi sembra più interessante seguire il tema di un progetto che doti un ospedale africano di un impianto satellitare che gli permetta l’accesso a Internet e che quindi riduca il suo gap di ingresso alla scienza invece che perdersi in esegesi sui versi del Sommo Poeta. E questo sogno mi ha particolarmente toccato, perché è l’ennesima controprova che fare e diffondere qualunque forma di cultura è l’indispensabile presupposto per ogni sviluppo sociale. Allora mi limiterò a indicare pochi brevissimi appunti sparsi e disordinati sui valori, sulle esigenze e sulle possibilità della comunicazione della cultura scientifica in generale, della scienza medica in particolare.

prestare ancora molta attenzione al rapporto di causa-effetto tra scienza e tecnologia. Documentazione e comunicazione scientifica possono vantare ancora un ruolo indiscutibile di sostegno allo sviluppo dei popoli, ma questa centralità va ricercata e verificata nelle modalità pratiche della stessa comunicazione. La dimensione di universalità propria della scienza va sempre controllata, non solo in una prospettiva temporale, ma anche spaziale, e anche assicurata da un’attenta poliedricità di documentazione e comunicazione scientifica: cioè trasmissione uguale informazione, informazione uguale formazione come accesso alle conoscenze, supporto unico delle relazioni tra scienza e società. • I confini tra comunicazione, prevenzione, ricerca sociale, formazione, comunità virtuali e comunità reali sono sempre più sottili. Nel campo della comunicazione scientifica i progetti necessitano di uno sguardo di insieme, che sappia coniugare conoscenze e metodo, esperienza e innovazione, specializzazione e multidisciplinarietà. Le nuove modalità di informazione cambiano lo scenario e cambiano le esigenze, e con loro cambia anche la strategia di intervento; infatti, attraverso gli strumenti offerti dalle piattaforme software è possibile che si stabiliscano contatti tra soggetti dislocati nelle più diverse parti del nostro pianeta, e che questi soggetti per affinità di mansioni possono scambiare pareri, esperienze e informazioni, finendo così per dare luogo a una propria sorte di formazione […].

• Una delle più scontate applicazioni della comunicazione telematica è la Telemedicina. L’applicazione di sistemi informatici e di telecomunicazioni alle scienze mediche ha reso concrete prospettive inimmaginabili sino a • A Venezia, il 13 marzo 1610, Galileo Galilei lancia il suo Sidereus Nuncius e poco tempo fa. L’innovazione tecnologica può fornire un contributo sempre pubblica presso la modesta tipografia di Tommaso Baglioni, con una tiratura più significativo all’aumento dell’efficacia, dell’efficienza e dell’equità di accesso alle prestazioni sanitarie: si pensi ad esempio alla raccolta di dati di circa 500 copie, il prototipo di un genere letterario nuovo che in seguito avrebbe goduto di una fortuna ininterrotta, il rendiconto scientifico con cui si clinici provenienti da più sistemi diagnostici separati tra di loro, al monitoraggio remoto di parametri clinici, alla distribuzione capillare delle inforcomunicava il riassunto di fenomeni fino allora ignoti, esposti con quella prosa incisiva, agile nel ragionamento e nell’argomentazione e perfino eco- mazioni mediche. Si tratta sostanzialmente della trasmissione in tempo nomica, che tanto non guastava. Galileo dà corpo alla sua pericolosa idea di reale di informazioni a carattere scientifico tra gli addetti ai lavori, attraverso sistemi di comunicazione di tipo telematico/informatico. L’obiettivo è spostare il foro, per così dire, competente alla discussione. Insomma, Galileo quello di migliorare la qualità dei servizi sanitari, facilitare la formazione porta il suo “caso scientifico” in mezzo alla gente, ed è dunque a Venezia professionale di medici e infermieri e ottimizzare il trasferimento qualificache nasce, nella forma e nello spirito, la comunicazione scientifica. to di dati ed esperienze tra i vari Paesi usando sistemi di comunicazione • La ricerca scientifica e quella tecnologica sono forse le più affascinanti che consentano un pronto accesso alla consulenza di esperti, indipendenattività umane, perché ci aiutano a vivere meglio e a cambiare il nostro lin- temente da dove l’esperto risieda. Applicare la telematica in ambito mediguaggio, il nostro modo di pensare in base all’evoluzione dei tempi. Tuttaco significa rispondere con tempestività alle esigenze diagnostiche (televia, pochi sono in grado di oltrepassare le forme d’interazione più semplici diagnosi) e terapeutiche (teleassistenza), favorire l’aggiornamento scientified evidenti di queste materie. Negli ultimi decenni, però, il modo di fare co (teledidattica) e il collegamento interattivo tra medici (videoteleconsulscienza e tecnologia è profondamente cambiato. Non basta più il genio del to) con condivisione dinamica di informazioni, cartelle cliniche digitali, singolo, piuttosto sono necessarie risorse finanziarie notevoli, l’impegno di tracciati diagnostici, immagini biomediche, che si "muovono" in tempo grosse équipe. La mediazione tra scienza e comunicazione diventa così reale e con la massima definizione. Ne consegue una concreta interrelazioagente fondamentale del progresso scientifico, rendendo maggiormente ne tra le strutture minori o più deboli e quelle maggiori o specialistiche. responsabile chi si occupa di divulgazione scientifica. Non si tratta più sol• La Conferenza Internazionale della Sanità e l’Organizzazione Mondiale tanto di spiegare, di informare; si tratta soprattutto di rendere partecipi i della Sanità (OMS) definiscono la salute come "uno stato di completo cittadini facendo divenire trasparenti gli obiettivi e le possibili applicazioni benessere fisico, mentale, sociale e non consiste soltanto nell’assenza di della ricerca scientifica, cosicché essa diviene patrimonio dell’intera collet- malattie o infermità. Il possesso del migliore stato di sanità che si possa tività. In fondo non è questa la prerogativa di ogni democrazia? raggiungere costituisce uno dei diritti fondamentali di ciascun essere • Per comunicazione scientifica si intende il processo con cui gli studiosi producono, condividono, valutano, diffondono e conservano i risultati dell’attività scientifica. Questo processo ha molti attori: professori universitari e ricercatori che pubblicano i risultati della loro ricerca; università che forniscono l’infrastruttura della ricerca; editori che pubblicano e diffondono le opere scientifiche; produttori di repertori e banche dati che indicizzano le pubblicazioni e biblioteche che forniscono un servizio di accesso alle pubblicazioni correnti e assicurano la conservazione delle pubblicazioni. Perché si realizzi in pieno la missione stessa della ricerca scientifica è opportuno che si arrivi presto al totale uso offerto dai sistemi di comunicazione digitale. I sistemi di comunicazione digitale riducono i costi della creazione, della distribuzione e della conservazione delle pubblicazioni scientifiche rispetto alle pubblicazioni a stampa. Con un costo minore, il valore aggiunto è molto maggiore. Infatti in tempi brevissimi viene diffusa la pubblicazione in rete; le possibilità dell’ipertesto danno un nuovo strumento alla citazione bibliografica e, infine, la multimedialità e l’interattività consentono di creare pubblicazioni del tutto diverse dalle tradizionali. • L’evoluzione della comunicazione scientifica esplicita alcuni tratti fondamentali dell’interazione tra scienza e società. Il percorso lineare che vedeva in sequenza ricerca di base, innovazione tecnologica, sviluppo economico, fino alla seconda metà del ‘900, è ancora da ritenersi valido e con esso si deve

umano, qualunque sia la sua razza, la sua religione, le sue opinioni politiche, la sua condizione economica e sociale. Il diritto alla salute rappresenta, quindi, uno dei diritti fondamentali della persona, diritto che ne riconosce la dignità, che deve essere salvaguardato anche attraverso le organizzazioni internazionali. Competenza dello Stato sociale è garantire a tutti l’accesso ai diritti fondamentali, mettere tutti nelle condizioni di poterne fruire in eguale misura e tutelare i soggetti deboli e marginali”. L’esercizio concreto di questo diritto comporta l’elaborazione di paradigmi etici ispirati a una visione della giustizia personale e sociale nello stesso tempo, cioè deve rispettare le esigenze dei singoli e della collettività.

Dopo questi sommari appunti sulla necessità assoluta di dotare l’Ospedale di Man della possibilità di usufruire di una biblioteca telematica medico-scientifica nel cuore dell’Africa, sorge un pressante interrogativo. Siamo proprio convinti che i cittadini ivoriani di Man abbiano garantito il loro diritto alla salute? Credo proprio di no. Allora, a mio sommesso parere, dotare l’ospedale di Man di un impianto satellitare che lo renda un po’ più vicino alle fonti del sapere medico-scientifico diviene una priorità. Salvatore Nocita


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...quelli che si innamorano della pratica senza scientia sono come nocchieri che entrano in naviglio senza timone o bussola, che mai hanno certezza dove si vadano. Sempre la pratica deve essere edificata sopra la buona teoria. - LEONARDO DA VINCI -

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Mary e Giulio

Paola e Massimo

...e Jimmy? Cosa saprĂ mai della vita e del nostro mondo? P.S. Qualsiasi siano le cose che si conoscono, mi raccomando, facciamo che il sapere non sia mai strumento di divisione tra popoli e persone! Erica Brovelli, Torino

Irene, Nicola, Gigi e Sabrina Bernareggi


La paura C’è una domanda che mi pongo di continuo. È una domanda che non vi rivelerò ma appartiene al mistero della vita. Quella è la madre della mia curiosità. Quando ero bambino avevo una paura folle di entrare nel buio e di esserne sorpreso. Quante volte ho camminato fino all’esaurimento, fino ad addormentarmi quasi in piedi per evitare di trovarmi solo con la natura Nella mia immaginazione i rumori della notte, gli alberi, il vento diventavano suoni umani. Ero certo che sarei stato portato via, cambiato in pietra vivente, rapito dalla natura. Ma poi l’ho conosciuta e invece di averne timore ho preso a cercarla. Sapere mi ha difeso dalle mie paure. E se la diffidenza è figlia dell’ignoranza il resto della storia già la conoscete.

