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AUMENTA IL CONTRIBUTO VOLONTARIO COME E PERCHÉ

ZABAIONE NUMERO 3 ANNO XiI

GIORNALISMO INDIPENDENTE AL PARINI DAL 2006

Dicembre MMXVII

INTERVISTE MARCO CAPPATO PIERO ANGELA

REGOLAMENTO: COSA CAMBIA


EDITORIALE

DUE PAROLE SULLA FESTA

P

di GIULIO PISTOLESI, VIGNETTA DI ELENA GALVANI artiamo da una premessa: questa festa di Natale non è stata perfetta, anzi. Vogliamo parlare della raccolta dei 2€? Potrei stare qua un paio d’ore, cominciando dallo sconcerto di fronte al rifiuto di molti Pariniani a contribuire pur sapendo che i fondi sarebbero stati destinati anche ad altri progetti scolastici (va bene che mezza Milano ci dà dei ricconi, ma non è questo il modo di smentirli); per non parlare della curiosa strategia comunicativa adottata dei rappresentanti, fondata su una sorta di “obbligatorietà tra virgolette” per cui sì, tutti dovevamo dare i soldi, ma se venivamo alla festa dovevamo darli per davvero, altrimenti stava al nostro buon cuore (decidetevi: o è obbligatorio punto e basta, e vediamo se qualcuno vuole seriamente impuntarsi per 2€, oppure presentate da subito la cosa a mo’ di vendita di biglietti e non ve ne uscite a metà dell’opera con la lista di quelli che hanno pagato). Oppure ci si potrebbe tuffare a capofitto

nel groviglio di bisticci a proposito dei preparativi, e sul tira e molla in proposito che ha visto riaffiorare le ruggini Mythos-Collettivo; ma non sono queste le polemiche che contano, a proposito della festa. Già, perché l’aspetto in questi giorni più dibattuto della serata di sabato è stato l’assalto che la scuola ha subito da parte di non meglio precisati estranei così desiderosi di entrare a fare baldoria con noi da intraprendere una vera e propria azione di sfondamento a suon di strattoni e spallate ai portoni (senza dimenticare il tocco di fino del petardo per seminare il panico). Un argomento certo interessante, soprattutto da raccontare con toni epici ai compagni che non c’erano; ma, a livello polemico, meno ricco di quanto sembri. A meno di non voler dare la colpa ai rappresentanti per non aver previsto una simile eventualità; ma chi poteva prevederla? Anzi, i rappresentanti come, del resto, professori e bidelli - erano in prima linea nell’impedire l’accesso agli esterni, compito

Un modo costruttivo di impiegare i fondi

LA VIGNETTA

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che hanno svolto per quanto possibile egregiamente (fatta eccezione per una certa indulgenza nei confronti degli amici del partito di governo; ma ehi, siamo tutti umani). Quindi, molto semplicemente: lamentiamoci dei bicchieri di vin brulé che erano appiccicosi, o del fatto che ci siano volute due ore prima che le casse diffondessero una canzone nota a qualcuno che non fossero i dj; ma non accusiamo i rappresentanti di non aver saputo gestire la situazione. O quantomeno, se vogliamo farlo, chiediamoci prima se noi ne saremmo (o siamo) stati capaci.

SOMMARIO CHI HA PAURA PAG. 3 DEL REGOLAMENTO PAGARE DI PIù pag. 4 PER STUDIARE MEGLIO

SELEZIONE (QUASI) PAG. 5 NATURALE DISOBBEDIRE PER UN IDEALE pag. 6 PROGETTO 20K PAG. 7 in infradito PAG. 8 sotto il sole ALLA RICERCA DEL SAPERE PAG. 9 RECENSIONI-CINEMA pag. 10 RECENSIONI-MOSTRE PAG. 11 RECENSIONI-LIBRI pag. 12 SPECIALE NATALE: PAG. 12 L'IDEA REGALO ZABAOROSCOPO pag. 13 CACCIA AL PROFESSORE PAG. 13 L'ANGOLO DEL LIBERTARIO pag. 14 ZABAENIGMISTICA PAG. 14

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Anno XII

Numero iii ZABAIONE


ATTUALITÀ

CHI HA PAURA DEL REGOLAMENTO

INCOMPRENSIONI E DELUCIDAZIONI SUL NUOVO CODICE DISCIPLINARE

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di FIlippo savio, box di daniele musatti

opo il giro di vite sul divieto di fumare a scuola ecco che di nuovo l’indignazione la fa da padrona, ma vediamo di fare un po’ di chiarezza. Senza dubbio ciò che del nuovo regolamento, approvato in data 19 dicembre, ha sollevato più polvere è stata la nuova linea di condotta che d’ora in poi il corpo docenti e il preside adotteranno in materia di ritardo. Le professoresse Cinà e Barbuzza hanno dato la loro disponibilità a dilungarsi sui punti più discussi e sui quali la confusione tra gli studenti è maggiore, punti che nel dettaglio chiarirò di seguito. Iniziamo dalla prima ora: nel regolamento è scritto chiaro e tondo che non è consentito entrare a scuola oltre la fine della seconda ora e lasciare l’istituto prima di avere frequentato almeno tre ore di lezione ed è segnalato che non sono concesse nello stesso giorno l’entrata successiva alla prima ora e l’uscita anticipata. L’intento di questo particolare provvedimento è quello di contrastare il fenomeno per il quale, certi studenti, soprattutto del quinto anno, rimangono a scuola magari solo due ore facendo i loro comodi. Proprio per questo motivo in caso di indisposizione o di particolari necessità dello studente si fa un’eccezione: se si ha una visita medica fissata alla sesta ora e malauguratamente si arriva in ritardo, l’uscita anticipata può essere autorizzata dal preside. Sempre parlanZABAIONE