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Raffaella Foschi

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Lapo De Carlo

Voglio un mondo pieno di storie e libri da leggere… Voglio mamma e papà che me li leggano a voce alta la sera prima di dormire. Leonardo Biasi

Oggi so scrivere il mio nome e copiare le scritte che vedo… ma domani… voglio imparare a scrivere e leggere tutto!!! Anna Biasi

Hsw1N1 (influenza spagnola) Pandemia influenzale del 1918


Vorrei sapere come si fa la maionese. Sono in Vespa, viaggio sempre a una velocità moderata. Mi squilla il telefono, un segnale impercettibile mi raggiunge nella tasca del giubbotto e fa scattare la suoneria del mio cellulare: son connesso. Pronto, ciao dove sei? Come stai? Blah blah blah. Stessa situazione, questa volta sono in auto, viaggio sempre a una velocità moderata, leggo i cartelli ed eseguo, premendo dolcemente l’acceleratore, quello che mi indicano: 120, 100, 90. Li seguo volentieri, come se non rispettarli fosse come fare un torto a chi li ha inventati. La radio mi fa compagnia. Un segnale impercettibile mi segue anche qui: son connesso. Errediesse! Solo grandi successi. Altra identica situazione. Sono in casa, accendo il PC e mi collego a Internet come se accendessi la luce o aprissi il frigorifero. Tutto semplicissimo: son connesso. Queste connessioni mi dicono che se voglio sapere devo solo digitare un numero, girare la manopola o collegare lo spinotto alla presa del telefono. Mi basta un clic e un motore di ricerca mi aiuta a trovar parole, a legger notizie, a vedere mondi lontani. Tutto a portata di mano. Abito a Milano, in Italia, in Europa. Vuoi sapere come si fa la maionese? Vai su Google, digiti “maionese” e ti esce: la maionese si prepara aggiungendo lentamente olio a un tuorlo d’uovo già mescolato con sale, succo di limone e/o aceto, e talvolta viene aggiunta della senape per dare un sapore più deciso e per aiutare a mantenere l’emulsione stabile. Invece nell’ospedale di Man, in Costa d’Avorio in Africa, non basta un clic. Serve una parabola, serve una connessione satellitare per una biblioteca dove poter accedere alle informazioni di base, dove poter studiare, per imparare, per approfondire, per sentirsi liberi di volare e un giorno avere voglia di chiedersi come si fa a far la maionese, perché tutto il resto fortunatamente lo sai già.

Dario Piletti e Lara Bellardita

Dario Bertolesi

Ho avuto paura. Tanta. Di perderti. Di non farcela. Non poterti chiamare al telefono tutte le volte che voglio per chiederti una nuova ricetta o informarti delle ultime novità. Non poter più litigare con te. Unica amica con cui mi confido, unica rivale con cui mi sfido. Affrontare la vita senza di te. Tu così forte, io così debole senza te al mio fianco. Anche questa volta mi hai dato la forza. Ti ho vista combattere con mille tubi attaccati al corpo. Hai tenuto duro. Hai resistito. Ancora una volta sei tu la più forte. Ma questa volta ciò mi riempie di gioia. Ti amo mia adorata mamma. Silvia Carameli


E più mi dibattevo cammini percorrevo tracce antiche riesumavo saperi accumulavo, più struggevo ricercavo calcolavo riflettevo e ritornavo ristudiavo non trovavo. ancor più sol mi ritrovavo Ancora non capivo Negli ozi notturni echi lontani e fatue visioni, poco alla volta vedo sagome umane stringon le mani dei loro fratelli. Or si stagliano chiari i colori prendono vita le forme anelate son ginestre che cingon le mani i cui fiori posti a diadema sono cornici di volti sereni Ecco luminosa l’antica filosofia: quanti saperi io posso sapere nulla valgo se solo erudisco Solo riscatto del genere umano la virtute e la canoscenza se diventano polis, l’incessante scambiare il perenne ricevere per poter donare il crescere insieme ed insieme guardare l’obiettivo comune di evoluzionare per mai e poi mai dimenticare come ciò possa solo avvenire: abbracciarci fratelli, mai lasciarci la mano ADDA

“Dai il tuo primo passo con fede, non è necessario vedere tutta la scala completa, solamente dai il tuo primo passo”. Piero Fiorini

Incontro fatico a schivare le virgole per collocare le parole; lentamente un testo prende forma, eco di altri echi. È un’offerta: cibo digerito, parte del mio petto e un ponte, un’esca per chi legge, in nome dello scambio: occhio per inchiostro. regalo un mal di testa, attiro amore e livore. La pagina è pianura percorsa da due lati, l’opera assiste ad un incontro e alla scoperta: il nome segreto di Dio è scritto su carta d’uomo. Gabriele Dozzini

Uovo di Hymenolepis nana Sindromi da malassorbimento nelle zone tropicali

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Io sol sapevo

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Io sol sapevo

Io credo sempre di più in questi piccoli ma interessanti progetti proposti dal Xmas Project. Sembrano sempre di difficile realizzo, e poi tutto si compie, come per incanto. Partecipando con buona volontà, piano piano tutto si realizza. Così come diceva, un tempo, Martin Luther King:


“Per ottenere un cambiamento radicale bisogna avere il coraggio di inventare l’avvenire. Noi dobbiamo osare inventare l’avvenire.” - T. SANKARA -

L’Africa, un continente che si pensa di conoscere, ma che si tende a identificare con un’immagine fatta solo di malattie, povertà, ignoranza. La piccola storia del nostro incontro con una parte di questo immenso continente ci ha svelato un mondo diverso, ci ha dimostrato che c’è molto di più. Un mondo vastissimo ancora da conoscere. Il rapporto con l’Africa può e deve diventare un ponte a doppio transito: dare e ricevere, insegnare e apprendere. Nel cuore dell’Africa Occidentale c’è un piccolo paese che si estende dall’arido deserto del Sahel fino alle verdi foreste della Costa d’Avorio, attraversato da strade sterrate e abitato da un popolo sorridente e fiero. È il Burkina Faso, il “Paese degli uomini integri”. Tra i Paesi più poveri dell’intero pianeta, con un tasso di analfabetismo molto elevato, questa terra di contrasti, di povertà materiale e di grande ricchezza umana, si rivela culla di talenti artistici e di risorse culturali, aprendoci vasti orizzonti di scoperta e di ricerca. Qui, vent’anni fa, il 15 ottobre 1987, moriva Thomas Sankara, indimenticato Presidente, che ci piace ricordare perché in soli quattro anni di governo riuscì a realizzare riforme sociali epocali, cambiando il volto del Paese, valorizzando il ruolo delle donne, eliminando i privilegi della classe dirigente e lottando contro la corruzione, dimostrando che un altro mondo e un’altra Africa, libera e autonoma, è possibile. Il 4 ottobre 1984, davanti ai rappresentanti dell’ONU riuniti in Assemblea Generale, Thomas Sankara esordiva così: “Vi porto i saluti fraterni di un paese di 274.000 chilometri quadrati in cui sette milioni di bambini, donne e uomini si rifiutano di morire di ignoranza, di fame e di sete, non riuscendo più a vivere nonostante abbiano alle spalle un quarto di secolo di esistenza come stato sovrano rappresentato alle Nazioni Unite. Sono davanti a voi in nome di un popolo che ha deciso, sul suolo dei propri antenati, di affermare, d’ora in avanti, se stesso e farsi carico della propria storia – negli aspetti positivi quanto in quelli negativi – senza la minima esitazione.” Anna Nosari, Paola Campolonghi e Angela Guma Associazione Culturale Progetto Anitié www.progettoanitie.org

I progetti di solidarietà non finiscono con l’emergenza. L’Associazione Nord Sud Onlus è promossa da CGIL-CISL-UIL di Bergamo. Opera dal 1992 ed ha al suo attivo numerosi progetti di solidarietà e cooperazione: Bosnia-Stop, Mitch-Bergamo per Kabul, Progetto Sri Lanka, solo per citarne alcuni. La progettazione, l’esecuzione e la verifica dei progetti avviene attraverso una rete che comprende le strutture sindacali, gli Enti locali e le Associazioni del territorio. Nord Sud sarà soggetto capofila del progetto “Una biblioteca per l’ospedale di Man”


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Capricorn srl supporta e diffonde il Xmas Project 2007


Ah, il sapere! È sicuramente l’unico motivo per cui provare invidia nei confronti di un altro individuo. E invece no. Invece di fare a gara a chi sa e conosce di più, gli esseri umani preferiscono competere nell’inutilità. Non tutti, certo. Ma caspita se ce ne vuole di pazienza per sopportare tutti gli altri. Ma anch’io, perbacco! Con tutto quello che ho ancora da imparare. Strumenti a disposizione, velocità... eppure manca sempre qualcosa: il tempo. Chi ha il pane ma non i denti. Vorrei sapere perché. Allocazione inefficiente di risorse. Vorrei sapere chi. Le decisioni spettano sempre agli altri. Quelle importanti, dico. Vorrei sapere cosa. Cosa? Cosa? Ah, già, l’invidia...

Il libro, un’avventura senza fine

Claudio Elie

Il libro un’avventura Senza fine. Lungo o corto Dritto o storto Riman sempre Nella mia mente.

co afi p re S a ian Viv

Carlotta Volpi

Il ragno, la lepre e la saggezza - ANSELMO ROVEDA, FAVOLE DELL’AFRICA NERA -

C’era un tempo in cui il ragno era invidioso della saggezza degli altri. Il ragno era invidioso che ci fossero tanti saggi tra gli animali e tra gli uomini, così volle provare a raccogliere tutta la saggezza per poterla usare soltanto lui, i suoi figli e i figli dei suoi figli. Prese un grande vaso e decise di riempirlo di saggezza. Il ragno percorse tutte le strade della terra e a ogni animale e a ogni uomo poneva le più difficili tra le domande. Quando le risposte erano particolarmente sagge e argute il ragno ringraziava, si allontanava e le sussurrava dentro al suo vaso. Arrivò il giorno in cui il ragno pensò di aver raccolto tutta la saggezza del mondo e, canticchiando allegro, riprese la strada di casa. Ma, quando vide le capanne del proprio villaggio, pensò che forse era meglio nascondere il vaso della saggezza, affinché nessuno potesse rubarglielo. Cercò a lungo un nascondiglio e alla fine decise che avrebbe riposto il vaso sui rami più alti dell’albero più alto. Il ragno si legò allora il vaso sulla pancia e iniziò a salire lungo il tronco dell’albero, ma il vaso era troppo grande, le zampe troppo corte e la posizione troppo scomoda e così finì con lo scivolare e cadere sulla schiena. Ci volle un po’ prima che riuscisse a mettersi di nuovo in piedi. Il ragno però non si arrese e riprovò e ricadde, e riprovò e ricadde. E riprovò ancora e cadde nuovamente. E così per tre giorni. In quei tre giorni era passata di lì, più volte, una lepre. Il terzo giorno la lepre si rivolse al ragno e disse: “Buongiorno amico ragno, cos’hai in quel vaso di così prezioso che ti ostini a volerlo portare a quel modo in cima all’albero?”. Il ragno rispose: “Non posso dirtelo, se te lo dicessi moriremmo tutti e due all’istante”. La lepre non volle insistere, ma disse: “D’accordo, non voglio sapere cos’hai nel vaso, ma accetta almeno un consiglio: potresti legarti il vaso sulla schiena anziché sulla pancia. Vedrai che riuscirai nell’impresa”. Ma il ragno si disperò e iniziò a gridare: “E io che pensavo di aver raccolto tutta la saggezza del mondo dentro al mio vaso… Ora invece capisco che c’è sempre qualcuno che ne sa più di me, che è più saggio di me”. Dopodiché si slegò il vaso dalla pancia e lo scagliò contro l’albero. E la saggezza si disperse per le strade della terra. Elena Salvi


Sogno che un giorno… Io ho un sogno. Io sogno che un giorno gli uomini si solleveranno e capiranno che sono fatti per vivere da fratelli. Io sogno che un giorno il nero di questo paese e ogni uomo di colore del mondo intero saranno giudicati in base al loro valore personale anziché per il colore della pelle e che tutti gli uomini rispetteranno la dignità dell’essere umano. Sogno che un giorno la giustizia scorrerà come l’acqua e la rettitudine come un fiume irruente.

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Sogno che un giorno la guerra cesserà e gli uomini trasformeranno le loro spade in aratri, le lance in falci; le nazioni non si scaglieranno più le une contro le altre e non progetteranno più la guerra.

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Sarà un giorno meraviglioso quello! Le stelle del mattino canteranno insieme e i figli di Dio grideranno di gioia! MARTIN LUTHER KING

Noi vorremmo che fosse così!

Forak supporta e diffonde il Xmas Project 2007


…Fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza… ...l´alternarsi del buio e della luce questa è la mia “conoscenza”… dalla tenebra dell´ignorare alla luminositá del sapere passando attraverso il bagliore dello studio. Tanta la fatica richiesta immenso il piacere ricavato. Come un gioco di luci, chiroscuri e liquidi riflessi, il sapere si dipana davanti a noi… si lascia intravedere e cogliere ma poi nuovamente fugge facendosi inseguire per condurci oltre, come a non voler che ci vinca l´appagamento di una nuova effimera conquista… La vastitá dello scibile non ammette “Colonne d´Ercole” in fronte alle quali sostare, esorta all´impervio e buio cammino guidati dalla fioca ma imperitura luce della curiositá a giungere lá, dove il breve riposo attende per poi cedere alla lusinga di un nuovo viaggio, una nuova conoscenza. Oggi i passi del sapere sono dita agili su tastiere di computer, sono biblioteche multimediali con pagine non sfogliate, voci enciclopediche in attesa che un ticchettante led si posi loro accanto per potersi mostrare in tutta la loro pienezza. La storia dell´uomo è ricca di sfide, a noi tutti, Ulissi occidentali del XXI secolo, quella ardua di divulgare oltre le odierne “Colonne d´Ercole” quella possibilitá di conoscere che per la maggior parte dei cittadini del Mondo resta poco piú di un sogno… Greta Spoladore

Una volta c’era un giovane che sognava di diventare un grande inventore. Studiava giorno e notte, studiò diversi anni, e finalmente si disse: Ora ho studiato abbastanza. Ora sono uno siensiato e mostrerò tutto il mio valore. Cominciò subito a fare esperimenti e riuscì a inventare i buchi nel formaggio. MA poi seppe che erano già stati inventati. Ricominciò tutto da capo. Studiava sera e mattina, studiò molti mesi, e finalmente si dise: Basta così. Ora sono veramente uno sciensiato. Si vedrà quel che so fare. Difatti si vide: inventò i buchi dell’ombrello, e fece ridere tutti quanti. Ma lui non si perdette di coraggio per questo, si riattaccò ai libri, rifece esperimenti su esperimenti e finalmente si disse: Be’, ora sono sicuro di non sbagliarmi. Ora sono uno sciensiato sul serio. Ma invece era ancora uno sciensiato con un piccolo errore. Inventò una nave che viaggiava a pastelli, costava troppo e colorava tutto il mare. Non mi arrenderò per questo, – disse il bravo giovane, che intanto cominciava a mettere i capelli grigi. Studiò studiò e studiò tanto che diventò uno scienziato, con tutte le consonanti e le vocali a posto, e allora poté inventare tutto quello che volle. Inventò una macchina per andare sulla Luna, un treno che consumava appena un granello di riso ogni mille chilometri, le scarpe che non invecchiano mai, e tante altre cose. Però il sistema di diventare scienziati senza fare errori non riuscì a inventarlo nemmeno lui, e forse non lo inventerà mai nessuno. - GIANNI RODARI, IL GRANDE INVENTORE -

Martina Nencini


“… Cercate più ciò che unisce che ciò che divide”. - GIOVANNI XXIII, TESTAMENTO SPIRITUALE -

La rete!

Raffaella Capellaro

Non temere mai il confronto, perché è nella diversità la vera integrazione, nel rispetto reciproco.

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Natalia Schiavon

E se il nostro Sapere fosse solo un infinito Cantiere… Shanghai, Raimondo Gissara FOTO: VITTORIO

Strongiloidiasi Larva rabditoide di Strongyloides stercoralis


…Volere (sapere), Ragione e Passione devono sempre essere la Forza, il Timone e la Vela della nostra anima navigante. Graziella e Antonio Panizza

A.S. Bovisa 84

La vita è fatta di imprevisti,

Eagles 1981

di salite il più delle volte ripide, di momenti di debolezza, di giornate no, ti alzi la mattina e ti chiedi: chi sono? che ci faccio al mondo? perché a me? Cercando di abbandonare quel senso di malinconia infinita anche se nella vostra vita va tutto bene? malinconia per il tempo perduto, per l’infanzia che non c’è più, per i giochi da bambini, per l’adolescenza non vissuta... per i genitori che invecchiano, per gli anni che passano... spesso mi prende questo senso di smarrimento e di tristezza, può capitare in ogni momento... Già da piccolo provavo questa sensazione... soprattutto quando tornavo dalle vacanze sentivo una malinconia infinita... pensavo che crescendo mi sarebbe passato, invece è rimasta come parte integrante e indelebile del mio carattere. Poi mi fermo a riflettere e mi reputo fortunato, capisci allora che l’unica cosa da fare è affrontarla, prenderla come viene, di non arrendersi mai, per chi ti vuole bene e per te stesso. Bruno Quaini

Voglio sapere dove finisce il mare! Camilla Fiorini


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“Ci sono molti misteri nella vita. Ma ciò non significa che esistano risposte a questi misteri. È solo che gli scienziati non le hanno ancora trovate. Per esempio c’è gente che crede che i fantasmi siano persone tornate dal mondo dei morti... Prima o poi gli scienziati troveranno una spiegazione ai fantasmi, così come hanno scoperto il legame tra l’elettricità e il fulmine, e questa spiegazione potrebbe avere a che fare con il cervello, oppure con il campo magnetico della Terra o magari con una forza assolutamente nuova. E allora i fantasmi non saranno più un mistero. Saranno come l’elettricità, gli arcobaleni e le pentole antiaderenti.” - MARK HADDON, LO STRANO CASO DEL CANE UCCISO A MEZZANOTTE -

Fluxus HR Consulting supporta e diffonde il Xmas Project 2007


“Io Galileo, figlio di Vincenzo Galileo, da Fiorenza, dell’età di anni settanta, costituito personalmente in giudizio ed inginocchiato avanti a Voi, eminentissimi e reverendissimi Cardinali, giuro che sempre ho creduto, credo adesso e con l’aiuto di Dio crederò per l’avvenire, tutto quello che tiene, predica e insegna la Santa Cattolica ed Apostolica Chiesa, poiché da questo Santo Offizio sono stato giudicato vehementemente sospetto d’eresia per haver tenuto e creduto che il Sole sia centro del mondo et immobile, e che la Terra non sia centro e che si muova: pertanto, volendo io levar di mente alle Eminenze Vostre con cuor sincero e fede non finta, abiuro, maledico e detesto li suddetti errori et heresie, e in generale ogni e qualunque altro errore, eresia o setta contraria alla Santa Sede. E giuro che per l’avvenire non dirò mai né più asserirò in voce o per scritto cose tali per le quali si possa aver da me simile sospizione.” - GALILEO GALILEI, ROMA 1633 -

Federica Poletti

Piero Macchi

“Finché l’umanità continuerà a brancolare nella sua nebbia millenaria di superstizioni e di venerande sentenze, finché sarà troppo ignorante per sviluppare le sue proprie energie, non sarà nemmeno capace di sviluppare le energie della natura che le vengono svelate. Che scopo si prefigge il vostro lavoro? Io credo che la scienza non possa proporsi altro scopo che quello di alleviare la fatica dell’esistenza umana. Se gli uomini di scienza non reagiscono all’intimidazione dei potenti egoisti e si limitano ad accumulare sapere per sapere, la scienza può rimanere fiaccata per sempre, ed ogni nuova macchina non sarà fonte che di nuovi triboli per l’uomo. E quando, coll’andar del tempo, avrete scoperto tutto lo scopribile, il vostro progresso non sarà che un progressivo allontanamento dall’umanità. Tra voi e l’umanità può scavarsi un abisso così grande, che ad ogni vostro eureka rischierebbe di rispondere un grido di dolore universale... Nella mia vita di scienziato ho avuto una fortuna senza pari: quella di vedere l’astronomia dilagare nelle pubbliche piazze. In circostanze così straordinarie, la fermezza di un uomo poteva produrre grandissimi rivolgimenti. Se io avessi resistito, i naturalisti avrebbero potuto sviluppare qualcosa di simile a ciò che per i medici è il giuramento d’Ippocrate: il voto solenne di far uso della scienza ad esclusivo vantaggio dell’umanità. Così stando le cose, il massimo in cui si può sperare è una progenie di gnomi inventivi, pronti a farsi assoldare per qualsiasi scopo. Mi sono anche convinto, Andrea, di non aver mai corso dei rischi gravi. Per alcuni anni ebbi la forza di una pubblica autorità; e misi la mia sapienza a disposizione dei potenti perché la usassero, o non la usassero, o ne abusassero, a seconda dei loro fini. Ho tradito la mia professione; e quando un uomo ha fatto ciò che ho fatto io, la sua presenza non può essere tollerata nei ranghi della scienza.” - BERTOLT BRECHT, VITA DI GALILEO -

“Uomo d’immenso sapere”... Che invidia che ho sempre provato per chi dispone di svariate cognizioni tanto da poterne parlare, trattare con sicurezza e competenza. Ultimamente, però, non mi vedo circondata da sapienti ma da tanti sapientoni, uomini che usano le loro nozioni solo dal punto di vista speculativo, saggi poco impegnati nel far

distinguere bene e male, utile e dannoso, giusto e ingiusto, non solo sul piano etico ma anche su quello della vita pratica. Allora, ripensandoci, non invidio più chi ha molte informazioni ma le persone equilibrate che realizzano il significato più banale del conoscere, che è far conoscenza, incontrarsi, essere in grado di comprendere, rendersi conto. Enrica Mamoli


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Eurologos Milano srl supporta e diffonde il Xmas Project 2007


Un proverbio indiano dice: “I genitori danno due cose ai figli: le radici e le ali. La grandezza e il vigore delle ali dipende dalla profondità e dalla robustezza delle radici”.