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do di prima ora nel regolamento disciplinare si legge: “Gli studenti devono trovarsi in classe almeno cinque minuti prima dell'inizio delle lezioni” quindi alle 7:55. Orario, precisano le autrici, del tutto indicativo; il regolamento è infatti concepito come mezzo per sviluppare un rapporto alunno-insegnante basato sulla fiducia reciproca e sulla disciplina, il ritardo infatti scatta solo a partire dalle 8:05. Tuttavia la questione che forse ha sollevato più clamore alla pubblicazione del regolamento è questa: citando il testo del provvedimento “Non sono consentiti più di quindici ritardi giustificati sul diario”. Sembrano pochi, ma un’occhiata veloce ai regolamenti degli altri licei milanesi mostra che la nostra soglia è, nella maggior parte dei casi, più che doppia rispetto alla media. Ma di preciso cosa succede dopo il fatidico quindicesimo ritardo? La sanzione prevista consiste, nel caso l’alunno o alunna in questione sia minorenne, nella convocazione dei genitori e in un colloquio con il preside; se invece è maggiorenne si prendono in considerazione sanzioni disciplinari non gravi. Onde evitare di far scoppiare il panico, viene fatto notare che la norma non è retroattiva e che anche in questo caso vi sono situazioni particolari in cui la mancanza da parte dello studente non è punibile; rientrano in questi casi necessità di tipo medico o familiare e i ritardi dei mezzi pubblici. Relativamente a questo nel regolamento si legge che

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gli studenti che risiedono fuori Milano possono chiedere annualmente l’autorizzazione a una parziale modifica dell’orario di ingresso o di uscita, dietro presentazione della documentazione relativa all’orario dei mezzi. Cambiando tema, passiamo dai ritardi ad altre norme che riguardano la vita di noi studenti e che d’ora in poi sarà bene tenere a mente. Si ricorda che gli alunni privi di giustificazione per oltre cinque giorni non sono ammessi in classe senza l’autorizzazione del Dirigente Scolastico o di un suo delegato. Quindi tutti coloro che per sbadataggine o malafede si sono abituati a procrastinare la consegna della giustificazione d’ora in poi avranno sicuramente vita dura. Ultimo ma non ultimo, a scuola gli studenti devono sempre avere con sé il diario e il badge, ed entrare senza timbrare quest’ultimo è considerata un’infrazione disciplinare sanzionabile con una nota sul registro elettronico e, in caso di reiterazione, vengono prese in considerazione la comunicazione alla famiglia e la convocazione dei genitori. Liceo

Numero massimo di ritardi annui

Leonardo

3 nel trimestre + 5 nel pentamestre

Volta

8

Vittorini

6

Carducci

5

Berchet

10

3


ATTUALITÀ

PAGARE DI PIÙ PER STUDIARE MEGLIO

AUMENTO DEL CONTRIBUTO VOLONTARIO: CAUSE E CONSEGUENZE

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DI Viktor Lindholm

l 30 Novembre 2017 il Consiglio d’Istituto ha deciso di aumentare il prezzo del contributo volontario, cioè i soldi, peraltro detraibili dalle tasse, che le famiglie danno alla scuola, da 120€ a 150€, ovvero circa 0,33 centesimi al giorno. La decisione, presa con un solo rifiuto, è dovuta al fatto che la scuola riceve pochi soldi dalla provincia, che non bastano a coprire i costi per i progetti come l’educazione alla salute, l’incontro sui danni causati dal fumo e quello per parlare dell’HIV. Senza dimenticare che hanno un prezzo anche le innovazioni tecnologiche, l’arricchimento dell’offerta formativa – costituito dal corso di teatro, dal nostro giornalino e dalla radio – e la conservazione e la manutenzione dell’edificio scolastico, concretizzata nell’operato di specialisti come gli idraulici, i quali non vengono pagati dallo Stato. Per finire, l’anno scorso la scuola ha dovuto pagare anche banchi, cestini per assorbenti e altre attrezzature scolastiche che prese singolarmente possono sembrare spese irrisorie, ma su un intero edificio non sono indifferenti. Va comunque specificato che prima di avviare un qualsiasi pro-

getto la scuola verifica di possedere abbastanza denaro per finanziarlo, così da non trovarsi mai con problemi di fondi. Il preside spiega che la decisione di alzare il contributo di 30€ è stata presa per ottenere una crescita nel bilancio scolastico senza tuttavia esagerare nella richiesta di soldi alle famiglie. Infatti, nonostante l’aumento, il Parini rimane una delle scuole con il contributo volontario più basso tra tutti i licei di Milano: la media dei licei scientifici si attesta sui 200€ e dei classici sui 180€. Stanno ogni anno diminuendo i soldi che la scuola riceve dal Ministero (27.000€, destinati alle spese di funzionamento), dalla Provincia (2.110€, per il diritto allo studio), dal Comune (581€, dedicati alla piccola manutenzione) e da società varie (circa 45.000€). Inoltre la liquidità nelle casse della scuola è spesso vincolata e in quanto tale non può essere usata per altro; è cioè destinata a un solo ambito scolastico che può spaziare dalla già citata innovazione tecnologica ai recuperi estivi. La scuola però sa e ha saputo arrangiarsi affittando locali scolastici come la palestra, l’aula magna

e gli spazi esterni e ospitando il Salone del Mobile, ottenendo soldi che sono serviti a migliorare la scuola e a coprire le spese necessarie. Anche il bar contribuisce a tenere in positivo il bilancio scolastico versando alla scuola 4000€ ogni anno, così come noi alunni contribuiamo attraverso i soldi che spendiamo nell’acquisto delle tessere per le fotocopie, che vengono usati per pagare l’affitto delle macchine fotocopiatrici. Il Parini possiede comunque un fondo di emergenza contenente il denaro avanzato dagli anni precedenti, anche se molto spesso le spese sono tutte calcolate e raramente rimangono fondi non utilizzati. Nonostante tutto, il contributo volontario rimane modificabile: a seconda di come varieranno le spese scolastiche, infatti, potrà crescere o diminuire. L’aumento concordato è accettabile, considerata la modica somma richiesta, e può aiutare significativamente la scuola e di conseguenza garantire a noi studenti un miglioramento su tutti i fronti.