Noi vorremmo dare alla nostra piccola Martina anche il desiderio e la gioia della conoscenza e gli strumenti per ottenerla. Valentina Federico e Martina Lussana

Lavoro da tanti anni in una multinazionale americana dell’informazione. Senza Internet, la posta elettronica, le videoconferenze, i “messaggi istantanei” sarebbe estremamente difficile concepire, delineare, realizzare i miei compiti. Nella mia vita di tutti i giorni sarebbe meno facile avere notizie, restare in contatto con chi amo e divertirmi. Al limite, ho pensato, senza questi fiumi in piena che attraversano la giornata, che partono da ogni dove, che valicano i fusi orari, che si alimentano di mille diversità – al limite, dico – il mio lavoro non esisterebbe. E anche la mia vita, come sarebbe? Per me, per molti di noi, non ci sarebbero (o sarebbero ridimensionati) la parola, il confronto, la ricerca, la conoscenza a portata di mano, la libertà di esprimermi e di muovermi. Come se l’ariosa finestra che apriamo la mattina fosse improvvisamente murata. Faccio un passo indietro, di solo sessant’anni, dagli operosi (e un po’ frenetici) uffici della multinazionale, dalle nostre case con l’adsl ed entro in una baracca affollata di disperazione e di rassegnazione, non lontano da qui – vicina Cracovia – un luogo chiamato Auschwitz. Dice Primo Levi, relativamente alla difficoltà del comprendere e dell’usare una lingua diversa, dunque anche all’impossibilità di sapere, capire e comunicare. […] “parlare”, “non essere parlati a” aveva effetti rapidi e devastanti. A chi non ti parla […] non osi rivolgere la parola. Se hai la fortuna di trovare accanto a te qualcuno con cui hai una lingua comune […] potrai scambiare le tue impressioni, consigliarti con lui, sfogarti; se non trovi nessuno, la lingua ti si secca […] e con la lingua il pensiero. […] non capisci gli ordini e i divieti, non decifri le prescrizioni […] ti trovi insomma nel vuoto, e comprendi a tue spese che la comunicazione genera l’informazione, e che senza informazione non si vive. La maggior parte dei prigionieri che non conoscevano il tedesco […] sono morti nei primi dieci-quindici giorni dal loro arrivo: a prima vista, per fame, freddo, fatica, malattia; ad un esame più attento, per insufficienza di informazione.” - PRIMO LEVI, I SOMMERSI E I SALVATI -

È una situazione estrema, ma non lontana: ci sono ancora molti, troppi sommersi che non hanno parola o le cui grida ci giungono incomprese, coperte dal frastuono e dall’ottundimento dei nostri giorni. Molte, troppe cose che non sappiamo, ma che possiamo sforzarci di apprendere, decodificare. E trasferire. Per questo conoscere e capire le lingue, anche quelle della musica, dell’arte, delle scienze e delle opere dell’uomo è amore, rispetto e ricchezza di vita. Possiamo veramente farne a meno? Roberta Carpani


Cristina Poletti

Veronica Capellupo

“I libri sono amici che fanno compagnia i libri sono sogni di accesa fantasia i libri son momenti di gioia e commozione non manca l’emozione che un brivido ti dà. Entrate in libreria perché vi piacerà! Entrate in libreria perché vi piacerà!”

Colonie batteriche

- CANZONE DELLO ZECCHINO D’ORO -

Piastre di agar sangue

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Che cosa posso dire di una maestra che, in tempi in cui si usavano ancora i voti, ci valutava attraverso i giudizi; che in quinta elementare aveva già diviso l’orario della mattina in materie differenti per prepararci all’impatto della scuola media; che ci aveva raggruppate per insegnarci il lavoro di squadra; che aveva abbinato ogni bambina che disponesse di maggiori possibilità, da un punto di vista sia di rendimento scolastico che di situazione familiare, a un’altra magari meno fortunata? Io ero con Aurora, che viveva solo con la mamma un po’anziana – o almeno a me così sembrava con gli occhi di bambina – in una umile casa di ringhiera. Eppure, ci pregava la maestra, dovevamo fare a turno. Una volta lei da me e quella dopo io da lei. In quegli anni c’era una sola insegnante per classe. Faceva tutto lei e l’educazione al canto era fondamentale. Ho imparato a conoscere “La guerra di Piero” in seconda elementare e “We Shall Overcome” in quarta ma “L’inno d’Italia” e “Il Piave” facevano parte del repertorio. Nell’ora di applicazioni tecniche, armate di lana e uncinetto, avevamo il compito di realizzare tanti quadrati colorati che insieme avrebbero creato una coperta per i bimbi di una missione in Bangladesh. Io, in effetti negata, ero il lettore della classe. È vero, faceva un po’ Cuba, ma mentre le altre sferruzzavano ascoltavano dalla mia voce “La capanna dello zio Tom” e accidenti, quanto piangere… E non c’erano scuse. L’educazione e il rispetto prima di tutto perché una sonora sculacciata poteva sempre arrivare. Aveva il sorriso di una mamma e la fermezza di un papà, la mia maestra, ma ha insegnato a ciascuna di noi che quattro mani sono sempre meglio di due e che anche l’arcobaleno, nella sua bellezza, è fatto di mille colori come l’umanità. Ci ha insegnato che lo studio non è soltanto imbottirsi di nozioni ma è soprattutto avere gli strumenti per poter approfondire ciò che ci interessa. Non accettava regali, la mia maestra. Era incorruttibile ma io non dimenticherò mai quello che lei ci donò alla fine del ciclo scolastico. Scelse una collana di brevi storie e di aneddoti della vita di personaggi famosi – Schweitzer, Kennedy, Don Gnocchi, Gandhy – sforzandosi di trovare un modello adatto a ciascuna delle nostre personalità. A me toccò Raul Follereau. Per anni ho pensato che avrei fatto anch’io la giornalista lottando per cambiare il mondo. Ho letto quelle stesse pagine alla mia sorellina, e oggi, con la stessa emozione di allora, a mia figlia con l’augurio e la speranza che non trovi mai il limite dei propri orizzonti. Lo ricordo come fosse ieri, il mio primo giorno di scuola. L’emozione del mio primo passo nel mondo dei più grandi. Una maestrina, così giovane, nel suo tailleur a scacchi azzurro pallido e bianchi ci chiama ad una ad una. Che pacchia! penso. Ora sì che ci divertiamo…


La danza celebrale Cogito... ergo lego

La differenza è una testa d’aglio cruda, masticata forte, un carico emotivo gonfio e pungente, un mal di stomaco piegato a metà. Io scelgo. Il mio giardinetto preferito, l’edicola, la panchina, il giornale, l’orario, il giorno, il tempo e il numero di tiri di sigaretta. Mi sciolgo alle parole stampate della coscienza altrui; vera, corrotta, falsa, onesta... noiosamente giornalistica o scientificamente inattaccabile. ... O decido di soffocare nella presuntuosa ignoranza di chi sceglie di non sapere, di non avere la tv in casa, di non cantilenare “... l’ha detto il telegiornale” – intervento: “sì, però…” – “L’HA DETTO IL TELEGIORNALE!!”. O ancora, scelgo l’argomento, l’autore, l’ideologia e il rumore fuori della finestra. Anzi no. Rifiuto ancora tutto l’ammasso nodoso di pensieri torbidi e poco adatti alla forma delle mie orecchie.

La differenza graffiante è che ogni santo giorno decido di collegarmi a Internet, comprare la tv, posare il culo su una panchina a leggere il mondo, interessarmi di scienza, di architettura, di medicina o di noia. Scelgo altrimenti di difendere lo spirito dall’eccesso di conoscenza deviata... e intanto inciampo nella pigrizia della disinformazione. Allora, se penso a un cervello nudo, pulito e capiente, vorrei vedere la danza celebrale di teste affamate di “sapere” del mondo. Materia grigia che vive nel lusso e nell’arduo del vero, che inventa una festa sociale attorno a una biblioteca ricca di parole pronte ad essere declamate o ignorate. Sogno libri coltivati nella terra polverosa, ed edicole che crescono su rami secchi, e tv a cielo aperto capaci di affamare l’intelletto. Sogno un matrimonio apolitico tra integrità d’animo e conoscenza. Domani vado a lasciare tre libri sparsi nel mondo...

Vorrei saper cantare e ballare, e non pensarci su. Elena Casadei

Da piccole ci hanno raccontato che quella cellula che ha dato origine a entrambe è impazzita e per uno strano scherzo del destino si è divisa in due parti identiche. Io però vorrei conoscere il mistero che ha governato quella scissione che ci ha voluto due vite separate, vorrei sapere se solo il nostro corpo è uguale o anche tutto ciò che non si può toccare, vorrei ricordare che cosa ho provato la prima volta che ti ho riconosciuta identica a me anche se eri altro da me. Spesso mi chiedo, ma non trovo risposta, se sarà possibile sopravvivere l’una all’altra senza morirne. Sarah Nocita

Fabio Russo


Vorrei sapere i numeri del lotto di domani Vorrei sapere dove sono e cosa fanno tutti quelli di cui ho perso i contatti Vorrei sapere se la fortuna aiuta i forti o il Toro è proprio sfigato Vorrei sapere dove sono tutti i porcini quando entro in un bosco Vorrei sapere come sarebbe stata la mia vita se quel giorno... Vorrei sapere cosa fa ogni momento Ettore all’asilo mentre non lo vedo Vorrei sapere come sarà Milano tra cent’anni Vorrei sapere cosa direbbe oggi il nonno Renzo Vorrei sapere se Berlusconi proprio non si rende conto di quello che è e di ciò che fa Vorrei sapere la verità su Ustica, sulle stragi e sulla politica estera Usa Vorrei sapere se c’è qualcosa dopo la morte Vorrei sapere se c’è qualcuno nell’universo oltre a noi Vorrei sapere se un giorno il mondo sarà più equo Vorrei sapere la cura per ogni malattia Vorrei sapere se l’uomo distruggerà la Terra o se troverà un equilibrio Navigo su Internet, manco una risposta. Maurizio D’Adda

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Dei molti universi che l’uomo non ha ricevuti in dono dalla natura ma che si è foggiati traendoli dal suo spirito, l’universo dei libri è il più vasto. Ogni bambino, quando traccia sulla lavagna le prime lettere dell’alfabeto e tenta per la prima volta di leggere, compie il primo passo in un universo artificiale ed estremamente complicato, con proprie leggi e proprie regole del gioco, leggi e regole che nessuna vita umana basta a conoscere a fondo e ad applicare integralmente. Senza la parola, senza la scrittura e senza i libri non si dà storia, non esiste l’idea di umanità. E se qualcuno volesse tentare di racchiudere e di possedere in un piccolo spazio, in un’unica casa o in un’unica stanza, la storia dello spirito umano, costui non potrà raggiungere il suo intento se non sotto forma d’una scelta di libri.

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Magia del libro

- HERMANN HESSE, UNA BIBLIOTECA DELLA LETTERATURA UNIVERSALE -

Come ci hanno insegnato i nostri genitori, esploriamo ogni giorno questo universo artificiale e con noi, fin dal suo primo giorno di vita, portiamo il nostro piccolo, perché un giorno ci sommerga di “perché?” e abbia le risposte, oltre che da chi lo aiuterà a crescere, anche da questi amici preziosi, silenziosi solo all’apparenza, densi, fragili e profumati come i libri sanno essere. Emanuela e Federico con il piccolo Ludovico

Vorrei sapere come un Paese di tale bellezza possa generare un popolo di tali bruti... Matteone

Promastigoti di Leishmania Agente eziologico di Kala-azar e bottone d’Oriente


Come diceva il mio amico Spinoza: “Di fronte alla realtà bisogna non ridere, non piangere ma comprendere”.

E io vorrei tanto sapere come si fa. Cicci Carini

ADJOS Ritmo originario delle regioni meridionali della Costa d’Avorio. Veniva suonato per accompagnare una danza lenta e maestosa, in onore ai re. Oggigiorno viene suonato molto più velocemente.

Ee ee ee al ma mi yoo Aa ee kou gbe ko ja ma lu ee

Vorrei… salire in alto dove cessano i rumori per ascoltare in silenzio la musica che ho dentro

Associazione Musicaingioco

Agàpe, dal greco amore gratuito. Nella nostra casa ci incontriamo e conosciamo il mondo. Il mondo virtuoso cresce con noi. Società cooperativa sociale Risorsapiù onlus


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Solo due cose sono infinite: l’Universo e la stupidità umana. Ma della prima non sono tanto sicuro. - ALBERT EINSTEIN -

Cambiolavoro srl supporta e diffonde il Xmas Project 2007


Non si vede bene da qua su, ma perché poi, tu lo sai? A volte non sopporto non sapere. Ma sei sicuro di saper veramente riflettere? Guardo i tuoi occhi, tu i miei, non sai cosa penso, provi a capirlo, forse non sono così bravo a nascondere certe cose, ma in fondo questo l’ho sempre saputo… Se sapessimo… nessun dubbio più… Vorrei sapere cosa mi spinge a dirti certe cose e non dirtene altre. Vorrei sapere perché è così… E sapere cosa pensi… ma cosa hai in mente? A volte è come se fossi seduto su un vulcano della luna – non chiedermi come diamine abbia fatto a essere qui – vi guardo e non capisco, non vi capisco proprio, siete sempre lì e sarete sempre lì, sono io che non voglio essere lì tra voi, ma me ne andrò mai?… Tu lo sai? … Le nuvole, le nuvole, ma sono nere o soffici? Vorrei sapere perché ti sorrido ancora, non ha molto senso. Vorrei sapere per quanto ancora lo farò, forse però un senso c’è… Il tempo mi fa paura, ma so che continuerò a inseguirlo… Voglio saperlo, voglio sapere se lo farò, se ci riuscirò, se avrò voglia di farlo, dimmelo! Lo so che tu lo sai, cosa aspetti a dirmelo, hai forse paura… … E poi vorrei fermarmi senza più riflettere, solo la voglia di essere lì in quell’istante, momento unico della mia esistenza. Sappi che non ho nessuna intenzione di perdermi, anche se non so la strada giusta. Ho una gran voglia di imparare. Ora non mi resta che salire in cima, trattenere il fiato e poi lasciarmi andare, con lo stomaco in gola e te sul mio palmo, pronto a guardarti ad ogni esitazione… e poi giù… io ci credo, dici sarà poi così difficile? …Ah! I sogni, i sogni, se non ci fossero loro… Un passo indietro, per farne cento in avanti… questa è una delle poche cose che so. Marco Tuffi


Se solo ti avessi conosciuto per la persona che sei, non avrei spezzato il tuo cuore tanto a lungo, prima di cercarti ancora... Se solo avessi saputo che quella telefonata sarebbe stata l’ultima, prima che tu partissi per un viaggio senza ritorno, avrei fatto in modo che non finisse mai... Oh, beata ignoranza, la tua forza è grande, perché non fai soffrire: chi meglio conosce le ragioni che sottendono gli eventi, più cade vittima del dolore e della sua sete di giustizia. Eppure non riesci a vincere, perché più sa, più desidera sapere. È questa la perla dell’umanità, che della conoscenza deve assumersi la responsabilità.

Un ragazzo africano, Jonathan, studiava a Roma per diventare artigiano . La scuola in cui studiava riteneva che fosse importante dare ai ragazzi anche dei riferimenti culturali. E così, oltre alle lezioni tecniche e ai laboratori erano previsti, tra l’altro, alcuni incontri con un professore di filosofia. All’inizio il professore aveva fatto un po’ di fatica ma poi i ragazzi si erano appassionati. Un pomeriggio stavano discutendo di Aristotele e delle categorie del suo sistema ontologico. Mentre facevano degli esempi uscì il problema di come inquadrare la benzina in una delle categorie e Jonathan propose: “La benzina è movimento in sé”. Il professore rimase perplesso e incuriosito e ne andò a parlare con il suo maestro che era il rettore di una prestigiosa università. Il maestro disse che probabilmente Jonathan aveva ragione. Allora il professore volle parlarne con alcuni suoi allievi che stavano per laurearsi in teologia e questi furono molto meno interessati e alcuni commentarono: “In fondo a cosa serve saperlo?”. Infine il professore tornò nella classe dei suoi allievi artigiani e raccontò la reazione di questi studenti più grandi, più colti, più maturi e ben più addentro alle faccende filosofiche. Jonathan si alzò un po’ triste ma deciso e disse: “A professò ma noi fatti non fummo a vive come bruti!”. Fabrizio Lepri

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Conoscenza è responsabilità verso se stessi e gli altri. Non si può giustificare l’ignoranza, ma solo comprenderla per poi superarla.

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Solo avessi saputo che ci stavi lasciando, non avrei permesso ad un solo istante di trascorrere senza contemplare il tuo volto...

Se ne sentissimo il peso, accantonando la più comoda indifferenza, allora l’omertà, la pigrizia e l’ignoranza non albergherebbero più dentro e fuori di noi. Ma per quanto gridiamo la nostra sete di conoscenza, essa è vana se priva della sapienza del cuore, che solo ognuno di noi può risvegliare dal più profondo. Marika Cenerini

Fibroblasti umani Immunofluorescenza al microscopio ottico


Settembre 2007 Borgomanero-Roma (via Francigena) Sensazioni di un viaggio in bicicletta Ho cominciato a pensare a questo viaggio anni fa, immaginando il percorso sugli atlanti del Touring Club, studiando i dislivelli, le alternative, la suddivisione dei chilometri nei vari giorni, in base alle capacità mie, o con la possibilità di partire in due, con Stella, o in gruppo, oppure in solitaria. Ho estratto dal cassetto le annotazioni più volte, più volte le ho rielaborate. L’ultimo aggiornamento prevede la distribuzione del viaggio in cinque giorni, più il sesto per il rientro in treno, una media di circa centoquaranta chilometri giornalieri. Anche se effettuata da solo, non è un’impresa estrema, impossibile, tutt’altro. In bicicletta di chilometri ne ho fatti, credo, tanti: la mia è una passione che nasce da bambino, salite, discese, cadute, gare, fatica, gioie fino alle lacrime, sfinimenti, in solitudine, in gruppo, in squadra, ore e ore in sella senza mai scendere, sole, pioggia, neve, giornate torride, gelide, imparare quando è ora di bere, mangiare, smettere, con le borse al seguito, con la bicicletta in spalla, per scavalcare una montagna, per caricarla su un treno, sull’automobile, sul trespolo per la manutenzione. Un viaggio come questo però mai. La decisione di partire è giunta in questo avvio di autunno, dopo qualche migliaio di chilometri percorsi a cominciare dalla primavera, l’estate trascorsa a provare escursioni di un giorno oltre i duecento chilometri, avendoci pensato a lungo. Ho stampato la versione definitiva dell’itinerario, chilometri parziali, progressivi, staccato dagli atlanti le tavole da consultare, una decina, e formato un pacchetto di carte tenute insieme da un elastico, da portare con me. Ho più o meno ottenuto il sostegno delle due responsabili tecniche, qui a casa. E il momento della partenza è arrivato… Arrivo: 14:57 - Roma, piazza del Campidoglio - 113 chilometri percorsi. Considero che sono felice e commosso. Considero che non la pensavo così semplice e facile, alla fine. Considero che al mondo e nella vita ci sono fortune lì davanti a te, accanto a te, dentro di te: poi col tempo le si perde come da una tasca bucata, senza che uno se ne accorga. Poi ti tocca raccoglierle, queste piccole fortune, daccapo, chilometro dopo chilometro. Una telefonata a Stella come un abbraccio cellulare… Qualche messaggio inviato alla tifoseria… Paolo Macchi

È meraviglioso conoscere il mondo... noi due, insieme.

Vi vogliamo un sacco di bene.

Con amore, fof

Martina e Serena

Vorrei sapere Vorrei sapere tutto ciò che non so: vorrei sapere perché il vento spazza via le foglie, perché sui fiori, la mattina, c’è la rugiada e perché il fuoco brucia tutto quello che incontra… vorrei sapere cosa c’è oltre il cielo e alle stelle, cosa c’è al di là dell’orizzonte e cosa c’è alla fine dell’arcobaleno… Vorrei sapere il motivo per cui si fa la guerra, il motivo per cui c’è differenza fra realtà e fantasia, e il motivo per cui il nostro destino è già scritto sulle pagine di non so quale libro… molte sono le cose che vorrei sapere, ma che, forse, non saprò mai… viviamo in un mondo in cui la conoscenza è un privilegio e non un diritto, come dovrebbe essere; quindi è importante che tutti, ma veramente tutti, possano avere questo bene prezioso: IL SAPERE… Martina Todesco


Carlo

Valentino

quatre-vingt-quatre | quatre-vingt-cinq

Elena

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Alessandra

Sebastiano

CEB srl supporta e diffonde il Xmas Project 2007



Xmas Project 2007 è il franciulli ♥ monica marini ♥ katia tumidei ♥ ada spallicci ♥ cicci carini ♥ alessandro bompieri ♥ sarah nocita ♥ giulia utili ♥ chiara utili ♥ elena