LICEO

Classico Carducci

Scientifico Vittorini

Classico Manzoni

Classico Beccaria

Classico Berchet

Scientifico Da Vinci

Artistico di Brera

CONTRIBUTO

130 €

130 €

130 €

130 €

140 €

140 €

150 €

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ATTUALITÀ

SELEZIONE (QUASI) NATURALE PERPLESSITÀ SUI CRITERI DI AMMISSIONE AL PARINI

DI FRANCESCA ROMANO, vignetta di giulia valli

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'aria di novità non sempre e non del tutto gradita che tira al Parini sta causando mal di gola e raffreddori anche a chi alle superiori non c'è ancora: gli aspiranti classicisti che desiderano studiare nel liceo più antico di Milano dovranno infatti superare una “selezione” basata su criteri che potrebbero farvi storcere il naso. No, non si tratta del famoso test, di cui si era tanto vociferato nelle assemblee d'istituto di ottobre scorso, e che a ben vedere non sembrerebbe nemmeno un'idea così malvagia. Certo, non si possono valutare le capacità di un individuo solamente grazie a una prova di circa mezz'ora, sarebbe riduttivo (anche perché i risultati potrebbero venire influenzati da fattori esterni, e una persona potrebbe non riuscire a dare il meglio di sé in un'occasione del genere); ma, soprattutto, dato che il biennio delle superiori rientra ancora nella scuola dell'obbligo, non è legale sottoporre gli studenti a test d'ammissione che non abbiano un valore puramente orientativo, come per esempio quello del Volta. Tuttavia non è giusto neanche che la scelta di ammettere uno studente, rispetto a un altro s'intende, sia influenzata dalla presenza di un fratello nell'istituto. Ma procediamo con ordine: quali sono questi famigerati criteri di ammissione, e in che cosa consistono? I futuri Pariniani verranno valutati in base ai voti in tutte le ZABAIONE

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materie alla fine della seconda media, e saranno fattori determinanti anche l'abitare o meno a Milano e, per l'appunto, l'avere fratelli che già frequentano questa scuola. Se l'essere bravi studenti è ritenuto un criterio importante - e non sta a me decidere se questo sia giusto o meno - allora la richiesta di presentare la pagella di seconda non suona troppo balzana. Il rischio è che bisognerebbe valutare con gli stessi canoni il lavoro di persone diverse, perché sicuramente ogni insegnante ha metodi di giudizio differenti. Insomma, come si suol dire: “due pesi, due misure”. Il secondo parametro considerato è quello della vicinanza alla scuola: chi abita nella città di Milano ha qualche chance in più di diventare alunno del Parini rispetto a chi vive nei paesi circostanti. Per carità, la comodità è sacra, ed è giusto favorire la socialità, anche e soprattutto per i poveri quartini - o primini, come volete - che non conoscono nessuno, però dobbiamo ricordarci che la nostra è una scuola pubblica, e pertanto se un ragazzino che abita fuori dalla città volesse iscriversi qui, e fosse disposto a impegnarsi, oltre che nello studio, anche ad arrivare a scuola alle 7.55 dovrebbe avere lo stesso diritto di farlo del coetaneo che può alzarsi pigramente alle 7.45, scende le scale, attraversa la strada ed è arrivato. Fidatevi che ce la si fa, in molti ne sono esempio vivente, e anzi, di solito sono proprio loro quelli

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che compiono imprese strabilianti, e non sto parlando dell'alzarsi alle sei del mattino, come avere la media del 9 o partecipare a ben 65 moduli di corsi Faber Quisque in un solo bimestre. Eccoci quindi all'ultimo criterio, quello che forse ha meno senso di tutti. L’unica lancia che si può spezzare in suo favore è che potrebbe trattarsi dell’ennesima questione di comodità -nei confronti dei genitori, stavolta- però diciamocelo, anche se tra fratelli un po' ci si assomiglia, non si possono considerare i membri di una famiglia come un solo essere uniforme: ogni individuo è unico e speciale eccetera eccetera, e quindi magari molto diverso anche da chi gli è così vicino. È un ragionamento che non può e non deve essere definito valido. Detto questo, forse la scelta più equa sarebbe lasciare la decisione nelle mani della dea bendata, risolvendo la questione con un'estrazione a sorte. Ma chi sono io per giudicare? LA VIGNETTA

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ATTUALITÀ

DISOBBEDIRE PER UN IDEALE

INTERVISTA A MARCO CAPPATO

A

di giulio pistolesi, FIlippo savio E RICCARDO VARINI bbiamo avuto il piacere di intervistare Marco Cappato, tesoriere dell'Associazione Luca Coscioni, promotore della campagna Eutanasia Legale, eurodeputato nella V e nella VI legislatura ed ex deputato della Repubblica Italiana. Per il suo coinvolgimento nel caso della morte assistita di Fabiano Antoniani, noto come Dj Fabo, è imputato per aiuto al suicidio davanti alla Corte d’Assise. Nel suo libro lei scrive: “L’obiettivo non è trasgredire le regole ma cambiare le regole.” In che modo si deve tentare di cambiare le regole della politica italiana? Allora, intanto bisogna cambiarle in meglio e non in peggio, quindi avere le idee chiare su quelle che sono le nostre libertà e che devono diventare i nostri diritti. Poi il modo per poterle cambiare è non accettare i soprusi: quando riteniamo che le nostre libertà siano calpestate ingiustamente facciamo qualcosa, facciamoci sentire. Ci s o n o tanti modi per farlo ma l’importante è non rassegnarsi. Disobbedienza Civile: una forma di

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protesta sempre legittima o è necessario porre dei limiti etici? Dipende sempre dall’obiettivo, perché se io disobbedisco a una regola importante che tiene le nostre comunità unite sono solo un criminale. Quindi è uno strumento molto delicato e come tutti gli strumenti potenti bisogna cercare di utilizzarlo per i fini giusti. Come sensibilizzare i giovani riguardo a problemi di natura etica che potrebbero essere dimenticati nella vita quotidiana? Io penso che tra i giovani e i vecchi non ci sia alcuna differenza: ci sono giovani che sono opportunisti, mediocri e conformisti come lo può essere anche un vecchio. Ci sono vecchi rivoluzionari, curiosi e anche un po’ ingenui come magari un po’ più spesso lo sono i giovani, ma l’unità si fa nella sensibilità per gli altri, più che nell’appartenere a una generazione o a un’altra. Che cosa l’ha spinta a prendere la strada della politica? Non ho mai deciso di prendere la strada della politica. Avevo alcune convinzioni per esempio sul fatto che non andassero proibite delle droghe o sull’importanza della libertà di ciascuno di noi e ho trovato delle persone che erano interessate alle stesse cose quindi sono andato da loro. Dicembre 2017