casadei ♥ monica burdese ♥ alberto bruno ♥ alessandro bruno ♥ alberto lazzaretti ♥ virgilio beltrando ♥ barbara boffa ♥ giorgio bertolo ♥ daniele allocco ♥ franca miretti ♥ john skinnader ♥ loris genesio ♥ studio agrò ♥ padre gianni nobili ♥ giorgia morra ♥ marco patagarro eula ♥ max garbo ♥ massimiliano tinelli ♥ marina gemic e vittorio salvini ♥ claudio bezza e chiara fantauzzo ♥ luca buratti ♥ marco mangini ♥ manuela bocco ♥ massimo durante ♥ marco di gregorio e donatella ♥ andrea ceccarelli ♥ federico barral ♥ massimo santambrogio ♥ alessandro de angelini ♥ gianfranco de cesaris ♥ nicola cascino ♥ elena pini ♥ giulia montrasio ♥ luca musumeci e stefania spennacchio ♥ stefano ronzoni ♥ giovanna giuliana ♥ federica rovelli ♥ andrea volonté ♥ elisa reginato ♥ paola budini ♥ paolo brosio ♥ patrizia manzone ♥ stefano stirpe ♥ stefania e fabrizio barale ♥ sandra abbona ♥ isabella valletti ♥ maura semprevivo ♥ luca agnelli ♥ samuela bozzoni ♥ silvana terrini ♥ elisabetta broglio ♥ ricard solé ♥ andrea saetti ♥ adriano tomasetta ♥ martina casadei ♥ claudia mazzei ♥ alessandro gallio ♥ marco tomasetta ♥ maurizio d'adda ♥ alessandro gullo ♥ francesca piovaccari ♥ valeria zorzi ♥ nicole e flavia galimberti ♥ giacomo moletto ♥ nicola moletto ♥ danilo daniela margherita e veronica fava ♥ roberto garavaglia ♥ silvana anzil ♥ laura anzil ♥ frida frezza ♥ luca roldi ♥ micaela rambelli ♥ alessia castelli ♥ lorella bazzani ♥ leo conti ♥ laura pacchioni ♥ marco panza ♥ davide e alessandro mustica ♥ maria elena stocchi ♥ luisa valsecchi ♥ gianluca sanvito ♥ gianluca falsitta ♥ elisabetta vezzani ♥ associazione musicaingioco ♥ emanuela federico e ludovico ♥ michele elena e maresa acquarone ♥ maria teresa bortoluzzi ♥ stefano d'adda ♥ marcello casadei ♥ raffaella cova ♥ marco pignattai ♥ alessandra camurri ♥ tommaso albinati ♥ maria roberta lucchesini ♥ sandra casadei ♥ luca utili ♥ rosangela anglani ♥ andrea tosi ♥ paolo ortolina ♥ luca sacchi ♥ mara soldera ♥ loredana miola ♥ 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bergamo ♥ azienda ospedaliera san paolo milano ♥ cliniche gavazzeni s.p.a. ♥ tino sana arredamenti s.r.l. ♥ consulenze ambientali s.p.a. ♥ aethra s.p.a. ♥ casa editrice elsevier ♥ 4emme italia s.r.l. ♥ università degli studi di bergamo ♥ università bicocca ♥ politecnico milano ♥ international heart school bergamo ♥ associazione di bergamo per la formazione medica continua onlus ♥ istituto farmacologico mario negri ♥ sistema bibliotecario biomedico lombardo ♥ comune di bergamo, ufficio pace e cooperazione ♥ commission santé man ♥ caritas man ♥ fraternità dei frati cappuccini abidjan ♥ oratorio di curno ♥ matteo finassi ♥ enrico colpani ♥ andrea ciocca ♥ felice rizzi ♥ tino kakou ♥ mirco nacoti ♥ cesare borin ♥ idalia gualdana ♥ sergio cecchini ♥ vanni maggioni ♥ ale, il calta ♥ mala k. edmond ♥ moh cede ♥ cristian ferrari ♥ elena besola ♥ elisabetta ferrario ♥ rino ♥ paola tocco ♥ johanne campoy ♥ dr. tuo ♥ dr. lee ♥ tierry djekou ♥ benjamin ♥ johanna ♥ lainé mamadou ♥ marta panzera ♥ 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I nostri progetti 2 0 01

2002

2003

2004

2005

2006


I progetti sono sogni con delle scadenze.


tita , aceasta fee Vis. e r a o t ii v Vineria enita in Casa d luna va fi nou-v se numeste X, are 1 nte In docume 3 saptamani, 4 kg. . si Tiziana oi este im m u n o i No printre n are! s a r e g in i stu abd Sosirea ace cu foarte multa ner asteptata Este superba! nio Ciao, Anto

Slatina

“Il prossimo venerdì, questa bimba sarà la nuova venuta nella Casa dei Sogni. Sui documenti si chiama X, ha un mese e tre settimane, 4 kg. La chiameremo Tiziana. Aspettiamo questo angioletto tra noi con incredibile impazienza. È bellissima. Ciao, Antonio.”

Nel 2001, in Romania: ristrutturazione di alcuni bagni e camere della sezione di malattie infettive pediatriche dell'Ospedale giurisdizionale di Slatina, in Oltenia, e mantenimento per tre anni di un'assistente materna.


2001 in collaborazione con Fundatia “I nostri bambini”

anche quest'anno il Natale è ormai alle porte e come di consueto ci si rivede qui, sulle pagine del Librosolidale 2007. Proviamo a risalire al primo numero del Librosolidale, “Slatina 2001”, quando insieme a voi ci ponemmo l'obbiettivo di ristrutturare una parte della sezione di malattie infettive dell'ospedale di Slatina. I bambini fruitori del progetto provenivano dagli istituti per minori abbandonati e ammalati della giurisdizione dell'Olt (a sud-ovest di Bucarest). Nella stessa giurisdizione e più esattamente a Bals sarebbe poi nata la “Casa Dei Sogni”. Da allora molto è stato fatto alla “Casa Dei Sogni”, molti altri bambini oltre a quelli iniziali sono stati nostri ospiti. Purtroppo, la maggior parte di loro, in questi anni, ci ha lasciato. Le loro condizioni fisiche erano allo stremo, la malattia e l'abbandono avevano minato all'inverosimile i loro corpi e le loro menti. E… che cosa abbiamo fatto per questi bambini? Ci siamo più volte posti questa domanda. Disperatamente, tante e troppe volte ci siamo dovuti “consolare” pensando di avergli reso perlomeno felice un poco di esistenza. Abbiamo restituito a loro dignità e loro hanno reso la nostra vita dignitosa, utile ed essenziale. Ci hanno insegnato infine a “sentire i pensieri e a pensare i sentimenti”. In questi ultimi anni, la Fondazione è divenuta un'importante e apprezzata istituzione. Abbiamo ottenuto l'accredito e la licenza di stato per operare in Romania con l'infanzia in difficoltà, l'affido e l'adozione nazionale. Oggi la Fondazione viene chiamata a intervenire sui casi più complessi. I neonati abbandonati da madri sieropositive. Al momento abbiamo presso la nostra casa infanti di pochi mesi che stanno crescendo curati e amati come se fossero i nostri figli. Siamo “Casa Famiglia”, centro medico e di assistenza sociale e giuridica, centro educativo. Proveremo anche a formare i giovani al mondo del lavoro iniziando con i più grandi un'attività di coltivazione di fiori e ortaggi in serra. Dopo la costruzione della struttura, la principale voce di spesa è diventata quella degli stipendi del personale specializzato che opera con noi per poter rendere effettivi e puntuali tutti i servizi che vi ho appena elencato. Da non trascurare gli alimenti, il materiale per l'igiene e i presidi medico sanitari, l'assistenza in ospedale, gli esami specialistici e i medicinali, i vestiti, i trasporti da e per gli ospedali per i frequenti ricoveri, le vacanze dei bambini e i loro trasferimenti in Italia per ragioni mediche. Speriamo di continuare ad avere il sostegno di tutti voi, in modo che possiate concorrere a far battere il cuore di questa istituzione, la famiglia de “I Nostri Bambini” di Bals. Sogniamo anche di poterci dedicare alla costruzione di una nuova struttura per l'infanzia dove si possa fare della riabilitazione psico-motoria, fisio-terapica, psicologica e psico-analitica. Sogniamo il bene di tanti altri bambini. Sogniamo di poterlo fare grazie e insieme a voi. Antonio Ellero e “I Nostri Bambini”

Budget preventivo progetto ristrutturazione TOTALE FONDI RACCOLTI Spese progetto (stampa, spedizione, segreteria) Fondi a disposizione per progetto Slatina Fondi stanziati per progetto ristrutturazione Fondi stanziati per progetto “Assistenti materne”

Euro Euro Euro Euro Euro Euro

8.041 23.255 4.996 18.259 9.259 9.000 www.inostribambini.org

90|91 2|3

Carissimi amici del Xmas Project,

quatre-vingt-dix | deux | trois quatre-vingt-onze

str. Ciresului n° 100 Bals - c.p. 235100 (Olt) Romania Conto corrente RO39 RZBR 0000 0600 0389 2107 Tel./Fax 0040 249 454246 e-mail: info@inostribambini.org


Assada

Nel 2002, in Niger: costruzione e avviamento di una scuola nel villaggio di Assada (aule, alloggi, servizi igienici, cucina e magazzino nonchĂŠ muro di recinzione).


2002 in collaborazione con Les Cultures ONLUS Laboratorio di cultura internazionale

Alcune sono un po' storte, altre divertenti, alcune piene di persone, altre piene di paesaggi, alcune decisamente fuori fuoco, ma tutte sono bellissime. Sono le fotografie scattate dai bambini della Scuola di Assada che, grazie alla collaborazione di Les Cultures, dell'Ong Afaa e degli insegnanti della scuola, hanno avuto la possibilità di avere per le mani una macchina fotografica usa e getta. L'unica indicazione che hanno avuto è stata quella di “fotografare”. Ne sono uscite più di quattrocento fotografie, una carrellata di immagini scattate da un punto di vista sul mondo che nessun adulto italiano poteva immaginare. È curioso vedere il Niger con gli occhi dei bambini che lo vivono da sempre, entrare con discrezione nell'intimità del loro sguardo e notare i particolari che stanno a cuore a ognuno di loro. Sicuramente per i bambini è stata un'esperienza divertente, a giudicare dai sorrisi dei ritratti che hanno scattato, ma soprattutto si è trattato dell'esperienza unica di raccontare e raccontarsi attraverso la gente, i colori e i paesaggi della loro terra. Dare la possibilità ai bambini di raccontarsi, di mostrarci la loro vita e di divertirsi: è uno di quegli obiettivi che non leggi mai in un progetto di cooperazione, eppure è precisamente quello che è accaduto quest'anno ad Assada. La costruzione della scuola è cominciata nell'ottobre del 2002 e, anche grazie al sostegno dell'Associazione Xmas Project e del PAM, è stato possibile assicurare il funzionamento della mensa, dell'orto e il finanziamento degli stipendi degli insegnanti e degli operatori. L'anno scolastico 2007/2008 ha riaperto i battenti lo scorso 15 ottobre con un numero record di iscritti: più di 100 alunni, divisi in 6 classi, hanno la possibilità di frequentare le lezioni. Così tanti bambini da rendere necessaria la costruzione di una quarta aula, che si aggiungerà questo autunno alle tre già costruite. Per la prima volta ad Assada una classe di alunni si preparerà agli esami per il “certificat”, che segna il termine degli studi primari. Les Cultures seguirà da vicino questo importante momento di passaggio con alcune borse di studio per sostenere il percorso scolastico dei più bravi al nuovissimo college di Dabaga. Paola Amigoni, Les Cultures

Budget preventivo progetto Scuola TOTALE FONDI RACCOLTI Spese per spedizioni Spese di segreteria e cancelleria Stampa Librosolidale 2003 Fondi stanziati per progetto

Euro Euro Euro Euro Euro Euro

29.000 36.750 1.100 150 8.100 27.500 www.lescultures.it

92|93

Sguardo dal basso.

quatre-vingt-douze | quatre-vingt-treize

Corso Martiri, 31 - 23900 Lecco Tel.: +39 0341 284828 - Fax: +39 0341 370921 informazioni@lescultures.it


nunca, , a c n u ,n “Nuncajes de soñar; acio´n de imagin sueños” u t a s s a l ponle a aterrizaje a tu e illo y tren d e Jaram Jaim

Bogotá

Nel 2003, in Colombia: acquisto nell'area urbana di Bogotá di una Casa Hogar (casa famiglia) destinata a ospitare circa 60 giovani che hanno concluso il processo di reinserimento sociale all'interno della Fondazione e si preparano a lasciarla.


2003 in collaborazione con Fundación Niños de los Andes

più di vent'anni fa centinaia di bambini e bambine vivevano nelle strade di Bogotá e Jaime Jaramillo avviò la sua crociata contro questa grave ingiustizia iniziando a far loro visita di notte portando pane, amore e un messaggio di speranza: la possibilità di accoglierli nella Fundación Niños de los Andes, un luogo creato al solo scopo di proteggerli. Ciò che nacque dal sentimento di un uomo divenne un’istituzione e dal quel momento iniziò il processo di costruzione e consolidazione della Fondazione. Una menzione speciale merita l'apporto ricevuto da parte della comunità italiana attraverso il Xmas Project, che ci ha permesso di consolidare il programma di “Preparación para la Vida” (Preparazione alla vita) con gli adolescenti di Casa Albachiara, acquistata grazie ai 26.700 Euro raccolti con il Librosolidale 2003. Questa struttura è stata ristrutturata e adattata per dar luogo a questo programma che consiste in un periodo di transizione tra la fase di protezione e quella della reintegrazione sociale. Di fatto è il ponte che unisce la Fundación e il ritorno nella società. Dalla sua apertura, nel maggio del 2005, Casa Albachiara ha accolto 156 adolescenti tra ragazzi e ragazze offrendo loro le fondamenta su cui basare il proprio progetto di vita. Una casa che ha permesso loro di prepararsi psicologicamente per cominciare a vivere autonomamente rientrando nella società come persone utili e attive. L'obiettivo principale di quest'anno si è focalizzato sui centri di formazione e impresa, luoghi dove i ragazzi hanno la possibilità di apprendere e di acquisire le competenze tecniche nei settori della carpenteria, della gioielleria, della panificazione e della meccanica, con la possibilità poi di aver accesso a contratti di lavoro veri e propri. L'idea è quella di dare un orientamento occupazionale ai giovani dando loro opportunità concrete di impiego e quindi di reintegro sociale. Questo progetto di formazione orientata all'impiego contribuisce puntualmente alla realizzazione degli Objetivos de Desarrollo del Milenio de la ONU nella lotta contro la povertà. Se si considera che il lavoro è il miglior modo per combatterla, i ragazzi e le ragazze di Albachiara si meritano la giusta opportunità di poter accedere a un impiego dignitoso. La nostra enorme gratitudine va al Xmas Project e alla comunità italiana perché senza il loro appoggio difficilmente avremmo raggiunto i nostri obiettivi. Pedro Fernández Vargas, Fundación Niños de los Andes Bogotá, 24 Ottobre 2007

Budget preventivo progetto Casa Hogar

Euro

35.000

TOTALE FONDI RACCOLTI

Euro

35.340

Spese per spedizioni, segreteria e cancelleria

Euro

540

Stampa Librosolidale 2003

Euro

8.100

Fondi stanziati per progetto

Euro

26.700 www.ninandes.org

94|95

Carissimi amici del Xmas Project,

quatre-vingt-quatorze | quatre-vingt-quinze

Carrera 20 bis A # 164-51 – A.A. 103659, Bogotá Tel.: 0057 1 6780655 Fax: 0057 1 6705375 ninandes@ninandes.org


Dear Valeria, Tilak ji and Xmas Project, Please find attached two photos. The big one represents Dalit women marching during the second national convention of FEDO. The little one shows Dalit women participating in the congress "Involvement of the Dalit Women in Politics" Best regards Sunil Basnet, FEDO

Rupandehi Nel 2004, in Nepal: progetto socio-sanitario a favore di una comunitĂ di donne Dalit: 18 borse di studio, produzione di materiale informativo e acquisto di attrezzature mediche per cliniche mobili.


2004 in collaborazione con G.R.T. Gruppo per le Relazioni Transculturali

Importante presupposto alla comprensione di quanto Fedo stia facendo è l'attenzione alla situazione politica del Paese, che faticosamente sta portando avanti il processo di pacificazione. Fedo da ormai 13 anni è impegnata a favore delle caste più deboli e contro le discriminazioni di genere e ha partecipato ai recenti moti popolari per l'affermazione dei diritti dei più deboli. Quest'anno è stata coinvolta nel tentativo di ricostruzione democratica del Paese. Nella nuova assemblea costituente è presente una rappresentanza Dalit proporzionata tra uomini e donne e viene garantendo così l'attenzione ai Dalit e ai loro diritti. Il Nepal si sta ponendo il difficile obiettivo di ristabilire un equilibrio sociale, attraverso uno sviluppo equilibrato dei diversi gruppi e delle diverse caste. A sostegno di questo obiettivo, Fedo ha lavorato incisivamente per il raggiungimento del benessere dei cittadini nell'affermazione dei loro diritti con particolare attenzione alle donne Dalit, includendo queste tematiche nei programmi formazione, interazioni, workshop e partecipando altresì alle manifestazioni pubbliche di protesta. Si sono purtroppo verificati svariati episodi di chiusura verso i Dalit: per esempio, le donne Dalit che si sono recate al tempio di “Shaileshwori” a Doti in occasione del festival nepalese del “Tij”, sono state respinte da estremisti indù e da gruppi ostili ai Dalit e, quando esse hanno ribadito il diritto a entrare, sono state violentemente allontanate senza che l'amministrazione locale facesse nulla in loro difesa. Una manifestazione pubblica e la presenza di Fedo hanno condotto verso una caduta della tensione. È stato coinvolto il primo ministro, in quanto lo stato ha il dovere di intervenire contro questi abusi: ora le donne Dalit possono entrare nel Tempio e in qualunque pubblica piazza. Questo è un esempio di come il movimento si sia inserito nelle strategie politiche del Paese. Quest'anno Fedo ha allargato la propria presenza a 27 distretti realizzando il proprio programma con particolare attenzione al sostegno economico delle donne Dalit e all'incentivazione di modalità di autosviluppo. Durante quest'anno Fedo ha altresì organizzato un programma di sensibilizzazione pubblica su HIV/AIDS, e ha iniziato programmi di sensibilizzazione su nutrizione e vaccinazioni. Maria De Carli, Grt

Budget preventivo progetto Dalit

Euro

28.000

TOTALE FONDI RACCOLTI

Euro

36.890

Spese per spedizioni, segreteria e cancelleria

Euro

790

Stampa Librosolidale 2004/5

Euro

8.100

Fondi stanziati per progetto

Euro

28.000 www.grtitalia.org

96|97

Aggiornamento sul Progetto “Dalit, gli intoccabili” e approfondimento sull’operato del partner locale nepalese Fedo.

quatre-vingt-seize | quatre-vingt-dix-sept

Via Desiderio 26/A - 20131 Milano Tel./Fax: + 39 0226681866 e-mail: grt@una.org


Milano

Nel 2005, in Italia: realizzazione del “Progetto 100 euro” che prevede l'inserimento di 10 bambini stranieri, figli di “genitori soli” in situazione di grave disagio economico e sociale.


2005 in collaborazione con Asilo Nido Giramondo

Via Candiani, 139 - 20158 Milano - Tel.: +39 02 39313197

Cooperativa sociale Città Nuova

eccoci qui ancora una volta a testimoniare la potenza del Xmas Project. Siamo davvero felici, e anche onorati, di dirvi che tutti i genitori soli dei dieci bambini del “Progetto 100 euro” hanno ottenuto il permesso di soggiorno. I loro bambini hanno potuto così essere iscritti alla scuola materna – a parte Luisa che essendo “ancora” piccola comincerà solo l'anno prossimo! È proprio vero il detto per cui piove sempre sul bagnato! E nel nostro caso l'accezione è… fortunata. Infatti, proprio grazie all'“Acqua per Gongode” è accaduto che un nido simpatico e generoso di Milano, sfogliando il Librosolidale 2006, conoscesse il nido Giramondo. È nato così un incontro tra i due nidi che si è trasformato in amicizia e come tutte le relazioni feconde, dopo aver messo le radici, il legame ha dato i suoi frutti. Il “nido-simpatico-e-generoso” – come desidera essere chiamato per non farsi pubblicità – ha deciso pertanto di regalare al nostro nido moltissime Cose, tutte con la C maiuscola! Si tratta di mobili fatti a mano, giocattoli, bambole, materiale di recupero, tende dipinte dai bimbi e quant'altro le educatrici e i piccoli di Giramondo necessitassero. I locali di Giramondo non sono mai stati così accoglienti, ricchi e stimolanti; il giardino di Giramondo è più vivo che mai e alle sue spalle ora si può ammirare anche un nuovo, lungo e coloratissimo murales, che abbiamo fotografato per voi! Cogliamo l'occasione su queste pagine per mostrargli ancora una volta la nostra immensa gratitudine. Che altro dire? Noi ci auguriamo che la foga del circolo virtuoso contagi tutti quelli che verranno a conoscenza del Xmas Project… e che continui a piovere sul bagnato affinché la rete della reciprocità non si interrompa. Ancora un sentitissimo Grazie di cuore, a tutti! Asilo Giramondo

Budget preventivo progetto Chiedo asilo a Milano Euro

38.500

TOTALE FONDI RACCOLTI

Euro

39.240

Spese per spedizioni, segreteria e cancelleria

Euro

860

Stampa Librosolidale 2005/6

Euro

7.080

Fondi stanziati per progetto

Euro

31.300 www.coopcittanuova.it

98|99

Ciao cari amici,

quatre-vingt-dix-huit | quatre-vingt-dix-neuf

Piazza Alfieri, 3 - 20158 Milano - Tel./Fax: +39 02 3760512 E-mail: info@coopcittanuova.it


Gongode

Nel 2006, in Etiopia: realizzazione del progetto “Acqua per Gongode� che prevede la costruzione di 10 bacini artificiali per la raccolta di acqua piovana, attrezzati con una pompa tidal ad azionamento manuale.