Crede che il caso di Dj Fabo, e il fatto che sia diventato un caso mediatico, abbia portato a un passo avanti nella lotta per l’eutanasia legale? Sicuramente intanto la Camera dei deputati ha discusso una legge soltanto perché Fabo ha fatto quella scelta, e ora il processo servirà a milioni di persone per capire l’importanza di avere delle buone regole. Poi se il risultato arriverà subito non lo so, ma certo le premesse di ogni buona decisione sono la consapevolezza e la conoscenza, e questo è stato un risultato enorme grazie a Fabo. Pensa che i media diano sufficiente risalto alle battaglie per i diritti civili o crede che sia attuata una forma di censura? Più che censura ormai è un riflesso: i media sono spesso interessati al giochino di potere del giorno, all'alleanza di questo con questo che ha litigato con quest’altro. Spesso, ma con delle eccezioni, fanno più fatica a raccontare delle urgenze che della società. Su questo l’Italia è messa bene rispetto ad altri paesi. Quali pensa che siano i principali ostacoli verso l’eutanasia legale: vi sono questioni di ipocrisia o di interesse? È la vecchia pretesa di avere il potere sul corpo degli altri. Un tempo riguardava soprattutto le donne, ma quando c’è una situazione di debolezza c’è sempre la pretesa di dominare sull’altro, e questo riguarda molto il fine vita e l’eutanasia.

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ATTUALITÀ

PROGETTO 20K: SOSTEGNO E AIUTO AI MIGRANTI A VENTIMIGLIA

CRONACHE DI UNA SITUAZIONE DISASTROSA

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di GIULIA VALLI

ell’ultimo mese l’auletta ha assistito a un andirivieni di borsoni pieni di maglioni, jeans, cappotti e piumini, il tutto per i profughi di Ventimiglia. Abbiamo così unito l’utile al dilettevole: “compio un’opera buona e libero l’armadio dal superfluo”. Penso però che il nostro gesto perda un po’ di significato se non accompagnato da una riflessione comune. Per questo motivo venerdì 15 dicembre si è tenuto in auletta un incontro con Jacopo, un attivista della rete di solidarietà che agisce sul territorio di Ventimiglia, cui sono destinate le nostre donazioni, e al fine di rendervi partecipi di questo incontro mi trovo ora a scrivere. Ventimiglia è lo snodo centrale dell’immigrazione in Europa ed è sempre stato, dal ventennio fascista a oggi, un luogo di transito di riferimento. I migranti che vi arrivano hanno affrontato difficoltà inimmaginabili: il viaggio prevede come prima tappa gli atroci lager in Libia. Chi sopravvive affida la propria vita ai trafficanti di uomini e sparisce poi tra le perfide acque del Mediterraneo. Chi sopravvive al mare approda a Lampedusa, per poi essere spedito a Roma e, infine, a Ventimiglia. Ma l’incubo continua. Ventimiglia è il secondo cimitero a cielo aperto dopo il Mediterraneo. Qui infatti si trova il

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confine militarizzato che ci divide dalla Francia: la meta dei migranti di Ventimiglia non è l’Italia, priva di comunità di riferimento, ma gli altri paesi europei. Si giocherebbero il tutto per tutto pur di passare la frontiera; difatti molti di loro muoiono nel disperato tentativo di arrivare in territorio francese per scappare da un paese in cui vivono senza dignità, in cui vengono trattati come pacchi postali, in cui anche i molti di loro che sono laureati sono costretti a svolgere lavori screditanti e sempre sottopagati. È in questo contesto che a Ventimiglia nasce nel 2016 il progetto 20k. Inevitabilmente la situazione alla frontiera porta spesso, causa forza maggiore, a far emergere i propri interessi: si riesce solo a vedere la speranza di una vita diversa, accecati dal desiderio di un nuovo inizio, si farebbe qualunque cosa per raggiungerla. Proprio per questo motivo lo scopo del progetto è anche quello di creare dei momenti collettivi tra i migranti. Le soddisfazioni, afferma Jacopo, sono innumerevoli e ormai è questa la sua vita. Ma gli ostacoli che si incontrano sono altrettanti: dall’ostilità degli abitanti di Ventimiglia, che in alcuni casi non si può biasimare, alla diffidenza della polizia che più volte nel corso della giornata sottopone a fermo gli attivisti pur cono-

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scendo i loro scopi. Ma il problema è più che altro a livello politico e la mancanza dei sistemi igienicosanitari rende la situazione insostenibile. Non possiamo continuare a considerare distante da noi questa realtà pensando che la cosa non ci riguardi. Perché ogni persona ha il diritto di fare ciò che vuole e di decidere per il proprio futuro. Perché il nostro è un paese libero e libertà significa, come affermava Gaber, partecipazione. Senza poi considerare che noi italiani abbiamo contratto un debito incalcolabile con i paesi africani: alla radice dei conflitti in Africa stanno infatti l’Italia e il resto dell’occidente. Tracciando confini arbitrari e costringendo popolazioni con culture completamente differenti a convivere nello stesso territorio, l’occidente si è reso responsabile della situazione attuale. E anche noi, durante il ventennio fascista, abbiamo imposto il nostro dominio all’Etiopia e alla Libia. Le conseguenze degli errori si pagano, e definire il colonialismo un errore mi sembra a dir poco riduttivo. Perciò non possiamo limitarci a pensare all’arrivo dei migranti come perdita dei posti di lavoro e crescita del tasso di criminalità. Non possiamo reagire a queste tragedie con un commento ipocrita buttato lì per convenzione e dimenticarcene un istante dopo. 7