2006 in collaborazione con Associazione OMO Onlus (Overtly Multiethnic Oriented)

Strada Bria, 6 - 12042 Bra (CN) ITALY Tel. +39 335 7919166 - Fax +39 0172 411907 omo@omoweb.org

Per ragioni legate a variabili quali le condizioni atmosferiche e l'accessibilità delle strade per raggiungere le aree di progetto, oltre che per l’esiguo numero di componenti della squadra di muratori e tecnici dell'acqua (8 in tutto), si è dovuto necessariamente suddividere in due tempi l’esecuzione del progetto. I lavori dei primi 5 bacini sono terminati nel mese di ottobre (3 a Golobrendo/Gongode, 1 a Gongode Health Post, 1 ad Achi Kumbulti) e hanno comportato: la selezione dei responsabili degli schemi d'acqua; l’ottimizzazione degli invasi naturali e/o lo scavo ex-novo di invasi artificiali; la protezione degli invasi e il consolidamento degli argini; lo scavo dei pozzi associati agli invasi, la posa dei tubi di collegamento e l’immissione dei filtri in argilla; la creazione di abbeveratoi e lavatoi; la coibentazione del fondo degli invasi; la bonifica e la sterilizzazione finale degli invasi e dei pozzi. Prevediamo di poter inaugurare i successivi 5 schemi entro la primavera del 2008, dei quali 3-4 nella regione di Gongode e 1-2 nella regione di Dimena (territorio Hamer). Infine, per documentare l’avanzamento dell’intero progetto, Sara Cravero sarà in Etiopia tra la fine di dicembre 2007 e l’inizio di gennaio 2008. Un caro saluto a tutti, Stefano Zimbaro, OMO Onlus

Budget preventivo progetto Acqua per Gongode Euro

29.000

TOTALE FONDI RACCOLTI

Euro

31.902

Spese per spedizioni, segreteria e cancelleria

Euro

850

Stampa Librosolidale 2006/7

Euro

8.052

Fondi stanziati per progetto

Euro

23.000 www.omoweb.org

100|101 2|3

vi aggiorno circa l’avanzamento del progetto “Acqua a Gongode”. All'arrivo dell'intero ammontare della donazione OMO/Xmas Project sono stati acquistati tutti i componenti per realizzare i 10 schemi di acqua potabile. I lavori sono iniziati lo scorso aprile, appena conclusi i corsi di formazione per i manutentori scelti dalle comunità e, cosa indispensabile, la piccola stagione delle piogge. Naturalmente, la squadra di muratori e tecnici dell'acqua aveva monitorato il territorio di Gongode e scelto insieme alle comunità dove effettuare gli invasi. Vi segnalo inoltre che tutte le comunità interessate partecipavano già precedentemente ad attività di animazione e i referenti ICDP erano integrati tra i Maale dell'area di Gongode.

cent deux || cent troisun

Carissimi amici,


Xmas Project 2008? In primavera la scelta. Segnalateci i vostri progetti.


A partire dal Librosolidale 2004 abbiamo introdotto un piccolo grande cambiamento: non trovate infatti nessuna anticipazione sul progetto del prossimo Natale. Abbiamo deciso di rinviare la nostra scelta in primavera, perché desideriamo ampliare le nostre possibilità di intervento: vogliamo infatti dare modo a tutti voi di segnalarci iniziative che ritenete interessanti o di indirizzare verso di noi eventuali associazioni con le quali siete in contatto. Ecco i criteri che ci hanno ispirato fino a oggi nelle nostre scelte e con i quali verranno valutate le future proposte.

Un progetto “finito”:

Un progetto “rispettoso”: appoggiamo progetti richiesti e voluti da chi ne beneficerà, o

2 3 4

da chi opera direttamente sul campo. Pur gradite e necessarie tutte le associazioni “tramite”, ci piace alla fine arrivare ad aiutare un partner locale, che esprima un proprio progetto e il bisogno di finanziarlo.

Un progetto “sostenibile”: diciamo intorno ai 30.000 euro. Questa è la nostra potenzialità, quindi meglio tenerne conto. Ci piace avere un budget preciso e dettagliato del progetto. A preventivo e poi a consuntivo.

Un progetto “diverso”: desideriamo che la nostra piccola collana di libri ci aiuti anche a scoprire la varietà del mondo. Ci piace immaginare dei Librisolidali che ci portino di anno in anno ad avvicinare luoghi e problematiche differenti.

Altre cose che ci piacciono: ci piacciono le piccole associazioni che hanno progetti seri

5

cent deux | cent trois

scegliamo progetti il più possibile delineati e dettagliati, con obiettivi chiari, anche se piccoli, un budget definito e un tempo di realizzazione certo.

e interessanti, ma un po’ meno strade aperte per finanziarli. Ci sembra più utile portare il nostro piccolo contributo là dove non ci sono grandi possibilità di finanziamento. Ci piacciono le associazioni ben organizzate, quelle disponibili e desiderose di contribuire attivamente alla diffusione del Xmas Project.

Segnalateci dunque i vostri progetti, segnalateci alle associazioni che li portano avanti. Ricordatevi che dovrà essere realizzato nel 2009, anno in cui noi potremo finanziarlo. Sarà il protagonista del Librosolidale 2008/9. All’interno della copertina di questo libro, trovate tutti i dati per contattarci. Appuntamento quindi in primavera per la scelta del progetto. Buon Natale a tutti voi.

102|103

1


Concludiamo il Librosolidale 2007 con una breve, personale e magari opinabile carrellata di homepage di siti Internet. A sinistra trovate raffigurate le homepage del nostro sito www.xmasproject.org e di quello di Sguazzi, www.sguazzi.com; nella pagina di destra una selezione di siti di tutti i generi e di tutto il mondo. Non c'è da parte nostra, ovviamente, nessuna pretesa di essere esaustivi (sarebbe impossibile!) ma neppure di attribuire patenti di affidabilità o importanza. Vi mostriamo “la parte per il tutto”, a simboleggiare il vasto mondo che esiste on line, da cui è possibile attingere informazioni, approfondimenti, conoscenze e svago. Ognuno si crea e si sceglie, volta per volta, il suo percorso. Tutti noi per fortuna, nel nostro mondo, abbiamo solo l'imbarazzo e la responsabilità della scelta... www.xmasproject.org

www.sguazzi.com

Xmas Project ringrazia:

per la stampa del Librosolidale 2007

per la rilegatura del Librosolidale 2007

per la realizzazione e il mantenimento del sito www.xmasproject.org

Un grazie particolare a: Tutte le persone che hanno devoluto il “5 per mille” al Xmas Project: questo libro è stampato grazie a loro! Paola Scodeggio e Gianluca Sanvito per l’insostituibile “aiuto contabile”. Marika Cenerini, Nathalie Lastella e Martina Nencini per le traduzioni dei testi relativi al progetto in Costa D’Avorio. Patrizia Zapparoli per la correzione bozze del Librosolidale 2007. L’équipe di Capricorn per il preziosissimo supporto grafico. Barbara Castiglioni, il Laboratorio di Parassitologia, Virologia, Batteriologia e Microscopia Elettronica della Clinica Malattie Infettive Policlinico “San Matteo” Pavia e il Laboratorio di Neuroanatomia Molecolare dell'Istituto Neurologico “Carlo Besta” - Milano (Dott. Battaglia, Dr.ssa Finardi, Dr.ssa Locatelli e Dr.ssa Setola) per la ricerca e la fornitura delle immagini utilizzate come sfondi nella parte centrale di questo libro. Antonio e Tatiana Ellero della Fondazione “I Nostri Bambini”. Paola Amigoni e Giorgio Redaelli dell’Associazione “Les Cultures”. Pedro Isaac Fernández Vargas della “Fundacion Niños de los Andes”. Valeria, Loris e Maria Panzeri del Gruppo GRT. L’équipe dell’Asilo Nido Multietnico Giramondo. Sara Cravero e Stefano Zimbaro di OMO. L’Associazione Sguazzi per il supporto nella realizzazione di questo volume e, in particolare, Mirco Nacoti, un grande medico e un grande uomo. Tutti coloro che credono in questo progetto. Realizzazione grafica: Jacopo Dalai & Matteo Fiorini Stampato a Milano, Novembre 2007 È consentita la diffusione parziale o totale dell’opera e la sua diffusione in via telematica a uso personale dei lettori, purché non sia a scopo di lucro.


www.afro.who.int

www.digitaldivide.org

www.europa.eu

www.britannica.co.uk

www.magnumphotos.com

www.ansa.it

www.emule.com

www.gazzettaufficiale.it

www.google.com

www.grameen-info.org

www.greenpeace.org

www.louvre.fr

www.medscape.com

www.msn.com

www.theelders.org

www.nih.gov

www.olympic.org

www.researchafrica.rti.org

www.skype.com

www.msf.org

www.un.org

www.wikipedia.org

www.unhcr.it

www.unesco.org

www.viamichelin.com

www.amnesty.org

www.ebay.com

www.youtube.com



Per contattare l’Associazione e partecipare al progetto: Associazione Xmas Project ONLUS Via Luigi Settembrini, 46 20124 Milano Numero Verde: 800 180 406 Fax: 02 68 80 402 info@xmasproject.org www.xmasproject.org

È il regalo che vogliamo farci quest’anno a Natale. E che abbiamo scelto di farci per tutti i prossimi Natali...

Ilo 169, con Survival per i popoli indigeni

L’Associazione Xmas Project è nata nel settembre del Duemilauno. I soci sono Roberto Bernocchi, Dario Bertolesi, Elena Casadei, Francesca Castelnuovo, Francesca Colciaghi, Alberto Cometto, Maurizio D’Adda, Jacopo Dalai, Claudio Elie, Matteo Fiorini, Filippo Marconi, Benedetta Nocita, Sarah Nocita, Sara Panizza, Renato Plati. ll Gruppo Media, azienda di arti grafiche, e Arachno, Web Agency, sono partner del progetto.

Il libro che state tenendo in mano è un libro speciale. È un “Librosolidale”. Non è in vendita, ma se lo desiderate, potete contribuire a crearlo, a diffonderlo e soprattutto a finanziarlo. Il Librosolidale è il frutto dell’impegno di molti. Questi molti sono il Xmas Project. Un’Associazione costituita per dare sostanza e realtà a microprogetti di solidarietà, in giro per il mondo, là dove c’è del bisogno. Chi vuole sostenere il progetto, e quindi aderire al Xmas Project, prenota una certa quantità di Librisolidali e versa un contributo proporzionale alle copie ricevute. Potrà così utilizzare i libri come doni, in occasione del Natale, trasformandoli in ambasciatori del progetto stesso. Non solo: questi doni saranno particolari, perché conteranno qualcosa di “proprio”. Perché chi aderisce al Xmas Project contribuisce in prima persona alla costruzione del Librosolidale, fornendo un proprio contributo: una foto, uno scritto, una poesia, piuttosto che semplicemente la propria firma. Se avete ricevuto questo libro in dono da qualcuno, sfogliatelo: vi troverete un suo segno. L’aspirazione, di Natale in Natale, è quella di costituire una Collana di solidarietà. Contattateci: è questo il regalo che anche voi potete donare e donarvi il prossimo Natale.

Xmas Project 2008

Xmas Project | Librosolidale 2008

L’Associazione Xmas Project

Il Librosolidale

Ilo169

Ilo169, Convenzione concernente Popoli Indigeni e Tribali in Stati indipendenti, Pianeta Terra. È finora l’accordo internazionale più completo riguardante la tutela dei popoli indigeni e tribali. La Convenzione Ilo169, emanata dall’Organizzazione Internazionale del Lavoro, organizzazione di settore dell’Onu, è stata adottata il 27.06.1989 ed è entrata in vigore il 05.09.1991. Ad oggi è stata sottoscritta soltanto da 20 dei 173 Stati membri dell’ILO e l’Italia non è tra questi. Il libro di quest’anno vuole essere uno strumento di sostegno e di aiuto a Survival, l’organizzazione internazionale che da quarant’anni si batte per la tutela dei diritti delle popolazioni indigene e tribali. Vi raccontiamo l’attività di Survival, la sua vocazione, le emergenze umanitarie e le battaglie in corso. I fondi raccolti andranno a sostenere questa azione di difesa delle popolazioni indigene. All’interno del libro troverete anche la petizione da inviare al governo italiano per sollecitare la ratifica della Convenzione Ilo169. ________________

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