AL PAR L ’E I N ST IAN ER I O

ATTUALITÀ

IN INFRADITO SOTTO IL SOLE

A SCUOLA IN AUSTRALIA TRA CUCINA E TEATRO

T

di ALESSANDRA LUCARNO

rascorrere alcuni mesi all’estero è un'esperienza che ti cambia davvero, infatti non si tratta solo di frequentare una nuova scuola, ma anche di crearsi una vera e propria vita nuova dove iniziare tutto da zero. Per questi mesi ho vissuto sulla costa a qualche chilometro da Brisbane, sulla Sunshine Coast, e la mia casa distava circa 2 km dalla spiaggia; questa era una grandissima novità per una milanese, abituata a vivere lontano dal mare e a vederlo solamente d’estate. La spiaggia era diventata la mia seconda casa tanto che vi ho speso molto tempo sia con i miei amici sia con la mia famiglia australiana, abbronzandomi e imparando a fare surf. Per quanto riguarda la scuola naturalmente ho frequentato un liceo australiano, il Caloundra State High School, dove sono stata trattata come gli altri studenti australiani eccezion fatta per alcune questioni burocratiche e di sicurezza: indossavo la loro stessa uniforme e frequentavo il loro stesso numero di ore scolastiche. Le materie australiane tranne inglese, matematica e poche altre sono piuttosto diverse da quelle a cui siamo abituati noi in Italia: si passa da lavorare la ceramica a imparare a cucinare, da imparare a prendersi cura di bambini piccoli alla recitazione. Gli studenti australiani vengono valutati solamente su una ricerca e su un piccolo esame fat8

to alla fine di ogni trimestre e in classe hanno tempo di svolgere le ricerche assegnate; in questo modo dopo scuola riescono a lavorare e anche ad andare in spiaggia! Un altro aspetto molto importante di questo viaggio è sicuramente la host family. Personalmente ho trovato una famiglia splendida: padre, madre, bambina piccola e un’altra studentessa tedesca frequentante la mia stessa scuola. Vivere con loro è stata una nuova esperienza, i genitori erano molto giovani e ho imparato a convivere con due sorelle, il che all’inizio era strano per me essendo figlia unica. Il cibo era diverso - a tavola il cibo messicano, la carne e le patate la facevano da padroni - ma la mia host mamma cercava lo stesso di preparami piatti italiani per farmi sentire più a casa. Mi hanno portato in campeggio per mostrarmi nuovi posti e mi hanno insegnato moltissime cose che altrimenti forse non avrei mai imparato. Ho stretto davvero un forte legame con loro, il che non accade con tutte le famiglie. Durante questa esperienza ho fatto amicizia con molti studenti internazionali di tutto il mondo e con alcuni australiani. Nella mia scuola i ragazzi australiani non erano molto interessati a noi internazionali in quanto non ci vedevano come una novità ma come normali studenti. Di solito con gli amici dopo scuola o nei weekend passavamo il tempo in spiaggia a prendere il sole e a mangiare fish Dicembre 2017

& chips, mentre alla sera si organizzavano grandi barbecue sulla spiaggia dove si riunivano gli studenti di quasi tutta la costa. Se decidete di andare in Australia non dovete rimanere troppo scioccati se tutti vanno sempre in giro con le infradito o addirittura a piedi scalzi, infatti è una cosa normalissima per loro e dovrete imparare a fare lo stesso! Tornando all’argomento cibo, alcune pietanze tipiche sono: la Vegemite, una specie di gelatina che viene spalmata col burro sul pane e della quale probabilmente solo gli australiani vanno matti, i biscotti TimTam pieni di cioccolato, e il Milo, un cacao tipico australiano da bere con il latte. Il momento più triste di questa esperienza è stato sicuramente realizzare che era ora di tornare nella mia vera casa, è stato come svegliarsi da un sogno. Questo viaggio incredibile è stata un’esperienza che mi ha davvero toccata in tutti gli aspetti della mia vita. Quando ero arrivata ero molto più timida e introversa, ma adesso che sono tornata sono più aperta con gli altri e sicuramente anche più responsabile e matura. Il mio consiglio più grande per le persone che vogliono intraprendere questa avventura è quello di godersi ogni giorno perché questi mesi volano davvero, e di essere sé stessi in quanto si ha l’opportunità di iniziare da capo una nuova vita.

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SVAGO

ALLA RICERCA DEL SAPERE

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INTERVISTA A PIERO ANGELA, STORICO DIVULGATORE DELLA RAI di GIULIA CAPPATO E CHIARA MALAPONTI

enza lauree ma con dieci lauree honoris causa, lei è il più grande divulgatore scientifico italiano. Che peso deve dare la scuola alla scienza? Io penso che la scuola possa insegnare il metodo della scienza, a indagare, ricercare, argomentare e fondare quindi su basi solide la propria cultura, di cui è possibile vedere i risvolti politici e sociali nel miglioramento della qualità della vita. L’istituzione del diritto allo studio ha permesso inoltre di esercitare più consapevolmente la democrazia.

e da dove è partita la necessità di lanciarlo. Io ho fatto il liceo classico, e mi sono accorto di una cosa: mi hanno insegnato molto riguardo al passato, ma nulla riguardo al futuro. Non mi è stato mai trasmesso un concetto fondamentale, la pervasività della scienza. La scienza risponde alle domande intrinseche alla natura umana, quelle un tempo contemplate dai filosofi: ogni ramo di essa risponde a domande poste dalle altre. Dunque ho deciso di istituire un ciclo di trenta lezioni al Politecnico di Torino per spiegare a ragazzi volenterosi come il sapere scientifico non funzioni per compartimenti stagni.

Una delle maggiori questioni dibattute riguardo il sistema scoChe cosa significa svolgere la lastico italiano è quella del merisua professione in un Paese semto. Lei cosa ne pensa? La vera domanda è: cos’è l’u- pre più propenso a lasciarsi andaguaglianza? E’ un concetto da valutare in partenza o in arrivo? Per fare un esempio, tutti potrebbero diventare grandi campioni di calcio, partono tutti dalle stesse condizioni, e questo è un bene, perché necessario partire tutti da una condizione comune. Ma pretendere l’uguaglianza dei risultati sarebbe irrazionale. Per natura ci sono persone che emergono più di altre e non bisogna dimenticare che l’appiattimento dei risultati riduce la competitività e non stimola a produrre quella ricchezza da spartire anche con chi ha meno.

re alla superstizione e a credenze di nessun valore scientifico? Si tratta di gruppi ristretti, ma molto agguerriti, che vanno per tanto combattuti. La scuola per prima dovrebbe insegnare a non lasciarsi persuadere dalle opinioni, ma fidarsi dei fatti e a fidarsi della scienza ufficiale. Ho subito processi per diffamazione riguardo a un programma che dimostrava l’assente validità scientifica dell’omeopatia; l’avevo condotto per la RAI. Ero quindi stato accusato di non aver rispettato la par condicio a cui è tenuto un ente pubblico. Invece, quello che ho cercato di far capire ai giudici in questo caso è che la scienza non è democratica, non si decide a maggioranza: c’è n’è una sola, quella che è stata visionata, dimostrata e condivisa.

Ci spieghi in cosa consiste il suo progetto “Costruire il futuro” ZABAIONE

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SVAGO

RECENSIONI-CINEMA

di andreaFIlippo marseglia E DANIELE MUSATTI

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GLI SDRAIATI

li sdraiati, film di Francesca Archibugi tratto dall’omonimo bestseller di Michele Serra, racconta la storia di Giorgio Selva, famoso giornalista televisivo, e del figlio Tito, il classico diciasettenne in crisi adolescenziale. La convivenza tra i due non è ottimale dato che il padre è iperprotettivo e maniacale e il figlio è svogliato e ribelle, senza dimenticare, che, come ogni adolescente, non informa mai il padre su dove va, cosa fa o quale gruppo di ragazzi frequenta. L’arrivo di Alice nella vita di Tito lo renderà più responsabile, anche se farà emergere dei fantasmi in carne e ossa nella vita di Giorgio il quale, dopo aver rivisto una sua vecchia amante, comincerà a indagare su Alice e scoprirà lati del ragazzo che non conosceva così da ricostruire in modo stretto il rapporto tra i due. Francesca Archibugi dirige una pellicola interessante, capace di trasportare lo spettatore nell’alone di malinconia su cui ruota la trama, ma allo stesso tempo riesce a far divertire e commuovere chi la sta guardando. Un’altra nota di merito da assegnare alla Archibugi consiste nell’aver rappresentato in modo eccellente il rapporto padre-figlio inizialmente molto freddo, che muterà completamente nel corso del film. Talvolta la recitazione degli attori più giovani non è però sempre efficace, ma comunque si tratta di un film godibile per tutti i fan dei dramma-comedy. (Andreafilippo Marseglia)

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STAR WARS - GLI ULTIMI JEDI

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e luci si spengono, silenzio in sala, sullo schermo compare quella scritta blu che può significare solo gioia: “tanto tempo fa in una galassia lontana lontana…”. La musica comincia. Rian Johnson, sceneggiatore e regista de Gli ultimi jedi ha portato nelle sale qualcosa di nuovo: una divisione molto più sfumata del Bene e del Male, dei personaggi molto più costruiti come il Vice Ammiraglio Holdo, interpretato da Laura Dern, che i nostalgici ricordano ancora con le mani nella cacca di triceratopo, che è un personaggio che in quaranta minuti lo spettatore riesce a rivalutare completamente. Il film presenta alcuni problemi con il filo narrativo: si divide in due parti pressoché identiche, una battaglia disperata in cui i protagonisti si salvano per miracolo. In più molte domande sorte all’uscita del Risveglio della Forza non trovano risposta neanche in questo film come: “Chi è il leader supremo Snoke?” O “Come è salito al potere il Primo Ordine?” Il film è dedicato a Carrie Fisher (principessa Leia) morta nel dicembre del 2016 e i fan più esperti hanno riconosciuto la figlia della defunta attrice che interpreta un ufficiale della resistenza. Il film in generale ha sviluppato positivamente quasi tutti i personaggi tranne Rey che avrebbe meritato qualche sviluppo in più, oltre a quello però non ci sono problemi con i personaggi, in particolare Kylo Ren che tra un film e l’altro ha decisamente diminuito le dosi di testosterone… Non resta altro che aspettare per maggio del 2018 con Solo: A Star Wars Story. (Daniele Musatti)

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RECENSIONI-MOSTRE

di luigi lorenzoni E federico mantaci

KUWAIT. UN DESERTO IN FIAMME

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uwait. Un deserto in fiamme, questo il titolo della mostra di Sebastião Salgado che rimarrà esposta alla galleria Forma Meravigli fino al 28 gennaio. Si tratta di un progetto inedito che raccoglie trentaquattro fotografie scattate nel 1991 dal fotografo brasiliano in Kuwait, ai tempi della Guerra del Golfo, in un momento terribile per il paese. Il conflitto è terminato da un mese, ma il paese è devastato dagli incendi di più di seicento pozzi di petrolio, appiccati dalle truppe irachene durante la ritirata. Salgado, in ogni sua fotografia, esplora la devastazione di un paese distrutto e la fatica dei pompieri per salvare ciò che resta, interrompendo la fuoriuscita di greggio e spegnendo gli incendi. L’operazione durerà un anno con notevoli danni ambientali. Le immagini, stampate in diverse grandezze, sono in bianco e nero, come tutte le altre di Salgado, e riescono a trasmettere grandi emozioni a chi le osserva. I ritratti degli uomini al lavoro esprimono in maniera eccezionale la distruzione e la terribile fatica delle persone, coperte completamente di petrolio, ma comunque instancabili verso il loro obiettivo. I contrasti di colore, che si formano tra il nero del petrolio fuoriuscito dai pozzi e il chiaro delle enormi fiamme, sono fortissimi, e senza dubbio uno dei punti di forza della mostra. Una mostra imperdibile per tutti gli amanti della fotografia e non. (Federico Mantaci)

ZABAIONE

Numero iii

NASA-A HUMAN ADVENTURE

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Anno XII Dicembre 2017

llo Spazio Ventura XV a Lambrate, fino al 4 Marzo, sognano tutti, grandi e piccini. Ripercorrendo la storia dell’esplorazione spaziale grazie a numerosi cimeli originali, ci si addentra nel, da sempre avvolto da una sfera di mistero, mondo delle astronavi e delle spedizioni spaziali. La mostra si divide in diverse parti: Sognatori, Pionieri, Corsa allo Spazio, Resistenza, Innovazione. In ognuna di queste sezioni si tratta di un argomento e di un periodo specifico, dal sogno dello spazio fino alle ultime innovazioni tecnologiche, passando per la vita in orbita e la Guerra Fredda. La mostra non è molto interattiva e può risultare a tratti noiosa, ma non mancano modellini in scala reale di navicelle indubbiamente molto interessanti, come quello dello Space Shuttle. Potrete finalmente vedere gli strani aggeggi con cui l’uomo è atterrato sulla luna e cosa si mangia un astronauta sulla ISS. Da non perdere la centrifuga che, al modico prezzo di 4€ supplementari, permette di provare la Forza G a cui sono sottoposti gli astronauti in ogni fase di volo ad un’intensità ridotta. Personalmente non ho trovato la mostra entusiasmante. A tratti è molto “montata”, e come già detto, può risultare noiosa. Ma comunque merita una visita, soprattutto per gli appassionati. (Luigi Lorenzoni)

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SVAGO

RECENSIONI-LIBRI “MACERIE PRIME” DI ZEROCALCARE

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erocalcare (Michele Rech) è un fumettista della periferia romana che racconta di sé e allo stesso tempo parla anche di tutti noi ragazzi alla ricerca di un futuro, a volte in maniera scherzosa e ironica, ma sempre con un velo di rassegnazione, quasi catastrofico. Nel suo ultimo libro, Macerie Prime, ci catapulta nel suo caratteristico mondo di fantasia (dove la realtà viene rappresentata con personaggi inventati) e ci ripresenta molte facce già viste (i suoi amici d'infanzia) soffermandosi di più rispetto ai suoi altri libri sulla precarietà dei loro sensi di colpa e sulla loro vita accomunata dalla stessa sensazione

dI MAIA MUTTI

di fallimento e incertezza per i progetti futuri, sapendo che i vecchi non si sono realizzati. E' un po' un modo per metterci al corrente della sua vita attuale, per "aggiornarci" su cosa sta facendo ora e su cosa ne pensa. Manca però un elemento fondamentale dei suoi libri: l'Armadillo (il personaggio che incarna la sua coscienza) e probabilmente questa mancanza verrà spiegata nel prossimo volume. Questo libro infatti è solo il primo di due, il finale è sospeso e si intuisce la presenza di un seguito. Dei libri di Zerocalcare si apprezza sempre la naturalezza e la comicità, ma anche la profondità con cui riesce a spiegare le sue idee che poi, notando bene, sono simili

alle nostre. Seppure sia un fumetto scritto in maniera semplice e con espressioni tipiche romane, è una lettura interessante che vi farà scappare qualche risata, ma vi farà anche riflettere molto.

SPECIALE NATALE: L'IDEA REGALO PORNHUB CHRISTMAS STORE dI giulio pistolesi

È

quasi Natale e, come ogni anno, si ripresenta il solito problema: cosa regalare ai parenti che ci sommergeranno di orribili e scomodissimi calzerotti flou aspettandosi in risposta non solo un sorriso di gratitudine, ma pure un regalo di contraccambio. Ebbene, PornHub, per chi non lo sapesse il maggiore portale internet mondiale dedicato alla pornografia, ci offre la soluzione con il suo “PornHub Christmas Store”, aperto fino alla fine del mese in via De Cristoforis, non lontano dalla nostra scuola. Si tratta infatti, come suggerisce il nome, di un negozio pensato prevalentemente

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per i regali di Natale, ma senza dimenticare la peculiarità del brand: una volta entrati nel negozio - 18+, sì, ma come il bar dei Magazzini Generali - veniamo infatti accolti da articoli come la maglietta con le renne superdotate per ravvivare il cenone di famiglia o la pallina griffata PH da attaccare a tradimento all’albero dei nonni, il tutto ovviamente affiancato da un’elegante selezione di sex toys (il commesso ci ha tenuto a consigliarmi caldamente il cockring, e tuttora un po’ mi pento della mia esitazione). Non dovete pensare, però, che si tratti di una pacchianata goliardica in stile sexy shop: se c’è qualcosa in Dicembre 2017

cui i ragazzi di PornHub sono bravi, infatti, è darsi un tono, tanto che vibratori e compagnia ti vengono presentati come opere d’arte. Certo, per lo stesso motivo a volte anche i prezzi raggiungono quote notevoli: ma in fondo cos’è privarsi della paghetta di tre mesi a fronte della possibilità di stendere la prozia Ida con una canotta “No alla guerra - Sì al deepthroat”?

Anno XII

Numero iii ZABAIONe


SVAGO

di luigi lorenzoni E mattia pellizzari

ARIETE

Purtroppo non puoi sapere come andrà quella versione, non avresti dovuto cospirare contro quella Regione. Non sapevi che il preside può cambiare i voti come gli pare?

TORO

ZABAOROSCOPO LEONE

Non credere di essere il migliore come ti piace pensare caro Leone, perché nella sbronza di Capodanno il buon Sagittario non si tirerà indietro.

VERGINE

E’ l’ora della corrida. Mese fortunato, questa volta vinci tu. Il tuo torero è Pesci. Occhio ai tribunali però, non sono un luogo piacevole, con tutte quelle domande e cose rosse…

Non fare tanto il precisino, Vergine. Hai ragione, i tuoi appunti sono molto belli e colorati. Ma hai fatto un solo errore: essere amico di Sagittario.

GEMELLI

BILANCIA

SAGITTARIO

Sei stufo di essere trascurato dal tuo gruppo di amici? Non ti preoccupare, anche perché sarà difficile dimenticare quello che farai ubriaco a Capodanno.

CAPRICORNO

Non ti preoccupare per il concerto di Natale, sarai pure stonato come una campana, eppure i batacchi suonano da migliaia di anni.

ACQUARIO

Oh, finalmente questo mese disaCon tutto questo freddo desideri Don’t worry be happy cantava Bob stroso è terminato, ora non può caldo e mare. Sarebbe un pecca- Marley. Ottima filosofia di vita, ma che andare meglio! Ah già, questo to se proprio questa settimana tu se ogni tanto aprissi il libro di greco dicembre esce Super Vacanze di avessi due verifiche a sorpresa di non si offenderebbe nessuno. Natale, mi dispiace. matematica, vedrai soltanto voti molto bassi. PESCI SCORPIONE Wow, si sta facendo seria la storia e diffida della lealtà dei CaCANCRO Evita con Toro! Non ti preoccupare, Anche tu sei nato d’estate, come Ge- pricorno, ci sarà pure un motivo se la tua buona vecchia malasorte non melli. Ma a te al contrario sembra li chiamano Higuain, no? si è dimenticata di te; se qualcosa piaccia proprio studiare. Questa è la può andar male, andrà male. volta buona che non prendi debiti.

CACCIA AL PROFESSORE di ALICE ALESSANDRI e davide rossi

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iao Pariniani! Dopo che Luna Vriends di 3G ha riconosciuto la prof.ssa Nero e il prof. Francioni, “Caccia al Professore” torna con due nuove identità; come sempre, il primo a inviare la soluzione giusta alla mail parini. zabaione@gmail.com riceverà un buono di cinque euro da spendere al bar. Che la caccia abbia inizio!

ZABAIONE

Numero iii

Anno XII Dicembre 2017

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SVAGO

L’ANGOLO DEL LIBERTARIO

QUANDO LA MORTE DIVENTA SEXY

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icesi necrofilia quella parafilia nella quale viene raggiunto l'orgasmo tramite atti compiuti su un cadavere. Sì, chi non è una capra in greco e capisce inorridisca pure. Ovviamente la necrofilia viene considerata da tutti un attentato alla morale e un reato. Suvvia, il mondo è bello perché è vario! Alla fine di una giornata faticosa c'è di sicuro chi fa un salto in viale Zara per “divertirsi”, ma giustamente c'è anche chi preferisce scavalcare i cancelli del cimitero, vi sembra il caso di giudicare sempre tutto? Ma sì, dite pure che un atto di natura sessuale sui morti equivale allo stupro da vivi, dite che scopare con una carogna fa schifo, e dite anche che i necrofili non sono persone “nor-

mali”, resta comunque il fatto che una varietà di soggetti come quelli sotto terra noi vivi non la possiamo offrire. In più, chi non ha mai fatto certi pensieri su Marylin Monroe o su James Dean (o su chi volete voi)? Pensateci, se la necrofilia non fosse considerata reato i vostri sogni potrebbero realizzarsi. Eppure, riflettendoci un attimo, che cosa c'è di materialmente sbagliato? Un reato è un fatto umano che aggredisce un bene giuridico ritenuto meritevole di tutela da un legislatore che si muove nel quadro dei valori costituzionali. Un morto, poiché è morto, non può essere ferito né nel fisico né nell'animo, e dunque il reato di necrofilia dovrebbe essere completamente ingiustificato. Ma andiamo avanti: i reati perseguibili sono due,

ZABAENIGMISTICA

atti osceni e (il solito) vilipendio di cadavere. Per quanto riguarda gli atti osceni, nei quali viene inclusa qualsiasi pratica che, secondo il comune sentimento, offende il pudore (sì, anche palpare la propria ragazza in pubblico), basterebbe un cambio di mentalità da parte nostra, mentre il vilipendio non c'è se di fatto alla fine dell'atto si “cancellano le tracce”. Se invece vogliamo tirare fuori il discorso del consenso, non è difficile ribattere che tutto si risolverebbe con una dichiarazione legale firmata prima del decesso. Facile, no? Saremmo contenti di leggere le vostre opinioni e aprire un dibattito, scriveteci a: parini.zabaione@gmail.com

di GIULIO PISTOLESI E RICCARDO VARINI

CRUCIVERBA ORIZZONTALI 2. Le nuove bici gialle sparse per Milano. - 4. Codice aeroportuale IATA dell'aeroporto civile di Raufarhofn. - 5. Geological Society of Alexandria University. . 6. Il nome della designer Aulenti. - 9. Le consonanti della parola "mole". - 10. American Airlines. - 12. Un ideale della rivoluzione francese. - 15. Manigoldo, furfante, predone.... - 16. Organismo geneticamente modificato. - 18. Giacomo in spagnolo. - 21. Sapere, presente indicativo 3ª persona singolare. - 23. Chi si diletta di qualcosa. - 24. Un pronome personale. - 26. Adorare, presente congiuntivo 1ª persona plurale. - 28. Preposizione semplice. - 30. Uno dei doni dei re magi. - 31. Il dio dei venti. - 32. Non è bene. - 33. Il ".it" dell'Olanda. - 34. Lo era Anubi per la civiltà egizia. VERTICALI 1. Sarà meglio che non ti becchi a fumare. - 2. Una costellazione. - 3. Organizzazione delle Nazioni Unite. - 5. Good Game. - 7. IL nome di Salvini. - 8. Il centro di "etero". - 11. Le prime 3 vocali. - 13. Affrescò la Cappella degli Scrovegni. - 14. Le prime di inno. - 15. Bramare in spagnolo. - 17. Prefisso che significa uguale. - 18. Le prime due del sindaco di Milano. - 19. Termine spagnolo utilizzato anche in italiano che significa niente. - 20. Il colore di Titti. - 22. Il nome della Yespica. - 24. Non è sì. - 25. Viene dopo la mi (μ). - 27. Le ultime di Moma. - 29. Nome del dizionario Castiglioni Mariotti.

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Dicembre 2017

Anno XII

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G G T E G R I O N T A T D O A

Anno XII Dicembre 2017

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